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P51 IPERTROFIA DELLA CRESTA TERMINALE: UNA DIAGNOSI
P51 IPERTROFIA DELLA CRESTA TERMINALE: UNA DIAGNOSI DIFFERENZIALE POCO CONOSCIUTA Salvina Quattrocchi, Francesca Spanò, Gloria Santambrogio, Lucia Vicario, Benedetta De Chiara, Antonella Moreo, Cristina Giannattasio Centro di Ecocardiografia Clinica, S.C. Cardiologia, IV Dipartimento Cardiotoracovascolare, A. De Gasperis A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano Introduzione: La cresta terminale è una normale struttura anatomica derivata dalla regressione del septum spurium, situata in atrio destro al confine tra il seno delle vene cave ed i muscoli pettinati. Normalmente tale struttura non si osserva nelle proiezioni standard dell’esame ecocardiografico transtoracico (ETT). A causa di un’alterazione durante l’embriogenesi, dal processo di regressione del septum spurium può residuare una cresta terminale ipertrofica, che all’ETT può simulare una massa cardiaca. Caso clinico: Una donna di 87 anni viene ricoverata per astenia e dispnea. In anamnesi si segnalano insufficienza renale cronica III stadio, anemia cronica multifattoriale, fibrosi polmonare, ipertensione polmonare moderata, pregresso infarto miocardico acuto anteriore con frazione di eiezione pari a 50%, recente impianto transcatetere di bioprotesi valvolare aortica per stenosi valvolare moderato-severa, episodi di fibrillazione atriale persistente. L’esame ecocardiografico eseguito all’ingresso mostra la presenza, in atrio destro, di una struttura rotondeggiante a texture disomogenea, con componente iperecogena, adesa al tetto in prossimità dello sbocco cavale superiore, di non univoca interpretazione. Tale grossolana formazione risulta evidente sia dalla proiezione apicale quattro camere che parasternale asse corto. Per una migliore definizione dell’immagine descritta, l’ETT è stato completato con studio transesofageo (ETE) 3D. L’esame ha permesso di escludere la presenza di masse endocavitarie, mostrando che la formazione evidente in atrio destro era in realtà compatibile con una cresta terminale ipertrofica. Discussione: La cresta terminale è una struttura anatomica ben definita; una banda muscolare con forma approssimativamente a C, che separa la porzione posteriore dell’atrio destro, liscia (seno delle vene cave), dalla sua parte anterolaterale, più accidentata per la presenza di rilievi carnosi (muscoli pettinati) e dall’auricola. La cresta terminale origina dalla parte superiore del setto e si estende anteriormente fino allo sbocco della vena cava superiore per poi terminare lateralmente allo sbocco della vena cava inferiore. Il processo di regressione della cresta terminale può essere estremamente variabile, così come il suo spessore, che generalmente negli adulti va da 3 a 6 mm. I casi di ipertrofia della cresta terminale descritti in letteratura sono pochi, la sua prevalenza non è nota e non esistono dei criteri diagnostici. All’ETT la cresta terminale può simulare una massa se la sua porzione superiore è ipertrofica e se gli ultrasuoni sono orientati tangenzialmente ad essa. Il sospetto che si possa trattare di una pseudomassa può nascere dalla presenza in zona adiacente della vena cava superiore. In ogni caso risulta dirimente lo studio transesofageo che, nella proiezione bicavale, permette la visualizzazione della porzione superiore ed inferiore della cresta terminale. Il suo riconoscimento è importante per poter escludere la presenza di vere masse cardiache, quali trombi o neoplasie. Conclusioni: L’ecocardiogramma transesofageo 3D ha permesso la diagnosi differenziale tra una cresta terminale ipertrofica, reperto raro in letteratura, ed eventuali masse in atrio destro, evitando ulteriori indagini diagnostiche.