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04_Le donne svizzere nell`esercito 1939

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04_Le donne svizzere nell`esercito 1939
LA STORIA
Le donne svizzere nell’esercito 1939 – 2003
Da SC a uff SMG
ten col SMG Seewer Germaine
Il Servizio complementare
femminile svizzero (SCF) nel
servizio attivo 1939-1945
Il 3 settembre 1939, il Consiglio federale si appellò ufficialmente al popolo svizzero affinché uomini e donne si annunciassero volontari ai servizi
complementari. Bastò un solo appello
per trovare entro breve tempo 15’000
volontarie attive che diventarono
30’000 nei mesi successivi. Tuttavia,
dopo la mobilitazione generale, da parte dell’esercito non vennero emanati ordini specifici e, di conseguenza, seguì
un lungo periodo d’attesa prima che giungessero chiari ordini e direttive, ciò
ebbe un effetto paralizzante sulle donne pronte ad aiutare e consapevoli delle loro responsabilità.
Fu soltanto il 16 febbraio 1940, che
il generale Guisan firmò le direttive per
l’organizzazione del Servizio complementare femminile (SCF). Tali direttive
distinguevano un servizio complementare femminile militare da uno civile.
Per il servizio complementare civile era
prevista l’assunzione di compiti a breve
scadenza da parte delle donne che, in
seguito ad altri impegni (famiglia, professione), potevano essere a disposizione di volta in volta soltanto per alcune
ore o alcuni giorni.
Da parte sua, invece, il Servizio complementare femminile militare prevede-
va un reclutamento delle donne che si
annunciavano volontarie con limiti
d’età fra 18 e 40 anni, con esame medico. Al momento del reclutamento si
determinava l’idoneità delle donne per
le funzioni SC (SC DCA, SC sanità, SC
intellettuale, SC amministrazione, SC
pubblicità, SC collegamenti, SC automobili, SC equipaggiamento e vestiario, SC cuoco, SC posta da campo,
SC assistenza).
Il 10 aprile 1940, tutti i giornali
svizzeri pubblicarono un appello alle
donne svizzere da parte del Capo della
Sezione SCF, mentre nel contempo,
tutti gli uffici postali furono dotati dei
formulari d’iscrizione per il Servizio
complementare femminile. L’appello
iniziava con le seguenti frasi: «Il comandante in capo dell’esercito ordina
che il Servizio complementare femminile sia organizzato e comandato in
modo uniforme... Tutto ciò che è stato
fatto finora e tutto ciò che sarà fatto in
seguito dovrà dar vita ad un’entità
omogenea ed uniforme.»
Per l’impiego vennero prese
in considerazione soltanto donne
indipendenti
Per eseguire i reclutamenti che erano stati ordinati, vennero designati dei
capi di reclutamento. Innanzitutto,
però, si trattò di esaminare le numerose
iscrizioni, in modo da separare le donne destinate al Servizio complementare
femminile civile (collaborazione all’assistenza dei soldati, Croce Rossa, azioni
FHD
1944
1939
Durante l’azione propagandistica di gennaio e febbraio,
1’500 volontarie si annunciano per il Servizio complementare femminile. Di loro, 250 devono essere scartate
per cattiva condotta, altre 65 per superamento del
limite d’età e alcune altre per insufficiente istruzione
scolastica.
8
d’aiuto civili, ecc.). Per il Servizio complementare femminile militare vennero
prese in considerazione soltanto le donne che potevano prestare servizio indipendentemente dal luogo e momento.
Le donne che sembravano rispondere ai
requisiti vennero invitate dalle autorità
militari cantonali. All’inizio del reclutamento, i comandanti di circondario richiamarono esplicitamente l’attenzione
delle donne sul fatto che l’iscrizione al
Servizio complementare femminile fosse del tutto volontaria, ma che dopo il
reclutamento, ogni donna dovesse sottostare alle leggi militari e dovesse perciò dar seguito a ogni ordine di marcia.
Il compito del capo reclutamento fu
quello di determinare, in un colloquio
personale con ciascuna candidata, l’idoneità di quest’ultima al Servizio complementare femminile per ciò che
concerneva le potenzialità e il comportamento morale. L’idoneità fisica venne
determinata dalla commissione d’esame, composta di medici, ai quali, se
possibile, si aggiungeva anche un medico donna. Le donne giudicate abili,
venivano assegnate, secondo l’età, l’educazione e le capacità e sempre con il
loro consenso, alla funzione corrispondente alla loro idoneità.
Poiché erano previsti soltanto brevi
corsi d’introduzione, le volontarie dovevano essere impiegate dove erano in
grado di mettere all’opera meglio e più
in fretta le loro capacità. Un terzo circa
delle candidate dovettero essere respinte. Per ciò che concerneva le prestazio-
I N F O donne nell’esercito 3/03
Il Servizio complementare
femminile (SCF):
1945-1985
Dopo il 1945, aumentarono le voci
che chiedevano lo scioglimento del
Servizio complementare femminile,
Assistenza ai rifugiati
ni di servizio, si distinse fra reclutate
con riserva, che si erano messe a disposizione soltanto per servizi in caso di
guerra, e reclutate senza riserva, che
potevano essere chiamate in servizio
per dare il cambio ad altre.
Tutte le donne dovevano assolvere
per il SCF un corso d’introduzione di 13
giorni. Le sedi per l’istruzione erano
Axenfels presso Morschach e Castello di
Trevano, presso Lugano. Lo scopo di
questi corsi era quello di educarle a
pensare e agire disciplinatamente e
all’esecuzione assolutamente esatta di
ogni incarico e di tutti gli ordini. Con
tutto questo, doveva essere tutelata e
rispettata la caratteristica tipica della
donna. Oltre alla necessaria istruzione
specialistica e a quella militare pratica,
venivano trattate, in conferenze e discussioni, le questioni dell’educazione
nazionale, dei compiti delle Forze armate, dell’organizzazione militare e della posizione della donna nell’esercito.
Per l’esecuzione dei corsi, erano necessari i quadri e, dopo il corso d’introduzione, le SCF idonee vennero preparate
al loro nuovo compito di superiori con
corsi di 5 - 10 giorni.
Dopo il corso d’introduzione, le donne che prestavano servizio complemen-
tare vennero trasferite agli stati
maggiori e alle unità dell’esercito, dove
furono impiegate principalmente in uffici, posti di segnalazione, centrali telefoniche, posti d’avvistamento di aeroplani, ospedali militari e colonne di
trasporto dei feriti. Il primo impiego
delle SCF non fu certo facile dappertutto, poiché dovettero far fronte alla diffidenza nei loro confronti, non soltanto da parte del pubblico, ma anche dei
militari stessi.
Abbigliamento delle SCF: le direttive del generale indicavano che un’uniforme non entrava in linea di conto e
che veniva consegnato soltanto il bracciale federale. La Sezione SCF introdusse dapprima, come abbigliamento uniforme provvisorio, un grembiule con
maniche in grigio-verde, che però risultò del tutto insoddisfacente. Di propria
iniziativa e a loro proprie spese, venne
poi introdotto per le SCF l’abito standard grigio-verde.
Fino al 1945, furono istruite ca.
20’000 donne per il SCF e 2’500 - 3’000
di loro erano contemporaneamente in
servizio. Complessivamente, le donne
prestarono durante il servizio attivo
qualcosa come 3,6 milioni di giorni di
servizio.
dato che il servizio attivo era terminato. Invece alcune personalità lungimiranti della politica e dell’esercito,
oltre che l’Associazione SCF svizzera,
erano convinte della necessità di
mantenere questo servizio. Il suo scioglimento venne fortunatamente evitato. L’ordinanza del 12.11.1948 del
Consiglio federale stabilì nuove regole per il SCF, che ebbe anche la sua
prima base legale. Sulla base di quest’ordinanza, potevano essere arruolate le donne fra i 20 e i 40 anni d’età,
che venivano prosciolte dall’obbligo
di prestare servizio a 60 anni compiuti, alla perdita della cittadinanza svizzera e su decisione della commissione
sanitaria. Su sua richiesta, la donna
poteva essere prosciolta dal servizio
in caso di matrimonio, di nascita di un
figlio o dopo 91 giorni di servizio nei
corsi di ripetizione.
Per le SCF erano previsti i seguenti livelli di funzioni:
1) SCF
2) capogruppo, capocuoca
3) contabile, intendente
4) caposervizio, capocolonna
5) Capo del Servizio
complementare femminile.
FHD
1945
Il fabbricante appenzellese di
tessili, Oscar Rohrer, si rivolge per
lettera al Capo del Dipartimento
militare federale e si lamenta
della mancanza di operaie. Rohrer
chiede perciò lo smantellamento
del SCF, il cui mantenimento non
è più ritenuto necessario in molti
ambienti».
È soltanto dopo metà maggio,
quando in Europa le armi tacciono già dappertutto, che le SCF in
uniforme possono portare i distintivi dei gradi del Servizio complementare. Ma questo soltanto
se esercitano effettivamente la
relativa funzione di comando.
9
LA STORIA
(continua)
servizio nelle case del soldato; se ne
aggiunsero invece delle nuove, come
nel 1981, quando vennero reclutate
SCF per il servizio sociale negli ospedali militari. Inoltre, furono create alcune nuove offerte nell’ambito delle
funzioni esistenti.
Ogni cittadina svizzera arruolata
nel Servizio complementare femminile aveva gli stessi diritti e gli obblighi
di un militare uomo e il diritto di essere trattata allo stesso modo. L’obbligo
Giornata SCF del 11.10.1942
I corsi d’istruzione del 1949 si svolsero nella caserma Bernrain di Kreuzlingen, il cosiddetto «Waldschloss» (castello nel bosco) e vi si impartirono
nozioni ai capi dell’organizzazione del
SCF, pronto soccorso, regolamento di
servizio, lettura delle carte, segni convenzionali, ecc. In tutti quegli anni, oltre a quella di Kreuzlingen vennero
usate anche altre caserme, come quelle di Le Chalet, sopra Neuchâtel, Montana, Bellinzona, Friborgo, Kloten, Dübendorf e altre ancora.
Varie revisioni dell’ordinanza SCF
seguirono per adattarla agli sviluppi
che sopravvennero via via nell’esercito, ma il Servizio mantenne il suo stato di servizio complementare. Nel 1962,
l’età venne stabilita a 19 - 40 anni e dal
1978 a 18 - 35 anni. Lo svolgimento del
reclutamento rimase fondamentalmente immutato. Il comandante di circolo
continuò a comandarlo. Nel corso degli anni, vennero eliminate delle funzioni, come avvenne nel 1971 con il
servizio del materiale e nel 1978 con il
a prestare servizio delle SCF comprendeva un corso d’introduzione di 20 giorni e 91 giorni di servizio, da prestare in corsi di ripetizione annuali della
durata massima di 13 giorni ciascuno.
L’uniforme grigio-blu contraddistingueva i militari SCF; l’equipaggiamento personale comprendeva tutti
gli oggetti affidati al militare. Come
tutti i soldati, anche le donne dovevano mantenere in buono stato il loro
equipaggiamento. I militari SCF erano
di-sarmati.
Nei corsi d’introduzione, le donne
imparavano a conoscere il loro campo
specialistico sotto la guida di ufficiali
donne. L’insegnamento comprendeva
la struttura dell’esercito e l’organizzazione militare, l’istruzione ABC, il regolamento di servizio e la lettura delle carte. Durante l’esercizio, le nuove
SCF impararono a salutare, annunciare
e marciare. Poi vennero la ginnastica e
il canto.
Le donne che sembravano idonee
ad assumere funzioni di capo, venne-
ro preparate ai loro compiti in corsi di
13 -34 giorni:
• Il corso quadri I per l’istruzione a
funzioni di sottufficiali durava per
le capogruppo 13 giorni, per capocuoche 20 giorni, per intendenti 10
giorni e per contabili 34 giorni.
• Il corso quadri II di 20 giorni serviva a istruire le capogruppo a funzioni d’ufficiale, per es. come capocolonna e caposervizio.
Gli intendenti dei livelli di funzione 4
e 5 (funzioni di sottufficiali) comandavano il servizio interno ed erano
responsabili per il lavoro in gruppo
del gruppo. Le contabili, a loro equiparate, erano responsabili del bilancio
della truppa. Le capocolonna
erano comandanti d’unità di colonne
di trasporto sanitarie autonome. La
caposervizio, a loro equiparata, era
responsabile di tutte le donne del servizio complementare della formazione d’incorporazione, in particolare per
il servizio interno e per tutte le questioni riguardanti le donne.
Il proscioglimento dall’obbligo di
prestare servizio avveniva a 50 anni
compiuti, alla perdita della cittadinanza svizzera, se dichiarate inabili al
servizio da parte della commissione
sanitaria oppure se il loro comportamento nuoceva all’immagine del SCF.
Su richiesta speciale, potevano essere
prosciolte dal servizio anche le donne
nel caso di nascita di figli, che avevano assolto il loro obbligo di servizio
di 91 giorni oppure che avevano altri
motivi plausibili. Invece del proscioglimento su richiesta, il militare SCF
poteva farsi incorporare nella riserva
del personale SCF. Tuttavia, l’appartenenza alla riserva non doveva super-
FHD
1946
10
Il colonnello Wagner, che dalla fine del servizio attivo
è il nuovo Capo SCF, è dell’opinione che la minaccia
moderna non permetta esperimenti d’organizzazione
della durata di più mesi. Di conseguenza, bisogna continuare a coltivare il collaudato spirito SCF anche se
non si è chiamate in servizio.
1947
«Per decisione del Consiglio federale del 26 luglio 1947, le conducenti della Croce Rossa, finora
membri della funzione 10 ‚Sanità’
e subordinate al medico capo, saranno incorporate nella funzione
del Servizio complementare 18
‚Servizio automobilistico’ e subordinate al Servizio complementare
femminile.» (Dal decreto del Consiglio federale)
I N F O donne nell’esercito 3/03
are 10 anni, dopo di che, o il militare
in questione prestava nuovamente
servizio, oppure bisognava richiedere
il proscioglimento definitivo.
Il SCF iniziò nel 1949 con 393 donne annunciate e 387 istruite. Nel
1985, le iscritte erano 221 e le istruite 254. Punte massime furono registrate nel 1950 con 735 e nel 1981 con
644 iscrizioni, mentre il minimo assoluto venne toccato nel 1973, con soltanto 70 istruite.
Il Servizio militare femminile
(SMF): 1986 - 1994
Le discussioni, riguardanti l’uscita del
Servizio complementare femminile
(SCF) dal Servizio complementare
(SC) dell’esercito svizzero e anche l’integrazione delle donne come militari
equiparati agli uomini nella truppa,
diventarono sempre più numerose. Si
lavorò attivamente al rinnovamento
del Servizio complementare femminile. Il 1984 portò l’apertura, allorché in
marzo il Consiglio nazionale e in giugno quello degli Stati approvarono
una revisione dell’organizzazione militare; venne introdotto il nuovo articolo 3b: «1 Le Svizzere possono annunciarsi come volontarie al Servizio
militare femminile e al Servizio della
Croce Rossa...». Il 3 luglio 1985, il
Consiglio federale emanò l’ordinanza
riguardante il Servizio militare femminile, cosicché questo fu in grado di
assumere i suoi compiti il 1° gennaio
1986.
A questi cambiamenti, nel 1984
seguì anche il trasferimento delle
scuole e dei corsi per le donne
nell’impianto multifunzione di Teuchelweiher a Winterthur, assunto a
(quasi) «piazza d’armi del SMF».
A questo punto, entrarono in vigore diverse innovazioni. Per esempio,
venne finalmente abolito lo stato di
servizio complementare. Come già dal
1978 in poi, per il servizio nel SMF
poterono annunciarsi donne di età tra
i 18 e i 35 anni. Per i reclutamenti
SMF fu tecnicamente responsabile il
Capo del reclutamento dell’esercito.
Avvistamento aeroplani
Fu egli che stabilì, in collaborazione
con il SMF, i profili dei requisiti per le
funzioni SMF, profili che corrispondevano a quelli degli uomini. Dal
1987, ai reclutamenti SMF venne introdotto il test fisico, deciso nel 1986,
della Scuola federale di ginnastica e
sport di Macolin, che prevedeva prove di salto in lungo da fermo, raddrizzarsi a sedere da posizione sdraiata,
corsa di velocità (50 m) e di resistenza (12 min). Con un determinato punteggio, le donne avevano diritto allo
stesso distintivo di sport militare degli uomini.
Le possibilità d’impiego
erano limitate
Le seguenti possibilità d’impiego
vennero stabilite per le donne del
SMF: servizio autoveicoli, servizio
posta da campo, servizio amministrativo, servizio sanitario, servizio di cucina; nel servizio territoriale: servizio
d’assistenza, servizio d’avvertimento,
servizio trasmissioni, servizio piccioni
viaggiatori; presso le truppe di aviazione e DCA: servizio d’avvistamento
e segnalazione d’aeroplani, radar e
servizio trasmissioni. Il SMF svolse
nell’esercito compiti che non prevedevano missioni di combattimento; le
donne prestavano il loro servizio con
i militari uomini negli stati maggiori e
nelle unità.
La scuola reclute del SMF durava
27 giorni. Oltre alle nozioni specialistiche di ogni truppa, l’istruzione di
base comprendeva le stesse conoscenze fondamentali, identiche per tutti i
militari, di pronto soccorso, misure di
protezione contro armi nucleari e
agenti chimici, lettura delle carte e orientamento sul terreno, diritti e obblighi dei militari, tutela del segreto, maniere militari e nozioni di base dell’organizzazione militare. A tutto questo,
si aggiungeva un adeguato allenamento fisico.
Nel caso di idoneità e anche di fabbisogno (le condizioni di promozione
vennero equiparate, entro imiti ragio-
FHD
1948
1949
Con l’ordinanza del Consiglio
federale del 12 novembre 1948, il
Servizio complementare femminile ha un nuovo regolamento, il cui
punto principale è costituito dal
principio del volontariato.
Da gennaio, è nuovamente pubblicato il Bollettino SCF mensile,
dopo che le pubblicazioni erano
state interrotte nella seconda
metà dell’anno precedente.
11
LA STORIA
(continua)
essere prosciolte dall’obbligo di prestare servizio ed essere incorporate
nella riserva del personale. L’obbligo di
prestare servizio iniziava dopo il
reclutamento e terminava alla fine
dell’anno in cui i soldati compivano 50
anni e gli ufficiali 55 anni d’età.
Dal punto di vista legale, i militari
del SMF erano equiparati ai loro camerati uomini. Potevano aspirare a
tutti i gradi di sottufficiale e di ufficiale fino a quello di brigadiere. Con il
Orientamento nel terreno
nevoli, ai servizi di promozione degli
uomini), i militari donne del SMF potevano frequentare le seguenti scuole per
quadri:
• scuola sottufficiali SMF (20 giorni)
• scuola furieri delle truppe del sostegno (34 giorni) scuola sergenti
maggiori SMF (27 giorni)
• scuola ufficiali SMF (27 giorni)
• Scuola centrale I SMF (20 giorni)
• Scuola centrale II SMF (13 giorni)
• Scuola centrale III SMF (27 giorni).
Fra SR e SSU, vale a dire fra servizio
pratico e il prossimo livello di quadro
era prescritto un corso (CR) presso una
formazione di truppa.
I militari donne s’impegnavano a
prestare complessivamente 117 giorni
fra corsi di ripetizione e di complemento con la loro unità d’incorporazione e di prestare servizio attivo. Nel
caso di obblighi legati alla maternità
oppure di assistenza a membri della
famiglia, su richiesta, esse potevano
passaggio dal Servizio complementare
femminile al Servizio militare femminile, i militari donne ricevettero le stesse denominazioni e gli stessi distintivi
di grado del militari uomini (secondo
del livello di funzione SCF o degli anni di servizio nello stesso). Il Capo SCF
del momento venne promosso a Capo
SMF con il rango di brigadiere. Rimase diverso il colore dell’uniforme: blu
per le donne e grigio-verde per gli uomini.
Nel 1991 venne introdotta l’arma
personale (pistola) volontaria.
Il SMF decollò nel 1986 con 261
donne annunciate e 187 istruite. Il numero di iscrizioni continuò a calare e
raggiunse nel 1994 il minimo di 101;
nello stesso anno vennero istruite 93
donne. Il punto più basso venne raggiunto nel 1991 con 77 iscrizioni e 63
iscritte. Il 31 maggio 1990 si contarono 2844 militari del SMF, dei quali 564
nella riserva del personale. Gli effettivi nominali vennero indicati con 3964
militari.
Donne nell’esercito (DNE):
1995 - 2003
La ristrutturazione imposta dall’Esercito 95 comportò cambiamenti anche
per le donne che prestavano servizio
militare. Vennero abrogate le ordinanze sul Servizio militare femminile. La legislazione separata per le
donne fu abolita, quella ordinaria era
ora valevole per tutti quelli che prestavano servizio militare, con alcune
eccezioni per le donne militare. Il
SMF come ramo separato venne abolito e si creò un servizio per le donne
nell’esercito (consulenze e assistenze,
relazioni pubbliche). Le donne vennero integrate completamente nelle
armi ed ebbero ampiamente gli stessi
diritti e doveri degli uomini.
Le donne di età compresa fra i 18
e i 28 anni, con cittadinanza svizzera, poterono annunciarsi per il servizio militare volontario e decidersi definitivamente al reclutamento se
volevano effettivamente prestare servizio. Il reclutamento (durata 1 giorno) si svolgeva per donne e uomini
insieme, e comprendeva informazioni sulle funzioni, esami orali e figurati, esami medici e delle capacità
fisiche. Quest’ultimo esame comprendeva lancio, salto in lungo, corsa di velocità e di durata (12 min) e
veniva valutato secondo criteri separati. Donne e uomini venivano
reclutati secondo gli stessi profili di
requisiti. Alle donne erano accessibili tutte le funzioni che «non prevedessero una missione di combattimento». L’art. 11 dell’ordinanza
sull’organizzazione
dell’esercito
(OOA) stabiliva fra l’altro che l’incor-
FHD
1950
Il 6 e 7 maggio, i delegati
dell’Associazione del SCF festeggiano sull’Axenfels i primi dieci
anni del Servizio complementare
femminile.
12
1951
Nel bollettino del Servizio complementare femminile, con il titolo «Devono sparare le SCF?» appare un articolo in difesa del diritto
a un addestramento di base al
maneggio delle armi.
1952
I N F O donne nell’esercito 3/03
porazione in una funzione che comportasse l’impiego personale di armi
fosse ammessa soltanto quando il
previsto impiego di armi serviva per
l’autodifesa o per lo svolgimento di
compiti di polizia. Se nel SMF le funzioni accessibili erano ancora una
dozzina, nell’Esercito 95, la donna
nell’esercito poteva scegliere, nonostante le limitazioni, fra più di 80
funzioni: trombettiere, motociclista,
zappatore, pontoniere, conducente
di macchine da cantiere, pioniere
d’informatica, soldato d’ospedale,
soldato trasmissioni, soldato munizioni, soldato mugnaio, conducente
di autocisterna, maniscalco, soldato
della polizia stradale, soldato di
salvataggio, sellaio, meccanico di
blindati, di pezzi d’artiglieria e armaiolo, aspirante pilota, e così via,
per citarne soltanto alcuni.
Dopo il colloquio d’incorporazione, la reclutanda doveva impegnarsi,
con una seconda firma (dopo la prima per l’iscrizione) ad assolvere
l’obbligo a prestare servizio militare.
Questa era una condizione posta dalla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati. Dopo
l’assegnazione alla funzione, la
reclutanda doveva ancora scegliere
tra un servizio con o senza armi.
La scuola reclute, che ora si svolgeva assieme agli uomini, venne prolungata dapprima a otto settimane, in
seguito poi a una durata complessiva
di 15 settimane nell’Esercito 95 (eccezione: segretarie, cuoche di truppa,
ordinanze d’ufficio e conducenti III/1,
8 settimane). Con alcune varianti per
ciò che riguardava l’istruzione alle
armi e al combattimento, nonché dei
requisiti fisici (80% delle prestazioni
richieste agli uomini), per le donne
era prevista la stessa istruzione degli
uomini. Per le scuole dei quadri era
prevista la stessa durata dell’istruzione e, analogamente agli uomini, se
soddisfacevano gli stessi requisiti, le
donne potevano assumere le più diverse funzioni. Nel 2001, la prima
donna poté essere promossa a ufficiale dello Stato maggiore generale.
Con l’Esercito 95, l’obbligo al ser-
Servizio d’ufficio
vizio militare diventò lo stesso per uomini e donne. Iniziava con il reclutamento e terminava con il 42° anno
d’età (a livello di soldato) e dovevano
essere assolti 300 giorni di servizio
(scuola reclute compresa). Per le donne, entrò in vigore una sospensione
provvisoria dell’obbligo al servizio
con l’assegnazione alla riserva del
personale all’assunzione di doveri di
maternità o di assistenza, come pure
dopo 57 giorni di servizio effettivi.
Con l’introduzione di questa nuova regolamentazione dei 57 giorni, si tenne maggiormente in conto l’annuncio
volontario. Sulla sua base, le donne
potevano richiedere il proscioglimento dopo un minimo di 57 giorni effettivi (CR). Questo minimo di 57 giorni
di servizio effettivi doveva essere assolto nel grado conseguito da ultimo.
Il conteggio cominciava da capo a
ogni promozione o nomina. Con l’assegnazione alla riserva del personale
(per 6 anni al massimo), esse, dopo
specifico consenso reciproco, poteva-
no ricominciare a prestare servizio.
Dopo questi sei anni al massimo nella
riserva, il militare donna in questione
doveva decidersi per il proscioglimento definitivo dall’esercito oppure per
la nuova incorporazione nella truppa
e tornare a fare i CR prescritti.
Poco dopo l’inizio dell’Esercito 95,
avvenne anche l’introduzione della
nuova uniforme d’uscita per le donne:
stessa combinazione di colori grigio
chiaro/grigio scuro come per gli uomini. Dopo che, con l’introduzione
dell’esercito 95, esse avevano già ricevuto lo stesso equipaggiamento con
tuta mimetica dei loro camerati uomini, furono equiparate anche nei colori dell’uniforme d’uscita.
L’Esercito 95 decollò nel 1995 con
99 donne annunciate e 52 istruite. Il
numero d’iscrizioni aumentò continuamente e nel 2002 toccò le 202
unità; nello stesso anno, vennero
istruite 124 donne. Il 1.1.2003 l’esercito contava 1436 donne, 327 delle
quali nella riserva del personale. ■
FHD
1953
1954
1955
Andrée Weitzel diventa Capo del
Servizio complementare femminile, dopo che il posto è rimasto
vacante dal dicembre 1951.
13
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