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PANNA+ENERGIA= BURRO
PROGETTO PANNA+ENERGIA= BURRO Ins. PATRIZIA CRICCO CONTESTO Il progetto “Panna + energia = burro” viene proposto ad una sezione di bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia. L’intervento didattico si struttura in 2 incontri settimanali, per un totale di 5 fasi di attività, distribuite nell’arco di 2-3 settimane, ma potrebbe benissimo essere inserito in un più vasto percorso di educazione scientifica. CONCETTI DI FISICA IMPLICATI I concetti fisici legati al progetto “Panna + energia = burro” sono: • energia meccanica (energia cinetica); • struttura e caratteristiche della materia. L’intento del nostro percorso è mettere in evidenza la stretta relazione tra energia e struttura della materia. L’energia viene definita come la capacità di un sistema di compiere un lavoro. Esistono diversi tipi di energia: meccanica (distinta in cinetica e potenziale), elastica, chimica (di legame, intermolecolare o interatomica), nucleare, elettrica, radiante. In questo progetto verrà approfondita in particolare l’energia cinetica, che corrisponde al lavoro che un corpo con una certa massa e una certa velocità compie muovendosi rispetto a un sistema di riferimento, Nel processo di trasformazione della panna è coinvolta infatti l’energia meccanica del braccio umano che scuote il barattolo. L’energia è quindi la causa sia della struttura che delle caratteristiche di qualsiasi oggetto o materiale, sia delle trasformazioni fisiche che questi possono subire. Nel nostro caso si tratta di una trasformazione fisica, come nel caso, ad esempio, di un passaggio di stato. Nello specifico, nel nostro esperimento abbiamo usato la panna, una crema ottenuta per affioramento dei grassi presenti nel latte: si tratta di una miscela detta emulsione, costituita da minuscole particelle di grasso (quasi il 40%), avvolte da una membrana protettiva, sospese in acqua (circa il 60%). Abbiamo constatato che la panna che troviamo nei supermercati si differenzia da quella ottenuta dal latte di allevamento poiché viene sottoposta al processo di pastorizzazione, cioè è stata riscaldata per un certo periodo di tempo sufficiente a ridurre il numero di microorganismi, disattivare gli enzimi che portano all’irrancidimento dei grassi, eliminare parzialmente gli odori indesiderati e liquefare i globuli di grasso. L’agitazione meccanica rompe la superficie dei globuli di grasso liberandone il contenuto; a questo punto i grassi si aggregano tra loro (burro) e si separano dalla fase acquosa (latticello). Bisogna specificare tuttavia che il burro non è composto solo da grassi, ma è un’emulsione inversa rispetto alla panna, essendo costituito da minuscole goccioline di acqua sospese nel grasso. METODOLOGIA Questo percorso si fonda sulla convinzione che abilità e atteggiamenti di tipo scientifico vadano coltivati fin dalla scuola dell’infanzia, sostenendo la naturale tendenza dei bambini ad esplorare, manipolare e osservare materiali e fenomeni. La finalità ultima del nostro percorso (e dell’educazione scientifica in generale) è dunque la formazione di un abito scientifico nel bambino, affinché possa appropriarsi gradualmente dei modi, delle tecniche e degli strumenti (materiali ed intellettuali) per interrogare, interpretare ed agire efficacemente nella realtà. In questo specifico progetto ci siamo proposte, in primo luogo, di rendere i bambini protagonisti del proprio apprendimento, cercando innanzitutto di rilevare le loro preconoscenze attraverso conversazioni e domande stimolo, proponendo loro esperienze concrete ed interessanti, che li portino a costruire attivamente la loro conoscenza. L’esperimento proposto, inoltre, è tecnicamente molto semplice, facilmente riproducibile e realizzato con materiali semplici, conosciuti e assolutamente reperibili. Il percorso proposto stimola inoltre lo sviluppo di tutti i canali sensoriali, attraverso l’osservazione, la manipolazione e la descrizione di materiali. Questo progetto vuole trasformare i bambini in piccoli scienziati, non solo dando loro la possibilità di vivere in prima persona l’esperimento e le altre attività proposte, ma stimolandoli a porsi domande, a formulare ipotesi, a problematizzare fenomeni e situazioni e ad elaborare risposte attraverso la negoziazione in gruppo. Tra le metodologie maggiormente adottate in questo contesto grande importanza riveste la verbalizzazione, attraverso la quale i bambini elaborano una prima formalizzazione delle conoscenze e degli apprendimenti. Un altro approccio didattico molto efficace è poi la rappresentazione corporea dell’esperimento, attraverso un gioco motorio che consente ai bambini di “entrare” dentro la materia, in ciò che è invisibile agli occhi, di calarsi nella parte di queste particelle e di sperimentare in prima persona come si comportano. Questa fase è, a nostro parere, molto importante, in quanto il passaggio dalla rappresentazione corporea a quella astratta risulta fondamentale ai fini dell’apprendimento. In generale, abbiamo cercato di mantenere costantemente viva la motivazione dei bambini, attraverso modalità ludiche, racconti e giochi veri e propri. Infine l’adozione di diversi tipi di linguaggi e rappresentazioni durante le attività offre un approccio complesso e multidimensionale all’argomento, che tiene conto delle differenti modalità di apprendimento dei bambini. TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE Conoscenza del mondo: È curioso, esplorativo, pone domande, discute, confronta ipotesi, spiegazioni, soluzioni e azioni. Utilizza un linguaggio appropriato per descrivere le osservazioni o le esperienze. Riferisce eventi del passato recente dimostrando consapevolezza della loro collocazione temporale; formula correttamente riflessioni e considerazioni relative al futuro immediato e prossimo. Coglie le trasformazioni naturali. Il sé e l’altro: Dialoga, discute e progetta confrontando ipotesi e procedure. Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto. Il corpo in movimento: Controlla la forza del corpo, si coordina con gli altri. Esercita le potenzialità sensoriali, conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive del corpo. Linguaggi, creatività, espressione: Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività. Ricostruisce le fasi più significative per comunicare quanto realizzato. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Saper riconoscere che la materia è composta di particelle; Sapere che la materia può subire delle trasformazioni; Sapere che le trasformazioni della materia avvengono grazie all’intervento dell’energia. ATTIVITA’ DI PERCORSO Fase 0: ricognizione delle conoscenze di partenza e mappa sensoriale sulla panna. 1) Esplorazione libera della panna fresca; in seguito esplorazione guidata da domande stimolo dell’insegnante volte a rilevare le preconoscenze dei bambini sulla struttura della materia: Da dove viene la panna? Secondo voi cosa c’è dentro? Perché si può facilmente separare in due contenitori? Perché cambia forma? Perché fate fatica a tenerla in mano? 2) Mappa sensoriale di gruppo proposta in forma ludica, utilizzando un dado appositamente costruito sul quale sono rappresentati i cinque organi di senso. Concentrandosi su un canale sensoriale alla volta, i bambini descrivono, discutono e negoziano le caratteristiche della panna. Spazi: Aula/laboratorio scientifico Tempi: 1 ora Materiali: panna, vari contenitori (anche trasparenti), dado degli organi di senso Obiettivi utilizzare i cinque sensi per individuare le caratteristiche dei corpi; sviluppare abilità nel manipolare, esplorare e sperimentare; riconoscere e descrivere con linguaggio appropriato alcune proprietà fondamentali della materia; osservare la materia e i fenomeni con attenzione e sistematicità, sulla base di criteri o ipotesi; dialogare e discutere confrontando ipotesi in modo costruttivo e creativo con gli altri bambini. Fase 1: esperimento “dalla panna al burro” 2) Lettura, da parte dell’insegnante, della prima parte della storia “Due rane… in panna”. 3) Ipotesi dei bambini su come potrebbe finire la storia. La maestra raccoglie le loro riflessioni annotandole con carta e penna. 4) Esperimento “dalla panna al burro”: Versare circa 200 ml di panna fresca in un recipiente di vetro, riempiendolo per circa 1/3. Agitare vigorosamente il recipiente per circa 7-8 minuti. Quando la panna, già divenuta più densa e spumosa, si dividerà in un liquido biancastro (latticello) e in una palla di materiale giallino (burro), scolare il liquido chiaro in una scodella. Avvolgere il burro in uno strofinaccio e strizzare il liquido rimanente. Mettere il burro in un contenitore pulito, pressarlo leggermente e riporlo in frigorifero affinché si solidifichi. Durante l’esperimento, l’insegnante invita i bambini ad osservare le varie fasi della trasformazione. Spazi: Aula/laboratorio scientifico Tempi: 1 ora Materiali: racconto “Due rane… in panna”, panna, recipiente di vetro, colino, strofinaccio, contenitore. Obiettivi: sviluppare capacità di formulare e condividere ipotesi per risolvere problemi, chiarire situazioni e spiegare processi; acquisire capacità di collegamento causa-effetto; acquisire capacità di osservazione di materia, fenomeni e trasformazioni; acquisire un linguaggio appropriato per descrivere le osservazioni e le esperienze. Fase 2: mappa sensoriale sul burro e confronto 1) Lettura completa della storia “Due rane… in panna”, accompagnata da alcune domande stimolo dell’insegnante, volte a rilevare la connessione tra l’applicazione di energia e la trasformazione della materia: Perché le rane riescono a salvarsi? Cos’è successo? Cosa ha fatto trasformare la panna in burro? Perché con la panna la rana non riusciva a risalire e con il burro invece sì? 2) Esplorazione libera del burro; in seguito si costruisce la mappa sensoriale di gruppo, proposta sempre col supporto del dado degli organi di senso e guidata dall’insegnante attraverso domande stimolo: Cosa succede se tengo in mano il burro per un po’? Cos’è successo lasciandolo in frigo? Riesco a fargli cambiare forma? Riesco a separarlo in più parti? 3) Confronto tra la mappa sensoriale della panna (messa nuovamente a disposizione) e quella del burro, al fine di ricavare analogie e differenze tra le caratteristiche dell’una e dell’altro. Perché riuscivo facilmente a separare la panna in due parti, mentre per rompere il burro serve più energia? Hanno lo stesso sapore? Cosa succede se li lascio cadere per terra? Spazi: Aula/laboratorio scientifico Tempi: 1 ora Materiali: racconto “Due rane… in panna”, dado degli organi di senso, panna, burro Obiettivi: utilizzare i cinque sensi per individuare le caratteristiche dei corpi; sviluppare abilità nel manipolare, esplorare e sperimentare; riconoscere e descrivere con linguaggio appropriato alcune proprietà fondamentali della materia; osservare la materia e i fenomeni con attenzione e sistematicità, sulla base di criteri o ipotesi; dialogare e discutere confrontando ipotesi in modo costruttivo e creativo con gli altri bambini; sviluppare abilità nel mettere a confronto materie diverse. Fase 3: gioco motorio sulla trasformazione della panna in burro 1) Si riprendono in gruppo le ipotesi raccolte nel secondo incontro, verificando quali si erano maggiormente avvicinate a ciò che è effettivamente successo durante l’esperimento. L’insegnante pone quindi alcune domande stimolo sulla causa della trasformazione e sulla struttura della materia: Di cosa è fatta la panna? E il burro? Ci sono le stesse particelle dentro? Perché ci appaiono diverse? 2) L’insegnante fornisce ai bambini alcune informazioni essenziali sulla composizione della panna (grassi e acqua) e propone ai bambini di “calarsi” dentro la panna per capire come si è trasformata in burro, attraverso un gioco motorio, spiegato e guidato dall’insegnante: Nel salone o in palestra viene posizionata per terra una corda disposta a cerchio, che rappresenta le pareti del contenitore. I bambini vengono divisi in due gruppi: le goccioline di grasso, identificati da braccialetti di carta crespa gialli, e le goccioline d’acqua, con braccialetti blu. All’interno del cerchio i bambini si distribuiscono cercando di mantenere i braccialetti gialli (grassi) abbastanza distanziati gli uni dagli altri, si tengono per mano e vibrano leggermente. L’insegnante ha in mano un recipiente: quando comincia a scuoterlo, i bambini cominciano a correre all’interno del cerchio, prendendosi sottobraccio quando incontrano un bambino con il braccialetto dello stesso colore. Il gioco finisce quando i bambini riescono a dividersi nei due gruppi dell’acqua e del grasso. A gioco finito, l’insegnante valuterà se i bambini hanno capito il meccanismo della trasformazione, sia chiedendo loro di spiegare cos’è successo durante il gioco, sia considerando insieme, ad esempio, che i bambini che formano il grasso dovrebbero risultare più vicini rispetto al latticello e alla panna iniziale, che qualche bambinoacqua potrebbe restare imprigionato tra i bambini-grasso e che se l’insegnante smette di scuotere il barattolo le particelle devono rapidamente rallentare. Se fosse necessario, dopo aver chiarito insieme ai bambini questi aspetti, si può riproporlo (anche in un altro incontro). Spazi: Aula/laboratorio scientifico e palestra o salone Tempi: 1,5 ore Materiali: corda lunga, barattolo, carta crespa gialla e blu Obiettivi: osservare la materia e i fenomeni con attenzione e sistematicità, sulla base di criteri o ipotesi; dialogare e discutere confrontando ipotesi in modo costruttivo e creativo con gli altri bambini; sviluppare abilità nel mettere a confronto materie diverse; imparare a coordinarsi in giochi di gruppo che richiedono il rispetto di regole. Fase 4: valutazione del percorso 1) Cosa valutare: Con la valutazione, ci proponiamo di verificare se gli obiettivi indicati all’inizio del progetto sono stati effettivamente conseguiti dai bambini. Si intende quindi valutare sia l’acquisizione delle conoscenze specifiche del progetto, inerenti la materia e l’energia, sia il raggiungimento dei più generali traguardi di competenza relativi ai diversi campi d’esperienza. 2) Con quali strumenti: La valutazione degli apprendimenti verrà effettuata in due forme: Valutazione in itinere Durante le varie attività, l’insegnante verifica continuamente gli apprendimenti dei bambini stimolando la verbalizzazione o la rappresentazione di concetti e processi osservati, al fine di accertarsi che i bambini li abbiano effettivamente interiorizzati e fatti propri. Valutazione finale Come conclusione del progetto, l’insegnante propone ai bambini di ricostruire insieme il percorso svolto, invitandoli a spiegare i concetti principali incontrati in ogni fase e a condividere le scoperte fatte. Un’ulteriore prova di valutazione è costituita dal gioco “Cosa succede se…? e Come si chiama…?”: Il gruppo classe viene diviso in due squadre che si affronteranno in una staffetta; l’insegnante dispone i bambini in due file e si posiziona di fronte a loro a debita distanza, vicino ad un cartellone con scritto solamente il titolo del gioco. La maestra fa una domanda alle due squadre, supportando il linguaggio verbale con l’esposizione di una foto che rappresenti quella specifica fase del percorso (es: se la domanda è “Cosa succede se scuoto il vasetto con la panna?”, l’insegnante mostra una foto dei bambini scattata mentre agitavano il barattolo durante l’esperimento). Cosa succede se… scuoto la panna? Cosa succede se… tengo in mano il burro? Cosa succede se… metto il burro in frigo? Cosa succede se… provo a tenere in mano la panna? Cosa succede dentro la panna se… la scuoto? Come si chiama… la parte liquida che rimane dopo aver scosso la panna? Come si chiama… la parte solida che rimane dopo aver scosso la panna? La prima coppia di bambini corre verso la maestra e il primo che batte la mano dell’insegnante può rispondere alla domanda. Se la risposta è corretta il bambino cerca in una cesta la foto corrispondente alla risposta data e la attacca sul cartellone (nell’esempio precedente, sarà una foto del burro ottenuto dall’esperimento), mentre il compagno che non ha risposto attacca vicino la foto che teneva in mano l’insegnante. Se la risposta del primo bambino è sbagliata, i ruoli si invertono e il suo compagno può provare a rispondere. L’insegnante collega le due foto sul cartellone con una freccia in modo da evidenziare un rapporto tra ciò che viene prima e ciò che viene dopo, tra causa ed effetto. L’insegnante continua con le domande, facendo in modo che tutti i bambini abbiano la possibilità di rispondere. Infine, il cartellone realizzato potrà essere appeso in aula, quale forma di documentazione del percorso realizzato, ed eventualmente ripreso durante attività successive. Spazi: palestra o salone Tempi: 1 ora Materiali: cartellone per attaccare le foto, foto, pennarelli. BIBLIOGRAFIA • Alfieri F., Arcà M., Guidoni P., (a cura di), Il senso di fare scienze, Bollati Boringhieri, Torino, 1995 • Pat Murphy, Ellen Klages, Linda Shore e lo staff dell’exploratorium di San Francisco, Tanti esperimenti (esplorazioni di scienza da fare dove e quando vuoi!), Editoriale Scienza, 2006 • François Michel, L’energia a piccoli passi, Motta Junior, 2003. • Angori S., Quale educazione scientifica nella scuola del bambino?, Bulzoni Editore, Roma, 1993 • Materiale didattico di “Didattica della fisica” di Scienze della Formazione Primaria • Decreto Ministeriale 31 luglio 2007 – Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo • http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2007/11/27/il-burro/ • http://counseling.piuchepuoi.it/145/due-favole-vitaminiche-anche-le-rane-tiinsegnano-qualcosa DUE RANE… IN PANNA In un tempo non molto lontano, Toni il fattore stava mungendo Rosa, una delle sue mucche, quand’ecco che una voce proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione: “La colazione è prontaaa!!!”, gridò sua moglie. Erano ancora le 5 del mattino, ma Toni, come sempre, era già in stalla per mungere le sue adorate mucche. Quel giorno però era più assonnato del solito e per correre a bere il caffè si dimenticò il secchio di latte appena munto vicino alla porta della stalla. Il sole non era ancora sorto completamente. Due rane saltellanti che si trovavano a passare da quelle parti, nella penombra del portico, non si accorsero del secchio e vi caddero dentro, non riuscendo più ad uscire. Una era grande e forte e, dopo aver calcolato la temperatura del latte, la distanza dalla cima e la profondità del secchio, provò a saltare con tutte le sue forze, ma fu tutto inutile! Poiché era molto impaziente, dopo pochi tentativi rinunciò all’impresa e disse sconfortata alla sua amica: “Non ce la faremo mai…!”. Poi si distese ed attese passivamente il peggio. La seconda rana invece, non perse la speranza e continuò a muoversi: nuotò, si tuffò e si rituffò, fino a che riuscì a trasformare la panna di superficie in una materia giallina e più solida. Con grande stupore le due rane si accorsero che la panna era diventata burro!!! La sua consistenza permise alle due amiche di spiccare un bel salto verso la libertà. Al suo ritorno, Toni il fattore si trovò davanti agli occhi davvero una bella sorpresa… e guardando bene nel secchio sorrise scorgendo sulla superficie del burro otto piccole impronte.