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Le Anguane: mogli, madri e lavandaie

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Le Anguane: mogli, madri e lavandaie
Le Anguane: mogli, madri e lavandaie
Author(s): Daniela Perco
Source: La Ricerca Folklorica, No. 36, Leggende. Riflessioni sull'immaginario (Oct., 1997), pp.
71-81
Published by: Grafo s.p.a.
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/1480113
Accessed: 14/12/2010 06:27
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Le
Anguane:
mogli,
madri
e
lavandaie
Daniela Perco
<perchesan benche tusey sola eguana
con quellecarnieburneoverdi setta,
cheparon lattecon colordi grana"
(Francescodi Vannozzo)1
denti, sedere di dimensioni ragguardevoli(per giustificare
l'ampiezzadei sedili), vestite di nero, vecchie, che si cibavano di fruttiselvatici e si incontravanoall'imbrunireintentea
fare il bucato4.La verbalizzazionedella credenza,anche sotto formadi intimidazionerivoltaai bambini5,contiene in genere numerosielementidescrittivi,che tratteggianocon relativa precisione l'immagine degli esseri fantasticiin questioNello spaziosi proiettanoi sistemidi classificazionesimbo- ne. Al contrario,quandola verbalizzazioneda vita a un racl'attenzionesi sposta
lica di una societa. Gli elementidi discontinuitapresentiin un conto, articolatoin sequenzenarrative6,
territorio(rilievi,grotte,asperita,laghi, sorgenti)sono spesso piuttostosulle azioni dei personaggie la loro immaginerisulpercepiti come confini, come spartiacquetra mondi diversi ta pii imprecisa,appenaabbozzata.
Strie,Fade, Selvadeghe,Orchesse,Saelighe sono, assieme
(esterno/interno, natura/cultura,ecc.) e ricevono una paralle
ticolareattenzionelinguisticada partedella comunitache ad
Anguane,i personaggimiticiche nel corpusdei raccontida
noi esaminatisi unisconocon un mortalee generanodei figli7.
essi riservadenominazionisignificative.
Alcune di queste attingonoalla sfera dell'immaginarioe La prerogativadi diventaremadrisembraessere un trattoche
del mito. Nell'Italia settentrionale,una ricca toponomastica, connotain manieraspecificasoprattuttole Anguane.I linguisti
solo in parteregistratanella cartografia,colloca in questiluo- concordanonella derivazionedei diversiappellativiAnguane,
ghi la dimora di figure mitiche femminili, che pur nella di- Vane,Aivane, Longane, Vivane,Gane, Guandane,Angene,
versitadegli appellativi,sono spesso protagonistedi racconti Aganis, ecc., dal latino popolare "Aquane"8,ninfe, creature
e di credenzesostanzialmenteomologhi. El sass dele Guane, delle acque.G.B. Pellegrininon esclude tuttaviala possibilita
el buso dele Anguane, el crep dele Longane, el covolo dele di unasovrapposizionecon le celticheAdganae9.L'etimologia
Guandane,el cadin dele Fate, el covolo dela Stria,el bus de- popolareavvicina questi appellativiad "anguis"serpente,in
le Fave, la grota dele Selvadeghe2definiscono zone spesso rapportoal soma ofidico che assumonole Anguanenelle loro
inaccessibili situate fuori dallo spazio antropizzato, quasi metamorfosi.M.G. TibilettiBrunosuggeriscea tale proposito
semprenel bosco o sui monti, dove l'elemento acquaticoco- un suggestivo accostamentocon i nomi della dea peligna e
stituisce una presenza importante.Sono "altrimondi",retti marsicaAngitia,Anacta,Anguitia,legataal cultodei serpentil?.
Se ci atteniamoa criteripuramenteetimologici, con riferida regole diverse, dove e rischioso avventurarsi.Le leggende
e le fiabe ci apronole porte di questi "altrimondi",aggiun- mento dunquead Aquanee derivati,l'ambitodi diffusionedi
gendo un tassello prezioso nell'individuazionedel significa- queste figure mitiche sembra estendersi ad alcune regioni
dell'Italiasettentrionale:dalle Aganis friulanealle Naquane
to attribuitoall'alteritae al rapportotranaturae cultura3.
Le denominazionie le peculiaritadegli ambientia cui si ri- della Val Camonica",ma se passiamoad esaminarepiu da viferiscono i toponimisopramenzionatievocano nella memo- cino gli attributiche le connotanoe le leggende di cui sono
ria dei piuianziani,anche se ormaiin modo molto frammen- protagoniste,ci accorgiamoche le attestazionici portanolontario, credenze e leggende, fino a pochi anni fa ampiamente tanonello spazio e nel tempo. Ci basti accennarealle Gianas,
o alle Neraidesgreche'3,che mostrano
condivise. II Cogol dele Vane (anfrattoroccioso a Cullogne Panas e Fadas sarde12
nel Feltrino,in prossimitadi una sorgente,che presentauna una continuitasorprendentecon le anticheNereidi, o ancora
sortadi grandesedile scavatonella roccia), viene ad esempio alle innumerevolifate dei raccontimedievali, di cui l'esemassociato a esperienzedi tragittifaticosi per attingerel'acqua pio forse pii noto e quello di Melusina14.
Le variantifigurativee funzionaliche si riferisconoalleAne alla pauradelle Vane, donne molto grandi, con seni pen71
Perco
guane sono numerose,ma oscillanosostanzialmentetraun polo positivo e un polo negativo,con alcune significativesituazioni intermedie.Tuttavia,come gia osservatoda CesarePoppi a propositodell'Uomo Selvatico, la strutturanarrativadei
raccontiche ad esse si riferisconorimaneinvariata,purentrando in gioco funzioni e attributidi segno oppostol5.In alcune
aree sembranoprevalerele connotazioni positive di queste
creature,accostabilialle Ninfe e alle Fate (per es. nella zona
dellapianurae delle Prealpidel Veneto)'6,in altrequellenegative che le avvicinanoalle stregheo alle donneselvagge (ades.
Di particolareinteressesono le leggende
le Aganis friulane)V7.
delle Dolomitidi Fassa,dove la positivitae la negativitasi incamanoin due figuredistinte:le Vivenee le Bregostenes8.
Nelle tradizioniesaminatele Anguanesono rappresentate
come donnegiovani e sole, vestite di bianco,dotatedi bellezza straordinariae con i lunghi capelli sciolti. Assieme alla
prevalenzacromaticadel bianco,esplicitorichiamoal mondo
dei mortil9,altrielementitradisconola loro alterita,l'appartenenza a un mondonon umano:il piede di capra,la schienaincavatao il piede all'indietro.Ma alle Anguanesi riferiscono
anchemolti degli attributidi segno negativoche caratterizzano le Bregostenes,le Cavestrane,le Torke,le Strighe,ecc.20:
donne brutte,stupide,pelose, scarmigliate,grandi,vestite di
nero, vecchie, con i seni pendenti.
Nei dialetti settentrionali si sono sedimentate alcune
espressioniche sembranoalluderesolamentealle valenze negative di queste creaturefantastiche: "teses un Aivana"(sei
una donnabrutta)21,
"Viotce agane!" (donnabrutta,vecchia,
"la
malgovernata)22, ga na lingua come n Anguana"(e una
pettegola),Anguanadiventasinonimo di puttana23.
Nelle leggende,la presenzadelleAnguanesi intuisceancoraprimadi vederle,attraversounagammadi suoni-rumorieccedenti i parametridella normalita24.
Nel De Jerusalemcelesti, Giacominoda Verona(sec. XIII), definisce la musica degli angeli superiorea quella delle sirene e delle aiguane e significativo appare l'accostamento tra queste ultime due
in molte leggendele Anguanecantanobene, ma la nafigure25;
turadel loro cantoe ambigua:e un cantoche stordisce,addormenta.La voce, soave ma pericolosa,diventain alcunetradizioni suono assordantee acuto. L'espressione "zigar come
n 'anguana"ha il significatodi stridere,urlare26.
Le urlalugubri delle Anguanesi sentono di notte passandovicino ai loro
antribui. IIrumorefastidiosoviene associatoancheall'attivita
nottura di lavandaieche, sbattendoi panninell'acquae sulle
pietre,disturbanoil sonno della gente. L'espressione"tisi come le anguane,che le va inte la vale a lavarede note"ha il siAbbiamogia visto che Angnificatopiii ampiodi disturbare27.
guana e sinonimo di chiacchierona.i d'altrondenoto che le
lavandaiesono ciarlieree pettegole.Non e un caso che al termine lissia (bucato-liscivia) venisse attribuitoil significato
metaforicodi maldicenzae all'espressionefar lissie che brova (fareliscivie che scottano)quello di "dirmale di qualcuno
che non sia presente"28.
Le modalitacon cui comunicanole Anguanetralor o con
72
gli uomini ne evidenzianol'incertostatutoontologico:gesticolano, fischiano, usano messaggi cripticiin rima (ad es. negli episodi del richiamo dell'Anguanada parte dei suoi parenti),trattiquestiche condividonocon gli uomini selvatici29.
Anche le abitudini cinesiche, soprattuttole modalita di
spostamentonello spazio, sottolineanol'alteritadelle Anguane. Camminanosenza farrumore(O dio, sito na anguanache
si libranonell'ariaper
te me capiti tacd senzafar rumore?)30,
stenderei pannida una cima all'altradei monti o tra le sommita degli abeti,percorronogallerie sotterranee3.
Le anomalienella deambulazionesembranoessere il tratto pii significativo: in Cadoresono chiamatepe' de cioura
(piede di capra)oppuresi dice che hanno i calcagni davanti,
camminanoa scatti32.I1figlio nato dall'unionetra una Longana cadorinae un uomo si chiamaPedineto e tuttii discendenti della famiglia portanoancoroggi il soprannomePedino33.Claude Levi-Straussosserva come simili anomalie, al
paridelle malattie,non assumononei miti l'aspetto di privazioni, ma incarnano,con una significazione positiva, certe
modalitadella mediazione34.
CarloGinzburgnel suo affascinante percorsodi letturadel sabba, considera le malformazioni e gli squilibrideambulatoricome elementi connotativi
di esseri, dei, uomini, spiritiin bilico tra il mondo dei vivi e
quello dei morti35.
Emergedai raccontiun legame in positivoe in negativotra
Anguanee operazioniconnesse con le attivitafemminili,che
hannoa che vederecon la feconditae la riproduzione(lavare,
filare, tessere, ricamare).Sono tutte operazioni,queste, che
concorronoalla realizzazionedella biancheriaper la dote matrimonialee che costituisconoun parametroimportanteperdefinirele qualitadi unadonna.Le Anguaneappaiononelle vesti
di provettefilatrici,anchese la loroe un'abilitadi tipomagico.
Lefade del Vicentinoportanoin dono alle donne magici gomitoli di lanache non si esaurisconomai, le saelighe dei Sette
Comunitessonoduranteil giomo nelle loro caveme,1'Aguana
dellaValsuganalasciaai proprifigli unamatassamagicada diLe loro contropartinegative,come le Donazeagordipanare36.
ne, di serascendonoa valle per chiederelavorodicendo:"deme dafild se no vefile le budele"e vengonotenutea badadando loro da filarepaglia,cartoccidi granoturco,stracci,ecc.37.
La biancheriadelle Anguane,oltread essere bianchissima
e finementericamata.Ma il loro bucatopu6 anche essere viscido o rosso, specie quello che si incaricanodi fare per conto del diavolo, al punto che in Ampezzo un bucato mal riuscito si diceva lissia de ra Onganes.
Lavare,filare, dipanare,sono attivitain cui si fanno bollire le fibre o i tessuti o si fanno giraregli oggetti. Operazione,
la bollitura,tipica della stregoneria.Muoverele acqueha effetti sul tempo meteorologico.
Le Anguaneesercitanoun controllosui tempi e sulle operazioni di filatura,punendocoloro che trasgrediscono.Cosi
ad es. la Redosegabellunese infilza con il fuso le budelledelle filatricirimastein stallala vigilia dell'Epifania(quandovige l'interdizionedella filatura).Questafunzionedi farrispet-
Le Anguane:mogli,madrie lavandaie
tarele interdizionilegate ai tempi di filaturaapparemolto interessantee rimandaa figure mitiche come quella di Erodiade e Perchta38.
Nel Bellunese, riferiscela NardoCibele,non si
iniziava a filaren6 a tessere di venerdi,giomo nefastoper eccellenza, e nemmenodi giovedi (ziobadelle streghe);in Friuli il martedila sposa diventa torka e martedisi dice torak39.
Claudine Fabre ha analizzato la figura ambivalente di una
santa funebre rumena,Paraschiva/Venerdi,alla quale sono
collegate precise interdizioniriguardantile attivitafemminili per eccellenza (filare, cucire, tessere, fare la liscivia), proprio il venerdi. Le punizioni minacciatesono esemplarie si
strutturanosul principio dell'applicazione metaforicadelle
azioni necessarieper lo svolgimentodi questeattivitasul corpo della donna che ha trasgredito(ad es. la lavandaiache ha
lavato di venerdi rischia di essere bollita come la liscivia).
Questa prerogativasembra essere condivisa da altre sante
presenti in Europaorientale, associate ad analoghe interdizioni. Santa Paraschiva/Venerdimostra le stesse ambiguita
delle nostreAnguane,un'oscillazione trapositivitae negativita, tra santitae stregoneria.Evidenziainoltreun trattoche
ci interessain manieraparticolaree sul quale ritomeremo:e
colei che assicura la buona morte, facilitando il passaggio
delle animenel mondo dei felici0.
La connessionetraAnguanee fertilitasi esplicitaanchenelle attivitache le legano all'agricoltura.Esse presiedonoalla
correttaesecuzionedi alcunilavoriagricoli(fienagione,semina). Hannoil dono della preveggenza,soprattuttoin rapporto
al tempo atmosferico.Prevedereil tempo significa anche stabilire un controllosul calendariodelle semine e dei raccolti.
Sono dispensatricidi abbondanza41.
Al tempo stesso possono
scatenaretempestee distruggerei raccoltio far marcireil fieno. Vederele Anguanee presagiodi disgrazieimminenti.
Al paridegli uomini selvatici questecreaturemiticheinsegnano le tecniche casearie,o sovrintendonoalla loro corretta
esecuzione. Ma possono comparireanchenelle vesti di sciocche che non intendonoi processidi caseificazionee, nella gara d'astuzia con gli uomini che vogliono tenerle lontane,rimangono scorate42. Sono ladre di formaggio, come le Longane cadorine43.
Le Anguane esprimono dunqueuna naturaambivalente:
trasmettonoconoscenzae dispensanodoni agli uomini, assumendo il ruolo di eroinecivilizzatrici,ma sono al tempostesso simbolo di presagifunestie ladre(di cibo, di bucato,ecc.);
si fanno garantidel rispettodelle interdizionilegate alle attivita femminili, ma sono loro in primapersonaa non rispettare le interdizionilavando e stendendoil bucato di notte; sovrintendonoalla correttaesecuzione dei lavori,manifestando
abilita e conoscenze straordinarie,ma mostranoimpaccio o
incapacitanell'effettuaredeterminateoperazioni(bucatomal
riuscito,non conoscenza delle tecniche casearie).
Sono dunquedonne soprannaturalisilvestri e acquatiche,
dotate di poteri straordinari,che interagiscono incessantemente con gli umani e il cui regno non 6 mai troppolontano
da quello degli uomini.
La valenza simbolica negativa 6 particolarmenteforte in
alcune leggende, in cui le Anguane diventanoantropofaghe,
scatenanotempeste, provocanola morte,rapisconoi bambini. Nella zona Dolomitica molti elementi contribuisconoa
connotarlecome la contropartefemminile degli uomini selvatici. Questecoppie selvagge Vivenee Salvans,Aivanee Aivagn, Gane e Gans sarebberogli abitatorioriginaridei monti, corrispondentia quei Pagani che popolanole leggende e la
toponomasticadi numerosevallate alpine44.
E ipotizzabileche il permanerenelle tradizioniorali della
doppiavalenza simbolica degli esseri fantasticisia il risultato, come rileva Poppi, di un "processodi polarizzazionedel
simbolismoreligioso sotto l'influsso del cristianesimoe delle sue struttureideologiche e concettuali"45.
Alle stesse conclusioni, pur riferite alla letteraturamedievale, perviene L.
Harf Lancner,seguendo la trasformazionedelle fate in streghe46.La coesistenza, nelle stesse zone, di immagini e funzioni diverse e taloracontrapposteapparecomunquesignificativa. Le Anguanesono paradigmidi figure femminili:giovani fanciulle, donne sposate, madri,vecchie decadenti,che
sembranoben incarnarel'eterna ambiguita dell'immagine
della donna,specie in rapportoalla sessualitae alla fecondita.
Cercheremooradi esaminarealcuniracconti,in cui queste
creatureambiguee ambivalenticompaiononelle vesti di madri. Riportiamodi seguito qualcheesempio47:
l.<<Dicevano
che quassu(sul Crepdele LonganesopraDeppo, una borgatadi Domeggedi Cadore),mia nonnami raccontavache c'eranole Longane,quassu.Alloraavevanoil
piededi capra,eranodonnema avevanoil piededi capra.Alloraunaeratantobellache unuomole ha chiestodi sposarlo.
Alloralei hadettodi no "Chedopotumi chiamiLonganapiede di capra-ha detto-alloraio non voglio, alloraio prendoe
me ne vado".Alloralui ha tantoinsistito,tantoinsistito,allorasi sono sposati.Hannoavutounbambino,eralogico,andavanod'accordoe cosi.
Ma un giomo, sai, una volta facevanoorti,seminavanofrumentoe di tuttele specie.Alloralei 6 andatae ha tagliatovia
tuttol'orzo,chenessunolo avevatagliato.Luile hadetto:"Sei
propriounaLonganapiededi capra!".Alloralei hapresoed e
scappata.L'indomanie venutala neve e tuttisi sono trovati
l'orzocopertodi neve,lei invecelo avevaportatoal riparo.
Alloralei 6 tomataa lavaree pettinareil suo bambinoquando
suo maritoeraa lavorare.Alloralui (il marito)l'ha invitataa
tomare.Alloralei ha presoe non6 piutomataneancheadaccudirequestobambino.
Dicevanoche, lassudoveerala nostraproprieta,c'eraunbuco, c'eraunaporta,c'eraveramente,che passavasotto.Lassu
diconoche ci sono ancorai buchi.Eranodonneche stavano
percontoproprio,se scendevano,scendevanodi notte>>.
[Domeggedi Cadore(B1),inf. AnnettaCoffen,74 anni,casalinga,ril. JolandaDa Deppo, 1994].
2. <Unavoltaunaragazzami dicevache al Vaio di Suranto
uno ha sposatounastriga, che gli ha detto:"Ioti sposo, ma
guaise tu mi tocchila spalladestraperch6se lui le toccavala
spalladestralei spariva.Alloraunasera,ha fattoappostao ha
fattosul serio,le ha toccatola spallae lei 6 sparita.E aveva
73
Perco
una bambinache aveva sette otto anni. Suo padrele dice:
"Comemai hai semprele trecceben fatte?Chi e che viene a
"Lamamma!"harispostolei. "Edoveva la mampettinarti?"
ma?".Avevano una piantadi rosmarinonell'orto, sotto la
cengia.Ha detto:"Lavedo camminarefino la e la sparisce".
Alloralui e andatola con la zappapervederese eraveroche
e la, e la c'era un rospo,sicch6lo ha ucciso. E cosi da quel
giomo la mammanon e piu venutaa pettinarela bambina.Si
trasformava,
capisci?>.
[SanMartinoBuonAlbergo(Vr),inf. Carolina,60 anni,contadina,ril. D. Musola,1991.Riportatoin M. Milani,Streghe,
mortied esserifantasticinel Veneto,Padova1994,p. 303]
fine dello spazio domesticoper spingersifuori (foresta-montagna, valli o gole solitarie) in ore non consentite, in cui il
controllodella comunitaviene meno e le possibilitadi incontri con l'aldila si moltiplicano(dopo l'Avemaria,primadella
messa prima, solo in un caso nel mezzogioro, che nell'era
precristianaera l'ora scelta dai demoni e da altriesseri malevoli per aggrediregli uomini)51.
Nella leggenda soprariportata(n. 3), la possibilita di vedere o entrarein contattocon le Aguane sottolineala liminarita dell'eroe: n6 nudo, n6 vestito (copertocon una rete), ne
sazio n6 affamato(con unafava in bocca, altroelementosimbolico legato al mondo dei morti)52.
La prerogativadi vedere
3. <Un carrettieredei Fraineriscendeva giu col carrodal gli spiriti spetta soprattutto ai mal battezzati53.Dunque
montee quandoe statoun pezzo in giu ha visto trebelle ra- l"'eroe"di questiraccontiriassumein s6 tuttii connotatidelgazze che gli hannochiestose potevanosaliresul carro,e lui la marginalita,della non perfettaintegrazionenella societa. E
le ha lasciatesalire. Quandosi e avviatoha detto:"IhBiso
in una condizioneliminaree perci6predispostoa un contatto
ciaro,che la pii bella restisul carro!"e allorauna6 rimasta con l'aldila54.
sul carroe le altresono sparite.Si sono sposatie lei e sempre
L'incontrocon l'Anguanao leAnguane (di solito trecome
statafedele:unabravissimadonna.Hannoavutoduebambini, un figlio e unafiglia. Un bel gioro, quandoi figli erano le Matres, Matronaee altredivinitaprelatine)avviene fuori
grandicelli,la mammaha datolorounamatassadi filo da di- dal controllosociale. L'eroe, mediatoreper eccellenza55,varpanare,perchedi giomo lei nonc'eramai:dovevaandarvia e ca la soglia che separai due mondi. Come rileva Caprettini
andavalassuinei CrozzideleAgudne.Facevai lavoridi casa,
<propriadell'eroee la capacitadi muoversitrasversalmente
puliva,davada mangiarea questibambini,li allevavabene,
tessendocosi la tramanarrativa
e mettendoin relazionespazi
madi giomo spariva.Infattiavevadatoloroquestamatassadi
lana sull'arcolaio,da dipanare,e ha detto:"Sentite
qualitativamente diversi[...]: caratteristica funzionale
bambini,
dell'eroee la dilatazionedellospazioe, quandooccorre,il sunon statemica a dire:'Mostrodi una matassa,non ti finirai
peramentodi frontiereperaltriinvalicabili>56.
mai?,mi raccomando'.E se n'e andata.
Lasciatuli i bambinidallamattinaprestofino alledodici!LoIn alcuneversionie l'Anguanache si avvicinaalle case dero si sono stufatie hannoripensatoalle paroledellamamma.
E hannodetto:'Mostrodi unamatassa,nonti finiraimai?'.E gli uomini,perparteciparealle veglie serali.La sua presenzae
alloraraccontavanoche hannovisto soltantoun grossoser- temutadalle donnenon solo perch6questacreaturafericaconpentenell'ortola davantie poi non hannopiu visto niente.E trolla le attivitadi filatura,ma anche perch6la sua bellezza
lei, l'Anguana,non e pii tomataa casa>>.
straordinariala rendeuna concorrentetemibile nel gioco dei
che nelle veglie serali (filo-file) trova la sua
corteggiamenti,
1983-84.
Tratto
da:
Le
ddlbere
de
oro.
(Tn)
[Roncegno
Fiabe,
massimaespressione57.
leggende, racconti, frammenti di storia locale raccolti tra la
L'Anguanain entrambii casi seduce
gente di Roncegno ",a curadi Vitaliano Modena, Trento 1985] l'uomo che si innamoradi lei. Lo attiracon il suo cantoche intontisce, provoca una sorta di perditadella presenzaindiviQueste tre leggende presentanouno schema narrativoche duale. Si mostrain tuttala sua bellezza, trail biancoreinnatusi ritrova,con alcune interessantivarianti,nella maggiorpar- raledelle sue vesti o delle sue cami,
pettinai lunghicapelli (atte del materialeda noi preso in considerazione.I riscontrinel to che sul
piano simbolico introduceun principiodi ordine,
patrimoniodella letteraturapopolareeuropeasono molto am- ma che contemporaneamentesi carica di una forte valenza
pi48.I1matrimoniocon una creaturasoprannaturalecostitui- sessuale).Esponeun bucatomeravigliosoe bianchissimo,che
sce l'elemento che accomunagli intrecci narrativicompresi apparecome un'immaginemetaforicadella sua dote e delle
trail n. 400 e il 459 (Supernaturalor enchantedHusband[Wi- sue abilitafemminili.La prevalenzacromaticadel bianconon
fe] or other relatives) nell'indice dei tipi di A. Aarne e S. e casuale:rimanda,assieme ad altri elementi, alle numerose
Altrettantoevidentiappaionole corrispondenze divinitabenefiche dispensatricidi prosperitae fertilita,il cui
Thompson49.
con i temi dei raccontimedievali di tipo melusiniano50.
culto e testimoniatonei secoli in molte regioni europee58,e
In sintesi, la sequenzanarrativapiu diffusa e la seguente:
al mondodei morti.
contemporaneamente
1. Incontrocon la donnafatatal Patto
L'Anguanadunquemette in gioco pii o meno apertamen2. Infrazionedelpatto/ Scomparsadella donnafatata
te la sua sessualita,rendendosidisponibilesul piano simboli1. Incontrocon la donnafatata/Patto.
co ad entrarenel circuitodegli scambimatrimoniali.t unasiNella maggior parte dei racconti, l'uomo che incontra gnora della notte: se il suo mostrarsialle veglie rientranelle
l'Anguanae sempresolo; e spesso un marginale,abitain una regole accettatedallacomunita,le sue apparizioninottumein
casa posta ai limiti tralo spazio antropizzatoe la foresta.Per luoghi selvaggi o vicino ai corsi d'acquala situanotracoloro
il suo lavoro (boscaiolo, contadino,carrettiere)valica il con- che queste regole trasgrediscono.Non e un caso che il com74
Le Anguane:mogli,madrie lavandaie
binarsidi tali elementi abbiasuscitatonell'immaginariocollettivo l'accostamentoAnguanae puttana.Come non appare
casuale che in un raccontocadorinole Anguanevenganofatte periresu insistenzadelle donne, che le consideranocolpeI capelli scarmigliati,la pelovoli di adescarei loro mariti59.
sita e i seni pendentinelle personificazioninegativedelle Anguane, che le avvicinano a una condizione di "animalita",
sembranoesprimerela negazione dell'attrattivasessuale, ma
non della maternita.L'ipertrofiadi un organo e rivelatrice
della sua importanzasul piano simbolico60.Per quantosgraziati questi seni pendenti hanno comunque, come osserva
Lionetti,una connotazionematerna6.
Un'altrainteressantemodalitadi incontrouomo-Anguana
contempla la messa in atto di alcuni comportamentirituali
(vedi racconton. 3). L'uomo tornandodai pratidi alta montagna o dal bosco si accorge che tre bellissime ragazze sono
salite sul suo carro,ma non riesce a trattenerleperch6si dileguano quandoentranello spazio abitato.La comunicazione
con l"'altromondo"viene resa possibile attraversola corretta esecuzione di un rito: pronunciareuna formulacodificata
"Ih biso ciaro, che la pu bela la reste sul caro!"62,porre in
bocca al bue una fava (avevamogia visto che la stessa azione
consenteagli uomini di vedere e dunquedi entrarein rapporto con le Anguane),collocareil fazzolettoda messa della madre sul giogo dei bovini63.L'uomo chiede consiglio a un vecchio o a un mago, che in qualchemodo si fa portavocedelle
esigenze dell'intera comunita. L'instaurarsidi un rapporto
con il "mondoaltro"non e infattiuna faccendapersonale;la
posta in gioco e il benesseredi tuttii membridel gruppo64.
Il carro sembra essere una sorta di mezzo "magico"che
consente il passaggio tra il dentroil fuori, tra la naturae la
cultura,un surrogatodella nave come tramitetra i due mondi, caroall'iconografiae alla letteraturaclassica, medievalee
E interessantesegnalarecomunquea tale proposipopolare65.
to l'associazione tra le mitiche Vasnedelle Valli del Natisone e il carrodispensatoredi abbondanzae ricchezza che ne
annunciala presenzacon un lento cigolio66.
L'uomo propone all'Anguana di sposarla. Si trattapur
sempre di un matrimonioesogamico, con una creaturache
portachiaramentei segni dell'alterita.II prete,in alcune versioni, pone come condizione che l'Anguanavenga battezzata, dunque accettata a pieno titolo nella comunita. Con lo
stesso significato,di un'integrazione,per stabiliredei contatti, va letto secondo noi l'apprendimentodel ladino da parte
della Vivanadi una versione fassana67.
L'Anguana accetta, ponendo precise condizioni. Stabilisce dunqueun pattocon l'uomo che consiste prevalentemente nell'interdizioneda partedi questi di toccare o nominare
alcunepartidel corpo (piede di capra,spalla,fronte,guancia)
o nel divieto di pronunciareo svelare il nome della sua donna, tutteazioni che ne metterebberochiaramentein luce l'incertanatura.L'uomo promettedi rispettareil patto.
I due si sposanoe hannodei figli. L 'Anguanae unamoglie
esemplare,mostrauna grandeabilitanelle attivitafemminili,
tiene in ordinela casa. 1 inoltreuna madreaffettuosache alleva con amorei proprifigli e li pettinacon cura.Tuttaviaalcuni suoi comportamenti,che manifestanol'impossibilitadi
un'integrazionecompletanella comunitadegli uomini e costituisconodelle anomalie (tornarenei boschi e sulle montagne duranteil giorno, dopo aver assolto ai suoi doveri di madre e moglie, raccoglierepianteselvatiche attardandosioltre
le ore consentite, prevederele condizioni meteorologichee
attuareoperazioni agricole non condivise, ecc.), preludono
all'infrazionedel patto.
2. Infrazionedel patto/Scomparsadella donnafatata.
L'uomo infrangeil divieto e provoca l'immediatascomparsa della moglie. Nel Motif-Index of Folklore di Stith
Thompson troviamo numerosi motivi di infrazione di tabui
che caratterizzanoanchele nostreAnguane:ad es. C.31 Tabu
"offending supernaturalwife", C.31.1.2. Tabu "looking at
supernaturalwife on certainoccasion";C.31.2. Tabu"mentioningoriginof supernaturalwife";C.31.9. Tabu "revealing
secretsof supernaturalwife"68.In alcuneversionila scomparsa avviene per chiamatadella donnada partedei suoi parenti,
attraversola mediazione di un cavaliere o del maritostesso
(omo dal cavalo bianco) che riportale parole in rima udite
passandoaccanto alla valle, al lago o alla cavera delle Anguane. In qualcheleggendal'Anguanascompareattraversoil
Nella magsecchiaio, dopo essersi trasformatain serpente69.
esaminate
invece
la
fatata
delle
donna
leggende
gior parte
non scompare completamente, nel senso che pur non mostrandosipiuial marito,continuaad accudirei proprifigli, che
risultanosempreben pettinati,lavati e nutriti.Essi riferiscono che la madresparisce in un buco situatosotto una pianta
nell'orto.II padrevuole scoprimeil segreto,solleva la pianta
e trovauna serpe o un rospo70.Li uccide, provocandocosi la
scomparsadefinitivadella donna.Oppurel'uomo vuole trattenerela donna,ma gli restain mano solo aria.
Da quantofinoradetto si pu6 vedere come un uomo marginale, non perfettamenteintegratonella societa, o che si trova in una condizione di liminarita,o ancoramediante l'accesso a uno specifico ritualecodificatodallacomunita,riesce
ad instaurare,in condizioni spazio-temporaliparticolari,un
rapportocon una donna fantastica.Questamanifestaalcune
caratteristicheche la situanoin una posizione di mediazione
tramondo dei vivi e mondo dei morti.L'unionetuttaviae rigidamentevincolata al rispettodi alcune interdizioni,la cui
violazione potrebbemetterein luce la naturasovrumanadelle Anguanee il collegamentocon il mondo dei morti,sottolineando altresi l'impossibilita di un'integrazione definitiva
con gli umani.
La violazione di queste interdizionida partedell'uomo e
dunquel'inconciliabilitatrai due mondi determinail ritorno
dell'Anguananell"'altroregno",attraversomodalitache non
solo evidenzianoi suoi legami con il mondo ctonio e con la
morte,ma al tempo stesso sottolineanol'importanzadel suo
ruolo matero.
75
Perco
L'Anguanainfattiritora furtivamentein assenza del maritoper prendersicuradei figli, per uno o sette anni.L'azione
piu emblematicadi questo suo rapporto&pettinarei figli. Tale motivo ricorrentecostituiscesenza dubbiouna delle chiavi
di letturadei racconti.Si dice specificamenteche le Anguane
sanno fare bene le trecce e pettinaree sono disponibilia trasmetterequesto segreto. In una versione della Val di Fassa,
alla donna che vuole conoscere le tecniche per ottenere un
bucato immacolato, la Vivanarisponde: <<Prima
ti insegno
qualcos'altro.Ricordati.Lavarebene, pettinarebene fa venire delle belle trecce!>>'.
Pettinare,come gia detto, significa introdurreun principio
di ordinee dunquedi culturafondamentale.It pettinaresembra
sintetizzareil passaggioda uno statodi non conoscenzaa una
condizionedi sapere,da uno statodi naturaa uno statodi cultura,agendo proprioin quellapartedel corpo che simbolicamente condensa l'essenza della persona. E anche questa
un'operazionedi pulizia e di ordine tipicamentefemminile.
Farele treccee forse l'azione che meglio esprimequestosignificato:dividerei capelli in due metasimmetriche,raccoglierli
secondomodelliprestabiliti,trasferendovidei segni che rivelano lo statusdella donna,la condizione(sposata,nubile),che la
qualificano come essere sociale. Nell'area culturaleda noi
considerata,agiresui capelli,intrecciandoli,e il primosegno di
distinzionetrai sessi. I maschie le femmineportanoindumenti indifferenziati(camiciole) nei primi anni dell'infanzia;la
differenziazioneavvieneproprioattraversoprecisemodalitadi
acconciaturadei capelli72.
L'Anguana,dunque,nel suo ruolo di madre-eroinaculturaletrasmettesapereai proprifigli e attraversodi essi. La matemita come attributosignificativodelle Anguanesi coglie in
un'interessanteleggenda registratanell'Ampezzanodove un
uomo, che ha appenamesso il fieno ad essiccare, si infuria
perch6le Anguanehanno steso il bucato (segno di imminente cattivo tempo) e lo getta nel lago. Le Anguanelo puniscono facendogli morirela moglie. Una giovaneAnguanasi sostituiscead essa, non nel ruolo di moglie, ma in quello di madre e provvedea far crescerei figli dell'uomo, li pettinacon
un pettininod'oro finche diventanoautonomi73.
Ma perch6il bucatodi questecreaturesovrannaturalie cosi importante,al puntotale che gettarlonel lago ne scatenale
ire, provocandola mortedella donna?
Proviamoa ricostruire,attraversole leggende, il filo che
lega le Anguaneall'acquae al bucatonottumo.Abbiamogia
detto che queste creatureferiche eleggono a loro dimorale
montagnee i luoghi acquitrinosi,laghi, fonti con caveme o
anfrattirocciosi, torrenti.VladimirPropp,nelle RadiciStoriche dei racconti difate, rileva come nei raccontifantasticila
soglia, il puntodi passaggiotrail mondoumanoe l'alterita-il
mondo dei morti sia spesso costituitodall'acqua74.
E significativa a tale propositola convinzione che in alcuni laghi siano confinatele anime in pena. Si ritiene ad esempio che gettandoqualcosadi benedettonel Lac dei Giai, nell'Agordino,
si odano urla lacerantidelle anime penitenti.Ma al Lac dei
76
Giai e legata anche la leggenda del pastoreche non crede a
questastoriadelle urlae si attardadi notte per curiosare.Dal
lago escono tre bellissime fanciulle, vestite di bianco, che si
mettonoa cantaree a ballare.I1giovane per punizioneviene
trasformatoin fonte75.I laghi e i torrentisono anche i luoghi
in cui le donne gravide si bagnano allo scopo di favorire il
parto (come nel lago Baidadones nell'Ampezzano) e le ragazze nubiliperaccrescerela fertilita(come nel Ru de raVergenes semprein Ampezzo)76.La connessionetramondo ctonio, morti,acquae fertilitarisultaevidente77.
Le Anguane,come le streghe,sono in gradodi controllare
le acque, scatenandotempeste,fermandole piene dei torrenti, dimostrandosiin gradodi prevederei mutamentirepentini
e minacciosi delle condizioni atmosferiche. Tuttavia l'elemento costante e fortementeconnotativo nelle tradizioni e
nei raccontiesaminatie l'associazione delle Anguanecon il
bucatonotturo. Cerchiamopertantodi esplicitarele connessioni che esistonotraquestomotivo e gli altripresentinei racconti e di tentameuna lettura.Le Anguanesono rumoroselavandaie nottume, che facendo la lissia (liscivia), ottengono
un bucato bianchissimo.Si vedono soprattuttonelle notti di
plenilunio, quandoespongono la biancheriaalla luna che la
rende candida78.
Questi panni vengono stesi su lunghi fili tirati tra una roccia e l'altrao tra le cime degli alberi. La loro
straordinariaabilitanel fare la liscivia e invidiatadalle donne, che ne chiedonoil segreto, senza tuttaviariusciread ottenerlo. Le Anguanesono al tempo stesso pessime lavandaiee
i loro panni sono viscidi. Possono diventareladredi bucato,
ma a loro volta vengono derubate.Tuttaviail bucatomeraviglioso rubatodall'uomocol cavallo bianco, che si salva dalle
loro persecuzioniperch6spuntal'alba, si trasformain cenere79.Ogni volta che stendonola biancheriao fanno bucato e
presagiodi cattivotempo. Punisconole donneche si attardano a lavare,colpendolesulla schiena.
C'e innanzituttoda rilevareche nei raccontisi parlasempre di lissia, cioe liscivia. La liscivia comportavauna serie di
operazionidelicate che prevedevanola scelta e la setacciatura della cenere, la sua bollituranell'acqua e la filtratura.La
lissia non era un'attivitaquotidianae si concentravasoprattutto in due grandiperiodi:la primaverae l'autunno.Esistevano preciseinterdizionidi tipo calendariale,che riguardavano soprattutto la Settimana Santa e le feste dei morti.
Nell'area veronese, ad esempio, il divieto riguardavala secondapartedella SettimanaSanta.Il tempo della liscivia terminavail mercoledisanto.Mettereal fuoco il paiolo della lissia per scaldarel'acquail giovedi, ma soprattuttoil venerdie
sabatosantivoleva direbollirele ossa di Gesi crocifisso e sepolto80e quindiimpedirglidi rinascere.In altrezone del Veneto, del Friuli e del Trentinol'interdizioneriguardavatutta
la SettimanaSantaperch6si ritenevache la biancheriasi sarebbebruciata.L'altroperiodointerdettoera quello dei morti. In entrambii casi la trasgressionedel divieto aveva conseguenze funeste. Si riteneva che quelli fossero i momenti
dell'annoin cui le anime dei mortitomavanosulla terra.
Le Anguane:mogli,madrie lavandaie
La liscivia (soprattuttole due grandiliscivie annuali)era
un'operazioneesclusivamentefemminile,caricadi significati simbolici. Un momentoin cui l'interacomunita,attraverso
i suoi indumentipiuiintimi, si mostrava.Le lavandaieconoscevano tutti i segreti, specie quelli legati alla sessualita,alla
nascita,alla morte.Quandonasceva qualcuno,i panni,anche
se era pieno invemo, dovevano essere immediatamentelavati e purificati.Lo stesso accadeva quandomoriva qualcuno:
tuttala robadel mortoveniva lavataquantoprima,perchesolo cosi egli potevaentrarein Paradiso.In caso contrariola sua
anima sarebberitomata.Per questo le donne, appenatomavano dal funerale,facevanobollire l'acquaper la liscivia. La
purificazionedegli indumentiintimidel defuntoavrebbeaiutato la sua animaa purificarsi8l.
Farebucatorappresentavainvece un pericoloper le donne
gravidee per le puerpere.In Friuliper evitarela procreazione
si mettevanoi piedi nella liscivia calda82.
I grandibucati primaverilie autunnalierano una sorta di
messa in mostradella ricchezzadelle famiglie,dello statussociale, dell'abilitafemminile. Il ranno,cio&la cenere residua,
veniva utilizzatoper fertilizzaregli orti, l'acqua e cenere era
usata per le pulizie della casa. Dunque la liscivia si collega
all'orizzonte della fecondita-fertilitaed e simbolo al tempo
stesso dellapurificazione,che accompagnaalcunidei passaggi
piuiimportantidell'esistenza.Yvonne Verdier,nel suo saggio
a propositodelle lavandaieprofessulle "femmes-qui-aident",
i neonatie i morti,sottolinea:
anche
a
lavare
chiamate
sioniste,
<<A1
di la di un certosimbolismocristianodi purificazione,la
lisciviaoffredunquel'immaginedel passaggiodallavitaalla
morte,passaggiodi cui l'acquasarebbeil veicolo [...]: far
passarenell'altravita,ma anchefarvenireal mondo[...]. Di
questodoppiopassaggiola lavandaiasarebbela guida>>83.
Le Anguane,lavandaienotture per eccellenza, sembrano
segnare con la loro presenza i due "passaggi" estremi
dell'esistenza:la nascitae la morte.II legame simbolico trale
due funzioni &la relazionecon la sporcizia-impuritainevitabilmentelegate alla nascitae al trapassoe rappresentatadalla
biancheriache bisogna purificare.
Alcune leggende consentonodi far ulterioreluce sul legame tra Anguane e anime dei morti. Questa connessione era
gia stata ipotizzata, nei primi anni del Novecento, da
Nella zona di S. Vito di Cadorele Anguanes,la
Mannhardt84.
cui dimora e la CrodaMarcora,vengono consideratele cuIn una
stodi delle animedei bambinimortisenza battesimo85.
leggenda raccoltanel Trevigianosono lefade ad essere ritenute anime di donne mortedi parto:
<<Lefadeerano le anime delle donne che morivano duranteil
parto. Queste anime sfortunate nell'aldila erano senza pace,
Di nottegiravanosullaterrae andavanoa lavarela
tormentate.
robasui lavatoi.Lasbattevanocosi forteche quelliche stavano dormendosi svegliavanocon tantapaura.La cognatadi
mia sorella era morta partorendo. Tre o quattro giori dopo
che era morta, sua suocera, che l'aveva sempre maltrattata,al-
le duedi nottehacominciatoa sentireil rumoredeipannisbattutisul lavatoio.Cosiperunasettimanaintera,fincheunanotte si &affacciataallafinestrae havistola sagomadi suanuora
che stavasfregandoi pannolini.Spaventata,si &messaa recitareunacoronadel rosarioe a chiederescusaal buonDio. Da
dasuanuora>>.
quellanottenon&pii statadisturbata
tratto
(TV), 1980,Inf.Rachele,75 anni,contadina;
[Barbisano
daM. Milani,Streghe,mortied esserifantastici,cit.,p. 288].
Nelle Valli del Natisone le puerpereprimadella purificazione eranoconsiderateTorke(esseri fantasticiche vigilano
sul rispetto delle interdizionie dei tempi di filaturae puniscono coloro che trasgredisconodivorandolie avvolgendole
budellaintomo al fuso)86.
Le nostre Anguane, lavandaie notturne,anime di donne
morte senza statuto(non ancoramadriperch6morte mentre
dannoorigine a una nuova vita), custodi di bambiniche non
hannostatuto(mortiprimadel battesimo)e quindicostrettea
vagaresenza pace, sembranoincamaremolto bene il ruolodi
guida, di coloro che aiutanonel trapassole anime penitenti,
facendoliscivie imponentie bianchissime.In questalorofunzione mostranoforti analogie con la rumenaSantaParaschiva/Venerdie in partecon la Banshee irlandese87.
IIbucatostraordinario&,a nostroavviso, l'immaginesimbolica della purificazionedelle anime penitenti.I panni/anime dei mortivengono purificati,attraversola liscivia (bolliti,
filtrati,risciacquati)e poi tolti dai loro luoghi di pena (le acque), per farli salire verso l'alto (le cime dei monti, le punte
degli alberi), cioe metaforicamenteil Paradiso, la pace. E
chiaroallorache il segreto della liscivia, cioe di questaazione di purificazionee mediazione,che garantisceil trapasso,
non pu6 essere rivelata(mentresi trasmettealle donneo ai figli una conoscenza fondantee civilizzatricecome il pettinare), e che rigettarei panninel lago significa riportarele anime
nel loro luogo di espiazione, annullandola funzione stessa
delle Anguane.Carpirei pannialle Anguanepuo significare
alloracostringerele animepenitentia ritomaretrai vivi.
Le Anguane si configuranocome dispensatricidi feconditae fertilita,esse stesse sono fertilie generanodei figli, grazie al loro ruolo di mediatricitrail mondo dei vivi e il mondo
dei mortifavorisconoil trapassodelle anime. Ma si rivelano
solo a coloro trai vivi che in virtuidella loro marginalitao per
l'instaurarsidi una particolaresituazione, possono comunicare con l"'altromondo".i la memoriagenerazionalee dunque i figli, le generazionisuccessive a cui &affidatoil ruolodi
conservare e trasmetterela conoscenza. E una conoscenza
connessa con l'orizzonte ideologico della fecondita-fertilita
della donna (filare, tessere, lavare)e della terra-animali(semina, raccolto, preveggenza,caseificazione), ma che deriva
da una mediazionecon "l'altromondo".
I figli delle Anguanesembranodunqueconfigurarsicome
metaforadella trasmissionedel sapereche rimaneagli uomini, come fruttodel contattotrai due mondi e al di la della disgiunzione.
77
Perco
Concludiamocon una testimonianzasignificativa che indica le vie attraversocui una leggenda di tradizione si sovrapponea immaginimitiche offerte dallasocieta contemporanea.Le Anguane,in un processodi razionalizzazionepseudoscientifica, diventatelucertolonicon le scaglie e la cresta
(le iguane?),hannoeletto a loro dimoral'Isola di Pasqua.
<<Le
anguane xe quele che va in volta de note. Le ga le scalie,
la cosa qua. E dopo le porta disgrassie. I dise: "Cid ti si come un 'anguana! " Vol dir ti si bruta, vecia! Anguana! ", i dise. Na specie de retili, i lucertoloni, insoma. Le vive all'Isola
di Pasqua"88.
La mitopoiesi non si &interrotta.Ma chi sono oggi le Anguane ? I1 destino delle donne in rapporto alla vita e alla
morte, la negazione dell'idea della morte e la possibiliti di
superarei confini trai due mondi, l'ambiguitadell'immagine femminile, continuanoad avere il loro spazio nell'immaginario.
Note
1 E. Levi, Francesco di Vannozzoe la lirica nelle corti lombarde durante la seconda metd del sec. XVI, Firenze 1908, p. 359.
2
Un'ampiaattestazionedi questimicrotoponimiper l'areave-
neta si trova in E. Gleria, Tradizionepopolare e grotte del Veneto: tra realtd e leggenda, in AA.VV., Orchi, Anguane, Fade in
grotte e caverne. Dalla tradizione cimbra ai miti delle Venezie,
Curatorium
CimbricumVeronense,Verona1992,pp.17-98;per
il Friulisi vedaancheA. NicolosoCiceri,Tradizioni
popolariin
Friuli,Udine 1982,specialmentepp. 428-36;peril Trentinoalcuneattestazionisi trovanoin L. Tissot,Dizionarioprimierotto.
Parole, frasi, modi di dire, proverbi del dialetto di Primiero,
Trento1976,s.v. Guana.
3 Al temadel
passaggiodell'eroeattraversole soglie dell'altro
mondoe al suo ritornotrai vivi, tramiteunarinascitaeroica,e
dedicato un saggio di Nicole Belmont, Les seuils de I 'autremonde dans les contes merveilleuxfrancais, "Cahiersde Litt6rature
Orale",n. 39-40 (1996), pp. 61-79. Il numeromonograficoche
lo contienesi intitolaAutresmondese presentanumerosialtriarticoli su questoargomento.
4 Candi
Cesiomaggiore(BL), 22.6.1997, inf. AlmaDall'Osto,
contadinae cameriera,73 a., ril. D. Perco.
della credenzasi veda N. Bel5 Sulla funzione intimidadoria
mont, Comment onfaitpeur aux enfants, "Topique", 13 (1974),
pp. 101-125.
6
Perunadiscussionesul genere"leggendadi credenza"rimandiamoa L. Degh, Whatis a Belief Legend?, " Folklore",107
(1996),pp. 33-46 e la replicadi G. Benett,ivi, pp. 47-48; di Be-
nett si veda anche BeliefStories. The Forgotten Genre, "Western
Folklore",8 (1989), pp. 289-311;Un importantecontributori-
mane quello di O. Blehr, TheAnalysis of Folk Belief Stories and
its Implications for Research on Folk Belief and Folk Prose,
9 (1967),pp. 259-263.
"Fabula",
Abbiamopresoin considerazioneun corpusdi narrazionipro-
7
78
venientiprevalentemente
dal Venetoe dalleregionicontermini
(Trentinoe Friuli)sia inedite,trascrittepertesi di laureaconservate all'Universitadi Padova,sia pubblicate,spesso in edizioni
di scarsacircolazioneo di difficilereperibilita.
Le riportiamo
qui
di seguito:A. Benetti,I raccontidei "filo" dei montiLessini,
Museodi Camposilvano,Museodi Boscochiesanuova,Verona
1983;B. Schweizer,Lecredenzedei cimbrinellefiguremitiche,
EdizioniTauciasGareida,Giazza-Verona1988(titolooriginale
Der Glaubein bestimmtemytischeGestalten);E. Papparella,
Contributoad uno studiosulle leggendepopolariprofanedel
Veronese,tesi di laurea,Universitadi Padova,Facoltadi Lettere, aa. 1965-66,rel. G. D'Aronco;C. Battaglin,Esserifantastici
nellecredenzepopolaridel Venetoconparticolareriferimentoa
Marostica,tesi di laurea,Univ. Padova,Fac. Lettere,aa. 196364, rel. G. D'Aroncoe Id., Lestoriedeifil a Marostica.Esseri
fantasticinelletradizionipopolarivenete,Padova1989;R. Tessarolo,Contributoad unostudiosulle leggendedei sette comuni, tesi di laurea,Univ. di Padova,Fac.Lettere,aa. 1974-75,rel.
G. D'Aronco(Numerosiraccontitrattida questetesi sono pubblicatiin M. Milani,Streghe,mortied esserifantasticinel Veneto, Padova 1994); L. Lezuo, Leggendedi Colle Santa Lucia,
"ArchivioStoricodi Belluno,Feltree Cadore",31-32 (1961),
pp. 151-159;B. Frescura,Fra i Cimbridei sette comunivicentini. Leggendee costumi,"Archivioperlo studiodelle tradizioni
popolari",16 (1894),pp. 489-509;Id., Credenzee superstizioni
popolari. Folletti e fate, "Rivistadelle tradizionipopolari",1
(1887), pp. 607-615; M. Rosina,LeggendeCadorine,Istituto
Bellunesedi RicercheSociali e Culturali,n.12, Belluno 1986;
Leggendeagordine,Istitutodi ricercheSocialie Culturali,n.3,
Belluno 1979;A. NardoCibele,Superstizionibellunesie cadorine, "Archivio per lo studio delle Tradizioni Popolari",4
(1885), pp. 575-592; Id., Nuoviappuntisopra el Massarol,la
Smara,la Redodesa,le Anguane,"Archivioper lo studiodelle
tradizionipopolari",5 (1886),pp.525-528;Ch. Schneller,Mdrchen undsagen aus Wdlschtirol.Ein beitragzur deutschensagenkunde,Innsbruck1867,pp. 215-218;B. Dal Lago,Fiabedel
TrentinoAltoAdige,Milano 1989;H. De Rossi di S. Giuliana,
Fiabe e leggendedella Valdi Fassa, a curadi U. Kindl,Istitut
CulturalLadin,Vigodi Fassa1984(titoloorig.MdrchenundSagen aus dem Fasstale); U.Kindl,Le Dolomitinella leggenda,
Bolzano 1993;Id., "Derverjagtevivana"- Testoo testimonianza? Riflessionisui problemidi interpretazione
delle tradizioni
orali, "MondoLadino",9 (1985),n. 3-4, pp. 109-127;D. Coltro,
Fole e liliole. Fiabe della tradizioneorale veronese,Venezia
1991,p. 62; R. Mercenero,Crespadoro,Vicenza1979,pp. 196197; G. Sebesta, Fiaba-leggendadell'alta valle del Fersina,
Museo degli Usi e Costumidella Gente Trentina,S. Michele
all'Adige 1980, pp. 109-127;G. Fabbiani,Tradizionipopolari
cadorine, "Archiviostorico di Belluno, Feltree Cadore",33
(1962), pp. 9-17; A. Ronzon,Da Pelmoa Peralba.Almanacco
cadorino,Belluno1875,pp. 195-196;G. Perusini,LeggendeLadine, "Rivistadi Etnografia",1, (1946),n. 1,pp. 15-21;Id.,(senza titolo)in L'entitdladinadolomitica.Convegnointerdisciplinare,Vigo di Fassa1977,pp. 179-186;V. Ostermann,
Lavitain
Friuli,Udine 1940,p. 447;R. Castellani,Fiabee narrazionipopolari del Friuli Occidentale,"IINorcello",n. 27 (1966), pp.
289-296; A. Tome, La Sbrinsia.Friguis di un vivi sclet da la
'zentdi Maniadi 'na volta, Maniago 1982, p. 163 (ringrazio
GianpaoloGriperavermisegnalatoi materialifriulani);G. Roberti, Cinquecentoleggende trentineletterariamentefissate,
"Studitrentinidi scienze storiche.Classescienze storiche",15
Le Anguane:mogli,madrie lavandaie
(1934), 3, p. 221; C.F. Wolff. I monti pallidi, Bologna 1949, p.
91; A. Mailly, Leggende del Friuli e delle Alpi Giulie, Gorizia
1986 ( titolo orig. Sagen aus Friaul und den Julischen Alpen gesammelt und mit Unterstiitzungvon Johannes Bolte, herausgegeben von Anton Mailly, Leipzig 1922).
8 Si vedano
soprattutto gli importanti saggi di M. Alinei, Naquane nella Valcamonica nei suoi rapporti con le Aquane, esseri mitologici delle Alpi centro-orientali, "Quademi di semantica", 5 (1984), pp. 3-16 e Id., Silvani latini, Aquane ladine: dalla
linguistica all 'antropologia, "Mondo Ladino" 9 (1985), n. 3-4,
pp. 49-78; inoltre A. Zamboni, I dialetti cadorini, in II ladino
bellunese. Atti del Convegno Internazionale, a cura di G.B. Pellegrini e S. Sacco, Belluno 1984, p. 46; G.B. Pellegrini, Nuove
annotazioni etimologiche friulane, "Cefastu? Rivista della Societa Filologica Friulana "Graziadio I. Ascoli", 63 (1987), pp.
64-65, s.v. "gan";G. Meneghetti, Probabile natura e sopravvivenza delle divinitd celtiche "Adganae ", "Athenaeum", 38
(1950), pp. 116-127; Cfr. anche Meyer-Liibke, Romanische etymologisches w6rterbuch, Heidelberg 1935, 573, pp. 46-47.
9 G. B. Pellegrini, Nuove annotazioni etimologiche, cit. p. 64.
'0 M.G. Tibiletti Bruno, Divinitd femminili nell'Italia Settentrionale, in "Corona Alpium". Miscellanea di studi in onore di
Carlo Alberto Maestrelli, Firenze 1984, pp. 437-447; A. Calvetti, Delle Anguane e di altri esseri soprannaturali delle tradizioni venete, "Vita di Giazza e Roana", 24 (1975).
" Cfr. M. Alinei, Naquane della Valcamonica, cit. pp. 3-10
12 Cfr. E.
Delitala, Materiali per lo studio degli esseri fantastici
del mondo tradizionale sardo, "Studi Sardi",23 (1974), pp. 27 e
30-31.
13 D.
Loukatos, Les Nereides en Grece, etres toujours legendaires, aussi bien maritimes que terrestres, "Le Monde Alpin et
Rhodanien", Croyances, recits et pratiques de tradition, n. 1-4
(1982), pp. 293-299.
14 Si vedano tra gli altri: L. Harf-Lancner,Morgana e Melusina.
La nascita delle fate nel Medioevo, Torino 1989 (titolo orig. Les
fees au Moyen Age. Morgane et Melusine. La naissance desfees,
Paris 1984) e le interessanti riflessioni su quest'opera di V. Petrarca,La nascita delle fate; F. Simoni, L 'immaginarioferico tra
mitologia, letteratura e storia; C. Bologna, Lefate e ilfato dei
poeti, "Quademi storici", 77, (1991), pp. 611-642; U. Kindl, II
mito medievale della donna serpente, in AA.VV., Melusina. Mito e leggenda di una donna serpente, Roma 1986, pp. 32-51; J.
Le Goff, Melusina materna e dissodatrice, in Tempodella Chiesa e tempo del mercante. E altri saggi sul lavoro e la cultura del
Medioevo, Torino 1977, II ed., pp. 287-318, ed. orig. in "Annales ESC" (1971), pp. 587-622; C. Lecouteux, Lohengrin e Melusine. Una leggenda medievale contro la paura della morte, Milano 1989.
'5 C. Poppi, L'"Uomo Selvaggio" nella Ladinia dolomitica, in
L 'uomo selvatico in Italia, a cura di B. Premoli, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Roma 1986, pp. 80-90;
Poppi riduce la strutturanarrativaa pochi elementi: situazione
iniziale di opposizione, congiunzione, disgiunzione, ritomo alla
situazione iniziale di opposizione, pp. 88-89.
16
Si veda soprattuttol'ampia documentazione, costituita da tradizioni orali raccolte negli ultimi vent'anni, pubblicatain M. Milani, Streghe, morti ed esserifantastici, cit., pp. 283-318.
17 Cfr. A. Nicoloso Ciceri, Tradizionipopolari in Friuli, Udine
1982, vol. I, pp. 426-436; R. Lionetti, "La popolas lungias davur
las schialas". Nota sul corpo delle Agane e di altri esseri mitici,
"Metodi e ricerche", 2, (1983), pp. 5-11.
18 Cfr. H. De
Rossi, Leggende della Val di Fassa, cit., pp. 145191; Si vedano inoltre le osservazioni di U. Kindl in Kritische
Lektiireder Dolomitensagen von Karl Felix Wolff vol. II, Istituto culturale ladino, San Martin de Tor 1997, specie cap. III.
19 La
prevalenza cromatica del bianco si rileva per esempio nella stanza preparataper la veglia funebre (lenzuola, copriletti, fiori bianchi) e nel fazzoletto da testa portato dalle donne per il lutto. Cfr. G. Perusini, Appuntisugli usi e costumipopolari ampezzani, Roma 1943, pp. 10-11; D. Coltro, Mondo contadino. Societd, lavoro, feste e riti agrari del lunario veneto, Venezia
1982, vol. I, p. 177; A. Nicoloso Ciceri, Tradizionipopolari in
Friuli, cit., pp. 273 e 280.
20 Cfr. H. De
Rossi, Leggende della Val di Fassa, cit., pp. 171191; D. Perco, Fiabe e leggende di tradizione orale, in La cultura popolare nel Bellunese, a cura di D. Perco, Milano 1995, pp.
216-217; AA.VV. Leggende Agordine, cit., p.26 e 73; A. Nicoloso Ciceri, Tradizionipopolari in Friuli, cit., pp. 426-436.
21
V. Pallabazzer, Lingua e cultura ladina, Firenze 1990, s.v.
"Aivana".
22 A. Nicoloso
Ciceri, Tradizionipopolari in Friuli, cit., p. 522.
23
M. Milani, Streghe, morti ed esserifantastici, cit., p. 292.
24
CorradoBologna osserva come nella metamorfosi epistemica
del personaggio fata, la cultura altomedievale riplasma la figura
della fata in categorie quali "profetico", "diabolico", "erotico",
"mostruoso". Ad esse, sostiene l'autore, ?si riconduce anche il
dono profetico, il potere oracolare difari, cioe di esprimersi secondo un codice linguistico ed una modulazione espressiva diversi da quelli della comunicazione "normale", quotidiana.
"Cantano"con voce incantatrice-seduttrice-mostruosa-oracolare la Sfinge, le Sirene, Circe>>,cfr. Lefate e ilfato deipoeti, cit.,
pp. 632-633; Si vedano inoltre, dello stesso, gli articoli Mostro e
Voce, in Enciclopedia, Torino 1980, IX, pp. 556-580 e 1981,
XVI, pp. 1257-1292.
25 Giacomino da
Verona, De Jerusalem celesti, in Poeti del Duecento, vol. II, Poesia didattica del nord, a cura di G. Contini, Milano- Napoli 1960, vv. 165-168.
26 A
Prati, Etimologie venete, a cura di G. Folena e G. B. Pellegrini, Venezia-Roma 1968, s.v. Anguane.
27
M. Milani, Streghe, morti ed esserifantastici, cit. p. 294,
Chiampo(VI), 1990, inf. Teresa, 65 a., pensionata,ril. B. Carlotto.
28 Si veda G.
Boerio, Dizionario del dialetto veneziano, Venezia
1856, II ed., p. 373.
29 Cfr. D.
Perco, Credenze e leggende relative a un esserefantastico: il Mazarol/Salvanel, in Guida ai dialetti veneti VII,a cura
di M. Cortelazzo, Padova 1985, p. 159.
30 M.
Milani, Streghe, morti ed esserifantastici, cit., p. 292,
Monte di Malo (VI), 1992, inf. Gianna, 54 anni, casalinga, ril. G.
Bertuzzo.
31 "Le
Longane le era dele specie de sirene, co la coda, con le
thate come le cioure, i disea. E le ienea de note, le se avea scavd
na galeria, i d dito, e le ienea d6 e le dea te le cianeve ca dei nostre e ia da chi de Pedino a magndformai" (Le Longane erano
delle specie di sirene con la coda, con le zampe come le capre,
dicevano. E venivano di notte, avevano scavato una galleria,
79
Perco
rhodanien",1-4 (1992),pp. 307-330;K.M.Briggs,Thefairiesin
traditionand literature,London1968.
A. Aame, S. Thompson,Thetypes of thefolktale, Helsinki
1973,(2 revisione).
50L. HarfLancner,Morganae Melusina,cit., passime bibliografiaivi citata.
51Cfr.M. Maffei,Capellidi serpe.Cuntie credenzedelle isole
Eolie,Roma1995,pp. XL-XLI.
52
Cfr.,tragli altri,G. Gri,Ricchie poveri,mortie minestre,in
Fagagna.Uominie Terra,Udine 1985,pp. 388-390;
53
Cfr.A. Prati,I Valsuganotti.
Lagented'unaregionenaturale,
p. 141; G. D. Bemoni, Credenzepopolariveneziane,Venezia
1874, rist. Filippi ed., Venezia 1978, p. 19. Dice il Bernoni:
che xe falasul Credoxe sogetia vedarle animedei pova"Quei
34 C. Levi
Strauss, II crudo e il cotto, Milano 1966, p. 81, (titolo
ri morti.Parch6el compareno fala t' el dir el Credo,el vien
originale,Le cru et le cuit,Paris1964).
acompagnadalpretee ancada la levatriceparolaperparola".
35 C.
Ginzburg, Storia notturna. Una decifrazione del sabba,To54 Cfr.C.
Ginzburg,Storianotturna,cit., passim.
rino 1989,p. 213.
55E. M.
Meletinskij,S.Ju.Nekljudov,E.S. Novik,D. M. Segal,
36 M.
Milani,Streghe,mortied esserifantastici, cit., pp. 297- Lastrutturadellafiaba,Palermo1977, 90 e
p.
segg.
298; P. Piazzola,Creaturedellafantasiapopolaretra l'alta Val
d'Illasi e l'alta Valdel Chiampo,in AA.VV., Orchi,Anguane, 56 G.P. Caprettini,Laforesta,I'eremitae lafiglia del re, in Semiologiadel racconto,Roma-Bari1992,p. 47.
fade, cit., pp. 129-148;E. Bonomi,Ifantasticiabitatoridei co- 57
Si veda U. Bemardi, Elfilo o la veglia di stalla. Un istituto di
voli e delle grottedella Lessinia,in AA.VV., Orchi,Anguane,
socialitdcontadina,"Cultura
Fade, cit., pp. 117-128;Ledalberede oro, cit., p. 22.
popolareveneta",NuovaSerie 1,
Vicenza1992.
37 AA.VV.,Leggendeagordine,cit., p. 73.
38 A. NardoCibele,Superstizioni
bellunesie cadorine,cit., pp. 58 SulleMatres,matronae,Fatae e altredivinitaprelatinesi ve32-40.Si vedasu questotemaancheR. Battaglia,La "vecchiacol danoC. Ginzburg,Storianotturna,cit., passime G. Meneghetti,
fuso "e lafilaturadel linonelletradizionipopolari,"CeFastu?", Probabilenatura,cit., passim.
bellunesie cadorine,cit.,p.36.
25-26 (1948-49),pp. 101-114.Perun'analisidi questefiguremi- 59 A. NardoCibele,Superstizioni
tichesi vedaC. Ginzburg,Storianotturna,cit.,pp.65-98.
60 Cfr.V.
dei
Turner,Laforesta simboli,Brescia1976,p. 135.
Id., Lafilata o la coltivazionedel canapenel bellunese.Voci, 61 R. Lionetti,"Laspopolaslungias",cit., p. 7.
usi,pregiudizie storielle,Palermo1890,pp. 21; A. NicolosoCi- 62 Latraduzioneletteralee la
seguente:"IhGrigiochiaro,che la
ceri, Tradizionipopolariin Friuli,cit., p. 524.
pii bellarestinel carro".Bisoe ancheunnomepropriodei buoie
40 C. Fabre
Vassas, Paraschiva- Vendredi.La sainte desfemmes,
bisa (bigia)e unarazzabovina,diffusain alcuneregionialpine.
des travaux,desjours,"Terrain",
24 (1995),pp. 57-74.
63 R.
Castellani,Lefate delle Mirische,in Fiabe e narrazioni,
41Nella versionefassanaLa vivanadellafertilitd,la ragazzaa
cit., pp. 289-296.
servizio presso una famiglia chiede di scopare il pavimento 6 Cfr.M.
Maffei,Capellidi serpe,cit., pp. XLIII-XLIV.
della cantinacon un fascio d'orzo. Il contadinoglielo impedi65 S. Marzaro,
Folkloredelleacqueinpianura,in Laciviltddelsce e le da un fascio di ramidi abete. La ragazzaspariscelasciandoil pavimentocompletamentecopertodi aghi di abete, le acque,a curadi M. Cortelazzo,Milano 1993, pp. 235-237 e
che avrebberopotutoinvece essere chicchi d'orzo. Cfr.H. De V.J.Propp,Le radicistoriche,cit., pp. 334-335.
Rossi, Fiabe e leggendedella Valdi Fassa, cit., pp. 149-151. 66 A. NicolosoCiceri,Tradizioni
popolariin Friuli,cit., p. 436.
42
67 Cfr.A.
AA.VV., Orchi,Anguane,Fade,cit., p. 136.
Mari,U. Kindl,La montagnae le sue leggende,Milano 1988,pp. 182-183.
43 Vedi nota 31.
44Cfr.A. NardoCibele,Superstizionibellunesie cadorine,cit., 68 S. Thompson,Motif-Indexof Folk Literature,Bloomington
passim, e id. Acquepregiudizie leggende bellunesi,Palermo 1955-1958.
69 Sullametamorfosi
in serpenteo ranasi vedano:V. Paques,La
1888,pp. 8-10.
45 C.
di
Melusina
alla lucedi altrimiti;C. Mangiarotti,
Mitoe
leggenda
Poppi, L 'uomo selvaggio, cit., p. 89.
di unadonnaserpente,in AA.VV.,Melusina.Mitoe legleggenda
46 L. HarfLancner,
Morganae Melusina,cit., pp.453-525.
gendadi unadonnaserpente,cit., rispettivamente
pp. 105-116e
47 La traduzione
in italianodei testidialettalie nostra.
pp. 11-16;si vedanoanchele versionicontenutein R. Mercenero,
48 Cfr.tra
cit.,p. 197;A. Benetti,I raccontideifilo,cit.,pp.60gli altri,E. Sorlin,Crisde vie, cris de mort.Les Fe7es Crespadoro,
du destin dans les pays celtiques, "FFCommunication",248 63;M. Milani,Streghe,mortied esserifantastici,
cit.,p. 303.
(1991);A. Joisten,Ch.Abry,EtresfantastiquesdesAlpes,Paris 70 Le ranee i rospisonoconsideratianimedeimorti,Cfr.D. Col1995,p. 30; Id., Lesfees du Molardde Vions(Savoie),in Etres tro,Mondocontadino.Societd,lavoro,feste e ritiagraridel lufantastiquesdansles Alpes.Recueild'etudeset de documentsen narioveneto,I, Venezia1982,p. 170;G. Perusini,Appuntisugli
memoirede CharlesJoisten (1936-1981), "Le monde alpin e usi e costumipopolariampezzani,Roma1943,pp. 14-15.
hannodetto,e venivanogiu e andavanonelle cantinequadei nostrie via dai Pedino[ soprannomedella famigliaDa Deppo] a
mangiareformaggio),Domeggedi Cadore(Bl), 1993,Inf.Nidia
Pinazza,n. 1916,ril. IolandaDa Deppo,che ringrazioperavermi messoa disposizionei documentidi tradizioneoraledalei registratiin Cadore.
32"Eldvina pedn!Erintristise bielis,cuipis voltase incantesimavini past6rs"(Avanzavanoa scattielastici.Eranocattivee
belle, coi piedirivoltiindietroe incantavanoi pastori),A. Nicoloso Ciceri,Tradizioni
popolariin Friuli,cit., p. 522.
33 Versioneoraleraccoltada IolandaDa
Deppoa Domeggedi
Cadore.Un raccontoanalogosi trovaanchein E. De Lotto,Gli
spalti del Dio Thor.LeggendeCadorine,Calalzo di Cadore,
1952.
39
80
49
Le Anguane: mogli, madri e lavandaie
H. De Rossi, Fiabe e leggende della Val di Fassa, cit., p. 146.
Cfr. A. Nicoloso Ciceri, Tradizionipopolari in Friuli, cit., p.
105.
71
72
73M. Milani,
Streghe,mortied esserifantastici, cit., pp. 305306.
74 V.J. Propp, Le radici storiche dei racconti
difate, cit., pp. 80,
332 e segg.
75
campagnevoisine.Minot,un village bourguignon,Paris 1990,
p. 317.
84 Cfr. W. Mannhardt,Wald und Feldkulte, Berlin 1904-1905.
85 V.
Menegus Tamburin,"Alpan de i morte",Belluno 1974, pp.
Cfr.N. Zeper,Lapastorizianella Val Cordevole:differenze 64-65.
fra Soprachiusa e Sottochiusa, Universita degli Studi di Trieste,
A.a. 1974-75, rel. G. Perusini, passim; Si veda anche D. Perco,
in LaciviltddelleacLeacquedellamontagnae l 'immaginario,
que, cit., pp. 195-215.
76
G. Perusini, Leggendeladinedi Cortinad'Ampezzo,cit., p. 1.
77
Cfr. V. Dini,Il culto delle antichemadri.Feconditde culti
delle acquenella culturasubalternatoscana,Torino1980,pas-
sim.
Nella tradizione contadina esporre il bucato di notte significava attiraresu di esso i malefici degli spiriti maligni e in particolare delle streghe. Cfr. D. Perco, La maternitd nella tradizione
78
popolare,in Culturapopolaredel Veneto.Le relazionisociali, a
cura di M. Cortelazzo, Milano 1992, pp. 169-189.
M. Milani, Streghe, morti,ed esserifantastici, cit., pp. 299-300.
80 D. Coltro, Mondo contadino, cit., vol. II, p. 115.
8' Id., Mondo contadino, cit., vol. I, p. 178.
79
82 A. Nicoloso Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, cit., vol. I,
p. 80.
83 Y.
Verdier, Lafemme-qui-aide et la laveuse, in AA.VV. Une
Cfr. A. Nicoloso Ciceri, Tradizionipopolari, cit., p. 435. La
Torka dopo aver divorato la filatrice ne compone le ossa e le riveste. Cfr. Ginzburg, Storia notturna, specie cap. I e II, parte II;
cap. II, parte III;M. Bertolotti, Le ossa e la pelle dei buoi; un mito popolare, "Quademi storici", n. 41, (1979), pp. 470-479; D.
Coltro, in Fole e liliole, cit., pp. 62-63, riportauna breve versione (La dona selvatica) in cui la rinascita dalle ossa dei bambini
divorati e vegetale: "I'Angoana[...] la magnava i buteleti che se
86
perdeapar l'argine,e la butavai ossi par tera e li nassea tute
piante de sanguana".
87
E. Sorin, Crisde vie et cris de mort,cit., passim.
88
M. Milani, Streghe, morti ed esserifantastici, cit., p. 290. Sul
significato di una figura mitica come la sirena nella societa contemporanea si veda C. Johnson, The Fate of the legendary Mermaid in modern Cartoon Jokes, "Folklore Forum", 20 (1987),
pp. 61-84.
81
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