Cari amici, finalmente riesco a scrivervi due righe. Qui c`è molto
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Cari amici, finalmente riesco a scrivervi due righe. Qui c`è molto
Cari amici, finalmente riesco a scrivervi due righe. Qui c’è molto lavoro. Immaginate 4 missioni in un raggio di 1.000Km, con molte attività e progetti. Inoltre in questo periodo abbiamo visite i donatori europei: Austria, Italia, Germania, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco. Non ho il tempo di fermarmi e scrivere con calma. Ora in questo momento mi trovo a Beira, in ufficio, oggi non funziona internet e telefoni. Quindi un po’ di calma per scrivervi. Avete già capito che la realtà Esmabama è molto grande. In questo momento sto cercando di conoscerla in profondità, ma capite che questo non è semplice, principalmente per le distanze. Ho visitato, con i donatori austriaci che sostengono l’alfabetizzazione degli adulti, un centro che dista 100Km da una delle nostre missioni. Gli ultimi 20Km ci sono venuti a prendere con delle moto perché la jeep non passava. Un centro che padre Ottorino aveva visitato 15 anni fa. I bambini non avevano mai visto un bianco. Quel giorno ne hanno visti 3!! Inoltre a causa della guerriglia posso organizzare di dirigermi in una località, quindi parto da Beira, faccio 250Km, poi carico la jeep sul battello, attraverso il fiume, percorro altri 150Km e poi m’informano che è meglio non proseguire perché ci sarà un attacco (che avviene) e quindi ritorno a Beira: un giorno perso. Due settimane fa ho voluto andare a visitare la nostra missione di Machanga che si trova proprio nella zona di guerra. Ho aspettato 3 giorni di attacchi. Quindi per la legge delle probabilità sono partito il quarto giorno. L’andata nessun attacco alla colonna militare. Il ritorno, mi telefonano che ci sarà un “attacchino”. Gli chiedo se sarà possibile passare. Risposta: se deve tornare urgentemente si metta nella colonna e stia lontano dai militari, ma se può aspettare è meglio. Avevo necessità di rientrare, quindi con il nostro agronomo e un professore abbiamo deciso di tornare. Chiaramente ci hanno attaccato, i bossoli dei militari hanno beccato la nostra jeep, siamo usciti dalla macchina e ci siamo nascosti nella foresta il tempo che finisse questo scontro. In generale la zona sud della provincia di Sofala, dove ci troviamo a lavorare è molto povera. Essendo la zona del partito di opposizione lo stato non promuove nessun tipo di sviluppo. Non c’è praticamente rete telefonica, le strade nel tempo della pioggia sono impraticabili, i centri di salute sono essenziali così come le scuole. Intorno alle missioni le comunità incontrano una possibilità di sopravvivenza. Come capitava nel medioevo che intorno alle abbazie cresceva una città. Stiamo ripercorrendo la storia, questo vuol dire che tra mille anni arriveremo alla vostra era contemporanea. Tra le tante attività in questo momento stiamo coinvolgendo gli alunni, i professori e i leader comunitari per una maggiore coscienza in questioni d’igiene, costruzione di latrine e rispetto della donna. Molte malattie si potrebbero contenere con una maggiore pulizia e rispettando alcune regole basiche. Ho inoltre chiesto ad alcune donne di scrivere una loro piccola biografia che poi vorrò tradurre e inviarvi perché possiate capire un po’ questo mondo tanto differente e alcune volte difficile. Per le prossime novità a presto. Ciao Fabrizio