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la mongolfiera - FLP Affari Esteri

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la mongolfiera - FLP Affari Esteri
FLP Affari Esteri
Coordinamento Nazionale
000135 ROMA – P.le della Farnesina 1
sito internet:
www.farnesino.eu
www.farnesino.it
Email: [email protected]
tel. 06/3691.3021/5433
Segreteria Nazionale
LA MONGOLFIERA
Commentario 24
p.c. Corte dei Conti, Procura della Repubblica, Ragioneria Generale, ANAC
Sorvolando la “real tierra iberica” tra una tapas e l’altra sentiamo curiosi e
piccanti commenti sul centenario celebrato dalla Camera di commercio
italo-madrilena con la benedizione dell’Ambasciata. Nelle calienti discussioni
si odono discorsi strani su vari ristoranti italiani che hanno partecipato a
iniziative ufficiali.
Sentiamo parlare di un ristorante dal nome “Totò e Peppino”. Il nome non
deve trarre in inganno, questa non è una commedia e non ci sono
malefemmine. Quel ristorante era uno dei vertici del triangolo della droga,
(secondo l’Espresso agosto 2014, mai smentito) Scampia-Madrid-Bogotà.
Ancora quest’anno tale ristorante figura tra le eccellenze italiane esaltate da
un tale Aricò Giovanni, segretario della Camera di commercio locale e beniamino dell’ex
rappresentante italiano Terracciano Pasquale. Come mai? Ma le leggi non prevedono certificati vari
antiqualcosa per garantire la legalità? Ci sono invece macro-organismi strani a struttura
internazionale che partono dal nostro Belpaese in varie direzioni e hanno i loro luogotenenti.
Ci vuole un certo impegno per selezionare i più eccelsi esponenti della cultura gastronomica italiana
all’estero. Apprendiamo che il progetto promozionale, che ha esaltato il ristorante in questione, si
chiama “Ospitalità italiana” (ironia?) è stato finanziato da Unioncamere, anche in prospettiva Expo.
Per ottenere la certificazione, il ristorante “Totò e Peppino” è stato sottoposto “ad una serie di
controlli per verificare il rispetto dei requisiti stabiliti dai promotori del progetto”. Tra questi, “è da
sottolineare la presenza di elementi decorativi rappresentativi della cultura italiana, un 50% di piatti
e ricette tradizionali delle diverse regioni italiane nel menù; almeno il 30% di vini italiani DOP a
disposizione del cliente e l’uso di olio extravergine di oliva DOP prodotto in Italia”. Così recitano le
veline stampa ufficiali.
!Todo excelente! Ma la “dolorosa cuenta” finale è purtroppo diversa. Uno dei proprietari è
coinvolto in un giro da quintali di droga e un altro è sparito misteriosamente in Venezuela sempre
secondo l’Espresso del 6 agosto 2014. Ma tutti questi controlli non prevedevano anche controlli di
legalità o di opportunità politica? Del resto ai tavoli di “Totò e Peppino” era entusiasta cliente il
calciatore guappo F. Cannavaro, a sua volta comproprietario di pizzerie ben note alla Procura di
Napoli, condannato per violazione di sigilli e indagato per frode fiscale. Lo stesso Cannavaro fu
esaltato e premiato ufficialmente come esemplare celebrità italiana in Spagna quando proprio da
quella Napoli lì doveva partire il riscatto d’Italia secondo l’inquilino di allora di calle Lagasca.
Pesante eredità del passato.
Le autorità italiane in passato hanno protestato per una catena di ristoranti iberici che avevano
solo il nome “La Mafia”. Indignata fu la reazione delle nostre autorità che intervennero subito.
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Coordinamento Nazionale FLP Affari Esteri
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Questo “Totò e Peppino” invece, esaltato dai nostri rappresentanti ufficiali, le cose le faceva ma
non le diceva, tutti fatti naturalmente documentati dalla stampa. Ci piacerebbe sapere che cosa ha
fatto il pomposo ufficio dell’Ambasciata, cultura e stampa (competenze associate stile triste
passato), che “coordina tutta la politica culturale italiana realizzata dagli enti pubblici presenti in
Spagna”. Tale ufficio è in mano a un rappresentante che non si è affatto distinto in altri paesi
europei e sudamericani negli incarichi assegnati o auto-assegnati, visto il noiosissimo lavoro
consolare a cui tutti i divini vogliono sfuggire. Bella presentazione dell’Italia. Con che superficialità
e indifferenza. Attentissimi solo alla visibilità dei papaveri vari di turno. Dalla stampa agli affari
culturali coordinati dai divini, è tutto una girandola di fuochi d’artificio in nome dell’egocentrismo e
dell’arroganza di casta. E tutto va, purtroppo, a discapito dell’immagine del nostro sfortunato
paese. E con che costi!
Passando sulla Russia con una mongolfiera straordinaria di scorta a uno sputnik veniamo a sapere
che nella nostra rappresentanza non esiste l’art. 7. L’inverno è rigido e lungo. Non è facile
attendere il coniuge a casa. Fuori è tutto ghiacciato. Molto meglio starsene in Italia, pensano alcuni
consorti, tanto ci mettiamo d’accordo e il 20% lo prendiamo comunque! E’ quindi comprensibile
che quelli che ci stanno spesso invidiano quelli che non ci stanno. Come vanno le cose veramente?
Chi può saperlo: forse il capo della missione o probabilmente chi si occupa del personale?
Nel mondo nuovo, Il bostoniano di lungo corso parla coi cappotti per consolarsi dopo essersi
sfogato con l’usato e consunto mobilio. Vedremo.
Nonostante il paese sia in difficoltà e non si sa ancora se milioni di pensionati riceveranno il dovuto,
la casta si aggira come uno sciacallo intorno alle spoglie dell’Italia. Continua di nascosto ad
allungare le mani sul bottino pubblico. Come: chiede ancora la “Stessa divina” di fare un ulteriore
concorso (quello famoso con l’immancabile linguetta) di 35 nuovi diplomatici, con la solita scusa
falsa del servizio esterno europeo, quando è provato e ampiamente documentato il contrario.
Vari concorsi sono stati fatti digerire ai politici con quella motivazione, ma soltanto pochissimi,
quasi nessuno ci va, nonostante che il ministero straripi di dipendenti diplomatici inutili, ha il
coraggio di osare con questi blitz. Per ben due volte la leggina pro-casta è stata bocciata. E ora per
la terza volta il MEF l’ha stoppata. Bisogna invece aprire i concorsi per le aree funzionali, ormai al
lumicino e unica colonna portante di tutta l’attività del ministero all’estero e in Italia. La casta fa di
tutto per non perdere i “diritti acquisiti” dicono loro, in realtà privilegi e come tali non più
sostenibili. Ma quali diritti, con gli altri italiani quasi alla fame! Così comportandosi, questi signori
non possono essere considerati nemmeno italiani, ma cittadini della loro corporazione spocchiosa
separata, contro gli italiani stessi e contro il paese. Si vogliono sfilare da ogni riforma e
sbeffeggiano le intenzioni riformatrici del governo. La Madia infatti ha affermato pubblicamente
che gli automatismi cesseranno e che si deve imporre il dirigente unico. Seguiremo gli sviluppi alla
Farnesina, dove per i divini scattano mille euro al mese a botta promozione, fino alla pensione
ultra-dorata.
Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano il premier e il ministro della funzione pubblica di questi
divini che si autogovernano.
Alla prossima con nuove rivelazioni dal mondo!
Roma, 18 Maggio 2015
debito pubblico oggi: 2.235 miliardi di euro e pressione fiscale 50,3%
Senza la riduzione degli sprechi della PA e dei privilegi delle caste non ne usciamo!
UFFICIO STAMPA
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