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questi figli amatissimi - Commedie Teatrali Italiane

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questi figli amatissimi - Commedie Teatrali Italiane
QUESTI FIGLI
AMATISSIMI
di
Roberta Skerl
2013
1
PERSONAGGI
ANNA E GIULIO: una coppia
FEDERICA E GABRIELE: i loro figli
SCENA
Il soggiorno della casa di Anna e Giulio.
2
Giulio torna a casa dopo una giornata di lavoro. Entra con la sua borsa da
assicuratore e getta le chiavi su una mensola all’ingresso.
GIULIO
Ciao. Sono a casa… Anna… Amore, ci sei?… (Guarda della posta e apre una
lettera che legge, infuriandosi) Cosa?! Ma questo è pazzo! (Grida) Anna!
L’amministratore di condominio ci ha fatto il decreto ingiuntivo per le grondaie!
Anna entra dalla cucina. È furibonda anche lei, e si mette a sistemare
sbattendo ogni cosa.
Ma è da non credere! Ci ha fatto il decreto ingiuntivo. Siamo alla follia!
ANNA
Lo so. L’ho visto.
GIULIO
(Inviperito) Ma io dico, appalti un lavoro da migliaia di euro a tuo cugino
disoccupato che di grondaie non sa niente perché fino a ieri guidava gli autobus.
Quello fa un lavoro a cacchio col risultato che adesso dalle grondaie scendono le
cascate del Niagara ogni volta che piove, e mi fai il decreto ingiuntivo perché non
te le voglio pagare?! Ma io gliele spacco sulla testa, le grondaie! (Alla moglie, che
sembra non ascoltarlo) Anna!
ANNA
(Nevrotica) Che c’è Giulio, cosa vuoi?!
GIULIO
L’amministratore ci ha fatto il decreto ingiuntivo!
ANNA
Ho capito! L’ho visto! Ma se proprio lo vuoi sapere, non me ne frega niente del
decreto ingiuntivo in questo momento, e delle grondaie e dell’amministratore! Ho
ben altro per la testa adesso. E anche tu ce l’hai! Anche tu! Vedrai se ce l’hai.
Anna quasi piange per la rabbia.
GIULIO
(Preoccupato) Amore, che è successo?
ANNA
Guarda sono fuori di me! Fuori di me! Io non so cosa faccio stasera!
GIULIO
Ma perché, cos’è successo?
ANNA
È successo che ha telefonato Federica per avvertirci che ha deciso di tornare a casa!
1
GIULIO
(Basito) Che cosa?
ANNA
Hai capito benissimo. Dice che il master si è rivelato al di sotto delle sue aspettative
e quindi torna a casa. A meno di sei settimane dal diploma e dopo otto mesi di
trasferimento a Londra a botte di 2000 euro al mese per mantenercela, lei ha
realizzato che il master è al di sotto delle sue aspettative!
GIULIO
Stai scherzando?
ANNA
Dopo che abbiamo fatto i salti mortali per iscriverla a un master talmente unico,
prestigioso, fondamentale, imprescindibile, così elevato che io non ho nemmeno
capito che cavolo sia, lei decide che non è elevato abbastanza!
GIULIO
Anna, calmati un attimo, per favore. Fammi capire.
ANNA
Non c’è niente da capire, Giulio! Quella cretina di tua figlia si è stufata del master a
Londra e ne vuole fare uno a Barcellona.
GIULIO
A Barcellona… Va bene. Che problema c’è? Io ce la mando a Barcellona, ci metto
un attimo… A calci ce la mando! Non le faccio neanche spendere i soldi dell’aereo!
(Cerca convulsamente il cellulare) Dove ho messo il cellulare? Adesso la chiamo e
vedi come ci va a Barcellona. De filada va a Barcellona! A ballare il flamenco ci
va, almeno guadagna qualcosa per la prima volta nella sua vita!
ANNA
Non ti risponde adesso. È in aereo e l’avrà spento il cellulare.
GIULIO
(Sbalordito) Come in aereo? Ma perché, sta tornando stasera?
ANNA
No. Mi ha detto che andava non ho capito dove per il week-end. A quest’ora sarà in
viaggio e in aereo devi spegnere il cellulare.
GIULIO
Bè, ragazzi, ma io sono sbalordito, non ho più parole. Questa ti dà una notizia del
genere e poi parte per il week-end? Ma io la faccio estradare in Spagna!
ANNA
Guarda Giulio, noi dobbiamo parlare. Dobbiamo chiarirci le idee e prendere delle
decisioni precise su Federica perché non se ne può più!
2
GIULIO
Ma non c’è nessuna decisione da prendere! Federica resta dov’è e finisce quel
master a costo di legarla.
ANNA
Ha ventisei anni ormai! È una donna! È grande, deve decidere cosa vuole fare nella
vita! Hai capito? Deve decidere una volta per tutte!
GIULIO
Ma è ovvio!
ANNA
E prima medicina. Poi si accorge che medicina è faticosa e allora passa a filosofia.
Poi si rende conto che i filosofi muoiono di fame e si sposta a Scienze della
Comunicazione. Quindi, un giorno, gira un filmino al matrimonio della sua
migliore amica e, lì, folgorata sulla via di Damasco, capisce che la sua strada è il
cinema! Minaccia di tagliarsi le vene se non fa il master di antropologia visiva della
visualità della visione di tuo nonno, e adesso chiama per dire che il master di
antropologia visiva della visualità della visione di tuo nonno è una stronzata?!
GIULIO
Anna, non esiste il problema. Non c’è. Non è catalogato nel firmamento dei
problemi possibili. Federica finirà quel master perché io glielo faccio ingoiare, il
master e la videocamera professionale da 9000 euro della quale, per inciso, ci
mancano da pagare ancora sette rate! È chiaro?!
ANNA
Io non ne posso più!
GIULIO
Ma io dico, un poveraccio lavora tutta la settimana cercando di vendere
assicurazioni che nessuno compra perché nessuno ha più un soldo; gira come
un’ameba dodici ore al giorno sotto il caldo, mangiando tramezzini di plastica col
tonno scaduto. Ci riesce sostenuto solo dal pensiero che in fondo al tunnel c’è il
venerdì e, quando il venerdì finalmente arriva, torna a casa e trova un demente che
gli fa il decreto ingiuntivo e una mentecatta che si è stufata di stare a Londra!
ANNA
Giulio, ascoltami bene, io esigo che questa volta, con Federica, noi siamo fermi.
Irremovibili! Due pezzi di granito!
GIULIO
Ma certo che saremo fermi!
ANNA
No, non mi dire “certo che saremo fermi”! Non lo dire se poi sei il primo che cede
davanti a ogni suo capriccio.
3
GIULIO
Io cedo davanti ai capricci di Federica?! E figurati se non era colpa mia. E certo, è
chiaro. Quella fa il diavolo che le pare perché io glielo permetto, mentre tu…
ANNA
Non ho detto che tu le permetti tutto. Ma se sei sincero, devi ammettere che di
fronte a Federica io sono molto più ferma di te.
GIULIO
Oh, come no! Tu sei un muro… del pianto, però! Perché basta che Federica versi
una lacrima e tu non dormi per quindici giorni, alla fine dei quali le dici sempre di
sì, qualsiasi sia la cosa che ha chiesto.
ANNA
Questo è ingiusto.
GIULIO
Sarà ingiusto ma è vero.
ANNA
È ingiusto e offensivo, perché il fatto che io mi sia spaccata in quattro per i miei
figli non significa che gli abbia concesso tutto.
GIULIO
Perché, io non mi sono spaccato in quattro? In quaranta mi sono spaccato! Tutti i
santi giorni a lavorare come un dannato, non soltanto per non fargli mancare niente,
perché questo è giusto e doveroso, ma per dargli tutto! Tutto, tesoro mio caro. A
Federica e a quell’altro… coso… come si chiama? Gabriele. Io ho dato tutto ai miei
figli, anche se non ho mai condiviso niente di quello che fanno! Sei tu che crolli
come una pera al primo “mamma”.
ANNA
Io non crollo come una pera!
GIULIO
Sì che crolli come una pera! Avessi visto una volta, in ventisei anni, Federica lavare
un piatto, rifare un letto, passare un aspirapolvere. Mai! Mai! Perché «No, lo faccio
io. Lo faccio io perché, sai, Federica deve studiare». Hai capito, il muro!
ANNA
Perché è questo che tu ti aspettavi da Federica, vero? Che lavasse i piatti e rifacesse
i letti e passasse l’aspirapolvere come me! Come deve fare ogni donna. Relegata al
suo ruolo di domestica a tempo pieno, di serva, di filippina senza nemmeno i
contributi!
GIULIO
…Cosa fai, le rivendicazioni femministe? Adesso ti svegli, alla tua età?
4
ANNA
Perché, che età ho io, eh? Che cos’hai da dire sulla mia età? È la tua, sai! Anzi, ne
ho cinque di meno, io. E se proprio vogliamo essere precisi, ti sottolineo che si
vede!
GIULIO
Adesso dimmi che perdo i capelli.
ANNA
Fossero solo quelli.
GIULIO
Anna, stai attenta a come parli.
ANNA
Perché, cosa mi fai? Mi picchi? Eh? Mi picchi? Toccato nel vivo della sua
mascolinità, s’innervosisce e mi sgrida il grand’uomo delle nevi! Si arrabbia. Che
paura, tremo come una foglia.
GIULIO
…Ma sei scema?
ANNA
Sei tu che sei andato in pappa con quei due ragazzi! Perché dovevano avere tutto
quello che non abbiamo avuto noi, perché Dio non voglia dovessero fare una
rinuncia, avere un desiderio irrealizzato, sentirsi dire un no ogni diecimila sì.
Perché la tua vita ruota tutta intorno a loro!
GIULIO
Anche la tua!
ANNA
Certo, ma io non li sopporto più! Perché non crescono mai, non cambiano mai, non
finisce mai! Perché ho paura che se Gabriele divorzia ci ripiomba in casa anche lui
e tutto ricomincia da capo un’altra volta!
Giulio la guarda scioccato.
GIULIO
…Come divorzia? Chi?!
ANNA
Ecco, adesso lo sai finalmente! Gabriele e Francesca non si tollerano più. Sono
mesi ormai che sono ai ferri corti e il matrimonio sta finendo. Anzi, è già finito,
sepolto, sotterrato.
GIULIO
E me lo dici così?
5
ANNA
Potevi arrivarci da solo.
GIULIO
E come facevo? Io non li vedo mai, sto fuori tutto il giorno a lavorare.
ANNA
Anch’io lavoro, dalle nove di mattina alle sei di sera. Questo in ufficio
naturalmente, perché poi torno a casa e ne comincio un altro di lavoro. Al contrario
di te che, quando torni, ti stravacchi su quel divano e non ti alzi nemmeno con gli
argani! Eppure io me ne sono accorta. Non ho avuto bisogno che Gabriele me lo
dicesse per capire.
GIULIO
(Sconvolto) Ma perché divorzia? S’è sposato un anno e mezzo fa. 112 invitati, 11
mila euro solo di pranzo, non può divorziare! Quest’estate parlavano di un
bambino...
ANNA
Menomale che non è arrivato. Ringrazia il cielo che non c’è nessun bambino, sennò
a quest’ora c’era l’ennesimo infelice sbattuto da una casa all’altra come un pacco
postale.
GIULIO
Ma com’è possibile che non vadano più d’accordo? Perché?!
ANNA
Perché Francesca non ne può più della campagna, ecco perché. Perché è successo
quello che tutti avevamo detto a Gabriele: che vivere in campagna non è una cosa
facile, che fare gli eremiti coltivando zucchine è divertente il primo mese, un po’
stancante il secondo, e una gran rottura di palle il terzo! E adesso Francesca, che
faceva la web content manager alla Multinational Holding Handing Swinging
Sanghing Sunghing Company di Milano, ne ha piena l’anima delle zucchine e
quindi divorzia! E lo farei anch’io!
GIULIO
Oh Madonna mia!
ANNA
Io li ammazzo uno a uno.
GIULIO
Ma come si fa? Come si può? Ma che cosa abbiamo fatto di così tremendo,
Signore? Dimmelo!
ANNA
Io li adoro, Giulio, tu lo sai. Sono tutto per me, ma io sono arrivata al limite!
6
GIULIO
Ma dove abbiamo sbagliato? Perché qualcosa l’abbiamo sbagliata, Anna. Una
cambia università ogni cinque minuti, l’altro si laurea in fisica molecolare con il
massimo dei voti e poi va in Umbria a fare l’aceto balsamico. Perché sono sempre
così scontenti?
ANNA
Non lo chiedere a me perché non lo capisco.
GIULIO
Cristo, volevo solo mangiare una pizza stasera. Sbattermi sul divano e vedere
Criminal Minds. Non chiedevo altro.
ANNA
Non c’è Criminal Minds stasera. Lo fanno il giovedì.
GIULIO
(Sconsolato) Ecco...
ANNA
Oh Dio come sono stanca, stanca, stanca di tutto!
Giulio va ad abbracciarla.
GIULIO
Calmati, amore, non fare così. Calmiamoci tutti e due. Ragioniamo un momento.
Anzi, lo sai cosa facciamo? Andiamo fuori a mangiarcela la pizza. Usciamo io e te,
prendiamo un po’ d’aria e parliamo. Ti va?
ANNA
Sì…
GIULIO
Si risolve tutto. Stai tranquilla, amore, che si risolve tutto.
ANNA
Non so cosa mi è preso, scusami. Non ce l’ho con te.
GIULIO
Lo so, tesoro. Non ti preoccupare. È che questi sono matti. Adesso stai tranquilla,
però, per favore.
ANNA
Avevo solo bisogno di sfogarmi un momento. Adesso va meglio. Molto meglio.
GIULIO
Bene. Vai a vestirti allora. Dai che andiamo fuori. È anche una bella serata,
facciamo una passeggiata. Basta che stai tranquilla.
7
ANNA
Lo sono, lo sono. Adesso mi sono calmata. È passata.
Suona il telefono e Anna va a rispondere.
ANNA
Pronto?...(Dopo un silenzio, si trasforma e urla sempre più istericamente) Lo
Jacono non glieli diamo i soldi del grondaie. Non li avrà mai da noi i soldi delle
grondaie.
Giulio le strappa il telefono e urla.
GIULIO
Dovrà passare sui nostri cadaveri per avere i soldi delle grondaie! Ha capito?!
BUIO
Sul buio si sente il rumore di un aereo. È quello di Federica, che sta tornando.
Anna e Giulio l’aspettano tesi, nervosi.
GIULIO
Fai parlare me, per favore.
ANNA
Sì, parla però.
GIULIO
Certo che parlo.
ANNA
No, dico, fallo.
GIULIO
T’ho detto che parlo. Le parlo io.
ANNA
Ho capito. E io ti ho solo detto che lo devi fare però. Non come al solito, che parti
in quarta e poi ti fermi appena la vedi.
GIULIO
Anna, lo faccio! Ma devo aspettare che arrivi, o no?! Vuoi che parli adesso che non
c’è? Parlo col muro? (Si mette davanti al muro) Se vuoi mi metto qui davanti e
parlo col muro come un deficiente. «Muro, devi prendere una decisione una volta
nella vita, perché sei grande ormai».
ANNA
Senti, Giulio, se hai i nervi fatteli passare, perché se pensi di parlare così a Federica
non concludi niente. Quella ti schiaccia come un moscerino, ti annienta prima
ancora che apri bocca.
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GIULIO
Guarda, facciamo una bella cosa, parlale tu! Visto che sei tanto brava, dato che tu ti
sai imporre col pugno di ferro, parla tu a tua figlia.
ANNA
Che cosa impongo, ormai? Sta tornando! Del resto che vuoi fare? A ventisei anni
non puoi mica legarla al letto. Se non vuole più stare a Londra, non ci sta più e
basta. È così. Non hai mica una scelta.
GIULIO
Sì, però, ce lo siamo detti: non è che torna e tutto fila via liscio come se niente
fosse. Non ti va più il master a Londra? Va bene. Cioè no, non va bene per niente,
ma non te lo possiamo impedire e quindi va bene per forza. Ma Barcellona te la
scordi, e i soldi per stare a casa a fare niente pure. Perché è questo che è tornata a
fare qui in Italia, niente. Con un tasso di disoccupazione che ormai è quello del
Burkina Faso. Perché tu lo sai che qui non lo trova un lavoro, vero?
ANNA
Certo che lo so. Io lo so! È lei che non lo sa.
GIULIO
Bè, adesso lo impara. Perché se pensa che io la mantenga per il resto dei suoi giorni
ha proprio sbagliato a capire.
Suona il citofono e tutti e due saltano agitati.
ANNA
Eccola!
GIULIO
Sì, eccola… Anna non saltare così, però, per Dio! Sei elettrica.
ANNA
Non sono elettrica.
GIUGLIO
Sei schizzata come un elastico!
ANNA
E va bene, allora sono elettrica. Hai ragione tu, basta che la finisci. (Risponde al
citofono, durissima) Sì… Federica! (Dopo un silenzio imbarazzato, a Giulio) Dice
se scendi a prenderle le valigie.
GIULIO
(Categorico) No.
ANNA
Scusa Giulio, però, cosa c’entrano le valigie adesso?
9
GIULIO
Se le porta da sola le valigie, va bene?! Se le carica sulle spalle e se le porta da sola.
ANNA
Ma cosa vuol dire questa ripicca adesso? È da bambini. È stata via otto mesi, è
piena di borse e non l’aiuti?
GIULIO
No.
ANNA
Non è su queste scemenze che ti devi impuntare.
GIULIO
Invece io m’impunto, guarda un po’. Mi pianto proprio, mi cementifico!
ANNA
Allora vado io. Ho la sciatica ma vado io!
Sulla sciatica Giulio cede.
GIULIO
Va bene, ci vado ci vado ci vado. Esco io. La sciatica non ce l’hai ma esco io
perché se ti attacchi a questi ricatti meschini, da miserabile…
ANNA
Non posso portare pesi, lo sai! Ti fissi sulle cretinate.
GIULIO
(Avviandosi) Stai zitta, per favore, Anna. Stai zitta. Esco, sto uscendo, sono uscito.
Sono già fuori. Mi vedi? Non ci sono più. Sono in strada.
Giulio esce e dopo pochi istanti entra Federica, entusiasta. Ha con sé un paio di
borse che butta per terra precipitandosi ad abbracciare la madre.
FEDERICA
Mammina! Che bello rivederti! Sono a casa! Sono a casa!!! Come stai?
Anna risponde freddamente all’abbraccio.
ANNA
Bene Federica. Tu come stai?
FEDERICA
Adesso benissimo. Non vedevo l’ora di tornare, non ne potevo più. Solo che il volo
è partito con un’ora di ritardo e poi, come al solito, ho dovuto aspettarne quasi due
per recuperare i bagagli. (Giulio entra carico di valigie). Ho portato un miliardo di
cose, anche dei regalini per tutti. Dio, come sono felice! Ma quanto sono felice!
10
GIULIO
Vado a prendere le altre. Non aiutatemi che ce la faccio da solo.
FEDERICA
Mammetta adorata, mi sei mancata tanto. Da morire. Allora, che mi dici? Nonna
come sta?
ANNA
Sta bene.
FEDERICA
Gabriele, Francesca, gli zii? Tutto bene?
ANNA
(Gelida) Stiamo tutti bene Federica. Non c’è nessuna novità.
FEDERICA
Adesso mi racconti. Dammi solo un minuto che devo fare subito una pipì perché è
da Londra che la tengo. Poi, mamma, mi dispiace, lo so che sono appena arrivata
ma ho una compagna di corso che si è laureata. Parte giovedì per la Francia e
stasera fa una festa. Devo almeno passare a salutarla, non posso non farlo. Scusa,
torno immediatamente.
Federica corre in bagno lasciando Anna esterrefatta. Giulio entra con le ultime
valigie, e le ultime forze.
GIULIO
(Arrabbiato) Dov’è?
ANNA
In bagno… Giulio, deve uscire stasera.
GIULIO
Chi? Come sarebbe?
ANNA
Un’amica parte per la Francia e fa una festa. Non può non andare a salutarla.
GIULIO
Oh, ma certo. Eh no, non può non andare, scherzi? Se l’amica parte per la Francia.
(Urla) Federica!
ANNA
Giulio non esagerare, però.
GIULIO
Non voglio sentire niente! Adesso basta. Federica!
Federica rientra. Anna tenta di placare gli animi.
11
ANNA
Federica ascolta…
GIULIO
Dove vai tu, alla festa? Tu non vai a nessuna festa, tesoro mio! Tu adesso ti siedi lì
e parli con noi finché non ci spieghi tutto quello che è successo e quello che hai
intenzione di fare.
FEDERICA
Senti, papà, lo so che sei arrabbiato…
GIULIO
No, io non sono arrabbiato! Io sono incazzato nero!
ANNA
Giulio, calmati. Non serve a niente parlare in questo modo.
GIULIO
Mi dici che cosa ti è venuto in mente di tornare a casa?
FEDERICA
Mi sono resa conto che il master non era quello che immaginavo. Non avrebbe
aggiunto niente al mio curriculum.
ANNA
E ci hai messo otto mesi per capirlo? Ma tu hai la più pallida idea di quello che
abbiamo fatto noi per mantenerti otto mesi a Londra?! Solo il master è costato 18
mila euro, Federica! 18 mila euro!
FEDERICA
Lo so benissimo quanto è costato. Credi che non ci abbia pensato?
GIULIO
Evidentemente non abbastanza!
FEDERICA
Senti, io mi rendo conto di tutto ma non potevo farne a meno, altrimenti non sarei
tornata. Non stavo più bene a Londra.
GIULIO
Non ci sei andata per stare bene a Londra. Ci sei andata per fare una scuola che tu
hai voluto fare! Ci hai disintegrato i cosiddetti per mesi perché volevi fare quel
corso!
FEDERICA
Insomma, non si può cambiare idea?
12
ANNA
No che non si può! Soprattutto a sei settimane dalla fine. È rigorosamente vietato
cambiare idea. È un delitto, è immorale, Federica.
FEDERICA
(Risentita) Va bene. Se la prendete così…
GIULIO
Ma come pensavi che la prendessimo?
FEDERICA
Mi aspettavo un’arrabbiatura ma non tutte queste scene, se proprio lo vuoi sapere.
Anche perché, se vogliamo essere precisi, i soldi per il master li ha messi la nonna,
non voi.
Sopraffatto dalla rabbia, Giulio le molla istintivamente un ceffone.
ANNA
(Scioccata) Giulio!
Federica lo guarda con odio, e corre furibonda in camera sua sbattendo le porte.
ANNA
Ma cosa hai fatto?
GIULIO
(Turbato)…Non doveva rispondere a quel modo…Non doveva…
Federica rientra con la borsa e si dirige verso la porta per andarsene, ma Giulio la
blocca.
GIULIO
Tu non ti muovi di qui.
FEDERICA
Toglimi le mani di dosso!
GIULIO
Vai a sederti su quel divano e non ti muovere di lì perché finisce male, Federica!
FEDERICA
Ma sei impazzito?!
ANNA
Vi calmate per favore!
GIULIO
Finisce malissimo!
13
FEDERICA
Grazie della bella accoglienza! Bravo. Dopo otto mesi che manco da casa è così che
sei contento di vedermi.
GIULIO
Non sono contento per niente di vederti! E ringrazia il cielo che mi sto tenendo.
FEDERICA
Ah, ti stai tenendo? E mi prendi a ceffoni perché ti stai tenendo?! Pensa se non ti
tenevi! A ventisei anni mi metti le mani addosso?! (Grida) Non ti permettere mai
più, non t’azzardare un’altra volta perché ti giuro che non mi vedi più! E adesso
lasciami passare perché io vado dove mi pare.
Federica riparte verso la porta e Giulio la ribracca urlando.
GIULIO
Vatti a sedere!
Anna interviene fisicamente e allontana Giulio.
ANNA
Basta adesso, Giulio! Per favore! (A Federica) E tu, ascoltami bene: papà ti ha dato
quel ceffone perché gli hai fatto saltare i nervi, e ha sbagliato. Però tu non puoi
pensare di trattarci così. Perché se decidi di trattarci in questo modo, proprio perché
hai ventisei anni, decidi anche che esci da quella porta e qui non ci rimetti più
piede. È chiaro?!
Federica capisce che la situazione è grave e butta la borsa in un angolo, infuriata.
Ma resta. Tutti prendono fiato e Anna cerca di parlare con più pacatezza.
ANNA
Di questa porcheria che hai detto riguardo ai soldi della nonna non voglio nemmeno
parlare. Ti devi solo vergognare. Ti avrà pagato il master ma i bonifici per restare a
Londra li abbiamo cacciati io e quel signore lì. Quanto a quello che ti aspettavi per
il tuo ritorno mi domando se stai dando i numeri. Che volevi, i pasticcini?
FEDERICA
Non volevo niente. Ho detto solo…
ANNA
(Interrompendola) Lo sai che colpo ci hai fatto venire l’altra sera quando hai
chiamato per dire che mollavi tutto? Dopo la fatica che abbiamo fatto per
accontentarti per l’ennesima volta! Ma che cosa credi, che io e papà i soldi li
grattiamo dal muro? Che ogni volta che ci passiamo davanti, il bancomat ce li
regali perché siamo simpatici?!
FEDERICA
Ti ho già detto che lo so quanto è costato! Mi prendi per una stupida?! Credi che sia
una stronza viziata e ingrata? È questo che pensate di me?!
14
GIULIO
Nessuno ha detto questo.
FEDERICA
Lo so quanto avete speso e i sacrifici che avete fatto! Ma proprio perché è così
dovreste capire che, se sono qui nonostante tutto, vuol dire che è successo qualcosa!
Magari qualcosa di grave! Qualcosa che non mi ha lasciato scelta! O no?! C’hai
pensato che forse è successo qualcosa?
GIULIO
E allora dicci cosa, e prega Dio che sia qualcosa di davvero importante perché io e
la mamma siamo stanchi delle tue sparate, dei tuoi voli, dei capricci di
un’adolescente che però, a ventisei anni, adolescente non è più!
FEDERICA
(Urla in lacrime) Io sto male, cazzo! Sono finita da uno psichiatra perché ho tentato
di buttarmi da un ponte a Londra! Ecco cos’è successo! Non volevo dirvelo. Non
avrei detto niente per non farvi stare male come sto male io! Ma se, dopo otto mesi,
entro in casa e mi aggredite in questo modo, ve lo dico sì quello che è successo.
Contenti adesso?!
ANNA
(Sbigottita) Federica…
FEDERICA
Ho conosciuto un bastardo che mi ha fatto impazzire per sei mesi e poi se n’è
andato mollandomi come un’idiota, e adesso sto in piedi a psicofarmaci! Ne ho
presa una scatola intera per riuscire a salire sull’aereo e tornare a casa. È abbastanza
importante per voi o non basta?! Vi serve altro?!
Nella stanza cala il gelo, Federica scappa di nuovo in camera sua risbattendo le
porte e, un momento dopo, qualcuno suona a quella d’ingresso. Giulio e Anna sono
impietriti e non si muovono. C’è un silenzio e il campanello suona una seconda
volta. Frastornato, Giulio va ad aprire. Sulla soglia c’è Gabriele, che ha con sé
una borsa da viaggio ed entra visibilmente arrabbiato.
GABRIELE
Io e Francesca abbiamo rotto. Definitivamente. Non si aggiusta più. Ho bisogno di
stare qui qualche giorno finché non mi organizzo, se non vi secca. (Si rende
improvvisamente conto che i genitori sono sconvolti) Ma cos’è successo? Sta male
la nonna?
ANNA
No. La nonna sta bene.
GABRIELE
Papà, cosa c’è?
15
GIULIO
… Io esco. Vado a fare due passi.
ANNA
Giulio…
Giulio esce.
GABRIELE
Mamma, mi dici cos’è successo, per favore?
ANNA
Federica è tornata a casa. Non ha finito il master e ha avuto un problema.
GABRIELE
Che problema?
ANNA
Fattelo dire da lei se vuole. È in camera sua.
Gabriele va dalla sorella.
BUIO
Anna sta tristemente piegando dei panni. Giulio rientra dalla sua passeggiata più
corrucciato di quando è uscito, e va a buttarsi sul divano. Anna lo raggiunge.
ANNA
Sono usciti tutti e due.
GIULIO
Bravi.
ANNA
Che facciamo, Giulio?
GIULIO
Io ci rinuncio. Tanto non li capisco e sono anche stanco di provarci.
ANNA
Bè invece devi, perché sono i nostri figli.
GIULIO
E chi se ne frega. Cos’è, una condanna? Io non ho mai fatto male a nessuno in vita
mia. A otto anni ho tirato un petardo al criceto di mia sorella, è vero, ma ero un
bambino. Perciò non devo espiare nessuna colpa.
ANNA
(Stremata) Dio mio, che incommensurabili palle che ne ho!
16
GIULIO
Io non ne ho di colpe, se non quella di averli fatti quei due. Tutto il resto è
responsabilità loro. In primis perché sono adulti, e in secundis…
ANNA
Non esiste secundis in latino…
GIULIO
Esiste, esiste. Perché cosa c’entro io se a 26 anni tu non trovi la tua strada? Certo
che non la trovi se la cambi continuamente. Salti come una molla! (Saltando e
imitando la figlia) Faccio l’università! No, non la faccio più, mi iscrivo a yoga. Che
noia! Adesso gioco a tennis! Mi stanco, faccio tiro al piattello! Vado in Cambogia a
studiare la foresta pluviale!
ANNA
…Però non c’è andata in Cambogia.
GIULIO
E vorrei vedere! E anche quell’altro, che fa tanto il signorino zen con la testa sulle
spalle. Ti sposi una cretina e quando ti molla è colpa mia?! Me li posso immaginare
lui e Francesca coi loro amici, seduti sul prato al tramonto, a scassare l’anima a
tutta la valle del Tevere con i riti buddhisti “Anghirenghekiò, anghirenghekiò,
anghirenghekiò…” Ma vaffanculo!
ANNA
Giulio, calmati.
GIULIO
Ma lasciami perdere. La verità e che sono immaturi e viziati, che ci vorrebbero i
calci come quelli che mio padre avrebbe dato a me se fossi andato a dirgli che
divorziavo dopo un anno di matrimonio!
ANNA
Non si possono fare paragoni. Noi vivevamo in un altro mondo.
GIULIO
Per loro non ha importanza niente, è tutto uguale. Un matrimonio, un’università, un
impegno, un cellulare, una Coca Cola, i soldi o un calzino sono la stessa cosa.
Inghiottono tutto come idrovore e lo sputano appena si stufano. Cioè, di solito, due
minuti dopo averlo ingurgitato. Ma non si costruisce niente così! Come fai a farti
un domani?
ANNA
Non ci pensano al domani, è questo il problema. Ma non solo Gabriele e Federica,
tutti questi ragazzi. Per loro sembra non esserci il domani, c’è solo oggi. Le 24 ore.
In questo forse la nostra generazione ha sbagliato…
GIULIO
Aridanghete! Io non ho sbagliato niente.
17
ANNA
Non gli abbiamo insegnato l’idea del futuro, di una vita che non è fatta solo di oggi
e di cose da possedere, ma anche di progetti, di passioni, ideali, di azioni che
travalicano la tua persona e possono e devono riguardare anche gli altri, il mondo,
l’umanità… Ma cosa sto dicendo?
GIULIO
Appunto.
ANNA
(Preoccupata) Non lo so. Non so cosa pensare. Da una parte mi fanno pena,
dall’altra li ammazzerei.
GIULIO
La seconda che hai detto.
ANNA
Ad ogni modo Federica sta male, Giulio. Credo che stia malissimo. Non ha voluto
parlare con me ma Gabriele mi ha detto che è a pezzi.
GIULIO
Invece io mi diverto come un matto.
ANNA
Sono andata in camera sua ed è vero. Ha delle medicine nella borsa e delle gocce
per dormire. È scritto in inglese ma si capisce. Cosa facciamo adesso?
GIULIO
Le chiediamo se ce ne presta un po’.
ANNA
No, non crollare, Giulio, per favore! Non farmelo.
GIULIO
Ma chi crolla? Io sono già crollato…
ANNA
Giulio, io ho paura. E se è come tua madre?
GIULIO
Ecco, appunto. È questo il problema, che Federica è come mia madre, perciò si
adorano. Tutte e due perennemente depresse, insoddisfatte, frustrate. Senza mai
niente che vada bene, che le faccia sorridere. Due rompicoglioni…
ANNA
Giulio, tua madre è stata in piedi tutta la vita a psicofarmaci! Se Federica è come lei
è finita!
18
GIULIO
Fammi vedere che pastiglie sono quelle che ha nella borsa.
ANNA
Sono psicofarmaci, ti ho detto.
GIULIO
Sei sicura? Magari sono solo quelle cose omeopatiche che prende lei, quelle robe
alle erbe che manda giù anche se si storta una caviglia.
ANNA
(Stizzita) Va bene. Allora, siccome io sono cretina, te le vado a prendere. Così le
leggi tu che, come tutti sanno, hai studiato a Oxford e padroneggi l’inglese a mena
dito.
Anna va a prendere le pastiglie.
GIULIO
Volevo solo vedere se è vero, visto che quella racconta storie da quando è nata. Ti
sei dimenticata che aveva sei anni la prima volta che ha minacciato di uccidersi?!
Anna rientra con il flacone di pastiglie.
ANNA
(Provocatoria) Ecco qua. Questo è certamente un omeopatico. La scritta Prozac –
Antidepressant Medication l’hanno messa perché sono inglesi e, quindi, pieni di
senso dell’umorismo.
GIULIO
Ma almeno hai capito cos’è successo esattamente?
ANNA
Ha detto a Gabriele che ha completamente perso la testa per un finlandese che era
nella stessa scuola. Quello c’ha giocato, le ha promesso mari e monti, e poi, appena
finito il master, è tornato in Finlandia lasciandola lì senza nemmeno salutarla…
Uno stronzo.
GIULIO
Sarà stato un stronzo però lui il master l’ha finito.
ANNA
Lascia perdere il master, ormai. È andato. Non è più quello il problema. Bisogna
parlarle, Giulio. Tu le devi parlare, anche per scusarti di quel ceffone che,
sinceramente, te lo potevi risparmiare.
GIULIO
Lo so.
19
ANNA
Non so com’è ti è venuto in mente di fare una sciocchezza del genere. Non hai mai
alzato le mani in vita tua, lo fai adesso che ha ventisei anni.
GIULIO
Ho detto che lo so! Mi dispiace, va bene? Mi dispiace, e quando torna glielo dico.
La porta d’ingresso si apre ed entra Gabriele.
GABRIELE
Federica non torna a dormire. Si ferma da un’amica per stanotte…Come va?
ANNA
(Sarcastica) Una meraviglia.
GABRIELE
Sentite, se fossi in voi non mi preoccuperei troppo. Federica è così, esagera. È solo
un momentaccio.
GIULIO
Uno dei tanti.
GABRIELE
Quello l’ha presa in giro e lei c’è cascata. Purtroppo, come si sa, non è il primo. A
questo si è aggiunto il fatto che si è resa conto che non le interessa nemmeno il
cinema ed è scoppiata. Tutto qui.
ANNA
Per una che stava per buttarsi da un ponte, non mi pare il caso di dire “tutto qui”.
GABRIELE
Ma quale ponte, mamma! Si sarà avvicinata al parapetto pensando, come abbiamo
fatto tutti almeno una volta nella vita, «Adesso mi butto di sotto». Poi, tra il dire e il
fare…
GIULIO
Io non ho mai pensato di buttarmi da un ponte.
ANNA
Io sì. Ci sto pensando anche adesso.
GABRIELE
La dimostrazione che non sta poi così male è che vuole partire per Barcellona. Una
che pensa di morire non progetta viaggi all’estero.
GIULIO
Ah, perché a Barcellona ci vuole andare comunque?!
20
GABRIELE
Così mi ha detto.
GIULIO
Bè questo è tutto da vedere!
GABRIELE
State tranquilli, vi dico. Se le andate dietro nelle sue isterie, è peggio. Lo sapete
com’è fatta… Piuttosto, possiamo parlare di me un momento, per favore?
ANNA
Abbiamo un’alternativa?
GABRIELE
(Offeso) Se non vi va, lasciamo perdere.
GIULIO
Certo che ci va. Non alterarti subito, Gabriele, per piacere. Non è che sia stata una
giornata divertente per noi.
GABRIELE
Neanche per me, se è per questo.
GIULIO
Ma è possibile, Gabri? Dopo un anno e mezzo, tu e Francesca prendete e buttate
tutto via così?
GABRIELE
Non io, papà. È Francesca che lo sta facendo.
ANNA
Ma non c’è modo di risolvere la situazione, di fare qualcosa? I momenti di crisi
capitano a tutti.
GABRIELE
Non è un momento di crisi, mamma. La verità è che non ha mai funzionato, fin dal
primo giorno. Io voglio una vita che a Francesca non piace. Siamo su due piani
completamente diversi, e non c’è niente da fare.
GIULIO
Io non vi capisco.
ANNA
E adesso, cosa pensate di fare?
GABRIELE
Francesca è tornata a Milano e quindi vuole vendere il casale di Todi. Purtroppo è
suo e io non posso dirle niente.
21
GIULIO
Ecco, molto bene. Quindi tu non hai più una casa.
GABRIELE
Per ora. Perché, al contrario di Francesca, io non ho intenzione di abbandonare il
mio sogno. Io voglio vivere a Todi, su questo non ci piove. Ho trovato un altro
casale che è tutto da ristrutturare, ma non è un problema perché io sono
perfettamente in grado di farlo da solo.
GIULIO
Però?
GABRIELE
Ho metà dei soldi per comprarlo, ma l’altra metà la devo trovare.
ANNA
Noi non ne abbiamo più. Tua sorella ci ha spolpato, la badante della nonna vuole un
aumento sennò torna in Ucraina, e se entro venerdì non paghiamo le grondaie ce le
tolgono.
GABRIELE
Non sono i soldi che vi sto chiedendo. Una multinazionale farmaceutica mi ha
proposto di lavorare a una ricerca. Io lo faccio per un anno e guadagno abbastanza
per comprarmi il casale e tornare a Todi. Ma se devo pagare l’affitto di una casa
non riesco a mettere via quanto mi serve, perciò quello che vi chiedo è di ospitarmi
qui. Non voglio la mia camera, papà. So che ci hai fatto il tuo studio e va benissimo
così. Per me è più che sufficiente il divano.
ANNA
(A Giulio) Capito, amore? Puoi tenere il tuo studio se vuoi. Non devi andare in
garage.
GABRIELE
Io sono allibito.
ANNA
Io sono allibita!
GABRIELE
Vi dà così fastidio?!
GIULIO
Non facciamo gli ipocriti, Gabriele, almeno questo. Manteniamo un po’ di dignità.
Non ci dormi sul divano, lo sai benissimo.
GABRIELE
Papà, lo capisco che non vi va. Non va neanche a me, per niente, e se avessi
un’altra soluzione la sceglierei.
22
ANNA
Allora trovala!
GIULIO
Anna, per favore. (A Gabriele) Non ci sono mai entrato in quello studio, l’ho messo
su un giorno che non sapevo cosa fare ma non mi serve. È tutto tuo. Solo non
facciamo questi giochini da bambini: “Mi metto sul divano, dormo sullo zerbino”.
Non li facciamo.
Gabriele, offeso, si alza per andarsene.
GABRIELE
Se la mettete su questo tono, non c’è problema. Grazie comunque della solidarietà e
dell’affetto. E scusate se per un minuto vi ho distolto dal dramma di Federica.
Perdonatemi se, per una volta, ho osato distrarre l’attenzione dalla cocca di casa!
Tolgo il disturbo subito.
ANNA
Me ne vado io. Se continua in questo modo giuro che me ne vado io.
GIULIO
(A Gabriele) Ma che scemenze dici? Non c’entra niente Federica. È solo che siamo
stanchi, dispiaciuti di vedere che tu e tua sorella avete sempre qualche problema,
che siete sempre tutt’e due così pieni di complicazioni.
GABRIELE
Io non ho nessuna complicazione. Ho solo fallito un matrimonio.
ANNA
Ah! Che cretini! E noi che pensavamo fosse un problema!
GABRIELE
Certo che è un problema ma mio, non vostro!
ANNA
Tu dici?
GIULIO
Gabriele, vai in cantina, riporta di sopra il tuo letto e l’armadio e rimettili nella tua
stanza. Vai a prenderli e facciamola finita.
GABRIELE
Davvero non credevo che sarebbe stato un problema tanto grande per voi.
GIULIO
Non c’è nessun problema, Gabriele. Vai in cantina a prendere il tuo letto e scusaci.
È solo un periodo complicato, abbi un po’ di comprensione, per cortesia. Ci fate
impazzire fra te e tua sorella. (Si avvicina al figlio e lo accarezza) Vai ciccio… Non
ti preoccupare.
23
Gabriele tentenna, ma poi decide che gli conviene accettare.
GABRIELE
Lavorerò tutta la settimana e il week-end andrò a Todi a sistemare il casale. Non mi
vedrete nemmeno.
GIULIO
Ti ho detto di non preoccuparti. È tutto a posto. Siamo contenti di averti qui. Le
chiavi della cantina sono in cucina, dentro il solito cassetto.
Gabriele esce.
ANNA
(Sbigottita) Siamo contenti di averti qui?!
GIULIO
(Esausto) Anna, ti prego. Non ce la faccio più stasera.
ANNA
Ma perché gli hai detto di sì?
GIULIO
Perché tu gli dicevi di no?!
ANNA
Lo stavo facendo!
GIULIO
Ma non dire cretinate, che mentre era fuori gli hai già fatto la crostata!
ANNA
Cosa c’entra la crostata? L’ho fatta per tutti!
GIULIO
L’hai fatta allo yogurt di castagna, Anna! Fa schifo la crostata allo yogurt di
castagna! Piace solo a Gabriele! L’hai fatta per lui!
ANNA
Ti attacchi alla crostata perché non trovi altro da dire.
GIULIO
Amore, veramente, stiamo zitti. Se non siamo capaci, stiamo zitti, che facciamo
pena. Siamo uno spettacolo così triste. Non riusciamo a dirgli di no, lo sai che è
così.
ANNA
Certo che è così, per questo mi arrabbio, perché so che hai ragione!
24
GIULIO
E allora!
ANNA
E allora niente! Fammi sfogare almeno! Posso almeno sfogarmi con te o devo
tenermi tutto dentro?
GIULIO
E sfogati.
Anna si siede, demoralizzata. Poi ha un sussulto.
ANNA
Una cosa sola, però. Se decidiamo di accettare tutto, di farci passare sopra a marcia
avanti e indietro perché siamo due inetti…
GIULIO
Inetti, adesso, non esagerare…
ANNA
Inetti, sì. Inetti. Diciamo le cose come stanno. Siamo due incapaci! Se decidiamo di
farlo, lo facciamo con il sorriso sulle labbra. Senza drammi e tragedie greche.
Perché se poi dobbiamo stare tutti qui con i musi lunghi, allora è meglio lasciare
perdere. Chiaro, Giulio? Allegri e sorridenti!
GIULIO
(Depresso) Sì…sì.
ANNA
No, non “sì sì”. Ti è chiaro, Giulio? Allegri e sorridenti!
GIULIO
Ma sì! Sono allegro! Non vedi come rido?!
ANNA
Bene. Allora io vado a fare la spesa, visto che siamo tornati in quattro e Gabriele è
vegetariano ma mangia come un maiale.
GIULIO
Mi fai un favore? Mentre ero fuori, mi ha chiamato Irina e mi ha detto che ha finito
i pannoloni per la mamma. Ti spiace passare anche in farmacia?
ANNA
(Acida) No, figurati. Sono qui apposta.
GIULIO
Che c’è adesso, Anna? Dici di stare allegri e sorridenti e poi ti urti se ti chiedo una
cortesia per mia madre?
25
ANNA
Ma non mi urto per niente, amore! È il mio giorno libero, sto andando a prendere i
pannoloni, poi a fare la spesa, poi torno a casa e cucino per tutti. Perché mi dovrei
urtare? Io sono felice, Giulio! Non sto nella pelle! Tienimi che adesso canto!
Anna esce, furibonda.
GIULIO
…Anna…
FINE PRIMO TEMPO
26
Anna è nel soggiorno, Giulio rientra dal lavoro. Si sente Federica che, nella sua
stanza, urla al telefono contro il finlandese, piangendo.
VFS FEDERICA
You are a bastard, Jan! A bastard! You left me without even saying goodbye, after
eight months, you left me in that way. Not a word, a greeting, a fucking message!
Not even an animal behaves like this! And now you call me as if nothing were to
ask me how I am! How am I, Jan?! (Sei un bastardo, Jan! Un bastardo! Sei partito
senza nemmeno salutarmi, dopo otto mesi mi hai mollato in quel modo. Non un
biglietto, un saluto, uno schifo di sms! Nemmeno un animale si comporta così! E
adesso mi chiami come se niente fosse per chiedermi come sto! Come sto, Jan?!
ANNA
(A Giulio) Il finlandese.
GIULIO
Ma sta al telefono con la Finlandia? Da quanto?
ANNA
Due ore e venti. Ma non è al telefono, è su Skype. Puoi telefonare quanto vuoi e
non paghi. Si vedono pure. Sono tutti e due davanti agli schermi del computer e
s’insultano guardandosi.
GIULIO
Se non altro, l’inglese l’ha imparato.
ANNA
Sono tornata a casa ed era in lacrime, Giulio. Quella figliola non sta bene, sta
scivolando ogni giorno di più. Dobbiamo fare qualcosa.
GIULIO
Che cosa possiamo fare, Anna? Dimmelo tu. Se tu lo sai, io lo faccio.
ANNA
Non lo so ma qualcosa va fatta, e in fretta.
Federica entra piangendo disperatamente. Anna e Giulio reagiscono angosciati.
GIULIO
Federica…tesoro…
Federica si getta tra le braccia del padre, singhiozzando.
FEDERICA
Papà…
GIULIO
Cucciola… amore mio… Non fare così.
27
FEDERICA
(Inconsolabile) Io sto male papà.
GIULIO
Ma perché, amore? Perché reagisci in questo modo? Succede a tutti di prendere una
sbandata e poi capire che era per la persona sbagliata. Non è così grave, Chicca. Ci
si riprende da queste cose. Succede continuamente.
FEDERICA
Non è per lui. Sono io. Sono io, papà…
GIULIO
Tu cosa, amore? Parlaci, dicci che cos’hai, Federica. Io e la mamma siamo qui solo
per ascoltarti.
FEDERICA
Sono io che sono fuori di testa. Ma non lo vedi, non lo vedete tutt’e due? Ho
ventisei anni e non ho concluso niente nella mia vita. Non so quello che voglio, non
so cosa devo fare, qualsiasi cosa la sbaglio, è tutto un macello!
Anche Anna va ad abbracciarla.
ANNA
Non è tutto un macello, Federica. Ci sono dei periodi nella vita in cui tutto sembra
nero ma non è così, tesoro. Sei giovane, sana, sei bella, puoi fare quello che vuoi,
devi solo decidere e hai ogni porta aperta davanti a te.
Gabriele arriva dalla sua stanza e assiste impassibile alla scena.
FEDERICA
Io non so chi sono, non so quello che voglio, non so cosa devo fare. Ci sono dei
giorni che faccio fatica ad alzarmi dal letto perché non mi va di vivere, mamma. Mi
ucciderei se avessi il coraggio di farlo.
ANNA
Non dire così.
GIULIO
Chicca, amore…
FEDERICA
Invece è così, mamma. Mi dovete sentire, dovete saperle queste cose, sennò io
passo continuamente per la pazza di casa, la viziata, quella capricciosa che se ne
frega di tutto e invece io sto male, mamma! Non è colpa mia! Sto male!
GABRIELE
Ma la finisci? La finisci?! Sono ventisei anni che stai male, Federica. Ventisei anni
che dici che vuoi morire e non lo fai mai! Allora fallo una buona volta. Fallo, così
ci liberi da questo macigno che sei!
28
Giulio e Anna lo guardano scioccati.
GIULIO
Gabriele!
Federica si scuote dalla sua disperazione e aggredisce verbalmente il fratello.
FEDERICA
Che cosa hai detto?
GABRIELE
L’hai sentito quello che ho detto. La devi piantare.
FEDERICA
Che cosa vuoi, tu? (Grida istericamente) Che cazzo vuoi, tu?!
GABRIELE
È da quando sei nata che rompi l’anima con la scusa che stai male e questi due ci
credono, li tieni in pugno. Ce li hai sotto i piedi, ma qualcuno te lo deve dire. Hai
rotto le palle, Federica! Le hai spappolate. Tutti stiamo male! Ognuno di noi ha dei
problemi ma se li tiene, se li risolve, agisce come un adulto e non frantuma l’anima
al prossimo frignando dalla mattina alla sera.
Federica si lancia contro il fratello ma Giulio la trattiene, mentre Anna fa lo stesso
con Gabriele, anche lui talmente imbestialito che vorrebbe picchiare la sorella.
FEDERICA
Ma come ti permetti, fallito di merda?! Parli tu, che a trent’anni divorzi e torni a
casa da mamma e papà! Tu saresti l’adulto che risolve i suoi problemi?! Gli hai
fregato anche la stanza a papà per risolvere i tuoi problemi! Francesca ti ha mollato
perché non li risolvi mai i tuoi problemi, hai capito?!
GIULIO
Federica!
GABRIELE
Francesca mi ha mollato perché è una stronza come te! Una cacadubbi che cambia
idea ogni secondo!
ANNA
Smettetela!
FEDERICA
Anche il casale era di Francesca! Tu non hai mai fatto niente, come me, non hai
niente! Perché hai preso la laurea con 110 e lode pensi di essere migliore?! Lo sai
cosa ti ci pulisci con la tua laurea?
ANNA
Finitela, ho detto!
29
GIULIO
Basta! Gabriele, vattene!
GABRIELE
Altro che psicofarmaci ti ci vogliono! Io sarò un fallito ma almeno ci provo, tu non
fai neanche quello. Stai qui e “uee…uee…uee..”, piangi come una deficiente dalla
mattina alla sera!
FEDERICA
(Avventandosi) Io ti ammazzo!
ANNA
Gabriele, basta!
GIULIO
Vai via, Gabriele!
FEDERICA
Sì, vattene! Vattene perché ti spacco la testa, bastardo! Te la apro in due!
GABRIELE
Certo che me ne vado! Me ne vado, ma voi dovete prenderla a calci questa cretina!
Altro che “amore, tesoro e piccolina”…È una iena la vostra piccolina…Io ho
divorziato, Cristo! Mi sono sposato un anno e mezzo fa e ho divorziato! Interessa a
qualcuno l’argomento?! Io sono a pezzi! Sono io che sto male, non lei! Pronto? Mi
vedete? C’è qualcuno in casa?!
ANNA
Gabriele…
GABRIELE
Sì, eccolo. Risposta esatta. Gabriele. C’è anche Gabriele! Non mi dire che ve ne
siete accorti? Ci sono anch’io!
GIULIO
Gabriele…
GABRIELE
(Uscendo) Ma va al diavolo, papà. Andateci tutti!
Sbattendo le porte, Gabriele esce di casa e Federica va in camera sua. Anna e
Giulio rimangono soli, in preda allo smarrimento.
GIULIO
…Ma chi sono questi? Li conosci tu? … Io no… Non sono i miei figli questi.
ANNA
Come abbiamo fatto a non capire niente?
30
GIULIO
Noi… che cosa dovevamo capire?
ANNA
Che si odiano a morte, che ci odiano a morte.
GIULIO
Ma che cosa dici? Nessuno odia nessuno in questa famiglia. È un momento, una
lite. Succede.
ANNA
L’hai sentito Gabriele? Hai sentito con che rabbia ci ha detto che non ci siamo mai
occupati da lui?
GIULIO
Ma non è vero!
ANNA
Invece sì. È così, Giulio. Ha ragione lui. Siamo sempre stati dietro a Federica
perché è così piena di problemi, fragile, vulnerabile. E ci siamo dimenticati di
Gabriele.
GIULIO
Amore, stai sbagliando. Non è vero quello che dici, e lo sai. Gabriele ha richiesto
sempre meno attenzioni, ma non perché non volessimo dargliele, perché lui non ne
aveva bisogno! Non ha mai creato problemi. Tutto quello che è saltato fuori stasera
è frutto di una lite, di un momento di rabbia. Non devi prenderlo per vero.
ANNA
Avremmo dovuto stargli più dietro, parlarci, ascoltarlo. Tu non ti sei nemmeno
accorto che il suo matrimonio stava finendo.
GIULIO
(Colpito) …Questo non me lo puoi fare. Non puoi…
ANNA
(Piangendo) Che cosa sta succedendo, Giulio?
GIULIO
Non lo so, ma non mi dire mai più che non mi sono nemmeno accorto di come
stava mio figlio.
ANNA
Scusami…
BUIO
Su una musica, comincia una serie di rapide scene – alcune mute – scandite da
brevissimi bui.
31
Anna e Giulio, avviliti, guardano i due figli che s’incrociano nel soggiorno e si
oltrepassano senza rivolgersi lo sguardo.
BUIO
Giulio rientra dal lavoro mentre Federica apparecchia piangendo.
BUIO
Sono tutti e quattro a tavola e mangiano senza scambiare parola.
BUIO
Anna entra carica di borse della spesa mentre Gabriele urla al telefono contro
l’ex-moglie.
GABRIELE
Te lo scordi, Francesca! Te lo puoi proprio dimenticare! Il tavolo fratino è mio!
L’ho trovato io e ci ho messo due settimane per restaurarlo! Non lo tocchi! Non ti
azzardare a toccarlo!
BUIO
Anna attraversa il soggiorno, reggendo una pila di panni da stirare.
BUIO
Giulio è nel soggiorno con Gabriele.
GIULIO
Potresti passare a trovare la nonna un pomeriggio. È un bel po’ che non ci vai. La
fai contenta.
GABRIELE
(Spazientito) Lo so, papà. Lo so! Quando posso, ci vado. Torno a casa alle nove
tutte le sere! Quando vuoi che ci vada?! L’ho chiamata, le ho telefonato e quando
posso ci andrò! Per piacere, non mi stressare anche tu!
BUIO
Anna riattraversa il soggiorno con una pila sempre più alta di panni da stirare.
BUIO
Gabriele e Federica litigano.
GABRIELE
È dal meccanico la mia! Come te lo devo dire?! Serve a me la macchina di papà!
32
FEDERICA
Lo sapevi che dovevo prenderla io stasera! Non potevi trovare un’altra soluzione?!
ANNA
Prendi la mia, Federica. Prendi la mia. A me non serve oggi.
FEDERICA
La tua ha il cambio automatico e io non la so guidare! (A Gabriele) È lui che è uno
stronzo, perché lo sa da una settimana che oggi mi serviva la macchina di papà, ma
se ne frega!
GABRIELE
Io la uso per andare a lavorare, non per uscire con le amiche!
FEDERICA
Non devo uscire con le amiche!
ANNA
Non puoi prendere tu la mia, Gabriele?
GABRIELE
Ci metto sei ore con la tua.
FEDERICA
E allora? Che fretta hai?!
BUIO
Anna passa di nuovo ormai letteralmente nascosta dalla montagna di panni da
stirare.
BUIO
Giulio tenta tristemente di fare un puzzle. Anna irrompe dalla cucina.
ANNA
Giulio, tu mi ami? Voglio dire, provi ancora qualcosa per me? Ti piace starmi
accanto? Ti svegli col pensiero piacevole che nella tua vita ci sono io?
GIULIO
Ma certo, amore.
ANNA
E allora aiutami! Facciamo qualcosa perché io sto per esplodere. Se non siamo
capaci da soli, chiediamo sostegno a qualcuno. Ci sono i centri per gli alcolisti, per
gli immigrati, per i drogati, per le foche monache in estinzione. Ce ne dev’essere
uno per noi! Facciamo qualcosa!
33
GIULIO
Anna, io non so cosa dirti. Che possiamo fare?
ANNA
Ma sono solo io che sono nevrastenica per questa situazione o lo senti anche tu che
io e te non stiamo più bene?
GIULIO
Ma certo che lo sento anch’io! Passo il sabato sera a fare il puzzle che ho trovato
nell’Ovetto Kinder! Secondo te non mi sono accorto che non sto bene?!
ANNA
E allora?!
GIULIO
Anna, non ci sono mille soluzioni, ce n’è una sola! O gli parliamo chiaro e tondo e
gli diciamo che, a questo punto, noi vogliamo la nostra vita e loro si facciano la
loro, oppure stiamo qui e speriamo che la situazione cambi da sola.
ANNA
Non cambia da sola!
GIULIO
Lo so! Quello che mi manda in bestia è che io mi sento anche in colpa, capisci?
ANNA
Pure?
GIULIO
Sì, perché io amo i miei figli ma la verità è che non li sopporto. Ecco, l’ho detto!
Non sopporto che siano di nuovo qui. Mi urta, m’indispone. Oltretutto, ti ho fatto il
favore di riprenderti in casa – perché ti ho fatto un favore, sia chiaro! – almeno
comportati come si deve. Invece no! Questi litigano, urlano, entrano, escono…
Stasera torno, domani no, mercoledì forse…
ANNA
A me lo dici, che devo preparare da mangiare a tutte le ore del giorno?
GIULIO
Poi si muovono, toccano! Cosa tocchi?! Che cosa tocchi? Stai fermo! No. Quella ha
il suo bagno ma usa il nostro perché c’è la vasca, quell’altro va in cantina e la
smonta perché non trova il trapano. (Fuori di sé) È sulla stessa mensola da
trent’anni, il trapano! È affezionato a quella mensola, il mio trapano. È la sua casa,
gli piace stare lì! Perciò, se lo usi, rimettilo dove l’hai trovato, il trapano! Cosa ti
costa?!
34
ANNA
(Risoluta) Va bene. Basta. Finisce qui. Stasera, quando tornano, ci sediamo tutti e
quattro intorno a un tavolo e parliamo. Con calma, da persone adulte, civili, ci si
siede e si parla. Sennò io esplodo. Te lo dico, Giulio, io esplodo!
Si spalanca la porta d’ingresso e Gabriele entra in lacrime, terrorizzandoli.
GIULIO
Cosa c’è?!
GABRIELE
Francesca è incinta. È incinta quella stronza, e il bambino non è mio!
Giulio ha un moto esasperato (e ridicolo) di sconforto, mentre Anna si accascia su
una sedia, sfiancata.
GABRIELE
Hai capito quale era veramente il suo problema?! Non la campagna, non la noia! Se
l’era già fatta passare la noia, con un altro! E io che le credevo quando mi diceva
che doveva tornare a Milano a chiudere le ultime cose di lavoro! C’ho creduto
come un coglione! Invece andava dal suo capo a Milano, hai capito?! E ci ha fatto
un figlio! Ci ha fatto un figlio e adesso è felice quella puttana maledetta! (Scoppia
in un pianto dirotto).
ANNA
Gabriele, tesoro…
GABRIELE
(Singhiozzando) Non doveva farlo. Non doveva farmi questo! Tutto ma non questo.
Questo no…
ANNA
Gabriele, calmati, amore. Per favore, non fare così…
GABRIELE
Non doveva… Non una cosa così brutta…
Gabriele si libera di scatto dall’abbraccio della madre e si precipita in camera sua.
GIULIO
(Ad Anna) Uccidimi. Ti prego, finiscimi qui. Fallo per pietà. Fallo adesso, qui, ora!
ANNA
(In lacrime) Ma tutto adesso, tutto a noi. Perché?! Chi è che ci vuole così male?
Che cosa abbiamo fatto?!
35
GIULIO
Non è possibile. Ma anche Francesca, Cristo Santo! S’è sposata un anno e mezzo fa
e adesso fa un figlio con un altro. Ma che razza di persone sono? Che razza di
mondo è?!
Gabriele rientra fuori di sé e va dritto verso la porta d’ingresso.
GABRIELE
Vado a Milano! Vado a Milano e l’ammazzo con le mie mani!
Anna e Giulio si precipitano a fermarlo.
ANNA
No, Gabriele, no!
GIULIO
Non puoi guidare in questo stato. Ti devi calmare.
GABRIELE
Lasciami andare, papà! Lasciami andare!
ANNA
Non puoi, Gabriele!
GABRIELE
Voglio che mi guardi in faccia! Voglio che me lo dica guardandomi negli occhi che
aspetta un figlio da un altro!
ANNA
Non adesso, Gabriele! Non vedi in che stato sei?! Non ti lascio andare!
GABRIELE
Invece sì, lasciami! Lasciatemi!
Giulio si sente male. Si porta una mano al petto e va faticosamente ad accasciarsi
sul divano. Anna e Gabriele si spaventano.
ANNA
Giulio che cos’hai? Oddio, Giulio, cosa ti senti?!
GABRIELE
Papà!
GIULIO
…Ho una cosa qui… al petto… Aiutatemi… mi gira la testa.
ANNA
Giulio, amore… Amore, ti prego…
36
GABRIELE
Chiamo l’ambulanza!
GIULIO
No! Aspetta… aspetta…
ANNA
Ti fa male il braccio?! Hai dolori al braccio?!
GABRIELE
Io la chiamo.
GIULIO
No! Ti ho detto di no. Non chiami nessuno…
ANNA
E se è il cuore, Giulio! Andiamo all’ospedale, amore, ti prego. Chiamiamo
l’ambulanza.
GABRIELE
Ha ragione la mamma. Devi farti vedere.
GIULIO
Ti dico di no… (A Gabriele) Vai a prendermi un bicchiere d’acqua, e anche il coso
per misurare la pressione. Non lo uso mai ma ci dev’essere da qualche parte, forse
in camera nostra. Vai a cercarlo, per favore…
Gabriele corre in camera.
ANNA
(Terrorizzata) Giulio, amore mio, ti prego. Non me lo fare, non me lo fare, ti
scongiuro, ti supplico. Giulio, amore, ti prego ti prego ti prego…
Giulio torna di colpo normale e parla ad Anna, attento a non farsi sentire dal
figlio.
GIULIO
Non ho niente Anna, ho fatto finta per farlo smettere. Lo faceva sempre mia madre
con mia sorella e con lei funzionava. Sto benissimo, ma volevo farlo smettere.
Anna ammutolisce per un secondo, poi ha una crisi di nervi e lo colpisce
violentemente.
ANNA
Ma sei deficiente?!
GIULIO
L’ho fatto per calmarlo, Anna!
37
ANNA
Sei impazzito?! L’hai fatto venire a me l’infarto! Come ti viene in mente di farmi
uno scherzo del genere?!
GIULIO
Voleva prendere la macchina e andare a Milano! Si ammazzava sull’autostrada.
Si apre la porta d’ingresso ed entra Federica, contemporaneamente a Gabriele che
rientra dalla camera con il misuratore di pressione.
GABRIELE
Eccolo! L’ho trovato!
FEDERICA
Oddio, che cosa c’è?! Papà! Stai male?! Papà!
ANNA
(Deflagra) Io sto male! Io sto male!! Perché non ne posso più! Non vi posso più
vedere, non vi voglio più sentire, non voglio più sapere che siete al mondo! Tutti!
FEDERICA
Mamma…
ANNA
(Impazzita) Mamma cosa?! Cosa?! Che cosa vuoi tu, eh? Cosa vuoi? Vuoi morire,
Federica? Muori! Vuoi andare a Barcellona, in Uganda, nel Nepal. Tieni! Te li do
io i soldi!
Istericamente, prende dalla sua borsa i contanti, le carte di credito, il
libretto degli assegni. Poi si toglie l’orologio, un bracciale, una collana
e mette tutto in mano a Federica che la fissa sconcertata.
Te li do io, di tutto quello che vuoi, ti pago tutto basta che te ne vai!
GABRIELE
Mamma, calmati. Non gridare così.
ANNA
E anche tu, che cosa vuoi tu? Cos’hai da dire se urlo a casa mia?! Io urlo finché mi
pare! Urlo perché io vivo in città, hai capito?! Non disturbo la quiete della
campagna, non rompo il silenzio della natura, non sveglio il sonno delle
cinciallegre! Io me ne sbatto le palle delle cinciallegre! Io urlo finché mi pare!
Giulio corre ad allontanare i figli spingendoli verso le stanze.
GIULIO
Fuori. Tutt’e due. Fuori! Lasciateci soli. Fuori fuori fuori!
Federica e Gabriele non osano resistere ed escono. Giulio torna dalla moglie.
38
GIULIO
Anna, amore…
ANNA
Stai zitto perché ce n’è anche per te! Non mi parlare. Non mi toccare! Non mi dire
più niente… Non aprire quella bocca perché giuro su Dio che stasera resto vedova!
BUIO
Federica è sul divano. Gabriele entra dalla sua stanza e va a sedersi vicino alla
sorella. Dopo un momento di silenzio, Gabriele parla.
GABRIELE
Scusami, mi dispiace molto. Ovviamente non penso niente di quello che ho detto.
FEDERICA
Invece sì…e hai ragione.
GABRIELE
Non ho ragione. Non sono nessuno per criticare, guarda come sono combinato io.
FEDERICA
È così, invece. Hai ragione. Non posso più andare avanti in questo modo. Sono
ridicola.
GABRIELE
Penso che se tu prendessi delle decisioni un po’ più definitive, se tu facessi delle
scelte, anche sbagliando ma delle scelte che poi persegui, staresti meglio.
FEDERICA
Lo so, e ho deciso che d’ora in avanti cercherò di farlo. Voglio assolutamente
cambiare. Almeno ci devo provare. Così non posso più. (Pausa) Stai soffrendo
tanto per Francesca?
GABRIELE
Ho un dolore che mi spezza l’anima. Non è solo perché aspetta un figlio da un altro,
quella è una porcata ma è il male minore. È perché non ho più lei. È Francesca che
mi manca… Era la mia vita.
FEDERICA
Che pensi di fare?
GABRIELE
Non lo so… Intanto, però, me ne vado da qui. Stasera è stato troppo, davvero
troppo per me.
FEDERICA
Ma l’hai vista la mamma? Fuori come un balcone… Che le è preso?
39
GABRIELE
Non ne ho idea. Forse si possono capire. Anche se, sinceramente, io non ci riesco.
Sono così attaccati alle loro abitudini, ai loro ritmi. Tutto dev’essere sempre uguale,
non può cambiare di una virgola se no li manda nel panico. Ma la vita non è così,
cambia, ha degli imprevisti.
FEDERICA
Io gli voglio un bene dell’anima però, per certi versi, li trovo di un egoismo
sfrenato… Certo, io ho sbagliato a non finire il master ma, insomma, non ho mica
ucciso nessuno.
GABRIELE
Ad ogni modo, io non ce la faccio a sopportare anche loro, a stare qui, a pezzi come
sono, dovendo anche fingere che sto bene altrimenti si preoccupano e sbarellano.
Domani me ne vado.
FEDERICA
Vai a Todi?
GABRIELE
Sì. Mi ospita un amico finché mi serve, e intanto lavoro al casale e lo finisco. C’ho
pensato e non ho bisogno di molti soldi per vivere. La prima cosa che faccio è
piantare l’orto, così ho da mangiare. Il resto non m’interessa.
FEDERICA
…Io vado in Finlandia.
GABRIELE
Chicca…
FEDERICA
Lo so, lo so. È sbagliato ma lo faccio lo stesso. L’hai detto anche tu, devo fare delle
scelte e seguirle, anche se molto probabilmente non sono quelle giuste.
GABRIELE
Ma quello ti ha già massacrato. Non ti è bastato?
FEDERICA
Ho parlato molto con Jan in questi giorni. Mi ha riempito di telefonate, di mail.
Siamo stati su Skype notti intere. Lui ha già un lavoro e ha una casa sua a Helsinki.
Dice che con il mio inglese non avrò difficoltà a trovare qualcosa da fare anch’io, e
io ci voglio provare. Ho deciso così.
GABRIELE
(Le dà un bacio affettuoso) …Te lo pago io il biglietto dell’aereo.
FEDERICA
Grazie, ma ho trovato un low cost a diciannove euro. Parto mercoledì. E se non
funziona, ho sempre gli psicofarmaci.
40
GABRIELE
Lasciane qualcuno alla mamma.
FEDERICA
Ma non sarà che quei due sono in crisi? Non è che stanno per divorziare?
GABRIELE
Mi sembra improbabile, mamma e papà si adorano. Però, anche io e Francesca ci
adoravamo. Tutto è possibile.
FEDERICA
Se sono in crisi è un casino, adesso che restano soli. Almeno, finché c’eravamo noi
la situazione era più sotto controllo.
GABRIELE
Non so che dire. Del resto, sono adulti e vaccinati. Se hanno dei problemi, non
possiamo certo risolvergli noi.
FEDERICA
Ah no. Certo che no.
BUIO
Giulio è davanti al televisore. Anna gira irrequieta per casa, sistemando
inutilmente delle cose.
GIULIO
Anna, mi dici che cos’hai, per favore?
ANNA
Niente. Non ho niente, Giulio. Non ho niente e ho tutto. Ma ti pare che debbano
farmela pagare così? Ho esagerato, va bene. Lo ammetto, ho esagerato.
GIULIO
Un tantino.
ANNA
Ma può succedere. Non capita mai a loro?
GIULIO
Ma certo che gli capita.
ANNA
E allora perché mi puniscono in questo modo?! Non solo scappano come due topi,
ma non si fanno nemmeno più sentire. Non una telefonata, un segnale. Sono
quindici giorni che non chiamano!
GIULIO
Non è quello che volevi?
41
ANNA
…Guarda che sei veramente uno stronzo… Adesso io volevo che se ne andassero,
io non li volevo più sentire! È colpa mia, naturalmente! Tu non c’entri niente!
GIULIO
Non ho detto questo.
ANNA
Sì che l’hai detto! Hai detto “non è quello che volevi”, come se fosse una cosa che
non ti ha minimamente riguardato! A te, che hai dato in escandescenze perché
Gabriele ti ha spostato il trapano!
GIULIO
Senti, Anna, deciditi. Quando sono qui perché sono qui, quando sono via perché
sono via. Che cosa vuoi?
ANNA
Una via di mezzo! Esistono le fasi intermedie nella vita, c’è una fascia di passaggio
tra il ripiombarti in casa e lo sparire!
GIULIO
E allora diglielo. Chiamali e diglielo.
ANNA
No! Perché se li chiamo lo sa già cosa mi rispondono, soprattutto Federica.
(Imitando l’isteria della figlia) «Mamma, io sto facendo la mia vita. Tu hai fatto la
tua, adesso io faccio la mia»…Gnegnegnè gnegnegnè gnegnegnè…
GIULIO
Annina, amore, te lo chiedo per piacere: sta cominciando Criminal Minds, sono due
mesi che voglio vederlo e non ci riesco. Ti prego, sii gentile.
ANNA
Sì sì, guarda Criminal Minds tu. Intanto, potrebbero essere morti per quello che ne
sappiamo.
GIULIO
(Stancamente) Se fossero morti lo sapremmo, no? Qualcuno ci avrebbe chiamato e
avrebbe detto: «Signor Lorenzi, lei ha una figlia a Helsinki? Ecco, perché si è
congelata ed è morta». Ce lo avrebbero detto, dopo quindici giorni, non credi?
Anna cerca nervosamente nei cassetti, finché trova un pacchetto di
sigarette e se ne accende una.
…Cosa fai, adesso, fumi?
ANNA
Fumo, fumo. Qualcosa non va? Ho smesso ma ricomincio.
42
Giulio si alza, arrabbiato e le strappa la sigaretta.
GIULIO
Senti, adesso basta! Li chiamo io, così la facciamo finita.
ANNA
No! Tu non chiami nessuno. Giulio, non li chiami.
GIULIO
Allora mi fai vedere Criminal Minds!
ANNA
Ma guardalo! È mezz’ora che ti ho detto di guardarlo. Guardalo. Guarda Criminal
Minds.
GIULIO
Adesso stai davvero esagerando. Mi dici perché non li vuoi chiamare?
ANNA
Perché devono chiamare loro!
GIULIO
Ma non lo fanno! Quindi li chiamiamo noi.
ANNA
Lascia stare, guarda. Lascia perdere. Adesso mi vesto e vado a trovare mia sorella,
così mi attacca una pippa di due ore sull’aiola delle acidofole che ha messo in
giardino e io m’incazzo ancora di più di quanto già non sono.
Giulio prende il cellulare per chiamare il figlio e Anna cerca di impedirglielo.
GIULIO
Li chiamo io.
ANNA
Giulio, ti ho detto di no!
GIULIO
Sì invece, così la fai finita e mi lasci in pace.
ANNA
Giulio, guarda, io non voglio parlare con nessuno dei due. Hai capito? Non me li
passare. Non ti azzardare a passarmeli perché io non rispondo a nessuno.
GIULIO
E non rispondere.
ANNA
Non ti azzardare a passarmeli, hai capito?
43
GIULIO
(Al cellulare) Gabriele, ciao bello. Sono papà. Come stai?... Bene, tutto bene.
Allora, procede il casale?...Ah, magnifico. Magari uno dei prossimi week-end
facciamo un salto a vederlo, se non ti disturbiamo… Senti, ciccio, volevo chiederti
un favore. Siccome stasera c’è Criminal Minds e io vorrei tanto vederlo, dovresti
farmi questo piacere. Adesso io metto giù, e tu richiami per dire alla mamma che
non sei morto. Va bene?
Anna fa un gesto di disprezzo al marito, ma poi prende il cellulare che Giulio le ha
allungato.
ANNA
Gabri. Ciao tesoro, come stai?
GIULIO
(La imita, ironico) …Gabri, tesoro…
ANNA
(Al figlio) No, è che non ti abbiamo più sentito, ci chiedevamo che fine avessi
fatto…
GIULIO
Tu ti chiedevi che fine avesse fatto.
Anna va in camera sua a continuare la conversazione con Gabriele. Giulio,
soddisfatto, si predispone per la serata: mette sul tavolino vicino al divano dei
generi di conforto (un whiskyno e dei cioccolatini) e finalmente si siede, pronto per
Criminal Minds, con le gambe allungate sul tavolino. Parte l’annuncio e poi la
sigla della serie televisiva, mentre Anna rientra e va a sedersi vicino a Giulio.
GIULIO
Ci voleva tanto? Alla prima pubblicità chiamiamo l’altra e così siamo tutti felici e
contenti.
ANNA
Dammi un cioccolatino.
GIULIO
Cosa faresti senza di me?
ANNA
Lo so io.
Criminal Minds inizia, ma suona il telefono e Anna risponde.
ANNA
Pronto? (Spaventata) Irina! (Giulio scatta, preoccupato) Veniamo subito! Subito!
Due minuti e siamo lì! (Riaggancia) Irina non trova più tua mamma.
44
GIULIO
Come non la trova più?!
ANNA
Non la trova! Era andata a farsi la doccia e, quando è uscita, tua mamma non c’era
più!
GIULIO
Cristo!
Si precipitano tutt’e due a vestirsi per uscire, mentre Criminal Minds comincia.
BUIO
Giulio rientra dal lavoro. Come al solito posa le chiavi sulla mensola e sfoglia la
posta.
GIULIO
Sono io, sono a casa, ciao…
Anna entra dalla cucina.
ANNA
Ciao. Allora, sei passato dalla mamma?
GIULIO
Sì. È lì tranquilla.
ANNA
Ma ti ha riconosciuto?
GIULIO
Stasera sì, ma non vuole dire niente. Ormai va a momenti, c’è e non c’è con la testa.
Mi ha chiesto di te, di Federica, ma quando gli ho parlato di Gabriele ci ha messo
un momento a capire chi fosse.
ANNA
Che pena.
GIULIO
Che vuoi fare, amore? È la vita. Speriamo che a noi non succeda, che ci venga un
ben colpo secco e via. Almeno per quanto mi riguarda, preferisco senz’altro così.
(Si butta sul divano e si toglie le scarpe) Ah, che meraviglia, finalmente è finita
questa giornata infernale. È durata novanta ore.
ANNA
Hai avuto molto da fare?
45
GIULIO
Come sempre, alla fine del mese. Due riunioni stamattina, un’altra nel pomeriggio,
poi un grosso cliente che forse è interessato a trasferire da me tutte le polizze per la
sicurezza degli impianti. Comunque, meglio così, visti i tempi.
ANNA
Ti prendo le pantofole e ti porto un aperitivo.
GIULIO
(Insospettito) …Cosa c’è, Anna?
ANNA
Perché?
GIULIO
Perché rientro in questa casa da trent’anni e tu non mi hai mai portato le pantofole
né tantomeno l’aperitivo. A stento mi saluti. Perciò, dimmi cos’è successo.
ANNA
…Ha chiamato Federica.
Giulio ha un moto di sconforto.
GIULIO
Per forza. È venerdì sera, sennò io come me lo rovinavo il fine settimana?
Naturalmente torna a casa.
ANNA
Alla fine del mese.
GIULIO
Bene.
ANNA
…È incinta, Giulio.
GIULIO
(Sarcastico) Benissimo, stupendo. Così ne avremo due in casa, tra cui uno che
sbraita tutta la notte in finlandese.
ANNA
Ne avremo tre perché torna con il compagno.
GIULIO
Sempre meglio! La suocera non la porta? Peccato, l’avrei conosciuta volentieri.
ANNA
Se mi fai parlare ti spiego…
46
GIULIO
No, Anna, lascia stare, amore. Non c’è niente da spiegare. Tanto, per me non è un
problema. Loro vengono qui e io vado in Finlandia. È anche il paese di Babbo
Natale, magari lo incontro e gli spacco le corna di quelle Cristo di renne così forse
capisce che i regali che mi fa non mi piacciono per niente!
ANNA
Federica è fuori di sé dalla gioia.
GIULIO
Federica è fuori è basta!
ANNA
Non dire così, Giulio. Un bambino è una bella cosa.
GIULIO
Non è una bella cosa, Anna. Non è una bella cosa per niente se la fa Federica. Non
può fare la madre, scombinata com’è. Ci sta da due mesi in Finlandia, sta con
questo che l’ha già mollata una volta e non si sa chi sia. E adesso lei ci fa un figlio.
Non si fanno così i figli! Si pensano, si programmano, si cercano quando è il tempo
giusto, non dopo due mesi! E poi perché torna qui, a fare che?
ANNA
Per il bambino. Non se la sente di crescerlo da sola laggiù. Vuole averci vicino.
GIULIO
Ma che pensiero gentile.
ANNA
E poi c’è anche il fatto che lei non è ancora riuscita a trovarsi un lavoro e anche lui,
Jan, sembra che abbia dei problemi.
GIULIO
Ma va? Come mai? Sta con Federica, come fa ad avere dei problemi?
ANNA
Pare che anche lì non sia tutto rose e fiori come si crede. La crisi si sente
dappertutto e lui ha perso il lavoro. Ne ha trovato un altro ma ora che saranno in tre
non è più sufficiente.
GIULIO
E viene a cercarlo in Italia?!
ANNA
Federica dice che ha già preso contatti con alcune aziende. È un esperto
d’informatica e, paradossalmente, sembra che abbia trovato più opportunità qui che
a Helsinki. Non si fermeranno tanto, Giulio. Vogliono solo un appoggio finché non
si sistemano.
47
GIULIO
Perché secondo te Federica si appoggia? Federica si sdraia, Anna! Si accampa e
non si muove più.
ANNA
Ci terranno anche loro ad avere un posto dove stare soli col piccolino!
GIULIO
Certo. Camera nostra. E poi cosa dici? Cosa dici?! Lo chiami già il piccolino! Chi
è? Non lo conosci nemmeno! Chi cacchio è il piccolino?! Niente, ti hanno già presa
ormai! Catturata! Col piccolino! Sei andata.
ANNA
Insomma, non possiamo mica mollarla in mezzo a una strada con un figlio in
arrivo, no?
GIULIO
Chi l’ha detto che non possiamo?!
ANNA
Ma non dire idiozie, Giulio, per favore! Vergognati anche solo a pensarle certe
cose.
GIULIO
Sì, vergognati… Poi, quando saremo qui in duecento, col piccolino che di sicuro, in
quanto figlio di Federica, sarà un rompicoglioni di quelli che dormono 12 secondi
ogni 48 ore! Quando succederà tutto questo e io andrò a dormire da mia madre,
perché io andrò a dormire da mia madre, vienimi a dire qualcosa! Tu prova a dirmi
una parola, Anna!
ANNA
Certe situazioni non danno scelta. Vanno accettate con serenità e basta.
GIULIO
Non fare la filosofa, amore. Non la fare Sant’Anna Martire della Saggezza, che
l’ultima volta che sono stati qui stavano per portarti via con l’ambulanza.
ANNA
Va bene, allora dille di no. Alza il telefono e dì a tua figlia che non te ne frega
niente che sia incinta, che può restare dov’è o andare dove la pare basta che non
venga a romperti l’anima. Alza quel telefono e diglielo subito se hai il coraggio!
Anna va in camera sua, sbattendo la porta.
BUIO
Giulio è seduto sul divano, afflitto. Anna rientra e va a sedersi vicino a lui.
48
ANNA
Ti sei calmato?
GIULIO
No.
ANNA
Non dicevi mica sul serio?
GIULIO
Che cosa?
ANNA
Che vai a dormire da tua madre.
GIULIO
Sì, invece.
ANNA
No che non lo fai.
GIULIO
…Perché è andata così?
ANNA
Così come?
GIULIO
Un sacco di gente ha figli e sono loro che pensano ai genitori.
ANNA
Non è vero. Un sacco di gente ha figli e sta come noi.
GIULIO
E se torna anche Gabriele?
ANNA
…In effetti ha appena chiamato…
Giulio la guarda sgomento.
ANNA
(Ride) Scherzavo.
GIULIO
Cretina.
La porta d’ingresso si apre e i due guardano sbigottiti Gabriele, che entra tenendo
tra le braccia un neonato.
49
GABRIELE
…È il bambino di Francesca. Doveva partire per un convegno e non sapeva a chi
lasciarlo. L’uomo che l’ha messa incinta non ne vuole sapere niente, né di lei né del
piccolo… Ha chiamato me. Ma al casale non c’è riscaldamento e non posso tenerlo
lì. Aiutatemi, per favore… Mamma, ce l’hai un po’ di latte?
ANNA
…Ce l’ho?
GIULIO
… Ce l’hai?
ANNA
…Vado a scaldarlo.
Anna esce. Gabriele e Giulio si guardano.
GABRIELE
… Si chiama Enea.
GIULIO
Il figlio di Troia.
FINE
50
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