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Tutto possiamo sperare dalla sua misericordia
“Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata” Mt. 13,33 Mensile della comunità pastorale S. Francesco di Melzo N. 166 - Anno XV Febbraio 2016 1 Euro Quaresima: Tutto possiamo sperare dalla sua misericordia 1 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 SOMMARIO EDITORIALE........................................................................ 03 - Quattro giornate per uno stile di vita. GIORNATA DEL MALATO................................ 04 - Il messaggio del Papa. QUARESIMA 2016...................................................... 06 - Lettera ai parrocchiani e programma di Quaresima. ATTUALITà........................................................................... 09 - Viviamo insieme il Giubileo. - 1a Lectio divina: La salvezza. - Primi Passi: programma di Quaresima. - News dal Consiglio pastorale. - Migranti e rifugiati ci interpellano. - Orari e servizi ACLI. - Il Santuario delle Stelle celebra don Bosco. - Papa Francesco parla della corruzione. CULTURA................................................................................. 18 - Rubrica Qui si legge: “Non dirlo. Il Vangelo di Marco”. - Invito alla lettura. RICORDO.................................................................................. 21 - Ricordo di don Achille Gumier e di Ernesto Bertinotti. MESE DELLA FAMIGLIA................................... 23 - Commento alle iniziative di Gennaio. SPAZIO GIOVANI......................................................... 25 - Un capodanno diverso dal solito. - Siamo come una piccola matita. - Il pellegrinaggio dei chierichetti. - Don Gnocchi amico dei bambini. MISSIONE............................................................................... 28 - Quattro chiacchere sulla Bolivia. - Emozioni solidali. DALLE PARROCCHIE............................................. 30 - Orari S. Messe. - Mostra Centro Candia su Firenze. - Orari e servizi Caritas. - Anagrafe parrocchiale. “IL LIEVITO” mensile della Comunità pastorale San Francesco in Melzo Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: [email protected] Direttore: don Carlo Cardani Direttore responsabile: Eleonora Forloni Assistente: don Domenico Debernardi Stampa: Grafiche Migliorini s.r.l. 20066 Melzo (MI) Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 2 3 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 EDITORIALE Quattro giornate per uno stile di vita Il mese scorso è stato dedicato alla famiglia. Ci sono state una serie di iniziative preziose al nostro crescere “appassionati” al mondo e alle persone. Questo mese di febbraio (un pochetto più lungo in quanto “bisestile”) offre alla nostra riflessione/preghiera quattro giornate, ormai tradizionali per la nostra Diocesi ambrosiana. La domenica 31 gennaio, ha chiuso il mese con la Festa della famiglia e l’invito a “perdonare le offese” (nel contesto dell’Anno giubilare della Misericordia che stiamo celebrando). La domenica 7 febbraio è Giornata per la vita con il tema: “La misericordia fa fiorire la vita”; certamente dal concepimento, ma a tutto il tempo terreno della vita di ogni persona. L’11 febbraio (giovedì), Madonna di Lourdes, da 24 anni è pure giornata mondiale del malato. E questo anno il tema è “Affidarsi a Gesù come Maria - Qualsiasi cosa vi dica, fatela!(Gv 2,5)”. Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza di Dio. Possa la sua intercessione sostenere e vivificare i nostri sforzi di vicinanza e di attenzione ai fratelli bisognosi. E poi, ma anticipato in gennaio, la domenica 24, a motivo della ormai prossima Quaresima, la Giornata della solidarietà che era stata voluta dal cardinal Martini per aiutare a riflettere sulle dinamiche di solidarietà a sostegno del mondo del lavoro. Anche questo anno la nostra attenzione si è focalizzata, principalmente, sulla famiglia ed ora sui malati. Giornata, quella del malato, che noi celebreremo per la prima volta tutti insieme, come Comunità pastorale, in S. Alessandro e Margherita la Domenica 28 febbraio nel pomeriggio. Alle 14,45 reciteremo il Santo Rosario e poi alle 15,30 la Santa Messa. Durante la Messa amministreremo l’Olio degli infermi, a quanti ne avranno fatto richiesta, e tutti pregheremo per il Santo Padre aprendo il cuore alla indulgenza del Giubileo. Alcuni dei momenti che vivremo e dei pensieri che ascolteremo siano per noi come un esercizio, uno strumento di allenamento alla Misericordia facendo diventare le opere di misericordia uno STILE di vita. In questo mese, la domenica 14 febbraio, inizierà la Santa Quaresima con al suo inizio i tradizionali Esercizi Spirituali di Comunità: siano occasione per rigenerarci nello stile operoso e buono che deve caratterizzare chi crede nel Figlio-Incarnato: morto e risorto, Gesù che cammina sempre con noi. Buon cammino. don Domenico GIORNATA DEL MALATO GIORNATA DEL MALATO coglierne i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché A tutti coloro che sono al servizio dei malati e dei sofguardano con occhi pieni di amore. Quante volte una ferenti, auguro di essere animati dallo spirito di Maria, mamma al capezzale del figlio malato, o un figlio che si Madre della Misericordia. «La dolcezza del suo sguardo prende cura del genitore anziano, o un nipote che sta ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti posvicino al nonno o alla nonna, mette la sua invocazione siamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio» (ibid., nelle mani della Madonna! Per i nostri cari che soffrono 24) e portarla impressa nei nostri cuori e nei nostri gea causa della malattia domandiamo in primo luogo la sasti. Affidiamo all’intercessione della Vergine le ansie e lute; Gesù stesso ha manifestato la presenza del Regno le tribolazioni, insieme alle gioie e alle consolazioni, e di Dio proprio attraverso le guarigioni: «Andate e riferite rivolgiamo a lei la nostra preghiera, perché rivolga a noi a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano i suoi occhi misericordiosi, specialmente nei momenti di la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i dolore, e ci renda degni di contemplare oggi e per semsordi odono, i morti risuscitano» (Mt 11,4-5). Ma l’amore pre il Volto della misericordia, il suo Figlio Gesù. animato dalla fede ci fa chiedere per loro qualcosa di Accompagno questa supplica per tutti voi con la mia più grande della salute fisica: chiediamo una pace, una Benedizione Apostolica. serenità della vita che parte dal cuore e che è dono di Francesco Dio, frutto dello Spirito Santo che il Padre non nega mai a quanti glielo chiedono con fiducia. [...] In questa Giornata Mondiale del Malato possiamo chiedere a Gesù misericordioso, Preghiera attraverso l’intercessione di Maria, Madre sua e nostra, che conceda a tutti noi questa per la XXIV Giornata Mondiale del malato 2016 disposizione al servizio dei bisognosi, e conAffidarsi a Gesù misericordioso come Maria: cretamente dei nostri fratelli e delle nostre sorelle malati. Talvolta questo servizio può «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5) risultare faticoso, pesante, ma siamo certi (Ispirata al Messaggio di papa Francesco) che il Signore non mancherà di trasformare il nostro sforzo umano in qualcosa di divino. O Maria, Madre di Misericordia Anche noi possiamo essere mani, braccia, nel tuo seno il Verbo di Dio si è fatto carne cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. Anche noi, sani o malati, dona a noi tuoi figli di accogliere Gesù possiamo offrire le nostre fatiche e sofferene con fiducia affidarci a Lui, Parola di Vita. ze come quell’acqua che riempì le anfore alle Vergine Consolata e Consolatrice nozze di Cana e fu trasformata nel vino più nella tua sollecitudine per l’umanità buono. Con l’aiuto discreto a chi soffre, così come nella malattia, si prende sulle proprie rispecchi la tenerezza di Dio: spalle la croce di ogni giorno e si segue il Mainsegnaci a consolare chi soffre estro (cfr Lc 9,23); e anche se l’incontro con con la consolazione che viene da Lui. la sofferenza sarà sempre un mistero, Gesù ci aiuta a svelarne il senso. Madre di Dio e Madre nostra intercedi per noi misericordia e compassione Se sapremo seguire la voce di Colei che dice anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, per essere mani, braccia e cuori fatela», Gesù trasformerà sempre l’acqua che aiutano Dio della nostra vita in vino pregiato. Così quea compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. sta Giornata Mondiale del Malato, celebrata Madre della vita solennemente in Terra Santa, aiuterà a realizzare l’augurio che ho espresso nella Bolla come l’acqua delle nozze di Cana è stata trasformata di indizione del Giubileo Straordinario della in vino buono, Misericordia: «Questo Anno Giubilare vissucosì lo Spirito del tuo Figlio to nella misericordia possa favorire l’incontro trasformi ogni sforzo umano a servizio dei fratelli con [l’Ebraismo, con l’Islam] e con le altre in qualcosa di divino. nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenMaria, Salute degli Infermi derci; elimini ogni forma di chiusura e di dial tuo cuore di Madre affidiamo la nostra vita: sprezzo ed espella ogni forma di violenza e di illuminati dalla fede, discriminazione» (Misericordiae Vultus, 23). possiamo sentire la vicinanza di Cristo Ogni ospedale o casa di cura può essere seche cammina al nostro fianco, caricato della croce, gno visibile e luogo per promuovere la cultura e ci aiuta a svelare il senso delle nostre sofferenze. Amen, dell’incontro e della pace, dove l’esperienza della malattia e della sofferenza, come pure Conferenza Episcopale Italiana l’aiuto professionale e fraterno, contribuiscaUfficio Nazionale per la pastorale della salute no a superare ogni limite e ogni divisione. [...] 11 febbraio: XXIV Giornata mondiale del malato MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA XXIV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO 2016 Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5) Cari fratelli e sorelle, la XXIV Giornata Mondiale del Malato mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che si prendono cura di voi. Poiché tale Giornata sarà celebrata in modo solenne in Terra Santa, quest’anno propongo di meditare il racconto evangelico delle nozze di Cana (Gv 2,1-11), dove Gesù fece il suo primo miracolo per l’intervento di sua Madre. Il tema prescelto – Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5) si inscrive molto bene anche all’interno del Giubileo straordinario della Misericordia. La Celebrazione eucaristica centrale della Giornata avrà luogo l’11 febbraio 2016, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, proprio a Nazareth, dove «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). [...] La malattia, soprattutto quella grave, mette sempre in crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che scavano in profondità. Il primo momento può essere a volte di ribellione: perché è capitato proprio a me? Ci si potrebbe sentire disperati, pensare che tutto è perduto, che ormai niente ha più senso... In queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta la sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o le domande che ne derivano; ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il senso più profondo di ciò che stiamo vivendo; una chiave che ci aiuta a vedere come la malattia può essere la via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù, che cammina al nostro fianco, caricato della Croce. E questa chiave ce la consegna la Madre, Maria, esperta di questa via. Nelle nozze di Cana, Maria è la donna premurosa che si accorge di un problema molto importante per gli sposi: è finito il vino, simbolo della gioia della festa. Maria scopre la difficoltà, in un certo senso la fa sua e, con discrezione, agisce prontamente. Non rimane a guardare, e tanto meno si attarda ad esprimere giudizi, ma si rivolge a Gesù e gli presenta il problema così come è: «Non hanno vino» (Gv 2,3). E quando Gesù le fa presente che non è ancora il momento per Lui di rivelarsi (cfr v. 4), dice ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5). Allora Gesù compie il miracolo, trasformando una grande quantità di acqua in vino, un vino che appare subito il migliore di tutta la festa. Quale insegnamento possiamo ricavare dal mistero delle nozze di Cana per la Giornata Mondiale del Malato? [...] A Cana si profilano i tratti distintivi di Gesù e della sua missione: Egli è Colui che soccorre chi è in difficoltà e nel bisogno. E infatti nel suo ministero messianico guarirà molti da malattie, infermità e spiriti cattivi, donerà la vista ai ciechi, farà camminare gli zoppi, restituirà salute e dignità ai lebbrosi, risusciterà i morti, ai poveri annunzierà la buona novella (cfr Lc 7,21-22). E la richiesta di Maria, durante il banchetto nuziale, suggerita dallo Spirito Santo al suo cuore materno, fece emergere non solo il potere messianico di Gesù, ma anche la sua misericordia. Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza di Dio. E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati e sanno Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 4 5 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 quaresima 2016 quaresima 2016 Comunità pastorale San Francesco in Melzo I venerdì di Quaresima Tutto possiamo sperare dalla sua misericordia ”La tua Croce ha salvato il mondo!” ore 6,30: San Francesco: lectio sui testi della Passione di Gesù nel Vangelo di Giovanni ore 7,00: Casa San Giuseppe: Via Crucis ore 7,30: San Francesco: Ufficio delle Letture ore 7,45: Nelle tre chiese parrocchiali: la Via della Croce, per i bambini delle elementari, prima di andare a scuola ore 8,30: Nelle tre chiese parrocchiali: Celebrazione delle Lodi e meditazione sulla Passione di Gesù nel Vangelo di Giovanni 9,30-11,30: San Francesco, adorazione della Croce e Confessioni 15,00: Nelle tre chiese parrocchiali: Via Crucis Quaresima 2016 “La Quaresima di questo Anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio” (papa Francesco, Misericordiae Vultus 17) Carissimo fratello e carissima sorella in Cristo, il giubileo della Misericordia tanto desiderato da papa Francesco trova nella Quaresima la sua espressione più intensa. Davvero il Signore ha dato la sua vita per me, per te, nonostante i nostri errori e la nostra lontananza. La Croce è sempre un grido d’amore per ciascuno di noi, una porta aperta al perdono. “Il Signore non si stanca di perdonarci, siamo noi a volte che ci stanchiamo di chiedere perdono”. Queste parole del papa possano guidarci in queste settimane che ci conducono a Pasqua, così da poter sperimentare che veramente “tutto possiamo sperare dalla Sua misericordia”. Ci permettiamo così di invitarti e di condividere con te il nostro itinerario quaresimale. Venerdì 19 febbraio - ore 21,00: chiesa Sant’Alessandro, conclusione degli esercizi spirituali predicati da don Luca Ciotti e rito dell’imposizione delle ceneri. Venerdì 26 febbraio - ore 21,00: chiesa sant’Alessandro, veglia di preghiera “Lo guardò con amore misericordioso e lo scelse” – mostra: “I Volti della Misericordia”. Buon cammino verso la Pasqua! È possibile fare la visita guidata della mostra “I volti della misericordia” da lunedì 22 a domenica 28 febbraio nella chiesa Sant’Alessandro, con le seguenti modalità: martedì-giovedì-sabato................dalle 10,00 alle 11,00 da lunedì a domenica..................dalle 16,00 alle 17,00 lunedì-mercoledì-sabato..............dalle 21,00 alle 22,00 don Carlo, don Guido, don Domenico, don Fabio e la comunità cristiana di Melzo La preghiera comunitaria quotidiana 7.00: Casa San Giuseppe: santa Messa 24 ORE per il SIGNORE 7.30: San Francesco: Ufficio delle Letture. Reciteremo tre salmi e leggeremo alcuni testi di papa Francesco Venerdì 4 marzo, ore 21,00 - 22,30 in chiesa Sant’Alessandro Veglia di preghiera “Dio ci offre una medicina più forte delle nostre piaghe” e confessioni. Celebrazione delle Lodi e santa Messa secondo l’orario consueto Tutti i mercoledì celebreremo per tutti la santa Messa con i giovani alle ore 6,15 nella cappella dell’oratorio Sant’Alessandro. Sabato 5 marzo - in chiesa San Francesco 9,30 - 11,30: confessioni 15,00 - 17,00: confessioni 17,00: vespri conclusivi. Prima settimana: “Entriamo in Quaresima” Gli esercizi spirituali Venerdì 11 marzo - ore 21,00: nella zona del sacro Cuore: VIA CRUCIS per i MISSIONARI MARTIRI. Da lunedì 15 a venerdì 19 la nostra comunità vivrà gli esercizi spirituali: un tempo privilegiato di ascolto della Parola di Dio, di silenzio e di preghiera. Venerdì 18 marzo - ore 21,00: chiesa Beato Piergiorgio Frassati: adorazione del Crocifisso “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”. Oltre al programma quotidiano vivremo gli esercizi spirituali in questi momenti: Da lunedì 14 a domenica 20 marzo presso la chiesa Beato Pier Giorgio Frassati, mostra: la SINDONE e il CROCIFISSO SINDONICO. 10,00-11,30: In San Francesco, celebrazione della Parola e predicazione Venerdì santo 25 marzo - ore 21,00: dalla chiesa Beato Pier Giorgio Frassati: VIA CRUCIS CITTADINA. 21,00-22,00: In San Francesco, celebrazione della Parola e predicazione di don Luca Ciotti, responsabile diocesano dell’ACR Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 6 7 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Altri strumenti per vivere la Quaresima Nelle tre chiese parrocchiali e in libreria Sant’Alessandro (piazza sant’Alessandro) è possibile acquistare il libretto per la preghiera quotidiana personale e in famiglia. Con Radio TOP 92.2 è possibile ascoltare ogni giorno alle 7,30 e alle 20,00 brevi momenti di meditazione sui testi del profeta Ezechiele. La benedizione delle famiglie sarà nella parrocchia Sant’Alessandro. L’iniziativa di carità Durante la Quaresima sosterremo i progetti di carità indicati dalla nostra diocesi (dettagli nelle tre chiese). La nostra penitenza e la nostra conversione passano anche dall’attenzione che sapremo dare ai poveri. Quaresima: tempo di astinenza e di digiuno “Il digiuno svolge la fondamentale funzione di farci discernere qual è la nostra fame, di che cosa viviamo, di che cosa ci nutriamo e di ordinare i nostri appetiti intorno a ciò che è veramente l’unico necessario. Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del desiderio. In questo senso la Quaresima può essere davvero il tempo propizio che ci riporta, ci fa tornare – è il senso primario della conversione – all’autenticità di una vita cristiana secondo la volontà di Dio, anche nelle sue espressioni di sobrietà e di ascesi. Così il digiuno può assumere di nuovo i suoi connotati più biblici e cristiani: un modo di esprimere con tutte le fibre del nostro essere il fatto che vero nutrimento per noi è ogni parola che esce dalla bocca di Dio, un reimparare la disciplina dell’oralità perché noi siamo ciò di cui ci nutriamo e la nostra bocca parla dalla pienezza del cuore. Un modo, il digiuno, anche di condividere con semplicità e immediatezza i beni di questa terra, dati a noi perché diventino di tutti e non di pochi; un modo di richiamare la nostra vigilanza sul fatto che l’astensione da praticare non è solo e tanto quella da un boccone di cibo, ma dal nutrirsi dell’ingiustizia, dall’ingrassare in potere e ricchezza a spese degli ultimi, dall’ignorare il fratello nel bisogno”. (Enzo Bianchi) Ricordiamo quindi il consiglio di praticare l’astinenza e il digiuno: • tutti i venerdì di Quaresima l’astensione dalla carne (per chi ha compiuto i 14 anni); • il primo e l’ultimo venerdì il digiuno (tra i 18 e i 60 anni): un solo pasto. Desideriamo rendere più sobria ed essenziale la nostra vita: • aprendola alla contemplazione e all’imitazione di Gesù Crocifisso; • trasformando le nostre rinunce in gesti di solidarietà. ATTUALITà Viviamo insieme il Giubileo della Misericordia Proseguiamo il nostro Anno Santo della Misericordia con la testimonianza di una famiglia melzese che ha recentemente svolto un pellegrinaggio a Roma. La redazione è lieta di accogliere su queste pagine i racconti di tutti coloro che vorranno condividere le esperienze di Misericordia vissute in questo Anno Santo. Una testimonianza Partenza! Quest’anno scegliamo di trascorrere le vacanze di fine anno vivendo l’esperienza del pellegrinaggio a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia. Tanti pensieri, tante aspettative in preparazione di questa “vacanza”, ma prima di tutto l’emozione di poter vivere per la prima volta questa esperienza in modo diretto e da protagonisti come coppia e come famiglia. Fuori dalle celebrazioni ufficiali, il Giubileo delle famiglie si è infatti svolto domenica 27 dicembre, decidiamo di intraprendere il cammino in forma privata. Per il pellegrinaggio di avvicinamento alla Basilica di San Pietro e alla Porta Santa della Misericordia, scegliamo l’itinerario del Cammino Mariano, così detto perché parte dalla Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Perché questa scelta rispetto alle altre alternative, come il Cammino della via papale o Maior o al Cammino del Pellegrino? Crediamo, magari anche inconsapevolmente, che partire da lì significhi condividere la fede semplice di ogni persona che si rivolge alla Madonna. Probabilmente ha il suo peso anche il fatto che Papa Francesco ami molto questa chiesa, infatti si recò in quel luogo a pregare il giorno dopo la sua elezione. Il cammino di silenzio e di preghiera e le soste nelle chiese incontrate, oltre all’ammirazione per le bellezze di Roma, si snoda attraverso via della Madonna dei Monti, per poi passare in Piazza Campitelli, arrivati poi in piazza Navona proseguiamo attraverso S. Maria in Vallicella per arrivare infine a Castel Sant’Angelo. A Castel San’Angelo iniziamo l’ultimo tratto di pellegrinaggio con un percorso dedicato attraverso via della Conciliazione e che conduce infine alla Basilica di San Pietro. In quest’ultimo scorcio di strada raccogliamo i nostri pensieri e le nostre intenzioni per le quali ci avviamo verso la meta del pellegrinaggio, pensiamo a tutti coloro i quali vorremmo qui con noi in questo momento, ma che per diversi motivi non ci sono, primo fra tutti i nostri figli e le nostre famiglie di provenienza, i nostri amici, oppure anche chi non vuole essere presente perché ha perso la fede, ricordiamo i nostri cari defunti, e raccolte tutte Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 8 9 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 queste persone e situazioni nel nostro cuore ci avviamo verso la Porta della Misericordia. Prima dell’attraversamento però ci aspettano altre brevi soste di meditazione e di preghiera lungo il cammino: di fronte alla chiesa di S. Maria in Traspontina e in piazza San Pietro. Sulle scalinate della Basilica ci aggreghiamo ad un gruppo di giovani cantori austriaci che rendono ancora più suggestivo il passaggio della Porta Santa. All’interno della Basilica il cammino lo concludiamo davanti alla tomba di San Pietro. Per concludere il “nostro” Giubileo, il primo giorno dell’anno assistiamo all’Angelus in piazza San Pietro e all’apertura della porta Santa da parte di papa Francesco presso la “nostra” Basilica di Santa Maria Maggiore. Ci auguriamo ed auguriamo a tutti di essere Misericordiosi come il Padre! Una famiglia ATTUALITà ATTUALITà I° Incontro LECTIO DECANALE 2016: La salvezza. “La sua gloria abiti la terra” Si è tenuto lo scorso 14 gennaio, presso la chiesa dei Santi Alessandro e Margherita, il primo incontro (il terzo dell’intero programma, già svoltosi in parte a Gorgonzola) della lectio decanale 2016. La riflessione, guidata da padre Alberto Rocca, superiore dei Servi del Cuore Immacolato di Maria di Bisentrate, ha avuto come oggetto il Salmo 84, da cui prende nome il programma della lectio, vale a dire: “Mmostraci, Signore, la tua misericordia”. Il Salmo fa memoria del ritorno di Israele dall’esilio in Babilonia, ed è un quindi un canto gioioso e pieno di speranza. Riportiamo di seguito il testo del Salmo stesso, e una breve sintesi della lectio di padre Rocca. Salmo 84 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 2 Signore, sei stato buono con la tua terra, hai ricondotto i deportati di Giacobbe. 3 Hai perdonato l’iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati. 4 Hai deposto tutto il tuo sdegno e messo fine alla tua grande ira. 5 Rialzaci, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. 6 Forse per sempre sarai adirato con noi, di età in età estenderai il tuo sdegno? 7 Non tornerai tu forse a darci vita, perché in te gioisca il tuo popolo? 8 Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. 9 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore. 10 La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra. 11 Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. 12 La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. 13 Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. 14 Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza. 1 La prima parte del Salmo: il ringraziamento (versetti 1-3) È un inizio che dà il tono a tutto il Salmo, tono di serenità: “Sei stato buono, Signore, con la tua terra”. L’idea è questa: il popolo è consapevole della sua miseria e del suo peccato, e potrebbe guardare il volto di Dio con apprensione, avere paura dello sguardo di Dio. Invece, riflettendo sull’esperienza del passato, il popolo si ricorda del “sorriso di Dio” (cfr. Gb 8, 21); Dio ha sorriso guardando il suo popolo, il volto di Dio è propizio, benevolo e favorevole. Allora è il popolo stesso che è stato deportato, e che il Signore ha ricondotto in patria, a ricordare l’opera del Signore: egli ha ridato speranza al suo popolo. Il racconto di quello che ha fatto Dio diventa una confessione. E’ chiaro, non ci sarebbe bisogno che io raccontassi a Dio quello che lui ha fatto per me, lo sa molto bene, anche meglio di me: ma ho bisogno di dirlo, ho bisogno di confessare l’amore di Dio, di annunciarlo, di proclamarlo, proprio per riceverlo con il massimo di disponibilità. Nel momento in cui ringraziamo Dio, i doni di Dio diventano nostri, entrano nel nostro cuore che si apre a gustarli. La seconda parte del Salmo: la supplica (versetti 4-8) C’è poi il passaggio a una supplica, che suppone una condizione di miseria e di delusione. Viene fuori un tema che a noi dà un po’ fastidio, ma che è ricorrente nella Bibbia, vale a dire l’«ira di Dio». Un’ira che in certi momenti brucia: si parla dell’«ardore dell’ira di Dio» (cfr. Es 32,12). Perché c’è anche questo? C’è perché l’ira di Dio esprime la sua reazione al peccato e all’ingiustizia. Vuole dire: di fronte al peccato dell’uomo Dio non rimane indifferente, e non lascia passare la menzogna come fosse cosa da poco. Dio sostiene la vita e combatte la morte, e siccome il peccato è una potenza di morte, Dio non lo lascia passare senza reagire, lottare e combattere. Nella Bibbia questa reazione ha un valore terapeutico; vuole curare l’uomo, in modo che prenda coscienza del suo peccato e della sua condizione di morte. Ma “l’ira di Dio dura un istante” mentre “la sua bontà per tutta la vita”. Ciò vuol dire che Dio conosce l’ira e la misericordia, ma in due modi molto diversi, perché la misericordia è innestata nell’essenza di Dio, mentre l’ira è la reazione al peccato dell’uomo. Per questo la sua misericordia è eterna, l’ira invece è provvisoria. Proprio perché l’ira è provvisoria, noi chiediamo al Signore che sia breve. Dice il nostro Salmo “Forse per sempre sarai adirato con noi, di età in età estenderai il tuo sdegno?”. Di età in età di estende la misericordia di Dio, come ci ricorda il Magnificat, non l’ira. Allora chiediamo al Signore di chiudere la parentesi necessaria, ma provvisoria, dell’ira, e di aprire, invece, il tempo definitivo della salvezza e della misericordia: “Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza”. Dio si è impegnato nei nostri confronti a un amore fedele, e questo ci consente di pregare con una sicurezza grande, perché se dovessimo fare appello ai nostri meriti per chiedere l’intervento della grazia di Dio, non saremmo mai sicuri di averne abbastanza: quanti meriti ci vogliono perché il Signore mi salvi? Per questo la preghiera diventa fondamento di speranza e di sicurezza, ma anche di verità su Dio e su noi stessi. Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 10 La terza parte del Salmo: l’oracolo L’ultima parte del Salmo è l’oracolo. Annunzia pace: ma per chi? Per il suo popolo, che è in alleanza con noi. Ma è opportuno chiarire:“ per il suo popolo, per i suoi fedeli”, per quelli che a loro volta cercano la lealtà nei confronti di Dio: “per chi ritorna a lui con tutto il cuore”. Dio si converte, ma chiede all’uomo la conversione; cioè Dio si volta verso di noi con uno sguardo di amore e di accoglienza, ma chiede a noi di voltarci verso di lui con un atteggiamento di fede e di docilità. E con un atteggiamento autentico, perché quando dice: “Ritorna a lui con tutto il cuore”, significa non solo con riti e comportamenti esteriori, ma con comportamenti concreti che nascono dalla decisione profonda e sincera dell’uomo. Il Salmo dichiara che la salvezza viene offerta a chi “ritorna a lui con tutto il cuore”: chi si mette sulla via della santità riceve i doni della gioia, della libertà e della pace. Allora, quando questo avviene, quando la pace di Dio dilaga nel mondo, possiamo ammirare il mondo rigenerato e trasfigurato. Addirittura: “La sua gloria abiterà la nostra terra”. I frutti della pace di Dio si chiamano salvezza, gloria, misericordia, verità, giustizia. Tutte le figure della pace di Dio citate in questo Salmo si riassumono in Gesù Cristo, come sembra dirci il versetto 12: “La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo”. I Padri della Chiesa hanno infatti ritrovato in questo versetto il mistero del Natale, dell’incarnazione di Dio. Se immaginiamo la terra come il grembo di Maria, che è fecondato dalla grazia dello Spirito, e che esprime la condizione dell’umanità che riceve la grazia di Dio e diventa proprio per questo feconda del Verbo di Dio, del Figlio di Dio fatto carne, allora ritroviamo un elemento tipico del Natale. I doni messianici promessi da questo Salmo ci ricordano che il cristiano non deve ambire solo a chiedere a Dio qualche grazia terrena, ma deve anelare con tutto sé stesso al Paradiso: questo è l’insegnamento fondamentale del Salmo. Padre Rocca ha termi- 11 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 nato la sua riflessione proponendo un’actio: quando preghiamo facciamo innanzitutto memoria di quanto Dio ha fatto e fa nella nostra vita con un ringraziamento; nella nostra preghiera partiamo quindi da Lui, e non da noi. Il percorso di lectio, di cui daremo conto prossimamente, è proseguito giovedì 11 febbraio, con l’incontro dal titolo: La misura dell’amore di Dio. “L’amore del Signore è da sempre” (Salmo 103). Massimo Corvasce ATTUALITà Melzo - Via A. Pasta, 29/31 - Tel. e Fax 02/95710746 Mail: [email protected] ORARI APERTURA SEDE: da Lunedì a Giovedì: ore 9,00÷12,00 e 14,00÷17,00 Venerdì: ore 9,00÷12,00 INAS - Pratiche pensionistiche CAAF - Assistenza fiscale NOTAIO - Consulenza notarile Troverai accoglienza, ascolto, informazioni e aiuto nell’inoltro delle pratiche. In particolare: Martedì mattina: presenza di un funzionario dell’Inas per le pratiche previdenziali e pensionistiche. Martedì pomeriggio: - presenza notaio (informazioni per successioni e trasferimenti di proprietà); - sportello sanità (informazioni su dimissioni protette, posti di sollievo, ecc.). Giovedì mattina: presenza di addetto Caaf per servizi di assistenza fiscale (730/Unico), Imu, mod. RED, Isee e bonus vari, contenzioso fiscale. Iscriviti alla FNP-Cisl e potrai avere: forti sconti sulle dichiarazioni fiscali e sulle iniziative turistiche, contributi in caso di furti o scippi, una diaria giornaliera (30/50 euro) in caso di ricovero ospedaliero dovuto a infortunio di qualsiasi natura e tante altre agevolazioni. Trattamenti Neuro-Osteo-Muscolari e Sistemici Sedute individuali o di gruppo personalizzate Alcuni esempi: Insonnia, sciatalgia, cervicalgia, mal di schiena, stitichezza, mal di denti, stress emotivo, dolori mestruali, ecc. Fitness Dimagrimento Riabilitazione Ginnastica Posturale News dal Consiglio Pastorale Radio Top FM: strumento del passato o possibilità da rivalutare? A dicembre, il Consiglio pastorale ha affrontato alcuni temi importanti: l’andamento di Radio Top FM, la costituzione di commissioni di lavoro interne che rendano più agevole il lavoro, l’Anno Santo della Misericordia. Ecco il resoconto di quanto emerso dalla riunione. L’ultimo Consiglio pastorale si è aperto su un tema di attualità: la radio oggi può offrire ancora valide occasioni alla nostra comunità o è uno strumento ormai obsoleto? Ce lo siamo chiesti in particolare rispetto alla nostra emittente: l’amministrazione di radio Top FM ha fatto presente alcune difficoltà nell’andamento economico, per cui ci si è domandati come procedere. Attualmente la radio è sostenuta quasi esclusivamente da contributi statali, che però si sono ridotti sensibilmente nel tempo (in particolare negli ultimi due anni); la trasmissione è inoltre disturbata da altre due radio (acquistate da RTL) che ne coprono la frequenza. Lo scopo originario della radio era dar voce alla realtà locale e pastorale, ma nel tempo tale strumento è diventato meno efficace: alcuni consiglieri hanno ricordato che anni fa questa radio è stata utile e importante per la comunità, ma occorre domandarsi se ha senso Dott. Gabriele Galise Laurea in Scienze Motorie e Sport Master in Traumatologia Propriocettiva Attestati in Riflessologia Olistica Cell.: 345-68.22.334 - Studio: via Trieste 13, Melzo RICEVE SU APPUNTAMENTO Onoranze Funebri Mutuo Soccorso Funerali completi (sconto per i Soci) Disbrigo pratiche in qualsiasi ospedale Vestizioni - Cremazioni Lapidi - Monumenti Sala del Commiato gratuita Trasporti nazionali ed esteri Fornitura fiori Servizio attivo 24 ore su 24 - diurno - notturno - festivo Tel 02/95.50.762 - Via A. Villa, 35 - Melzo E-mail: [email protected] - Sito: www.onoranzefunebrimutuosoccorso.it Agenzie: Truccazzano - Milano - Gorgonzola Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 12 13 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 mantenerla ancora in vita, poiché negli ultimi decenni sono cambiati sensibilmente i mezzi di comunicazione. Si potrebbe perciò pensare di vendere, oppure trovare delle soluzioni alternative, come un accordo con una radio a cui dare in affitto i locali, mantenendo la possibilità di trasmettere ciò che interessa alla nostra comunità, o anche utilizzare la radio in sinergia con i paesi limitrofi come strumento pastorale. Il Consiglio ha suggerito innanzitutto di verificare il bacino d’utenza e di pensare ad un progetto chiaro sui contenuti: se la radio non torna ad essere lo strumento per cui è nata non vale la spesa che nei prossimi anni costerà. Parte del Consiglio ha argomentato che poiché il bilancio è in rosso e il palinsesto è debole occorre vendere oppure rinnovarsi, ma per fare ciò servono molte risorse. La maggioranza del Consiglio si è espressa comunque a favore della vendita dell’emittente. L’amministrazione perciò si è prefissata di verificare le eventuali possibilità in tal senso e terrà informato il Consiglio. *** Successivamente, si è passati a costituire delle commissioni di lavoro, secondo le macro-aree definite nel corso della precedente riunione, per rendere più agile e concreto il lavoro del CP. Si sono cadidati: S. Bombelli, M. Biancardi, L. Vignali, M. Pacini e A. Bindellini alla commissione Progetto pastorale. M. De Marchi, L. Gioia, L. Ladini e G. Raimondi alla commissione Spazi e risorse. G. Landini, M. Baroni, D. Dossi, M. Corvasce e Suor Graziella alla commissione Realtà sociale. Buon lavoro a tutti! *** La Commissione Anno Santo ha invece illustrato il lavoro svolto: sugli amboni verrà apposto il logo dell’Anno della Misericordia e verranno predisposte delle tracce per l’esame di coscienza divise per età. Ogni mese verrà dedicato uno spazio sul Il Lievito alla vita di persone misericordiose e le omelie del mercoledì sera verteranno sul tema della Misericordia. Verrà inoltre allestita la mostra “I volti della Misericordia”, in spazi e tempi ancora da definire. Per quanto riguarda il progetto di accoglienza dei profughi, c’è stato un incontro con la Prefettura e il Comune per prendere accordi, ma non sono ancora stati aperti i bandi. Nel frattempo occorrerà organizzarsi per provvedere alla pulizia e alla sistemazione dell’ambiente per accogliere adeguatamente i nostri ospiti. Chiunque desiderasse collaborare è ben accetto! Silvia Trasi ATTUALITà ATTUALITà Migranti e rifugiati ci interpellano ACLI - Melzo sez. A. Grandi - Via M. Libertà, 5 Tel. 02.9550592 - Fax 02.95716787 - mail: [email protected] - sito: www.aclimelzo.it Servizi ACLI: ORARI Patronato ACLI (Assistenza previdenziale) Mons. Mounir Khairallah, vescovo di Batroun: “La diversità è una ricchezza. Non abbiate paura ad accogliere” Al primo luglio 2014 erano presenti in Lombardia 1.295.000 stranieri provenienti da Paesi a forte pressione migratoria. Una cifra del genere può impressionare, oltre a far sorgere innumerevoli domande sulla questione, domande che tutti noi ci siamo posti o che abbiamo sentito porgere ascoltando un servizio al telegiornale o leggendo un quotidiano. Anche l’incontro organizzato dalle Acli Interzona Martesana e svoltosi nel pomeriggio di sabato 16 gennaio a Gorgonzola, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante, e che ha visto come relatori il professor Camille Eid, la sociologa Lia Lombardi e monsignor Mounir Khairallah, vescovo maronita di Batroun, sita a nord di Beirut, ha affrontato questi temi. L’incontro, però, ha gettato qualche spiraglio di luce un po’ differente sulla questione. Basti pensare al fatto che, contrariamente a quanto si crede, l’Europa sta dando il contributo minore sul fronte della soluzione del problema degli immigrati, nonché sull’accoglienza, giacché Paesi come il Libano, ad esempio, sono meta di immigrazione fin dal 1948, quando la creazione dello stato di Israele ha causato l’esodo di numerosi siriani. Tutto ciò però non toglie che il problema legato ai migranti sia per sua natura ricco di contraddizioni, in primis quella legata al loro status, visto che spesso richiedenti asilo e persone in cerca di lavoro sono poste sullo stesso piano nel sentire comune o, ancora, quella che si potrebbe definire come la contraddizione fondamentale della questione, vale a dire la volontà, da una parte, di chiudere le frontiere o quantomeno di ridurre i flussi di migranti in arrivo e l’esigenza opposta di vedere allentati i vincoli all’ingresso delle persone perché il sistema economico ha necessità di manodopera per quei lavori [email protected] Consulenza relativa ai tipi di contratto previsti dalla normativa e, a richiesta, predisposizione preventivi. Stipula, gestione e chiusura del contratto. Assistenza completa al datore di lavoro durante l’esistenza del contratto. giovedì: dalle ore 9.00 alle 12,00 solo su appuntamento [email protected] Tutte le pratiche fiscali, dichiarazione Mod 730, Unico persone fisiche, ISEE/ ISEU, ICI, RED, FSO, Bandi prima casa, Social Card, Successioni, contratti di locazione, compilazione e trasmissione del modello EAS per gli Enti Associativi, Dichiarazioni di responsabilità richieste dall’Inps per l’erogazione delle indennità agli invalidi civili, delle pensioni ed assegni sociali (modd. CRI, ICLAV, ACC AS/PS). che vengono rifiutati non solo dai cittadini autoctoni, ma altresì dagli immigrati di seconda generazione, quindi dagli stessi figli degli immigrati delle precedenti ondate migratorie. A queste contraddizioni si mescolano poi preoccupazioni e paure, dubbi e pietà umana, cosicché i migranti sono di volta in volta persone da aiutare e accogliere quando i media ci riportano le immagini di guerre e persecuzioni, ma che facilmente si trasformano tutti quanti in criminali e terroristi non appena i medesimi media riportano fatti criminosi o, peggio ancora, degli attentati commessi da immigrati o, in ogni caso, da stranieri di una certa cultura, religione e provenienza geografica, com’è accaduto coi fatti di Parigi ancora così vivi nella memoria. Perciò la questione dei migranti diviene anche una questione di sicurezza e una questione di compatibilità, inducendo non solo l’uomo della strada a domandarsi: “Ma sarà giusto accogliere chi ha una cultura così diversa dalla nostra e non si riconosce nei vostri stessi valori e principi?”. Poi, però, ecco tornare sullo sfondo la necessità di reperire un certo tipo forza lavoro o, appunto, le immagini dei morti in mare o delle colonne di profughi che in condizioni precarie e in pieno inverno attraversano l’Europa a piedi in cerca di un futuro migliore e della pace. Ecco perciò che le eventuali certezze vengono scosse e si ripiomba nel dubbio. Va detto che l’emigrazione non è solo quella dei profughi infreddoliti o fortunosamente salvati da un naufragio; la realtà è che esistono due tipi di mobilità delle persone: una bene accetta e addirittura incentivata e che riguarda uomini d’affari, manager, professionisti, scienziati, artisti, finanche ai turisti, cioè coloro che posso apportare in vari modi ricchezza al Paese di destinazione, e quella che riguarda tutti gli altri. Solo questi ultimi sono chiamati “migranti” o “immigrati”. Ne consegue che già la terminologia crea differenza e discriminazione tra le persone e che solo quelli definiti “migranti” oltre ad essere accolti a condizione che siano utili sono guardati con sospetto, nonostante tutto e nonostante l’appello lanciato anche durante l’incontro del 16 gennaio a non aver paura e a considerare la diversità una ricchezza anziché un danno o un pericolo. Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 14 Lavoro domestico [email protected] Assitenza previdenziale e servizio di consulenza per pratiche pensionistiche e previdenziali C A F tel. 02/95.735.859 linea diretta lunedì: ore 17.00÷18.30 - giovedì: ore 9,30÷11,00 Immigrati Richiesta e rinnovo del Permesso di soggiorno e Carta di soggiorno come previsto dalla normativa vigente; richiesta di “ricongiungimento familiare”. Inoltre, assistenza in merito ai Decreti Flussi e, in collaborazione con l’ufficio Immigrati di Milano, alla variegata problematica degli immigrati. martedì: ore 8,30÷12,30 e 14÷17.30 su appuntamento mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 9,30 alle 12,00 S.I.C.E.T. (Sindacato Inquilini Casa E Territorio) (Gli orari di apertura relativi al periodo di campagna fiscale verranno affissi in bacheca) martedì: dalle ore 17,00 alle 19,00 solo su appuntamento Biblioteca l’elenco dei libri è disponibile sul sito: www.aclimelzo.it alla voce “Biblioteca” primo venerdì del mese: ore 21.00÷22.00 terzo venerdì del mese: ore 10.00÷11.00 [email protected] C.C.L.(Coop. ACLI “Uggé Franca”) [email protected] martedì e venerdì: ore 14,00÷18.30 (1° piano) La segreteria Acli è aperta il giovedì dalle 9,30 alle 11,00 La segreteria ACLI informa che nel periodo febbraio÷ottobre è possibile iscriversi o rinnovare l’iscrizione all’anno sociale in corso Tesseramento Acli 2015 Riparte la campagna tesseramento. Due anni fa i costi delle tessere per il circolo erano aumentati, ma avevamo deciso di non fare ricadere questo aumento sui soci. Oggi abbiamo scelto di adeguare il costo della tessera a 20 euro e 15 euro (per i familiari). È possibile fare la tessera in sede il martedì (dalle 9.30 alle 11,00), il mercoledì e venerdì mattina durante l’apertura degli uffici. Congresso provinciale Acli “NIENTE PAURA” è il titolo del prossimo XXX congresso provinciale delle Acli che si svolgerà il mese di marzo prossimo. Il titolo è significativo ed è stato scelto perché la paura, sapientemente alimentata dai mezzi di comunicazione, è un sentimento che paralizza, che ci allontana dagli altri. “È davvero un mondo che cambia - si legge negli orientamenti precongressuali - e non sempre per il verso giusto, per quello che vorremmo. Noi da sempre lottiamo insieme per un mondo più giusto. Ma a volte siamo smentiti, a volte prevale il rancore, il risentimento, a cui rispondiamo con più fede, con le nostre opere, con il nostro pensiero: a che serve un pensiero se non sconfigge la paura?”. Anche il nostro circolo si sta preparando a questo importante appuntamento congressuale e il 19 febbraio terrà la propria assemblea straordinaria, durante la quale verrà rinnovato il consiglio e verranno nominati i delegati per il congresso provinciale. Circolo Acli A. Grandi Melzo Immagine della cena sociale presso la Comunità Solidale della Pagnana, tenutasi al termine dell’incontro DI APERTURA AL PUBBLICO 15 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Perché il circolo sia un luogo vivo di partecipazione per il benessere della nostra comunità, chiediamo il vostro sostegno, rinnovando la tessera o anche offrendovi come volontari. ATTUALITà ATTUALITà Ricorrenza di don Bosco al Santuario delle Stelle Nel libro intervista “Il nome di Dio è Misericordia” un duro giudizio del Papa su chi opera nella corruzione Sabato 30 gennaio solenne celebrazione in onore di S. Giovanni Bosco presieduta da don Gianni Radice, con la partecipazione delle suore salesiane Peccatori sì, corrotti no! [...] Lei ha detto durante un’omelia in Santa Marta: «Peccatori sì, corrotti no!». Che differenza c’è tra peccato e corruzione? La corruzione è il peccato che invece di essere riconosciuto come tale e di renderci umili, viene elevato a sistema, diventa un abito mentale, un modo di vivere. Non ci sentiamo più bisognosi di perdono e di misericordia, ma giustifichiamo noi stessi e i nostri comportamenti. Gesù dice ai suoi discepoli: se anche un tuo fratello ti offende sette volte al giorno e sette volte al giorno torna da te a chiederti perdono, tu perdonalo. Il peccatore pentito, che poi cade e ricade nel peccato a motivo della sua debolezza, trova nuovamente perdono, se si riconosce bisognoso di misericordia. Il corrotto, invece, è colui che pecca e non si pente, colui che pecca e finge di essere cristiano, e con la sua doppia vita dà scandalo. Il corrotto non conosce l’umiltà, non si ritiene bisognoso di aiuto, conduce una doppia vita. Nel 1991 avevo dedicato a questo tema un lungo articolo, pubblicato come piccolo libro Corrupciòn y pecado [nella versione italiana Guarire dalla corruzione, N.d.R.]. Non bisogna accettare lo stato di corruzione come se fosse soltanto un peccato in più: anche se spesso si identifica la corruzione con il peccato, in realtà si tratta di due realtà distinte, seppure legate tra loro. Il peccato, soprattutto se reiterato, può portare alla corruzione, non però quantitativamente - nel senso che un certo numero di peccati fanno un corrotto - quanto piuttosto qua litativamente: si generano abitudini che limitano la capacità di amare e portano all’autosufficienza. Il corrotto si stanca di chiedere perdono e finisce per credere di non doverlo più chiedere. Non ci si trasforma di colpo in corrotti, c’è un declino lungo, nel quale si scivola e che non si identifica semplicemente con una serie di peccati. Uno può essere un grande peccatore e ciononostante può non essere caduto nella corruzione. Guardando al Vangelo penso ad esempio alle figure di Zaccheo, di Matteo, della samaritana, di Nicodemo, del buon ladrone: nel loro cuore peccatore tutti avevano qualcosa che li salvava dalla corruzione. Erano aperti al perdono, il loro cuore avvertiva la propria debolezza, e questo è stato lo spiraglio che ha fatto entrare la forza di Dio. Il peccatore, nel riconoscersi tale, in qualche modo ammette che ciò a cui ha aderito, o aderisce, è falso. Il corrotto, invece, nasconde ciò che considera il suo vero tesoro, ciò che lo rende schiavo, e maschera il suo vizio con la buona educazione, facendo sempre in modo di salvare le apparenze. Ancor più del peccato, la corruzione ha un significativo risvolto sociale: basta leggere le cronache dei giornali ... La corruzione non è un atto, ma una condizione, uno stato personale e sociale, nel quale uno si abitua a vivere. Il corrotto è così chiuso e appagato nella soddisfazione della sua autosufficienza che non si lascia mettere in discussione da niente e da nessuno. Ha coIl Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 16 17 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Il Papa con il giornalista Andrea Tornielli autore del libro intervista struito un’autostima che si fonda su atteggiamenti fraudolenti: passa la vita in mezzo alle scorciatoie dell’opportunismo, a prezzo della sua stessa dignità e di quella degli altri. Il corrotto ha sempre la faccia di chi dice: «Non sono stato io!». Quella che mia nonna chiamava «faccia da santarellino». Il corrotto è quello che s’indigna perché gli rubano il portafoglio e si lamenta per la scarsità di sicurezza che c’è nelle strade, ma poi truffa lo Stato evadendo le tasse, e magari licenzia i suoi impiegati ogni tre mesi per evitare di assumerli a tempo indeterminato oppure sfrutta il lavoro in nero. E poi si vanta pure con gli amici per queste sue furbizie. È quello che magari va a Messa ogni domenica, ma non si fa alcun problema nello sfruttare la sua posizione di potere pretendendo il pagamento di tangenti. La corruzione fa perdere il pudore che custodisce la verità, la bontà, la bellezza. Il corrotto spesso non sì accorge del suo stato, proprio come chi ha l’alito pesante e non se ne rende conto. E non è facile per il corrotto uscire da questa condizione per un rimorso interiore. Generalmente il Signore lo salva attraverso le grandi prove della vita, situazioni che non può evitare e che spaccano il guscio costruito poco a poco, permettendo così alla grazia di Dio dì entrare. Dobbiamo ripeterlo: peccatori sì, corrotti no! Peccatori, sì. Come diceva il pubblicano nel tempio, senza avere nemmeno il coraggio di alzare gli occhi verso il cielo. Peccatori, sì, come Pietro si riconobbe, piangendo amaramente dopo aver rinnegato Gesù. Peccatori, sì. Come tanto saggiamente ci fa riconoscere la Chiesa all’inizio di ogni Messa, quando siamo invitati a batterci il petto, cioè a riconoscerci bisognosi di salvezza e di misericordia. Dobbiamo pregare in modo speciale, durante questo Giubileo, perché Dio faccia breccia anche nei cuori dei corrotti donando loro la grazia della vergogna, la grazia di riconoscersi peccatori bisognosi del Suo perdono. a cura di Pi.erre A pag. 20 nella rubrica “Invito alla lettura” si trova la recensione del volume “Il nome di Dio è Misericordia” in vendita nella Libreria S. Alessandro CULTURA CULTURA RUBRICA Qui si legge Non Dirlo Il Vangelo di Marco di Sandro Veronesi Vale ancora la pena andare in libreria, curiosare tra le proposte esposte sul bancone principale e lasciarsi colpire dalle copertine e dai titoli. A me è capitato così la scorsa estate quando un libretto quasi nascosto tra i best seller del momento, ha attirato la mia attenzione . Vedo infatti il titolo “Non dirlo” e soprattutto il sottotitolo, “Il Vangelo di Marco”. L’autore è molto noto, è uno dei più grandi scrittori italiani del momento, Sandro Veronesi, di cui tutto si può dire ma non che sia un esegeta di testi sacri. Prendo il libro e leggo l’introduzione della copertina: “Non dirlo è l’ordine che Gesù fa seguire ad ogni miracolo che compie, la chiave del segreto di personalità che costituisce la trama della sua esistenza terrena. Scritto a Roma per i romani, il Vangelo di Marco è, nel racconto di Veronesi, una raffinata macchina da conversione, sintonizzata sull’immaginario dei suoi destinatari, e per questo più simile ai film di Tarantino che ai testi con i quali gli altri evangelisti raccontano la stessa storia. È una miniera di scoperte sorprendenti, che riportano il cristianesimo alla sua primitiva potenza componendo il ritratto di un enigmatico eroe solitario, il cui sacrificio ancora oggi rappresenta uno sconvolgente paradosso: che ci sia bisogno della morte di un innocente per potersi liberare del proprio nulla”. Cosa può aver suscitato il Vangelo di Marco in uno scrittore affermato e non credente? Cosa ha fatto scattare nell’animo di Veronesi che oltre tutto, come ci ricorda ancora l’introduzione, ha tratto da Non Dirlo un monologo teatrale: “da bocca a orecchio, con la fondamentale messa in gioco del corpo e del contatto visivo tra autore e lettore”. Non ho avuto scelta, ho comprato il libretto e l’ho letto lo stesso giorno. Va detto subito che l’opera si divide in due parti: la prima è il racconto del racconto della vita di Gesù da parte di Marco (non è un gioco di parole), e ci fa conoscere l’Evangelista come un grande comunicatore dell’annuncio cristiano: tutti gli episodi di Gesù, grazie al racconto di Veronesi, non ci lasciano indifferenti, ci colpiscono ancora oggi, facendoci rivivere lo stesso stupore suscitato negli interlocutori romani dalle parole di Marco. Il primo capitolo è il racconto di un’”irruzione” nella storia, è il momento del battesimo di Gesù e della dichiarazione dal cielo del Padre “Ecco il mio figlio diletto”. Come nei telefilm del Tenente Colombo, è un paragone ardito proprio di Veronesi, il “colpevole” viene subito mostrato. E qui non ci sono tanti misteri, subito si dice chi è Gesù, il Figlio di Dio, e si fa presente che non l’ha detto uno qualunque, ma Dio stesso, dal cielo. È un Gesù subito all’opera, come quando torna a Cafarnao e rimette in piedi la suocera di Pietro a letto immobile (accidenti, chi prepara la cena, avrà pensato magari qualche discepolo). E poi l’episodio del paralitico che viene calato dal tetto perché Gesù lo guarisca, un episodio cinematografico da premio Oscar. Ma il punto più sorprendente è il finale del Vangelo di Marco (quello originale, il finale che noi leggiamo è un’aggiunta successiva). All’alba della domenica dopo la Passione di Gesù le tre donne, le tre Marie per la tradizione, vanno al Sepolcro e invece di trovare il corpo di Gesù trovano l’Angelo che annuncia loro la sua Resurrezione e dice “…andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là voi Lo vedrete come vi ha detto”. Ma le donne scappano, hanno paura. L’ultima parola del Vangelo di Marco è proprio “paura”. Veronesi commenta il finale in modo originale, svelando con sincerità il proprio stupore e insieme anche il proprio disagio: “chi dovrebbe gioire ha paura, chi dovrebbe annunciare tace. Il Mistero incomincia da capo e Marco si ferma per lasciare all’uditore il tempo di comprendere: lo ha condotto appena oltre la soglia della fede, ma è consapevole della lentezza di un processo di piena comprensione di un fenomeno così profondo e scioccante come la resurrezione di Cristo; e lo invita, in un certo senso lo invoglia ad avere paura. È un finale strepitoso: aperto, paradossale, sconvolgente, rivoluzionario. E infatti […] duemila anni dopo non riusciamo ancora ad accettarlo”. La seconda parte è formata dalle note, che rappresentano un vero e proprio libro nel libro. All’inizio l’autore dà a questo proposito un suggerimento al lettore: “di questa breve opera io consiglio due letture separate: prima il racconto, senza mai lasciarlo per andare a leggere le note, e poi le note, senza mai ritornare al testo, riferendole semplicemente alla traccia che esso ha lasciato nella memoria”. E così ho fatto, obbedendo alle indicazioni e trovando spesso un chiarimento ancora più convincente delle tante osservazioni originali trovate nel racconto del Vangelo di Marco. Ad esempio la nota 40 spiega bene il motivo del titolo Non Dirlo: “Gesù continua a intimare a tutti di tacere perché così può negare di essere un guaritore anche se effettivamente guarisce la gente, tenendo pronta la sua ultima pazzesca verità: non ditelo perché [ ] a guarirvi non sarò io ma la vostra fede in me. [ ] Credere a uno che ti dirà Io sono il figlio di Dio, il Salvatore [ ]. Questa è la fede che Cristo pretende. Quindi il mistero deve attivarsi e disattivarsi in continuazione man mano che la storia va avanti, disorientando, sbalordendo, generando domande che al momento giusto, troveranno una risposta soltanto”. Questo libro, agile e scorrevole, svelandoci la forza originale dell’annuncio cristiano, ci fa scaturire domande attualissime sulla presenza dei cristiani oggi. Qual è la nostra missione, come possiamo essere utili per le donne e gli uomini del nostro tempo, sono domande che possono trovare una risposta se riscopriamo la genuina originalità dell’annuncio cristiano, ritrovando per primi noi stessi una attrattiva di vita buona, una bellezza testimoniata e da testimoniare per noi e per tutti. TERUZZI A MELZO DAL 1958 PORTER Affidabilità, praticità, economicità di gestione. Dimensioni compatte, raggio sterzata soli 3,7 m. PORTER non ha rivali tra i veicoli della stessa categoria Il mito che rinasce! ... è arrivata Non Dirlo - il Vangelo di Marco di Sandro Veronesi pagg. 242 edizione Bompiani (2015) a cura di Luigi Guastalla VENDITA - ASSISTENZA RICAMBI - ACCESSORI 20066 Melzo (MI) - Via Verdi, 29 e 32/B tel. 02/95.50.276 - www.teruzzimoto.it Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 18 19 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 CULTURA RICORDO Invito alla lettura IL NOME DI DIO È MISERICORDIA di Tornielli Andrea - Papa Francesco Per la prima volta, in un volume intervista a sua firma, Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta in un dialogo semplice, intimo e personale. Il tema centrale del libro è la misericordia, da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato. In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime – dentro e fuori la Chiesa – che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell’umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega – attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore – le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Editrice Piemme - € 15,00 IL MURO INVISIBILE di Harry Bernstein Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub e sfogando sui figli la rabbia per una vita di stenti. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale nel nord dell’Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall’altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un’unica realtà, quella della miseria. La Prima Guerra Mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. Ma solo l’amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce. Editrice Pickwick - € 9,90 IL REGALO DI BIZZO di Marco Pippione LIBRERIA S. ALESSANDRO Don Achille Gumier Vicario parrocchiale a Melzo in oratorio S. Alessandro dal 1967 al 1980 Piazza S. Alessandro - Melzo tel. 334/80.77.295 (orari apertura negozio) ORARI di APERTURA Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: dalle ore 9,00 alle 12,00 Grazie don Achille, perché nella mia vocazione ci sei anche tu. Sabato: ore 9,00 - 12,00 e ore 16,00 - 19,00 Domenica: dalle ore 9,00 alle ore 12,00 Lunedì: chiusura IL NAZISTA EBREO di Georg Rauch In una gelida mattina di febbraio del 1943 vicino a Vienna, Georg, insieme a seicento ragazzi, promette fedeltà a Hitler, diventando un soldato del Reich. Ma sa bene che il Führer non sarebbe fiero di lui se fosse a conoscenza di quello che egli ha da poco scoperto. Che è ebreo. Un dettaglio ininfluente nella sua vita fino a quando la Germania non ha annesso l’Austria. Ora è l’unica cosa che conta. Così, mentre la madre nasconde ebrei in casa e li aiuta a fuggire, Georg viene mandato a combattere sul fronte russo proprio dopo la più grande sconfitta subita dai tedeschi fino allora, a Stalingrado. Con i suoi compagni poco più che adolescenti, si troverà scaraventato nell’inferno bianco, a rischiare la vita per un uomo che lo odia, combattendo contro coloro da cui spera di venire sconfitto. Questa è l’eccezionale testimonianza di un ragazzo nel gorgo di eventi che lo sovrastano, che ha vissuto per anni soffocando sensi di colpa e sentimenti contrastanti per quel giuramento che forse lo ha salvato. Solo anni dopo, ormai artista affermato, ha scoperto che c’erano anche altri soldati con sangue ebreo tra le fila dell’esercito nazista. Perché a volte il posto migliore dove nascondersi è sotto gli occhi di tutti. Il 12 gennaio scorso, all’età di 72 anni, è deceduto ad Airuno, don Achille Gumier. Era ricoverato dall’inizio di dicembre in una struttura per malati terminali a causa di un tumore. È stato parroco a Ballabio per più di vent’anni. In questo scritto il commosso ricordo di don Luca, sacerdote melzese. Compito difficile, quello richiesto. Editrice Piemme - € 19,50 SAN VALENTINO di Giuseppe Cassio Nulla è impossibile a Dio, davvero! La storia di Giovanni Bizzozero lo dimostra in modo commovente e clamoroso. Lo dimostrano le tantissime testimonianze di cui è intessuto questo libro. Si è volutamente scelto di lasciar parlare la vita di Giovanni attraverso chi lo ha conosciuto, chi ha percepito, attraverso la sua presenza, una Presenza più grande. Non si è inteso mitizzare Giovanni, ma raccontare un’esistenza che non si è conclusa il 4 novembre 2011 dopo un fatale incidente in moto, ma che è proseguita e che prosegue, in modo misterioso, eppure visibilissimo, in una vita che si è dilatata e che continua a dilatarsi. San Valentino è patrono della città di Terni, dove è presente una grande Basilica dedicata a lui. Il suo culto come protettore dell’amore e degli innamorati (che ha le sue origini nel Medioevo in Francia e in Inghilterra) è da considerarsi un interessante fatto socioculturale, ma non propriamente religioso: Valentino in varie leggende viene presentato come colui che mette pace fra gli innamorati o ne santifica l’unione. Editrice Concreo - € 12,00 Editrice Elledici-Velar - € 3,50 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 20 bene per quale strano motivo, ma, se sono diventato prete, è perché ho conosciuto preti contenti. Gli anni belli vissuti nell’oratorio Sant’Alessandro sono stati certamente un’occasione preziosa per maturare il dono della vocazione, ma credo anche i momenti vissuti nelle visite a don Achille, insieme alla mia famiglia. Qualche Messa servita nella parrocchia di Ballabio, le chiacchierate nel giardino, i lavori di sistemazione, di pulizia, di qualsiasi cosa c’era da fare in quel momento (e se non c’era la si trovava comunque…) hanno lasciato in me un segno, una traccia, un ricordo. Una vocazione non è mai storia scollegata dalla realtà ma pienamente “incarnata” nella quotidianità, nelle vicende di ogni giorno, nelle fatiche e nelle gioie che attraversiamo. Perché ricordare ai melzesi don Achille è impresa complicata, soprattutto per chi scrive, visto che non ho mai avuto modo di vederlo “all’opera” nel nostro oratorio (le mie “primavere” sono soltanto 33). Ma qualche ricordo lo posso condividere comunque perché l’ho conosciuto mentre era a Lecco, coadiutore della basilica di San Nicolò, e poi parroco a Ballabio per i successivi 22 anni. Il primo ricordo lo vorrei chiamare “vocazione”. Non riesci mai a spiegare con esattezza, non sai mai 21 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Il secondo ricordo mi piace chiamarlo “fraternità sacerdotale”. Nel mese di giugno del 2012 ricevo la nuova destinazione a Merate.Dopo qualche settimana arriva la telefonata di don Achille, con il suo vocione inconfondibile : “Uè, Luca, complimenti! Ben arrivato nella bella zona di Lecco…così sei già vicino per venire a Ballabio dopo di me!”. Dentro nella trepidazione e nella preoccupazione di un nuovo incarico che ti viene affidato, quella semplice telefonata è apparsa come un segno di una missione da condividere con la Chiesa intera, con la tua nuova comunità, ma con uno sguardo che sa andare oltre il proprio campanile. In nome di questa fraternità sacerdotale, poco prima di affrontare un’operazione proprio all’ospedale di Merate, don Achille mi ha chiesto l’Unzione degli infermi “che è un sacramento per i vivi, mica per i morti! E allora io devo riceverlo. Io ti aspetto..da qui non scappo!”. Grazie don Achille per il ministero che abbiamo condiviso. Il terzo ricordo è la mia ultima visita all’hospice di Airuno. La malattia l’aveva scavato ed indebolito. Abbiamo parlato, mi ha chiesto della mia parrocchia, cosa stavamo facendo, le iniziative in programma. E poi, con una semplicità disarmante, mi dice: “Cosa vuoi,siamo arrivati. Questa non è la fine, ma dobbiamo ricordarci che è “il Fine” della nostra vita. Noi corriamo, facciamo tante cose, ci affanniamo per che cosa poi? Quando uno arriva qui, si ricorda che sono poche le cose che contano. Adesso tocca a voi giovani…noi quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto”. Grazie don Achille: anche in queste ultime parole, sei stato d’esempio. E grazie anche a te, Signore, che mandi nella tua Chiesa uomini che sanno incoraggiare, spronare e richiamare tutti noi alle esigenze del Vangelo. Mandane ancora, ne abbiamo bisogno. don Luca Rognone ricordo In questo mese di gennaio ci ha lasciati all’età di 97 anni Ernesto Bertinotti. La sua vita è stata ricca di tante esperienze: soldato, campi di prigionia, operaio, aclista, sindacalista, operatore sociale, leva del lavoro, prefetto in oratorio, giudice conciliatore... ma, soprattutto amico, educatore e maestro di vita per diverse generazioni. Con questo scritto, giunto in redazione, vogliamo ricordare e rendere omaggio a questo nostro esemplare concittadino. La redazione Ernesto Bertinotti 1918 - 2016 Era la primavera del 1954, lo scherzo era stato pesante, chi l’aveva subito reagì in modo determinato. Il tuo intervento pacificò la situazione. Dopo nella sede del sindacato (CISL), seguì una discussione sull’uso del tempo libero. Non ricordo come andò, so che le vacanze estive le passammo ospiti di un campeggio per un corso di formazione sindacale. Poi un sabato e una domenica al mese attività formativa, il gruppo era composto da una ventina di giovani lavoratori apprendisti. Il sabato a Milano - I Padri della Chiesa e dottrina sociale della Chiesa: don Angelo Maio non si risparmiava anche perché, contento, constatava una gran voglia di imparare. La domenica a Cassano ospiti dalle Suore del Linificio: storia del movimento operaio, analisi dei problemi sociali, contrattazione sindacale, metodo e contenuti. A fronte di tanta voglia di sapere Baglioni non solo mandava i suoi assistenti, ma appena poteva veniva per conversare e discutere fatti politico/sociali di attualità. E tu sempre presente, attento a farci trovare a nostro agio e a risolvere i problemi logistici. Il tutto per più di tre anni. Il resto del tempo andava in riunioni di analisi e di organizzazione dell’attività sindacale: ciclostile e distribuzione di volantini a sostegno dell’azione sindacale, scioperi, contrattazione, vertenze, manifestazioni e tu sempre lì a coordinare le attività. Era l’ambiente che ti prendeva, fatto da operai, impiegati e contadini, uomini e donne con mestiere - ora si direbbe con spiccata professionalità - , la gratuità era scontata. L’idea di fondo era del ben vivere che non voleva dire vivere meglio degli altri. Il desiderio non era quello di accumulare ma di condividere. Tu dicevi “in attesa di un domani beato è doveroso lottare nell’oggi iniquo”. MESE DELLA FAMIGLIA sinistra riteneva prematura l’iniziativa. Il mondo cattolico era fortemente convinto che il posto della donna sposata fosse la casa. La parte padronale reagì licenziando alcuni operatori sindacali e riuscì in parte a rompere il fronte sindacale. La partita sembrava persa, lo sconforto era palese. Inaspettato arrivò un grande aiuto. Il cardinale Montini in visita pastorale, causando una qualche sorpresa, chiese della vertenza in corso e chiese di conoscerti. L’incontro avvenne sul sagrato e fu breve, la commozione era forte, Montini ti impedì di baciare l’anello e ti abbracciò, pure lui era commosso, ti disse: “Va bene così, un po’ di prudenza però”, strinse la mano a noi che eravamo con te e ci congedò con un gesto di benedizione. Una mobilitazione più intensa, scioperi articolati in tutta l’industria lattiero-casearia e agro-alimentare della zona moderò in larga misura il licenziamento delle donne e accelerò l’approvazione della legge per la tutela della mamma e del bambino. Poi il passaggio dal Sindacato al Partito - era il periodo dell’apertura a sinistra - lo stato democratico era in decomposizione, le forze popolari erano ferme nella fissità del fatalismo di appartenenza, cattolica o comunista che fosse, invece di svolgere e tessere insieme un progetto intorno a cui poter stringere un patto del convivere. La mediazione non come tattica ma essenza del progetto politico stesso: la convinzione del seme di verità presente nell’altro, la convinzione che il Paese non crescerà - moralmente, umanamente. economicamente se non insieme. Andare oltre le sabbie mobili delle identità “confessionali”, uscendo dalle secche di ogni “dottrina” per negoziare, meglio per concordare una vita reale dignitosa e possibile per tutti. La vittoria di parte non era il nostro interesse, il nostro interesse era il bene comune. E tu come sempre a sollecitare prudenza e moderazione. Il tuo freno non funzionò. L’urgenza, è vero, ci portò a qualche azione prematura e maldestra, e tu ancora una volta al nostro fianco bonariamente parlasti di “giovanilità”. Non compresero e non ci capirono, perdemmo e fummo dispersi. Poi la dispersione, noi “sciolti” e tu Giudice di conciliazione. Salda restò l’amicizia e la voglia di confronto. Antonio Montefiori Gennaio: mese della famiglia S i è appena concluso gennaio, il mese che la nostra Comunità pastorale ha dedicato per intero alla famiglia, con particolare attenzione e cura pastorale verso tutti. Già nella modalità di invito alle iniziative proposte, con lettera fatta recapitare nelle caselle postali di tutte le famiglie della città, sta il primo segno di questa affezionata attenzione. Vorrei provare a non fare solo un elenco di quello che è stato fatto, ma invece sottolineare - per ogni momento vissuto insieme - alcuni tra gli aspetti che più hanno colpito e che possono essere preziosi, da non archiviare nel dimenticatoio. L a Festa delle famiglie del mondo e il Bacio a Gesù Bambino, nel giorno dell’Epifania del Signore, il 6 gennaio, al Sacro Cuore. Nella semplicità del gesto, a nessuno è certamente sfuggita la tenerezza sincera sprigionata dai bambini che, attenti e composti come ormai non ci capita quasi più di vedere, hanno chiesto a Gesù Bambino il dono della pace e della unità per tutto il mondo. Non una fiction, ma un moto del cuore. Forse che anche da questo atteggiamento dei più piccoli – occhi stupiti per ciò che siamo e sguardo di amore per tutti – impariamo cosa voglia dire “Chiesa in uscita”? La tombolata poi, come sempre, è stato un felice momento di aggregazione “trasversale” tra le varie famiglie e tra genitori, figli, nonni, nipoti, amici ... e parenti tutti. N ella serata di meditazione e spiritualità familiare, tenuta alle Stelle il 15 gennaio da don Luciano Andriolo (responsabile diocesano del Servizio per la famiglia) abbiamo insieme “scoperchiato il tetto” e guardato cosa succede in una famiglia nella quale è ospite Gesù! Guardando sempre più dentro la casa, sempre più dentro le singole persone, sempre più dentro le persone insieme, fino a scoprire che la famiglia è il soggetto primario (che vuol dire avere un ruolo attivo e imprescindibile) dell’educazione al pensiero di Cristo! Gesù ha preso casa nella casa di Pietro - ci ha detto don Luciano - non per esservi “sequestrato”, tenuto nascosto! La casa di Pietro è diventata al contrario “spazio disponibile” per tutti, luogo dell’accoglienza e della fraternità. Su tua insistenza venne aperta una vertenza per contrastare il licenziamento delle donne che si sposavano o gravide. L’iniziativa trovò subito una forte opposizione dalla parte padronale, la lotta divenne subito molto aspra. Il fronte sindacale non era rotto, ma indebolito, la Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 22 23 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Chi non ha sentito l’attrattiva per una famiglia che, grazie la presenza riconosciuta di Cristo, si apre ad accogliere tutti lasciando aperte porte, finestre, vetrate e lucernari? Che promessa di pienezza e felicità accade per davvero, nel dar credito a quello che Gesù ci chiede, seguendolo, non solo nell’aldilà, ma subito, nel nostro presente e nella nostra condizione di adesso, magari complicata, precaria, tradita, ferita o anche sbagliata! Sì, perché ad accadere è proprio il nostro cambiamento, ed è questo che, grazie a Dio, fa cambiare il mondo. E poi l’incontro nella fede al Sacro Cuore, il 20 gennaio, per le persone separate, divorziate o che vivono una nuova unione. Già, perché la fede non è per chi si sente a posto, per quelli che “gli è andata bene”. Ma è per tutti quelli che non la buttano via, la fede; che non se la fanno “passare” col passare della giovinezza, con l’invecchiamento precoce tipico della nostra epoca. E’ stato bello saltare insieme l’ostacolo della trave nel tuo (e nel mio) occhio” e questo abbiamo iniziato ad impararlo insieme, proprio in quella serata. Abbiamo visto, non in astratto, cosa voglia dire che “il Padre è misericordioso”. E lo abbiamo desiderato come habitus, nostro e della Chiesa stessa: essere noi “misericordiosi come il Padre” così che anche la Chiesa - attraverso di noi, piccola Chiesa “della provincia” - lo possa essere. Chissà fino a che punto sentiamo vero il fatto che abbiamo a fare con le “periferie del mondo”, essendo noi stessi – ognuno a suo modo – periferia...? Abbiamo tanto da camminare su questa strada, ma il Papa, che sa il fatto suo, ci ha dato un anno intero per cominciare a capire che cosa sia la Misericordia! V eniamo alla serata di testimonianza e formazione familiare col dottor Osvaldo Poli, il 22 gennaio al Sant’Alessandro. Una certezza. Lo avevamo già apprezzato lo scorso anno e si è confermato all’altezza delle attese, anche in questa occasione. Cosa diciamo esattamente quando diciamo “prometto di amarti”? Questo il tema. Provocatorio e stimolante allo stesso tempo. Subito ci sorprende e ci spiazza: “l’amore” – ci dice - non è condizione sufficiente perché un matrimonio possa funzionare: questo solo non basterebbe a reggere nel tempo”. Si tratta di una fedeltà ad una duplice promessa: prometto di amarti e prometto di lasciarmi amare da te». S p a z io MESE DELLA FAMIGLIA In un mondo dove tutto ci vuol far credere che il valore delle esperienze sta nella capacità che queste hanno di “regalare” emozioni, il “doctor” ci dice che tutto si gioca invece nella quotidiana fatica di donarsi all’altro. Altro che emozioni! Se c’entra la fatica, allora si tratta di un lavoro. Lo sviluppo della vita insieme è dunque un lavoro, non un giochetto da ragazzi, che dura fin che dura! Abbiamo riscoperto poi cosa vuol dire dialogo, e che razza di pilastro è il dialogo, nell’architettura della famiglia! A cominciare dai coniugi, che devono avere la carità di dirsi il bello e il brutto che tutti portiamo in noi, così da “costruirsi” a vicenda (facendoci diventare dei capolavori, ci ha detto) esprimendo il vero reciproco amore, che è dedizione totale nell’accompagnare l’altro verso il proprio destino, vale a dire la santità. Cioè diventare donne e uomini veri, compiuti, capaci oltre che di generare, di educare e crescere i figli in un ambito nel quale, profondità e solidità del rapporto di coppia, sono la struttura portante della famiglia. Che sfida entusiasmante! Per i giovani sposi e le giovani famiglie, certamente, ma anche per chi - come me - tanto giovane non lo è più e proprio per questo corre il rischio di credere di non dover imparare più niente, di sapere già tutto... Meno male che la Chiesa continua instancabile, anche attraverso proposte come questa della nostra Comunità, a sollecitarci e a tenerci svegli su ciò che è decisivo per la vita di tutti gli uomini! “Vi auguro di non stare mai tranquilli”, ci diceva spesso don Giussani, e scopro adesso l’efficacia e la forza di quell’augurio contro il facile scetticismo di noi adulti. I nfine il 31 gennaio, che oltre ad essere San Giovanni Bosco da quasi 82 anni (!) è “la” Giornata delle famiglie, tutta dedicata a loro, potremmo dire una Family Marathon ...senza correre, ma anche senza tregua: Santa Messa nelle tre Parrocchie, pranzo comunitario e Show dei talenti al Salone Banfi. Le Messe sono state animate dalle famiglie stesse, con canti e preghiere pensate proprio per favorire la riflessione sul valore e il significato della vocazione familiare. Sono state animate da alcuni gesti particolarmente evocativi, come quello dell’offerta dei doni che, insieme al Sacrificio eucaristico del pane e del vino, ha portato all’altare anche l’umile offerta di noi fedeli che vogliamo seguire Gesù e metterci nelle sue mani: un bastone, ad indicare il cammino e il sostegno che la famiglia rappresenta per ognuno dei suoi componenti e per la società umana nel proprio “pellegrinaggio”; una brocca, usata dallo stesso Gesù per lavare i piedi ai suoi discepoli, così che anche noi ne potessimo imitare l’esempio ed infine un barcone, magari proprio di quelli stracarichi di migranti e profughi, per testimoniare che è la fede a non farci naufragare nelle difficoltà della G iov ani Vacanza invernale Adolescenti-18/19 enni – Giovani vita, fede resa concreta dalla nostra reale capacità di accoglienza e condivisione verso tutte le persone che vivono nel bisogno. I l pranzo insieme, come sempre succede quando l’ospite al centro è Cristo, è stato una esperienza privilegiata di condivisione e di fraternità tra tutti i numerosissimi convitati, dai nipotini ai nonni, dalle suore ai sacerdoti, da chi ha goduto dell’ottima cucina a chi l’ha resa possibile con la propria fatica e l’ha servita in tavola. L a festa finale poi, il Family talent show 2.0, ampiamente nuovo e pieno di sorprese, ha dato modo, attraverso quel sano e genuino divertimento che rischiamo di non provare più, di condividere i talenti di ognuno, mettendoli a disposizione di tutta la comunità, con esibizioni canore, strumentali e teatrali, di gruppi e di singoli. Abbiamo riscoperto insieme, la bellezza di metterci a servizio di tutti, semplicemente per quello che è possibile esprimere grazie ai particolari doni che il Signore ha voluto donare a ciascuno di noi. Questo è un bel modo di intendere anche il servizio alla Chiesa e alla nostra comunità, in tutti i suoi ambiti e bisogni, basta “farsi vivi”! Perciò adesso, amici, non stiamo ad aspettare il prossimo anno, bloccati da quell’inutile nostalgia, un po’ asfittica, che ci sequestra dentro le nostre risapute sicurezze. Quel qualcosa di nuovo e di bello che abbiamo visto succedere in quei giorni, che ci ha mossi e commossi tutti, è possibile ora, subito, adesso, per ognuno di noi, per ognuno di quelli che non si ri-tirano indietro. E allora buon cammino! Gerardo Vitali Un capodanno diverso dal solito Ho scelto la vacanza invernale con l’oratorio e i ragazzi della comunità pastorale giovanile per cambiare il modo di passare le vacanze di Natale e il capodanno; non volevo passare il solito capodanno dove si beve per ubriacarsi o dove si deve necessariamente fare qualcosa fuori dall’ordinario per far sì che il nuovo anno inizi con il “botto”. Collio, un piccolo paese in provincia di Brescia, è stata la nostra casa durante la vacanza. Il primo giorno dopo l’arrivo siamo stati accolti dagli educatori e da don Fabio; una volta sistemati i bagagli e dopo aver mangiato abbiamo visitato paese e fatto delle attività tra di noi. La serata non è stata particolarmente intensa data la stanchezza del viaggio, anche perchè dovevamo riposarci per la gita del giorno dopo. Purtroppo le piste da sci non erano innevate, quindi abbiamo optato per una camminata che ci ha portato a 2088m, da dove si poteva godere di una meravigliosa vista; mi sentivo triste al momento della discesa perché stavo lasciando un bellissimo paesaggio. Tornati all‘imbocco del sentiero abbiamo celebrato la Messa in una piccola chiesa e successivamente siamo tornati a casa e abbiamo passato la serata giocando a giochi organizzati Il terzo giorno è stato quello in preparazione al capodanno, nel quale alcuni di noi sono andati a pattinare mentre altri sono rimasti a casa a studiare (strano ma vero!!). Il pomeriggio è stato animato da una caccia al tesoro preparata dagli educatori che ci ha fatto rivisitare Le fotografie contenute in questo articolo sono state realizzate domenica 31 gennaio durante il “Family Talent Show” e gentilmente messe a disposizione da Benedetta Negri. Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 24 25 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 i luoghi principali della città. Finito il gioco c’è stata la Messa e l’incontro su Madre Teresa di Calcutta e la preparazione al cenone e alla festa di capodanno. Dopo il cenone abbiamo iniziato il gioco organizzato e alle 23.55 siamo andati tutti sulla terrazza della casa per ringraziare Dio per l’anno passato e quello che sta per cominciare ed il primo minuto del nuovo anno lo abbiamo passato in silenzio ed è la cosa di questa vacanza che mi è piaciuta di più; era la cosa diversa che stavo cercando del capodanno. Dopo questo... Via ai festeggiamenti!! Il quarto giorno la sveglia è stata posticipata e la mattinata è stata di riposo per tutti, poi nel pomeriggio siamo andati tutti a pattinare. La serata è stata la più bella della vacanza: Serena, una giovane missionaria delle formiche che ha passato 3 mesi in Bolivia, ci ha raccontato la sua esperienza e che cosa è cambiato in lei durante la missione. Il quinto ed ultimo giorno è stato l’unico in cui ha nevicato. Abbiamo fatto un‘ultima escursione partendo da casa e facendo un giro tra le montagne che circondano il paese. C’era una vista stupenda, era quasi tutto bianco e la neve era l’ultimo particolare per completare la vacanza in montagna. Ringrazio gli educatori, don Fabio e Alessio per la bellissima vacanza e tutti i ragazzi che hanno partecipato. Grazie mille a tutti! Ruggero S p a z io S p a z io G iov ani Siamo come una piccola matita nelle sue mani G iov ani Il pellegrinaggio dei chierichetti Anche quest’anno i chierichetti delle tre parrocchie della nostra città si sono riuniti per fare, più che una gita di puro divertimento, un pellegrinaggio. In concomitanza dell’Anno Santo della misericordia indetto da papa Francesco, hanno attraversato la Porta Santa del “Santuario diocesano del Beato Don Carlo Gnocchi”. Visitando il museo dedicato al Beato, hanno preso come esempio la sua vita, dedicata ai ragazzi e bambini più bisognosi: assistendo i feriti al fronte durante il periodo della guerra e, successivamente, aiutando le vittime innocenti di quell’atto atroce, soprattutto orfani e poveri, e chiunque ne avesse avuto bisogno; lui capì infatti che dopo la fine ufficiale della guerra, per molte persone la guerra non era affatto finita ma era appena incominciata. Per conoscere chi era questo personaggio, hanno visto un breve documentario dove erano raccontata tramite immagini storiche la sua vita e le sue azioni che sono state apprezzate anche dall’allora papa Pio XII. Al ritorno da questo pellegrinaggio, i chierichetti hanno partecipato alla Messa solenne celebrata dal prevosto, don Carlo, che ha ricordato nella predica la misericordia di questo grande uomo, don Gnocchi, e l’esempio che egli può portare nella nostra vita in questo Anno Santo. La serata alla fine si è conclusa con la cena e la visione del film a lui dedicato. Marco e Giacomo Dal 27 al 29 dicembre siamo partiti per Collio con i ragazzi di 1a, 2a e 3a media. In questa vacanza abbiamo incontrato una persona che nel suo piccolo ha fatto grandi cose, Madre Teresa di Calcutta; ha infatti saputo ascoltare la sua chiamata e farla diventare parte di sé a tal punto da cambiare le sorti della propria vita, ha abbandonato tutto ciò che aveva e si è donata completamente ai più bisognosi. Spero che questi giorni e la figura di Madre Teresa abbiano fatto crescere i ragazzi tanto quanto hanno fatto crescere me. Capire che ognuno di noi ha le proprie potenzialità e le proprie debolezze e saperle sfruttare al massimo per il bene degli altri credo sia una cosa che può sembrare semplice, ma che in realtà non lo è. Il paragone sul quale abbiamo maggiormente riflettuto è quello della matita. Madre Teresa dice: “Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro”. Credo che sia stato interessante per i ragazzi capire che ognuno di noi è una matita e che, in base a come viene usata, si creerà un disegno che rispecchierà completamente la nostra vita. Non vedo l’ora di fare un’altra esperienza come questa, perché alla fine anch’io mi sono divertita quanto loro! Don Gnocchi amico dei bambini e... dei chierichetti La gita chierichetti di sabato 16 gennaio è stata fantastica! Arrivati all’Oratorio S. Alessandro, il don e i cerimonieri ci hanno spiegato chi era don Gnocchi, l’ospite d’onore della nostra giornata. Abbiamo conosciuto la sua storia attraverso un video e poi… via alla stazione verso Milano! Scesi dal treno ci siamo diretti al santuario dedicato a don Carlo Gnocchi presso il Centro S. Maria Nascente. Nel santuario erano presenti numerosi ricordi di don Gnocchi, come la sua moto e il calice della sua prima Messa. Ci siamo fermati sulla sua tomba per pregare e abbiamo attraversato la Porta Santa del Giubileo; su di essa era raffigurata un’immagine Elide, educatrice Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 26 27 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 molto commovente: Gesù che abbraccia don Gnocchi e i suoi bambini. Al termine della visita ci siamo precipitati a prendere il treno per rientrare a Melzo, dove alle 18:00 abbiamo servito tutti alla Messa solenne celebrata da don Fabio. All’ora di cena in oratorio abbiamo giocato a calcio e mangiato la pizza. La giornata si è conclusa con la visione del film “Don Gnocchi” che parlava della Seconda Guerra Mondiale che lui ha vissuto e della sua decisione di aiutare i mutilati, gli orfani e tutti i bambini con delle difficoltà per salvarli e dare loro gioia e speranza. Giovanni MISSIONE MISSIONE MISSIONE L’INTERVISTA Le emozioni solidali ti portano lontano Quattro chiacchere sulla Bolivia Perché hai deciso di partire per la Bolivia? “Sono partita per condividere un pezzo della mia vita con delle persone speciali, dei missionari, che hanno deciso di dare la loro vita, o alcuni anni di essa, per i poveri, e che sono per me di esempio. Sono partita per vivere un’avventura, per mettermi in gioco, per spezzare un po’ la quotidianità in modo da ritrovarla al ritorno più bella. Sono partita per fare il pieno non solo di entusiasmo e di voglia di darmi da fare per gli altri, ma anche per rafforzare la mia fede perché a 3800 mt Gesù lo si sente più vicino e lo si vede nei poveri che si incontrano ogni giorno.” Cosa ti aspettavi di trovare e di fare una volta arrivata? Le tue aspettative sono state soddisfatte? “Una volta arrivata in missione mi aspettavo di vivere delle esperienze significative, che mi facessero crescere; mi aspettavo di vedere una realtà diversa dalla mia, imparare a cambiare qualche abitudine e anche di rafforzare un poco la fede. Tutto quello che mi aspettavo è accaduto, anzi ho anche imparato tante cose, una tra queste l’importanza dell’acqua... Noi siamo abituati ad aprire il rubinetto e a trovarla sempre, ma in questi mesi ci è capitato diverse volte di non avere l’acqua corrente, e questo ci ha fatto inevitabilmente riflettere.” La cosa più bella e quella più brutta che hai vissuto. “La cosa più bella è stata vedere i bambini che ti accoglievano la domenica all’oratorio; anche se all’inizio non ti conoscevano, ti venivano comunque incontro, ti sorridevano, ti salutavano e volevano giocare con te. La cosa più brutta è stato vedere una donna anziana che si lamentava per dei dolori allo stomaco, sdraiata sul pavimento, sommersa da sacchi di patate, grano e altre cose... Sembrava stesse soffocando in quella piccola stanza.” Consiglieresti di partire per la missione? Perchè? “Sicuramente sì, ai giovani soprattutto, e anche ai meno giovani. Molto spesso non ci ricordiamo di quanto siamo fortunati ad essere nati nel primo mondo, senza aver fatto niente per meritarcelo. Ci servirebbe per allargare gli orizzonti, per allargare la mente, per invertire un po’ la scala dei valori e rivedere quali sono le priorità nella nostra vita, per capire sempre di più che sono le persone e le relazioni le cose importanti, non la carriera, i soldi e le cose materiali.” La missione in una parola. “Condivisione”. “Amore”. “Stupore”. Diego, Daniela, Roberto, Stefania, Serena Che cosa porti a casa da questa esperienza? “Porto a casa un sogno realizzato, che non sarà la fine di un percorso, ma l’inizio di uno nuovo e ancora più entusiasmante nel gruppo. Porto a casa le foto delle persone che ho conosciuto, perchè alla fine le relazioni sono la cosa più importante. Porto a casa un diario, che mi permetterà di ricordare ogni singolo giorno e di raccontarlo agli amici qui in Italia. Porto a casa un po’ di chuño, la loro patata, che ci è stato regalato da una famiglia che abbiamo aiutato, per portare in Italia l’ospitalità boliviana. Ma, soprattutto, porto a casa uno sguardo più grande, perchè un’esperienza così non può che farti aprire gli occhi.” 28 Quest’anno poi Emozioni Solidali si veste di nuovo! Acquistando le bomboniere Altromercato, è possibile vincere un buono spesa e partecipare all’estrazione di 1 Viaggio di Turismo Responsabile per due persone, offerto dall’agenzia Viaggi Solidali. Venite a trovarci in bottega, siamo aperti dal martedì al sabato dalle 9,30 alle 12 e dalle 16 alle 19. www.emozionisolidali.it www.nazcacoop.it www.facebook.com/NazcaMondoalegre Simona Pellegrini Bottega Nazca-Mondoalegre Melzo Qual è il senso di fare volontariato dall’altra parte del mondo, quando c’è tanto bisogno anche qui da noi? “Penso che il volontariato debba essere uno stile di vita e non solo due orette nel tempo libero. Penso che se uno si ritiene una persona fortunata per tutto quello che ha ricevuto e per dove e’ nato, debba sentirsi obbligato a fare del volontariato. Detto questo, a ognuno la sua forma di volontariato: non importa se lo fai qui o all’estero, se con gli anziani, con gli ammalati o con i poveri, basta che faccia qualcosa per gli altri.” Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Torna l’appuntamento con Emozioni Solidali, l’evento di Altromercato dedicato alla promozione delle bomboniere del Commercio Equo e Solidale. Nella Bottega Nazca-Mondoalegre di Melzo dal 15 al 28 febbraio è possibile trovare proposte per tutti i momenti importanti della vita che, condivisi, diventano ancora più grandi. Bomboniere solidali, confetti, partecipazioni, album foto e confezioni equosolidali: un mondo di creazioni che nascono nel rispetto dei diritti e della dignità di vita di chi le realizza. Le Bomboniere Altromercato sono una gioia non solo per chi le sceglie e per chi le riceve, ma anche per chi le ha fatte, a mano e nel rispetto della natura. Scegliendo le bomboniere Altromercato per Nozze, Battesimo, Comunione, Cresima o Laurea, si sostengono progetti di sviluppo sociale e ambientale nelle comunità con una scelta di felicità condivisa. 29 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 DALLE PARROCCHIE DALLE PARROCCHIE ORARI S. MESSE Parr. Prepositurale Ss. ALESSANDRO e MARGHERITA - P.zza S. Alessandro, 11 don Carlo Cardani, Parroco: Tel. 02-9550305 don Fabio Molon: cell. 340 7730207 Feriali: 8.30 - lunedì, martedì, sabato 18,00 - giovedì, venerdì 21,00 - mercoledì Vigiliare: 18.00 - Festive: 10,00 - 11,15 - 18,00 *** Figlie di Maria Ausiliatrice (Casa S. Giuseppe): Tel. 02-95527611 - Fax 02-95527604 Feriali:7.00 (da lunedì a venerdì) - 7,30 (sabato) Domenica e festività: 8,00 R.S.A. Giovanni Paolo II - Viale Germania Santa Messa: ore 16,00 - solo il martedì Caritas Ambrosiana Parrocchia SACRO CUORE - Viale Europa Decanato di Melzo don Domenico Debernardi: tel. 02-9550887 Suore Sacramentine: tel. 02-9551776 sede: Feriali: 8.30 - martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 18,00 - lunedì Via San Rocco - 20066 MELZO (MI) tel. 02.95732065 - fax 02.893670 e-mail: [email protected] sito: [email protected] Vigiliare: 18,00 - Festive: 8.30 - 10,00 - 17,30 Parrocchia S. Maria delle Stelle - Via Trieste, 14 CHIESA BEATO PIER GIORGIO FRASSATI CENTRO DI ASCOLTO DECANALE Giorni e orari di apertura: Lunedì dalle 16.30 alle 18.30 Martedì dalle 09.30 alle 11.30 Giovedì dalle 16.30 alle 18.30 Sabato (*) dalle 09.30 alle 11.30 (*) da gennaio 2015 aperto solo il 1° e il 3° sabato del mese don Guido Stucchi: Tel. 02-95.710.283 Segreteria parrocchiale e oratorio: Tel. 02.95.722.014 Suore della Trinità: Tel. 02-95738443 Feriali: 9,00 - lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 18,00 - martedì Vigiliare: 18,00 - Festive: 9,00 - 10,30 - 18.30 Santuario S. Maria delle Stelle - Viale Gavazzi CENTRO DISTRIBUZIONE CARITAS Anche per chi vuol donare abiti smessi, biancheria intima e per la casa, puliti e in buono stato, pronti per essere donati Santa Messa: ore 15,30 - solo il sabato Centro di Aiuto alla Vita Via Martiri della Libertà, 5 20066 Melzo (MI) Telefono 02.95711377 E-mail: [email protected] Ind. web: http.//www.cavmelzo.it Orario di apertura Giovedì e sabato dalle ore 8,30 alle ore 11,30 Giorni e orari di apertura: Lunedì dalle 16.30 alle 18.30 Giovedì dalle 09.00 alle 11.00 e dalle 16.30 alle 18.30 per chi vuole aiutarcI Puoi offrire la tua disponibilità quale volontario oppure un aiuto economico intestato a: Gruppo Volontariato S. Alessandro - Onlus - Caritas sul C/C 51572 - BCC Cernusco S/Nav. Ag. di Melzo IBAN: IT12U0821433400000000051572 Anagrafe delle tre parrocchie melzesi: gennaio 2016 Con il Battesimo sono diventati figli di Dio Uniti in Cristo nel matrimonio Sono tornati alla casa del Padre S. Alessandro Alissa Iris Kola Tommaso Maglio S. Cuore Enrica Bonfanti (a. 88) Vincenzo Belotti Anderboni (a. 89) Giselda Morettin (a. 88) Aristide Soldati (a. 82) Ernesto Bertinotti (a. 97) Michele Sommariva (a. 89) Angela Gavezzotti (a. 88) Ester Allievi (a. 93) Maria Casina (a. 78) Annita Invernizzi (a. 69) Elena Russo (a. 87) Davide Martorini (a. 47) Giulio Forloni (a. 88) Luigi Viganò (a. 94) S. Maria delle Stelle Lorenzo Fugazza Amelia Castangia Anna Maria Benini (a. 86) Giovanna Bianchi (a. 75) Elide Magenes (a. 79) Rosa Maria Sagarriga Visconti (a. 77) Giannina Rota (a. 93) Dino Banfi (a. 60) Per la pubblicità su Il Lievito rivolgersi ad Alberto Brambilla tel. 338/4894752 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 30 31 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016 32 33 Il Lievito - N. 166 Anno XV - Febbraio 2016