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Tutto possiamo sperare dalla sua misericordia

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Tutto possiamo sperare dalla sua misericordia
“Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata” Mt. 13,33
Mensile della comunità
pastorale S. Francesco di Melzo
N. 166 - Anno XV
Febbraio 2016
1 Euro
Quaresima:
Tutto possiamo sperare
dalla sua misericordia
1
Il Lievito - N. 166
Anno XV - Febbraio 2016
SOMMARIO
EDITORIALE........................................................................ 03
- Quattro giornate per uno stile di vita.
GIORNATA DEL MALATO................................ 04
- Il messaggio del Papa.
QUARESIMA 2016...................................................... 06
- Lettera ai parrocchiani
e programma di Quaresima.
ATTUALITà........................................................................... 09
- Viviamo insieme il Giubileo.
- 1a Lectio divina: La salvezza.
- Primi Passi: programma di Quaresima.
- News dal Consiglio pastorale.
- Migranti e rifugiati ci interpellano.
- Orari e servizi ACLI.
- Il Santuario delle Stelle celebra don Bosco.
- Papa Francesco parla della corruzione.
CULTURA................................................................................. 18
- Rubrica Qui si legge:
“Non dirlo. Il Vangelo di Marco”.
- Invito alla lettura.
RICORDO.................................................................................. 21
- Ricordo di don Achille Gumier
e di Ernesto Bertinotti.
MESE DELLA FAMIGLIA................................... 23
- Commento alle iniziative di Gennaio.
SPAZIO GIOVANI......................................................... 25
- Un capodanno diverso dal solito.
- Siamo come una piccola matita.
- Il pellegrinaggio dei chierichetti.
- Don Gnocchi amico dei bambini.
MISSIONE............................................................................... 28
- Quattro chiacchere sulla Bolivia.
- Emozioni solidali.
DALLE PARROCCHIE............................................. 30
- Orari S. Messe.
- Mostra Centro Candia su Firenze.
- Orari e servizi Caritas.
- Anagrafe parrocchiale.
“IL LIEVITO” mensile della Comunità pastorale
San Francesco in Melzo
Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02
Direzione e Redazione: Melzo (MI)
e-mail: [email protected]
Direttore: don Carlo Cardani
Direttore responsabile: Eleonora Forloni
Assistente: don Domenico Debernardi
Stampa: Grafiche Migliorini s.r.l. 20066 Melzo (MI)
Il Lievito - N. 166
Anno XV - Febbraio 2016
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Il Lievito - N. 166
Anno XV - Febbraio 2016
EDITORIALE
Quattro
giornate
per uno
stile di vita
Il mese scorso è stato dedicato
alla famiglia. Ci sono state una serie
di iniziative preziose al nostro crescere “appassionati” al mondo e alle
persone.
Questo mese di febbraio (un pochetto più lungo in quanto “bisestile”)
offre alla nostra riflessione/preghiera
quattro giornate, ormai tradizionali per la nostra Diocesi ambrosiana.
La domenica 31 gennaio, ha chiuso il mese con la Festa della
famiglia e l’invito a “perdonare le offese” (nel contesto dell’Anno giubilare della Misericordia che stiamo celebrando).
La domenica 7 febbraio è Giornata per la vita con il tema: “La misericordia fa fiorire la vita”; certamente dal concepimento, ma a tutto il
tempo terreno della vita di ogni persona.
L’11 febbraio (giovedì), Madonna di Lourdes, da 24 anni è pure
giornata mondiale del malato. E questo anno il tema è “Affidarsi a
Gesù come Maria - Qualsiasi cosa vi dica, fatela!(Gv 2,5)”.
Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza di Dio. Possa
la sua intercessione sostenere e vivificare i nostri sforzi di vicinanza e
di attenzione ai fratelli bisognosi.
E poi, ma anticipato in gennaio, la domenica 24, a motivo della ormai prossima Quaresima, la Giornata della solidarietà che era stata
voluta dal cardinal Martini per aiutare a riflettere sulle dinamiche di
solidarietà a sostegno del mondo del lavoro.
Anche questo anno la nostra attenzione si è focalizzata, principalmente, sulla famiglia ed ora sui malati.
Giornata, quella del malato, che noi celebreremo per la prima volta
tutti insieme, come Comunità pastorale, in S. Alessandro e Margherita la Domenica 28 febbraio nel pomeriggio.
Alle 14,45 reciteremo il Santo Rosario e poi alle 15,30 la Santa
Messa. Durante la Messa amministreremo l’Olio degli infermi, a quanti ne avranno fatto richiesta, e tutti pregheremo per il Santo Padre
aprendo il cuore alla indulgenza del Giubileo.
Alcuni dei momenti che vivremo e dei pensieri che ascolteremo siano
per noi come un esercizio, uno strumento di allenamento alla Misericordia facendo diventare le opere di misericordia uno STILE di vita.
In questo mese, la domenica 14 febbraio, inizierà la Santa Quaresima con al suo inizio i tradizionali Esercizi Spirituali di Comunità:
siano occasione per rigenerarci nello stile operoso e buono che deve
caratterizzare chi crede nel Figlio-Incarnato: morto e risorto, Gesù che
cammina sempre con noi.
Buon cammino.
don Domenico
GIORNATA DEL MALATO
GIORNATA DEL MALATO
coglierne i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché
A tutti coloro che sono al servizio dei malati e dei sofguardano con occhi pieni di amore. Quante volte una
ferenti, auguro di essere animati dallo spirito di Maria,
mamma al capezzale del figlio malato, o un figlio che si
Madre della Misericordia. «La dolcezza del suo sguardo
prende cura del genitore anziano, o un nipote che sta
ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti posvicino al nonno o alla nonna, mette la sua invocazione
siamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio» (ibid.,
nelle mani della Madonna! Per i nostri cari che soffrono
24) e portarla impressa nei nostri cuori e nei nostri gea causa della malattia domandiamo in primo luogo la sasti. Affidiamo all’intercessione della Vergine le ansie e
lute; Gesù stesso ha manifestato la presenza del Regno
le tribolazioni, insieme alle gioie e alle consolazioni, e
di Dio proprio attraverso le guarigioni: «Andate e riferite
rivolgiamo a lei la nostra preghiera, perché rivolga a noi
a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano
i suoi occhi misericordiosi, specialmente nei momenti di
la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i
dolore, e ci renda degni di contemplare oggi e per semsordi odono, i morti risuscitano» (Mt 11,4-5). Ma l’amore
pre il Volto della misericordia, il suo Figlio Gesù.
animato dalla fede ci fa chiedere per loro qualcosa di
Accompagno questa supplica per tutti voi con la mia
più grande della salute fisica: chiediamo una pace, una
Benedizione Apostolica.
serenità della vita che parte dal cuore e che è dono di
Francesco
Dio, frutto dello Spirito Santo che il Padre non nega mai
a quanti glielo chiedono con fiducia. [...]
In questa Giornata Mondiale del Malato
possiamo chiedere a Gesù misericordioso,
Preghiera
attraverso l’intercessione di Maria, Madre
sua e nostra, che conceda a tutti noi questa
per la XXIV Giornata Mondiale del malato 2016
disposizione al servizio dei bisognosi, e conAffidarsi a Gesù misericordioso come Maria:
cretamente dei nostri fratelli e delle nostre
sorelle malati. Talvolta questo servizio può
«Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5)
risultare faticoso, pesante, ma siamo certi
(Ispirata al Messaggio di papa Francesco)
che il Signore non mancherà di trasformare
il nostro sforzo umano in qualcosa di divino.
O Maria, Madre di Misericordia
Anche noi possiamo essere mani, braccia,
nel tuo seno il Verbo di Dio si è fatto carne
cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. Anche noi, sani o malati,
dona a noi tuoi figli di accogliere Gesù
possiamo offrire le nostre fatiche e sofferene con fiducia affidarci a Lui, Parola di Vita.
ze come quell’acqua che riempì le anfore alle
Vergine Consolata e Consolatrice
nozze di Cana e fu trasformata nel vino più
nella tua sollecitudine per l’umanità
buono. Con l’aiuto discreto a chi soffre, così
come nella malattia, si prende sulle proprie
rispecchi la tenerezza di Dio:
spalle la croce di ogni giorno e si segue il Mainsegnaci a consolare chi soffre
estro (cfr Lc 9,23); e anche se l’incontro con
con la consolazione che viene da Lui.
la sofferenza sarà sempre un mistero, Gesù
ci aiuta a svelarne il senso.
Madre di Dio e Madre nostra
intercedi per noi misericordia e compassione
Se sapremo seguire la voce di Colei che
dice anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica,
per essere mani, braccia e cuori
fatela», Gesù trasformerà sempre l’acqua
che aiutano Dio
della nostra vita in vino pregiato. Così quea compiere i suoi prodigi, spesso nascosti.
sta Giornata Mondiale del Malato, celebrata
Madre della vita
solennemente in Terra Santa, aiuterà a realizzare l’augurio che ho espresso nella Bolla
come l’acqua delle nozze di Cana è stata trasformata
di indizione del Giubileo Straordinario della
in vino buono,
Misericordia: «Questo Anno Giubilare vissucosì lo Spirito del tuo Figlio
to nella misericordia possa favorire l’incontro
trasformi ogni sforzo umano a servizio dei fratelli
con [l’Ebraismo, con l’Islam] e con le altre
in qualcosa di divino.
nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti
al dialogo per meglio conoscerci e comprenMaria, Salute degli Infermi
derci; elimini ogni forma di chiusura e di dial tuo cuore di Madre affidiamo la nostra vita:
sprezzo ed espella ogni forma di violenza e di
illuminati dalla fede,
discriminazione» (Misericordiae Vultus, 23).
possiamo sentire la vicinanza di Cristo
Ogni ospedale o casa di cura può essere seche cammina al nostro fianco, caricato della croce,
gno visibile e luogo per promuovere la cultura
e ci aiuta a svelare il senso delle nostre sofferenze. Amen,
dell’incontro e della pace, dove l’esperienza
della malattia e della sofferenza, come pure
Conferenza Episcopale Italiana
l’aiuto professionale e fraterno, contribuiscaUfficio Nazionale per la pastorale della salute
no a superare ogni limite e ogni divisione. [...]
11 febbraio: XXIV Giornata mondiale del malato
MESSAGGIO DEL SANTO
PADRE FRANCESCO
PER LA XXIV GIORNATA
MONDIALE DEL MALATO
2016
Affidarsi a Gesù misericordioso
come Maria:
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”
(Gv 2,5)
Cari fratelli e sorelle,
la XXIV Giornata Mondiale del Malato mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che
si prendono cura di voi. Poiché tale Giornata
sarà celebrata in modo solenne in Terra Santa, quest’anno propongo di meditare il racconto evangelico delle nozze di Cana (Gv 2,1-11),
dove Gesù fece il suo primo miracolo per l’intervento di sua Madre. Il tema prescelto – Affidarsi
a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi
cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5) si inscrive molto
bene anche all’interno del Giubileo straordinario
della Misericordia. La Celebrazione eucaristica
centrale della Giornata avrà luogo l’11 febbraio 2016, memoria liturgica della Beata Vergine
Maria di Lourdes, proprio a Nazareth, dove «il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo
a noi» (Gv 1,14). [...]
La malattia, soprattutto quella grave, mette sempre in
crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che
scavano in profondità. Il primo momento può essere a
volte di ribellione: perché è capitato proprio a me? Ci si
potrebbe sentire disperati, pensare che tutto è perduto,
che ormai niente ha più senso...
In queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte,
messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta la
sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o le domande che ne derivano;
ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il
senso più profondo di ciò che stiamo vivendo; una chiave che ci aiuta a vedere come la malattia può essere la
via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù,
che cammina al nostro fianco, caricato della Croce. E
questa chiave ce la consegna la Madre, Maria, esperta
di questa via.
Nelle nozze di Cana, Maria è la donna premurosa che
si accorge di un problema molto importante per gli sposi:
è finito il vino, simbolo della gioia della festa. Maria scopre la difficoltà, in un certo senso la fa sua e, con discrezione, agisce prontamente. Non rimane a guardare, e
tanto meno si attarda ad esprimere giudizi, ma si rivolge
a Gesù e gli presenta il problema così come è: «Non
hanno vino» (Gv 2,3). E quando Gesù le fa presente
che non è ancora il momento per Lui di rivelarsi (cfr v.
4), dice ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5).
Allora Gesù compie il miracolo, trasformando una grande quantità di acqua in vino, un vino che appare subito il
migliore di tutta la festa. Quale insegnamento possiamo
ricavare dal mistero delle nozze di Cana per la Giornata
Mondiale del Malato? [...]
A Cana si profilano i tratti distintivi di Gesù e della
sua missione: Egli è Colui che soccorre chi è in difficoltà e nel bisogno. E infatti nel suo ministero messianico
guarirà molti da malattie, infermità e spiriti cattivi, donerà la vista ai ciechi, farà camminare gli zoppi, restituirà
salute e dignità ai lebbrosi, risusciterà i morti, ai poveri
annunzierà la buona novella (cfr Lc 7,21-22). E la richiesta di Maria, durante il banchetto nuziale, suggerita dallo
Spirito Santo al suo cuore materno, fece emergere non
solo il potere messianico di Gesù, ma anche la sua misericordia.
Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza
di Dio. E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita
di tante persone che si trovano accanto ai malati e sanno
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quaresima 2016
quaresima 2016
Comunità pastorale San Francesco in Melzo
I venerdì di Quaresima
Tutto possiamo sperare
dalla sua misericordia
”La tua Croce ha salvato il mondo!”
ore 6,30:
San Francesco: lectio sui testi della Passione di
Gesù nel Vangelo di Giovanni
ore 7,00: Casa San Giuseppe: Via Crucis
ore 7,30: San Francesco: Ufficio delle Letture
ore 7,45: Nelle tre chiese parrocchiali: la Via della Croce,
per i bambini delle elementari, prima di andare
a scuola
ore 8,30: Nelle tre chiese parrocchiali: Celebrazione delle
Lodi e meditazione sulla Passione di Gesù nel
Vangelo di Giovanni
9,30-11,30: San Francesco, adorazione della Croce e Confessioni
15,00:
Nelle tre chiese parrocchiali: Via Crucis
Quaresima 2016
“La Quaresima di questo Anno giubilare sia vissuta
più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio”
(papa Francesco, Misericordiae Vultus 17)
Carissimo fratello e carissima sorella in Cristo,
il giubileo della Misericordia tanto desiderato da papa Francesco trova nella Quaresima la sua espressione più intensa. Davvero il Signore ha dato la sua vita per me, per te, nonostante i nostri errori e la nostra
lontananza. La Croce è sempre un grido d’amore per ciascuno di noi, una porta aperta al perdono.
“Il Signore non si stanca di perdonarci, siamo noi a volte che ci stanchiamo di chiedere perdono”. Queste
parole del papa possano guidarci in queste settimane che ci conducono a Pasqua, così da poter sperimentare che veramente “tutto possiamo sperare dalla Sua misericordia”.
Ci permettiamo così di invitarti e di condividere con te il nostro itinerario quaresimale.
Venerdì 19 febbraio - ore 21,00: chiesa Sant’Alessandro,
conclusione degli esercizi spirituali predicati da don Luca
Ciotti e rito dell’imposizione delle ceneri.
Venerdì 26 febbraio - ore 21,00: chiesa sant’Alessandro,
veglia di preghiera “Lo guardò con amore misericordioso e lo
scelse” – mostra: “I Volti della Misericordia”.
Buon cammino verso la Pasqua!
È possibile fare la visita guidata della mostra “I volti della
misericordia” da lunedì 22 a domenica 28 febbraio nella
chiesa Sant’Alessandro, con le seguenti modalità:
martedì-giovedì-sabato................dalle 10,00 alle 11,00
da lunedì a domenica..................dalle 16,00 alle 17,00
lunedì-mercoledì-sabato..............dalle 21,00 alle 22,00
don Carlo, don Guido, don Domenico, don Fabio e la comunità cristiana di Melzo
La preghiera comunitaria quotidiana
7.00: Casa San Giuseppe: santa Messa
24 ORE per il SIGNORE
7.30: San Francesco: Ufficio delle Letture. Reciteremo tre
salmi e leggeremo alcuni testi di papa Francesco
Venerdì 4 marzo, ore 21,00 - 22,30
in chiesa Sant’Alessandro
Veglia di preghiera “Dio ci offre una medicina più forte
delle nostre piaghe” e confessioni.
Celebrazione delle Lodi e santa Messa secondo l’orario consueto
Tutti i mercoledì celebreremo per tutti la santa Messa con i
giovani alle ore 6,15 nella cappella dell’oratorio Sant’Alessandro.
Sabato 5 marzo - in chiesa San Francesco
9,30 - 11,30: confessioni
15,00 - 17,00: confessioni
17,00: vespri conclusivi.
Prima settimana: “Entriamo in Quaresima”
Gli esercizi spirituali
Venerdì 11 marzo - ore 21,00: nella zona del sacro Cuore:
VIA CRUCIS per i MISSIONARI MARTIRI.
Da lunedì 15 a venerdì 19 la nostra comunità vivrà gli esercizi
spirituali: un tempo privilegiato di ascolto della Parola di Dio, di
silenzio e di preghiera.
Venerdì 18 marzo - ore 21,00: chiesa Beato Piergiorgio
Frassati: adorazione del Crocifisso “Dalle sue piaghe siamo
stati guariti”.
Oltre al programma quotidiano vivremo gli esercizi spirituali in
questi momenti:
Da lunedì 14 a domenica 20 marzo presso la chiesa Beato
Pier Giorgio Frassati, mostra: la SINDONE e il CROCIFISSO
SINDONICO.
10,00-11,30: In San Francesco, celebrazione della Parola e
predicazione
Venerdì santo 25 marzo - ore 21,00:
dalla chiesa Beato Pier Giorgio Frassati:
VIA CRUCIS CITTADINA.
21,00-22,00: In San Francesco, celebrazione della Parola e
predicazione di don Luca Ciotti, responsabile
diocesano dell’ACR
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Altri strumenti
per vivere la Quaresima
Nelle tre chiese parrocchiali e in libreria Sant’Alessandro (piazza sant’Alessandro) è possibile acquistare il libretto per la preghiera quotidiana personale
e in famiglia.
Con Radio TOP 92.2 è possibile ascoltare ogni
giorno alle 7,30 e alle 20,00 brevi momenti di meditazione sui testi del profeta Ezechiele.
La benedizione delle famiglie sarà nella parrocchia Sant’Alessandro.
L’iniziativa di carità
Durante la Quaresima sosterremo i progetti di
carità indicati dalla nostra diocesi (dettagli nelle tre
chiese). La nostra penitenza e la nostra conversione
passano anche dall’attenzione che sapremo dare ai
poveri.
Quaresima:
tempo di astinenza e di digiuno
“Il digiuno svolge la fondamentale funzione di farci
discernere qual è la nostra fame, di che cosa viviamo, di che cosa ci nutriamo e di ordinare i nostri appetiti intorno a ciò che è veramente l’unico necessario. Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del
desiderio. In questo senso la Quaresima può essere
davvero il tempo propizio che ci riporta, ci fa tornare
– è il senso primario della conversione – all’autenticità di una vita cristiana secondo la volontà di Dio,
anche nelle sue espressioni di sobrietà e di ascesi.
Così il digiuno può assumere di nuovo i suoi connotati più biblici e cristiani: un modo di esprimere con
tutte le fibre del nostro essere il fatto che vero nutrimento per noi è ogni parola che esce dalla bocca di
Dio, un reimparare la disciplina dell’oralità perché noi
siamo ciò di cui ci nutriamo e la nostra bocca parla
dalla pienezza del cuore. Un modo, il digiuno, anche
di condividere con semplicità e immediatezza i beni
di questa terra, dati a noi perché diventino di tutti e
non di pochi; un modo di richiamare la nostra vigilanza sul fatto che l’astensione da praticare non è solo
e tanto quella da un boccone di cibo, ma dal nutrirsi
dell’ingiustizia, dall’ingrassare in potere e ricchezza
a spese degli ultimi, dall’ignorare il fratello nel bisogno”. (Enzo Bianchi)
Ricordiamo quindi il consiglio di praticare l’astinenza e il digiuno:
• tutti i venerdì di Quaresima l’astensione dalla carne (per chi ha compiuto i 14 anni);
• il primo e l’ultimo venerdì il digiuno (tra i 18 e i 60
anni): un solo pasto.
Desideriamo rendere più sobria ed essenziale la nostra vita:
• aprendola alla contemplazione e all’imitazione di
Gesù Crocifisso;
• trasformando le nostre rinunce in gesti di solidarietà.
ATTUALITà
Viviamo insieme il Giubileo della Misericordia
Proseguiamo il nostro
Anno Santo della Misericordia con la
testimonianza di una famiglia
melzese che ha recentemente
svolto un pellegrinaggio a Roma.
La redazione è lieta di accogliere su
queste pagine i racconti di tutti coloro
che vorranno condividere le esperienze di Misericordia vissute in questo
Anno Santo.
Una testimonianza
Partenza! Quest’anno scegliamo di trascorrere le vacanze di fine anno vivendo l’esperienza del pellegrinaggio a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia.
Tanti pensieri, tante aspettative in preparazione di
questa “vacanza”, ma prima di tutto l’emozione di poter vivere per la prima volta questa esperienza in modo
diretto e da protagonisti come coppia e come famiglia.
Fuori dalle celebrazioni ufficiali, il Giubileo delle famiglie si è infatti svolto domenica 27 dicembre, decidiamo
di intraprendere il cammino in forma privata.
Per il pellegrinaggio di avvicinamento alla Basilica di
San Pietro e alla Porta Santa della Misericordia, scegliamo l’itinerario del Cammino Mariano, così detto perché
parte dalla Basilica papale di Santa Maria Maggiore.
Perché questa scelta rispetto alle altre alternative, come
il Cammino della via papale o Maior o al Cammino
del Pellegrino?
Crediamo, magari anche inconsapevolmente, che
partire da lì significhi condividere la fede semplice di
ogni persona che si rivolge alla Madonna. Probabilmente ha il suo peso anche il fatto che Papa Francesco ami
molto questa chiesa, infatti si recò in quel luogo a pregare il giorno dopo la sua elezione.
Il cammino di silenzio e di preghiera e le soste nelle
chiese incontrate, oltre all’ammirazione per le bellezze
di Roma, si snoda attraverso via della Madonna dei
Monti, per poi passare in Piazza Campitelli, arrivati poi
in piazza Navona proseguiamo attraverso S. Maria in
Vallicella per arrivare infine a Castel Sant’Angelo.
A Castel San’Angelo iniziamo l’ultimo tratto di pellegrinaggio con un percorso dedicato attraverso via della
Conciliazione e che conduce infine alla Basilica di San
Pietro.
In quest’ultimo scorcio di strada raccogliamo i nostri
pensieri e le nostre intenzioni per le quali ci avviamo verso la meta del pellegrinaggio, pensiamo a tutti coloro i
quali vorremmo qui con noi in questo momento, ma che
per diversi motivi non ci sono, primo fra tutti i nostri figli
e le nostre famiglie di provenienza, i nostri amici, oppure
anche chi non vuole essere presente perché ha perso
la fede, ricordiamo i nostri cari defunti, e raccolte tutte
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queste persone e situazioni nel nostro cuore ci avviamo
verso la Porta della Misericordia.
Prima dell’attraversamento però ci aspettano altre
brevi soste di meditazione e di preghiera lungo il cammino: di fronte alla chiesa di S. Maria in Traspontina e in
piazza San Pietro.
Sulle scalinate della Basilica ci aggreghiamo ad un
gruppo di giovani cantori austriaci che rendono ancora
più suggestivo il passaggio della Porta Santa. All’interno della Basilica il cammino lo concludiamo davanti alla
tomba di San Pietro.
Per concludere il “nostro” Giubileo, il primo giorno
dell’anno assistiamo all’Angelus in piazza San Pietro e
all’apertura della porta Santa da parte di papa Francesco presso la “nostra” Basilica di Santa Maria Maggiore.
Ci auguriamo ed auguriamo a tutti di essere Misericordiosi come il Padre!
Una famiglia
ATTUALITà
ATTUALITà
I° Incontro LECTIO DECANALE 2016:
La salvezza.
“La sua gloria abiti la terra”
Si è tenuto lo scorso 14 gennaio,
presso la chiesa dei Santi Alessandro e Margherita, il primo incontro
(il terzo dell’intero programma, già
svoltosi in parte a Gorgonzola) della
lectio decanale 2016.
La riflessione, guidata da padre
Alberto Rocca, superiore dei Servi
del Cuore Immacolato di Maria di
Bisentrate, ha avuto come oggetto
il Salmo 84, da cui prende nome il
programma della lectio, vale a dire:
“Mmostraci, Signore, la tua misericordia”. Il Salmo fa memoria del
ritorno di Israele dall’esilio in Babilonia, ed è un quindi un canto gioioso
e pieno di speranza.
Riportiamo di seguito il testo del
Salmo stesso, e una breve sintesi
della lectio di padre Rocca.
Salmo 84
Al maestro del coro.
Dei figli di Core. Salmo.
2 Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
3 Hai perdonato l’iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
4 Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.
5 Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
6 Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
7 Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
8 Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
9 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10 La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
11 Misericordia e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12 La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
13 Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
14 Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
1
La prima parte del Salmo: il ringraziamento (versetti 1-3)
È un inizio che dà il tono a tutto il Salmo, tono di serenità: “Sei
stato buono, Signore, con la tua
terra”. L’idea è questa: il popolo è
consapevole della sua miseria e del
suo peccato, e potrebbe guardare il
volto di Dio con apprensione, avere
paura dello sguardo di Dio. Invece,
riflettendo sull’esperienza del passato, il popolo si ricorda del “sorriso
di Dio” (cfr. Gb 8, 21); Dio ha sorriso
guardando il suo popolo, il volto di
Dio è propizio, benevolo e favorevole. Allora è il popolo stesso che
è stato deportato, e che il Signore
ha ricondotto in patria, a ricordare
l’opera del Signore: egli ha ridato
speranza al suo popolo. Il racconto
di quello che ha fatto Dio diventa
una confessione. E’ chiaro, non ci sarebbe bisogno che io
raccontassi a Dio quello che lui ha fatto per me, lo sa molto
bene, anche meglio di me: ma ho bisogno di dirlo, ho bisogno di confessare l’amore di Dio, di annunciarlo, di proclamarlo, proprio per riceverlo con il massimo di disponibilità.
Nel momento in cui ringraziamo Dio, i doni di Dio diventano
nostri, entrano nel nostro cuore che si apre a gustarli.
La seconda parte del Salmo: la supplica (versetti 4-8)
C’è poi il passaggio a una supplica, che suppone una
condizione di miseria e di delusione. Viene fuori un tema
che a noi dà un po’ fastidio, ma che è ricorrente nella Bibbia, vale a dire l’«ira di Dio». Un’ira che in certi momenti
brucia: si parla dell’«ardore dell’ira
di Dio» (cfr. Es 32,12).
Perché c’è anche questo? C’è
perché l’ira di Dio esprime la
sua reazione al peccato e all’ingiustizia. Vuole dire: di fronte al
peccato dell’uomo Dio non rimane
indifferente, e non lascia passare
la menzogna come fosse cosa da
poco. Dio sostiene la vita e combatte la morte, e siccome il peccato è
una potenza di morte, Dio non lo lascia passare senza reagire, lottare
e combattere. Nella Bibbia questa
reazione ha un valore terapeutico;
vuole curare l’uomo, in modo che
prenda coscienza del suo peccato
e della sua condizione di morte. Ma
“l’ira di Dio dura un istante” mentre
“la sua bontà per tutta la vita”. Ciò
vuol dire che Dio conosce l’ira e la
misericordia, ma in due modi molto
diversi, perché la misericordia è innestata nell’essenza di Dio, mentre
l’ira è la reazione al peccato dell’uomo. Per questo la sua misericordia
è eterna, l’ira invece è provvisoria.
Proprio perché l’ira è provvisoria,
noi chiediamo al Signore che sia
breve. Dice il nostro Salmo “Forse
per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?”. Di età in età di estende la
misericordia di Dio, come ci ricorda
il Magnificat, non l’ira. Allora chiediamo al Signore di chiudere la parentesi necessaria, ma
provvisoria, dell’ira, e di aprire, invece, il tempo definitivo
della salvezza e della misericordia: “Mostraci, Signore, la
tua misericordia e donaci la tua salvezza”. Dio si è impegnato nei nostri confronti a un amore fedele, e questo ci
consente di pregare con una sicurezza grande, perché se
dovessimo fare appello ai nostri meriti per chiedere l’intervento della grazia di Dio, non saremmo mai sicuri di averne
abbastanza: quanti meriti ci vogliono perché il Signore mi
salvi?
Per questo la preghiera diventa fondamento di speranza
e di sicurezza, ma anche di verità su Dio e su noi stessi.
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La terza parte del Salmo: l’oracolo
L’ultima parte del Salmo è l’oracolo. Annunzia pace: ma
per chi? Per il suo popolo, che è in alleanza con noi. Ma è
opportuno chiarire:“ per il suo popolo, per i suoi fedeli”, per
quelli che a loro volta cercano la lealtà nei confronti di Dio:
“per chi ritorna a lui con tutto il cuore”. Dio si converte, ma
chiede all’uomo la conversione; cioè Dio si volta verso di
noi con uno sguardo di amore e di accoglienza, ma chiede
a noi di voltarci verso di lui con un atteggiamento di fede e
di docilità. E con un atteggiamento autentico, perché quando dice: “Ritorna a lui con tutto il cuore”, significa non solo
con riti e comportamenti esteriori, ma con comportamenti
concreti che nascono dalla decisione profonda e sincera
dell’uomo.
Il Salmo dichiara che la
salvezza viene offerta a chi
“ritorna a lui con tutto il cuore”: chi si mette sulla via
della santità riceve i doni
della gioia, della libertà e
della pace. Allora, quando
questo avviene, quando
la pace di Dio dilaga nel
mondo, possiamo ammirare il mondo rigenerato e
trasfigurato. Addirittura: “La
sua gloria abiterà la nostra
terra”. I frutti della pace di
Dio si chiamano salvezza,
gloria, misericordia, verità,
giustizia. Tutte le figure della pace di Dio citate in questo Salmo si riassumono in
Gesù Cristo, come sembra
dirci il versetto 12: “La verità germoglierà dalla terra e
la giustizia si affaccerà dal
cielo”. I Padri della Chiesa
hanno infatti ritrovato in
questo versetto il mistero
del Natale, dell’incarnazione di Dio. Se immaginiamo
la terra come il grembo di
Maria, che è fecondato
dalla grazia dello Spirito, e
che esprime la condizione
dell’umanità che riceve la
grazia di Dio e diventa proprio per questo feconda del
Verbo di Dio, del Figlio di
Dio fatto carne, allora ritroviamo un elemento tipico
del Natale.
I doni messianici promessi da questo Salmo
ci ricordano che il cristiano non deve ambire solo
a chiedere a Dio qualche
grazia terrena, ma deve
anelare con tutto sé stesso
al Paradiso: questo è l’insegnamento fondamentale
del Salmo.
Padre Rocca ha termi-
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nato la sua riflessione proponendo un’actio: quando preghiamo facciamo innanzitutto memoria di quanto Dio
ha fatto e fa nella nostra vita con un ringraziamento;
nella nostra preghiera partiamo quindi da Lui, e non
da noi.
Il percorso di lectio, di cui daremo conto prossimamente,
è proseguito giovedì 11 febbraio, con l’incontro dal titolo:
La misura dell’amore di Dio.
“L’amore del Signore è da sempre” (Salmo 103).
Massimo Corvasce
ATTUALITà
Melzo - Via A. Pasta, 29/31 - Tel. e Fax 02/95710746
Mail: [email protected]
ORARI APERTURA SEDE:
da Lunedì a Giovedì: ore 9,00÷12,00 e 14,00÷17,00
Venerdì: ore 9,00÷12,00
INAS - Pratiche pensionistiche
CAAF - Assistenza fiscale
NOTAIO - Consulenza notarile
Troverai accoglienza, ascolto, informazioni e aiuto nell’inoltro delle pratiche.
In particolare:
Martedì mattina: presenza di un funzionario dell’Inas per le pratiche
previdenziali e pensionistiche.
Martedì pomeriggio:
- presenza notaio (informazioni per successioni e trasferimenti di proprietà);
- sportello sanità (informazioni su dimissioni protette, posti di sollievo, ecc.).
Giovedì mattina: presenza di addetto Caaf per servizi di assistenza
fiscale (730/Unico), Imu, mod. RED, Isee e bonus vari, contenzioso fiscale.
Iscriviti alla FNP-Cisl e potrai avere: forti sconti sulle dichiarazioni
fiscali e sulle iniziative turistiche, contributi in caso di furti o scippi, una diaria
giornaliera (30/50 euro) in caso di ricovero ospedaliero dovuto a infortunio di
qualsiasi natura e tante altre agevolazioni.
Trattamenti
Neuro-Osteo-Muscolari
e Sistemici
Sedute individuali
o di gruppo
personalizzate
Alcuni esempi: Insonnia,
sciatalgia, cervicalgia,
mal di schiena, stitichezza,
mal di denti, stress emotivo,
dolori mestruali, ecc.
Fitness
Dimagrimento
Riabilitazione
Ginnastica Posturale
News dal
Consiglio
Pastorale
Radio Top FM: strumento del passato o possibilità da rivalutare?
A dicembre, il Consiglio pastorale ha affrontato alcuni temi importanti: l’andamento di Radio Top FM,
la costituzione di commissioni di lavoro interne che
rendano più agevole il lavoro, l’Anno Santo della Misericordia. Ecco il resoconto di quanto emerso dalla
riunione.
L’ultimo Consiglio pastorale si è aperto su un tema
di attualità: la radio oggi può offrire ancora valide occasioni alla nostra comunità o è uno strumento ormai
obsoleto?
Ce lo siamo chiesti in particolare rispetto alla nostra
emittente: l’amministrazione di radio Top FM ha fatto
presente alcune difficoltà nell’andamento economico,
per cui ci si è domandati come procedere.
Attualmente la radio è sostenuta quasi esclusivamente da contributi statali, che però si sono ridotti
sensibilmente nel tempo (in particolare negli ultimi due
anni); la trasmissione è inoltre disturbata da altre due
radio (acquistate da RTL) che ne coprono la frequenza.
Lo scopo originario della radio era dar voce alla realtà locale e pastorale, ma nel tempo tale strumento è
diventato meno efficace: alcuni consiglieri hanno ricordato che anni fa questa radio è stata utile e importante
per la comunità, ma occorre domandarsi se ha senso
Dott. Gabriele Galise
Laurea in Scienze Motorie e Sport
Master in Traumatologia Propriocettiva
Attestati in Riflessologia Olistica
Cell.: 345-68.22.334 - Studio: via Trieste 13, Melzo
RICEVE SU APPUNTAMENTO
Onoranze Funebri
Mutuo Soccorso
Funerali completi
(sconto per i Soci)
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in qualsiasi ospedale
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nazionali ed esteri
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E-mail: [email protected] - Sito: www.onoranzefunebrimutuosoccorso.it
Agenzie: Truccazzano - Milano - Gorgonzola
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mantenerla ancora in vita, poiché negli ultimi decenni
sono cambiati sensibilmente i mezzi di comunicazione.
Si potrebbe perciò pensare di vendere, oppure trovare delle soluzioni alternative, come un accordo con una
radio a cui dare in affitto i locali, mantenendo la possibilità di trasmettere ciò che interessa alla nostra comunità,
o anche utilizzare la radio in sinergia con i paesi limitrofi
come strumento pastorale.
Il Consiglio ha suggerito innanzitutto di verificare il
bacino d’utenza e di pensare ad un progetto chiaro sui
contenuti: se la radio non torna ad essere lo strumento
per cui è nata non vale la spesa che nei prossimi anni
costerà.
Parte del Consiglio ha argomentato che poiché il bilancio è in rosso e il palinsesto è debole occorre vendere
oppure rinnovarsi, ma per fare ciò servono molte risorse.
La maggioranza del Consiglio si è espressa comunque
a favore della vendita dell’emittente. L’amministrazione
perciò si è prefissata di verificare le eventuali possibilità
in tal senso e terrà informato il Consiglio.
***
Successivamente, si è passati a costituire delle commissioni di lavoro, secondo le macro-aree definite nel
corso della precedente riunione, per rendere più agile e
concreto il lavoro del CP. Si sono cadidati:
S. Bombelli, M. Biancardi, L. Vignali, M. Pacini e A.
Bindellini alla commissione Progetto pastorale.
M. De Marchi, L. Gioia, L. Ladini e G. Raimondi alla
commissione Spazi e risorse.
G. Landini, M. Baroni, D. Dossi, M. Corvasce e Suor
Graziella alla commissione Realtà sociale.
Buon lavoro a tutti!
***
La Commissione Anno Santo ha invece illustrato il
lavoro svolto: sugli amboni verrà apposto il logo dell’Anno della Misericordia e verranno predisposte delle tracce per l’esame di coscienza divise per
età. Ogni mese verrà dedicato uno spazio sul Il Lievito alla vita di persone misericordiose e le omelie del mercoledì sera
verteranno sul tema della Misericordia.
Verrà inoltre allestita la mostra “I volti
della Misericordia”, in spazi e tempi ancora da definire.
Per quanto riguarda il progetto di accoglienza dei profughi, c’è stato un incontro con la Prefettura e il Comune per
prendere accordi, ma non sono ancora
stati aperti i bandi. Nel frattempo occorrerà organizzarsi per provvedere alla
pulizia e alla sistemazione dell’ambiente
per accogliere adeguatamente i nostri
ospiti. Chiunque desiderasse collaborare è ben accetto!
Silvia Trasi
ATTUALITà
ATTUALITà
Migranti e rifugiati
ci interpellano
ACLI - Melzo sez. A. Grandi - Via M. Libertà, 5
Tel. 02.9550592 - Fax 02.95716787 - mail: [email protected] - sito: www.aclimelzo.it
Servizi ACLI: ORARI
Patronato ACLI (Assistenza previdenziale)
Mons. Mounir Khairallah, vescovo di Batroun:
“La diversità è una ricchezza.
Non abbiate paura ad accogliere”
Al primo luglio 2014 erano presenti in Lombardia
1.295.000 stranieri provenienti da Paesi a forte pressione migratoria. Una cifra del genere può impressionare,
oltre a far sorgere innumerevoli domande sulla questione, domande che tutti noi ci siamo posti o che abbiamo
sentito porgere ascoltando un servizio al telegiornale o
leggendo un quotidiano.
Anche l’incontro organizzato dalle Acli Interzona Martesana e svoltosi nel pomeriggio di sabato 16 gennaio a
Gorgonzola, in occasione della Giornata Mondiale del
Migrante, e che ha visto come relatori il professor Camille Eid, la sociologa Lia Lombardi e monsignor Mounir Khairallah, vescovo maronita di Batroun, sita a nord
di Beirut, ha affrontato questi temi. L’incontro, però, ha
gettato qualche spiraglio di luce un po’ differente sulla
questione. Basti pensare al fatto che, contrariamente a
quanto si crede, l’Europa sta dando il contributo minore
sul fronte della soluzione del problema degli immigrati,
nonché sull’accoglienza, giacché Paesi come il Libano,
ad esempio, sono meta di immigrazione fin dal 1948,
quando la creazione dello stato di Israele ha causato
l’esodo di numerosi siriani.
Tutto ciò però non toglie che il problema legato ai migranti sia per sua natura ricco di contraddizioni, in primis
quella legata al loro status, visto che spesso richiedenti
asilo e persone in cerca di lavoro sono poste sullo stesso piano nel sentire comune o, ancora, quella che si
potrebbe definire come la contraddizione fondamentale
della questione, vale a dire la volontà, da una parte, di
chiudere le frontiere o quantomeno di ridurre i flussi di
migranti in arrivo e l’esigenza opposta di vedere allentati i vincoli all’ingresso delle persone perché il sistema
economico ha necessità di manodopera per quei lavori
[email protected]
Consulenza relativa ai tipi di contratto previsti dalla normativa e, a richiesta,
predisposizione preventivi. Stipula, gestione e chiusura del contratto.
Assistenza completa al datore di lavoro durante l’esistenza del contratto.
giovedì: dalle ore 9.00 alle 12,00
solo su appuntamento
[email protected]
Tutte le pratiche fiscali, dichiarazione Mod 730, Unico persone fisiche, ISEE/
ISEU, ICI, RED, FSO, Bandi prima casa, Social Card, Successioni, contratti di
locazione, compilazione e trasmissione del modello EAS per gli Enti Associativi,
Dichiarazioni di responsabilità richieste dall’Inps per l’erogazione delle indennità
agli invalidi civili, delle pensioni ed assegni sociali (modd. CRI, ICLAV, ACC AS/PS).
che vengono rifiutati non solo dai cittadini autoctoni, ma
altresì dagli immigrati di seconda generazione, quindi
dagli stessi figli degli immigrati delle precedenti ondate
migratorie.
A queste contraddizioni si mescolano poi preoccupazioni e paure, dubbi e pietà umana, cosicché i migranti
sono di volta in volta persone da aiutare e accogliere
quando i media ci riportano le immagini di guerre e persecuzioni, ma che facilmente si trasformano tutti quanti
in criminali e terroristi non appena i medesimi media riportano fatti criminosi o, peggio ancora, degli attentati
commessi da immigrati o, in ogni caso, da stranieri di
una certa cultura, religione e provenienza geografica,
com’è accaduto coi fatti di Parigi ancora così vivi nella
memoria.
Perciò la questione dei migranti diviene anche una
questione di sicurezza e una questione di compatibilità,
inducendo non solo l’uomo della strada a domandarsi:
“Ma sarà giusto accogliere chi ha una cultura così diversa dalla nostra e non si riconosce nei vostri stessi valori
e principi?”. Poi, però, ecco tornare sullo sfondo la necessità di reperire un certo tipo forza lavoro o, appunto,
le immagini dei morti in mare o delle colonne di profughi
che in condizioni precarie e in pieno inverno attraversano l’Europa a piedi in cerca di un futuro migliore e della
pace. Ecco perciò che le eventuali certezze vengono
scosse e si ripiomba nel dubbio.
Va detto che l’emigrazione non è solo quella dei profughi infreddoliti o fortunosamente salvati da un naufragio;
la realtà è che esistono due tipi di mobilità delle persone:
una bene accetta e addirittura incentivata e che riguarda
uomini d’affari, manager, professionisti, scienziati, artisti,
finanche ai turisti, cioè coloro che posso apportare in
vari modi ricchezza al Paese di destinazione, e quella
che riguarda tutti gli altri. Solo questi ultimi sono chiamati
“migranti” o “immigrati”. Ne consegue che già la terminologia crea differenza e discriminazione tra le persone e
che solo quelli definiti “migranti” oltre ad essere accolti
a condizione che siano utili sono guardati con sospetto,
nonostante tutto e nonostante l’appello lanciato anche
durante l’incontro del 16 gennaio a non aver paura e a
considerare la diversità una ricchezza anziché un danno
o un pericolo.
Il Lievito - N. 166
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Lavoro domestico [email protected]
Assitenza previdenziale e servizio di consulenza
per pratiche pensionistiche e previdenziali
C A F tel. 02/95.735.859 linea diretta
lunedì: ore 17.00÷18.30 - giovedì: ore 9,30÷11,00
Immigrati
Richiesta e rinnovo del Permesso di soggiorno e Carta
di soggiorno come previsto dalla normativa vigente; richiesta di “ricongiungimento
familiare”. Inoltre, assistenza in merito ai Decreti Flussi e, in collaborazione con
l’ufficio Immigrati di Milano, alla variegata problematica degli immigrati.
martedì: ore 8,30÷12,30 e 14÷17.30 su appuntamento
mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 9,30 alle 12,00
S.I.C.E.T. (Sindacato Inquilini Casa E Territorio)
(Gli orari di apertura relativi al periodo di campagna fiscale verranno affissi in bacheca)
martedì: dalle ore 17,00 alle 19,00
solo su appuntamento
Biblioteca l’elenco dei libri è disponibile
sul sito: www.aclimelzo.it alla voce “Biblioteca”
primo venerdì del mese: ore 21.00÷22.00
terzo venerdì del mese: ore 10.00÷11.00
[email protected]
C.C.L.(Coop. ACLI “Uggé Franca”)
[email protected]
martedì e venerdì: ore 14,00÷18.30 (1° piano)
La segreteria Acli è aperta il giovedì dalle 9,30 alle 11,00
La segreteria ACLI informa che nel periodo febbraio÷ottobre è possibile iscriversi o rinnovare l’iscrizione all’anno sociale in corso
Tesseramento Acli 2015
Riparte la campagna tesseramento.
Due anni fa i costi delle tessere per
il circolo erano aumentati, ma avevamo
deciso di non fare ricadere questo aumento sui soci. Oggi abbiamo scelto di
adeguare il costo della tessera a 20 euro
e 15 euro (per i familiari).
È possibile fare la tessera in sede il
martedì (dalle 9.30 alle 11,00), il mercoledì e venerdì mattina durante l’apertura
degli uffici.
Congresso provinciale Acli
“NIENTE PAURA” è il titolo del prossimo XXX congresso provinciale
delle Acli che si svolgerà il mese di marzo prossimo. Il titolo è significativo ed è stato scelto perché la paura, sapientemente alimentata dai
mezzi di comunicazione, è un sentimento che paralizza, che ci allontana
dagli altri. “È davvero un mondo che cambia - si legge negli orientamenti
precongressuali - e non sempre per il verso giusto, per quello che vorremmo. Noi da sempre lottiamo insieme per un mondo più giusto. Ma
a volte siamo smentiti, a volte prevale il rancore, il risentimento, a cui
rispondiamo con più fede, con le nostre opere, con il nostro pensiero: a
che serve un pensiero se non sconfigge la paura?”.
Anche il nostro circolo si sta preparando a questo importante appuntamento congressuale e il 19 febbraio terrà la propria assemblea straordinaria, durante la quale verrà rinnovato il consiglio e verranno nominati
i delegati per il congresso provinciale.
Circolo Acli A. Grandi Melzo
Immagine della cena sociale presso
la Comunità Solidale della Pagnana, tenutasi al termine dell’incontro
DI APERTURA AL PUBBLICO
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Perché il circolo sia un luogo vivo
di partecipazione per il benessere della nostra comunità, chiediamo il vostro sostegno, rinnovando la tessera
o anche offrendovi come volontari.
ATTUALITà
ATTUALITà
Ricorrenza di don Bosco al Santuario delle Stelle
Nel libro intervista
“Il nome di Dio è Misericordia” un duro giudizio
del Papa su chi opera nella corruzione
Sabato
30 gennaio
solenne
celebrazione
in onore di
S. Giovanni Bosco
presieduta da
don Gianni Radice,
con la
partecipazione
delle
suore salesiane
Peccatori sì, corrotti no!
[...]
Lei ha detto durante un’omelia in Santa Marta: «Peccatori
sì, corrotti no!». Che differenza c’è tra peccato e corruzione?
La corruzione è il peccato che invece di essere riconosciuto come tale e di renderci umili, viene elevato a sistema, diventa un abito mentale, un modo di vivere. Non ci
sentiamo più bisognosi di perdono e di misericordia, ma
giustifichiamo noi stessi e i nostri comportamenti. Gesù
dice ai suoi discepoli: se anche un tuo fratello ti offende
sette volte al giorno e sette volte al giorno torna da te a
chiederti perdono, tu perdonalo. Il peccatore pentito, che
poi cade e ricade nel peccato a motivo della sua debolezza, trova nuovamente perdono, se si riconosce bisognoso
di misericordia. Il corrotto, invece, è colui che pecca e non
si pente, colui che pecca e finge di essere cristiano, e con
la sua doppia vita dà scandalo.
Il corrotto non conosce l’umiltà, non si ritiene bisognoso
di aiuto, conduce una doppia vita. Nel 1991 avevo dedicato
a questo tema un lungo articolo, pubblicato come piccolo
libro Corrupciòn y pecado [nella versione italiana Guarire
dalla corruzione, N.d.R.]. Non bisogna accettare lo stato di
corruzione come se fosse soltanto un peccato in più: anche se spesso si identifica la corruzione con il peccato, in
realtà si tratta di due realtà distinte, seppure legate tra loro.
Il peccato, soprattutto se reiterato, può portare alla corruzione, non però quantitativamente - nel senso che un certo
numero di peccati fanno un corrotto - quanto piuttosto qua­
litativamente: si generano abitudini che limitano la capacità
di amare e portano all’autosufficienza. Il corrotto si stanca
di chiedere perdono e finisce per credere di non doverlo più
chiedere. Non ci si trasforma di colpo in corrotti, c’è un declino lungo, nel quale si scivola e che non si identifica semplicemente con una serie di peccati. Uno può essere un grande peccatore e ciononostante può non essere caduto nella
corruzione. Guardando al Vangelo penso ad esempio alle
figure di Zaccheo, di Matteo, della samaritana, di Nicodemo, del buon ladrone: nel loro cuore peccatore tutti avevano
qualcosa che li salvava dalla corruzione. Erano aperti al perdono, il loro cuore avvertiva la propria debolezza, e questo
è stato lo spiraglio che ha fatto entrare la forza di Dio. Il peccatore, nel riconoscersi tale, in qualche modo ammette che
ciò a cui ha aderito, o aderisce, è falso. Il corrotto, invece,
nasconde ciò che considera il suo vero tesoro, ciò che lo
rende schiavo, e maschera il suo vizio con la buona educazione, facendo sempre in modo di salvare le apparenze.
Ancor più del peccato, la corruzione ha un significativo
risvolto sociale: basta leggere le cronache dei giornali ...
La corruzione non è un atto, ma una condizione,
uno stato personale e sociale, nel quale uno si abitua
a vivere. Il corrotto è così chiuso e appagato nella soddisfazione della sua autosufficienza che non si lascia
mettere in discussione da niente e da nessuno. Ha coIl Lievito - N. 166
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Il Papa con il giornalista Andrea Tornielli
autore del libro intervista
struito un’autostima che si fonda su atteggiamenti
fraudolenti: passa la vita in mezzo alle scorciatoie
dell’opportunismo, a prezzo della sua stessa dignità
e di quella degli altri. Il corrotto ha sempre la faccia di
chi dice: «Non sono stato io!». Quella che mia nonna
chiamava «faccia da santarellino». Il corrotto è quello che s’indigna perché gli rubano il portafoglio e si
lamenta per la scarsità di sicurezza che c’è nelle strade, ma poi truffa lo Stato evadendo le tasse, e magari licenzia i suoi impiegati ogni tre mesi per evitare
di assumerli a tempo indeterminato oppure sfrutta il
lavoro in nero. E poi si vanta pure con gli amici per
queste sue furbizie. È quello che magari va a Messa ogni domenica, ma non si fa alcun problema nello
sfruttare la sua posizione di potere pretendendo il pagamento di tangenti. La corruzione fa perdere il pudore che custodisce la verità, la bontà, la bellezza. Il
corrotto spesso non sì accorge del suo stato, proprio
come chi ha l’alito pesante e non se ne rende conto. E
non è facile per il corrotto uscire da questa condizione per un rimorso interiore. Generalmente il Signore lo
salva attraverso le grandi prove della vita, situazioni che
non può evitare e che spaccano il guscio costruito poco a
poco, permettendo così alla grazia di Dio dì entrare.
Dobbiamo ripeterlo: peccatori sì, corrotti no! Peccatori, sì. Come diceva il pubblicano nel tempio, senza
avere nemmeno il coraggio di alzare gli occhi verso il
cielo. Peccatori, sì, come Pietro si riconobbe, piangendo amaramente dopo aver rinnegato Gesù. Peccatori,
sì. Come tanto saggiamente ci fa riconoscere la Chiesa
all’inizio di ogni Messa, quando siamo invitati a batterci
il petto, cioè a riconoscerci bisognosi di salvezza e di misericordia. Dobbiamo pregare in modo speciale, durante
questo Giubileo, perché Dio faccia breccia anche nei cuori
dei corrotti donando loro la grazia della vergogna, la grazia di riconoscersi peccatori bisognosi del Suo perdono.
a cura di Pi.erre
A pag. 20 nella rubrica “Invito alla lettura”
si trova la recensione del volume
“Il nome di Dio è Misericordia”
in vendita nella Libreria S. Alessandro
CULTURA
CULTURA
RUBRICA
Qui si legge
Non Dirlo
Il Vangelo di Marco
di Sandro Veronesi
Vale ancora la pena andare in libreria, curiosare tra
le proposte esposte sul bancone principale e lasciarsi
colpire dalle copertine e dai titoli. A me è capitato così
la scorsa estate quando un libretto quasi nascosto tra i
best seller del momento, ha attirato la mia attenzione .
Vedo infatti il titolo “Non dirlo” e soprattutto il
sottotitolo, “Il Vangelo di Marco”. L’autore è molto noto,
è uno dei più grandi scrittori italiani del momento,
Sandro Veronesi, di cui tutto si può dire ma non che
sia un esegeta di testi sacri. Prendo il libro e leggo
l’introduzione della copertina: “Non dirlo è l’ordine
che Gesù fa seguire ad ogni miracolo che compie,
la chiave del segreto di personalità che costituisce la
trama della sua esistenza terrena. Scritto a Roma per i
romani, il Vangelo di Marco è, nel racconto di Veronesi,
una raffinata macchina da conversione, sintonizzata
sull’immaginario dei suoi destinatari, e per questo più
simile ai film di Tarantino che ai testi con i quali gli altri
evangelisti raccontano la stessa storia. È una miniera
di scoperte sorprendenti, che riportano il cristianesimo
alla sua primitiva potenza componendo il ritratto di un
enigmatico eroe solitario, il cui sacrificio ancora oggi
rappresenta uno sconvolgente paradosso: che ci sia
bisogno della morte di un innocente per potersi liberare
del proprio nulla”.
Cosa può aver suscitato il Vangelo di Marco in uno
scrittore affermato e non credente? Cosa ha fatto
scattare nell’animo di Veronesi che oltre tutto, come
ci ricorda ancora l’introduzione, ha tratto da Non Dirlo
un monologo teatrale: “da bocca a orecchio, con la
fondamentale messa in gioco del corpo e del contatto
visivo tra autore e lettore”.
Non ho avuto scelta, ho comprato il libretto e l’ho
letto lo stesso giorno.
Va detto subito che l’opera si divide in due parti:
la prima è il racconto del racconto della vita di Gesù
da parte di Marco (non è un gioco di parole), e ci fa
conoscere l’Evangelista come un grande comunicatore
dell’annuncio cristiano: tutti gli episodi di Gesù, grazie
al racconto di Veronesi, non ci lasciano indifferenti, ci
colpiscono ancora oggi, facendoci rivivere lo stesso
stupore suscitato negli interlocutori romani dalle parole
di Marco. Il primo capitolo è il racconto di un’”irruzione”
nella storia, è il momento del battesimo di Gesù e della
dichiarazione dal cielo del Padre “Ecco il mio figlio
diletto”. Come nei telefilm del Tenente Colombo, è
un paragone ardito proprio di Veronesi, il “colpevole”
viene subito mostrato. E qui non ci sono tanti misteri,
subito si dice chi è Gesù, il Figlio di Dio, e si fa presente
che non l’ha detto uno qualunque, ma Dio stesso, dal
cielo. È un Gesù subito all’opera, come quando torna
a Cafarnao e rimette in piedi la suocera di Pietro a
letto immobile (accidenti, chi prepara la cena, avrà
pensato magari qualche discepolo). E poi l’episodio
del paralitico che viene calato dal tetto perché Gesù
lo guarisca, un episodio cinematografico da premio
Oscar. Ma il punto più sorprendente è il finale del
Vangelo di Marco (quello originale, il finale che noi
leggiamo è un’aggiunta successiva). All’alba della
domenica dopo la Passione di Gesù le tre donne, le tre
Marie per la tradizione, vanno al Sepolcro e invece di
trovare il corpo di Gesù trovano l’Angelo che annuncia
loro la sua Resurrezione e dice “…andate e dite ai suoi
discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là voi
Lo vedrete come vi ha detto”. Ma le donne scappano,
hanno paura. L’ultima parola del Vangelo di Marco è
proprio “paura”.
Veronesi commenta il finale in modo originale,
svelando con sincerità il proprio stupore e insieme
anche il proprio disagio: “chi dovrebbe gioire ha paura,
chi dovrebbe annunciare tace. Il Mistero incomincia
da capo e Marco si ferma per lasciare all’uditore il
tempo di comprendere: lo ha condotto appena oltre la
soglia della fede, ma è consapevole della lentezza di
un processo di piena comprensione di un fenomeno
così profondo e scioccante come la resurrezione di
Cristo; e lo invita, in un certo senso lo invoglia ad avere
paura. È un finale strepitoso: aperto, paradossale,
sconvolgente, rivoluzionario. E infatti […] duemila anni
dopo non riusciamo ancora ad accettarlo”.
La seconda parte è formata dalle note, che
rappresentano un vero e proprio libro nel libro. All’inizio
l’autore dà a questo proposito un suggerimento al
lettore: “di questa breve opera io consiglio due letture
separate: prima il racconto, senza mai lasciarlo per
andare a leggere le note, e poi le note, senza mai
ritornare al testo, riferendole semplicemente alla traccia
che esso ha lasciato nella memoria”.
E così ho fatto, obbedendo alle indicazioni e trovando
spesso un chiarimento ancora più convincente delle
tante osservazioni originali trovate nel racconto del
Vangelo di Marco. Ad esempio la nota 40 spiega bene
il motivo del titolo Non Dirlo: “Gesù continua a intimare
a tutti di tacere perché così può negare di essere un
guaritore anche se effettivamente guarisce la gente,
tenendo pronta la sua ultima pazzesca verità: non
ditelo perché […] a guarirvi non sarò io ma la vostra
fede in me. […] Credere a uno che ti dirà Io sono il figlio
di Dio, il Salvatore […]. Questa è la fede che Cristo
pretende. Quindi il mistero deve attivarsi e disattivarsi
in continuazione man mano che la storia va avanti,
disorientando, sbalordendo, generando domande che
al momento giusto, troveranno una risposta soltanto”.
Questo libro, agile e scorrevole, svelandoci la forza
originale dell’annuncio cristiano, ci fa scaturire domande
attualissime sulla presenza dei cristiani oggi. Qual è
la nostra missione, come possiamo essere utili per le
donne e gli uomini del nostro tempo, sono domande
che possono trovare una risposta se riscopriamo la
genuina originalità dell’annuncio cristiano, ritrovando
per primi noi stessi una attrattiva di vita buona, una
bellezza testimoniata e da testimoniare per noi e per
tutti.
TERUZZI
A MELZO DAL 1958
PORTER
Affidabilità, praticità, economicità di gestione.
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PORTER non ha rivali tra i veicoli della stessa
categoria
Il mito che rinasce!
... è arrivata
Non Dirlo - il Vangelo di Marco
di Sandro Veronesi
pagg. 242
edizione Bompiani (2015)
a cura di
Luigi
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Il Lievito - N. 166
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Anno XV - Febbraio 2016
CULTURA
RICORDO
Invito alla lettura
IL NOME DI DIO È MISERICORDIA
di Tornielli Andrea - Papa Francesco
Per la prima volta, in un volume intervista a
sua firma, Francesco si rivolge a ogni uomo
e donna del pianeta in un dialogo semplice,
intimo e personale. Il tema centrale del libro
è la misericordia, da sempre fulcro della sua
testimonianza e ora del suo pontificato. In
ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere
tutte quelle anime – dentro e fuori la Chiesa
– che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle
ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell’umanità inquieta e
dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli
emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i
lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati.
Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco
spiega – attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua
esperienza di pastore – le ragioni di un Anno Santo straordinario
da lui fortemente voluto.
Editrice Piemme - € 15,00
IL MURO INVISIBILE
di Harry Bernstein
Harry è un ragazzino di quattro anni, il più
piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo
immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del
suo salario al pub e sfogando sui figli la
rabbia per una vita di stenti. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo
a mille espedienti. La loro povera casa
si allinea con altre simili su una strada di
ciottoli di una cittadina industriale nel nord
dell’Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte,
i cristiani dall’altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi
diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un’unica realtà,
quella della miseria. La Prima Guerra Mondiale incombe, e con
essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e
quella della strada. Ma solo l’amore contrastato di Lily, la sorella
maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado
di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce.
Editrice Pickwick - € 9,90
IL REGALO DI BIZZO
di Marco Pippione
LIBRERIA
S. ALESSANDRO
Don Achille Gumier
Vicario parrocchiale a Melzo in oratorio S. Alessandro
dal 1967 al 1980
Piazza S. Alessandro - Melzo
tel. 334/80.77.295 (orari apertura negozio)
ORARI di APERTURA
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì:
dalle ore 9,00 alle 12,00
Grazie don Achille, perché nella mia vocazione ci
sei anche tu.
Sabato: ore 9,00 - 12,00 e ore 16,00 - 19,00
Domenica: dalle ore 9,00 alle ore 12,00
Lunedì: chiusura
IL NAZISTA EBREO
di Georg Rauch
In una gelida mattina di febbraio del 1943
vicino a Vienna, Georg, insieme a seicento
ragazzi, promette fedeltà a Hitler, diventando un soldato del Reich. Ma sa bene che il
Führer non sarebbe fiero di lui se fosse a
conoscenza di quello che egli ha da poco
scoperto. Che è ebreo. Un dettaglio ininfluente nella sua vita fino a quando la Germania non ha annesso l’Austria. Ora è l’unica cosa che conta. Così, mentre la madre
nasconde ebrei in casa e li aiuta a fuggire, Georg viene mandato
a combattere sul fronte russo proprio dopo la più grande sconfitta
subita dai tedeschi fino allora, a Stalingrado. Con i suoi compagni
poco più che adolescenti, si troverà scaraventato nell’inferno bianco, a rischiare la vita per un uomo che lo odia, combattendo contro coloro da cui spera di venire sconfitto. Questa è l’eccezionale
testimonianza di un ragazzo nel gorgo di eventi che lo sovrastano,
che ha vissuto per anni soffocando sensi di colpa e sentimenti
contrastanti per quel giuramento che forse lo ha salvato. Solo anni
dopo, ormai artista affermato, ha scoperto che c’erano anche altri
soldati con sangue ebreo tra le fila dell’esercito nazista. Perché
a volte il posto migliore dove nascondersi è sotto gli occhi di tutti.
Il 12 gennaio scorso, all’età di 72 anni, è deceduto
ad Airuno, don Achille Gumier. Era ricoverato dall’inizio di dicembre in una struttura per malati terminali a
causa di un tumore.
È stato parroco a Ballabio per più di vent’anni.
In questo scritto il commosso ricordo di don Luca,
sacerdote melzese.
Compito difficile,
quello richiesto.
Editrice Piemme - € 19,50
SAN VALENTINO
di Giuseppe Cassio
Nulla è impossibile a Dio, davvero! La storia
di Giovanni Bizzozero lo dimostra in modo
commovente e clamoroso. Lo dimostrano
le tantissime testimonianze di cui è intessuto questo libro. Si è volutamente scelto di
lasciar parlare la vita di Giovanni attraverso
chi lo ha conosciuto, chi ha percepito, attraverso la sua presenza, una Presenza più
grande. Non si è inteso mitizzare Giovanni, ma raccontare un’esistenza che non si è conclusa il 4 novembre 2011 dopo un fatale
incidente in moto, ma che è proseguita e che prosegue, in modo
misterioso, eppure visibilissimo, in una vita che si è dilatata e che
continua a dilatarsi.
San Valentino è patrono della città di Terni,
dove è presente una grande Basilica dedicata a lui.
Il suo culto come protettore dell’amore e
degli innamorati (che ha le sue origini nel
Medioevo in Francia e in Inghilterra) è da
considerarsi un interessante fatto socioculturale, ma non propriamente religioso:
Valentino in varie leggende viene presentato come colui che mette pace fra gli innamorati o ne santifica l’unione.
Editrice Concreo - € 12,00
Editrice Elledici-Velar - € 3,50
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bene per quale strano motivo, ma, se sono diventato prete, è perché ho conosciuto preti contenti. Gli
anni belli vissuti nell’oratorio Sant’Alessandro sono
stati certamente un’occasione preziosa per maturare
il dono della vocazione, ma credo anche i momenti vissuti nelle visite a don Achille, insieme alla mia
famiglia. Qualche Messa servita nella parrocchia di
Ballabio, le chiacchierate nel giardino, i lavori di sistemazione, di pulizia, di qualsiasi cosa c’era da fare
in quel momento (e se non c’era la si trovava comunque…) hanno lasciato in me un segno, una traccia,
un ricordo. Una vocazione non è mai storia scollegata dalla realtà ma pienamente “incarnata” nella quotidianità, nelle vicende di ogni giorno, nelle fatiche e
nelle gioie che attraversiamo.
Perché ricordare ai melzesi don Achille è impresa
complicata, soprattutto per chi scrive, visto che non
ho mai avuto modo di vederlo “all’opera” nel nostro
oratorio (le mie “primavere” sono soltanto 33). Ma
qualche ricordo lo posso condividere comunque perché l’ho conosciuto mentre era a Lecco, coadiutore
della basilica di San Nicolò, e poi parroco a Ballabio
per i successivi 22 anni.
Il primo ricordo lo vorrei chiamare “vocazione”.
Non riesci mai a spiegare con esattezza, non sai mai
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Il Lievito - N. 166
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Il secondo ricordo mi piace chiamarlo “fraternità
sacerdotale”. Nel mese di giugno del 2012 ricevo
la nuova destinazione a Merate.Dopo qualche settimana arriva la telefonata di don Achille, con il suo
vocione inconfondibile : “Uè, Luca, complimenti! Ben
arrivato nella bella zona di Lecco…così sei già vicino
per venire a Ballabio dopo di me!”. Dentro nella trepidazione e nella preoccupazione di un nuovo incarico
che ti viene affidato, quella semplice telefonata è apparsa come un segno di una missione da condividere con la Chiesa intera, con la tua nuova comunità,
ma con uno sguardo che sa andare oltre il proprio
campanile. In nome di questa fraternità sacerdotale,
poco prima di affrontare un’operazione proprio all’ospedale di Merate, don Achille mi ha chiesto l’Unzione degli infermi “che è un sacramento per i vivi, mica
per i morti! E allora io devo riceverlo. Io ti aspetto..da
qui non scappo!”.
Grazie don Achille per il ministero che abbiamo
condiviso.
Il terzo ricordo è la mia ultima visita all’hospice di
Airuno. La malattia l’aveva scavato ed indebolito.
Abbiamo parlato, mi ha chiesto della mia parrocchia,
cosa stavamo facendo, le iniziative in programma. E
poi, con una semplicità disarmante, mi dice: “Cosa
vuoi,siamo arrivati. Questa non è la fine, ma dobbiamo ricordarci che è “il Fine” della nostra vita. Noi
corriamo, facciamo tante cose, ci affanniamo per che
cosa poi? Quando uno arriva qui, si ricorda che sono
poche le cose che contano. Adesso tocca a voi giovani…noi quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto”.
Grazie don Achille: anche in queste ultime parole,
sei stato d’esempio.
E grazie anche a te, Signore, che mandi nella tua
Chiesa uomini che sanno incoraggiare, spronare e
richiamare tutti noi alle esigenze del Vangelo.
Mandane ancora, ne abbiamo bisogno.
don Luca Rognone
ricordo
In questo mese di gennaio ci ha lasciati all’età
di 97 anni Ernesto Bertinotti.
La sua vita è stata ricca di tante esperienze:
soldato, campi di prigionia, operaio, aclista,
sindacalista, operatore sociale, leva del lavoro,
prefetto in oratorio, giudice conciliatore... ma,
soprattutto amico, educatore e maestro di vita
per diverse generazioni.
Con questo scritto, giunto in redazione, vogliamo ricordare e rendere omaggio a questo nostro esemplare concittadino.
La redazione
Ernesto Bertinotti
1918 - 2016
Era la primavera del 1954, lo scherzo era stato pesante, chi l’aveva subito reagì in modo determinato. Il
tuo intervento pacificò la situazione.
Dopo nella sede del sindacato (CISL), seguì una discussione sull’uso del tempo libero. Non ricordo come
andò, so che le vacanze estive le passammo ospiti di
un campeggio per un corso di formazione sindacale. Poi
un sabato e una domenica al mese attività formativa, il
gruppo era composto da una ventina di giovani lavoratori apprendisti.
Il sabato a Milano - I Padri della Chiesa e dottrina sociale della Chiesa: don Angelo Maio non si risparmiava
anche perché, contento, constatava una gran voglia di
imparare.
La domenica a Cassano ospiti dalle Suore del Linificio: storia del movimento operaio, analisi dei problemi
sociali, contrattazione sindacale, metodo e contenuti. A
fronte di tanta voglia di sapere Baglioni non solo mandava i suoi assistenti, ma appena poteva veniva per conversare e discutere fatti politico/sociali di attualità.
E tu sempre presente, attento a farci trovare a nostro
agio e a risolvere i problemi logistici. Il tutto per più di tre
anni.
Il resto del tempo andava in riunioni di analisi e di
organizzazione dell’attività sindacale: ciclostile e distribuzione di volantini a sostegno dell’azione sindacale,
scioperi, contrattazione, vertenze, manifestazioni e tu
sempre lì a coordinare le attività.
Era l’ambiente che ti prendeva, fatto da operai, impiegati e contadini, uomini e donne con mestiere - ora
si direbbe con spiccata professionalità - , la gratuità era
scontata. L’idea di fondo era del ben vivere che non voleva dire vivere meglio degli altri. Il desiderio non era
quello di accumulare ma di condividere.
Tu dicevi “in attesa di un domani beato è doveroso
lottare nell’oggi iniquo”.
MESE DELLA FAMIGLIA
sinistra riteneva prematura l’iniziativa. Il mondo cattolico
era fortemente convinto che il posto della donna sposata fosse la casa. La parte padronale reagì licenziando
alcuni operatori sindacali e riuscì in parte a rompere il
fronte sindacale.
La partita sembrava persa, lo sconforto era palese.
Inaspettato arrivò un grande aiuto. Il cardinale Montini in
visita pastorale, causando una qualche sorpresa, chiese
della vertenza in corso e chiese di conoscerti.
L’incontro avvenne sul sagrato e fu breve, la commozione era forte, Montini ti impedì di baciare l’anello e
ti abbracciò, pure lui era commosso, ti disse: “Va bene
così, un po’ di prudenza però”, strinse la mano a noi che
eravamo con te e ci congedò con un gesto di benedizione.
Una mobilitazione più intensa, scioperi articolati in
tutta l’industria lattiero-casearia e agro-alimentare della
zona moderò in larga misura il licenziamento delle donne e accelerò l’approvazione della legge per la tutela
della mamma e del bambino.
Poi il passaggio dal Sindacato al Partito - era il periodo dell’apertura a sinistra - lo stato democratico era in
decomposizione, le forze popolari erano ferme nella fissità del fatalismo di appartenenza, cattolica o comunista
che fosse, invece di svolgere e tessere insieme un progetto intorno a cui poter stringere un patto del convivere.
La mediazione non come tattica ma essenza del progetto politico stesso: la convinzione del seme di verità
presente nell’altro, la convinzione che il Paese non crescerà - moralmente, umanamente. economicamente se non insieme.
Andare oltre le sabbie mobili delle identità “confessionali”, uscendo dalle secche di ogni “dottrina” per negoziare, meglio per concordare una vita reale dignitosa
e possibile per tutti. La vittoria di parte non era il nostro
interesse, il nostro interesse era il bene comune. E tu
come sempre a sollecitare prudenza e moderazione. Il
tuo freno non funzionò.
L’urgenza, è vero, ci portò a qualche azione prematura e maldestra, e tu ancora una volta al nostro fianco
bonariamente parlasti di “giovanilità”. Non compresero e
non ci capirono, perdemmo e fummo dispersi.
Poi la dispersione, noi “sciolti” e tu Giudice di conciliazione. Salda restò l’amicizia e la voglia di confronto.
Antonio Montefiori
Gennaio: mese della famiglia
S
i è appena concluso gennaio, il mese che la nostra Comunità pastorale ha dedicato per intero
alla famiglia, con particolare attenzione e cura pastorale
verso tutti. Già nella modalità di invito alle iniziative proposte, con lettera fatta recapitare nelle caselle postali di
tutte le famiglie della città, sta il primo segno di questa
affezionata attenzione.
Vorrei provare a non fare solo un elenco di quello che
è stato fatto, ma invece sottolineare - per ogni momento vissuto insieme - alcuni tra gli aspetti che più hanno
colpito e che possono essere preziosi, da non archiviare
nel dimenticatoio.
L
a Festa delle famiglie del mondo e il Bacio a Gesù
Bambino, nel giorno dell’Epifania del Signore, il
6 gennaio, al Sacro Cuore. Nella semplicità del gesto,
a nessuno è certamente sfuggita la tenerezza sincera
sprigionata dai bambini che, attenti e composti come ormai non ci capita quasi più di vedere, hanno chiesto a
Gesù Bambino il dono della pace e della unità per tutto
il mondo. Non una fiction, ma un moto del cuore. Forse
che anche da questo atteggiamento dei più piccoli – occhi stupiti per ciò che siamo e sguardo di amore per tutti
– impariamo cosa voglia dire “Chiesa in uscita”?
La tombolata poi, come sempre, è stato un felice momento di aggregazione “trasversale” tra le varie famiglie
e tra genitori, figli, nonni, nipoti, amici ... e parenti tutti.
N
ella serata di meditazione e spiritualità familiare,
tenuta alle Stelle il 15 gennaio da don Luciano
Andriolo (responsabile diocesano del Servizio per la famiglia) abbiamo insieme “scoperchiato il tetto” e guardato cosa succede in una famiglia nella quale è ospite
Gesù! Guardando sempre più dentro la casa, sempre
più dentro le singole persone, sempre più dentro le persone insieme, fino a scoprire che la famiglia è il soggetto
primario (che vuol dire avere un ruolo attivo e imprescindibile) dell’educazione al pensiero di Cristo! Gesù ha
preso casa nella casa di Pietro - ci ha detto don Luciano - non per esservi “sequestrato”, tenuto nascosto! La
casa di Pietro è diventata al contrario “spazio disponibile” per tutti, luogo dell’accoglienza e della fraternità.
Su tua insistenza venne aperta una vertenza per contrastare il licenziamento delle donne che si sposavano
o gravide. L’iniziativa trovò subito una forte opposizione dalla parte padronale, la lotta divenne subito molto
aspra. Il fronte sindacale non era rotto, ma indebolito, la
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Chi non ha sentito l’attrattiva per una famiglia che,
grazie la presenza riconosciuta di Cristo, si apre ad accogliere tutti lasciando aperte porte, finestre, vetrate e
lucernari? Che promessa di pienezza e felicità accade
per davvero, nel dar credito a quello che Gesù ci chiede,
seguendolo, non solo nell’aldilà, ma subito, nel nostro
presente e nella nostra condizione di adesso, magari
complicata, precaria, tradita, ferita o anche sbagliata! Sì,
perché ad accadere è proprio il nostro cambiamento, ed
è questo che, grazie a Dio, fa cambiare il mondo.
E
poi l’incontro nella fede al Sacro Cuore, il 20 gennaio, per le persone separate, divorziate o che
vivono una nuova unione. Già, perché la fede non è per
chi si sente a posto, per quelli che “gli è andata bene”.
Ma è per tutti quelli che non la buttano via, la fede; che
non se la fanno “passare” col passare della giovinezza,
con l’invecchiamento precoce tipico della nostra epoca.
E’ stato bello saltare insieme l’ostacolo della trave nel
tuo (e nel mio) occhio” e questo abbiamo iniziato ad impararlo insieme, proprio in quella serata.
Abbiamo visto, non in astratto, cosa voglia dire che “il
Padre è misericordioso”. E lo abbiamo desiderato come
habitus, nostro e della Chiesa stessa: essere noi “misericordiosi come il Padre” così che anche la Chiesa
- attraverso di noi, piccola Chiesa “della provincia” - lo
possa essere. Chissà fino a che punto sentiamo vero il
fatto che abbiamo a fare con le “periferie del mondo”,
essendo noi stessi – ognuno a suo modo – periferia...?
Abbiamo tanto da camminare su questa strada, ma il
Papa, che sa il fatto suo, ci ha dato un anno intero per
cominciare a capire che cosa sia la Misericordia!
V
eniamo alla serata di testimonianza e formazione familiare col dottor Osvaldo Poli, il 22 gennaio al Sant’Alessandro. Una certezza. Lo avevamo già
apprezzato lo scorso anno e si è confermato all’altezza
delle attese, anche in questa occasione. Cosa diciamo
esattamente quando diciamo “prometto di amarti”? Questo il tema. Provocatorio e stimolante allo stesso tempo.
Subito ci sorprende e ci spiazza: “l’amore” – ci dice
- non è condizione sufficiente perché un matrimonio
possa funzionare: questo solo non basterebbe a reggere nel tempo”. Si tratta di una fedeltà ad una duplice
promessa: prometto di amarti e prometto di
lasciarmi amare da te».
S p a z io
MESE DELLA FAMIGLIA
In un mondo dove tutto ci vuol far credere che il valore
delle esperienze sta nella capacità che queste hanno di
“regalare” emozioni, il “doctor” ci dice che tutto si gioca
invece nella quotidiana fatica di donarsi all’altro. Altro
che emozioni! Se c’entra la fatica, allora si tratta di un lavoro. Lo sviluppo della vita insieme è dunque un lavoro,
non un giochetto da ragazzi, che dura fin che dura! Abbiamo riscoperto poi cosa vuol dire dialogo, e che razza
di pilastro è il dialogo, nell’architettura della famiglia! A
cominciare dai coniugi, che devono avere la carità di
dirsi il bello e il brutto che tutti portiamo in noi, così da
“costruirsi” a vicenda (facendoci diventare dei capolavori, ci ha detto) esprimendo il vero reciproco amore,
che è dedizione totale nell’accompagnare l’altro verso
il proprio destino, vale a dire la santità. Cioè diventare
donne e uomini veri, compiuti, capaci oltre che di generare, di educare e crescere i figli in un ambito nel quale,
profondità e solidità del rapporto di coppia, sono la struttura portante della famiglia. Che sfida entusiasmante!
Per i giovani sposi e le giovani famiglie, certamente, ma
anche per chi - come me - tanto giovane non lo è più e
proprio per questo corre il rischio di credere di non dover imparare più niente, di sapere già tutto... Meno male
che la Chiesa continua instancabile, anche attraverso
proposte come questa della nostra Comunità, a sollecitarci e a tenerci svegli su ciò che è decisivo per la vita di
tutti gli uomini! “Vi auguro di non stare mai tranquilli”, ci
diceva spesso don Giussani, e scopro adesso l’efficacia
e la forza di quell’augurio contro il facile scetticismo di
noi adulti.
I
nfine il 31 gennaio, che oltre ad essere San Giovanni Bosco da quasi 82 anni (!) è “la” Giornata delle
famiglie, tutta dedicata a loro, potremmo dire una Family Marathon ...senza correre, ma anche senza tregua:
Santa Messa nelle tre Parrocchie, pranzo comunitario e
Show dei talenti al Salone Banfi.
Le Messe sono state animate dalle famiglie stesse,
con canti e preghiere pensate proprio per favorire la riflessione sul valore e il significato della vocazione familiare. Sono state animate da alcuni gesti particolarmente
evocativi, come quello dell’offerta dei doni che, insieme
al Sacrificio eucaristico del pane e del vino, ha portato
all’altare anche l’umile offerta di noi fedeli che vogliamo seguire Gesù e metterci nelle sue mani: un bastone,
ad indicare il cammino e il
sostegno che la famiglia
rappresenta per ognuno
dei suoi componenti e per
la società umana nel proprio “pellegrinaggio”; una
brocca, usata dallo stesso
Gesù per lavare i piedi ai
suoi discepoli, così che
anche noi ne potessimo
imitare l’esempio ed infine un barcone, magari
proprio di quelli stracarichi di migranti e profughi,
per testimoniare che è la
fede a non farci naufragare nelle difficoltà della
G iov
ani
Vacanza invernale Adolescenti-18/19 enni – Giovani
vita, fede resa concreta dalla nostra reale capacità di
accoglienza e condivisione verso tutte le persone che
vivono nel bisogno.
I
l pranzo insieme, come sempre succede quando
l’ospite al centro è Cristo, è stato una esperienza
privilegiata di condivisione e di fraternità tra tutti i numerosissimi convitati, dai nipotini ai nonni, dalle suore
ai sacerdoti, da chi ha goduto dell’ottima cucina a chi
l’ha resa possibile con la propria fatica e l’ha servita in
tavola.
L
a festa finale poi, il Family talent show 2.0, ampiamente nuovo e pieno di sorprese, ha dato modo,
attraverso quel sano e genuino divertimento che rischiamo di non provare più, di condividere i talenti di ognuno,
mettendoli a disposizione di tutta la comunità, con esibizioni canore, strumentali e teatrali, di gruppi e di singoli.
Abbiamo riscoperto insieme, la bellezza di metterci a
servizio di tutti, semplicemente per quello che è possibile esprimere grazie ai particolari doni che il Signore ha
voluto donare a ciascuno di noi. Questo è un bel modo
di intendere anche il servizio alla Chiesa e alla nostra
comunità, in tutti i suoi ambiti e bisogni, basta “farsi vivi”!
Perciò adesso, amici, non stiamo ad aspettare il prossimo anno, bloccati da quell’inutile nostalgia, un po’ asfittica, che ci sequestra dentro le nostre risapute sicurezze. Quel qualcosa di nuovo e di bello che abbiamo visto
succedere in quei giorni, che ci ha mossi e commossi
tutti, è possibile ora, subito, adesso, per ognuno di noi,
per ognuno di quelli che non si ri-tirano indietro. E allora
buon cammino!
Gerardo Vitali
Un capodanno
diverso dal solito
Ho scelto la vacanza invernale con l’oratorio e i ragazzi della comunità pastorale giovanile per cambiare
il modo di passare le vacanze di Natale e il capodanno;
non volevo passare il solito capodanno dove si beve per
ubriacarsi o dove si deve necessariamente fare qualcosa fuori dall’ordinario per far sì che il nuovo anno inizi
con il “botto”.
Collio, un piccolo paese in provincia di Brescia, è stata la nostra casa durante la vacanza.
Il primo giorno dopo l’arrivo siamo stati accolti dagli
educatori e da don Fabio; una volta sistemati i bagagli e
dopo aver mangiato abbiamo visitato paese e fatto delle
attività tra di noi. La serata non è stata particolarmente
intensa data la stanchezza del viaggio, anche perchè
dovevamo riposarci per la gita del giorno dopo. Purtroppo le piste da sci non erano innevate, quindi abbiamo
optato per una camminata che ci ha portato a 2088m,
da dove si poteva godere di una meravigliosa vista; mi
sentivo triste al momento della discesa perché stavo
lasciando un bellissimo paesaggio. Tornati all‘imbocco
del sentiero abbiamo celebrato la Messa in una piccola
chiesa e successivamente siamo tornati a casa e abbiamo passato la serata giocando a giochi organizzati
Il terzo giorno è stato quello in preparazione al capodanno, nel quale alcuni di noi sono andati a pattinare
mentre altri sono rimasti a casa a studiare (strano ma
vero!!). Il pomeriggio è stato animato da una caccia al
tesoro preparata dagli educatori che ci ha fatto rivisitare
Le fotografie contenute in questo articolo sono state realizzate domenica 31 gennaio durante il “Family Talent Show”
e gentilmente messe a disposizione da Benedetta Negri.
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i luoghi principali della città. Finito il gioco c’è stata la
Messa e l’incontro su Madre Teresa di Calcutta e la preparazione al cenone e alla festa di capodanno.
Dopo il cenone abbiamo iniziato il gioco organizzato
e alle 23.55 siamo andati tutti sulla terrazza della casa
per ringraziare Dio per l’anno passato e quello che sta
per cominciare ed il primo minuto del nuovo anno lo
abbiamo passato in silenzio ed è la cosa di questa vacanza che mi è piaciuta di più; era la cosa diversa che
stavo cercando del capodanno. Dopo questo... Via ai
festeggiamenti!!
Il quarto giorno la sveglia è stata posticipata e la mattinata è stata di riposo per tutti, poi nel pomeriggio siamo
andati tutti a pattinare. La serata è stata la più bella della
vacanza: Serena, una giovane missionaria delle formiche che ha passato 3 mesi in Bolivia, ci ha raccontato la
sua esperienza e che cosa è cambiato in lei durante la
missione.
Il quinto ed ultimo giorno
è stato l’unico in cui ha nevicato. Abbiamo fatto un‘ultima
escursione partendo da casa
e facendo un giro tra le montagne che circondano il paese. C’era una vista stupenda,
era quasi tutto bianco e la
neve era l’ultimo particolare
per completare la vacanza in
montagna.
Ringrazio gli educatori,
don Fabio e Alessio per la
bellissima vacanza e tutti i
ragazzi che hanno partecipato. Grazie mille a tutti!
Ruggero
S p a z io
S p a z io
G iov
ani
Siamo come
una piccola matita
nelle sue mani
G iov
ani
Il pellegrinaggio dei chierichetti
Anche quest’anno i chierichetti delle tre parrocchie della nostra città si sono
riuniti per fare, più che una gita di puro divertimento, un pellegrinaggio. In concomitanza dell’Anno Santo della misericordia indetto da papa Francesco, hanno attraversato la Porta Santa del “Santuario diocesano del Beato Don Carlo
Gnocchi”. Visitando il museo dedicato al Beato, hanno preso come esempio
la sua vita, dedicata ai ragazzi e bambini più bisognosi: assistendo i feriti al
fronte durante il periodo della guerra e, successivamente, aiutando le vittime
innocenti di quell’atto atroce, soprattutto orfani e poveri, e chiunque ne avesse
avuto bisogno; lui capì infatti che dopo la fine ufficiale della guerra, per molte
persone la guerra non era affatto finita ma era appena incominciata.
Per conoscere chi era questo personaggio, hanno visto un breve documentario dove erano raccontata tramite immagini storiche la sua vita e le sue
azioni che sono state apprezzate anche dall’allora papa Pio XII.
Al ritorno da questo pellegrinaggio, i chierichetti hanno partecipato alla
Messa solenne celebrata dal prevosto, don Carlo, che ha ricordato nella predica la misericordia di questo grande uomo,
don Gnocchi, e l’esempio che egli può portare nella nostra vita in questo Anno Santo.
La serata alla fine si è conclusa con la cena e la visione del film a lui dedicato.
Marco e Giacomo
Dal 27 al 29 dicembre siamo partiti per Collio
con i ragazzi di 1a, 2a e 3a media. In questa
vacanza abbiamo incontrato una persona che
nel suo piccolo ha fatto grandi cose, Madre
Teresa di Calcutta; ha infatti saputo ascoltare la
sua chiamata e farla diventare parte di sé a tal
punto da cambiare le sorti della propria vita, ha
abbandonato tutto ciò che aveva e si è donata
completamente ai più bisognosi.
Spero che questi giorni e la figura di Madre
Teresa abbiano fatto crescere i ragazzi tanto
quanto hanno fatto crescere me. Capire che
ognuno di noi ha le proprie potenzialità e le
proprie debolezze e saperle sfruttare al massimo
per il bene degli altri credo sia una cosa che può
sembrare semplice, ma che in realtà non lo è.
Il paragone sul quale abbiamo maggiormente
riflettuto è quello della matita. Madre Teresa dice:
“Sono come una piccola matita nelle Sue mani,
nient’altro”. Credo che sia stato interessante per
i ragazzi capire che ognuno di noi è una matita
e che, in base a come viene usata, si creerà
un disegno che rispecchierà completamente
la nostra vita. Non vedo l’ora di fare un’altra
esperienza come questa, perché alla fine anch’io
mi sono divertita quanto loro!
Don Gnocchi amico dei bambini
e... dei chierichetti
La gita chierichetti di sabato 16 gennaio è stata
fantastica!
Arrivati all’Oratorio S. Alessandro, il don e i
cerimonieri ci hanno spiegato chi era don Gnocchi,
l’ospite d’onore della nostra giornata. Abbiamo
conosciuto la sua storia attraverso un video e poi…
via alla stazione verso Milano!
Scesi dal treno ci siamo diretti al santuario
dedicato a don Carlo Gnocchi presso il Centro S.
Maria Nascente.
Nel santuario erano presenti numerosi ricordi di
don Gnocchi, come la sua moto e il calice della sua
prima Messa. Ci siamo fermati sulla sua tomba per
pregare e abbiamo attraversato la Porta Santa del
Giubileo; su di essa era raffigurata un’immagine
Elide, educatrice
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molto commovente: Gesù che abbraccia don
Gnocchi e i suoi bambini.
Al termine della visita ci siamo precipitati a
prendere il treno per rientrare a Melzo, dove alle
18:00 abbiamo servito tutti alla Messa solenne
celebrata da don Fabio.
All’ora di cena in oratorio abbiamo giocato a
calcio e mangiato la pizza.
La giornata si è conclusa con la visione del film
“Don Gnocchi” che parlava della Seconda Guerra
Mondiale che lui ha vissuto e della sua decisione di
aiutare i mutilati, gli orfani e tutti i bambini con delle
difficoltà per salvarli e dare loro gioia e speranza.
Giovanni
MISSIONE
MISSIONE
MISSIONE
L’INTERVISTA
Le emozioni solidali
ti portano lontano
Quattro
chiacchere
sulla Bolivia
Perché hai deciso di partire
per la Bolivia?
“Sono partita per condividere un pezzo
della mia vita con delle persone speciali,
dei missionari, che hanno deciso di dare la
loro vita, o alcuni anni di essa, per i poveri, e che sono
per me di esempio.
Sono partita per vivere un’avventura, per mettermi in
gioco, per spezzare un po’ la quotidianità in modo da
ritrovarla al ritorno più bella.
Sono partita per fare il pieno non solo di entusiasmo
e di voglia di darmi da fare per gli altri, ma anche per
rafforzare la mia fede perché a 3800 mt Gesù lo si sente
più vicino e lo si vede nei poveri che si incontrano ogni
giorno.”
Cosa ti aspettavi di trovare e di fare una volta arrivata? Le tue aspettative sono state soddisfatte?
“Una volta arrivata in missione mi aspettavo di
vivere delle esperienze significative, che mi facessero crescere; mi aspettavo di vedere una realtà diversa dalla mia, imparare a cambiare qualche abitudine e anche di rafforzare un poco la fede.
Tutto quello che mi aspettavo è accaduto, anzi ho anche
imparato tante cose, una tra queste l’importanza dell’acqua... Noi siamo abituati ad aprire il rubinetto e a trovarla
sempre, ma in questi mesi ci è capitato diverse volte di
non avere l’acqua corrente, e questo ci ha fatto inevitabilmente riflettere.”
La cosa più bella e quella più brutta che hai vissuto.
“La cosa più bella è stata vedere i bambini che ti accoglievano la domenica all’oratorio; anche se all’inizio
non ti conoscevano, ti venivano comunque incontro, ti
sorridevano, ti salutavano e volevano giocare con te. La
cosa più brutta è stato vedere una donna anziana che si
lamentava per dei dolori allo stomaco, sdraiata sul pavimento, sommersa da sacchi di patate, grano e altre
cose... Sembrava stesse soffocando in quella piccola
stanza.”
Consiglieresti di partire per la missione? Perchè?
“Sicuramente sì, ai giovani soprattutto, e anche ai
meno giovani. Molto spesso non ci ricordiamo di quanto
siamo fortunati ad essere nati nel primo mondo, senza
aver fatto niente per meritarcelo. Ci servirebbe per allargare gli orizzonti, per allargare la mente, per invertire
un po’ la scala dei valori e rivedere quali sono le priorità
nella nostra vita, per capire sempre di più che sono le
persone e le relazioni le cose importanti, non la carriera,
i soldi e le cose materiali.”
La missione in una parola.
“Condivisione”. “Amore”. “Stupore”.
Diego, Daniela,
Roberto, Stefania, Serena
Che cosa porti a casa da questa esperienza?
“Porto a casa un sogno realizzato, che non sarà la
fine di un percorso, ma l’inizio di uno nuovo e ancora
più entusiasmante nel gruppo. Porto a casa le foto delle
persone che ho conosciuto, perchè alla fine le relazioni sono la cosa più importante. Porto a casa un diario,
che mi permetterà di ricordare ogni singolo giorno e di
raccontarlo agli amici qui in Italia. Porto a casa un po’ di
chuño, la loro patata, che ci è stato regalato da una famiglia che abbiamo aiutato, per portare in Italia l’ospitalità boliviana. Ma, soprattutto, porto a casa uno sguardo
più grande, perchè un’esperienza così non può che farti
aprire gli occhi.”
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Quest’anno poi Emozioni Solidali si veste di
nuovo! Acquistando le bomboniere Altromercato, è
possibile vincere un buono spesa e partecipare
all’estrazione di 1 Viaggio di Turismo Responsabile per due persone, offerto dall’agenzia Viaggi
Solidali.
Venite a trovarci in bottega,
siamo aperti dal martedì al sabato
dalle 9,30 alle 12 e dalle 16 alle 19.
www.emozionisolidali.it
www.nazcacoop.it
www.facebook.com/NazcaMondoalegre
Simona Pellegrini
Bottega Nazca-Mondoalegre Melzo
Qual è il senso di fare volontariato dall’altra parte del mondo, quando c’è tanto bisogno anche qui da noi?
“Penso che il volontariato debba essere
uno stile di vita e non solo due orette nel tempo libero. Penso che se uno si ritiene una persona fortunata per tutto quello che ha ricevuto
e per dove e’ nato, debba sentirsi obbligato a
fare del volontariato. Detto questo, a ognuno
la sua forma di volontariato: non importa se
lo fai qui o all’estero, se con gli anziani, con
gli ammalati o con i poveri, basta che faccia
qualcosa per gli altri.”
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Anno XV - Febbraio 2016
Torna l’appuntamento con Emozioni Solidali,
l’evento di Altromercato dedicato alla promozione delle bomboniere del Commercio Equo e Solidale.
Nella Bottega Nazca-Mondoalegre di Melzo
dal 15 al 28 febbraio è possibile trovare proposte per tutti i momenti importanti della vita che,
condivisi, diventano ancora più grandi. Bomboniere solidali, confetti, partecipazioni, album foto
e confezioni equosolidali: un mondo di creazioni
che nascono nel rispetto dei diritti e della dignità
di vita di chi le realizza.
Le Bomboniere Altromercato sono una gioia
non solo per chi le sceglie e per chi le riceve, ma
anche per chi le ha fatte, a mano e nel rispetto
della natura.
Scegliendo le bomboniere Altromercato per
Nozze, Battesimo, Comunione, Cresima o Laurea, si sostengono progetti di sviluppo sociale e
ambientale nelle comunità con una scelta di felicità condivisa.
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Anno XV - Febbraio 2016
DALLE PARROCCHIE
DALLE PARROCCHIE
ORARI S. MESSE
Parr. Prepositurale Ss. ALESSANDRO e
MARGHERITA - P.zza S. Alessandro, 11
don Carlo Cardani, Parroco: Tel. 02-9550305
don Fabio Molon: cell. 340 7730207
Feriali: 8.30 - lunedì, martedì, sabato
18,00 - giovedì, venerdì
21,00 - mercoledì
Vigiliare: 18.00 - Festive: 10,00 - 11,15 - 18,00
***
Figlie di Maria Ausiliatrice (Casa S. Giuseppe):
Tel. 02-95527611 - Fax 02-95527604
Feriali:7.00 (da lunedì a venerdì) - 7,30 (sabato)
Domenica e festività: 8,00
R.S.A. Giovanni Paolo II - Viale Germania
Santa Messa: ore 16,00 - solo il martedì
Caritas
Ambrosiana
Parrocchia SACRO CUORE - Viale Europa
Decanato di Melzo
don Domenico Debernardi: tel. 02-9550887
Suore Sacramentine: tel. 02-9551776
sede:
Feriali: 8.30 - martedì, mercoledì, giovedì, venerdì
18,00 - lunedì
Via San Rocco - 20066 MELZO (MI)
tel. 02.95732065 - fax 02.893670
e-mail: [email protected]
sito: [email protected]
Vigiliare: 18,00 - Festive: 8.30 - 10,00 - 17,30
Parrocchia S. Maria delle Stelle - Via Trieste, 14
CHIESA BEATO PIER GIORGIO FRASSATI
CENTRO DI ASCOLTO DECANALE
Giorni e orari di apertura:
Lunedì dalle 16.30 alle 18.30
Martedì
dalle 09.30 alle 11.30
Giovedì
dalle 16.30 alle 18.30
Sabato (*) dalle 09.30 alle 11.30
(*) da gennaio 2015 aperto
solo il 1° e il 3° sabato del mese
don Guido Stucchi: Tel. 02-95.710.283
Segreteria parrocchiale e oratorio: Tel. 02.95.722.014
Suore della Trinità: Tel. 02-95738443
Feriali: 9,00 - lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì
18,00 - martedì
Vigiliare: 18,00 - Festive: 9,00 - 10,30 - 18.30
Santuario S. Maria delle Stelle - Viale Gavazzi
CENTRO DISTRIBUZIONE CARITAS
Anche per chi vuol donare abiti smessi, biancheria intima e
per la casa, puliti e in buono stato, pronti per essere donati
Santa Messa: ore 15,30 - solo il sabato
Centro di
Aiuto alla Vita
Via Martiri della Libertà, 5
20066 Melzo (MI)
Telefono 02.95711377
E-mail: [email protected]
Ind. web: http.//www.cavmelzo.it
Orario di apertura
Giovedì e sabato
dalle ore 8,30 alle ore 11,30
Giorni e orari di apertura:
Lunedì dalle 16.30 alle 18.30
Giovedì
dalle 09.00 alle 11.00
e dalle 16.30 alle 18.30
per chi vuole aiutarcI
Puoi offrire la tua disponibilità quale volontario
oppure un aiuto economico intestato a:
Gruppo Volontariato S. Alessandro - Onlus - Caritas
sul C/C 51572 - BCC Cernusco S/Nav.
Ag. di Melzo
IBAN: IT12U0821433400000000051572
Anagrafe delle tre parrocchie melzesi: gennaio 2016
Con il Battesimo
sono diventati
figli di Dio
Uniti in Cristo
nel matrimonio
Sono tornati
alla casa
del Padre
S. Alessandro
Alissa Iris Kola
Tommaso Maglio
S. Cuore
Enrica Bonfanti (a. 88)
Vincenzo Belotti Anderboni (a. 89)
Giselda Morettin (a. 88)
Aristide Soldati (a. 82)
Ernesto Bertinotti (a. 97)
Michele Sommariva (a. 89)
Angela Gavezzotti (a. 88)
Ester Allievi (a. 93)
Maria Casina (a. 78)
Annita Invernizzi (a. 69)
Elena Russo (a. 87)
Davide Martorini (a. 47)
Giulio Forloni (a. 88)
Luigi Viganò (a. 94)
S. Maria delle Stelle
Lorenzo Fugazza
Amelia Castangia
Anna Maria Benini (a. 86)
Giovanna Bianchi (a. 75)
Elide Magenes (a. 79)
Rosa Maria Sagarriga Visconti (a. 77)
Giannina Rota (a. 93)
Dino Banfi (a. 60)
Per la pubblicità su Il Lievito rivolgersi ad Alberto Brambilla tel. 338/4894752
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