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Juve, prendila! - Il Giornale D`Italia
Anno IV - Numero 133 - Sabato 6 giugno 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Cronaca Economia Pronto il salvagente di Renzi per De Luca Strage sfiorata nella Metro di Roma La crisi si mangia pure i ‘compro oro’ Colosimo a pag 2 Di Giorgi a pag. 5 A pag 7 L’INCHIESTA PIGNATONE SI ALLARGA SEMPRE DI PIÙ. MA PER FORTUNA NONOSTANTE TUTTO C’È CHI RESTA PULITO. LO CAPIRANNO TUTTI di Francesco Storace ac, pure un sottosegretario di Renzi (e Alfano) scivola nella rete di Mafia capitale. Non finisce più, evidentemente, se anche membri del governo come il sottosegretario Castiglione (Ncd) vengono indagati, in questo caso per il Cara di Mineo. Chissà quante altre teste dovranno rotolare. L’inchiesta Pignatone regala sorprese ogni giorno, ma la politica è più appassionata a rinfacciarsi il conto dei ladri. Il bollettino è impietoso e riserva poi persino qualche svarione che fa male. Ad esempio, quello di Pietrangelo Buttafuoco, che dalle colonne del Fatto si è messo a rinfocolare gli animi scossi di tutti noi con un’intemerata contro la destra romana. Il che, detto da un intellettuale amato da tutti noi e per giunta siciliano sul tema della mafia e degli spiccioli che ne derivano, dà un tocco di autorevolezza che punta a seppellire tutto. Ma Buttafuoco troverà la maniera per ristabilire l’onore di tanti. A parte il fatto che vale per tutti il diritto ad essere giudicati in tribunale, c’è chi non intende affatto farsi rosolare in storie in cui non è entrato ed è orgoglioso di esserci rimasto fuori. Il che non esime dal dovere di capire se è vero tutto quello che i magistrati attribuiscono ad altri Z pidoglio e regione Lazio, viviamo una vicenda incredibile. Marino e Zingaretti sembrano voler approfittare della coincidenza col Giubileo straordinario per una sorta di aspirazione alla canonizzazione. Le loro amministrazioni - il comune più della Pisana - boccheggiano e loro due, mano nella mano, pensano di salvarsi. Ci piacerebbe capire che cosa vogliono, oltre ad applausi che certo non possono chiedere all’opposizione. Se la mafia è un pericolo, occorrono argomenti e comportamenti convincenti per dimostrare che si intende cambiare registro. Se invece la musica è la Marcia trionfale che ancora ieri abbiamo letto nella solita intervista inginocchiata del Corriere della Sera a Zingaretti, non si va da nessuna parte. Si fa solo il paio con le sciocchezze del sindaco, che va in televisione ad insultare gli avversari politici - è il caso di Fratelli d’Italia - chiamando in causa la ‘ndrangheta. Si becca querele, così. In questa cornice risulta tristemente patetico il pur comprensibile invito sindacale - dalla Cgil - alla sempreverde unità contro la mafia. Verrebbe da chiudersi uniti a chi e per che cosa, se i vertici delle istituzioni più malamente coinvolte reagiscono da tarantolati non appena poni qualche doverosa domanda. Altri servizi a pag 4 DOPPIEZZA Pizzicato da Mafia capitale anche il sottosegretario Castiglione. Ma nelle istituzioni colpite si pretendono applausi mentre i partiti si rinfacciano i ladri che vengono dalla nostra storia. Vale per Alemanno come per Gramazio, addirittura arrestato. Abbiamo lottato insieme, o abbiamo visto crescere nuove leve, e proprio per questo vogliamo certezze su STASERA LA FINALE DI CHAMPIONS CONTRO IL BARCELLONA eventuali responsabilità. Ma questo non giustifica il tentativo di spostare il tiro su un’intera generazione che ha rischiato di morire ammazzata per le sue idee politiche, per la sua militanza attiva, assieme a quanti sono stati invece più sfortunati. Poi, il comportamento dei vari partiti, e dei loro rappresentanti istituzionali, improntato ad una doppiezza sfrontata. A Roma, tra Cam- ANCHE L’ARTISTA SESSANTOTTINO, DOPO CELENTANO, FA OUTING POLITICO Vecchioni‘canta’: “Mi piace la Meloni” Ma stavolta spengono luci e microfoni di Igor Traboni na dopo l’altra, le icone della sinistra radical-chic italiana vengono giù che neanche le foglie in autunno. E dopo l’outing politico di Adriano Celentano, che nei giorni scorsi ha detto di cominciare a pensare sul serio di andar dietro a Salvini, ieri è arrivato quello di Roberto Vecchioni. Ancor più debordante. Perché se tutto sommato il molleggiato alla fine ‘rischia’ di lasciar la strada maestra tracciata da Grillo e Casaleggio, il cantautore di Samarcanda notoriamente sta più a sinistra di tanti ‘compagni’ della hit parade, tra le nostalgie di una scuola sessantottina, droghe libere e Chiesa da buttar giù almeno fino all’avvento di Bergoglio. E invece ieri Roberto Vecchioni ha detto nientepopodimeno che non gli dispiace Giorgia Meloni, Anzi, che “è una delle tre o quattro donne della politica italiana che mi piace di più, dice sempre quello che deve dire e lo dice in maniera attenta, non si bea, non si interessa di questioni U Juve, prendila! a grande notte è arrivata: stasera a Berlino la Juventus affronta il Barcellona con il sogno di portare a casa quella Champions League inseguita da anni. I bianconeri pos- L sono contare su uno stadio ‘italiano’, tra supporter che arriveranno dall’Italia ed emigrati in Germania. Scontata l’assenza di Chiellini; al suo posto giocherà Barzagli e non Ogbonna. di sinistra o di destra”. Poi ha continuato, magari forzando un po’ la mano e il pensiero, ma anche in questo caso rendendo l’idea: “La Meloni è più a sinistra di Renzi: la sinistra è popolo, è gente, arriva prima delle banche e dei ricchi. Seguo Giorgia Meloni sempre, ogni volta che c’è un dibattito, perché mi rappresento nelle cose che dice”. Vecchioni si è confessato nel corso dell’irriverente trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”. E deve averla detta così grossa, almeno alle orecchie e ai cuori del ‘politicamente corretto’, che la grancassa mediatica che parte da Repubblica e torna ad Eugenio Scalfari dopo aver fatto un giro(tondo) largo fino a Micromega e ai nostalgici dell’Unità, ieri non se lo è filato di pezza. Come nel tentativo di spegnere tutte le luci a San Siro e non far riecheggiare il Vecchionipensiero. Lo stesso che invece ‘sparano’ con il massimo dei decibel in Rete ogni qualvolta il professore (il cantante è anche docente di materie letterarie, e ovviamente su questo ha detto di contestare la riforma Renzi) dice qualcosa contro tutto quello che muove dalla parte contraria alla sinistra. Fossero pure le parole di una canzoncina (a dire il vero brutta, ne ha francamente scritte di migliori) con cui Vecchioni vinse il festival di Sanremo del 2011, quell’edizione che passerà alla ‘storia’ – tanto per capirci – anche per la conduzione e i vestiti della signora Clerici. Che poi a Sanremo, se dovesse continuare a parlar bene di Meloni e friends, Vecchioni al massimo ci tornerà per un bagno al mare. 2 Sabato 6 giugno 2015 AttUALItA’ ALLA CAMERA IL VICE MINISTRO DELL’INTERNO BUBBICO SPIEGA CHE LA SOSPENSIONE ARRIVERÀ SOLO DOPO IL PRIMO CONSIGLIO De Luca blindato per non tornare al voto Il neo governatore potrà quindi presentare la Giunta mantenendo salda la poltrona L’attacco alla Bindi: “Ha detto cose ignobili, la lista degli impresentabili è una imbecillità” di Marco Zappa er l’applicazione della Severino non c’è alcuna fretta. Perché il caso – probabilmente - riguarda Vincenzo De Luca, neo governatore della Regione Campania. E quindi un esponente del Partito Democratico e non certo del centrodestra. Quindi forse occorre prendere tutte le precauzioni necessarie, valutando bene la questione senza fare mosse affrettate. Il governo prende finalmente posizione sul caso e lo fa attraverso il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico. Che prova a fornire qualche chiarimento nella vicenda della possibile e probabile sospensione dell’ex sindaco di Salerno, sulla cui testa pende la spada di Damocle della legge Severino. Che parla chiaro: un presidente di Regione condannato anche solo in primo grado per abuso d’ufficio (è proprio questo il caso) è sospeso dalla carica per 18 mesi. Ma l’esecutivo attraverso Bubbico spiega che “è la proclamazione degli eletti a concretare l’avvio del procedimento”. Tradotto, il governatore entrerà in carica, presenterà la sua giunta durante il primo Con- P siglio e solo dopo verrà “stoppato”. In questo modo verrà evitato lo spettro del ritorno alle urne. Blindando di fatto la vittoria, di misura, del centrosinistra. Allontanando l’ipotesi di un altro voto che potrebbe compromettere il successo e rovinare la festa. In risposta all’interpellanza urgente alla Camera di Paolo Russo (Forza Italia), il rappresentante del Viminale ha spiegato ancora che “non basta la semplice proclamazione da parte della Corte d’Appello. Le leggi sono abbastanza chiare con la sospen- sione che opera in ragione di un incarico che esiste. Quando questo non è configurato dal punto di vista giuridico, non c’è atto che possa intervenire. Si ferma qualcosa che c’è. E basta. Ricordo – dice ancora – che l’omologo provvedimento prefettizio, disposto nei confronti di De Luca quando ricopriva la carica di primo cittadino, rappresentava l’esito di un procedimento diverso. Non solo in ragione del ruolo rivestito dall’interessato e dall’organo competente all’adozione della misura, ma anche per la significativa circo- stanza di essere intervenuto nel corso del mandato elettivo. Non rilevando, ai fini della sospensione, il presupposto costituito appunto dalla proclamazione degli eletti”. Insomma, l’esecutivo questa volta si appella al diritto. E a quanto dispone la norma del 2012 che porta il nome dell’allora guardasigilli del governo Monti. Che non chiarisce quando deve scattare la sospensione. Ma c’è un precedente che non dovrebbe essere ignorato. Tant’è… Ed è quello che riguarda – come spiegato puntualmente dal settimanale Panorama – il consigliere regionale del Molise Michele Iorio (oltre a quello ben più noto di Giuseppe Scopelliti in Calabria). “Congelato” al momento della proclamazione e quindi immediatamente. Anche per permettergli di nominare un vice, per De Luca si agirà dunque diversamente. “Rilassiamoci”, il consiglio del diretto interessato. Che ai microfoni di Radio 24 ha parlato apertamente di una “campagna di aggressione politico mediatica sviluppata per mesi contro la mia persona. E che sarà ricordata nei prossimi 5 anni come il più infame degli attacchi personali subiti da un personaggio delle istituzioni. Ma state tranquilli: chi vince governa”. State senza pensieri, verrebbe da dire. Con De Luca che ostenta sicurezza e torna ad affrontare la questione che riguarda la formale denuncia-querela presentata contro Rosy Bindi “colpevole”, secondo l’accusatore, di averlo inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili”. Stilata a pochi giorni dalle elezioni dal presidente della Commissione Antimafia e bollata come una grande “imbecillità”. Nessun ripensamento da parte dell’ex sindaco, che non intende tornare sui suoi passi. Anzi. “Ciò che conta – spiega – non è la vittoria. Ma far ringoiare cose ignobili che sono state dette. Quando si parla dell’onorabilità della persona, bisogna misurare le parole. Con lei non c’è nessuna rissa. Ma ha ritenuto di adoperare espressioni che vanno al di là delle sue competenze. Secondo il mio punto di vista diffamatorie e che configurano, sempre a mio modo di vedere, un clamoroso abuso di potere e una violazione dei diritti costituzionali”. Dal nodo sospensione alla querela alla Bindi. Il caso De Luca continua a tenere banco. Con il governo pronto ad andare incontro all’esponente Dem per evitare il voto. PER L’EUROPA I NOSTRI SERVIZI SEGRETI VANNO TENUTI MAGGIORMENTE D’OCCHIO La parabola degli 007 italiani: da controllori a controllati Il Commissario Muizniekis racconta come il sistema di accertamenti s’è rafforzato ma non è ancora tra i più robusti – Le differenze con Norvergia, Olanda, Germania e Romania di Marcello Calvo ente d’ingrandimento puntata sugli 007 italiani. Fari accesi sulle nostre “sentinelle” da parte dell’Ue. Con il commissario del Consiglio d’Europa Nils Muizniekis che racconta come da noi “il sistema di controllo delle attività sui servizi segreti è stato sì raffor- L zato in anni recenti, anche e soprattutto con la riforma avvenuta nel 2007 che ha provocato un passo in avanti. Ma non è tra i più robusti del continente”. Secondo il politologo lettone, le debolezze del sistema sono legate ai poteri di controllo non sufficientemente forti del comitato parlamentare per la si- curezza della Repubblica (Copasir). “Che non ha accesso a tutte le informazioni sui servizi segreti come accade, solo per fare un esempio, in Romania. In Italia occorre dunque votare con una maggioranza pari ai due terzi per reperire determinati dati. Così facendo si corre il rischio che i partiti di maggioranza usino la loro posizione per bloccare l’ingresso alle notizie più delicate stoppando le inchieste su determinate attività”. Ma non è tutto. Un’altra importante questione riguarda anche la mancanza di altre virtù, come quella di poter ispezionare le sedi degli 007 italiani. Una “fortuna” che possono vantare gli organismi in Olanda e Nor- vegia. E ancora, la commissione parlamentare tedesca che ha la facoltà di autorizzare o no le attività di sorveglianza. Mentre nel Belpaese “non esiste un’autorizzazione anteriore, ma le sentinelle vengono informate entro 30 giorni e poi possono valutare la legalità o meno di questa azione”. Il commissario sottolinea che non esiste una soluzione unica, ma che il rapporto “Controllo democratico e efficace dei servizi segreti” svelato dall’Ue, mostra alcune lacune evidenti nel nostro sistema. Con misure più idonee di altre. Insomma, per l’Europa occorre porre un freno anche agli 007. Con quelli italiani chiamati a fornire maggiore trasparenza, soprattutto adesso che i loro L’UGL LANCIA L’ALLARME IN VISTA DELLA STAGIONE ESTIVA: MANCANO MEZZI E RISORSE Forestale ‘tagliata’, servizi a rischio Intanto va avanti anche il progetto di assorbire il Corpo in un’altra forza di polizia I ripetuti tagli del governo Renzi alle forze di polizia mette a repentaglio la campagna antincendi dell’imminente estate, che peraltro si preannuncia quanto mai calda, visto che la Forestale – peraltro destinata a sparire per confluire poi nelle altre forze – ha sempre meno mezzi e risorse a disposizione. Il nuovo allarme viene ora lanciato dall’Ugl: “A causa dei tagli lineari alle risorse finanziarie del Corpo Forestale dello Stato nella prossima campagna antincendi boschivi sarà possibile mettere in campo 12 veli- voli operativi, che copriranno le aree statisticamente a maggiore rischio, con una capacità di intervento ridotta però di circa il 40 %”, ha detto il segretario nazionale dell’Ugl Corpo Forestale dello Stato Danilo Scipio. “I tagli indiscriminati e non funzionali hanno l’unico effetto di ridurre le capacità di intervento operativo in un settore particolarmente delicato come quello della sicurezza – ha aggiunto Scipio - ma sono ben altra cosa rispetto alla lotta agli sprechi, da tutti auspicata, e quindi alla spending review”. “Per garantire la sicurezza dei cittadini e preservare il nostro immenso patrimonio naturalistico, occorre invece fare investimenti mirati – ha detto ancora il responsabile Ugl - perché ogni singolo centesimo speso bene rappresenta un importante investimento sul nostro futuro e su quello delle generazioni future”. “Per rafforzare il ruolo del Corpo Forestale dello Stato nella lotta alla criminalità ambientale – ha concluso il sindacalista - è necessario preservare la professionalità di tutti gli operatori e garantirne la piena autonomia operativa, cosa che non potrebbe concretizzarsi con la confluenza nella Polizia di Stato, che per vocazione e cultura, ha altri ambiti di intervento”. In effetti, l’8 maggio scorso è iniziato l’esame del disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione che all’articolo 7 prevede proprio il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente e del territorio e la riorganizzazione di quelle del Corpo forestale con l’eventuale assorbimento delle funzioni in quelle delle altre Forze di polizia. Durante una audizione, però, tra le varie voci contrarie all’accorpamento si è levata anche quella del capo della direzione nazionale antimafia, Franco Roberti. poteri – anche grazie al decreto antiterrorismo e di proroga delle missioni internazionali approvato lo scorso aprile in maniera definitiva dal Senato – sono aumentati ancora. Da controllori a controllati. La parabola dei servizi segreti italiani, con l’Ue che chiede un cambio di passo al governo. Anche in questo campo. E adesso la palla spetta a Renzi, tra due fuochi. Obbedire all’Europa o mettersi contro – dopo i magistrati – pure gli 007? Questo, il dilemma del premier. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 6 giugno 2015 ATTUALITA’ IL MINISTRO SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA: “SIAMO ALL’ULTIMO MIGLIO”. MA LE PROTESTE AUMENTANO La corsa a ostacoli della Giannini IL PRESIDENTE IERI IN VISITA A MILANO S tefania Giannini, il ministro della pubblica istruzione che insieme a Matteo Renzi ha preparato la tanto contestata riforma della scuola, continua a mostrarsi ottimista: “Credo che stiamo all’ultimo miglio: ieri (l’altro ieri, ndr) si è svolta la parte finale della discussione generale in commissione al Senato, con contributi molto articolati e costruttivi, e sono molto fiduciosa che con gli emendamenti la prossima settimana e il successivo passaggio in Aula si arrivi a definire questo progetto educativo importante. La scuola non è un terreno di trattativa, ma è al centro della nostra azione di governo”, ha aggiunto parlando ieri al ministero a margine di una cerimonia di premiazione di un concorso promosso da Libera. Ma mentre in commissione Istruzione al Senato la discussione generale sulla riforma va avanti, i sindacati restano sul piede di guerra con “La cultura in piazza”, l’iniziativa promossa a livello territoriale con fiaccolate di dissenso in contemporanea nelle principali città italiane. La richiesta è quella di cambiare radicalmente la riforma, perché così com’è “non risolve il problema del precariato, afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, mette in discussione diritti e libertà e cancella la contrattazione”. In piazza anche i parlamentari di Sel e del M5S che condividono le ragioni della protesta. Il governo “continua ad andare avanti con il suo progetto sulla scuola autoritario, sbagliato e pasticciato che andrebbe immediatamente ritirato. Il tutto Expo: Mattarella cita Prodi e ‘richiama’ lo sgarbo di Renzi l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato ieri l’Expo, anche per firmare la ‘Carta di Milano’. Per il capo dello Stato è stata l’occasione anche per soffermarsi sui temi di più stringente attualità: “Il contrasto all’illegalità e alla corruzione deve essere severo e bisogna recuperare il bene comune che si fonda su legalità e trasparenza”, ha detto tra l’altro dopo aver visitato i padiglioni, accompagnato dalla figlia Laura. Mattarella ha poi fatto un accenno anche al fenomeno dell’immigrazione che “deve essere affrontato con saggezza e umanità, accogliendo chi fugge e stroncando traffici indegni, ma soprattutto puntando sulla cooperazione, la riduzione delle disuguaglianze. Le guerre, il terrore, l’estremismo ideologico e religioso, le carestie e i disastri naturali spingono centinaia di migliaia di uomini a migrazioni di inedite dimensioni. Dobbiamo I senza tenere minimamente conto delle richieste del mondo della scuola” , hanno detto ad esempio il capogruppo di Sel e presidente del gruppo Misto a palazzo Madama Loredana De Petris e il capogruppo dei deputati a Montecitorio Arturo Scotto. “Nel disegno di legge, quello che secondo Renzi dovrebbe riformare e migliorare la scuola italiana, su un totale di 26 articoli per ben 22 volte compare la formula ‘senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. Fuori dal burocratese, questo significa - sostengono dal canto loro i parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato solo una cosa: è la prova che questa riforma è un grande bluff come abbiamo sempre denunciato, è la chiara dimostrazione che il governo non sta investendo soldi sulla scuola pubblica statale come invece vorrebbe far credere e sta solo ponendo le basi per un sistema scolastico verticistico, con una chiara impronta aziendalistica fatta di discriminazioni e disuguaglianze”. affrontarle con saggezza e umanità. Accogliendo chi ne fugge. Salvando chi grida aiuto”. Quindi l’invito a “recuperare a pieno il senso del bene comune, facendo prevalere sentimenti di coesione”. E il successo dell’Expo, ha detto ancora Mattarella, ne è un esempio perché è stato possibile grazie a una “iniziativa bipartisan di dieci anni del sindaco Letizia Moratti e dell’ex premier Romano Prodi”. Una polemica neanche tanto velata nei confronti di Matteo Renzi che invece sempre a Milano aveva ‘dimenticato’ di citare Prodi, tanto che questi se ne era andato bofonchiando, mentre i suoi attizzavano l’ennesima polemica politica nel Pd. DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA CON CUI LA CASSAZIONE HA DI FATTO MESSO FINE ALLA VICENDA Stamina: metodo rischioso e non scientifico ono state rese note le motivazioni della sentenza con cui nei mesi scorsi la Cassazione aveva boccato il metodo Stamina, di fatto mettendo fine allo stesso e al mare di polemiche che si trascinava da anni attorno all’argomento e, in parte, anche alla figura dell’ideatore, Davide Vannoni. Al metodo Stamina “non può annettersi alcuna validità scientifica e sono emersi una serie di rischi sull’estrazione e reinoculazione delle cellule staminali”. Così scrive ora la Cassazione nelle motivazioni delle tre sentenze con cui è stata respinta la richiesta di dissequestro dei materiali per le infusioni avanzata dall’ideatore della terapia, Davide Vannoni. Secondo i giudici, lo stop a Stamina S si basa su considerazioni “puntuali e coerenti”. La Cassazione, insomma, arriva a mettere quella che a tutti gli effetti può essere considerata come una pietra tombale sul metodo Stamina, definendolo rischioso e non scientifico. “L’unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici; è privo di riferimenti a procedure scientifiche validate o a pubblicazioni scientifiche e in esso le metodiche non sono dettagliate”, scrive la Cassazione convalidando il sequestro disposto a suo tempo dal pubblico ministero Raffaele Guariniello del materiale per le infusioni. “In tutta la documentazione prodotta da Vannoni la preparazione e la caratteriz- zazione delle proprietà delle cellule staminali non è definita nè documentata adeguatamente”, si legge ancora nelle motivazioni. In circa il 25% dei pazienti che si sono sottoposti al ‘metodo’ Stamina, e di cui è stato possibile consultare le cartelle cliniche e le schede di monitoraggio, si sono presentati “eventi avversi, nel 14% dei casi anche gravi”, sottolinea ancora la Cassazione nelle motivazioni che mettono al bando le infusioni portate avanti da Davide Vannoni. “D’altronde, è stato riscontrato che numerosi pazienti hanno denunciato l’assenza di effetti benefici e, in taluni casi, il peggioramento delle condizioni di salute”, chiosa la Suprema Corte. PRESENTATO UN EMENDAMENTO PER I GIORNALISTI DI SOCIETÀ FALLITE CONDANNATI A RISARCIMENTI Diffamazione: arriva la norma “salva Unità’ “ Tutelare quei giornalisti e quei direttori che sono chiamati a rispondere di un risarcimento quando la società editoriale è fallita, facendo seguire al risarcimento la stessa procedura dei fallimenti”. Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera Walter Verini, ha spiegato all’agenzia di stampa Public Policy il senso di un nuovo emendamento presentato alla proposta di legge sulla diffamazione – di cui è relatore – tornata a Montecitorio in seconda lettura. “Non c’è solo il caso dei giornalisti de l’Unità, anche se è il più noto”, ha aggiunto poi Verini come a voler stroncare sul nascere eventuali polemiche.. Nello specifico, il nuovo emendamento stabilisce che “il credito del direttore responsabile e del giornalista che, in adempimento di una sentenza di condanna al risarcimento del danno derivante da offesa all’altrui reputazione, ha provveduto al pagamento in favore del danneggiato, ha privilegio generale sui mobili a norma dell’articolo 2751bis, primo comma, numero 2, del codice civile, nei confronti del proprietario della pubblicazione o dell’editore”. Lo stesso emendamento specifica poi che “la disposizione di cui al presente articolo non si applica quando la sentenza ha accertato la natura dolosa della condotta del direttore responsabile e del giornalista” e, infine, “si applica anche alle procedure in corso”. Dunque, per Verini, aggiunge Public Policy, uno strumento per “qualificare come privilegiato il credito, nei confronti della testata giornalistica fallita, di colui che, in adempimento di una sentenza di condanna al risarcimento del danno derivante da diffamazione, ha provveduto al pagamento in favore del danneggiato”. Sul caso de l’Unità, da quanto si legge dai resoconti della commissione Giustizia, è intervenuto il deputato M5s Andrea Colletti, per cui “non si può assolutamente prevedere che la disposizione si applica anche alle procedure in corso. Si dovrebbe sempre evitare – ha detto – di approvare disposizioni ad personam sia che siano a favore del direttore de l’Unità sia che favoriscano il presidente del Consiglio”. Verini ha però di nuovo escluso questa possibilità, ribadendo in commissione che l’emendamento “non nasce da qualche particolare e specifico episodio, come paventato da qualcuno, essendo volto piuttosto a venire incontro ad istanze sollevate dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa in termini generali”. Per quanto riguarda invece il ritorno in edicola de L’Unità per ora tutto tace, dopo la nomina di un vicedirettore. 4 Sabato 6 giugno 2015 PRIMO PIANO L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CATANIA ED ESPONENTE DI NCD FIGURA NELL’APPALTO PER IL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO Mafia Capitale, c’è pure il sottosegretario Castiglione Altre 12 persone coinvolte nel filone. Rispunta Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto e braccio destro di Zingaretti iuseppe Castiglione, del Nuovo centrodestra, sottosegretario all’Agricoltura nel governo Renzi ed ex presidente della Provincia di Catania, risulta formalmente indagato nell’ambito della nuova inchiesta su Mafia capitale, con particolare riferimento all’appalto per la gestione del “Cara” di Mineo. Su questa vicenda da tempo è stato aperto un fascicolo e nelle ultime ore sono state effettuate delle perquisizioni negli uffici della Provincia di Catania e del Consorzio “Sol Calatino” per acquisire documenti. Secondo la procura di Catania c’è il sospetto che “l’appalto per la gestione del Cara sia stato strutturato dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa Sisifo così come emerso nelle indagini della Procura di Roma con la quale è costante il coordinamento delle indagini”. Al centro dell'indagine, Luca Odevaine, già arrestato nella prima trance di “Mafia capitale”, che faceva parte del “Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale”. Ora, come detto, risulta indagato anche il sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione, nella sua qualità di ex presidente della Provincia di Catania G (soggetto attuatore). “Io non ne so nulla, lo apprendo dalla stampa. Tutta questa vicenda è semplicemente assurda”. Lo ha detto all’Adnkronos il sottosegretario Castiglione. E sulla gara d’appalto per Mineo, l’ex numero della Provincia catanese si è giustificato così: “Feci una gara in piena emergenza”. Su Odevaine, invece, ha detto: “Quando l’ex ministro Maroni mi chiamò per l’emergenza immigrati chiamai Odevaine. In quel momento era il direttore della polizia provinciale in carica a Roma, una persona autorevole, cosa avrei dovuto fare?”. Chiarimenti non sufficienti per le forze di minoranza, le quali hanno chiesto a gran voce le dimissioni, da destra a sinistra. Per il governo è solo il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, a prendere una posizione al riguardo: “Bisogna aspettare a leggere bene le carte, poi, se saranno accertate delle responsabilità, bisognerà prendere dei provvedimenti”. Perché, ha aggiunto Galletti, “è necessario fare chiarezza e dare trasparenza alla situazione di Roma: questo è quello che chiede la gente e su questo dovremo essere inflessibili, dopo aver accertato le responsabilità di ognuno”. Guai a parlare di un passo indietro di Castiglione, secondo Renato Schifani, capogruppo Alleanza popolare al Senato. “Un avviso di garanzia non è una sentenza”, ha detto l’alfaniano. Sono invece altri dodici gli indagati nel secondo filone di Mafia Capitale, che ha visto ieri l’esecuzione di 44 arresti. Nell'elenco spiccano i nomi dell’ex assessore capitolino ai Rifiuti, Marco Visconti, del costruttore Antonio Pulcini, del presidente della cooperativa Capodarco, Maurizio Marotta, del dirigente di Roma Capitale, Mirella Di Giovine, dell'ex direttore della Protezione Civile di Roma, Patrizia Cologgi (già indagata nell’inchiesta), oltre a quello (già emerso) dell'ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Maurizio Venafro. Gli altri nomi sono: Fabrizio Amore, Gabriella Errico, presidente della cooperativa “Un sorriso”, Ettore Lara, Clelia Logorelli, Calogero Salvatore Nucera, Silvio Pranio. Diversi i reati contestati, a seconda delle singole posizioni: corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, rivelazione del segreto d'ufficio. Sono state anche perquisite diverse società dai carabinieri, tra queste la coop edilizia Deposito Locomotive Roma San Lorenzo, la coop di lavoro La Cascina, il Consorzio Gruppo La Cascina, la Casa della Solidarietà, la Domus Caritatis, la Cascina Global Service, e le società Abitus, Segni di Qualità e L’Oliveto Import-Export. INTANTO IL PREFETTO HA SOSPESO I CONSIGLIERI CORATTI E PEDETTI (PD), CAPRARI (CD) E TREDICINE (PDL) Avanti con gli interrogatori Se il Comune venisse commissariato per mafia Roma rischia di restare senza una guida per un periodo da 12 a 18 mesi, prorogabili fino a due anni in casi eccezionali a nuova ondata di arresti e avvisi di garanzia in Mafia Capitale ha sconvolto la politica romana e non. Un’inchiesta da cui emergono pesanti accuse che pendono su uomini delle istituzioni, politici e funzionari, ed esponenti del mondo delle cooperative “rosse”. Intanto ieri si sono svolti i primi interrogatori di garanzia a Regina Coeli. Di fronte al gip Flavia Costantini e ai pm paolo Ielo e Luca Tecaroli sono finiti alcuni “eccellenti” esponenti del Partito democratico e dell’amministrazione Marino, che continua a fare orecchie da mercante. Ovviamente gli arrestati non hanno potuto far altro che respingere le accuse con- L testategli. Nessun favoritismo verso la coop 29 giugno di Salvatore Buzzi, e lo dimostrerebbero “le delibere e i verbali di giunta dai quali si evince che tutti gli atti sono stati assunti in modo collegiale”, ha spiegato l’ex assessore alla Casa di Marino, Daniele Ozzimo. Naturalmente conosceva il ras delle coop, “aveva rapporti con lui e c’è stato un contributo elettorale di 20mila euro regolarmente riportato a bilancio”, ha chiarito l’avvocato Luca Petrucci. Con lui, ha aggiunto il legale, “aveva rapporti di natura esclusivamente politica, Buzzi era un iscritto al suo circolo da diversi anni”. Ha respinto le accuse pure Mirko Coratti, altro esponente di punta dell’amministrazione Marino nella veste di ex presidente dell’Assemblea capitolina. “L’interrogatorio è andato bene - ha spiegato l’avvocato Filippo Dinacci, difensore del dem - Coratti si è difeso, spiegando che non ha commesso reati, e ha fornito tutti gli elementi”. Anche Francesco Ferrara, dirigente della coop “La Cascina”, ha risposto al gip nel corso dell’interrogatorio durato tre ore. “Le accuse che gli vengono contestate sono di corruzione e turbata libertà degli incanti - ha spiegato l’avvocato lasciando la casa circondariale - senza alcuna aggravante e soprattutto senza l’aggravante di mafia”. Sulla vicenda del Cara di Mineo, ha chiarito il difensore, “tutto ruota intorno alle gare di appalto fatte a Catania”. Oggi sarà la volta di tutti gli indagati condotti l’altro ieri nel carcere di Rebibbia. A ventiquattrore dal secondo giro di vite, però, il prefetto Franco Gabrielli ha firmato la sospensione di diritto dei consiglieri Caprari (Centro democratico), Coratti-Pedetti (Partito democratico), Tredicine (Popolo della libertà). E’ stata avviata la procedura anche il consigliere regionale Luca Gramazio. Inoltre, è stata dichiarata la sospensione del sindaco di Castelnuovo di Porto, Fabio Stefoni, anche lui arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo. Mentre la giunta Marino non ne vuole sapere di lasciare il Campidoglio, potrebbe essere il prefetto di Roma a commissariare l’ente. Il 15 giugno, infatti, Franco Gabrielli riceverà il risultato dell’accesso agli atti svolto dalla commissione d’inchiesta che si insediò sei mesi fa, proprio in oc- casione dei primi arresti. “Ad oggi - ha spiegato il prefetto a Radio Roma Capitale - non conosco ancora gli esiti dell’attività della procura perché c’è ancora tempo fino al 15 giugno. E poi avrò 45 giorni per formulare le mie valutazioni”. Entro questo termine, il prefetto dovrà decidere se chiedere o meno al ministero degli Interni lo scioglimento per mafia del comune di Roma. “Ciò che stiamo vivendo supera ogni fantasia - ha risposto alla domanda se immaginava un secondo atto di inchieste - Pur essendo sempre stato sostenitore del principio di non colpevolezza, le intercettazioni non lasciano dubbi, inchiodano i colpevoli”. Qualora il Comune venisse commissariato per infiltrazioni mafiose lo scioglimento conserva i suoi effetti per un periodo da 12 a 18 mesi, prorogabili fino ad un massimo di due anni in casi eccezionali. Oltre il danno, anche la beffa: la Capitale rischia di restare a lungo senza una guida politica, con forti ripercussioni. G.S. HANNO AGITO PER VIE LEGALI GIORGIA MELONI (FDI), LUIGI DI MAIO (M5S) E GIANNI ALEMANNO Volano le querele contro Marino-Orfini arlano le querele. Nonostante il Pd ci sia dentro fino al collo, col suo apparato delle coop rosse, in molti scaricano lo scandalo di Mafia Capitale. Frasi ingiuriose di Marino e Orfini, secondo le vittime, nei confronti di Meloni e FdI, di Di Maio e M5S, di Gianni Alemanno. “Marino dovrà rispondere delle sue false e ingiuriose dichiarazioni nei miei confronti e di quelli di FdI”, ha scritto Meloni su Faceboook. P Idem Luigi Di Maio, che ha querelato Orfini per le sue dichiarazioni in un’intervista nella quale ha definito il grillino Alessandro di Battista “l’idolo dei clan di Ostia”. Anche l’ex sindaco Gianni Alemanno è tornato a difendersi, querelando per diffamazione il primo cittadino Marino, il giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo e Pietrangelo Buttafuoco per un articolo sul “Il Fatto Quotidiano”. “Dopo i soldi in Argentina i voti chiesti all’ndrangheta: per diffamare una persona le balle a effetto fanno più impressione delle risultanze effettive di un’inchiesta difficile e problematica”, ha dichiarato Alemanno, ribadendo che “bisogna finirla con questa balla della ‘Ndrahgheta che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto convergere voti in Calabria alle elezioni Europee del 2014. Quando io mi rivolgevo al capo della cooperativa 29 giugno per chiedere un aiuto elettorale alle europee del 2014 lo facevo pensando di parlare a uno dei principali esponenti della Lega delle cooperative e della cooperazione sociale in Italia, come si fa in ogni campagna elettorale”. Finalmente una voce esce dal coro del Pd. E’ quella del senatore dem e commissario del partito a Ostia, Stefano Esposito: “Questa storia di Mafia capitale non è assolutamente addebitabile ai cinque anni di Alemanno, chi lo fa come anche nel mio partito, fa un gioco propagandistico che non serve a niente”. 5 Sabato 6 giugno 2015 DA ROMA E DAL LAZIO ROMA: GRAVE INCIDENTE IN METROPOLITANA, NEI PRESSI DELLA STAZIONE EUR PALASPORT Scontro tra convogli: ventuno feriti e tanta paura Ancora da accertare le cause del sinistro, ma sembra si tratti di errore umano. La procura ha aperto un’inchiesta G rave incidente, ieri mattina intorno alle 10, sulla linea B della Metropolitana di Roma: a circa 200 metri dalla fermata Eur Palasport, in direzione Laurentina, due treni che viaggiavano nella stessa direzione si sono scontrati. Il bilancio, che poteva risultare ben più grave, è di “21 feriti. Tra questi non ci sono bambini”: lo ha dichiarato Domenico Antonio Ientile, direttore sanitario del 118. Due di loro sono rimasti incastrati tra le lamiere, contorte a causa dell’impatto. Sono loro quelli che hanno riportato le lesioni più gravi (uno la frattura della clavicola, l’altro una sospetta frattura del bacino). “Nessuno è in codice rosso” ha detto in proposito l’assessore ai Trasporti di Roma Capitale Guido Improta. Che a proposito del numero dei feriti, che nel corso delle ore è variato, ha aggiunto: “Me ne risultano dodici. Ma purtroppo in situazioni come questa ci sono sempre dei feriti ‘tattici’, ovvero persone che si sentono male dopo”. Sul posto sono intervenute ambulanze e mezzi di soccorso, che hanno trasportato i passeggeri con traumi (la maggior parte dei quali, per fortuna, di entità minore) in diversi ospedali della città per evitare il rischio di sovraffollamento dei Pronto soccorso. Tempestivo e determinante anche l’arrivo dei vigili del fuoco. “Quasi tutte le persone sono uscite per conto loro – ha detto il funzionario Carlo Nico – solo chi era più spaventato ha avuto bisogno del nostro aiuto. Con le barelle abbiamo camminato sul selciato dei binari e li abbiamo portati fino alle banchine. Le maggiori difficoltà dell’intervento sono state quelle legate alla carenza di illuminazione nella galleria”. Ancora da accertare le cause dell’incidente, anche se sembrano escluse ipotesi dolose. In proposito l’assessore Improta, che si è recato sul posto per un sopralluogo, commentando quanto avvenuto ha dichiarato: “va accertata la dinamica. Di certo è bizzarro. Sicuramente c’è stato un errore umano. Un treno vecchio – ha aggiunto Improta – non ha tenuto conto delle indicazioni luminose che c’erano e ne ha tamponato uno di nuova generazione. L’impatto è avvenuto ad una velocità di 30 km orari, ma i dati saranno accertati da una commissione di inchiesta istituita dall’Atac. Anche la polizia scientifica sta facendo i rilievi, NELLA STRUTTURA FATISCENTE CI SONO OLTRE 350 ROM VALANGA DI REAZIONI A VENTIQUATTRORE DALLA CADUTA DELL’AMMINISTRAZIONE DI LATINA Fi-Pd sfiducia Di Giorgi (FdI), Meloni contro Berlusconi-Fazzone L’ex ministro della Gioventù mette in discussione l’alleanza in vista delle politiche. Storace: “Hanno commesso un grave errore” eazioni a catena dopo la sfiducia del sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi. La città è spaccata in due: c’è chi esulta addirittura per il ritorno alla libertà, mentre molti puntano il dito contro l’asse Fazzone (Fi)-Moscardelli (Pd), reo di aver condannato a un anno di commissariamento il comune del capoluogo, come avvenuto cinque anni fa all’allora sindaco Vincenzo Zaccheo, ex Msi-An e poi Pdl. Sarà una campagna elettorale lunga e dura. Dodici mesi in cui si tenterà di ricostruire le sorti del centrodestra, che probabilmente andrà diviso alle elezioni di maggio 2016, nonostante il coordinatore provinciale azzurro, Alessandro Calvi, auspica addirittura le primarie. Da un lato chi dovrà giustificare la sfiducia davanti agli occhi della città, dall’altro, invece, chi è chiamato a convincere gli elettori a sostenere un nuovo progetto, ripartendo dai buoni risultati dell’amministrazione Di Giorgi ma facendo tesoro anche degli errori commessi. Da non sottovalutare, però, le tantissime liste civiche che stanno nascendo e nasceranno nei prossimi mesi, fino ai partiti fuori dalle logiche latinensi, a partire dalla Lega Nord e dal M5S. Un atto politico che ha richiamato l’attenzione dei big della politica nazionale. E’ un fiume in piena Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, nei confronti del coordinatore regionale azzurro, Claudio Fazzone. L’ex ministro della Gioventù non si è soffermato sull’accaduto, ma ha chiesto chiarezza a Silvio Berlusconi, rivendicando R il ruolo di FdI per l’elezione di Giovanni Toti a presidente della Liguria. “Quello che è accaduto al Comune di Latina è l’ulteriore dimostrazione che Forza Italia è nelle mani di ras locali totalmente disinteressati al futuro del centrodestra. Solo due settimane fa si è potuto bloccare il tentativo del coordinatore regionale di FI Fazzone di far cadere il sindaco Di Giorgi, grazie alla fortunosa concomitanza con le elezioni regionali nelle quali con lealtà abbiamo contribuito alla vittoria in Liguria di Giovanni Toti”. E’ l’affondo di Giorgia Meloni, che è poi tornata indietro con la memoria: “Neppure quattro giorni dopo, ecco che in alleanza con il Pd, Forza Italia sfiducia a Latina, per la seconda volta di seguito, l’Amministrazione di cui fa parte, privando la città del governo democraticamente eletto dai suoi cittadini. Analogo copione era stato recitato poche settimane prima a Terracina, nella stessa provincia e con identici attori protagonisti. Dietro queste crisi amministrative, nessuna ragione politica ma solo squallide lottizzazioni e spartizioni di poltrone”, ha aggiunto Meloni, chiamando poi in causa il presidente di Forza Italia: “Quindi, delle due l’una: o Silvio Berlusconi sapeva ed ha avallato questa ennesima porcata del suo coordinatore regionale; o Forza Italia semplicemente un partito che non esiste, dove ogni banda capeggiata da questo o quel guappetto fa quello che gli pare”. Comunque la Meloni non gliela farà passare liscia. Ha messo in discussione pure l’alleanza in vista delle politiche 2018. “In entrambi i casi esiste un problema grande come una casa, che pesa come un macigno su qualunque ipotesi di centrodestra realmente alternativo alla sinistra di Renzi: si può fare un’alleanza politica con questa Forza Italia. Sinceramente, se in queste ore non arriveranno chiari segnali di condanna, penso proprio di no”, ha chiarito la leader di FdI. Sulla sfiducia è intervenuto un altro pezzo da novanta della destra italiana, cioè Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario nazionale de La Destra, che non le ha mandate a dire al partito di Berlusconi. “A Latina Forza Italia ha commesso un grave errore politico. Se non altro per la tempistica...”, ha punto l’ex Ministro della Salute. La campagna elettorale è già iniziata… G.S. siamo in attesa del magistrato e delle sue decisioni, che influenzeranno anche la riapertura del servizio”. Dal canto suo l’Atac ha comunicato di aver attivato un servizio sostitutivo di autobus che serve il tratto interrotto. Sull’incidente la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di indagine, affidato al pm Pierluigi Cipolla. Il magistrato, che ha già effettuato un sopralluogo sul luogo dell’impatto, ha fatto sapere che è in attesa di una relazione dei vigili del fuoco su quanto accaduto. “E’ stata una scena da incubo – ha raccontato uno dei passeggeri al Corriere – e poteva essere una strage. Non si può rischiare la vita così solo per recarsi al lavoro. Eravamo in galleria, quando all’improvviso c’è stata una frenata brusca. Io sono caduto a terra insieme ad altre persone e ho iniziato a strisciare per cercare una via d’uscita. Ci sono state scene di panico. Ci hanno fatto scendere dopo diversi minuti, Ho visto diverse persone ferite”. Nella metro capitolina non è il primo incidente: un episodio simile, ma dalle conseguenze ben più gravi, si era infatti verificato nel 2006 sulla linea A (stazione Vittorio Emanuele). In quel caso il bilancio fu di un morto e 115 feriti. Clara Lupi Ex Cartiera ospita nomadi, termosifoni accesi pure a giugno La temperatura sfiora i 50 gradi, ma non si possono spegnere. Paga sempre Pantalone ermosifoni accesi per tutto il giorno e la temperatura sfiora i 50 gradi. Siamo nell’ex cartiera di via Salaria, la struttura che ospita da diversi anni oltre 350 rom arrivati dal Casilino 900 e dagli insediamenti sgomberati durante la giunta Alemanno. “Arrostiti vivi”, è l’espressione forte ma che rende l’idea delle condizioni di vita in cui sono costretti a vivere gli ospitanti. A pagare sempre Pantalone, come se non bastasse. La struttura è fatiscente, nonostante un milione e mezzo di euro speso per riqualificarla un paio di anni fa. Per non parlare dei miasmi dell’impianto di Tmb di via Salaria e delle esalazioni che ne sono sca- T turite dopo il recente incendio. “La dentro c’è gente malata che non può resistere a condizioni climatiche di quel tifo, ha denunciato una mediatrice culturale del centro all’agenzia Omniroma. Dal Comune? Il silenzio. Già un mese fa erano state inviate lettere al Dipartimento per gli Affari sociali di Roma Capitale. Dall’assessorato di Francesca Danese, però, fanno sapere che un primo sopralluogo era stato fatto nelle scorse settimane per risolvere la situazione, ma il problema è che “i termosifoni sono collegati agli scaldabagni dell’acqua calda e - dicono - quindi spegnendoli si toglierebbe la possibilità per gli ospiti di usufruire di una donna”. 6 Sabato 6 giugno 2015 EStERI PRESENTATA UNA RICHIESTA AL FONDO MONETARIO PER ACCORPARE LE RATE DEI PRESTITI AL 30 GIUGNO La Grecia tiene duro: “Paghiamo dopo” E il ministro delle Finanza Varoufakis invita la Merkel ad Atene per “un discorso della speranza” AD INIZIARE DALLA CRISI UCRAINA di Tatiana Ovidi a Grecia non molla ed ha rifiutato le nuove proposte dei creditori: lo ha comunicato il ministero delle Finanze spiegando che il programma chiesto al premier Alexis Tsipras negli incontri a Bruxelles “non può risolvere la crisi e aumenterebbe la povertà e la disoccupazione. Il governo non accetterà proposte estreme. Il nostro popolo ha già sofferto abbastanza negli ultimi anni” Il governo greco continua ad opporsi soprattutto a due delle richieste dei creditor , considerate controproducenti: i tagli alle pensioni e l’aumento dell’Iva del 10% per elettricità e farmaci. Atene ha anche presentato una richiesta al Fondo Monetario Internazionale per accorpare al 30 giugno tutte e quattro le rate di rimborso del prestito in scadenza in giugno. Insomma, sembra vincere la linea dell’ala più intransigente del governo ellenico. Dopo le recenti tensioni (e le ipotesi di voto anticipato) con l’ala più radicale del suo partito, Tsipras oggi pomeriggio alle sei informerà il Parlamento sui progressi nel negoziato con i creditori dopo gli incontri di Bruxelles. Non dovrebbe comunque arrivare a chiedere la fiducia. E il ministro delle finanze Yanis Varoufakis, intanto, ha invitato Angela Merkel ad Atene per pronunciare un “discorso della speranza”, come quello che, il 6 settembre del 1946, fece l’allora segretario di Stato americano James F. Byrnes a Stoccarda, annunciando l’impegno per la ricostruzione della Germania. Di tutta risposta la Cancelliera tedesca ha Verso l’atteso G7 di Berlino con tanti nodi da sciogliere L D risposto: “La politica del rigore non è causa della crisi. Le tre istituzioni (Ue, Bce, Fmi), che prima si chiamavano Troika, devono trovare un’intesa comune. Loro trattano con la Grecia, e poi fanno una proposta all’Eurogruppo, se sono arrivate a un risultato. Questo significa che ora tocca a loro, e poi dopo si vedrà quel che ci propongono come una possibilità. Ma il punto di partenza è il programma vigente e a questo bisogna Terremoto magnitudo sei nella giornata di ieri vicino al monte Kinabalu con epicentro a 54 kilometri a est di Kota Kinabalu, capitale dello Stato di Sabah. L’ipocentro è a 10 km di profondità, a quanto riferisce l’istituto geologico americano Usgs. Secondo la stampa internazionale - riferisce l’agenzia Ansa - la scossa avrebbe provocato danni alle infrastrutture e non vi sarebbero notizie di vittime. Hacker violano sistemi americani Il sistema dell’agenzia federale americana addetta alla gestione del personale è stato violato presumibilmente da hacker cinesi, che sarebbero così entrati in possesso dei dati personali di quattro milioni di dipendenti federali. A quanto riferiscono i media statunitensi si tratterebbe della più grande violazione degli ultimi anni relativamente a informazioni sensibili sui dipendenti federali, la seconda da parte della Cina in meno di un anno. Secondo fonti di intelligence interpellate dal Cnn - riferisce Il Sole 24 Ore - le forze armate cinesi sarebbero impegnate nella compilazione di un fornitissimo database sugli americani. Da Pechino arrivano le smentite, un portavoce dell’ambasciata cinese a Washington ha negato infatti ogni coinvolgi- lavorare per una soluzione”. Poi la Merkel ha mandato una stoccata a Tsipras e al suo governo: “La Grecia ha ricevuto aiuti generosi, la situazione stava migliorando, poi con le elezioni politiche (e la vittoria di Tsipras) è tornata indietro: ora serve che torni verso la crescita. Non credo assolutamente che la politica del rigore sia una delle ragioni della crisi”. Altro che parole di speranza, insomma. LA CORTE EUROPEA CONFERMA IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO FRANCESE DAL MONDO Terremoto in Malaysia omani il G7 sbarca a Berlino. I grandi del mondo si ritroveranno nella capitale tedesca e, al di là dell’agenda programmata, sarà un’occasione per parlare di molte questioni spinose: Grecia, Macedonia e Russia su tutte. Intanto è già arrivato l’avvertimento degli Stati Uniti sulla questione della crisi ucraina. “Gli Stati Uniti - ha detto Ben Rhodes, vice consigliere del consiglio della sicurezza nazionale della Casa Bianca - al G7 di Berlino ribadiranno l’importanza di mantenere le sanzioni sulla Russia. Tuttora da parte dei russi ci sono violazioni in corso degli accordi presi”. Domenica è previsto - inoltre - un incontro bilaterale fra la Cancelliera Angela Merkel e il presidente americano Barack Obama, prima dell’inizio dei lavori. Lo ha riferito una fonte del governo tedesco. E la questione sarà appunto la complessa situazione di Atene. “La Grecia non è un classico tema da G7, ma all’inizio del summit si parlerà della situazione economica mondiale, e quindi sarebbe atipico e sorprendente se non si parlasse anche della situazione greca”, ha detto una fonte del Governo tedesco. Dopo anni il G7 non sarà solo una parata o una pianificazione di intenti ed obiettivi, ma un summit dove i big della terra dovranno fare i conti con le opposizioni al nuovo ordine mondiale. L’asse Mosca, Budapest, Skopje, Atene preoccupa non poco i potenti del mondo, che vedono in questa alleanza non solo un nemico ostico, ma la possibile nascita di un “anti G7”, composto da tutte quelle nazioni non allineate al potere mondialista. mento del governo: “Gli attacchi informatici - ha detto alla Cnn - messi a segno nei Paesi sono difficili da rintracciare quindi è difficile identificare la fonte degli attacchi. Saltare a conclusioni e fare accuse ipotetiche non è responsabile ed è controproducente”. Ghana, duecento morti Ancora non è chiuso il conteggio delle vittime dell’esplosione che la notte di mercoledì scorso ha distrutto una stazione di servizio ad Accra, la capitale del Ghana. Il bilancio sale infatti a duecento morti. Ne parlano i media locali riportando fonti del ministero dell’Interno. Il Presidente John Dramani Mahama ha annunciato tre giorni di lutto nazionale a cominciare del prossimo lunedì. India, noodles ritirati da Nestlè I noodles istantanei sono stati ritirati dal mercato da Nestlè India perché nel prodotto sono state rinvenute alte quantità di piombo. Secondo il comunicato diffuso dalla multinazionale elvetica “sfortunatamente gli ultimi sviluppi e preoccupazioni prive di fondamento sul nostro prodotto hanno creato un clima di confusione per il cliente a tal punto che abbiamo deciso di ritirare il prodotto anche se sicuro”. Francia: Lambert, si stacchi la spina La vicenda spacca l’opinione pubblica, anche la famiglia divisa sulla scelta: per i genitori è un no secco all’eutanasia, favorevoli invece la moglie e il nipote di Emma Moriconi Q uando si tratta di argomenti delicati come l’eutanasia, l’opinione pubblica è sempre divisa. Entrano in gioco questioni etiche complesse e profonde perché si tratta di scegliere quanto l’essere umano possa disporre del bene della vita di un’altra persona. Accade anche in questo caso: il Pronunciamento del Consiglio di Stato francese per l’interruzione delle cure che tengono in vita l’ex infermiere Vincent Lambert ha trovato accoglimento anche a Strasburgo, e si riapre la polemica. La Corte Europea dei diritti dell’uomo infatti ha autorizzato l’interruzione delle cure che lo tengono in vita. Lambert, tetraplegico da sette anni a causa di un incidente in motocicletta che gli causò danni cerebrali irreversibili, è in stato vegetativo da allora e secondo gli scienziati che si sono occupati del suo caso è escluso ogni possibile recupero anche minimo, nemmeno delle funzioni basilari per la sopravvivenza. Il caso ha diviso l’opinione pubblica ma anche la famiglia, con i genitori contrari all’eutanasia e invece la moglie e il nipote a favore. Insomma secondo la Corte europea “per i diritti umani”, se si stacca la spina a Lambert non si ledono i suoi “diritti umani”. Così è stato respinto l’appello dei genitori dell’uomo, che si erano opposti alla decisione del Consiglio di Stato francese. La richiesta di eutanasia era stata fatta dal medico curante di Lambert in accordo con la moglie del paziente. Il medico, Eric Kariger, oggi parla a France Info di “un piccolo passo per Vincent Lambert, ma un grande passo per l’umanità”. Al contrario di ciò che pensa invece la mamma di Vincent, che parla di “scandalo” e annuncia: “Ci batteremo ancora”. La moglie ha dichiarato che “non c’è alcun sollievo, non c’è gioia da espri- mere”. Del resto di eutanasia si continuerà a parlare e a dibattere anche perché in molti Paesi non c’è una normativa che specifichi criteri di comportamento a seconda dei casi di fronte ai quali ci si potrebbe trovare: è il caso, tra gli altri, dell’Italia. Il caso rimasto nella memoria collettiva degli italiani è quello di Eluana Englaro, anche in quella circostanza si fece un gran dibattere e da allora - cioè dal 2009 - non è cambiato nulla nell’ordinamento italiano su questo delicatissimo argomento. 7 Sabato 6 giugno 2015 ECONOMIA CHIUDONO MOLTE ATTIVITÀ, CON GLI ITALIANI CHE HANNO ORMAI ANCORA BEN POCO DA VENDERE La crisi manda… in crisi i Compro Oro Influisce pure il calo del prezzo. Però adesso in tanti prendono anche diamanti e gioielli vari di Rita Di Rosa n pochi anni sono diventati lo specchio della crisi. Ma adesso la crisi ‘mangia’ pure loro. Parliamo dei Compro oro, i negozi spuntati come funghi nelle grandi come nelle piccole città, da nord a sud, con gli italiani a frequentarli a più non posso per racimolare anche poche centinaia di euro, utili a mettere qual cosa in tavola o a pagare una bolletta. Adesso però emerge che l’abbandono dell’attività da parte di esercizi Compro Oro in Italia, dall’inizio del 2013 ad aprile 2015, è stata del 42,8%, come rileva – dati alla mano il Centro Studi Oroitaly. I motivi di questo calo abbastanza repentino sono diversi. Di certo pesa la forte diminuzione del prezzo dell’oro e quindi l’impossibilità per tanti italiani di fare abbastanza ‘cassa’ così da tirare avanti. Una delle ragioni che aveva spinto la clientela privata a vendere l’oro usato, infatti, oltre alla crisi, era stata la volontà di mettere a profitto il fenomeno della crescita delle quotazioni del metallo aureo, verificatasi negli anni scorsi. A contribuire alla flessione della do- I manda, fattore determinante per la chiusura di tanti esercizi, anche il graduale esaurirsi della provvista di oro privato usato disponibile. Il tesoretto degli italiani in difficoltà è quasi del tutto esaurito e tante famiglie oramai non hanno più niente da vendere, dopo aver dato fondo a tutti gli averi, sempre nel tentativo-speranza di tirare avanti. Un ulteriore pungolo alla dismissione dell’attività, soprattutto per chi operava al limite della legge o commetteva veri e propri reati, è l’incombere di una nuova normativa, attualmente all’attenzione delle commissioni parlamentari, che dovrebbe regolarizzare la materia, salvaguardando la clientela contro gli abusi e contrastando il riciclaggio di merce rubata. “tutto questo- dichiara Generoso De Sieno, presidente di Oroitaly - ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro e alla curva discendente nella traiettoria di forte espansione dei negozi compro oro ad inizio decennio”. Alcuni Compro oro si stanno comunque riposizionando sul mercato, con la disponibilità all’acquisto dai privati anche di diamanti e gioielli di varia fattura. C’è, inoltre, chi ricorre alle nuove tecnologie, vendendo e acquistando l’oro su internet, con la possibilità a volte di poter monitorare in tempo reale le quotazioni, migliorando così la trasparenza delle operazioni. Infine molto compro oro si stanno trasformando in gioielleria tradizionale. Comunque – dichiara dal canto suo Gianni Lepre, segretario generale di Oroitaly - l’intero comparto orafo è in crisi e per uscirne bisogna creare sinergie tra le varie rappresentanze del settore e far si che tutte insieme si facciano portavoce presso le istituzioni delle soluzioni per il rilancio di un comparto che è ambasciatore del Made in Italy nel mondo”. VENERDÌ 19 GIUGNO LA PROTESTA A ROMA Centrali termoelettriche: a rischio centinaia di posti enerdì 19 giugno, in piazza Montecitorio a Roma, si terrà una manifestazione nazionale dei lavoratori elettrici promossa da Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil per protestare contro la perdita di posti di lavoro nel settore, in particolare nel comparto della generazione termoelettrica. Saranno più di 500 i lavoratori delle centrali italiane provenienti da tutta Italia che chiederanno a gran voce un piano per gestire ‘l’allarme lavorò di oltre 10.000 addetti in un settore, quello termoelettrico, che la crisi rischia di travolgere, dove solo pochi anni fa era inimmaginabile che ciò accadesse”. E’ quanto denunciano i sindacati di categoria. “Un effetto dirompente -denunciano i segretari generali delle varie organizzazioni sindacali in una lettera trasmessa al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai ministri V Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, ai presidenti delle commissioni Attività Produttive e Industria di Camera e Senato- dovuto senz’altro alla crisi che non accenna a diminuire, al calo dei consumi, oltre che alla mancata pianificazione energetica che ha provocato, fino ad oggi, la perdita di migliaia di posti di lavoro e che, se non adeguatamente affrontata, continuerà a creare disoccupazione diretta e nell’indotto”. E il sindacato non è stato con le mani in mano, avvertono Filctem, Flaei, Uiltec, che “hanno cercato di fronteggiare la crisi attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali: tutte le società del settore, trovandosi in forte difficoltà, hanno dato avvio a importanti piani di riduzione del personale attraverso gli strumenti della mobilità, dei contratti di solidarietà e dei prepensionamenti” 8 Sabato 6 giugno 2015 StORIA LE VACANZE A DOVIA CON IL FRATELLO ARNALDO, I MOMENTI IN SOLITUDINE, LE LUNGHE ORE TRASCORSE SUI LIBRI L’adolescenza turbolenta di Mussolini Molti aspetti del suo modo di essere risultavano misteriosi, era insofferente e a volte scontroso di Emma Moriconi iamo ancora a Dovia alla fine dell’Ottocento, proseguiamo la nostra piccola indagine sulla prima giovinezza di Benito Mussolini e vediamo cosa scrive Antonio Beltramelli nel suo “L’Uomo nuovo”: “Nel periodo delle vacanze ritorna alla sua Dovia col fratello Arnaldo; ma non si dà riposo. A quando a quando scende a piedi a Forlì, si chiude nella Biblioteca Comunale, consulta, scorre, divora volumi e volumi. Non conosce fatica. Può rimanere al tavolo per ore ed ore consecutive senza risentirne nessuna stanchezza. La meschina vita di Dovia lo avvilisce e lo accascia. Già lo spirito di lui mira a lontananze superbe; già si sente troppo estraneo all’ambiente nel quale è costretto”. Più avanti prosegue, parlando del periodo a Forlimpopoli: “Dove passa Benito è già la sua fiamma che arde; la sua fede che irrompe. Non è, né può esservi calma perfetta là dove egli vive. È in lui una volontà che oltrepassa il limite segnato, che deve prorompere [..] Benito ha sedici anni, non più, e già la società dei timidi e dei prudenti lo avverte, ne è intimorita. Si incomincia a temerlo; si incomincia ad amarlo. In questo periodo il temperamento di lui si definisce, la sua vocazione incomincia a precisarsi. Nato di popolo, sarà uomo di popolo. Combatterà per l’idea alla quale si è votato. Saprà vincere”. Pini e Susmel, in “Mussolini, l’uomo e l’opera”, riferiscono i ricordi della “comare Severina che rendeva servizi in casa Mussolini” e che “rammentava da vecchia che spesso Benito tendeva ad appartarsi, e che appena ebbe imparato a leggere, dimostrò una vera fame di carta stampata, sicché la nonna doveva strappargli i libri di mano per costringerlo ad uscire”. Benito è appassionato di libri, di giornali, ama sapere, conoscere, vediamo dalle sue stesse parole come ricorda il periodo della sua gioventù S in cui cominciava gli studi a Forlimpopoli che lo avrebbero portato a diventare maestro: “In quel momento questa conclusione non mi entusiasmò molto. L’insegnamento non mi tentava affatto. Avrei fatto volentieri a meno di fare la Scuola Normale e di prepararmi al professionato. Ma i miei genitori avevano ragione: io possedevo delle attitudini allo studio che avrei potuto sviluppare. Diventare maestro significava per me sei anni in mezzo a libri e penne, inchiostro e carta. Confesso che la perseveranza non era precisamente il mio forte. Il lato attraente di questa preparazione pedagogica era piuttosto dato dal fatto che mi interessavo molto a riforme dei metodi di istruzione e più ancora ero pervaso dalla passione, sempre viva in me, per la psicologia delle masse umane, della folla!”. E infatti nei due temi che abbiamo di recente sottoposto all’attenzione dei nostri lettori ben si può osservare come il suo interesse per le riforme dei metodi di istruzione fosse profondo, come pure la consapevolezza del giovanissimo studente per la materia. E, come abbiamo già sottolineato in precedenza, il tema della riforma scolastica sarà uno dei fondamentali del Fascismo. Lo abbiamo visto in maniera approfondita scorrendo la Carta della Scuola. Caratterialmente, lo abbiamo visto e ne abbiamo riferito alcune testimonianze, è un vulcano, non sta mai fermo, è inquieto e anche un po’ scontroso, salvo prorompere all’improvviso in scatti di buonumore e in manifestazioni di esaltazione. Ancora L’antica Predappio Pini e Susmel scrivono: “Il prorompere della pubertà cominciò ad agitarlo, sommuovendolo nel fisico e nell’animo. Nel tempestoso risveglio gli umori del ragazzo si fecero sempre più risentiti. I suoi stati d’animo trascorrevano da una buia e chiusa misantropia a fasi di irruenza soverchiante e imperiosa. Appariva distratto da suoi intimi pensieri, da interessi estranei all’ambiente, e non nascondeva l’insofferenza per quanto di sgradito venisse a interferire nella sfera autonoma della sua personalità in formazione. Faceva lunghe passeggiate solitarie. Cominciava ad occuparsi di politica. Si teneva a contatto con suo padre che nel gennaio del 1898, quando a Milano pareva scoppiata la rivoluzione e tuonavano i cannoni di Bava-Beccaris, riusciva ad ottenere dal comune di Predappio alcune provvidenze per i lavoratori con una pacifica dimostrazione da lui capeggiata”. Abbiamo già avuto modo di sottolineare come e quanto gli anni giovanili di Benito abbiano avuto peso nella formazione del suo carattere, l’asprezza della condizione sociale, l’esempio paterno da una parte e quello materno - diversissimo - dall’altra, l’ambiente che lo circondava, le pulsioni della sua terra, la durezza del lavoro, la povertà sono tutti elementi chiave nella sua formazione durante l’infanzia e adolescenziale. “Anche il suo biografo Megaro - spiegano Pini e Susmel - osserva che ‘la chiave per la comprensione di Mussolini, duce del socialismo italiano e duce del fascismo, risiede in una esauriente spiegazione della sua vita e carriera giovanile’”. Vediamo ancora un passo dallo stesso volume: “Intelligente, volitivo, carico di energia spirituale, esuberante nel fisico, egli impressionava chiunque lo incontrasse per il suo essere diverso dal comune, con aspetti misteriosi, difficili da valutare. Uno che lo conobbe allora affermò nel 1923 che ‘la maggiore pienezza del viso e i capelli assai meno abbondanti, non hanno alterato il suo volto che sembra scolpito nel bronzo fin dall’adolescenza’. Lo stesso ricordava che gli uomini di tempra eccezionale sono ineluttabilmente dei dominatori, dei dittatori, insofferenti delle pastoie inceppanti, delle tradizioni inveterate, solo obbedienti alla interiore disciplina che liberamente si foggia il loro spirito tormentato e tormentatore’”. Pini e Susmel si riferiscono a Dino Buzzetti che così infatti riferisce in “Mussolini studente nei ricordi di un compagno di scuola”. L’IMPROVVISA SCOMPARSA DI UNO STUDENTE DEL COLLEGIO LO PROSTRA PROFONDAMENTE La percezione della morte Grande impressione fece su di lui la sconfitta di Adua del 1896, con i suoi diecimila caduti e settantadue cannoni perduti ediamo ora un altro aspetto di questo personaggio insolito che, ancora, appartiene alla sua adolescenza. Lo stesso Mussolini racconta di come visse la notizia della sconfitta di Adua, il 1 marzo del 1896: “Riportai una formidabile impressione della sconfitta di Adua - scriverà da grande ricordando quel giorno - Ero ammalato. Verso le dieci, corse da me in camerata un mio compagno, tal Cattoli di Faenza, figlio, credo, del famoso patriota repubblicano, con un foglio aperto, gridando: ‘Leggi, leggi!’. Afferrai il giornale. Era il Secolo. Dalla prima pagina all’ultima non parlava che della disastrosa battaglia. Diecimila morti e settantadue cannoni perduti. Queste cifre mi martellano ancora nel V Le campagne di Predappio cranio. All’indomani, arrampicato sulle mura del collegio, assistemmo a una interminabile sfilata di gente dalla campagna che si recava a protestare in città. Per parecchie settimane, anche in collegio, non si parlò d’altro”. Osserviamo anche le considerazioni degli autori, che scrivono: “Fin d’allora nulla incideva di più nel suo spirito del sacrificio dei morti in guerra; in genere, tra i fatti umani, quello della morte ebbe sempre prevalente rilievo nell’animo di Mussolini. Perciò fu notevole in lui l’impressione riportata per la fine immatura, dopo breve malattia, del compagno Achille Paganelli, avvenuta nel maggio. ‘Il Paganelli era uno scolaro degli ottimi. Di famiglia povera, riceveva un sussidio per continuare gli studi. La famiglia riponeva in lui tutte le migliori speranze. Faceva il primo corso normale. Per alcuni giorni, il collegio fu muto. Sospese le lezioni, i cortili erano deserti. Si taceva ovunque. Nei corridoi, nel refettorio. Pareva che le nostre grida dovessero risvegliare il nostro povero compagno morto appena diciassetten- ne. Giunsero i suoi genitori. Suo padre emetteva dei gemiti che non avevano quasi nulla di umano. Ululava. Il dolore gli soffocava il pianto nella strozza. I funerali riuscirono imponentissimi”. I sentimenti che la morte provoca nel giovane sono intensissimi, gli autori riferiscono anche della scomparsa della nonna Marianna Ghetti, madre di Rosa Maltoni, avvenuta in questo periodo della vita del giovane Benito, che racconterà di lei in “Vita di Arnaldo”, il volume dedicato all’amato fratello scomparso nel dicembre del 1931 (anche in questo testo, fondamentale per la comprensione del carattere di Mussolini, si può ritrovare la percezione della morte e un approccio intensissimo nei confronti di essa) e in un volume autobiografico dal titolo “La mia vita dal 29 luglio 1883 al 23 novembre 1911”. Grandi lutti segneranno la vita di Benito: oltre a quella del fratello Arnaldo nel 1931, atroce sarà la perdita del figlio Bruno nel ‘41. [email protected] 9 Sabato 6 giugno 2015 DALL’ItALIA A CATANZARO SCOPERTA DALLA GUARDIA DI FINANZA TRUFFA DI 3 MILIONI AI DANNI DELL’ERARIO Falsi braccianti arricchiti da sovvenzioni pubbliche Un sistema basato su contratti fittizi per poter usufruire delle politiche agricole Ue e contributi INPS a Guardia di Finanza e il comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro hanno segnalato alla Corte dei Conti dei falsi braccianti che truffavano l’Inps e la Comunità europea per un danno erariale di 3 milioni di euro. I malfattori hanno fatto man bassa di denaro pubblico attraverso richieste di disoccupazione agricola, indennità di maternità e malattia, aiuti all’agricoltura stanziati dall’Unione Europea nell’ambito della politica agricola comune. Sono più di 450 le persone coinvolte che hanno richiesto e percepito indebitamente le indennità di sostegno all’Inps per un importo complessivo di 2.314.936 euro. Per i soggetti è stata inoltrata una segnalazione alla competente procura regionale della corte dei conti. Segnalati anche 5 persone responsabili quali organizzatori dell’azione illecita per la fraudolenta percezione, da parte di una società a responsabilità limitata da essi costituita, di aiuti comunitari per una somma complessiva di euro 660.281,78. La segnalazione di danno erariale, come spie- L gato in una nota la Guardia di Finanza e il comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, è stato l’atto conclusivo di una lunga e complessa indagine, denominata “Arcadia 2″, che aveva già portato i sui risultati, nel gennaio dell’anno scorso, con l’arresto di 2 imprenditori ed al sequestro per equivalente di beni per circa 3 milioni di euro. Nello specifico, le Fiamme Gialle avevano scoperto che gli incriminati avevano posto in essere una serie di contratti fittizi per l’acquisto di terreni, stipulati per giustificare il notevole fabbisogno di manodopera operato attraverso la falsa assunzione di centinaia di braccianti agricoli. Questi ultimi, poi, facevano risultare migliaia giornate lavorative necessarie al fine di ottenere i vari trattamenti previdenziali ed assistenziali (indennità di disoccupazione agricola, maternità, malattia, ecc). Con questo sistema, i falsi braccianti si sarebbero assicurati anche una fittizia posizione contributiva che, al raggiungimento dei limiti di età, gli avrebbe consentito di percepire anche un indebito trattamento pensionistico. Nel complesso sistema truffaldino delle commesse gli imprenditori ne avevano tratto beneficio per assicurarsi, anche, un finanziamento della comunità europea per circa 600.000 euro. La segnalazione alla procura regionale della Corte dei Conti dell’importo complessivo della frode è finalizzata ad avviare l’azione di recupero del maltolto alle casse erariali. Elvira Mami DOCENTE DI RELIGIONE ABUSAVA DI MINORENNI EXTRACOMUNITARI IN CAMBIO DI REGALI E DENARO Siracusa: pedofilo in manette Giuseppe Abbate era tutore di una delle due vittime, è stato sospeso all’insegnamento coperto un caso di abusi sessuali ai danni di minori ad Augusta, provincia di Siracusa. Un presunto colpevole per il reato di pedofilia un insegnante di religione, Giuseppe Abbate, di 50 anni, è stato arrestato dalla polizia ad Augusta (Siracusa) perché sorpreso durante un rapporto sessuale con due minorenni extracomunitari. Questo l’epilogo delle indagini coordinate dalla procura di Catania. Le attività investigative sono partite in seguito alle dichiarazioni rese alla squadra mobile di Roma da un migrante egiziano minorenne giunto in Italia diversi mesi S fa. Il giovane era ospite in una casa famiglia della Capitale: Abbate, nominato tutore di diversi minorenni, era solito consumare rapporti sessuali con giovani migranti in cambio di regalie o denaro. Dopo aver ascoltato quanto riferito dalle vittime ed eseguiti i giusti riscontri, la polizia ha chiesto alla Procura di Catania, competente in materia di prostituzione minorile, l’autorizzazione a svolgere una serie di attività tecniche. Queste ultime sono state determinati ed hanno permesso agli agenti di sorprendere l’uomo con i due minorenni. Durante un’audizione protetta, i due minorenni hanno fornito importanti elementi di prova a carico dell’uomo. Abbate, si trova ora, rinchiuso nel carcere di Cavadonna di Siracusa. Giuseppe Abbate ha ricoperto l’incarico di assessore provinciale e si era candidato alcuni giorni fa al consiglio comunale di Augusta, ma non è stato eletto. Secondo quanto riferito dagli investigatori, coordinati dal dirigente Tito Cicero, l’insegnante è stato sorpreso ieri a casa sua con i due minori di 15 e 16 anni. Il più grande gli era stato affidato dal Tribunale. Dopo la notizia dell’arresto di Giuseppe Abbate, la diocesi di Siracusa rende noto che l’arcivescovo Salvatore Pappalardo ha emesso un decreto di sospensione dall’insegnamento del docente SARDEGNA SACRA CORONA UNITA Uccise un compaesano per vendetta Arrestato il presunto assassino di Giovanni Casula, il pensionato trovato morto il 31 ottobre 2014 quasi un anno dall’omicidio di Giovanni Casula, il pensionato di Paulilatino, di 69 anni, ucciso nella sua abitazione il 31 ottobre 2014, arriva la svolta. I carabinieri della Compagnia di Ghilarza hanno arrestato il presunto responsabile. A trovare il corpo senza vita dell’uomo fu la sorella. Il corpo e la testa riportavano i segni di una serie di colpi inferti con un bastone dal suo assassino. Finalmente dopo sette mesi i militari della Compagnia, attraverso un’operazione, denominata Sinergy Flash, guidata dal cap. Alfonso Musumeci, hanno fatto chiarezza sul delitto. E’ un allevatore di 46 anni, Gavino Madau, ed è compaesano della vittima, l’uomo arrestato dai carabinieri di Ghilarza per l’omicidio di Giovanni Casula, il pensionato di 69 anni trovato morto nella sua abitazione il 31 ottobre 2014 con il cranio fracassato. Nei suoi confronti l’accusa è di omicidio premeditato. di religione, decisione comunicata alla scuola. Pappalardo ribadisce la totale fiducia nell’operato della magistratura. Chantal Capasso Estradato dall’Ungheria il capo clan, nell’operazione “Vortice Deja-vu” a ritorno a “casa” Antonio Pellegrino, 41enne di Squinzano, ritenuto il capo del clan omonimo della cittadina, appartenente alla frangia leccese della Sacra Corona Unita. Ottenuta l’estradizione, il boss è arrivato giovedì sera all’aeroporto di Fiumicino, con un volo Alitalia proveniente da Budapest. E’ stato estradato dall’Ungheria a seguito delle accuse di tipo mafioso ed altri reati, tra cui quelli contro la pubblica amministrazione in concorso con esponenti politici locali. Pellegrino era ricercato nell’ambito di un’indagine denominata “Vortice Deja-vu”, condotta dai militari dell’Arma del Ros, assieme ai colleghi del comando provinciale leccese nell’autunno scorso. Non appena espletate le formalità di rito per l’ingresso dell’estradato in territorio italiano, i carabinieri e gli agenti della Polaria di Fiumicino hanno notificato al 41enne l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Lecce il 4 novembre 2014. F A Per gli inquirenti si tratterebbe di vendetta perché l’uomo in passato era stato denunciato da Casula per furto e lesioni. Madau è stato arrestato mentre tornava a casa dall’ovile. I militari locali per poter arrestare il presunto assassino hanno messo su un vera trappola, temendo la fuga o una reazione violenta di Madau, hanno posizionato un auto civetta via Nazionale di Paulilatino, strada che l’uomo percorre dal suo ovile di campagna per rientrare nella sua abitazione. Finalmente hanno beccato l’uomo che ha negato ogni sua responsabilità. Una vendetta covata in silenzio per almeno 13 anni. I rapporti fra Giovanni Casula e il suo presunto assassino, Gavino Madau, di 46, anch’egli allevatore, arrestato giovedì pomeriggio con l’accusa di omicidio premeditato, erano molto tesi almeno dal 1999. A quell’anno risale, infatti, una denuncia per lesioni personali presentata da Casula nei confronti di Madau. Ch. Ca Il boss da tempo latitante, era stato arrestato lo scorso 25 maggio al posto di frontiera di Nagylak, nel Paese magiaro, mentre cercava di recarsi in Romania, nel corso di un’operazione congiunta della polizia ungherese, del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia del ministero dell’Interno. Pellegrino è stato poi accompagnato presso il carcere di Rebibbia, a disposizione della Dda e del gip di Lecce. Sempre Pellegrino è stato recentemente coinvolto anche in un altro blitz, questa volta condotto dalla guardia di finanza di Brindisi, denominato “White Butcher”. El.Ma. 10 Sabato 6 giugno 2015 DALL’ItALIA MILANO: DOMENICA L’OTTAVA EDIZIONE DELLA GIORNATA CONTRO LA PEDOFILIA In campo per difendere l’innocenza dei bambini Sono sempre di più quelli che hanno dato il loro sostegno alla manifestazione organizzata dalla Caramella buona e Bran.co Un calcio alla pedofilia”, la ormai tradizionale manifestazione organizzata a Milano dalla Caramella Buona con la collaborazione di Bran.co onlus, è giunta alla sua ottava edizione. Domenica 7 giugno, al centro sportivo Triestina (via A.Fleming 13), si sono quindi dati appuntamento, ancora una volta, tutti coloro che, ogni giorno, si impegnano per difendere i bambini da una piaga terribile: l’aggressione alla loro innocenza. Un evento, questo, che di anno in anno si è arricchito di nuove collaborazioni, interventi ed iniziative. Come l’affollatissima conferenza di mercoledì scorso sul tema “Abusi su minori: fenomeno mondiale dalle origini locali”, in cui, oltre ai rappresentanti delle associazioni organizzatrici, hanno dato il loro qualificato contributo anche la criminologa Roberta Bruzzone e l’avvocato Antonio Radaelli. Quanto alla giornata di domenica, a partire dalle 10 si incontreranno sul campo le sempre più numerose squadre iscritte al torneo, provenienti da tutta la Lombardia e non solo. Oltre alle partite, che andranno avanti per tutto il giorno, è prevista anche una lotteria benefica, finalizzata anch’essa alla raccolta fondi da destinare alla Caramella Buona e alle sue attività a tutela dell’infanzia. A fare da colorato e allegro contorno ad un appuntamento per tutti, famiglie in particolare, un’area giochi per bambini, “ musica ed intrattenimento, stand gastronomici. Non mancheranno poi momenti di informazione: in particolare alle 16 Daniela Casagrande e Laura Lamponi (Ufficio tutela Infanzia Bran.co onlus) parleranno ai presenti illustrando il progetto e fornendo importanti spunti di riflessione e approfondimento su un tema difficile ma importante come la lotta alla pedofilia. Alle 18 sono inoltre in programma gli interventi di Roberto Mirabile e Anna Maria Pilozzi, rispettivamente presidente e coordinatrice nazionale della Caramella buona onlus. A conclusione della manifestazione, la premiazione dei vincitori. Fin qui il programma della giornata, a pubblicizzare e diffondere il quale hanno in questi giorni contribuito tantissime associazioni ed attività commerciali in tutta la Penisola, che hanno esposto non solo locandine e cartoline promozionali, ma anche i salvadanai per la raccolta fondi. Basta sfogliare l’album fotografico pubblicato sulla pagina facebook dell’evento per capire che le adesioni e le collaborazioni si sono decisamente moltiplicate. Tra coloro che sostengono questa sacrosanta battaglia, anche nomi noti dello sport e non solo: hanno infatti inviato un messaggio di supporto, tra gli altri, i grandi del calcio Andrea Ranocchia, Bruno Conti, Francesco Totti, Andrea e Antonio Caracciolo, Evaristo Beccalossi, Antonio Nocerino, il noto Dj Ringo, i piloti del Trofeo Maserati Mauro Trentin e Alex Proh, i combattenti di Wolf of the ring. Tantissime adesioni dunque. E questo non solo per l’importanza dello scopo, ma anche per la serietà e l’impegno dimostrati nel corso degli anni dagli organizzatori della manifestazione. Serietà, costanza e determinazione dunque, che hanno convinto e coinvolto sempre più gente. Sono infatti oltre cinquemila le persone che seguono on line gli aggiornamenti dell’iniziativa e che, se anche non riusciranno a presenziare all’evento, si sono dette pronte a collaborare ad una battaglia da combattere tutto l’anno. Quella per la tutela dei bimbi e della loro innocenza. Una battaglia di civiltà e di speranza nel futuro. Quello di tutti. Cristina Di Giorgi CERVETERI - L’APPUNTAMENTO È PER SABATO 13 GIUGNO La “Festa delle Comunità” militanti olontariato, autoproduzioni, libri e cultura non conforme, gastronomia, stand. Ma soprattutto Comunità. Sono questi gli ingredienti di un appuntamento che quest’anno è giunto alla sua quinta edizione consecutiva. Un evento che ha nel suo dna la volontà di “promuovere la collaborazione tra le diverse realtà militanti di un ambiente variegato ed eterogeneo, in cui ognuno trova però la sua naturale collocazione e vocazione”, come spiegano gli organizzatori nel comunicato stampa di presentazione. V Comunità e coordinamento dunque. Che si esprimono in uno spirito coinvolgente, allegro ed impegnato, che emerge con evidenza dai post e dai commenti, ironici e divertenti, pubblicati nella pagina facebook della manifestazione. Come il dispaccio dell’agenzia “Ansia”, in cui si riporta un fantomatico tweet di Matteo Renzi in cui il premier dichiara che “L’Italia che ci piace è quella dei giovani che si danno da fare, quella di Comunitaria 2015. Fosse la volta buona che mi faccio una birra e una cantata senza quei gufidel PD”. L’appuntamento è per sabato 13 giugno nella nuova location di via del Sasso (km 5500) a Cerveteri (Roma) e che ha in programma una serie di interessanti appuntamenti. tra essi una mostra fotografica sul Combattentismo (che rimarrà esposta per tutta la durata della manifestazione) e la proiezione, alle 18, di un documentario sullo stesso tema, al termine del quale interverrà il combattente dell’Onore Stelvio Dal Piaz. Subito dopo, alle 18.45, verrà rappresentato lo spettacolo teatrale “Il Miglior Fabbro”, a cura del Laboratorio Settecinquetre. Dopo la premiazione dei vincitori del Campionato Comunitario (torneo di calcio tra squadre dei vari gruppi coinvolti nello spirito della manifestazione) e la cena, si terrà l’immancabile concerto di Musica identitaria. Ad alternarsi sul palco ci saranno tributo a Junker, testvdo, Imperium e topi Neri. CdG LIBRI E SOLIDARIETÀ I “Tagliagole” dell’Isis e l’Emergenza Siria Gli appuntamenti di “Una voce nel silenzio”, dedicati ai cristiani perseguitati per la loro fede religiosa ue appuntamenti importanti, dedicati entrambi ad un tema decisamente e drammaticamente attuale: la persecuzione che i cristiani subiscono a causa della loro religione, che ha segnato la storia e la civiltà europea. Quelli che “oggi resistono – dice Pavesi (Lealtà Azione) – spesso fino al martirio, sono un esempio raro nelle società moderne e le storie che li riguardano meritano di essere conosciute e omaggiate”. Ed è sulla base di questo spirito che nasce e cresce il progetto “Una voce nel silenzio”, promosso da Lealtà Azione e Bran.co per dar voce alle comunità oggi tormentate per la loro fede. Nell’ambito delle iniziative in esso comprese, D giovedì 11 giugno alle 21 a Lodi (sala Padre Granata 72), Francesco Borgonovo presenterà il suo nuovo libro, “Tagliagole. Dentro l’Isis la corporation del terrore”(Ed. Barbera). Il tema trattato dal giornalista e caporedattore di Libero è appunto quello del dramma dei cristiani, torturati con violenza dai terroristi del Califfato. A discuterne insieme a lui, Stefano Pavesi (responsabile di “Una voce nel silenzio”). Modererà l’incontro Federica Mineo (Lealtà Azione – Gruppo Alpha). Inoltre, in collaborazione con Soliarité identités onlus, Bran-co onlus ha organizzato una raccolta di aiuti umanitari e generi di prima necessità destinati alle comunità cristiane di Siria, martoriate da quattro anni di guerra contro il terrorismo. Chiunque voglia collaborare può portare presso i centri di raccolta – dettagliatamente elencati nella locandina pubblicata sulla pagina facebook dell’iniziativa – medicinali a lunga conservazione, materiale infermieristico sigillato, cibi in scatola, pasta, vestiario in buono stato. “Questo aspro conflitto – si legge nel comunicato di presentazione – sta minando la pace e l’equilibrio dell’intera repubblica siriana, che da sempre ha laicamente visto etnie e religioni diverse convivere tranquillamente. Desideriamo trasmettere un solo messaggio: non siete soli”. CdG 11 Sabato 6 giugno 2015 SOCIEtA’ PER I 10 ANNI DEL CAPODANNO DELL’ESTATE ITALIANA ATTESI 2 MILIONI DI VISITATORI “La Notte Rosa”: divertirsi sulla Riviera Adriatica Il più grande appuntamento musicale che si estende su 170 km di costa, aprirà con il concerto di Francesco De Gregori di Chantal Capasso hi lo dice che capodanno si festeggia solo in inverno. La Riviera Romagnola e Marchigiana ospita, dal prossimo 3 luglio, la decima edizione della Notte Rosa: il Capodanno dell’Estate Italiana, che dal 2006 regala emozioni a milioni di turisti dal tramonto all’alba con musica, spettacoli, cultura e divertimento per tutti. Filo conduttore dell’evento è ‘I’mpossible’. Rendere possibile l’impossibile. Da Comacchio a Senigallia, da Rimini a Pesaro, lungo 170 km di costa saranno centinaia gli appuntamenti gratuiti del week-end, fra cui i concerti di Francesco De Gregori, Giusy Ferreri, Chiara Galiazzo, Dear Jack, Tullio De Piscopo e molti altri. 2 milioni i visitatori attesi per un fatturato di 200 milioni. La novità di questa edizione sarà proprio la sua estensione territoriale in quanto la festa coinvolge anche C la costa delle Marche offrendo i suoi più suggestivi palcoscenici con tanti imperdibili appuntamenti: Gabicce Monte, La Rocca di Gradara, Il Castello di Tavullia, i centri storici di Pesaro e Senigallia, Villa Valentina a Mondolfo e l’Anfiteatro Rastatt di Fano. “Dal 2006 ad oggi –sottolinea Andrea Corsini, Assessore regionale al turismo- grazie alla forte collaborazione tra gli enti pubblici e gli imprenditori privati della Riviera Romagnola, abbiamo realizzato un evento capace di imporre all’attenzione generale un’immagine nuova, positiva, accat- tivante del nostro territorio. Un’immagine che oggi “vale” due milioni di ospiti, che nel primo weekend di luglio arrivano nelle nostre località balneari con un giro d’affari, compreso l’indotto, di oltre 200 milioni di euro. La Notte Rosa è divenuta negli anni un efficace prodotto turistico che, sebbene fortemente legato al suo luogo d’origine, quest’anno estendiamo ai confinanti territori della Costa Marchigiana, il cui territorio vanta caratteristiche molto simili ai vicini romagnoli, per un’edizione del decennale che sarà ancora più speciale ed imperdibile”. Aspettiamoci una grande festa sulla Riviera Romagnola: dal tramonto all’alba un’allegra atmosfera di festa che coinvolgerà ogni commerciante e operatore turistico, con negozi, alberghi, musei, bar e ristoranti, stabilimenti balneari, tutti “vestiti” di rosa con luci e addobbi, come illuminati di rosa saranno i principali monumenti rivieraschi. Fra i tanti ospiti che delizieranno le nostre serate estive: Francesco De Gregori si esibirà sul palco di piazzale Fellini per poi lasciare il posto, nella sera del 4, ai Dear Jack. Il concertone dell’alba, sulla spiaggia di RiminiTerme, vedrà salire sul palco alle 5 del mattino Cristiano De André. Giovedì 2 luglio, invece, nell’ambito della rassegna “Percuotere la Mente” Paola Turci canterà nella Corte degli Agostiniani. Grandi appuntamenti anche a Riccione con Giusy Ferreri (3 luglio) mentre, a Cattolica, sono attese Deborah Iurato e Antonella Lo Coco. Cattolica, invece, ospiterà la Paolo Belli Big Band. Per i bambini il sabato a Bellaria Carolina Benvenga di Rai Yoyo e Heidi. A Bellaria inoltre si scierà sulla spiaggia con i campioni di sci. Tullio De Piscopo e la Gnassi Band a San Mauro Mare. A Gatteo il 4 luglio la notte del Liscio. A mezzanotte, come di consueto, su tutto il litorale lo spettacolo dei fuochi d’artificio. APPROVATA DA UNA COMMISSIONE DELLA FOOD AND DRUG ADMINISTRATION (FDA), AD AGOSTO L’OK DEFINITIVO Dagli Usa arriva il viagra femminile Gli esperti sono favorevoli ma raccomandano l’eliminazione degli effetti collaterali della pillola di Elvira Mami rriva dagli Stati Uniti il Viagra Rosa, tutto al femminile. Quindi non solo gli uomini potranno usufruire dell’aiutino rivestito di blu per le loro notti di passione, per par condicio anche le donne potranno aumentare la loro libido usando la pillola rosa. Il via libera per la diffusione del farmaco è stato dato da una com- A missione della Food and Drug Administration (Fda), l’autorità americana per gli alimenti e i medicinali, ha approvato, finalmente, il farmaco per la libido femminile. L’approvazione però contiene delle giuste contromisure per gli effetti collaterali. L’autorità chiede infatti a Sprout Pharmaceutical, la casa che produce il medicinale, di mettere a punto un piano per diminuire gli effetti collaterali e rischi, quali, ad esempio la stanchezza, la bassa pressione sanguigna e i mancamenti. Nella commissione il voto favorevole è stato abbastanza netto: 18 sì contro 6 no. Una vittoria considerando che Visto che la Fda ha bocciato il farmaco due volte dal 2010, attirando non poche polemiche. Compresa quella di discriminare le donne, tanto che le associazioni femministe e dei produttori del farmaco hanno lanciato una peti- zione, visto che è stato approvato il Viagra e altri farmaci per gli uomini con disfunzioni sessuali. Tuttavia, molti studiosi continuano ad avere un atteggiamento scettico nei confronti del farmaco. Adriane J. Fugh-Berman della Georgetown University ha definito la flibanserina “un mediocre afrodisiaco con spaventosi effetti collaterali”. Ha inoltre ricordato che i test clinici sono stati fatti su donne in salute, ma che una volta in commercio il medicinale sarà usato da un ampio numero di donne. Anche se si tratta di un importante risultato, l’ultima parola spetta comunque all’agenzia federale per la quale il parere della commissione non è vincolante. La decisione definitiva è attesa per agosto 2015. La pillola rosa, che deve essere assunta ogni sera, è prodotta da Sprout Pharmaceuticals: il gruppo americano con sede in North Carolina sostiene che il 7% delle donne in pre-menopausa soffra di un calo del desiderio sessuale. LADY GAGA BOLZANO A seno a nudo nella sauna a luci rosse Sinfonia classica e giovani talenti, un binomio perfetto La popstar si concede una pausa relax un po’ osè ady Gaga, è nota non solo per le sue doti canore, ma soprattutto per le sue provocazioni hot tanto apprezzate dal pubblico. Non da ultimo, le sue foto postate su Instagram dove ha pubblicato un primo piano del suo seno nudo stretto tra le mani. Una foto a “luci rosse” nel vero senso della parola, considerando che la popstar ha immortalato sé stessa mentre si trovava all’interno della sauna ad infrarossi per un trattamento. Quindi il selfie è d’obbligo per la cantante, che dopo aver annunciato le nozze entro l’anno con il fidanzato Taylor Kinney, non sembra voler rinunciare ad altri scatti provocanti. Le sue forme rigogliose hanno destato sospetti su una probabile gravidanza ma la star smentisce e replica L che è tutta colpa dell’età che avanza. Su E! Online la popstar ha, infatti, così smentito “Sto invecchiando e molte persone pensano sia incinta. Sono quasi una f***a trentenne, ora ho più difficoltà a gestire il mio corpo”. In coppia con la sua dolce metà, il suo tour coltiva successi, ma la Lady Gaga per donare sé stessa la meglio ai suoi fan, deve stare molto attenta alla sua condizione fisica. Messa a dura prova da un problema all’anca, che la costrinse per un periodo in sedia a rotelle. “Devo ancora stare attenta con l’infiammazione alle ossa del bacino, dopo l’operazione di due anni fa – ha spiegato su Instagram – Ma riesco a calmare i dolori con la sauna ad infrarossi, un ottimo investimento”per lei e per la vista dei sui fan. Ch.C. n’immancabile appuntamento musicale a Bolzano, dal 28 luglio al 5 settembre, la città ospiterà il Festival “Musica e Gioventù”. Nella cittadina convergeranno più di 500 musicisti provenienti da tutto il mondo per dare vita a 30 concerti di musica classica. La scenografia dell’evento sarà resa spettacolare grazie ai luoghi più suggestivi e affascinanti della città: dal centro storico alle zone periferiche, dai parchi alle sale da concerto, dai castelli, alle chiese, dai musei, alle piazze, alle strade e alberghi storici di Bolzano. Come di consueto, a caratterizzare il festival sarà, come sempre, il tema “Musica e Gioventù” grazie, in particolare, ai concerti sinfonici della European Union Youth Orchestra (16 e U 21.8) e della Gustav Mahler Jugendorchester (19 e 30.8), le prestigiose orchestre giovanili che hanno scelto Bolzano come loro città di residenza, e agli appuntamenti sinfonici e cameristici dell’Accademia Gustav Mahler (31.7; 1, 2, e 3.8). Tanti altri appuntamenti nella rassegna musicale imperdibile, un cartellone sperimentale e ricco di contaminazioni della rassegna Antiqua (30.7; 1, 6, 10, 14, 15 e 31.8; 5.9). A fine agosto, avrà luogo la finale della sessantesima edizione del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni (26.84.9), quando 27 talenti del pianoforte under 30 si sfideranno per conquistare un Primo Premio, un riconoscimento tanto ambito quanto raramente assegnato. Ch.C. 12 Sabato 6 giugno 2015 SOCIEtA’ GRANDE SEGUITO PER LA VENTICINQUESIMA EDIZIONE DELL’ESCLUSIVO FORMAT DI COUNTRY FESTIVAL ITALIANO Game Fair, la conferma di un successo Trentacinquemila visitatori e centottanta espositori alla manifestazione che in tre giorni ha offerto più di 250 eventi di Barbara Fruch rentacinquemila visitatori e centottanta espositori. Il Game Fair Italia si conferma, ancora una volta, un punto di riferimento per le aziende e gli appassionati del mondo country, delle attività e delle discipline sportive all’aria aperta. L’evento, che si è tenuto per la prima vota a Grosseto, nel cuore della Maremma toscana, dal 30 maggio al 1° giugno, giunto alla venticinquesima edizione, ha registrato una crescita di circa il 6% rispetto al 2014, con la presenza, tra gli altri, dei top brand del comparto armi e caccia. Risultati di successo, che premia sia la gestione della società organizzatrice GFI Srl, sia la scelta degli organizzatori di svolgere l’edizione 2015 a Grosseto, in collaborazione con Grossetofiere Spa. Oltre 250 gli eventi dedicati ad equitazione, cinofilia, tiro sportivo e attività outdoor che si sono susseguiti nell’arco dei tre giorni, oltre alla qualificata offerta espositiva hanno saputo coinvolgere operatori del settore, appassionati del country life e famiglie. “Siamo molto soddisfatti dei risultati di questa edizione – ha spiegato Corrado Facco, Direttore Generale di Fiera di Vicenza S.p.A., Presidente e Amministratore Delegato di GFI srl – una straordinaria partecipazione di pubblico che ci ha permesso di festeggiare l’importante traguardo del 25° anniversario della Manifestazione nel migliore dei modi, in una nuova location strategica del centro Italia, nell’incantevole scenario della Maremma toscana, e con la collaborazione di un’organizzazione come Grossetofiere. Ancora una volta Game Fair si è confermato un appuntamento unico nel suo genere, capace d’intercettare il crescente interesse per il mondo country in Italia attraverso un format esperienziale dal mix vincente tra offerta T espositiva di qualità e un ricco programma di eventi. Soprattutto una Manifestazione dove anche gli sport, le passioni del tiro sportivo e della caccia consolidano il valore del rispetto per la natura e l’ambiente. Cultura, divertimento e natura per tutte le età”. Gli fa eco Giovanni Ghini, Presidente CNCN, ha sottolineato: “La Maremma ha risposto con grande entusiasmo a questa prima edizione di Game Fair a Grosseto, dire che siamo soddisfatti può essere addirittura riduttivo vista l’affluenza dei visitatori, che ha superato ogni aspettativa per essere una prima edizione in una nuova location. Siamo contenti in particolare per l’ottimo rapporto sviluppato con Grossetofiere, che ci spinge a pensare ad un maggiore coinvolgimento del territorio in futuro”. E proprio la location però pare non sia stata apprezzata da tutti. Taluni visitatori hanno voluto sottolineare come la zona, attrezzata sicuramente al meglio, non offra spazi ombreggiati, a differenza degli scorsi anni a Tarquinia, dove l’area, di per sé, godeva anche della pineta. Altro gap la mancanza del mare che nelle passate edizioni aveva dato la possibilità di ambientare eventi anche in acqua, con, ad esempio, dimostrazioni di salvataggi con unità cinofile. Ad ogni modo, non sono mancate le attrazioni. Come ogni anno, grande attenzione è stata dedicata al mondo della cinofilia attraverso numerose dimostrazioni ed esibizioni. Spazio all’antichissimo lavoro della pastorizia, portato in scena dagli allievi di Liuba Musso, famosi per le dimostrazioni di Sheep Dog, così come all’importante attività sociale del recupero di persone disperse grazie all’aiuto dei cani, con le simulazione dell’associazione Dog Park il Casalone. Esibizioni di Splash Dog, A Tutto Fresbee e Disc Dog hanno divertito i più piccoli, coinvolti assieme ai genitori anche nel programma educativo “Di te mi Fido” patrocinato dall’Enci Junior Club. Gli appassionati di cinofilia venatoria hanno potuto inoltre ammirare gli esemplari canini più belli durante le sfilate. L’equitazione è da sempre un punto di forza con le sue variegate e coinvolgenti attività. Sul Ring Spettacoli si sono alternati gli show dei cavalli spagnoli e dei Butteri maremmani, le dimostrazioni di monta da lavoro, guida e conduzione del gregge, le performance degli artisti del Roman Riding e di Gigaritmik, unico esempio italiano di abbinamento tra ginnastica ritmica ed equitazione, e la Horse & Hound Parade, durante la quale i cavalieri hanno mostrato le diverse andature dei loro fidati cavalli. Presente Rudi Bellini, uno degli artisti più prestigiosi del panorama internazionale del mondo equestre. Inoltre, per i bambini desiderosi di avvicinarsi all’equitazione si è svolto il tradizionale Battesimo della Sella. Molto partecipata anche l’area dedicata al Tiro Sportivo. Il campione Renato Lamera ha intrattenuto gli appassionati di tiro al piattello con le sue performance di precisione, mentre chi ha voluto mettersi direttamente alla prova ha potuto provare le armi delle più prestigiose case armiere sulle 12 linee di tiro a disposizione. Al tiro a piattello si sono affiancate anche le attività di tiro dinamico sportivo, tiro con replica western e avancarica, tiro a palla e tiro con l’arco, tiro con la fionda e ad aria compressa, tiro virtuale con il laser shot. Da sempre Game Fair rende omaggio anche all’antica tradizione della falconeria con il gruppo I Falconieri del Re: nel corso di un entusiasmante spettacolo, i falconieri a piedi e a cavallo hanno esibito le loro abilità e quelle dei volatili. In programma anche incontri quali ad esempio, “Ambiente, legalità, nutrizione. Fauna selvatica come risorsa”, e la sesta edizione del “Game Fair Award”, premio giornalistico e culturale. E ora il Game Fair è atteso per il prossimo anno. I SEGRETI, LA STORIA, IL FASCINO MILLENARIO DELLA FALCONERIA: A TU PER TU CON FABIO FATTORI Rapaci di intendere. E volare di Robert Vignola na storia lunga millenni. Che si declina oggi tra colletti bianchi da dismettere in fretta e improperi animalisti da scovare. Già, perché nel mondo globalizzato chi subordina il proprio impiego al rapporto da instaurare con l’animale che ha scelto come compagno di vita si ritrova a dover fare i conti con l’avanguardia del pensiero unico mondiale, solo perché quello è anche un compagno di caccia. Contraddizioni della falconeria al tempo degli smartphone. Che continua però a resistere, indifferente anche alla dittatura dell’efficienza che ha ormai contagiato persino l’arte venatoria. La falconeria non molla un centimetro, insomma, e permane “l’arte di catturare le prede con l’aiuto di un falco nel loro ambiente naturale”. Fabio Fattori recita la definizione con attenzione U maniacale. D’altronde, se n’è occupata anche l’Unesco, che l’ha inserita nel patrimonio immateriale dell’umanità. Tra mille polemiche, s’intende, di chi vede la caccia come qualcosa di “anacronistico”. “Attività di altro tipo fatte con i rapaci non sono falconeria”, avverte Fabio. Giovane professionista che vive sui Castelli Romani, ha iniziato da piccolo a perseguitare il padre con l’esigenza di avere un rapace. Il signore rimediò con una cornacchia… comunque bastò per stabilire con il mondo degli uccelli un rapporto indissolubile, che si concretizzò di nuovo in età adulta con l’acquisto di uno sparviero. “I prezzi variano – spiega Fattori – dai 600 ai 3000 euro, o anche di più: dipende dal sesso, dall’allevamento, dall’origine”. Ora lui è uno dei perni del Circolo Culturale di Falconeria Tradizionale Italiana. Poche persone: d’altronde, in tutta Italia, il numero dei proprietari di rapaci è inferiore al migliaio; quelli che praticano falconeria sono un decimo. E dire che quella nazionale è una delle scuole più antiche del mondo: “La introdusse Barbarossa, mentre è nata nelle steppe della Mongolia millenni fa. Sempre con una regola: il rapporto è alla pari, il rapace non sarà mai un cane, ma un alleato nella caccia. Per questo la risposta o la partecipazione che si incontra in esibizioni o spettacoli ci interessa relativamente: ciò che conta è la storia da onorare”. Come in ogni seria passione, le soddisfazioni vanno di pari passi con gli sforzi immani da affrontare. “L’impegno è tanto, soprattutto dal punto di vista del tempo. Il falco pellegrino, lo sparviero, l’astore e le altre specie hanno bisogno che i loro ritmi naturali siano assecondati. Vanno tenuti allenati, come se fossero atleti, bisogna lasciarli volare almeno quattro o cinque volte alla settimana. E lo devono fare quando le condizioni ambientali sono più congeniali a loro, preferibilmente al tramonto o all’alba. Con troppo caldo, o in periodi ormonali particolari, potrebbero non tornare”. Un dramma, evidentemente. Non da meno le malattie che possono insorgere, la demoralizzazione nel caso di alimentazione indotta e non procacciata. “Le catture di prede sono difficilissime: te ne capitano 6 in un anno? Sei fortunato…”, avverte Fabio. “Ma la più bella è sempre la prossima. Stiamo organizzando col circolo un viaggio in Scozia, come ne abbiamo fatti nel recente passato in Slovacchia: saremo ospitati da altri falconieri, tra di noi ci si capisce”. Al volo, si direbbe. Un po’ meno con gli animalisti. Ma l’importante è che nei cieli d’Europa continui a spiegare le ali il sogno di questa antica, bizzarra, naturalissima alleanza tra uomo e uccello predatore. Fabio Fattori e Greta