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L`utilizzo agricolo del fango di depurazione
L’UTILIZZO AGRICOLO DEL FANGO DI DEPURAZIONE PRODOTTO DALL’IMPIANTO “CUOIO-DEPUR” DI SAN MINIATO (PI). Dall’uso diretto in agricoltura (legge n° 99/92) alla trasformazione in prodotto: concime organo-azotato denominato “Pellicino Integrato”. Angelo Borrini, Direttore Generale – Vittorio Prescimone – Direttore tecnico - Consorzio Cuoio-Depur SpA – via Arginale Ovest n. 81 – 56020 San Miniato-San Romano (PISA) – tel. 0571 – 44871- fax 0571- 450538 - email: [email protected] 1. Caratteristiche qualitative del fango prodotto Il Consorzio Cuoio-Depur S.p.A. è stato costituito nel 1980 dalle imprese locali, in San Romano nel Comune di San Miniato (PI), con lo scopo di attuare il programma di adeguamento degli scarichi idrici provenienti dalle concerie associate e delle acque nere di civile abitazione del territorio comunale. L’impianto di depurazione consortile tratta 1.550.000 mc/anno di reflui industriali provenienti da 130 aziende, 1.450.000 mc/anno di reflui domestici dei due comuni citati e 40.000 mc/anno di rifiuti liquidi, costituiti da acque reflue convogliate mediante autobotte, ai sensi dell’art. 36, comma 3°, del D. Lgs 152/99. “tannini”, estratti dalla corteccia delle piante (castagno, mimosa, etc.). Il fango di risulta della depurazione dei suddetti liquami risulta caratterizzato, unico esempio in Italia per il settore conciario, da una relativamente bassa concentrazione di cromo (III), da una maggiore presenza di sostanze derivanti dagli estratti naturali di origine vegetale, utilizzati nella fase di concia delle pelli e da una superiore quantità della frazione di sostanza organica di origine proteica, derivante dallo scarto delle pelli. I fanghi derivanti dalla depurazione di scarichi di concerie al vegetale, infatti, contengono una frazione preponderante (>70%) di solidi che sedimentano spontaneamente nei trattamenti primari e che derivano appunto dallo scarto delle stesse ed è caratterizzata da elevati contenuti di sostanza organica più “nobile” di origine proteica costituita da componenti (pelo, crini, carniccio, cuoiattolo etc...), riconosciuti singolarmente quali fertilizzanti, ai sensi della legge 748/84, il che rende i fanghi particolarmente idonei all’uso agricolo. Attualmente (vedi schema allegato) il fango di risulta viene condizionato con polielettrolita e quindi disidratato mediante filtropresse a piastre fino ad un contenuto di sostanza secca del 32%. Figura 1 - Vista aerea dell'impianto La maggioranza delle aziende conciarie attua la concia delle pelli per la produzione di cuoio da suola utilizzando il processo cosiddetto “al vegetale”, mentre soltanto una minoranza (20% ca.) attua lavorazioni di concia al cromo. Nel processo di concia del pellame al vegetale non si usano sali di cromo, alluminio etc.,ma si utilizzano sostanze organiche naturali di origine . vegetale, genericamente denominate Figura 2 - Essiccatore 1 Da qualche anno è entrato in funzione anche un impianto di essiccazione che permette di ottenere un residuo (con l’ 80÷85% di sostanza secca) stabilizzato ed igienizzato termicamente, facilmente stoccabile e trasportabile, esente da problemi di maleodoranze derivanti da possibili fermentazioni. L’operazione di essiccazione consente inoltre di diminuire la quantità di fango disidratato (al 32% ) da circa 55.000 ton/anno a meno di 30.000 e di migliorarne Figura 3 - Edificio disidratazione ed essiccamento la qualità finale, in relazione ai possibili riutilizzi agricoli. Le principali caratteristiche qualitative sono Il fango dopo essiccazione termica, viste le riportate nella tabella seguente: basse temperature (105÷110 °C) raggiunte negli evaporatori, mantiene la stessa composizione chimica, riferita alla quantità di sostanza secca, posseduta in ingresso ai forni. Tab. 1 Caratteristiche qualitative del fango Cuoio-Depur dopo essiccazione Parametri Peso specifico g/cm3 Umidità % Sostanze organiche tot. “ Carbonio organico “ Azoto totale (N) “ Fosforo totale (P) “ Cloruri (Cl) mg/Kg Solfati (SO4) “ Piombo (Pb) “ Nichel (Ni) “ Cadmio (Cd) “ Rame (Cu) “ Mercurio (Hg) “ Cromo esavalente (Cr) “ Cromo trivalente (Cr) % Zinco (Zn) “ Ferro (Fe) “ Calcio (Ca) “ Salmonelle “ Fanghi Cuoio-Depur 1,15 ÷ 1,3 10 – 20 40 – 50 22 – 25 2,8 – 4,0 0,4 – 0,6 3000 – 5000 1000 – 2000 25 – 30 20 – 30 <0,1 50 – 70 <1 Assente 0,15 – 0,3 0,01 – 0,02 <0,5 <5 Assenti D.Lgs. 99/92 ≥20% ≥1,5% ≥ 0,4% ≤ 750 mg/Kg ≤ 300 mg/Kg ≤ 20 mg/Kg ≤ 1000 mg/Kg ≤ 10 mg/Kg ≤0,25% ≤103 (Eccettuati il peso specifico e l’umidità, che sono riferiti ai fanghi tal quali, gli altri parametri sono riferiti alla sostanza secca). Le analisi chimiche dei fanghi mirate alla ricerca analitica delle sostanze organiche inquinanti hanno dato esito negativo per i solventi organici clorurati, solventi organici aromatici, policlorodifenili e policlorotrifenili, policlorodibenzoparadiossine e idrocarburi policiclici aromatici. Sono inoltre risultate assenti, entro i limiti di rilevabilità dalla metodica analitica, le sostanze pericolose di cui al D.M. n. 367/2003. 2 2. Sperimentazioni effettuate A partire dal 1982, il Consorzio Cuoio Depur ha condotto sperimentazioni tese a verificare direttamente in campo l’idoneità di un suo riutilizzo in agricoltura, avvalendosi di Istituti Universitari tra i più accreditati nel settore. Il residuo proteico conciario è stato sperimentato, sia in laboratorio, sia in impianto pilota, sia a pieno campo, dai Proff. Franco Massantini e Guido Pardini della Facoltà di Agraria, Istituto di Agronomia Generale e Coltivazione Erbacee, dell’Università di Pisa e dal Prof. Sandro Silva della Facoltà di Agraria, Responsabile della Sezione Chimica del suolo, dell’Università di Piacenza. Il Prof. Silva, in un triennio di sperimentazione (‘82-’84) con l’impiego del residuo proteico su colture di mais, frumento e riso, in situazioni agropedologiche diversificate, giunge alle seguenti conclusioni: il residuo proteico mostra l’azione fertilizzante più immediata nei sistemi con microflora riducente tipici della risaia; esplica un’azione fertilizzante globale che consente la riduzione di apporti minerali azotati; nei sistemi agricoli “normali” si evidenzia un effetto fertilizzante dell’azoto contenuto nel residuo proteico, anche se a più lento rilascio; l’impiego consente di diminuire il consumo di concimi minerali azotati di circa 1/3 rispetto al fabbisogno totale; le rese produttive ottenute sono sempre superiori a quelle del controllo e almeno uguali a quelle delle tesi con concimi minerali; gli incrementi di azoto e della sostanza organica accertati nel suolo, a seguito dell’applicazione del residuo proteico, suggeriscono un’influenza favorevole anche sulle proprietà fisicomeccaniche e strutturali del terreno. Successivamente è stata condotta una ricerca in collaborazione con l’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma, che ha individuato alcune formulazioni realizzate miscelando la parte a maggior contenuto proteico dei fanghi di depurazione con pelo, pellicino e/o cuoio, ovvero con prodotti fertilizzanti derivati dallo stesso ciclo produttivo. Il pellicino, se viene unito ai fanghi proteici, si amalgama facilmente dando un prodotto che mostra una notevole sinergia di azione e una relativa analogia di comportamento rispetto ai due prodotti separati. Il materiale può essere essiccato facilmente ed anche granulato più agevolmente delle due matrici di partenza isolate. Anche per questi motivi, le prove agronomiche sono state sempre condotte con la miscela dei due materiali. Queste proprietà diverse consentono di sfruttare formulazioni ad hoc, fra la miscela pellicino-fanghi e il cuoio, che permettono non solo di incrementare opportunamente il tenore di azoto organico, ma anche di garantire una liberazione di azoto disponibile in funzione delle esigenze colturali. E’ possibile così massimizzare l’efficienza agronomica dei formulati partendo da matrici organiche azotate che derivano dallo stesso ciclo produttivo. Il carbonio del cuoio mineralizza con facilità molto maggiore rispetto al cuoio del pellicino e dei fanghi conciari, mentre l’azoto mostra una disponibilità più pronta nel pellicino e nei fanghi conciari rispetto al cuoio. Pertanto variando il rapporto dei componenti la miscela si può modulare il rilascio e quindi l’efficienza agronomica del principale elemento nutritivo presente, l’azoto. Questi risultati hanno consentito di ottenere il parere favorevole della Commissione Interministeriale (Ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente, della Sanità e dell’Industria) per il riconoscimento del “pellicino integrato” come concime organoazotato da inserire nell’elenco dei fertilizzanti allegato alla Legge 748/84. Il relativo Decreto di recepimento è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 01 marzo 2002, n°51. Il Consorzio a seguito della pubblicazione nella G. U. e della comunicazione effettuata all’Amministrazione Provinciale di Pisa, ha iniziato a produrre in quota parte pellicino 3 integrato fino alle attuali 25.000 ton/anno, che rappresentano la massima potenzialità produttiva, ottenute miscelando i fanghi prodotti dal proprio impianto di depurazione con fanghi ottenuti a piè di fabbrica da alcune aziende conciare associate e pelo recuperato dalle aziende conciarie e trattato da impianti autorizzati ai sensi del regolamento C.E. n°1774. La miscela viene essiccata (sostanza secca > 80%) e conferita alla stato fuso direttamente ad aziende agricole nazionali o a produttori di fertilizzanti dopo aver verificato l’assenza di componenti non desiderabili quali i metalli pesanti o altri composti bioaccumulabili. Più recentemente il Consorzio ha messo in funzione anche una linea di produzione di concime organo azotato misto, con una concentrazione di azoto > del 5%, miscelando il pellicino integrato con il 2030% di altri concimi riconosciuti dalla legge 748/84, quali pennone e/o farina di carne, cuoio torrefatto. In prospettiva, se il mercato continuerà a dare risposte positive, è prevista la realizzazione di un impianto di pellettizzazione, granulazione ed insacchettamento del concime base e di alcuni formulati arricchiti in azoto organico, con un titolo minimo del 6%, per una produzione complessiva di 20.000 ton/anno, per facilitarne lo stoccaggio e la sua commercializzazione.Il progetto prevede un investimento di fabbricati e macchinari di oltre 4.000.000 €. TANK 1 SMALTIMENTO ESSICC. 1 FANGHI DISIDRATATI TANK 2 PELO E PELLICINO SMALTIMENTO ESSICC. 2 MISCE-LAZIONE FANGHI CONCIARI ESSICC. 3 ESSICC. 4 TANK 4 SMALTIMENTO MISCE-LAZIONE PELLET-TIZZAZIONE AGRICOLTURA ALTRI CONCIMI E SCARTI DI CONCERIA CONFEZIONAMENTO Funzionamento attuale – schema - ARTICOLO PUBBLICATO SULLA RIVISTA ACQUA & ARIA N.1° - GENNAIO 2006 4