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Tutte sulla giostra, e che giostra!
SERVIZIO di Luca Acerbis AZIENDE IN PRIMA PAGINA AZIENDA VITALI Tutte sulla giostra, e che giostra! Difficile trovare stalle gestite a livello famigliare di queste dimensioni. Qui, nell’azienda dei fratelli Zilio a Taggi di Villafranca, in provincia di Padova, ci sono normalmente 1150 vacche in mungitura. Considerando le asciutte e la rimonta è facile farsi un’idea precisa della dimensioni complessive della mandria. Le strutture sono dimensionate di conseguenza, sala di mungitura compresa che è la più grande giostra d’Europa. D ifficile trovare un’azienda con una sala di mungitura di queste dimensioni. Una giostra di 80 poste che è solo la logica conseguenza del gigantismo che contraddistingue tutta questa realtà. Qui, nell’azienda Zilio a Taggi di Villafranca, in provincia di Padova, tutto è colossale: la superficie, le strutture, le trincee. E, come detto, la sala parto. Una ▼ La sala di mungitura a giostra da 80 poste. In questa azienda la scommessa sul latte è stata rilanciata continuamente, arrivando ai numeri attuali. Professione Allevatore 4 Giugno 2009 scommessa sul latte che è stata rilanciata continuamente, con un incremento vertiginoso nel numero di animali presenti, rilevando più di una volta intere mandrie da altre stalle in chiusura, facendo così assumere a questa azienda, anno dopo anno, la dimensione di una vera e propria cittadella del latte. I numeri attuali sono questi: circa 1200 vacche in lattazione, più le asciutte e tutta la rimonta. Le strutture sono un sovrapporsi di cose nuovissime con altre più datate: dai primi capannoni dove originariamente venivano allevati bovini da carne prima che iniziasse la grande cavalcata nel comparto del latte - alle strutture più recenti, come le stalle completamente aperte per i diversi gruppi di vacche in lattazione, con al centro la sala di mungitura a giostra da ottanta poste, unica nelle sue dimensioni in Europa. Modifiche e adattamenti interessanti anche in campo alimentare, con un percorso che ha visto la crescita costante della quantità di alimento ingerito dalle vacche, ottenuto con un lavoro di perfezionamento continuo della razione, con particolare riferimento allo sfruttamento della fibra, alla sua qualità e al suo rapporto con i concentrati, che è andato via via crescendo negli ultimi anni. Un po’ di storia La prima stalla è stata realizzata nel 1965, e c’erano 65 vacche. Da allora, fino al 1980, si è portato avanti l’allevamento di vacche con numeri modesti, abbinato a quello dei bovini da carne. La scarsa redditività di quest’ultimo ha portato il gruppo degli Zilio (fratelli e cugini, figli dei due fratelli fondatori dell’azienda) a puntare tutto sul latte. Cominciando a incrementare il numero di vacche, acquistando quote e convertendo parte delle strutture in precedenza utiliz- zate per l’allevamento da carne alla nuova destinazione. Nel 1980 è stata realizzata la nuova stalla (destinata a successivi ampliamenti in seguito) con il passaggio alla stabulazione libera e alla mungitura con sala a giostra. Se nel 1980 le vacche erano ancora una sessantina, è da questa data che ebbe inizio la corsa verso numeri sempre più alti, arrivando così alle dimensioni odierne, che collocano questa azienda tra le più grandi da latte gestite a livello famigliare. Il balzo numerico è avvenuto con successivi acquisti di animali e quote da stalle che chiu- ▼ Le dimensioni della sala d’attesa prima della mungitura, proporzionali al numero dei capi munti. Da sottolineare la struttura aperta e ariosa e la presenza di ventilatori. ▼ Una prospettiva della nuova stalla. È costituita da due strutture identiche, con al centro i locali con la sala di mungitura e la sala d’attesa. Professione Allevatore 5 Giugno 2009 ▼ Il dr. Alessandro Lotto con Alessio Zilio. Servizio devano. Nel 2002 è cominciata la realizzazione della nuova stalla da 600 posti; è stata inaugurata nell’ottobre 2006, e ad essa è stata abbinata una sala di mungitura a giostra da 80 posti. Un tipo di sala di mungitura che qui è sempre stata la preferita, anche quando il numero di animali non era questo, per una questione di velocità di mungitura. Elemento a cui è sempre stata data molta importanza prima, figuriamoci ora. Dei 190 ettari di terreno di proprietà dell’azienda, 170 vengono coltivati a mais per la produzione di insilato e pastone, mentre i rimanenti 20 sono coltivati a erbaio di loietto. Le strutture ▼ La nuova stalla vista dall’interno. Oltre alla corsia di alimentazione centrale ci sono due corsie laterali. I capi in lattazione sono divisi in quattro gruppi. C’è il gruppo delle freschissime, delle primipare, allevate separatamente, delle vacche ad alta produzione e infine quello delle stanche, gruppo di fine lattazione. L’ordine di mungitura è il seguente: primipare, poi le fresche, quindi il gruppo delle vacche ad alta produzione e infine le stanche. Nella stalla nuova stanno le vacche in lattazione e la parte conclusiva dell’asciutta, il close-up; la rimonta e la prima fase dell’asciutta sono nelle stalle vecchie. Particolarmente notevole è la nuova stalla, costituita da due corpi di uguale dimensione con al centro l’edificio con la sala di mungitura. La stalla è in ferro: una questione di economicità, spiegano qui, e di terreni, che tengono poco e avrebbero richiesto fondamenta esagerate per sostenere il peso di una stalla in cemento. È completamente aperta, con corsie di alimentazione centrali e laterali. Ogni stalla è larga 56 metri per 100 di lunghezza. L’altezza al cupolino è di 14,50 metri, con un’altezza minima ai lati di 5 metri. Le cuccette sono lunghe 172 cm, alte 138 cm al tubo educatore e larghe 125 cm. Il riempimento del fondo è fatto con segatura, che viene pulita ogni giorno e rinnovata ogni settimana. Nel corpo di stalla che contiene il gruppo delle stanche sono presenti anche i box del close-up e del parto su paglia. I due corpi della stalla presentano un sistema di raffrescamento con ventilatori e doccette, lungo la corsia di alimentazione. In uno di essi, quello ultimato più di recente, sono stati messi anche ▼ Il locale infermeria su lettiera. ▼ Nella parte di stalla realizzata più recentemente, in corrispondenza dei box parto, sono stati posizionati dieci ventilatori a soffitto. Anche da questa immagine si percepisce la luminosità e ariosità della struttura. Professione Allevatore 6 Giugno 2009 Formazione e organizzazione della mandria Per arrivare in poco tempo a questi numeri bisogna necessariamente acquistare capi in maniera massiccia. Quello che è stato fatto qui, rilevando mandrie e quote di stalle in chiusura, in partico- lare a partire dal 2002. Certo, acquistare stalle complete comporta inevitabilmente uno squilibrio nella componente genetica della mandria e anche situazioni sanitarie complicate dalle diverse storie degli animali di partenza. Una certa disomogeneità tra gli animali è inevitabile, dunque, e anche i risultati ottenibili ▼ I due carri unifeed aziendali. Nel corso degli anni è stato fatto un lavoro continuo sulla razione, volto a ottimizzare l’utilizzo delle materie prime aziendali e massimizzare l’ingestione da parte delle bovine. Un ruolo chiave in tutto questo l’ha avuto proprio il lavoro di perfezionamento della preparazione della miscelata. Professione Allevatore 7 Giugno 2009 Servizio dieci grossi ventilatori a soffitto in aggiunta ai nebulizzatori e ai ventilatori tradizionali. Tutto l’impianto, nelle sue componenti, funziona completamente in automatico. Lateralmente sono presenti dei teloni che chiudono più o meno la parete lunga della stalla per ripararla dai venti o dal sole. La rimozione delle deiezioni avviene mediante ruspetta. La rimonta è alloggiata nella vecchia stalla e prossimamente si vorrebbe realizzare una stalla per i vitelli, che attualmente rappresentano certo la fase quanto a strutture disponibili - un po’ più sacrificata rispetto alla magnificenza di altre parti. Notevole è anche la dotazione di trincee per gli insilati (silomais e pastone, la prima trincea scoperta, la seconda coperta) e porticati per fieni e materie prime. Vi è una razionale suddivisione con muretti che permettono lo stoccaggio nella maniera più ordinata e sicura delle varie materie prime, a tutto vantaggio della loro conservazione e di una più facile e comoda utilizzazione nella preparazione del carro. A questo proposito ci sono due carri miscelatori, misura quasi obbligata con queste dimensioni. devono tenere conto di questo. Una situazione che è andata gradualmente migliorando con il cessare dei grossi acquisti di capi e le immissioni di grandi gruppi di nuovi soggetti, lavorando a livello di piani di accoppiamento per migliorare e uniformare il livello genetico, ma anche a livello sanitario, gestionale e alimentare per migliorare la sanità complessiva, con riferimento particolare alla fertilità. Il veterinario è il dott. Gianluca Astolfi che segue l’aspetto sanitario e collabora sotto l’aspetto ginecologico con un gruppo che fornisce il servizio di fecondazione e gestione dei dati riproduttivi. Con questa organizzazione i dati di fertilità della mandria sono in costante miglioramento, ma ancora non sono ai livelli obiettivo, che si vogliono raggiungere entro un anno di lavoro. La produzione media giornaliera per vacca oscilla tra i 29 e 30 kg. L’asciutta è di tipo tradizionale con una media di 63 giorni, ma da circa 4 mesi c’è la tendenza ad accorciarla a 50 giorni; in questa fase per 35-40 giorni viene data una razione di asciutta a base di silomais, fieno di prato stabile, soia f.e., colza f.e., semola glutinata di mais, un integratore vitaminico-minerale; a seguire è praticato uno steaming-up di circa 15 gg, con la base della razione dell’asciutta e l’aggiunta di una percentuale del carro delle vacche in lattazione e di silomais, al fine di contenere la percentuale di potassio, a cui vengono aggiunti circa 400 grammi di un integratore liquido costituito da una miscela di zuccheri, per stimolare l’attività batterica ruminale e tenere elevata l’ingestione. Dopo il parto le vacche sono spostate nel gruppo di primissimo post-parto, per circa 2-3 giorni, durante i quali le bovine passano alla razione lattazione. Le bovine vanno quindi nel gruppo delle freschissime per circa 60-70 giorni, per poi essere spostate nel gruppo di appartenenza, a seconda che siano primipare o pluripare. La filosofia aziendale, supportata e accompagnata dalla ditta nutrizionistica che da anni segue questa importante realtà zootecnica padovana, è quella di prodursi più alimenti possibile in azienda, con un livello quasi completo di autosufficienza anche per la parte meccanica, con la disponibilità di buona parte del parco macchine necessario, dalla fase di preparazione del terreno a quella di raccolta, compresa la trinciatura del silomais e la trebbiatura-essiccazione ▼ Organizzato e funzionale il deposito coperto dei foraggi e delle materie prime. Professione Allevatore 8 Giugno 2009 Servizio segue da pag. 8 della granella per le bovine. La miscelata di lattazione è basata su silomais, fieno di medica, pastone di granella, cotone, soia f.e., colza, farina glutinata di mais, farina di mais e un nucleo vitaminico minerale e proteico di circa 1 kg. La razione è uguale per i primi tre gruppi (freschissime e fresche, primipare e pluripare), mentre le avanti hanno una razione con gli stessi componenti, ma con un livello energetico minore. La verifica dei calori avviene mediante podometro. La vitellaia è gestita in due fasi: la prima in gabbietta fino a 40 giorni, periodo in cui viene somministrato latte ricostituito (6 litri suddivisi in due pasti) e mangime a disposizione, e una fase in box multiplo con la lupa da 40-80 giorni, sempre con 6 litri di latte, 2,5 kg mangime e fieno polifita. I vitelli svezzati vengono spostati nella stalla della rimonta in cui passano al carro delle manzette integrato con 1 kg di mangime, da 36 mesi; poi passano al carro senza aggiunta, da 6-12 mesi; quindi passano nella stalla delle manze fino al settimo mese di gestazione. Rumini che lavorino al meglio Con il dr. Alessandro Lotto, il responsabile tecnico della casa mangimistica che segue da anni questa azienda e, proprio per questo, praticamente di casa qui (così come il tecnico dell’Apa di Padova, il dr. Paolo Papparella , anche lui una presenza costante nel tempo), approfondiamo qualche aspetto inerente la gestione della sfera alimentare. Come ricordavamo precedentemente, negli anni si è assistito qui a un progressivo incremento dell’assun- zione di sostanza secca da parte delle vacche (da una media di 18-19 kg/capo agli attuali 21-22) evento chiave per avere una mandria in buona efficienza, buona salute e, quindi, produttiva. Date le dimensioni di questa realtà, la cosa ha, ovviamente, presentato qualche difficoltà specifica. “Ad esempio - ricorda Alessandro Lotto - la diversità delle aree di provenienza del silomais e degli erbai di graminacee. Sia quelli prodotti in proprio, sia quelli in parte acquistati, provengono da vari appezzamenti di terreno, anche relativamente distanti, con tempi di raccolta sfasati, con condizioni pedo climatiche diverse, che comportano inevitabilmente caratteristiche differenti. Tutto ciò si traduce in una disomogeneità all’interno della trincea, che deve essere costantemente monitorata per adeguare la razione a queste differenze. Per questa ragione è di routine un controllo settimanale sull’insilato di mais e sugli erbai, che vanno in razione in ragione di 20-21 kg, per il silomais e 5-8 per gli erbai. Più in generale, l’approccio nutrizionale si è sempre sviluppato su alcuni binari definiti: massima conoscenza delle caratteristiche e del valore nutritivo reale delle materie prime aziendali fornite e della miscelata; massima efficacia nutrizionale della fibra in razione, da aumentare ai livelli massimi consoni alle produzioni obiettivo per la stalla; costante monitoraggio degli animali. In questo approccio si va da elementi molto pratici, come la messa a punto di tempi e modi perfezionati di preparazione del carro unifeed, con sequenzialità di trinciatura in funzione della “fragilità” del Professione Allevatore 10 Giugno 2009 foraggio, fino all’analisi fine di laboratorio, come quelle per definire le varie frazioni proteiche dei foraggi o delle frazioni glucidiche, strutturali e non, con una particolare attenzione alla digeribilità dell’NDF e al valore della peNDF reale che giunge alla bocca degli animali”. Tutti elementi che entrano in gioco nel definire la digeribilità ruminale complessiva della razione, che può variare molto - come sottolinea ancora il dr. Lotto - anche tra razioni apparentemente simili. Una digeribilità che nell’azienda Zilio è monitorata con cura anche ricorrendo a frequenti analisi delle feci, da cui ricavare indicazioni preziose riguardo alla efficienza ruminale complessiva, alla sanità delle mucose, alla capacità dell’animale di sfruttare al meglio i nutrienti forniti, carboidrati in particolare. Dati che, insieme a tutti gli altri, servono a calibrare costantemente le modalità di lavoro seguite qui, risalendo dalla stalla alla preparazione del carro fino alla scelta delle foraggere da seminare. “Anche la parte integrativa minerale, sia macro che micro - spiega Alessandro Lotto - che è la piccola punta della piramide alimentare del ruminante, è bilanciata con fonti altamente solubili nel contenuto del ruminale per essere in grado di migliorare l’efficienza della flora microbica del grande prestomaco e coprirne le sue esigenze. È un aspetto innovativo nell’approccio di copertura dei fabbisogni delle lattifere”. Occhi puntati dunque su un obiettivo solo: il funzionamento migliore possibile del migliaio di rumini “al lavoro” qui. Il resto - latte, sanità, fertilità - arriva di conseguenza. ■