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Cabri: crediamo

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Cabri: crediamo
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE
Cabri: crediamo
di Marie Vida
nella nostra genetica
L’allevamento Cabrini di Ceranova,
in provincia di Pavia
C
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i troviamo nel nord est della
provincia di Pavia, nella zona
tra il Ticino e l’Adda, campagna
Da sinistra Massimo, Cesare, Luigi e Piergiulio Cabrini nella loro azienda di Ceranova,
dai grandi potenziali agricoli –
a nord est della provincia di Pavia. L’allevamento “Cabri” ha attualmente in prova di progenie
parliamo di rese per ettaro di 120
13 torelli e 2 genomici. La maggior parte delle vacche ha a disposizione un paddock esterno in
terra per almeno 6 mesi l’anno. “Da noi le vacche stanno bene. Qualcuno mi ha fatto notare
quintali di granella di mais, di 60/65
che sono talmente rilassate che sembrano in ferie” dice Cesare Cabrini.
quintali di riso, di 5 tagli di erba
L’obiettivo del benessere animale è una delle priorità in tutti gli stadi di allevamento
medica – una campagna dove l’allevamento del bestiame si attesta storicamente di grande una media di 9.699 kg con il 4,26% di grasso e 3,49% di
prosperità, sebbene negli ultimi cinquant’anni sia stato proteine. Cesare e suo figlio Massimo gestiscono la manspesso soppiantato dalla monocoltura di riso o mais. Agli dria, Luigi si è ritirato dall’attività pratica, ma mantiene
occhi di un agricoltore, non c’è niente di più di triste che la sua passione di agricoltore; suo figlio Piero si occupa
vedere grandi e belle cascine semi abbandonate o ca- della contabilità e delle coltivazioni in campagna, con
denti, un destino che inevitabilmente subentra, quando Massimo ed il personale dipendente. L’azienda agricoil bestiame viene dismesso. “Un’azienda agricola senza le la si compone di due corpi di 215 ettari complessivi di
vacche muore: per i nostri campi, il letame è prezioso” proprietà di Cesare e Piero, che collaborano e lavorano
– sostiene Cesare Cabrini. Lui e suo fratello Luigi hanno fianco a fianco, in ottima armonia.
mantenuto nel tempo la passione per l’allevamento e,
anziché smettere, hanno aumentato gli animali, acqui- Come avete esordito nella selezione genetica?
stato quota e investito per rendere la loro azienda sem- Cesare Cabrini. Fu quasi per gioco, con un gruppo di
pre più efficiente e centrata sull’allevamento di vacche amici nel 1990 ad un’asta ad Utrecht, in Olanda, che ace la produzione di latte. Non solo: dagli anni cinquanta quistammo Etazon Lego MB85. Era una manza di 2 mesi,
l’allevamento è iscritto al Libro Genealogico, ossia da dalla famiglia della Longhaven Wayne Stephanie ed era
quando il padre Piero selezionava vacche Brune di buo- una delle prime Blackstar in Italia, credo che l’altra fosse
na qualità, poi incrociate con un toro di razza Frisona la mamma di Mtoto. In seguito gli altri si ritirarono e noi
e successivamente integrate da una trentina di manze ne rilevammo la proprietà. Dalla Lego abbiamo avuto tre
Holstein importate da Canada e Stati Uniti. Anche ora, vitelle su tutte le quali abbiamo lavorato. Con Leadman
che a Luigi è subentrato il figlio Piergiulio e a Cesare si è è nato Belmondo, un toro che ci ha dato molte soddisfaaffiancato il figlio Massimo, i Cabrini si evidenziano nella zioni.
scelta della genetica di qualità e ci credono fino in fondo. L’altra capostipite della nostra selezione è Fantasy Dinix
Attualmente l’apporto dell’allevamento “Cabri” alla f.a. E91, una vitella Mtoto di 3 mesi, presa all’Asta Anafi. La
della Frisona è rilevante: 18 tori provati, 2 genomici, 13 ingravidammo con Bormio e nacque il toro Pirlo che ha
in prova di progenie. Le vacche – 494 indicizzate – hanno prodotto buone vacche anche Eccellente ed alte a PFT. I
un PFT medio di 724 (Rank 91, con media ICM 1.20) e risultati genomici di questa linea di sangue ci hanno por82 è il punteggio medio all’ultima valutazione. “Dal 1985 tato molti vantaggi e ne godiamo i frutti sulle sue figlie.
in avanti abbiamo contato 52 vacche Eccellente, di cui
10 sono ora in stalla” – sottolinea Cesare, giustamente Che tipo di vacca era Diniz?
orgoglioso – “Molte sono figlie di nostri tori.” Alla mun- Massimo Cabrini. Diniz era una Mtoto anomala, lungitura sono presenti in 450 e hanno prodotto, nel 2012, ga, alta, bellissimi arti ed enorme potenza, mammella
bianconero ottobre 2013
CABRI TRINITY
CABRI ASHLAR ACIDELLA
CABRI PLANET DINDIRINDINA ET
CABRI GOLDWYN GOLDINE ET
CABRI MILLION MILLYGOLD
CABRI TALENT TATIANA ET
mungibilissima: una vacca sana,
mai una mastite, mai in arla, mai un
problema. Diciamo che ci ha aperto
la strada della selezione. Noi non
l’avevamo “sfruttata” più di tanto,
quando Dante Parietti ci diede lo
stimolo ad investire su lei. L’abbiamo incrociata con Goldwyn, Million,
Planet, Talent. Ha avuto molti figli
e poche femmine. Abbiamo ora in
stalla due Goldwyn, Goldine e Guendalina, entrambe hanno molti figli ai
Centri con diversi padri e che sottoponiamo ad ET, seguiti dall’equipe
di Roberto Landriscina. I loro fratelli
pieni, Ricky e Moskito sono tori provati molto buoni, li ha chiamati così
mio padre, per ricordare il dottor
Riccardo Mosca, che purtroppo ci ha
lasciato. Le Talent e le Goldwyn sono
identiche alla capostipite. Con Million e Planet lo stile è quello di vacche forti, con groppe molto larghe,
arti funzionali con un bel tronco, sin
da piccole. Nei parti migliorano e
anche i maschi trasmettono bene le
caratteristiche della famiglia.
ottobre 2013 bianconero
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Quanto dedicate alla selezione genomica?
Massimo. Diciamo che non ci siamo buttati al 100%, abbiamo sempre le prove di progenie tradizionali e usiamo
i tori provati: il numero di vacche è elevato e c’è spazio
per tutto. Lavoriamo con tutti i Centri di f.a. e cerchiamo di venir incontro alle loro richieste. Attualmente
vendiamo una quarantina di manze, o vacche partorite,
all’anno. I requisiti principali che ci chiedono i nostri
acquirenti è che siano animali in ottima salute, con arti
a posto e producano del buon latte, con cellule basse.
Altro discorso per gli allevatori di genetica, per i quali il
certificato è importante.
Sul resto della mandria come vi comportate?
Cesare. Ci divertiamo a trovare gli accoppiamenti giusti: abbiamo il gusto di
sceglierli, di vedere la morfologia della vacca, cercare i suoi pregi e migliorare i suoi difetti. Curiamo la longevità – in stalla abbiamo vacche anche di
8 parti – ed i caratteri salute, come fertilità e cellule, che sono sempre più
importanti. I tori che abbiamo scelto negli ultimi due anni avevano una morfologia completa, senza estremi. Usiamo sempre un buon numero dei nostri
tori e ci crediamo talmente, dice Mario Lazzati, il nostro direttore dell’Apa,
che li usiamo anche in f.a. e in prova di progenie.
Le mostre entrano nelle vostre attività?
Cesare. Purtroppo, quando è stata soppressa la mostra di Pavia è finita anche la nostra partecipazione alle mostre. Siamo stati presenti tutti gli anni
come allevamento dall’81 in avanti: per noi non era un problema portare in
mostra una decina delle nostri migliori vacche e fare anche una bella figura.
Però, da un paio d’anni, riusciamo ugualmente a far partecipare i nostri animali ai concorsi: abbiamo avviato una collaborazione con un gruppo di ragazzi che le gestiscono per conto nostro, le portano in mostra, le accudiscono, le
preparano e le presentano. A noi a casa rimane l’impegno di farle abituare a
camminare.
Massimo. Negli ultimi anni, il numero delle nostre vacche è aumentato e non
abbiamo più il tempo e gli spazi necessari per dedicarci a questo impegno.
Inoltre, le mostre sono diventate molto professionali e non siamo all’altezza
di poter competere ad un certo livello, per cui è nato l’accordo con questo
gruppo di giovani allevatori. Massimo Baruffini, Riccardo Bianchi, Stefano
Franzetti e Roberto Pastore sono bravissimi e quest’anno hanno portato alla
vittoria la nostra Cabri Trinity, campionessa e miglior mammella vacche giovani al Dairy Show di Montichiari.
Come definite la vostra idea di selezione?
Massimo. Cerchiamo di dare benessere a tutti gli animali, non solo a quelli
importanti, per tutto l’anno, rendendoci conto che il benessere ha anche un
tornaconto economico: alimentate e trattate bene le vacche, in automatico,
producono bene e non hanno problemi. Quasi tutta la mandria ha a disposizione un paddock esterno in terra e gli animali possono dormire all’aperto
per almeno 6 mesi l’anno.
Cesare. La nostra produzione di latte non è altissima per una precisa scelta,
perché l’obiettivo è avere una mandria che produce in modo efficiente e
non spendere soldi in medicinali. Una media di 31-32 kg di latte, per noi va
bene, è il nostro punto di equilibrio: non ci interessa produrre 36 kg e poi
buttare in cure quello che guadagnamo in più. Diamo una razione equilibrata
e puntiamo ad avere vacche che non escono dopo due parti. Le spese di produzione crescono in ogni comparto e riuscire a far quadrare i conti, quando
ci sono imprevisti, è sempre una bella lotta. Fortunatamente abbiamo un
allevamento sano e riusciamo a vendere e a rinvestire in azienda.
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Che obiettivi nel vostro futuro?
Massimo. Lavorare senza complicarsi la vita, in generale, nel senso di far andare tutto nel verso giusto. In noi c’è una grande passione per gli animali e
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Le gabbiette dove i vitelli vengono posti
dopo 10 giorni dalla nascita per 2 mesi
circa. Poi passano in gruppi da 8 fino ai 5
mesi, con gli stessi coetanei, poi in gruppo
di massimo 20, con la razione a secco
senza insilati. Le manze vengono coperte a
13-14 mesi anche con embrioni
L’allevamento “Cabri” ha sempre preso parte
con successo alla mostra di Pavia ed ha
collezionato vari successi, come mostrano i
gagliardetti dal 1981 nella foto. “La mandria
è aumentata e non c’è il tempo per preparare
e portare gli animali - dice Massimo
Cabrini - Inoltre, le mostre sono diventate
molto professionali ed esigono conoscenze
specifiche. Ma abbiamo trovato il modo di
essere presenti con il nostro allevamento,
affidando i nostri animali ad un gruppo
di giovani allevatori e preparatori molto
bravi e competenti. All’ultimo Dairy Show a
Montichiari hanno portato la nostra “Cabri
Trinity” a vincere come Campionessa
e Miglior Mammella Vacche Giovani”
vogliamo continuare ad allevarli nel
migliore dei modi.
Piero. Riuscire a perdere meno tempo sugli aspetti burocratici che ne
portano via troppo… in azienda ci
stiamo orientando verso la riduzione
della superficie coltivata a riso, per
aumentare mais ed erba medica ed
essere il più possibile autosufficienti
nell’alimentazione del bestiame, con
i nostri prodotti.
Cesare. Per quel che mi riguarda, desidero principalmente una vita serena, cercando di avere gratificazione
dal mio lavoro.
Per me, dare un torello al Centro è
una grande soddisfazione: significa
che abbiamo avuto ragione a crederci.
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