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BENTORNATA SUOR FELICITA BENTORNATA

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BENTORNATA SUOR FELICITA BENTORNATA
Periodico di informazione - Autorizzazione del tribunale di Asti n. 2/95 del 24/07/1995 - Numero 34 - Luglio 2012
Bentornata Suor Felicita
D
omenica 3 giugno è ritornata a Cisterna, per l’intera
giornata, la nostra cara Superiora, suor Felicita.
Lei era arrivata a Cisterna nel 1971
ed era rimasta a gestire la scuola
materna per ben 9 anni.
Dopo di che era andata a Pozzo
San Giovanni Lupatoto e successi-
vamente aveva girato un po’ tutta
l’Italia ed è anche stata inviata in
missione in Albania.
Fino allo scorso anno viveva e lavorava presso una scuola materna in provincia di Cagliari, ma da
qualche mese vive a Susa dove si
trova la Casa Madre del suo Ordine Francescano.
POSTA
Quando è ritornata in Piemonte
si è messa in contatto con alcune
persone di Cisterna e subito si è
pensato ti organizzare una grande
“rimpatriata”.
L’incontro era previsto per fine
febbraio, ma il destino ha voluto
che si facesse male alla schiena,
per cui è stata immobilizzata a
letto per qualche tempo e si è
stati costretti a rimandare.
Dopo tante peripezie, telefonate
e richieste alla Madre Superiora,
finalmente, l’irremovibile Bruno
è riuscito ad ottenere il permesso
per farla venire fra noi.
Così domenica 3 giugno, di buon
ora, Bruno, Lucia e Michele, si
sono recati a Susa ed hanno portato a Cisterna suor Felicita.
Appena arrivata è subito andata
a far visita alla cara Pina, che lei
chiamava amichevolmente, “Pina
dei polli”.Arrivata nel cortile della
scuola materna si è trovata attorniata da tanti ex allievi e, per l’occasione, dalla provincia di Bergamo, erano arrivati anche i suoi
fratelli e sua nipote.
Dopo una visita alla sua scuola ci
siamo recati a messa dove è stata
accolta da tutti con gli onori degni
di un divo e, anche don Urbano
l’ha accolta con gioia accompagnando i commenti con grandi
applausi.
Solo alla fine della messa suor Felicita ha salutato, dal pulpito, l’assemblea contenta di accoglierla.
La giornata è proseguita con un
grande pranzo a cui hanno partecipato molti amici e al termine le
è stata preparata una grande sorpresa: è stato proiettato un filmato con tantissime fotografie degli
anni d’oro in cui ha lavorato a Cisterna e per concludere in bellezza le è anche stata composta una
canzone. Al termine il tutto si è
concluso con il suo ritorno a Susa,
accompagnata da Bruno e Laura.
Questa straordinaria donna, dalla
piccola statura, ma dal cuore grande, ci ha fatto capire che quando
qualcuno semina il “bene” lo raccoglie centuplicato e, l’accoglienza della gente di Cisterna lo ha
dimostrato.
Per tutti noi è stato molto bello
avere, anche solo per un giorno,
la nostra cara suor Felicita e speriamo di poter ripetere l’esperienza anche il prossimo anno.
A nome dei cisternesi mi sento di
dire: grazie suor Felicita perché ci
ha insegnato che cosa vuol dire
essere generosi e aperti alle esigenze del prossimo.
Anche se noi eravamo piccoli,
portiamo ancora nel cuore i suoi
grandi insegnamenti.
Laura Mo
Caro Sindaco
Peletto
noi siamo molto fieri
di lei perché le cose in
questo paese sono fatte
e anche in modo carino
e corretto.
Noi bambini, per questo,
la vogliamo ringraziare
e speriamo che, per il
tempo che resterà sindaco, continui
a fare tutte le cose che
servono.
Dobbiamo anche sperare
sempre che il sindaco
che verrà dopo, sia corretto e responsabile
come lei.
Grazie sindaco!
Eleonora Ricossa
a
cl. 4 Scuola Primaria
di Cisterna
S
abato 31 marzo 2012 il Gruppo spontaneo del nostro paese
(Agnese, Onorina, Roberto, Mauro, Davide, Franco, Mauro, Cinzia,
Nada, Federica) ha partecipato alla
serata conclusiva del Cantè J’Euv
svolta a Sommariva Perno, nel cuore
del Roero. Per l’occasione sono stati
proposti bruschetta, pane noci e gorgonzola, pane, salame e macedonia,
accompagnati dai nostri vini locali.
–2–
COPPA DEL MONDO
Giù dalla collina di Cisterna…
Coppa del mondo di discesa libera su pattini in linea
I
l 23 e il 24 giugno, a Cisterna, si
è tenuta una tappa della “Coppa del mondo di discesa libera su
pattini in linea, downhill”.
l 23, dopo una giornata di prove
e allenamenti, in serata, si è tenuta la gara di frenata e, in onore
della notte di San Giovanni, la
notte dei falò, alle h. 23 i pattinatori sono scesi a valle illuminando il percorso con starlights. Domenica 24, a partire dalle h. 9, i
migliori discesisti internazionali
si sono affrontati in una gara cronometrata sulla discesa che collega Cisterna con la frazione San
Matteo. Successivamente si sono
sfidati in un’appassionante serie
di duelli a quattro.
I vincitori della gara, nella quale
Roberta Arias ha fatto da traduttrice per gli ospiti stranieri, sono
stati: Daniel Ladurnier, Moritz
Norl, Angelo Vecchi. Ecco l’elenco degli altri partecipanti: Alex
Lebrun, Mathieu Brichet, Mehdi
Amar, Jonathan Rouffiac, Strdbos,
Devin Stich, Jean Baptiste Mafran, Tobias Woerle, Gabriel Lize,
Roberto Colombo, Massimo Bavieri, Massimo Rigoldi, Giorgio
Doardo, Jonathan Estoppey, Si-
mone Paoletti, Andrea Ferrucci,
Mallory Berthelot, Alessandro di
Giorgio, Johannes Wagner, Giorgio Bornia, Udo Norl.
A conclusione della giornata i vignaioli cisternesi hanno proposto
il consueto aperitivo con il “Cisterna d’Asti doc”.
La due giorni ha impegnato numerose persone ed è stata realizzata grazie all’impegno della
Provincia di Asti e del Comune di
Cisterna, al sostegno economico
Ricordiamo che
dello sponsor Fra Production e, in
particolare all’instancabile lavoro organizzativo della Protezione
Civile di Cisterna, coordinata da
Bruno Guido.
Durante la gara Agnese, Alessandra, Michela, Franco Alfero
e Franco Dibilio hanno allestito
un punto di ristoro, i cui proventi
verranno utilizzati per le future
manifestazioni.
Tiziana Mo
Il Comune di Cisterna è presente su internet,
dove potrete consultare anche il giornalino. L’indirizzo è: www.comune.cisterna.at.it
–3–
ASSOCIAZIONI
Protezione Civile…
Avanti tutta!
è
sempre presente, a Cisterna,
il gruppo della Protezione Civile che si appresta a rimanere
nell’ombra ma vicino alle esigenze del paese.
Quest’anno il grande freddo e le
nevicate hanno messo alla prova
il gruppo di intervento della protezione civile che prontamente si
è reso disponibile per riaprire la
provinciale di Val Botassa ingombra di alberi caduti che la rendevano impraticabile. L’aiuto dei
volontari non si è fermato neanche nei giorni successivi alle ne-
ad ottemperare ovvero affiancare
ogni giorno, l’autista nel tragitto
che i nostri bambini percorrono
sul pulmino comunale fino alla
scuola e il successivo rientro a
casa. è un impegno!
Ma il motto della protezione civile di Cisterna è quello di rendersi utili e di esserci quando c’è
bisogno e senza tanto rumore, è
quello che ci ha detto Guido Bruno che coglie l’occasione per ringraziare i volontari nel loro aiuto
concreto per il prossimo e per il
paese dedicando il proprio tem-
vicate perché hanno provveduto
allo sgombero neve nei punti critici dove risiedono anziani soli
anche con il recapito della spesa
o con il trasporto anziani per visite mediche e controlli.
In primavera li abbiamo visti all’opera per la sistemazione dei sentieri che ancora sono presenti nel
territorio e praticati durante la
bella stagione da cisternesi ma anche da abitanti dei paesi limitrofi
o da escursionisti di passaggio.
Un grazie è dovuto anche per il
servizio di accompagnatori che i
volontari si sono resi disponibili
po libero. è importante fare del
bene ma bisogna farlo con il sorriso e con il cuore.
è con il cuore che ogni anno i
volontari operano in collaborazione con il banco alimentare
che raccoglie generi di prima necessità per poi destinarli a persone o famiglie bisognose. Anche
quest’anno i volontari si sono
resi disponibili per la raccolta e
per portare tutto il ricavato nei
magazzini operosi dell’ormai
famosa formica amica. Questa
iniziativa, come tante altre che si
organizzano in paese sono sem–4–
pre da incentivare perché magari l’aiuto che oggi abbiamo dato
va a coprire i bisogni di persone
a noi vicine che non pensiamo
abbiamo necessità. E’ un aiuto
discreto e concreto. Il gruppo di
protezione civile, in collaborazione con il Comune di Cisterna
è stato molto utile anche nel
ripristino e messa in sicurezza
del pozzo della Valle.Il pozzo e
l’area circostante aveva urgente
bisogno di manutenzione ma la
cosa assai più grave, che ignoti
avessero utilizzato la buca come
cassonetto della nettezza urbana
e l’ avessero riempito fino all’orlo
di ogni genere di oggetti, carta,
plastica e nylon. Questa inciviltà, non caratteristica del nostro
paese, ha trovato i suoi vandali
anche nella nostra zona e questo
rattrista molto l’amministrazione
comunale perché tanto si è speso
in materia di rifiuti, di informazione , di riciclo e di recupero
ma forse ancora non basta. I volontari si sono mano a mano calati per ripulire il pozzo ed è stata
bonificata tutta l’area mettendo
delle griglie di protezione. La
giornata ha fruttato un rimorchio
carico di rifiuti indifferenziati!!!
La presenza della protezione civile è stata un supporto indispensabile per i campionati mondiali
di downhill che si sono tenuti il
23 e 24 giugno. Gli atleti che con
i pattini in linea hanno sfidato la
fisica e credo anche tutte le loro
forze fisiche nelle curve snodate
del nostro bel paese. E’ stata
laboriosa la messa in sicurezza
dei tornanti e dei punti critici
del percorso con la sistemazione
COMUNITÀ
di balle di fieno a copertura di
qualsiasi ostacolo che potessero
incontrare gli atleti in caso di caduta. Gli organizzatori di questo
evento mondiale hanno espressamente fatto i complimenti al
gruppo di protezione civile per
la loro puntualità, disponibilità
ed accurata organizzazione proponendo addirittura di ripetere la
manifestazione e credo che sia
un onore anche per il paese.
Altre volte i volontari li abbiamo visti in servizi di pubblica
sicurezza per manifestazioni o
processioni e ci sembra scontata
la loro presenza , forse ci dimentichiamo che il loro servizio è di
puro volontariato.
Anche tu, forse, vorresti parteci-
pare a qualche attività della protezione civile e non sai come fare?
Chiedi a Guido Bruno che ha riconfermato la sua carica di coordinatore e ai vice-coordinatori
Frasca Piero e Jlliev Jonce che si
prodigano perché tutto l’operato
dei volontari avvenga nel pieno
rispetto delle regole.
Loro dicono: Anche le nuove leve
possono fare qualcosa!
Ai ragazzi, che hanno tanto tempo libero che si può chiedere di
entrare a far parte di un gruppo di
volontariato, Croce Rossa, Protezione Civile o donatori di sangue
perché, essere volontario aiuta a
responsabilizzarsi , a confrontarsi
con la realtà dei bisogni della gente e rendersi utili con il servizio,
è un esperienza di vita è un bagaglio. Avremo sempre più bisogno
di collaborazione aiutando quelli che hanno meno di noi magari
con un conforto agli anziani o un
servizio per il nostro paese.
Un’iniziativa recente è stata raccolta dalla protezione civile a favore dei terremotati dell’Emilia
acquistando parmigiano fresco o
stagionato per dare aiuto e sostegno all’economia dei nostri fratelli
emiliani. E’ una goccia ma il mare
non è forse fatto di tante gocce?
L’impegno dei volontari può soltanto essere ripagato con un caloroso grazie che è la cosa che
fortunatamente, di questi tempi,
costa poco!
Enrica Mazzocco
Giovani Artisti Cisternesi
I
l 17 maggio, nel Comune di San
Damiano si è svolta la 38esima
Nota D’Oro. La Crazy Dance di
Cisterna, gruppo coreografico di
ballo, ha partecipato come ospite
alla serata. Gli allievi, presentati
da Cristina d’Avena, erano: Camil-
la Palma, Marta Incarnato, Marta
Maccagno, Alice Bodda, Alice
Olivetti, Giulia Strocchio, Giulia
Olivetti, Michela Scapino, Federica Mo, Lorenzo Dibilio, Sara Gallino. Si sono cimentati in un esuberante, effervescente ballo country,
–5–
realizzato dal Maestro Marcello
Chiabrero. I costumi sono stati realizzati dalla super mamma Marlene, dalla sostenitrice nonna Dina
e dalle fans Giovanna, Caterina e
Angela a cui porgiamo un enorme
GRAZIE.
Il gruppo di amici di ballo ha sostenuto con entusiasmo Lorenzo
Dibilio, che nella stessa serata si
è esibito sul palco cantando la
vecchia canzone dello Zecchino
d’Oro “Popof”, davanti a un numeroso pubblico.
Complimenti al gruppo coreografico di Cisterna e al piccolo Lorenzo per la splendida esibizione.
La serata è stata una vera occasione di festa per tante famiglie che
hanno potuto apprezzare la gioia
di stare insieme.
Le mamme Sandra e Michela
MUSEO
La storia della “Nonna Bambina”
Susanna Raweh a Cisterna per non dimenticare
9° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
S
pesso le manifestazioni per
la Giornata della Memoria si
concludono in concomitanza del
27 gennaio di ogni anno, relegando tutta una serie di considerazioni ad un periodo limitatissimo
di tempo e sempre denso di appuntamenti. In considerazione di
questo, il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese ha deciso di
dedicare molti appuntamenti a
questo momento storico per analizzarlo attraverso diversi punti di
vista. L’ultimo incontro sul tema
si è tenuto giovedì 23 febbraio,
alle ore 21,00 presso il Teatrino
Parrocchiale di Cisterna d’Asti, in
collaborazione con l’Associazione
Franco Casetta di Canale d’Alba e
l’Israt.
Protagonista dell’incontro Susanna Raweh, autrice – con la figlia
Dafna - del libro La storia della
nonna bambina, uscito in ebraico
a Tel Aviv (Ha-Sippur shel Savtà
Yaldà-The Story of Granny-Girl,
Shufra for Fine Literature, 2004).
La Raweh ha studiato Letteratura
inglese e Linguistica all’università
di Gerusalemme dove ha anche
insegnato per alcuni anni. Successivamente si è trasferita con la
famiglia in Italia ritornando, dopo
qualche anno, in Israele. Proprio in
questo periodo si è specializzata
in Assistenza sociale con indirizzo psichiatrico. Ha anche lavorato
come psicoterapeuta della coppia e della famiglia ad “Amcha”,
centro israeliano per il supporto
psico-sociale dei superstiti della
Shoah e delle loro famiglie.
L’incontro, davvero ricco e denso,
è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione della dott.
ssa Roberta Arias - che ha introdotto l’incontro - amica personale
della scrittrice. Susanna Raweh
ha vissuto con la sua famiglia uno
dei periodi più terribili della storia
recente a causa della sua appartenenza religiosa. La sua storia inizia in Romania alla fine degli anni
‘30, suo padre è medico mentre
i parenti vivono in Ucraina. Proprio i nonni, preoccupati per la
situazione ebraica a causa del
nazismo, invitano i suoi genitori a
raggiungerli in quanto temono per
la loro incolumità. Purtroppo questo viaggio si rivelerà, al contrario,
l’inizio di un lungo peregrinare tra
ghetti e campi di concentramento
diversi. Però, grazie alla professione medica del padre ed anche
per tutta una serie di eventi fortuiti, riescono a salvarsi e, in seguito
ad altre vicende, ad approdare in
Israele all’inizio degli Anni Sessanta.
Vicende tristi e dolorose hanno
segnato la sua vita di bambina
vivace e allegra i cui primi ricordi risalgono alla notte durante la
–6–
quale le S.S. irrompono nella sua
casa obbligando la sua famiglia a
salire, dopo una attesa lunga ore
in un piazzale freddo, su un treno
merci per una meta dalla quale la
maggior parte degli altri deportati
non farà ritorno.
Oggi molti suoi ricordi, forse le
parti più drammatiche di questa
storia, sono state cancellate dalla
sua memoria ma rimangono quelli
relativi alle persone “buone” anche quelle che, nonostante il colore della divisa che portano, salvano la sua vita, quella della sua
mamma e del suo papà. Ad esempio il comandante di un campo che ha avuto il compito di occuparsi della costruzione di queste
strade grazie al lavoro degli schiavi che gli sono stati assegnati - fa
in modo che Susanna non venga
deportata con i vecchi e i bambini
in altri luoghi ancora peggiori dai
quali, come si legge nel libro: “In
un posto/Dal quale nessuno/Era
mai tornato.” Il libro, illustrato con
i disegni della figlia Dafne, nasce
proprio dalla richiesta di quest’ultima a Susanna affinchè racconti
ai nipoti la vicenda che ha vissuto.
Questa urgenza è diventata per
Susanna, come per altri sopravvissuti, un imperativo categorico
dopo anni di silenzio e di rimozioni anche all’ interno del nucleo della sua famiglia. L’ intento
è di parlare ai più piccoli con un
linguaggio semplice, lo stesso linguaggio universale che avrebbe
utilizzato la piccola Susanna per
farsi comprendere dai suoi coeta-
SCUOLA
nei. Queste pagine preziose – che
sono in attesa di un editore che
voglia proporle anche in Italia (per
ora il testo è scaricabile alla pagina
http://www.istoreto.it/didattica/2701_
storianonnabambina/storianonnabambina.pdf ) – hanno raggiunto il du-
plice scopo di coniugare il dovere
della memoria con quello della
speranza che apre il cuore ad un
nuovo domani. La dott.ssa Arias,
nel suo intervento, ha sottolineato
quanto sia doloroso ogni volta per
Susanna ripensare a quel periodo
che ha coinciso con la sua prima
infanzia. Riparlarne è rivivere quei
momenti ma anche lasciare agli
altri qualcosa prezioso di sé. Per
questo, ha evidenziato la Arias,
Susanna Raweh non si sente una
vittima ma una sopravvissuta che
per anni ha taciuto, come molti
altri nella sua condizione, perché raccontare voleva dire soffrire e anche far soffrire. Proprio la
Raweh ha detto: “Abbiamo subìto
un suppruso che ci ha lasciato segni indelebili… dobbiamo tutelarci
per sopravvivere… “. Per lei, oggi,
sono rimasti oltre alla richiesta di
giustizia, di ascolto e di comprensione, il piacere di godersi la vita,
di sperare in un futuro pieno di
sole e bellezza. Susanna Raweh,
occhi azzurro cielo in un volto di
bambina senza età, con il suo sorriso accogliente, le sue parole cal-
de, ha commosso il folto pubblico
intervenuto. Tra loro moltissimi
bambini che hanno ascoltato in
silenzio e con attenzione il filo di
quel lungo racconto che, sicuramente, li avrà fatti immedesimare
in quella bimba vispa che, nonostante tutto, ha superato il dolore
anche con la forza della sua allegria. Una bella rivincita rispetto a
progetti disumani.
Giovanna Cravanzola
Bambini della scuola di Cisterna in festa
S
abato 31 marzo è stata una
giornata di festa per i bambini
di 3°, 4° e 5° di Cisterna perché,
accompagnati dalle loro insegnanti e dai genitori, hanno partecipato alla festa conclusiva del
laboratorio di educazione alla
pace e alla solidarietà organizzata dall’Associazione OASI Operazione Mato Grosso di Torino.
Nel mese di febbraio i bambini
si erano recati presso il centro
Laura Vicuna di Rivalta per partecipare a questo laboratorio. Attraverso giochi, momenti di riflessione e di condivisione proposti
dai volontari dell’associazione,
i bimbi hanno potuto prendere
coscienza di ciò che significa la
parola diritto e quanto il loro ri-
spetto voglia dire per la vita di un
bambino. Attraverso la loro esperienza personale di volontari in
Brasile hanno cercato di far prendere coscienza ai bambini delle
profonde ingiustizie che vivono
bambini come loro nel sud del
mondo. Tutto ciò per stimolarli
verso atteggiamenti di rispetto,
solidarietà e condivisione.
La festa al Palazzetto dello sport
di Torino è stato il momento conclusivo in cui bambini e genitori,
attraverso un piccolo dono, hanno potuto aiutare chi ha meno di
loro.
Tra maghi, pirati e folletti le tre
ore di festa hanno coinvolto tutti,
grandi e piccoli, in canti balli e,
come momento finale, i bambini
–7–
della classe terza hanno vinto il
secondo premio del concorso di
disegno, abbinato al laboratorio,
a cui avevano partecipato rappresentando il diritto all’istruzione.
È stata una gioia enorme salire
sul palco ed essere premiati con
coppa e materiale didattico per
la classe.
Complimenti e al prossimo anno!!!
Marisa Garavello
COMUNITà
Spettacolo teatrale
S
abato sera 21 luglio è andato in scena “Due passi e due
battute per quattro risate” uno
spettacolo scritto ed interpretato
dai “ragazzi del teatro delle parrocchie di Cisterna e Valle San
Matteo”. Questo gruppo è composto da 28 ragazzi con un’età
compresa tra i 12 e i 20 anni con
il supporto di 4 “attori” adulti:
Dario, Paola, Renzo e Cinzia e 3
tecnici: Angelo, Silvano e Bruno.
Lo spettacolo si è svolto nel suggestivo cortile del nostro Castello
tra gocce, tuoni e inoffensivi fulmini; i Santi Gervasio, Protasio e
Matteo hanno ascoltato le nostre
preghiere regalandoci una fresca
e quasi asciutta serata.
“Sono un ragazzo fortunato” è
stata la canzone d’inizio, questo per dimostrare che ognuno
di loro è un adolescente fortunato perchè vive in una famiglia e
comunità speciale in cui esistono ancora determinati valori, ma
fortunati siamo anche noi genitori perchè abbiamo questi bravi ragazzi che si sono impegnati tantissimo, hanno provato per
10 mesi in Valle, Don Pierino è
sempre stato molto comprensivo
e disponibile e ci ha aperto volentieri le porte del teatro e... del
suo cuore... Grazie!
Oltre al canto, i ragazzi si sono
esibiti in cinque balli e in una
stupefacente sfilata di moda.
I balletti sono stati studiati ed insegnati dalla bravissima Debora
che, oltre ad essere istruttrice, è
diventata per tutti noi una cara
e simpatica amica; Giulia, Massimo e Mattia sono stati i
suoi paladini
aiutandola nei
momenti più
complicati.
“Papi” è stato
il primo ballo
seguito
dalla “Danza dei
nastri
multicolori” e da
“Soavemente”,
per arrivare a
“Grease”, quest’ultimo particolarmente suggestivo e divertente,
Martina Newton John e Flavio
Travolta hanno incantato il pubblico per la loro simpatia e sensualità. L’ultimo ballo è stato “La
nascita delle farfalle”, una danza
di reti da cui si sono liberate sei
leggiadre farfalle e... un “farfallone”.
Grazie alla ditta FRA per averci
fornito le preziose reti e a Bruno
per aver istallato la sbarra, con
luci annesse, dove poterle attaccare.
Tra i balli sono state interpretate
due scenette “Dal dottore” e “La
vedova allegra” nelle quali hanno recitato gli adulti con il sup–8–
porto dei ragazzi, e il mix è stato
vincente!
Nella prima scena siamo nella
sala d’aspetto del dottor Lexonan
Renzo, dove arrivano tre coppie
di pazienti e per ultima una supervamp informatrice farmaceutica Agnese che sponsorizza delle miracolose vitamine, le coppie
sono formate da Dario e Paola
che interpretano egregiamente
due pettegoli paesani che travisano a modo loro ciò che capiscono dalle conversazioni tra il medico e gli altri pazienti, Monsu
Cravot Lorenzo e Madama Quaia Cinzia artigiani benestanti che
costruiscono casse da morto che
sono venuti dal medico per una
semplice visita di controllo, ma
che invece, secondo Camilu e
Ginota, sono praticamente in fin
di vita. Infine troviamo la coppia
di fidanzati Oxford Mattia e Ivanka Martina figlia del sindaco la
quale è messa in croce dai soliti
due pettegoli per essere incinta,
mentre invece ha una semplice
unghia incarnita. Il finale? Camilu si trasforma, grazie alle vitamine blu della vamp, da semplice
micino a un possente leone !
COMUNITà
L’altra scenetta si intitolata “La
vedova allegra” e si svolge in
un’antico casato dove è appena
deceduto il marito, ovviamente
Barone Dario, della particolarissima e sexy Baronessa Marchiulin Paola che esterna il suo dolore tra lacrime e balletti. Martino,
elegante e serissimo maggiordomo, annuncia l’arrivo degli amici
e conoscenti che vengono a porgere le condoglianze alla vedova i quali si scontrano ogni volta
con la svampita, ma simpatica,
cameriera Veronica. Alla fine il
colpo di scena, il morto non è
morto! è solo in coma diabetico per il troppo gelato regalato
dall’amante della Baronessa, la
quale, visto la risurrezione del
marito... “schiatta!”
Lo spettacolo si è concluso con
un bellissimo video realizzato da
Debora con le foto di tutti i partecipanti e con i ringraziamenti e
i saluti al pubblico.
è stata un’esperienza gratificante,
un percorso lungo, stancante, ma
che alla fine ha dato ottimi frutti,
i nostri figli ci hanno dimostrato
che sono capaci di impegnarsi
e di stare insieme, a formare un
gruppo. Ci sono stati momenti
critici e faticosi, ma alla fine abbiamo realizzato uno spettacolo
carino e divertente!
è stato bello stare insieme, bello
condividere sentimenti, ballare,
cantare, recitare, ridere e anche
pregare. Speriamo di continuare
questo cammino,
speriamo che i ragazzi più grandi
continuino ad avere voglia e soprattutto tempo per
dedicarsi a questa
attività! Abbiamo
dei ragazzi fantastici, aiutiamoli e
cerchiamo di capirli e sostenerli!
Nuovo Consiglio Direttivo
I
l 6 febbraio 2012 si è riunita
l’assemblea dell’Associazione
Museo Arti e Mestieri di un tempo per eleggere il nuovo Consi-
glio Direttivo, che sarà in carica
fino al 2014.
I soci hanno riconfermato Vaudano Bartolomeo, il presidente sto–9–
Grazie di cuore a tutti voi ragazzi!! Grazie a Super Dario, a Renzo, a Paola, ad Angelo, a Bruno e
a Silvano! Grazie al Castello che
ci ha ospitato per la serata!
“La vita è un’opera di teatro che
non ha prove iniziali. Quindi,
canta, ridi, ama, piangi e vivi intensamente ogni momento della
tua vita, prima che cali il sipario
e l’opera finisca senza applausi”
(Charlie Chaplin).
Madama Quaia.
rico, fondatore e anima dell’Associazione, che da trent’anni si
prende cura della raccolta.
Ad affiancarlo ci saranno la
Vice Presidente: Vaudano Gabriella; il membro di Diritto Peletto Renzo (sindaco); la segretaria: Mo Tiziana; i revisori dei
Conti: Pavigliantiti Antonio, Garola Serenella, Scapino Rosella;
il tesoriere: Massocco Onorina; il segretario per le relazioni esterne: Incarnato Marco;
i consiglieri: Vaudano Enrico,
Molino Paola, Massocco Claudio, Alfero Francesco, Virdis
Vincenza, Mo Cinzia, Bignante
Angelo, Gallino Roberto, Mazzocco Daniela, Berardi Luca,
Olivetti Fabio.
MUSEO
“Buon compleanno Fenoglio
un Fenoglio alla battaglia di Cisterna”
10° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
“A
uguri Beppe: novantanni
e non dimostrarli”, considerando la ricca partecipazione,
anche questo avrebbe potuto essere il titolo del convegno dedicato a Fenoglio sabato 10 marzo
2012 al Castello di Cisterna d’Asti. Infatti non è facile, specialmente in uno dei primi sabati
ormai primaverili, raccogliere
così tante persone per un evento
di tipo culturale ma, in quest’occasione, i fatti hanno superato le
più rosee previsioni.
L’incontro è stato organizzato
dal Polo Cittattiva per l’Astigiano
e l’Albese in collaborazione con
il Museo Arti e Mestieri di un
Tempo di Cisterna d’Asti, l’Associazione Culturale Franco Casetta, il Centro di Documentazione
“B. Fenoglio”, la Fondazione
Ferrero di Alba, l’Associazione
Centro Studi “Beppe Fenoglio”,
l’Associazione Franco Casetta
di Canale d’Alba e l’Israt ed ha
visto la partecipazione di numerosi relatori e l’inaugurazione fotografica di Aldo Agnelli, amico
e fotografo ufficiale di Beppe Fenoglio. Dopo i saluti iniziali, ha
preso la parola il moderatore del
Convegno, prof. Giulio Parusso
– Direttore dell’ Associazione
Centro Studi Beppe Fenoglio che ha introdotto i relatori e gli
argomenti della giornata. Il dottor Mario Renosio dell’ Israt ha
contestualizzato
storicamente
gli eventi relativi alla Battaglia
di Cisterna e di S. Stefano Roero tratteggiandone gli aspetti più
salienti e rileggendo (in una luce
molto più oggettiva) i dati raccolti dai protagonisti sulla vicenda.
Rastrellamenti, imboscate, spari
e non solo… questo doveva essere l’ambiente – proprio nei primi
giorni di marzo – di quegli anni.
Case bruciate, vite tranquille distrutte nella quiete della campagna e, ancora oggi, interrogando
i testimoni diretti è ancora possibile rivedere questa storia nei
loro occhi. Ma, come ha sottolineato il dottor Renosio, l’importanza storica di questa battaglia
è stata soprattutto nell’ aver creato la consapevolezza che, ormai,
un periodo storico era giunto al
termine e che stava sorgendo
l’alba di una nuova epoca in un
mondo che sembrava giunto al
capolinea. In questo paesaggio
storico è possibile inquadrare la
figura del Maggiore Hope che
Fenoglio inserisce come personaggio all’interno delle sue opere e che, probabilmente, ha conosciuto direttamente. Di questa figura singolare ha parlato il
prof. John Meddemmen (docente di storia della lingua inglese
presso l’ Università di Pavia). Il
Maggiore Hope che è stato delineato, è un uomo molto curioso,
che lotta strenuamente per imparare la lingua italiana e che,
a causa di un banale incidente,
– 10 –
perde la vita nella stanza vicino
al teatrino. Un uomo particolare
che, dopo essere passato indenne attraverso due guerre, termina
la sua esistenza per una disgrazia a pochi giorni dalla fine del
conflitto. Il prof. Meddemen ha
parlato anche del suo carteggio
con il figlio del maggiore che desiderava approfondire la conoscenza dei luoghi che videro la
morte del padre, anche attraverso la lettura delle opere di Fenoglio che lo riguardavano in parte.
Giulia Carpignano, studiosa e
ricercatrice, ha invece sottolineato i punti di contatto e di
scollamento tra la realtà storica e gli scritti di Fenoglio. Per
compredere questi rapporti (nei
quali è inserito anche il paese
di Cisterna) è importante conoscere la vicenda umana di Fenoglio. Partigiano della prima ora,
era un guerrigliero senza mezzi,
senza armi e organizzazione. Si
era unito inizialmente anche a
brigate di ispirazione comunista, pur sentendosi monarchico.
Successivamente, dopo un tragico evento, comprese che questo
non era il percorso che cercava
ed entrò in un’altra divisione. Da
allora in poi venne utilizzato per
i collegamenti con le missioni
alleate con l’incarico anche di
fare il traduttore. Era un partigiano speciale, conoscitore della lingua e della cultura inglese
MUSEO
e ciò gli fu molto utile in questa
seconda esperienza partigiana.
Sicuramente fu un partigiano
che dimostrò la sua presenza
anche presidiando un territorio.
Ma in nessun documento si parla
della sua presenza alla Battaglia
di Cisterna. Invece, negli ultimi
anni si sono moltiplicate le testimonianze della sua presenza nel
Monferrato. Ma probabilmente conobbe Hope e fu legato a
lui da stima ed affetto tanto che
qualche mese dopo la fine della
guerra – come testimonia il suo
amico Aldo Agnelli – ritornò a
Cisterna. Comunque nei suoi
testi rimangono molti punti di
distacco dalla realtà storica. In
ogni caso il connubio tra storia
finzione consapevolmente
rielaborata in chiave letteraria, nulla toglie
al valore della sua
opera dove la
compattazione degli eventi racconta il
modo in cui
Fenoglio ha voluto raccontare
le sue emozioni
attraverso la storia;
in modo particolare
quanto questa esperienza
abbia ampliato i suoi orizzonti,
il suo modo di essere un “partigiano planetario” e di vedere la
guerra.
Al termine dell’intervento, il
dott. Borra del Centro di Documentazione ”B. Fenoglio” ha
inaugurato la mostra fotografica “Fenoglio/Agnelli: 14 scatti”
alla presenza dell’autore. La mostra rispetta il formato e l’inquadratura originale ed è singolare
proprio per questo. Aldo Agnelli
amico dell’adolescenza di Fenoglio che con lui ha condiviso, oltre che i suoi pensieri, anche le
lunghe passeggiate nelle Langhe,
ha regalato ai presenti i momenti più emozionanti della giornata. “Volevo che un giorno chi
le vedeva potesse capire come
vedevo io questo amico. Abbiamo trascorso una vita insieme. Io
usavo le foto e lui la parola…
Beppe amava ascoltare la
gente ma faceva poche
domande. Con il mio
mestiere facevo da
tramite perché tutti
mi conoscevano ed
io potevo prende-
re amicizia e contatti… perché il
langhetto non ama parlare delle
sue cose ma con me si aprivano. Oggi provo profonda gioia
perché sono servito a qualcuno.
Beppe è conosciuto per i suoi
scritti. All inizio non lo capivano,
solo dopo hanno riconosciuto la
sua grandezza. E questo mi rattrista perché se n’è andato senza
godere della sua fatica… tanto lavoro! Incontrare persone che si
– 11 –
interessano di quell’epoca, di Fenoglio per me è una grande gioia
e motivo di commozione”.
Luca Anibaldi, autore con Paolo
Ciaberta del bel libro “Tradizione rivoluzionaria. Non fate delle
barriques ma delle barricate” - in
cui un capitolo è proprio dedicato al fotografo - gli ha domandato dove oggi vorrebbe fotografare il suo amico Beppe.
Ecco la risposta di
Agnelli: “Dopo la
sua morte per un
lungo
momento
non salivo più sulle colline senza di
lui. Però ci si abitua anche a questi
dolori. No, dovevo
andare, ritornare,
ricordare! Ci sono riuscito ed ho ripetuto le
fotografie nello stesso
punto in cui le avevo fatte con lui. Ero
felice di avercela fatta. Sto ora provando
con Borra a mettere
tutto insieme per raccontare il mio viaggio
con Fenoglio ma anche i
luoghi fenogliani. Vorrei che
capissero il mio dramma perché
non è facile ripetere questi momenti per me”.
Buon compleanno Beppe Fenoglio. Grazie Aldo Agnelli. Per
chi vi ha conosciuto tramite le
pagine dei libri, è stato come incontrare due vecchi amici a metà
di un sentiero che conduce alla
cima di una collina.
Giovanna
Cravanzola
MUSEO
“Strade delle memorie Partigiane”
11° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
G
uide turistiche e mappe stradali sono strumenti per guidare verso luoghi vicini e lontani.
Offrono la possibilità di raggiungere anche mete sconosciute grazie
al reticolo delle strade che vi sono
tracciate. E proprio in questa rete,
talvolta, si può rimanere impigliati non solo fisicamente ma anche emotivamente, specialmente
quando si raggiungono posti che
sono stati scenari di episodi particolari. Destinazioni che ci portano a riflettere anche quando le
abbandoniamo, che ci spingono a
tornare alla ricerca delle orme che
furono di altri, per lasciare anche
la nostra traccia e respirare la polvere del tempo. Partendo da suggestioni come queste, un gruppo
di insegnanti albesi – in collaborazione con l’ANPI Sezione di
Alba, l’ Associazione Colle della
Resistenza e Comune di Alba ed il
contributo della Fondazione CRC
– ha realizzato il secondo volume
della serie “Strade delle memorie
partigiane” dedicando il percorso
all’ itinerario Leonardo Cocito.
E proprio ad un anno di distanza dalla pubblicazione del primo
volume, venerdì 16 marzo 2012
presso il Museo Arti e Mestieri
di Cisterna d’Asti è stato presentato questo secondo importante
lavoro realizzato da Michelangelo Caponetto, Enzo Demaria,
Daniele Ferrero, Marco Francia,
Daniela Gonella, Gabriele Proglio
ed Elena Ruella. L’incontro, inserito all’interno del calendario delle
iniziative del Polo Cittattiva per
l’Astigiano e l’Albese, è stato orga-
nizzato dall’Associazione Franco
Casetta di Canale in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri
di un Tempo di Cisterna d’Asti e
l’Israt.
La serata è stata introdotta dal
dott. Marco Castella dell’ Associazione Franco Casetta che ha portato il saluto degli organizzatori
ed ha poi dato la parola alla sig.ra
Barberis rappresentante dell’ Anpi
di Alba. Da anni, infatti, l’Anpi di
Alba cerca di rivitalizzare la conoscenza di questo periodo sforzandosi anche di partire dalla storia
di ceppi e lapidi commemorativi
che spesso si incontrano sulle strade. Proprio in questa prospettiva
è nato il percorso “Strade della
Memoria” grazie alla disponibilità
di professori entusiasti e preparati
che hanno permesso con il loro
lavoro di dare alle stampe il secondo volume di questa serie che
è sia storica che turistica.
Il senso di questo lavoro – come
ha ben sottolineato il dottor Castella – consiste nel partire da fonti scritte per metterle in scena su
un territorio ricco di memorie da
raccontare. Non solo, l’Associa– 12 –
zione Franco Casetta, grazie al
contributo e alle competenze di
un socio - Luca Sibona – ha potuto ripercorrere l’itineraio registrandolo con traccia GPS. Un modo
per rendere questi sentieri vivi
così come le presenze di coloro
che li hanno percorsi accompagnati dal senso di precarietà quotidiana, dal dolore e, spesso, da
qualche tragedia inspiegabile e,
spesso, disumana. La storia allora
– come ha messo in risalto Castella - mette le gambe ed esce dai
libri, “… entra dentro alle stanze
e le brucia…” come cantava De
Gregori. I volumi di questa serie,
proprio per questo motivo, hanno
lo scopo di accompagnare i visitatori in queste località ma anche di
promuovere una riflessione sull’utilizzo dei luoghi della Resistenza.
Daniele Ferrero, Michelangelo
Caponetto ed Elena Ruella hanno portato le motivazioni profonde che hanno mosso il loro
lavoro di insegnanti a contatto
con gli adolescenti, proprio oggi
che la distanza temporale potrebbe rendere lontane e quasi
irraggiungibili queste vicende. Per
questo è necessario cambiare la
qualità della memoria della Resistenza, renderla viva, attuale non
riproponendola come un rituale
sterile ma rileggendola alla luce
dei suoi valori che sono ancora
assolutamente attuali. Occorre,
in questa prospettiva, ricostruire
una memoria collettiva operando
in modo che ciascuno – i giovani
in particolare – se ne riappropri
facendola diventare individuale,
COMUNITà
come propone Dacia Maraini.
A questo proposito il prof. Caponetto ha sottolineato come l’esperienza partigiana fu un fatto di
popolo alla ricerca di un destino
dopo i disperati anni della dittatura e della guerra. Furono, pertanto, laboratori di libertà per il futuro di un nuovo Paese che doveva
ancora nascere e, nel quale, in parecchi sacrificarono tutto, misero
a rischio se stessi ed i propri cari
nell’intento di dare riparo e rifugio
ai combattenti.
Ripercorrere le strade della storia,
in questo caso della Resistenza,
consente di andare più a fondo,
di riconoscere i luoghi, di paragonarli rispetto alle trasformazioni che hanno subito nel corso
del tempo. Luoghi di uomini, di
idee, di esigenze che, oggi, per
alcuni aspetti possono ancora es-
sere quelli di allora perché, come
ha sottolineato la prof.ssa Ruella,
proprio oggi c’è la necessità di
resistere ancora. I percorsi presentati nel volume sono concreti,
fortemente legati alla realtà. Oggi
i mezzi multimediali consentono
di rileggere questo periodo utilizzando il linguaggio delle generazioni 2.0 senza però tralasciare la
conoscenza reale di quelle strade
ripercorse riscoprendo davvero
un territorio.
Al termine il dott. Paglieri dell’
Associazione Franco Casetta ha
ripercorso le pagine del volume
attraverso citazioni ma anche interviste e video a testimoni diretti
del massacro di Cerequio perpetrato tra le mura di quella che oggi
è una magnifica cascina immersa
nel verde, un luogo bellissimo
che contrasta con la tragicità dell’
evento, come spesso accade nella
storia.
“STRADE DELLE MEMORIE PARTIGIANE. ITINERARIO LEONARDO COCITO”, una mappa per
ripercorrere il passato alla ricerca
non di eroi ma di uomini comuni che - anche a causa del destino - con il loro coraggio hanno
tracciato il sentiero della libertà
sul quale oggi tutti noi possiamo
camminare anche se spesso lo
facciamo inconsapevolmente. È
invece importante accorgersi che
la libertà è un valore che occorre
sempre tutelare ed è proprio per
questo che, come recita G. Roversi se “Oggi sono rimasti in pochi a
contrastare…” , “è oggi che dobbiamo contrastare”.
Giovanna Cravanzola
CENA DEL POVERO
S
empre più spesso indifferenza
e superficialità colpiscono le
persone; talvolta però, alcune riescono a mantenere vivo quel briciolo di solidarietà che dovrebbe
legare gli uomini.
Così, anche il Gruppo Giovanissimi, il giorno 24 marzo 2012 al
Teatrino, si è riunito per aiutare
l'assiciazione “Find the cure”, che
è un comitato no profit impegnato
con diversi volontari in molte missioni, in vari paesi come l'India, il
Sudan, la Tanzania...
In questa occasione sia i ragazzi
che i volontari hanno colloborato
per la realizzazione di una cena
intitolata “La cena del povero” poiché caratterizzata da piatti poco
elaborati come il riso e yogurt
bianco e un piatto caratteristico: i
“samosa” fagottini di pasta ripieni
di verdura bollita e molto speziata.
Grazie alla numerosa partecipazione alla serata, il ricavato della
cena e della bancarella di maglie
e felpe allestita dai volontari è stato alto.
I membri dell'associazione non
solo dimostrano la propria determinazione in questa attività, poiché non hanno retribuzioni in denaro, ma inoltre partecipano alle
missioni durante le proprie vacanze per la realizzazione di un'i– 13 –
dea ben più importante e grande:
combattere le differenze non solo
sul piano economico ma anche su
quello umano.
Durante la serata i presenti hanno assistito ad una proiezione che
mostrava il risultato e i successi
dell'associazione, avvicinando in
questo modo anche noi, che siamo geograficamente lontani da
queste realtà, alle persone meno
fortunate.
Federica Bodda & Matilde Cielo
MUSEO
“La tutela della libertà personale nella
Costituzione e nella Legge Processuale”
12° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
M
olto spesso, in particolar
modo quando ci si rivolge
ad un pubblico ampio, si prediligono argomenti considerati alla
portata di tutti evitando il più pos-
sibile di proporre tematiche ritenute più ostiche ad un pubblico
poco preparato.
L’incontro con il prof. Serafino
Nosengo, organizzato dal Polo
Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese il 26 marzo 2012 alle ore 21,00
presso il Museo Arti e Mestieri
di un Tempo di Cisterna d’Asti,
ha dimostrato, invece, che sono
possibili altre strade. Come ha
sottolineato il relatore, proprio la
capacità di rendere comprensibili
argomenti difficili apre l’ingresso
ad una cittadinanza più consapevole da parte di una cerchia sempre più larga di persone.
Infatti argomento della serata era
“LA TUTELA DELLA LIBERTÀ PERSONALE NELLA COSTITUZIONE
E NELLA LEGGE PROCESSUALE”,
sicuramente una tematica non
molto semplice che, però, l’abilità del relatore ha saputo rendere
estremamente interessante anche
per un uditorio poco avvezzo a
contenuti di tipo giuridico. Ovviamente ha contribuito a tutto ciò
la lunga carriera accademica del
prof. Serafino Nosengo, associato di Diritto processuale penale
presso l’Università del Piemonte
Orientale fino al termine dell’ a.a.
2010/2011. È stato anche responsabile del gruppo di studio Diritto
– Economia della “Commissione
Brocca” chiamata a redigere i programmi dei primi due anni della
nuova secondaria e del triennio. Ha fatto parte di numerose
commissioni e gruppi di ricerca.
Attualmente ricopre l’incarico
di Presidente della commissione
scientifica della Scuola di formazione forense “Giorgio Ambrosoli”. È componente la Commissione
scientifica della Rivista Minorigiustizia (Franco Angeli). Non solo.
Grazie alla documentazione del
progetto del presente Polo Cittattiva presente sul sito www.scuolealmuseo.it, lo scorso anno Nosengo è venuto a conoscenza del lavoro che si stava svolgendo. Così,
in segno di apprezzamento, ha
offerto la sua collaborazione gratuita e, nel mese di ottobre, è stato un ospite estremamente gradito
all’ Inaugurazione del Bosco della
Costituzione a Cisterna d’Asti.
Punto di partenza è stata la riflessione su come spesso vengano
confusi tra loro i termini nell’ambito del diritto mentre, specialmente
in questo campo, non dovrebbero esserci dei fraintendimenti. Ad
esempio questo capita frequente– 14 –
mente per le parole magistrato e
giudice e, nell’ opinione pubblica,
sovente l’azione della giustizia viene intesa in modo semplicistico:
libertaria (tutti fuori) o liberticida
(tutti dentro). Invece tutte le decisioni sono prese esclusivamente
tramite l’applicazione di codici
diversi e, soprattutto, della Costituzione. In questo modo proprio
l’amministrazione della giustizia
che dovrebbe garantire la tutela
della libertà personale viene interpretata a volte come un’arma in
balia di coloro che la gestiscono.
La Costituzione però sottolinea
che la libertà umana individuale si
sviluppa attraverso il rispetto delle leggi che non sono, quindi, un
freno ma, anzi, garantiscono che
ciascuno possa esplicitare la propria autodeterminazione. Quindi
la libertà non è anarchia. Si è liberi quando c’è il rispetto delle leggi
che, quando tutto funziona a dovere, sono condivise. Pertanto si
esercita il proprio essere umano e
la partecipazione al dibattito politico mediante il voto.
Ma, come ha sottolineato il prof.
Nosengo, tutto ciò è il sale della
cittadinanza che si impara già da
piccoli comprendendo con la pratica che è anche bello spendersi
gratuitamente a favore degli altri
perché, solo in questo modo, si
cambia un mondo dove spesso
sembra vincere solo la prevaricazione. Proprio i piccoli sono le
fondamenta dello stare insieme
civile.
Giovanna Cravanzola
MUSEO
“La sfortuna in favore Beppe Fenoglio e la liberta”
13° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
G
iovedì 12 aprile 2012, presso
il Castello di Cisterna d’Asti,
si è tenuto un interessante incontro dal titolo “Fenoglio, la libertà
- presentazione del libro “La sfortuna in favore”.
La serata è stata organizzata dal
Polo Cittattiva per l’Astigiano e
l’Albese in collaborazione con il
Museo Arti e Mestieri di un Tempo, l’Associazione Culturale Franco Casetta, il Centro di Documentazione “B. Fenoglio”, la Fondazione Ferrero di Alba, l’Associazione
Centro Studi “Beppe Fenoglio”,
l’Israt ed è stata il secondo appuntamento all’interno dei festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Beppe Fenoglio.
Il dottor Edoardo Borra ha introdotto la conferenza ricordando la
figura di Beppe Fenoglio che, in
vita, non ha potuto godere della
fortuna della sua opera presentando poi il relatore, prof. Valter
Boggione docente di Letteratura
italiana presso l’Università di Torino. Ha scritto soprattutto sulla
poesia secentesca, su Manzoni e
Tommaseo, su Gozzano e i crepuscolari, sugli scrittori - pittori torinesi (Mario Lattes e Italo Cremona) e sulle questioni legate all’intertestualità letteraria. Si è anche
occupato di storia della lingua
italiana. Allievo del prof. Giorgio
Barberi Squarotti, studioso della
Scuola Torinese dell’opera fenogliana, il prof. Boggione ha proseguito nella sua attività di ricercatore lo studio di questo autore.
Nel libro “La sfortuna in favore”
Boggione ha raccolto diversi sag-
gi su Fenoglio. Ma cosa ha a che
fare il tema della libertà con l’opera di Fenoglio?
In realtà, come ha ben sottolineato il prof. Boggione, lo scrittore
non tratta quasi mai di questo
concetto, scarsissimo è anche l’utilizzo del termine libertà e la cosa
sembra un paradosso in quanto
tutte le sue opere sono protese
verso la libertà di un territorio, dei
contadini.
In realtà Fenoglio non ne parla
mai come di qualcosa di presente
ma sottolinea sempre la perenne
ricerca per raggiungerla. Per questo non ne dà una spiegazione
ma tutti gli attori dei suoi scritti
lottano per ottenerla. Non è mai
una libertà ideologica pur se, per
l’autore, bisogna sempre lottare
contro l’oppressione intellettuale.
La libertà passa sempre in secondo piano rispetto al possedere
una forma di verità. Spesso compare invece la parola liberazione
che, a differenza della libertà, per
Fenoglio può essere definita. Per
l’autore l’uomo deve accettare
la propria condizione e, quindi,
non può mai considerarsi libero.
Proprio per questo è difficile dare
un valore positivo al concetto
– 15 –
di libertà. Infatti la vita umana è
sempre contrastata dalla violenza
degli uomini, della natura o del
destino. L’uomo è sempre esposto
al male e la malora limita le scelte
e le aspirazioni. Questa è la vera
problematica di Fenoglio: la ricerca di una risposta al male.
Agostino, il protagonista de “La
malora” è, pur senza colpe, circondato dal male. E’ un perdente
ma, per Fenoglio, è l’eroe che non
si ribella al suo destino e porta il
male su di sé come un peso. In
questa prospettiva rientra la cultura cristiana del peccato originale
che ricade sui figli.
In questa visione, il vero colpevole (e quindi perdente) è il padre
che vuole cambiare la sua condizione e, così facendo, decreta
inesorabilmente la rovina della
sua famiglia.
Per Fenoglio, quindi, la libertà è
sempre lotta, conquista, resistenza per opporsi alla negatività che
vorrebbe far soccombere l’uomo.
Per questo occorre sempre essere
partigiani perché ci sarà sempre
qualche situazione che limiterà
la libertà dell’uomo. Gli eroi fenogliani, pur con la sfortuna in favore, non cedono, resistono, tutto
sopportano e, proprio per questo,
diventano invincibili arrivando
alla salvezza. Infatti, se si è perduto il Paradiso, si deve riscattarlo
guardando in faccia la notte e il
male.
Proprio questi aspetti avvicinano, ancora oggi, Fenoglio e le sue
opere al pubblico giovanile.
Giovanna Cravanzola
MUSEO
“Dove comincia e dove finisce la mia liberta”
Incontro per le Scuole Primarie di Cisterna con Serafino Nosengo, un Professore Amico dei Bambini
14° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
N
el mese di aprile, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, si è tenuto un
incontro particolare per i bambini
della Scuola Primaria Statale di Cisterna d’Asti.
Ecco quello che hanno scritto gli
alunni della classe 4a.
“Lunedì 16 aprile 2012, è venuto a
parlare nella nostra scuola il prof.
Serafino Nosengo, docente di Diritto all’Università. Ci ha parlato
della libertà infatti il titolo dell’incontro era “DOVE COMINCIA
E DOVE FINISCE LA MIA LIBERTÀ?”, un argomento interessante
visto che le classi 4 e 5 stanno
lavorando proprio su questo tema.
Nonostante sia abituato a parlare
con gli adulti, il prof. Nosengo è
riuscito comunque a farsi capire
da noi bambini e a rispondere alle
nostre domande.
Il discorso è partito da dove inizia
la libertà che non vuol dire fare
tutto quello che si vuole ma che
si deve sempre rispettare anche la
libertà altrui.
Tutti noi possediamo la libertà e,
almeno per quanto ci riguarda, ci
è stata regalata
e non dobbiamo
approfittare
di
essa. Alcune cose
le possiamo fare
ma solo quelle
consentite dalla
legge invece alcune altre no, come
quelle che sono
proibite dalla legge.
Ci ha spiegato che se io sono ricco e il mio vicino è povero, non
devo sprecare tutto quello che
ho ma devo pensare a chi non ha
niente perchè, altrimenti, sarebbe uno spreco. Infatti dobbiamo
rispettare gli altri. Poi ha portato
anche questo esempio. Se io ho
duecento euro, sono un miliardario e decido di bruciarli, tolgo la
libertà ai poveri che non hanno
questi soldi.
Ha anche detto che, per essere
libero, devi rinunicare a qualcosa per fare cose molto più grandi
di quelle che hai già. Inoltre per
essere liberi ci deve essere democrazia.
La libertà non è lo spreco.
La libertà è anche rispettare la natura che ci circonda.
È rinunciare ai propri interessi ma
offrirsi con disponibilità agli altri.
La libertà è fare il proprio dovere.
La libertà è il rispetto per gli altri.
Un esempio è Rino Rossino: ha
salvato la libertà per noi però è
morto.
Essere liberi, quindi, vuol dire ave-
– 16 –
re dei diritti, rispettare gli altri ma
anche essere testimoni di speranza ad esempio apprezzando la
vita e tutto quello che ci offre.
Al termine dell’incontro ci ha regalato anche due borse speciali:
le BORSE DELLA LIBERA CONOSCENZA.
Su queste borse ci sono stampate
delle foto di Cisterna su un lato e,
dall’altro, quelle dei genitori del
prof. Nosengo: Clemente – per
molti anni sindaco di S. Damiano
– e Lia che è stata una maestra.
All’interno di una c’erano anche
molti altri regali: cinque libri e due
dvd che, in qualche modo, parlano di libertà.
Nell’altra borsa ci ha invitato a
raccogliere tutte le cose che potrebbero essere utili a tutti i bambini della scuola e, sicuramente,
noi lo faremo.
Serafino Nosengo ha avuto la
capacità di farci capire in modo
semplice le cose difficili.
Questo incontro è stato davvero
bellissimo ed interessante e speriamo che torni
ancora a parlarci anche di altre
cose nuove che
non conosciamo. Grazie davvero Serafino, a
nome di tutta la
Scuola Primaria
di Cisterna d’Asti”.
Gli alunni
della cl. 4a
di Cisterna
MUSEO
Un orologio al Museo
D
a tutti fu chiamato “Monsù
Giraud” (alla francese), per
aver imparato il mestiere a Montecarlo: Giovanni Giraudo, leva ’22
e la sua bottega rivivono al castello di Cisterna. Tantissimi gli oggetti che parlano della sua passione
e della sua precisione, racchiusi
nei cassetti del suo laboratorio: ci
sono centinaia di pezzi di ricambio, schedari, lancette, scatole
piene di molle e ingranaggi e pendoli degli anni ’20. Un orologiaio
“artista” di cui oggi se ne vedono
pochissimi. Giraudo inizia l’attivi-
tà nel 1944 in casa per poi aprire il laboratorio in corso Nizza e,
successivamente, in corso Dante,
dove lo si ricorda lavorare, instancabilmente, per riparare sveglie e
pendoli di mezza “Cuneo” e dintorni. Una memoria che, grazie ai
figli e nipoti (che hanno scelto di
donare al museo l’intera bottega
perché non ne fosse persa la memoria), si conserverà intatta dallo
scorrere del tempo, nella sala di
Magna Jeta, al secondo piano del
castello. “Valente artigiano” di
altri tempi, l’orologiaio cuneese
non volle “piegarsi” alla tecnologia (come raccontano i suoi nipoti
in uno scritto a lui dedicato) per
continuare a utilizzare le sue doti,
intelligenza e pazienza, nel trovare il guasto agli oggetti, immerso
nel suo mondo, fatto di sfere, bilancieri, viti minuscole e strumenti
di misurazione. Un prezioso patrimonio storico scandito da ricordi
e oggetti ormai datati, che presto saranno archiviati e schedati,
anche con l’aiuto di volontari e
appassionati che cercheranno di
“narrarne” gli usi e i “segreti” di
un mestiere che oggi non esiste
quasi più e di cui è importante tramandarne la corretta descrizione.
Benché espertissimo nel suo mestiere, Giraudo non riuscì a fermare il tempo quando, nel 2003, arrivò la “sua ora” con una malattia
che purtroppo lo portò alla morte.
Diviso tra Cuneo e Vignolo, il suo
paese d’origine, così lo ricordano
i suoi cari: ”Un maestro di vita, di
cui ricorderemo l’onesta, la semplicità, la generosità, l’amore per
la famiglia, l’ordine, l’intelligenza, le partite a scopa, le passioni
sportive (il calcio, l’automobilismo
e il ciclismo)”.
Roberta Arias
– 17 –
I
n questi giorni, il museo arti e
mestieri ha ingrandito l’esposizione con una nuova bottega:
l’orologiaio. Proviene da Cuneo
ed è stata di proprietà del signor
Giraudo Giovanni che all’età di 10
anni è andato a Parigi ad imparare
il mestiere. Dopo alcuni anni, tornato in Patria ha aperto una bottega in Corso Dante a Cuneo. Grande appassionato del suo lavoro ha
praticato fino a tarda età lavorando per molti orefici ed insegnando
presso la scuola professionale di
Torino. Grazie alla tenacia di alcuni volontari del museo (Serenella,
Rosella, Antonio, Renato, Fabio,
ai quali va il mio ringraziamento)
che si sono prodigati per il trasporto dell’intera bottega da Cuneo a Cisterna e all’aiuto dei nuovi
ragazzi del Servizio civile, (Anna,
Ivan, Daniele) si è potuto allestire
in breve tempo l’intera sala procurando soddisfazione e orgoglio
a tutti coloro che hanno lavorato
per la realizzazione.
I visitatori del museo ora avranno
l’opportunità di ammirare e conoscere gli affascinanti e particolari
attrezzi e macchinari usati un tempo per creare ogni tipo di orologio.
AnnaMaria Sacco
MUSEO
“Pillole di libertà per scelte consapevoli”
15° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
L
a libertà si può espletare anche
quando si va a fare la spesa?
La risposta non è semplice ma,
probabilmente, è affermativa se
gli individui si trasformano da
consumatori a soggetti consapevoli delle proprie scelte anche
quando si trovano a tavola. Questa tematica è stata al centro del
dibattito dell’incontro che si è tenuto sabato 5 maggio 2012 alle
ore 17,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti, organizzato dal Polo
Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese
in collaborazione con il Museo
Arti e Mestieri di un Tempo.
Luca Reteuna e Giorgio Ferrero,
con la moderazione della giornalista Roberta Arias, ne hanno
piacevolmente dibattuto con il
pubblico. Luca Reteuna, classe
1960, è giornalista dal 1981. È stato corrispondente del “Corriere
medico” (quotidiano di sanità del
“Corriere della sera”) e caporedattore di testate nazionali di scienza
e tutela dei consumatori. È autore
di molti libri, ultimo dei quali “Sorella acqua”, Ed. Effatà, che verrà
presentato prossimamente.
Giorgio Ferrero classe 1966, responsabile
del
dipartimento
Agricoltura-Alimentazione del Pd
Piemonte. Agrotecnico, risiede
a Pino d’Asti, dove è titolare di
un’azienda agricola ad indirizzo
prevalentemente vitivinicolo. In
Coldiretti ha ricoperto l’incarico
di presidente provinciale e regionale, componente della Giunta
nazionale. è stato sindaco di Pino
ed amministratore della Camera
di Commercio di Asti.
Nel suo intervento introduttivo la
dott.ssa Arias ha ricordato come
la saggezza del passato, anche in
ambito agroalimentare, dovrebbe
essere un messaggio capace di
orientare anche le scelte del presente. Partendo da questo stimolo
Ferrero e Reteuna, in diversi passaggi, hanno delineato il profilo di
un problema che tocca tutti e che
può avere, nel tempo, effetti nefasti sulla salute. Si è sottolineata la
fatica di molti a comprendere tutti
i cambiamenti che, nel corso di
pochi decenni a partire dal secolo scorso, hanno completamente
sovvertito usi e consuetudini anche alimentari che si erano consolidati nel corso di secoli.
A partire dopoguerra, una sempre più notevole disponibilità di
cibo nei Paesi ricchi ha sconfitto
il problema di una fame atavica
che colpiva buona parte della
popolazione. Tutto ciò, per molto tempo, ha portato ad esaltare
i successi della modernità che,
però, solo in tempi recenti ha rivelato i suoi aspetti nocivi. Sempre più spesso i vari trattamenti
che subiscono i prodotti, a partire
dalle materie prime, fanno sì che
non sempre ciò che si mangia è
ciò che si crede di mangiare. La
quantità, infatti, non va sempre a
spasso con la qualità ma solo essendo informati su queste tematiche si possono effettuare scelte
libere e consapevoli. Nel diritto
di nutrirci, appunto, possiamo
esprimere anche la nostra libertà
di scegliere.
Putroppo scelte errate, nel corso
– 18 –
del tempo, hanno provocato quella che si potrebbe definire mortalità alimentare di cui, però, quasi
mai si parla anche per i forti interessi economici che regolano il
mondo della produzione di questi
prodotti. Di molte sostanze, sebbene inserite nelle etichette e tutte autorizzate, spesso non si esprimono i quantitativi all’interno dei
prodotti ma, sommati quodianamente nell’alimentazione, possono diventare pericolose può inconsapevolemete essere superata
la soglia giornaliera consigliata.
Coloranti, additivi, conservanti
rendono appetibili prodotti spesso di scarsa qualità in partenza
ma non solo, di molti sono stati
già studiati e sperimentati in alcuni Paesi gli effetti negativi specialmente nei bambini sui quali, spesso, causano iperattività
e scarsa capacità di attenzione.
Inoltre l’utilizzo di grassi vegetali
non definiti spesso significa l’impiego di sostanze che non apportano alcun tipo di vantaggio in
termini nutritivi ma determinano
l’accumulo di sostanze lipidiche
nell’organismo a partire dall’infanzia.
Per difendersi diventa quindi di
fondamentale importanza saper
scegliere gli alimenti soprattutto
attraverso la lettura delle etichette di tutti i prodotti, approfondendo magari la conoscenze delle diverse sigle europee utilizzate
per indicare le sostanze inseritenei vari cibi.
La scelta del bio garantisce l’utilizzo di prodotti più controllati
MUSEO
già a livello di materie prime con
costi, in rapporto, quasi in linea
con quelli degli altri presenti sul
mercato - anche perché diverse catene alimentari da tempo
li propongono sui propri scaffali
ma con un vantaggio in più per la
propria salute. Ma ci sono anche
altri mezzi: l’acquisto diretto da
piccoli produttori che garantiscono la qualità dei prodotti, anche
attraverso i Gas (gruppi di acquisto solidale) che permettono una
spesa di gruppo, a prezzi contenuti.
Ma, ovviamente, numerosi altri
sono i problemi che, in alcuni
casi, possono essere ovviati attraverso l’educazione che famiglia
e scuola devono
contribuire sinergicamente a costruire ripristinando una cultura alimentare che, un
tempo, prevedeva
ad esempio, l’utilizzo di prodotti
stagionali e locali.
Altri problemi invece, come sottolineato in alcuni
interventi dei presenti, riguardano la scarsità di
risorse delle famiglie degli ultimi
tempi che, sovente, non consentono di effettuare le scelte che si
vorrebbero su queste tematiche.
Altre motivazioni, sulle quali ha
posto l’accento la consigliera regionale Angela Motta presente
all’incontro, sono la vita frenetica che induce ad una minor attenzione sugli acquisti e, talvolta,
uno scarso investimento in questo settore a favore di altri generi
ritenuti socialmente pù appetibi-
li. A questo proposito ha sottolineato che il mondo politico dovrebbe favorire una conoscenza
maggiore proprio in quelle fasce
di popolazione meno informate
su questi argomenti, attraverso
campagne di prevenzione che,
nel tempo, risultano sempre vincenti. Infatti scelte alimentari errate si ripercuotono economicamente sulla collettività a causa
dei costi che, prima o dopo, vengono caricati sul settore sanitario
e, di conseguneza, sulle tasche
dei contribuenti.
Un altro apporto importante al
pomeriggio è stato dato dal Ma-
ria Josè Guido Pastor Rodiguez,
genitore, apicultrice biologica,
ingegnere agronomo, esperta
in cooperazione internazionale
e conoscitrice di diverse realtà
africane in cui ha prestato la sua
attività. Ha reso noto come, negli ultimi anni, buona parte del
miele a buon mercato provenga
dall’estero e sia composto, in realtà, da miscele chimiche delle
quali rimane ancora sconosciuta
la natura. Il prodotto una volta
giunto illegalmente in Italia, vie– 19 –
ne addizionato da pollini locali
in modo da mascherare la sua
dubbia natura.
Secondo la dott.ssa Pastor la politica nazionale ed internazionale
dovrebbe pretendere un esborso
maggiore in tasse da parte dei
produttori che utilizzano sostanze di cui gli effetti siano ancora
incerti in modo da favorire chi,
preservando anche il territorio,
espleta un lavoro a favore della
collettività.
Purtroppo, come sottolineato dai
relatori, molte di questi prodotti
sono legali a livello europeo anche se, in certi Paesi, si comincia
a fare attenzione alle pubblicità
ritenute
ingannevoli ed alcuni
prodotti di origine dubbia sono
stati messi al bando. Ma Reteuna
e Ferrero hanno
sottolineato coralmente che l’arma
migliore è quella
della scelta al momento dell’ acquisto - senza alcun
tipo di estremismo
sempre
deletereo - che, su larga
scala, favorirebbe una riflessione
da parte dei produttori.
Ovviamente sempre al primo
posto l’informazione. Siti come
www.altroconsumo.it, rendono
noti i risultati di ricerche in ambito nazionale ed internazionale. Piccoli consigli per evitarci
di fare la fine dell’inconsapevole
Biancaneve davanti a quella che
sembrava una succulenta mela…
sembrava, appunto.
Giovanna Cravanzola
COMUNITà
Festa di Santa Rita
D
omenica 20 maggio,
nella chiesetta di San
Remigio a Valmellana abbiamo festeggiato Santa Rita.
Una famiglia della borgata, molto
devota alla Santa, invece di recarsi
a Cascia, come faceva di consueto
tutti gli anni, ha deciso, direi più
che generosamente, di condividere la festa con tutti i borghigiani.
La vecchia statua di Santa Rita, rimasta per anni in un angolo della
sacrestia, è stata posta su di un piedistallo, ridipinta per l’occasione e
coronata con uno splendido arco
di rose illuminato. Don Urbano,
durante la messa ha benedetto le
rose che sono state poi distribuite
a tutti. Le offerte raccolte, circa un
centinaio di euro, sono state devolute, dalla famiglia, alla chiesa e
direi che mai, come in questo momento, le offerte sono state bene
accette (l’autunno scorso abbiamo
sostituito il vecchio riscaldamento
a gpl con uno nuovo a metano e
programmabile, ed abbiamo speso
tutto quanto racimolato negli anni).
Rita è la santa delle rose, per via
della rosa fiorita nel giardino d’inverno (come ricorda la storia) e
perché la rosa è il fiore con la spina per eccellenza (per ricordare
le sofferenza della Santa). La festa
cade esattamente il 22 maggio ed
in quel giorno è usanza benedire
le rose. Le rose benedette hanno
portato, negli anni, molte grazie a
coloro ai quali sono state donate.
PREGHIERA A SANTA RITA
Sotto il peso e tra le angosce del dolore, a voi che tutti chiamano Santa degli impossibili, io ricorro nella
fiducia di presto averne soccorsi.
Liberate vi prego, il mio povero cuore, dalle angustie che da ogni parte l’opprimono e ridonate la calma
a questo spirito che geme, sempre
pieno di affanni. E giacché riesce
inutile ogni mezzo a procurarmi sollievo, totalmente confido in voi, che
foste da Dio prescelta per avvocata
dei casi più disperati. Se sono ostacolo al compimento dei miei desideri, i peccati miei, ottenetemi da Dio,
ravvedimento e perdono. Non permettete, no, che più a lungo sparga
lacrime di amarezza, premiate la
mia ferma speranza ed io darò a conoscere dovunque le grandi vostre
misericordie verso gli animi afflitti.
O ammirabile sposa del Crocifisso,
intercedete ora e sempre per i miei
bisogni. Amen.
O gloriosa Santa Rita, tu che fosti
prodigiosamente partecipe della
dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo, ottienimi di soffrire
con rassegnazione le pene di questa vita e proteggimi in tutte le mie
necessità. Amen.
Luciano Bossotto
Servizio Civile al Museo... e non solo
D
al 1 febbraio 2011 al 31
gennaio 2012 il museo ha
avuto l’aiuto dei ragazzi del servizio civile nazionale Elena Bo
e Giuseppe Macrì, grazie a un
progetto presentato dall’Associazione in collaborazione con il
Comune di Asti.
Fortunatamente, anche in questo
anno è stata approvata l’idea proposta dal nostro museo, volta a
valorizzare la collezione e il suo
collegamento al territorio. Dal 4
giugno 2012, fino al 3 giugno
2013 avremo presso di noi Ivan
Sartoris, Lucia Scarcelli e Anna
Carla Trombetta.
Tra luglio e agosto 2012 due gio– 20 –
vani cisternesi: Fabiana Cauda e
Daniele Bignante, stagisti del Liceo “Pinot Galizio” di Alba, hanno deciso di dedicare parte del
loro tempo al nostro Museo, accendendo una piccola speranza
nei “vecchi” volontari. Da qualche anno, infatti, a parte l’adesione di Gabriele Bodda (che è
MUSEO
Danze di Terra
L
a rassegna “Danze di terra”
è nata come un momento di
dialogo, festa e incontro fra aree
distanti e diverse, dove si ripercorre la storia partendo dal basso,
con i piedi ben saldi a terra, per
ritrovare così un mondo magico e
arcaico, dove la danza e la musica
sono un’irrazionale risposta alla
nostra esigenza di espressione.
Nell’edizione 2010 lo scambio è
Musicale Incontrada, presenza
ormai imprescindibile per questa
rassegna, che ha pensato la propria partecipazione collocando
l’evento nella programmazione
relativa alla rassegna “InConTraDa
incontra …” inaugurata dal Collettivo con l’anno artistico 2012.
La proposta del Collettivo Musicale InConTraDa ha visto una
forte presenza della tradizione
marocchina nella scelta del repertorio e delle collaborazioni
artistiche, grazie alle esperienze
maturate dai musicisti del Collettivo durante il viaggio in Marocco
per la partecipazione al Festival
di cultura amazigh, tenutosi a Fès
nel luglio 2011. Questa circostanza ha agevolato la conoscenza
stato fra due regioni italiane:
il Piemonte e la Puglia. Nel
2011, anno dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia, Danze
di terra 2011 è stato un viaggio attraverso diverse provenienze: dal sud al nord Italia
fino all’est dell’Europa.
L’edizione 2012, é stata dedicata all’incontro con la cultura nordafricana e il Collettivo
diventato volontario del museo a
soli 11 anni), non abbiamo più
avuto la partecipazione ai turni
domenicali da parte di giovani
abitanti del nostro paese. Con Fabiana e Daniele al museo si riaccende la nostra speranza...
Cogliamo, inoltre, l’occasione
per rinnovare l’invito a tutti i
cisternesi (giovani e meno gio– 21 –
della cultura berbera
attraverso il prezioso tramite delle
testimonianze dirette e la mediazione fondamentale degli studiosi
dell’Università di Fès, attenti osservatori del contesto dinamico
entro cui la cultura marocchina
contemporanea sta compiendo la
propria rivoluzione.
L’apertura del concerto è stata
affidata a un’ensemble di percussionisti arabi e il concerto del
del Collettivo ha alternato
momenti di musica popolare
italiana a momenti di danza
orientale. Lo scambio è iniziato alle 20.00 di venerdì 29
giugno, con la cena tra un
gustoso pollo alla marocchina, con mandorle, zafferano
e ceci e la cucina tipica piemontese ed è proseguito con
musiche e danze.
Gabriella Vaudano
vani) ad entrare a far parte delle
guide (L’impegno è di 4/5 domeniche l’anno).
Per essere inseriti nei turni potete
comunicare il vostro nominativo
a:
Lino Vaudano (presso il Ristorante Garibaldi),
al museo (0141979021) o a Tiziana Mo (3381458974).
Palio
V
dei
enerdì 8 giugno alle ore 21
presso la Bocciofila nel giardino del Castello ha avuto inizio
con le gare di Kapot e di Calciobalilla la terza edizione del “Palio
dei borghi” e si è concluso dopo
21 gare, sempre in Bocciofila domenica 8 luglio con la cena e la
premiazione.
Anche quest’anno la vittoria finale è andata al Borgo ERE che
ha conquistato 375 punti, al secondo posto il Borgo Valle con
342 punti, nonostante le ben 6
vittorie Borgo Lame si classifica al terzo posto con 328 punti,
quarto posto per il Borgo Piazza/
San Giuseppe con 290 punti che
supera di soli 5 punti il Borgo
Lemonte quinto con 285 punti,
sesto posto per il Borgo Valmellana/Verzeglio con 249 punti.
Un applauso particolare và al
piccolo Borgo Valmellana/Verzeglio che ha onorato tutte le gare
e si è distinto per il calore del tifo
e per il numero di partecipanti
alla cena di premiazione finale,
BRAVI!!!
Borghi
La vittoria più bella però è stata
riuscire a portare ben 497 persone a partecipare alle varie discipline, da quelle più riflessive
come la dama a quelle più golose come le torte, a quelle di carte
e di bocce, a quella canora e a
quelle da veri “duri” come le varie corse a piedi o in bici o addirittura con le carrette “da man”.
Quest’anno oltre alle discipline
“classiche” se ne sono aggiunte
molte di nuove, oltre alla già citata gara delle carrette sono stati
disputati i tornei di Volley, di Calcio 3contro3, la gara di Texas Poker e la gara della “pesata” dove
i borghi hanno espresso tutto il
loro potenziale nel metro quadrato della pedana.
Per quest’anno l’avventura è finita, con vittorie e sconfitte, risate
e arrabbiature, sberleffi e prese in
giro, e con tanta tanta voglia di
ricominciare il prossimo anno.
Grazie
a tutti i 497 partecipanti, a tutti quelli che hanno tifato, a tutti
quelli che non hanno voluto o
potuto partecipare con l’augurio
che siano dei nostri nelle prossime edizioni. A tutti quelli che
hanno aiutato a realizzare i campi di calcio e di volley, che hanno portato i calciobalilla e i ping
pong, che hanno fatto il “servizio d’ordine” durante le gare su
strada. A tutti gli sponsor e a tutti
quelli che hanno contribuito alla
raccolta fondi per i terremotati
dell’Emilia Romagna.
Un grazie a Fabio e ai suoi ragazzi per aver organizzato il “Palio
dei Piccoli” dove le future leve
hanno iniziato a prepararsi per
raccogliere il testimone per le
prossime edizioni.
Un grazie particolare a Lele,
vero cuore del Palio, per la sua
voglia e la sua presenza e anche
ai vari rappresentanti dei Borghi
che con il loro impegno hanno
contribuito alla riuscita di questa
splendida edizione.
Arrivederci a tutti al prossimo
anno, vi aspettiamo sempre più
numerosi.
Angelo Bignante
Fly UP