Da Mosca alla Cina «Mi hanno chiesto di partire e mi sono detta
by user
Comments
Transcript
Da Mosca alla Cina «Mi hanno chiesto di partire e mi sono detta
27 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 21 FEBBRAIO 2016 Le storie Bergamo senza confini Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con Brembo S.p.A. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]. L’iniziativa Da Mosca alla Cina «Mi hanno chiesto di partire e mi sono detta: perché no?» Alessandra Modica Agnello. A 38 anni nel Far East per avviare una start up nel settore «food and beverage» Da San Giovanni Bianco in Russia, ora è volata a Shanghai VALERIA ROSSI È lontana dall’Italia e da Bergamo dal 2008, l’anno della svolta decisiva. La Smigroup di San Giovanni Bianco, per la quale lavorava in quel momento, le pro pone di assumere la direzione ge nerale della filiale di Mosca per riorganizzarla, svilupparla e po tenziarla. Alessandra, allora tren tenne, con in curriculum una lau rea in Risorse umane, conseguita con la lode all’Università Cattolica di Brescia, e un Executive Mba in Bocconi (un master altamente qualificato in Business admini stration), senza esitazione, accet ta la sfida come un’occasione di crescita personale e professiona le. E da Mosca poi si è spostata ancora più a Est, nella Repubblica popolare cinese, per avviare una start up per Alimac, leader nella produzione di maniglie adesive per l’imbottigliamento e il confe zionamento. Ma andiamo con ordine. Ales sandra Modica Agnello, oggi 38enne, dopo essersi diplomata al liceo linguistico, si iscrive all’uni versità. È vicina alla laurea quan do le viene proposto uno stage del la durata di sei mesi (che divente ranno 12) nel Gruppo Unilever, la multinazionale angloolandese che poi diverrà oggetto della sua tesi. Questa sua iniziale esperien za segnerà, di fatto, il primo passo di un lungo percorso di formazio ne e specializzazione nel settore «food & beverage». Unilever è, in fatti, proprietaria di molti tra i marchi più diffusi e famosi nel campo dell’alimentazione e di be vande. Viene poi assunta dall’azienda bergamasca Smigroup, leader a livello mondiale nella produzione di macchine d’imballaggio e im pianti di imbottigliamento, con la quale si recherà per brevi trasferte sia in Russia che in America cen trale e meridionale. Trascorrono così circa quattro anni sino ad ar rivare alla proposta che l’azienda le fa di trasferirsi a Mosca per un tempo relativamente breve (circa un anno, un anno e mezzo nei pia ni iniziali ma che, in effetti, si pro lungano a sei). «Perché no?» si chiede Ales n n I cinesi amano l’Italia: ammirano la nostra eleganza, la cultura, la cucina e la musica» ALESSANDRA MODICA AGNELLO DIRETTORE GENERALE SETTORE PACKAGING sandra che sceglie di volare alla volta della capitale russa a dispet to di chi definisce i giovani italiani come «sdraiati», (dal libro così in titolato del giornalista Michele Serra ndr), perennemente attac cati al divano, poco disposti a stac carsi dal proprio rassicurante am biente. «Già durante il mio percorso di studi avevo accarezzato l’idea di un lavoro all’estero perché ho sempre amato viaggiare e “cono scere” il mondo per acquisirne unavisioneglobale,maancheper ché sono convinta che il ventaglio di opportunità e di vantaggi al di là dell’Europa sia più ampio e di versificato» racconta e continua «avevo 30 anni quando ho deciso di mettermi in gioco. Sono partita, da sola, con un po’ di apprensione ma sicura che il mio bagaglio fosse sufficientemente carico di espe rienze. L’unica remora era la lin gua, in compenso parlavo bene inglese, francese e spagnolo». «La Russia – prosegue – non è un Paese facile, come non è facile essere fermati a un posto di blocco con i poliziotti che, imbracciando e puntando i kalashnikov, ti inti mano di mostrare i documenti. Non posso negare che l’inizio è stato irto di difficoltà: per la lingua, per il clima, per riuscire a inserir mi nel contesto sociale e culturale della città e, non ultimo, per la lon tananza dai miei affetti più cari, genitori e amici. In compenso il lavoro mi piaceva e mi gratificava e,così,conilpassaredeimesi, sono riuscita a integrarmi in modo del tutto naturale. Ho studiato il rus so, ho intessuto rapporti di amici zia che durano tuttora e mi sono ambientata al freddo intenso e pungente di quella che è conside rata, a ragione, una delle città più fredde del mondo, dove le tempe rature invernali toccano i 27°. E quando le strade sono ricoperte di Bergamo senza confini è un progetto de lastre di ghiaccio, muoversi diven ta davvero complicato. Per fortu na, poi, il cammino è stato tutto in discesa; superato lo scoglio lingui stico ho potuto apprezzare ciò che questa grande metropoli offre: ar te, cultura, musei, divertimenti. Basti pensare che a Mosca ci sono più di 30 teatri. Lì ho anche potuto mantenere viva la mia passione per il pianoforte prendendo lezio ni la sera tardi, dopo il mio impe gnativo orario di lavoro». È appena tornata dalla Russia quando un’azienda di Varese, la Alimac, leader nella produzione di maniglie adesive per l’imbotti gliamentoeilconfezionamentoin genere, la contatta. La alletta con un’importante proposta: creare una start up produttiva, sempre nel settore del beverage, nella Re pubblica popolare cinese. Sede: la popolosa e cosmopolita Shanghai, quella che viene definita la perla d’Oriente, la capitale economica, dove molte sono le imprese italia ne e straniere che hanno deloca lizzato e stabilito lì una forte pre senza, espandendo le loro attività in uno dei mercati più ricettivi e, soprattutto, ancora in crescita per la migrazione altamente qualifi cata e in cui il nostro Paese è ben rappresentato. «Se a Mosca il mio compito era quello di coordinare e ampliare un’attività già costituita – conside ra – ora si trattava, invece, di parti re da zero, avviare l’impresa con l’incarico di direttore generale, costituire e organizzare una realtà produttiva di macchinari destina ti al beverage e di maniglie adesive destinate alla Cina e a tutto il Far East, ma soprattutto, introdurre su larga scala un concetto di packaging completamente nuovo per il Paese». Un cambiamento che portava con sé responsabilità nuove e più grandi, ma anche un’importante in collaborazione con 1 2 3 1. Alessandra Modica Agnello, 38 anni, a Shanghai in Cina, con il suo compagno Luca Zani. Alessandra Modica Agnello, oggi è direttore generale di una start up per l’azienda di Varese Alimac nel settore «food and beverage»; 2. Con mister Xiao Fei Chen, collaboratore in Cina, general manager della società Mactec Cina, dedicata a macchinari per applicazione della maniglia adesiva durante una fiera; 3. Con il colbacco e le amiche a Gorky Park durante l’esperienza in Russia a un evento aziendale evoluzione nella sua già brillante carriera. «E così da circa un anno vivo a Shanghai. Anche in Cina le difficoltà iniziali sono state note voli,misonosubitoresa contoche, anche se i due Paesi per certi versi sono simili, ad esempio per quan to riguarda la burocrazia, era im pensabile poter riprodurre il mo dello e l’impostazione adottati a Mosca.Hodovutoessere flessibile e adattarmi ai loro modi e ai loro ritmi. Ho iniziato a studiare il ci nese che, come si sa, non è proprio la lingua più facile del mondo ma che col tempo è diventata un’altra mia passione a cui dedico un im pegno quotidiano e che ha affian cato, ma non sostituito, quella per il pianoforte. In verità la città mi ha conquistata subito grazie allo spettacolo unico del suo skyline al tramonto e perché, giorno dopo giorno,siapreanuovescoperte,da quelle architettoniche a quelle an tropologiche. I cinesi adorano l’Italia e, per la proprietà transiti va, vanno molto d’accordo con gli italiani a cui invidiano l’eleganza, la cultura, le città d’arte, la musica e la cucina». Alessandra è convinta che do vrà alternarsi tra l’Italia e Shan ghai ancora per un paio d’anni, il tempo che di solito serve per crea re una start up innovativa e conso lidata, ma si dice certa che il suo avvenire non sarà lì, nella città dal le mille contraddizioni, in cui tut to corre troppo velocemente. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sul sito web TUTTE LE STORIE DAL MONDO LE PUOI TROVARE SU: www.ecodibergamo.it