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Tutte sulla giostra, e che giostra!

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Tutte sulla giostra, e che giostra!
SERVIZIO
di Luca Acerbis
AZIENDE IN PRIMA PAGINA
AZIENDA VITALI
Tutte sulla giostra,
e che giostra!
Difficile trovare stalle gestite a livello famigliare di queste dimensioni. Qui, nell’azienda
dei fratelli Zilio a Taggi di Villafranca, in provincia di Padova, ci sono normalmente 1150
vacche in mungitura. Considerando le asciutte e la rimonta è facile farsi un’idea precisa
della dimensioni complessive della mandria. Le strutture sono dimensionate di conseguenza, sala di mungitura compresa che è la più grande giostra d’Europa.
D
ifficile trovare un’azienda con una
sala di mungitura di queste dimensioni. Una giostra di 80 poste che
è solo la logica conseguenza del gigantismo che contraddistingue tutta questa
realtà. Qui, nell’azienda Zilio a Taggi di
Villafranca, in provincia di Padova, tutto
è colossale: la superficie, le strutture, le
trincee. E, come detto, la sala parto. Una
▼ La sala di mungitura a giostra da 80 poste. In questa azienda la scommessa sul latte è stata rilanciata continuamente, arrivando ai numeri attuali.
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scommessa sul latte che è stata rilanciata
continuamente, con un incremento vertiginoso nel numero di animali presenti,
rilevando più di una volta intere mandrie
da altre stalle in chiusura, facendo così
assumere a questa azienda, anno dopo
anno, la dimensione di una vera e propria cittadella del latte. I numeri attuali sono questi: circa 1200 vacche in lattazione, più le asciutte e tutta la rimonta. Le strutture sono un sovrapporsi di
cose nuovissime con altre più datate: dai
primi capannoni dove originariamente
venivano allevati bovini da carne prima che iniziasse la grande cavalcata
nel comparto del latte - alle strutture più
recenti, come le stalle completamente
aperte per i diversi gruppi di vacche in
lattazione, con al centro la sala di mungitura a giostra da ottanta poste, unica
nelle sue dimensioni in Europa. Modifiche e adattamenti interessanti anche in
campo alimentare, con un percorso che
ha visto la crescita costante della quantità di alimento ingerito dalle vacche,
ottenuto con un lavoro di perfezionamento continuo della razione, con particolare riferimento allo sfruttamento
della fibra, alla sua qualità e al suo rapporto con i concentrati, che è andato via
via crescendo negli ultimi anni.
Un po’ di storia
La prima stalla è stata realizzata nel 1965,
e c’erano 65 vacche. Da allora, fino al 1980,
si è portato avanti l’allevamento di vacche
con numeri modesti, abbinato a quello dei
bovini da carne. La scarsa redditività di quest’ultimo ha portato il gruppo degli Zilio (fratelli e cugini, figli dei due fratelli fondatori dell’azienda) a puntare tutto sul latte.
Cominciando a incrementare il numero di
vacche, acquistando quote e convertendo
parte delle strutture in precedenza utiliz-
zate per l’allevamento da carne alla nuova
destinazione. Nel 1980 è stata realizzata
la nuova stalla (destinata a successivi
ampliamenti in seguito) con il passaggio alla
stabulazione libera e alla mungitura con sala
a giostra. Se nel 1980 le vacche erano ancora una sessantina, è da questa data che ebbe
inizio la corsa verso numeri sempre più alti,
arrivando così alle dimensioni odierne, che
collocano questa azienda tra le più grandi da latte gestite a livello famigliare. Il balzo
numerico è avvenuto con successivi acquisti di animali e quote da stalle che chiu-
▼ Le dimensioni della sala d’attesa prima della mungitura, proporzionali al numero dei capi munti. Da
sottolineare la struttura aperta e ariosa e la presenza di ventilatori.
▼ Una prospettiva della nuova stalla. È costituita da due strutture identiche, con al centro i locali con la sala
di mungitura e la sala d’attesa.
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▼ Il dr. Alessandro Lotto con Alessio Zilio.
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devano. Nel 2002 è cominciata la realizzazione della nuova stalla da 600 posti; è
stata inaugurata nell’ottobre 2006, e ad essa
è stata abbinata una sala di mungitura a
giostra da 80 posti. Un tipo di sala di mungitura che qui è sempre stata la preferita,
anche quando il numero di animali non era
questo, per una questione di velocità di
mungitura. Elemento a cui è sempre stata
data molta importanza prima, figuriamoci
ora. Dei 190 ettari di terreno di proprietà
dell’azienda, 170 vengono coltivati a mais
per la produzione di insilato e pastone, mentre i rimanenti 20 sono coltivati a erbaio
di loietto.
Le strutture
▼ La nuova stalla vista dall’interno. Oltre alla corsia di alimentazione centrale ci sono due corsie laterali.
I capi in lattazione sono divisi in quattro
gruppi. C’è il gruppo delle freschissime, delle
primipare, allevate separatamente, delle
vacche ad alta produzione e infine quello
delle stanche, gruppo di fine lattazione. L’ordine di mungitura è il seguente: primipare, poi le fresche, quindi il gruppo delle vacche ad alta produzione e infine le stanche.
Nella stalla nuova stanno le vacche in lattazione e la parte conclusiva dell’asciutta,
il close-up; la rimonta e la prima fase dell’asciutta sono nelle stalle vecchie.
Particolarmente notevole è la nuova stalla, costituita da due corpi di uguale
dimensione con al centro l’edificio con la
sala di mungitura. La stalla è in ferro: una
questione di economicità, spiegano qui, e
di terreni, che tengono poco e avrebbero
richiesto fondamenta esagerate per sostenere il peso di una stalla in cemento. È completamente aperta, con corsie di alimentazione centrali e laterali. Ogni stalla è larga
56 metri per 100 di lunghezza. L’altezza al
cupolino è di 14,50 metri, con un’altezza
minima ai lati di 5 metri.
Le cuccette sono lunghe 172 cm, alte 138
cm al tubo educatore e larghe 125 cm. Il
riempimento del fondo è fatto con segatura, che viene pulita ogni giorno e rinnovata ogni settimana. Nel corpo di stalla che
contiene il gruppo delle stanche sono presenti anche i box del close-up e del parto
su paglia. I due corpi della stalla presentano un sistema di raffrescamento con ventilatori e doccette, lungo la corsia di alimentazione. In uno di essi, quello ultimato più di recente, sono stati messi anche
▼ Il locale infermeria su lettiera.
▼ Nella parte di stalla realizzata più recentemente, in corrispondenza dei box parto, sono stati posizionati
dieci ventilatori a soffitto. Anche da questa immagine si percepisce la luminosità e ariosità della struttura.
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Formazione e organizzazione
della mandria
Per arrivare in poco tempo a questi
numeri bisogna necessariamente acquistare capi in maniera massiccia. Quello
che è stato fatto qui, rilevando mandrie
e quote di stalle in chiusura, in partico-
lare a partire dal 2002. Certo, acquistare stalle complete comporta inevitabilmente uno squilibrio nella componente
genetica della mandria e anche situazioni
sanitarie complicate dalle diverse storie
degli animali di partenza. Una certa disomogeneità tra gli animali è inevitabile,
dunque, e anche i risultati ottenibili
▼ I due carri unifeed aziendali. Nel corso degli anni è stato fatto un lavoro continuo sulla razione, volto a
ottimizzare l’utilizzo delle materie prime aziendali e massimizzare l’ingestione da parte delle bovine. Un ruolo
chiave in tutto questo l’ha avuto proprio il lavoro di perfezionamento della preparazione della miscelata.
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dieci grossi ventilatori a soffitto in aggiunta ai nebulizzatori e ai ventilatori tradizionali. Tutto l’impianto, nelle sue componenti,
funziona completamente in automatico.
Lateralmente sono presenti dei teloni che
chiudono più o meno la parete lunga della
stalla per ripararla dai venti o dal sole. La
rimozione delle deiezioni avviene mediante ruspetta. La rimonta è alloggiata nella
vecchia stalla e prossimamente si vorrebbe realizzare una stalla per i vitelli, che
attualmente rappresentano certo la fase quanto a strutture disponibili - un po’ più
sacrificata rispetto alla magnificenza di altre
parti. Notevole è anche la dotazione di trincee per gli insilati (silomais e pastone, la
prima trincea scoperta, la seconda coperta) e porticati per fieni e materie prime. Vi
è una razionale suddivisione con muretti che
permettono lo stoccaggio nella maniera più
ordinata e sicura delle varie materie prime,
a tutto vantaggio della loro conservazione
e di una più facile e comoda utilizzazione
nella preparazione del carro. A questo proposito ci sono due carri miscelatori, misura quasi obbligata con queste dimensioni.
devono tenere conto di questo. Una situazione che è andata gradualmente migliorando con il cessare dei grossi acquisti di capi
e le immissioni di grandi gruppi di nuovi soggetti, lavorando a
livello di piani di accoppiamento per migliorare e uniformare il
livello genetico, ma anche a livello sanitario, gestionale e alimentare per migliorare la sanità complessiva, con riferimento particolare alla fertilità. Il veterinario è il dott. Gianluca Astolfi che
segue l’aspetto sanitario e collabora sotto l’aspetto ginecologico con un gruppo che fornisce il servizio di fecondazione e gestione dei dati riproduttivi. Con questa organizzazione i dati di fertilità della mandria sono in costante miglioramento, ma ancora
non sono ai livelli obiettivo, che si vogliono raggiungere entro
un anno di lavoro. La produzione media giornaliera per vacca oscilla tra i 29 e 30 kg.
L’asciutta è di tipo tradizionale con una media di 63 giorni, ma da
circa 4 mesi c’è la tendenza ad accorciarla a 50 giorni; in questa
fase per 35-40 giorni viene data una razione di asciutta a base di
silomais, fieno di prato stabile, soia f.e., colza f.e., semola glutinata di mais, un integratore vitaminico-minerale; a seguire è praticato uno steaming-up di circa 15 gg, con la base della razione
dell’asciutta e l’aggiunta di una percentuale del carro delle vacche in lattazione e di silomais, al fine di contenere la percentuale di potassio, a cui vengono aggiunti circa 400 grammi di un integratore liquido costituito da una miscela di zuccheri, per stimolare l’attività batterica ruminale e tenere elevata l’ingestione. Dopo
il parto le vacche sono spostate nel gruppo di primissimo post-parto,
per circa 2-3 giorni, durante i quali le bovine passano alla razione lattazione. Le bovine vanno quindi nel gruppo delle freschissime per circa 60-70 giorni, per poi essere spostate nel gruppo di
appartenenza, a seconda che siano primipare o pluripare. La filosofia aziendale, supportata e accompagnata dalla ditta nutrizionistica che da anni segue questa importante realtà zootecnica padovana, è quella di prodursi più alimenti possibile in azienda, con un
livello quasi completo di autosufficienza anche per la parte meccanica, con la disponibilità di buona parte del parco macchine necessario, dalla fase di preparazione del terreno a quella di raccolta,
compresa la trinciatura del silomais e la trebbiatura-essiccazione
▼ Organizzato e funzionale il deposito coperto dei foraggi e delle materie prime.
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segue da pag. 8
della granella per le bovine.
La miscelata di lattazione è basata su silomais, fieno di medica, pastone di granella,
cotone, soia f.e., colza, farina glutinata di
mais, farina di mais e un nucleo vitaminico minerale e proteico di circa 1 kg.
La razione è uguale per i primi tre gruppi
(freschissime e fresche, primipare e pluripare), mentre le avanti hanno una razione
con gli stessi componenti, ma con un livello energetico minore. La verifica dei calori avviene mediante podometro.
La vitellaia è gestita in due fasi: la prima
in gabbietta fino a 40 giorni, periodo in cui
viene somministrato latte ricostituito (6 litri
suddivisi in due pasti) e mangime a disposizione, e una fase in box multiplo con la
lupa da 40-80 giorni, sempre con 6 litri di
latte, 2,5 kg mangime e fieno polifita. I vitelli svezzati vengono spostati nella stalla della
rimonta in cui passano al carro delle manzette integrato con 1 kg di mangime, da 36 mesi; poi passano al carro senza aggiunta, da 6-12 mesi; quindi passano nella stalla delle manze fino al settimo mese di gestazione.
Rumini che lavorino al meglio
Con il dr. Alessandro Lotto, il responsabile tecnico della casa mangimistica che
segue da anni questa azienda e, proprio
per questo, praticamente di casa qui (così
come il tecnico dell’Apa di Padova, il dr.
Paolo Papparella , anche lui una presenza costante nel tempo), approfondiamo
qualche aspetto inerente la gestione della
sfera alimentare. Come ricordavamo precedentemente, negli anni si è assistito qui
a un progressivo incremento dell’assun-
zione di sostanza secca da parte delle vacche (da una media di 18-19 kg/capo agli
attuali 21-22) evento chiave per avere
una mandria in buona efficienza, buona
salute e, quindi, produttiva. Date le
dimensioni di questa realtà, la cosa ha,
ovviamente, presentato qualche difficoltà
specifica. “Ad esempio - ricorda Alessandro Lotto - la diversità delle aree di
provenienza del silomais e degli erbai di
graminacee. Sia quelli prodotti in proprio,
sia quelli in parte acquistati, provengono da vari appezzamenti di terreno, anche
relativamente distanti, con tempi di
raccolta sfasati, con condizioni pedo climatiche diverse, che comportano inevitabilmente caratteristiche differenti.
Tutto ciò si traduce in una disomogeneità
all’interno della trincea, che deve essere costantemente monitorata per adeguare la razione a queste differenze. Per
questa ragione è di routine un controllo
settimanale sull’insilato di mais e sugli
erbai, che vanno in razione in ragione di
20-21 kg, per il silomais e 5-8 per gli
erbai. Più in generale, l’approccio nutrizionale si è sempre sviluppato su alcuni
binari definiti: massima conoscenza delle
caratteristiche e del valore nutritivo reale
delle materie prime aziendali fornite e
della miscelata; massima efficacia nutrizionale della fibra in razione, da aumentare ai livelli massimi consoni alle produzioni obiettivo per la stalla; costante
monitoraggio degli animali. In questo
approccio si va da elementi molto pratici, come la messa a punto di tempi e
modi perfezionati di preparazione del
carro unifeed, con sequenzialità di trinciatura in funzione della “fragilità” del
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foraggio, fino all’analisi fine di laboratorio,
come quelle per definire le varie frazioni proteiche dei foraggi o delle frazioni
glucidiche, strutturali e non, con una particolare attenzione alla digeribilità dell’NDF e al valore della peNDF reale che
giunge alla bocca degli animali”. Tutti elementi che entrano in gioco nel definire
la digeribilità ruminale complessiva della
razione, che può variare molto - come
sottolinea ancora il dr. Lotto - anche tra
razioni apparentemente simili. Una digeribilità che nell’azienda Zilio è monitorata con cura anche ricorrendo a frequenti
analisi delle feci, da cui ricavare indicazioni preziose riguardo alla efficienza
ruminale complessiva, alla sanità delle
mucose, alla capacità dell’animale di
sfruttare al meglio i nutrienti forniti, carboidrati in particolare. Dati che, insieme
a tutti gli altri, servono a calibrare costantemente le modalità di lavoro seguite qui,
risalendo dalla stalla alla preparazione del
carro fino alla scelta delle foraggere da
seminare. “Anche la parte integrativa
minerale, sia macro che micro - spiega
Alessandro Lotto - che è la piccola punta
della piramide alimentare del ruminante, è bilanciata con fonti altamente solubili nel contenuto del ruminale per essere in grado di migliorare l’efficienza della
flora microbica del grande prestomaco e
coprirne le sue esigenze. È un aspetto
innovativo nell’approccio di copertura dei
fabbisogni delle lattifere”.
Occhi puntati dunque su un obiettivo
solo: il funzionamento migliore possibile del migliaio di rumini “al lavoro” qui.
Il resto - latte, sanità, fertilità - arriva
di conseguenza.
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