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Organizzazione aziendale e sistemi informativi
Organizzazione aziendale e sistemi informativi Prof. Luca Gnan Agenda • • • • • • Una definizione Divisione del lavoro e coordinamento Le regole nella progettazione Gli ambiti della progettazione organizzativa Modelli di organizzazione I sistemi operativi 2 UNA DEFINIZIONE 3 Organizzazione • Significa occuparsi del “comportamento delle persone nelle organizzazioni”: – le persone (le variabili individuali), – i gruppi di persone (le variabili sociali), – le regole di funzionamento (l’assetto organizzativo). • Assetto organizzativo insieme delle variabili che configurano l’organismo personale di un’organizzazione e che definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che lo compongono 4 Che cosa vuol dire progettare l’assetto organizzativo? 1. Quante persone, e con quali caratteristiche, sono necessarie per svolgere le attività dell’organizzazione; 2. Quali insiemi di compiti deve svolgere ciascuna persona, 3. Con quali obiettivi, 4. Secondo quali modalità, 5. Con quali risorse; 6. Come e quanto ciascuna persona deve essere retribuita; 7. Quali sono i percorsi professionali (percorsi di formazione e di carriera) previsti per le persone e coerenti con le dinamiche delle attività svolte. 5 A che cosa si deve tendere quando si progetta un assetto organizzativo? • Che le persone siano motivate a lavorare con intensità e in modo contributivo, • Che i compiti siano svolti secondo efficienza ed efficacia, • Con il massimi livelli di coordinamento e di integrazione possibili, • Con grande flessibilità e capacità di fronteggiare il dinamismo ambientale. 6 Perché non è facile progettare, mettere in atto e fare evolvere assetti organizzativi efficaci? • Incertezza, conoscenze incomplete, razionalità limitata; • I comportamenti non sono facilmente osservabili e controllabili; • I risultati dei singoli spesso non sono valutabili e sono sempre influenzati dai contributi di altre persone; • Le persone e i gruppi si presentano con insiemi di valori e di bisogni e con schemi cognitivi disomogenei; • Tutti i punti sopra ricordati aprono ampi spazi a comportamenti opportunistici. 7 Variabili dell’assetto organizzativo • La struttura organizzativa: – Struttura organizzativa di base (elementare, funzionale, etc.), – Struttura delle singole unità organizzative (per fasi, per unità autonome); – La distribuzione del potere (accentramento, decentramento; stile di direzione); • I sistemi operativi: – I sistemi di pianificazione strategica; – I sistemi di programmazione e controllo; – I sistemi di gestione del personale (dimensionamento organici, ricerca, selezione, retribuzione, carriera, formazione); – I sistemi informativi. 8 DIVISIONE DEL LAVORO E COORDINAMENTO 9 Divisione del lavoro e coordinamento • Progettazione organizzativa = insieme di scelte secondo le quali è effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e, quindi, è realizzato il coordinamento fra tali compiti • Progettazione organizzativa è il risultato di scelte di: – Divisione del lavoro – Coordinamento 10 Divisione del lavoro • Genesi della progettazione organizzativa, nonché elemento specifico delle sue origini scientifiche • Taylor e Weber • Una maggior specializzazione consente risultati maggiori e più alti livelli di efficienza, a seguito di meccanismi di apprendimento più veloci, di meccanismi di retroazione più rapidi e di uno sviluppo di modelli di azione sempre più perfezionati 11 Coordinamento • Tutte quelle azioni che consentono ai singoli attori/elementi di un sistema di interagire e realizzare un risultato coerente • “Chiave” del corretto funzionamento delle organizzazioni • Più è grande la divisione del lavoro, tanto maggiore è il fabbisogno di coordinamento • Le scelte di divisione del lavoro e coordinamento sono influenzate da: l'ambiente, la tecnologia, le conoscenze e le persone, i modelli di relazione sociale, la cultura, etc. 12 LE REGOLE NELLA PROGETTAZIONE 13 Regole • Attività di progettazione organizzativa fissare delle regole, dei principi, un metodo. • Organizzare significa connettere tra loro azioni interdipendenti all’interno di sequenze che generano risultati coerenti • L’introduzione di regole comporta risparmi di: – attenzione e ricerca di soluzioni; – legittimazione e comunicazione; – coordinamento 14 GLI AMBITI DELLA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA 15 La progettazione definisce … • Il dominio organizzativo, ovvero quella parte di ambiente che l'organizzazione intende gestire in termini di attività e processi svolti • Le scelte di aggregazione delle attività che appartengono al dominio organizzativo: – a livello micro – a livello macro 16 Le leve di progettazione organizzativa • Leve hard: – La struttura organizzativa, con le relative scelte di articolazione verticale, orizzontale, formalizzazione, profondità, accentramento; – I meccanismi di coordinamento intra-organizzativo; – I sistemi operativi. • Leve soft: – Tutte quelle azioni dirette alla creazione del sistema delle competenze individuali e collettive: • leadership ed empowerment, • creatività e ascolto, • decisioni e negoziazioni. 17 Le scelte di progettazione organizzativa In termini di divisione del lavoro e coordinamento influenzano: • L’autonomia decisionale di ciascun attore organizzativo, quindi la sua capacità di influenzare i propri processi decisionali e quelli altrui; • i flussi di informazione, ossia i modelli con cui la conoscenza di un’organizzazione è codificata, raccolta, indirizzata, e decodificata per essere fruibile ai differenti attori organizzativi; • i flussi di decisione, ossia i modelli con cui l'organizzazione risponde ai problemi; • i criteri e le modalità di regolazione del rapporto tra contributi e incentivi. 18 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE 19 I principi guida dietro le scelte di organizzazione • Il principio di coerenza dinamica: non esistono soluzioni organizzative ottime e valide in ogni circostanza, ma occorre adottare una prospettiva contingency • Il principio di orientamento alle persone e ai gruppi di persone: occorre coniugare l’efficienza aziendale con la soddisfazione delle persone, non è possibile una mutua esclusione delle due finalità 20 La struttura organizzativa • 1. … indica i rapporti di dipendenza formale, compresi il numero di livelli gerarchici e lo span of control di manager e supervisori • 2. … identifica il raggruppamento di individui in unità organizzative nella totalità dell’organizzazione • 3. … implica la progettazione di sistemi che assicurino una comunicazione e un coordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi fra le unità organizzative 21 Organigramma e job description Signor X Direttore commerciale Signor Y Resp. vendite Italia Resp. Nord Resp. Centro Sud Signor Z Resp. vendite estero Amm.ne vendite Signor K Resp. pubblicità Segretaria Job Description: documento che definisce le aspettative aziendali rispetto alle attività e alle responsabilità che descrivono il contributo atteso dal titolare della posizione Job Profile: documento aziendale che definisce i comportamenti attesi (attività aziendale + modalità di svolgimento) rispetto ad una posizione e il profilo di competenze (conoscenze, esperienze, capacità) ideale per soddisfarli 22 Le strutture organizzative di base • Tre tipi fondamentali: • Struttura elementare • Struttura funzionale • Struttura divisionale • La scelta dipende dalle caratteristiche dell’azienda e dai criteri privilegiati di divisione e di coordinamento del lavoro 23 La struttura elementare Organo di governo economico e direzione Direttore Generale segreteria Organi operativi lavorazione lavorazione lavorazione lavorazione Caratteristiche aziendali: • impresa di piccole (piccolissime) dimensioni e combinazioni produttive semplici • un solo prodotto (o una linea di prodotti molto omogenea) destinato a un solo mercato Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le posizioni, ossia l’omogeneità dei compiti e delle responsabilità assegnate alle varie persone che ricoprono le diverse posizioni 24 La struttura elementare • Caratteristiche – – – – – • elevato ACCENTRAMENTO limitata FORMALIZZAZIONE coordinamento mediante SUPERVISIONE stile di direzione AUTORITARIO-PATERNALISTA strategia ‘emergente’ Principali vantaggi – FLESSIBILITA’ (di breve periodo) – caratteri del PROCESSO DECISIONALE (risposta strategica che conosce le caratteristiche operative) – bassi costi di struttura – rapporti interpersonali (mutuo adattamento) • Principali limiti – FLESSIBILITA’ (di lungo periodo - scarsa capacità di sorveglianza dell’ambiente) – caratteri del PROCESSO DECISIONALE (accumulo di problemi non risolti – poca attenzione per la crescita) – sbilanciamento operativo 25 La struttura funzionale Organo di governo economico e direzione Direttore Generale Organi di staff E.D.P. produzione stabilim. 1 marketing R&D finanza stabilim. 2 Organi direttivi di funzione Organi operativi Caratteristiche aziendali: impresa di medie dimensioni e combinazioni produttive relativamente semplici; un solo prodotto (o una linea di prodotti molto omogenea) destinato a un solo mercato Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le funzioni, ossia l’omogeneità delle tecniche caratteristiche (specializzazione per tecniche) 26 La struttura funzionale • Caratteristiche – – – – criterio di raggruppamento per INPUT tendenziale ACCENTRAMENTO SPECIALIZZAZIONE FUNZIONALE coordinamento mediante STANDARD • Principali Vantaggi – elevata EFFICIENZA – ECONOMIE di SCALA – ECONOMIE di APPRENDIMENTO (+ produttività) – Rapporti INTERPERSONALI (componente valoriale) • Principali Limiti – CHIAREZZA nei rapporti tra organi – SCARSA ELASTICITA’/FLESSIBILITA’ (nel lungo periodo) – COMUNICAZIONE – COORDINAMENTO INTERFUNZIONALE (diversità di obiettivi e orientamenti) Conflitti interfunzionali 27 La struttura divisionale Organo di governo economico e direzione Direttore Generale ASA 1 ASA 2 E.D.P. Organi di staff ASA 3 Organi direttivi di divisione ASA 4 Organi operativi Produzione Marketing Caratteristiche aziendali: • impresa di medio/grandi dimensioni e combinazioni produttive relativamente complesse • più prodotti (o linee di prodotti disomogenee) destinati a specifici mercati Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le combinazioni parziali (prodotti-mercati -> specializzazione in base all’output), ossia la disomogeneità degli aspetti tecnici e commerciali caratteristici di ciascuna combinazione parziale (strategia di diversificazione non 28 correlata) La struttura divisionale • Caratteristiche – – – – criterio di raggruppamento per OUTPUT DIVISIONI = centri di PROFITTO rilevante peso degli organi di STAFF coordinamento mediante STANDARD • Principali Vantaggi – – – – ADEGUATEZZA a strategie di DIVERSIFICAZIONE elevata FLESSIBILITA’ RISORSE ‘DEDICATE’ SVILUPPO di CAPACITA’ IMPRENDITORIALI • Principali limiti – – – – scarsa EFFICIENZA elevata CONFLITTUALITA’ elevato FABBISOGNO di COORDINAMENTO ENFASI su risultati di BREVE PERIODO 29 Funzionale o divisionale? (1/2) • Verifica del livello di DISOMOGENEITA’ delle varie attività funzionali tra le diverse ASA – Disomogeneità alta Struttura Divisionale – Disomogeneità bassa Struttura Funzionale • Verificare le potenziali ECONOMIE DI SCALA nelle ASA con bassa disomogeneità – Economie di scala scarse Struttura Divisionale – Economie di scala significative Struttura Funzionale 30 Funzionale o divisionale? (2/2) • In presenza di attività omogenee e senza economie di scala rilevanti occorre: – Verificare la necessità di avere ottimi professionisti o di focalizzazione sul business Necessità di specialisti iper-sofisticati? SI Struttura Funzionale NO Struttura Divisionale – Verificare il livello di INTERDIPENDENZA tra le funzioni (es: in relazione a singoli prodotti) Forti interdipendenze Struttura Divisionale Basse interdipendenze Struttura Funzionale 31 I SISTEMI OPERATIVI 32 I sistemi operativi Consistono in: – un aggregato di attività – trasversali o diffuse – il cui ruolo consiste nel permettere operativamente il funzionamento del sistema organizzativo – inducendo adeguati stimoli di comportamento. OBIETTIVO DEI SISTEMI OPERATIVI COORDINAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE utilizzo equilibrato delle risorse (umane, finanziare e strumentali) per raggiungere gli obiettivi strategici (e la mission) dell’organizzazione 33 La progettazione dei sistemi operativi FABBISOGNI TECNICI FABBISOGNI PERSONALI • • Adattare l’organizzazione alle spinte dell’ambiente e alle variazioni della strategia tramite la gestione: – – – – • dell’evoluzione del posizionamento strategico delle variabili critiche delle differenze tra i microcosmi organizzativi dell’integrazione verso l’unica missione Agire solo sull’articolazione della struttura organizzativa, per gestire una variabile chiave della strategia (ad es.: il processo produttivo) corrisponde ad una soluzione mono-dimensionale e non coordinata di un problema organizzativo. Adattare le competenze dell’organizzazione alle spinte endogene ed esogene tramite la gestione della coerenza delle competenze: – – – – • Conoscere e dominare il proprio ambito organizzativo, avendo chiari rapporti gerarchici e responsabilità; Utilizzare le proprie competenze al meglio; Mantenere i propri valori personali; Porre l’individuo in condizioni di relativa stabilità per far fronte al crescente dinamismo dell’impresa. e dello sviluppo delle competenze: – – – Evoluzione differenziata delle competenze nel corso della vita; Evoluzione delle attese individuali nutrite nei confronti dell’impresa per il raggiungimento dei propri obiettivi professionali e personali; Prevenzione e soluzione di possibili fenomeni di obsolescenza professionale 34 Il funzionamento dei sistemi operativi STATICA Struttura organizzativa + Distribuzione del potere ad es. definiscono le posizioni e le deleghe VARIAZIONI ENDOGENE/ ESOGENE DINAMICA Sistemi operativi favoriscono l’adattamento della struttura alle sollecitazioni ambientali tramite (ad es.) la costante verifica delle performance 35 Tipologie di sistemi operativi Fornire un elenco esaustivo ed univoco è complesso perché: 1. Dal punto di vista scientifico, l’argomento è oggetto di studio di diverse discipline e nella pratica, la gestione dei sistemi di direzione è affidata a personale con competenze variegate; 2. Dal punto di vista organizzativo, i compiti di un sistema di direzione “sconfinano” spesso non solo nelle funzioni o nei processi tecnici, ma anche nel territorio di altre funzioni o processi. Sistemi di determinazione degli obiettivi e di allocazione delle risorse • Pianificazione strategica • Programmazione • Controllo di gestione Sistemi di gestione del personale • Valutazione • Sviluppo • Ricompensa Sistemi connessi ai processi decisionali • Sistemi informativi • Sistemi di decisione 36