Railgun: il cannone elettromagnetico dalla fantascienza alla
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Railgun: il cannone elettromagnetico dalla fantascienza alla
Scheda referenza Monza, 10 ottobre 2008 Railgun: il cannone elettromagnetico dalla fantascienza alla realtà! Cos’è e come funziona il cannone elettromagnetico Il cannone elettromagnetico (railgun, in inglese) è un metodo di lancio che sfrutta il principio fisico dell’induzione elettromagnetica, lo stesso che permette la rotazione dei motori elettrici. E’ una tecnologia studiata già dai primi anni del 1900 che inizia ora ad avere alcune applicazioni reali e fattibili. Il principio è semplice: un corpo conduttore percorso da corrente elettrica, immerso in un campo magnetico, è soggetto ad una forza perpendicolare al campo magnetico ed alla corrente da cui è percorso. Il cannone elettromagnetico in una visionaria rappresentazione degli anni ’30 del secolo scorso. Il cannone elettromagnetico, semplificando, è composto da una sorgente di energia elettrica collegata all’estremità di due guide parallele realizzate con materiale conduttore. Quando un “proiettile” anch’esso di materiale conduttore viene inserito tra le guide, come nelle figure, il circuito è completo: la corrente elettrica fluisce dalla sorgente alla prima guida, quindi attraversa il “proiettile” e torna alla Il cannone elettromagnetico: circuito di base, effetto del campo magnetico, come agisce la forza di Lorentz. sorgente attraverso la seconda guida. La corrente che circola in senso opposto nelle guide provoca un campo magnetico rislultante (B), tra le guide, che si sviluppa in senso verticale; questo interagisce con la corrente (I) che attraversa il proiettile causando una forza (“forza di Lorentz”) che agisce sul proiettile facendolo scorrere lungo le guide. Se la sorgente è in grado di fornire una grande corrente, il proiettile può essere espulso dalle guide anche con velocità elevatissime, in teoria fino a più di 20 km/s, equivalenti a Mach 60(*). Per raggiungere tali velocità, occorre una sorgente in grado di fornire per qualche frazione di secondo una corrente di diversi milioni di Ampere. Il principio fisico alla base del cannone elettromagnetico è noto dalla metà del 1800, il circuito elettrico da realizzare è relativemente semplice… perchè non è stato fatto prima? I problemi sono stati, in effetti, di difficile soluzione. Alcuni qui di seguito: - la forza che per lo stesso principio fisico si sviluppa anche sulle guide, tende a deformarle. Le guide sono lunghe 5-10 metri e quindi subiscono una sollecitazione enorme. (*): La velocità di un corpo in fluido si può misurare in multipli della velocità del suono in quel fluido (Mach 1). Nell’aria Mach 1 è di circa 0,34km/s. Si definisce regime ipersonico una velocità > Mach 5. [email protected] www.icar.com Scheda referenza - Monza, 10 ottobre 2008 la dissipazione Joule e gli attriti causati dal moto del proiettile lungo le guide causano il raggiungimento di temperature elevatissime (fino a 10.000°C). il generatore impulsivo deve essere in grado di erogare correnti elevatissime in tempi brevissimi, senza distruggersi per le sollecitazioni elettriche e meccaniche, nonchè termiche. A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso gli studi sul cannone elettromagnetico si sono intensificati, grazie agli sviluppi tecnologici che hanno permesso di realizzare prototipi via via più performanti e interessanti: nel 2008 la marina statunitense ha fatto dei lanci con proiettili in tungsteno di circa 2 kg sparati alla velocità di 3 km/s (Mach 9); bisogna sottolineare che con i cannoni “normali” la velocità limite teorica, ormai raggiunta da tempo, è di circa 1,2 km/s (Mach 3). Fondamentalmente i problemi che impedivano la realizzazione di cannoni elettromagnetici efficaci sono stati superati - grazie alla migliore tecnologia dei materiali, che permette di ottenere materiali via via sempre più robusti e resistenti al calore, con bassissima resistenza elettrica grazie a sistemi di generazione in grado di fornire correnti elevatissime. Applicazioni Il cannone elettromagnetico, sviluppato per fini militari, sarà in effetti interessante anche per applicazioni diverse, per esempio dove sono richieste elevate accelerazioni di grosse masse (ad esempio aerei che partono da portaerei), lancio di missili in orbita, movimentazione di satelliti in assenza di atmosfera (dove non è possibile utilizzare carburanti chimici). Prova di lancio con prototipo di cannone elettromagnetico. Si noti lo sviluppo del calore per effetto Joule e per attrito. Il contributo di ICAR Ci sono solo due sistemi per produrre correnti impulsive di valori così elevati: i cosiddetti “compulsators” ovvero alternatori speciali in grado di emettere impulsi di corrente, oppure robuste batterie di condensatori speciali ad alta capacità e con elevata velocità di scarica. ICAR ha sviluppato condensatori speciali in grado di immagazzinare un’energia elevatissima e fornirla in un tempo brevissimo (vedasi la referenza sull’impianto del Nuclear Ignition Facility). Grazie alla tecnologia ICAR, le prestazioni ottenute in questa particolare applicazione hanno fatto sì che Science Applications International Corporation (SAIC) di San Diego – California, una delle realtà di ricerca applicata che ha dato maggiore impulso al cannone elettromagnetico, affidasse ad ICAR la fornitura dei condensatori utilizzati per lo studio di uno dei prototipi finali. Tra il 2005 ed il 2006 ICAR ha fornito a SAIC più di 300 condensatori speciali. Questi condensatori hanno una tensione nominale di 16kV e possono immagazzinare un’energia di 100kJ ciascuno, fornendo una corrente impulsiva di 300kA in 160µs. Sono stati progettati per fornire più di 2000 impulsi, resistendo ad accelerazioni di 20 g. Il condensatore per SAIC. L’esperienza acquisita nella realizzazione di questi condensatori speciali è stata travasata nella tecnologia 3Ut, i condensatori di rifasamento più innovativi. [email protected] www.icar.com