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BENTORNATA SUOR FELICITA BENTORNATA
Periodico di informazione - Autorizzazione del tribunale di Asti n. 2/95 del 24/07/1995 - Numero 34 - Luglio 2012 Bentornata Suor Felicita D omenica 3 giugno è ritornata a Cisterna, per l’intera giornata, la nostra cara Superiora, suor Felicita. Lei era arrivata a Cisterna nel 1971 ed era rimasta a gestire la scuola materna per ben 9 anni. Dopo di che era andata a Pozzo San Giovanni Lupatoto e successi- vamente aveva girato un po’ tutta l’Italia ed è anche stata inviata in missione in Albania. Fino allo scorso anno viveva e lavorava presso una scuola materna in provincia di Cagliari, ma da qualche mese vive a Susa dove si trova la Casa Madre del suo Ordine Francescano. POSTA Quando è ritornata in Piemonte si è messa in contatto con alcune persone di Cisterna e subito si è pensato ti organizzare una grande “rimpatriata”. L’incontro era previsto per fine febbraio, ma il destino ha voluto che si facesse male alla schiena, per cui è stata immobilizzata a letto per qualche tempo e si è stati costretti a rimandare. Dopo tante peripezie, telefonate e richieste alla Madre Superiora, finalmente, l’irremovibile Bruno è riuscito ad ottenere il permesso per farla venire fra noi. Così domenica 3 giugno, di buon ora, Bruno, Lucia e Michele, si sono recati a Susa ed hanno portato a Cisterna suor Felicita. Appena arrivata è subito andata a far visita alla cara Pina, che lei chiamava amichevolmente, “Pina dei polli”.Arrivata nel cortile della scuola materna si è trovata attorniata da tanti ex allievi e, per l’occasione, dalla provincia di Bergamo, erano arrivati anche i suoi fratelli e sua nipote. Dopo una visita alla sua scuola ci siamo recati a messa dove è stata accolta da tutti con gli onori degni di un divo e, anche don Urbano l’ha accolta con gioia accompagnando i commenti con grandi applausi. Solo alla fine della messa suor Felicita ha salutato, dal pulpito, l’assemblea contenta di accoglierla. La giornata è proseguita con un grande pranzo a cui hanno partecipato molti amici e al termine le è stata preparata una grande sorpresa: è stato proiettato un filmato con tantissime fotografie degli anni d’oro in cui ha lavorato a Cisterna e per concludere in bellezza le è anche stata composta una canzone. Al termine il tutto si è concluso con il suo ritorno a Susa, accompagnata da Bruno e Laura. Questa straordinaria donna, dalla piccola statura, ma dal cuore grande, ci ha fatto capire che quando qualcuno semina il “bene” lo raccoglie centuplicato e, l’accoglienza della gente di Cisterna lo ha dimostrato. Per tutti noi è stato molto bello avere, anche solo per un giorno, la nostra cara suor Felicita e speriamo di poter ripetere l’esperienza anche il prossimo anno. A nome dei cisternesi mi sento di dire: grazie suor Felicita perché ci ha insegnato che cosa vuol dire essere generosi e aperti alle esigenze del prossimo. Anche se noi eravamo piccoli, portiamo ancora nel cuore i suoi grandi insegnamenti. Laura Mo Caro Sindaco Peletto noi siamo molto fieri di lei perché le cose in questo paese sono fatte e anche in modo carino e corretto. Noi bambini, per questo, la vogliamo ringraziare e speriamo che, per il tempo che resterà sindaco, continui a fare tutte le cose che servono. Dobbiamo anche sperare sempre che il sindaco che verrà dopo, sia corretto e responsabile come lei. Grazie sindaco! Eleonora Ricossa a cl. 4 Scuola Primaria di Cisterna S abato 31 marzo 2012 il Gruppo spontaneo del nostro paese (Agnese, Onorina, Roberto, Mauro, Davide, Franco, Mauro, Cinzia, Nada, Federica) ha partecipato alla serata conclusiva del Cantè J’Euv svolta a Sommariva Perno, nel cuore del Roero. Per l’occasione sono stati proposti bruschetta, pane noci e gorgonzola, pane, salame e macedonia, accompagnati dai nostri vini locali. –2– COPPA DEL MONDO Giù dalla collina di Cisterna… Coppa del mondo di discesa libera su pattini in linea I l 23 e il 24 giugno, a Cisterna, si è tenuta una tappa della “Coppa del mondo di discesa libera su pattini in linea, downhill”. l 23, dopo una giornata di prove e allenamenti, in serata, si è tenuta la gara di frenata e, in onore della notte di San Giovanni, la notte dei falò, alle h. 23 i pattinatori sono scesi a valle illuminando il percorso con starlights. Domenica 24, a partire dalle h. 9, i migliori discesisti internazionali si sono affrontati in una gara cronometrata sulla discesa che collega Cisterna con la frazione San Matteo. Successivamente si sono sfidati in un’appassionante serie di duelli a quattro. I vincitori della gara, nella quale Roberta Arias ha fatto da traduttrice per gli ospiti stranieri, sono stati: Daniel Ladurnier, Moritz Norl, Angelo Vecchi. Ecco l’elenco degli altri partecipanti: Alex Lebrun, Mathieu Brichet, Mehdi Amar, Jonathan Rouffiac, Strdbos, Devin Stich, Jean Baptiste Mafran, Tobias Woerle, Gabriel Lize, Roberto Colombo, Massimo Bavieri, Massimo Rigoldi, Giorgio Doardo, Jonathan Estoppey, Si- mone Paoletti, Andrea Ferrucci, Mallory Berthelot, Alessandro di Giorgio, Johannes Wagner, Giorgio Bornia, Udo Norl. A conclusione della giornata i vignaioli cisternesi hanno proposto il consueto aperitivo con il “Cisterna d’Asti doc”. La due giorni ha impegnato numerose persone ed è stata realizzata grazie all’impegno della Provincia di Asti e del Comune di Cisterna, al sostegno economico Ricordiamo che dello sponsor Fra Production e, in particolare all’instancabile lavoro organizzativo della Protezione Civile di Cisterna, coordinata da Bruno Guido. Durante la gara Agnese, Alessandra, Michela, Franco Alfero e Franco Dibilio hanno allestito un punto di ristoro, i cui proventi verranno utilizzati per le future manifestazioni. Tiziana Mo Il Comune di Cisterna è presente su internet, dove potrete consultare anche il giornalino. L’indirizzo è: www.comune.cisterna.at.it –3– ASSOCIAZIONI Protezione Civile… Avanti tutta! è sempre presente, a Cisterna, il gruppo della Protezione Civile che si appresta a rimanere nell’ombra ma vicino alle esigenze del paese. Quest’anno il grande freddo e le nevicate hanno messo alla prova il gruppo di intervento della protezione civile che prontamente si è reso disponibile per riaprire la provinciale di Val Botassa ingombra di alberi caduti che la rendevano impraticabile. L’aiuto dei volontari non si è fermato neanche nei giorni successivi alle ne- ad ottemperare ovvero affiancare ogni giorno, l’autista nel tragitto che i nostri bambini percorrono sul pulmino comunale fino alla scuola e il successivo rientro a casa. è un impegno! Ma il motto della protezione civile di Cisterna è quello di rendersi utili e di esserci quando c’è bisogno e senza tanto rumore, è quello che ci ha detto Guido Bruno che coglie l’occasione per ringraziare i volontari nel loro aiuto concreto per il prossimo e per il paese dedicando il proprio tem- vicate perché hanno provveduto allo sgombero neve nei punti critici dove risiedono anziani soli anche con il recapito della spesa o con il trasporto anziani per visite mediche e controlli. In primavera li abbiamo visti all’opera per la sistemazione dei sentieri che ancora sono presenti nel territorio e praticati durante la bella stagione da cisternesi ma anche da abitanti dei paesi limitrofi o da escursionisti di passaggio. Un grazie è dovuto anche per il servizio di accompagnatori che i volontari si sono resi disponibili po libero. è importante fare del bene ma bisogna farlo con il sorriso e con il cuore. è con il cuore che ogni anno i volontari operano in collaborazione con il banco alimentare che raccoglie generi di prima necessità per poi destinarli a persone o famiglie bisognose. Anche quest’anno i volontari si sono resi disponibili per la raccolta e per portare tutto il ricavato nei magazzini operosi dell’ormai famosa formica amica. Questa iniziativa, come tante altre che si organizzano in paese sono sem–4– pre da incentivare perché magari l’aiuto che oggi abbiamo dato va a coprire i bisogni di persone a noi vicine che non pensiamo abbiamo necessità. E’ un aiuto discreto e concreto. Il gruppo di protezione civile, in collaborazione con il Comune di Cisterna è stato molto utile anche nel ripristino e messa in sicurezza del pozzo della Valle.Il pozzo e l’area circostante aveva urgente bisogno di manutenzione ma la cosa assai più grave, che ignoti avessero utilizzato la buca come cassonetto della nettezza urbana e l’ avessero riempito fino all’orlo di ogni genere di oggetti, carta, plastica e nylon. Questa inciviltà, non caratteristica del nostro paese, ha trovato i suoi vandali anche nella nostra zona e questo rattrista molto l’amministrazione comunale perché tanto si è speso in materia di rifiuti, di informazione , di riciclo e di recupero ma forse ancora non basta. I volontari si sono mano a mano calati per ripulire il pozzo ed è stata bonificata tutta l’area mettendo delle griglie di protezione. La giornata ha fruttato un rimorchio carico di rifiuti indifferenziati!!! La presenza della protezione civile è stata un supporto indispensabile per i campionati mondiali di downhill che si sono tenuti il 23 e 24 giugno. Gli atleti che con i pattini in linea hanno sfidato la fisica e credo anche tutte le loro forze fisiche nelle curve snodate del nostro bel paese. E’ stata laboriosa la messa in sicurezza dei tornanti e dei punti critici del percorso con la sistemazione COMUNITÀ di balle di fieno a copertura di qualsiasi ostacolo che potessero incontrare gli atleti in caso di caduta. Gli organizzatori di questo evento mondiale hanno espressamente fatto i complimenti al gruppo di protezione civile per la loro puntualità, disponibilità ed accurata organizzazione proponendo addirittura di ripetere la manifestazione e credo che sia un onore anche per il paese. Altre volte i volontari li abbiamo visti in servizi di pubblica sicurezza per manifestazioni o processioni e ci sembra scontata la loro presenza , forse ci dimentichiamo che il loro servizio è di puro volontariato. Anche tu, forse, vorresti parteci- pare a qualche attività della protezione civile e non sai come fare? Chiedi a Guido Bruno che ha riconfermato la sua carica di coordinatore e ai vice-coordinatori Frasca Piero e Jlliev Jonce che si prodigano perché tutto l’operato dei volontari avvenga nel pieno rispetto delle regole. Loro dicono: Anche le nuove leve possono fare qualcosa! Ai ragazzi, che hanno tanto tempo libero che si può chiedere di entrare a far parte di un gruppo di volontariato, Croce Rossa, Protezione Civile o donatori di sangue perché, essere volontario aiuta a responsabilizzarsi , a confrontarsi con la realtà dei bisogni della gente e rendersi utili con il servizio, è un esperienza di vita è un bagaglio. Avremo sempre più bisogno di collaborazione aiutando quelli che hanno meno di noi magari con un conforto agli anziani o un servizio per il nostro paese. Un’iniziativa recente è stata raccolta dalla protezione civile a favore dei terremotati dell’Emilia acquistando parmigiano fresco o stagionato per dare aiuto e sostegno all’economia dei nostri fratelli emiliani. E’ una goccia ma il mare non è forse fatto di tante gocce? L’impegno dei volontari può soltanto essere ripagato con un caloroso grazie che è la cosa che fortunatamente, di questi tempi, costa poco! Enrica Mazzocco Giovani Artisti Cisternesi I l 17 maggio, nel Comune di San Damiano si è svolta la 38esima Nota D’Oro. La Crazy Dance di Cisterna, gruppo coreografico di ballo, ha partecipato come ospite alla serata. Gli allievi, presentati da Cristina d’Avena, erano: Camil- la Palma, Marta Incarnato, Marta Maccagno, Alice Bodda, Alice Olivetti, Giulia Strocchio, Giulia Olivetti, Michela Scapino, Federica Mo, Lorenzo Dibilio, Sara Gallino. Si sono cimentati in un esuberante, effervescente ballo country, –5– realizzato dal Maestro Marcello Chiabrero. I costumi sono stati realizzati dalla super mamma Marlene, dalla sostenitrice nonna Dina e dalle fans Giovanna, Caterina e Angela a cui porgiamo un enorme GRAZIE. Il gruppo di amici di ballo ha sostenuto con entusiasmo Lorenzo Dibilio, che nella stessa serata si è esibito sul palco cantando la vecchia canzone dello Zecchino d’Oro “Popof”, davanti a un numeroso pubblico. Complimenti al gruppo coreografico di Cisterna e al piccolo Lorenzo per la splendida esibizione. La serata è stata una vera occasione di festa per tante famiglie che hanno potuto apprezzare la gioia di stare insieme. Le mamme Sandra e Michela MUSEO La storia della “Nonna Bambina” Susanna Raweh a Cisterna per non dimenticare 9° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese S pesso le manifestazioni per la Giornata della Memoria si concludono in concomitanza del 27 gennaio di ogni anno, relegando tutta una serie di considerazioni ad un periodo limitatissimo di tempo e sempre denso di appuntamenti. In considerazione di questo, il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese ha deciso di dedicare molti appuntamenti a questo momento storico per analizzarlo attraverso diversi punti di vista. L’ultimo incontro sul tema si è tenuto giovedì 23 febbraio, alle ore 21,00 presso il Teatrino Parrocchiale di Cisterna d’Asti, in collaborazione con l’Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba e l’Israt. Protagonista dell’incontro Susanna Raweh, autrice – con la figlia Dafna - del libro La storia della nonna bambina, uscito in ebraico a Tel Aviv (Ha-Sippur shel Savtà Yaldà-The Story of Granny-Girl, Shufra for Fine Literature, 2004). La Raweh ha studiato Letteratura inglese e Linguistica all’università di Gerusalemme dove ha anche insegnato per alcuni anni. Successivamente si è trasferita con la famiglia in Italia ritornando, dopo qualche anno, in Israele. Proprio in questo periodo si è specializzata in Assistenza sociale con indirizzo psichiatrico. Ha anche lavorato come psicoterapeuta della coppia e della famiglia ad “Amcha”, centro israeliano per il supporto psico-sociale dei superstiti della Shoah e delle loro famiglie. L’incontro, davvero ricco e denso, è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione della dott. ssa Roberta Arias - che ha introdotto l’incontro - amica personale della scrittrice. Susanna Raweh ha vissuto con la sua famiglia uno dei periodi più terribili della storia recente a causa della sua appartenenza religiosa. La sua storia inizia in Romania alla fine degli anni ‘30, suo padre è medico mentre i parenti vivono in Ucraina. Proprio i nonni, preoccupati per la situazione ebraica a causa del nazismo, invitano i suoi genitori a raggiungerli in quanto temono per la loro incolumità. Purtroppo questo viaggio si rivelerà, al contrario, l’inizio di un lungo peregrinare tra ghetti e campi di concentramento diversi. Però, grazie alla professione medica del padre ed anche per tutta una serie di eventi fortuiti, riescono a salvarsi e, in seguito ad altre vicende, ad approdare in Israele all’inizio degli Anni Sessanta. Vicende tristi e dolorose hanno segnato la sua vita di bambina vivace e allegra i cui primi ricordi risalgono alla notte durante la –6– quale le S.S. irrompono nella sua casa obbligando la sua famiglia a salire, dopo una attesa lunga ore in un piazzale freddo, su un treno merci per una meta dalla quale la maggior parte degli altri deportati non farà ritorno. Oggi molti suoi ricordi, forse le parti più drammatiche di questa storia, sono state cancellate dalla sua memoria ma rimangono quelli relativi alle persone “buone” anche quelle che, nonostante il colore della divisa che portano, salvano la sua vita, quella della sua mamma e del suo papà. Ad esempio il comandante di un campo che ha avuto il compito di occuparsi della costruzione di queste strade grazie al lavoro degli schiavi che gli sono stati assegnati - fa in modo che Susanna non venga deportata con i vecchi e i bambini in altri luoghi ancora peggiori dai quali, come si legge nel libro: “In un posto/Dal quale nessuno/Era mai tornato.” Il libro, illustrato con i disegni della figlia Dafne, nasce proprio dalla richiesta di quest’ultima a Susanna affinchè racconti ai nipoti la vicenda che ha vissuto. Questa urgenza è diventata per Susanna, come per altri sopravvissuti, un imperativo categorico dopo anni di silenzio e di rimozioni anche all’ interno del nucleo della sua famiglia. L’ intento è di parlare ai più piccoli con un linguaggio semplice, lo stesso linguaggio universale che avrebbe utilizzato la piccola Susanna per farsi comprendere dai suoi coeta- SCUOLA nei. Queste pagine preziose – che sono in attesa di un editore che voglia proporle anche in Italia (per ora il testo è scaricabile alla pagina http://www.istoreto.it/didattica/2701_ storianonnabambina/storianonnabambina.pdf ) – hanno raggiunto il du- plice scopo di coniugare il dovere della memoria con quello della speranza che apre il cuore ad un nuovo domani. La dott.ssa Arias, nel suo intervento, ha sottolineato quanto sia doloroso ogni volta per Susanna ripensare a quel periodo che ha coinciso con la sua prima infanzia. Riparlarne è rivivere quei momenti ma anche lasciare agli altri qualcosa prezioso di sé. Per questo, ha evidenziato la Arias, Susanna Raweh non si sente una vittima ma una sopravvissuta che per anni ha taciuto, come molti altri nella sua condizione, perché raccontare voleva dire soffrire e anche far soffrire. Proprio la Raweh ha detto: “Abbiamo subìto un suppruso che ci ha lasciato segni indelebili… dobbiamo tutelarci per sopravvivere… “. Per lei, oggi, sono rimasti oltre alla richiesta di giustizia, di ascolto e di comprensione, il piacere di godersi la vita, di sperare in un futuro pieno di sole e bellezza. Susanna Raweh, occhi azzurro cielo in un volto di bambina senza età, con il suo sorriso accogliente, le sue parole cal- de, ha commosso il folto pubblico intervenuto. Tra loro moltissimi bambini che hanno ascoltato in silenzio e con attenzione il filo di quel lungo racconto che, sicuramente, li avrà fatti immedesimare in quella bimba vispa che, nonostante tutto, ha superato il dolore anche con la forza della sua allegria. Una bella rivincita rispetto a progetti disumani. Giovanna Cravanzola Bambini della scuola di Cisterna in festa S abato 31 marzo è stata una giornata di festa per i bambini di 3°, 4° e 5° di Cisterna perché, accompagnati dalle loro insegnanti e dai genitori, hanno partecipato alla festa conclusiva del laboratorio di educazione alla pace e alla solidarietà organizzata dall’Associazione OASI Operazione Mato Grosso di Torino. Nel mese di febbraio i bambini si erano recati presso il centro Laura Vicuna di Rivalta per partecipare a questo laboratorio. Attraverso giochi, momenti di riflessione e di condivisione proposti dai volontari dell’associazione, i bimbi hanno potuto prendere coscienza di ciò che significa la parola diritto e quanto il loro ri- spetto voglia dire per la vita di un bambino. Attraverso la loro esperienza personale di volontari in Brasile hanno cercato di far prendere coscienza ai bambini delle profonde ingiustizie che vivono bambini come loro nel sud del mondo. Tutto ciò per stimolarli verso atteggiamenti di rispetto, solidarietà e condivisione. La festa al Palazzetto dello sport di Torino è stato il momento conclusivo in cui bambini e genitori, attraverso un piccolo dono, hanno potuto aiutare chi ha meno di loro. Tra maghi, pirati e folletti le tre ore di festa hanno coinvolto tutti, grandi e piccoli, in canti balli e, come momento finale, i bambini –7– della classe terza hanno vinto il secondo premio del concorso di disegno, abbinato al laboratorio, a cui avevano partecipato rappresentando il diritto all’istruzione. È stata una gioia enorme salire sul palco ed essere premiati con coppa e materiale didattico per la classe. Complimenti e al prossimo anno!!! Marisa Garavello COMUNITà Spettacolo teatrale S abato sera 21 luglio è andato in scena “Due passi e due battute per quattro risate” uno spettacolo scritto ed interpretato dai “ragazzi del teatro delle parrocchie di Cisterna e Valle San Matteo”. Questo gruppo è composto da 28 ragazzi con un’età compresa tra i 12 e i 20 anni con il supporto di 4 “attori” adulti: Dario, Paola, Renzo e Cinzia e 3 tecnici: Angelo, Silvano e Bruno. Lo spettacolo si è svolto nel suggestivo cortile del nostro Castello tra gocce, tuoni e inoffensivi fulmini; i Santi Gervasio, Protasio e Matteo hanno ascoltato le nostre preghiere regalandoci una fresca e quasi asciutta serata. “Sono un ragazzo fortunato” è stata la canzone d’inizio, questo per dimostrare che ognuno di loro è un adolescente fortunato perchè vive in una famiglia e comunità speciale in cui esistono ancora determinati valori, ma fortunati siamo anche noi genitori perchè abbiamo questi bravi ragazzi che si sono impegnati tantissimo, hanno provato per 10 mesi in Valle, Don Pierino è sempre stato molto comprensivo e disponibile e ci ha aperto volentieri le porte del teatro e... del suo cuore... Grazie! Oltre al canto, i ragazzi si sono esibiti in cinque balli e in una stupefacente sfilata di moda. I balletti sono stati studiati ed insegnati dalla bravissima Debora che, oltre ad essere istruttrice, è diventata per tutti noi una cara e simpatica amica; Giulia, Massimo e Mattia sono stati i suoi paladini aiutandola nei momenti più complicati. “Papi” è stato il primo ballo seguito dalla “Danza dei nastri multicolori” e da “Soavemente”, per arrivare a “Grease”, quest’ultimo particolarmente suggestivo e divertente, Martina Newton John e Flavio Travolta hanno incantato il pubblico per la loro simpatia e sensualità. L’ultimo ballo è stato “La nascita delle farfalle”, una danza di reti da cui si sono liberate sei leggiadre farfalle e... un “farfallone”. Grazie alla ditta FRA per averci fornito le preziose reti e a Bruno per aver istallato la sbarra, con luci annesse, dove poterle attaccare. Tra i balli sono state interpretate due scenette “Dal dottore” e “La vedova allegra” nelle quali hanno recitato gli adulti con il sup–8– porto dei ragazzi, e il mix è stato vincente! Nella prima scena siamo nella sala d’aspetto del dottor Lexonan Renzo, dove arrivano tre coppie di pazienti e per ultima una supervamp informatrice farmaceutica Agnese che sponsorizza delle miracolose vitamine, le coppie sono formate da Dario e Paola che interpretano egregiamente due pettegoli paesani che travisano a modo loro ciò che capiscono dalle conversazioni tra il medico e gli altri pazienti, Monsu Cravot Lorenzo e Madama Quaia Cinzia artigiani benestanti che costruiscono casse da morto che sono venuti dal medico per una semplice visita di controllo, ma che invece, secondo Camilu e Ginota, sono praticamente in fin di vita. Infine troviamo la coppia di fidanzati Oxford Mattia e Ivanka Martina figlia del sindaco la quale è messa in croce dai soliti due pettegoli per essere incinta, mentre invece ha una semplice unghia incarnita. Il finale? Camilu si trasforma, grazie alle vitamine blu della vamp, da semplice micino a un possente leone ! COMUNITà L’altra scenetta si intitolata “La vedova allegra” e si svolge in un’antico casato dove è appena deceduto il marito, ovviamente Barone Dario, della particolarissima e sexy Baronessa Marchiulin Paola che esterna il suo dolore tra lacrime e balletti. Martino, elegante e serissimo maggiordomo, annuncia l’arrivo degli amici e conoscenti che vengono a porgere le condoglianze alla vedova i quali si scontrano ogni volta con la svampita, ma simpatica, cameriera Veronica. Alla fine il colpo di scena, il morto non è morto! è solo in coma diabetico per il troppo gelato regalato dall’amante della Baronessa, la quale, visto la risurrezione del marito... “schiatta!” Lo spettacolo si è concluso con un bellissimo video realizzato da Debora con le foto di tutti i partecipanti e con i ringraziamenti e i saluti al pubblico. è stata un’esperienza gratificante, un percorso lungo, stancante, ma che alla fine ha dato ottimi frutti, i nostri figli ci hanno dimostrato che sono capaci di impegnarsi e di stare insieme, a formare un gruppo. Ci sono stati momenti critici e faticosi, ma alla fine abbiamo realizzato uno spettacolo carino e divertente! è stato bello stare insieme, bello condividere sentimenti, ballare, cantare, recitare, ridere e anche pregare. Speriamo di continuare questo cammino, speriamo che i ragazzi più grandi continuino ad avere voglia e soprattutto tempo per dedicarsi a questa attività! Abbiamo dei ragazzi fantastici, aiutiamoli e cerchiamo di capirli e sostenerli! Nuovo Consiglio Direttivo I l 6 febbraio 2012 si è riunita l’assemblea dell’Associazione Museo Arti e Mestieri di un tempo per eleggere il nuovo Consi- glio Direttivo, che sarà in carica fino al 2014. I soci hanno riconfermato Vaudano Bartolomeo, il presidente sto–9– Grazie di cuore a tutti voi ragazzi!! Grazie a Super Dario, a Renzo, a Paola, ad Angelo, a Bruno e a Silvano! Grazie al Castello che ci ha ospitato per la serata! “La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Quindi, canta, ridi, ama, piangi e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi” (Charlie Chaplin). Madama Quaia. rico, fondatore e anima dell’Associazione, che da trent’anni si prende cura della raccolta. Ad affiancarlo ci saranno la Vice Presidente: Vaudano Gabriella; il membro di Diritto Peletto Renzo (sindaco); la segretaria: Mo Tiziana; i revisori dei Conti: Pavigliantiti Antonio, Garola Serenella, Scapino Rosella; il tesoriere: Massocco Onorina; il segretario per le relazioni esterne: Incarnato Marco; i consiglieri: Vaudano Enrico, Molino Paola, Massocco Claudio, Alfero Francesco, Virdis Vincenza, Mo Cinzia, Bignante Angelo, Gallino Roberto, Mazzocco Daniela, Berardi Luca, Olivetti Fabio. MUSEO “Buon compleanno Fenoglio un Fenoglio alla battaglia di Cisterna” 10° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese “A uguri Beppe: novantanni e non dimostrarli”, considerando la ricca partecipazione, anche questo avrebbe potuto essere il titolo del convegno dedicato a Fenoglio sabato 10 marzo 2012 al Castello di Cisterna d’Asti. Infatti non è facile, specialmente in uno dei primi sabati ormai primaverili, raccogliere così tante persone per un evento di tipo culturale ma, in quest’occasione, i fatti hanno superato le più rosee previsioni. L’incontro è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti, l’Associazione Culturale Franco Casetta, il Centro di Documentazione “B. Fenoglio”, la Fondazione Ferrero di Alba, l’Associazione Centro Studi “Beppe Fenoglio”, l’Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba e l’Israt ed ha visto la partecipazione di numerosi relatori e l’inaugurazione fotografica di Aldo Agnelli, amico e fotografo ufficiale di Beppe Fenoglio. Dopo i saluti iniziali, ha preso la parola il moderatore del Convegno, prof. Giulio Parusso – Direttore dell’ Associazione Centro Studi Beppe Fenoglio che ha introdotto i relatori e gli argomenti della giornata. Il dottor Mario Renosio dell’ Israt ha contestualizzato storicamente gli eventi relativi alla Battaglia di Cisterna e di S. Stefano Roero tratteggiandone gli aspetti più salienti e rileggendo (in una luce molto più oggettiva) i dati raccolti dai protagonisti sulla vicenda. Rastrellamenti, imboscate, spari e non solo… questo doveva essere l’ambiente – proprio nei primi giorni di marzo – di quegli anni. Case bruciate, vite tranquille distrutte nella quiete della campagna e, ancora oggi, interrogando i testimoni diretti è ancora possibile rivedere questa storia nei loro occhi. Ma, come ha sottolineato il dottor Renosio, l’importanza storica di questa battaglia è stata soprattutto nell’ aver creato la consapevolezza che, ormai, un periodo storico era giunto al termine e che stava sorgendo l’alba di una nuova epoca in un mondo che sembrava giunto al capolinea. In questo paesaggio storico è possibile inquadrare la figura del Maggiore Hope che Fenoglio inserisce come personaggio all’interno delle sue opere e che, probabilmente, ha conosciuto direttamente. Di questa figura singolare ha parlato il prof. John Meddemmen (docente di storia della lingua inglese presso l’ Università di Pavia). Il Maggiore Hope che è stato delineato, è un uomo molto curioso, che lotta strenuamente per imparare la lingua italiana e che, a causa di un banale incidente, – 10 – perde la vita nella stanza vicino al teatrino. Un uomo particolare che, dopo essere passato indenne attraverso due guerre, termina la sua esistenza per una disgrazia a pochi giorni dalla fine del conflitto. Il prof. Meddemen ha parlato anche del suo carteggio con il figlio del maggiore che desiderava approfondire la conoscenza dei luoghi che videro la morte del padre, anche attraverso la lettura delle opere di Fenoglio che lo riguardavano in parte. Giulia Carpignano, studiosa e ricercatrice, ha invece sottolineato i punti di contatto e di scollamento tra la realtà storica e gli scritti di Fenoglio. Per compredere questi rapporti (nei quali è inserito anche il paese di Cisterna) è importante conoscere la vicenda umana di Fenoglio. Partigiano della prima ora, era un guerrigliero senza mezzi, senza armi e organizzazione. Si era unito inizialmente anche a brigate di ispirazione comunista, pur sentendosi monarchico. Successivamente, dopo un tragico evento, comprese che questo non era il percorso che cercava ed entrò in un’altra divisione. Da allora in poi venne utilizzato per i collegamenti con le missioni alleate con l’incarico anche di fare il traduttore. Era un partigiano speciale, conoscitore della lingua e della cultura inglese MUSEO e ciò gli fu molto utile in questa seconda esperienza partigiana. Sicuramente fu un partigiano che dimostrò la sua presenza anche presidiando un territorio. Ma in nessun documento si parla della sua presenza alla Battaglia di Cisterna. Invece, negli ultimi anni si sono moltiplicate le testimonianze della sua presenza nel Monferrato. Ma probabilmente conobbe Hope e fu legato a lui da stima ed affetto tanto che qualche mese dopo la fine della guerra – come testimonia il suo amico Aldo Agnelli – ritornò a Cisterna. Comunque nei suoi testi rimangono molti punti di distacco dalla realtà storica. In ogni caso il connubio tra storia finzione consapevolmente rielaborata in chiave letteraria, nulla toglie al valore della sua opera dove la compattazione degli eventi racconta il modo in cui Fenoglio ha voluto raccontare le sue emozioni attraverso la storia; in modo particolare quanto questa esperienza abbia ampliato i suoi orizzonti, il suo modo di essere un “partigiano planetario” e di vedere la guerra. Al termine dell’intervento, il dott. Borra del Centro di Documentazione ”B. Fenoglio” ha inaugurato la mostra fotografica “Fenoglio/Agnelli: 14 scatti” alla presenza dell’autore. La mostra rispetta il formato e l’inquadratura originale ed è singolare proprio per questo. Aldo Agnelli amico dell’adolescenza di Fenoglio che con lui ha condiviso, oltre che i suoi pensieri, anche le lunghe passeggiate nelle Langhe, ha regalato ai presenti i momenti più emozionanti della giornata. “Volevo che un giorno chi le vedeva potesse capire come vedevo io questo amico. Abbiamo trascorso una vita insieme. Io usavo le foto e lui la parola Beppe amava ascoltare la gente ma faceva poche domande. Con il mio mestiere facevo da tramite perché tutti mi conoscevano ed io potevo prende- re amicizia e contatti perché il langhetto non ama parlare delle sue cose ma con me si aprivano. Oggi provo profonda gioia perché sono servito a qualcuno. Beppe è conosciuto per i suoi scritti. All inizio non lo capivano, solo dopo hanno riconosciuto la sua grandezza. E questo mi rattrista perché se n’è andato senza godere della sua fatica tanto lavoro! Incontrare persone che si – 11 – interessano di quell’epoca, di Fenoglio per me è una grande gioia e motivo di commozione”. Luca Anibaldi, autore con Paolo Ciaberta del bel libro “Tradizione rivoluzionaria. Non fate delle barriques ma delle barricate” - in cui un capitolo è proprio dedicato al fotografo - gli ha domandato dove oggi vorrebbe fotografare il suo amico Beppe. Ecco la risposta di Agnelli: “Dopo la sua morte per un lungo momento non salivo più sulle colline senza di lui. Però ci si abitua anche a questi dolori. No, dovevo andare, ritornare, ricordare! Ci sono riuscito ed ho ripetuto le fotografie nello stesso punto in cui le avevo fatte con lui. Ero felice di avercela fatta. Sto ora provando con Borra a mettere tutto insieme per raccontare il mio viaggio con Fenoglio ma anche i luoghi fenogliani. Vorrei che capissero il mio dramma perché non è facile ripetere questi momenti per me”. Buon compleanno Beppe Fenoglio. Grazie Aldo Agnelli. Per chi vi ha conosciuto tramite le pagine dei libri, è stato come incontrare due vecchi amici a metà di un sentiero che conduce alla cima di una collina. Giovanna Cravanzola MUSEO “Strade delle memorie Partigiane” 11° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese G uide turistiche e mappe stradali sono strumenti per guidare verso luoghi vicini e lontani. Offrono la possibilità di raggiungere anche mete sconosciute grazie al reticolo delle strade che vi sono tracciate. E proprio in questa rete, talvolta, si può rimanere impigliati non solo fisicamente ma anche emotivamente, specialmente quando si raggiungono posti che sono stati scenari di episodi particolari. Destinazioni che ci portano a riflettere anche quando le abbandoniamo, che ci spingono a tornare alla ricerca delle orme che furono di altri, per lasciare anche la nostra traccia e respirare la polvere del tempo. Partendo da suggestioni come queste, un gruppo di insegnanti albesi – in collaborazione con l’ANPI Sezione di Alba, l’ Associazione Colle della Resistenza e Comune di Alba ed il contributo della Fondazione CRC – ha realizzato il secondo volume della serie “Strade delle memorie partigiane” dedicando il percorso all’ itinerario Leonardo Cocito. E proprio ad un anno di distanza dalla pubblicazione del primo volume, venerdì 16 marzo 2012 presso il Museo Arti e Mestieri di Cisterna d’Asti è stato presentato questo secondo importante lavoro realizzato da Michelangelo Caponetto, Enzo Demaria, Daniele Ferrero, Marco Francia, Daniela Gonella, Gabriele Proglio ed Elena Ruella. L’incontro, inserito all’interno del calendario delle iniziative del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, è stato orga- nizzato dall’Associazione Franco Casetta di Canale in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti e l’Israt. La serata è stata introdotta dal dott. Marco Castella dell’ Associazione Franco Casetta che ha portato il saluto degli organizzatori ed ha poi dato la parola alla sig.ra Barberis rappresentante dell’ Anpi di Alba. Da anni, infatti, l’Anpi di Alba cerca di rivitalizzare la conoscenza di questo periodo sforzandosi anche di partire dalla storia di ceppi e lapidi commemorativi che spesso si incontrano sulle strade. Proprio in questa prospettiva è nato il percorso “Strade della Memoria” grazie alla disponibilità di professori entusiasti e preparati che hanno permesso con il loro lavoro di dare alle stampe il secondo volume di questa serie che è sia storica che turistica. Il senso di questo lavoro – come ha ben sottolineato il dottor Castella – consiste nel partire da fonti scritte per metterle in scena su un territorio ricco di memorie da raccontare. Non solo, l’Associa– 12 – zione Franco Casetta, grazie al contributo e alle competenze di un socio - Luca Sibona – ha potuto ripercorrere l’itineraio registrandolo con traccia GPS. Un modo per rendere questi sentieri vivi così come le presenze di coloro che li hanno percorsi accompagnati dal senso di precarietà quotidiana, dal dolore e, spesso, da qualche tragedia inspiegabile e, spesso, disumana. La storia allora – come ha messo in risalto Castella - mette le gambe ed esce dai libri, “… entra dentro alle stanze e le brucia…” come cantava De Gregori. I volumi di questa serie, proprio per questo motivo, hanno lo scopo di accompagnare i visitatori in queste località ma anche di promuovere una riflessione sull’utilizzo dei luoghi della Resistenza. Daniele Ferrero, Michelangelo Caponetto ed Elena Ruella hanno portato le motivazioni profonde che hanno mosso il loro lavoro di insegnanti a contatto con gli adolescenti, proprio oggi che la distanza temporale potrebbe rendere lontane e quasi irraggiungibili queste vicende. Per questo è necessario cambiare la qualità della memoria della Resistenza, renderla viva, attuale non riproponendola come un rituale sterile ma rileggendola alla luce dei suoi valori che sono ancora assolutamente attuali. Occorre, in questa prospettiva, ricostruire una memoria collettiva operando in modo che ciascuno – i giovani in particolare – se ne riappropri facendola diventare individuale, COMUNITà come propone Dacia Maraini. A questo proposito il prof. Caponetto ha sottolineato come l’esperienza partigiana fu un fatto di popolo alla ricerca di un destino dopo i disperati anni della dittatura e della guerra. Furono, pertanto, laboratori di libertà per il futuro di un nuovo Paese che doveva ancora nascere e, nel quale, in parecchi sacrificarono tutto, misero a rischio se stessi ed i propri cari nell’intento di dare riparo e rifugio ai combattenti. Ripercorrere le strade della storia, in questo caso della Resistenza, consente di andare più a fondo, di riconoscere i luoghi, di paragonarli rispetto alle trasformazioni che hanno subito nel corso del tempo. Luoghi di uomini, di idee, di esigenze che, oggi, per alcuni aspetti possono ancora es- sere quelli di allora perché, come ha sottolineato la prof.ssa Ruella, proprio oggi c’è la necessità di resistere ancora. I percorsi presentati nel volume sono concreti, fortemente legati alla realtà. Oggi i mezzi multimediali consentono di rileggere questo periodo utilizzando il linguaggio delle generazioni 2.0 senza però tralasciare la conoscenza reale di quelle strade ripercorse riscoprendo davvero un territorio. Al termine il dott. Paglieri dell’ Associazione Franco Casetta ha ripercorso le pagine del volume attraverso citazioni ma anche interviste e video a testimoni diretti del massacro di Cerequio perpetrato tra le mura di quella che oggi è una magnifica cascina immersa nel verde, un luogo bellissimo che contrasta con la tragicità dell’ evento, come spesso accade nella storia. “STRADE DELLE MEMORIE PARTIGIANE. ITINERARIO LEONARDO COCITO”, una mappa per ripercorrere il passato alla ricerca non di eroi ma di uomini comuni che - anche a causa del destino - con il loro coraggio hanno tracciato il sentiero della libertà sul quale oggi tutti noi possiamo camminare anche se spesso lo facciamo inconsapevolmente. È invece importante accorgersi che la libertà è un valore che occorre sempre tutelare ed è proprio per questo che, come recita G. Roversi se “Oggi sono rimasti in pochi a contrastare…” , “è oggi che dobbiamo contrastare”. Giovanna Cravanzola CENA DEL POVERO S empre più spesso indifferenza e superficialità colpiscono le persone; talvolta però, alcune riescono a mantenere vivo quel briciolo di solidarietà che dovrebbe legare gli uomini. Così, anche il Gruppo Giovanissimi, il giorno 24 marzo 2012 al Teatrino, si è riunito per aiutare l'assiciazione “Find the cure”, che è un comitato no profit impegnato con diversi volontari in molte missioni, in vari paesi come l'India, il Sudan, la Tanzania... In questa occasione sia i ragazzi che i volontari hanno colloborato per la realizzazione di una cena intitolata “La cena del povero” poiché caratterizzata da piatti poco elaborati come il riso e yogurt bianco e un piatto caratteristico: i “samosa” fagottini di pasta ripieni di verdura bollita e molto speziata. Grazie alla numerosa partecipazione alla serata, il ricavato della cena e della bancarella di maglie e felpe allestita dai volontari è stato alto. I membri dell'associazione non solo dimostrano la propria determinazione in questa attività, poiché non hanno retribuzioni in denaro, ma inoltre partecipano alle missioni durante le proprie vacanze per la realizzazione di un'i– 13 – dea ben più importante e grande: combattere le differenze non solo sul piano economico ma anche su quello umano. Durante la serata i presenti hanno assistito ad una proiezione che mostrava il risultato e i successi dell'associazione, avvicinando in questo modo anche noi, che siamo geograficamente lontani da queste realtà, alle persone meno fortunate. Federica Bodda & Matilde Cielo MUSEO “La tutela della libertà personale nella Costituzione e nella Legge Processuale” 12° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese M olto spesso, in particolar modo quando ci si rivolge ad un pubblico ampio, si prediligono argomenti considerati alla portata di tutti evitando il più pos- sibile di proporre tematiche ritenute più ostiche ad un pubblico poco preparato. L’incontro con il prof. Serafino Nosengo, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese il 26 marzo 2012 alle ore 21,00 presso il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti, ha dimostrato, invece, che sono possibili altre strade. Come ha sottolineato il relatore, proprio la capacità di rendere comprensibili argomenti difficili apre l’ingresso ad una cittadinanza più consapevole da parte di una cerchia sempre più larga di persone. Infatti argomento della serata era “LA TUTELA DELLA LIBERTÀ PERSONALE NELLA COSTITUZIONE E NELLA LEGGE PROCESSUALE”, sicuramente una tematica non molto semplice che, però, l’abilità del relatore ha saputo rendere estremamente interessante anche per un uditorio poco avvezzo a contenuti di tipo giuridico. Ovviamente ha contribuito a tutto ciò la lunga carriera accademica del prof. Serafino Nosengo, associato di Diritto processuale penale presso l’Università del Piemonte Orientale fino al termine dell’ a.a. 2010/2011. È stato anche responsabile del gruppo di studio Diritto – Economia della “Commissione Brocca” chiamata a redigere i programmi dei primi due anni della nuova secondaria e del triennio. Ha fatto parte di numerose commissioni e gruppi di ricerca. Attualmente ricopre l’incarico di Presidente della commissione scientifica della Scuola di formazione forense “Giorgio Ambrosoli”. È componente la Commissione scientifica della Rivista Minorigiustizia (Franco Angeli). Non solo. Grazie alla documentazione del progetto del presente Polo Cittattiva presente sul sito www.scuolealmuseo.it, lo scorso anno Nosengo è venuto a conoscenza del lavoro che si stava svolgendo. Così, in segno di apprezzamento, ha offerto la sua collaborazione gratuita e, nel mese di ottobre, è stato un ospite estremamente gradito all’ Inaugurazione del Bosco della Costituzione a Cisterna d’Asti. Punto di partenza è stata la riflessione su come spesso vengano confusi tra loro i termini nell’ambito del diritto mentre, specialmente in questo campo, non dovrebbero esserci dei fraintendimenti. Ad esempio questo capita frequente– 14 – mente per le parole magistrato e giudice e, nell’ opinione pubblica, sovente l’azione della giustizia viene intesa in modo semplicistico: libertaria (tutti fuori) o liberticida (tutti dentro). Invece tutte le decisioni sono prese esclusivamente tramite l’applicazione di codici diversi e, soprattutto, della Costituzione. In questo modo proprio l’amministrazione della giustizia che dovrebbe garantire la tutela della libertà personale viene interpretata a volte come un’arma in balia di coloro che la gestiscono. La Costituzione però sottolinea che la libertà umana individuale si sviluppa attraverso il rispetto delle leggi che non sono, quindi, un freno ma, anzi, garantiscono che ciascuno possa esplicitare la propria autodeterminazione. Quindi la libertà non è anarchia. Si è liberi quando c’è il rispetto delle leggi che, quando tutto funziona a dovere, sono condivise. Pertanto si esercita il proprio essere umano e la partecipazione al dibattito politico mediante il voto. Ma, come ha sottolineato il prof. Nosengo, tutto ciò è il sale della cittadinanza che si impara già da piccoli comprendendo con la pratica che è anche bello spendersi gratuitamente a favore degli altri perché, solo in questo modo, si cambia un mondo dove spesso sembra vincere solo la prevaricazione. Proprio i piccoli sono le fondamenta dello stare insieme civile. Giovanna Cravanzola MUSEO “La sfortuna in favore Beppe Fenoglio e la liberta” 13° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese G iovedì 12 aprile 2012, presso il Castello di Cisterna d’Asti, si è tenuto un interessante incontro dal titolo “Fenoglio, la libertà - presentazione del libro “La sfortuna in favore”. La serata è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo, l’Associazione Culturale Franco Casetta, il Centro di Documentazione “B. Fenoglio”, la Fondazione Ferrero di Alba, l’Associazione Centro Studi “Beppe Fenoglio”, l’Israt ed è stata il secondo appuntamento all’interno dei festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Beppe Fenoglio. Il dottor Edoardo Borra ha introdotto la conferenza ricordando la figura di Beppe Fenoglio che, in vita, non ha potuto godere della fortuna della sua opera presentando poi il relatore, prof. Valter Boggione docente di Letteratura italiana presso l’Università di Torino. Ha scritto soprattutto sulla poesia secentesca, su Manzoni e Tommaseo, su Gozzano e i crepuscolari, sugli scrittori - pittori torinesi (Mario Lattes e Italo Cremona) e sulle questioni legate all’intertestualità letteraria. Si è anche occupato di storia della lingua italiana. Allievo del prof. Giorgio Barberi Squarotti, studioso della Scuola Torinese dell’opera fenogliana, il prof. Boggione ha proseguito nella sua attività di ricercatore lo studio di questo autore. Nel libro “La sfortuna in favore” Boggione ha raccolto diversi sag- gi su Fenoglio. Ma cosa ha a che fare il tema della libertà con l’opera di Fenoglio? In realtà, come ha ben sottolineato il prof. Boggione, lo scrittore non tratta quasi mai di questo concetto, scarsissimo è anche l’utilizzo del termine libertà e la cosa sembra un paradosso in quanto tutte le sue opere sono protese verso la libertà di un territorio, dei contadini. In realtà Fenoglio non ne parla mai come di qualcosa di presente ma sottolinea sempre la perenne ricerca per raggiungerla. Per questo non ne dà una spiegazione ma tutti gli attori dei suoi scritti lottano per ottenerla. Non è mai una libertà ideologica pur se, per l’autore, bisogna sempre lottare contro l’oppressione intellettuale. La libertà passa sempre in secondo piano rispetto al possedere una forma di verità. Spesso compare invece la parola liberazione che, a differenza della libertà, per Fenoglio può essere definita. Per l’autore l’uomo deve accettare la propria condizione e, quindi, non può mai considerarsi libero. Proprio per questo è difficile dare un valore positivo al concetto – 15 – di libertà. Infatti la vita umana è sempre contrastata dalla violenza degli uomini, della natura o del destino. L’uomo è sempre esposto al male e la malora limita le scelte e le aspirazioni. Questa è la vera problematica di Fenoglio: la ricerca di una risposta al male. Agostino, il protagonista de “La malora” è, pur senza colpe, circondato dal male. E’ un perdente ma, per Fenoglio, è l’eroe che non si ribella al suo destino e porta il male su di sé come un peso. In questa prospettiva rientra la cultura cristiana del peccato originale che ricade sui figli. In questa visione, il vero colpevole (e quindi perdente) è il padre che vuole cambiare la sua condizione e, così facendo, decreta inesorabilmente la rovina della sua famiglia. Per Fenoglio, quindi, la libertà è sempre lotta, conquista, resistenza per opporsi alla negatività che vorrebbe far soccombere l’uomo. Per questo occorre sempre essere partigiani perché ci sarà sempre qualche situazione che limiterà la libertà dell’uomo. Gli eroi fenogliani, pur con la sfortuna in favore, non cedono, resistono, tutto sopportano e, proprio per questo, diventano invincibili arrivando alla salvezza. Infatti, se si è perduto il Paradiso, si deve riscattarlo guardando in faccia la notte e il male. Proprio questi aspetti avvicinano, ancora oggi, Fenoglio e le sue opere al pubblico giovanile. Giovanna Cravanzola MUSEO “Dove comincia e dove finisce la mia liberta” Incontro per le Scuole Primarie di Cisterna con Serafino Nosengo, un Professore Amico dei Bambini 14° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese N el mese di aprile, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, si è tenuto un incontro particolare per i bambini della Scuola Primaria Statale di Cisterna d’Asti. Ecco quello che hanno scritto gli alunni della classe 4a. “Lunedì 16 aprile 2012, è venuto a parlare nella nostra scuola il prof. Serafino Nosengo, docente di Diritto all’Università. Ci ha parlato della libertà infatti il titolo dell’incontro era “DOVE COMINCIA E DOVE FINISCE LA MIA LIBERTÀ?”, un argomento interessante visto che le classi 4 e 5 stanno lavorando proprio su questo tema. Nonostante sia abituato a parlare con gli adulti, il prof. Nosengo è riuscito comunque a farsi capire da noi bambini e a rispondere alle nostre domande. Il discorso è partito da dove inizia la libertà che non vuol dire fare tutto quello che si vuole ma che si deve sempre rispettare anche la libertà altrui. Tutti noi possediamo la libertà e, almeno per quanto ci riguarda, ci è stata regalata e non dobbiamo approfittare di essa. Alcune cose le possiamo fare ma solo quelle consentite dalla legge invece alcune altre no, come quelle che sono proibite dalla legge. Ci ha spiegato che se io sono ricco e il mio vicino è povero, non devo sprecare tutto quello che ho ma devo pensare a chi non ha niente perchè, altrimenti, sarebbe uno spreco. Infatti dobbiamo rispettare gli altri. Poi ha portato anche questo esempio. Se io ho duecento euro, sono un miliardario e decido di bruciarli, tolgo la libertà ai poveri che non hanno questi soldi. Ha anche detto che, per essere libero, devi rinunicare a qualcosa per fare cose molto più grandi di quelle che hai già. Inoltre per essere liberi ci deve essere democrazia. La libertà non è lo spreco. La libertà è anche rispettare la natura che ci circonda. È rinunciare ai propri interessi ma offrirsi con disponibilità agli altri. La libertà è fare il proprio dovere. La libertà è il rispetto per gli altri. Un esempio è Rino Rossino: ha salvato la libertà per noi però è morto. Essere liberi, quindi, vuol dire ave- – 16 – re dei diritti, rispettare gli altri ma anche essere testimoni di speranza ad esempio apprezzando la vita e tutto quello che ci offre. Al termine dell’incontro ci ha regalato anche due borse speciali: le BORSE DELLA LIBERA CONOSCENZA. Su queste borse ci sono stampate delle foto di Cisterna su un lato e, dall’altro, quelle dei genitori del prof. Nosengo: Clemente – per molti anni sindaco di S. Damiano – e Lia che è stata una maestra. All’interno di una c’erano anche molti altri regali: cinque libri e due dvd che, in qualche modo, parlano di libertà. Nell’altra borsa ci ha invitato a raccogliere tutte le cose che potrebbero essere utili a tutti i bambini della scuola e, sicuramente, noi lo faremo. Serafino Nosengo ha avuto la capacità di farci capire in modo semplice le cose difficili. Questo incontro è stato davvero bellissimo ed interessante e speriamo che torni ancora a parlarci anche di altre cose nuove che non conosciamo. Grazie davvero Serafino, a nome di tutta la Scuola Primaria di Cisterna d’Asti”. Gli alunni della cl. 4a di Cisterna MUSEO Un orologio al Museo D a tutti fu chiamato “Monsù Giraud” (alla francese), per aver imparato il mestiere a Montecarlo: Giovanni Giraudo, leva ’22 e la sua bottega rivivono al castello di Cisterna. Tantissimi gli oggetti che parlano della sua passione e della sua precisione, racchiusi nei cassetti del suo laboratorio: ci sono centinaia di pezzi di ricambio, schedari, lancette, scatole piene di molle e ingranaggi e pendoli degli anni ’20. Un orologiaio “artista” di cui oggi se ne vedono pochissimi. Giraudo inizia l’attivi- tà nel 1944 in casa per poi aprire il laboratorio in corso Nizza e, successivamente, in corso Dante, dove lo si ricorda lavorare, instancabilmente, per riparare sveglie e pendoli di mezza “Cuneo” e dintorni. Una memoria che, grazie ai figli e nipoti (che hanno scelto di donare al museo l’intera bottega perché non ne fosse persa la memoria), si conserverà intatta dallo scorrere del tempo, nella sala di Magna Jeta, al secondo piano del castello. “Valente artigiano” di altri tempi, l’orologiaio cuneese non volle “piegarsi” alla tecnologia (come raccontano i suoi nipoti in uno scritto a lui dedicato) per continuare a utilizzare le sue doti, intelligenza e pazienza, nel trovare il guasto agli oggetti, immerso nel suo mondo, fatto di sfere, bilancieri, viti minuscole e strumenti di misurazione. Un prezioso patrimonio storico scandito da ricordi e oggetti ormai datati, che presto saranno archiviati e schedati, anche con l’aiuto di volontari e appassionati che cercheranno di “narrarne” gli usi e i “segreti” di un mestiere che oggi non esiste quasi più e di cui è importante tramandarne la corretta descrizione. Benché espertissimo nel suo mestiere, Giraudo non riuscì a fermare il tempo quando, nel 2003, arrivò la “sua ora” con una malattia che purtroppo lo portò alla morte. Diviso tra Cuneo e Vignolo, il suo paese d’origine, così lo ricordano i suoi cari: ”Un maestro di vita, di cui ricorderemo l’onesta, la semplicità, la generosità, l’amore per la famiglia, l’ordine, l’intelligenza, le partite a scopa, le passioni sportive (il calcio, l’automobilismo e il ciclismo)”. Roberta Arias – 17 – I n questi giorni, il museo arti e mestieri ha ingrandito l’esposizione con una nuova bottega: l’orologiaio. Proviene da Cuneo ed è stata di proprietà del signor Giraudo Giovanni che all’età di 10 anni è andato a Parigi ad imparare il mestiere. Dopo alcuni anni, tornato in Patria ha aperto una bottega in Corso Dante a Cuneo. Grande appassionato del suo lavoro ha praticato fino a tarda età lavorando per molti orefici ed insegnando presso la scuola professionale di Torino. Grazie alla tenacia di alcuni volontari del museo (Serenella, Rosella, Antonio, Renato, Fabio, ai quali va il mio ringraziamento) che si sono prodigati per il trasporto dell’intera bottega da Cuneo a Cisterna e all’aiuto dei nuovi ragazzi del Servizio civile, (Anna, Ivan, Daniele) si è potuto allestire in breve tempo l’intera sala procurando soddisfazione e orgoglio a tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione. I visitatori del museo ora avranno l’opportunità di ammirare e conoscere gli affascinanti e particolari attrezzi e macchinari usati un tempo per creare ogni tipo di orologio. AnnaMaria Sacco MUSEO “Pillole di libertà per scelte consapevoli” 15° Incontro per il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese L a libertà si può espletare anche quando si va a fare la spesa? La risposta non è semplice ma, probabilmente, è affermativa se gli individui si trasformano da consumatori a soggetti consapevoli delle proprie scelte anche quando si trovano a tavola. Questa tematica è stata al centro del dibattito dell’incontro che si è tenuto sabato 5 maggio 2012 alle ore 17,00 presso il Castello di Cisterna d’Asti, organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo. Luca Reteuna e Giorgio Ferrero, con la moderazione della giornalista Roberta Arias, ne hanno piacevolmente dibattuto con il pubblico. Luca Reteuna, classe 1960, è giornalista dal 1981. È stato corrispondente del “Corriere medico” (quotidiano di sanità del “Corriere della sera”) e caporedattore di testate nazionali di scienza e tutela dei consumatori. È autore di molti libri, ultimo dei quali “Sorella acqua”, Ed. Effatà, che verrà presentato prossimamente. Giorgio Ferrero classe 1966, responsabile del dipartimento Agricoltura-Alimentazione del Pd Piemonte. Agrotecnico, risiede a Pino d’Asti, dove è titolare di un’azienda agricola ad indirizzo prevalentemente vitivinicolo. In Coldiretti ha ricoperto l’incarico di presidente provinciale e regionale, componente della Giunta nazionale. è stato sindaco di Pino ed amministratore della Camera di Commercio di Asti. Nel suo intervento introduttivo la dott.ssa Arias ha ricordato come la saggezza del passato, anche in ambito agroalimentare, dovrebbe essere un messaggio capace di orientare anche le scelte del presente. Partendo da questo stimolo Ferrero e Reteuna, in diversi passaggi, hanno delineato il profilo di un problema che tocca tutti e che può avere, nel tempo, effetti nefasti sulla salute. Si è sottolineata la fatica di molti a comprendere tutti i cambiamenti che, nel corso di pochi decenni a partire dal secolo scorso, hanno completamente sovvertito usi e consuetudini anche alimentari che si erano consolidati nel corso di secoli. A partire dopoguerra, una sempre più notevole disponibilità di cibo nei Paesi ricchi ha sconfitto il problema di una fame atavica che colpiva buona parte della popolazione. Tutto ciò, per molto tempo, ha portato ad esaltare i successi della modernità che, però, solo in tempi recenti ha rivelato i suoi aspetti nocivi. Sempre più spesso i vari trattamenti che subiscono i prodotti, a partire dalle materie prime, fanno sì che non sempre ciò che si mangia è ciò che si crede di mangiare. La quantità, infatti, non va sempre a spasso con la qualità ma solo essendo informati su queste tematiche si possono effettuare scelte libere e consapevoli. Nel diritto di nutrirci, appunto, possiamo esprimere anche la nostra libertà di scegliere. Putroppo scelte errate, nel corso – 18 – del tempo, hanno provocato quella che si potrebbe definire mortalità alimentare di cui, però, quasi mai si parla anche per i forti interessi economici che regolano il mondo della produzione di questi prodotti. Di molte sostanze, sebbene inserite nelle etichette e tutte autorizzate, spesso non si esprimono i quantitativi all’interno dei prodotti ma, sommati quodianamente nell’alimentazione, possono diventare pericolose può inconsapevolemete essere superata la soglia giornaliera consigliata. Coloranti, additivi, conservanti rendono appetibili prodotti spesso di scarsa qualità in partenza ma non solo, di molti sono stati già studiati e sperimentati in alcuni Paesi gli effetti negativi specialmente nei bambini sui quali, spesso, causano iperattività e scarsa capacità di attenzione. Inoltre l’utilizzo di grassi vegetali non definiti spesso significa l’impiego di sostanze che non apportano alcun tipo di vantaggio in termini nutritivi ma determinano l’accumulo di sostanze lipidiche nell’organismo a partire dall’infanzia. Per difendersi diventa quindi di fondamentale importanza saper scegliere gli alimenti soprattutto attraverso la lettura delle etichette di tutti i prodotti, approfondendo magari la conoscenze delle diverse sigle europee utilizzate per indicare le sostanze inseritenei vari cibi. La scelta del bio garantisce l’utilizzo di prodotti più controllati MUSEO già a livello di materie prime con costi, in rapporto, quasi in linea con quelli degli altri presenti sul mercato - anche perché diverse catene alimentari da tempo li propongono sui propri scaffali ma con un vantaggio in più per la propria salute. Ma ci sono anche altri mezzi: l’acquisto diretto da piccoli produttori che garantiscono la qualità dei prodotti, anche attraverso i Gas (gruppi di acquisto solidale) che permettono una spesa di gruppo, a prezzi contenuti. Ma, ovviamente, numerosi altri sono i problemi che, in alcuni casi, possono essere ovviati attraverso l’educazione che famiglia e scuola devono contribuire sinergicamente a costruire ripristinando una cultura alimentare che, un tempo, prevedeva ad esempio, l’utilizzo di prodotti stagionali e locali. Altri problemi invece, come sottolineato in alcuni interventi dei presenti, riguardano la scarsità di risorse delle famiglie degli ultimi tempi che, sovente, non consentono di effettuare le scelte che si vorrebbero su queste tematiche. Altre motivazioni, sulle quali ha posto l’accento la consigliera regionale Angela Motta presente all’incontro, sono la vita frenetica che induce ad una minor attenzione sugli acquisti e, talvolta, uno scarso investimento in questo settore a favore di altri generi ritenuti socialmente pù appetibi- li. A questo proposito ha sottolineato che il mondo politico dovrebbe favorire una conoscenza maggiore proprio in quelle fasce di popolazione meno informate su questi argomenti, attraverso campagne di prevenzione che, nel tempo, risultano sempre vincenti. Infatti scelte alimentari errate si ripercuotono economicamente sulla collettività a causa dei costi che, prima o dopo, vengono caricati sul settore sanitario e, di conseguneza, sulle tasche dei contribuenti. Un altro apporto importante al pomeriggio è stato dato dal Ma- ria Josè Guido Pastor Rodiguez, genitore, apicultrice biologica, ingegnere agronomo, esperta in cooperazione internazionale e conoscitrice di diverse realtà africane in cui ha prestato la sua attività. Ha reso noto come, negli ultimi anni, buona parte del miele a buon mercato provenga dall’estero e sia composto, in realtà, da miscele chimiche delle quali rimane ancora sconosciuta la natura. Il prodotto una volta giunto illegalmente in Italia, vie– 19 – ne addizionato da pollini locali in modo da mascherare la sua dubbia natura. Secondo la dott.ssa Pastor la politica nazionale ed internazionale dovrebbe pretendere un esborso maggiore in tasse da parte dei produttori che utilizzano sostanze di cui gli effetti siano ancora incerti in modo da favorire chi, preservando anche il territorio, espleta un lavoro a favore della collettività. Purtroppo, come sottolineato dai relatori, molte di questi prodotti sono legali a livello europeo anche se, in certi Paesi, si comincia a fare attenzione alle pubblicità ritenute ingannevoli ed alcuni prodotti di origine dubbia sono stati messi al bando. Ma Reteuna e Ferrero hanno sottolineato coralmente che l’arma migliore è quella della scelta al momento dell’ acquisto - senza alcun tipo di estremismo sempre deletereo - che, su larga scala, favorirebbe una riflessione da parte dei produttori. Ovviamente sempre al primo posto l’informazione. Siti come www.altroconsumo.it, rendono noti i risultati di ricerche in ambito nazionale ed internazionale. Piccoli consigli per evitarci di fare la fine dell’inconsapevole Biancaneve davanti a quella che sembrava una succulenta mela… sembrava, appunto. Giovanna Cravanzola COMUNITà Festa di Santa Rita D omenica 20 maggio, nella chiesetta di San Remigio a Valmellana abbiamo festeggiato Santa Rita. Una famiglia della borgata, molto devota alla Santa, invece di recarsi a Cascia, come faceva di consueto tutti gli anni, ha deciso, direi più che generosamente, di condividere la festa con tutti i borghigiani. La vecchia statua di Santa Rita, rimasta per anni in un angolo della sacrestia, è stata posta su di un piedistallo, ridipinta per l’occasione e coronata con uno splendido arco di rose illuminato. Don Urbano, durante la messa ha benedetto le rose che sono state poi distribuite a tutti. Le offerte raccolte, circa un centinaio di euro, sono state devolute, dalla famiglia, alla chiesa e direi che mai, come in questo momento, le offerte sono state bene accette (l’autunno scorso abbiamo sostituito il vecchio riscaldamento a gpl con uno nuovo a metano e programmabile, ed abbiamo speso tutto quanto racimolato negli anni). Rita è la santa delle rose, per via della rosa fiorita nel giardino d’inverno (come ricorda la storia) e perché la rosa è il fiore con la spina per eccellenza (per ricordare le sofferenza della Santa). La festa cade esattamente il 22 maggio ed in quel giorno è usanza benedire le rose. Le rose benedette hanno portato, negli anni, molte grazie a coloro ai quali sono state donate. PREGHIERA A SANTA RITA Sotto il peso e tra le angosce del dolore, a voi che tutti chiamano Santa degli impossibili, io ricorro nella fiducia di presto averne soccorsi. Liberate vi prego, il mio povero cuore, dalle angustie che da ogni parte l’opprimono e ridonate la calma a questo spirito che geme, sempre pieno di affanni. E giacché riesce inutile ogni mezzo a procurarmi sollievo, totalmente confido in voi, che foste da Dio prescelta per avvocata dei casi più disperati. Se sono ostacolo al compimento dei miei desideri, i peccati miei, ottenetemi da Dio, ravvedimento e perdono. Non permettete, no, che più a lungo sparga lacrime di amarezza, premiate la mia ferma speranza ed io darò a conoscere dovunque le grandi vostre misericordie verso gli animi afflitti. O ammirabile sposa del Crocifisso, intercedete ora e sempre per i miei bisogni. Amen. O gloriosa Santa Rita, tu che fosti prodigiosamente partecipe della dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo, ottienimi di soffrire con rassegnazione le pene di questa vita e proteggimi in tutte le mie necessità. Amen. Luciano Bossotto Servizio Civile al Museo... e non solo D al 1 febbraio 2011 al 31 gennaio 2012 il museo ha avuto l’aiuto dei ragazzi del servizio civile nazionale Elena Bo e Giuseppe Macrì, grazie a un progetto presentato dall’Associazione in collaborazione con il Comune di Asti. Fortunatamente, anche in questo anno è stata approvata l’idea proposta dal nostro museo, volta a valorizzare la collezione e il suo collegamento al territorio. Dal 4 giugno 2012, fino al 3 giugno 2013 avremo presso di noi Ivan Sartoris, Lucia Scarcelli e Anna Carla Trombetta. Tra luglio e agosto 2012 due gio– 20 – vani cisternesi: Fabiana Cauda e Daniele Bignante, stagisti del Liceo “Pinot Galizio” di Alba, hanno deciso di dedicare parte del loro tempo al nostro Museo, accendendo una piccola speranza nei “vecchi” volontari. Da qualche anno, infatti, a parte l’adesione di Gabriele Bodda (che è MUSEO Danze di Terra L a rassegna “Danze di terra” è nata come un momento di dialogo, festa e incontro fra aree distanti e diverse, dove si ripercorre la storia partendo dal basso, con i piedi ben saldi a terra, per ritrovare così un mondo magico e arcaico, dove la danza e la musica sono un’irrazionale risposta alla nostra esigenza di espressione. Nell’edizione 2010 lo scambio è Musicale Incontrada, presenza ormai imprescindibile per questa rassegna, che ha pensato la propria partecipazione collocando l’evento nella programmazione relativa alla rassegna “InConTraDa incontra …” inaugurata dal Collettivo con l’anno artistico 2012. La proposta del Collettivo Musicale InConTraDa ha visto una forte presenza della tradizione marocchina nella scelta del repertorio e delle collaborazioni artistiche, grazie alle esperienze maturate dai musicisti del Collettivo durante il viaggio in Marocco per la partecipazione al Festival di cultura amazigh, tenutosi a Fès nel luglio 2011. Questa circostanza ha agevolato la conoscenza stato fra due regioni italiane: il Piemonte e la Puglia. Nel 2011, anno dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia, Danze di terra 2011 è stato un viaggio attraverso diverse provenienze: dal sud al nord Italia fino all’est dell’Europa. L’edizione 2012, é stata dedicata all’incontro con la cultura nordafricana e il Collettivo diventato volontario del museo a soli 11 anni), non abbiamo più avuto la partecipazione ai turni domenicali da parte di giovani abitanti del nostro paese. Con Fabiana e Daniele al museo si riaccende la nostra speranza... Cogliamo, inoltre, l’occasione per rinnovare l’invito a tutti i cisternesi (giovani e meno gio– 21 – della cultura berbera attraverso il prezioso tramite delle testimonianze dirette e la mediazione fondamentale degli studiosi dell’Università di Fès, attenti osservatori del contesto dinamico entro cui la cultura marocchina contemporanea sta compiendo la propria rivoluzione. L’apertura del concerto è stata affidata a un’ensemble di percussionisti arabi e il concerto del del Collettivo ha alternato momenti di musica popolare italiana a momenti di danza orientale. Lo scambio è iniziato alle 20.00 di venerdì 29 giugno, con la cena tra un gustoso pollo alla marocchina, con mandorle, zafferano e ceci e la cucina tipica piemontese ed è proseguito con musiche e danze. Gabriella Vaudano vani) ad entrare a far parte delle guide (L’impegno è di 4/5 domeniche l’anno). Per essere inseriti nei turni potete comunicare il vostro nominativo a: Lino Vaudano (presso il Ristorante Garibaldi), al museo (0141979021) o a Tiziana Mo (3381458974). Palio V dei enerdì 8 giugno alle ore 21 presso la Bocciofila nel giardino del Castello ha avuto inizio con le gare di Kapot e di Calciobalilla la terza edizione del “Palio dei borghi” e si è concluso dopo 21 gare, sempre in Bocciofila domenica 8 luglio con la cena e la premiazione. Anche quest’anno la vittoria finale è andata al Borgo ERE che ha conquistato 375 punti, al secondo posto il Borgo Valle con 342 punti, nonostante le ben 6 vittorie Borgo Lame si classifica al terzo posto con 328 punti, quarto posto per il Borgo Piazza/ San Giuseppe con 290 punti che supera di soli 5 punti il Borgo Lemonte quinto con 285 punti, sesto posto per il Borgo Valmellana/Verzeglio con 249 punti. Un applauso particolare và al piccolo Borgo Valmellana/Verzeglio che ha onorato tutte le gare e si è distinto per il calore del tifo e per il numero di partecipanti alla cena di premiazione finale, BRAVI!!! Borghi La vittoria più bella però è stata riuscire a portare ben 497 persone a partecipare alle varie discipline, da quelle più riflessive come la dama a quelle più golose come le torte, a quelle di carte e di bocce, a quella canora e a quelle da veri “duri” come le varie corse a piedi o in bici o addirittura con le carrette “da man”. Quest’anno oltre alle discipline “classiche” se ne sono aggiunte molte di nuove, oltre alla già citata gara delle carrette sono stati disputati i tornei di Volley, di Calcio 3contro3, la gara di Texas Poker e la gara della “pesata” dove i borghi hanno espresso tutto il loro potenziale nel metro quadrato della pedana. Per quest’anno l’avventura è finita, con vittorie e sconfitte, risate e arrabbiature, sberleffi e prese in giro, e con tanta tanta voglia di ricominciare il prossimo anno. Grazie a tutti i 497 partecipanti, a tutti quelli che hanno tifato, a tutti quelli che non hanno voluto o potuto partecipare con l’augurio che siano dei nostri nelle prossime edizioni. A tutti quelli che hanno aiutato a realizzare i campi di calcio e di volley, che hanno portato i calciobalilla e i ping pong, che hanno fatto il “servizio d’ordine” durante le gare su strada. A tutti gli sponsor e a tutti quelli che hanno contribuito alla raccolta fondi per i terremotati dell’Emilia Romagna. Un grazie a Fabio e ai suoi ragazzi per aver organizzato il “Palio dei Piccoli” dove le future leve hanno iniziato a prepararsi per raccogliere il testimone per le prossime edizioni. Un grazie particolare a Lele, vero cuore del Palio, per la sua voglia e la sua presenza e anche ai vari rappresentanti dei Borghi che con il loro impegno hanno contribuito alla riuscita di questa splendida edizione. Arrivederci a tutti al prossimo anno, vi aspettiamo sempre più numerosi. Angelo Bignante