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Alcune figure retoriche importanti in dettaglio

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Alcune figure retoriche importanti in dettaglio
Alcune figure retoriche importanti in dettaglio
Metàfora — figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con un altro, il cui
significato è in parte o per qualche aspetto somigliante al significato del primo. La sostituzione
provoca il trasferimento (µεταφέρω = traporto, trasferisco) di parte del significato del secondo
termine nel significato del primo e l'espressione acquista maggior efficacia e capacità evocativa. In
altre parole il termine figurato si sovrappone al termine letterale attribuendo all'espressione un
significato connotativo aggiuntivo. Esempio: "vomita parole" 'vomita' si sostituisce a 'pronuncia'
o 'proferisce' e connota negativamente l'azione, evocando un che di inconsulto, violento e
repellente). La metafora può essere considerata come una similitudine abbreviata e priva
dell'avverbio o di locuzioni avverbiali di paragone ("come", "simile a"). È una figura usata tanto nel
linguaggio quotidiano (p. es. sotto forma di catàcresi, cioè di metafora ormai entrata nell'uso e non
più percepita come metafora: collo di bottiglia, gambe del tavolo, ecc.) quanto in quello poetico.
Nel secondo caso, in particolare, è possibile avere sia metafore altamente codificate (come "capelli
d'oro" per 'capelli biondi come l'oro') il cui riconoscimento è ormai meccanico, sia metafore
d'invenzione, nelle quali la distanza tra espressione letterale ed espressione figurata è tale da rendere
più difficile e più stimolante il ritrovamento delle somiglianze. Per esempio: in Dante "fonte
ond'ogne ver deriva" è metafora per 'Dio'; in Omero "alba dalle dita di rosa" è metafora per 'primi
raggi di sole'.
Allegorìa — figura retorica per cui un concetto astratto (ideale, morale, religioso, politico) viene
espresso attraverso una serie di immagini concrete alle quali l'autore ha attribuito un significato
metaforico. Secondo alcuni, infatti, l'allegoria non è altro che una metafora continuata (cioè con una
durata temporale e uno sviluppo narrativo). Rispetto alla metafora, tuttavia, l'allegoria presenta i
seguenti caratteri distintivi: a) il legame tra i due piani dell'allegoria (oggetto significato e immagine
significante) è arbitrario e intenzionale e non analogico; b) il processo che permette di decodificare
l'allegoria è di tipo razionale e intellettuale e non intuitivo né immediato; c) la relazione che si viene
a stabilire tra particolare (immagine) e universale (significato riposto) nell'allegoria non è di tipo
assoluto e organico ma relativo e culturale, cioè verificabile intersoggettivamente e suscettibile di
discussione critica (nel processo di interpretazione dell'opera). L'allegoria più famosa della
letteratura italiana è la Commedia dantesca, ma un buon esempio è anche in Petrarca (Canz.
CLXXXIX): la nave che solca il mare in tempesta rappresenta la vita umana che si muove tra
difficoltà e pericoli; il naufragio è la morte, e il porto la salvezza e la pace (anche in senso
religioso); o in Leopardi (Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, vv. 21-38): un
vecchierello infermo che si dà da fare su irte montagne per poi cadere nel precipizio rappresenta la
vita umana in un'accezione più pessimistica.
Similitùdine — rapporto di somiglianza tra persone o cose diverse, introdotto da "come", o da altri
avverbi di paragone ("tale", "simile a", "tanto... quanto" ecc.), o da forme equivalenti ("sembra",
"pare", "somiglia", ecc.). Per esempio: "un uomo forte come un leone"; un esempio letterario può
essere la prima similitudine della Commedia dantesca (Inf., I, 4): «Ahi quanto a dir qual era è cosa
dura / Questa selva selvaggia e aspra e forte, / Che nel pensier rinnova la paura! / Tanto è amara,
che poco più è morte».
Sìmbolo — dal latino symbŏlum, dal greco σύµβολον ('contrassegno'), da συµβάλλω
(symbállō='faccio combaciare, accosto'): attribuzione di un significato a un'immagine, per effetto di
una relazione tradizionalmente accettata o concordemente stabilita; per esempio: la croce è il
simbolo del cristianesimo, l'ulivo è il simbolo della pace. La relazione tra immagine e significato è
tuttavia di carattere immediato e intuitivo e non razionale e intellettuale come nell'allegoria; il
simbolo stabilisce tra universale e particolare (l'uno colto nell'altro) un rapporto necessario e
organico, istantaneo e alogico. I confini tra dimensione simbolica e dimensione allegorica non sono
tuttavia sempre netti (in particolare in epoca medievale, mentre sono più accentuati in epoca
moderna). Il linguaggio umano è costitutivamente simbolico (la parola "gatto" non è ovviamente un
gatto, ma un simbolo del 'gatto').
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