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3.11 Olivero - Comune di Bra
3.11 · UN DIARIO OTTOCENTESCO DA POLLENZO 329 Giornale Dal giorno della mia laurea da ingegnere 3. Agosto 1849. in poi fino al 1 Gennaio 1850. * (pag. 1) Venerdì 3. Agosto 1849 Presi la laurea da ingegnere a pieni voti; fui molto allegro tutto il giorno e andai in giro a portare Tesi. Sabato 4. Agosto 1849 Oggi come ieri portai Tesi, e stetti allegramente cogli amici e coi parenti. Domenica 5. detto Fui a Moncalieri, col papà e la sorella mi annojai orribilmente. Ritornai a Torino. Andai alla filodrammatica, ebbi la proposizione di partire coll’ingegnere Vigitello per Polenzo per una missione non ben nota. Lunedì 6. detto Fui dal Sig. Testa (?) presentato al Sig. Ingegnere Vigitello, e convenimmo della partenza come segue. (pag. 2) Lunedì 6. Agosto 1849 Partii vero le otto di sera col Sig. Ingegnere Vigitello per una missione speciale alla tenuta di Polenzo. Martedì 7. Agosto Giunsi a Bra alle due dopo mezzanotte dormii all’albergo della Corona grossa partii alle 7. di mattina in un calessino per Polenzo vi giunsi verso le 9: feci conoscenza dell’Economo persona assai compita, d’origine lombarda fatto dejeuné alle dieci visitai parte del Castello, i soterranei ecc. Alle 2 dopo mezzogiorno fecimo un giro scientifico in vettura attorno alla così detta isola, pranzai all’albergo di Roddi e dopo aver passeggiato un poco e ciarlato un altro pochino col curato e col custode del castello andai a dormire verso le 9 di sera. Scrissi a Mio padre. (pag. 3) Mercoledì 8. detto. M’alzai verso le 6. dopo d’aver dormito saporitissimamente. fecimo alcuni studi su varii disegni sino verso le 9., fecimo quindi colazione con caffé e latte: cercati quindi uomini che ci ajutassero partimmo per la prima mia escursione agrimensoria, e coll’ajuto di carte e tipi ridussimo a sito alcuni siti e particolarmente la grande cinta del parco, la strada comunale, con il gran ponte in ferro di bellissima costruzione. Dopo aver lavorato per un ardente sole e poscia per un gagliardo vento ci ridussimo a casa e verso le sei andammo a pranzo ritornati, seppimo che il Conte Rorà ed altri signori visitavano il R. parco, ci recammo loro incontro e fecimo personal conoscenza del Signore e della Signora segretarii persone garbatissime poi della Contessa ed altre due grandi signore ed alcuni altri signori, della famiglia e conoscenti Rorà che ci invitarono d’andare (pag. 4) al loro tenimento a Bra. Ci ridussimo poscia in casa dell’Economo dove dopo esserci trattenuti assai agreabilmente ce ne andammo a dormire verso le 10. Giovedì 9. detto La giornata l’impiegai come jeri, rilevammo la piazza la chiesa ed adiacenza. Dopo il pranzo andai in casa dell’economo dove feci conoscenza del dottor Astegiano di Monticelli persona amabilissima, che mi invitò ad andarlo a trovare. Venerdì 10. detto Oggi festa per la Diocesi d’Alba; lavorammo al solito, meno però di ieri andammo a messa alla sera dopo pranzo fecimo visita * Viene qui presentata la prima parte del Giornale redatto da Luigi Ferrero, cioè il resoconto della sua permanenza a Pollenzo, nel periodo compreso tra il 3 agosto e il 13 ottobre 1849. Le pagine del diario non sono numerate, perciò la numerazione progressiva riportata tra parentesi tonde è stata inserita per rendere più agevole la consultazione del testo. Laddove la lettura appariva incerta è stata riportata la dicitura più probabile seguita da un punto interrogativo tra parentesi tonde o, nei pochi casi in cui la grafia era del tutto incomprensibile, ci si è limitati a segnalare la difficoltà ricorrendo ancora al punto di domanda posto tra parentesi tonde. Non sono stati effettuati interventi di tipo redazionale per quanto concerne la punteggiatura e la forma. al segretario ed a sua moglie che ci accolsero da veri provvinciali gentilissimamente però, venuti in casa dell’Economo trovammo sua moglie ed un suo bimbo ammalati ridotto in casa scrissi tre lettere una a mio padre in cui gli chiedo un metro, e della carta da lettere e l’invito a farmi fare un pajo di scarpe scrissi pure all’amico Annibale Rossi ed alla Damigella Clara Chouchoux. (pag. 5) Sabato 11. detto Ricevetti al mattino una lettera di mio padre in data del 9. lavorai sino verso le 12. uscimmo quindi in campagna ove si stette sin verso le sei ritornati a pranzo si stette assai allegri e progettammo per domani una gita a Bra ed insieme una gita a Cherasco; dopo qualche chiacchera (?) ed aver preso la benedizione alla chiesa parrocchiale ce ne andammo a dormire che erano le 9. circa. Domenica 12. detto. Al mattino mi alzai alle 5.1/2 andai col domestico a Bra mi feci tagliare i capelli e la barba, per 10. soldi, andai al caffè, ne presi 4, ritornato a Polenzo, presi qualche misura; feci colazione ancora al letto, poscia a mezzogiorno uscii in campagna e lavorammo sino alle cinque e mezzo ridottici in casa pranzammo e molto presto andai a dormire perché assai stanco. (pag. 6) Lunedì 13. detto Mi alzai alle 6. lavorai sino alle 91/4 feci colazione quindi alle 93/4 si uscì in campagna dove si lavorò moltissimo sin alle 6. di sera pranzai, feci quattro passi quindi mi posi a scrivere al padre per chiedere alcune cose di cui avevo bisogno, quindi me ne andai a letto. Martedì 14. detto Mi alzai alle 6. lavorai assiduamente fino alle 10. feci colazione, poi andai in campagna; verificammo alcune operazioni di ieri poscia continuammo il nostro rilevamento; verso le cinque e mezza ci sorprese la pioggia: la vettura giungeva in quel momento, 330 C A P I T O L O I I I - PA R T E T E R Z A vi salimmo ed in poco tempo fummo a casa dove dopo pranzato andammo a far visita alla puerpera Madama Becher giovine signora tedesca assai amabile; fatti poscia pochi passi ci riducemmo a casa e poscia a letto. (pag. 7) Mercoledì 15. detto M’alzai solo verso le sei e mezzo; lavorai dietro ai disegni fino alle 10; fatta poi una succosa colazione andai a messa ove ebbi campo a bearmi nelle armonie di tre cantanti di canto fermo; fatta poscia un po’ di corte a Mad.ma la Segretaria si andò a lavorare in campagna sino alle 6. ridotto a casa pranzai allegramente andammo a passeggio; quindi mi rimisi al lavoro sino alle 10. poscia me ne andai a dormire. N.B. questa mattina ho ricevuto quattro lettere, di mio padre, di mia sorella di Elisa e Letizia Chouchoux: oltre a due metri che rispedirò, Carta da lettere, spazzola per capelli, pomata, ed (?). (pag. 8) Giovedì 16. detto M’alzai alle cinque dopo aver dormito pochissimo, l’ingegner Vigitello era già partito per Bra onde ricevere una cavalla coll’Ingegner Michela; mi sentivo assai male, passeggiai un poco, andai al caffè, poscia mi ridussi a casa a lavorare, giunse verso le nove la vettura cogli ingegneri Michela e Vigitello, e le signore. si stette assai allegri, si visitò le cantine e i granai dell’Agenzia che sono vastissimi non però troppo ben tenuti. andammo a veder il castello che è una bellezza sia per la disposizione interna come per l’eleganza e buon gusto dei mobili, eccetera (?). Lavorammo in seguito un poco, poscia andammo a tavola, indi ci recammo a veder l’altra cantina sotto al colle di S.ta Vittoria, è formata da un bel corpo di casa, e da una cantina composta da dieci gallerie parallele, e che traversa tutta la collina. il lavoro non è ancora a metà ma tuttavia ci saranno già più di 40000 bottiglie di sciampagna. Non è d’uopo il dire che si furono anch’esse visitate dalle notabilità del luogo dopo l’ultima delle quali si andò a letto. (pag. 9) Venerdì 17. detto M’alzai per tempo lavorai un poco feci colazione indi in compagnia di Mma Michela, suo marito e l’ingegner Vigitello facemmo un giro in vettura per vedere quanto di bello contiene il tenimento. Ridottici a casa pranzammo, poscia andammo a far visita a Mad. Becher. I coniugi Michela partirono verso le quattro, e noi ci recammo in compagnia di Mma Confalonieri alla fiera di Bra dove annojatici passabilmente un po’ ce ne ritornammo a casa assai stanchi. Ridottomi nella mia camera, scrissi ad Elisa Balici, Elisa e Letizia Chouchoux quindi sorpreso dal sonno me ne andai a letto. (pag. 10) Sabato 18. Agosto 1849. Mi alzai al solito, lavorai, ricevetti una lettera di mio padre del 16. corta con cui mi annunciava il prossimo arrivo di alquanta roba che gli avevo chiesta; feci colazione, poi andammo in campagna ove si lavorò moltissimo fino alle sei; venuti a casa pranzammo quindi andammo nel parco a passeggio col Segretario e sua moglie, e dopo poche chiacchiere ce ne andammo a letto. Domenica 19. Agosto. Mi feci svegliare molto per tempo coll’intenzione di andare a Bra, ma siccome pioveva restai uscii un po’ a passeggio, andai a sentire un po’ di predica, poi rientrai a lavorare fino alle 91/2. fatta colazione partii in Borghé stante la pioggia ed andai a Bra per ritirare la mia roba dal velocifero, fra essa vi era una lettera di mio padre ed una dell’amico Rossi: ritornato e dato resto al fattorino seguitai a lavorare sino alle 91/2. pranzai, ed andai a far le due solite visite poi mi ridussi a casa per dormire. (pag. 11) Lunedì 20. Agosto 1849. Mi alzai alle 61/2 lavorai a tavolino sino alle 10 feci colazione indi uscii in campagna dove ristetti sino alle 61/4 pranzai andai a fare una visita e me ne venni a dormire. Martedì 21. Agosto 1849. Mi alzai tardi, erano le sette; lavorai fino alle 10 quando feci colazione, andai in campagna, dove lavorai con poca soddisfazione sino alle 61/2 ritornato pranzai, vedemmo Mad.ma Becher, poi Mad.ma Ricci, quindi tornato a casa trovai Msr. Becher ed il suo socio, che mi intrattennero alcun po’ quest’ultimo suonando discretamente la chitarra. Imprestai al primo il mio compasso tascabile spero domani me lo restituirà sano e salvo. Nulla di nuovo che l’arrivo di una lettera dell’Inte[ndente] Castagneto che raccomanda la premura. (pag. 12) Mercoledì 22. Agosto 1849. Nella notte mi sentii assai male e dormii poco al mattino mi alzai per tempo e subi- to andai in campagna a riconoscere alcune case feci quindi colazione; poi vi tornai, e vi stetti fino alle 6. pranzammo, quindi accompagnammo il Sig. Vigitello sino alla salita di Bra dove egli si recava per aspettare i suoi ragazzi che devono arrivare domattina ritornato per un umido terribile mi ridussi in camera e scrissi alla sorella alcuni dettagli sul mio modo di vivere in codesto borgo. Giovedì 23. detto Questa mattina ricevetti una lettera di mia sorella poi prima dell’arrivo del Sig. Vigitello coi suoi figli e l’abate Costamagna andai a misurare due laghi passando per due conche: ritornato fecimo colazione insieme quindi si uscì per lavorare in campagna, ci fermammo fino alle sei; venuti a pranzo si uscì pochi momenti, poi ci ridussimo in casa a calcolare tutte le parti della nostra operazione nell’isola finalmente andai a letto. (pag. 13) Venerdì 24. detto. Mi alzai di buonissimo mattino, e subito mi posi al lavoro, poi si fece colazione, indi uscimmo in campagna dove si rimase fino alle cinque e mezzo, venuti a pranzo dopo andammo nel giardino del Sig. Segretario Ricci, col parroco e tutta la comitiva, ritornati a casa fecimo quattro chiacchiere poi ce ne andammo a letto. Sabato 25. detto. Questa mattina si fece il funerale a S.M. il Re Carlo Alberto di felice memoria, dopo si lavorò moltissimo con nessuna particolarità notabile. Domenica 26. detto. Questa mattina mi alzai molto per tempo mi recai a Bra dove con sorpresa e piacere incontrai mio padre e mia sorella venimmo uniti a Polenzo, dove feci loro vedere, per quanto l’accresciuto e pressante lavoro mi permetteva, tutto il più bello del paese, e della tenuta; si stette passabilmente allegri, quindi si andò a dormire il meglio che il poco sito permetteva. (pag. 14) Lunedì 27. d. Alzatomi assai per tempo lavorammo tutto il giorno, mio padre e la sorella andarono a Cherasco, fecimo ancora una passeggiatina assieme e poi alla sera accompagnammo sino a Bra l’ingegnere Vigitello che vi andava per aspettare sua moglie che doveva arrivare nella notte e venuti a casa ce ne andammo a letto. 3.11 · UN DIARIO OTTOCENTESCO DA POLLENZO Martedì 28. d. Questa mattina alle otto arrivò l’ing. Vigitello con sua moglie e bambini, si lavorò maledettamente pel prossimo arrivo dell’inten.te Castagnito; dopo colazione mi prese un forte singulto che mi durò tutto il giorno facendomi stare assai male, a pranzo si stette sufficientemente allegri, alla sera accompagnai mio padre e sorella alla diligenza, quindi me ne ritornai a dormire. Mercoledì 29. d. Fui svegliato questa mattina e mi sentivo malissimo, per aver dormito poco, e pel singulto che continuava; lavorai come un disperato sino verso le 10. poi andai al gran funerale che facevano fare la regina madre, ed i figli al Re Carlo Alberto (pag. 15) fu tutto il giorno un continuo andirivieni pranzammo soli madama ed io coi ragazzi; e poi usciti un po’ me ne andai col sig. socio di Becher a fare una passeggiata in barca sul lago, ritornato scrissi un po’ quindi me ne andai a letto. Giovedì 30. d. Svegliatomi d’assai buon mattino mi posi al lavoro, fecimo allegra colazione, poscia andammo in campagna, ove si lavorò molto ma con soddisfazione, ritornammo pel pranzo, si stette allegramente si fece un po’ di ricreazione, quindi si andò a dormire, molto lieti. Venerdì 31. d. Mi alzai discretamente di buon mattino si lavorò sino alle dieci si andò a lavorare, e si stette allegramente e si pranzò assai bene, si andò in visita da M. Ricci e poi ce ne venimmo a casa a dormire. (pag. 16) Sabato 1° Settembre Mi alzai per tempo lavorai indefessamente fino alle 10, uscii in campagna, fecimo l’intero rilevamento del Tanaro, nella parte superiore, ci stancammo orribilmente poscia ce ne andammo a dormire di buona voglia. Domenica 2. d. Mi alzai per tempo, andai a Bra a farmi radere, poi ritornato lavorai un poco quindi andai a messa poscia a passeggio quindi di nuovo a lavorare, e finalmente di nuovo a passeggio, e poi a pranzo, non fecimo gran cosa, e mi annnojai passabilmente; non appena dopo il Rosario a cui assistetti ebbimo la visita dei coniugi Ricci, la quale ci seccò passabilmente. (pag. 17) Lunedì 3. Settembre Questa mattina mi alzai discretamente per tempo lavorai al solito sino alle 10. poi fatta colazione andammo a rilevare il parco però nelle vicinanze dell’Agenzia; si lavorò allegramente e di buona voglia, sino alle cinque, si andò a pranzo dopo si fecero alcune chiacchiere quindi partii col Borghé per Bra onde accompagnare l’Abate Costamagna che doveva partire per Torino; smontammo alla Corona grossa si bevette una bottiglia con un tedesco fabbricante di botti a Polenzo; poi andai al teatro dove in un bruttissimo teatrino recitava una assai meno che mediocre compagnia poco favorita al colto pubblico di Bra il quale ama meglio una buona bottiglia che una buona commedia: andai anche ed eran verso le dieci si sera a vedere così di sfuggita la fabbrica della birra che è in un bellissimo sito, quindi verso le undici ritornai per dormire. (pag. 18) Martedì 4. Settembre Questa mattina nulla di nuovo; ricevetti una lettera di mia sorella nella quale mi annnunzia l’arrivo per domani di un pacco di roba pulita e di lettere; ne ho spedita io ieri ad ella un pacco, con un pajo di calzette col mezzo dell’Abate Costamagna, spero le avranno ricevute; Andai in campagna e seguitai il rilevamento del parco, si lavorò discretamente si andò a pranzo, e dopo qualche nojosa chiacchiera a letto. Mercoledì 5. Settembre Levatomi discretamente per tempo, si lavorò fino alle 10. poi fatta colazione si andò con tutta la famiglia Vigitello e Mad. Laneri fino a Verduno; fummo sorpresi dalla pioggia per istrada; che cessò poco dopo il nostro arrivo; fummo seccatissimi dalle accoglienze ricevute e ce ne tornammo pel pranzo, al quale ci fece compagnia Mad.a Laneri, poi me ne andai a letto; questa mattina ricevetti un pacco di roba con lettere. (pag. 19) Giovedì 6. 7bre 1849 Mi alzai verso le sette lavorai tutto il giorno in casa attorno al tipo: pranzammo ridemmo un po’ ed alla sera scrissi a mio padre. Venerdì 7. 7bre 1849 Oggi compie un mese che sono a polenzo. Lavorammo ancor oggi tutto il giorno in casa: con nulla di nuovo. Spedii una lettera a mio padre. Sabato 8. 7bre 1849 Oggi festa della Madonna dei fiori. M’alzi molto per tempo lavorai sino alle 10. inde- 331 fessamente, feci colazione, poi andai alla messa grande, feci una visita a M.r Ricci, poi andai un po’ a spasso con M.r Vigitello quindi dormii un poco. Dopo si pranzò che erano le tre e mezzo (pag. 20) ed alle 4. e mezzo si partì per Bra dove celebravasi il settenario della madonna andai a visitare la capella che è assai graziosa massime all’altar maggiore, ed è adorna di una bellissima lampada d’argento cesellato ritornati a Bra assistei ai fuochi d’artifizio che furono assai belli; il Sig. Vigitello prese i posti nella diligenza per me, e per la mia famiglia; finalmente ce ne ritornammo a casa a dormire. Domenica 9. 7bre 1849. M’alzai svegliato dall’ingegnere, lavorai sino alle 10. feci colazione, andai a messa quindi ritornai a lavorare e seguitai sino alle cinque: ebbimo la visita della Sig.ra Marchesa Botta di Milano andammo a pranzo; dopo fecimo con Mad. una visita al Sig. Cluk che è ammalato, quindi a Mad. Ricci che mi incaricò di far cangiar la montatura a’ suoi occhiali, poi ritornati a casa, andai dall’economo con cui mi trattenni alcun poco a discorrere, dei ripari fatti contro al Tanaro, poco dopo me ne andai a dormire. (pag. 21) Lunedì 10. 7bre Alzatomi al solito, si lavorò fin assai tardi fatta quindi colazione uscii per alcune misure nell’isola; ritornato seguitai a lavorare sino alle quattro, dopo andai a far visita a M. Cluk, ed al Sig. Becker; venne a trovarci la Sig. Dam.la Orsola, che restò con noi, e feci conoscenza del Teologo Astesano che fece la fabbrica delle Sacramentine; verso sera dopo pranzo partii con M.r Vigitello e la sua famiglia in una vettura per Bra, d’onde poi partii per Torino ove arrivai alle tre dopo mezzanotte, dopo poche parole colla mia famiglia mi posi a letto. Martedì 11 7bre. Mi alzai discretamente tardi, feci colazione e toeletta poi andai a vedere le Chouchoux poi incontrai M.a Panza, indi andai da M.a Vigitello, poi da M.a Morelli, portai ad aggiustare il parapioggia, il tiralinee (pag. 22) e gli occhiali di M.a Ricci, poi me ne venni a pranzo; mangiai, poco; dopo andai in Casa Badoglio, Casa Peyron, Casa Boroli e finalmente ritornai a Casa Chouchoux dopo le Dam. Cantarono vari bei pezzi ri- 332 C A P I T O L O I I I - PA R T E T E R Z A tornato a casa dopo una cena in cui mangiai con buonissimo appetito e poi me ne andai a letto. Mercoledì 12. 7bre Mi alzai alle 91/2 uscii feci varie commissioni; si pranzò alle quattro accompagnai mio padre e mia sorella alla vettura per Mondovì; quindi fatta ancora qualche commissione andai dalle Chouchoux quindi a letto. Giovedì 13. 7bre Partii alle cinque per Polenzo, giunsi a Bra alle 10 e tre quarti, il cocchiere col Borghé mi attendeva vi salii giunsi alle 111/2 a Polenzo; feci un boccone di colazione quindi uscii a lavorare in campagna sino alle 41/2 di poi si pranzò (pag. 23) quindi poco dopo facemmo dei calcoli sino alle nove, finalmente andai a letto assai stanco. Venerdì 14. 7bre 1949 Oggi nulla di nuovo, se non qualche piccolo cambiamento nell’orario. Abbiamo anticipato il pranzo alle quattro e quindi siamo usciti al passeggio e poi abbiamo lavorato sino alle 81/2. Sabato 15. 7bre 1949 Mi alzai molto per tempo ci posimo a controllare il tipo, lavorammo sino alle quattro disperatamente, pranzammo, quindi fatti quattro passi ricominciammo a calcolare e seguitammo sino alle 10. stanco da non poterne più me ne andai a letto. Domenica 16. 7bre Mi alzai più per tempo ancor di ieri; seguitammo lo stesso lavoro sino alle 10; facemmo colazione andammo a messa, ed al mezzo giorno, ricominciai e terminammo alle quattro i calcoli almeno per la maggior parte; pranzammo ed uscimmo a prender un po’ d’aria rientrato lavorai ancora un po’ e scrissi una lettera alla mamma incaricandone l’abate Ricci --- lavorai sino alle 11. e poi stanco me ne andai a letto. (pag. 24) Lunedì 17. 7bre Oggi dopo lavorato sino alle 10. e fatto colazione andai a rilevare il ponte corto la 2° (?) ed il ponte canale; quindi lo scaricatore dei laghi e finalmente la croce, ritornato pranzai fecimo una visita in casa Ricci; ritornati ci posimo nuovamente a lavorare sino alle nove; dopo scrissi alla sorella a Mondovì e poi me ne andai a letto. Martedì 18. 7bre Lavorai sino alle 9. feci colazione quindi andammo a rilevare la casa parrocchiale, e parte della Chiesa; si lavorò sino alle sei di sera. Dopo pranzammo fecimo una visita al sig. Cluk che è sempre ammalato, lavorammo ancora sino alle 9 e mezza, e poi mi ritirai nella mia camera mentre un vento terribile, e un tempo orribile rendono vieppiù brutto questo soggiorno. Mercoledì 19. 7bre Seguitai la misura per l’esterno nella Chiesa, e particolarmente le pietre da taglio ed i marmi, facendo i disegni degli altari; del resto nulla di nuovo. scrivo alle Dam. Olimpia, Solaro, Letizia, Rossi, Elisa Boroli. (pag. 25) Giovedì 20. 7bre 1849. Mi alzai un po’ tardi, trovai il Sig. Vigitello che non si sentiva bene, per male al collo presi qualche piccola memoria, quindi uscimmo assieme per le misure dei coperti dei portici e cornici annessi , ritornati, sentendosi egli più male si pose a letto, io feci colazione e poco dopo uscii di nuovo, per la misura dell’Agenzia, e particolarmente del tetto. Pranzai col medico Astegiano, feci ancora qualche cosa, quindi ritiratomi in camera feci ancora lunga conversazione col sud.to dottore, a cui mostrai il sonetto della Dam. Boroli alla quale mi incaricò di fare i suoi complimenti, finalmente me ne andai a letto. Venerdì 21. 7bre. Alzatomi, andai dal Sig. Vigitello che si sentiva un po’ meglio, presi il caffè, poi uscii, per la misura dell’Agenzia, ritornai per la colazione copiai una lettera diretta al Patrim. Dogliotti uscii di nuovo e ritornai verso le cinque pranzai solo, dopo, mi posi a far qualche noterella nalmente letto ancora un po’ del manuale dell’estimatore me ne andai a letto. Domenica 23. 7bre Oggi alzatomi assai di buon’ora mi posi subito a lavorare, essendo anche prestissimo per un umido terribile per cui ebbi tutto il giorno i piedi gelati fatta colazione andammo alla messa grande, quindi fatto quattro chiacchere con M.a Ricci e la Sig. Becker ricominciammo a lavorare e seguitammo indefessamente fino alle sei, pranzammo, e poscia andammo a far quattro passi, prima di uscire (pag. 27) facemmo a M.a Becker la facezia di rubarle tre fasce che al nostro ritorno dopo allegra e dilettevole cena restituimmo, stanchi della giornata ci ritirammo, per dormire. Oggi abbiamo pressoché terminato l’Agenzia e domani incominceremo il castello, speriamo d’aver ben presto terminato. Lunedì 24. 7bre 1849 Oggi incominciammo i lavori del Castello feci questa mattina alcune piante di esso poi recatomi nel luogo le rettificai completamente perché affatto fuori di scala; lavorai sino verso le sei e ebbi in Castello la visita del Calzolajo Coppa poi ci fu la Marchesa Cirié con molto codazzo, quindi la principessa S.V. con altro seguito essa pure: pranzammo assai tardi, dopo scrissi alla mamma, e finalmente dopo ancora un po’ me ne andai a dormire. Martedì 25. 7bre 1849 M’alzai presto, principiai a formare la pianta dei sotterranei del castello che mi diede molto a studiare, lavorai (pag. 26) ed a registrare le note prese lungo il giorno, ebbimo la visita di Mr. Ricci, che accompagnai a casa quindi mi ritirai; scrissi al Sig. Boroli in risposta alla sua lettera, feci ancora un po’ di conversazione col Dottore, quindi me ne andai a letto. (pag. 28) indefessamente fino alle 6. e quasi la compii, domani però ci farò ancora delle aggiunte, pranzammo e dopo andammo a vedere il Parroco, ed il Segretario ritornati, dopo d’aver presa qualche nozione dal Fattore, ci posimo a far calcoli, e seguitammo sino alle 11 1/2 dopo me ne andai a letto. -- questa mattina ricevetti una lettera del Sig. Briata. Sabato 22. 7bre Alzatomi feci due piante dell’Agenzia, poi fatta colazione, uscii coll’ing.re che si sentiva molto meglio, e seguitammo le misure, sino verso le sei durante il giorno feci ancora la pianta delle cantine sul posto; pranzammo, e dopo verificato e comunicato varie note, visitai il Cluk che va sempre un po’ meglio, poi scrissi a mia sorella fi- Mercoledì 26. 7bre Mi alzai un po’ tardi, mi posi immediatamente al lavoro, che riuscì assai faticoso dovendo arrampicarmi per lunghe scale a mano, onde prender delle misure attorno al castello: fecimo quindi dejeuné, poi feci la pianta di quasi tutto il primo piano, detto pian terreno, quotando tutto sul posto; assai stanco andai a pranzo dopo uscii a pas- 3.11 · UN DIARIO OTTOCENTESCO DA POLLENZO seggio, ritornato, si esaminarono vari disegni del castello, e si pensò al miglior modo di usarne finalmente, scrissi al Sig. Briata, e quindi me ne andai a letto. (pag. 29) Giovedì 27. 7bre Alzatomi discretamente per tempo ricominciai i miei lavori, spedii lettere al Sig. Briato ed a mio padre a Caraglio e terminai il primo piano del Castello, dopo colazione per timore della pioggia salimmo a misurare i coperti; ed io particolarmente quelli della torre rotonda. Verso sera non mi sentivo troppo bene andammo a pranzo, ebbimo la visita del Sig. Enrici e di sua moglie, poi lavorammo ancora sino alle dieci, quindi ce ne andammo a dormire che pioveva a rotta di collo. Venerdì 28. 7bre M’alzai tardi mi posi subito al lavoro, da principio un po’ lentamente, ricevetti nel frattempo lettere di mio padre mia sorella e del Sig. Briata che mi fecero assai piacere; dopo colazione, mi rimisi al lavoro con maggior alacrità (pag. 30) e della giornata feci compiutamente le piante degli appartamenti Reali, con tutte le adiacenze, formanti il 2° piano, e parte di uno spaccato, e della facciata. Andammo a pranzo, e dopo passeggiando ricevemmo per Domenica l’invito di pranzo del Sig. Enrici; rientrati, fecimo qualche calcolo, e poi venuto il Sig. Becker si parlò di varie cose, e particolarmente della fabbrica del Champagne, e di costruzioni di cantine. Stanchi, ed annojati ce ne andammo a letto. Sabato 29. 7bre 1849 Oggi ricevuta una scatola con dell’uva e dei dolci dentro e due lettere delle sorelle Chouchoux a cui risposi questa sera; scrissi pure alla sorella; lavorai attorno allo spaccato del Castello ed alla facciata a levante, pranzammo un po’ più presto, poscia con casa Enrici andammo a Moscatello a veder la cantina, e fabbricato annesso, assaggiai il Champagne che poi mi fece un po’ male, ritornati, lavorammo ancora un poco, quindi me ne andai a letto. (pag. 31) Domenica 30. 7bre 1849. Di buon mattino mi posi al lavoro, alacremente, e feci tutta la sezione trasversale del Castello; poi si andò a messa, e quindi a casa Enrici che ci avevano invitati a pranzo, che fu assai abbondante se non del tutto squisito, dopo si ritornò immediatamente al lavoro, e verificai tutta la pianta delle soffitte. Venuta la notte fecimo una breve passeggiata quindi ricominciammo allegramente a calcolare, e seguitammo fino alle dieci. Lunedì 1.o 8bre. 1849. Lavorai assiduamente attorno alla formazione del disegno degli scomparti del salone a pranzo poi della facciata e di varii camini; mi sentivo poco bene pranzammo allegramente, e più allegramente ancora però attendo un pranzo da darsi giovedì a tutte le autorità locali in (pag. 32) segno di addio, fecimo i primi inviti, e poi discretamente stanco me ne andai a dormire, la notte scorsa non avendo potuto chiuder occhio. Martedì 2. 8bre. Mi alzai molto per tempo, e per una fitta nebbia e grande umidità mi recai a rilevare il casino delle Api, poi il cancello all’estremità del parco. e finalmente il ponte di ferro dell’Isola verso mezzo giorno me ne ritornai con un po’ di mal di capo feci colazione, ma mangiai pochissimo, dopo andai sino al ponte di Verduno pel rilevamento del medesimo, ma il mal di capo essendo accresciuto, dovetti abbandonare il lavoro, e ritornarmene; mi posi a letto, con una fortissima febbre; mezz’ora dopo giunsero mio padre e mia sorella che già aspettavo; e per tutto quel giorno fui male; la notte la passai un po’ meglio. Mercoledì 3. 8bre. Sentendomi meglio mi alzai un poco, ma dopo mi ripiglio la febbre assai forte, e non potei (pag. 33) a meno di rimettermi in letto, presi varii rimedi ebbi la visita del medico che dichiarò essere piccola cosa, e null’altro di nuovo. 333 Giovedì 4. 8bre. Segue la malattia sullo stesso tenore. Vi fu gran pranzo dato dal mio capo nel castello a cui intervennero tutte le primarie autorità del paese. Venerdì 5. 8bre. Segue la malattia con miglioramento. Sabato 6. 8bre. Recrudescenza della malattia. Domenica 7. 8bre. Miglioramento per cui potei alzarmi ed assistere al pranzo dato da Mad.ma Becker a cui intervennero pure le autorità predette, il capo, mio padre, mia sorella. Lunedì 8. 8bre. Mi sentii peggio però verso mezzogiorno partii per Torino, dove arrivai alle 7 e mezza di sera; al mattino ebbi la visita al letto (pag. 34) del Sig. Intend.te Patrimoniale Dogliotti che già altra volta mi aveva favorito. Martedì 9. d. Segue la malattia, ricevute alcune visite. Mercoledì 10. d. La malattia è dichiarata febbre terzana e prendo i rimedi del caso, ricevetti visita dalla Sig.ra Vigitello. Giovedì 11. d. La febbre essendo cessata mi sentii meglio ed alla sera fui a casa Chouchoux dove si fece musica. Venerdì 12 d. Attacco di febbre nella notte, fui male andai però a vedere l’arco d’ingresso, e l’entrata della salma del buon Carlo Alberto. Sabato 13 d. Stetti bene fino a mezzogiorno, poi mi riprese la febbre e fui male sino a notte avanzata. ricevetti la visita del Sig.r e Sig.ra Vigitello.