Doppiette spuntate Ora i cacciatori depongono i fucili E scelgono i
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Doppiette spuntate Ora i cacciatori depongono i fucili E scelgono i
28 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015 Provincia [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Fino al 31 gennaio la caccia lungo i fiumi Nell’Atc della Pianura Bergamasca la caccia vagante è consentita esclusivamente alla sola selvaggina migratoria, lungo i fiumi Oglio, Cherio, Serio, Brembo e Adda fino al 31 gennaio. Doppiette spuntate Ora i cacciatori depongono i fucili E scelgono i poligoni Pazzanese: norme più restrittive, ma non punitive In un anno revocato il 5% delle licenze di caccia In Bergamasca ogni anno 400 tesserini in meno EMANUELE RONCALLI Fucili usati in vendita. Tesserini venatori restituiti. Porto d’armi revocati. In due parole cacciatori in disarmo. L’esercito delle doppiette bergamasche si assottiglia, pur mantenendosi su numeri di tutto rispetto. Complice il giro di vite imposto da limiti e norme, ogni anno alcune centinaia di cacciatori riconsegnano l’arma, si spogliano di giacche e stivaloni per indossare i panni decisamente più comodi dello sportivo che mira al bersaglio nei poligoni. Una tendenza che negli ultimi tempi si sta radicando in modo sempre più marcato. Attualmente sono circa 12.000 i porto d’armi per uso venatorio rilasciati dalla Questura. Alla data dell’11 novembre scorso erano 11.844 i tesserini venatori in circolazione, con una diminuzione annua fra le 300 e le 400 unità. «I cacciatori rispettano rigorosamente i regolamenti – premette Amedeo Pazzanese, già capo della Squadra Mobile di Modena e ora in forza alla Questura di Bergamo come Dirigente della Divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione –. A loro spetta una serie di adempimenti relativi non solo al momento della caccia, ma anche di custodia dell’arma. Di recente il Consiglio di Questura Le regole per il rilascio delle licenze La licenza di porto di arma lunga per il tiro a volo, rilasciata dal Questore, è detta per uso sportivo e permette di esercitare il tiro a volo e il tiro a segno. In particolare, per il tiro a segno è necessarioiscriversipressounaSezione di Tiro a segno nazionale o presso un’associazione di tiro iscritta ad una federazione sportiva affiliata al Coni. La licenza di porto di fucile con canna ad anima liscia per il tiro a volo autorizza il titolare al porto delle sole armi idonee all’esercizio della specifica attività di tiro. La licenza ha una validità di 6 anni. Licenza di porto di fucile per uso di caccia autorizza al porto di fucile per uso di caccia nei periodi di apertura della stagione venatoria. Il modulo di richiesta, disponibile anche presso la Questura, il Commissariato di Pubblica Sicurezza o la stazione dei Carabinieri, prevede anche una serie didocumentazionifralequaliinparticolare la certificazione comprovante l’idoneità psico-fisica, rilasciata dall’Asl ovvero dagli Uffici medico-legali e dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato. Stato ha stabilito che in alcuni casi il rilascio o la revoca del porto d’armi per uso venatorio possa avvenire non più a discrezione del Questore ma ope legis (per il dettato della legge, ndr). Vi sono reati ostativi al rilascio e chi è stato condannato per alcuni delitti non colposi (contro la persona commessi con violenza, furto, minacce, resistenza a pubblico ufficiale ecc.) può vedersi revocato il permesso». La discrezionalità del Questore è vista come un irrigidimento nei confronti dei cacciatori. «Non c’è alcun comportamento persecutorio nei loro confronti – aggiunge Pazzanese – anzi; tuttavia devono avere conoscenza assoluta della legge. Nell’ultimo anno il porto d’armi per uso venatorio è stato revocato al 5% circa dei possessori in Bergamasca. Ciò nel loro interesse, ma anche a tutela della collettività. Lo Stato ha interesse che siano rispettate le norme sull’utilizzo e sulla custodia, vuole evitare incidenti domestici e furti di armi». «In linea generale – prosegue Pazzanese – non esiste un diritto al porto d’armi, anzi vige per tutti i cittadini il divieto generale di detenere e portare armi. Lo Stato, in presenza di determinate condizioni e per determinati usi, dunque dà una concessione. Cacciatori in ritirata. Sono sempre più numerosi coloro che depongono il fucile È raro che vi sia chi chiede il porto d’armi per la caccia in mancanza totale dei requisiti, invece capita talvolta che un cacciatore venga denunciato magari perché colto in stato d’ebbrezza, in questo caso il ritiro del porto d’armi è quasi automatico». L’aumento di certe forme di litigiosità in famiglia o fra vicini di casa ha portato anche a sensibilizzare le forze dell’ordine affinché segnalino questi episodi alle autorità competenti qualora risulti che fra i soggetti interessati vi siano possessori di arma. Vi sono tuttavia alcune norme tutt’altro che restrittive nei confronti dei cacciatori e riguardano ad esempio il rinnovo del porto d’armi che avviene ogni 6 anni, sulla base di certificazioni rilasciate dai medici di base e dell’Asl, in alcuni casi dalla commissione medica provinciale. Non ci sono invece limiti di età. Una situazione che pare stridere se paragonata al rinnovo del permesso di guida: per gli automobilisti ultraottantenni la patente può essere rinnovata ogni due anni salvo casi particolari. Se da una parte sono sempre più numerosi coloro che intendono disfarsi della doppietta, dall’altra sono altrettanto numerosi coloro che scelgono di dirottare la loro passione nei poligoni e nei campi di tiro al volo. Sono infatti ben 8.000 i possessori di porto d’armi per uso sportivo e fra questi appunto Tiro al volo: 8.000 appassionati, un campione mondiale campione della specialità di Tiro a volo dinamico, detentore appunto del record mondiale. Una straordinaria impresa compiuta giovedì 25 agosto 2005, sui campi della cittadina austriaca di Wiener Neustadt, a 20 km da Vienna. Al termine dello spettacolo, durato circa 40 minuti, Renato Lamera ha realizzato il nuovo record mondiale di questa specialità colpendo in un’unica sequenza, con colpi separati, ben undici piattelli da lui stesso lanciati a mano. Il nuovo Record del Mondo è stato ufficializzato per iscritto da tre giudici internazionali di tiro e convalidato da un notaio presente all’evento. Ad oggi il record non è mai stato eguagliato. 1 Sono ben 8.000 i porto d’armi per uso sportivo rilasciati agli appassionati di tiro in Bergamasca. Un numero decisamente elevato che conferma l’interesse e la passione degli sportivi verso questo tipo di disciplina. Spesso la gente dedica la propria attenzione verso questi «tiratori scelti» solamente in occasione di grandi eventi, come le Olimpiadi e i campionati. In realtà si tratta di un fenomeno che affonda radici lontane. Basta pensare, ad esempio, alla «Società per il tiro a segno nazionale» che venne costituita nel 1861 per coordinare l’addestramento all’uso delle armi da fuoco dei giovani delle nuove regioni annesse al Regno d’Italia. Alla guida della neonata società per il Tiro a segno nazionale fu messo Giuseppe Garibaldi. È da questa società che trae origine l’Unione italiana tiro a segno. Poligoni e campi di tiro al volo ve ne sono diversi in provincia, alcuni associati a federazioni nazionali, altri privati. Poligoni sono ad Alzano, Ubiale Clanezzo, Orio al Serio, Bergamo. Campi di tiro al volo a Cologno al Serio, Seriate, San Paolo d’Argon, Bonate Sopra, Lovere ma l’elenco sarebbe ancora lungo. A Cologno al Serio su una superfice di 175.000 metri quadri è presente uno dei più moderni e attrezzati campi da tiro a volo. Nell’impianto sono stati attivati diversi campi da fossa olimpica, reversibili in fossa universale o adibiti all’attività sportiva di «compak sporting, double trap e skeet», oltre a numerose linee di tiro a segno da 200-300400 metri. Non a caso il tutto porta la firma di Renato Lamera, classe 1951, di Martinengo, A chi ha commesso delitti non colposi viene ritirato il permesso Non esiste un diritto al porto d’armi. È una concessione di legge Renato Lamera FOTO YURI COLLEONI E. R. 29 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015 12.000 L’esercito delle doppiette Sono circa 12.000 i tesserini per uso venatorio in circolazione nella Bergamasca. Alla data dell’11 novembre scorso erano per l’esattezza 11.844 . Un numero decisamente importante, ma in flessione. Ogni anno infatti si registra una diminuzione fra le 300 e le 400 unità Gli armieri piangono «Si ritira di più l’usato» Domenico Dolci: «Fucili nuovi non se ne vendono I costi variano: da 1.500 fino a oltre 20.000 euro» Liti fra vicini? Le forze dell’ordine segnalano al prefetto l’eventuale presenza di armi Non ci sono limiti di età per chi vuole imbracciare un’arma da caccia una buona fetta sono ex cacciatori. C’è chi insinua che i motivi siano anche altri e che vadano ricercati ad esempio nella relativa facilità con cui si può ottenere il porto d’armi per discipline sportive rispetto a quello per difesa personale. In realtà nessuno lo fa per aggirare le norme. Fra l’altro anche coloro che sparano a piattelli e bersagli sono tenuti a rispettare norme rigorose nella custodia e nel porto di pistole e carabine. Fra le tante, il fatto di riporre l’arma scarica nel tragitto casa-poligono in una scatola e il caricatore con i proiettili in un altro spazio. Le licenze per il porto di pistola per difesa personale negli ultimi anni sono diminuite e attualmente sono stimabili in Brescia le fabbrica e Bergamo le vende Ma il business langue Sono all’incirca una ventina i negozi di vendita di armi e munizioni sparsi in città e provincia. Alcuni potrebbero fregiarsi del titolo di negozio storico, altri si sono specializzati negli ultimi anni. Altri ancora - visto che il periodo non è di certo dei migliori - hanno aggiunto altre categorie merceo- logiche (abbigliamento per la caccia e altro) lasciando in secondo piano la vocazione armiera. Il business - dicevamo non sembra reggere, anche se un’ancora di salvezza è data dalla richiesta di armi per uso sportivo che pare abbia messo piede ormai da tempo in Bergamasca. In città, oltre alla storica arme- poche centinaia. Artigiani e imprenditori, gioiellieri e orefici, titolari di cariche sociali e commercianti, costituiscono le categorie più «armate». Anche in questi casi le norme sono sempre più restrittive. L’abitudine di tenere armi nei negozi non ha mai preso piede nella nostra provincia. Se è fuori luogo parlare di corsa alle armi, serpeggia comunque una percezione di insicurezza dovuta in particolare alle raffiche di furti e anche ai più cruenti episodi di violenza nelle abitazioni e aziende. I commercianti e negozianti preferiscono dotarsi si difese cosiddette passive (telecamere, inferriate ecc.). Ma viene da chiedersi: fino a quando? 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA ria Dolci di vicolo delle Macellerie, troviamo Raffus di via San Bernardino, con una vasta gamma di armi e accessori per il Softair, indicato per gli appassionati di ambienti militari; Armando Festa di via Sant’Antonino; un altro Raffus Softair in via Moroni. In provincia, le principali armerie si trovano a Orio al Serio (Grande Armeria Bergamasca), Costa Volpino (armeria Sebina), Grace’ Armoury (Endine Gaiano), Paladina (Bonalumi), Ponte San Pietro (Colleoni), Caravaggio (Feldi), Seriate (Fidanza), Cologno al Serio (Armeria della Vescovada), Treviglio. Una presenza dunque capillare su tutto il territorio provinciale che testimonia soprattutto «Sono più i fucili usati che ritiro rispetto a quelli che vendo. Non c’è più nessuno che li acquista». Allarga le braccia, Domenico Dolci, titolare della storica armeria di vicolo Macellerie a Bergamo, un negozio passato di generazione in generazione, dai primi anni del Novecento ad oggi. La minore vendita di fucili, secondo Dolci, è dovuta al fatto che oggi per la caccia vigono regole, vincoli e limiti rigorosi. «È un’attività che non riscuote i consensi di coloro che non la praticano – aggiunge -. Quella dei cacciatori per alcuni versi è una categoria che non tutti vedono di buon occhio. Aggiungiamo poi che oggi non c’è più quell’habitat favorevole alla selvaggina e pertanto anche i capi da cacciare scarseggiano». Problemi anche di costi dell’arma? «Non direi, per un fucile si possono spendere da un minimo di 1500 euro fino ad arrivare a cifre elevatissime, anche 20.000 euro. Il fucile più richiesto è quello automatico che consente vari tipi di caccia, è il più versatile». E le armi per uso sportivo? «In effetti c’è stato un incremento della richiesta. Ne vendo fra le trenta e le quaranta all’anno. Le pistole costano da 550 a 1000 euro, le carabine da 800 a 1000 euro: dipende da molti fattori». Apriamo il capitolo delle armi di difesa personale. «Richieste quasi inesistenti. Ne vendo 6 o 7 all’anno e costano da 500 a 1000 euro. C’è un certo interesse per le Glock austriache, ma si difendono bene anche le nostre Beretta, oppure le Smith & Wesson». Che le vendite di armi di difesa personale siano ridotte al lumicino lo sostiene anche Toma- Un appassionato di tiro a segno in un poligono Limiti Collezioni di armi antiche Tutte le norme Non ci sono solo licenze per uso venatorio o sportivo rilasciate dalla Questura. Esiste anche la licenza di collezione di armi comuni da sparo che permette la detenzione, ma non il porto, di armi corte e lunghe, in numero superiore a quello normalmente consentito (3 armi comuni da sparo e 6 classificate sportive). La licenza può essere rilasciata anche per una sola arma comune da sparo. Per quanto riguarda le armi antiche, artistiche o rare, sono considerate tali quelle ad avancarica e quelle fabbricate anteriormente al 1890. La licenza di collezione permette di detenere armi antiche, artistiche o rare di importanza storica in numero superiore a otto. Per le armi in collezione non è consentito detenere munizioni. La licenza ha carattere permanente, quindi non deve essere rinnovata ogni anno. so Giupponi, titolare della Grande Armeria Bergamasca di Orio al Serio. «Ma ciò è dovuto al fatto che porto d’armi per questi casi ormai non ne danno. Però in negozio sono molti coloro che chiedono informazioni per detenere queste pistole. Richieste per uso personale ne abbiamo, i fatti di questi giorni, l’insicurezza ormai conclamata, spinge la gente a cercare qualche mezzo di difesa lecito». Sul fronte caccia, Giupponi concorda con Dolci: «È un autentico disastro. Le richieste sono ridottissime. Non si vende più nulla». Dalla caccia all’uso sportivo. Achille Giussani è responsabile del poligono di Cologno al Serio. «Molti sono coloro che si affacciano a questa disciplina, che frequentano poligoni e tiri al volo . Ma non c’entra nulla con la difesa personale. Siamo uno sport come tanti altri. Da noi si allenano campioni. Siamo iscritti alla Federazione italiana tiro al volo e alla Federazione italiana discipline armi sportive da caccia. Gli ex cacciatori ormai vengono da noi». 12 E. R. la passione venatoria di tanti bergamaschi. Se Bergamo vende, il primato per la costruzione delle armi rimane invece il Bresciano, in particolare la Valtrompia. Nella nostra città non risultano attualemente fabbriche d’armi. Storica rimane la fabbrica d’armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia, che era in piena attività già agli inizi del Cinquecento e i suoi prodotti erano stati scelti addirittura dalla Serenissima, a testimonianza della loro eccellenza. Un ruolo di primo piano spetta anche alla Fabarm, azienda nata intorno al 1900, fondata dai discendenti di una grande dinastia di Brescia, la famiglia Galesi, con sede a Travagliato. 12 Una rastrelliera con fucili da caccia E. R.