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L`ultimo saluto a Silvia Bertolino L`addio a Nino Dogliani

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L`ultimo saluto a Silvia Bertolino L`addio a Nino Dogliani
12 novembre 2014
LETTERE E RICORDI
41
Perché Fossano
deve rassegnarsi
a perdere
la Risonanza?
Egregio direttore,
siamo un gruppo di cittadini fossanesi
preoccupati per l’articolo apparso su
La Fedeltà del 5 novembre, a pag. 13.
In primis vorremmo precisare che l’imprenditore Viglietta, che alcuni anni
fa ha donato una cospicua somma,
tale da consentire l’intero acquisto
della Risonanza magnetica di Fossano,
si chiama Guido e l’apparecchiatura
è stata intitolata al figlio Enzo, morto
prematuramente in un incidente automobilistico.
Il non sottolinearlo nell’articolo è
stata una grave mancanza. Il direttore
generale, Gianni Bonelli, comunica
che la Regione ha dato l’ok per l’acquisto
di una Risonanza, grazie anche a una
donazione anonima di 500 mila euro
elargita con lo scopo specifico di comprare tale apparecchiatura per l’ospedale di Savigliano.
Egli aggiunge che la Risonanza
fossanese è ormai “obsoleta” e che
va cambiata.
Siamo d’accordo che se è obsoleta
vada cambiata, ma non ci è chiaro
perché debba essere annullata la
sede fossanese tanto più che le opere
murarie sono già fatte e, dunque, ci
sarebbe una spesa in meno di denaro
pubblico a carico dell’Azienda sanitaria in un periodo di crisi che
obbliga gli ospedali a tagli di servizi
e riduzione di personale.
Non abbiamo capito, inoltre...perché la Commissione regionale dovrebbe consigliare di destinare la
cifra ricevuta in donazione per l’acquisto di una Risonanza a Savigliano quando è ancora in funzione
con profitto quella fossanese.
Gli scriventi trovano difficile capire
perché si voglia accorpare, concentrare.
Ottima scelta per alcuni, pessima soluzione per noi sia perché si elimina
un servizio che funziona bene, definito
“fiore all’occhiello per rapidità e tempi
ridotti d’attesa” e che porta anche un
ritorno economico ai commercianti
fossanesi, sia perché una concentrazione
di pazienti crea difficoltà di gestione.
Vi riproponiamo, infine, il passo
Foto di repertorio
dell’articolo che riporta la dichiarazione dell’Amministrazione comunale
senza commento perché si commenta
da sola: “...in casi come questo (?) bisogna puntare sul miglioramento del
servizio, senza crogiolarsi in inutili
campanilismi”.
Agli Amministratori, se possiamo,
chiediamo meno rassegnazione.
Grazie.
Un gruppo
di cittadini fossanesi
“La risonanza
magnetica
resterà a Fossano
ancora
almeno un anno”
Egregio direttore,
desidero esprimere alcune precisazioni a proposito dell’articolo pubblicato
la scorsa settimana sulla Risonanza
Magnetica di Fossano.
Innanzitutto mi devo dire profondamente dispiaciuto per la famiglia
Viglietta. La mia sensazione è stata
quella di aver visti sminuiti i sentimenti della famiglia ed il gesto di
Madre di quattro figli; aveva 48 anni
L’ultimo saluto
a Silvia Bertolino
FOSSANO. Una folla di
amici e conoscenti giovedì scorso ha gremito la chiesa dello
Spirito Santo stringendosi in
preghiera attorno alla famiglia
di Silvia Bertolino, in Fachino,
morta all’età di 48 anni.
Silenzio e preghiera che diventano invocazione e speranza
anche di fronte al buio della
morte. “Si fece buio su tutta
la terra; Gesù Cristo è morto
al buio” - ha ricordato don Derio
Olivero durante l’omelia commentando il Vangelo di Marco.
Quello stesso buio che assale
tutti di fronte alla morte, ma
spesso anche di fronte alle difficoltà della vita. Il passo di
Vangelo prosegue dicendo che
dopo la morte di Cristo “il velo
del tempio si squarciò”. Segno
che proprio nel momento più
difficile la distanza tra l’uomo
e Dio sparisce (quel velo che
nel tempio separava i fedeli
dal Santo dei Santi).
Un’omelia toccante e commossa quella di don Derio che
ha voluto ricordare Silvia “donna tenace” che tante volte si
è rialzata, amante della musica
e del bello, amante della montagna, quella montagna che
si intravede alle sue spalle
nella foto che la famiglia ha
scelto: il Cervino che come un
campanile pare un dito puntato
verso il cielo per esortarci a
guardare in alto. Oltre.
Silvia lascia il marito Maurizio con i figli Eva, Igor, Alma
ed Ester, la mamma Linuccia
e il papà Carlo, la sorella Daniela con Roberto e i figli Valeria, Samuele, Maria Chiara,
Elia e Raffaele; il fratello Marco
con Cinzia e le figlie Gaia e
Giorgia, i suoceri Giancarlo e
Rosella con il figlio Giorgio.
A tutti loro giungano le affettuose condoglianze de La
Fedeltà.
Di seguito un breve scritto
della sorella Daniela.
w.l.
Mi rivolgo a tutte quelle persone che hanno partecipato
con tutto il loro cuore al nostro
grande dolore per la perdita
della nostra cara Silvia: grazie
per l’affetto e la vicinanza che
ci avete dimostrato!
Essere cristiani significa
proprio appartenere ad una
grande famiglia che diventa
così unita che si fa unico corpo
in Cristo: quando una piccola,
piccolissima parte del nostro
corpo ci duole, tutto il corpo
soffre. Così penso sia nel corpo
unico della nostra famiglia
cristiana: se una parte di essa
soffre immensamente, tutta
l’altra parte del corpo ne risente
e si addolora. Solo restando
fortemente uniti a Cristo il dolore trova senso e pace, pur nell’immensa fatica.
Chiedo dunque a voi tutti di
compiere per Silvia questo
grande sforzo di restare strettamente uniti a Cristo: aiutiamoci tutti insieme a dare senso
e valore a questa grande sofferenza!
Grazie di cuore per ogni gesto
di vero affetto!
Dany
generosità di cui Guido, Loredana e
Stefano Viglietta, dieci anni fa, sono
stati autori donando oltre un milione
di euro per ricordare il giovane Enzo,
deceduto in seguito ad un tragico incidente. Una cifra molto considerevole,
ed un decennio fa ancora di più, che
ha permesso di dotare l’ospedale SS.
Trinità del dispositivo per effettuare
gli esami di Risonanza magnetica.
Migliaia di utenti, non solo fossanesi,
ma provenienti dall’intero Piemonte
e dalla Liguria, hanno usufruito dei
servizi della Rmn fossanese, descritta
come una struttura di livello eccellente
e caratterizzata da brevi tempi di attesa. Alla famiglia di Guido Viglietta
va il nostro grazie più sincero.
Un altro aspetto discutibile è il
fatto che la notizia non sia stata comunicata dai canali ufficiali e quindi
anche alla famiglia, ma che sia “uscita” da una lettera interna rivolta
agli operatori dell’Asl. L’Amministrazione fossanese era a conoscenza
della donazione anonima del cittadino
di Savigliano che vincola l’utilizzo
della somma al territorio saviglianese.
Ma questo è quanto. Solo successivamente, in un incontro con il dott.
Grillo, responsabile della Sovrintendenza dei Presidi ospedalieri, e
FOSSANO. Era uno degli
ultimi partigiani fossanesi. Martedì scorso aveva partecipato
alle celebrazioni del IV novembre, cui non mancava mai, come
per nulla al mondo sarebbe mancato alle celebrazioni del 25
aprile. Tutta la sua vita era ruotata attorno all’esperienza partigiana; non ne parlava da “reduce”, ma con la consapevolezza
dell’importanza di quella stagione per la democrazia nel nostro Paese. Si recava volentieri
nelle scuole a parlare ai ragazzi,
perché non si perdesse la memoria di quei fatti e di quel che
essi rappresentavano per la storia italiana.
Venerdì sera, alle 17,30, era
atteso con Angelo Mosca e Giovanni Sonza, alla presentazione
del libro “Una storia mai finita”
che racconta la vicenda di una
partigiana di origine fossanese
Anna Marengo. Invece è stato
proprio Angelo Mosca ad annunciare la triste notizia ai convenuti: “È morto Nino Dogliani”.
Non ci voleva credere nessuno.
Ognuno raccontava di averlo
visto in giro, chi il giorno prima,
chi la mattina stessa...”. La sua
morte è stata infatti assolutamente inattesa. Venerdì 7, verso
le tredici, aveva portato a casa
l’assistente della moglie Caterina, malata da tempo. Tornato
alla sua abitazione, aveva parcheggiato l’auto in cortile e stava
salendo le scale per rientrare
in casa, al piano rialzato, quando,
probabilmente colto da malore,
è caduto a terra. Il fratello Walter,
che abita nello stesso cortile (in
via Cuneo) ha cercato di soccorrerlo ed ha chiamato il 118. Purtroppo i tentativi di rianimazione
sono risultati vani. Il funerale
si svolge oggi, mercoledì 12
dicembre, alle 15,30, nella parrocchia di Sant’Antonio Abate.
Nino Dogliani, che dopo la Liberazione aveva lavorato presso
le Fonderie Bongioanni, è stata
sempre una persona molto attiva. Anni fa si era messo alla
macchina da scrivere e aveva
appuntato le sue “memorie”.
Ne era emerso uno spaccato
della storia della metà del secolo
scorso, che ha caratterizzato la
vita dei giovani del ‘900.
da una telefonata con il Dott. Leone,
Direttore della struttura di Radiologia, ha ricevuto maggiori dettagli
sull’operazione.
E quindi, insieme al dott. Enzo Brizio, consigliere comunale da me incaricato di seguire gli aspetti legati
alla Sanità, desidero sottolineare che:
La Risonanza magnetica a Fossano,
idonea ad ogni tipo di diagnostica,
funziona regolarmente, e continuerà
a farlo per un tempo certamente non
inferiore ad un anno e più probabilmente intorno ai due anni (questo è
il tempo stimato per mettere in funzione
l’apparecchiatura, reperire i tecnici
ed i medici che si occuperanno della
Rmn a Savigliano). La disposizione
regionale recita testualmente che l’impianto di Fossano verrà chiuso solo
contestualmente alla messa in servizio
di quello di Savigliano;
l’apparecchio donato dalla famiglia
Viglietta è stato revisionato cinque
anni fa con un upgrade del software
e risponde ai requisiti necessari al
perfetto funzionamento.
Sono ovviamente dispiaciuto, e con
me l’intera Amministrazione, di dover
perdere, nel futuro, un servizio che è
un fiore all’occhiello del presidio fossanese, ma lo accettiamo. E lo accettiamo perché non è stata una scelta
politica dell’Azienda Sanitaria, ma
una condizione legata alla volontà
del cittadino saviglianese che ha contribuito in forma privata ed anonima,
per una grossa fetta, all’acquisto di
un nuovo macchinario. Tra due anni
non sarà più possibile fare la manutenzione dell’apparecchiatura di Fossano e quindi non c’era altra scelta.
Per ovviare agli inconvenienti che
il trasferimento della Rmn a Savigliano
comporterà, studieremo soluzioni di
trasporto per i pazienti, soprattutto
quelli più anziani, che hanno maggiori
difficoltà a recarsi fuori città.
In ogni caso abbiamo avanzato all’Asl una richiesta per il momento in
cui avverrà il trasferimento della risonanza magnetica. Desideriamo che
il ricordo di Enzo Viglietta e la generosità della sua famiglia non sia dimenticata. Per questo abbiamo ottenuto
la promessa dal Direttore generale
dell’Asl Cn1 Gianni Bonelli di intitolare al giovane fossanese un reparto
del SS. Trinità.
Davide Sordella
Fondazioni: ridurre
le indennità degli
amministratori
Gentile direttore,
già nei giorni scorsi le fondazioni
di origine bancaria avevano lanciato
l’allarme sull’aggravio fiscale, dovuto
alla nuova legge di stabilità. La tassazione delle entrate delle fondazioni
è destinata infatti a quadruplicarsi,
sottraendo risorse alle erogazioni
per sociale, cultura, sanità, eventi
del territorio.
La preoccupazione è senz’altro condivisibile perché queste entrate, che
il Governo sembra voler destinare alla
detassazione dell’Irap o alle famiglie
con il bonus bebè o ancora ai lavoratori
con gli 80 euro in busta paga, finiscono
per essere una “partita di giro”. Cioè,
sono risorse che vengono meno per
iniziative sociali, per finire ad altre
attività magari altrettanto necessarie,
ma comunque con saldo zero, rispetto
all’esigenza di ridurre il peso dello
Stato sulla società.
Anche il presidente della Fondazione
Crf segnala il pericolo di un brusco
calo delle erogazioni, a seguito dell’aumento della tassazione che sull’ente
da lui presieduto graverebbe per ulteriori 500mila euro annui.
Dando per buono questo calcolo,
sono andato a verificare il bilancio
2013 della Fondazione Crf, in cui a
fronte di erogazioni deliberate per
1.988.819 euro, si registra una spesa
per compensi agli organi di vertice
(consiglio di indirizzo, CdA e revisori)
per 235.887 euro. Ora mi chiedo come
mai il dott. Miglio, anziché prospettare
una riduzione delle erogazioni di
500mila euro, per effetto delle decisioni
del governo non pensi anche a una
parallela riduzione dell’indennità
che percepisce insieme ai colleghi amministratori. In fondo, se invece di
erogare quasi 2 milioni, si scenderà
a 1,5, il “lavoro” degli amministratori
diminuirà, e quindi potrebbero anche
essere pagati meno. Perchè, a fronte
di notevoli tagli dei costi della politica,
a ogni livello, la “casta bancaria” pensa
di essere immune?
Confidando nella pubblicazione e
ringraziando per lo spazio concesso,
invio cordiali saluti.
Domenico Tomatis
A vent’anni era salito in Val Maira con i Garibaldini
L’addio a Nino Dogliani, uno
degli ultimi partigiani fossanesi
Nino Dogliani con Giovanni Sonza, l’ex sindaco Francesco Balocco
e l’attuale sindaco Davide Sordella
Dalle sue memorie scopriamo
che quando, nel ‘44, venne emesso il bando di chiamata alle armi
(che diede l’ultimatum ai renitenti della sua classe - la leva
del ‘24 - Nino, che all’epoca era
operaio specializzato l’officina
termoelettrica torinese sfollata
a Trinità, decise di non presentarsi al Distretto militare. “Il
mio pensiero era di andare con
i partigiani - scrive nelle sue
memorie -. Il 3 luglio di mattino
presto, con l’amico Mario Dardanelli e con la staffetta partigiana Anna Maria Pagliero, mi
diressi in bicicletta in Val Maira,
per unirmi ai Garibaldini”.
Viene “arruolato”; nome di battaglia “Mustaffà”, forse per via
dei suoi tratti fisici e del colore
olivastro del suo viso.
Ventenne, non vede l’ora di
poter fare il “battesimo del fuoco” - come scrive -. Ma quando
ne ha l’occasione, se ne pente.
I tedeschi, grazie alla soffiata
di una spia, conoscono in anticipo le mosse dei partigiani
e hanno la meglio. “La battaglia
fu cruenta e drammatica - scrive
-; fummo costretti a ritirarci e
a rientrare nelle nostre basi
portandoci dietro tre nostri
compagni morti...”.
Scrive della gioia, quando un
parente gli fa avere degli indumenti puliti. “Ne avevo proprio
bisogno; quelli che avevo erano
DALLA 1ª PAGINA
Puntuali …
Quando si tratta di gestione
del territorio, di pianificazione,
di tutela, questo non basta. E arrivare quando c’è l’emergenza,
anche se la macchina dei soccorsi
funziona perfettamente, significa
arrivare tardi. I giornali, la tv,
potrebbero fare la loro parte,
cercando di sensibilizzare, fare
pieni di pidocchi”.
Torna a Fossano in tempo per
partecipare agli ultimi eventi
prima della liberazione. Un rientro difficile, pieno di insidie. Partecipa a una serie di azioni di
sabotaggio.
Finalmente, il 30 aprile, “le
prime pattuglie del capitano
Cosa, Garibaldini e Giustizia
Libertà e un gruppo di Autonomi
di Mauri occuparono la città
ormai libera dai nazifascisti.
Quel lunedì fu una giornata di
esultanza; la popolazione in
festa ci applaudiva dai balconi
e dalle finestre, per la strada la
gente si abbracciava; dal Municipio il capitano Cosa salutava
una folla festante”.
Una testimonianza interessante, di cui far tesoro.
Come è stata interessante e
utile la presenza di Nino in questi anni nella sezione locale dell’Anpi, in cui ha ricoperto il ruolo
di presidente (sostituito recentemente da Secondo Capra).
La Fedeltà porge affettuose
condoglianze alla moglie Caterina Alessandria, alla figlia Titti,
al fratello Walter, alla sorella
Jucci, ai parenti e a tutti coloro
che gli hanno voluto bene.
Luigina Ambrogio
cultura, parlare di prevenzione.
E non soltanto in “alta stagione”,
ma proprio quando la cronaca
non obbliga a tornare sull’argomento. Ma ovviamente non basta.
Servono scelte politiche, serve
prevenzione vera, più controlli
e meno condoni forse. Per limitare
il “concorso di colpa” umano
tornando a guardare con rispetto
a quella natura cui è troppo facile
addossare tutte le colpe.
Walter Lamberti
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