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Allegro: altra ottima gestione
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Allegro: altra ottima gestione Continuiamo a visitare gli allevamenti che stanno ai primi posti per gli indici relativi alla fertilità: l’allevamento Amedeo Allegro di San Pietro in Gù (Padova) di Marie Vida C ome ogni bravo allevatore, anche Amedeo Allegro possiede la formula – non segreta – per spiegare le ottime prestazioni delle sue vacche, che è composta da tempo, dedizione, passione. E, con questi ingredienti, gli animali del suo allevamento di San Pietro in Gù sono in grado di vantare dei numeri di primo piano, con 76 giorni di parto- prima fecondazione, 114 giorni parto-concepimento, 74% di vacche gravide a 140 giorni, che pongono l’allevamento in Rank 93 Ecofert, l’indice di selezione riproduttivo dell’Anafi, accanto ad una produzione di 100 quintali negli ultimi 5 anni ed il primo posto della provincia di Padova, nel 2005 per Indice Composto La famiglia Allegro. Da sinistra Teresa, Giuseppe con il figlio Eddy, il nipote Stefano, AmeMammella con 1.01. deo, lo zio Giovanni, il piccolo Matteo e Vania All’azienda Allegro, oltre ad Amedeo, collaborano anche il fratello Eddy, lo zio Giovanni, il Amedeo Allegro con il figlio Matteo. Amedeo dice di amare le vacpadre Giuseppe, con la mamma Teresa e Vania, moglie di che di una certa struttura e i suoi animali, omogenei e corretti, lo confermano Amedeo ed i loro tre figli Stefano, Matteo e Anna, entusiasti partecipi della vita aziendale. Oggi ci sono 65 vacche Frisone in lattazione e 6 Brune in questo allevamento che inizia negli anni ’70 con l’acquisto di alcune manze gravide italiane che sostituiscono gli incroci di Bruna e Rendena, la tradizionale vacca locale.“Dagli anni ’80 siamo passati al 100% di Frisona – racconta Amedeo – nell’82 abbiamo costruito la stalla all’aperto, alla quale, nel 1988, è stata aggiunta la sala di mungitura 4+4 a spina di pesce. Da quando ci siamo iscritti ai controlli funzionali dell’Apa, nel 1985, abbiamo iniziato a fecondare artificialmente, con tori sia italiani che americani e canadesi – questi ultimi un mio sfizio personale. Nel ’90 mi sono abilitato fecondatore laico e quindi ho potuto seguire meglio il mio desiderio di sviluppare anche una buona struttura negli animali che allevavo, come avevo imparato a vedere in fiera a Cremona, una mostra alla quale cerco di non mancare mai. Sono attratto dai begli animali che sfilano che, al primo colpo d’occhio, sembrano tutte sorelle. Dopo aver passato i primi anni dell’allevamento a cercare di fare più latte, siamo arrivati al punto che, con una buona alimentazione, il latte ormai c’è e allora possiamo pensare di migliorare BIANCONERO . NOVEMBRE 2006 15 LE VACCHE IN PROVINCIA Il gruppo unico di lattazione mangia 22 kg di silomais, 2,5 kg di fieno di medica, 6 kg di cereali composti da 4,8 di farina di mais e 1,2 di mais fioccato 3,4 kg di farina di estrazione di soia, 2 kg di seme di cotone, 7 hg di fieno di primo taglio di prato stabile, 7 hg di paglia e 1 kg di integrazione specifica per lattazione. I vitelli sono svezzati a tre mesi e passano al latte in polvere, 3 kg per pasto, dopo 3 giorni di colostro. “Ultimamente abbiamo migliorato la gestione delle vitelle. Dopo lo svezzamento ingrassavano più che crescere, con la razione unifeed delle vacche, forse troppo energetica per loro; abbiamo quindi iniziato con un mangime specifico misto a fieno”. La famiglia Allegro conduce direttamente 20 ettari di terreno sui quali produce fieno di prato stabile e mais per insilato ancor più la morfologia. Come dicevo, io amo gli animali di struttura, corretti nella mammella e anche nei movimenti, infatti è un aspetto che devo curare particolarmente, perché nella stalla abbiamo un po’ di sovraffollamento. Per questo abbiamo collegato alla stalla un paddock esterno, disponibile da aprile circa fino a ottobre, nel quale, in estate, le vacche stanno anche durante la notte. Ci ha aiutato molto per favorire il movimento, l’ossigenazione e un miglior benessere. Inoltre, da circa tre anni, ci affidiamo ad un servizio di mascalcia esterno di regola ogni 3 mesi, oppure a chiamata. Sempre per migliorare il benessere degli animali, in stalla abbiamo iniziato a riempire le cuccette, oltre che con paglia intera anche aggiungendo segatura che, abbiamo rilevato, migliora la pulizia delle mammelle”. MUNGE AL 98% La mungitura viene effettuata “al 98%” da Amedeo, con l’aiuto occasionale di Eddy, che lavora come controllore Apa o dello zio Giovanni. Un altro effetto positivo della gestione scrupolosa sono le cellule somatiche basse, con un linear score cellule del 2.46, che risulta, dice Amedeo in una media al caseificio di 130.000: “Procedo alla pulizia della mammella a secco con carta, faccio rilasciare i primi spruzzi e poi applico alla fine un prodotto filmante. Al minimo accenno di una vacca con “stoppini”, intervengo drasticamente nella cura. Nel 2003 abbiamo preso la decisione di eliminare il 20% di 16 BIANCONERO . NOVEMBRE 2006 vacche che erano positive allo stafilococco aureus: continuare a curarle con i medicinali non era una strada da percorrere… Cerchiamo però di prevenire le mastiti con l’aiuto di un buon impianto di mungitura, pulito, con il vuoto e le guaine controllati. Per quanto si cerchi di fare tutto nel migliore dei modi, quando capita la vacca recidiva la si elimina: avendo una buona fertilità preferisco impiegare le vacche più giovani. La mia è una rimonta volontaria, non obbligata, e poi ho il desiderio di vedere gli animali figli di nuovi tori… se percorriamo la storia dell’allevamento, Bookie è stato un toro che ha lasciato un’impronta e, ultimamente, mi ha molto soddisfatto Mtoto, del quale purtroppo non ho avuto molti animali, ma ci ha dato, su mamma Skywalker, una vacca Rank 99, la Mtoto Rita, 90 punti, che ha vinto da manza la provinciale di Padova. L’abbiamo sottoposta a ET e abbiamo già delle gravidanze, oltre ad altre ancora da impiantare. Il carattere che trasmette meglio Mtoto, secondo me, sono gli arti, la mammella è buona e funzionale, e le vacche sue figlie si adattano tranquillamente a tutte le situazioni. Nello stesso periodo ho usato Boulet Charles, il toro canadese, di cui una figlia ha vinto la categoria Vacche Giovani ed è stata Miglior Mammella nella provinciale di Rustega. Quando ci presentiamo in mostra – solo a livello locale, o a Padova e Vicenza, perché più lontano richiederebbe troppo impegno e tempo – portiamo a casa sempre qualche risultato, non solo la partecipazione! Oggi stiamo usando anche Nella provincia di Padova, cui appartiene San Pietro in Gù, sono controllate circa 25.000 vacche da latte di cui 22.000 sono Frisone, ci dice Paolo Paparella, consulente tecnico dell’Apa di Padova. “La Rendena ha parte significativa in provincia, con 2000 capi, su una consistenza numerica di 3000 capi in Italia: si tratta di allevamenti tradizionali con vacche legate, mentre la prevalenza delle nostre 513 aziende hanno stabulazione libera con una dimensione media di 80 capi e una media sulle Frisone di 9092 kg di latte con 3,70% di grasso e 3,31% di proteine. L’Apa svolge un servizio di gestione della Rintracciabilità e certificazione aziendale HACCP oltre alla consulenza gestionale, analisi dei prodotti, corsi di formazione per mungitura, mascalcia, caseificazione e alcune giornate informative su aspetti di gestione (strutture, fertilità, smaltimento liquami). Circa il 40% degli allevatori soci lavora con noi per vari servizi di gestione, tuttavia la percentuale di informatizzazione dei nostri allevamenti è bassa. Il nostro punto critico, come associazione allevatori, è far fronte all’aumento dei compiti burocratici che sono enormemente aumentati per l’allevatore. Raccogliamo molti dati ma, a volte, i nostri allevatori non hanno neanche il tempo per leggerli, se vogliono gestire la stalla in modo adeguato. Quindi credo che aumentare e potenziare la consulenza con il supporto informatico possa aiutare l’allevatore a svolgere meglio il proprio lavoro”. diversi tori italiani non solo per un fattore economico, ma perché abbiamo visto che sono validi. Nel periodo estivo uso anche parecchie prove di progenie, circa un 36% e anche qualche Blue Belga per vendere il vitello da carne. Nel 2005 abbiamo chiuso le lattazioni con una media di 10.275 kg, con 3,61% di grasso e 3,11% di proteine. Vorremmo avere più grasso e proteine, infatti abbiamo voluto aggiungere all’allevamento qualche vacca bruna, che tuttavia non ha risolto il problema. Nella scelta dei tori cerchiamo quindi di selezionare per migliorare questi caratteri”. ALCUNI DATI DELL’ALLEVAMENTO Commenta Amedeo riguardo ai dati descrittivi della sua azienda: “Queste prestazioni sono legate alla mia passione per le vacche, (grande, dice Vania, mia moglie), ed anche al tipo di alimentazione, per la quale ho trovato una valida consulenza. Poi c’è un po’ della mia indole di voler ottenere qualcosa di più, ad essere sempre presente con controllo e attenzione, senza i quali non si arriva a niente. Il numero limitato degli animali e il fatto di mungerli due volte al giorno mi consente di conoscerli tutti nei dettagli. La fase dove metto più attenzione è l’asciutta che, secondo me, è fondamentale per avere una buona lattazione successiva. Negli ultimi 3 anni non diamo più insilato, ma solo 9-10 kg fieno di primo taglio e paglia, con un kg di soia, 6 etti di farina di mais e 2 chili e mezzo di mangime integratore. Circa una settimana o 10 giorni prima del parto aggiungo l’integrazione con il glicole propilenico per via orale e continuo anche per 8-10 giorni nella lattazione. Dopo 20 giorni dal parto faccio eseguire il primo controllo ginecologico e, se la vacca si presenta bene, al secondo calore la fecondo. Arrivo ad un massimo di Il paddock esterno a disposizione delle vacche da latte, aperto durante le stagioni più asciutte, consente di evitare il problema del caldo estivo nella stalla 4-5 interventi, come limite di fecondazione, dipende un po’ da quanto mi interessa il soggetto. Di solito, il motivo numero uno per cui elimino una vacca è la conta cellule somatiche, perché il pagamento della latteria a cui conferiamo il latte è molto penalizzante su questo punto. Siamo soci storici della latteria cooperativa Molinetto di San Pietro in Gù che produce Grana e Montasio, con circa 130 soci nelle province di Padova e Vicenza. Avendo subito una diminuzione del prezzo di 45 lire, tutti vediamo di migliorare la qualità per aumentare le entrate. Molti si stanno orientando ad accrescere il numero di capi in mungitura. In questo allevamento, a breve, non pensiamo di mungere più vacche, perché richiederebbe interventi sulla struttura, acquisto di quote e di capi, ma nella lunga distanza probabilmente sì, pur mantenendo la dimensione familiare che consente di ammortizzare i costi: gli anni d’oro sono finiti e ci dobbiamo adattare a nuove situazioni”. BIANCONERO . NOVEMBRE 2006 17