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Senza titolo
Nel 1943 viene firmato l’armistizio, il Fascismo cade e i tedeschi da alleati diventano nemici degli
italiani. Mussolini, con il loro aiuto, fonda la Repubblica di Salò, mentre si comincia a organizzare la
Resistenza contro il nazifascismo. Rossana Rossanda, nata a Pola nel 1924, giornalista, in questo brano
racconta come è entrata a far parte della lotta partigiana.
L’otto settembre del 1943 ero a Milano. La Repubblica1 non sedusse nessuno. Il resto furono milizie,
retroguardia del fronte, rastrellavano gli ebrei, facevano operazioni di polizia. Non si poteva più
aspettare. Andai da Banfi2. “Mi hanno detto che lei è comunista” Mi guardò, mi aveva fatto già due
esami, dovette concludere che ero quel che parevo, una in cerca di bussola. ”Che cosa cerca?” Gli dissi
dei volantini3, della confusione del non sapere. Su un foglietto scrisse una lista. “ Legga questi libri, - mi
disse, – quando li avrà letti torni”. A casa lessi tutta la notte, un giorno, due giorni. Tornai a Milano,
filai da Banfi. “Ho letto”. Tutto? Annuii. Che cosa devo fare? Mi dette un nome, una signora, una
professoressa di Como. Vi andai, mi aspettava. Ebbi a che fare con lei per un anno e più. “ Devi avere
uno pseudonimo, - mi disse. – Ti chiamerai Miranda. Ti va?” Miranda, che nome cretino. Mi incaricò di
seguire la sorella o qualcosa di simile d’un detenuto del quale si preparava l’evasione, un partigiano
straordinario, Luciano Raimondi. Questa era una creatura di mezz’età un poco svanita, spaventata, le
portavo da mangiare, la calmavo. Mi stufavo, ma l’evasione riuscì, mettemmo in salvo la signora e
chiesi di fare cose più serie. La professoressa mi diede un altro nome e indirizzo. Era un negozio di
valigie. Dovevo passarvi davanti per prendere il mio tram. Venendo da Milano, qualcuno mi avrebbe
aspettato alla stazione a Como, avrei consegnato quel che dovevo e avrei incontrato il valigiaio. Era lui
il cardine, avrei lavorato con lui.
La sera vi andai. La valigeria era modesta, un po’ nascosta. Era la prima volta che andavo a un
appuntamento con qualcuno di cui non sapevo nulla. Entrai nel mezzo sole di fine giornata. C’era un
cliente. Mi fermai un po’ indietro. Quando quello uscì mi feci avanti. “ Sono Miranda” Guardai l’uomo
brizzolato, un viso serio, gli occhi chiari, che guardava me. Ci domandavamo qualcosa. Ci mettevamo
nelle mani l’uno dell’altra. Anche tu? Si, anche io. Molti attraversano la vita senza conoscere questo
rapporto che per molto tempo avrei avuto, allora e dopo, dovunque andavo, e non ha pari. Remo
Mentasti, si chiamava.
[ riadattato da Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Einaudi]
1) Riassumi il brano usando al massimo 70 parole.
2) Scrivi una pagina del diario di Rossanda e scegli di raccontare uno degli episodi accennati nel
brano: la decisione di entrare nella Resistenza, l’incontro con Banfi, la fuga del detenuto, uno
degli incontri con la sorella, l’incontro con la professoressa o con il valigiaio( min. 150 parole).
3) L’autrice all’epoca dei fatti aveva 19 anni, la tua età, e in un altro passo del libro dice che
bisognava scegliere “fra tedeschi e alleati”. Svolgi una delle due tracce che seguono
a)
Anche noi possiamo fare ogni giorno alcune scelte per contribuire alla costruzione di un mondo
più giusto, per esempio scegliendo di non comprare tappeti che sono stati fatti dai bambini. Ti
capita mai di utilizzare questa forma di protesta? Pensi che sia efficace? (min. 150 parole)
b) Racconta un episodio in cui ti è capitato di dover fare una scelta “importante”: che ti ha fatto
capire che tipo di persona sei o vuoi essere, quali sono le tue convinzioni e i valori in cui credi. (
min. 150 parole)
1
La Repubblica: la repubblica di Salò.
Banfi: uno dei suoi professori dell’università.
3
volantini: dei partigiani che invitavano a combattere il Nazifascismo.
2
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