Non puoi sentirlo fino a quando non ci vai. Lo porta il vento
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Non puoi sentirlo fino a quando non ci vai. Lo porta il vento
Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 14:18 Pagina 1 Non puoi sentirlo fino a quando non ci vai. Lo porta il vento, presenza costante nell’entroterra e sul mare. Colline di silenzio e preghiera, frazioni dove il tempo sembra essersi fermato. E i sapori? Si assaggiano paese dopo paese, dalle specialità di mare come il brodetto a quelle di terra, come la porchetta o gli antipastini di verdure dal gusto stuzzicante e naturale. Se poi ci abbini un bicchiere di Verdicchio sarà difficile tornare indietro. 15-09-2009 14:18 Pagina 2 i itinerario enogastronomico Le colline del silenzio Itinerari Le Colline del silenzio, nelle MArche Itinerario Marche mary:Layout 1 Text: Maria Zanolli Photo: Archivio fotografico Marche Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 14:18 Pagina 3 informazioni Viaggiare nelle Marche gli indirizzi: Regione Marche www.turismo.marche.it dove dormire Tenuta San Settimio Palazzo di Arcevia (AN) Tel. +39 0731 9905 / 9912 Fax +39 0731 9912 [email protected] www.sansettimio.it Tra Arcevia e San Lorenzo in Campo, in un panorama splendido in mezzo alle colline, non lontano da Corinaldo, Mondavio e Castellone di Suasa c’è la Tenuta San Settimio: resort, sporting club, spa e centro benessere. Lungo le curve tra un borgo e l’altro Non ero mai stata nelle Marche fino a qualche anno fa. Da lombarda mi ero abituata a frequentare la Liguria o la Toscana, entrambe regioni incantevoli, e chissà perché, andando verso Roma, non avevo mai pensato di fare tappa in quella regione di cui oggi non posso fare a meno. È stato un veneto a portarmi. Per loro, da Padova, la strada è più dritta, in tre ore sei già in provincia di Ancona. Quello che forse ti colpisce di più di questa regione - fin dal nome, plurale - è trovarsi a un certo punto del viaggio sul pendio di una collina, girare lo sguardo a trecentossesanta gradi e vedere immense vallate (verdi, gialle o bianche a seconda delle stagioni) così vaste da farti mancare il fiato. L’altra sorpresa, che scopri subito dopo, è accorgerti che sulle cime delle colline spuntano borghi inaspettati, castelli “in aria”, tutti apparentemente simili e poi così diversi e variegati quando vai a visitarli. Così mi sono innamorata delle Marche, ma c’è anche un altro motivo - e probabilmente è quello più forte - che mi porta ogni anno a tornarci: il silenzio. In un rustico nell’entroterra, con le stelle che non vedi mai durante l’anno - e se sei fortunato in compagnia di una volpe appena scesa dalla valle - con un vento fresco da maglioncino capisci quanto rumore hai lasciato a casa e quanto “poco” basta per ritrovare se stessi. Questa sensazione mistica la ritrovi passeggiando tra le viuzze dei castelli medievali e dei borghi, visitando i santuari e i luoghi di Leopardi. E anche se ad Ancona, ad Ascoli Piceno, a Macerata o a Pesaro-Urbino ritrovi forse un po’ di quel rumore a cui siamo ormai assuefattti, ci sono sempre le colline e la natura ad abbracciarti o un’insenatura indimenticabile di mare verde-azzurro. Poi c’è la gente e le loro tradizioni. Conosco una signora di Madonna del Piano a Pergola che si chiama Olanda. Ha quasi 90 anni ed è davvero in gamba. Ogni volta che passiamo da lei ci prepara una crostata con la marmellata. Ha una casa modesta, con le galline, l’orto e quello che basta per farsi da mangiare. Un altro dei suoi piatti forti sono le verdure ripiene: melanzane, zucchine, fatte con il pane, e mentre le mangi senti il profumo dell’erba. Natalino, che vive non lontano dalla signora Olanda, lavora nei campi, alleva i maiali e fa dei salami da far perdere la testa. Le tradizioni della cucina marchigiana si mantengono anche grazie a queste persone. La regione si può conoscere attraverso i suoi sapori, passando, nell’entroterra, per il tartufo di S. Angelo in Vado, di Acqualagna, di Sant’Agata Feltria, per il prosciutto di Carpegna, per il salame di Fabriano, per il Verdicchio di Jesi, il Bianchello del Metauro, il Rosso Piceno e Conero, per Lacrima a Morro d’Alba e, poi, lungo le coste, dove il pesce la fa da padrone. Hotel Bonconte Urbino via delle Mura 28 Tel +39 0722 2463 Fax +39 0722 4782 [email protected] www.viphotels.it Nel centro storico di Urbino, l’ideale per conoscere da dentro la città. Agriturismo Casa Rossi 60026 Numana (AN) Via Marina II 6 Tel/Fax +39 071 7391456 www.agriturismocasarossi.it Situata nelle colline di Marcelli di Numana, "Casa Rossi" offre uno dei più bei paesaggi marchigiani, sorgendo infatti nell'area del Parco del Conero. È possibile ammirare alle sue spalle la bellezza di paesi come Castelfidardo, Recanati e Loreto. A due passi c'è il mare, reso unico dal caratteristico contorno del Monte Conero. Solo 10 camere per un soggiorno intimo. Bed & Breakfast Podere del fagiano contrada rofanello, 28 Tolentino (MC) Zona: Lago delle Grazie Telefono: 0733 967622 Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 Dove andare, cosa fare Grotte di Frasassi A Genga c’è uno spettacolo da non perdere, uno dei complessi carsici più affascinanti e noti d’Italia. Stalattiti sospese che ti guardano dall’alto, trasparenze d’alabastro, colonne, atmosfere suggestive e uniche: è un viaggio affascinante quello nelle famose Grotte di Frasassi. Un percorso sotteraneo dentro grotte, cunicoli, androni, piani sovrapposti. La cavità maggiore, la Grotta grande del vento, fu scoperta nel 1971 dal Gruppo Speleologico marchigiano del CAI di Ancona. Le grotte sono state via via attrezzate e dal 1974 aperte ai visitatori per una lunghezza di circa 1500 metri. Il consiglio è di chiamare e prenotare la visita guidata (75 minuti). Tra le grotte imponenti, l’Abisso Ancona (180x120m) è una delle più vaste di tutta Europa. www.frasassi.com 14:19 Pagina 4 Dove andare, cosa fare Dove andare, cosa fare Quando segui la strada sulle colline e giungi al piccolo paese marchigiano rimani impressionato dall’antica cinta muraria che lo racchiude. Se ti capita, poi, di assistere a una rievocazione storica, lo spettacolo è garantito. Da visitare a Mondavio è la Rocca (148292) che rivela la mano di Francesco di Giorgio Martini; al suo interno è allestito il Museo di Rievocazione storica e Armeria, con manichini in costume e armi dal ‘400 al ‘700. Su piazza Matteotti prospettano il Palazzo municipale, dove è custodita una Madonna col bambino di Carlo da Camerino e il chiostro del convento di San Francesco in cui è allestito il Museo Civico: qui troviamo le tele di Giuliano Presutti e Federico Barocci e ceramiche di produzione marchigiana con un tabernacolo in legno del 1610. Nei dintorni non dimenticatevi di visitare Corinaldo: rimarrete affascinati dalle sue mura (tra le meglio conservate della regione) e dal suo centro storico, già consistente a metà ´300 quando venne distrutto per volere di Egidio Albornoz e ricostruito adattandolo alla morfologia del luogo. Sono ancora le mura, innalzate dai Montefeltro nei primi anni del Cinquecento, ad accoglierti in una delle città più belle d’Italia (patrimonio dell’umanità Unesco): Urbino. Tra i luoghi da non perdere, passeggiando nelle viuzze di questo gioiello, c’è il Palazzo Ducale dove risiedette Federico da Montefeltro, una dimora che, racconta Montaigne “contiene tante stanze quanti sono i giorni dell’anno” e Giorgio Vasari giudicò “mirabile”. Il palazzo è sede della Galleria nazionale delle Marche che custodisce capolavori noti in tutto il mondo: la Muta e S.Caterina d’Alessandria di Raffaello, il Cristo benedicente del Bramantino, l’Ultima cena e la Risurrezione di Tiziano. Un altro luogo da scoprire è l’Oratorio di San Giovanni Battista, una chiesa tardotrecentesca con un complesso di affreschi definito come il più bello dello stile gotico internazionale italiano. Mondavio e Corinaldo Urbino Dove andare, cosa fare Sirolo e Numana Sono i due gioielli - insieme a Portonovo – che caratterizzano la Riviera del Cònero. Fortificato dalla famiglia dei Cortesi nell’XI secolo Sirolo fu poi ceduto ad Ancona nel 1225. Di tipica struttura castrense, il paesino è una terrazza sul mare pulitissimo del Cònero, dove possiamo trovare interessanti architetture: la Chiesa della Madonna del Rosario, la chiesa del SS. Sacramento con il portale quattrocentesco e la parrocchiale di San Nicolò (1765). Arrivati a Sirolo non si può perdere il borghetto vicino, Numana, antico porto piceno risalente all’VIII secolo a.C. Qui si può ammirare il santuario del Crocifisso, l’ex Palazzo vescovile, l’Antiquarium e la torre del Pincio. Tra questi paesi, da scoprire sono le splendide e appartate insenature. Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 Dove andare, cosa fare 14:19 Pagina 5 Dove andare, cosa fare San Leo Pellegrinaggio a Loreto Eventi da segnalare: Calendario Eventi nelle Marche Enogastronomia A Senigallia PANE NOSTRUM FESTA INTERNAZIONALE DEL PANE 17-20 settembre www.panenostrum.com “Un solo papa, un solo Dio, un sol forte di San Leo”. Così, e in molti altri modi, è stato definito il borgo di San Leo. Eppure sembra non abbastanza. Collocato sopra un enorme masso calcareo, esprime ancora oggi l’essenza di un luogo inaccessibile. L’origine del nome si fa derivare dal santo dalmata, compagno di San Marino, che nel IV secolo avrebbe evangelizzato la zona diventando primo vescovo. Furono prima i longobardi e i bizantini e poi i guelfi e i ghibellini a contendersi queste terre. I Carpegna ebbero qui un feudo dal XIII secolo fino al Cinquecento. Passò poi ai Della Rovere e dopo il 1631, allo Stato della Chiesa divenendo una prigione che venne chiusa solo nei primi anni del XX secolo. Nel centro del borgo è da visitare Piazza Dante, la Pieve, il Duomo e il Forte. Unica per il suo mare, invidiata per la distesa di vallate gialle e verdi, romantica per i suoi “castelli” in aria, la regione delle Marche è speciale anche per un altro aspetto: quello religioso. Disseminata di luoghi di fede, la meta simbolo è senza dubbio Loreto. La prima notizia di un luogo di culto nella città ha origini più antiche di quelle di Lourdes: è del 1294 e la tradizione dice che qui arrivò, dalla Palestina, dopo una breve sosta in terra istriana, la casa di Nazareth dove Gesù visse dopo il ritorno dall’Egitto. Visitata da circa 200 santi e beati, e da numerosi Papi, il santuario della Santa Casa di Loreto è un edificio dalla straordinaria valenza artistica che vide all’opera gli architetti e gli artisti più importanti del tempo: Baccio Puntelli, Bramante, Andrea Sansovino, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. L’interno (un’aula lunga 93 metri e larga 60) è uno spazio pensato per accogliere l’enorme massa di fedeli. Tra i gioielli del santuario c’è la Santa Casa: il rivestimento marmoreo disegnato da Bramante come reliquario che celebra le glorie della vita terrena della Madonna. Altri eventi t Marche A Civitanova stival-expò | Graphicfes fe Cartaca4 otntota 09 20 e br 2, 3, 30 settembre, 1, .it ta an ac rt ca w. ww A Pesaro l Mobile e d e n lo a S Domo 360 e 24-27 settembr .com ro www.fierapesa A San Sisto MOSTRA MICOLOGICA REGIONALE 26 settembre-4 ottobre www.sansistofungo.it A Sant’Angelo in Vado 46° MOSTRA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO dal 10 ottobre al 1 novembre www.mostratartufo.it A Cantiano (PU) MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO BIANCO della Valle del Balbano e Bicchiere della Staffa www.tartufobianco.eu A Cupramontana SAGRA DELL’UVA Prima domenica di ottobre www.sagradelluva.com A Morro d’Alba FESTA DEL LACRIMA E TARTUFO DI AQUALAGNA Ogni terzo fine settimana di ottobre Info: 0731/63013 A Macerata LEGUMINARIA ottobre 2009 Mostra mercato e sagra dei legumi, prodotti tipici e mostra micologica. www.leguminaria.it A Montemonaco SAGRA E MOSTRA MERCATO DELLA CASTAGNA www.montemonaco.com A Montefortino FESTIVAL DEL TARTUFO DEI MONTI SIBILIINI www.iltartufodeisibillini.it Ad Ancona FIERA DELLA PESCA 21-23 maggio 2010 www.fieradellapesca.it Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 14:19 Pagina 6 Coniglio al finocchio selvatico tradizionale di San Leo INGREDIENTI per 4 porzioni 1 coniglio grosso (tenendo anche il fegato e i reni) 3 spicchi d’aglio 1 hg di pancetta finocchio selvatico fresco (un mazzetto consistente) vino bianco secco olio, sale e pepe È la ricetta tipica di San Leo. Si prende un coniglio grosso e si lavora bene tagliando la testa e facendolo scolare. Nel frattempo si prepara un infuso con il finocchio selvatico e gli spicchi d’aglio pelati e lasciati interi. Si scola il finocchio selvatico e l’aglio, tenendo l’acqua di cottura. Tritare aglio e finocchio e impastare insieme alla pancetta tritata. Salare e pepare abbondantemente il coniglio dentro e fuori. Spalmare l’interno del coniglio con l’impasto di pancetta, inserire anche il fegato e i reni interi oppure tagliuzzati. Chiudere il ventre del coniglio con stuzzicadenti e legare con lo spago per arrosti. Cuocere in forno, precedentemente riscaldato, a 120° per circa due o tre ore bagnandolo spesso con il vino bianco e l’infuso. l’idea in più ... Ricette marchigiane consigliate da Pane Nostrum Lo Chef della “Trattoria Rimante” di Senigallia propone: Passatelli fatti in casa con crema di ortiche e Casciotta di Urbino INGREDIENTI per 10 porzioni 1kg di pan grattato 12 uova intere 150 gr farina 00 80 gr burro 10 gr. noce moscata 30 gr di sale 200 gr di Grana Padano 500 gr di ortica 250 gr di besciamella Casciotta di Urbino a scagliette per completare il piatto Mettere il pane grattato a fontana e riempire il centro della buca con le uova; aggiungere il parmigiano, una grattata di noce moscata, e sale. Amalgamare con le mani gli ingredienti fino a far raggiungere all'impasto una certa compattezza; intanto portare ad ebollizione il brodo. Far riposare l'impasto almeno cinque minuti. Passare l'impasto a pezzetti nello schiaccia patate a buchi grossi. (sarebbe meglio usare l'apposito attrezzo che consiste in un disco concavo con due maniglie da premere sui pezzi d'impasto ricavandone i passatelli) ricavare i passatelli. Allinearli su un vassoio di carta. Farli cuocere nel brodo fino a quando affioreranno in superficie. Lessare le foglie di ortica in abbondante acqua salata, scolarla e tritarla finemente, aggiungendo la salsa basciamella per creare un composto omogeneo. Scolare i passatelli, aggiungere la salsa e decorare con scaglie di casciotta di Urbino. Eventi da segnalare: Calendario Eventi nelle Marche Mostre A Macerata Palazzo dei Cardinali Pallotta LE STANZE DEL CARDINALE CARAVAGGIO, RENI, GUERCINO, PRETI A cura di Vittorio Sgarbi 23 maggio-12 novembre 2009 www.lestanzedelcardinale.it A Gradara SULLE ORME DEL CIRCO 28 febbraio -1 novembre 2009 www.gradarainnova.com Rievocazioni Storiche www.rievocazionimarche.it Musica e danza A Castelfiardo (Ancona) FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA FISARMONICA 13-18 ottobre www.festivalcastelfidardo.it A Civitanova CIVITANOVA DANZA. FESTIVAL INTERNAZIONALE NEL NOME DI ENRICO CECCHETTI. www.civitanovadanza.it A Pesaro GAD, FESTIVAL NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA www.festivalgadpesaro.it A Fano FANO FILM FESTIVAL 19-24 ottobre 2009 www.fanofilmfestival.it A Corinaldo HALLOWEEN LA FESTA DELLE STREGHE CORINALDO 29-31ottobre www.missstrega.it l’idea in più ... Dolce povero (per quattro persone) 4 fette di pane fresco marchigiano casereccio meglio se cotto a legna Vino Lacrima di Morro d’Alba q.b. Zucchero q.b. Tagliare il pane in diagonale cercando di fare delle fette lunghe, metterle in un piatto spolverare con lo zucchero e bagnare il pane con la lacrima di Morro D’Alba. Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 Tipicità Locali Territorio: Senigallia Pane del Duca Il Pane del Duca è dedicato a Giovanni Della Rovere, nominato Signore di Senigallia, in provincia di Ancona, nel 1474 da Papa Sisto IV. Viene preparato con farina di grano tenero da agricoltura biologica certificata, acqua dei monti opportunamente decalcificata e un lievito ottenuto dal quotidiano rinnovamento del lievito madre. Curiosità non c’è pane marchigiano Per assaggiare il che visitare la fiera internamiglior occasione um (dal 17 al 20 settembre zionale Pane Nostr ni marchigiani di filiera troa Senigallia). Tra i parro, il Pane da Agricoltura allo. verete il Pane al Fa del Duca e il Pang Biologica, il Pane 14:19 Pagina 7 Curiosità nelle lla casciotta avviene La preparazione de me ieri, seco gi og e res sa pe il comcampagne del e affida alla donna condo l’usanza ch ione del formaggio, come raz ito di pito della prepa mpre affidato il comp all’uomo viene da se . macinare il grano Verdicchio Di Jesi Territorio: Urbino Casciotta di Urbino La vera “Casciotta d’Urbino” è prodotta esclusivamente nel territorio della provincia di Pesaro-Urbino, secondo tecniche casearie di radici antiche, consolidate nei secoli, rigidamente regolamentate. L’area geografica in cui è viene prodotta, dal punto di vista pedo-climatico è tranquilla e ha sempre garantito la produzione, in primavera, di un formaggio pregiato. È un formaggio grasso a pasta semicotta, ottenuto con latte di pecora intero in misura variabile da un minimo del 70 ad un massimo dell’80%, e di latte di vacca intero per il restante 20-30% proveniente da due mungiture giornaliere. Il sapore è dolce, caratteristico del latte di provenienza. Territorio: Marche È una tecnica antica quella del Verdicchio, proposta per la prima volta dagli etruschi e poi perfezionata dai galli senoni. Così il vitigno ha iniziato a essere coltivato nelle Marche. Lungo i pendii che stringono la valle dell’Esino il clone originario si è ben acclimatato: la natura del terreno di medio impasto con prevalenza di sabbia, le ore di soleggiamento e i regolari andamenti metereologici contribuiscono alla presentazione di un eccellente vino bianco dall’aspetto cristallino, dal tenue colore giallo con evidenti riflessi verdognoli. Si caratterizza, inoltre, dall’ampio e fragrante aroma con ricordo dell’albicocca dal gusto saporoso e intenso. Territorio: Morro d’Alba (provincia di Ancona) Tartufo bianco e nero Territorio:Jesi Lacrima di Morro Curiosità d’Alba rico Barche nel 1167 Fede Narra la leggenda zzare questo vino allorché, barossa poté appre città di Ancona, scelse posto l'assedio allaora il Castello di Morro come propria dim d'Alba. Tra i prodotti tipici delle Marche il tartufo bianco e nero è uno dei più rinomati. La sua produzione è legata alla natura del terreno, al clima, all’esposizione, alle specie legnose o erbacee con cui il tubero vive: se quello bianco è legato ai terreni marmoso-calcarei e argillosi, quello nero vive in suoli con una componente calcarea elevata. Tutta la zona dell’Appennino pesarese - e in particolare l’alta valle del Metàuro con Sant’Angelo in Vado - è ricca di tartufo bianco pregiato. Curiosità tunno, lta del tartufo, in au Nel periodo di racco rose fiere nazionali tra cui si concentrano numelo in Vado, sede del cenquella di Sant’Angetartuficultura all’avanguartro sperimentale diie di microrizzazione. dia per le tecnolog Nasce da un vitigno autoctono antico, il Lacrima, che veniva tradizionalmente maritato all'olmo e all'acero e si coltivava nelle ricche alberate che caratterizzavano le colline del territorio di produzione. Il nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell'uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando gocciolare (lacrimare), il succo contenuto. Alla vista si presenta colore rosso rubino carico con riflessi violacei. All'olfatto ha un profumo gradevole intenso abbastanza persistente, ampio, fruttato con riconoscimenti di frutta /ciliegia e prugna) e di fiori (rosa appassita e viola mammola). Al gusto è asciutto, leggermente tannico, leggero di corpo abbastanza equilibrato. È un vino che si sposa con i primi piatti tradizionali della regione, con antipasti di pesce azzurro marinato o in carpione con lo stesso vino, con le carni bianche. Va bevuto alla temperatura di 18°C. Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 14:19 Pagina 8 l’itinerario Scopriamo la valle del Metàuro, da Fano a Urbino Si tratta di un percorso adatto per chi ha voglia di attraversare le colline marchigiane alla scoperta di centri minori che hanno comunque molto da raccontare. Partiamo da Fano e dalle sue viuzze dove si passeggia volentieri scoprendo la sua antica storia. Bisogna tornare indietro nel tempo fino a Giulio Cesare che, varcato il Rubicone occupò nel 49 a.C. “Fanum”. Col passare degli anni, poi, troviamo i combattimenti di Federico I Barbarossa, le lotte tra guelfi e ghibellini, il dominio dei Malatesta. Nel borgo ci sono i segni di queste vicende: l’Arco di Augusto, il Palazzo Malatesta, le Arche malatestiane e la Rocca, ma anche edifici interessanti più recenti come il Teatro della Fortuna. Nei dintorni di Fano, verso Mondavio, si può visitare l’eremo di Monte Giove, fondazione camaldolese del 1650. Attraversando le colline si arriva a Orciano di Pesaro, un borgo in cui merita una visita la chiesa di S. Maria Nuova (attribuita a Baccio Pontelli). Siete così alle porte di Mondavio, un altro borgo delizioso caratterizzato dalla sua poderosa Rocca. Oltre il fiume Cesano vi consiglio di dirigervi verso Corinaldo e il pretesto per una visita al paese può essere la Contesa del Pozzo della Polenta (week-end di luglio), una manifestazione che rievoca i festeggiamenti dopo la vittoria riportata dai corinaldesi nell’estate del 1517 contro l’esercito di Francesco Maria I Della Rovere che per venti giorni aveva posto l’assedio al castello senza però riuscire ad espugnarlo. Si prosegue poi per San Lorenzo in Campo dove merita una visita la chiesa di S.Lorenzo, iniziata nel VII-VIII secolo. Le colline e il silenzio continua e le stradine si fanno sempre più strette e suggestive nel panorama marchigiano. La direzione è per Pèrgola, fondata con molta probabilità all’inizio del XIII secolo. Qui è d’obbligo una sosta culturale al Museo dei Bronzi Dorati da Cartoceto, è l'unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo giunto dall’età romana ai nostri giorni. Il complesso rappresenta un probabile gruppo familiare, composto in origine da due coppie di figure femminili ammantate e velate, e da due cavalieri in veste militare d’alto rango, con cavalli riccamente ornati. Ma le sorprese di quest’area non sono finite qui. Non lontano, attraversando una valle di boschi, ai piedi del monte Càtria, c’è un luogo che Dante citò nel canto XXI del Paradiso: è l’eremo di Fonte Avellana. continua/// Nelle immagini, in alto una veduta della Serra S.Abbondio, eremo di fonte Avellana, nell’immagine a sinistra invece, uno scatto delle sale interne del Teatro della Fortuna a Fano. Itinerario Marche mary:Layout 1 15-09-2009 Tipicità Locali Territorio: Marche la porchetta e il salame Tra i simboli della cucina dell’entroterra, la porchetta alla marchigiana viene preparata sia nella misura piccola sia in quella grossa. Per imbottirla si adoperano finocchio selvatico, molto aglio a spicchi interi, rosmarino, sale e pepe, il tutto imbevuto di vino bianco secco. Un altro prodotto tipico della regione è la soppressata di Fabriano: si prepara con carne magra macinata e rimacinata unita a dadi di pancetta, salata, impepata, insaccata nelle budella dello stesso maiale, quindi affumicata e poi stagionata. A Fabriano si trova pure un ottimo salame di carne della coscia non tritata ma tagliata col coltello. 14:19 Pagina 9 La chiesa romanico-gotica ha pianta a croce latina e cinquecentesco è il Crocifisso sull’altare maggiore. A destra c’è la cappella di S. Pier Damiani e l’ingresso all’eremo. Un busto del poeta e una lapide indicano che qui soggiornò Dante. Continuando nell’itinerario incontriamo Frontone e poi Cagli dove svetta il bellissimo Torrione ellissoidale (l’unico elemento rimasto della Rocca commissionata a Francesco di Giorgio Martini dai Montefeltro). La città è famosa per il Palio dell’Oca che si tiene ad agosto, ma anche per ricercare le opere della pittura settecentesca di Gaetano Lapis, nativo del luogo. Tra gli edifici da visitare c’è il Palazzo Comunale e la Chiesa di San Giovanni Battista. Da non perdere il percorso nella Galleria del Furlo, scavata dai romani quando era imperatore Vespasiano. Dopo questo viaggio “sotto la storia” si incontra un altro borgo, Fossombrone, la “residenza di campagna” dei signori di Urbino. Nel 1444 arrivarono qui i Montefeltro e prima era di proprietà dei Malatesta che fecero costruire la Rocca nella Cittadella, tuttora visibile. Fossombrone è l’ultimo paese nelle colline marchigiane prima di Urbino, una delle più affascinanti città delle Marche, se non la più bella dove si trovano alcuni dei capolavori della pittura mondiale, come la Muta di Raffaello. Lo Chef della “Trattoria Rimante” di Senigallia propone: La Panzanella Curiosità iale è gastronomico il ma Dal punto di vista te della regione appennil’elemento unificanto di Carpegna al salame nica, dal prosciut ppa che si lavora ancora di Fabriano, alla cori. con ricette familia Preparata con pane raffermo messo in ammollo con aceto e acqua, poi condito con verdure tritate (sedano, carote, cetriolil, pomodori) e un filo d’olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Si può degustare come antipasto o accompagnata con arrosti di carne o pesce marinato. “Un viaggio nelle Marche, non frettoloso, porta a vedere meraviglie…” G. Piovene, Viaggio in Italia, 1957