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Juve, prendila! - Il Giornale D`Italia
Anno IV - Numero 133 - Sabato 6 giugno 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Politica
Cronaca
Economia
Pronto il salvagente
di Renzi per De Luca
Strage sfiorata
nella Metro di Roma
La crisi si mangia
pure i ‘compro oro’
Colosimo a pag 2
Di Giorgi a pag. 5
A pag 7
L’INCHIESTA PIGNATONE SI ALLARGA SEMPRE DI PIÙ. MA PER FORTUNA NONOSTANTE TUTTO C’È CHI RESTA PULITO. LO CAPIRANNO TUTTI
di Francesco Storace
ac, pure un sottosegretario di Renzi
(e Alfano) scivola
nella rete di Mafia
capitale. Non finisce più, evidentemente, se
anche membri del governo
come il sottosegretario Castiglione (Ncd) vengono indagati, in questo caso per
il Cara di Mineo. Chissà
quante altre teste dovranno
rotolare.
L’inchiesta Pignatone regala
sorprese ogni giorno, ma
la politica è più appassionata a rinfacciarsi il conto
dei ladri. Il bollettino è impietoso e riserva poi persino qualche svarione che fa
male. Ad esempio, quello
di Pietrangelo Buttafuoco,
che dalle colonne del Fatto
si è messo a rinfocolare gli
animi scossi di tutti noi con
un’intemerata contro la destra romana. Il che, detto da
un intellettuale amato da
tutti noi e per giunta siciliano sul tema della mafia
e degli spiccioli che ne derivano, dà un tocco di autorevolezza che punta a seppellire tutto. Ma Buttafuoco
troverà la maniera per ristabilire l’onore di tanti. A
parte il fatto che vale per
tutti il diritto ad essere giudicati in tribunale, c’è chi
non intende affatto farsi rosolare
in storie in cui non è entrato ed è
orgoglioso di esserci rimasto fuori.
Il che non esime dal dovere di capire se è vero tutto quello che i
magistrati attribuiscono ad altri
Z
pidoglio e regione Lazio, viviamo una vicenda incredibile. Marino e Zingaretti
sembrano voler approfittare
della coincidenza col Giubileo straordinario per una
sorta di aspirazione alla canonizzazione. Le loro amministrazioni - il comune
più della Pisana - boccheggiano e loro due, mano nella
mano, pensano di salvarsi.
Ci piacerebbe capire che
cosa vogliono, oltre ad applausi che certo non possono chiedere all’opposizione. Se la mafia è un pericolo, occorrono argomenti
e comportamenti convincenti per dimostrare che si
intende cambiare registro.
Se invece la musica è la
Marcia trionfale che ancora
ieri abbiamo letto nella solita intervista inginocchiata
del Corriere della Sera a
Zingaretti, non si va da nessuna parte. Si fa solo il paio
con le sciocchezze del sindaco, che va in televisione
ad insultare gli avversari
politici - è il caso di Fratelli
d’Italia - chiamando in causa
la ‘ndrangheta. Si becca
querele, così.
In questa cornice risulta tristemente patetico il pur
comprensibile invito sindacale - dalla Cgil - alla sempreverde unità contro la mafia. Verrebbe da chiudersi
uniti a chi e per che cosa, se i vertici delle istituzioni più malamente
coinvolte reagiscono da tarantolati
non appena poni qualche doverosa
domanda.
Altri servizi a pag 4
DOPPIEZZA
Pizzicato da Mafia capitale anche il sottosegretario Castiglione. Ma nelle
istituzioni colpite si pretendono applausi mentre i partiti si rinfacciano i ladri
che vengono dalla nostra storia.
Vale per Alemanno come per Gramazio, addirittura arrestato. Abbiamo lottato insieme, o abbiamo
visto crescere nuove leve, e proprio
per questo vogliamo certezze su
STASERA LA FINALE DI CHAMPIONS
CONTRO IL BARCELLONA
eventuali responsabilità. Ma questo
non giustifica il tentativo di spostare
il tiro su un’intera generazione che
ha rischiato di morire ammazzata
per le sue idee politiche, per la
sua militanza attiva, assieme a
quanti sono stati invece più sfortunati.
Poi, il comportamento dei vari partiti, e dei loro rappresentanti istituzionali, improntato ad una doppiezza sfrontata. A Roma, tra Cam-
ANCHE L’ARTISTA SESSANTOTTINO, DOPO CELENTANO, FA OUTING POLITICO
Vecchioni‘canta’: “Mi piace la Meloni”
Ma stavolta spengono luci e microfoni
di Igor Traboni
na dopo l’altra, le icone della sinistra
radical-chic italiana vengono giù
che neanche le foglie in autunno. E
dopo l’outing politico di Adriano Celentano,
che nei giorni scorsi ha detto di cominciare
a pensare sul serio di andar dietro a Salvini, ieri è arrivato quello di Roberto Vecchioni. Ancor più debordante. Perché se
tutto sommato il molleggiato alla fine ‘rischia’ di lasciar la strada maestra tracciata
da Grillo e Casaleggio, il cantautore di
Samarcanda notoriamente sta più a sinistra di tanti ‘compagni’ della hit parade,
tra le nostalgie di una scuola sessantottina,
droghe libere e Chiesa da buttar giù almeno fino all’avvento di Bergoglio. E
invece ieri Roberto Vecchioni ha detto
nientepopodimeno che non gli dispiace
Giorgia Meloni, Anzi, che “è una delle
tre o quattro donne della politica italiana
che mi piace di più, dice sempre quello
che deve dire e lo dice in maniera attenta,
non si bea, non si interessa di questioni
U
Juve, prendila!
a grande notte è arrivata:
stasera a Berlino la Juventus affronta il Barcellona
con il sogno di portare a casa
quella Champions League inseguita da anni. I bianconeri pos-
L
sono contare su uno stadio ‘italiano’, tra supporter che arriveranno dall’Italia ed emigrati in
Germania. Scontata l’assenza di
Chiellini; al suo posto giocherà
Barzagli e non Ogbonna.
di sinistra o di destra”. Poi ha continuato,
magari forzando un po’ la mano e il pensiero, ma anche in questo caso rendendo
l’idea: “La Meloni è più a sinistra di
Renzi: la sinistra è popolo, è gente, arriva
prima delle banche e dei ricchi. Seguo
Giorgia Meloni sempre, ogni volta che
c’è un dibattito, perché mi rappresento
nelle cose che dice”.
Vecchioni si è confessato nel corso dell’irriverente trasmissione radiofonica “Un
giorno da pecora”. E deve averla detta
così grossa, almeno alle orecchie e ai
cuori del ‘politicamente corretto’, che la
grancassa mediatica che parte da Repubblica e torna ad Eugenio Scalfari dopo
aver fatto un giro(tondo) largo fino a Micromega e ai nostalgici dell’Unità, ieri
non se lo è filato di pezza. Come nel
tentativo di spegnere tutte le luci a San
Siro e non far riecheggiare il Vecchionipensiero. Lo stesso che invece ‘sparano’
con il massimo dei decibel in Rete ogni
qualvolta il professore (il cantante è anche
docente di materie letterarie, e ovviamente
su questo ha detto di contestare la riforma
Renzi) dice qualcosa contro tutto quello
che muove dalla parte contraria alla sinistra.
Fossero pure le parole di una canzoncina
(a dire il vero brutta, ne ha francamente
scritte di migliori) con cui Vecchioni vinse
il festival di Sanremo del 2011, quell’edizione che passerà alla ‘storia’ – tanto per
capirci – anche per la conduzione e i vestiti
della signora Clerici. Che poi a Sanremo,
se dovesse continuare a parlar bene di
Meloni e friends, Vecchioni al massimo ci
tornerà per un bagno al mare.
2
Sabato 6 giugno 2015
AttUALItA’
ALLA CAMERA IL VICE MINISTRO DELL’INTERNO BUBBICO SPIEGA CHE LA SOSPENSIONE ARRIVERÀ SOLO DOPO IL PRIMO CONSIGLIO
De Luca blindato per non tornare al voto
Il neo governatore potrà quindi presentare la Giunta mantenendo salda la poltrona
L’attacco alla Bindi: “Ha detto cose ignobili, la lista degli impresentabili è una imbecillità”
di Marco Zappa
er l’applicazione della
Severino non c’è alcuna
fretta. Perché il caso –
probabilmente - riguarda
Vincenzo De Luca, neo
governatore della Regione Campania. E quindi un esponente del Partito
Democratico e non certo del centrodestra. Quindi forse occorre prendere tutte le precauzioni necessarie,
valutando bene la questione senza
fare mosse affrettate.
Il governo prende finalmente posizione sul caso e lo fa attraverso il
vice ministro dell’Interno Filippo
Bubbico. Che prova a fornire qualche chiarimento nella vicenda della
possibile e probabile sospensione
dell’ex sindaco di Salerno, sulla cui
testa pende la spada di Damocle
della legge Severino. Che parla
chiaro: un presidente di Regione
condannato anche solo in primo
grado per abuso d’ufficio (è proprio
questo il caso) è sospeso dalla
carica per 18 mesi.
Ma l’esecutivo attraverso Bubbico
spiega che “è la proclamazione degli eletti a concretare l’avvio del
procedimento”. Tradotto, il governatore entrerà in carica, presenterà
la sua giunta durante il primo Con-
P
siglio e solo dopo verrà “stoppato”.
In questo modo verrà evitato lo
spettro del ritorno alle urne. Blindando di fatto la vittoria, di misura,
del centrosinistra. Allontanando l’ipotesi di un altro voto che potrebbe
compromettere il successo e rovinare la festa.
In risposta all’interpellanza urgente
alla Camera di Paolo Russo (Forza
Italia), il rappresentante del Viminale
ha spiegato ancora che “non basta
la semplice proclamazione da parte
della Corte d’Appello. Le leggi sono
abbastanza chiare con la sospen-
sione che opera in ragione di un
incarico che esiste. Quando questo
non è configurato dal punto di vista
giuridico, non c’è atto che possa
intervenire. Si ferma qualcosa che
c’è. E basta. Ricordo – dice ancora
– che l’omologo provvedimento prefettizio, disposto nei confronti di De
Luca quando ricopriva la carica di
primo cittadino, rappresentava l’esito
di un procedimento diverso. Non
solo in ragione del ruolo rivestito
dall’interessato e dall’organo competente all’adozione della misura,
ma anche per la significativa circo-
stanza di essere intervenuto nel
corso del mandato elettivo. Non rilevando, ai fini della sospensione,
il presupposto costituito appunto
dalla proclamazione degli eletti”.
Insomma, l’esecutivo questa volta
si appella al diritto. E a quanto dispone la norma del 2012 che porta
il nome dell’allora guardasigilli del
governo Monti. Che non chiarisce
quando deve scattare la sospensione. Ma c’è un precedente che
non dovrebbe essere ignorato.
Tant’è… Ed è quello che riguarda
– come spiegato puntualmente dal
settimanale Panorama – il consigliere
regionale del Molise Michele Iorio
(oltre a quello ben più noto di Giuseppe Scopelliti in Calabria). “Congelato” al momento della proclamazione e quindi immediatamente.
Anche per permettergli di nominare
un vice, per De Luca si agirà dunque
diversamente.
“Rilassiamoci”, il consiglio del diretto interessato. Che ai microfoni
di Radio 24 ha parlato apertamente
di una “campagna di aggressione
politico mediatica sviluppata per
mesi contro la mia persona. E che
sarà ricordata nei prossimi 5 anni
come il più infame degli attacchi
personali subiti da un personaggio
delle istituzioni. Ma state tranquilli:
chi vince governa”.
State senza pensieri, verrebbe da
dire. Con De Luca che ostenta sicurezza e torna ad affrontare la
questione che riguarda la formale
denuncia-querela presentata contro
Rosy Bindi “colpevole”, secondo
l’accusatore, di averlo inserito nella
lista dei cosiddetti “impresentabili”.
Stilata a pochi giorni dalle elezioni
dal presidente della Commissione
Antimafia e bollata come una grande “imbecillità”. Nessun ripensamento da parte dell’ex sindaco,
che non intende tornare sui suoi
passi. Anzi. “Ciò che conta – spiega
– non è la vittoria. Ma far ringoiare
cose ignobili che sono state dette.
Quando si parla dell’onorabilità
della persona, bisogna misurare le
parole. Con lei non c’è nessuna
rissa. Ma ha ritenuto di adoperare
espressioni che vanno al di là delle
sue competenze. Secondo il mio
punto di vista diffamatorie e che
configurano, sempre a mio modo
di vedere, un clamoroso abuso di
potere e una violazione dei diritti
costituzionali”.
Dal nodo sospensione alla querela
alla Bindi. Il caso De Luca continua
a tenere banco. Con il governo
pronto ad andare incontro all’esponente Dem per evitare il voto.
PER L’EUROPA I NOSTRI SERVIZI SEGRETI VANNO TENUTI MAGGIORMENTE D’OCCHIO
La parabola degli 007 italiani:
da controllori a controllati
Il Commissario Muizniekis racconta come il sistema di accertamenti s’è rafforzato ma
non è ancora tra i più robusti – Le differenze con Norvergia, Olanda, Germania e Romania
di Marcello Calvo
ente d’ingrandimento puntata sugli 007 italiani. Fari
accesi sulle nostre “sentinelle” da parte dell’Ue. Con il
commissario del Consiglio d’Europa Nils Muizniekis che racconta come da noi “il sistema
di controllo delle attività sui
servizi segreti è stato sì raffor-
L
zato in anni recenti, anche e
soprattutto con la riforma avvenuta nel 2007 che ha provocato un passo in avanti. Ma
non è tra i più robusti del continente”.
Secondo il politologo lettone,
le debolezze del sistema sono
legate ai poteri di controllo non
sufficientemente forti del comitato parlamentare per la si-
curezza della Repubblica (Copasir). “Che non ha accesso a
tutte le informazioni sui servizi
segreti come accade, solo per
fare un esempio, in Romania.
In Italia occorre dunque votare
con una maggioranza pari ai
due terzi per reperire determinati dati. Così facendo si corre
il rischio che i partiti di maggioranza usino la loro posizione
per bloccare l’ingresso alle notizie più delicate stoppando le
inchieste su determinate attività”.
Ma non è tutto. Un’altra importante questione riguarda anche la mancanza di altre virtù,
come quella di poter ispezionare
le sedi degli 007 italiani. Una
“fortuna” che possono vantare
gli organismi in Olanda e Nor-
vegia. E ancora, la commissione parlamentare tedesca che
ha la facoltà di autorizzare o
no le attività di sorveglianza.
Mentre nel Belpaese “non esiste un’autorizzazione anteriore,
ma le sentinelle vengono informate entro 30 giorni e poi
possono valutare la legalità o
meno di questa azione”.
Il commissario sottolinea che
non esiste una soluzione unica,
ma che il rapporto “Controllo
democratico e efficace dei servizi segreti” svelato dall’Ue,
mostra alcune lacune evidenti
nel nostro sistema. Con misure
più idonee di altre.
Insomma, per l’Europa occorre
porre un freno anche agli 007.
Con quelli italiani chiamati a
fornire maggiore trasparenza,
soprattutto adesso che i loro
L’UGL LANCIA L’ALLARME IN VISTA DELLA STAGIONE ESTIVA: MANCANO MEZZI E RISORSE
Forestale ‘tagliata’, servizi a rischio
Intanto va avanti anche il progetto di assorbire il Corpo in un’altra forza di polizia
I
ripetuti tagli del governo Renzi
alle forze di polizia mette a repentaglio la campagna antincendi dell’imminente estate, che
peraltro si preannuncia quanto mai
calda, visto che la Forestale – peraltro
destinata a sparire per confluire poi
nelle altre forze – ha sempre meno
mezzi e risorse a disposizione. Il
nuovo allarme viene ora lanciato
dall’Ugl: “A causa dei tagli lineari
alle risorse finanziarie del Corpo
Forestale dello Stato nella prossima
campagna antincendi boschivi sarà
possibile mettere in campo 12 veli-
voli operativi, che copriranno le
aree statisticamente a maggiore rischio, con una capacità di intervento
ridotta però di circa il 40 %”, ha
detto il segretario nazionale dell’Ugl
Corpo Forestale dello Stato Danilo
Scipio. “I tagli indiscriminati e non
funzionali hanno l’unico effetto di
ridurre le capacità di intervento
operativo in un settore particolarmente delicato come quello della
sicurezza – ha aggiunto Scipio - ma
sono ben altra cosa rispetto alla
lotta agli sprechi, da tutti auspicata,
e quindi alla spending review”.
“Per garantire la sicurezza dei cittadini e preservare il nostro immenso patrimonio naturalistico, occorre invece fare investimenti mirati
– ha detto ancora il responsabile
Ugl - perché ogni singolo centesimo
speso bene rappresenta un importante investimento sul nostro futuro
e su quello delle generazioni future”. “Per rafforzare il ruolo del Corpo Forestale dello Stato nella lotta
alla criminalità ambientale – ha
concluso il sindacalista - è necessario preservare la professionalità
di tutti gli operatori e garantirne
la piena autonomia operativa, cosa
che non potrebbe concretizzarsi
con la confluenza nella Polizia di
Stato, che per vocazione e cultura,
ha altri ambiti di intervento”.
In effetti, l’8 maggio scorso è iniziato
l’esame del disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione che all’articolo 7 prevede
proprio il riordino delle funzioni
di polizia di tutela dell’ambiente e
del territorio e la riorganizzazione
di quelle del Corpo forestale con
l’eventuale assorbimento delle funzioni in quelle delle altre Forze di
polizia. Durante una audizione, però,
tra le varie voci contrarie all’accorpamento si è levata anche quella
del capo della direzione nazionale
antimafia, Franco Roberti.
poteri – anche grazie al decreto
antiterrorismo e di proroga delle
missioni internazionali approvato lo scorso aprile in maniera
definitiva dal Senato – sono
aumentati ancora.
Da controllori a controllati. La
parabola dei servizi segreti italiani, con l’Ue che chiede un
cambio di passo al governo.
Anche in questo campo. E adesso la palla spetta a Renzi, tra
due fuochi. Obbedire all’Europa
o mettersi contro – dopo i magistrati – pure gli 007? Questo,
il dilemma del premier.
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n° 286 del 19-10-2012
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Sabato 6 giugno 2015
ATTUALITA’
IL MINISTRO SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA: “SIAMO ALL’ULTIMO MIGLIO”. MA LE PROTESTE AUMENTANO
La corsa a ostacoli della Giannini
IL PRESIDENTE IERI IN VISITA A MILANO
S
tefania Giannini, il ministro della
pubblica istruzione che insieme
a Matteo Renzi ha preparato la
tanto contestata riforma della
scuola, continua a mostrarsi ottimista: “Credo che stiamo all’ultimo
miglio: ieri (l’altro ieri, ndr) si è svolta la
parte finale della discussione generale
in commissione al Senato, con contributi
molto articolati e costruttivi, e sono molto
fiduciosa che con gli emendamenti la
prossima settimana e il successivo passaggio in Aula si arrivi a definire questo
progetto educativo importante. La scuola
non è un terreno di trattativa, ma è al
centro della nostra azione di governo”,
ha aggiunto parlando ieri al ministero a
margine di una cerimonia di premiazione
di un concorso promosso da Libera.
Ma mentre in commissione Istruzione
al Senato la discussione generale sulla
riforma va avanti, i sindacati restano sul
piede di guerra con “La cultura in piazza”, l’iniziativa promossa a livello territoriale con fiaccolate di dissenso in contemporanea nelle principali città italiane.
La richiesta è quella di cambiare radicalmente la riforma, perché così com’è
“non risolve il problema del precariato,
afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle
scuole, mette in discussione diritti e libertà e cancella la contrattazione”. In
piazza anche i parlamentari di Sel e
del M5S che condividono le ragioni
della protesta.
Il governo “continua ad andare avanti
con il suo progetto sulla scuola autoritario, sbagliato e pasticciato che andrebbe immediatamente ritirato. Il tutto
Expo: Mattarella cita Prodi
e ‘richiama’ lo sgarbo di Renzi
l Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella ha
visitato ieri l’Expo,
anche per firmare
la ‘Carta di Milano’.
Per il capo dello
Stato è stata l’occasione anche per
soffermarsi sui
temi di più stringente attualità: “Il
contrasto all’illegalità e alla corruzione deve essere
severo e bisogna recuperare il
bene comune che si fonda su
legalità e trasparenza”, ha detto
tra l’altro dopo aver visitato i
padiglioni, accompagnato dalla
figlia Laura. Mattarella ha poi
fatto un accenno anche al fenomeno dell’immigrazione che
“deve essere affrontato con saggezza e umanità, accogliendo
chi fugge e stroncando traffici
indegni, ma soprattutto puntando
sulla cooperazione, la riduzione
delle disuguaglianze. Le guerre,
il terrore, l’estremismo ideologico
e religioso, le carestie e i disastri
naturali spingono centinaia di
migliaia di uomini a migrazioni
di inedite dimensioni. Dobbiamo
I
senza tenere minimamente conto delle
richieste del mondo della scuola” ,
hanno detto ad esempio il capogruppo
di Sel e presidente del gruppo Misto a
palazzo Madama Loredana De Petris e
il capogruppo dei deputati a Montecitorio Arturo Scotto. “Nel disegno di
legge, quello che secondo Renzi dovrebbe riformare e migliorare la scuola
italiana, su un totale di 26 articoli per
ben 22 volte compare la formula ‘senza
nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica’. Fuori dal burocratese,
questo significa - sostengono dal canto
loro i parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato solo una cosa: è la prova che questa riforma è un grande bluff come abbiamo
sempre denunciato, è la chiara dimostrazione che il governo non sta investendo soldi sulla scuola pubblica statale
come invece vorrebbe far credere e
sta solo ponendo le basi per un sistema
scolastico verticistico, con una chiara
impronta aziendalistica fatta di discriminazioni e disuguaglianze”.
affrontarle con saggezza e umanità. Accogliendo chi ne fugge.
Salvando chi grida aiuto”.
Quindi l’invito a “recuperare a
pieno il senso del bene comune,
facendo prevalere sentimenti di
coesione”. E il successo dell’Expo,
ha detto ancora Mattarella, ne è
un esempio perché è stato possibile grazie a una “iniziativa bipartisan di dieci anni del sindaco
Letizia Moratti e dell’ex premier
Romano Prodi”. Una polemica
neanche tanto velata nei confronti
di Matteo Renzi che invece sempre
a Milano aveva ‘dimenticato’ di
citare Prodi, tanto che questi se
ne era andato bofonchiando, mentre i suoi attizzavano l’ennesima
polemica politica nel Pd.
DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA CON CUI LA CASSAZIONE HA DI FATTO MESSO FINE ALLA VICENDA
Stamina: metodo rischioso e non scientifico
ono state rese note le motivazioni
della sentenza con cui nei mesi
scorsi la Cassazione aveva boccato
il metodo Stamina, di fatto mettendo
fine allo stesso e al mare di polemiche
che si trascinava da anni attorno all’argomento e, in parte, anche alla figura
dell’ideatore, Davide Vannoni.
Al metodo Stamina “non può annettersi
alcuna validità scientifica e sono emersi
una serie di rischi sull’estrazione e reinoculazione delle cellule staminali”.
Così scrive ora la Cassazione nelle motivazioni delle tre sentenze con cui è
stata respinta la richiesta di dissequestro
dei materiali per le infusioni avanzata
dall’ideatore della terapia, Davide Vannoni. Secondo i giudici, lo stop a Stamina
S
si basa su considerazioni “puntuali e
coerenti”.
La Cassazione, insomma, arriva a mettere
quella che a tutti gli effetti può essere
considerata come una pietra tombale
sul metodo Stamina, definendolo rischioso e non scientifico.
“L’unico protocollo presentato da Stamina
Foundation non è supportato da dati scientifici; è privo di riferimenti a procedure
scientifiche validate o a pubblicazioni
scientifiche e in esso le metodiche non
sono dettagliate”, scrive la Cassazione
convalidando il sequestro disposto a suo
tempo dal pubblico ministero Raffaele
Guariniello del materiale per le infusioni.
“In tutta la documentazione prodotta da
Vannoni la preparazione e la caratteriz-
zazione delle proprietà delle cellule staminali non è definita nè documentata
adeguatamente”, si legge ancora nelle
motivazioni.
In circa il 25% dei pazienti che si sono
sottoposti al ‘metodo’ Stamina, e di cui
è stato possibile consultare le cartelle
cliniche e le schede di monitoraggio,
si sono presentati “eventi avversi, nel
14% dei casi anche gravi”, sottolinea
ancora la Cassazione nelle motivazioni
che mettono al bando le infusioni portate
avanti da Davide Vannoni. “D’altronde,
è stato riscontrato che numerosi pazienti
hanno denunciato l’assenza di effetti
benefici e, in taluni casi, il peggioramento delle condizioni di salute”, chiosa
la Suprema Corte.
PRESENTATO UN EMENDAMENTO PER I GIORNALISTI DI SOCIETÀ FALLITE CONDANNATI A RISARCIMENTI
Diffamazione: arriva la norma “salva Unità’
“
Tutelare quei giornalisti e quei direttori
che sono chiamati a rispondere di un
risarcimento quando la società editoriale è fallita, facendo seguire al risarcimento
la stessa procedura dei fallimenti”. Così il
capogruppo Pd in commissione Giustizia
alla Camera Walter Verini, ha spiegato all’agenzia di stampa Public Policy il senso
di un nuovo emendamento presentato alla
proposta di legge sulla diffamazione – di
cui è relatore – tornata a Montecitorio in
seconda lettura. “Non c’è solo il caso dei
giornalisti de l’Unità, anche se è il più noto”,
ha aggiunto poi Verini come a voler stroncare
sul nascere eventuali polemiche..
Nello specifico, il nuovo emendamento stabilisce che “il credito del direttore responsabile e del giornalista che, in adempimento
di una sentenza di condanna al risarcimento
del danno derivante da offesa all’altrui reputazione, ha provveduto al pagamento in
favore del danneggiato, ha privilegio generale sui mobili a norma dell’articolo 2751bis, primo comma, numero 2, del codice civile, nei confronti del proprietario della
pubblicazione o dell’editore”. Lo stesso
emendamento specifica poi che “la disposizione di cui al presente articolo non si applica quando la sentenza ha accertato la
natura dolosa della condotta del direttore
responsabile e del giornalista” e, infine, “si
applica anche alle procedure in corso”.
Dunque, per Verini, aggiunge Public Policy,
uno strumento per “qualificare come privilegiato il credito, nei confronti della testata
giornalistica fallita, di colui che, in adempimento di una sentenza di condanna al risarcimento del danno derivante da diffamazione, ha provveduto al pagamento in
favore del danneggiato”.
Sul caso de l’Unità, da quanto si legge dai resoconti della commissione Giustizia, è intervenuto il deputato M5s Andrea Colletti, per
cui “non si può assolutamente prevedere che
la disposizione si applica anche alle procedure
in corso. Si dovrebbe sempre evitare – ha
detto – di approvare disposizioni ad personam
sia che siano a favore del direttore de l’Unità
sia che favoriscano il presidente del Consiglio”. Verini ha però di nuovo escluso questa
possibilità, ribadendo in commissione che
l’emendamento “non nasce da qualche particolare e specifico episodio, come paventato
da qualcuno, essendo volto piuttosto a venire
incontro ad istanze sollevate dall’Ordine dei
giornalisti e dalla Federazione nazionale della
stampa in termini generali”.
Per quanto riguarda invece il ritorno in edicola de L’Unità per ora tutto tace, dopo la
nomina di un vicedirettore.
4
Sabato 6 giugno 2015
PRIMO PIANO
L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CATANIA ED ESPONENTE DI NCD FIGURA NELL’APPALTO PER IL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO
Mafia Capitale, c’è pure il sottosegretario Castiglione
Altre 12 persone coinvolte nel filone. Rispunta Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto e braccio destro di Zingaretti
iuseppe Castiglione, del
Nuovo centrodestra, sottosegretario all’Agricoltura nel governo Renzi ed
ex presidente della Provincia di Catania, risulta formalmente
indagato nell’ambito della nuova inchiesta su Mafia capitale, con particolare riferimento all’appalto per la
gestione del “Cara” di Mineo.
Su questa vicenda da tempo è stato
aperto un fascicolo e nelle ultime
ore sono state effettuate delle perquisizioni negli uffici della Provincia
di Catania e del Consorzio “Sol Calatino” per acquisire documenti. Secondo la procura di Catania c’è il
sospetto che “l’appalto per la gestione del Cara sia stato strutturato
dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa
Sisifo così come emerso nelle indagini della Procura di Roma con la
quale è costante il coordinamento
delle indagini”.
Al centro dell'indagine, Luca Odevaine, già arrestato nella prima trance
di “Mafia capitale”, che faceva parte
del “Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale”. Ora, come detto, risulta indagato anche il sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione, nella sua qualità di ex presidente della Provincia di Catania
G
(soggetto attuatore).
“Io non ne so nulla, lo apprendo
dalla stampa. Tutta questa vicenda
è semplicemente assurda”. Lo ha
detto all’Adnkronos il sottosegretario
Castiglione.
E sulla gara d’appalto per Mineo,
l’ex numero della Provincia catanese
si è giustificato così: “Feci una gara
in piena emergenza”. Su Odevaine,
invece, ha detto: “Quando l’ex ministro Maroni mi chiamò per l’emergenza immigrati chiamai Odevaine.
In quel momento era il direttore
della polizia provinciale in carica a
Roma, una persona autorevole, cosa
avrei dovuto fare?”.
Chiarimenti non sufficienti per le
forze di minoranza, le quali hanno
chiesto a gran voce le dimissioni,
da destra a sinistra. Per il governo
è solo il ministro dell’Ambiente, Gian
Luca Galletti, a prendere una posizione al riguardo: “Bisogna aspettare
a leggere bene le carte, poi, se saranno accertate delle responsabilità,
bisognerà prendere dei provvedimenti”. Perché, ha aggiunto Galletti,
“è necessario fare chiarezza e dare
trasparenza alla situazione di Roma:
questo è quello che chiede la gente
e su questo dovremo essere inflessibili, dopo aver accertato le responsabilità di ognuno”.
Guai a parlare di un passo indietro
di Castiglione, secondo Renato Schifani, capogruppo Alleanza popolare
al Senato.
“Un avviso di garanzia non è una
sentenza”, ha detto l’alfaniano.
Sono invece altri dodici gli indagati
nel secondo filone di Mafia Capitale,
che ha visto ieri l’esecuzione di 44
arresti.
Nell'elenco spiccano i nomi dell’ex
assessore capitolino ai Rifiuti, Marco
Visconti, del costruttore Antonio
Pulcini, del presidente della cooperativa Capodarco, Maurizio Marotta, del dirigente di Roma Capitale,
Mirella Di Giovine, dell'ex direttore
della Protezione Civile di Roma,
Patrizia Cologgi (già indagata nell’inchiesta), oltre a quello (già emerso) dell'ex capo di gabinetto del
presidente della Regione Lazio,
Maurizio Venafro.
Gli altri nomi sono: Fabrizio Amore,
Gabriella Errico, presidente della
cooperativa “Un sorriso”, Ettore
Lara, Clelia Logorelli, Calogero Salvatore Nucera, Silvio Pranio. Diversi
i reati contestati, a seconda delle
singole posizioni: corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, rivelazione del segreto d'ufficio.
Sono state anche perquisite diverse
società dai carabinieri, tra queste la
coop edilizia Deposito Locomotive
Roma San Lorenzo, la coop di lavoro
La Cascina, il Consorzio Gruppo La
Cascina, la Casa della Solidarietà, la
Domus Caritatis, la Cascina Global
Service, e le società Abitus, Segni di
Qualità e L’Oliveto Import-Export.
INTANTO IL PREFETTO HA SOSPESO I CONSIGLIERI CORATTI E PEDETTI (PD), CAPRARI (CD) E TREDICINE (PDL)
Avanti con gli interrogatori
Se il Comune venisse commissariato per mafia Roma rischia di restare senza una guida
per un periodo da 12 a 18 mesi, prorogabili fino a due anni in casi eccezionali
a nuova ondata di arresti e avvisi di
garanzia in Mafia Capitale ha sconvolto la politica romana e non. Un’inchiesta da cui emergono pesanti accuse
che pendono su uomini delle istituzioni,
politici e funzionari, ed esponenti del
mondo delle cooperative “rosse”.
Intanto ieri si sono svolti i primi interrogatori di garanzia a Regina Coeli. Di
fronte al gip Flavia Costantini e ai pm
paolo Ielo e Luca Tecaroli sono finiti
alcuni “eccellenti” esponenti del Partito
democratico e dell’amministrazione Marino, che continua a fare orecchie da
mercante.
Ovviamente gli arrestati non hanno potuto
far altro che respingere le accuse con-
L
testategli.
Nessun favoritismo verso la coop 29
giugno di Salvatore Buzzi, e lo dimostrerebbero “le delibere e i verbali di
giunta dai quali si evince che tutti gli atti
sono stati assunti in modo collegiale”,
ha spiegato l’ex assessore alla Casa di
Marino, Daniele Ozzimo.
Naturalmente conosceva il ras delle coop,
“aveva rapporti con lui e c’è stato un
contributo elettorale di 20mila euro regolarmente riportato a bilancio”, ha chiarito
l’avvocato Luca Petrucci. Con lui, ha aggiunto il legale, “aveva rapporti di natura
esclusivamente politica, Buzzi era un
iscritto al suo circolo da diversi anni”.
Ha respinto le accuse pure Mirko Coratti,
altro esponente di punta dell’amministrazione Marino nella veste di ex presidente dell’Assemblea capitolina.
“L’interrogatorio è andato bene - ha
spiegato l’avvocato Filippo Dinacci, difensore del dem - Coratti si è difeso,
spiegando che non ha commesso reati,
e ha fornito tutti gli elementi”.
Anche Francesco Ferrara, dirigente della
coop “La Cascina”, ha risposto al gip nel
corso dell’interrogatorio durato tre ore.
“Le accuse che gli vengono contestate
sono di corruzione e turbata libertà degli
incanti - ha spiegato l’avvocato lasciando
la casa circondariale - senza alcuna aggravante e soprattutto senza l’aggravante
di mafia”.
Sulla vicenda del Cara di Mineo, ha chiarito il difensore, “tutto ruota intorno alle
gare di appalto fatte a Catania”.
Oggi sarà la volta di tutti gli indagati
condotti l’altro ieri nel carcere di Rebibbia.
A ventiquattrore dal secondo giro di
vite, però, il prefetto Franco Gabrielli ha
firmato la sospensione di diritto dei consiglieri Caprari (Centro democratico),
Coratti-Pedetti (Partito democratico),
Tredicine (Popolo della libertà). E’ stata
avviata la procedura anche il consigliere
regionale Luca Gramazio.
Inoltre, è stata dichiarata la sospensione
del sindaco di Castelnuovo di Porto,
Fabio Stefoni, anche lui arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo.
Mentre la giunta Marino non ne vuole
sapere di lasciare il Campidoglio, potrebbe
essere il prefetto di Roma a commissariare l’ente.
Il 15 giugno, infatti, Franco Gabrielli riceverà il risultato dell’accesso agli atti
svolto dalla commissione d’inchiesta
che si insediò sei mesi fa, proprio in oc-
casione dei primi arresti.
“Ad oggi - ha spiegato il prefetto a Radio
Roma Capitale - non conosco ancora gli
esiti dell’attività della procura perché c’è
ancora tempo fino al 15 giugno. E poi
avrò 45 giorni per formulare le mie valutazioni”. Entro questo termine, il prefetto
dovrà decidere se chiedere o meno al
ministero degli Interni lo scioglimento
per mafia del comune di Roma.
“Ciò che stiamo vivendo supera ogni
fantasia - ha risposto alla domanda se
immaginava un secondo atto di inchieste
- Pur essendo sempre stato sostenitore
del principio di non colpevolezza, le intercettazioni non lasciano dubbi, inchiodano i colpevoli”.
Qualora il Comune venisse commissariato
per infiltrazioni mafiose lo scioglimento
conserva i suoi effetti per un periodo da
12 a 18 mesi, prorogabili fino ad un
massimo di due anni in casi eccezionali.
Oltre il danno, anche la beffa: la Capitale
rischia di restare a lungo senza una guida
politica, con forti ripercussioni.
G.S.
HANNO AGITO PER VIE LEGALI GIORGIA MELONI (FDI), LUIGI DI MAIO (M5S) E GIANNI ALEMANNO
Volano le querele
contro Marino-Orfini
arlano le querele. Nonostante
il Pd ci sia dentro fino al collo,
col suo apparato delle coop
rosse, in molti scaricano lo scandalo
di Mafia Capitale. Frasi ingiuriose
di Marino e Orfini, secondo le vittime, nei confronti di Meloni e FdI,
di Di Maio e M5S, di Gianni Alemanno.
“Marino dovrà rispondere delle sue
false e ingiuriose dichiarazioni nei
miei confronti e di quelli di FdI”, ha
scritto Meloni su Faceboook.
P
Idem Luigi Di Maio, che ha querelato Orfini per le sue dichiarazioni
in un’intervista nella quale ha definito il grillino Alessandro di Battista “l’idolo dei clan di Ostia”.
Anche l’ex sindaco Gianni Alemanno è tornato a difendersi, querelando per diffamazione il primo
cittadino Marino, il giornalista de
“La Repubblica” Francesco Merlo
e Pietrangelo Buttafuoco per un
articolo sul “Il Fatto Quotidiano”.
“Dopo i soldi in Argentina i voti
chiesti all’ndrangheta: per diffamare una persona le balle a effetto
fanno più impressione delle risultanze effettive di un’inchiesta difficile e problematica”, ha dichiarato
Alemanno, ribadendo che “bisogna
finirla con questa balla della
‘Ndrahgheta che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto
convergere voti in Calabria alle
elezioni Europee del 2014. Quando
io mi rivolgevo al capo della cooperativa 29 giugno per chiedere
un aiuto elettorale alle europee
del 2014 lo facevo pensando di
parlare a uno dei principali esponenti della Lega delle cooperative
e della cooperazione sociale in
Italia, come si fa in ogni campagna
elettorale”.
Finalmente una voce esce dal coro
del Pd. E’ quella del senatore dem
e commissario del partito a Ostia,
Stefano Esposito: “Questa storia di
Mafia capitale non è assolutamente
addebitabile ai cinque anni di Alemanno, chi lo fa come anche nel
mio partito, fa un gioco propagandistico che non serve a niente”.
5
Sabato 6 giugno 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
ROMA: GRAVE INCIDENTE IN METROPOLITANA, NEI PRESSI DELLA STAZIONE EUR PALASPORT
Scontro tra convogli: ventuno feriti e tanta paura
Ancora da accertare le cause del sinistro, ma sembra si tratti di errore umano. La procura ha aperto un’inchiesta
G
rave incidente, ieri mattina
intorno alle 10, sulla linea
B della Metropolitana di
Roma: a circa 200 metri
dalla fermata Eur Palasport, in direzione Laurentina, due
treni che viaggiavano nella stessa
direzione si sono scontrati.
Il bilancio, che poteva risultare ben
più grave, è di “21 feriti. Tra questi
non ci sono bambini”: lo ha dichiarato Domenico Antonio Ientile, direttore sanitario del 118. Due di loro
sono rimasti incastrati tra le lamiere,
contorte a causa dell’impatto. Sono
loro quelli che hanno riportato le
lesioni più gravi (uno la frattura della
clavicola, l’altro una sospetta frattura
del bacino). “Nessuno è in codice
rosso” ha detto in proposito l’assessore ai Trasporti di Roma Capitale
Guido Improta. Che a proposito del
numero dei feriti, che nel corso delle
ore è variato, ha aggiunto: “Me ne
risultano dodici. Ma purtroppo in
situazioni come questa ci sono sempre dei feriti ‘tattici’, ovvero persone
che si sentono male dopo”. Sul
posto sono intervenute ambulanze
e mezzi di soccorso, che hanno trasportato i passeggeri con traumi
(la maggior parte dei quali, per fortuna, di entità minore) in diversi
ospedali della città per evitare il rischio di sovraffollamento dei Pronto
soccorso.
Tempestivo e determinante anche
l’arrivo dei vigili del fuoco. “Quasi
tutte le persone sono uscite per
conto loro – ha detto il funzionario
Carlo Nico – solo chi era più spaventato ha avuto bisogno del nostro
aiuto. Con le barelle abbiamo camminato sul selciato dei binari e li
abbiamo portati fino alle banchine.
Le maggiori difficoltà dell’intervento
sono state quelle legate alla carenza
di illuminazione nella galleria”.
Ancora da accertare le cause dell’incidente, anche se sembrano
escluse ipotesi dolose. In proposito
l’assessore Improta, che si è recato
sul posto per un sopralluogo, commentando quanto avvenuto ha dichiarato: “va accertata la dinamica.
Di certo è bizzarro. Sicuramente
c’è stato un errore umano. Un treno
vecchio – ha aggiunto Improta –
non ha tenuto conto delle indicazioni
luminose che c’erano e ne ha tamponato uno di nuova generazione.
L’impatto è avvenuto ad una velocità
di 30 km orari, ma i dati saranno
accertati da una commissione di
inchiesta istituita dall’Atac. Anche la
polizia scientifica sta facendo i rilievi,
NELLA STRUTTURA FATISCENTE
CI SONO OLTRE 350 ROM
VALANGA DI REAZIONI A VENTIQUATTRORE DALLA CADUTA DELL’AMMINISTRAZIONE DI LATINA
Fi-Pd sfiducia Di Giorgi (FdI),
Meloni contro Berlusconi-Fazzone
L’ex ministro della Gioventù mette in discussione l’alleanza
in vista delle politiche. Storace: “Hanno commesso un grave errore”
eazioni a catena dopo la sfiducia del
sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi.
La città è spaccata in due: c’è chi
esulta addirittura per il ritorno alla libertà,
mentre molti puntano il dito contro l’asse
Fazzone (Fi)-Moscardelli (Pd), reo di aver
condannato a un anno di commissariamento
il comune del capoluogo, come avvenuto
cinque anni fa all’allora sindaco Vincenzo
Zaccheo, ex Msi-An e poi Pdl.
Sarà una campagna elettorale lunga e
dura. Dodici mesi in cui si tenterà di ricostruire le sorti del centrodestra, che probabilmente andrà diviso alle elezioni di
maggio 2016, nonostante il coordinatore
provinciale azzurro, Alessandro Calvi, auspica addirittura le primarie.
Da un lato chi dovrà giustificare la sfiducia
davanti agli occhi della città, dall’altro,
invece, chi è chiamato a convincere gli
elettori a sostenere un nuovo progetto, ripartendo dai buoni risultati dell’amministrazione Di Giorgi ma facendo tesoro anche
degli errori commessi. Da non sottovalutare,
però, le tantissime liste civiche che stanno
nascendo e nasceranno nei prossimi mesi,
fino ai partiti fuori dalle logiche latinensi, a
partire dalla Lega Nord e dal M5S.
Un atto politico che ha richiamato l’attenzione
dei big della politica nazionale.
E’ un fiume in piena Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, nei confronti del
coordinatore regionale azzurro, Claudio Fazzone. L’ex ministro della Gioventù non si è
soffermato sull’accaduto, ma ha chiesto
chiarezza a Silvio Berlusconi, rivendicando
R
il ruolo di FdI per l’elezione di Giovanni Toti
a presidente della Liguria.
“Quello che è accaduto al Comune di Latina
è l’ulteriore dimostrazione che Forza Italia è
nelle mani di ras locali totalmente disinteressati al futuro del centrodestra. Solo due
settimane fa si è potuto bloccare il tentativo
del coordinatore regionale di FI Fazzone di
far cadere il sindaco Di Giorgi, grazie alla
fortunosa concomitanza con le elezioni regionali nelle quali con lealtà abbiamo contribuito alla vittoria in Liguria di Giovanni
Toti”. E’ l’affondo di Giorgia Meloni, che è
poi tornata indietro con la memoria: “Neppure
quattro giorni dopo, ecco che in alleanza
con il Pd, Forza Italia sfiducia a Latina, per
la seconda volta di seguito, l’Amministrazione
di cui fa parte, privando la città del governo
democraticamente eletto dai suoi cittadini.
Analogo copione era stato recitato poche
settimane prima a Terracina, nella stessa
provincia e con identici attori protagonisti.
Dietro queste crisi amministrative, nessuna
ragione politica ma solo squallide lottizzazioni
e spartizioni di poltrone”, ha aggiunto
Meloni, chiamando poi in causa il presidente
di Forza Italia: “Quindi, delle due l’una: o
Silvio Berlusconi sapeva ed ha avallato
questa ennesima porcata del suo coordinatore regionale; o Forza Italia semplicemente un partito che non esiste, dove ogni
banda capeggiata da questo o quel guappetto
fa quello che gli pare”.
Comunque la Meloni non gliela farà passare
liscia. Ha messo in discussione pure l’alleanza in vista delle politiche 2018.
“In entrambi i casi esiste un problema
grande come una casa, che pesa come un
macigno su qualunque ipotesi di centrodestra realmente alternativo alla sinistra
di Renzi: si può fare un’alleanza politica
con questa Forza Italia. Sinceramente, se
in queste ore non arriveranno chiari segnali
di condanna, penso proprio di no”, ha
chiarito la leader di FdI.
Sulla sfiducia è intervenuto un altro pezzo
da novanta della destra italiana, cioè Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio
regionale e segretario nazionale de La Destra, che non le ha mandate a dire al
partito di Berlusconi.
“A Latina Forza Italia ha commesso un
grave errore politico. Se non altro per la
tempistica...”, ha punto l’ex Ministro della
Salute.
La campagna elettorale è già iniziata… G.S.
siamo in attesa del magistrato e
delle sue decisioni, che influenzeranno anche la riapertura del servizio”. Dal canto suo l’Atac ha comunicato di aver attivato un servizio
sostitutivo di autobus che serve il
tratto interrotto.
Sull’incidente la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di
indagine, affidato al pm Pierluigi
Cipolla. Il magistrato, che ha già effettuato un sopralluogo sul luogo
dell’impatto, ha fatto sapere che è
in attesa di una relazione dei vigili
del fuoco su quanto accaduto.
“E’ stata una scena da incubo – ha
raccontato uno dei passeggeri al
Corriere – e poteva essere una strage. Non si può rischiare la vita così
solo per recarsi al lavoro. Eravamo
in galleria, quando all’improvviso
c’è stata una frenata brusca. Io sono
caduto a terra insieme ad altre persone e ho iniziato a strisciare per
cercare una via d’uscita. Ci sono
state scene di panico. Ci hanno fatto
scendere dopo diversi minuti, Ho
visto diverse persone ferite”.
Nella metro capitolina non è il primo
incidente: un episodio simile, ma
dalle conseguenze ben più gravi,
si era infatti verificato nel 2006 sulla
linea A (stazione Vittorio Emanuele).
In quel caso il bilancio fu di un
morto e 115 feriti.
Clara Lupi
Ex Cartiera ospita nomadi,
termosifoni accesi pure a giugno
La temperatura sfiora i 50 gradi, ma non
si possono spegnere. Paga sempre Pantalone
ermosifoni accesi per tutto
il giorno e la temperatura
sfiora i 50 gradi. Siamo
nell’ex cartiera di via Salaria, la
struttura che ospita da diversi
anni oltre 350 rom arrivati dal
Casilino 900 e dagli insediamenti
sgomberati durante la giunta Alemanno.
“Arrostiti vivi”, è l’espressione
forte ma che rende l’idea delle
condizioni di vita in cui sono costretti a vivere gli ospitanti.
A pagare sempre Pantalone, come
se non bastasse. La struttura è
fatiscente, nonostante un milione
e mezzo di euro speso per riqualificarla un paio di anni fa.
Per non parlare dei miasmi dell’impianto di Tmb di via Salaria e
delle esalazioni che ne sono sca-
T
turite dopo il recente incendio.
“La dentro c’è gente malata che
non può resistere a condizioni
climatiche di quel tifo, ha denunciato una mediatrice culturale del
centro all’agenzia Omniroma.
Dal Comune? Il silenzio. Già un
mese fa erano state inviate lettere
al Dipartimento per gli Affari sociali di Roma Capitale.
Dall’assessorato di Francesca
Danese, però, fanno sapere che
un primo sopralluogo era stato
fatto nelle scorse settimane per
risolvere la situazione, ma il problema è che “i termosifoni sono
collegati agli scaldabagni dell’acqua calda e - dicono - quindi
spegnendoli si toglierebbe la possibilità per gli ospiti di usufruire
di una donna”.
6
Sabato 6 giugno 2015
EStERI
PRESENTATA UNA RICHIESTA AL FONDO MONETARIO PER ACCORPARE LE RATE DEI PRESTITI AL 30 GIUGNO
La Grecia tiene duro: “Paghiamo dopo”
E il ministro delle Finanza Varoufakis invita la Merkel ad Atene per “un discorso della speranza”
AD INIZIARE DALLA CRISI UCRAINA
di Tatiana Ovidi
a Grecia non molla ed ha rifiutato
le nuove proposte dei creditori:
lo ha comunicato il ministero delle
Finanze spiegando che il programma chiesto al premier Alexis
Tsipras negli incontri a Bruxelles “non può
risolvere la crisi e aumenterebbe la povertà
e la disoccupazione. Il governo non accetterà
proposte estreme. Il nostro popolo ha già
sofferto abbastanza negli ultimi anni”
Il governo greco continua ad opporsi soprattutto a due delle richieste dei creditor ,
considerate controproducenti: i tagli alle
pensioni e l’aumento dell’Iva del 10% per
elettricità e farmaci. Atene ha anche presentato una richiesta al Fondo Monetario
Internazionale per accorpare al 30 giugno
tutte e quattro le rate di rimborso del prestito
in scadenza in giugno. Insomma, sembra
vincere la linea dell’ala più intransigente
del governo ellenico.
Dopo le recenti tensioni (e le ipotesi di
voto anticipato) con l’ala più radicale del
suo partito, Tsipras oggi pomeriggio alle
sei informerà il Parlamento sui progressi
nel negoziato con i creditori dopo gli incontri
di Bruxelles. Non dovrebbe comunque arrivare a chiedere la fiducia.
E il ministro delle finanze Yanis Varoufakis,
intanto, ha invitato Angela Merkel ad Atene
per pronunciare un “discorso della speranza”, come quello che, il 6 settembre del
1946, fece l’allora segretario di Stato americano James F. Byrnes a Stoccarda, annunciando l’impegno per la ricostruzione della
Germania.
Di tutta risposta la Cancelliera tedesca ha
Verso l’atteso G7 di Berlino
con tanti nodi da sciogliere
L
D
risposto: “La politica del rigore non è causa
della crisi. Le tre istituzioni (Ue, Bce, Fmi),
che prima si chiamavano Troika, devono
trovare un’intesa comune. Loro trattano con
la Grecia, e poi fanno una proposta all’Eurogruppo, se sono arrivate a un risultato.
Questo significa che ora tocca a loro, e poi
dopo si vedrà quel che ci propongono
come una possibilità. Ma il punto di partenza
è il programma vigente e a questo bisogna
Terremoto magnitudo sei nella giornata di ieri vicino al
monte Kinabalu con epicentro
a 54 kilometri a est di Kota
Kinabalu, capitale dello Stato
di Sabah. L’ipocentro è a 10
km di profondità, a quanto
riferisce l’istituto geologico
americano Usgs. Secondo la
stampa internazionale - riferisce l’agenzia Ansa - la scossa avrebbe provocato danni
alle infrastrutture e non vi
sarebbero notizie di vittime.
Hacker violano sistemi
americani
Il sistema dell’agenzia federale
americana addetta alla gestione del personale è stato
violato presumibilmente da
hacker cinesi, che sarebbero
così entrati in possesso dei
dati personali di quattro milioni di dipendenti federali. A
quanto riferiscono i media
statunitensi si tratterebbe della
più grande violazione degli
ultimi anni relativamente a
informazioni sensibili sui dipendenti federali, la seconda
da parte della Cina in meno
di un anno. Secondo fonti di
intelligence interpellate dal
Cnn - riferisce Il Sole 24 Ore
- le forze armate cinesi sarebbero impegnate nella compilazione di un fornitissimo
database sugli americani. Da
Pechino arrivano le smentite,
un portavoce dell’ambasciata
cinese a Washington ha negato infatti ogni coinvolgi-
lavorare per una soluzione”.
Poi la Merkel ha mandato una stoccata a
Tsipras e al suo governo: “La Grecia ha ricevuto aiuti generosi, la situazione stava
migliorando, poi con le elezioni politiche
(e la vittoria di Tsipras) è tornata indietro:
ora serve che torni verso la crescita. Non
credo assolutamente che la politica del rigore sia una delle ragioni della crisi”. Altro
che parole di speranza, insomma.
LA CORTE EUROPEA CONFERMA IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO FRANCESE
DAL MONDO
Terremoto in Malaysia
omani il G7 sbarca a Berlino. I grandi del
mondo si ritroveranno nella capitale tedesca
e, al di là dell’agenda programmata, sarà
un’occasione per parlare di molte questioni spinose:
Grecia, Macedonia e Russia su tutte.
Intanto è già arrivato l’avvertimento degli Stati
Uniti sulla questione della crisi ucraina.
“Gli Stati Uniti - ha detto Ben Rhodes, vice consigliere
del consiglio della sicurezza nazionale della Casa
Bianca - al G7 di Berlino ribadiranno l’importanza
di mantenere le sanzioni sulla Russia. Tuttora da
parte dei russi ci sono violazioni in corso degli
accordi presi”.
Domenica è previsto - inoltre - un incontro bilaterale
fra la Cancelliera Angela Merkel e il presidente
americano Barack Obama, prima dell’inizio dei
lavori. Lo ha riferito una fonte del governo tedesco.
E la questione sarà appunto la complessa situazione di Atene. “La Grecia non è un classico tema
da G7, ma all’inizio del summit si parlerà della
situazione economica mondiale, e quindi sarebbe
atipico e sorprendente se non si parlasse anche
della situazione greca”, ha detto una fonte del
Governo tedesco.
Dopo anni il G7 non sarà solo una parata o una pianificazione di intenti ed obiettivi, ma un summit
dove i big della terra dovranno fare i conti con le
opposizioni al nuovo ordine mondiale.
L’asse Mosca, Budapest, Skopje, Atene preoccupa
non poco i potenti del mondo, che vedono in questa
alleanza non solo un nemico ostico, ma la possibile
nascita di un “anti G7”, composto da tutte quelle
nazioni non allineate al potere mondialista.
mento del governo: “Gli attacchi informatici - ha detto
alla Cnn - messi a segno nei
Paesi sono difficili da rintracciare quindi è difficile
identificare la fonte degli attacchi. Saltare a conclusioni
e fare accuse ipotetiche non
è responsabile ed è controproducente”.
Ghana,
duecento morti
Ancora non è chiuso il conteggio delle vittime dell’esplosione che la notte di mercoledì
scorso ha distrutto una stazione di servizio ad Accra, la
capitale del Ghana. Il bilancio
sale infatti a duecento morti.
Ne parlano i media locali riportando fonti del ministero
dell’Interno. Il Presidente John
Dramani Mahama ha annunciato tre giorni di lutto nazionale a cominciare del prossimo
lunedì.
India, noodles ritirati
da Nestlè
I noodles istantanei sono stati
ritirati dal mercato da Nestlè
India perché nel prodotto sono
state rinvenute alte quantità di
piombo. Secondo il comunicato
diffuso dalla multinazionale elvetica “sfortunatamente gli ultimi sviluppi e preoccupazioni
prive di fondamento sul nostro
prodotto hanno creato un clima
di confusione per il cliente a
tal punto che abbiamo deciso
di ritirare il prodotto anche se
sicuro”.
Francia: Lambert, si stacchi la spina
La vicenda spacca l’opinione pubblica, anche la famiglia divisa sulla scelta:
per i genitori è un no secco all’eutanasia, favorevoli invece la moglie e il nipote
di Emma Moriconi
Q
uando si tratta di argomenti delicati come l’eutanasia, l’opinione
pubblica è sempre divisa. Entrano in gioco questioni etiche complesse e profonde perché si tratta di
scegliere quanto l’essere umano possa
disporre del bene della vita di un’altra
persona. Accade anche in questo caso:
il Pronunciamento del Consiglio di
Stato francese per l’interruzione delle
cure che tengono in vita l’ex infermiere
Vincent Lambert ha trovato accoglimento anche a Strasburgo, e si riapre
la polemica. La Corte Europea dei diritti dell’uomo infatti ha autorizzato
l’interruzione delle cure che lo tengono in vita. Lambert, tetraplegico da
sette anni a causa di un incidente in
motocicletta che gli causò danni cerebrali irreversibili, è in stato vegetativo da allora e secondo gli scienziati
che si sono occupati del suo caso è
escluso ogni possibile recupero anche
minimo, nemmeno delle funzioni basilari per la sopravvivenza. Il caso ha
diviso l’opinione pubblica ma anche
la famiglia, con i genitori contrari all’eutanasia e invece la moglie e il nipote a favore. Insomma secondo la
Corte europea “per i diritti umani”,
se si stacca la spina a Lambert non si
ledono i suoi “diritti umani”. Così è
stato respinto l’appello dei genitori
dell’uomo, che si erano opposti alla
decisione del Consiglio di Stato francese. La richiesta di eutanasia era
stata fatta dal medico curante di Lambert in accordo con la moglie del paziente. Il medico, Eric Kariger, oggi
parla a France Info di “un piccolo
passo per Vincent Lambert, ma un
grande passo per l’umanità”. Al contrario di ciò che pensa invece la mamma di Vincent, che parla di “scandalo”
e annuncia: “Ci batteremo ancora”.
La moglie ha dichiarato che “non c’è
alcun sollievo, non c’è gioia da espri-
mere”. Del resto di eutanasia si continuerà a parlare e a dibattere anche
perché in molti Paesi non c’è una normativa che specifichi criteri di comportamento a seconda dei casi di fronte ai quali ci si potrebbe trovare: è il
caso, tra gli altri, dell’Italia. Il caso rimasto nella memoria collettiva degli
italiani è quello di Eluana Englaro,
anche in quella circostanza si fece un
gran dibattere e da allora - cioè dal
2009 - non è cambiato nulla nell’ordinamento italiano su questo delicatissimo argomento.
7
Sabato 6 giugno 2015
ECONOMIA
CHIUDONO MOLTE ATTIVITÀ, CON GLI ITALIANI CHE HANNO ORMAI ANCORA BEN POCO DA VENDERE
La crisi manda… in crisi i Compro Oro
Influisce pure il calo del prezzo. Però adesso in tanti prendono anche diamanti e gioielli vari
di Rita Di Rosa
n pochi anni sono diventati lo specchio
della crisi. Ma adesso la crisi ‘mangia’
pure loro. Parliamo
dei Compro oro, i negozi
spuntati come funghi nelle
grandi come nelle piccole
città, da nord a sud, con gli
italiani a frequentarli a più
non posso per racimolare
anche poche centinaia di
euro, utili a mettere qual
cosa in tavola
o a pagare una bolletta. Adesso però
emerge che l’abbandono
dell’attività da parte di esercizi Compro Oro in Italia,
dall’inizio del 2013 ad aprile 2015, è
stata del 42,8%, come rileva – dati
alla mano il Centro Studi Oroitaly.
I motivi di questo calo abbastanza repentino sono diversi. Di certo pesa la
forte diminuzione del prezzo dell’oro
e quindi l’impossibilità per tanti italiani
di fare abbastanza ‘cassa’ così da tirare
avanti. Una delle ragioni che aveva
spinto la clientela privata a vendere
l’oro usato, infatti, oltre alla crisi, era
stata la volontà di mettere a profitto il
fenomeno della crescita delle quotazioni del metallo aureo, verificatasi
negli anni scorsi.
A contribuire alla flessione della do-
I
manda, fattore determinante per la
chiusura di tanti esercizi, anche il
graduale esaurirsi della provvista di
oro privato usato disponibile. Il tesoretto degli italiani in difficoltà è quasi
del tutto esaurito e tante famiglie oramai non hanno più niente da vendere,
dopo aver dato fondo a tutti gli averi,
sempre nel tentativo-speranza di tirare
avanti.
Un ulteriore pungolo alla dismissione
dell’attività, soprattutto per chi operava
al limite della legge o commetteva
veri e propri reati, è l’incombere di
una nuova normativa, attualmente all’attenzione delle commissioni parlamentari, che dovrebbe regolarizzare
la materia, salvaguardando
la clientela contro gli abusi
e contrastando il riciclaggio
di merce rubata.
“tutto questo- dichiara Generoso De Sieno, presidente
di Oroitaly - ha portato alla
perdita di migliaia di posti
di lavoro e alla curva discendente nella traiettoria
di forte espansione dei negozi compro oro ad inizio
decennio”.
Alcuni Compro oro si stanno
comunque riposizionando
sul mercato, con la disponibilità all’acquisto dai privati anche di diamanti e gioielli di varia fattura. C’è,
inoltre, chi ricorre alle nuove
tecnologie, vendendo e acquistando
l’oro su internet, con la possibilità a
volte di poter monitorare in tempo
reale le quotazioni, migliorando così
la trasparenza delle operazioni. Infine
molto compro oro si stanno trasformando in gioielleria tradizionale. Comunque – dichiara dal canto suo Gianni
Lepre, segretario generale di Oroitaly
- l’intero comparto orafo è in crisi e
per uscirne bisogna creare sinergie
tra le varie rappresentanze del settore
e far si che tutte insieme si facciano
portavoce presso le istituzioni delle
soluzioni per il rilancio di un comparto
che è ambasciatore del Made in Italy
nel mondo”.
VENERDÌ 19 GIUGNO LA PROTESTA A ROMA
Centrali termoelettriche:
a rischio centinaia di posti
enerdì 19 giugno, in
piazza Montecitorio a
Roma, si terrà una manifestazione nazionale dei
lavoratori elettrici promossa
da Filctem-Cgil, Flaei-Cisl,
Uiltec-Uil per protestare contro la perdita di posti di lavoro nel settore, in particolare nel comparto della generazione termoelettrica. Saranno più di 500 i lavoratori
delle centrali italiane provenienti da tutta Italia che
chiederanno a gran voce un
piano per gestire ‘l’allarme
lavorò di oltre 10.000 addetti
in un settore, quello termoelettrico, che la crisi rischia
di travolgere, dove solo pochi anni fa era inimmaginabile che ciò accadesse”. E’
quanto denunciano i sindacati di categoria.
“Un effetto dirompente -denunciano i segretari generali
delle varie organizzazioni sindacali in una lettera trasmessa al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai ministri
V
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, ai presidenti delle commissioni Attività Produttive e Industria
di Camera e Senato- dovuto
senz’altro alla crisi che non
accenna a diminuire, al calo
dei consumi, oltre che alla
mancata pianificazione energetica che ha provocato, fino
ad oggi, la perdita di migliaia
di posti di lavoro e che, se
non adeguatamente affrontata, continuerà a creare disoccupazione diretta e nell’indotto”.
E il sindacato non è stato
con le mani in mano, avvertono Filctem, Flaei, Uiltec,
che “hanno cercato di fronteggiare la crisi attraverso
l’utilizzo degli ammortizzatori
sociali: tutte le società del
settore, trovandosi in forte
difficoltà, hanno dato avvio
a importanti piani di riduzione
del personale attraverso gli
strumenti della mobilità, dei
contratti di solidarietà e dei
prepensionamenti”
8
Sabato 6 giugno 2015
StORIA
LE VACANZE A DOVIA CON IL FRATELLO ARNALDO, I MOMENTI IN SOLITUDINE, LE LUNGHE ORE TRASCORSE SUI LIBRI
L’adolescenza turbolenta di Mussolini
Molti aspetti del suo modo di essere risultavano misteriosi, era insofferente e a volte scontroso
di Emma Moriconi
iamo ancora a Dovia alla fine
dell’Ottocento, proseguiamo
la nostra piccola indagine
sulla prima giovinezza di
Benito Mussolini e vediamo
cosa scrive Antonio Beltramelli nel
suo “L’Uomo nuovo”: “Nel periodo
delle vacanze ritorna alla sua Dovia
col fratello Arnaldo; ma non si dà riposo. A quando a quando scende a
piedi a Forlì, si chiude nella Biblioteca
Comunale, consulta, scorre, divora
volumi e volumi. Non conosce fatica.
Può rimanere al tavolo per ore ed
ore consecutive senza risentirne nessuna stanchezza. La meschina vita
di Dovia lo avvilisce e lo accascia.
Già lo spirito di lui mira a lontananze
superbe; già si sente troppo estraneo
all’ambiente nel quale è costretto”.
Più avanti prosegue, parlando del
periodo a Forlimpopoli: “Dove passa
Benito è già la sua fiamma che arde;
la sua fede che irrompe. Non è, né
può esservi calma perfetta là dove
egli vive. È in lui una volontà che oltrepassa il limite segnato, che deve
prorompere [..] Benito ha sedici anni,
non più, e già la società dei timidi e
dei prudenti lo avverte, ne è intimorita.
Si incomincia a temerlo; si incomincia
ad amarlo. In questo periodo il temperamento di lui si definisce, la sua
vocazione incomincia a precisarsi.
Nato di popolo, sarà uomo di popolo.
Combatterà per l’idea alla quale si è
votato. Saprà vincere”.
Pini e Susmel, in “Mussolini, l’uomo
e l’opera”, riferiscono i ricordi della
“comare Severina che rendeva servizi in casa Mussolini” e che “rammentava da vecchia che spesso Benito tendeva ad appartarsi, e che
appena ebbe imparato a leggere,
dimostrò una vera fame di carta
stampata, sicché la nonna doveva
strappargli i libri di mano per costringerlo ad uscire”.
Benito è appassionato di libri, di
giornali, ama sapere, conoscere, vediamo dalle sue stesse parole come
ricorda il periodo della sua gioventù
S
in cui cominciava gli studi
a Forlimpopoli che lo avrebbero portato a diventare
maestro: “In quel momento
questa conclusione non mi
entusiasmò molto. L’insegnamento non mi tentava
affatto. Avrei fatto volentieri
a meno di fare la Scuola
Normale e di prepararmi
al professionato. Ma i miei
genitori avevano ragione:
io possedevo delle attitudini
allo studio che avrei potuto
sviluppare. Diventare maestro significava per me sei
anni in mezzo a libri e penne, inchiostro e carta. Confesso che la perseveranza
non era precisamente il mio
forte. Il lato attraente di questa preparazione pedagogica era piuttosto dato dal
fatto che mi interessavo molto a riforme dei metodi di
istruzione e più ancora ero
pervaso dalla passione,
sempre viva in me, per la
psicologia delle masse
umane, della folla!”. E infatti
nei due temi che abbiamo
di recente sottoposto all’attenzione dei nostri lettori
ben si può osservare come
il suo interesse per le riforme dei metodi di istruzione
fosse profondo, come pure
la consapevolezza del giovanissimo studente per la
materia. E, come abbiamo
già sottolineato in precedenza, il tema della riforma
scolastica sarà uno dei fondamentali del Fascismo. Lo
abbiamo visto in maniera
approfondita scorrendo la
Carta della Scuola.
Caratterialmente, lo abbiamo visto
e ne abbiamo riferito alcune testimonianze, è un vulcano, non sta mai
fermo, è inquieto e anche un po’
scontroso, salvo prorompere all’improvviso in scatti di buonumore e in
manifestazioni di esaltazione. Ancora
L’antica Predappio
Pini e Susmel scrivono: “Il prorompere della pubertà cominciò ad agitarlo, sommuovendolo nel fisico e
nell’animo. Nel tempestoso risveglio
gli umori del ragazzo si fecero sempre più risentiti. I suoi stati d’animo
trascorrevano da una buia e chiusa
misantropia a fasi di irruenza soverchiante e imperiosa. Appariva distratto da suoi intimi pensieri, da interessi estranei all’ambiente, e non
nascondeva l’insofferenza per quanto
di sgradito venisse a interferire nella
sfera autonoma della sua personalità
in formazione. Faceva lunghe passeggiate solitarie. Cominciava ad
occuparsi di politica. Si teneva a contatto con suo padre che nel gennaio
del 1898, quando a Milano pareva
scoppiata la rivoluzione e tuonavano
i cannoni di Bava-Beccaris, riusciva
ad ottenere dal comune di Predappio
alcune provvidenze per i lavoratori
con una pacifica dimostrazione da
lui capeggiata”.
Abbiamo già avuto modo di sottolineare come e quanto gli anni giovanili
di Benito abbiano avuto peso nella
formazione del suo carattere, l’asprezza della condizione sociale, l’esempio
paterno da una parte e quello materno - diversissimo - dall’altra, l’ambiente che lo circondava, le pulsioni
della sua terra, la durezza del lavoro,
la povertà sono tutti elementi chiave
nella sua formazione durante l’infanzia
e adolescenziale. “Anche il suo biografo Megaro - spiegano Pini e Susmel - osserva che ‘la chiave per la
comprensione di Mussolini, duce del
socialismo italiano e duce del fascismo, risiede in una esauriente spiegazione della sua vita e carriera giovanile’”. Vediamo ancora un passo
dallo stesso volume: “Intelligente,
volitivo, carico di energia spirituale,
esuberante nel fisico, egli impressionava chiunque lo incontrasse per
il suo essere diverso dal comune,
con aspetti misteriosi, difficili da valutare. Uno che lo conobbe allora affermò nel 1923 che ‘la maggiore
pienezza del viso e i capelli assai
meno abbondanti, non hanno alterato
il suo volto che sembra scolpito nel
bronzo fin dall’adolescenza’. Lo stesso
ricordava che gli uomini di tempra
eccezionale sono ineluttabilmente
dei dominatori, dei dittatori, insofferenti delle pastoie inceppanti, delle
tradizioni inveterate, solo obbedienti
alla interiore disciplina che liberamente si foggia il loro spirito tormentato e tormentatore’”. Pini e Susmel si riferiscono a Dino Buzzetti
che così infatti riferisce in “Mussolini
studente nei ricordi di un compagno
di scuola”.
L’IMPROVVISA SCOMPARSA DI UNO STUDENTE DEL COLLEGIO LO PROSTRA PROFONDAMENTE
La percezione della morte
Grande impressione fece su di lui la sconfitta di Adua del 1896,
con i suoi diecimila caduti e settantadue cannoni perduti
ediamo ora un altro aspetto di
questo personaggio insolito che,
ancora, appartiene alla sua adolescenza. Lo stesso Mussolini racconta
di come visse la notizia della sconfitta
di Adua, il 1 marzo del 1896: “Riportai
una formidabile impressione della
sconfitta di Adua - scriverà da grande
ricordando quel giorno - Ero ammalato.
Verso le dieci, corse da me in camerata
un mio compagno, tal Cattoli di Faenza, figlio, credo, del famoso patriota
repubblicano, con un foglio aperto,
gridando: ‘Leggi, leggi!’. Afferrai il
giornale. Era il Secolo. Dalla prima
pagina all’ultima non parlava che
della disastrosa battaglia. Diecimila
morti e settantadue cannoni perduti.
Queste cifre mi martellano ancora nel
V
Le campagne di Predappio
cranio. All’indomani, arrampicato sulle
mura del collegio, assistemmo a una
interminabile sfilata di gente dalla
campagna che si recava a protestare
in città. Per parecchie settimane, anche in collegio, non si parlò d’altro”.
Osserviamo anche le considerazioni
degli autori, che scrivono: “Fin d’allora
nulla incideva di più nel suo spirito
del sacrificio dei morti in guerra; in
genere, tra i fatti umani, quello della
morte ebbe sempre prevalente rilievo
nell’animo di Mussolini. Perciò fu notevole in lui l’impressione riportata
per la fine immatura, dopo breve malattia, del compagno Achille Paganelli,
avvenuta nel maggio. ‘Il Paganelli
era uno scolaro degli ottimi. Di famiglia povera, riceveva un sussidio per
continuare gli studi. La famiglia riponeva in lui tutte le migliori speranze.
Faceva il primo corso normale. Per
alcuni giorni, il collegio fu muto. Sospese le lezioni, i cortili erano deserti.
Si taceva ovunque. Nei corridoi, nel
refettorio. Pareva che le nostre grida
dovessero risvegliare il nostro povero
compagno morto appena diciassetten-
ne. Giunsero i suoi genitori. Suo padre
emetteva dei gemiti che non avevano
quasi nulla di umano. Ululava. Il
dolore gli soffocava il pianto nella
strozza. I funerali riuscirono imponentissimi”.
I sentimenti che la morte provoca nel
giovane sono intensissimi, gli autori
riferiscono anche della scomparsa
della nonna Marianna Ghetti, madre
di Rosa Maltoni, avvenuta in questo
periodo della vita del giovane Benito,
che racconterà di lei in “Vita di Arnaldo”, il volume dedicato all’amato
fratello scomparso nel dicembre del
1931 (anche in questo testo, fondamentale per la comprensione del carattere di Mussolini, si può ritrovare
la percezione della morte e un approccio intensissimo nei confronti di
essa) e in un volume autobiografico
dal titolo “La mia vita dal 29 luglio
1883 al 23 novembre 1911”. Grandi
lutti segneranno la vita di Benito:
oltre a quella del fratello Arnaldo nel
1931, atroce sarà la perdita del figlio
Bruno nel ‘41.
[email protected]
9
Sabato 6 giugno 2015
DALL’ItALIA
A CATANZARO SCOPERTA DALLA GUARDIA DI FINANZA TRUFFA DI 3 MILIONI AI DANNI DELL’ERARIO
Falsi braccianti arricchiti da sovvenzioni pubbliche
Un sistema basato su contratti fittizi per poter usufruire delle politiche agricole Ue e contributi INPS
a Guardia di Finanza e il comando
provinciale dei Carabinieri di Catanzaro hanno segnalato alla Corte
dei Conti dei falsi braccianti che truffavano l’Inps e la Comunità europea
per un danno erariale di 3 milioni di euro.
I malfattori hanno fatto man bassa di denaro
pubblico attraverso richieste di disoccupazione
agricola, indennità di maternità e malattia,
aiuti all’agricoltura stanziati dall’Unione Europea
nell’ambito della politica agricola comune.
Sono più di 450 le persone coinvolte che hanno
richiesto e percepito indebitamente le indennità
di sostegno all’Inps per un importo complessivo
di 2.314.936 euro. Per i soggetti è stata inoltrata
una segnalazione alla competente procura regionale della corte dei conti. Segnalati anche
5 persone responsabili quali organizzatori dell’azione illecita per la fraudolenta percezione,
da parte di una società a responsabilità limitata
da essi costituita, di aiuti comunitari per una
somma complessiva di euro 660.281,78.
La segnalazione di danno erariale, come spie-
L
gato in una nota la Guardia di Finanza e il comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, è stato l’atto conclusivo di una lunga e
complessa indagine, denominata “Arcadia 2″,
che aveva già portato i sui risultati, nel gennaio
dell’anno scorso, con l’arresto di 2 imprenditori
ed al sequestro per equivalente di beni per
circa 3 milioni di euro.
Nello specifico, le Fiamme Gialle avevano
scoperto che gli incriminati avevano posto in
essere una serie di contratti fittizi per l’acquisto
di terreni, stipulati per giustificare il notevole
fabbisogno di manodopera operato attraverso
la falsa assunzione di centinaia di braccianti
agricoli. Questi ultimi, poi, facevano risultare
migliaia giornate lavorative necessarie al fine
di ottenere i vari trattamenti previdenziali ed
assistenziali (indennità di disoccupazione agricola, maternità, malattia, ecc). Con questo sistema, i falsi braccianti si sarebbero assicurati
anche una fittizia posizione contributiva che,
al raggiungimento dei limiti di età, gli avrebbe
consentito di percepire anche un indebito
trattamento pensionistico. Nel complesso sistema truffaldino delle commesse gli imprenditori ne avevano tratto beneficio per assicurarsi, anche, un finanziamento della comunità
europea per circa 600.000 euro. La segnalazione alla procura regionale della Corte dei
Conti dell’importo complessivo della frode è
finalizzata ad avviare l’azione di recupero del
maltolto alle casse erariali.
Elvira Mami
DOCENTE DI RELIGIONE ABUSAVA DI MINORENNI EXTRACOMUNITARI IN CAMBIO DI REGALI E DENARO
Siracusa: pedofilo in manette
Giuseppe Abbate era tutore di una delle due vittime, è stato sospeso all’insegnamento
coperto un caso di abusi sessuali
ai danni di minori ad Augusta,
provincia di Siracusa. Un presunto
colpevole per il reato di pedofilia un
insegnante di religione, Giuseppe Abbate, di 50 anni, è stato arrestato dalla
polizia ad Augusta (Siracusa) perché
sorpreso durante un rapporto sessuale
con due minorenni extracomunitari.
Questo l’epilogo delle indagini coordinate dalla procura di Catania. Le attività
investigative sono partite in seguito
alle dichiarazioni rese alla squadra mobile di Roma da un migrante egiziano
minorenne giunto in Italia diversi mesi
S
fa. Il giovane era ospite in una casa famiglia della Capitale: Abbate, nominato
tutore di diversi minorenni, era solito
consumare rapporti sessuali con giovani
migranti in cambio di regalie o denaro.
Dopo aver ascoltato quanto riferito
dalle vittime ed eseguiti i giusti riscontri,
la polizia ha chiesto alla Procura di
Catania, competente in materia di prostituzione minorile, l’autorizzazione a
svolgere una serie di attività tecniche.
Queste ultime sono state determinati
ed hanno permesso agli agenti di sorprendere l’uomo con i due minorenni.
Durante un’audizione protetta, i due
minorenni hanno fornito importanti
elementi di prova a carico dell’uomo.
Abbate, si trova ora, rinchiuso nel carcere di Cavadonna di Siracusa.
Giuseppe Abbate ha ricoperto l’incarico
di assessore provinciale e si era candidato alcuni giorni fa al consiglio comunale di Augusta, ma non è stato
eletto. Secondo quanto riferito dagli
investigatori, coordinati dal dirigente
Tito Cicero, l’insegnante è stato sorpreso
ieri a casa sua con i due minori di 15 e
16 anni. Il più grande gli era stato affidato dal Tribunale.
Dopo la notizia dell’arresto di Giuseppe
Abbate, la diocesi di Siracusa rende
noto che l’arcivescovo Salvatore Pappalardo ha emesso un decreto di sospensione dall’insegnamento del docente
SARDEGNA
SACRA CORONA UNITA
Uccise un compaesano per vendetta
Arrestato il presunto assassino di Giovanni Casula,
il pensionato trovato morto il 31 ottobre 2014
quasi un anno dall’omicidio di Giovanni Casula, il
pensionato di Paulilatino,
di 69 anni, ucciso nella sua abitazione il 31 ottobre 2014, arriva
la svolta.
I carabinieri della Compagnia di
Ghilarza hanno arrestato il presunto responsabile. A trovare
il corpo senza vita dell’uomo fu
la sorella. Il corpo e la testa riportavano i segni di una serie
di colpi inferti con un bastone
dal suo assassino.
Finalmente dopo sette mesi i
militari della Compagnia, attraverso un’operazione, denominata
Sinergy Flash, guidata dal cap.
Alfonso Musumeci, hanno fatto
chiarezza sul delitto.
E’ un allevatore di 46 anni, Gavino Madau, ed è compaesano
della vittima, l’uomo arrestato
dai carabinieri di Ghilarza per
l’omicidio di Giovanni Casula, il
pensionato di 69 anni trovato
morto nella sua abitazione il 31
ottobre 2014 con il cranio fracassato. Nei suoi confronti l’accusa è di omicidio premeditato.
di religione, decisione comunicata alla
scuola. Pappalardo ribadisce la totale
fiducia nell’operato della magistratura.
Chantal Capasso
Estradato dall’Ungheria il capo clan,
nell’operazione “Vortice Deja-vu”
a ritorno a “casa” Antonio
Pellegrino, 41enne di
Squinzano, ritenuto il capo
del clan omonimo della cittadina,
appartenente alla frangia leccese
della Sacra Corona Unita. Ottenuta l’estradizione, il boss è arrivato giovedì sera all’aeroporto
di Fiumicino, con un volo Alitalia
proveniente da Budapest.
E’ stato estradato dall’Ungheria
a seguito delle accuse di tipo
mafioso ed altri reati, tra cui
quelli contro la pubblica amministrazione in concorso con
esponenti politici locali.
Pellegrino era ricercato nell’ambito di un’indagine denominata
“Vortice Deja-vu”, condotta dai
militari dell’Arma del Ros, assieme ai colleghi del comando
provinciale leccese nell’autunno
scorso. Non appena espletate
le formalità di rito per l’ingresso
dell’estradato in territorio italiano, i carabinieri e gli agenti
della Polaria di Fiumicino hanno
notificato al 41enne l’ordinanza
di custodia cautelare in carcere
emessa dal gip di Lecce il 4
novembre 2014.
F
A
Per gli inquirenti si tratterebbe
di vendetta perché l’uomo in
passato era stato denunciato da
Casula per furto e lesioni. Madau
è stato arrestato mentre tornava
a casa dall’ovile.
I militari locali per poter arrestare
il presunto assassino hanno
messo su un vera trappola, temendo la fuga o una reazione
violenta di Madau, hanno posizionato un auto civetta via Nazionale di Paulilatino, strada che
l’uomo percorre dal suo ovile di
campagna per rientrare nella
sua abitazione. Finalmente hanno
beccato l’uomo che ha negato
ogni sua responsabilità. Una
vendetta covata in silenzio per
almeno 13 anni. I rapporti fra
Giovanni Casula e il suo presunto
assassino, Gavino Madau, di
46, anch’egli allevatore, arrestato
giovedì pomeriggio con l’accusa
di omicidio premeditato, erano
molto tesi almeno dal 1999. A
quell’anno risale, infatti, una denuncia per lesioni personali presentata da Casula nei confronti
di Madau.
Ch. Ca
Il boss da tempo latitante, era
stato arrestato lo scorso 25 maggio al posto di frontiera di Nagylak, nel Paese magiaro, mentre
cercava di recarsi in Romania,
nel corso di un’operazione congiunta della polizia ungherese,
del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia
del ministero dell’Interno.
Pellegrino è stato poi accompagnato presso il carcere di Rebibbia, a disposizione della Dda
e del gip di Lecce. Sempre Pellegrino è stato recentemente
coinvolto anche in un altro blitz,
questa volta condotto dalla guardia di finanza di Brindisi, denominato “White Butcher”.
El.Ma.
10
Sabato 6 giugno 2015
DALL’ItALIA
MILANO: DOMENICA L’OTTAVA EDIZIONE DELLA GIORNATA CONTRO LA PEDOFILIA
In campo per difendere l’innocenza dei bambini
Sono sempre di più quelli che hanno dato il loro sostegno alla manifestazione organizzata dalla Caramella buona e Bran.co
Un calcio alla pedofilia”,
la ormai tradizionale manifestazione organizzata a
Milano dalla Caramella
Buona con la collaborazione di Bran.co onlus, è giunta alla
sua ottava edizione. Domenica 7
giugno, al centro sportivo Triestina
(via A.Fleming 13), si sono quindi
dati appuntamento, ancora una volta,
tutti coloro che, ogni giorno, si impegnano per difendere i bambini
da una piaga terribile: l’aggressione
alla loro innocenza.
Un evento, questo, che di anno in
anno si è arricchito di nuove collaborazioni, interventi ed iniziative.
Come l’affollatissima conferenza di
mercoledì scorso sul tema “Abusi
su minori: fenomeno mondiale dalle
origini locali”, in cui, oltre ai rappresentanti delle associazioni organizzatrici, hanno dato il loro qualificato contributo anche la criminologa
Roberta Bruzzone e l’avvocato Antonio Radaelli.
Quanto alla giornata di domenica,
a partire dalle 10 si incontreranno
sul campo le sempre più numerose
squadre iscritte al torneo, provenienti da tutta
la Lombardia e non solo. Oltre alle partite,
che andranno avanti per tutto il giorno, è prevista anche una lotteria benefica, finalizzata
anch’essa alla raccolta fondi da destinare alla
Caramella Buona e alle sue attività a tutela
dell’infanzia. A fare da colorato e allegro contorno ad un appuntamento per tutti, famiglie
in particolare, un’area giochi per bambini,
“
musica ed intrattenimento, stand gastronomici.
Non mancheranno poi momenti di informazione: in particolare alle 16 Daniela Casagrande
e Laura Lamponi (Ufficio tutela Infanzia Bran.co
onlus) parleranno ai presenti illustrando il progetto e fornendo importanti spunti di riflessione
e approfondimento su un tema difficile ma
importante come la lotta alla pedofilia. Alle 18
sono inoltre in programma gli interventi di
Roberto Mirabile e Anna Maria Pilozzi, rispettivamente presidente e coordinatrice nazionale
della Caramella buona onlus. A conclusione
della manifestazione, la premiazione dei vincitori.
Fin qui il programma della giornata, a pubblicizzare e diffondere il quale hanno in questi
giorni contribuito tantissime associazioni ed
attività commerciali in tutta la Penisola, che hanno esposto non solo
locandine e cartoline promozionali,
ma anche i salvadanai per la raccolta
fondi. Basta sfogliare l’album fotografico pubblicato sulla pagina facebook dell’evento per capire che
le adesioni e le collaborazioni si
sono decisamente moltiplicate. Tra
coloro che sostengono questa sacrosanta battaglia, anche nomi noti
dello sport e non solo: hanno infatti
inviato un messaggio di supporto,
tra gli altri, i grandi del calcio Andrea
Ranocchia, Bruno Conti, Francesco
Totti, Andrea e Antonio Caracciolo,
Evaristo Beccalossi, Antonio Nocerino, il noto Dj Ringo, i piloti del
Trofeo Maserati Mauro Trentin e Alex
Proh, i combattenti di Wolf of the
ring.
Tantissime adesioni dunque. E questo
non solo per l’importanza dello scopo, ma anche per la serietà e l’impegno dimostrati nel corso degli
anni dagli organizzatori della manifestazione. Serietà, costanza e determinazione dunque, che hanno
convinto e coinvolto sempre più gente. Sono infatti oltre cinquemila le persone
che seguono on line gli aggiornamenti dell’iniziativa e che, se anche non riusciranno a
presenziare all’evento, si sono dette pronte a
collaborare ad una battaglia da combattere
tutto l’anno. Quella per la tutela dei bimbi e
della loro innocenza. Una battaglia di civiltà e
di speranza nel futuro. Quello di tutti.
Cristina Di Giorgi
CERVETERI - L’APPUNTAMENTO È PER SABATO 13 GIUGNO
La “Festa delle Comunità” militanti
olontariato, autoproduzioni,
libri e cultura non conforme,
gastronomia, stand. Ma soprattutto Comunità. Sono questi gli
ingredienti di un appuntamento
che quest’anno è giunto alla sua
quinta edizione consecutiva. Un
evento che ha nel suo dna la volontà
di “promuovere la collaborazione
tra le diverse realtà militanti di un
ambiente variegato ed eterogeneo,
in cui ognuno trova però la sua
naturale collocazione e vocazione”,
come spiegano gli organizzatori
nel comunicato stampa di presentazione.
V
Comunità e coordinamento dunque. Che si esprimono in uno spirito coinvolgente, allegro ed impegnato, che emerge con evidenza
dai post e dai commenti, ironici e
divertenti, pubblicati nella pagina
facebook della manifestazione.
Come il dispaccio dell’agenzia
“Ansia”, in cui si riporta un fantomatico tweet di Matteo Renzi in
cui il premier dichiara che “L’Italia
che ci piace è quella dei giovani
che si danno da fare, quella di Comunitaria 2015. Fosse la volta buona
che mi faccio una birra e una cantata senza quei gufidel PD”.
L’appuntamento è per sabato 13
giugno nella nuova location di via
del Sasso (km 5500) a Cerveteri
(Roma) e che ha in programma
una serie di interessanti appuntamenti. tra essi una mostra fotografica sul Combattentismo (che
rimarrà esposta per tutta la durata
della manifestazione) e la proiezione, alle 18, di un documentario
sullo stesso tema, al termine del
quale interverrà il combattente
dell’Onore Stelvio Dal Piaz. Subito
dopo, alle 18.45, verrà rappresentato lo spettacolo teatrale “Il Miglior
Fabbro”, a cura del Laboratorio
Settecinquetre. Dopo la premiazione dei vincitori del Campionato
Comunitario (torneo di calcio tra
squadre dei vari gruppi coinvolti
nello spirito della manifestazione)
e la cena, si terrà l’immancabile
concerto di Musica identitaria. Ad
alternarsi sul palco ci saranno tributo a Junker, testvdo, Imperium
e topi Neri.
CdG
LIBRI E SOLIDARIETÀ
I “Tagliagole” dell’Isis e l’Emergenza Siria
Gli appuntamenti di “Una voce nel silenzio”, dedicati ai cristiani perseguitati per la loro fede religiosa
ue appuntamenti importanti, dedicati entrambi ad un tema decisamente e drammaticamente attuale: la persecuzione che
i cristiani subiscono a causa della loro religione,
che ha segnato la storia e la civiltà europea.
Quelli che “oggi resistono – dice Pavesi (Lealtà
Azione) – spesso fino al martirio, sono un
esempio raro nelle società moderne e le storie
che li riguardano meritano di essere conosciute
e omaggiate”. Ed è sulla base di questo spirito
che nasce e cresce il progetto “Una voce nel
silenzio”, promosso da Lealtà Azione e Bran.co
per dar voce alle comunità oggi tormentate
per la loro fede.
Nell’ambito delle iniziative in esso comprese,
D
giovedì 11 giugno alle 21 a Lodi (sala Padre
Granata 72), Francesco Borgonovo presenterà
il suo nuovo libro, “Tagliagole. Dentro l’Isis la
corporation del terrore”(Ed. Barbera). Il tema
trattato dal giornalista e caporedattore di Libero
è appunto quello del dramma dei cristiani,
torturati con violenza dai terroristi del Califfato.
A discuterne insieme a lui, Stefano Pavesi (responsabile di “Una voce nel silenzio”). Modererà
l’incontro Federica Mineo (Lealtà Azione –
Gruppo Alpha).
Inoltre, in collaborazione con Soliarité identités
onlus, Bran-co onlus ha organizzato una
raccolta di aiuti umanitari e generi di prima
necessità destinati alle comunità cristiane di
Siria, martoriate da quattro anni di guerra
contro il terrorismo. Chiunque voglia collaborare
può portare presso i centri di raccolta – dettagliatamente elencati nella locandina pubblicata
sulla pagina facebook dell’iniziativa – medicinali
a lunga conservazione, materiale infermieristico
sigillato, cibi in scatola, pasta, vestiario in
buono stato. “Questo aspro conflitto – si legge
nel comunicato di presentazione – sta minando
la pace e l’equilibrio dell’intera repubblica
siriana, che da sempre ha laicamente visto
etnie e religioni diverse convivere tranquillamente. Desideriamo trasmettere un solo messaggio: non siete soli”.
CdG
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Sabato 6 giugno 2015
SOCIEtA’
PER I 10 ANNI DEL CAPODANNO DELL’ESTATE ITALIANA ATTESI 2 MILIONI DI VISITATORI
“La Notte Rosa”: divertirsi sulla Riviera Adriatica
Il più grande appuntamento musicale che si estende su 170 km di costa, aprirà con il concerto di Francesco De Gregori
di Chantal Capasso
hi lo dice che capodanno si
festeggia solo in inverno. La
Riviera Romagnola e Marchigiana ospita, dal prossimo
3 luglio, la decima edizione
della Notte Rosa: il Capodanno dell’Estate Italiana, che dal 2006 regala
emozioni a milioni di turisti dal tramonto all’alba con musica, spettacoli,
cultura e divertimento per tutti.
Filo conduttore dell’evento è ‘I’mpossible’. Rendere possibile l’impossibile. Da Comacchio a Senigallia,
da Rimini a Pesaro, lungo 170 km di
costa saranno centinaia gli appuntamenti gratuiti del week-end, fra
cui i concerti di Francesco De Gregori, Giusy Ferreri, Chiara Galiazzo,
Dear Jack, Tullio De Piscopo e molti
altri. 2 milioni i visitatori attesi per
un fatturato di 200 milioni.
La novità di questa edizione sarà
proprio la sua estensione territoriale
in quanto la festa coinvolge anche
C
la costa delle Marche offrendo i
suoi più suggestivi palcoscenici
con tanti imperdibili appuntamenti:
Gabicce Monte, La Rocca di Gradara, Il Castello di Tavullia, i centri
storici di Pesaro e Senigallia, Villa
Valentina a Mondolfo e l’Anfiteatro
Rastatt di Fano.
“Dal 2006 ad oggi –sottolinea Andrea
Corsini, Assessore regionale al turismo- grazie alla forte collaborazione
tra gli enti pubblici e gli imprenditori
privati della Riviera Romagnola, abbiamo realizzato un evento capace
di imporre all’attenzione generale
un’immagine nuova, positiva, accat-
tivante del nostro territorio. Un’immagine che oggi “vale” due milioni
di ospiti, che nel primo weekend di
luglio arrivano nelle nostre località
balneari con un giro d’affari, compreso l’indotto, di oltre 200 milioni
di euro. La Notte Rosa è divenuta
negli anni un efficace prodotto turistico che, sebbene fortemente legato
al suo luogo d’origine, quest’anno
estendiamo ai confinanti territori
della Costa Marchigiana, il cui territorio vanta caratteristiche molto simili
ai vicini romagnoli, per un’edizione
del decennale che sarà ancora più
speciale ed imperdibile”.
Aspettiamoci una grande festa sulla
Riviera Romagnola: dal tramonto all’alba un’allegra atmosfera di festa
che coinvolgerà ogni commerciante
e operatore turistico, con negozi,
alberghi, musei, bar e ristoranti, stabilimenti balneari, tutti “vestiti” di
rosa con luci e addobbi, come illuminati di rosa saranno i principali
monumenti rivieraschi. Fra i tanti
ospiti che delizieranno le nostre serate estive: Francesco De Gregori
si esibirà sul palco di piazzale Fellini
per poi lasciare il posto, nella sera
del 4, ai Dear Jack. Il concertone
dell’alba, sulla spiaggia di RiminiTerme, vedrà salire sul palco alle 5
del mattino Cristiano De André. Giovedì 2 luglio, invece, nell’ambito
della rassegna “Percuotere la Mente”
Paola Turci canterà nella Corte degli
Agostiniani. Grandi appuntamenti
anche a Riccione con Giusy Ferreri
(3 luglio) mentre, a Cattolica, sono
attese Deborah Iurato e Antonella
Lo Coco. Cattolica, invece, ospiterà
la Paolo Belli Big Band. Per i bambini
il sabato a Bellaria Carolina Benvenga di Rai Yoyo e Heidi. A Bellaria
inoltre si scierà sulla spiaggia con i
campioni di sci. Tullio De Piscopo e
la Gnassi Band a San Mauro Mare.
A Gatteo il 4 luglio la notte del
Liscio. A mezzanotte, come di consueto, su tutto il litorale lo spettacolo
dei fuochi d’artificio.
APPROVATA DA UNA COMMISSIONE DELLA FOOD AND DRUG ADMINISTRATION (FDA), AD AGOSTO L’OK DEFINITIVO
Dagli Usa arriva
il viagra femminile
Gli esperti sono favorevoli ma raccomandano
l’eliminazione degli effetti collaterali della pillola
di Elvira Mami
rriva dagli Stati Uniti il Viagra Rosa, tutto al femminile. Quindi non solo gli
uomini potranno usufruire dell’aiutino rivestito di blu per le
loro notti di passione, per par
condicio anche le donne potranno
aumentare la loro libido usando
la pillola rosa.
Il via libera per la diffusione del
farmaco è stato dato da una com-
A
missione della Food and Drug
Administration (Fda), l’autorità
americana per gli alimenti e i medicinali, ha approvato, finalmente,
il farmaco per la libido femminile.
L’approvazione però contiene delle
giuste contromisure per gli effetti
collaterali. L’autorità chiede infatti
a Sprout Pharmaceutical, la casa
che produce il medicinale, di mettere a punto un piano per diminuire gli effetti collaterali e rischi,
quali, ad esempio la stanchezza,
la bassa pressione sanguigna e i
mancamenti.
Nella commissione il voto favorevole è stato abbastanza netto:
18 sì contro 6 no. Una vittoria
considerando che Visto che la
Fda ha bocciato il farmaco due
volte dal 2010, attirando non
poche polemiche. Compresa
quella di discriminare le donne,
tanto che le associazioni femministe e dei produttori del farmaco hanno lanciato una peti-
zione, visto che è stato approvato
il Viagra e altri farmaci per gli
uomini con disfunzioni sessuali.
Tuttavia, molti studiosi continuano ad avere un atteggiamento
scettico nei confronti del farmaco. Adriane J. Fugh-Berman
della Georgetown University ha
definito la flibanserina “un mediocre afrodisiaco con spaventosi
effetti collaterali”. Ha inoltre ricordato che i test clinici sono
stati fatti su donne in salute, ma
che una volta in commercio il
medicinale sarà usato da un ampio numero di donne.
Anche se si tratta di un importante
risultato, l’ultima parola spetta comunque all’agenzia federale per
la quale il parere della commissione
non è vincolante. La decisione definitiva è attesa per agosto 2015.
La pillola rosa, che deve essere
assunta ogni sera, è prodotta
da Sprout Pharmaceuticals: il
gruppo americano con sede in
North Carolina sostiene che il
7% delle donne in pre-menopausa soffra di un calo del desiderio sessuale.
LADY GAGA
BOLZANO
A seno a nudo nella sauna a luci rosse
Sinfonia classica e giovani
talenti, un binomio perfetto
La popstar si concede una pausa relax un po’ osè
ady Gaga, è nota non solo per
le sue doti canore, ma soprattutto per le sue provocazioni
hot tanto apprezzate dal pubblico.
Non da ultimo, le sue foto postate
su Instagram dove ha pubblicato
un primo piano del suo seno nudo
stretto tra le mani.
Una foto a “luci rosse” nel vero
senso della parola, considerando
che la popstar ha immortalato sé
stessa mentre si trovava all’interno
della sauna ad infrarossi per un trattamento.
Quindi il selfie è d’obbligo per la
cantante, che dopo aver annunciato
le nozze entro l’anno con il fidanzato
Taylor Kinney, non sembra voler rinunciare ad altri scatti provocanti.
Le sue forme rigogliose hanno destato sospetti su una probabile gravidanza ma la star smentisce e replica
L
che è tutta colpa dell’età che avanza.
Su E! Online la popstar ha, infatti,
così smentito “Sto invecchiando e
molte persone pensano sia incinta.
Sono quasi una f***a trentenne,
ora ho più difficoltà a gestire il mio
corpo”.
In coppia con la sua dolce metà, il
suo tour coltiva successi, ma la
Lady Gaga per donare sé stessa la
meglio ai suoi fan, deve stare molto
attenta alla sua condizione fisica.
Messa a dura prova da un problema
all’anca, che la costrinse per un periodo in sedia a rotelle. “Devo ancora
stare attenta con l’infiammazione
alle ossa del bacino, dopo l’operazione di due anni fa – ha spiegato
su Instagram – Ma riesco a calmare
i dolori con la sauna ad infrarossi,
un ottimo investimento”per lei e per
la vista dei sui fan.
Ch.C.
n’immancabile appuntamento musicale a Bolzano, dal 28 luglio al 5
settembre, la città ospiterà il
Festival “Musica e Gioventù”.
Nella cittadina convergeranno
più di 500 musicisti provenienti
da tutto il mondo per dare vita
a 30 concerti di musica classica.
La scenografia dell’evento sarà
resa spettacolare grazie ai luoghi
più suggestivi e affascinanti
della città: dal centro storico
alle zone periferiche, dai parchi
alle sale da concerto, dai castelli,
alle chiese, dai musei, alle piazze, alle strade e alberghi storici
di Bolzano.
Come di consueto, a caratterizzare il festival sarà, come
sempre, il tema “Musica e Gioventù” grazie, in particolare, ai
concerti sinfonici della European
Union Youth Orchestra (16 e
U
21.8) e della Gustav Mahler
Jugendorchester (19 e 30.8),
le prestigiose orchestre giovanili
che hanno scelto Bolzano come
loro città di residenza, e agli
appuntamenti sinfonici e cameristici dell’Accademia Gustav
Mahler (31.7; 1, 2, e 3.8).
Tanti altri appuntamenti nella
rassegna musicale imperdibile,
un cartellone sperimentale e
ricco di contaminazioni della
rassegna Antiqua (30.7; 1, 6,
10, 14, 15 e 31.8; 5.9). A fine
agosto, avrà luogo la finale
della sessantesima edizione del
Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni (26.84.9), quando 27 talenti del pianoforte under 30 si sfideranno
per conquistare un Primo Premio, un riconoscimento tanto
ambito quanto raramente assegnato.
Ch.C.
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Sabato 6 giugno 2015
SOCIEtA’
GRANDE SEGUITO PER LA VENTICINQUESIMA EDIZIONE DELL’ESCLUSIVO FORMAT DI COUNTRY FESTIVAL ITALIANO
Game Fair, la conferma di un successo
Trentacinquemila visitatori e centottanta espositori alla manifestazione che in tre giorni ha offerto più di 250 eventi
di Barbara Fruch
rentacinquemila visitatori
e centottanta espositori. Il
Game Fair Italia si conferma, ancora una volta, un
punto di riferimento per
le aziende e gli appassionati del
mondo country, delle attività e delle
discipline sportive all’aria aperta.
L’evento, che si è tenuto per la prima
vota a Grosseto, nel cuore della Maremma toscana, dal 30 maggio al 1°
giugno, giunto alla venticinquesima
edizione, ha registrato una crescita
di circa il 6% rispetto al 2014, con la
presenza, tra gli altri, dei top brand
del comparto armi e caccia.
Risultati di successo, che premia sia
la gestione della società organizzatrice GFI Srl, sia la scelta degli organizzatori di svolgere l’edizione
2015 a Grosseto, in collaborazione
con Grossetofiere Spa.
Oltre 250 gli eventi dedicati ad equitazione, cinofilia, tiro sportivo e attività
outdoor che si sono susseguiti nell’arco dei tre giorni, oltre alla qualificata offerta espositiva hanno saputo
coinvolgere operatori del settore, appassionati del country life e famiglie.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati
di questa edizione – ha spiegato
Corrado Facco, Direttore Generale
di Fiera di Vicenza S.p.A., Presidente
e Amministratore Delegato di GFI
srl – una straordinaria partecipazione
di pubblico che ci ha permesso di
festeggiare l’importante traguardo
del 25° anniversario della Manifestazione nel migliore dei modi, in
una nuova location strategica del
centro Italia, nell’incantevole scenario
della Maremma toscana, e con la
collaborazione di un’organizzazione
come Grossetofiere. Ancora una
volta Game Fair si è confermato un
appuntamento unico nel suo genere,
capace d’intercettare il crescente
interesse per il mondo country in
Italia attraverso un format esperienziale dal mix vincente tra offerta
T
espositiva di qualità e un ricco programma di eventi. Soprattutto una
Manifestazione dove anche gli sport,
le passioni del tiro sportivo e della
caccia consolidano il valore del rispetto per la natura e l’ambiente.
Cultura, divertimento e natura per
tutte le età”.
Gli fa eco Giovanni Ghini, Presidente
CNCN, ha sottolineato: “La Maremma
ha risposto con grande entusiasmo
a questa prima edizione di Game
Fair a Grosseto, dire che siamo soddisfatti può essere addirittura riduttivo
vista l’affluenza dei visitatori, che
ha superato ogni aspettativa per essere una prima edizione in una nuova
location. Siamo contenti in particolare
per l’ottimo rapporto sviluppato con
Grossetofiere, che ci spinge a pensare ad un maggiore coinvolgimento
del territorio in futuro”.
E proprio la location però pare non
sia stata apprezzata da tutti. Taluni
visitatori hanno voluto sottolineare
come la zona, attrezzata sicuramente
al meglio, non offra spazi ombreggiati,
a differenza degli scorsi anni a Tarquinia, dove l’area, di per sé, godeva
anche della pineta. Altro gap la mancanza del mare che nelle passate
edizioni aveva dato la possibilità di
ambientare eventi anche in acqua,
con, ad esempio, dimostrazioni di
salvataggi con unità cinofile.
Ad ogni modo, non sono mancate
le attrazioni. Come ogni anno, grande
attenzione è stata dedicata al mondo
della cinofilia attraverso numerose
dimostrazioni ed esibizioni. Spazio
all’antichissimo lavoro della pastorizia, portato in scena dagli allievi
di Liuba Musso, famosi per le dimostrazioni di Sheep Dog, così come
all’importante attività sociale del recupero di persone disperse grazie
all’aiuto dei cani, con le simulazione
dell’associazione Dog Park il Casalone. Esibizioni di Splash Dog, A
Tutto Fresbee e Disc Dog hanno divertito i più piccoli, coinvolti assieme
ai genitori anche nel programma
educativo “Di te mi Fido” patrocinato
dall’Enci Junior Club. Gli appassionati
di cinofilia venatoria hanno potuto
inoltre ammirare gli esemplari canini
più belli durante le sfilate.
L’equitazione è da sempre un punto
di forza con le sue variegate e coinvolgenti attività. Sul Ring Spettacoli
si sono alternati gli show dei cavalli
spagnoli e dei Butteri maremmani,
le dimostrazioni di monta da lavoro,
guida e conduzione del gregge, le
performance degli artisti del Roman
Riding e di Gigaritmik, unico esempio italiano di abbinamento tra ginnastica ritmica ed equitazione, e la
Horse & Hound Parade, durante la
quale i cavalieri hanno mostrato le
diverse andature dei loro fidati cavalli.
Presente Rudi Bellini, uno degli artisti
più prestigiosi del panorama internazionale del mondo equestre. Inoltre, per i bambini desiderosi di avvicinarsi all’equitazione si è svolto il
tradizionale Battesimo della Sella.
Molto partecipata anche l’area dedicata al Tiro Sportivo. Il campione
Renato Lamera ha intrattenuto gli
appassionati di tiro al piattello con
le sue performance di precisione,
mentre chi ha voluto mettersi direttamente alla prova ha potuto provare
le armi delle più prestigiose case
armiere sulle 12 linee di tiro a disposizione. Al tiro a piattello si sono
affiancate anche le attività di tiro dinamico sportivo, tiro con replica western e avancarica, tiro a palla e tiro
con l’arco, tiro con la fionda e ad
aria compressa, tiro virtuale con il
laser shot.
Da sempre Game Fair rende omaggio anche all’antica tradizione della
falconeria con il gruppo I Falconieri
del Re: nel corso di un entusiasmante
spettacolo, i falconieri a piedi e a
cavallo hanno esibito le loro abilità
e quelle dei volatili.
In programma anche incontri quali
ad esempio, “Ambiente, legalità, nutrizione. Fauna selvatica come risorsa”, e la sesta edizione del
“Game Fair Award”, premio giornalistico e culturale.
E ora il Game Fair è atteso per il
prossimo anno.
I SEGRETI, LA STORIA, IL FASCINO MILLENARIO DELLA FALCONERIA: A TU PER TU CON FABIO FATTORI
Rapaci di intendere. E volare
di Robert Vignola
na storia lunga millenni.
Che si declina oggi tra colletti bianchi da dismettere
in fretta e improperi animalisti
da scovare. Già, perché nel mondo globalizzato chi subordina il
proprio impiego al rapporto da
instaurare con l’animale che ha
scelto come compagno di vita
si ritrova a dover fare i conti
con l’avanguardia del pensiero
unico mondiale, solo perché
quello è anche un compagno di
caccia. Contraddizioni della falconeria al tempo degli smartphone. Che continua però a resistere, indifferente anche alla
dittatura dell’efficienza che ha
ormai contagiato persino l’arte
venatoria. La falconeria non molla
un centimetro, insomma, e permane “l’arte di catturare le prede
con l’aiuto di un falco nel loro
ambiente naturale”. Fabio Fattori
recita la definizione con attenzione
U
maniacale. D’altronde, se n’è occupata anche l’Unesco, che l’ha
inserita nel patrimonio immateriale dell’umanità. Tra mille polemiche, s’intende, di chi vede
la caccia come qualcosa di “anacronistico”. “Attività di altro tipo
fatte con i rapaci non sono falconeria”, avverte Fabio. Giovane
professionista che vive sui Castelli
Romani, ha iniziato da piccolo a
perseguitare il padre con l’esigenza di avere un rapace. Il signore rimediò con una cornacchia… comunque bastò per stabilire con il mondo degli uccelli
un rapporto indissolubile, che
si concretizzò di nuovo in età
adulta con l’acquisto di uno sparviero. “I prezzi variano – spiega
Fattori – dai 600 ai 3000 euro, o
anche di più: dipende dal sesso,
dall’allevamento, dall’origine”.
Ora lui è uno dei perni del Circolo
Culturale di Falconeria Tradizionale Italiana. Poche persone:
d’altronde, in tutta Italia, il numero
dei proprietari di rapaci è inferiore
al migliaio; quelli che praticano
falconeria sono un decimo.
E dire che quella nazionale è una
delle scuole più antiche del mondo: “La introdusse Barbarossa,
mentre è nata nelle steppe della
Mongolia millenni fa. Sempre con
una regola: il rapporto è alla pari,
il rapace non sarà mai un cane,
ma un alleato nella caccia. Per
questo la risposta o la partecipazione che si incontra in esibizioni
o spettacoli ci interessa relativamente: ciò che conta è la storia
da onorare”. Come in ogni seria
passione, le soddisfazioni vanno
di pari passi con gli sforzi immani
da affrontare. “L’impegno è tanto,
soprattutto dal punto di vista del
tempo. Il falco pellegrino, lo sparviero, l’astore e le altre specie
hanno bisogno che i loro ritmi
naturali siano assecondati. Vanno
tenuti allenati, come se fossero
atleti, bisogna lasciarli volare almeno quattro o cinque volte alla
settimana. E lo devono fare quando le condizioni ambientali sono
più congeniali a loro, preferibilmente al tramonto o all’alba. Con
troppo caldo, o in periodi ormonali
particolari, potrebbero non tornare”. Un dramma, evidentemente. Non da meno le malattie che
possono insorgere, la demoralizzazione nel caso di alimentazione
indotta e non procacciata. “Le
catture di prede sono difficilissime:
te ne capitano 6 in un anno? Sei
fortunato…”, avverte Fabio. “Ma
la più bella è sempre la prossima.
Stiamo organizzando col circolo
un viaggio in Scozia, come ne
abbiamo fatti nel recente passato
in Slovacchia: saremo ospitati da
altri falconieri, tra di noi ci si capisce”. Al volo, si direbbe. Un
po’ meno con gli animalisti. Ma
l’importante è che nei cieli d’Europa continui a spiegare le ali il
sogno di questa antica, bizzarra,
naturalissima alleanza tra uomo
e uccello predatore.
Fabio Fattori e Greta
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