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04_Le donne svizzere nell`esercito 1939
LA STORIA Le donne svizzere nell’esercito 1939 – 2003 Da SC a uff SMG ten col SMG Seewer Germaine Il Servizio complementare femminile svizzero (SCF) nel servizio attivo 1939-1945 Il 3 settembre 1939, il Consiglio federale si appellò ufficialmente al popolo svizzero affinché uomini e donne si annunciassero volontari ai servizi complementari. Bastò un solo appello per trovare entro breve tempo 15’000 volontarie attive che diventarono 30’000 nei mesi successivi. Tuttavia, dopo la mobilitazione generale, da parte dell’esercito non vennero emanati ordini specifici e, di conseguenza, seguì un lungo periodo d’attesa prima che giungessero chiari ordini e direttive, ciò ebbe un effetto paralizzante sulle donne pronte ad aiutare e consapevoli delle loro responsabilità. Fu soltanto il 16 febbraio 1940, che il generale Guisan firmò le direttive per l’organizzazione del Servizio complementare femminile (SCF). Tali direttive distinguevano un servizio complementare femminile militare da uno civile. Per il servizio complementare civile era prevista l’assunzione di compiti a breve scadenza da parte delle donne che, in seguito ad altri impegni (famiglia, professione), potevano essere a disposizione di volta in volta soltanto per alcune ore o alcuni giorni. Da parte sua, invece, il Servizio complementare femminile militare prevede- va un reclutamento delle donne che si annunciavano volontarie con limiti d’età fra 18 e 40 anni, con esame medico. Al momento del reclutamento si determinava l’idoneità delle donne per le funzioni SC (SC DCA, SC sanità, SC intellettuale, SC amministrazione, SC pubblicità, SC collegamenti, SC automobili, SC equipaggiamento e vestiario, SC cuoco, SC posta da campo, SC assistenza). Il 10 aprile 1940, tutti i giornali svizzeri pubblicarono un appello alle donne svizzere da parte del Capo della Sezione SCF, mentre nel contempo, tutti gli uffici postali furono dotati dei formulari d’iscrizione per il Servizio complementare femminile. L’appello iniziava con le seguenti frasi: «Il comandante in capo dell’esercito ordina che il Servizio complementare femminile sia organizzato e comandato in modo uniforme... Tutto ciò che è stato fatto finora e tutto ciò che sarà fatto in seguito dovrà dar vita ad un’entità omogenea ed uniforme.» Per l’impiego vennero prese in considerazione soltanto donne indipendenti Per eseguire i reclutamenti che erano stati ordinati, vennero designati dei capi di reclutamento. Innanzitutto, però, si trattò di esaminare le numerose iscrizioni, in modo da separare le donne destinate al Servizio complementare femminile civile (collaborazione all’assistenza dei soldati, Croce Rossa, azioni FHD 1944 1939 Durante l’azione propagandistica di gennaio e febbraio, 1’500 volontarie si annunciano per il Servizio complementare femminile. Di loro, 250 devono essere scartate per cattiva condotta, altre 65 per superamento del limite d’età e alcune altre per insufficiente istruzione scolastica. 8 d’aiuto civili, ecc.). Per il Servizio complementare femminile militare vennero prese in considerazione soltanto le donne che potevano prestare servizio indipendentemente dal luogo e momento. Le donne che sembravano rispondere ai requisiti vennero invitate dalle autorità militari cantonali. All’inizio del reclutamento, i comandanti di circondario richiamarono esplicitamente l’attenzione delle donne sul fatto che l’iscrizione al Servizio complementare femminile fosse del tutto volontaria, ma che dopo il reclutamento, ogni donna dovesse sottostare alle leggi militari e dovesse perciò dar seguito a ogni ordine di marcia. Il compito del capo reclutamento fu quello di determinare, in un colloquio personale con ciascuna candidata, l’idoneità di quest’ultima al Servizio complementare femminile per ciò che concerneva le potenzialità e il comportamento morale. L’idoneità fisica venne determinata dalla commissione d’esame, composta di medici, ai quali, se possibile, si aggiungeva anche un medico donna. Le donne giudicate abili, venivano assegnate, secondo l’età, l’educazione e le capacità e sempre con il loro consenso, alla funzione corrispondente alla loro idoneità. Poiché erano previsti soltanto brevi corsi d’introduzione, le volontarie dovevano essere impiegate dove erano in grado di mettere all’opera meglio e più in fretta le loro capacità. Un terzo circa delle candidate dovettero essere respinte. Per ciò che concerneva le prestazio- I N F O donne nell’esercito 3/03 Il Servizio complementare femminile (SCF): 1945-1985 Dopo il 1945, aumentarono le voci che chiedevano lo scioglimento del Servizio complementare femminile, Assistenza ai rifugiati ni di servizio, si distinse fra reclutate con riserva, che si erano messe a disposizione soltanto per servizi in caso di guerra, e reclutate senza riserva, che potevano essere chiamate in servizio per dare il cambio ad altre. Tutte le donne dovevano assolvere per il SCF un corso d’introduzione di 13 giorni. Le sedi per l’istruzione erano Axenfels presso Morschach e Castello di Trevano, presso Lugano. Lo scopo di questi corsi era quello di educarle a pensare e agire disciplinatamente e all’esecuzione assolutamente esatta di ogni incarico e di tutti gli ordini. Con tutto questo, doveva essere tutelata e rispettata la caratteristica tipica della donna. Oltre alla necessaria istruzione specialistica e a quella militare pratica, venivano trattate, in conferenze e discussioni, le questioni dell’educazione nazionale, dei compiti delle Forze armate, dell’organizzazione militare e della posizione della donna nell’esercito. Per l’esecuzione dei corsi, erano necessari i quadri e, dopo il corso d’introduzione, le SCF idonee vennero preparate al loro nuovo compito di superiori con corsi di 5 - 10 giorni. Dopo il corso d’introduzione, le donne che prestavano servizio complemen- tare vennero trasferite agli stati maggiori e alle unità dell’esercito, dove furono impiegate principalmente in uffici, posti di segnalazione, centrali telefoniche, posti d’avvistamento di aeroplani, ospedali militari e colonne di trasporto dei feriti. Il primo impiego delle SCF non fu certo facile dappertutto, poiché dovettero far fronte alla diffidenza nei loro confronti, non soltanto da parte del pubblico, ma anche dei militari stessi. Abbigliamento delle SCF: le direttive del generale indicavano che un’uniforme non entrava in linea di conto e che veniva consegnato soltanto il bracciale federale. La Sezione SCF introdusse dapprima, come abbigliamento uniforme provvisorio, un grembiule con maniche in grigio-verde, che però risultò del tutto insoddisfacente. Di propria iniziativa e a loro proprie spese, venne poi introdotto per le SCF l’abito standard grigio-verde. Fino al 1945, furono istruite ca. 20’000 donne per il SCF e 2’500 - 3’000 di loro erano contemporaneamente in servizio. Complessivamente, le donne prestarono durante il servizio attivo qualcosa come 3,6 milioni di giorni di servizio. dato che il servizio attivo era terminato. Invece alcune personalità lungimiranti della politica e dell’esercito, oltre che l’Associazione SCF svizzera, erano convinte della necessità di mantenere questo servizio. Il suo scioglimento venne fortunatamente evitato. L’ordinanza del 12.11.1948 del Consiglio federale stabilì nuove regole per il SCF, che ebbe anche la sua prima base legale. Sulla base di quest’ordinanza, potevano essere arruolate le donne fra i 20 e i 40 anni d’età, che venivano prosciolte dall’obbligo di prestare servizio a 60 anni compiuti, alla perdita della cittadinanza svizzera e su decisione della commissione sanitaria. Su sua richiesta, la donna poteva essere prosciolta dal servizio in caso di matrimonio, di nascita di un figlio o dopo 91 giorni di servizio nei corsi di ripetizione. Per le SCF erano previsti i seguenti livelli di funzioni: 1) SCF 2) capogruppo, capocuoca 3) contabile, intendente 4) caposervizio, capocolonna 5) Capo del Servizio complementare femminile. FHD 1945 Il fabbricante appenzellese di tessili, Oscar Rohrer, si rivolge per lettera al Capo del Dipartimento militare federale e si lamenta della mancanza di operaie. Rohrer chiede perciò lo smantellamento del SCF, il cui mantenimento non è più ritenuto necessario in molti ambienti». È soltanto dopo metà maggio, quando in Europa le armi tacciono già dappertutto, che le SCF in uniforme possono portare i distintivi dei gradi del Servizio complementare. Ma questo soltanto se esercitano effettivamente la relativa funzione di comando. 9 LA STORIA (continua) servizio nelle case del soldato; se ne aggiunsero invece delle nuove, come nel 1981, quando vennero reclutate SCF per il servizio sociale negli ospedali militari. Inoltre, furono create alcune nuove offerte nell’ambito delle funzioni esistenti. Ogni cittadina svizzera arruolata nel Servizio complementare femminile aveva gli stessi diritti e gli obblighi di un militare uomo e il diritto di essere trattata allo stesso modo. L’obbligo Giornata SCF del 11.10.1942 I corsi d’istruzione del 1949 si svolsero nella caserma Bernrain di Kreuzlingen, il cosiddetto «Waldschloss» (castello nel bosco) e vi si impartirono nozioni ai capi dell’organizzazione del SCF, pronto soccorso, regolamento di servizio, lettura delle carte, segni convenzionali, ecc. In tutti quegli anni, oltre a quella di Kreuzlingen vennero usate anche altre caserme, come quelle di Le Chalet, sopra Neuchâtel, Montana, Bellinzona, Friborgo, Kloten, Dübendorf e altre ancora. Varie revisioni dell’ordinanza SCF seguirono per adattarla agli sviluppi che sopravvennero via via nell’esercito, ma il Servizio mantenne il suo stato di servizio complementare. Nel 1962, l’età venne stabilita a 19 - 40 anni e dal 1978 a 18 - 35 anni. Lo svolgimento del reclutamento rimase fondamentalmente immutato. Il comandante di circolo continuò a comandarlo. Nel corso degli anni, vennero eliminate delle funzioni, come avvenne nel 1971 con il servizio del materiale e nel 1978 con il a prestare servizio delle SCF comprendeva un corso d’introduzione di 20 giorni e 91 giorni di servizio, da prestare in corsi di ripetizione annuali della durata massima di 13 giorni ciascuno. L’uniforme grigio-blu contraddistingueva i militari SCF; l’equipaggiamento personale comprendeva tutti gli oggetti affidati al militare. Come tutti i soldati, anche le donne dovevano mantenere in buono stato il loro equipaggiamento. I militari SCF erano di-sarmati. Nei corsi d’introduzione, le donne imparavano a conoscere il loro campo specialistico sotto la guida di ufficiali donne. L’insegnamento comprendeva la struttura dell’esercito e l’organizzazione militare, l’istruzione ABC, il regolamento di servizio e la lettura delle carte. Durante l’esercizio, le nuove SCF impararono a salutare, annunciare e marciare. Poi vennero la ginnastica e il canto. Le donne che sembravano idonee ad assumere funzioni di capo, venne- ro preparate ai loro compiti in corsi di 13 -34 giorni: • Il corso quadri I per l’istruzione a funzioni di sottufficiali durava per le capogruppo 13 giorni, per capocuoche 20 giorni, per intendenti 10 giorni e per contabili 34 giorni. • Il corso quadri II di 20 giorni serviva a istruire le capogruppo a funzioni d’ufficiale, per es. come capocolonna e caposervizio. Gli intendenti dei livelli di funzione 4 e 5 (funzioni di sottufficiali) comandavano il servizio interno ed erano responsabili per il lavoro in gruppo del gruppo. Le contabili, a loro equiparate, erano responsabili del bilancio della truppa. Le capocolonna erano comandanti d’unità di colonne di trasporto sanitarie autonome. La caposervizio, a loro equiparata, era responsabile di tutte le donne del servizio complementare della formazione d’incorporazione, in particolare per il servizio interno e per tutte le questioni riguardanti le donne. Il proscioglimento dall’obbligo di prestare servizio avveniva a 50 anni compiuti, alla perdita della cittadinanza svizzera, se dichiarate inabili al servizio da parte della commissione sanitaria oppure se il loro comportamento nuoceva all’immagine del SCF. Su richiesta speciale, potevano essere prosciolte dal servizio anche le donne nel caso di nascita di figli, che avevano assolto il loro obbligo di servizio di 91 giorni oppure che avevano altri motivi plausibili. Invece del proscioglimento su richiesta, il militare SCF poteva farsi incorporare nella riserva del personale SCF. Tuttavia, l’appartenenza alla riserva non doveva super- FHD 1946 10 Il colonnello Wagner, che dalla fine del servizio attivo è il nuovo Capo SCF, è dell’opinione che la minaccia moderna non permetta esperimenti d’organizzazione della durata di più mesi. Di conseguenza, bisogna continuare a coltivare il collaudato spirito SCF anche se non si è chiamate in servizio. 1947 «Per decisione del Consiglio federale del 26 luglio 1947, le conducenti della Croce Rossa, finora membri della funzione 10 ‚Sanità’ e subordinate al medico capo, saranno incorporate nella funzione del Servizio complementare 18 ‚Servizio automobilistico’ e subordinate al Servizio complementare femminile.» (Dal decreto del Consiglio federale) I N F O donne nell’esercito 3/03 are 10 anni, dopo di che, o il militare in questione prestava nuovamente servizio, oppure bisognava richiedere il proscioglimento definitivo. Il SCF iniziò nel 1949 con 393 donne annunciate e 387 istruite. Nel 1985, le iscritte erano 221 e le istruite 254. Punte massime furono registrate nel 1950 con 735 e nel 1981 con 644 iscrizioni, mentre il minimo assoluto venne toccato nel 1973, con soltanto 70 istruite. Il Servizio militare femminile (SMF): 1986 - 1994 Le discussioni, riguardanti l’uscita del Servizio complementare femminile (SCF) dal Servizio complementare (SC) dell’esercito svizzero e anche l’integrazione delle donne come militari equiparati agli uomini nella truppa, diventarono sempre più numerose. Si lavorò attivamente al rinnovamento del Servizio complementare femminile. Il 1984 portò l’apertura, allorché in marzo il Consiglio nazionale e in giugno quello degli Stati approvarono una revisione dell’organizzazione militare; venne introdotto il nuovo articolo 3b: «1 Le Svizzere possono annunciarsi come volontarie al Servizio militare femminile e al Servizio della Croce Rossa...». Il 3 luglio 1985, il Consiglio federale emanò l’ordinanza riguardante il Servizio militare femminile, cosicché questo fu in grado di assumere i suoi compiti il 1° gennaio 1986. A questi cambiamenti, nel 1984 seguì anche il trasferimento delle scuole e dei corsi per le donne nell’impianto multifunzione di Teuchelweiher a Winterthur, assunto a (quasi) «piazza d’armi del SMF». A questo punto, entrarono in vigore diverse innovazioni. Per esempio, venne finalmente abolito lo stato di servizio complementare. Come già dal 1978 in poi, per il servizio nel SMF poterono annunciarsi donne di età tra i 18 e i 35 anni. Per i reclutamenti SMF fu tecnicamente responsabile il Capo del reclutamento dell’esercito. Avvistamento aeroplani Fu egli che stabilì, in collaborazione con il SMF, i profili dei requisiti per le funzioni SMF, profili che corrispondevano a quelli degli uomini. Dal 1987, ai reclutamenti SMF venne introdotto il test fisico, deciso nel 1986, della Scuola federale di ginnastica e sport di Macolin, che prevedeva prove di salto in lungo da fermo, raddrizzarsi a sedere da posizione sdraiata, corsa di velocità (50 m) e di resistenza (12 min). Con un determinato punteggio, le donne avevano diritto allo stesso distintivo di sport militare degli uomini. Le possibilità d’impiego erano limitate Le seguenti possibilità d’impiego vennero stabilite per le donne del SMF: servizio autoveicoli, servizio posta da campo, servizio amministrativo, servizio sanitario, servizio di cucina; nel servizio territoriale: servizio d’assistenza, servizio d’avvertimento, servizio trasmissioni, servizio piccioni viaggiatori; presso le truppe di aviazione e DCA: servizio d’avvistamento e segnalazione d’aeroplani, radar e servizio trasmissioni. Il SMF svolse nell’esercito compiti che non prevedevano missioni di combattimento; le donne prestavano il loro servizio con i militari uomini negli stati maggiori e nelle unità. La scuola reclute del SMF durava 27 giorni. Oltre alle nozioni specialistiche di ogni truppa, l’istruzione di base comprendeva le stesse conoscenze fondamentali, identiche per tutti i militari, di pronto soccorso, misure di protezione contro armi nucleari e agenti chimici, lettura delle carte e orientamento sul terreno, diritti e obblighi dei militari, tutela del segreto, maniere militari e nozioni di base dell’organizzazione militare. A tutto questo, si aggiungeva un adeguato allenamento fisico. Nel caso di idoneità e anche di fabbisogno (le condizioni di promozione vennero equiparate, entro imiti ragio- FHD 1948 1949 Con l’ordinanza del Consiglio federale del 12 novembre 1948, il Servizio complementare femminile ha un nuovo regolamento, il cui punto principale è costituito dal principio del volontariato. Da gennaio, è nuovamente pubblicato il Bollettino SCF mensile, dopo che le pubblicazioni erano state interrotte nella seconda metà dell’anno precedente. 11 LA STORIA (continua) essere prosciolte dall’obbligo di prestare servizio ed essere incorporate nella riserva del personale. L’obbligo di prestare servizio iniziava dopo il reclutamento e terminava alla fine dell’anno in cui i soldati compivano 50 anni e gli ufficiali 55 anni d’età. Dal punto di vista legale, i militari del SMF erano equiparati ai loro camerati uomini. Potevano aspirare a tutti i gradi di sottufficiale e di ufficiale fino a quello di brigadiere. Con il Orientamento nel terreno nevoli, ai servizi di promozione degli uomini), i militari donne del SMF potevano frequentare le seguenti scuole per quadri: • scuola sottufficiali SMF (20 giorni) • scuola furieri delle truppe del sostegno (34 giorni) scuola sergenti maggiori SMF (27 giorni) • scuola ufficiali SMF (27 giorni) • Scuola centrale I SMF (20 giorni) • Scuola centrale II SMF (13 giorni) • Scuola centrale III SMF (27 giorni). Fra SR e SSU, vale a dire fra servizio pratico e il prossimo livello di quadro era prescritto un corso (CR) presso una formazione di truppa. I militari donne s’impegnavano a prestare complessivamente 117 giorni fra corsi di ripetizione e di complemento con la loro unità d’incorporazione e di prestare servizio attivo. Nel caso di obblighi legati alla maternità oppure di assistenza a membri della famiglia, su richiesta, esse potevano passaggio dal Servizio complementare femminile al Servizio militare femminile, i militari donne ricevettero le stesse denominazioni e gli stessi distintivi di grado del militari uomini (secondo del livello di funzione SCF o degli anni di servizio nello stesso). Il Capo SCF del momento venne promosso a Capo SMF con il rango di brigadiere. Rimase diverso il colore dell’uniforme: blu per le donne e grigio-verde per gli uomini. Nel 1991 venne introdotta l’arma personale (pistola) volontaria. Il SMF decollò nel 1986 con 261 donne annunciate e 187 istruite. Il numero di iscrizioni continuò a calare e raggiunse nel 1994 il minimo di 101; nello stesso anno vennero istruite 93 donne. Il punto più basso venne raggiunto nel 1991 con 77 iscrizioni e 63 iscritte. Il 31 maggio 1990 si contarono 2844 militari del SMF, dei quali 564 nella riserva del personale. Gli effettivi nominali vennero indicati con 3964 militari. Donne nell’esercito (DNE): 1995 - 2003 La ristrutturazione imposta dall’Esercito 95 comportò cambiamenti anche per le donne che prestavano servizio militare. Vennero abrogate le ordinanze sul Servizio militare femminile. La legislazione separata per le donne fu abolita, quella ordinaria era ora valevole per tutti quelli che prestavano servizio militare, con alcune eccezioni per le donne militare. Il SMF come ramo separato venne abolito e si creò un servizio per le donne nell’esercito (consulenze e assistenze, relazioni pubbliche). Le donne vennero integrate completamente nelle armi ed ebbero ampiamente gli stessi diritti e doveri degli uomini. Le donne di età compresa fra i 18 e i 28 anni, con cittadinanza svizzera, poterono annunciarsi per il servizio militare volontario e decidersi definitivamente al reclutamento se volevano effettivamente prestare servizio. Il reclutamento (durata 1 giorno) si svolgeva per donne e uomini insieme, e comprendeva informazioni sulle funzioni, esami orali e figurati, esami medici e delle capacità fisiche. Quest’ultimo esame comprendeva lancio, salto in lungo, corsa di velocità e di durata (12 min) e veniva valutato secondo criteri separati. Donne e uomini venivano reclutati secondo gli stessi profili di requisiti. Alle donne erano accessibili tutte le funzioni che «non prevedessero una missione di combattimento». L’art. 11 dell’ordinanza sull’organizzazione dell’esercito (OOA) stabiliva fra l’altro che l’incor- FHD 1950 Il 6 e 7 maggio, i delegati dell’Associazione del SCF festeggiano sull’Axenfels i primi dieci anni del Servizio complementare femminile. 12 1951 Nel bollettino del Servizio complementare femminile, con il titolo «Devono sparare le SCF?» appare un articolo in difesa del diritto a un addestramento di base al maneggio delle armi. 1952 I N F O donne nell’esercito 3/03 porazione in una funzione che comportasse l’impiego personale di armi fosse ammessa soltanto quando il previsto impiego di armi serviva per l’autodifesa o per lo svolgimento di compiti di polizia. Se nel SMF le funzioni accessibili erano ancora una dozzina, nell’Esercito 95, la donna nell’esercito poteva scegliere, nonostante le limitazioni, fra più di 80 funzioni: trombettiere, motociclista, zappatore, pontoniere, conducente di macchine da cantiere, pioniere d’informatica, soldato d’ospedale, soldato trasmissioni, soldato munizioni, soldato mugnaio, conducente di autocisterna, maniscalco, soldato della polizia stradale, soldato di salvataggio, sellaio, meccanico di blindati, di pezzi d’artiglieria e armaiolo, aspirante pilota, e così via, per citarne soltanto alcuni. Dopo il colloquio d’incorporazione, la reclutanda doveva impegnarsi, con una seconda firma (dopo la prima per l’iscrizione) ad assolvere l’obbligo a prestare servizio militare. Questa era una condizione posta dalla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati. Dopo l’assegnazione alla funzione, la reclutanda doveva ancora scegliere tra un servizio con o senza armi. La scuola reclute, che ora si svolgeva assieme agli uomini, venne prolungata dapprima a otto settimane, in seguito poi a una durata complessiva di 15 settimane nell’Esercito 95 (eccezione: segretarie, cuoche di truppa, ordinanze d’ufficio e conducenti III/1, 8 settimane). Con alcune varianti per ciò che riguardava l’istruzione alle armi e al combattimento, nonché dei requisiti fisici (80% delle prestazioni richieste agli uomini), per le donne era prevista la stessa istruzione degli uomini. Per le scuole dei quadri era prevista la stessa durata dell’istruzione e, analogamente agli uomini, se soddisfacevano gli stessi requisiti, le donne potevano assumere le più diverse funzioni. Nel 2001, la prima donna poté essere promossa a ufficiale dello Stato maggiore generale. Con l’Esercito 95, l’obbligo al ser- Servizio d’ufficio vizio militare diventò lo stesso per uomini e donne. Iniziava con il reclutamento e terminava con il 42° anno d’età (a livello di soldato) e dovevano essere assolti 300 giorni di servizio (scuola reclute compresa). Per le donne, entrò in vigore una sospensione provvisoria dell’obbligo al servizio con l’assegnazione alla riserva del personale all’assunzione di doveri di maternità o di assistenza, come pure dopo 57 giorni di servizio effettivi. Con l’introduzione di questa nuova regolamentazione dei 57 giorni, si tenne maggiormente in conto l’annuncio volontario. Sulla sua base, le donne potevano richiedere il proscioglimento dopo un minimo di 57 giorni effettivi (CR). Questo minimo di 57 giorni di servizio effettivi doveva essere assolto nel grado conseguito da ultimo. Il conteggio cominciava da capo a ogni promozione o nomina. Con l’assegnazione alla riserva del personale (per 6 anni al massimo), esse, dopo specifico consenso reciproco, poteva- no ricominciare a prestare servizio. Dopo questi sei anni al massimo nella riserva, il militare donna in questione doveva decidersi per il proscioglimento definitivo dall’esercito oppure per la nuova incorporazione nella truppa e tornare a fare i CR prescritti. Poco dopo l’inizio dell’Esercito 95, avvenne anche l’introduzione della nuova uniforme d’uscita per le donne: stessa combinazione di colori grigio chiaro/grigio scuro come per gli uomini. Dopo che, con l’introduzione dell’esercito 95, esse avevano già ricevuto lo stesso equipaggiamento con tuta mimetica dei loro camerati uomini, furono equiparate anche nei colori dell’uniforme d’uscita. L’Esercito 95 decollò nel 1995 con 99 donne annunciate e 52 istruite. Il numero d’iscrizioni aumentò continuamente e nel 2002 toccò le 202 unità; nello stesso anno, vennero istruite 124 donne. Il 1.1.2003 l’esercito contava 1436 donne, 327 delle quali nella riserva del personale. ■ FHD 1953 1954 1955 Andrée Weitzel diventa Capo del Servizio complementare femminile, dopo che il posto è rimasto vacante dal dicembre 1951. 13