Comments
Transcript
SCHEDA DIDATTICA / INTERNET POINT CERCARE LE
SCHEDA DIDATTICA / INTERNET POINT CERCARE LE INFORMAZIONI ONLINE: GUIDA PER UNA LEZIONE I motori di ricerca hanno le loro regole. Poche e semplici, benché in continua evoluzione. Se imparate, permettono di muoversi per la rete in modo efficace – ovvero di trovare esattamente le informazioni che cerchiamo – ed efficiente – cioè senza troppo spreco di energie e, soprattutto, di tempo. Prima di tutto è importante sapere che non esistono solo Google, Bing o Yahoo!, ma molti altri motori di ricerca, alcuni dei quali specializzati per determinati argomenti, come Scirus, dedicato alle informazioni e agli articoli scientifici (www.scirus.com/srsapp) e Chemspider (www.chemspider.com/) per gli elementi chimici. Ci sono varie fonti da cui prendere spunto per creare una lezione sulla ricerca online. Una è proprio Google, che ha creato lesson plan da 45-50 minuti apposta per gli insegnanti (www.google.com/insidesearch/searcheducation/index.html), con tanto di video (in lingua inglese). Anzitutto va insegnata la “strategia di ricerca”, tenendo a mente che quello che si scrive nella stringa della query è ciò che ritroveremo nei risultati. La prima regola è dunque quella di formulare la query pensando alla risposta che vogliamo, non alla domanda. I corsi di Google sono base, intermedi e avanzati, e con finalità diverse: per imparare a scegliere i termini, per comprendere i risultati della ricerca, per restringere il campo della ricerca, per usare al meglio i risultati (anche per arrivare ad altre informazioni), per valutare l’affidabilità delle fonti e delle informazioni. Per imparare a scrivere le query nel modo corretto esistono alcuni “trucchi” da far testare agli studenti: Le virgolette (“”) Frasi intere o combinazioni esatte di parole possono essere cercate inserendole fra virgolette. I motori di ricerca restituiranno soltanto risultati che contengono i termini in quello specifico ordine. Esempio: “cambiamento climatico” o “Mario Rossi”. Il segno meno (-) Aggiungere un segno meno davanti a una parola la esclude dai risultati della ricerca. Esempio: se si cerca camera ma non si è interessati alla politica si può digitare camera -deputati. OR Si possono cercare due (o più) parole alla volta inserendo OR (in maiuscolo) fra esse. Per migliorare la ricerca su un determinato argomento è possibile usare sinonimi. Esempio: “cambiamento climatico” OR “riscaldamento globale”. Ricerca per data È possibile restringere il campo di ricerca a seconda della data digitando tre puntini tra due anni nella stringa della ricerca. Esempio: 2010...2012 L’ordine conta Le stesse parole inserite in ordine diverso possono portare a visualizzare risultati diversi. Esempio: Repubblica presidente, Presidente repubblica. SCHEDA DIDATTICA / INTERNET POINT Il simbolo ~ Digitato davanti alle parole, serve a trovare anche i sinonimi. Esempio: ~automobile cercherà anche per macchina, veicolo e così via. Site È possibile limitare la ricerca all’interno di uno specifico sito. Esempio site:linxedizioni.it biologia. Filetype Questo comando serve per limitare la ricerca al tipo di file che ci interessa. Esempio: Filetype:pdf. Intitle Il comando Intitle permette di trovare i file che contengano nel titolo una specifica parola. Esempio: Filetype:pdf Intitle:repubblica si troveranno i pdf che hanno nel titolo la parola repubblica. Inurl Esempio: inurl:google cercherà tutte le pagine web che hanno google nella stringa dell’url. Define È anche possibile usare Google come un vocabolario e trovare le definizioni delle parole con questo comando. Esempio define:plagio. Il motore di ricerca può anche essere usato come una calcolatrice o come un convertitore di unità di misura. Anche CommonSense offre un esempio di lezione sulla ricerca online (in inglese), della durata di circa 45 minuti (www.commonsensemedia.org/educators/lesson/strategic-searching-6-8: il materiale da distribuire è scaricabile gratuitamente dopo la registrazione), con tanto di proposta di esercitazione: 15 minuti di tempo per trovare un luogo adatto per un picnic in una città che non si conosce. Il luogo deve essere pubblico, disporre di una soluzione al coperto in caso di pioggia, abbastanza grande per accogliere 50 persone, ma economica. Ogni azione della ricerca va programmata e la scelta finale andrà giustificata davanti alla classe. PER APPROFONDIRE — The power of Google, infografica. http://dailyinfographic.com/ the-power-of-google-infographic. SCHEDA DIDATTICA / INTERNET POINT SPIEGARE IL COPYRIGHT Che cos’è il plagio? E la pirateria? Dove finisce il cosiddetto fair use (uso corretto di un lavoro altrui) e dove comincia il diritto d’autore (copyright)? Quanto è sottile il confine tra trarre ispirazione da un’opera creata da altri e appropriarsene in modo indebito? Sono questioni etiche e legali con cui ormai, nella nostra vita online, abbiamo a che fare ogni giorno. Common Sense, un’associazione americana senza scopo di lucro molto attiva nel promuovere la “consapevolezza digitale”, propone su questo tema una breve lezione pratica della durata di circa 45 minuti (scaricabile online previa registrazione, il testo è in inglese www.commonsensemedia.org/educators/lesson/ rights-remixes-and-respect-9-12). Parte I Definire i termini “ispirazione” e “appropriazione” e chiedere agli studenti di fare esempi concreti dei due casi (per esempio, creare una canzone con lo stesso “sound” di un’altra e usare una musica esistente come colonna sonora di un filmato). Un’opera creata da un’altra persona è normalmente protetta da copyright. Prima di riutilizzarla o manipolarla per diffonderla è necessario: – controllare a chi appartiene; – chiedere il permesso di utilizzarla; – riconoscere i crediti (ovvero citare l’autore); – comprarla, se necessario; – usarla in modo responsabile. Parte II In alcuni casi è possibile utilizzare un’opera prodotta da altri grazie al principio del fair use, ma solo citando i crediti e facendone un determinato uso che non contempla un ritorno economico. Le regole per il fair use sono: – usare solo una parte dell’opera (nel caso di un video, di una musica, di un libro) e non copiarla interamente; – utilizzarla in un modo diverso da quello originale, dandole un nuovo significato in un nuovo contesto. Il fine deve essere non profit: sono ammessi scopi educativi, di informazione, di critica sociale. È importante riflettere con gli studenti sul fatto che ogni caso va valutato a sé. Parte III Mostrare la prima parte del video Everything Is a Remix (http://vimeo.com/14912890, durata 1:20 circa) e far riflettere gli studenti sul senso del trasformare e riutilizzare le opere altrui e sul momento in cui questo processo entra in contrasto con le leggi sul copyright (la lezione propone di dividere i ragazzi in gruppi e far difendere le loro posizioni su questo tema e sulle implicazioni economiche). La lezione potrebbe concludersi con una visita al sito Creative Commons Italia per una ricerca sui diversi tipi di licenza d’uso delle opere (www.creativecommons.it/cosa-fa-cc) e con la spiegazione dei termini “plagio” (l’appropriarsi dell’idea o dell’opera d’ingegno di un’altra persona senza riconoscere la paternità) e “pirateria” (la riproduzione e la condivisione non permesse, e quindi illegali, di opere altrui come film, immagini, fotografie, musiche, testi). SCHEDA DIDATTICA / INTERNET POINT LA MANIPOLAZIONE DELLE IMMAGINI Chi non è mai stato ingannato da una foto in rete spacciata per vera, e che poi si è rivelata essere frutto di un più o meno abile ritocco fotografico? Dalla campagna pubblicitaria UnHate di Benetton alle varie foto di alieni che si trovano online, non è raro imbattersi in qualche immagine poco probabile. La creatività, in alcuni casi, può andare a braccetto con la falsificazione e la frode vera e propria: nel mondo della scienza, non sono così rari i casi di falsificazione delle immagini per provare risultati mai ottenuti (uno dei casi più celebri è quello del veterinario sud coreano Hwang Woo-suk che aveva dichiarato di essere riuscito a clonare per la prima volta cellule embrionali umane). PHOTOS.COM Parte I Gli studenti che hanno già provato per proprio conto a modificare una fotografia possono essere invitati a mostrarla, altrimenti l’insegnante può direttamente presentare Pioneer Woman (http://thepioneerwoman.com/ photography/2011/09/edit-this-4), il blog di una casalinga dell’Oklahoma che ha fatto dell’editing delle immagini il suo hobby, e che chiede ai lettori di cimentarsi nel modificare le foto del suo cane. Insieme agli studenti si potranno commentare le varie proposte (http://thepioneerwoman.com/ photography/2011/09/your-charlie-edits-group-2; http:// thepioneerwoman.com/photography/2011/09/ your-charlie-edits-group-3) riflettendo sulle diverse tecniche usate, sui programmi e sull’intento: quali foto sono artistiche, quali sono dichiaratamente ridicole, quali potrebbero essere scambiate per vere? Perché le persone dovrebbero cimentarsi nella sfida lanciata dalla blogger, dal momento che non vi sono premi? Parte II Gli studenti vengono divisi in 3-4 gruppi e viene distribuito loro un testo tratto dell’agenzia di stampa Reuters sull’uso giornalistico delle foto ritoccate (Photo Fuss – Part I Student Handout, contenuto nel materiale scaricabile). Dopo la lettura, viene chiesto ai gruppi di ragionare insieme e discutere sull’etica della manipolazione digitale delle immagini e sui termini “contesto” e “controverso”. Insomma, quando un’immagine può definirsi vera o, meglio, autentica, e quando falsa? E che effetto ha la manipolazione sul suo significato? Questo e altri aspetti possono essere affrontati in classe, dando agli studenti un ruolo attivo. CommonSense propone una lezione, dal titolo Retouching Reality, di circa 60 minuti (www.commonsensemedia.org/educators/lesson/ retouching-reality-9-12) e divisa in tre momenti (tutto il materiale della scheda didattica è scaricabile online gratuitamente previa registrazione): nel primo si chiede agli studenti di pensare al photoediting come un’attività artistica e divertente; nel secondo si sollevano alcune questioni etiche sull’alterazione delle foto, soprattutto per il loro uso nel giornalismo; nel terzo si invita a riflettere sull’impatto dell’immagine manipolata su diversi tipi di pubblico. Introduzione La lezione comincia con il definire due termini chiave, “manipolazione digitale” e “falsificazione”, e si chiede agli studenti di appuntare, senza rispondere, tre domande: 1. In che modo lo scopo e il contesto della foto influenzano quello che provo guardandola? 2. Che ruolo gioca Internet nel permetterci di diffondere, trarre ispirazione e criticare le immagini modificate? 3. Dove si traccia il confine tra creatività e falsificazione? Parte III Agli stessi gruppi viene distribuito un secondo testo (Photo Fuss – Part II Student Handout) ed è chiesto di rispondere a queste domande: 1. Che differenza c’è tra le foto manipolate che si trovano in una pubblicità e quelle contenute in un articolo di giornale? 2. I pro e i contro dipendono dal contesto, cioè da come e dove vengono utilizzate le immagini? 3. Se Microsoft manipolasse le foto per vendere di più sarebbe etico? (Le risposte possono essere molto diverse, c’è chi ritiene che, in quanto strategie di business, siano lecite e chi le ritiene delle truffe). 4. Pensate che vi debbano essere delle regole su come e quanto certe immagini possano essere manipolate? Se no, perché? E se sì, quali? (Gli studenti potrebbero arrivare alla conclusione che non è semplice rispondere alle questioni etiche. Da questa osservazione si può prendere spunto per riflettere sul fatto che spesso la tecnologia procede più velocemente della nostra capacità di stabilire come utilizzarla in modo corretto). Conclusione Si propone di tornare alle tre domande iniziali e di tentare di rispondere con un wiki o con un lavoro individuale.