...

La flessibilità del ruolo infermieristico nel percorso del

by user

on
Category: Documents
73

views

Report

Comments

Transcript

La flessibilità del ruolo infermieristico nel percorso del
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di Laurea in Infermieristica Asti
Tesi di Laurea
La flessibilità del ruolo infermieristico nel percorso
del paziente colpito da stroke con indicazione a
terapia trombolitica
The flexibility of nursing role in the
treathement of thrombolisis – eligible stroke.
RELATORE
CANDIDATA
Dott/Prof. Orietta Franza
Valentina Maggiora
Anno Accademico 2008/2009
I
Dedicato a mia figlia
Ginevra, per i tuoi momenti
di gioia, gli abbracci
improvvisi, sei il mio futuro,
le mie speranze.
II
INTRODUZIONE……………………………………………………………………………1
INIZIO I PARTE
1
DESCRIZIONE DEL CONTESTO E DEL FENOMENO
1.1 Storia naturale della malattia cerebrovascolare……………………………3
1.2 Rilevanza epidemiologica del problema……………………………………….6
1.2.1 Contesto mondiale e europeo: dati SPREAD 2007………………..6
1.2.2 Contesto italiano: dati SPREAD 2007……………………………………7
1.2.3 Realtà piemontese: dati ISTAT novembre 2008…………………….8
1.3 Anatomia dell’ictus ischemico………………………………………………..……9
1.3.1 Perfusione e ossigenazione cerebrale………………………………..10
1.4 Fisiopatologia…………………………………………………………………………12
1.4.1 La trombosi…………………………………………………………………….13
1.4.2 Cardioembolismo………………………………………………………………14
1.4.3 Le manifestazioni cliniche nella fase iniziale…………………………15
1.5 Le complicanze nella fase di stato………………………….………………..17
1.5.1 Iperglicemia…………………………………………………….………………17
1.5.2 Ipertensione…………………………………………………….………………19
1.5.3 Ossigenazione………………………………………………………………….20
1.5.4 Ipertermia……………………………………………………………………….20
1.5.5 Crisi epilettiche…………………………………………………………………21
1.5.6 Funzionalita’ cardiaca………………………………………………………..21
III
1.6 Trattamento dell’ictus ischemico: le grandi svolte storiche…….……22
1.6.1 La TAC………………………………………………………….………………..22
1.6.2 Stroke Unit e Trombolisi.……………………………….…………………24
INIZIO II PARTE
2
MATERIALI E METODI
2.1
Metodologia ………………………………………………………………………….29
2.2
Presentazione e scopo dello studio…………………………………………..31
2.3
Analisi: “Protocollo di intervento per il trattamento fibrinolitico
dell’ictus ischemico in fase acuta ………………………………………..…33
2.3.1
Fase extra - ospedaliera: il SEST 118……………………………...33
2.3.1.1
La centrale 118………………………………………………………33
2.3.1.2
Protocollo 118 medico infermieristico di trasporto del
paziente candidato a trombolisi……………………………….38
2.3.2 La fase di emergenza intra - ospedaliera: il DEA Asl At……….41
2.3.2.1
Triage DEA Asti: Protocollo di eleggibilità a trombolisi…41
2.3.2.2
Protocollo infermieristico di trattamento…………………….45
2.3.2.2.1 Somministrazione del trombolitico………………….50
2.3.2.3
Protocollo infermieristico di monitoraggio…………………..54
2.3.2.4
La rilevanza dell’aspetto relazionale
infermiere – paziente………………………………………………60
IV
2.4 Dati di attività……………………………………………………………………….61
2.4.1
Modalità di arrivo e reclutamento dei pazienti sottoposti a
trombolisi………………………………………………………………………64
2.4.2
Dati di attività infermieristica di Triage…………………………….66
2.4.3
Dati di attività infermieristica di Sala………………………………..68
2.4.4
Dati di attività: valutazione dell’efficacia complessiva del
percorso…………………………………………….…………………………69
2.3.2
Scala di Rankin………………………………………………………….…71
INIZIO III PARTE
3
CONCLUSIONI
3.1 Positività e criticità…………………………………………………………….……73
3.1.1 Elementi positivi……………………………………………………………….73
3.1.2 Criticità rilevate…………………………………………………………..……75
3.2 Proposte e spunti per futuri approfondimenti………………………….…77
BIBLIOGRAFIA………………………………………………………..……………………82
ALLEGATI…………………………………………………………………..…………………85
V
ABSTRACT
INTRODUZIONE
Lo stroke ischemico in fase acuta è responsabile di decessi e di invalidità
permanenti. La trombolisi effettuata entro tre ore dall’esordio del primo
sintomo in pazienti selezionati, rappresenta allo stato attuale l’unico
intervento terapeutico che può significativamente consentire, tutto o in
parte, il recupero di disabilità altrimenti permanenti.
OBIETTIVI
Analizzare e verificare efficacia ed efficienza di Protocolli infermieristici
nelle fasi di reclutamento, trattamento e monitorizzazione post-trombolisi.
Verificarne l’efficacia nel ridurre i tempi diagnostico-terapeutici entro i
limiti della stretta finestra terapeutica. Proporre un percorso formativo
specifico di caratterizzazione professionale in tale ambito.
MATERIALI E METODI
Con riferimento alle Linee Guida SPREAD 2007, ai dati di letteratura e
pubblicazioni (CINAHL, OVID, PUB MED, MEDLINE) ed alle principali
D.P.R. della Regione Piemonte e Ministero della Sanità, sono stati
analizzati i Protocolli infermieristici in vigore presso il DEA Asl At.
CONCLUSIONI
Sono
risultati
di
fondamentale
importanza
stesura,
diffusione
e
applicazione di Protocolli infermieristici dedicati. L’analisi delle criticità ha
consentito la formulazione di nuove proposte in termini di formazione e
attività,
nonché l’eventuale costituzione di un “pool infermieristico”
esperto, inter-dipartimentale (area critica e neurologia).
PAROLE CHIAVE:
Ictus ischemico, trombolisi, ruolo infermieristico,
sinergismo, autonomia
VI
ABSTRACT
INTRODUCTION
Acute phase ischemic stroke is responsible for deaths and permanent
invalidity. Thrombolysis, when performed within three hours of the onset
of the first symptom in patients, currently represents the only therapeutic
intervention that can significantly allow complete or partial recovery from
otherwise permanent disability .
OBJECTIVES
To analyse and verify the efficacy and efficiency of nursing Protocols
respecting for the phases of recruitment, treatment and post-thrombolysis
monitoring. To verifying their efficacy in reducing diagnostic-therapeutic
times within the limits of the narrow therapeutic window. To propose
specific training for the professionals specialising in such field.
MATERIALS AND METHODS
The nursing Protocols currently used at the DEA Asl AT were analized with
reference to the SPREAD 2007 Guidelines, to data in the literature and
publications (CINAHL, OVID, PUB MED, MEDLINE) and to the main D.P.R.
of the Piedmont Region and Health Ministry.
CONCLUSIONS
Writing, distribution and application of dedicated nursing Protocols were
found to be of fundamental important. Moreover analysis of the criticality
allowed the formulation of new proposals in terms of training and activity
as well as the possible establishment of an expert, inter-departmental
“nurse pool” (critical area and neurology)
KEY WORD: Iscemic Stroke, thrombolysis, nursing role, synergistic,
autonomy
VII
PREMESSA
Stimolo principale del mio interesse nei confronti della terapia trombolitica
nell’ictus ischemico, è nato durante le lezioni di medicina d’urgenza,
approfondito successivamente nel convegno presso l’ospedale Cardinal
Massaia: “esperienze a confronto sulla gestione della trombolisi per ictus”.
La mia volontà principale era di scoprire cosa offriva questo trattamento,
il ruolo dell’infermiere nel percorso del paziente con ictus candidato a
trombolisi, l’analisi dei Protocolli e del lavoro infermieristico del DEA del
nostro ospedale, che in fondo è un ospedale di una piccola provincia
piemontese.
Il mio percorso è nato nel giugno 2008 da allora ho analizzato tutte le
Delibere della Regione Piemonte, il “Protocollo di intervento per il
trattamento fibrinolitico dell’ictus ischemico in fase acuta” dell’Asl AT, i dati
ricavati da un anno di indagine, la letteratura di riferimento.
Inoltre ho avuto anche la grande occasione nel settembre 2008 di svolgere
un tirocinio presso il DEA e poter assistere alla presa in carico di un
paziente candidato a trombolisi da un gruppo interdisciplinare di cui gli
infermieri ne facevano parte.
Sono rimasta particolarmente colpita dalla preparazione e autonomia del
personale infermieristico, dall’integrazione completa e sinergica di due
figure il medico urgentista e l’infermiere, affiatati affinché il paziente possa
avere l’opportunità di un “restituzio ad integrum” e ritorni a percorrere la
sua strada con dignità .
La persona colpita da ictus candidata a trombolisi è assistita durante tutta
la fase acuta in modo costante da un “team multidisciplinare”, l’infermiere
oltre a far parte di questo team è la figura che accompagna e sostiene il
paziente durante tutta la fase acuta della terapia, incoraggiandolo,
aiutandolo a tranquillizzarsi cercando di capire quali sono i suoi bisogni per
soddisfarli.
VIII
Non dimentico inoltre il forte senso intuitivo e di autocritica, aspetti
fondamentali della professione infermieristica che spero un giorno siano
miei.
Intendo presentare attraverso questa tesi lo stato dell’arte della ricerca
scientifica nel trattamento dell’ictus ischemico candidato a trombolisi, il
suo percorso presso il DEA Asl AT e analizzare il ruolo dell’infermiere, al
fine di identificare le positività, le criticità, e apportare proposte costruttive
per migliorare l’assistenza al paziente trombolisato.
In conclusione mi sento di ringraziare:
•
Mia figlia Ginevra, che mi dato forza e speranza, dal suo arrivo la
mia vita è diventata serena e colorata.
•
La mia famiglia, che mi ha aiutato nei momenti più dolorosi e bui,
sostenendomi per poter realizzare il mio progetto di diventare
infermiera.
•
Tutto il personale del Pronto Soccorso dell’ospedale Cardinal
Massaia e il 118 di Asti, in particolare un ringraziamento
significativo va alla Dottoressa Orietta Franza mia relatrice di tesi,
a tutto il suo Team, in particolare Rossana Testa C.P.S.I. del DEA,
e alla Dottoressa Chiara Gasparetto medico urgentista, che mi
hanno seguita in questo percorso in cui penso di essere cresciuta
professionalmente,
sostenendomi
incoraggiandomi
e
incrementando il mio amore per la medicina e il rispetto verso i
pazienti, aggiungo di essere veramente convinta che solo
attraverso queste caratteristiche professionali e personali si
possano
raggiungere
importanti
e
significativi
risultati
professionali.
IX
INTRODUZIONE
Lo stroke ischemico è una patologia che negli ultimi anni sta suscitando
particolare attenzione, sia per l’impatto psico-fisico devastante che i
sopravvissuti presentano, sia per gli elevati costi sanitari (come
ospedalizzazioni prolungate, cicli di riabilitazione, assistenza da parte di
care giver a domicilio), sia in termini psico-sociali (perdita del proprio
lavoro, della propria libertà e vissuto di perdita della dignità personale).
Il mio lavoro attinge dalla recente possibilità presso l’ospedale “Cardinal
Massaia” di trattare farmacologicamente l’evoluzione acuta dell’ictus,
riducendone la mortalità e diminuendo in modo significativo gli esiti
invalidanti che fino ad oggi questa patologia ha causato.
Dal 1 giugno 2008, presso il DEA molti pazienti che sono stati colpiti da
questa patologia, entro certi limiti di restrizione, hanno potuto giovare del
trattamento trombolitico che ha ottenuto risultati significativi.
Il
trattamento
dell’ictus
è
tuttavia
fortemente
condizionato
dalla
ristrettezza del tempo utile di somministrazione richiedendo Protocolli
organizzativi in grado di ottimizzare qualitativamente e tempestivamente,
l’applicazione.
La presente tesi analizza il ruolo del personale infermieristico in prima
linea dell’ Asl AT, chiamato all’assistenza e cura nella fase acuta del
paziente con ictus candidato a trombolisi, con funzioni e responsabilità
diverse a seconda della sede della sua attività (C.O. 118, Triage, Sala
Intensivi, Osservazione Breve Intensiva)
La tesi è articolata in tre parti:
•
Nella prima parte vi è una presentazione del contesto e del fenomeno
dell’ictus, affinchè si possa capire il reale peso sociale che questa
patologia causa, dalla realtà mondiale alla nostra provincia.
•
Nella seconda parte si analizzano i Protocolli infermieristici utilizzati
nel percorso del paziente con ictus candidato a trombolisi nella fase
acuta, l’adesione agli stessi, i risultati in termini di pazienti trattati e di
1
efficacia del percorso. Gli importanti e significativi risultati sono stati la
base per l’elaborazione di proposte integrative al percorso in uso.
•
Le conclusioni in fine rappresentano il punto di arrivo del mio
elaborato, confermano l’importanza e l’ineludibilità di Protocolli
infermieristici dedicati di Pronto Soccorso. In ultimo vi è una proposta
di implementazione dell’autonomia infermieristica documentata con la
mia personale esperienza, sperando fornisca importanti spunti per
futuri approfondimenti.
2
INIZIO I PARTE
1 DESCRIZIONE DEL CONTESTO E DEL FENOMENO
1.1 STORIA NATURALE DELLA MALATTIA CEREBROVASCOLARE
I termini ICTUS, APOPLESSIA e STROKE definiscono l’esordio acuto di un
deficit neurologico focale, a volte accompagnato da alterazioni dello stato
di coscienza sino al coma.
Classicamente si ha un’ abolizione improvvisa di funzioni cerebrali che
presiedono ai movimenti volontari, alle funzioni sensoriali e/o percettive ed
allo stato di coscienza.
Le Linee Guida italiane SPREAD 20071, come il
Ministero della Sanità,
definiscono l’ictus come “improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili
a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata
superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa
apparente
se
non
a
vasculopatia
cerebrale”…..
Tale
definizione
comprende, sulla base dei dati morfologici, l’infarto ischemico, l’infarto
emorragico, l’emorragia intracerebrale primaria ed alcuni casi di emorragia
sub-aracnoidea (ESA)”
L’ictus ischemico, oggetto della presente trattazione, rappresenta in Italia,
la forma più frequente di ictus (80% circa) mentre le emorragie
intraparenchimali riguardano il 15 – 20% e le emorragie subaracnoidee
circa il 3%. (SPREAD 2007).
La causa della riduzione improvvisa del flusso ematico cerebrale in una
determinata area è alla base dell’ictus ischemico e può essere
conseguenza dell’occlusione di un arteria (circa l’80% dei casi), da parte di
un trombo oppure di un’embolo, da uno squilibrio emodinamico, o ancora,
1
SPREAD 2007: STROKE PREVENTION AND EDUCATIONAL AWARENESS DIFFUSION
3
da un qualsiasi evento che determini ipossia del tessuto nervoso nei
rimanenti casi.
Nonostante gli sforzi compiuti a livello mondiale in tema di prevenzione
per ridurre l’incidenza nel corso degli ultimi anni, l’ictus rimane ancora la
terza causa di morte e
la principale causa di grave infermità a lungo
termine (American Heart Association, 2000).
In Italia lo stroke è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari
e le neoplasie, causando il 10 - 12% di tutti i decessi per anno, e
rappresenta la principale causa d’invalidità.
Si calcola che la mortalità acuta (30 giorni) dopo ictus ischemico sia pari a
Deaths (millions)
circa il 20 – 25%, mentre quella ad un anno ammonti al 30 – 40 % circa.
12
Cancers
10
Ischaemic HD
Stroke
8
Acute respiratory
infections
6
Road traffic
accidents
4
HIV/AIDS
Malaria
2
Perinatal
0
2000
2005
2010
2015
2020
2025
2030
TB
GRAFICO n 1: Projections for selected causes, 2004 to 2030
(Updated from Mathers and Loncar, PLAS Medicine, 2006)
4
Ad un anno dall’evento acuto 1/3 terzo dei soggetti è sopravvissuto a
ictus, mentre 2/3 presentano un grado di disabilità elevato che li rende
totalmente dipendenti. L’evoluzione demografica porterà in Italia, se
l’incidenza rimane costante,
un ulteriore aumento dei casi di ictus nel
prossimo futuro.
La terapia trombolitica, di recente insorgenza ed in corso di diffusione, pur
avendo la limitazione di una finestra terapeutica dall’esordio dei sintomi
ristretta a 3 ore ed essendo attualmente riservata a pazienti di età
inferiore agli 80 anni, rappresenta l’unico intervento innovativo ed “attivo”
dal punto di vista sanitario in un percorso di potenziale “restituzio ad
integrum”.
Risulta quindi evidente la necessità di:
Identificare tempestivamente quanti più pazienti possibili colpiti da
stroke ischemico che possano giovare di tale trattamento.
Coinvolgere e coordinare preventivamente le risorse sanitarie
direttamente interessate nel trattamento trombolitico, dal territorio
all’ospedale, razionalizzando e riducendo i tempi del percorso
clinico–diagnostico del Paziente
5
1.2 RILEVANZA EPIDEMIOLOGICA DEL PROBLEMA
1.2.1 CONTESTO MONDIALE – EUROPEO: DATI SPREAD 2007
L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale
e la terza causa di morte nei paesi industrializzati, seguitamente alle
malattie cardiovascolari e alle neoplasie.
Stime per l’anno 2005 hanno attribuito all’ictus cerebrale 6 milioni di morti
nel mondo. Entro l’anno 2020 la mortalità per ictus sarà duplicata a causa
dell’aumento dei soggetti anziani e alla persistenza dell’abitudine al fumo
di sigaretta.
L’incidenza e la prevalenza variano da studio a studio. Le variazioni
riscontrate nei principali studi nazionali e internazionali sottolineano una
diversa frequenza della malattia, ma anche una differenza nella
composizione anagrafica della popolazione colpita.
I tassi grezzi di incidenza sulla popolazione totale nelle diverse nazioni a
livello mondiale, variano da 1.3 a 4.1 per 1.000 abitanti.
Negli Stati Uniti la prevalenza nel 2004 dell’ictus fra gli adulti di età
superiore ai 20 anni è stata stimata in 5.700.000, è stato, proprio nello
stesso anno, la causa di 1 decesso ogni 16 pari a 150.147 decessi di cui il
61% erano donne ( Emergency Medicine Practise 11/2007).
L’incidenza di nuovi casi è di 700.000 all’anno; di cui 500.000 ictus di
prima insorgenza 200.000 recidive. Gli afroamericani hanno un rischio
quasi due volte superiore di ictus di prima insorgenza, in confronto ai
caucasisci della stessa età e sesso.
I tassi standardizzati sulla popolazione europea del 1996 oscillano tra 1.60
e 2.60 per 1.000 abitanti.
6
1.2.2 CONTESTO ITALIANO: DATI SPREAD 2007
In Italia l’ictus, per dimensioni epidemiologiche e rilievo sociale, è uno dei
più gravi problemi sanitari e assistenziali. Rappresenta la prima causa di
invalidità permanente e la seconda causa di demenza, nonché la terza
causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, causando il
10 - 12% di tutti i decessi per anno.
Il tasso di prevalenza dell’ictus nella popolazione anziana italiana con età
compresa tra 65 e 84 anni è del 6.5%, più incisivo negli uomini (7.4%)
rispetto alle donne (5.9%). L’incidenza aumenta progressivamente con
l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantacinquenni. Il 75%
degli ictus si riscontra in soggetti di oltre 65 anni. Anche in Italia l’ictus
ischemico rappresenta la forma più frequente di ictus (80% circa) mentre
le emorragie intraparenchimali riguardano il 15 – 20% e le emorragie
subaracnoidee circa il 3%.
L’ictus ischemico colpisce soggetti con età media superiore a 70 anni, più
frequente negli uomini che nelle donne; ogni anno si verificano in Italia
circa 196.000 ictus, di cui 80% nuovi episodi (157.000) mentre il 20%
recidive che colpiscono soggetti già precedentemente affetti circa
(39.000).
Il numero di soggetti che hanno avuto un ictus e ne sono sopravvissuti,
con esiti più o meno invalidanti è calcolabile in circa 913.000.
La mortalità acuta (30 giorni) dopo l’ictus è pari a circa il 20 – 25%
raggiungendo il 30 – 40 %, ad un anno dall’evento acuto un terzo dei
soggetti sopravvissuti ad ictus, indipendentemente che sia ischemico o
emorragico, presenta un grado di disabilità elevato, determinandone la
dipendenza.
7
1.2.3 REALTA’ PIEMONTESE (dati ISTAT novembre 2008)
In Piemonte l’urgenza dei nuovi interventi si presenta ancora più
pressante, i dati epidemiologici rilevano che vi è una mortalità per ictus
significativamente superiore alla media nazionale. Il fenomeno riguarda le
fasce di età comprese tra 45 –80 anni e fasce di età superiori agli 80
anni.
Secondo l’istat i tassi di mortalità in Piemonte per l’anno 2002
standardizzati
per
età
(ISTAT
–
Health
For
All-Italia
http://www.istat.it/sanita/Health) sono tra i più alti in Italia, nettamente
superiori rispetto a tutte le altre regioni del Centro e del Nord Italia.
L’eccesso di mortalità è quantificabile in 750-800 decessi/anno, con una
distribuzione a livello provinciale che ne evidenzia il maggior numero nelle
province di Asti, Alessandria e Vercelli.
I DRG 14 (malattie cerebrovascolari escluso i TIA) registrate in Piemonte
nel 2005 sono stati 10.823, rapportate a una popolazione regionale che
nel 2005 (censimento) era di 4.341.733, si può calcolare quindi un
incidenza di 1 ictus ogni 401 abitanti pari a 2.49 per 1000 abitanti.
Il dato del 2005 viene sostanzialmente confermato da quello del 2006,
anno in cui le dimissioni con DRG 14 risultano lievemente inferiori a
10.667.
Per la prevalenza non sono disponibili dati specifici sulla popolazione
piemontese. Applicando le prevalenze ottenute dallo studio ILSA si può
tuttavia ottenere una stima di prevalenza di 61.561 soggetti affetti da ictus
presenti nella nostra Regione.
8
1.3 ANATOMIA DELL’ ICTUS ISCHEMICO
La circolazione arteriosa dell’encefalo è alimentata dalle due arterie
carotidi interne e delle due arterie vertebrali.
Le carotidi interne si risolvono nei loro rami
terminali: comunicante
posteriore, carotidea anteriore, cerebrale media e cerebrale anteriore.
Le due arterie vertebrali penetrano nel cranio attraverso il forame
occipitale per terminare a livello della regione bulbo–pontina, ove si
uniscono per formare una sola arteria, il tronco basilare.
La comunicazione fra i due grandi sistemi carotideo e vertebrale è
garantita dal poligono del Willis.
9
Questo poligono, formato dalla basilare, dalle due cerebrali posteriori,
dalle due comunicanti posteriori, dalle due carotidi interne, dalle cerebrali
anteriori e dall’arteria comunicante anteriore, nella sua parte anteriore
connette le due camere interne tramite l’arteria comunicante anteriore, e
nella sua parte posteriore realizza anastomosi fra il sistema carotideo e il
sistema vertebro – basilare tramite le due arterie comunicanti posteriori,
che originate dalla carotide interna, si immettono nell’arteria cerebrale
posteriore di ciascun lato.
La vascolarizzazione cerebrale è regolata da due principali correnti:
-
Una corrente arteriosa superficiale, con basso regime pressorio,
cortico–sottocorticale, che dipende essenzialmente dalle tre grandi
arterie cerebrali.
-
Una corrente arteriosa profonda, con regime pressorio elevato,
destinata essenzialmente ai nuclei grigi della base, che dipende sia dai
rami collaterali basilari delle arterie cerebrali che dai rami comunicanti,
sia dalle arterie carotidee.
1.3.1 PERFUSIONE E OSSIGENAZIONE CEREBRALE
L’encefalo, che rappresenta il 2% circa del peso corporeo, assorbe, da
solo, il 25% del consumo globale di ossigeno; occorre quindi un ricco e
costante flusso ematico cerebrale medio, che è calcolato in 50/54
cc/minuto per 100 grammi di cervello. È sufficiente un arresto di afflusso
di sangue della durata di “8’ – 10’ secondi” per produrre perdita di
coscienza, ed entro pochi minuti (4’ – 8’ minuti), gravi ed irreversibili
lesioni cerebrali.
Principale fattore determinante per il flusso arterioso cerebrale è la
pressione arteriosa di perfusione, garantita dall’ efficienza della pompa
cardiaca e dalle resistenze vascolari periferiche. Si può dire, in altre parole,
che il flusso cerebrale è direttamente proporzionale alla pressione
10
arteriosa sistemica (meno la pressione venosa) ed inversamente
proporzionale alle resistenze dei vasi encefalici.
Per la nobiltà dei tessuti che irrora, il flusso ematico cerebrale è
però dotato di un sofisticato sistema di autoregolazione vasale
che consiste nella capacità di mantenere il flusso relativamente
costante in condizioni di variabilità della pressione di perfusione
cerebrale.
Come
tutti
i
meccanismi
biologici
anche
l’autoregolazione possiede dei limiti entro cui il flusso resta
relativamente costante, compresi approssimativamente tra 60 140mm/hg di pressione arteriosa media.
Occorre poi ancora ricordare che a livello bulbare è situato un
centro vasomotore la cui attività ha lo scopo di mantenere stabile
la pressione arteriosa sistemica: a tale centro arrivano impulsi
provenienti dai barocettori situati nel seno carotideo e nell’arco
aortico, impulsi di tipo inibitorio nei confronti dell’aumento dei
valori pressori. Se tali barocettori non funzionano, a causa della
presenza di placche aterosclerotiche sui grossi vasi del collo,
manca l’azione inibitoria con il risultato di notevoli fluttuazioni
pressorie, di per se pericolose per il flusso cerebrale specie se è
insufficiente l’autoregolazione vasale.
11
1.4 FISIOPATOLOGIA
Quasi tutti gli infarti cerebrali sono causati da un’occlusione arteriosa
locale, sebbene possano verificarsi anche per alterazioni unicamente
emodinamiche.
Gli effetti delle stenosi e occlusioni sono variabili e dipendono dall’integrità
dei circoli collaterali e dai meccanismi di autoregolazione. La maggior
parte delle obliterazioni arteriose sono di origine trombotica o embolica.
È da ricordare che le varie regioni cerebrali non sono colpite con uguale
gravità. Vi sono infatti regioni più fragili, come il mantello corticale ed i
nuclei grigi della base, altre invece, come il bulbo relativamente resistenti.
Vi sono poi regioni cerebrali più sensibili di altre proprio a causa del loro
sistema circolatorio: zone poco vascolarizzate, oppure territori vascolari
cosiddetti di frontiera: tra due sistemi arteriosi come le arterie cerebellari
superiore e inferiore.
E’ evidente come i fattori dello stroke ischemico siano quelli comunemente
conosciuti come “fattori di rischio cardio-vascolare”.
FATTORI DI RISCHIO
PER ICTUS
♦
IPERTENSIONE
♦
EMATOCRITO BASALE ALTO
♦
FIBRILLAZIONE ATRIALE
♦
OBESITA’
♦
CORONAROPATIA
♦
CONTRACETTIVI ORALI
♦
INSUFFICENZA CARDIACA CONGESTIZIA
♦
TABAGISMO
♦
IPERTROFIA VENTRICOLARE SINISTRA
♦
ABUSO DI SOSTANZE STUPEFACENTI
♦
INFARTO DEL MIOCARDIO
♦
CONSUMO DI ALCOL
♦
PATOLOOGIA REUMATICA
♦
DIABETE MELLITO
♦
IPERCOLESTEROLEMIA
♦
DIETA INADEGUATA
♦
INATTIVITA’ FISICA E OBESITA’
TABELLA n 1: “Fattori di rischio documentati”
12
1.4.1
LA TROMBOSI
La causa principale delle occlusioni trombotiche è l’aterosclerosi.
La trombosi inizia su un area di endotelio leso a cui aderiscono piastrine e
fibrina. Il trombo può accrescere in loco sino a occludere il vaso, oppure
migrare distalmente.
Nei vasi di grosso e medio calibro (macroangiopatia aterosclerotica) la
lesione fondamentale è l’ateroma (placche intimali fibro – adipose).
L’ateroma si sviluppa lentamente stenosando il lume vasale. Se inferiore al
70%, la stenosi è generalmente asintomatica: oltre al 70% può diventare
sintomatica per un meccanismo emodinamico o perché un trombo si
sovrappone all’ateroma.
La lesione vasale, aterosclerotica, provoca, con meccanismi diversi, una
riduzione del flusso ematico in un territorio circoscritto. In un soggetto
normale il flusso ematico cerebrale globale può essere calcolato intorno a
50 cc/m’ per 100 g di cervello: perché si verifichi un accidente ischemico
occorre una riduzione di tale flusso sotto i 20 cc/m’ per 100 g. La caduta
del flusso potrà essere relativa e passeggera (TIA) oppure importante e
prolungata (accidenti definitivi, stroke) .
Le sedi più colpite sono la carotide interna all’origine, il tratto iniziale e
l’apice della basilare, l’origine della cerebrale media, la vertebrale
all’origine e all’ingresso dell’intracranico.
La placca ateromasica (nella triade di Wirchoff si inserisce nella lesione
endoteliale) rappresenta la causa più comune di formazione di un trombo
per un’anomala attivazione del sistema emostatico. Perché si attivi la
cascata della coagulazione è necessario venga mantenuto l’ equilibrio tra i
fattori coagulanti e quelli anticoagulanti.
Il flusso come precedentemente descritto, è passivamente dipendente
dalla pressione di perfusione, se diminuisce al di sotto di determinati valori
dei limiti di autoregolazione produce ipossia, e conseguente ischemia,
13
alterazioni funzionali biochimiche e strutturali che possono condurre a
morte cerebrale il tessuto interessato.
Il grado di ischemia causata dall’occlusione di un’arteria varia nelle diverse
zone irrorate da quell’arteria.
Al centro della zona il flusso ematico è minore e il danno ischemico è
quindi più grave. Questa zona di maggiore danno viene denominata “core
dell’infarto”.
La zona cerebrale di disfunzione, circostante il centro dell’infarto, non
ancora morta, viene tradizionalmente denominata penombra ischemica.
Quest’area è responsabile di sintomi neurologici, ma
resta vitale e
teoricamente recuperabile per alcune ore.
Il recupero della perfusione, secondo dati di letteratura attualmente
validati entro la tre ore, va a interferire sia nel core dell’ischemia sia
nell’area di penombra ischemica. Il tentativo dell’attuale terapia è di lisare
il trombo in modo tale da contrastare gli effetti ischemici e da
rivascolarizzare il prima possibile il core infartuale così da salvaguardare le
cellule nervose da danni irreversibili.
Il blocco delle trasmissioni sinaptiche è completamente reversibile,
durante la fase acuta dell’ischemia, se si ristabilisce il flusso con valori
superiori alla soglia.
1.4.2 CARDIOEMBOLISMO
Gli effetti dell’embolia sono variabili e dipendono dalla natura e dimensioni
del materiale embolico: in generale gli emboli che si formano in zone
esposte al flusso, come vasi e valvole, sono piccoli, soffici, di tipo
piastrinico, vanno facilmente incontro a lisi spontanea e tendono a
provocare disfunzioni neuronali focali transitorie, mentre quelli cardiogeni
che si formano in condizioni di stasi (FA) possono raggiungere dimensioni
maggiori e causare grossi infarti.
14
L’embolo si arresta di più in un arteriola circonferenziale, in particolare
nella media. La sede corticale è quindi abbastanza tipica per l’infarto di
origine embolia.
1.4.3 LE MANIFESTAZIONI CLINICHE NELLA FASE INIZIALE
L’ictus
può
provocare
una
grande
varietà
di
deficit
neurologici,
coerentemente alla localizzazione della lesione vasale: quali vasi sono
ostruiti, l’ampiezza della zona perfusa, dalla concomitanza di circoli
collaterali attivabili e dalla quantità di flusso sanguigno collaterale
(secondario o accessorio).
Il paziente può presentare alcuni di questi segni e sintomi nella fase
iniziale:
•
Formicolio o debolezza al volto, braccio o gamba specie di un lato del
corpo.
•
Confusione o cambiamenti dello stato mentale.
•
Difficoltà nel parlare o nel comprendere le parole.
•
Disturbi visivi.
•
Difficoltà
nel
camminare,
vertigini
o
perdita
di
equilibrio
o
coordinazione.
•
Improvvise, severe cefalee.
Possono essere danneggiate le funzioni motoria, sensitiva, cognitiva dei
nervi cranici ed altre.
La tabella n 2 confronta i sintomi osservati negli ictus che colpiscono
l’emisfero destro con quelli rilevati nell’ictus dell’emisfero sinistro.
Le persone colpite mostrano, inoltre comportamenti diversi a seconda
dell’area colpita
15
ICTUS EMISFERO SINISTRO
ICTUS EMISFERO DESTRO
Paralisi o indebolimento del lato Paralisi o indebolimento del lato
destro del corpo
sinistro del corpo
Deficit nel campo visivo di destra
Deficit nel campo visivo di sinistra
Afasia
(espressiva,
ricettiva
o Difficoltà
nell’interpretazione
globale)
percettiva o spaziale
Alterazioni nelle capacità intellettuali
Comportamento impulsivo e poco
ponderato
Comportamento lento, cauto
Dimenticanza dei deficit
TABELLA n 2: “Sintomi ictus destro e sinistro”
Nel corso degli anni sono state proposte diverse scale di valutazione dello
stato clinico neurologico alcune con particolare applicazione posttraumatica come la scala del coma di Glasgow GCS, altre specificatamente
applicate negli accidenti vascolari; Cincinnati, Los Angeles, NHISS.
I campi di applicazione e le figure professionali che vi ricorrono sono allo
stato attuale, fortemente condizionate dalla complessità, del tempo
richiesto e dell’esperienza nell’applicazione.
Rappresentano lo strumento fondamentale per definire e giustificare il
danno clinico con “linguaggio comune” consentendo inoltre di “tradurre”
numericamente le variazioni in corso di monitoraggio.
Le scale di più frequente utilizzo sono dettagliate negli allegati n 1-2 .
16
1.5 LE COMPLICANZE NELLA FASE DI STATO
La fase acuta dell’ictus rappresenta oltre agli aspetti neurologici, una
complessa condizione clinica medica, che richiede, e indubbiamente
beneficia, di una gestione assistenziale mirata al pronto riconoscimento e
cura di possibili complicanze. Tale condizione nasce, da un lato, dalle
peculiarità fisiopatologiche dell’ictus in cui le disfunzioni del sistema
cardiovascolare svolgono un ruolo preponderante sull’intero organismo,
dall’altro dalla destabilizzazione neurologica e cardiovascolare che può
intervenire imprevedibilmente in via secondaria sul SNC e SNS.
La maggioranza delle complicanze dell’ictus può essere affrontata con
successo tramite interventi terapeutici tempestivi giustificandone e
imponendone il monitoraggio continuo durante le prime 48 ore.
SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE 11.1 Grado D
“Nelle prime 48 ore dall’esordio di un ictus è indicato il monitoraggio delle
funzioni vitali e dello stato neurologico. Questo va proseguito in caso di
instabilità clinica.”
1.5.1 IPERGLICEMIA (Allegato n 5)
Globalmente l’iperglicemia all’esordio dell’ictus è presente in una
percentuale, variabile a seconda delle definizioni, tra il 20% ed il 50% dei
casi, indipendentemente dalla diagnosi precedente di diabete.
Il cervello presenta un metabolismo ad alto consumo di glucosio, tramite il
catabolismo ossidativo ed è adattabile all’attivazione funzionale di diverse
aree cerebrali, la sopravvivenza è strettamente dipendente dal continuo
supporto di substrati energetici per via ematica.
L’utilizzazione del glucosio avviene in presenza di sufficienti quantità di
ossigeno, essendo la sua combustione, attraverso la via ossidativa, la base
17
di un adeguato rifornimento necessario ai fini biochimici energetici, di ATP.
Le cellule nervose, con i loro organuli, sono veri forni di attività metabolica
estremamente elevata, necessaria per far funzionare le pompe ioniche per
la sintesi dei mediatori chimici e di altre sostanze trasportate lungo
l’assone neuronale.
Secondo le Linee guida SPREAD 2007, all’esordio dell’ictus, circa il 10%20% dei pazienti che normalmente ha
livelli normali di emoglobina
glicosilata, presenta valori iperglicemici quale risposta ormonale precoce
all’ischemia cerebrale.
Inoltre 8% - 20% dei pazienti con ictus ha una storia di diabete mellito, ed
un
ulteriore
5%-8%
presenta
un
diabete
non
precedentemente
diagnosticato o una ridotta tolleranza al glucosio.
L’iperglicemia è un marcatore dell’ictus grave, una manifestazione di
iperglicemia persistente superiore a 200 mg/dl durante le prime 24 ore
dopo l’ictus ha predetto l’espansione del volume dell’ictus ischemico e gli
esiti
neurologici
immediatamente
sfavorevoli.
per
Occorre
raggiungere
un
iniziare
traguardo
il
trattamento
ragionevole
cioè
stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue intorno a 140-160 mg/dl.
SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE 11.21 Grado D:
“In pazienti con ictus acuto e iperglicemia >200 mg/dL è indicata la
correzione con terapia insulinica con monitoraggio della glicemia per le
prime 24/48 ore. Valori basali di glicemia <50 mg/dl o >400 mg/dl
rappresentano una controindicazione all’infusione del trombolitico, se non
adeguatamente corretti e stabilizzati”.
18
1.5.2 IPERTENSIONE (allegato n 6)
La pressione arteriosa è frequentemente elevata dopo uno stroke
ischemico, il suo trattamento non deve essere generalmente iniziato
precocemente e la sua gestione ottimale non è stata ancora definita in
maniera conclusiva, soprattutto in considerazione della necessità di
garantire, particolarmente in questa fase, un flusso di perfusione cerebrale
sufficiente alla sopravvivenza della penombra ischemica, non protetta dai
meccanismi di autoregolazione.
Tuttavia sia l’ipertensione che l’ipotensione si associano a esiti sfavorevoli
in caso di ictus: è quindi raccomandato un approccio cauto al trattamento
dell’ipertensione arteriosa.
Nella maggior parte dei casi è consigliata un’osservazione attenta,
considerato che la correzione aggressiva della pressione può portare
all’estensione dell’infarto, compromettendo la pressione di perfusione
cerebrale.
La somministrazione in urgenza di antipertensivi dovrebbe essere evitata a
meno che la pressione non sia superiore a 220 mm/hg nella sistolica e 120
mm/hg nella diastolica.
SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE 11.6 Grado D.
“Lo sfigmomanometro automatico dovrebbe essere verificato contro uno di
tipo manuale….Se i valori di pressione sistolica sono >220 mm/hg, o la
pressione diastolica è tra 121-140 mm/hg, o la pressione arteriosa media
è >130cmm/hg in due misurazioni successive a distanza di 20 minuti,
somministrare un farmaco antipertensivo facilmente dosabile come il
Labetalolo, 10mg e.v. in 1-2 minuti. Tale dose può essere ripetuta o
raddoppiata ogni 10-20 minuti fino ad un dosaggio cumulativo di 300 mg.”
19
1.5.3 OSSIGENAZIONE (allegato n 7)
Un altro punto critico nella gestione ottimale dell’ictus acuto è il
mantenimento
di
un
adeguata
ossigenazione
cerebrale.
L’ipossia,
promuovendo il metabolismo anaerobico e la deplezione delle riserve
energetiche, ostacola il potenziale recupero della zona di penombra
ischemica aggravando l’estensione dell’area infartuata e peggiorando la
prognosi.
SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE 11.4 Grado D
“Nella fase di stato la somministrazione routinaria di ossigeno non è
indicata nei pazienti con ictus acuto. La somministrazione di ossigeno è
indicata nei pazienti con SaO2 <92%.”
1.5.4 IPERTERMIA (allegato n 8)
L’ipertermia è associata a esito neurologico sfavorevole, si deve accertare
l’origine di qualsiasi stato febbrile. Si deve ridurre l’ipertermia con
antipirettici e dispositivi di raffreddamento.
•
Nel caso in cui la temperatura corporea sia maggiore di 37° si può
effettuare una correzione farmacologica dell’ipertermia, preferibilmente
con Paracetamolo, il sospetto di infezioni potrà comportare il
trattamento con antibiotico successivamente alla terapia trombolitica.
•
Nel caso in cui la temperatura corporea sia inferiore a 37° si procederà
a una sorveglianza dei valori, limitando gli interventi correttivi usuali ai
soli casi di ipotermia.
20
1.5.5 CRISI EPILETTICA
Le crisi epilettiche possono rappresentare una delle manifestazioni di
esordio dell’ictus ischemico costituire una successiva complicanza.
SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE 11.3 Grado D
“Se la crisi è insorta durante o dopo il trattamento trombolitico non è
indicata una terapia farmacologica specifica, monitorare gli effetti
collaterali più probabili nello specifico contesto clinico”.
1.5.6 FUNZIONALITA’ CARDIACA
La stretta correlazione tra ictus ischemico e patologie cardiache è stata
ampiamente evidenziata in passato. Alterazioni del tracciato ECG, come ad
esempio l’inversione dell’onda T, si possono verificare nel 15%-70% dei
pazienti con ictus acuto, in particolare in caso di storia di aritmie,
pressione arteriosa instabile, elementi clinici suggestivi di insufficienza
cardiaca, alterazioni dell’ECG di base,
nei casi in cui siano coinvolti i
territori profondi.
Nella gestione del paziente con ictus ischemico acuto risulta quindi
essenziale considerare la possibile coesistenza o insorgenza di disturbi
cardiologici tra cui l’infarto miocardico acuto, l’insufficienza cardiaca
congestizia, le aritmie e la morte improvvisa, la cui prognosi è fortemente
legata alla tempestività dell’intervento.
21
1.6
TRATTAMENTO
DELL’ICTUS
ISCHEMICO:
LE
GRANDI SVOLTE STORICHE
1.6.1 LA TAC
Affrontato l’importante argomento relativo al trattamento dell’ictus
ischemico non si può prescindere dal puntualizzare quanto la terapia sia
stata condizionata dalla diagnostica.
In ambito terapeutico si possono infatti individuare due grandi periodi
storici: “l’era pre-TAC” e “l’era post-TAC”.
Prima della TAC, il paziente con ictus era accolto in un ambiente
internistico-riabilitativo, ed il trattamento clinico era limitato alla cura delle
complicanze piuttosto che alla diagnosi e trattamento dell’ictus. Si
procedeva alla descrizione clinico semeiotica e alla terapia “palliativa”
adeguata.
L’avvento
della
TAC
ha
consentito
invece
di
visualizzare in maniera diretta il danno parenchimale
secondario all’insulto ischemico, precisandone sede,
regione, estensione, ed evoluzione nel tempo,
determinando quindi il passaggio dall’approccio
“semeiotico” a quello “fisio-patologico”
Attualmente è l’indagine di prima istanza in sospetta
patologia ischemica e ha tempi di acquisizione delle
immagini brevissimi inferiore al minuto.
22
“In radiologia il termine la “Tomografia computerizzata” indicata con
l’acronimo TAC è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta
radiazioni ionizzati (raggi X) e consente di riprodurre sezioni (tomografia)
corporee del paziente ed elaborazioni tridimensionali.
La metodica fu ideata e realizzata dall’ingegnere inglese Godfrey
Hounsfield e dal fisico sudafricano Allan Cormak, le loro scoperte vinsero il
premio Nobel per la Medicina nel 1979.”
IMMAGINE n 1: TAC: ”ictus ischemico”
23
1.6.2 STROKE UNIT E FIBRINOLISI
Negli ultimi venti anni, vi è stato un crescente interesse ed investimento
nella ricerca di interventi efficaci per migliorare la prognosi di pazienti
colpiti da ictus. Queste ricerche si sono concentrate sia sulla efficacia di
specifiche terapie farmacologiche mirate al danno vascolare o al
contenimento della conseguenze, sia al management complessivo del
paziente relativamente alla gestione “sistemica” in fase acuta (prevenzione
delle complicanze più frequenti, e riabilitazione in fase precoce), e postacuta. “Stroke Unit” e
“trombolisi” sono attualmente le più accreditate
risposte a queste ricerche.
LA STROKE UNIT sono unità dedicate alla cura del paziente con ictus in
fase acuta, auspicabilmente attribuite alla neurologia, hanno come
principale obiettivo quello di garantire la monitorizzazione clinica del
paziente ed un precoce approccio multidisciplinare, con grande impatto
sulla mortalità, l’inabilità residua, l’abbattimento della durata di degenza e
l’abbattimento dei costi: ed è proprio il conteggio complessivo di tutti
questi “vantaggi” che deve essere il vero e unico indicatore di validità.
In Italia, le “Stroke Unit” esistenti operative, secondo la Società Italiana di
Neurologia, coprono solo il 25% di quelle necessarie, ed è ancora
culturalmente complesso, anche in ambito sanitario, comprendere appieno
e quindi strutturare organizzativamente ciò che maggiormente ne
consentirebbe l’attuazione:
(a) Il ricovero più precoce possibile di tutti gli ictus ischemici, soprattutto
quelli non sottoponibili a trombolisi, in tal aree dedicate.
(b) La strutturazione, collaborazione ed attivazione immediata dello
“Stroke
Team”
infermieri,
(costituito
fisiatra,
da
diabetologo,
neurologo,
internista,
logopedista,
cardiologo,
dietologo),
l’unico
“garante” dell’approccio multidisciplinare indicato dalle Linee Guida
quale “unica” terapia efficace dell’ictus non trombolisato.
24
In Europa esistono ottimi progetti ed iniziative gestiti come grandi realtà
individuali, destinati a fallire proprio per la mancanza di un approccio
multidisciplinare e culturale alla malattia.
TROMBOLISI: Il termine significa letteralmente “ lisi del trombo” e
quindi “scioglimento, dissolvimento del trombo”.
SCHEMA n 1: “la fibrinolisi”
INIBITORI
DEGLI
ATTIVATORI
ATTIVATORE DEL
PLASMINOGENO RT - PA
INIBITORI
DELLA
PLASMINA
PLASMINOGENO
PLASMINA
FIBRINA
PRODOTTI DI
DEGRADAZIONE
DELLA FIBRINA
E’ la somministrazione di un farmaco in grado di realizzare tale “lisi” in un
potenziale intervallo di tempo di alcune ore riportando il flusso a valori
normali, può salvare zone di tessuto destinate altrimenti a danno
ischemico irreversibile come precedentemente descritto.
Il volume di tessuto restituibile ha una normale funzionalità è quindi
dipendente dalla tempestività e dall’efficacia con cui il flusso viene
riportato a valori compatibili con le esigenze metaboliche normali.
La somministrazione del trombolitico nell’ictus ischemico si propone di
attuare la riperfusione del distretto cerebrale.
25
Il solo farmaco attualmente autorizzato su scheda tecnica è l’Actylise
(comunemente chiamato rT-PA), da anni impiegato nel trattamento
dell’infarto miocardico acuto ST-sopra (STEMI) e dell’embolia polmonare
(EPA). L’utilizzo nel trattamento dell’ictus ischemico è invece di recente
acquisizione.
La prima acquisizione relativa all’efficacia e sicurezza in questa patologia
risale infatti al 1995 (Studio NINDS).
Nel 1999 ne approvano l’utilizzo Stati Uniti, Canada, Messico, in Europa, la
Germania.
Il riconoscimento dell’Unione Europea avviene nel 2000 e nel 2002 L’EMEA
autorizza l’impiego del rT-PA nell’ictus nel solo ambito di due studi:
-
SIST-MOST (osservazzionale post- marketing)
-
Ecass3 (efficacia e sicurezza fino a 4 ore dall’esordio)
I risultati dello studio SIST-MOST ed i parziali dello studio Ecass3, ancora
in corso, consentono la pubblicazione delle più recenti Linee Guida Spread
2007: “il trattamento con rT-PA e.v. è indicato entro 3 ore dall’esordio
dell’ictus ischemico”
Le Linee Guida SPREAD 2007 raccomandano:
•
La trombolisi deve essere effettuata in centri esperti, dotati di
caratteristiche organizzative che consentano di minimizzare l’intervallo
fra arrivo del paziente e inizio del trattamento e che assicurino una
monitorizazzione accurata dello stato neurologico e della pressione
arteriosa per le 24 ore successive al trattamento.
•
Somministrare rT –PA per via endovenosa 0.9 mg/kg (dose massima
90 g) di cui il 10% in bolo, il rimanente in 60 minuti.
•
Il trattamento deve essere iniziato entro le 3 ore dalla comparsa dei
sintomi ischemici in territorio carotideo; l’rT –PA non può essere
raccomandato nel paziente che ha avuto un’ictus più di 3 ore prima.
•
L’rT - PA non è raccomandato quando il momento di inizio dell’ictus
non può essere accertato in modo attendibile, come nell’ictus
riconosciuto al risveglio
26
•
Attenersi agli stretti criteri di inclusione ed esclusione.
•
La somministrazione del trattamento richiede, che la selezione dei
pazienti sia accurata, secondo i criteri di esclusione atti a ottimizzare il
rapporto rischio/beneficio del trattamento.
Rilevanza del problema sottolineato dalla letteratura è l’attuazione dei
tempi diagnostico-terapeutici sottolineati :
Dall’ ingresso a TC completata
25 min.
Dall’ ingresso al referto TC
45 min.
Dall’ ingresso al trattamento
Consulenza Neurologica
60 min.
15 min.
27
Di seguito è riportata la tabella n 3 relativa alle controindicazioni
all’impiego del rT-PA.:
♦
INSORGENZA DELL’ICTUS >3 ORE O ORA DI INSORGENZA NON NOTA
♦
ETÀ >80 ANNI
♦
DEFICIT LIEVE O RAPIDO MIGLIORAMENTO DEI SINTOMI (NIHSS STROKE
SCALE <6)
CONTROINDICAZIONI GENERALI
♦
ICTUS GRAVE CLINICAMENTE (NIHSS >25)
♦
CRISI CONVULSIVA ALL’ESORDIO DELL’ICTUS
♦
PAZIENTE CON STORIA DI ICTUS E DIABETE CONCOMITANTE
♦
ICTUS NEGLI ULTIMI 3 MESI
♦
IPERTENSIONE ARTERIOSA GRAVE NON CONTROLLATA: PAS >185 MM/HG
O PAD >100 MM/HG O TERAPIA AGGRESSIVA NECESSARIA PER RIPORTARE
LA PA ENTRO QUESTI LIMITI
ULTERIORI
♦
DIATESI EMORRAGICA NOTA
♦
GLICEMIA <50 O >400 MG/DL
♦
PAZIENTE GRAVE: STUPOR O COMA
♦
ICTUS ISCHEMICO PREGRESSO CON ESITI INVALIDANTI (RANKIN=2)
♦
SOSPETTO CLINICO DI ESA, ANCHE SE TAC NORMALE
♦
SOMMINISTRAZIONE DI EPARINA NELLE PRECEDENTI 48 ORE
♦
PAZIENTI IN TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE, ES WARFARIN
♦
SANGUINAMENTO IN ATTO, RECENTE O GRAVE
♦
STORIA O SOSPETTO DI EMORRAGIA INTRACRANICA IN ATTO
♦
EMORRAGIA INTRACRANICA ALLA TAC CEREBRALE
♦
MALATTIA ULCEROSA DEL TRATTO GASTROENTERICO
♦
ANEURISMA ARTERIOSO, MAV
♦
NEOPLASIA CON AUMENTO DI RISCHIO EMORRAGICO
♦
INTERVENTO CHIRURGICO MAGGIORE GRAVE O TRAUMA (<3 MESI)
♦
INTERVENTO NEUROCHIRURGICO (CEREBRALE O SPINALE <3 MESI)
♦
STORIA DI PATOLOGIA DEL SNC
♦
RECENTE (<10 GIORNI) MASSAGGIO CARDIACO ESTREMO TRAUMATICO,
♦
ENDOCARDITE BATTERICA, INFETTIVA NOTA, PERICARDITE
♦
RETINOPATIA EMORRAGICA
♦
PANCREATITE ACUTA
♦
GRAVE EPATOPATIA, INSUFFICIENZA EPATICA, CIRROSI, IPERTENSIONE
CONTROINDICAZIONI
NELL’ICTUS ISCHEMICO ACUTO
PARTO (30 GIORNI), PUNTURA DI VASO SANGUIGNO NON COMPRIMIBILE
PORTALE, EPATITE ATTIVA
♦
APTT ECCEDENTE IL LIMITE NORMALE SUPERIORE DEL LABORATORIO
♦
CONTA PIASTRINICA >1000.000/MM3
28
INIZIO II PARTE
2 MATERIALI E METODI
2.1 METODOLOGIA
Dal
punto
di
vista
metodologico
sono
stati
analizzati
Protocolli
infermieristici relativi alle rispettive fasi di reclutamento e trattamento
trombolitico dell’ictus ischemico presso il DEA Asl AT. Ne sono stati valutati
i risultati e comparati con gli obiettivi scientifici di trattamento. In ultimo
sono state rilevate positività e criticità utili alla formulazione di alcune
proposte.
I riferimenti scientifici più rilevanti consultati sono stati:
♦ Linee Guida nazionali SPREAD 2007, come supporto, riviste medico
scientifiche e libri di testo.
♦ “Protocollo di intervento per il trattamento fibrinolitico dell’ictus
ischemico in fase acuta” in uso presso il DEA Asl AT dal 1 giugno
2008.
♦ Delibere della Regione Piemonte e i D.P.R. del Ministero della
Sanità:
-
Delibera Regionale n 26-3447 del 9.7.2001 “Sviluppo della rete di
assistenza regionale per ictus cerebrale”.
-
Determinazione n 303 del 31.12.2002 “Teleconsulto Medico Piemonte
Ospedali in Rete (TEMPORE)-Progetto telestoke”.
-
Conferenza permanente tra Stato e Regioni e Province Autonome.
Provvedimento del 3.2.2005- pubblicato nella G.U. n 50 del 2.3.05,
accordo i sensi dell’articolo 4 del D.L. 28.8.1997 n 281 “linee di
indirizzo per la definizione del percorso assistenziale ai pazienti con
ictus cerebrale”.
29
-
Delibera di Giunta Regionale 44-2861 del 15.5.2006.
-
DGR 4-9886
del 27/09/2008 percorso assistenziale integrato
del
paziente con ictus
♦ Banche dati primarie e secondarie, siti di istituti per EBN EBM e siti
di revisioni biomediche. In particolare: Ovid Cinahl, Pub Med,
Medline, EVIDENCEBASEDNURSING con l’ausilio delle seguenti
parole: trombolysis/ acute stroke/ nursing role. Dalla ricerca sono
risultati articoli scientifici comprendenti studi sperimentali clinici
osservazionali, revisioni sistematiche. Gli articoli considerati di cui
ho potuto visionare l’abstract, sono serviti per un iniziale
valutazione, mentre il full text è servito per visionare in modo
completo gli articoli utili per la ricerca. Il limite della ricerca è stato
il periodo 2000-2009.
♦ Registro SIST MOST Piemonte.
♦ Sito per la certificazione alla scala NIHSS.
♦ Dati di attività DEA centrale Asl At, verbali, cartelle cliniche di
pazienti con stroke dal 1 giugno 2008 al 31 maggio 2009.
30
2.2 PRESENTAZIONE E SCOPO DELLO STUDIO
L’obiettivo della mia ricerca è stata l’analisi del ruolo del personale
infermieristico “front line” dell’ Asl At, protagonista della fase di
reclutamento del paziente con ictus candidato a trombolisi, dell’assistenza
nella fase acuta, nel trattamento farmacologico e monitoraggio.
Da giugno 2008 presso l’ospedale di Asti è stato reso attuativo il
trattamento trombolitico per l’ictus ischemico, la terapia somministrata
entro tre ore dall’insorgenza del primo sintomo può significativamente
migliorare il recupero del paziente con un importante possibilità “di
restituzio ad integrum”.
La possibilità di trattamento allo stato attuale è gravata dalla limitazione a
pazienti con età inferiore a 80 anni, da una finestra terapeutica ridotta a
tre ore dall’inizio del primo sintomo, nonché alle controindicazioni proprie
del trattamento trombolitico, di fatto prevalentemente riconducibili a
complicanze emorragiche.
Garante dell’efficacia di questo trattamento sono i Protocolli, nei quali vi è
sottolineato un omologazione dei comportamenti dei professionisti, un
parallelelismo sinergico e un integrazione importante e completa fra figure
professionali dirette, medici ed infermieri, in cui l’autonomia rimane una
prerogativa indispensabile per mettere in atto il più precocemente
possibile, tutte le procedure per una corretta definizione diagnosticaterapeutica.
L’infermiere in questo percorso deve quindi essere, consapevole preparato
determinato, rivestendo un ruolo chiave nel ridurre i tempi d’intervento,
nel rendere uniformi i trattamenti pre-ospedalieri e ospedalieri nel
monitorare costantemente le condizioni cliniche dei pazienti, garantendo
loro una presa in carico complessiva e l’inserimento degli stessi in un
percorso assistenziale specifico e complesso.
31
All’infermiere sono infatti demandati compiti e responsabilità professionali
diverse a seconda delle fasi del percorso:
(a) C.O 118 Triage e Pronto Soccorso.
(b) Trattamento (diagnosi e cura) di Sala.
(c) Monitoraggio post –trombolitico.
Nella seconda parte di questa tesi sono stati analizzati quindi i Protocolli
infermieristici relativi alla gestione della fase acuta del paziente con ictus
all’esordio, valutandone efficacia ed efficienza, basati sullo standard
individuato dalla letteratura scientifica di riferimento.
E’
stato inoltre analizzato nel dettaglio il percorso dei tredici pazienti
trombolisati per evidenziarne positività, criticità, e apportare contributi
propositivi.
32
2.3 ANALISI: “ PROTOCOLLO DI INTERVENTO PER
IL
TRATTAMENTO
FIBRINOLITICO
DELL’ICTUS
ISCHEMICO IN FASE ACUTA”
2.3.1 FASE EXTRAOSPEDALIERA: IL SEST 118
2.3.1.1
La
Centrale
LA CENTRALE OPERATIVA 118
Operativa
118
dell’ASL
AT,
costituita
da
personale
infermieristico specificatamente addestrato, riveste un ruolo chiave nella
ricezione dell’allarme sanitario; già dall’intervista telefonica risulta possibile
riconoscere il paziente colpito da ictus candidato a trombolisi tenendo
conto dell’età <80 anni e del tempo di ospedalizzazione <150 minuti.
L’intervista telefonica segue precise indicazioni in grado di valutare la
gravità del quadro clinico attraverso l’utilizzo del Medical Priority Dispatch,
innovativo sistema di valutazione sanitaria delle condizioni del paziente e
di attribuzione dei codici di priorità alle chiamate. Adottato dal servizio di
Emergenza Regionale, consente una rapida segnalazione delle condizioni
critiche, una specifica identificazione della patologia con possibilità di
analisi dettagliata, un percorso guidato durante la valutazione telefonica e
una riduzione della discrepanza interpretativa.
ATTRIBUZIONE DEL CODICE COLORE M.P.D.
Intorpidimento formicolio
⇒CODICE VERDE
mai ictus precedenti
Disartria
⇒CODICE GIALLO
Alterazione della coscienza
⇒CODICE ROSSO
circolo e respiro
stato di coma
33
Secondo la valutazione dell’infermiere della C.O. e delle disponibilità di
mezzi sul territorio in quel preciso momento sarà inviato un MSA2 o MSB3.
Al mezzo di soccorso sul target verrà fornito in caso di ipotesi diagnostica
di ictus candidato a trombolisi il codice dedicato “ST”. Alla conferma, da
parte dell’equipaggio presente sul target, la C.O. provvederà ad allertare il
DEA di ASTI, comunicando il codice “ST”, specificandone la valutazione.
IMMAGINE n 2-3: “Centrale Operativa 118 ASTI”
2
MSA: mezzo di soccorso avanzato composto da medico infermiere e due volontari
3
MSB: mezzo di soccorso di base composto solo da volontari da un minimo di due a un massimo
di quattro
34
IMMAGINE n 4: “Medical Priority Dispatch Protocollo P28”
35
IMMAGINE N 5: “Scheda C.O. 118, paziente candidato a trombolisi”
36
PROTOCOLLO 118:“Servizio di Emergenza Territoriale 118 Asti”
C
CH
HIA
IAM
MA
ATA
TA
R
DEN
RIC
ICH
HIE
IED
ENTE
TE
•Codice patologia4
TRIAG
TRIAGEETELEFO
TELEFON
NICO
ICO
•Codice colore
(Centrale118)
(Centrale118)
•Luogo
P
PER
ERC
CO
OR
RSO
SO
SSTA
TAN
ND
DA
AR
RD
D
NO
SI
NO
CO
COD
DICE
ICE
G
GIALLO
IALLO//
RO
SSO
ROSSO
ETA’
ETA’<
<=
=80
80
O
O
D
DUBBIO
UBBIO
TEM
TEMPO
PO
<
<=
=180’
180’
O
O
D
DUBBIO
UBBIO
SI
IN
OG
INTERR
TERRO
GAAZIO
ZION
NEE
TELEFO
TELEFON
NICA
ICA
M
M.P.D
.P.D..
TU
TUTTE
TTE
RRISPO
ISPOSTE
STE
N
NO
O
NO
ASSEG
NEE
ASSEGN
NAZIO
AZION
CO
COD
DICE
ICE
BIAN
BIANCO
CO//VERD
VERDEE
SI
CH
CHECK
ECKLIST
LIST
STRO
STROKE
KE
EELI
LI
Prende
Prendein
in
carico
carico
NO
CH
CHECK
ECKLIST
LIST
STRO
STROKE
KE
Chiede
Chiede
com
competenza
petenzaalla
allaC.O
C.O..
118
118
Chiede
Chiede
com
competenza
petenzaalla
allaC.O
C.O..
118
118Regionale
Regionale
NO
M
MS
SB
B
M
MS
SA
A
CO
FERMAA
CON
NFERM
ETA’
ETA’
DDISPO
ISPONIBILE
NIBILE
SI
NO
SI
NO
SI
SI
NO
NO
CCO
ON
NFERM
FERMAA
PER
CORSO
PERCO
RSO
SI
CAM
CAMBIO
BIO
CCO
OD
E
DIC
ICE
CO
COLO
LORE
RE
SI
NO
TELEFO
TELEFON
NATA
ATA D
DEEAA
PER
PERACC
ACCESSO
ESSO
(C
entrale118)
(Centrale118)
_____
_____Percorso
PercorsoStandard
Standard
_____
_____Percorso
PercorsoPatolog.
Patolog.44
A
ACC
CCESSO
ESSO
D
DEEA
A
37
2.3.1.2
PROTOCOLLO 118 MEDICO-INFERMIERISTICO DI
TRASPORTO
DEL
PAZIENTE
CANDIDATO
A
TROMBOLISI
All’arrivo sul target è compito congiunto medico e infermieristico di:
Cercare di capire cosa è successo
Valutare ABC: Airway: il paziente ha le vie aeree libere? Breathing:
il paziente respira? Circulation: il paziente ha un attività circolatoria,
ha polso arterioso periferico?
Anamnesi (medico – infermiere):
-
Segni e sintomi.
-
Inizio sintomatologia neurologica.
-
Patologie correlate: ipertensione arteriosa, cardiopatie, diabete
mellito.
L’infermiere dovrà:
Rilevare immediatamente i parametri vitali del paziente (PAO, Spo2,
Frequenza
Cardiaca,
Frequenza
Respiratoria,
Temperatura
Corporea), va assunto un atteggiamento “prudenziale” nel controllo
della pressione arteriosa; evitando di iniziare un trattamento anti –
ipertensivo prima di aver definito la natura dell’ictus.
Reperire un accesso venoso di grosso calibro e infondere una
soluzione fisiologica da 100 cc a goccia lenta per mantenere la via
pervia.
Controllare la glicemia con stick da sangue ottenuto con puntura da
polpastrello: livelli di glucosio inferiori a 50 ml/dl e superiori a 400
mg/dl possono mimare un quadro ictale e richiedono comunque un
pronto intervento.
Stabilizzato, il paziente può essere posizionato in barella e
accompagnato in ambulanza.
38
In AMBULANZA l’infermiere dovrà:
Collegare il paziente con il monitor, saturimetro, bracciale
rilevazione
pressione
nell’arto
opposto
all’accesso
venoso,
(Attraverso il monitor è possibile eseguire un ECG fino a 12
derivazioni con il posizionamento di 4 – 6 elettrodi).
Infondere eventuale terapia prescritta dal medico 118 (ex:
infusione di cristalloidi).
Proteggere le estremità paralizzate.
Valutare costantemente le condizioni del paziente e comunicare al
medico relative modificazioni del suo stato.
Il personale MSA compilerà la scheda specifica: “Check List Stroke 118” e
ne verrà successivamente consegnata una copia al DEA contestualmente
alla scheda clinica.
Nel caso in cui l’MSA affidi il pz per il trasporto ad un MSB la scheda verrà
affidata al personale MSB che la consegnerà, unita alla scheda paziente, al
Pronto Soccorso.
Nella notifica dell’arrivo al Pronto Soccorso del paziente avrà una
particolare importanza la segnalazione dei rilievi derivanti dall’applicazione
di questa scala, che oltre a identificare età del paziente e esordio dei
sintomi,
rappresenta
un
elemento
fondamentale
per
una
rapida
valutazione intra-ospedaliera e per il coordinamento delle fasi iniziali della
terapia trombolitica.
IMMAGINE n 6: “MSA medico e infermiera”
39
SCHEDA CHECK LIST STROKE 118
40
2.3.2 LA FASE DI EMERGENZA INTRAOSPEDALIERA:
IL DEA ASL AT
2.3.2.1
TRIAGE DEA ASTI: PROTOCOLLO DI ELLEGIBILITA’ A
TROMBOLISI
La fase iniziale delle cure intra-ospedaliera coincide con il momento
dell’accoglienza in DEA, definito in termine tecnico TRIAGE.
Il Triage è un processo che permette di definire sulla base di una
valutazione specifica, i bisogni di salute classificandoli per priorità
determinandone modalità e tempi adeguati di risposta.
In merito allo STROKE, la Regione Piemonte con D.G.R.15 maggio 2006, n
44-2861, pubblicata sul bollettino ufficiale n 23 del 08 giugno 2006, pone
chiare indicazioni circa il percorso intra-ospedaliero per i pazienti con ictus
cerebrale specificandone quanto segue:.
“Gli infermieri del TRIAGE devono essere formati al riconoscimento dei
sintomi dell’ictus acuto per la corretta assegnazione, contemporaneamente
alla rilevazione dei parametri vitali, del codice di priorità di accesso alla
sala visita medica. La formazione degli infermieri di TRIAGE deve
comprendere la preparazione all’impiego di apposite scale, coma Cincinnati
pre-hospital stroke scale.” (Allegato n 1-2)
L’attivazione del trattamento trombolitico ha reso utile e necessario,
relativamente al Protocollo di Triage, introdurre alcuni specifici elementi
che consentano il riconoscimento e l’individuazione immediata dei pazienti
potenzialmente candidati alla trombolisi.
Infatti le condizioni di iniziale stabilità di questi pazienti potrebbero
determinare una attribuzione di codici di priorità (verde o giallo) che non
comporterebbero l’ingresso immediato, elemento spesso determinante per
rispettare una finestra terapeutica, come precedentemente esposto, tanto
stretta.
41
Il Protocollo, di seguito esposto è stato consapevolmente costruito
secondo criteri di “over-Triage” inserendo i principali elementi discriminanti
l’inclusione nel percorso di trombolisi, consapevoli che la verifica di troppi
criteri di esclusione avrebbero prodotto un “consumo di tempo”
potenzialmente responsabile di un ulteriore riduzione della finestra
terapeutica.
PROTOCOLLO ELEGGIBILITA’ TRIAGE DEA Asl AT
Valutazione Neurologica
( The Cincinnati Prehospital Stroke Scale) (*)
Deviazione rima buccale
Difficoltà nel linguaggio
Muove braccio dx
Muove braccio sn
Muove gamba dx
Muove gamba sn
Ora insorgenza…
(**)
Insorgenza < 3 ore (***)
Età < 80 anni
NON evidenza di TRAUMI maggiori
NON evidenza di EMORRAGIE maggiori
NON terapia con dicumarolici
NON ELEGGIBILE
ELEGGIBILE
Attribuzione del codice colore secondo
protocollo di TRIAGE
“Segni e sintomi Neurologici”
Attribuzione codice colore
GIALLO “T”
Attivazione CPSI 4
Accesso diretto sala visita Intensivi
42
Per i pazienti eleggibili alla trombolisi, viene attribuito una forma di codice
“GIALLO-T” che determina un percorso prioritario, con accesso immediato
alla sala visita intensivi.
IMMAGINE n7: SCHERMATA TRIAGE: attribuzione del codice “GIALLO -T”
In considerazione della necessità di contrazione dei tempi sintomo-cura,
l’integrazione tra Pronto Soccorso e SEST 118 ha concordato e
protocollato che, in caso di eleggibilità verificata dal medico 118,
l’attribuzione del codice “GIALLO-T” al Triage del Pronto Soccorso sia
attribuito senza rivalutazione specifiche limitandosi alla “cieca” conferma
della valutazione extra-ospedaliera.
43
IMMAGINE n 8 : “DEA Triage ospedale Cardinal Massaia”
44
2.4.2.2
PROTOCOLLO INFERMIERISTICO DI
TRATTAMENTO
Come già ripetutamente esposto il tempo rappresenta l’unico “nemico”
contrastabile del trattamento trombolitico, ed il paziente eletto al
trattamento, deve spesso essere sottoposto a diagnosi, valutazione delle
controindicazioni,
trattamento
eventuale
di
alterazioni
pressorie
e
glicometaboliche, preparato al trattamento di valutazione ECGrafica,
prelievo ed accertamenti sieroematici, predisposizione di accessi venosi e
cateterizzazione, in tempi frequentemente compresi tra 40 minuti - 1 ora.
È risultato quindi evidente come infermiere e medico si debbano muovere
in modo sinergico e coordinato ma autonomo. La stesura del Protocollo di
seguito riportato è stato redatto tenendo conto di tali obiettivi.
La descrizione dettagliata delle attività infermieristiche, oggetto della
presente trattazione, saranno descritti di seguito.
IMMAGINE n 9 : “Sala intensivi ospedale Cardinal Massaia”
45
PROTOCOLLO INFERMIERISTICO SALA INTENSIVI
Assistenza
Paziente con
Stroke
CPSI 4 (*)
MEDICO
Effettua:
•
•
•
•
SpO2
FC
T
PAO (2 misurazioni
manuali
Svestizione/
esposizione accesso
N
O
Valuta
Controindicazioni
Conferma
elegibilità
SI
Visita anamnestica NHISS
in collaborazione con il
consulente Neurologo
Prelievi
ECG 12 derivazioni
Somministrazione
TP
Antipertensiva
TP Glicemia
Ossigenoterapia
Prescrizione terapia
TAC
Sorveglia
Infusioni e Drenaggi
Indicazione TC
+ Neurologica
a Trombolisi
Applica
Catetere Vescicale
(**)
Rilevazione Parametri
PAO
SI
Conferma
Indicazione a
rtPA
2° accesso venoso (**)
SI
Predispone farmaco
SORVEGLIA PARAMETRI
Allegato5
Allegato6
Allegato7
Allegato8
Somministrazione
rtPA
secondo protocollo
Informativa al Pz /
Parente in collaborazione
con consulente
Neurologo
Prescrizione rtPA
Tutti i dati e le attività dovranno essere
registrati in cartella da ciascun operatore,
(*) CPSI 4 effettua sorveglianza attiva del pz sino a 2 ore dopo il trattamento trombolitico
Dalla 3^ ora il pz sarà a carico del CPSI DEA 1 o OBI 1 secondo degenza
(**) qualsiasi manovra invasiva va effettuata prima della trombolisi. Non effettuare
EGA dopo trombolisi
46
Il trattamento trombolitico dell’ictus ischemico viene effettuato nella sala
intensivi del DEA.
La Sala Intensivi composta da quattro postazioni visita è collocata
all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Asti, in una zona strategica
a pochi metri dal “Sala Accoglienza Triage” , dalla “SHOCK ROOM” e alla
radiologia d’urgenza del Pronto Soccorso.
Per permettere un’assistenza dedicata e intensiva H24, vi è personale
dedicato, composto da 1 medico d’urgenza, 1 infermiere 1 O.S.S., che
curano i pazienti critici di pertinenza internistica e chirurgica, a cui viene
assegnato un codice di priorità d’accesso ROSSO e GIALLO..
Ogni postazione visita è dotata monitor a 5 derivazioni che permettono
ECG, saturimetria, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura
corporea. Vi è un defibrillatore ogni 2 unità.
L’infermiere che viene assegnato a questa unità operativa, si dedica
esclusivamente all’assistenza dei pazienti afferenti a questa sala.
E’ all’interno di questa sala che viene accompagnato il paziente con stroke
candidato alla trombolisi assistito dall’infermiere dedicato fino alla seconda
ora dopo il trattamento. Al termine di tale periodo, salvo complicazioni, il
paziente
sarà riaffidato all’infermiere
della Sala Intensivi sino a
trasferimento in altra sede.
Previsto, nel Protocollo locale, alla dodicesima ora nel reparto di
neurologia, salvo complicazioni ed in attesa di attivazione area subintensiva O.B.I.
47
Mentre il medico riceve notifica e valuta le condizioni cliniche del paziente,
viene avvertito il medico neurologo e il medico radiologo. La TAC e il
tecnico di radiologia in guardia attiva sono disponibili H24, il neurologo e
il Radiologo in guardia attiva sono disponibili H12 , pronta disponibilità
H12 notturna sabato e festivi.
L’infermiere dedicato (DEA 4) con aiuto dell’O.S.S. procede a:
Svestire il paziente, con rimozione degli oggetti di valore, comprese
protesi dentarie, che vengono consegnate ai famigliari, se assenti porli
nella cassetta di sicurezza compilando l’apposita modulistica.
L’evidenza di ecchimosi o segni di traumi recenti deve essere
tempestivamente segnalata.
Rilevare i principali parametri vitali manualmente, e controllare la
glicemia capillare.
Reperire un accesso venoso di grosso calibro con esecuzione di
prelievi ematici d’urgenza (emocromo, azotemia, creatinina, sodiemia,
potassiemia, glicemia, se prescritto anche enzimogramma cardiaco,
CPK, PT/INR aPTT/Ratio, gruppo sanguigno per l’eventuale richiesta di
sacche al centro trasfusionale, se prescritta), gli esami vengono inviati
in laboratorio tramite la posta pneumatica.
Eseguire
un
ECG
a
12
derivazioni
per
valutare
eventuali
concomitanti patologie cardiovascolari.
Somministrare farmaci correttivi per ipotensione o iperglicemia
quando prescritti.
Accompagnare il paziente alla TAC.
Monitorizzare il paziente al ritorno dalla radiologia.
Rilevare attraverso il monitor i parametri vitali visibili in tempo reale
e costantemente interpretati:
-
Frequenza cardiaca con traccia su video
-
Funzione respiratoria con onda tracciata su video e SpO2
-
Pressione arteriosa.
48
E’ compito dell’infermiere predisporre l’occorrente per il monitoraggio:
Posizionare gli elettrodi, se necessario preparare la cute con
tricotomia (rosso sotto claveare destro, giallo sotto claveare
sinistro, nero fossa iliaca destra, verde fossa iliaca sinistra, bianco
processo xifoideo).
Bracciale della rilevazione della pressione con dimensioni adeguate,
non applicato al braccio leso dall’ischemia.
Inserire il rilevatore del saturimetro, informare il medico di valori
alterati e somministrare O2 terapia.
Acquisire la traccia dal monitor, confrontare i parametri d’ingresso
(118/triage) con i nuovi dati.
Le rilevazioni anomale riscontrate, devono essere integrate con
osservazione/valutazione del professionista.
IMMAGINI n 10: “Monitor Sala intensivi DEA Asl AT”
49
Seguendo contestualmente la gestione clinica del consulente Neurologo e
del medico urgentista, all’atto dell’indicazione al trattamento trombolitico
l’infermiere provvederà in autonomia e tempestivamente a :
Cateterizzare il paziente, cercando di evitare traumatismi durante
l’introduzione.
Reperire un secondo accesso venoso, atto a garantire la
somministrazione esclusiva dell T-PA, poiché la velocità di infusione
deve essere costante e la dose di somministrazione non può essere
diluita con altri farmaci somministrati in contemporanea.
Coadiuvare nell’informare adeguatamente il paziente in merito al
trattamento trombolitico dell’ictus (SPREAD 2007: RACCOMANDAZIONE
10.1 Grado A)
2.3.2.2.1
SOMMINISTRAZIONE TROMBOLITICO
E’ consigliabile allestire un carrello per la somministrazione dell’ rT –PA. Il
compito dell’infermiere si può dividere in:
o Obiettivi:
Garantire al paziente la somministrazione del farmaco trombolitico
mantenendo le dosi secondo Protocollo terapeutico prevenire possibili
complicanze legate al rischio di emorragia, mantenere le condizioni di
asepsi durante l’infusione.
o Attribuzione delle funzioni
Il medico ha il compito di prescrivere la dose del farmaco, l’infermiere ha il
compito di:
Preparare il materiale occorrente.
Diluire il farmaco.
Preparare la dose per il bolo da somministrare in un minuto.
50
Preparare la dose richiesta per l’infusione tramite la pompainfusionale.
Il personale di ausilio (OSS) ha compiti di coadiuvare l’infermiere e
il medico.
o Materiale occorrente:
Flaconi di Actylise corrispondenti alla quantità da somministrare
(numero adeguato di flaconi da 50 mg e/o da 20 mg) da ricostruire
contenenti solvente e polvere.
Pompa standard di infusione.
Deflussore per pompa infusione.
1 sacca da 100 ml di sodio cloruro 0.9% con etichetta “la dose di
infusione dell’ rT –PA.
1 siringa da 10 ml o 5 ml per il bolo da somministrare etichettata
con “bolo rT –PA”.
Guanti monouso.
RICOSTRUZUIONE rT –PA: Ricostruire la fiala di Ateplase con la
soluzione. Dirigere il flusso di soluzione fisiologica verso il soluto di polvere
liofilizzato. Girare in senso circolare, non agitare, lasciare alcuni minuti a
riposo. Bisogna evitare il formarsi di schiuma per poter calcolare
velocemente la dose.
Mentre l’Ateplase si stabilizza, sarà già calcolata la dose da somministrare:
0.9 mg/kg fino a un massimo di 90 mg di cui il 10% verrà somministrato
in bolo in un minuto e il restante 90% della dose totale in infusione in 1
ora.
Aspirare il quantitativo da utilizzare per il bolo di Ateplase utilizzando una
siringa di calibro adeguato, quindi etichettarla con bolo di rT–PA e nome
del paziente.
51
Utilizzare una siringa da 60 ml, aspirare la dose restante inserirla in
fisiologica con un quantitativo finale di 100 ml, dovrà essere infusa in
pompa volumetrica a 100 ml in un ora.
Connettere la sacca al tubo di infusione, deflussare il tubo di infusione e
posizionarlo nella pompa d’infusione.
Impostare la velocità di infusione sulla pompa in relazione al calcolo di
dosaggio.
TABELLA n 4:RACCOMANDAZIONE 10.1 Grado A 0.9 mg/kg (max. 90 mg)
PESO
DOSE TOTALE
DOSE BOLO 10% DOSE
IN UN MINUTO
RIMANENTE
IN
60 MINUTI
45
40.5
4.05
36.45
50
45
4.5
40.5
55
49.5
4.95
44.55
60
54
5.4
48.6
65
58.5
5.85
52.65
70
63
6.3
56.7
75
67.5
6.75
60.75
80
72
7.2
64.8
85
76.5
7.65
68.85
90
81
8.1
72.9
95
75.5
8.55
76.95
100
90
9
81
52
SOMMINISTRAZIONE rT –PA
Dopo aver verificato la dose del bolo di rT-PA con il medico,
somministrare l’Ateplase in un minuto a velocità costante.
Somministrare la restante dose con pompa volumetrica.
Verificare la pervietà del sito d’infusione e le connessioni al
raccordo.
Verificare che il bracciale della pressione del monitor sia posizionato
sull’altro
braccio,
bisogna evitare
qualsiasi
interferenza con
l’infusione.
Alla fine dell’infusione, iniettare 20 ml di soluzione fisiologica e
assicurarsi dello svuotamento completo della linea rT –PA.
Documentare quando è terminata l’infusione, necessario da un
punto di vista legale e monitoraggio del paziente.
53
2.3.2.3
PROTOCOLLO
INFERMIERISTICO
DI
MONITORAGGIO
Il monitoraggio del paziente sottoposto a trombolisi rappresenta un
problema ancora aperto in termini di “chi” e “dove”.
Se infatti da un lato ne sono chiari indicazione, criteri ed i tempi minimi
consigliati, SPREAD 2007: “Nelle prime 48 ore dall’esordio di un ictus è
indicato il monitoraggio delle funzioni vitali e dello stato neurologico.
Questo va proseguito in caso di instabilità clinica” RACCOMANDAZIONE
11.1 grado D.
La mancanza di “Stroke Unit” operative da un lato e lo “sbilanciamento”
frequente tra risorse professionali e richieste di salute nei Pronto Soccorso
dall’altro,
richiedono
soluzioni
organizzative
spesso
pretenziose
e
articolate.
Anche nell’ambito del “Protocollo di intervento per il
trattamento
fibrinolitico dell’ictus ischemico in fase acuta” dell’Asl At, tale difficoltà è
manifesta, viene infatti di seguito riportato il Protocollo di monitoraggio
redatto coerentemente alle linee guida ma, di fatto, affidato alla
conoscenza scientifica ed alla applicazione spontanea non coordinata di
medico e infermiere.
Infatti il Protocollo definisce l’individuazione di un infermiere dedicato
seguirà il paziente con un rapporto 1 a 1 esclusivamente dal Triage sino
alle due ore dopo il trattamento trombolitico.
54
PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO
Tempi
Funzioni da
- 180
rTPA
Stroke
Sorveglianza
paziente sottoposto a
trattamento con
0
Durante infusione
ogni 15 min
Monitoraggio
stato neurologico
(NIHSS)
+ 120
funzione cardiaca
Per 6 ore successive
ogni 30 min
Glicemia
ogni
2
ore
pressione arteriosa
respirazione e
ossigenazione ematica
(non EGA)
+ 6 ore
Per 16 ore successive
ogni 60 min
temperatura corporea
+ 16
+ 24
prevenzione trombosi
venosa profonda
esami ematologici,
ecodoppler TSA,
o Ecocardiogramma
(*) Se peggioramento stato neurologico (cefalea severa, ipertensione acuta,
nausea, o vomito, interrompere infusione ed eseguire TC urgenza.
Non somministrare antiaggregante o anticoagulante prima di 24 ore dalla
55
Premettendo che la monitorizzazione dello stato neurologico e dei valori
pressori deve essere effettuato:
o Durante l’infusione e nelle prime due ore: ogni 15 minuti.
o Dalla 3^ora ogni 30 minuti.
o Dalla 6^ora ogni 60 minuti.
Gli eventuali prelievi ematici successivi alla trombolisi devono
essere
effettuati,
adeguatamente,
dagli
accessi
venosi
precedentemente impostati, si riporta di seguito la descrizione
dettagliata del monitoraggio infermieristico consigliato.
56
MONITORIZZA OBIETTIVO
INTERVENTO
VALUTAZIONE
RE
VALUTAZIONE
DELLO
Rilevare un cambiamento
•
STATO dello stato di coscienza e
DI COSCIENZA intervenire
immediatamente
Valutazione
stato
•
Il paziente avrà uno stato
coscienza attraverso
di coscienza al GCS con
GCS.
punteggio alto
•
In caso di peggioramento
del GCS avvisare il
medico DEA
MONITORIZZA Monitorare e interpretare i
ZIONE
•
segni neurologici
Valutazione
stato
neurologico
con
•
ogni
scala NIHSS
NEUROLOGICA
L’infermiere riconoscerà
cambiamento
segni
di
neurologici
attraverso
NIHSS,
avviserà il medico DEA
PRESSIONE
Rilevare l’andamento della
ARTERIOSA
pressione arteriosa e
manuale della
identificare
pressione con uso di
tempestivamente
sfignomanometro e
avvisare
alterazioni
interpretazione dei
procedere come allegato
valori
n°6
•
Rilevazione
GLICEMIA
Rilevare la glicemia
CAPILLARE
capillare con attenzione e
attraverso il gluco-
costanza soprattutto nei
test
•
La pressione resta nei
limiti della norma
Rilevazione
•
•
In caso di valori alterati
il
medico
e
I valori rimarranno nella
norma
•
In caso di alterazione
pazienti con alterazione dei
informare il medico e
valori (ipoglicemia-
procedere come allegato n
iperglicemia)
5
OSSIGENAZION Rilevare stato di
•
E E FREQUENZA ossigenazione e FR del pz
RESPIRATORIA
•
Utilizzare attraverso
•
il saturimetro la
e eventuali cambiamenti
La SPO2 e FR sono nei
limiti della norma
saturazione di O2
•
In caso di alterazione
con emoglobina e la
della saturazione e/o FR
FR, MAI praticare
avvisare il medico DEA e
EGA
procedere come allegato n
7
Rilevare l’andamento dei
FREQUENZA
battiti
cardiaci
CARDIACA
identificare alterazioni
•
e
Attraverso
il
monitor si rileva la
•
F.C.
•
se
La FC è nei limiti della
norma
alterazioni
valutazione manuale
•
In
caso
di alterazioni
avvisare il medico
57
TEMPERATURA Rilevare la temperatura
CORPOREA
•
Rilevazione
corporea e eventuali
attraverso il
alterazioni
termometro
•
La temperatura resta nei
limiti della norma
•
timpanico
In caso di alterazioni
avvisare il medico DEA e
procedere come allegato n
°8
DIURESI
Monitorare la diuresi per
Valutazione
•
Diuresi nella norma
rilevare eventuali
quantitativa e
•
In
alterazioni qualitative e
qualitativa delle
quantitative (soprattutto la
urine
•
caso
di alterazioni
avvisare medico DEA
presenza di ematuria)
POSTURA DEL Evitare
CAPO
emorragiche
lesioni
•
dovute al
Posizione del capo
•
Non vi sono lesioni
mantenuta a 30°
•
In
trombolitico
caso
di alterazioni
utilizzare GCS -NIHSS e
avvisare il medico DEA
CRISI
Valutare segni/sintomi
EPILETTICHE
relativi alla comparsa di
l’osservazione la
crisi epilettiche
comparsa di
•
Valutare attraverso
•
Il paziente non presenterà
crisi epilettiche
•
Alla comparsa di una crisi
eventuale scosse
avvisare il medico Dea,
tonico cloniche
procedere
degli arti,
prescritta.
con
terapia
morsicatura della
lingua riferibili a
crisi epilettica in
atto
58
COMPLICANZE Riconoscere
EMORAGICHE
emorragia
segni
di
come
rilevare:
•
complicanze del rT-PA
avvisare medico
peggioramento
segni
dei
•
deficitari
l’infusione
preesistenti
•
•
sospendere
del rT-PA
peggioramento stato
•
prelevare
di coscienza GCS
campioni di
alterazioni
delle
sangue per
funzioni
vitali
test di
associate
a
peggioramento
coagulazione
e gruppo
del
sanguigno
quadro neurologico
NIHSS
VALUTAZIONE
Valutare
la
deglutizione
DISFAGIA
dopo l’insulto ischemico
•
Effettuare test con
La disfagia è
poca
assente
acqua
per
valutare la disfagia
•
La disfagia è
presente
avvisare il
medico che
valuterà la
necessità di
una
consulenza
foniatricologopedica
59
2.3.2.4
LA RILEVANZA DELL’ASPETTO RELAZIONALE
INFERMIERE-PAZIENTE
Fatta salva l’inderogabilità degli aspetti tecnici è importante sottolineare
come nella fase acuta l’infermiere sia la figura professionale che risulta
essere più vicino ai bisogni dell’utente, contribuendo significativamente a
orientarlo, a fargli interpretare la malattia dopo il suo insorgere.
L’infermiere è la prima persona che può esporre il paziente a una
situazione comunicativa relazionale. La percezione dell’ambiente da parte
del paziente può essere vista in modo frammentario distorto, può avere la
sensazione che il personale si rivolga a lui con una lingua straniera, può
rimanere perplesso di fronte alla mancata comprensione del suo eloquio,
può essere sottoposto a un alternarsi di sentimenti con qualità di disagio,
minaccia o incomprensione di quanto stà accadendo.
In questo tipo di situazione l’infermiere, deve essere in grado di cogliere e
interpretare i segnali della persona e
utilizzare un comportamento
comunicativo adeguato. Deve quindi:
•
Rivolgersi
direttamente
al
paziente,
presentarsi
come
figura
professionale spiegando la propria presenza, ribadendolo più volte se
necessario.
•
Agire con rispetto e sensibilità nei confronti della persona colpita da
ictus, il timore di una prognosi infausta, unitamente alla perdita
dell’autosufficienza favorisce la comparsa di uno stato depressivo
reattivo.
•
Concedere alla persona il tempo di rispondere.
•
Adattare il proprio modo di comunicare, usando frasi brevi, ripetendo
più volte il proprio messaggio.
60
2.4
DATI DI ATTIVITA’
La popolazione afferita al pronto soccorso di Asti, sede DEA di 1° livello ed
al P.P.I. di Nizza Monferrato nel periodo 1 giugno 2008 al 31 maggio 2009,
è stata di 53.476 di cui 554 ictus.
In linea con i dati di letteratura 80% sono risultati ischemici (427).
13 pazienti sono stati sottoposti a trombolisi, realizzando il 3%.
Per essere il primo anno di attività i risultati sono stati significativi, le
letterature di riferimento, comunque segnano nei centri esperti e con una
certa esperienza la soglia al 5%, rapportato alla realtà di Asti in un anno
avrebbero potuto usufruire del trattamento 21 pazienti, in alcune realtà la
soglia va fino al 10% si può pensare che in futuro in un anno presso Asl
AT possano giovare del trattamento trombolitico 42 pazienti.
Non vanno dimenticate alcune realtà canadesi che sono riuscite ad
ottenere una percentuale del 20% vale a dire rapportato al nostro
ospedale 85 pazienti.
YES, WE CAN
Serie2
Serie1
1
2
3
4
Serie2
13
21
42
85
Serie1
3%
5%
10%
20%
61
1.06.2008 - 31.05.2009
53.476
PAZIENTI
AFFERITI AD DEA
554 (1.03)%
STROKE
427 (0.8)%
STROKE
ISCHEMICI
13
TROMBOLISATI
3%
2.5% STROKE
3.0% ISCHEMICI
5.8% ISCHEMICI <80 aa
62
PAZIENTI CON ATTRIBUZIONE DI ELEGGIBILITA' AL TRIAGE M A NON
TROM BOLISATI
EMORRAGIA DA
ANEURISMACERE
ERRATO CRITERIO
NON
BRALE
DI INCLUSIONE
RISCONTRATA
4%
PREGRESSO
4%
MOTIVAZIONE
ICTUS
13%
8%
NIH BASSO
21%
TIA
50%
GRAFICO n 2
Sono stati attribuiti in sede di Triage DEA , 36 codici “GIALLO T”.
23 non sono stati sottopoti a trombolisi, la verifica di adesione al
Protocollo e di correttezza nel reclutamento al Triage, effettuata attraverso
i verbali di Pronto Soccorso relativi, hanno dimostrato la corretta
attribuzione di eleggibilità per 22 pazienti. Per 1 solo paziente
l’attribuzione del codice “GIALLO T” è avvenuta erroneamente non
risultando segnalata l’ora di esordio della sintomatologia.
Al contrario 3 pazienti sono stati sottoposti a trombolisi senza essere stati
riconosciuti eleggibili al Triage, 2 con arrivo in MSA, 1 con arrivo
autonomo.
Tali errori sono da considerarsi “eventi sentinella” anche se riconducibili
alle prime settimane di attività.
Nonostante il percorso sia attivo da solo un anno, il lavoro degli infermieri
al Triage è stato, seppur all’inizio con qualche difficoltà, ottimo.
63
2.4.1 MODALITA’ DI ARRIVO E RECLUTAMENTO DEI PAZIENTI
TROMBOLISATI
ELETTI
118: 4
ELETTI
TRIAGE: 4
CHECK LIST
STROKE: SI
MSA: 6
PAZIENTI
NON
ELETTI
118: 1
CHECK LIST
STROKE: NO
ELETTI
TRIAGE: 1
NON ELETTI
TRIAGE: 1
ELETTI
TRIAGE: 3
13
PAZIENTI
MSB:4
NON ELETTI
TRIAGE: 1
ELETTI
TRIAGE: 2
AUTONOMO:3
Età
MEDIA
66
MIN
47
MAX
79
DS
11,49
NON ELETTI
TRIAGE:1
Età MEDIA: 65±11 anni
Età MINIMA: 47 anni
Età MASSIMA: 79 anni
64
SCHEMA 2: Il precedente schema evidenzia l’arrivo e il reclutamento dei
pazienti sottoposti a trombolisi, in rosso sono segnalati i casi di mancata
eleggibilità nel percorso di reclutamento.
È riportata inoltre la tabella relativa all’età dei casi trombolisati da cui si
evince la giovane età dei pazienti trombolisati.
65
2.4.3
DATI
DI
ATTIVITA’
INFERMIERISTICA
DI
TRIAGE
Per l’attività svolta in Triage si sono rilevati tre fattori importanti da
valutare nel paziente candidato a trombolisi:
Scala CINCINNATI
Glicemia basale
Rilevazione della pressione basale
Di seguito sono riportati tre GRAFICI 3 – 4 - 5 sui risultati ottenuti:
SCALA CINCINNATI TRIAGE NEI PAZIENTI
SOTTOPOSTI A TROMBOLISI
NON
ESEGUITA SEGNALATA
3 10
ESEGUITA
10
66
RILEVAZIONE DELLA GLICEMIA BASALE
NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A
TROMBOLISI
IN TRIAGE
5
NON
EFFETTUATA
6
IN SALA
INTENSIVI
2
RILEVAZIONE DELLA PRESSIONE BASALE
ALL'ARRIVO DEL PAZIENTE CANDIDATO A
TROMBOLISI
IN SALA
INTENSIVI
5
IN TRIAGE 8
67
2.4.4
DATI DI ATTIVITA’ INFERMIERISTICA DI SALA
Per l’adesione al Protocollo infermieristico di sala sono stati valutati nei
GRAFICI 6-7:
1. Posizionamento catetere vescicale.
2. Doppio accesso per rT-PA.
Di seguito sono riportati i grafici relativi, che ne confermano inoltre
l’annotazione in cartella.
CATETERE VESCICALE NEI PAZIENTI
SOTTOPOSTI A TROMBOLISATI
NO
2
PRESENTE
11
DOPPIO ACCESSO VENOSO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A
TROMBOLISI
PRESENTE
3
ASSENTE
1
NON
SEGNALATO 9
68
DATI
ATTIVITA’:
VALUTAZIONE
DELL’EFFICACIA
COMPLESSIVA DEL PERCORSO
Di seguito sono riportati i grafici che dettagliano alcune fasi del percorso
dei tredici pazienti trombolisati
tempo sintomi-infusione
3.00.00
2.15.00
1.30.00
0.45.00
0.00.00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
tempo visita-infusione 1.19.1.35. 1.29.0.37.1.38. 0.46.1.18.0.54.0.47. 0.36.0.56.1.18. 0.51.
tempo fine triage-visita 0.05.0.11. 0.07.0.12.0.16. 0.09.0.03.0.05.0.03. 0.02.0.12.0.02. 0.02.
tempo inizio-fine triage 0.03.0.02. 0.01.0.00.0.04. 0.03.0.02.0.00.0.01. 0.02.0.03.0.04. 0.03.
tempo sintomi-triage
1.18.1.02. 1.08.0.57.1.00. 1.00.1.27.1.05.0.53. 1.40.0.25.1.00. 1.39.
GRAFICO n 8
Il grafico presenta il percorso dei pazienti sottoposti a trombolisi dall’inizio
dei sintomi all’arrivo in Triage, la durata del Triage, attesa alla Sala Visita e
il tempo visita-infusione.
Risulta evidente come pur rispettata la finestra terapeutica di 3 ore, la
maggior parte dei pazienti sia arrivata al Triage dopo 1-2 ore
dall’insorgenza del sintomo.
Si può notare che il Triage è stato effettuato nella maggior parte dei casi
in un tempo inferiore ai 3 minuti, l’importanza di questo valore stà nella
69
possibilità di introdurre ulteriori elementi di discriminazione senza
“incidere” sulla rapidità del processo di Triage.
Il tempo di attesa risulta variabile da pochi minuti a un massimo di 15
minuti.
I tempi di accertamento e terapia risultano abbastanza costanti variando
per lo più da 40 a 90 minuti circa, i dati di trattamento risultano quindi
piuttosto soddisfacenti.
30.00.00
24.00.00
18.00.00
12.00.00
6.00.00
0.00.00
1
2
3
tempo sintomi-triage
4
tempo visita-infusione
5
6
7
8
9
tempo inizio-fine triage
10
11
12
13
tempo fine triage-visita
tempo infusione-ricovero
GRAFICO n 9
Sempre nell’ambito del percorso complessivo ed al fine di valutare il carico
di attività costituito dal monitoraggio post-trombolisi, è stato valutato il
tempo di permanenza in Pronto Soccorso.
A
conferma
della
criticità
rilevata
in
premessa
relativamente
al
monitoraggio, la maggior parte dei pazienti è stata monitorizzata in DEA
per un periodo superiore alle 20 ore a fronte dell’atteso da Protocollo di 12
ore.
70
SCALA DI RANKIN
NIHSS ALL'INGRESSO IN DEA
NIHSS TRA 6 -9
3
4
NIHSS TRA 10 14
NIHSS TRA 1820
2
NON
SEGNALATO
4
SCALA RANKIN mod.
2
0-2
2
3-5
MORT
9
GRAFICO n 10 - 11 : Nel primo si evidenziano la scala del NIHSS all’arrivo
al DEA prima della trombolisi, nel secondo grafico sono rappresentati i dati
ottenuti dalla scala di Rankin a un mese dal trattamento trombolitico. Su
13 pazienti trombolisati, 8 all’ingresso presentavano un NIHSS tra 6 e 14,
e due tra 18 e 20, in due casi non si è trovata la segnalazione in cartella.
Attraverso la scala di Rankin a distanza di un mese i medici sono andati a
valutare la disabilità residua. 9 pazienti hanno ottenuto un punteggio pari
71
a 2 cioè con disabilità praticamente nulle, due con disabilità lievi, e due
pazienti deceduti, una morte attribuibile alle complicanze della trombolisi,
una per cause non attribuibili al trattamento.
(SCALA RANKIN ALLEGATO 3)
72
INIZIO III PARTE
3 CONCLUSIONI
1
3.1 POSITIVITA’ E CRITICITA’CRILEVATERITICITA’
RILEVATE
Dal 1 giugno 2008 al 31 maggio 2009 ho analizzato con specificità i
Protocolli infermieristici sul trattamento fibrinolitico, il percorso dei tredici
pazienti con ictus sottoposti a trombolisi, l’attività infermieristica nelle
diverse fasi del percorso ed il risultato complessivo dei dati di attività.
E stato possibile individuare importanti positività e alcune criticità in merito
alle quali ho ritenuto utile proporre ipotesi di soluzione, verificandone
anche personalmente, per una in particolare, la fattibilità.
3.1.1 ELEMENTI POSITIVI
•
I Protocolli infermieristici rispettivamente in uso presso la C.O. 118 ed il
Triage
del
infermieristica
Pronto
e
Soccorso,
fulcro
del
attività
processo
di
di
stretta
competenza
“reclutamento”
e
di
individuazione dell’ “eleggibilità” alla trombolisi dei pazienti con stroke
ischemico, sono risultati efficaci.
•
La valutazione dei tempi di effettuazione del Triage nel caso dei
Pazienti eleggibili, è risultata inoltre così positiva (tempo medio
inferiore ai 3 minuti) pur a fronte della specificità di intervento
garantita, da lasciar supporre la possibilità di inserire altri criteri di
selezione, utili a ridurne in parte l’ over - Triage consapevolmente
introdotto inizialmente, salvaguardando la tempestività di intervento
diagnostico-terapeutico indispensabile alla luce della stretta finestra
terapeutica.
73
•
Vi è stata una reale ottimizzazione dei tempi di diagnosi e cura grazie
al Protocollo infermieristico di Sala Visita che, “costruito” in parallelo a
quello di competenza medica, ha consentito autonomia gestionale per
la parte di competenza, soddisfazione professionale del team medicoinfermieristico coinvolto e, dato di grande rilevanza, ha consentito di
“spelare” il percorso diagnostico-terapeutico richiesto, pur complesso,
in tempi frequentemente < ai 60-90 min.
•
La documentazione dell’attività infermieristica nei casi dei pazienti
sottoposti a Trombolisi ha dimostrato una sensibilità e consapevolezza
rispetto al trattamento dello Stroke elevata, la condivisione e
conoscenza approfondita degli obiettivi e delle problematiche clinicoorganizzative del percorso, la conoscenza delle Scale di Valutazione
Neurologica impiegate e grande attenzione
al monitoraggio ed alla
sorveglianza relativa alle possibili complicazioni post-trombolitiche.
•
Un particolare accenno merita l’elevato grado di entusiasmo e
soddisfazione per i risultati ottenuti ( in termini di efficienza ma, ancor
più, di efficacia terapeutica sui pazienti), testimoniata dai risultati
dell’analisi ma personalmente testimoniata interrogando ciascuno degli
infermieri che ne è stato direttamente interessato.
74
3.1.2
CRITICITA’ RILEVATE
1.
A fronte dei buoni risultati ottenuti con l’organizzazione aziendale (extraintra - ospedaliera), confermata dal confronto con i dati di attività
risultati a livello piemontese, considerate le potenzialità di guarigione o
miglioramento della qualità della vita che questa terapia offre alla
popolazione, se pur non priva di complicanze, troppo pochi pazienti ne
fruiscono rispetto ai dati di letteratura. Alcune ipotesi relativamente alle
cause sottese sembrerebbero piuttosto accreditabili:
-
Scarsa conoscenza dell’esistenza e della fruibilità di questo trattamento
a livello extra - ospedaliero a cui conseguono drammatici ritardi nel
rivolgersi al DEA in caso di Ictus.
-
Difficile riconoscimento dei sintomi principali dell’ictus, in particolare
all’esordio e quando ancora sfumati.
-
Insufficiente conoscenza e/o attenzione circa la ristrettezza della
finestra terapeutica, anche in ambito sanitario.
2.
-
Durante la fase acuta l’infermiere dedicato, segue per 2 ore in modo
intenso specifico e continuo il paziente sottoposto a trombolisi
garantendogli un rapporto “1 a 1”, indipendentemente dal numero dei
pazienti e dalle risorse presenti in Pronto Soccorso. Tale rapporto, per
garantire un monitoraggio corretto in sede idonea dovrebbe essere
dilatato ad almeno le prime 8 ore.
-
Il carico e la specificità del lavoro infermieristico in termini di
monitoraggio e sorveglianza per le prime 24 ore richiederebbe lo
sviluppo di alcune competenze specialistiche per il monitoraggio del
Paziente neurologico, utile ad aumentarne l’autonomia nell’ottica di un
75
ottimizzazione delle risorse sanitarie presenti anche nella fase di
monitorizzazione successiva alle prime 2 ore dal trattamento.
3.
Presso il DEA Asl At il lavoro è organizzato con una strettissima
collaborazione tra medico e infermiere, con assoluto rispetto dei ruoli e
delle specifiche competenze,
pazienti
a causa però del numero elevato di
e dei ritmi di lavoro, risulta frequentemente impossibile
l’attuazione del problem solving.
4.
La registrazione dei dati clinici e dei parametri vitali, se pur rilevati,
non risulta documentabile su cartella clinica informatizzata, soprattutto
nel periodo di monitoraggio post trombolisi, relativamente al quale
non è stato realizzato un Protocollo infermieristico dedicato come per
le precedenti aree di attività.
76
3.2 PROPOSTE E SPUNTI PER FUTURI
APPROFONDIMENTI
1.
I dati rilevati in merito alle ridotte percentuali di Pazienti giunti in DEA
con ictus in tempi utili all’effettuazione del trattamento trombolitico
rispetto a realtà internazionali di riferimento (reclutamento), a fronte
dell’ importante possibilità di “restitutio ad integrum” offerta da questa
terapia, ritengo che potrebbe offrire un grande contributo realizzare
interventi di sensibilizzazione, rivolti alla popolazione e ai Medici di
Medicina Generale, così da favorire la conoscenza del percorso
territorio- ospedale esistente, delle potenzialità della terapia e dei
tempi e modi utili ad incrementarne l’applicazione, contribuendo anche
al riconoscimento precoce dei sintomi riferibili ad ictus.
Tutto ciò
finalizzato all’arrivo precoce presso il DEA Asti, consapevoli che offre la
possibilità di utilizzare una terapia straordinaria e innovativa.
Si potrebbe creare, a tale scopo,
una sorta di
“Counseling
infermieristico”, affidato ad Infermieri direttamente coinvolti nel
trattamento dell’Icus ( Neurologia, DEA ….) articolandone l’attività e la
preventiva preparazione, per affrontare e correggere i fattori di rischio
modificabili
e
su
aspetti
divulgativi
veri
e
propri, relativi
a
riconoscimento dell’ictus e miglior percorso di accesso agli strumenti
ed alle strutture già attive nell’ambito del SSN a livello locale. Tali
figure
potrebbero/dovrebbero
agire
in
modo
autonomo,
in
collaborazione con personale medico di riferimento.
Al gruppo di
“Cunseling infermieristico” si potrebbero affidare
campagne di sensibilizzazione (broscure, volantini, manifesti da
77
esporre negli studi medici, in Farmacie, ecc…) rivolti alla popolazione e
gruppi di incontro con gruppi di popolazione esposte a maggior rischio.
2.
Per contrastare le situazioni di estremo carico di lavoro e migliorare,
nel contempo, la qualità del periodo di monitoraggio post-trombolitico,
nel rispetto delle specifiche competenze ma ottimizzando le risorse
disponibili, si potrebbe creare un “pool infermieristico” composto da
infermieri del DEA e Neurologia attivabile, secondo criteri predefiniti,
sul Paziente avviato al trattamento trombolitico.
Si potrebbe, in tale ambito, definire un “ profilo formativo specialistico”
con cui gli infermieri afferenti al “pool” potrebbero essere accreditati
sino a definire una sorta di “EXPERTISE” in grado di intervenire in tutti
gli ambiti del percorso del paziente con ictus candidato a trombolisi, in
termini clinico-assistenziale, organizzativi e divulgativi.
A queste figure accreditate potrebbe e dovrebbe essere affidato il
compito di periodiche auto-valutazioni dell’ attività svolta, anche
attraverso Audit che coinvolgano trasversalmente tutte le figure
professionali interessate, prescindendo dalla U.O. di appartenenza.
3.
Come noto, per ogni turno accedono al Pronto Soccorso una quantità
notevole di Pazienti con altrettanto notevoli varianti di patologie e
gravità, imponendo tempi di valutazione e trattamento strettissimi:
risulta quindi impossibile elaborare un piano assistenziale per iscritto
per ognuno di loro. Sarebbe comunque utile realizzarlo per alcune
tipologie selezionate di casi clinici, quali i pazienti sottoposti
trattamento
trombolitico.
L’individuazione
delle
diagnosi
a
più
significative si potrebbero segnalare durante la fase di trattamento
(prime 2 ore) e per l’intera o periodo di monitoraggio quando
78
condizioni organizzative lo consentano ( Stroke Unit e/o Sub-intensiva
dell’Osservazione Breve Intensiva del DEA).
L’individuazione e segnalazione delle Diagnosi Infermieristiche avrebbe
il duplice scopo di uniformare gli interventi infermieristici, favorendo il
completo passaggio di consegna in un attività a turni. Altro aspetto
fondamentale per formulare Diagnosi Infermieristiche è identificare il
carico di lavoro dell’infermiere, questo perché ad ogni diagnosi
corrispondono una serie di interventi più o meno standardizzati.
Di seguito sono raccolte alcune possibili diagnosi (secondo il metodo
CARPENITO) per il paziente colpito da ictus e candidato alla trombolisi:
Ansia/paura correlata all’incertezza clinica della terapia trombolitica.
Rischio di emorragie cerebrali/ altro sito correlato alla terapia
trombolitica.
Senso di impotenza correlato a evoluzione imprevedibile delle
condizioni.
Rischio di disturbo del concetto di se correlato agli effetti che l’ictus ha
sull’immagine corporea.
Liberazione inefficace delle vie aeree correlata a diminuzione della
capacità di tossire.
Compromissione della comunicazione verbale, correlata a disartria
secondaria ad atassia dei muscoli del linguaggio.
Compromissione della deglutizione correlata a lesioni cerebellari.
Affaticamento correlato a debolezza estrema.
Rischi di lesione correlato ad assopimento, disorientamento, alterato
stato di coscienza.
Alterata perfusione tissutale periferica di una parte del corpo correlata
all’immobilizzazione secondaria all’ictus.
79
Rischio di idratazione alterata, inferiore al fabbisogno correlata alla
patologia.
Sindrome da immobilizzazione.
4.
Nell’ambito delle proposte precedenti, ritengo utile proporre l’acquisizione,
da parte del personale infermieristico di strumenti validati per il
monitoraggio neurologico del Paziente sottoposto a trombolisi, per
incrementare autonomia e sinergismo nell’ambito del Percorso in uso. La
scala di valutazione riconosciuta dalle Linee Guida Spread è la scala NIHSS
(allegato n 2), al cui utilizzo si può accedere attraverso un percorso
formativo
di
accreditamento,
possibile
on
line
(http://www.nihss.neurosapienza.trainingcampus.net).
Per quanto complessa, alla luce della mia proposta ho ritenuto utile
seguire il percorso di accreditamento, con risultato positivo, corre obbligo
segnalare che l’accreditamento on line, a garanzia di efficacia, deve essere
rinnovato annualmente (allegato n 4).
5.
In risposta all’a criticità relativa alla scarsa registrazione dei dati,
soprattutto nella fase post- trombolisi, nelle more di soluzioni organizzative
che consentano facilitazioni nella fase di monitoraggio post-trombolisi, ho
pensato di proporre una tabella infermieristica su carta, di facile e rapida
compilazione, da allegare alla cartella clinica del Paziente in uscita dal
Pronto Soccorso:
* CONTROLLO GLICEMIA OGNI 2 ORE SALVO NECESSITA’ NEI CASI DI IPERGLICEMIA IN CORSO DI
TRATTAMENTO IPOGLICEMICO
** IN CASO DI ALERAZIONI DELLO STATO NEUOLOGICO NIHSS
Dal momento in cui compare un alterazione di un qualsiasi parametro aumenta la frequenza del monitoraggio)
80
**CHECK-LIST PER LA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE CON ICTUS
NOME E
COGNOME
DATA
STATO
DI
+15
+30
+45
+60
+75
+90
+105 +120 +2.30
+3
+3.30
+4
+4.30
+5
+5.30
+6
+7
+8
+9
+10
+11
COSCIENZA
P
T°
NIHSS **
Spo2
FR
GLICEMIA*
FUNZIONE
CARDIACA
TRACCIA
MONITOR
E FC
DIURESI
(QUALITA’ E
QUANTITA’)
CRISI
EPILETTTCI
HE
EMORRAGIE
VALUTAZIONE
DISFAGIA
81
+12
BIBLIOGRAFIA
Articoli in riviste/ citazioni
-
SPREAD Collaboration, Ictus cerebrale: Linee Guida italiane di
prevenzione e trattamento. Milano 2007: Hyperghar Group
-
Cimminiello C, Sterzi R, Toso V, Zaninelli. Aterotrombosi. Rischio
cardiovascolare e fattori di rischio, The Italian Stroke Forum 2004; 5:
5-7.
-
Toni D. Anziani A. Principe M. la tipizzazione dell’ictus ischemico ai fini
del trattamento trombolitco. Meccanismi patologici e livelli di gravità.
Gruppo di studio malattie cerebrovascolari. 2005; 26: 387 - 395
-
Hansson Gktherosclerosis. Immune Mechanisms in Atheosclerosis,
Arterioscler Throm Vasc Bio.l Stroke 2001, 21: 1876- 1890.
-
Bellolio F, Latha G. Best: Migliore trattamento precoce per
l’ictus, Emergency Medicine Practice 2007, 11: 1-11.
-
Panella M, Moran S, Di Stanislao F. Una metodologia per lo sviluppo
dei profili di assistenza: L'esperienza del TriHealth Inc.QA. 1997; 1: 1
– 16
-
Vuelta D. Il ruolo dell’infermiere nel guppo multidisciplinare, le funzioni
diagnostiche dell’infermiere, l’assistenza tra buon senso e prove di
efficacia. Stroke 2006 11:79-84
-
Viegenthart R, Hollander M, Breteler MM, van der Kuip DA, Hofman A.
et. all. Stroke Is associated with coonary calcification: the Rotterdam
Coronary Calcification Study. Stroke 2002 33: 462 – 465.
-
Adams H, Del Zoppo
G, Alberth m, American HearthnAssociation;
American Stroke Association Stroke Council; Clinical Cardiology Council,
Cardiovascular
Radiology
and
Intervention
Council,
and
the
Atherosclerotic Peripheral Vascular Disease and Quality of Care
Outcomes in Research Interdisciplinary Working Group. Guidelines for
82
the early management of adoult with ischemic stroke: a guidline from
the American Heart Association Stroke Council. Stroke 2007 ; 38: 1655
– 1711
Testi e altre monografie
-
Netter F. Atlante di Anatomia Umana. Masson, Milano; 2003,
-
Bergamini L.
Bergamasco B. Mutani R. Neurologia Clinica. Edizioni
libreria cortina Torino:Torino; 2001.
-
Rugarli C. Medicina interna sistematica. Masson Milano; 2002.
-
Russo R. “Profili di cura e profili assistenziali: obiettivi e metodologia”
Dipartimento di Sanità Pubblica, Università di Torino.
-
Moiraghi P. La nuova patologia medica e infermieristica clinica. Edizioni
Medico Scientifiche. Torino; 1999.
-
Smeltzer S. Bare B. Brunner Suddarth infermieristica medico –
chirurgica. Casa editrice Ambrosiana. Milano; 2008.
-
Carpenito L. J. Diagnosi infermieristiche. Casa Editrice Ambrosiana.
Milano; 2002.
Normativa
Delibere della Regione Piemonte e i D.P.R. del Ministero della Sanità:
-
Delibera Regionale n 26-3447 del 9.7.2001 “Sviluppo della rete di
assistenza regionale per ictus cerebrale”.
-
Determinazione n 303 del 31.12.2002 “Teleconsulto Medico Piemonte
Ospedali in Rete (TEMPORE)-Progetto telestoke”.
-
Conferenza permanente tra Stato e Regioni e Province Autonome.
Provvedimento del 3.2.2005- pubblicato nella G.U. n 50 del 2.3.05,
accordo i sensi dell’articolo 4 del D.L. 28.8.1997 n 281 “linee di
indirizzo per la definizione del percorso assistenziale ai pazienti con
ictus cerebrale”.
83
-
Delibera di Giunta Regionale 44-2861 del 15.5.2006.
-
DGR 4-9886
del 27/09/2008 percorso assistenziale integrato
del
paziente con ictus
Materiale elettronico e siti internet
-
http://www.spread.it (ultima consultazione (9/2009)
-
http://www.regionepiemonte.it (ultima consultazione 09/2009)
-
http://www.ministerosalute.it (ultima consultazione 08/2009)
-
http://www.nihss-neurosapienza.trainingcampus.net(ultima
consultazione 07/2009)
-
http://www.istat.it/sanita/health
(ultima
consultazione
06/2009)
84
ALLEGATI
(ALLEGATO N 1) Scala di valutazione GCS-LAPSS CINCINNATI .…………..86
(ALLEGATO N 2) Scala di valutazione NIHSS……………………………………...91
(ALLEGATO N 3) Scala di valutazione RANKIN……………………………….……94
(ALLEGATO N 4) Accreditamento NIHSS………………………………………….…95
(ALLEGATO N 5) Compenso glicemico……………………………………………..…96
(ALLEGATO N 6) Pressione arteriosa……………………………………………….…97
(ALLEGATO N 7) Ossigenoterapia……………………………………….…………..…98
(ALLEGATO N 8) Ipertermia…………………………………………………….………..99
85
ALLEGATO n 1: “LE SCALE NEUROLOGICHE”
→GCS
ITEM
PUNTO A
DESCRIZIONE
APERTURA OCCHI
•
•
•
•
PUNTO B
Apre gli occhi spontaneamente
Apre gli occhi al richiamo
Apre gli occhi allo stimolo doloroso
Resta ad occhi chiusi
4
3
2
1
RISPOSTA VERBALE
•
•
•
•
•
PUNTO C
punteggio
risposta appropriata e coerente
risposte confuse
pronuncia parole incoerenti
emette solo lamenti
nessun lamento anche dietro a stimolo
intenso
5
4
3
2
1
RISPOSTA MOTORIA
•
•
•
•
•
•
motilità volontaria e su comando, normale
localizza lo stimolo doloroso e lo allontana
risposta in allontanamento dallo stimolo
risposta in flessione afinalistica
risposta in estensione (decerebrazione)
nessuna risposta anche dietro stimolo
intenso
6
5
4
3
2
1
Per semplificare la valutazione del paziente soprattutto nelle situazioni di
emergenza, è stato studiato un sistema a punteggio che assegna un
valore numerico a vari segni clinici.
Pur non avendo un significato fisiopatologico e pur prescindendo da segni
clinici significativi è tuttavia un sistema piuttosto pratico e quindi a
utilizzarsi soprattutto in fase di invio/accettazione del paziente in DEA.
Il sistema si basa su tre principi di risposta agli stimoli (oculare verbale
motorio) e si esprime sinteticamente con un numero che è la somma delle
valutazioni di ogni singola valutazione.
86
Ad ogni tipo di stimolo viene assegnato un punteggio e la somma dei tre
punteggi costituisce l’indice GCS, in alternativa, tale indice può venire
espresso in forma analitica (EVM) con i tre punteggi separati ad esempio
GCS 3 oppure E1 V1 M1 (stato di coma profondo).
87
→SCALA CINCINNATI LAPSS
La scala di Cincinnati è sensibile e specifica nell'identificare i pazienti con
ictus e permette di rilevare tre aspetti suggestivi: paresi facciale, caduta di
un braccio, anomalia del linguaggio. In alcuni casi è indicativa di ischemia
estesa a tutto il territorio di una carotide: ma altresì può essere indicativa
di una emorragia cerebrale. La valutazione iniziale deve tener conto dei
riflessi pupillari e della presenza di mioclonie epilettiche alla comparsa del
quadro deficitario. In ogni caso, storia e quadro clinico non permettono di
differenziare in modo definitivo un ictus ischemico da uno emorragico, in
quanto sintomi e segni di presentazione (cefalea, alterato livello di
coscienza
e
deficit
focali)
possono
variamente
sovrapporsi.
Le
encefalopatie, in particolare quelle metaboliche, le sepsi e l'overdose da
farmaci devono essere tenute in considerazione nella diagnosi differenziale
dell'ictus al momento dell'esordio della sintomatologia.
→ SCALA CINCINNATI:
88
Paresi facciale chiedere al paziente di sorridere o di mostrare i
denti e notare:
-
se entrambi i lati della faccia si muovono ugualmente
(normale)
- se un lato non si muove bene come l’altro (non normale)
Deficit motorio degli arti superiori chiedere al paziente di
estendere gli arti superiori per 10 secondi mentre tiene gli occhi
chiusi e notare:
-
se gli arti si muovono alla stessa maniera (normale)
-
o se uno non si muove o uno cade, quando confrontato
all’altro (non normale).
Anomalie del linguaggio chiedere al paziente di ripetere una
frase(ad esempio “trecentotrenta trentesimo reggimento della
cavalleria”) e notare:
-
se il paziente usa le parole correttamente con linguaggio
fluente (normale)
-
o se strascica la parola o usa parole inappropriate o è
incapace di parlare (non normale)
89
→LOS ANGELES PREHOSPITAL STROKE SCALE
La scala LAPSS considera altre cause di alterazione della coscienza come
l’ipoglicemia o le convulsioni in un epilettico noto, inoltre valuta
l’assimetria in 3 azioni: il sorriso, la stretta di mano, la forza negli arti
superiori.
LOS ANGELES Patient Name: ____________________________
PREHOSPITAL Rater Name: ____________________________
STROKE SCREEN (LAPSS) Date:
____________________________
Screening Criteria Yes No
4. Age over 45 years ____ ____
5. No prior history of seizure disorder ____ ____
6. New onset of neurologic symptoms in last 24 hours ____ ____
7. Patient was ambulatory at baseline (prior to event) ____ ____
8. Blood glucose between 60 and 400 ____ ____
9. Exam: look for obvious asymmetry
Normal
Right
Left
Facial smile /
grimace:
Droop
Droop
Grip:
Weak Grip No Grip
Weak Grip No Grip
Arm weakness:
Drifts Down Falls
Rapidly
Drifts Down Falls
Rapidly
Based on exam, patient has only unilateral (and not bilateral) weakness: Yes
No
10. If Yes (or unknown) to all items above LAPSS screening criteria met: Yes
No
11. If LAPSS criteria for stroke met, call receiving hospital with “CODE
STROKE”, if not then return to the appropriate treatment protocol. (Note: the
patient may still be experiencing a stroke if even if LAPSS criteria are not met.)
90
ALLEGATO n 2:
“SCALA DELL’ICTUS DEL NATIONAL INSTITUTE OF HEALTH”
LA scala NIH è uno strumento disegnato per valutare in modo sistematico
i pazienti affetti da ictus cerebrale.
Inizialmente è stata creata per essere impiegata nella ricerca terapeutica
sull’ictus cerebrale, ma come altri strumenti di questo tipo è stata poi
adottata nella routine clinica da medici, in particolare neurologi, infermieri
e fisioterapisti.
La scala NIH è una scala ordinale costituita da 11 ITEM la somma dei quali
ha un valore numerico, un punteggio totale che va da un minimo di 0
(esame neurologico normale) ad un massimo di 42 (grave danno
neurologico). Poiché questo strumento è stato sviluppato per quantificare
il deficit neurologico in pazienti sia con stroke dell’emisfero di sinistra , sia
dell’emisfero di destra, la scala comprende ITEM riguardante il disturbo del
linguaggio e emidisattenzione o neglect. Le informazioni fornite dalla scala
facilitano l’assistenza medica e infermieristica, permettendo di quantificare
il deficit neurologico e di misurare la sua evoluzione nel tempo. Questa
rende tra l’altro più facile valutare l’efficacia dei provvedimenti terapeutici.
Occorrono 5/8 minuti per somministrare in toto la scala, ma chiaramente
questo tempo è anche in funzione della capacità del paziente di
collaborare con l’esaminatore.
Questo prezioso strumento di valutazione può essere adottato nei DEA
nelle STROKE UNIT e in tutti i reparti da personale specificatamente
accreditato.
91
1A
1B
1C
2
3
4
5
Livello di
coscienza
Vigile
0
Non vigile, ma facilmente
risvegliabile
Non vigile, obnubilato
1
Non responsivo
3
Risponde correttamente
ad entrambe le domande
Risponde correttamente ad
una domanda
Non risponde correttamente
ad alcuna domanda
0
Esegue entrambi i comandi
correttamente
Esegue un solo comando
correttamente
Non esegue alcun comando
correttamente
0
Normale
0
Paralisi parziale dello
sguardo
Paralisi totale dello sguardo
1
Nessuna perdita della vista
0
Emianopsia parziale
1
Emianopsia completa
2
Emianopsia bilaterale/
Cecità corticale
3
Assente
0
Ipostenia lieve
1
Ipostenia moderata / paralisi
completa inferiore
Paralisi completa/ totale
(superiore e inferiore)
2
Non caduta
0
a. Sinistro
Caduta dopo 10 secondi
1
b. Destro
Caduta prima di 10 secondi
2
Nessuno sforzo contro la
gravità
3
2
Risposte a
domande
1
2
Comandi
1
2
Sguardo
2
Campi
visivi
Paralisi
faciale
3
Forza arti
superiori
92
6
7
8
9
10
11
gravità
Nessun movimento
4
Forza arti
inferiori
Non caduta
0
a. Sinistro
Caduta dopo 5 secondi
1
b. Destro
Caduta prima di 5 secondi
2
Nessuno sforzo contro la
gravità
Nessun movimento
3
Assente
0
Un arto
1
Due arti
2
Normale
0
Ipoestesia lieve
1
lpoestesia grave
2
Normale
0
Lieve afasia
1
Grave afasia
2
Anartria o afasia globale
3
Assente
0
Modesta disartria
1
Grave disartria
2
Normale
0
Lieve
1
Grave
2
4
Atassia
Sensibilità
Linguaggio
Disartria
Attenzione/
Disattenzio
ne
10 Disartria 0 = Normale
1= Lieve
2 = Grave
11 Estinzione/Disattenzione 0 = Normale
1 = Lieve
2 = Grave
In questa versione dell’NIHSS ci sono 15 voci. La scala completa con istruzioni può essere
ottenuta dal National Institute of Neurological Disorders and Stroke (Lyden et al., 1994).
93
ALLEGATO n 3: “SCALA DI RANKIN mod”.
GRADO
0
1
2
3
4
5
DESCRIZIONE
NESSUN SINTOMO
NESSUNA DISABILITA'
Sintomi di grado lieve, è in grado di eseguire tutte le attività abituali
DISABILITA' DI GRADO LIEVE
Incapace di eseguire tutte le attività, ma in grado di seguire i propri
affari senza assistenza
DISABILITA' DI GRADO MODERATO
Richiede un certo aiuto, ma è in grado di camminare senza assistenza
DISABILITA' DI GRADO DISCRETO
Incapace di camminare e di attendere alla cura di sé senza assistenza
DISABILITA' DI GRADO SEVERO
Confinato a letto, incontinente, richiede costante assistenza
”
94
ALLEGATO n 4: “ACCREDITAMENTO”
95
ALLEGATO n 5: “ COMPENSO GLICEMICO schema Asl AT”
Stroke
Compenso
Glicemico
se glicemia < 50 mg/dl
se glicemia > 400 mg/dl
infusione di insulina ev e
idratazione sino a valori di
circa 250 mg/dl, proseguendo
con associazione di glucosata
5 % e insulina ev.
infusione di
destrosio in bolo ev.
in caso di malnutrizione o di
abuso di alcool,
associare tiamina 100 mg
Glicemia 140 –
159 mg/ml
Glicemia 160 –
179 mg/ml
Glicemia 180 -200
mg/ml
Associare KCl ev.
Correzione
dei valori
glicemici
NO
Valori basali di
glicemia
< 50 mg/dl o > 400
mg/ dl
rappresentano una
controindicazione
SI
TROMBOLISI
Monitoraggio
glicemia
96
ALLEGATO n 6: “PRESSIONE ARTERIOSA”
97
ALLEGATO n 7: “OSSIGENOTERAPIA schema Asl AT”
Stroke
Ossigenoterapia
Monitoraggio stato
di ossigenazione
ematica
NO
Sorveglianza
Sa O2 < 92%.
In aria
ambiente
SI
Somministrazione
O2
L’effettuazione dell’EGA è controindicata dopo somministrazione di rTPA
98
ALLEGATO n 8 : “ IPERTERMIA”
Stroke
Gestione
IPERTEM
N
PZ
T°
Antibiotico
S
NON indicata
profilassi
antibiotica
N
T° inferiore
37°
S
Sorveglianza
Valori T°
Correzione
farmacologica
ipertermia
INFEZIONE
sospetta
N
S
Trattamento antibiotico
Valutare
possibilità di
99
Fly UP