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1 "VIAGGI CON L`ESPERTO" Nepal Mustang, l`ultimo regno proibito

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1 "VIAGGI CON L`ESPERTO" Nepal Mustang, l`ultimo regno proibito
"VIAGGI CON L'ESPERTO"
Nepal
Mustang, l'ultimo regno proibito
Viaggio di 19 giorni / 17 notti
Un viaggio spedizione/trekking che ancora può regalare momenti
indimenticabili anche al viaggiatore più esperto ed avventuroso… un
viaggio che combina il camminare in alta quota circondati dalle vette più
alte del mondo all’incontro con popolazioni semplici dalla cultura arcaica e
millenaria e con una profonda religiosità e surreale misticismo…… un
paese aperto al turismo solo da pochi anni e dove solo un certo numero di
stranieri è ammesso ogni anno….un viaggio per scoprire la cultura antica
del Tibet e risentire il richiamo di una natura e una vita ancora intatte
Il Mustang viene proposto nel mese di ottobre che in assoluto è uno dei
mesi migliori dell’anno per effettuare un viaggio in Nepal: il cielo è terso,
condizione indispensabile per godere della visione delle splendide
montagne che ci accompagneranno per tutto il viaggio.
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Il nostro itinerario prevede tappe non forzate per avere il tempo di visitare
ogni giorno il sito raggiunto dal nostro trekking. Lo staff che ci seguirà
durante il nostro trekking è ormai collaudato da tempo, proviene da
Kathmandu e ci precede a Jomsom, per preparare il terreno prima del
nostro arrivo. I servizi sono ottimi e durante tutto il nostro trekking, il
personale è a nostra disposizione per supportarci in qualsiasi momento.
Il programma è stato pensato in modo da fornire ogni singolo viaggiatore
del necessario acclimatamento, salendo gradatamente, in modo che il
fisico si possa abituare alle diverse altitudini.
L’itinerario schematico prevede: Kathmandu, Pokhara, Jomson, Kagbeni,
Chuksang, Samar, Syangboche, Ghemi, Tsarang, Lo Mantang, ghelling,
Bhena, Muktinath. Nel programma dettagliato forniamo pure particolari
che normalmente non vengono inseriti. Noi lo facciamo per dare
l’opportunità di essere informati su tutto ciò che consenta di farsi l’idea più
vicina possibile allo svolgimento effettivo del viaggio, alle visite, ai tempi
di percorrenza, alla qualità e intensità del viaggio stesso.
Assieme al Dolpo, il Mustang è la regione del Nepal che più a lungo ha
vissuto un totale isolamento dal resto del mondo, ambienti selvaggi con
luci e colori irreali. Ad un’altitudine media di 3500 metri e con valichi di
oltre 4000 metri, il Mustang è un susseguirsi di valli, altipiani, gole in cui
tutte le sfumature del grigio, del rosa e del rosso si rincorrono, si fondono
e si scompongono. Alti picchi rocciosi erosi dal vento sovrastano fiumi,
sentieri e i caratteristici villaggi costruiti in mattoni di fango essiccato.
Piccole terrazze, coltivate ad orzo, grano saraceno e colza, spezzano con i
loro brillanti colori verdi, rosa e bianchi la monocromia ocra del paesaggio.
Per secoli il Mustang ha svolto un ruolo strategico e commerciale di rilievo
sulle vie carovaniere del sale e del grano tra Nepal e Tibet. Quando, già
nell’ottocento, il sale indiano sostituì in gran parte quello proveniente dal
Tibet, le forniture del Mustang declinarono ed esso ritornò ad uno stato di
significativo isolamento, ancora oggi l’agricoltura e la pastorizia sono le
uniche risorse della popolazione. Gli abitanti sono bothia (tibetani) e
seguono i precetti del buddismo lamaista.
Soltanto nel 1950 vi arrivò il primo occidentale, Toni Hagen geologo
svizzero che per conto dell’ONU aveva avuto l’incarico di redigere una
carta geografica del Nepal. I successivi eventi bellici (la Cina invade e
occupa il Tibet) hanno tenuto chiuso il Mustang e solo recentemente è
stato aperto ad un turismo controllato.
Il trekking è il modo migliore per immergersi in questa infinita ricchezza,
attraversando alti passi, seguendo le principali vallate nel loro aprirsi
all’orizzonte o richiudersi in gole profonde, tagliando pascoli alpini e
adeguandosi continuamente alle continue variazioni del terreno. Viaggiare
camminando è un’esperienza bellissima, niente eguaglia il piacere che ne
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deriva se si entra a far parte di questo mondo magico in punta di piedi,
anzi di scarponi!
1° giorno - Milano - Doha
Partenza in serata con volo di linea per Doha. Pasti liberi/a bordo e pernottamento
in aereo.
2° giorno - Doha - Kathmandu
Arrivo a Dohai, cambio di aeromobile e proseguimento per Kathmandu.
Nel pomeriggio arrivo all’aeroporto Tribhuvan di Kathmandu (1340 m.), incontro
con la guida locale, assistenza e trasferimento. Resto della giornata a disposizione
per riposo o per cominciare la nostra visita della città. La giornata sarà utilizzata dal
nostro corrispondente per formalizzare i permessi speciali richiesti per il trekking.
Kathmandu è un museo all’aperto o meglio, un museo vivente. Il suo fascino è
immutabile nel tempo. Narra la leggenda che la città fu fondata nel IX secolo dal re
Gunakamadeva su richiesta di una dea; fu così che il re nel sogno vide una città da
costruire alla foce dei fiumi Vishnunati e Bhagmati. Si prevedeva di costruire la
nuova città con la forma del Kharg della spada di Devi e il suo nome sarebbe stato
Kantipur. Scambi e traffici di merci l’avrebbero resa fiorente. Il re seguì pertanto il
consiglio della “Grande Dea” e in un giorno propizio pose le fondamenta di questa
nuova città. Chi oggigiorno visita Kathmandu può immaginarla, oltre mille anni fa.
Chi l’ha visitata negli anni ‘70/’80 e vi ritorna ora, noterà sicuramente il mutamento,
avvenuto in modo rapido e piuttosto disordinato. La città però dà sempre
l’impressione di viaggiare indietro nel tempo; le piazze pullulano di bellissimi templi e
monumenti e tutto si mescola con i mercati ricchi di colori, una moltitudine di gente,
orrende costruzioni in cemento e cartelloni pubblicitari. Kathmandu può essere
visitata in modi diversi, ma l’ideale è scoprirla a piedi. Dal nostro hotel possiamo
muoverci a piedi e immergerci nel cuore della
Città Vecchia: il Durbar,
letteralmente “la piazza della corte reale”, un luogo che pulsa di vita sin dalle prime
luci dell’alba. Il Durbar di giorno è sempre affollatissimo, multicolore, caotico, perché
tra un tempio e l’altro si trovano le bancarelle di frutta e verdura, i negozietti e i
nepalesi. Nel Durbar vi sono più di cinquanta templi e monumenti e fra questi spicca
il magnifico Tempio di Taleju, che ospita la divinità della famiglia reale; è possibile
ammirare il tempio solo esternamente, perché l’ingresso ai visitatori è proibito e i
nepalesi stessi vi possono accedere una volta all’anno in occasione della festività di
Dasain. Pensione completa e pernottamento al Kantipur Temple House o similare.
3° giorno - Kathmandu - Pokhara
(210 km.)
In mattinata trasferimento all’aeroporto in tempo utile per il volo per Pokhara (890
m.), durante il quale si può ammirare la catena Himalayana centrale. All’arrivo a
Pokhara, trasferimento all’hotel Lake View o similare. La giornata sarà dedicata alla
visita della cittadina che ha visto un rapido sviluppo negli ultimi anni. Punto di
riferimento della città il lago Phewa, sul quale si specchiano alcune delle più alte
vette dell’Himalaya (quando il cielo è limpido). Tra queste il Machhapuchhare
(6.944m.), il cui nome tradotto vuol dire coda di pesce. Durante la bella stagione
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oltre a questa cima, si possono ammirare anche l’Annapurna I (8.091 m.), uno dei
14 “ottomila” della Terra, altre quattro vette del massiccio dell’Annapurna, il
Dhaulagiri (8.167 m.) e l’Himalchuli Himal (7.893 m.). la cittadina è anche il
punto di partenza di numerosi trekking e quindi sulla strada che costeggia il lago, si
affacciano numerosi ristorantini, negozi di artigianato e di attrezzatura da montagna.
A Pokhara si trova un solo edificio religioso di una certa importanza, il Tempio di
Binde Vasini, in cima ad una collinetta con ai suoi piedi un parco. Il tempio è
dedicato a Durba (Parvati) nella sua rappresentazione di Binde Vasini Bhagwati e la
sua immagine è un saligram (fossili di ammonite nera risalenti al Giurassico, più di
100 milioni di anni fa). Nel 2004 a Pokhara è stato inaugurato il Museo
Internazionale della Montagna Himalayana. In serata, breve visita alle Cascate
David o tempo libero per relax. Pensione completa e pernottamento.
4° giorno - Pokhara - Jomsom - Kagbeni
(volo: circa 40 min.; circa 3 ore di cammino)
In mattinata trasferimento all’aeroporto per il volo per Jomsom (2.710 m.).
durante il volo e tempo permettendo si possono ammirare a destra le cime del
Machapuchere (6.999 m.), l’Annapurna South (7.219 m.), lo Hiuchuli (6.441
m.) e parte dell’Annapurna I (8.091 m.), mentre a sinistra il massiccio del
Daulaghiri (8.167 m.) e il Putali Himal. A Jomson incontro con il nostro staff e
ultimati i preparativi, partenza della nostra prima giornata di trekking in direzione di
Kagbeni (2.810 m.). Lasciando Jomsom verso nord, si scende nel greto del fiume
Kali Gandaki (Mare Nero). Dopo circa un’ora e mezza dalla partenza si attraversa il
Pandra Chu (chu in tibetano significa acqua, fiume). In alto, su un pianoro, sorge il
villaggio di Palek, al quale si scende giungendo dalla regione del Dolpo, attraverso il
Charka e Sunda. Si giunge a Eklabatti, un insediamento sorto circa dieci anni
orsono, dove il sentiero per Muktinah, che visiteremo al nostro ritorno, si stacca da
quello che prosegue lungo il fiume per Kagbeni. Da Eklabatti circa un’ora di strada
conduce all’affascinante e quasi fortificata Kagbeni, la Porta della Terra Proibita,
infatti al limitare del villaggio termina l’area visitabile con il normale trekking permit.
Probabilmente nel passato il villaggio era pensato come una fortezza per difendersi
dal nemico, mentre oggi
offre un valido baluardo all’impeto del vento che
implacabile si alza nella tarda mattinata di ogni giorno. Il villaggio è sovrastato dal
massiccio del Nilghiri (7.061 m.) e in lontananza si scorge il colosso del Thorong.
Kagbeni, il cui nome significa “alla confluenza di due fiumi”, sorge dove il fiume
Jong Chu, proveniente da Muktinath, si immette nella Kali Gandaki; in cima si
erge la tozza e massiccia costruzione del gompa (tempio in tibetano). Nel monastero
vive una comunità di monaci dell’ordine Sakya e infatti sulle mura esterne spiccano
le caratteristiche strisce di colore grigio alternate a strisce rosse, segno distintivo di
quest’ordine (i visitatori stranieri non sono ammessi all’interno del tempio). Il terreno
attorno al villaggio è stato strappato alla montagna attraverso il lavoro dell’uomo che
ha creato dei terrazzamenti dove vengono coltivati orzo, patate e fagioli. Gli abitanti
di questo villaggio appartengo all’etnia Gurung e la loro lingua è un intreccio tra il
tibetano e il nepalese. Pensione completa e pernottamento in guest house.
(da Kagbeni comincia l’area per la quale è necessario essere muniti di un permesso
speciale rilasciato dall’Autorità competente, all’ottenimento del quale provvederà
l’organizzazione locale).
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5° giorno - Kagbeni - Chuksang
(circa 5 ore di cammino)
Cominciamo subito la nostra camminata lasciando il corso del Kali Gandaki e
seguendo un sentiero che comincia a salire, fino a che arriviamo ad un punto dal
quale, possiamo vedere Kagbeni alle nostre spalle e l’imponente Nilgiri come
sfondo. Il paesaggio è mozzafiato. Il fiume si fa strada attraverso le montagne
creando un ampio letto. Il fiume scorre alla nostra sinistra e il sentiero che
percorriamo, inizialmente largo, in seguito si stringe e corre lungo il fianco della
montagna. Dall’altra parte del fiume il villaggio di Tiri Gaon circondato da campi
coltivati. Il sentiero che in alcuni punti è molto stretto, è un continuo saliscendi e se
si incrociano altre carovane è necessario avanzare a sensi alternati, essendo
impossibile talvolta per le bestie con il carico procedere nei due sensi. Gli animali
delle carovane avanzano in fila indiana e sono tutti bardati: al collo pesanti
campanacci, sulla fronte un triangolo di stoffa tessuto come i tipici tappeti tibetani
che riproducono i simboli di buon auspicio o altri simboli dell’iconografia buddista; i
capi fila sfoggiano dei pennacchi di coda di yak bianchi e rossi; le selle in legno
poggiano su due tappeti. Dopo circa due ore e mezzo di cammino raggiungiamo un
piccolo plateau da cui si può ammirare il fiume Kali Gandaki nel punto in cui riceve
le acque del Ghilungpa Khola (khola in nepalese significa fiume). In alto sulla
sinistra si scorge il sentiero che giunge dal Dolpo, mentre altri sentieri disegnati sui
fianchi della montagna dagli uomini e dagli animali conducono ai pascoli estivi per gli
yak. In vista del villaggio di Tangbe (3.060 m.) il sentiero scende ripido verso il
fiume per poi risalire verso le prime abitazioni del villaggio. Non si può non cercare
di immortalare quello che vediamo: sotto di noi il terreno forma dei contrafforti
naturali chiamati sandbar. Dopo circa tre ore e mezzo da Kagbeni, giungiamo a
Tangbe, antico villaggio fortezza, con i suoi viottoli strettissimi che corrono tra gli
alti muri delle costruzioni e sulle quali si aprono piccole finestre bordate da una
spessa striscia di colore rosso. Tangbe è un grazioso villaggio, ormai abitato da
poche persone di etnia Tagbeni Gurung. L’attuale villaggio non è l’originario che
sorgeva più in basso ma che è scivolato a valle a causa di una frana. Uscendo da
Tangbe, in circa un’ora e mezza si raggiunge Chuksang (2.980 m.), un villaggio
che si protende sul fiume Kali Gandaki, mentre intorno è circondato da uno
scenario di rocce dai mille colori. Disseminate tra le rocce, innumerevoli grotte,
ricordo di un passato movimentato e oggi quasi tutte inaccessibili; in tempi remoti
furono abitazioni, ricoveri per carovane e pellegrini, ma anche eremi per monaci ed
asceti. Ancora d’etnia Gurung, a Chuksang la gente comprende e parla anche la
lingua tibetana, ci si trova infatti al bivio tra due mondi quello nepalese che stiamo
lasciando per entrare in un angolo intatto del Tibet. Sul greto dei fiumi e dei torrenti
è relativamente facile trovare i saligram (fossili di ammonite nera) che i locali
raccolgono per vendere agli stranieri (l’amministrazione nepalese ne vieta l’acquisto
e all’aeroporto di Jomsom chi ne viene trovato in possesso rischia multe salate).
Disseminati attorno all’ambiente innumerevoli chorten (in tibetano reliquario, nonché
rappresentazione tridimensionale dell’universo Buddista). Pensione completa e
pernottamento in campo tendato.
6° giorno - Chuksang - Samar
(circa 5 ore di cammino)
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Lasciamo Chuksang e attraversiamo il Narsing Khola, un affluente del Kali
Gandaki. Per un tratto il sentiero corre parallelo ai possenti muri di pietra che
delimitano gli appezzamenti coltivati e poi raggiunge il greto del fiume, nel quale si
prosegue il cammino. Il paesaggio intorno a noi è un tripudio di colori e di imponenti
pareti rocciose. Alla nostra destra si intravede in lontananza il villaggio di Tetang.In
cima ad una ripida e polverosa salita è appollaiato il villaggio di Chele (3.050 m.).
Nel raggiungere le porte del villaggio diamo un ultimo sguardo a Chuksang immerso
in uno splendido panorama. Lasciamo Chele e poco dopo avvistiamo il sentiero che
la collega, dopo aver attraversato un ponte sospeso, al villaggio di Ghiekar
appollaiato su uno sperone di roccia, circondato da campi coltivati. Il nostro sentiero
invece, sale al piccolo passo Taklam La (3.624 m.), da dove ci si addentra in uno
spazio pietroso e selvaggio, uno dei luoghi più suggestivi di tutto il territorio.
Superato un breve plateau, il sentiero sale tortuoso, un susseguirsi di scale costruite
dall’uomo per facilitare l’avanzamento delle carovane con i pesanti carichi. Dopo circa
due ore e mezzo di faticosa salita il sentiero si snoda dolcemente fino allo Dajori La
(3.550 m.). Quasi su ogni cima, su ogni valico si scopre un luogo propiziatorio per
accendere un fuoco e svolgere i riti del caso che consistono nell’offerta degli incensi e
nel creare un profumo da donare agli Dei, emanato da sostanze quali il burro, la
tsampa (in tibetano farina d’orzo), il the e il ginepro. Sullo Dajori La siamo in vista
di Samar (Terra Rossa – 3.660 m.) che raggiungiamo in breve tempo. Alberi e
acqua caratterizzano l’ingresso al villaggio. Porte e portali delle abitazioni sono ornati
da un cranio di capra, posto a protezione dalle persone defunte che non vogliono
abbandonare i luoghi dove vissero e che è lo stesso tipo di protezione che viene data
dai chorten che circondano l’abitato. Dalla cima ove sorgeva il castello del re, con il
cielo limpido, da destra a sinistra si stagliano il Nilghiri (7.061 m.) e il Tilicho
(7.136 m.), il gruppo del Tharong (6.482 m.). L’area di Samar è parte integrante
del Mustang da circa cento anni: un tempo era un piccolo feudo governato da un re
locale. Pensione completa e pernottamento in campo tendato.
7° giorno - Samar - Syangboche
(circa 6 ore di cammino)
Lasciamo il villaggio di Samar seguendo uno scosceso sentiero che conduce al
torrente, poi si sale il fianco opposto della montagnola e si costeggia una piccola
terrazza artificiale. Siamo giunti ad un bivio, a sinistra la strada carovaniera porta
agevolmente, attraverso il Beza La (3.720 m.) e lo Yamdo La (3.760 m.) a
Syangboche (3.800 m.), a destra il sentiero scende nuovamente e risale
faticosamente, fino a raggiungere il modesto passo su cui ondeggiano bandierine
delle preghiere. Intorno a noi svettano le cime del Nilghiri, del Damodar, la catena
del Dhaulagiri e del Tharong e sotto di noi i canyons del fiume Kali Gandaki.
Interessante la flora himalayana e con un po’ di fortuna si potranno avvistare pernici
ed aquile. Giungiamo a Syangboche. Pensione completa e pernottamento in campo
tendato.
8° giorno - Syangboche - Ghemi
(circa 6 ore di cammino)
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Lasciamo Syangboche e il percorso riprende a salire dolcemente fino a raggiungere
l’omonimo passo a 3.850 m. Superiamo il piccolo valico, procedendo oltre il
massiccio ed antico chorten che domina la vallata e davanti a noi si apre uno spazio
che sembra non avere confini: tutto è bianco, la roccia, la sabbia. In questa
immensità monocolore, si distingue nettamente la piana verdeggiante del villaggio di
Ghelling (3.570 m.), dove poi il sentiero sale tra i campi al centro della valle,
passando attraverso il villaggio di Tama Gaon e raggiungiamo il passo di Nyi La
(3.990 m.). Da questo punto, quando il cielo è limpido, si può ammirare la catena
dell’Annapurna Nilgiri in tutto il suo splendore. Scendiamo verso il villaggio di
Ghemi (3.520 m.). Fanno da sfondo al villaggio imponenti montagne rocciose, dai
profili morbidi e sinuosi, che sembrano la tavolozza di un pittore tanti sono i colori
che vi si scorgono. L’abitato spunta tra il verde delle coltivazioni. Raggiungiamo
infine Ghemi, i suoi chorten dipinti con i colori dei Sakya, il palazzo reale disabitato
da tempo e i due piccoli gonpa. Il Kang Ka Cho Tò Gonpa della setta Sakya, fu
edificato circa seicento anni fa. All’estremità del villaggio, sorge il piccolo Jo Mho
Gonpa. Pensione completa e pernottamento in campo tendato.
9° giorno - Ghemi - Tsarang
(circa 4 ore di cammino)
Meta finale della giornata, il villaggio di Tsarang (3.600 m.). Il nostro cammino
scende tra rocce multicolori che caratterizzano la vallata e giunge ad un ponte
d’acciaio che supera il fiume Tangmar Chu, quindi risale incontrando quello che
probabilmente era il muro mani più lungo del Nepal. I muri mani sono una
manifestazione religiosa concreta dei seguaci del Buddismo tibetano e sono
interamente costituiti da pietre votive di varie dimensioni sulle quali sono state
scolpite preghiere o brani di testi sacri. Il termine mani è l’abbreviazione del mantra
(formula sacra), Om Mani Padme Hum, dedicato ad Avalokitesvara, il Boddhisattva
della compassione. Parola di origine sanscrita, mani, è entrata a far parte della lingua
tibetana, letteralmente traduce: il Gioiello, la Gemma. Il percorso raggiunge un altro
passo, per poi digradare dolcemente verso Tsarang. Secondo i monaci il nome del
villaggio significa “cresta di gallo”, a causa delle costruzioni religiose di colore rosso
che sorgevano numerose sui crinali gialli delle montagne. Il gonpa, del XIV secolo,
appartiene all’ordine dei Sakya ed ospita una settantina di monaci, alcuni dei quali vi
soggiornano solo periodicamente. Nel pronao del gonpa sono rappresentati i quattro
Guardiani della Fede, la storia del mondo e una ruota della vita. La ruota della vita,
sipa khorlo, in tibetano, rappresenta il ciclo della nostra esistenza, condizionata dalle
emozioni fondamentali quali: l’ignoranza, l’attaccamento e l’avversione, che vengono
rappresentati sotto forma di animali al centro della ruota stessa. All’interno del
tempio, sul grande altare in legno, una vetrina racchiude molte statue, la principale
raffigura Campa, e davanti file di grosse ciotole colme d’acqua; a destra dell’altare, si
trovano le scaffalature dove sono riposte le pecia (in tibetano, libri sacri), le pareti
sono ricoperti di immagini di Buddha. Pensione completa e pernottamento in campo
tendato.
10° giorno - Tsarang - Lo Manthang
(circa 5/6 ore di cammino)
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Partiamo da Tsarang per raggiungere la città proibita di Lo Manthang (3.730 m.).
il sentiero scende di 125 m., attraversa il fiume Charang Chu per risalire poi tra le
rocce fino a raggiungere un cumulo di pietre situato sulla cresta di fronte al villaggio
e poi scende nella valle del Tholung. Sullo sfondo, dietro il villaggio, le cime del
Nilgiri, il Damar, il Tilichi e dietro l’Annapurna 4. Il sentiero sale ancora,
oltrepassa un torrente, per poi allargarsi e procedere attraverso un paesaggio
desolato che ha tutte le sfumature del grigio e del giallo. Dopo circa due ore e mezzo
di cammino, incontriamo sulla nostra strada il Sungdo Chorten, uno dei più belli del
Mustang. Arrivati in cima al Lo La (3.940 m.), compare, adagiata ai nostri piedi, la
città murata di Lo Manthang racchiusa da montagne dalle forme e colori più
svariati. E’ una grande emozione e anche una grande soddisfazione essere arrivati
fino a qui! Alla sinistra della città fortificata il villaggio di Thingarr, dove si trova la
residenza estiva del re, mentre in lontananza si intravvede il villaggio di Garphu che
visiteremo nei prossimi giorni. Scendiamo verso il fiume e affrontiamo la ripida e
breve salita che immette nella città proibita! Alcuni documenti indicano il 1380 come
anno di fondazione della città, per opera del re Ame Pal, sotto il quale vi fu una
prima unificazione del territorio con l’istituzione di un potere più o meno
centralizzato. Il nome Manthang sembra derivare dalle sillabe tibetane men
(medicina) e thang (piana). Thang è anche il nome del preparato medico che ancora
oggi viene confezionato dall’emce (dottore tradizionale), con una notevole varietà di
piante raccolte a nord, verso la terra del Tibet. A Manthang bisogna presentarsi al
check post, per la registrazione e il controllo dei trekking permit. La città è tranquilla,
sui tetti delle case sventolano tarchò (bandierine delle preghiere). Ai quattro angli
dei tetti corna di yak e pietre con incisioni sacre proteggono la casa e i suoi abitanti.
I grandiosi monasteri di Lo Manthang sono splendidi esempi della setta Sakya-pa.
Saltuariamente i religiosi di Manthang si recano in pellegrinaggio alla zona sacra che
racchiude il Monte Kailash e il Lago Manasarovar (Tibet). Il confine è a poche ore
di cammino dalla città. Pensione completa e pernottamento in guest house.
11° giorno - Lo Manthang e dintorni
Giornata dedicata all’escursione a cavallo al villaggio di Achenbuk/Dzong che ha
sviluppato un’intera cultura all’interno di numerose grotte. Si scende inizialmente
verso il fiume che attraversiamo per poi risalire. Davanti a noi distese di campi
coltivati. Dopo la salita la strada diventa pianeggiante e alle nostre spalle si stagliano
le cime che ci hanno accompagnato durante il nostro trekking. Dopo circa due ore si
raggiunge la valle di Achenbuk (Chhosar), tagliata a metà dalla valle di Dzo. Sulla
destra si stende il villaggio di Garphu, dove molte delle costruzioni sono appoggiate
a delle grotte naturali. Sulla nostra sinistra, in fondo, il villaggio di Nyphu con
l’omonimo monastero appoggiato sulla parete della montagna e costruito in parte
proprio sfruttando la grotta naturale che si apre in essa. Tutta la valle è uno
spettacolo per gli occhi: i campi coltivati, i contadini che tagliano le spighe di
frumento, cavalli e mucche al pascolo, le montagne di arenaria punteggiate da
innumerevoli grotte naturali che l’uomo ha adattato ai propri usi e che circondano i
piccoli villaggi. Nel pomeriggio, tempo libero per acquisti o per completare la visita
della città. Pensione completa e pernottamento in guest house.
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(I cavalli utilizzati per questa escursione sono di taglia piccola e mansueti. Per questa
escursione non è necessario avere alcuna esperienza specifica. Si procederà quasi
sempre al passo o a un piccolo trotto e i conducenti dei cavalli ci accompagneranno
durante tutta la nostra escursione).
12° giorno - Lo Manthang - Ghemi
(circa 7 ore di cammino)
Lasciamo la Città Proibita e dopo circa due ore di cammino raggiungiamo l’incrocio
della pista per Ghemi. Una lunga giornata durante la quale ripercorriamo a ritroso
un camino già percorso, ma l’ambiente che ci circonda non smette di incantarci.
Passiamo l’affascinante villaggio di Tsarang e passiamo accanto al chorten che
indica la via, saliamo al Tiu La, scorgiamo in lontananza l’insediamento di Lari e più
sulla destra il Mustang Chu (Kali Gandaki). Superato il piccolo passo, proseguiamo
verso lo Tsarang La (3.900 m.). Da qui spicca la macchia verde di Ghemi,
scendiamo nell’area di Mendon, dove sorgono gli antichi chorten. Pensione completa
e pernottamento in campo tendato.
13° giorno - Ghemi - Ghelling - Syangboche - Bhena
(circa 6/7 ore di cammino)
La prima parte di questa tappa ripercorre un tracciato già noto, si attraversano i due
passi, il Nyi La e lo Tziring La e, alla base di quest’ultimo, si prosegue per
Ghelling. Su una bassa cresta si scorgono i ruderi dell’antico castello e del
monastero femminile, mentre più su, scavate nella montagna, si trovano le grotte
che ospitarono i Khampa, durante i lunghi anni della resistenza. Nel villaggio si
trovano diversi monasteri e la costruzione posta più in alto sulla collina è il Gon
Khan, la Cappella della Divinità Protettrice che è un luogo molto sacro il cui ingresso
è rigorosamente vietato alle donne. Al di sotto sorge il Tashi Cho Gonpa, il tempio
più antico per fondazione, ma quasi completamente ricostruito in seguito ad un
incendio. Anche quello di Ghelling, in tempi passati, era un feudo indipendente da
altre autorità, i suoi abitanti erano però costretti a vivere qui isolati, non potevano
scendere a Samar perché governata da un altro re, né a Ghemi che si trovava sotto
la giurisdizione di Manthang. Dopo la visita del villaggio riprendiamo il nostro
cammino alla volta di Syangboche. Lasciamo il villaggio e saliamo verso l’omonimo
passo e da questo raggiungiamo il Yamda La, dal quale si vede in basso Bhena. Il
paesaggio intorno a noi è particolare: il sentiero si snoda tra montagne molto verdi
punteggiate da diversi tipi di vegetazione, tra cui si possono riconoscere i ginepri dai
tronchi contorti, cespugli rigogliosi di bacche, felci…. L’area dove è stato montato il
nostro campo è veramente spettacolare, una terrazza di prato verde dal quale si
ammirano alte montagne. Pensione completa e pernottamento in campo tendato.
14° giorno - Bhena - Chuksang
(circa 5 ore di cammino)
Ripercorriamo in parte il cammino già percorso, ma i paesaggi sono fra i più
suggestivi di tutta la regione ed è comunque piacevole riattraversarli. Meravigliosi
panorami di canyon, aperture sulle rocce circostanti e corsi d’acqua, riempiono i
nostri occhi durante il cammino. Giungiamo al villaggio di Chele dove ci fermiamo
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per il pranzo. Scendiamo da Chele verso le acque del Kali Gandaki che dobbiamo
attraversare e in circa un’ora raggiungiamo
Chuksang, dove incontriamo
nuovamente la cima del Nilgiri. Questa è l’ultima sera in cui godremo della
compagnia di tutto il nostro staff al completo, perché domani resteranno con noi
solamente i nostri portatori personali. Pensione completa e pernottamento in campo
tendato.
15° giorno - Chuksang - Muktinath
(circa 4 ore di cavallo e 1 ora di cammino)
Lasciamo Chuksang con i nostri cavallini, attraversando bellissime vallate e villaggi
himalayani, come quello di Tetang (2.940 m.), un villaggio straordinariamente
arroccato e aggettante nel vuoto che dal basso appare inaccessibile e fortificato,
percorso da una ragnatela di viottoli stretti e bui: è decisamente diverso dagli altri
villaggi del Mustang. L’abitato si sviluppa su due alture separate dal fiume. Lo Jamh
Putha Gonpa, edificato circa seicento anni fa, è stato distrutto da un incendio e
ricostruito circa duecento anni fa. Il gonpa è abitato solamente durante i tre mesi
estivi, per il resto dell’anno diventa sala di ritrovo. Sulle montagne alle spalle di
Tetang vivono i leopardi delle nevi che in inverno spinti dalla fame, scendono e si
aggirano vicinissimi alle case. Proseguiamo la nostra passeggiata a cavallo che ci
porta in cima al Gyu La (4.077 m.), il punto più alto del nostro viaggio. Lasciamo la
Terra di Lo, mentre davanti a noi si estende il territorio di Muktinah (3.810 m.)
che raggiungiamo lungo un agevole sentiero. Il panorama è cambiato e ora alle
brulle pietraie delle vallate del nord del Mustang si contrappone il verde della conca
di Muktinah. Il significato delle due parole sanscrite da cui è formato il nome Muktinah è il Luogo del Signore della Liberazione, mentre nella lingua tibetana è detto
Luogo delle Cento Sorgenti. Muktinath (3.810 m.), ritenuto luogo sacro già prima
dell’avvento del Buddismo, è un importantissimo centro religioso e meta di
pellegrinaggio per indù e buddisti e base di partenza per alcuni circuiti
dell’Annapurna. A Muktinah, si trovano un gonpa, il tempio di Vishnu e più in
basso, in un vecchio tempio è custodita una fiamma sacra sprigionata da un gas
naturale. A Muktinah termina l’area speciale ristretta dell’Upper Mustang che
necessita dello speciale trekking permit, ma dobbiamo comunque presentarci presso
il posto di polizia per la registrazione dei documenti.Pensione completa e
pernottamento in hotel.
16° giorno - Muktinah - Jomsom
(circa 5 ore di cammino)
In circa trenta minuti il sentiero scende al pittoresco villaggio di Jarkoth, arroccato
su di uno sperone della montagna e circondato da un susseguirsi di campi coltivati.
La discesa continua in un ambiente aperto e quando arriviamo a picco sulla Kali
Gandaki, il villaggio fortezza di Kagbeni si staglia in lontananza. Attraverso un
ripido sentiero scendiamo ad Eklabatti. Siamo ormai quasi in piano e poco dopo
raggiungiamo il letto del fiume Kali Gandaki che percorriamo. Finalmente in
lontananza scorgiamo Jomsom che raggiungiamo dopo circa un’ora e mezzo. Ci
aspetta il meritato riposo. Pensione completa e pernottamento all’hotel Om’s Home.
17° giorno - Jomsom - Pokhara - Kathmandu
10
Dopo colazione, volo per Pokhara e proseguimento per Kathamandu. Nel
pomeriggio visita di Bhaktapur, località situata ad una quindicina di chilometri dalla
capitale e molto ben conservata che rispecchia un Nepal che forse a Kathmandu è
più difficile percepire. L’altro suo nome è Bhatghaon, che vuol dire “città dei devoti”
ed è l’antica capitale di uno dei regni della vallata. Essa ha un fascino particolare e
pur avendo meno templi delle altre città, vanta il primato di averne uno fra i più belli
del Nepal, il Nyatapola Devala. Esso è anche il più alto del Nepal e uno dei simboli
del paese. E’ una grande pagoda di cinque piani che il re Bupathindra Malla ha
dedicato alla misteriosa dea tantrica Siddhi Laksmi nel 1702. In questa città si
respira veramente l’aria di un tempo, il rumore delle auto non c’è e la vita scorre
come in passato, senza televisione, senza traffico, ma con gli argentieri che battono
il metallo, le donne che attingono l’acqua alle fontane. Sembra che sia stata fondata
nel IX secolo dal leggendario re Ananda Malla e fu capitale della valle dal XIV al XVI
secolo. Dal nucleo originario di Dattatraya, la città si espanse poi verso Taumadi
Tole, la piazza famosa per il grande tempio a pagoda. Si visiteranno Durbar
Square, la pagoda di Pashupati. Ad angolo retto con il tempio di Nyatapola si
trova il Tempio di Kasi Bishwanath che risale al XVIII secolo. Dalla terrazza del
ristorantino posto nella costruzione in stile nepalese che si trova di fronte al tempio
di Bhairav si può osservare l’andirivieni della piazza, sorseggiando un masala tea.
Dalla piazza cidirigeremo verso i vecchi quartieri per scoprire questa parte della città
e giungere fino a Tachupal Tole, un tempo il centro di Bhaktapur e al Golmadhi
Tole. Le case che si affacciano sulle due piazze hanno balconate in legno, i negozi e
gli artigiani vendono e producono di tutto. Proseguiamo per Potter’s Square, un
luogo da non perdere: migliaia di vasi modellati a mano vengono messi ogni sulla
piazza ad essiccare. La nostra visita continua con la città di Patan situata a soli 5
km. Dalla capitale. L’altro suo nome Latipur vuol dire “città della bellezza”. Situata
sull’altra riva del fiume Bagmati, è prevalentemente buddista e sembra essere la più
antica città buddista del mondo. La città è divisa in quattro sezioni grazie agli assi
stradali nord-sud e est-ovest ed il centro è formato da Durbar Square e il Palazzo
Reale. Questo grandioso complesso, esempio cittadino d’architettura newar,
comprende palazzi, pagode buddiste, santuari induisti, colonne elefanti di pietra e la
”Grande Campana”, immancabile in tutte le piazze reali. Pensione completa e
pernottamento all’hotel Kantipur Temple House o similare.
18° giorno - Kathmandu e dintorni
Il mattino molto presto volo panoramico facoltativo per ammirare le cime più alte
del mondo. Tutta la giornata è dedicata alla visita di alcuni dei siti culturali più
importanti della città: Pashupatinah, detto anche la “piccola Benares”, dove ha
sede il più importante tempio induista del Nepal dedicato a Pashupati, una delle
incarnazioni di Shiva nella sua forma positiva, in qualità di pastore d’animali, di
uomini e segno di fertilità, il cui simbolo è il lingam, il suo organo sessuale che
rappresenta appunto l’energia e la fertilità. Pashupatinah viene considerato il cuore
di Kathmandu, l’anello che unisce e trasforma le forme di vita. Qui si muore, ma
s’incomincia anche il cammino verso una nuova vita. La sua costruzione è iniziata nel
427 dell’era cristiana; il tempio domina il fiume sacro Bagmati (nato dalla bocca di
Shiva), al quale si accede percorrendo una lunga scalinata. La Bagmati divide che è
riservata agli induisti, dall’altra, cosparsa di piccole cappelle dove si trovano i lingam
11
di pietra; da questo lato i non induisti vanno per assistere ai riti giornalieri della
cremazione dei corpi. I sadhu, gli asceti, i saggi erranti induisti, vivono nei piccoli
templi. La nostra giornata continua con la visita dell’enorme stupa di Bouddhanath,
circondato da monasteri e dal bazar tibetano e dove vive la più grande comunità
tibetana del Nepal. Le sue origini sono ancora sconosciute, anche se pare che sia
stato costruito nel VI secolo mentre regnava il sovrano tibetano Songsten Gompa,
che si era convertito al buddismo sposando due mogli: la principessa nepalese
Bhrikuti (Tara verde) e la principessa cinese Wen Cheng Konjo (Tara bianca). Lo
stupa è alto circa 40 metri ed il grande emisfero bianco poggia su tre terrazze
concentriche a pianta ottagonale; una scalinata permette di raggiungere gli occhi di
Buddha dipinti sulle quattro facciate di un cubo ricoperto di lamine dorate. Si dice
che all’interno si trovino le ossa di Kasyapa Buddha uno dei Buddha precedenti
Gautama, il Buddha storico. La visita dei dintorni di Kathmandu prosegue con lo
stupa di Swoyambhunath, posto in cima ad una verde collina a ovest della capitale
ed il luogo dove sorge questo tempio è di fondamentale importanza per gli abitanti
del Nepal. La leggenda racconta che tantissimi anni fa, quando la valle di
Kathmandu era un lago, qui c’era un bellissimo fiore di loto che emanava un
azzurro raggio di luce. Quel fiore rappresentava un dio, una manifestazione di
Swoyambthu, l’ Adi Buddha, cioè il Buddha primordiale, l’originario. Manjusri, che
desiderava odorare il fiore, per avvicinarsi tagliò con la sua spada le acque del lago
facendo così nascere la Valle di Kathmandu. Manjusri fece quindi costruire il tempio
di Swoyambunath proprio dove il fiore di loto splendeva, fondò la città di
Kathmandu e poi ritornò in Cina. La nostra giornata termina con la visita del tempio
buddista di Adinath, eretto nel XV secolo e dedicato all’Adhi Buddha, il primo
Buddha. La caratteristica di questo tempio è data dal fatto che alle assi che pendono
dai tetti del tempio è appesa una serie di utensili, quali pentole, vasi e contenitori di
metallo per l’acqua. Pare che questi doni siano le offerte dei novelli sposi al fine di
vivere felicemente il loro matrimonio. Rientro in hotel. Pensione completa (cena
d’arrivederci in un tipico locale Nepalese) e pernottamento all’hotel Kantipur Temple
House o similare.
19° giorno - Kathmandu - Doha- Milano
Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto e partenza del volo per Milano via
Doha. Pasti e pernottamento a bordo.
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Bene a sapersi:
·
Ci preme segnalare che per questo viaggio è possibile richiedere la
camera singola senza alcun supplemento.
·
Lo speciale trekking permit per il Mustang, rilasciato a un minimo di due persone,
si ottiene solo tramite agenzia locale e per ottenerlo sono necessarie 8
fotografie a colori, 8 copie a colori delle prime pagine del passaporto e i
dati personali. Il costo giornaliero è di 50 usd per persona per un minimo di 10
giorni. Il gruppo oltre alla guida e al personale necessario, sarà accompagnato,
per tutta la durata del viaggio, dal Liason Officer, un funzionario governativo
garante dell’impatto turistico con l’ambiente e la popolazione locale. Svolge quindi
una funzione di controllo e vigilanza estesa a tutti i componenti la carovana,
stranieri e locali, affinché siano rispettate tutte le norme atte a salvaguardare i
delicati equilibri socio-ambientali del luogo. Il costo dell’Ufficiale di Collegamento è
a carico del gruppo. All’atto del rilascio del permesso speciale i partecipanti
devono sottoscrivere una lettera di garanzia nella quale si impegnano a:
- mantenere pulito il percorso del trekking e l’ambiente circostante.
- a rivolgersi all’organizzazione per qualsiasi problema dovesse sorgere
durante il trekking.
- a non donare denaro o altri beni alla popolazione locale.
- a non compiere alcuna azione dannosa nei confronti di beni culturali,
religiosi e ambientali.
- a percorrere solo l’itinerario prescritto.
- a contattare il governo nepalese, qualora si verificasse l’esigenza. Solo
tramite l’Ufficiale di Collegamento.
- a registrare i nomi e i documenti ai posti di controllo e negli altri uffici
prescritti dal governo del Nepal.
- a non dividersi in sottogruppi e percorrere itinerari differenziati.
- a non svolgere alcuna attività proibita nel regno del Nepal.
- a seguire ogni regola e legge.
- ad acconsentire alla presenza dell’Ufficiale dell’Ambiente per tutta la durata
del trekking
·
Effettuando un trekking in altitudini che superano i 3.000 m., bisogna tenere
presente che ci potrebbero essere dei problemi fisici dovuti al mal di montagna
(nausea, mal di testa, diarrea). Il periodo di acclimatamento e il bere molto
durante la giornata dovrebbero evitare questo problema ed esistono anche alcuni
farmaci che aiutano a risolvere questi problemi.
In Mustang, ogni giorno e in qualsiasi stagione, a partire dalla tarda mattinata si
alza sempre il vento, per cui si preferisce partire la mattina presto per arrivare
alla destinazione prevista nella giornata il prima possibile.
Voli intercontinentali Qatar Airways.
Durante il trekking ci avvarremo di staff locale per trasportare il nostro bagaglio e
di animali da soma per trasportare vettovaglie e materiale da campo. Lo staff
locale che ci supporterà durante il nostro tour proviene dalla zona di Kathmandu e
lo troveremo a Jomsom eccetto la guida locale che partirà con noi da Kathmandu.
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L'itinerario sarà realizzato per la maggior parte a piedi su sentieri non difficili e
che non richiedono particolari capacità fisiche. Quattordici giorni di marcia con
tappe giornaliere dalle 4 alle sei ore ad eccezione di tre tappe più lunghe alla fine
del percorso. Prenderemo dei voli interni per raggiungere inizialmente le località
di Pokhara e Jomson da dove avrà inizio il nostro trekking. Vi ricordiamo in ogni
modo che si tratta di un vero e proprio viaggio dove si raggiungono anche aree
selvagge e poco abitate, perciò eventuali disguidi, ritardi e mancanza di comfort
devono essere valutati in quest’ottica.
Anche se per fare questo trekking non sono richieste doti fisiche particolari,
ognuno conosce i propri limiti e una visita dal proprio dottore può aiutare a
comprendere se il viaggio può essere effettuato senza problemi.
La maggior parte delle zone di trekking non sono fornite di reti sanitarie
funzionanti. Si consiglia di essere sempre indipendenti per quanto riguarda le
medicine. Tutti i medicinali che si usano regolarmente è bene portarli in quantità
sufficiente per il periodo di viaggio.
Per tutta la durata del tour, Kel 12 garantisce una valida guida locale parlante
inglese e un accompagnatore italiano al raggiungimento del numero minimo di
partecipanti.
I pernottamenti durante il trekking sono previsti in campo tendato mobile
(tenda igloo): il classico campo itinerante normalmente utilizzato in Sahara, in
Africa Occ. e Namibia quando ogni giorno si cambia “casa”; il bagno è “l’aria
aperta” o i semplici bagni delle abitazioni vicino alle quali monteremo il nostro
campo e normalmente per lavarsi viene dato un catino d’acqua oppure se vicino a
dei corsi d’acqua si potranno fare delle abluzioni; le tende igloo sono m.
2,00/2,20 x 2,00/2,20 e veloci da montare; è gradita la partecipazione del cliente
nel montaggio e smontaggio delle stesse I pernottamenti previsti in hotel sono in
camera a due letti con servizi privati. La conferma definitiva delle strutture
utilizzate sarà comunicata con il foglio notizie alcuni giorni prima della partenza.
Durante il trekking il mattino con la sveglia verrà fornito un catino con dell’acqua
calda per lavarsi. Ovviamente, non ci si possono aspettare condizioni simili a
quelle di casa.
Durante il trekking un cuoco provvederà alla preparazione dei nostri pasti che
saranno semplici ma gustosi e il più variati possibili. L’acqua da bere durante
tutto il trekking verrà fornita dall’organizzazione dopo essere stata
opportunamente purificata.
Effettuando un trekking, bisogna dare un’attenzione particolare al bagaglio da
trasportare e cercare di portare solamente le cose strettamente necessarie. In
caso di viaggio effettuato in compagnia di persone che si conoscono, si possono
dividere i medicinali e altro tipo di equipaggiamento alfine di ridurlo.
Nonostante siano tolleranti, i locali non vedono volentieri gli occidentali che si
esibiscono con vestiti che lasciano scoperti le gambe, la spalla, il decoltè o che
sono trasparenti.
Scambiarsi intimità, baciarsi in pubblico, tenersi per mano fra sessi diversi,
etc…sono un’offesa morale e maggiormente nei villaggi che nei centri urbani.
Generalmente i locali non hanno difficoltà a farsi fotografare, ma è sempre buona
norma chiedere il permesso prima di fare una foto.
In un paese dove non esiste l’ora esatta, niente viene programmato con i tempi a
cui siamo abituati nel nostro paese.
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Non buttate niente in un fuoco se non vi è stato dato il permesso!
Fare delle donazioni nei monasteri è una pratica abituale e la somma dipende
dalla valutazione del singolo individuo, ma il vostro accompagnatore vi potrà
comunque dare un suggerimento.
Il bagaglio deve tassativamente essere costituito da sacche morbide di max 1520 kg in totale. Importante portarsi qualche capo per proteggersi dal “vento” e, il
sacco a pelo.
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Quota Individuale di partecipazione da Milano :
Minimo 2 partecipanti
Con guida locale parlante inglese.
Con Esperto Kel 12 a partire da 9 partecipanti.
€ 3,300.00
Massimo 16 partecipanti
Supplementi per persona:
Supplemento singola
€ 300.00
Tasse aeroportuali e fuel surcharge
€ 400.00
Supplementi da pagare in loco:
Dollaro
Permessi di entrata in area riservata
Dollaro
Visto
550.00
30.00
Quota di gestione pratica: € 80.00
Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il
pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi
come determinato dalla tabella premi seguente:
Costo individuale del viaggio fino a
€ 1.000,00
€ 2.000,00
€ 3.000,00
€ 4.000,00
€ 5.000,00
Oltre € 5.000,00 sull’eccedenza
Premio individuale
€ 31,00
€ 63,00
€ 94,00
€ 125,00
€ 156,00
3%
Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia
l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali
di annullamento.
Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del
viaggio.
PENALI DI ANNULLAMENTO
·
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10% della quota di partecipazione sino a 45 giorni di calendario prima della
partenza;
20% della quota di partecipazione da 44 a 31 giorni di calendario prima della
partenza;
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30% della quota di partecipazione da 30 a 18 giorni di calendario prima
partenza;
50% della quota di partecipazione da 17 a 10 giorni di calendario prima
partenza;
75% della quota di partecipazione da 9 giorni di calendario prima
partenza fino a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima
partenza;
100% della quota di partecipazione dopo tali termini.
della
della
della
della
Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà
durante lo svolgimento del viaggio stesso.
Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il
corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. La
copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto.
Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno
successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno
della partenza.
Questi prezzi sono ancorati al rapporto di cambio (1 euro = 1,25 USD) e
possono essere soggetti ad adeguamento valutario (valgono le condizioni di
vendita da catalogo).
La percentuale della quota pagate in valuta estera è del 55% del prezzo del
viaggio.
La quota comprende:
- Voli
intercontinentali
Italia/Kathmandu/Italia
(Qatar);
voli
domestici
Kathmandu/Pokhara/Kathamandu
e
Pokhara/Jomsom/Pokhara
in
classe
economica
- Sistemazione nelle strutture ricettive sopra citate o equivalenti (camera/tenda
standard)
- Il permesso dell’Annapurna Conservation Area e i costi dell’ufficiale di
collegamento
- Tutte le entrate ai monumenti come da programma
- Pasti come da programma
- Mezzi di trasporto come programma:
- Guida locale parlanti inglese, cuoco, staff, animali per trasporto materiale da
campo e come mezzo di trasporto, per alcuni tratti del viaggio
- Accompagnatore Kel 12 al raggiungimento del minimo previsto
La
-
quota non comprende:
Tasse aeroportuali
Le bevande, le mance ed il facchinaggio
I permessi per l’Upper Mustang (50 usd al giorno per un totale di 550 usd)
Il volo panoramico a Kathmandu (200 $)
L’asciugamano e il sacco a pelo
I pasti quando non segnati come compresi
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-
Visto d’ingresso al paese(30 $)
Le eventuali escursioni facoltative
Le tasse d’imbarco da saldare in loco (se previste dal paese)
Le tasse aeroportuali, il fuel surcharge, …
Quanto non specificato nel programma
Partenza
Rientro
Stagionalità
22/09/2012 (sabato)
10/10/2012 (mercoledì)
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Note
Informazioni pratiche: Nepal
FORMALITA’
Per i turisti italiani in viaggio in Nepal è necessario il passaporto individuale non
scaduto e in regola per l’espatrio, con validità di almeno 6 mesi dalla data
d’ingresso nel Paese e almeno 2 pagine libere.
Il Visto d’ingresso è obbligatorio e non è possibile ottenerlo in Italia. Si
ottiene direttamente all’ingresso nel Paese presso la frontiera terrestre e
all’aeroporto di Kathmandu presentando il passaporto e una foto tessera a
colori.
Il Visto consente l’ingresso multiplo nel Paese e costa USD 25 per soggiorno fino a
15 giorni, USD 40 per soggiorno fino a 30 giorni.
DISPOSIZIONI SANITARIE
Nessuna vaccinazione è attualmente richiesta. Consigliamo comunque di consultare
il proprio medico o l'ufficio d'igiene per avere tutte le informazioni sanitarie
preventive aggiornate alla data di partenza.
Le strutture sanitarie locali non sono equiparabili agli standard italiani.
Si consiglia inoltre di:
- evitare di mangiare verdure crude e frutta non sbucciata
- non bere acqua corrente e non aggiungere ghiaccio nelle bevande.
La situazione sanitaria, sia per l’assistenza sia per le condizioni igieniche, è molto
precaria in tutto il Paese, inclusa la capitale Kathmandu.
In particolare a coloro che intendano effettuare trekking o escursioni in alta
montagna, si segnala la completa assenza in Nepal di strutture di salvataggio e
recupero dispersi di una qualsiasi affidabilità. Le istituzioni locali non sono in grado
di fornire assistenza in montagna nemmeno in caso di catastrofi naturali.
Oltre ai medicinali di uso personale, si consiglia di mettere in valigia: aspirina con
vitamina C, disinfettanti intestinali (Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten),
antinfluenzali, fazzoletti umidificati, fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili),
collirio, cerotti, farmaci contro disturbi provocati dalle alte quote (per i viaggi che
prevedono trekking), e nei mesi estivi, prodotti repellenti contro le zanzare.
CLIMA
Il paese presenta un clima tropicale caldo nelle regioni meridionali (piana del
Terai); sub-tropicale moderato nelle regioni collinari centrali (Kathmandu,
Pokhara); alpino nelle zone a settentrione più elevate; sub-artico, da tundra, nelle
zone di alta montagna. Le temperature variano da quelle molto calde delle pianure
a quelle estremamente rigide delle montagne. Le precipitazioni monsoniche (piogge
intensissime con cadenza giornaliera da giugno a settembre) costituiscono
l'elemento climatico dominante.
Il periodo migliore è per molti versi l'inizio della stagione secca, cioè ottobre e
novembre: il clima è mite, l'aria è tersa, la visibilità perfetta e la natura rigogliosa,
grazie all'effetto dei monsoni. Da febbraio ad aprile, quando finisce la stagione
secca, la visibilità non è così buona, a causa della polvere, ma la temperatura è
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ottima e fioriscono i fiori più belli. A dicembre e a gennaio la visibilità non è male,
ma a volte fa troppo freddo. Il resto dell'anno non è molto indicato: tra maggio e
giugno il caldo e la polvere si fanno insopportabili, da metà giugno a settembre i
monsoni oscurano le montagne con nuvoloni neri e trasformano i sentieri in piste di
fango.
Temperature in C° max/min:
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Nepalga 24/ 26/1 33/1 38/2 40/2
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30/2 30/2 29/2 29/2 28/1
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Giorni di pioggia (almeno 1 mm d'acqua):
genfeb ma aprma giulugagosetottnov dic
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ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Sicuramente informale e comodo. Occorrono capi caldi da ottobre a marzo. Da
giugno a settembre capi leggeri, una giacca impermeabile è indispensabile per la
stagione delle piogge (metà giugno - metà ottobre). Scarpe pratiche e confortevoli
(tipo da ginnastica), scarponcini robusti (per chi fa trekking). Sono utili inoltre
occhiali da sole, copricapo, burro cacao, creme protettive.
FUSO ORARIO
4 ore e 45’ in più rispetto all’ora italiana. Quando in Italia vige l’ora legale sono 3
ore e 45’ in più.
VALUTA
Valuta locale: Rupia Nepalese (NPR). 1 Euro = circa 136 NPR / 1 Dollaro USA =
100 NPR ca. (valori a gennaio 2014). Importazione ed esportazione proibite.
Valuta estera: Euro e Dollari USA sono le valute straniere di normale circolazione.
20
Si consiglia di munirsi di Dollari USA anche di piccolo taglio (si ricorda che i dollari
emessi prima del 1990 non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle
numerose falsificazioni). Non vengono accettate banconote con macchie, strappi,
segni o altre imperfezioni.
I dollari USA sono necessari per il pagamento dei visti in loco, per altre
spese si possono utilizzare anche gli euro.
I cambi delle valute estere possono essere fatti con le Banche, i negozi autorizzati
al cambio, negli alberghi o allo sportello bancario dell'Aeroporto. Le ricevute di ogni
operazione di cambio devono essere richieste e conservate.
Tutti i visitatori, tranne i cittadini dell'India, devono saldare in valuta estera i conti
dell'albergo. Se la somma portata con sé supera i 2000 Dollari USA deve essere
dichiarata al porto d'ingresso. I visitatori Non-Indiani non sono autorizzati a
importare o esportare la Valuta Indiana.
Per i viaggiatori provenienti dall’India che posseggano Rupie indiane, si fa presente
che sono accettate, e consentite, le banconote in Rupie indiane di taglio non
superiore alle 100 Rupie. Non e’ ammessa l’importazione di banconote da 500 e da
1.000 Rupie indiane.
Carte di credito: le principali sono accettate nei maggiori alberghi e nelle più
importanti strutture turistiche.
LINGUA
Il "Nepali", la lingua nazionale del Nepal parlata dal 90% della popolazione; una
dozzina di lingue locali e trenta dialetti principali tibetani. Poco diffuso l’inglese fuori
dai centri urbani.
RELIGIONE
Induista 90%, Buddhista 7%, Musulmana 3%.
PREFISSI TELEFONICI
Dall'Italia al Nepal: comporre il prefisso internazionale 00977 più il prefisso
urbano con lo 0 seguito dal numero dell'abbonato.
Dal Nepal all’Italia: comporre lo 0039 più il prefisso interurbano con lo zero e il
numero dell’abbonato.
Negli alberghi è possibile telefonare direttamente o tramite operatore. Negli Hotel a
5 stelle la comunicazione via operatore ha un costo di servizio del 20%. È più
conveniente fare le telefonate dai negozi STD-ISD presenti ovunque.
Telefoni cellulari: è’ attivo ma non sempre affidabile, il servizio di roaming
internazionale per le utenze TIM, Vodafone e Wind nelle principali città.
CINE/FOTO
E’ opportuno fornirsi alla partenza di tutto il materiale occorrente e abitualmente
utilizzato. In loco il materiale fotografico è caro e di scarsa qualità.
21
VOLTAGGIO
220 volts AC 50 Hz. Consigliato un adattatore e una torcia a batterie in caso
d’improvvisi black-out.
CUCINA
Se si considera che il Nepal giace fra due mostri sacri della gastronomia mondiale,
l'India e la Cina, la cucina nepalese è incredibilmente insignificante. Il piatto
principale, dhal bhat tarkari, una sorta di zuppa di lenticchie con riso e verdure al
curry, comprende in sé gli ingredienti base della cucina tradizionale. In Nepal,
tuttavia, ha preso piede il gusto occidentale, come si nota soprattutto nei menu
miscellanei dei ristoranti di Kathmandu: tacos messicani, sukiyaki giapponesi,
cioccolato thailandese, dolci cinesi, minestrone all'italiana e soupe d'oignon, borsch,
quiche e soyaburger; tra i dessert non stupiranno le crostate di mele, le torte al
limone o alle mandorle e altri dolciumi che si trovano in tutto il mondo. Tra le
bevande, potete provare il lassi (un rinfrescante miscuglio di cagliata e acqua) o il
chang, la birra locale prodotta artigianalmente sull'Himalaya dalla fermentazione
dell'orzo.
ACQUISTI
La regola fondamentale quando si compra qualcosa è contrattare. Tra le principali
attrazioni per gli amanti dello shopping ci sono oggetti molto raffinati in ottone
dorato ricoperti di piccole pietre di ceramica colorata (animali, scatole), statue di
bronzo, tappeti tibetani con disegni simbolici, monili d'argento, pietre, quadri
tibetani (tanka), borse, maglie colorate, maschere, burattini.
PERNOTTAMENTI
Solo Kathmandu e Pokhara offrono alberghi di prima categoria e super lusso. Nelle
altre località non esistono alberghi a 4 e 5 stelle, pertanto chi effettua un tour
nell’interno del Paese deve essere preparato a dormire in semplici strutture.
IMPORTANTE NEPAL:
· Il possesso e l'uso di stupefacenti, anche se tollerato dagli usi locali, sono
illegali. L'ordinamento nepalese prevede pene anche severe nei confronti
degli stranieri accusati di abuso sessuale ai danni delle donne nepalesi.
· Le mance non sono obbligatorie ma molto gradite, molto spesso sollecitate.
Indicativamente calcolare mezzo dollaro per il portabagagli dell’hotel, 5-6
dollari a persona al giorno per la guida e 3 per l’autista. Agli accompagnatori
dei trekking prevedere 100 rupie nepalesi per persona al giorno.
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Informazioni generali:
NORME E SUGGERIMENTI RELATIVI AL VOLO
Biglietto aereo
Desideriamo portare alla vostra attenzione, che dal 1 giugno 2008, in conformità
con le disposizioni IATA (International Air Transport Association: associazione
internazionale che rappresenta 240 compagnie aeree e il 94% del traffico aereo
internazionale di linea), non si potranno più emettere biglietti aerei cartacei. Questi
documenti di viaggio sono stati sostituiti dai biglietti elettronici, gli e-tkt, che
garantiscono il metodo più efficiente di emissione e gestione del trasporto aereo,
migliorando inoltre il servizio per i viaggiatori.
Cos’è un biglietto elettronico? Un biglietto elettronico (e-ticket o ET) contiene in
formato elettronico tutte le informazioni che prima venivano stampate sul biglietto
cartaceo. L’unico foglio di cui si ha bisogno è “l’itinerary receipt” (in formato A4)
che vi verrà consegnato assieme ai documenti di viaggio e che rappresenta la
ricevuta del passeggero e la conferma dell’avvenuta emissione del biglietto aereo.
Riporta tutti gli estremi dettagliati dei voli prenotati per vostro conto, il codice di
conferma del vettore aereo, il numero di biglietto elettronico emesso e i vostri
nominativi come da passaporto. Questo documento dovrà essere custodito con cura
e presentato direttamente al banco di accettazione del volo. E’ importantissimo
che al momento della prenotazione comunichiate il vostro nome esatto
come da passaporto (anche secondo nome o cognome se li avete).
Articoli consentiti in cabina (bagaglio a mano):
· un bagaglio a mano la cui somma delle dimensioni (lunghezza + altezza +
profondità) non superi complessivamente i 115 cm (come previsto dal DM
001/36 del 28 gennaio 1987)
· una borsetta o borsa porta-documenti o personal computer portatile
· un apparecchio fotografico, videocamera o lettore di CD
· un soprabito o impermeabile
· un ombrello o bastone da passeggio
· un paio di stampelle o altro mezzo per deambulare
· articoli da lettura per il viaggio
· culla portatile/passeggino e latte/cibo per bambini, necessario per il viaggio
· articoli acquistati presso i “duty free” ed esercizi commerciali all’interno
dell’aeroporto e sugli aeromobili
· medicinali liquidi/solidi indispensabili per scopi medico-terapeutici e dietetici
strettamente personali e necessari per la durata del viaggio. Per quanto
riguarda i predetti medicinali liquidi è necessaria apposita prescrizione
medica
· liquidi, contenuti in recipienti individuali di capacità non superiore a 100
millilitri o equivalente (es. 100 grammi), da trasportare in una
busta/sacchetto/borsa di plastica trasparente, richiudibile, completamente
chiusa, di capacità non eccedente 1 litro (ovvero di dimensioni pari, ad
esempio, a circa cm 18 x 20) separatamente dall’altro bagaglio a mano.
Nota: i liquidi in questione comprendono acqua e altre bevande, minestre, sciroppi,
creme, lozioni e oli, profumi, spray, gel, inclusi quelli per i capelli e per la doccia,
contenuto di recipienti sotto pressione, incluse schiume da barba, deodoranti,
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sostanze in pasta, incluso dentifricio, miscele di liquidi e solidi, mascara, ogni altro
prodotto di analoga consistenza. Per busta di plastica/sacchetto trasparente
richiudibile deve intendersi un contenitore che consente di vedere facilmente il
contenuto, senza che sia necessario aprirlo e che sia dotato di un sistema
integralmente sigillante, come zip oppure chiusure a pressione o comunque una
chiusura che dopo essere stata aperta possa essere richiusa.
É raccomandabile includere nel bagaglio a mano l'occorrente per la notte e un golf,
utili in caso di ritardata consegna del bagaglio all'arrivo. Attenzione invece a non
includere coltellino multiuso, forbicine, tagliaunghie, ecc.
Bagaglio da spedire a seguito del passeggero
Si consiglia l’uso di lucchetto e di mettere un’etichetta con proprio nome e recapito
anche all’interno del bagaglio.
Preghiamo leggere le informazioni date in ogni itinerario poiché le disposizioni
spesso sono diverse e limitano ulteriormente il peso per motivi di sicurezza; se si
superano i limiti imposti, questo può comportare un costo elevato.
Articoli vietati nel bagaglio
· E’ vietato il trasporto nella stiva dei seguenti articoli:
· esplosivi, fra cui detonatori, micce, granate, mine ed esplosivi
· gas compressi (infiammabili, non infiammabili, refrigeranti, irritanti e
velenosi) come i gas da campeggio, bombolette spray per difesa personale,
pistole lanciarazzi e pistole per starter
· sostanze infiammabili (liquide e solide) compreso alcool superiore a 70 gradi;
sostanze infettive e velenose
· sostanze corrosive, radioattive, ossidanti o magnetizzanti
· congegni di allarme
· torcia subacquea con batterie inserite
Modalità di reclamo:
In caso di MANCATA RICONSEGNA/DANNEGGIAMENTO del bagaglio registrato
(il bagaglio consegnato al momento dell’accettazione e per il quale viene emesso il
“Talloncino di Identificazione Bagaglio”) all’arrivo a destinazione si deve APRIRE UN
RAPPORTO DI SMARRIMENTO O DI DANNEGGIAMENTO BAGAGLIO facendo
contestare l’evento, prima di lasciare l’area riconsegna bagagli, presso gli Uffici Lost
and Found dell’aeroporto di arrivo, compilando gli appositi moduli, comunemente
denominati P.I.R – Property Irregularity Report.
SMARRIMENTO DEL BAGAGLIO – Se entro 21 giorni dall’apertura del “Rapporto
di smarrimento bagaglio” non fossero state ricevute notizie sul ritrovamento,
inviare tutta la documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela
e/o Assistenza Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio
della pratica di risarcimento.
RITROVAMENTO DEL BAGAGLIO SMARRITO – In caso di ritrovamento del
bagaglio, entro 21 giorni dalla data di effettiva avvenuta riconsegna, inviare tutta la
documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza
Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di
risarcimento delle spese sostenute.
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Documentazione necessaria per entrambi i casi:
· il codice di prenotazione del volo in caso di acquisto via internet oppure
l’originale della ricevuta in caso di biglietto cartaceo;
· l’originale del P.I.R rilasciato in aeroporto;
· l’originale del talloncino di identificazione del bagaglio e la prova
dell’eventuale avvenuto pagamento dell’eccedenza del bagaglio;
· un elenco del contenuto del bagaglio nel caso di bagaglio smarrito;
· un elenco dell’eventuale contenuto mancante nel caso di bagaglio ritrovato;
· gli originali degli scontrini e/o ricevute fiscali nei quali sia riportata la
tipologia della merce acquistata (in relazione alla durata dell’attesa) in
sostituzione dei propri effetti personali contenuti nel bagaglio;
· indicazione delle coordinate bancarie complete: nome e indirizzo della Banca,
codici IBAN, ABI, CAB, numero di C/C, codice SWIFT nel caso di conto estero
e nome del titolare del conto corrente; se i suddetti dati non si riferiscono
all’intestatario della pratica, specificare anche l’indirizzo di residenza, numero
di telefono, numero di fax (se disponibile), l’indirizzo e-mail (se disponibile).
Importante – “Partenze da altre città”
La normativa aerea è estremamente complessa e articolata. Riteniamo quindi
doveroso darvi alcune indicazioni, confermandovi che, comunque, tutto lo staff
addetto alle prenotazioni resta a disposizione per informazioni, consigli, chiarimenti.
Le partenze da “altre città” diverse da quelle pubblicate in catalogo, sono quasi
sempre possibili ma, soprattutto se non sono operate dallo stesso vettore della
tratta internazionale, seguono disposizioni particolari che è giusto conoscere, anche
perché eventuali ritardi/cancellazioni o altro non comportano responsabilità né dei
vettori né della Kel12. Eseguiremo tutte le pratiche necessarie per farvi partire nel
modo più comodo e dalla città che preferite, ma con le opportune avvertenze e
informandovi che, se non esiste un accordo tra la compagnia che opera il volo
internazionale e quelle che effettuano la prima tratta, devono essere emessi due
biglietti differenti e questo comporta a volte la necessità di un doppio imbarco dei
bagagli. Informandovi inoltre che la perdita del volo internazionale non comporta
riprotezione, rimborsi o assunzione delle eventuali spese di hotel da parte della
compagnia aerea e di Kel 12.
In base al Contratto di Trasporto, i vettori faranno il possibile per trasportare i
passeggeri e i bagagli con ragionevole speditezza. I vettori possono sostituire senza
preavviso altri vettori e l’aeromobile, e possono modificare e omettere, in caso di
necessità, le località di fermata indicate sul biglietto. Gli orari possono essere
variati e non costituiscono elemento essenziale del contratto. I vettori non
assumono responsabilità per le coincidenze.
INFORMAZIONI RELATIVE AL VIAGGIO
Documenti per l’espatrio
Ricordiamo che, considerata la variabilità della normativa in materia, le
informazioni relative ai documenti di espatrio sono da considerarsi indicative e
riguardano esclusivamente cittadini italiani e maggiorenni. Ogni partecipante è
tenuto a controllare personalmente la validità del proprio passaporto (che
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normalmente non deve scadere entro sei mesi dalla data di partenza), la presenza
di diverse pagine libere (il numero varia a seconda dell’itinerario scelto e dunque
visti necessari) e la validità della marca da bollo per l'uscita dall'Italia. Si consiglia
di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del passaporto e di
eventuali vaccinazioni internazionali, e di tenerle separate dai documenti originali.
L'impossibilità per il cliente di iniziare e/o proseguire il viaggio a causa della
mancanza e/o dell’irregolarità dei prescritti documenti personali (passaporto, carta
d'identità, vaccinazioni, etc.) non comporta responsabilità dell'organizzatore.
Norme valutarie in Italia
Ai sensi del Reg. CE 1889/2005 del 26.10.2005 (aggiornamento del 15.06.2007)
ogni persona fisica in entrata o in uscita dall’Unione Europea ha l’obbligo di
dichiarazione in DOGANA delle somme di denaro contante e strumenti negoziabili al
portatore trasportati d’importo pari o superiore a 10.000 euro.
Assicurazioni
Per quanto riguarda le disposizioni assicurative vi invitiamo a leggere con
attenzione la relativa polizza. In caso di sinistro, malattia o infortunio durante il
viaggio, Vi preghiamo di provvedere immediatamente a informare l’assicurazione
comunicando il numero indicato nella polizza ricevuta con i documenti di viaggio.
Imprevisti
Gli itinerari pubblicati sono stati elaborati in modo da essere realizzati con
puntualità e precisione. Particolari situazioni possono tuttavia determinare
variazioni nello svolgimento dei servizi previsti: voli, orari, itinerari aerei e alberghi
possono essere modificati a discrezione dei vari fornitori e sostituiti con servizi di
pari livello. Il verificarsi di cause di forza maggiore quali scioperi, avverse condizioni
atmosferiche, calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di
terrorismo e banditismo e altri fatti simili non sono imputabili all'organizzazione.
Eventuali spese supplementari sostenute dal partecipante non potranno pertanto
essere rimborsate, e non lo saranno le prestazioni che per tali cause dovessero
venir meno e non fossero recuperabili. Inoltre l'organizzazione non è responsabile
del mancato utilizzo di servizi dovuto a ritardi o cancellazioni dei vettori aerei.
Disservizi
Come indicato nelle Condizioni di Partecipazione, eventuali contestazioni in merito
a difformità di prestazioni rispetto a quanto contrattualmente previsto, rilevate in
corso di viaggio, dovranno essere riferite quando e se possibile al nostro
rappresentante sul luogo. E’ comunque necessaria la notifica scritta a Kel 12 entro
10 giorni dalla data di rientro in Italia. Le eventuali richieste di rimborso relative a
servizi non usufruiti saranno documentate da una dichiarazione che richiederete al
rappresentate locale, e che attesterà il mancato godimento dei servizi stessi.
Convenzione CITES
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Il 1° giugno 1997 è entrato in vigore il Regolamento Comunitario che dà attuazione
alla Convenzione CITES di Washington a proposito d’importazione di animali e parti
di animali protetti perché a rischio di estinzione. Sono previste multe fino a
130.000 euro per chi porta in Italia souvenir realizzati con animali protetti, animali
vivi, anche se acquistati legalmente nel paese di origine.
Comunicazione obbligatoria ai sensi dell’articolo 17 della Legge n.
38/2006:
“La legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati concernenti la
prostituzione e la pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi
all’estero”.
Data ultimo aggiornamento: 13/02/2012
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