1 "VIAGGI CON L`ESPERTO" Nepal Mustang, l`ultimo regno proibito
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1 "VIAGGI CON L`ESPERTO" Nepal Mustang, l`ultimo regno proibito
"VIAGGI CON L'ESPERTO" Nepal Mustang, l'ultimo regno proibito Viaggio di 19 giorni / 17 notti Un viaggio spedizione/trekking che ancora può regalare momenti indimenticabili anche al viaggiatore più esperto ed avventuroso… un viaggio che combina il camminare in alta quota circondati dalle vette più alte del mondo all’incontro con popolazioni semplici dalla cultura arcaica e millenaria e con una profonda religiosità e surreale misticismo…… un paese aperto al turismo solo da pochi anni e dove solo un certo numero di stranieri è ammesso ogni anno….un viaggio per scoprire la cultura antica del Tibet e risentire il richiamo di una natura e una vita ancora intatte Il Mustang viene proposto nel mese di ottobre che in assoluto è uno dei mesi migliori dell’anno per effettuare un viaggio in Nepal: il cielo è terso, condizione indispensabile per godere della visione delle splendide montagne che ci accompagneranno per tutto il viaggio. 1 Il nostro itinerario prevede tappe non forzate per avere il tempo di visitare ogni giorno il sito raggiunto dal nostro trekking. Lo staff che ci seguirà durante il nostro trekking è ormai collaudato da tempo, proviene da Kathmandu e ci precede a Jomsom, per preparare il terreno prima del nostro arrivo. I servizi sono ottimi e durante tutto il nostro trekking, il personale è a nostra disposizione per supportarci in qualsiasi momento. Il programma è stato pensato in modo da fornire ogni singolo viaggiatore del necessario acclimatamento, salendo gradatamente, in modo che il fisico si possa abituare alle diverse altitudini. L’itinerario schematico prevede: Kathmandu, Pokhara, Jomson, Kagbeni, Chuksang, Samar, Syangboche, Ghemi, Tsarang, Lo Mantang, ghelling, Bhena, Muktinath. Nel programma dettagliato forniamo pure particolari che normalmente non vengono inseriti. Noi lo facciamo per dare l’opportunità di essere informati su tutto ciò che consenta di farsi l’idea più vicina possibile allo svolgimento effettivo del viaggio, alle visite, ai tempi di percorrenza, alla qualità e intensità del viaggio stesso. Assieme al Dolpo, il Mustang è la regione del Nepal che più a lungo ha vissuto un totale isolamento dal resto del mondo, ambienti selvaggi con luci e colori irreali. Ad un’altitudine media di 3500 metri e con valichi di oltre 4000 metri, il Mustang è un susseguirsi di valli, altipiani, gole in cui tutte le sfumature del grigio, del rosa e del rosso si rincorrono, si fondono e si scompongono. Alti picchi rocciosi erosi dal vento sovrastano fiumi, sentieri e i caratteristici villaggi costruiti in mattoni di fango essiccato. Piccole terrazze, coltivate ad orzo, grano saraceno e colza, spezzano con i loro brillanti colori verdi, rosa e bianchi la monocromia ocra del paesaggio. Per secoli il Mustang ha svolto un ruolo strategico e commerciale di rilievo sulle vie carovaniere del sale e del grano tra Nepal e Tibet. Quando, già nell’ottocento, il sale indiano sostituì in gran parte quello proveniente dal Tibet, le forniture del Mustang declinarono ed esso ritornò ad uno stato di significativo isolamento, ancora oggi l’agricoltura e la pastorizia sono le uniche risorse della popolazione. Gli abitanti sono bothia (tibetani) e seguono i precetti del buddismo lamaista. Soltanto nel 1950 vi arrivò il primo occidentale, Toni Hagen geologo svizzero che per conto dell’ONU aveva avuto l’incarico di redigere una carta geografica del Nepal. I successivi eventi bellici (la Cina invade e occupa il Tibet) hanno tenuto chiuso il Mustang e solo recentemente è stato aperto ad un turismo controllato. Il trekking è il modo migliore per immergersi in questa infinita ricchezza, attraversando alti passi, seguendo le principali vallate nel loro aprirsi all’orizzonte o richiudersi in gole profonde, tagliando pascoli alpini e adeguandosi continuamente alle continue variazioni del terreno. Viaggiare camminando è un’esperienza bellissima, niente eguaglia il piacere che ne 2 deriva se si entra a far parte di questo mondo magico in punta di piedi, anzi di scarponi! 1° giorno - Milano - Doha Partenza in serata con volo di linea per Doha. Pasti liberi/a bordo e pernottamento in aereo. 2° giorno - Doha - Kathmandu Arrivo a Dohai, cambio di aeromobile e proseguimento per Kathmandu. Nel pomeriggio arrivo all’aeroporto Tribhuvan di Kathmandu (1340 m.), incontro con la guida locale, assistenza e trasferimento. Resto della giornata a disposizione per riposo o per cominciare la nostra visita della città. La giornata sarà utilizzata dal nostro corrispondente per formalizzare i permessi speciali richiesti per il trekking. Kathmandu è un museo all’aperto o meglio, un museo vivente. Il suo fascino è immutabile nel tempo. Narra la leggenda che la città fu fondata nel IX secolo dal re Gunakamadeva su richiesta di una dea; fu così che il re nel sogno vide una città da costruire alla foce dei fiumi Vishnunati e Bhagmati. Si prevedeva di costruire la nuova città con la forma del Kharg della spada di Devi e il suo nome sarebbe stato Kantipur. Scambi e traffici di merci l’avrebbero resa fiorente. Il re seguì pertanto il consiglio della “Grande Dea” e in un giorno propizio pose le fondamenta di questa nuova città. Chi oggigiorno visita Kathmandu può immaginarla, oltre mille anni fa. Chi l’ha visitata negli anni ‘70/’80 e vi ritorna ora, noterà sicuramente il mutamento, avvenuto in modo rapido e piuttosto disordinato. La città però dà sempre l’impressione di viaggiare indietro nel tempo; le piazze pullulano di bellissimi templi e monumenti e tutto si mescola con i mercati ricchi di colori, una moltitudine di gente, orrende costruzioni in cemento e cartelloni pubblicitari. Kathmandu può essere visitata in modi diversi, ma l’ideale è scoprirla a piedi. Dal nostro hotel possiamo muoverci a piedi e immergerci nel cuore della Città Vecchia: il Durbar, letteralmente “la piazza della corte reale”, un luogo che pulsa di vita sin dalle prime luci dell’alba. Il Durbar di giorno è sempre affollatissimo, multicolore, caotico, perché tra un tempio e l’altro si trovano le bancarelle di frutta e verdura, i negozietti e i nepalesi. Nel Durbar vi sono più di cinquanta templi e monumenti e fra questi spicca il magnifico Tempio di Taleju, che ospita la divinità della famiglia reale; è possibile ammirare il tempio solo esternamente, perché l’ingresso ai visitatori è proibito e i nepalesi stessi vi possono accedere una volta all’anno in occasione della festività di Dasain. Pensione completa e pernottamento al Kantipur Temple House o similare. 3° giorno - Kathmandu - Pokhara (210 km.) In mattinata trasferimento all’aeroporto in tempo utile per il volo per Pokhara (890 m.), durante il quale si può ammirare la catena Himalayana centrale. All’arrivo a Pokhara, trasferimento all’hotel Lake View o similare. La giornata sarà dedicata alla visita della cittadina che ha visto un rapido sviluppo negli ultimi anni. Punto di riferimento della città il lago Phewa, sul quale si specchiano alcune delle più alte vette dell’Himalaya (quando il cielo è limpido). Tra queste il Machhapuchhare (6.944m.), il cui nome tradotto vuol dire coda di pesce. Durante la bella stagione 3 oltre a questa cima, si possono ammirare anche l’Annapurna I (8.091 m.), uno dei 14 “ottomila” della Terra, altre quattro vette del massiccio dell’Annapurna, il Dhaulagiri (8.167 m.) e l’Himalchuli Himal (7.893 m.). la cittadina è anche il punto di partenza di numerosi trekking e quindi sulla strada che costeggia il lago, si affacciano numerosi ristorantini, negozi di artigianato e di attrezzatura da montagna. A Pokhara si trova un solo edificio religioso di una certa importanza, il Tempio di Binde Vasini, in cima ad una collinetta con ai suoi piedi un parco. Il tempio è dedicato a Durba (Parvati) nella sua rappresentazione di Binde Vasini Bhagwati e la sua immagine è un saligram (fossili di ammonite nera risalenti al Giurassico, più di 100 milioni di anni fa). Nel 2004 a Pokhara è stato inaugurato il Museo Internazionale della Montagna Himalayana. In serata, breve visita alle Cascate David o tempo libero per relax. Pensione completa e pernottamento. 4° giorno - Pokhara - Jomsom - Kagbeni (volo: circa 40 min.; circa 3 ore di cammino) In mattinata trasferimento all’aeroporto per il volo per Jomsom (2.710 m.). durante il volo e tempo permettendo si possono ammirare a destra le cime del Machapuchere (6.999 m.), l’Annapurna South (7.219 m.), lo Hiuchuli (6.441 m.) e parte dell’Annapurna I (8.091 m.), mentre a sinistra il massiccio del Daulaghiri (8.167 m.) e il Putali Himal. A Jomson incontro con il nostro staff e ultimati i preparativi, partenza della nostra prima giornata di trekking in direzione di Kagbeni (2.810 m.). Lasciando Jomsom verso nord, si scende nel greto del fiume Kali Gandaki (Mare Nero). Dopo circa un’ora e mezza dalla partenza si attraversa il Pandra Chu (chu in tibetano significa acqua, fiume). In alto, su un pianoro, sorge il villaggio di Palek, al quale si scende giungendo dalla regione del Dolpo, attraverso il Charka e Sunda. Si giunge a Eklabatti, un insediamento sorto circa dieci anni orsono, dove il sentiero per Muktinah, che visiteremo al nostro ritorno, si stacca da quello che prosegue lungo il fiume per Kagbeni. Da Eklabatti circa un’ora di strada conduce all’affascinante e quasi fortificata Kagbeni, la Porta della Terra Proibita, infatti al limitare del villaggio termina l’area visitabile con il normale trekking permit. Probabilmente nel passato il villaggio era pensato come una fortezza per difendersi dal nemico, mentre oggi offre un valido baluardo all’impeto del vento che implacabile si alza nella tarda mattinata di ogni giorno. Il villaggio è sovrastato dal massiccio del Nilghiri (7.061 m.) e in lontananza si scorge il colosso del Thorong. Kagbeni, il cui nome significa “alla confluenza di due fiumi”, sorge dove il fiume Jong Chu, proveniente da Muktinath, si immette nella Kali Gandaki; in cima si erge la tozza e massiccia costruzione del gompa (tempio in tibetano). Nel monastero vive una comunità di monaci dell’ordine Sakya e infatti sulle mura esterne spiccano le caratteristiche strisce di colore grigio alternate a strisce rosse, segno distintivo di quest’ordine (i visitatori stranieri non sono ammessi all’interno del tempio). Il terreno attorno al villaggio è stato strappato alla montagna attraverso il lavoro dell’uomo che ha creato dei terrazzamenti dove vengono coltivati orzo, patate e fagioli. Gli abitanti di questo villaggio appartengo all’etnia Gurung e la loro lingua è un intreccio tra il tibetano e il nepalese. Pensione completa e pernottamento in guest house. (da Kagbeni comincia l’area per la quale è necessario essere muniti di un permesso speciale rilasciato dall’Autorità competente, all’ottenimento del quale provvederà l’organizzazione locale). 4 5° giorno - Kagbeni - Chuksang (circa 5 ore di cammino) Cominciamo subito la nostra camminata lasciando il corso del Kali Gandaki e seguendo un sentiero che comincia a salire, fino a che arriviamo ad un punto dal quale, possiamo vedere Kagbeni alle nostre spalle e l’imponente Nilgiri come sfondo. Il paesaggio è mozzafiato. Il fiume si fa strada attraverso le montagne creando un ampio letto. Il fiume scorre alla nostra sinistra e il sentiero che percorriamo, inizialmente largo, in seguito si stringe e corre lungo il fianco della montagna. Dall’altra parte del fiume il villaggio di Tiri Gaon circondato da campi coltivati. Il sentiero che in alcuni punti è molto stretto, è un continuo saliscendi e se si incrociano altre carovane è necessario avanzare a sensi alternati, essendo impossibile talvolta per le bestie con il carico procedere nei due sensi. Gli animali delle carovane avanzano in fila indiana e sono tutti bardati: al collo pesanti campanacci, sulla fronte un triangolo di stoffa tessuto come i tipici tappeti tibetani che riproducono i simboli di buon auspicio o altri simboli dell’iconografia buddista; i capi fila sfoggiano dei pennacchi di coda di yak bianchi e rossi; le selle in legno poggiano su due tappeti. Dopo circa due ore e mezzo di cammino raggiungiamo un piccolo plateau da cui si può ammirare il fiume Kali Gandaki nel punto in cui riceve le acque del Ghilungpa Khola (khola in nepalese significa fiume). In alto sulla sinistra si scorge il sentiero che giunge dal Dolpo, mentre altri sentieri disegnati sui fianchi della montagna dagli uomini e dagli animali conducono ai pascoli estivi per gli yak. In vista del villaggio di Tangbe (3.060 m.) il sentiero scende ripido verso il fiume per poi risalire verso le prime abitazioni del villaggio. Non si può non cercare di immortalare quello che vediamo: sotto di noi il terreno forma dei contrafforti naturali chiamati sandbar. Dopo circa tre ore e mezzo da Kagbeni, giungiamo a Tangbe, antico villaggio fortezza, con i suoi viottoli strettissimi che corrono tra gli alti muri delle costruzioni e sulle quali si aprono piccole finestre bordate da una spessa striscia di colore rosso. Tangbe è un grazioso villaggio, ormai abitato da poche persone di etnia Tagbeni Gurung. L’attuale villaggio non è l’originario che sorgeva più in basso ma che è scivolato a valle a causa di una frana. Uscendo da Tangbe, in circa un’ora e mezza si raggiunge Chuksang (2.980 m.), un villaggio che si protende sul fiume Kali Gandaki, mentre intorno è circondato da uno scenario di rocce dai mille colori. Disseminate tra le rocce, innumerevoli grotte, ricordo di un passato movimentato e oggi quasi tutte inaccessibili; in tempi remoti furono abitazioni, ricoveri per carovane e pellegrini, ma anche eremi per monaci ed asceti. Ancora d’etnia Gurung, a Chuksang la gente comprende e parla anche la lingua tibetana, ci si trova infatti al bivio tra due mondi quello nepalese che stiamo lasciando per entrare in un angolo intatto del Tibet. Sul greto dei fiumi e dei torrenti è relativamente facile trovare i saligram (fossili di ammonite nera) che i locali raccolgono per vendere agli stranieri (l’amministrazione nepalese ne vieta l’acquisto e all’aeroporto di Jomsom chi ne viene trovato in possesso rischia multe salate). Disseminati attorno all’ambiente innumerevoli chorten (in tibetano reliquario, nonché rappresentazione tridimensionale dell’universo Buddista). Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 6° giorno - Chuksang - Samar (circa 5 ore di cammino) 5 Lasciamo Chuksang e attraversiamo il Narsing Khola, un affluente del Kali Gandaki. Per un tratto il sentiero corre parallelo ai possenti muri di pietra che delimitano gli appezzamenti coltivati e poi raggiunge il greto del fiume, nel quale si prosegue il cammino. Il paesaggio intorno a noi è un tripudio di colori e di imponenti pareti rocciose. Alla nostra destra si intravede in lontananza il villaggio di Tetang.In cima ad una ripida e polverosa salita è appollaiato il villaggio di Chele (3.050 m.). Nel raggiungere le porte del villaggio diamo un ultimo sguardo a Chuksang immerso in uno splendido panorama. Lasciamo Chele e poco dopo avvistiamo il sentiero che la collega, dopo aver attraversato un ponte sospeso, al villaggio di Ghiekar appollaiato su uno sperone di roccia, circondato da campi coltivati. Il nostro sentiero invece, sale al piccolo passo Taklam La (3.624 m.), da dove ci si addentra in uno spazio pietroso e selvaggio, uno dei luoghi più suggestivi di tutto il territorio. Superato un breve plateau, il sentiero sale tortuoso, un susseguirsi di scale costruite dall’uomo per facilitare l’avanzamento delle carovane con i pesanti carichi. Dopo circa due ore e mezzo di faticosa salita il sentiero si snoda dolcemente fino allo Dajori La (3.550 m.). Quasi su ogni cima, su ogni valico si scopre un luogo propiziatorio per accendere un fuoco e svolgere i riti del caso che consistono nell’offerta degli incensi e nel creare un profumo da donare agli Dei, emanato da sostanze quali il burro, la tsampa (in tibetano farina d’orzo), il the e il ginepro. Sullo Dajori La siamo in vista di Samar (Terra Rossa – 3.660 m.) che raggiungiamo in breve tempo. Alberi e acqua caratterizzano l’ingresso al villaggio. Porte e portali delle abitazioni sono ornati da un cranio di capra, posto a protezione dalle persone defunte che non vogliono abbandonare i luoghi dove vissero e che è lo stesso tipo di protezione che viene data dai chorten che circondano l’abitato. Dalla cima ove sorgeva il castello del re, con il cielo limpido, da destra a sinistra si stagliano il Nilghiri (7.061 m.) e il Tilicho (7.136 m.), il gruppo del Tharong (6.482 m.). L’area di Samar è parte integrante del Mustang da circa cento anni: un tempo era un piccolo feudo governato da un re locale. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 7° giorno - Samar - Syangboche (circa 6 ore di cammino) Lasciamo il villaggio di Samar seguendo uno scosceso sentiero che conduce al torrente, poi si sale il fianco opposto della montagnola e si costeggia una piccola terrazza artificiale. Siamo giunti ad un bivio, a sinistra la strada carovaniera porta agevolmente, attraverso il Beza La (3.720 m.) e lo Yamdo La (3.760 m.) a Syangboche (3.800 m.), a destra il sentiero scende nuovamente e risale faticosamente, fino a raggiungere il modesto passo su cui ondeggiano bandierine delle preghiere. Intorno a noi svettano le cime del Nilghiri, del Damodar, la catena del Dhaulagiri e del Tharong e sotto di noi i canyons del fiume Kali Gandaki. Interessante la flora himalayana e con un po’ di fortuna si potranno avvistare pernici ed aquile. Giungiamo a Syangboche. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 8° giorno - Syangboche - Ghemi (circa 6 ore di cammino) 6 Lasciamo Syangboche e il percorso riprende a salire dolcemente fino a raggiungere l’omonimo passo a 3.850 m. Superiamo il piccolo valico, procedendo oltre il massiccio ed antico chorten che domina la vallata e davanti a noi si apre uno spazio che sembra non avere confini: tutto è bianco, la roccia, la sabbia. In questa immensità monocolore, si distingue nettamente la piana verdeggiante del villaggio di Ghelling (3.570 m.), dove poi il sentiero sale tra i campi al centro della valle, passando attraverso il villaggio di Tama Gaon e raggiungiamo il passo di Nyi La (3.990 m.). Da questo punto, quando il cielo è limpido, si può ammirare la catena dell’Annapurna Nilgiri in tutto il suo splendore. Scendiamo verso il villaggio di Ghemi (3.520 m.). Fanno da sfondo al villaggio imponenti montagne rocciose, dai profili morbidi e sinuosi, che sembrano la tavolozza di un pittore tanti sono i colori che vi si scorgono. L’abitato spunta tra il verde delle coltivazioni. Raggiungiamo infine Ghemi, i suoi chorten dipinti con i colori dei Sakya, il palazzo reale disabitato da tempo e i due piccoli gonpa. Il Kang Ka Cho Tò Gonpa della setta Sakya, fu edificato circa seicento anni fa. All’estremità del villaggio, sorge il piccolo Jo Mho Gonpa. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 9° giorno - Ghemi - Tsarang (circa 4 ore di cammino) Meta finale della giornata, il villaggio di Tsarang (3.600 m.). Il nostro cammino scende tra rocce multicolori che caratterizzano la vallata e giunge ad un ponte d’acciaio che supera il fiume Tangmar Chu, quindi risale incontrando quello che probabilmente era il muro mani più lungo del Nepal. I muri mani sono una manifestazione religiosa concreta dei seguaci del Buddismo tibetano e sono interamente costituiti da pietre votive di varie dimensioni sulle quali sono state scolpite preghiere o brani di testi sacri. Il termine mani è l’abbreviazione del mantra (formula sacra), Om Mani Padme Hum, dedicato ad Avalokitesvara, il Boddhisattva della compassione. Parola di origine sanscrita, mani, è entrata a far parte della lingua tibetana, letteralmente traduce: il Gioiello, la Gemma. Il percorso raggiunge un altro passo, per poi digradare dolcemente verso Tsarang. Secondo i monaci il nome del villaggio significa “cresta di gallo”, a causa delle costruzioni religiose di colore rosso che sorgevano numerose sui crinali gialli delle montagne. Il gonpa, del XIV secolo, appartiene all’ordine dei Sakya ed ospita una settantina di monaci, alcuni dei quali vi soggiornano solo periodicamente. Nel pronao del gonpa sono rappresentati i quattro Guardiani della Fede, la storia del mondo e una ruota della vita. La ruota della vita, sipa khorlo, in tibetano, rappresenta il ciclo della nostra esistenza, condizionata dalle emozioni fondamentali quali: l’ignoranza, l’attaccamento e l’avversione, che vengono rappresentati sotto forma di animali al centro della ruota stessa. All’interno del tempio, sul grande altare in legno, una vetrina racchiude molte statue, la principale raffigura Campa, e davanti file di grosse ciotole colme d’acqua; a destra dell’altare, si trovano le scaffalature dove sono riposte le pecia (in tibetano, libri sacri), le pareti sono ricoperti di immagini di Buddha. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 10° giorno - Tsarang - Lo Manthang (circa 5/6 ore di cammino) 7 Partiamo da Tsarang per raggiungere la città proibita di Lo Manthang (3.730 m.). il sentiero scende di 125 m., attraversa il fiume Charang Chu per risalire poi tra le rocce fino a raggiungere un cumulo di pietre situato sulla cresta di fronte al villaggio e poi scende nella valle del Tholung. Sullo sfondo, dietro il villaggio, le cime del Nilgiri, il Damar, il Tilichi e dietro l’Annapurna 4. Il sentiero sale ancora, oltrepassa un torrente, per poi allargarsi e procedere attraverso un paesaggio desolato che ha tutte le sfumature del grigio e del giallo. Dopo circa due ore e mezzo di cammino, incontriamo sulla nostra strada il Sungdo Chorten, uno dei più belli del Mustang. Arrivati in cima al Lo La (3.940 m.), compare, adagiata ai nostri piedi, la città murata di Lo Manthang racchiusa da montagne dalle forme e colori più svariati. E’ una grande emozione e anche una grande soddisfazione essere arrivati fino a qui! Alla sinistra della città fortificata il villaggio di Thingarr, dove si trova la residenza estiva del re, mentre in lontananza si intravvede il villaggio di Garphu che visiteremo nei prossimi giorni. Scendiamo verso il fiume e affrontiamo la ripida e breve salita che immette nella città proibita! Alcuni documenti indicano il 1380 come anno di fondazione della città, per opera del re Ame Pal, sotto il quale vi fu una prima unificazione del territorio con l’istituzione di un potere più o meno centralizzato. Il nome Manthang sembra derivare dalle sillabe tibetane men (medicina) e thang (piana). Thang è anche il nome del preparato medico che ancora oggi viene confezionato dall’emce (dottore tradizionale), con una notevole varietà di piante raccolte a nord, verso la terra del Tibet. A Manthang bisogna presentarsi al check post, per la registrazione e il controllo dei trekking permit. La città è tranquilla, sui tetti delle case sventolano tarchò (bandierine delle preghiere). Ai quattro angli dei tetti corna di yak e pietre con incisioni sacre proteggono la casa e i suoi abitanti. I grandiosi monasteri di Lo Manthang sono splendidi esempi della setta Sakya-pa. Saltuariamente i religiosi di Manthang si recano in pellegrinaggio alla zona sacra che racchiude il Monte Kailash e il Lago Manasarovar (Tibet). Il confine è a poche ore di cammino dalla città. Pensione completa e pernottamento in guest house. 11° giorno - Lo Manthang e dintorni Giornata dedicata all’escursione a cavallo al villaggio di Achenbuk/Dzong che ha sviluppato un’intera cultura all’interno di numerose grotte. Si scende inizialmente verso il fiume che attraversiamo per poi risalire. Davanti a noi distese di campi coltivati. Dopo la salita la strada diventa pianeggiante e alle nostre spalle si stagliano le cime che ci hanno accompagnato durante il nostro trekking. Dopo circa due ore si raggiunge la valle di Achenbuk (Chhosar), tagliata a metà dalla valle di Dzo. Sulla destra si stende il villaggio di Garphu, dove molte delle costruzioni sono appoggiate a delle grotte naturali. Sulla nostra sinistra, in fondo, il villaggio di Nyphu con l’omonimo monastero appoggiato sulla parete della montagna e costruito in parte proprio sfruttando la grotta naturale che si apre in essa. Tutta la valle è uno spettacolo per gli occhi: i campi coltivati, i contadini che tagliano le spighe di frumento, cavalli e mucche al pascolo, le montagne di arenaria punteggiate da innumerevoli grotte naturali che l’uomo ha adattato ai propri usi e che circondano i piccoli villaggi. Nel pomeriggio, tempo libero per acquisti o per completare la visita della città. Pensione completa e pernottamento in guest house. 8 (I cavalli utilizzati per questa escursione sono di taglia piccola e mansueti. Per questa escursione non è necessario avere alcuna esperienza specifica. Si procederà quasi sempre al passo o a un piccolo trotto e i conducenti dei cavalli ci accompagneranno durante tutta la nostra escursione). 12° giorno - Lo Manthang - Ghemi (circa 7 ore di cammino) Lasciamo la Città Proibita e dopo circa due ore di cammino raggiungiamo l’incrocio della pista per Ghemi. Una lunga giornata durante la quale ripercorriamo a ritroso un camino già percorso, ma l’ambiente che ci circonda non smette di incantarci. Passiamo l’affascinante villaggio di Tsarang e passiamo accanto al chorten che indica la via, saliamo al Tiu La, scorgiamo in lontananza l’insediamento di Lari e più sulla destra il Mustang Chu (Kali Gandaki). Superato il piccolo passo, proseguiamo verso lo Tsarang La (3.900 m.). Da qui spicca la macchia verde di Ghemi, scendiamo nell’area di Mendon, dove sorgono gli antichi chorten. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 13° giorno - Ghemi - Ghelling - Syangboche - Bhena (circa 6/7 ore di cammino) La prima parte di questa tappa ripercorre un tracciato già noto, si attraversano i due passi, il Nyi La e lo Tziring La e, alla base di quest’ultimo, si prosegue per Ghelling. Su una bassa cresta si scorgono i ruderi dell’antico castello e del monastero femminile, mentre più su, scavate nella montagna, si trovano le grotte che ospitarono i Khampa, durante i lunghi anni della resistenza. Nel villaggio si trovano diversi monasteri e la costruzione posta più in alto sulla collina è il Gon Khan, la Cappella della Divinità Protettrice che è un luogo molto sacro il cui ingresso è rigorosamente vietato alle donne. Al di sotto sorge il Tashi Cho Gonpa, il tempio più antico per fondazione, ma quasi completamente ricostruito in seguito ad un incendio. Anche quello di Ghelling, in tempi passati, era un feudo indipendente da altre autorità, i suoi abitanti erano però costretti a vivere qui isolati, non potevano scendere a Samar perché governata da un altro re, né a Ghemi che si trovava sotto la giurisdizione di Manthang. Dopo la visita del villaggio riprendiamo il nostro cammino alla volta di Syangboche. Lasciamo il villaggio e saliamo verso l’omonimo passo e da questo raggiungiamo il Yamda La, dal quale si vede in basso Bhena. Il paesaggio intorno a noi è particolare: il sentiero si snoda tra montagne molto verdi punteggiate da diversi tipi di vegetazione, tra cui si possono riconoscere i ginepri dai tronchi contorti, cespugli rigogliosi di bacche, felci…. L’area dove è stato montato il nostro campo è veramente spettacolare, una terrazza di prato verde dal quale si ammirano alte montagne. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 14° giorno - Bhena - Chuksang (circa 5 ore di cammino) Ripercorriamo in parte il cammino già percorso, ma i paesaggi sono fra i più suggestivi di tutta la regione ed è comunque piacevole riattraversarli. Meravigliosi panorami di canyon, aperture sulle rocce circostanti e corsi d’acqua, riempiono i nostri occhi durante il cammino. Giungiamo al villaggio di Chele dove ci fermiamo 9 per il pranzo. Scendiamo da Chele verso le acque del Kali Gandaki che dobbiamo attraversare e in circa un’ora raggiungiamo Chuksang, dove incontriamo nuovamente la cima del Nilgiri. Questa è l’ultima sera in cui godremo della compagnia di tutto il nostro staff al completo, perché domani resteranno con noi solamente i nostri portatori personali. Pensione completa e pernottamento in campo tendato. 15° giorno - Chuksang - Muktinath (circa 4 ore di cavallo e 1 ora di cammino) Lasciamo Chuksang con i nostri cavallini, attraversando bellissime vallate e villaggi himalayani, come quello di Tetang (2.940 m.), un villaggio straordinariamente arroccato e aggettante nel vuoto che dal basso appare inaccessibile e fortificato, percorso da una ragnatela di viottoli stretti e bui: è decisamente diverso dagli altri villaggi del Mustang. L’abitato si sviluppa su due alture separate dal fiume. Lo Jamh Putha Gonpa, edificato circa seicento anni fa, è stato distrutto da un incendio e ricostruito circa duecento anni fa. Il gonpa è abitato solamente durante i tre mesi estivi, per il resto dell’anno diventa sala di ritrovo. Sulle montagne alle spalle di Tetang vivono i leopardi delle nevi che in inverno spinti dalla fame, scendono e si aggirano vicinissimi alle case. Proseguiamo la nostra passeggiata a cavallo che ci porta in cima al Gyu La (4.077 m.), il punto più alto del nostro viaggio. Lasciamo la Terra di Lo, mentre davanti a noi si estende il territorio di Muktinah (3.810 m.) che raggiungiamo lungo un agevole sentiero. Il panorama è cambiato e ora alle brulle pietraie delle vallate del nord del Mustang si contrappone il verde della conca di Muktinah. Il significato delle due parole sanscrite da cui è formato il nome Muktinah è il Luogo del Signore della Liberazione, mentre nella lingua tibetana è detto Luogo delle Cento Sorgenti. Muktinath (3.810 m.), ritenuto luogo sacro già prima dell’avvento del Buddismo, è un importantissimo centro religioso e meta di pellegrinaggio per indù e buddisti e base di partenza per alcuni circuiti dell’Annapurna. A Muktinah, si trovano un gonpa, il tempio di Vishnu e più in basso, in un vecchio tempio è custodita una fiamma sacra sprigionata da un gas naturale. A Muktinah termina l’area speciale ristretta dell’Upper Mustang che necessita dello speciale trekking permit, ma dobbiamo comunque presentarci presso il posto di polizia per la registrazione dei documenti.Pensione completa e pernottamento in hotel. 16° giorno - Muktinah - Jomsom (circa 5 ore di cammino) In circa trenta minuti il sentiero scende al pittoresco villaggio di Jarkoth, arroccato su di uno sperone della montagna e circondato da un susseguirsi di campi coltivati. La discesa continua in un ambiente aperto e quando arriviamo a picco sulla Kali Gandaki, il villaggio fortezza di Kagbeni si staglia in lontananza. Attraverso un ripido sentiero scendiamo ad Eklabatti. Siamo ormai quasi in piano e poco dopo raggiungiamo il letto del fiume Kali Gandaki che percorriamo. Finalmente in lontananza scorgiamo Jomsom che raggiungiamo dopo circa un’ora e mezzo. Ci aspetta il meritato riposo. Pensione completa e pernottamento all’hotel Om’s Home. 17° giorno - Jomsom - Pokhara - Kathmandu 10 Dopo colazione, volo per Pokhara e proseguimento per Kathamandu. Nel pomeriggio visita di Bhaktapur, località situata ad una quindicina di chilometri dalla capitale e molto ben conservata che rispecchia un Nepal che forse a Kathmandu è più difficile percepire. L’altro suo nome è Bhatghaon, che vuol dire “città dei devoti” ed è l’antica capitale di uno dei regni della vallata. Essa ha un fascino particolare e pur avendo meno templi delle altre città, vanta il primato di averne uno fra i più belli del Nepal, il Nyatapola Devala. Esso è anche il più alto del Nepal e uno dei simboli del paese. E’ una grande pagoda di cinque piani che il re Bupathindra Malla ha dedicato alla misteriosa dea tantrica Siddhi Laksmi nel 1702. In questa città si respira veramente l’aria di un tempo, il rumore delle auto non c’è e la vita scorre come in passato, senza televisione, senza traffico, ma con gli argentieri che battono il metallo, le donne che attingono l’acqua alle fontane. Sembra che sia stata fondata nel IX secolo dal leggendario re Ananda Malla e fu capitale della valle dal XIV al XVI secolo. Dal nucleo originario di Dattatraya, la città si espanse poi verso Taumadi Tole, la piazza famosa per il grande tempio a pagoda. Si visiteranno Durbar Square, la pagoda di Pashupati. Ad angolo retto con il tempio di Nyatapola si trova il Tempio di Kasi Bishwanath che risale al XVIII secolo. Dalla terrazza del ristorantino posto nella costruzione in stile nepalese che si trova di fronte al tempio di Bhairav si può osservare l’andirivieni della piazza, sorseggiando un masala tea. Dalla piazza cidirigeremo verso i vecchi quartieri per scoprire questa parte della città e giungere fino a Tachupal Tole, un tempo il centro di Bhaktapur e al Golmadhi Tole. Le case che si affacciano sulle due piazze hanno balconate in legno, i negozi e gli artigiani vendono e producono di tutto. Proseguiamo per Potter’s Square, un luogo da non perdere: migliaia di vasi modellati a mano vengono messi ogni sulla piazza ad essiccare. La nostra visita continua con la città di Patan situata a soli 5 km. Dalla capitale. L’altro suo nome Latipur vuol dire “città della bellezza”. Situata sull’altra riva del fiume Bagmati, è prevalentemente buddista e sembra essere la più antica città buddista del mondo. La città è divisa in quattro sezioni grazie agli assi stradali nord-sud e est-ovest ed il centro è formato da Durbar Square e il Palazzo Reale. Questo grandioso complesso, esempio cittadino d’architettura newar, comprende palazzi, pagode buddiste, santuari induisti, colonne elefanti di pietra e la ”Grande Campana”, immancabile in tutte le piazze reali. Pensione completa e pernottamento all’hotel Kantipur Temple House o similare. 18° giorno - Kathmandu e dintorni Il mattino molto presto volo panoramico facoltativo per ammirare le cime più alte del mondo. Tutta la giornata è dedicata alla visita di alcuni dei siti culturali più importanti della città: Pashupatinah, detto anche la “piccola Benares”, dove ha sede il più importante tempio induista del Nepal dedicato a Pashupati, una delle incarnazioni di Shiva nella sua forma positiva, in qualità di pastore d’animali, di uomini e segno di fertilità, il cui simbolo è il lingam, il suo organo sessuale che rappresenta appunto l’energia e la fertilità. Pashupatinah viene considerato il cuore di Kathmandu, l’anello che unisce e trasforma le forme di vita. Qui si muore, ma s’incomincia anche il cammino verso una nuova vita. La sua costruzione è iniziata nel 427 dell’era cristiana; il tempio domina il fiume sacro Bagmati (nato dalla bocca di Shiva), al quale si accede percorrendo una lunga scalinata. La Bagmati divide che è riservata agli induisti, dall’altra, cosparsa di piccole cappelle dove si trovano i lingam 11 di pietra; da questo lato i non induisti vanno per assistere ai riti giornalieri della cremazione dei corpi. I sadhu, gli asceti, i saggi erranti induisti, vivono nei piccoli templi. La nostra giornata continua con la visita dell’enorme stupa di Bouddhanath, circondato da monasteri e dal bazar tibetano e dove vive la più grande comunità tibetana del Nepal. Le sue origini sono ancora sconosciute, anche se pare che sia stato costruito nel VI secolo mentre regnava il sovrano tibetano Songsten Gompa, che si era convertito al buddismo sposando due mogli: la principessa nepalese Bhrikuti (Tara verde) e la principessa cinese Wen Cheng Konjo (Tara bianca). Lo stupa è alto circa 40 metri ed il grande emisfero bianco poggia su tre terrazze concentriche a pianta ottagonale; una scalinata permette di raggiungere gli occhi di Buddha dipinti sulle quattro facciate di un cubo ricoperto di lamine dorate. Si dice che all’interno si trovino le ossa di Kasyapa Buddha uno dei Buddha precedenti Gautama, il Buddha storico. La visita dei dintorni di Kathmandu prosegue con lo stupa di Swoyambhunath, posto in cima ad una verde collina a ovest della capitale ed il luogo dove sorge questo tempio è di fondamentale importanza per gli abitanti del Nepal. La leggenda racconta che tantissimi anni fa, quando la valle di Kathmandu era un lago, qui c’era un bellissimo fiore di loto che emanava un azzurro raggio di luce. Quel fiore rappresentava un dio, una manifestazione di Swoyambthu, l’ Adi Buddha, cioè il Buddha primordiale, l’originario. Manjusri, che desiderava odorare il fiore, per avvicinarsi tagliò con la sua spada le acque del lago facendo così nascere la Valle di Kathmandu. Manjusri fece quindi costruire il tempio di Swoyambunath proprio dove il fiore di loto splendeva, fondò la città di Kathmandu e poi ritornò in Cina. La nostra giornata termina con la visita del tempio buddista di Adinath, eretto nel XV secolo e dedicato all’Adhi Buddha, il primo Buddha. La caratteristica di questo tempio è data dal fatto che alle assi che pendono dai tetti del tempio è appesa una serie di utensili, quali pentole, vasi e contenitori di metallo per l’acqua. Pare che questi doni siano le offerte dei novelli sposi al fine di vivere felicemente il loro matrimonio. Rientro in hotel. Pensione completa (cena d’arrivederci in un tipico locale Nepalese) e pernottamento all’hotel Kantipur Temple House o similare. 19° giorno - Kathmandu - Doha- Milano Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto e partenza del volo per Milano via Doha. Pasti e pernottamento a bordo. 12 Bene a sapersi: · Ci preme segnalare che per questo viaggio è possibile richiedere la camera singola senza alcun supplemento. · Lo speciale trekking permit per il Mustang, rilasciato a un minimo di due persone, si ottiene solo tramite agenzia locale e per ottenerlo sono necessarie 8 fotografie a colori, 8 copie a colori delle prime pagine del passaporto e i dati personali. Il costo giornaliero è di 50 usd per persona per un minimo di 10 giorni. Il gruppo oltre alla guida e al personale necessario, sarà accompagnato, per tutta la durata del viaggio, dal Liason Officer, un funzionario governativo garante dell’impatto turistico con l’ambiente e la popolazione locale. Svolge quindi una funzione di controllo e vigilanza estesa a tutti i componenti la carovana, stranieri e locali, affinché siano rispettate tutte le norme atte a salvaguardare i delicati equilibri socio-ambientali del luogo. Il costo dell’Ufficiale di Collegamento è a carico del gruppo. All’atto del rilascio del permesso speciale i partecipanti devono sottoscrivere una lettera di garanzia nella quale si impegnano a: - mantenere pulito il percorso del trekking e l’ambiente circostante. - a rivolgersi all’organizzazione per qualsiasi problema dovesse sorgere durante il trekking. - a non donare denaro o altri beni alla popolazione locale. - a non compiere alcuna azione dannosa nei confronti di beni culturali, religiosi e ambientali. - a percorrere solo l’itinerario prescritto. - a contattare il governo nepalese, qualora si verificasse l’esigenza. Solo tramite l’Ufficiale di Collegamento. - a registrare i nomi e i documenti ai posti di controllo e negli altri uffici prescritti dal governo del Nepal. - a non dividersi in sottogruppi e percorrere itinerari differenziati. - a non svolgere alcuna attività proibita nel regno del Nepal. - a seguire ogni regola e legge. - ad acconsentire alla presenza dell’Ufficiale dell’Ambiente per tutta la durata del trekking · Effettuando un trekking in altitudini che superano i 3.000 m., bisogna tenere presente che ci potrebbero essere dei problemi fisici dovuti al mal di montagna (nausea, mal di testa, diarrea). Il periodo di acclimatamento e il bere molto durante la giornata dovrebbero evitare questo problema ed esistono anche alcuni farmaci che aiutano a risolvere questi problemi. In Mustang, ogni giorno e in qualsiasi stagione, a partire dalla tarda mattinata si alza sempre il vento, per cui si preferisce partire la mattina presto per arrivare alla destinazione prevista nella giornata il prima possibile. Voli intercontinentali Qatar Airways. Durante il trekking ci avvarremo di staff locale per trasportare il nostro bagaglio e di animali da soma per trasportare vettovaglie e materiale da campo. Lo staff locale che ci supporterà durante il nostro tour proviene dalla zona di Kathmandu e lo troveremo a Jomsom eccetto la guida locale che partirà con noi da Kathmandu. · · · 13 · · · · · · · · · · · · L'itinerario sarà realizzato per la maggior parte a piedi su sentieri non difficili e che non richiedono particolari capacità fisiche. Quattordici giorni di marcia con tappe giornaliere dalle 4 alle sei ore ad eccezione di tre tappe più lunghe alla fine del percorso. Prenderemo dei voli interni per raggiungere inizialmente le località di Pokhara e Jomson da dove avrà inizio il nostro trekking. Vi ricordiamo in ogni modo che si tratta di un vero e proprio viaggio dove si raggiungono anche aree selvagge e poco abitate, perciò eventuali disguidi, ritardi e mancanza di comfort devono essere valutati in quest’ottica. Anche se per fare questo trekking non sono richieste doti fisiche particolari, ognuno conosce i propri limiti e una visita dal proprio dottore può aiutare a comprendere se il viaggio può essere effettuato senza problemi. La maggior parte delle zone di trekking non sono fornite di reti sanitarie funzionanti. Si consiglia di essere sempre indipendenti per quanto riguarda le medicine. Tutti i medicinali che si usano regolarmente è bene portarli in quantità sufficiente per il periodo di viaggio. Per tutta la durata del tour, Kel 12 garantisce una valida guida locale parlante inglese e un accompagnatore italiano al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. I pernottamenti durante il trekking sono previsti in campo tendato mobile (tenda igloo): il classico campo itinerante normalmente utilizzato in Sahara, in Africa Occ. e Namibia quando ogni giorno si cambia “casa”; il bagno è “l’aria aperta” o i semplici bagni delle abitazioni vicino alle quali monteremo il nostro campo e normalmente per lavarsi viene dato un catino d’acqua oppure se vicino a dei corsi d’acqua si potranno fare delle abluzioni; le tende igloo sono m. 2,00/2,20 x 2,00/2,20 e veloci da montare; è gradita la partecipazione del cliente nel montaggio e smontaggio delle stesse I pernottamenti previsti in hotel sono in camera a due letti con servizi privati. La conferma definitiva delle strutture utilizzate sarà comunicata con il foglio notizie alcuni giorni prima della partenza. Durante il trekking il mattino con la sveglia verrà fornito un catino con dell’acqua calda per lavarsi. Ovviamente, non ci si possono aspettare condizioni simili a quelle di casa. Durante il trekking un cuoco provvederà alla preparazione dei nostri pasti che saranno semplici ma gustosi e il più variati possibili. L’acqua da bere durante tutto il trekking verrà fornita dall’organizzazione dopo essere stata opportunamente purificata. Effettuando un trekking, bisogna dare un’attenzione particolare al bagaglio da trasportare e cercare di portare solamente le cose strettamente necessarie. In caso di viaggio effettuato in compagnia di persone che si conoscono, si possono dividere i medicinali e altro tipo di equipaggiamento alfine di ridurlo. Nonostante siano tolleranti, i locali non vedono volentieri gli occidentali che si esibiscono con vestiti che lasciano scoperti le gambe, la spalla, il decoltè o che sono trasparenti. Scambiarsi intimità, baciarsi in pubblico, tenersi per mano fra sessi diversi, etc…sono un’offesa morale e maggiormente nei villaggi che nei centri urbani. Generalmente i locali non hanno difficoltà a farsi fotografare, ma è sempre buona norma chiedere il permesso prima di fare una foto. In un paese dove non esiste l’ora esatta, niente viene programmato con i tempi a cui siamo abituati nel nostro paese. 14 · · · Non buttate niente in un fuoco se non vi è stato dato il permesso! Fare delle donazioni nei monasteri è una pratica abituale e la somma dipende dalla valutazione del singolo individuo, ma il vostro accompagnatore vi potrà comunque dare un suggerimento. Il bagaglio deve tassativamente essere costituito da sacche morbide di max 1520 kg in totale. Importante portarsi qualche capo per proteggersi dal “vento” e, il sacco a pelo. 15 Quota Individuale di partecipazione da Milano : Minimo 2 partecipanti Con guida locale parlante inglese. Con Esperto Kel 12 a partire da 9 partecipanti. € 3,300.00 Massimo 16 partecipanti Supplementi per persona: Supplemento singola € 300.00 Tasse aeroportuali e fuel surcharge € 400.00 Supplementi da pagare in loco: Dollaro Permessi di entrata in area riservata Dollaro Visto 550.00 30.00 Quota di gestione pratica: € 80.00 Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi come determinato dalla tabella premi seguente: Costo individuale del viaggio fino a € 1.000,00 € 2.000,00 € 3.000,00 € 4.000,00 € 5.000,00 Oltre € 5.000,00 sull’eccedenza Premio individuale € 31,00 € 63,00 € 94,00 € 125,00 € 156,00 3% Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di annullamento. Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio. PENALI DI ANNULLAMENTO · · 10% della quota di partecipazione sino a 45 giorni di calendario prima della partenza; 20% della quota di partecipazione da 44 a 31 giorni di calendario prima della partenza; 16 · · · · 30% della quota di partecipazione da 30 a 18 giorni di calendario prima partenza; 50% della quota di partecipazione da 17 a 10 giorni di calendario prima partenza; 75% della quota di partecipazione da 9 giorni di calendario prima partenza fino a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima partenza; 100% della quota di partecipazione dopo tali termini. della della della della Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà durante lo svolgimento del viaggio stesso. Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. La copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto. Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della partenza. Questi prezzi sono ancorati al rapporto di cambio (1 euro = 1,25 USD) e possono essere soggetti ad adeguamento valutario (valgono le condizioni di vendita da catalogo). La percentuale della quota pagate in valuta estera è del 55% del prezzo del viaggio. La quota comprende: - Voli intercontinentali Italia/Kathmandu/Italia (Qatar); voli domestici Kathmandu/Pokhara/Kathamandu e Pokhara/Jomsom/Pokhara in classe economica - Sistemazione nelle strutture ricettive sopra citate o equivalenti (camera/tenda standard) - Il permesso dell’Annapurna Conservation Area e i costi dell’ufficiale di collegamento - Tutte le entrate ai monumenti come da programma - Pasti come da programma - Mezzi di trasporto come programma: - Guida locale parlanti inglese, cuoco, staff, animali per trasporto materiale da campo e come mezzo di trasporto, per alcuni tratti del viaggio - Accompagnatore Kel 12 al raggiungimento del minimo previsto La - quota non comprende: Tasse aeroportuali Le bevande, le mance ed il facchinaggio I permessi per l’Upper Mustang (50 usd al giorno per un totale di 550 usd) Il volo panoramico a Kathmandu (200 $) L’asciugamano e il sacco a pelo I pasti quando non segnati come compresi 17 - Visto d’ingresso al paese(30 $) Le eventuali escursioni facoltative Le tasse d’imbarco da saldare in loco (se previste dal paese) Le tasse aeroportuali, il fuel surcharge, … Quanto non specificato nel programma Partenza Rientro Stagionalità 22/09/2012 (sabato) 10/10/2012 (mercoledì) 18 Note Informazioni pratiche: Nepal FORMALITA’ Per i turisti italiani in viaggio in Nepal è necessario il passaporto individuale non scaduto e in regola per l’espatrio, con validità di almeno 6 mesi dalla data d’ingresso nel Paese e almeno 2 pagine libere. Il Visto d’ingresso è obbligatorio e non è possibile ottenerlo in Italia. Si ottiene direttamente all’ingresso nel Paese presso la frontiera terrestre e all’aeroporto di Kathmandu presentando il passaporto e una foto tessera a colori. Il Visto consente l’ingresso multiplo nel Paese e costa USD 25 per soggiorno fino a 15 giorni, USD 40 per soggiorno fino a 30 giorni. DISPOSIZIONI SANITARIE Nessuna vaccinazione è attualmente richiesta. Consigliamo comunque di consultare il proprio medico o l'ufficio d'igiene per avere tutte le informazioni sanitarie preventive aggiornate alla data di partenza. Le strutture sanitarie locali non sono equiparabili agli standard italiani. Si consiglia inoltre di: - evitare di mangiare verdure crude e frutta non sbucciata - non bere acqua corrente e non aggiungere ghiaccio nelle bevande. La situazione sanitaria, sia per l’assistenza sia per le condizioni igieniche, è molto precaria in tutto il Paese, inclusa la capitale Kathmandu. In particolare a coloro che intendano effettuare trekking o escursioni in alta montagna, si segnala la completa assenza in Nepal di strutture di salvataggio e recupero dispersi di una qualsiasi affidabilità. Le istituzioni locali non sono in grado di fornire assistenza in montagna nemmeno in caso di catastrofi naturali. Oltre ai medicinali di uso personale, si consiglia di mettere in valigia: aspirina con vitamina C, disinfettanti intestinali (Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten), antinfluenzali, fazzoletti umidificati, fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili), collirio, cerotti, farmaci contro disturbi provocati dalle alte quote (per i viaggi che prevedono trekking), e nei mesi estivi, prodotti repellenti contro le zanzare. CLIMA Il paese presenta un clima tropicale caldo nelle regioni meridionali (piana del Terai); sub-tropicale moderato nelle regioni collinari centrali (Kathmandu, Pokhara); alpino nelle zone a settentrione più elevate; sub-artico, da tundra, nelle zone di alta montagna. Le temperature variano da quelle molto calde delle pianure a quelle estremamente rigide delle montagne. Le precipitazioni monsoniche (piogge intensissime con cadenza giornaliera da giugno a settembre) costituiscono l'elemento climatico dominante. Il periodo migliore è per molti versi l'inizio della stagione secca, cioè ottobre e novembre: il clima è mite, l'aria è tersa, la visibilità perfetta e la natura rigogliosa, grazie all'effetto dei monsoni. Da febbraio ad aprile, quando finisce la stagione secca, la visibilità non è così buona, a causa della polvere, ma la temperatura è 19 ottima e fioriscono i fiori più belli. A dicembre e a gennaio la visibilità non è male, ma a volte fa troppo freddo. Il resto dell'anno non è molto indicato: tra maggio e giugno il caldo e la polvere si fanno insopportabili, da metà giugno a settembre i monsoni oscurano le montagne con nuvoloni neri e trasformano i sentieri in piste di fango. Temperature in C° max/min: gen feb mar apr mag Nepalga 24/ 26/1 33/1 38/2 40/2 nj 9 2 6 2 6 Katman 19/ 30/1 30/1 du 11/5 26/8 3 3 6 (m 1340) giu lug ago set ott nov dic 38/2 34/2 33/2 34/2 33/2 29/1 25/1 8 7 6 6 1 4 0 30/2 30/2 29/2 29/2 28/1 24/9 20/4 0 2 1 0 4 Giorni di pioggia (almeno 1 mm d'acqua): genfeb ma aprma giulugagosetottnov dic r g Nepalga 1 nj Katman du 1 (m 1340) 3 1 1 4 10 17 17 10 4 1 1 5 2 6 10 15 21 20 12 4 1 0 ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO Sicuramente informale e comodo. Occorrono capi caldi da ottobre a marzo. Da giugno a settembre capi leggeri, una giacca impermeabile è indispensabile per la stagione delle piogge (metà giugno - metà ottobre). Scarpe pratiche e confortevoli (tipo da ginnastica), scarponcini robusti (per chi fa trekking). Sono utili inoltre occhiali da sole, copricapo, burro cacao, creme protettive. FUSO ORARIO 4 ore e 45’ in più rispetto all’ora italiana. Quando in Italia vige l’ora legale sono 3 ore e 45’ in più. VALUTA Valuta locale: Rupia Nepalese (NPR). 1 Euro = circa 136 NPR / 1 Dollaro USA = 100 NPR ca. (valori a gennaio 2014). Importazione ed esportazione proibite. Valuta estera: Euro e Dollari USA sono le valute straniere di normale circolazione. 20 Si consiglia di munirsi di Dollari USA anche di piccolo taglio (si ricorda che i dollari emessi prima del 1990 non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle numerose falsificazioni). Non vengono accettate banconote con macchie, strappi, segni o altre imperfezioni. I dollari USA sono necessari per il pagamento dei visti in loco, per altre spese si possono utilizzare anche gli euro. I cambi delle valute estere possono essere fatti con le Banche, i negozi autorizzati al cambio, negli alberghi o allo sportello bancario dell'Aeroporto. Le ricevute di ogni operazione di cambio devono essere richieste e conservate. Tutti i visitatori, tranne i cittadini dell'India, devono saldare in valuta estera i conti dell'albergo. Se la somma portata con sé supera i 2000 Dollari USA deve essere dichiarata al porto d'ingresso. I visitatori Non-Indiani non sono autorizzati a importare o esportare la Valuta Indiana. Per i viaggiatori provenienti dall’India che posseggano Rupie indiane, si fa presente che sono accettate, e consentite, le banconote in Rupie indiane di taglio non superiore alle 100 Rupie. Non e’ ammessa l’importazione di banconote da 500 e da 1.000 Rupie indiane. Carte di credito: le principali sono accettate nei maggiori alberghi e nelle più importanti strutture turistiche. LINGUA Il "Nepali", la lingua nazionale del Nepal parlata dal 90% della popolazione; una dozzina di lingue locali e trenta dialetti principali tibetani. Poco diffuso l’inglese fuori dai centri urbani. RELIGIONE Induista 90%, Buddhista 7%, Musulmana 3%. PREFISSI TELEFONICI Dall'Italia al Nepal: comporre il prefisso internazionale 00977 più il prefisso urbano con lo 0 seguito dal numero dell'abbonato. Dal Nepal all’Italia: comporre lo 0039 più il prefisso interurbano con lo zero e il numero dell’abbonato. Negli alberghi è possibile telefonare direttamente o tramite operatore. Negli Hotel a 5 stelle la comunicazione via operatore ha un costo di servizio del 20%. È più conveniente fare le telefonate dai negozi STD-ISD presenti ovunque. Telefoni cellulari: è’ attivo ma non sempre affidabile, il servizio di roaming internazionale per le utenze TIM, Vodafone e Wind nelle principali città. CINE/FOTO E’ opportuno fornirsi alla partenza di tutto il materiale occorrente e abitualmente utilizzato. In loco il materiale fotografico è caro e di scarsa qualità. 21 VOLTAGGIO 220 volts AC 50 Hz. Consigliato un adattatore e una torcia a batterie in caso d’improvvisi black-out. CUCINA Se si considera che il Nepal giace fra due mostri sacri della gastronomia mondiale, l'India e la Cina, la cucina nepalese è incredibilmente insignificante. Il piatto principale, dhal bhat tarkari, una sorta di zuppa di lenticchie con riso e verdure al curry, comprende in sé gli ingredienti base della cucina tradizionale. In Nepal, tuttavia, ha preso piede il gusto occidentale, come si nota soprattutto nei menu miscellanei dei ristoranti di Kathmandu: tacos messicani, sukiyaki giapponesi, cioccolato thailandese, dolci cinesi, minestrone all'italiana e soupe d'oignon, borsch, quiche e soyaburger; tra i dessert non stupiranno le crostate di mele, le torte al limone o alle mandorle e altri dolciumi che si trovano in tutto il mondo. Tra le bevande, potete provare il lassi (un rinfrescante miscuglio di cagliata e acqua) o il chang, la birra locale prodotta artigianalmente sull'Himalaya dalla fermentazione dell'orzo. ACQUISTI La regola fondamentale quando si compra qualcosa è contrattare. Tra le principali attrazioni per gli amanti dello shopping ci sono oggetti molto raffinati in ottone dorato ricoperti di piccole pietre di ceramica colorata (animali, scatole), statue di bronzo, tappeti tibetani con disegni simbolici, monili d'argento, pietre, quadri tibetani (tanka), borse, maglie colorate, maschere, burattini. PERNOTTAMENTI Solo Kathmandu e Pokhara offrono alberghi di prima categoria e super lusso. Nelle altre località non esistono alberghi a 4 e 5 stelle, pertanto chi effettua un tour nell’interno del Paese deve essere preparato a dormire in semplici strutture. IMPORTANTE NEPAL: · Il possesso e l'uso di stupefacenti, anche se tollerato dagli usi locali, sono illegali. L'ordinamento nepalese prevede pene anche severe nei confronti degli stranieri accusati di abuso sessuale ai danni delle donne nepalesi. · Le mance non sono obbligatorie ma molto gradite, molto spesso sollecitate. Indicativamente calcolare mezzo dollaro per il portabagagli dell’hotel, 5-6 dollari a persona al giorno per la guida e 3 per l’autista. Agli accompagnatori dei trekking prevedere 100 rupie nepalesi per persona al giorno. 22 Informazioni generali: NORME E SUGGERIMENTI RELATIVI AL VOLO Biglietto aereo Desideriamo portare alla vostra attenzione, che dal 1 giugno 2008, in conformità con le disposizioni IATA (International Air Transport Association: associazione internazionale che rappresenta 240 compagnie aeree e il 94% del traffico aereo internazionale di linea), non si potranno più emettere biglietti aerei cartacei. Questi documenti di viaggio sono stati sostituiti dai biglietti elettronici, gli e-tkt, che garantiscono il metodo più efficiente di emissione e gestione del trasporto aereo, migliorando inoltre il servizio per i viaggiatori. Cos’è un biglietto elettronico? Un biglietto elettronico (e-ticket o ET) contiene in formato elettronico tutte le informazioni che prima venivano stampate sul biglietto cartaceo. L’unico foglio di cui si ha bisogno è “l’itinerary receipt” (in formato A4) che vi verrà consegnato assieme ai documenti di viaggio e che rappresenta la ricevuta del passeggero e la conferma dell’avvenuta emissione del biglietto aereo. Riporta tutti gli estremi dettagliati dei voli prenotati per vostro conto, il codice di conferma del vettore aereo, il numero di biglietto elettronico emesso e i vostri nominativi come da passaporto. Questo documento dovrà essere custodito con cura e presentato direttamente al banco di accettazione del volo. E’ importantissimo che al momento della prenotazione comunichiate il vostro nome esatto come da passaporto (anche secondo nome o cognome se li avete). Articoli consentiti in cabina (bagaglio a mano): · un bagaglio a mano la cui somma delle dimensioni (lunghezza + altezza + profondità) non superi complessivamente i 115 cm (come previsto dal DM 001/36 del 28 gennaio 1987) · una borsetta o borsa porta-documenti o personal computer portatile · un apparecchio fotografico, videocamera o lettore di CD · un soprabito o impermeabile · un ombrello o bastone da passeggio · un paio di stampelle o altro mezzo per deambulare · articoli da lettura per il viaggio · culla portatile/passeggino e latte/cibo per bambini, necessario per il viaggio · articoli acquistati presso i “duty free” ed esercizi commerciali all’interno dell’aeroporto e sugli aeromobili · medicinali liquidi/solidi indispensabili per scopi medico-terapeutici e dietetici strettamente personali e necessari per la durata del viaggio. Per quanto riguarda i predetti medicinali liquidi è necessaria apposita prescrizione medica · liquidi, contenuti in recipienti individuali di capacità non superiore a 100 millilitri o equivalente (es. 100 grammi), da trasportare in una busta/sacchetto/borsa di plastica trasparente, richiudibile, completamente chiusa, di capacità non eccedente 1 litro (ovvero di dimensioni pari, ad esempio, a circa cm 18 x 20) separatamente dall’altro bagaglio a mano. Nota: i liquidi in questione comprendono acqua e altre bevande, minestre, sciroppi, creme, lozioni e oli, profumi, spray, gel, inclusi quelli per i capelli e per la doccia, contenuto di recipienti sotto pressione, incluse schiume da barba, deodoranti, 23 sostanze in pasta, incluso dentifricio, miscele di liquidi e solidi, mascara, ogni altro prodotto di analoga consistenza. Per busta di plastica/sacchetto trasparente richiudibile deve intendersi un contenitore che consente di vedere facilmente il contenuto, senza che sia necessario aprirlo e che sia dotato di un sistema integralmente sigillante, come zip oppure chiusure a pressione o comunque una chiusura che dopo essere stata aperta possa essere richiusa. É raccomandabile includere nel bagaglio a mano l'occorrente per la notte e un golf, utili in caso di ritardata consegna del bagaglio all'arrivo. Attenzione invece a non includere coltellino multiuso, forbicine, tagliaunghie, ecc. Bagaglio da spedire a seguito del passeggero Si consiglia l’uso di lucchetto e di mettere un’etichetta con proprio nome e recapito anche all’interno del bagaglio. Preghiamo leggere le informazioni date in ogni itinerario poiché le disposizioni spesso sono diverse e limitano ulteriormente il peso per motivi di sicurezza; se si superano i limiti imposti, questo può comportare un costo elevato. Articoli vietati nel bagaglio · E’ vietato il trasporto nella stiva dei seguenti articoli: · esplosivi, fra cui detonatori, micce, granate, mine ed esplosivi · gas compressi (infiammabili, non infiammabili, refrigeranti, irritanti e velenosi) come i gas da campeggio, bombolette spray per difesa personale, pistole lanciarazzi e pistole per starter · sostanze infiammabili (liquide e solide) compreso alcool superiore a 70 gradi; sostanze infettive e velenose · sostanze corrosive, radioattive, ossidanti o magnetizzanti · congegni di allarme · torcia subacquea con batterie inserite Modalità di reclamo: In caso di MANCATA RICONSEGNA/DANNEGGIAMENTO del bagaglio registrato (il bagaglio consegnato al momento dell’accettazione e per il quale viene emesso il “Talloncino di Identificazione Bagaglio”) all’arrivo a destinazione si deve APRIRE UN RAPPORTO DI SMARRIMENTO O DI DANNEGGIAMENTO BAGAGLIO facendo contestare l’evento, prima di lasciare l’area riconsegna bagagli, presso gli Uffici Lost and Found dell’aeroporto di arrivo, compilando gli appositi moduli, comunemente denominati P.I.R – Property Irregularity Report. SMARRIMENTO DEL BAGAGLIO – Se entro 21 giorni dall’apertura del “Rapporto di smarrimento bagaglio” non fossero state ricevute notizie sul ritrovamento, inviare tutta la documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di risarcimento. RITROVAMENTO DEL BAGAGLIO SMARRITO – In caso di ritrovamento del bagaglio, entro 21 giorni dalla data di effettiva avvenuta riconsegna, inviare tutta la documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di risarcimento delle spese sostenute. 24 Documentazione necessaria per entrambi i casi: · il codice di prenotazione del volo in caso di acquisto via internet oppure l’originale della ricevuta in caso di biglietto cartaceo; · l’originale del P.I.R rilasciato in aeroporto; · l’originale del talloncino di identificazione del bagaglio e la prova dell’eventuale avvenuto pagamento dell’eccedenza del bagaglio; · un elenco del contenuto del bagaglio nel caso di bagaglio smarrito; · un elenco dell’eventuale contenuto mancante nel caso di bagaglio ritrovato; · gli originali degli scontrini e/o ricevute fiscali nei quali sia riportata la tipologia della merce acquistata (in relazione alla durata dell’attesa) in sostituzione dei propri effetti personali contenuti nel bagaglio; · indicazione delle coordinate bancarie complete: nome e indirizzo della Banca, codici IBAN, ABI, CAB, numero di C/C, codice SWIFT nel caso di conto estero e nome del titolare del conto corrente; se i suddetti dati non si riferiscono all’intestatario della pratica, specificare anche l’indirizzo di residenza, numero di telefono, numero di fax (se disponibile), l’indirizzo e-mail (se disponibile). Importante – “Partenze da altre città” La normativa aerea è estremamente complessa e articolata. Riteniamo quindi doveroso darvi alcune indicazioni, confermandovi che, comunque, tutto lo staff addetto alle prenotazioni resta a disposizione per informazioni, consigli, chiarimenti. Le partenze da “altre città” diverse da quelle pubblicate in catalogo, sono quasi sempre possibili ma, soprattutto se non sono operate dallo stesso vettore della tratta internazionale, seguono disposizioni particolari che è giusto conoscere, anche perché eventuali ritardi/cancellazioni o altro non comportano responsabilità né dei vettori né della Kel12. Eseguiremo tutte le pratiche necessarie per farvi partire nel modo più comodo e dalla città che preferite, ma con le opportune avvertenze e informandovi che, se non esiste un accordo tra la compagnia che opera il volo internazionale e quelle che effettuano la prima tratta, devono essere emessi due biglietti differenti e questo comporta a volte la necessità di un doppio imbarco dei bagagli. Informandovi inoltre che la perdita del volo internazionale non comporta riprotezione, rimborsi o assunzione delle eventuali spese di hotel da parte della compagnia aerea e di Kel 12. In base al Contratto di Trasporto, i vettori faranno il possibile per trasportare i passeggeri e i bagagli con ragionevole speditezza. I vettori possono sostituire senza preavviso altri vettori e l’aeromobile, e possono modificare e omettere, in caso di necessità, le località di fermata indicate sul biglietto. Gli orari possono essere variati e non costituiscono elemento essenziale del contratto. I vettori non assumono responsabilità per le coincidenze. INFORMAZIONI RELATIVE AL VIAGGIO Documenti per l’espatrio Ricordiamo che, considerata la variabilità della normativa in materia, le informazioni relative ai documenti di espatrio sono da considerarsi indicative e riguardano esclusivamente cittadini italiani e maggiorenni. Ogni partecipante è tenuto a controllare personalmente la validità del proprio passaporto (che 25 normalmente non deve scadere entro sei mesi dalla data di partenza), la presenza di diverse pagine libere (il numero varia a seconda dell’itinerario scelto e dunque visti necessari) e la validità della marca da bollo per l'uscita dall'Italia. Si consiglia di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del passaporto e di eventuali vaccinazioni internazionali, e di tenerle separate dai documenti originali. L'impossibilità per il cliente di iniziare e/o proseguire il viaggio a causa della mancanza e/o dell’irregolarità dei prescritti documenti personali (passaporto, carta d'identità, vaccinazioni, etc.) non comporta responsabilità dell'organizzatore. Norme valutarie in Italia Ai sensi del Reg. CE 1889/2005 del 26.10.2005 (aggiornamento del 15.06.2007) ogni persona fisica in entrata o in uscita dall’Unione Europea ha l’obbligo di dichiarazione in DOGANA delle somme di denaro contante e strumenti negoziabili al portatore trasportati d’importo pari o superiore a 10.000 euro. Assicurazioni Per quanto riguarda le disposizioni assicurative vi invitiamo a leggere con attenzione la relativa polizza. In caso di sinistro, malattia o infortunio durante il viaggio, Vi preghiamo di provvedere immediatamente a informare l’assicurazione comunicando il numero indicato nella polizza ricevuta con i documenti di viaggio. Imprevisti Gli itinerari pubblicati sono stati elaborati in modo da essere realizzati con puntualità e precisione. Particolari situazioni possono tuttavia determinare variazioni nello svolgimento dei servizi previsti: voli, orari, itinerari aerei e alberghi possono essere modificati a discrezione dei vari fornitori e sostituiti con servizi di pari livello. Il verificarsi di cause di forza maggiore quali scioperi, avverse condizioni atmosferiche, calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di terrorismo e banditismo e altri fatti simili non sono imputabili all'organizzazione. Eventuali spese supplementari sostenute dal partecipante non potranno pertanto essere rimborsate, e non lo saranno le prestazioni che per tali cause dovessero venir meno e non fossero recuperabili. Inoltre l'organizzazione non è responsabile del mancato utilizzo di servizi dovuto a ritardi o cancellazioni dei vettori aerei. Disservizi Come indicato nelle Condizioni di Partecipazione, eventuali contestazioni in merito a difformità di prestazioni rispetto a quanto contrattualmente previsto, rilevate in corso di viaggio, dovranno essere riferite quando e se possibile al nostro rappresentante sul luogo. E’ comunque necessaria la notifica scritta a Kel 12 entro 10 giorni dalla data di rientro in Italia. Le eventuali richieste di rimborso relative a servizi non usufruiti saranno documentate da una dichiarazione che richiederete al rappresentate locale, e che attesterà il mancato godimento dei servizi stessi. Convenzione CITES 26 Il 1° giugno 1997 è entrato in vigore il Regolamento Comunitario che dà attuazione alla Convenzione CITES di Washington a proposito d’importazione di animali e parti di animali protetti perché a rischio di estinzione. Sono previste multe fino a 130.000 euro per chi porta in Italia souvenir realizzati con animali protetti, animali vivi, anche se acquistati legalmente nel paese di origine. Comunicazione obbligatoria ai sensi dell’articolo 17 della Legge n. 38/2006: “La legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati concernenti la prostituzione e la pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all’estero”. Data ultimo aggiornamento: 13/02/2012 27