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Doppiette spuntate Ora i cacciatori depongono i fucili E scelgono i

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Doppiette spuntate Ora i cacciatori depongono i fucili E scelgono i
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L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015
Provincia
[email protected]
www.ecodibergamo.it/cronaca/section/
Fino al 31 gennaio
la caccia lungo i fiumi
Nell’Atc della Pianura Bergamasca la caccia
vagante è consentita esclusivamente alla sola
selvaggina migratoria, lungo i fiumi Oglio, Cherio, Serio, Brembo e Adda fino al 31 gennaio.
Doppiette spuntate
Ora i cacciatori
depongono i fucili
E scelgono i poligoni
Pazzanese: norme più restrittive, ma non punitive
In un anno revocato il 5% delle licenze di caccia
In Bergamasca ogni anno 400 tesserini in meno
EMANUELE RONCALLI
Fucili usati in vendita.
Tesserini venatori restituiti.
Porto d’armi revocati. In due
parole cacciatori in disarmo.
L’esercito delle doppiette bergamasche si assottiglia, pur mantenendosi su numeri di tutto
rispetto. Complice il giro di vite
imposto da limiti e norme, ogni
anno alcune centinaia di cacciatori riconsegnano l’arma, si spogliano di giacche e stivaloni per
indossare i panni decisamente
più comodi dello sportivo che
mira al bersaglio nei poligoni.
Una tendenza che negli ultimi tempi si sta radicando in modo sempre più marcato. Attualmente sono circa 12.000 i porto
d’armi per uso venatorio rilasciati dalla Questura. Alla data
dell’11 novembre scorso erano
11.844 i tesserini venatori in circolazione, con una diminuzione
annua fra le 300 e le 400 unità.
«I cacciatori rispettano rigorosamente i regolamenti – premette Amedeo Pazzanese, già
capo della Squadra Mobile di
Modena e ora in forza alla Questura di Bergamo come Dirigente della Divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione –. A loro spetta una
serie di adempimenti relativi
non solo al momento della caccia, ma anche di custodia dell’arma. Di recente il Consiglio di
Questura
Le regole
per il rilascio
delle licenze
La licenza di porto di arma lunga per
il tiro a volo, rilasciata dal Questore,
è detta per uso sportivo e permette di
esercitare il tiro a volo e il tiro a segno.
In particolare, per il tiro a segno è necessarioiscriversipressounaSezione
di Tiro a segno nazionale o presso
un’associazione di tiro iscritta ad una
federazione sportiva affiliata al Coni.
La licenza di porto di fucile con canna
ad anima liscia per il tiro a volo autorizza il titolare al porto delle sole armi
idonee all’esercizio della specifica attività di tiro. La licenza ha una validità
di 6 anni. Licenza di porto di fucile per
uso di caccia autorizza al porto di fucile per uso di caccia nei periodi di apertura della stagione venatoria. Il modulo di richiesta, disponibile anche
presso la Questura, il Commissariato
di Pubblica Sicurezza o la stazione dei
Carabinieri, prevede anche una serie
didocumentazionifralequaliinparticolare la certificazione comprovante
l’idoneità psico-fisica, rilasciata dall’Asl ovvero dagli Uffici medico-legali
e dalle strutture sanitarie militari e
della Polizia di Stato.
Stato ha stabilito che in alcuni
casi il rilascio o la revoca del
porto d’armi per uso venatorio
possa avvenire non più a discrezione del Questore ma ope legis
(per il dettato della legge, ndr).
Vi sono reati ostativi al rilascio
e chi è stato condannato per alcuni delitti non colposi (contro
la persona commessi con violenza, furto, minacce, resistenza
a pubblico ufficiale ecc.) può vedersi revocato il permesso».
La discrezionalità del Questore è vista come un irrigidimento nei confronti dei cacciatori. «Non c’è alcun comportamento persecutorio nei loro
confronti – aggiunge Pazzanese
– anzi; tuttavia devono avere
conoscenza assoluta della legge.
Nell’ultimo anno il porto d’armi
per uso venatorio è stato revocato al 5% circa dei possessori in
Bergamasca. Ciò nel loro interesse, ma anche a tutela della
collettività. Lo Stato ha interesse che siano rispettate le norme
sull’utilizzo e sulla custodia,
vuole evitare incidenti domestici e furti di armi».
«In linea generale – prosegue
Pazzanese – non esiste un diritto al porto d’armi, anzi vige per
tutti i cittadini il divieto generale di detenere e portare armi. Lo
Stato, in presenza di determinate condizioni e per determinati
usi, dunque dà una concessione.
Cacciatori in ritirata. Sono
sempre più numerosi coloro
che depongono il fucile
È raro che vi sia chi chiede il
porto d’armi per la caccia in
mancanza totale dei requisiti,
invece capita talvolta che un
cacciatore venga denunciato
magari perché colto in stato
d’ebbrezza, in questo caso il ritiro del porto d’armi è quasi automatico».
L’aumento di certe forme di
litigiosità in famiglia o fra vicini
di casa ha portato anche a sensibilizzare le forze dell’ordine affinché segnalino questi episodi
alle autorità competenti qualora
risulti che fra i soggetti interessati vi siano possessori di arma.
Vi sono tuttavia alcune norme tutt’altro che restrittive nei
confronti dei cacciatori e riguardano ad esempio il rinnovo del
porto d’armi che avviene ogni 6
anni, sulla base di certificazioni
rilasciate dai medici di base e
dell’Asl, in alcuni casi dalla commissione medica provinciale.
Non ci sono invece limiti di età.
Una situazione che pare stridere
se paragonata al rinnovo del
permesso di guida: per gli automobilisti ultraottantenni la patente può essere rinnovata ogni
due anni salvo casi particolari.
Se da una parte sono sempre
più numerosi coloro che intendono disfarsi della doppietta,
dall’altra sono altrettanto numerosi coloro che scelgono di
dirottare la loro passione nei
poligoni e nei campi di tiro al
volo.
Sono infatti ben 8.000 i possessori di porto d’armi per uso
sportivo e fra questi appunto
Tiro al volo: 8.000 appassionati, un campione mondiale
campione della specialità di Tiro a volo dinamico, detentore
appunto del record mondiale.
Una straordinaria impresa
compiuta giovedì 25 agosto
2005, sui campi della cittadina
austriaca di Wiener Neustadt,
a 20 km da Vienna. Al termine
dello spettacolo, durato circa 40
minuti, Renato Lamera ha realizzato il nuovo record mondiale
di questa specialità colpendo in
un’unica sequenza, con colpi separati, ben undici piattelli da lui
stesso lanciati a mano. Il nuovo
Record del Mondo è stato ufficializzato per iscritto da tre giudici internazionali di tiro e convalidato da un notaio presente
all’evento. Ad oggi il record non
è mai stato eguagliato. 1
Sono ben 8.000 i porto
d’armi per uso sportivo rilasciati agli appassionati di tiro in
Bergamasca. Un numero decisamente elevato che conferma
l’interesse e la passione degli
sportivi verso questo tipo di disciplina. Spesso la gente dedica
la propria attenzione verso questi «tiratori scelti» solamente in
occasione di grandi eventi, come le Olimpiadi e i campionati.
In realtà si tratta di un fenomeno che affonda radici lontane.
Basta pensare, ad esempio, alla
«Società per il tiro a segno nazionale» che venne costituita
nel 1861 per coordinare l’addestramento all’uso delle armi da
fuoco dei giovani delle nuove
regioni annesse al Regno d’Italia. Alla guida della neonata società per il Tiro a segno nazionale fu messo Giuseppe Garibaldi.
È da questa società che trae origine l’Unione italiana tiro a segno. Poligoni e campi di tiro al
volo ve ne sono diversi in provincia, alcuni associati a federazioni nazionali, altri privati. Poligoni sono ad Alzano, Ubiale
Clanezzo, Orio al Serio, Bergamo. Campi di tiro al volo a Cologno al Serio, Seriate, San Paolo
d’Argon, Bonate Sopra, Lovere
ma l’elenco sarebbe ancora lungo. A Cologno al Serio su una
superfice di 175.000 metri quadri è presente uno dei più moderni e attrezzati campi da tiro
a volo.
Nell’impianto sono stati attivati diversi campi da fossa olimpica, reversibili in fossa universale o adibiti all’attività sportiva
di «compak sporting, double
trap e skeet», oltre a numerose
linee di tiro a segno da 200-300400 metri. Non a caso il tutto
porta la firma di Renato Lamera, classe 1951, di Martinengo,
A chi ha commesso
delitti non colposi
viene ritirato
il permesso
Non esiste un diritto
al porto d’armi.
È una concessione
di legge
Renato Lamera FOTO YURI COLLEONI
E. R.
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L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015
12.000
L’esercito delle doppiette
Sono circa 12.000 i tesserini per uso venatorio in circolazione nella
Bergamasca. Alla data dell’11 novembre scorso erano per l’esattezza
11.844 . Un numero decisamente importante, ma in flessione. Ogni
anno infatti si registra una diminuzione fra le 300 e le 400 unità
Gli armieri piangono
«Si ritira di più l’usato»
Domenico Dolci: «Fucili nuovi non se ne vendono
I costi variano: da 1.500 fino a oltre 20.000 euro»
Liti fra vicini? Le forze
dell’ordine segnalano
al prefetto l’eventuale
presenza di armi
Non ci sono limiti
di età per chi vuole
imbracciare
un’arma da caccia
una buona fetta sono ex cacciatori. C’è chi insinua che i motivi
siano anche altri e che vadano
ricercati ad esempio nella relativa facilità con cui si può ottenere
il porto d’armi per discipline
sportive rispetto a quello per
difesa personale. In realtà nessuno lo fa per aggirare le norme.
Fra l’altro anche coloro che sparano a piattelli e bersagli sono
tenuti a rispettare norme rigorose nella custodia e nel porto
di pistole e carabine. Fra le tante, il fatto di riporre l’arma scarica nel tragitto casa-poligono in
una scatola e il caricatore con i
proiettili in un altro spazio.
Le licenze per il porto di pistola per difesa personale negli
ultimi anni sono diminuite e
attualmente sono stimabili in
Brescia le fabbrica
e Bergamo le vende
Ma il business langue
Sono all’incirca una
ventina i negozi di vendita di
armi e munizioni sparsi in città
e provincia. Alcuni potrebbero
fregiarsi del titolo di negozio
storico, altri si sono specializzati negli ultimi anni. Altri ancora
- visto che il periodo non è di
certo dei migliori - hanno aggiunto altre categorie merceo-
logiche (abbigliamento per la
caccia e altro) lasciando in secondo piano la vocazione armiera. Il business - dicevamo non sembra reggere, anche se
un’ancora di salvezza è data dalla richiesta di armi per uso sportivo che pare abbia messo piede
ormai da tempo in Bergamasca.
In città, oltre alla storica arme-
poche centinaia. Artigiani e imprenditori, gioiellieri e orefici,
titolari di cariche sociali e commercianti, costituiscono le categorie più «armate». Anche in
questi casi le norme sono sempre più restrittive. L’abitudine
di tenere armi nei negozi non ha
mai preso piede nella nostra
provincia. Se è fuori luogo parlare di corsa alle armi, serpeggia
comunque una percezione di
insicurezza dovuta in particolare alle raffiche di furti e anche
ai più cruenti episodi di violenza
nelle abitazioni e aziende. I
commercianti e negozianti preferiscono dotarsi si difese cosiddette passive (telecamere, inferriate ecc.). Ma viene da chiedersi: fino a quando? 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ria Dolci di vicolo delle Macellerie, troviamo Raffus di via San
Bernardino, con una vasta gamma di armi e accessori per il
Softair, indicato per gli appassionati di ambienti militari; Armando Festa di via Sant’Antonino; un altro Raffus Softair in via
Moroni. In provincia, le principali armerie si trovano a Orio al
Serio (Grande Armeria Bergamasca), Costa Volpino (armeria
Sebina), Grace’ Armoury (Endine Gaiano), Paladina (Bonalumi), Ponte San Pietro (Colleoni), Caravaggio (Feldi), Seriate
(Fidanza), Cologno al Serio (Armeria della Vescovada), Treviglio.
Una presenza dunque capillare su tutto il territorio provinciale che testimonia soprattutto
«Sono più i fucili usati
che ritiro rispetto a quelli che
vendo. Non c’è più nessuno che
li acquista». Allarga le braccia,
Domenico Dolci, titolare della
storica armeria di vicolo Macellerie a Bergamo, un negozio passato di generazione in generazione, dai primi anni del Novecento ad oggi. La minore vendita
di fucili, secondo Dolci, è dovuta
al fatto che oggi per la caccia
vigono regole, vincoli e limiti
rigorosi.
«È un’attività che non riscuote i consensi di coloro che non
la praticano – aggiunge -. Quella
dei cacciatori per alcuni versi è
una categoria che non tutti vedono di buon occhio. Aggiungiamo poi che oggi non c’è più quell’habitat favorevole alla selvaggina e pertanto anche i capi da
cacciare scarseggiano».
Problemi anche di costi dell’arma? «Non direi, per un fucile
si possono spendere da un minimo di 1500 euro fino ad arrivare
a cifre elevatissime, anche
20.000 euro. Il fucile più richiesto è quello automatico che consente vari tipi di caccia, è il più
versatile».
E le armi per uso sportivo?
«In effetti c’è stato un incremento della richiesta. Ne vendo fra
le trenta e le quaranta all’anno.
Le pistole costano da 550 a 1000
euro, le carabine da 800 a 1000
euro: dipende da molti fattori».
Apriamo il capitolo delle armi
di difesa personale. «Richieste
quasi inesistenti. Ne vendo 6 o
7 all’anno e costano da 500 a
1000 euro. C’è un certo interesse
per le Glock austriache, ma si
difendono bene anche le nostre
Beretta, oppure le Smith & Wesson».
Che le vendite di armi di difesa personale siano ridotte al lumicino lo sostiene anche Toma-
Un appassionato di tiro a segno in un poligono
Limiti
Collezioni
di armi antiche
Tutte le norme
Non ci sono solo licenze per uso
venatorio o sportivo rilasciate dalla
Questura. Esiste anche la licenza di
collezione di armi comuni da sparo
che permette la detenzione, ma non
il porto, di armi corte e lunghe, in
numero superiore a quello normalmente consentito (3 armi comuni da
sparo e 6 classificate sportive). La
licenza può essere rilasciata anche
per una sola arma comune da sparo.
Per quanto riguarda le armi antiche,
artistiche o rare, sono considerate
tali quelle ad avancarica e quelle
fabbricate anteriormente al 1890.
La licenza di collezione permette di
detenere armi antiche, artistiche o
rare di importanza storica in numero superiore a otto. Per le armi in
collezione non è consentito detenere munizioni. La licenza ha carattere
permanente, quindi non deve essere rinnovata ogni anno.
so Giupponi, titolare della Grande Armeria Bergamasca di Orio
al Serio. «Ma ciò è dovuto al fatto
che porto d’armi per questi casi
ormai non ne danno. Però in
negozio sono molti coloro che
chiedono informazioni per detenere queste pistole. Richieste
per uso personale ne abbiamo,
i fatti di questi giorni, l’insicurezza ormai conclamata, spinge
la gente a cercare qualche mezzo
di difesa lecito».
Sul fronte caccia, Giupponi
concorda con Dolci: «È un autentico disastro. Le richieste sono ridottissime. Non si vende
più nulla».
Dalla caccia all’uso sportivo.
Achille Giussani è responsabile
del poligono di Cologno al Serio.
«Molti sono coloro che si affacciano a questa disciplina, che
frequentano poligoni e tiri al
volo . Ma non c’entra nulla con
la difesa personale. Siamo uno
sport come tanti altri. Da noi si
allenano campioni. Siamo
iscritti alla Federazione italiana
tiro al volo e alla Federazione
italiana discipline armi sportive
da caccia. Gli ex cacciatori ormai
vengono da noi». 12
E. R.
la passione venatoria di tanti
bergamaschi. Se Bergamo vende, il primato per la costruzione
delle armi rimane invece il Bresciano, in particolare la Valtrompia. Nella nostra città non
risultano attualemente fabbriche d’armi. Storica rimane la
fabbrica d’armi Pietro Beretta
di Gardone Valtrompia, che era
in piena attività già agli inizi del
Cinquecento e i suoi prodotti
erano stati scelti addirittura
dalla Serenissima, a testimonianza della loro eccellenza. Un
ruolo di primo piano spetta anche alla Fabarm, azienda nata
intorno al 1900, fondata dai discendenti di una grande dinastia di Brescia, la famiglia Galesi, con sede a Travagliato. 12
Una rastrelliera con fucili da caccia
E. R.
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