La grande mano del computer dà nuove speranze ai disabili
by user
Comments
Transcript
La grande mano del computer dà nuove speranze ai disabili
12 Maggio 2010 Periodico della Camera di commercio di Bologna sfide La grande mano del computer dà nuove speranze ai disabili In principio fu l’Ibm. Il gigante informatico americano. Dall’Ibm, da una sua costola bolognese è nata, nel 1980, un’associazione benefica (oggi una fondazione onlus), l’Asphi, ovvero, nelle intenzioni dei fondatori, l’uso dell’informatica per alleviare le condizioni dei ciechi, dei non udenti, dei disabili in generale. In origine la sigla Asphi significava <associazione per lo sviluppo professionale degli handicappati nell’informatica>, come ci racconta l’ingegner Andrea Magalotti, segretario generale e anch’egli come il fondatore dell’associazione Giovanni Zanichelli e la quasi totalità dei volontari attuali, un uomo Ibm. In pratica possiamo dire che Asphi è uno spin off benefico dell’Ibm. <La nostra storia _ dice Magalotti_ comincia con due laureandi dell’Istituto Cavazza, una ragazza e un ragazzo ciechi che, nel 76, si rivolgono a Zanichelli, responsabile del centro servizi Ibm di Bologna, per poter far qualcosa in quel magico mondo dei grandi calcolatori. Allora per i non vedenti c’erano poche soluzioni lavorative: centralinisti, massaggiatori e, i più fortunati, insegnanti. Bene, Zanichelli accettò la sfida e cominiciò a far lavorare i due laureati con le macchine di allora, in pratica perforatrici, inseritrici e verficatrici. Ma erano macchine, continua il direttore, costruite per tutti tranne che per i ciechi. Ma Zanichelli non si perdeva mai d’animo. Per utilizzare la verificatrice c’erano tre programmi, contrassegnati da 1,2 e 3. E per chi non vede? Semplice, col cacciavite si facevano una tacca, due tacche e tre tacche. E per il Braille? Utilizzando il punto e la 1 siamo riusciti ad avere stampe in Braille. Dopo due anni i due ciechi vennero assunti in Ibm, grazie al via libera arrivato dal quartier generale di New York. E così ci siamo L’esperienza trentennale di Asphi, un’associazione che guida nel mondo del lavoro i più svantaggiati puntando sull’utilizzo dell’informatica detti: se l’informatica ha aiutato questi due, può aiutare anche altri. Abbiamo coinvolto l’istituto Cavazza e organizzato il primo corso per programmatori non vedenti a livello nazionale. Partimmo con 16 persone, tutte poi inserite in aziende. Dopo il successo del primo corso decidemmo di strutturarci in associazione. Era il 1980. Presidente fu nominato Carlo Orlandini, altro uomo Ibm, fondatore di Euromercato>. L’ingegner Andrea Magalotti segretario generale di Asphi <il nostro obiettivo è di migliorare la qualità della vita dei disabili grazie alle applicazioni informatiche>. Il lavoro dell’Onlus bolognese non si è fermato ai casi ricordati finora, si è allargato alla riabilitazione delle Fedeli alle parole di Zanichelli <in ogni persone colpite da ictus e alle cura dell’aucaso l’ottimismo dell’azione deve vincere tismo. Un altro fronte insidioso è quello sul pessimismo della ragione>, i soci di della dislessia. Qui l’Asphi ha addirittura Asphi cominciarono ad allargare i confini contribuito alla nascita, a Bologna, dell’asdei loro interventi. Dopo i ciechi si passò sociazione nazionale sulla dislessia. Gli ai disabili motori, individuando come partanni ’90 sono stati fondamentali per l’Asphi ner l’Istututo Don Gnocchi di Milano. <Fu in quanto è cambiato radicalmente il modo un’esperienza nuova_ spiega Magalotti_ di lavoro. <Su suggerimento dell’allora perché mentre una soluzione tecnica va presidente del comitato d’orientamento bene per tutti i chechi, per ogni disabile dell’associazione, Romano Prodi, precisa motorio bisogna costruire Magalotti, venimmo inseriti una soluzione su misura>. nel circuito europeo dei proE dopo, un’altra tappa nella getti e da allora lavoriamo scala dell’umanità sofferenquasi solo su progetti>. Con te, gli audiolesi. <Questa è La storia la trasformazione dell’assoforse la peggiore delle disa- dell’associazione ciazione in Fondazione onlus, bilità esistenti _ afferma il Asphi ha assunto la struttura comincia direttore_ perché gli audioe la forma attuale. Per quanto con due ciechi lesi sono isolati dal mondo, riguarda l’integrazione, Asphi dell’istituto fanno comunità tra loro, la interviene sia sull’integraziosocietà fatica ad accoglierne lavorativa che su quella Cavazza li. Ma anche qui qualcosa scolastica. Su quest’ultimo siano riusciti a fare. fronte l’impegno è di inseriSono persone partire i ragazzi disabili nel corpo colarmente portate dell’insegnamento normale ad usare strumenti dopo l’abolizione delle classi come il Cad-Cam, il disegno induspeciali. <Stiamo lavorando molto _ spiestriale>. La frontiera successiva ga Magalotti_ sulle aule digitali e sulle è quella dei disabili cognitivi, in lavagne elettroniche che, se utilizzate corparticolare bambini e ragazzi con rettamente, possono dare un grande conforti difficoltà di apprendimento, tributo all’inserimento e al recupero dei seguita dal disagio psichico, il più bambini più svantaggiati>. difficile da affrontare in quanto ci Infine è notevole l’attività di comunicaziosono più di trenta diverse disabiline: oltre alla partecipazione a convegni tà. Ma l’intervento, quando ha suce iniziative varie, l’Asphi ha dato vita a cesso, porta a miglioramenti nella Handimatica, una rassegna biennale sulle capacità di rapportarsi con l’ambientecnologie per il recupero dei disabili che te e a migliorare l’autostima e questo si svolge in novembre a Bologna. • va bene perché, sottolinea Magalotti, (ma.mo.) Un vademecum per l’inserimento nelle aziende Sono tante le aziende, le banche e le Fondazioni che sostengono Asphi con forme di adesioni differenti e sono molte anche le azioni che Asphi fa a favore delle aziende con interventi nel campo dell’integrazione lavorativa. Un settore particolare del mondo del lavoro italiano riguarda la realizzazione delle ‘linee guida per l’integrazione dei disabili in azienda’, una iniziativa, ricorda Magalotti, <che ha come obiettivi specifici aiutare le imprese a migliorare l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità, trasformando la loro assunzione da obbligo legislativo a opportunità da valorizzare e rendere produttiva>. Il programma trae la sua origine dalla legge 68/1999 ‘Norme per il diritto al lavoro delle persone disabili’. In base a questa legge le persone disabili dovrebbero rappresentare una componente rilevante, anche numericamente (7%circa per aziende con più di 50 dipendenti) di ogni organizzazione. Ma il programma riconosce anche l’importanza del fatto che prodotti e servizi siano fruibili da tutti, nell’ottica del ‘design for all’, ovvero ‘progettazione per tutti’.Per rafforzare questo concetto è nata la legge 4/2004, voluta dall’allora ministro per l’Innovazione Tecnologica, Lucio Stanca: tutte le informazioni e i servizi telematici devono essere disponibili anche ai cittadini portatori di qualche disabilità. <Noi abbiamo preparato una guida _ dice il direttore di Asphi_ che facilita l’attuazione del programma. Si parte da una mappatura dei disabili in azienda per verificare livelli di competenze ed eventuali carriere, per passare alla verifica dell’atteggiamento dei capi e all’eventuale preparazione degli stessi al rapporto con i disabili. E’ fondamentale che siano i vertici aziendali a controllare il percorso di crescita dei disabili nelle aziende. Tutto questo può funzionare (l’abbiamo sperimentato di recente in Hera) nelle grandi imprese. Meno facile è realizzare il programma nelle aziende medie o piccole. La nostra proposta è di sensibilizzare le associazioni di categoria delle imprese ad aprire sportelli dedicati ai quali le imprese possano rivolgersi per risolvere problemi relativi all’inserimento dei dipendenti disabili>. Informazioni: www.asphi.it