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La Medicina dello Sport
) SI (I ta e za : icin ) ciz SI di in On ed (I s In cu M a rts Fo ce & itat l epo e ien C n n R Sc tio ts ita or lC Sp na ur Jo V O L U M E 6 7 - N. 3 - S E T T E M B R E 2 0 1 4 MEDICINA DELLO SPORT Rivista trimestrale della Federazione Medico-Sportiva Italiana. Continuazione di: Studi di Medicina e Chirurgia dello Sport, Medicina Sportiva Direttori G. SANTILLI - M. CASASCO Comitato Editoriale N. BACHL (Austria) - F. BENAZZO (Italia) - F. BOTRÈ (Italia) - P. CERRETELLI (Italia) - G. CERULLI (Italia) D. CORRADO (Italia) - J. M. CUMMISKEY (Regno Unito) - A. DAL MONTE (Italia) - F. DE FERRARI (Italia) E. H. DE ROSE (Brasile) - H. H. DICKHUTH (Germania) - L. DI LUIGI (Italia) - P. E. DI PRAMPERO (Italia) C. FOTI (Italia) - W. FRONTERA (USA) - S. GIANNINI (Italia) - C. G. GRIBAUDO (Italia) - V. KLISSOURAS (Grecia) G. LETIZIA MAURO (Italia) - L. MAGAUDDA (Italia) - D. MC DONAGH (Norvegia) - P. P. MARIANI (Italia) G. MASSAZZA (Italia) - L. MICHELI (USA) - M. OCHI (Giappone) - P. PARISI (Italia) - S. PECORELLI (Italia) A. PELLICCIA (Italia) - F. PIGOZZI (Italia) - I. PITSILADIS (Regno Unito) - P. ROCHECONGARD (Francia) E. ROVELLI (Italia) - R. SALLIS (USA) - F. SCHENA (Italia) - A. TODARO (Italia) - C. TRANQUILLI (Italia) A. G. UGAZIO (Italia) - A. VEICSTEINAS (Italia) - P. VOLPI (Italia) - P. ZEPPILLI (Italia) Comitato di Redazione A. BONETTI - E. DRAGO - S. DRAGONI - G. FRANCAVILLA Direttore Responsabile A. OLIARO This journal is PEER REVIEWED and is quoted in: BIOSIS Previews - EMBASE - Science Citation Index Expanded (SciSearch) - Scopus La Rivista è citata nel Journal Citation Reports (ISI) con Impact Factor Direzione e Redazione: Federazione Medico-Sportiva Italiana - Viale Tiziano 70 - 00196 Roma. E-mail: [email protected] Ufficio grafico, ufficio pubblicità, fotocomposizione, amministrazione - Edizioni Minerva Medica - Corso Bramante 83-85 - 10126 Torino Tel. (011) 67.82.82 - Fax (011) 67.45.02 - E-mail: [email protected] Web Site: www.minervamedica.it Stampa - Edizioni Minerva Medica - Tipografia di Saluzzo - Corso IV Novembre 29-31 - 12037 Saluzzo (CN) - Tel. (0175) 249405 Fax (0175) 249407 Abbonamento annuo: Italia - Individuale: Online € 90; Cartaceo € 95, Cartaceo+Online € 100,00; Istituzionale: Cartaceo € 130,00, Online (Small € 252,00, Medium € 282,00, Large € 324,00, Extra Large € 340,00), Cartaceo+Online (Small € 260,00, Medium € 295,00, Large € 340,00, Extra Large € 355,00). Unione Europea - Individuale: Online € 150,00; Cartaceo € 155,00, Cartaceo+Online € 165,00; Istituzionale: Cartaceo € 240,00, Online (Small € 252,00, Medium € 282,00, Large € 324,00, Extra Large € 340,00), Cartaceo+Online (Small € 270,00, Medium € 305,00, Large € 350,00, Extra Large € 365,00) Paesi extraeuropei - Individuale: Online € 165,00; Cartaceo € 175,00, Cartaceo+Online € 185,00; Istituzionale: Cartaceo € 285,00, Online (Small € 275,00, Medium € 305,00, Large € 350,00, Extra Large € 365,00), Cartaceo+Online (Small € 290,00, Medium € 325,00, Large € 370,00, Extra Large € 385,00). Per il pagamento: 1) Gli abbonati possono utilizzare le seguenti forme di pagamento: a) assegno bancario; b) bonifico bancario a: Edizioni Minerva Medica, INTESA SANPAOLO Agenzia n. 18 Torino. 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Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, trasmessa e memorizzata in qualsiasi forma e con qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo Pubblicazione trimestrale. Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 1441 del 15-3-1961. Iscrizione nel registro nazionale della stampa di cui alla legge 5-8-1981 n. 416 art. 11 con il numero 00 148 vol. 2 foglio 377 in data 18-8-1982. Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB/CN Pubblicazione associata a La Rivista aderisce al Codice di Autodisciplina degli Editori Medico Scientifici associati a FARMAMEDIA e può essere oggetto di pianificazione pubblicitaria NORME PER GLI AUTORI Norme generali Medicina dello Sport, rivista peer-reviewed della Federazione Medico Sportiva Italiana, pubblica articoli scientifici originali su argomenti di medicina dello sport. I manoscritti devono essere preparati seguendo rigorosamente le norme per gli Autori pubblicate in seguito, che sono conformi agli Uniform Requirements for Manuscripts Submitted to Biomedical Editors editi a cura dell’International Committee of Medical Journal Editors (Ann Int Med 1988;105:258-265). L’invio del dattiloscritto sottointende che il lavoro non sia già stato pubblicato e che, se accettato, non verrà pubblicato altrove né integralmente né in parte. Tutto il materiale iconografico deve essere originale. L’iconografia tratta da altre pubblicazioni deve essere corredata da permesso dell’Editore. I dattiloscritti, pervenuti alla Redazione, anche se non accettati per la pubblicazione, non verranno comunque restituiti. I lavori vengono sottoposti in modo anonimo a valutazione da parte di qualificati revisori esterni. Gli scopi della rivista sono quelli di pubblicare lavori di elevato valore scientifico in tutti i settori della Medicina dello Sport. Ai revisori viene chiesto di formulare i loro commenti su un modello apposito e di rispedirlo all’editor entro un mese dal ricevimento. La rivista recepisce i principi presentati nella Dichiarazione di Helsinki e ribadisce che tutte le ricerche che coinvolgano esseri umani siano condotte in conformità ad essi. La rivista recepisce altresì gli International Guiding Principles for Biomedical Research Involving Animals raccomandati dalla WHO e richiede che tutte le ricerche su animali siano condotte in conformità ad essi. Il lavoro deve essere accompagnato dalla seguente dichiarazione firmata DA TUTTI GLI AUTORI: «I sottoscritti Autori trasferiscono la proprietà dei diritti di autore alla rivista Medicina dello Sport. Dichiarano che l’articolo è originale, non è stato inviato per la pubblicazione ad altra rivista, e non è stato già pubblicato. Essi dichiarano di essere responsabili della ricerca, che hanno progettato e condotto e di aver partecipato alla stesura e alla revisione del manoscritto presentato, di cui approvano i contenuti. Si impegnano a segnalare conflitti di interesse, in particolare eventuali accordi finanziari con ditte farmaceutiche o biomedicali i cui prodotti siano pertinenti all’argomento trattato nel manoscritto. Nel caso di studi condotti sugli esseri umani gli Autori riferiscono che lo studio è stato approvato dal comitato etico e che i pazienti hanno sottoscritto il consenso informato. Dichiarano inoltre che la ricerca riportata nel loro lavoro è stata eseguita nel rispetto della Dichiarazione di Helsinki e dei Principi internazionali che regolano la ricerca sugli animali». Gli Autori accettano implicitamente che il lavoro venga sottoposto in modo anonimo all’esame del Comitato di Lettura e, in caso di accettazione, a revisione editoriale. A tutti sarà dato cenno di ricevimento. L’EDITORIALE viene commissionato su invito del Direttore. Deve riguardare un argomento di grande rilevanza in cui l’Autore esprime la sua opinione personale. L’articolo non deve essere suddiviso in sezioni. Medicina dello Sport riserva uno spazio per la pubblicazione gratuita di tesi di Specializzazione in Medicina dello Sport giudicate degne di stampa dalle rispettive Scuole nel numero massimo di due per numero sotto forma di estratto della lunghezza di sei pagine di stampa per ciascuna. Dattiloscritti I lavori, in lingua italiana o inglese, devono essere inviati alla redazione online raggiungibile dal sito Edizioni Minerva Medica: www.minervamedica.it Gli autori che desiderino sottomettere i loro manoscritti devono collegarsi al sito www. minervamedica.it e accedere alla sezione “Online submission”. Accedendo per la prima volta, gli Autori devono creare il proprio account cliccando su “Create new account”. Dopo aver creato l’account, potrà incominciare la sottomissione dei manoscritti attraverso la piattaforma online indirizzando il lavoro alla Rivista “Medicina dello Sport”. Per loggarsi, basterà inserire il proprio username e la propria password e cliccare su “Login” seguendo le istruzioni per la sottomissione di un nuovo manoscritto. I lavori devono inoltre essere spediti in tre copie a “Medicina dello Sport” - Federazione Medico-Sportiva Italiana, Viale Tiziano 70, 00196 Roma. Se il primo Autore è socio della FMSI i dattiloscritti dovranno essere corredati da una fotocopia della tessera FMSI e del rinnovo annuale comprovante la regolarità della sua posizione di socio in quanto, in base alle nuove norme contrattuali, non sarà richiesto alcun contributo stampa e spetteranno n. 20 estratti omaggio con copertina nonché il 10% di sconto sulle tariffe in vigore per ulteriori estratti ed eventuali costi aggiuntivi (traduzioni, fotolito, tabelle, ecc.). L’elaborato dovrà essere presentato in formato elettronico (floppy disk e/o CD Rom) e in cartelle dattiloscritte con spaziatura doppia su una sola facciata e articolato nelle seguenti sezioni: Pagina di titolo • Titolo conciso, senza abbreviazioni, nella lingua originale, con traduzione nella seconda lingua. • Nome, Cognome e Firme degli Autori. • Istituto e Università, Divisione e Ospedale, o Ente di appartenenza di ciascun Autore. • Firma di autorizzazione alla stampa del Direttore dell’Istituto Universitario o del Primario Ospedaliero o del Responsabile dell’Ente di appartenenza. Questi dovranno indicare se “il lavoro spetti in parti uguali agli autori” ovvero specificare la funzione svolta da ciascuno degli autori • Nome, indirizzo e numero telefonico dell’Autore al quale dovranno essere inviate la corrispondenza e le bozze stampa. • Dati di eventuali Congressi ai quali il lavoro sia già stato presentato. • Menzione di eventuali finanziamenti o contratti di ricerca. • Ringraziamenti. Riassunto e Parole chiave Il riassunto deve sintetizzare in modo esauriente gli elementi essenziali del lavoro. Devono essere inviati un riassunto in lingua italiana e uno in lingua inglese di non più di 300 parole, strutturati nel seguente modo: Scopo, Metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni (Objective, Methods, Results, Discussion, Conclusions). Dovranno inoltre essere indicate le parole chiave (con un massimo di 5) nella lingua originale e nella seconda lingua. Per le parole chiave usare i termini del Medical Subject Headings (MeSH) dell’Index Medicus. Testo Il testo deve essere composto da: Introduzione Illustrante lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento trattato e lo scopo della ricerca e quali sono i motivi per cui i risultati vengono pubblicati. Materiali e metodi Descrizione delle procedure cliniche, tecniche o sperimentali seguite nella ricerca. I metodi e le procedure statistiche pubblicati per esteso in precedenza devono essere citati nelle appropriate voci bibliografiche. I dati che si riferiscono al materiale devono essere espressi in modo esauriente e preciso ma anche semplice e breve. Occorre seguire rigorosamente le Guidelines for Statistical Reporting in Articles for Medical Journals (Ann Int Med 1988;108:266-273). Di tutti i farmaci si deve citare nome generico, dosaggio e vie di somministrazione; non sono acettati marchi di fabbrica. I simboli e le sigle vanno spiegati alla prima apparizione nel testo e devono essere conformi agli standards internazionali. Risultati Vanno riportati sotto forma di tabelle e grafici eventualmente elaborati statisticamente, con l’ausilio di materiale illustrativo e una presentazione concisa nel testo evitando commenti e interpretazioni. Discussione dei risultati e considerazioni conclusive Finalizzate al commento sui risultati con eventuale confronto con i dati della letteratura, ai fini della pratica clinica e della ricerca sperimentale. Bibliografia La bibliografia, che deve comprendere i soli Autori citati nel testo, va numerata con numeri arabi in ordine consecutivo di prima citazione nel testo. Il richiamo delle voci bibliografiche nel testo deve essere fatto con numeri arabi posti tra parentesi. La bibliografia deve essere citata nello stile standardizzato approvato dall’International Committee of Medical Journals Editors. Riviste. Per ogni voce si devono riportare il cognome e l’iniziale del nome degli Autori (elencare tutti gli Autori fino a sei; se sette o più elencare solo i primi sei nomi seguiti da: et al.), il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista (attenendosi alle abbreviazioni usate dall’Index Medicus), l’anno di pubblicazione, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. Nelle citazioni bibliografiche seguire attentamente la punteggiatura standard internazionale. Esempio: Sutherland DE, Simmons RL, Howard RJ. Intracapsular technique of transplant nephrectomy. Surg Gynecol Obstet 1978;146:951-2. Libri e Monografie. Per pubblicazioni non periodi- che dovranno essere indicati i nomi degli Autori, il titolo, l’edizione, il luogo di pubblicazione, l’editore e l’anno di pubblicazione. Esempio: G. Rossi. Manuale di otorinolaringologia. IV edizione, Torino: Edizioni Minerva Medica, 1987:67-95. Tabelle Ogni tabella deve essere presentata, in foglio separato, correttamente dattiloscritta, preparata graficamente secondo lo schema di impaginazione della rivista, numerata in cifre romane, corredata da un breve titolo. Eventuali annotazioni devono essere inserite al piede della tabella e non nel titolo. Le tabelle devono essere richiamate nel testo. Figure Le fotografie devono essere inviate sotto forma di nitide copie su carta. Esse devono riportare sul retro una etichetta che indichi la numerazione in cifre arabe, il titolo dell’articolo, il nome del primo autore, l’orientamento (alto, basso) e devono essere richiamate nel testo. Non scrivere sul retro delle figure e non graffiare o rovinare le stesse utilizzando graffe. Eventuali diciture all’interno della figura devono essere realizzate a caratteri di stampa con i trasferibili. La riproduzione deve essere limitata alla parte essenziale ai fini del lavoro. Le foto istologiche devono sempre essere accompagnate dal rapporto di ingrandimento e dal metodo di colorazione. Le didascalie vanno dattiloscritte su un foglio a parte. Disegni, grafici e schemi devono essere eseguiti in forma definitiva a china su carta da lucido o su cartoncino bianco liscio da disegnatori esperti, utilizzando dove necessario i trasferibili (tipo Letraset), oppure possono essere realizzati con il computer. Gli esami radiologici vanno presentati in copia fotografica su carta. Elettrocardiogrammi, elettroencefalogrammi, ecc. devono essere inviati in forma originale o eventualmente fotografati, mai fotocopiati. Per le figure a colori specificare sempre se si desidera la riproduzione a colori o in bianco e nero. Lettere, numeri, simboli dovrebbero essere di dimensioni tali che quando ridotti per la pubblicazione risultino ancora leggibili. Le dimensioni ottimali per la riproduzione sulla rivista sono: — cm 7,2 (base)×cm 4,8 (altezza) — cm 7,2 (base)×cm 9,8 (altezza) — cm 15,8 (base)×cm 9,8 (altezza) — cm 15,8 (base)×cm 18,5 (altezza): 1 pagina Gli elaborati devono rispondere rigorosamente alle suddette norme: in difetto non saranno presi in considerazione. La correzione delle bozze di stampa dovrà essere limitata alla semplice revisione tipografica; eventuali modificazioni del testo saranno addebitate agli Autori. Le bozze corrette dovranno essere restituite entro 15 giorni a medicina dello sport - Edizioni Minerva Medica - Corso Bramante 83-85 - 10126 Torino. In caso di ritardo, la Redazione della rivista potrà correggere d’ufficio le bozze in base all’originale pervenuto. I moduli per la richiesta di estratti vengono inviati insieme alle bozze. Rivista stampata su acid-free paper. pISSN: 0025-7826 eISSN: 1827-1863 INSTRUCTIONS FOR AUTHORS General regulations Medicina dello Sport, official journal of the Italian Federation of Sports Medicine (FMSI), is an external peer-reviewed scientific journal, published quarterly by Minerva Medica; editors in-chief have the input of a distinguished board of editorial consultants representing multiple disciplines concerned with sports medicine. Medicina dello Sport aims to publish the highest quality material, both clinical and scientific on all aspects of sports medicine; Medicina dello Sport includes research findings, technical evaluations, review articles and in addition provides a forum for the exchange of information on all professional sports medicine issues including education; reviewers are asked to complete a specific form and to return the paper to the Editor, with comments, within one month. The manuscripts submitted for publication must conform precisely to the following instructions for authors and are themselves in conformity with the Uniform Requirements for Manuscripts submitted to Biomedical Editors published by the International Committee of Medical Journal Editors (Ann Int Med 1988;105:258-265). The submission of the manuscript implies that the paper has not previously been published and that, if accepted, it will not be published elsewhere, either in its entirety or in part. All illustrative material must be original. Illustrations taken from other sources must be accompanied by the publisher’s permission. Manuscripts not accepted for publication will not be returned by the publishers. In conformity with the Helsinki Declaration, the journal reiterates that all research involving human beings must be conducted as indicated by the Helsinki Declaration. In conformity with the International Guiding Principles for Biomedical Research Involving Animals recommended by the WHO, the journal requires that all research on animals conform to the said principles. Papers must be accompanied by the following declaration signed by ALL THE AUTHORS: “The undersigned Authors transfer the ownership of copyright to the journal MEDICINA DELLO SPORT should their work be published in this journal. They state that the article is original, has not been submitted for publication in other journals and has not already been published. They state that they are responsible for the research that they have designed and carried out; that they have participated in drafting and revising the manuscript submitted, which they approve in its contents. They agree to inform Minerva Medica of any conflict of interest that might arise, particularly any financial agreements they may have with pharmaceutical or biomedical firms whose products are pertinent to the subject matter dealt with in the manuscript. In the case of studies carried out on human beings, the authors confirm that the study was approved by the ethics committee and that the patients gave their informed consent. They also state that the research reported in the paper was undertaken in compliance with the Helsinki Declaration and the International Principles governing research on animals”. The authors implicity accept the fact that their paper will be presented anonymously for examination by the Editorial Board and for editorial revision if accepted. EDITORIALS are commissioned by the Editor. They should deal with topics of major importance on which the authors expresses a personal opinion. Editorials should not be subdivided into sections. Medicina dello Sport reserves a certain number of pages for the publication without charge of a maximum of two graduate theses pertaining to sports medicine and judged to be worthy of publication by the schools in questions. They will be printed in the form of abstracts of six printed pages each. Manuscripts Manuscripts, in Italian or English, should be submitted directly to the online Editorial Office at the Edizioni Minerva Medica website: www.minervamedica.it Authors wishing to submit their manuscript can access the website www.minervamedica. it and go to the “Online submission” section. If you are entering the site for the first time, please take a moment to create your personal account by clicking on “Create new account”. You will need to create an account in order to upload your manuscript to the online platform choosing the Journal “Medicina dello Sport”. Enter your username and password and click on “Login”. Then follow the instructions on how to submit a new manuscript. Manuscripts should also be despatched to: “Medicina dello Sport” - Federazione MedicoSportiva Italiana, Viale Tiziano 70, 00196 Roma. If the first author is a member of the FMSI, a photocopy of the membership card and of the annual renewal should accompany the manuscript, since no contribution will be due for printing costs and the author will receive 20 free reprints with cover and a discount of 10% on rates for extra reprints and any additional costs. For authors who are not FMSI members, printed pages will be charged to the authors at Euro 40,00 per page. In either case, colour figures, linguistic revision, and excessive alterations to proofs will be charged to the authors. The paper should be presented in electronic format (floppy disk and/or CD) and in doublespaced sheets, typed on one side only and subdivided into the following sections: Title page • Coincise title without abbreviations in the original language and accompanied by its translation into the other language. • Name, Surname and Signature of the Authors. • Department and University, Division and Hospital or Body to which each author belongs. • Signature authorising publication of the University Department’s Head, the Hospital’s Chief Medical Officer or the Director of the relevant Body. They should indicate whether “the work is the equal work of all authors”, or specify the role played by each author. • N ame, address and telephone number of the author to whom correspondence or proofs should be addressed. • Date of any congresses at which the papers has already been presented. • Mention of any financial assistance or research contracts. • Acknowledgements. Summary and Key words The summary must contain a detailed synthesis of the key elements of the work. The paper must be accompanied by a summary in Italian and one in English, containing no more than 300 words, which should be structured as follows: Objective, Methods, Results, Discussion, Conclusions. A maximum of 5 key words must also be given, both in Italian and in English. Key words should use the terminology of the Medical Subject Headings (MeSH) in the Index Medicus. Text The text should be composed as follows: Introduction Outlining current knowledge of the topic and the purpose of the study, and explaining why the results are being published. Materials and methods A description of the clinical, technical or experimental techniques used in the study. Any methods and statistical procedures previously published in detail must be quoted under the appropriate reference numbers. Data referring to the material must be expressed fully and precisely, but also simply and concisely. Authors must comply strictly with the Guidelines for Statistical Reporting in Articles for Medical Journals (Ann Int Med 1988, 108 266-273). The generic name, dose and method of administration must be given for all drugs; no manufacturer’s brand names will be accepted. Symbols and signs must be explained the first time they appear in the text and must conform to international standards. Results These should be reported in the form of tables and graphs, if necessary statistically processed using illustrative material, and presented concisely in the text, avoiding comments and interpretations. Discussion of results and conclusions This section comments on the results in terms of their relevance to clinical practice and experimental research and may compare the results with data from the literature. References Works listed under “References” should be given consecutive Arabic number. References to these works in the text should be followed by the relevant number in parentheses. References should be listed in the standard form approved by the International Committee of Medical Journal Editors. Journals. Each Reference entry should give the surname and initial(s) of all authors up to six (if the article has more than six authors, list the first six followed by: “et al.”), the original title of the article, the title of the journal (using Index Medicus abbreviations); year of pubblication; volume number; initial and final page numbers. Standard international punctuation must be adopted. Example: Sutherland DE, Simmons RL, Howard RJ. Intracapsular technique of transplant nephrectomy. Surg Gynecol Obstet 1978;146:951-2. Books and Monographs. In the case of non-periodical publications, authors should list the name of authors and the title, edition, place of publication, publisher and date of publication. Example: G. Rossi. Manuale di otorinolaringologia. IV edizione, Torino: Edizioni Minerva Medica, 1987:67-95. Tables Each table should be presented on a separate sheet correctly typed, laid out according to the journal’s own pagination, numbered in Roman figures and briefly titled. Any notes should be added at the foot of the page and not incorporated in the title. Tables must be referred to in the text. Figures Photographs should be submitted in the form of clean copies printed on card. A label on the back should indicate the number in arabic numerals, the title of the article, the name of the first author, the positioning (top or bottom). the photographs should be referred to in the text. Do not write on the back of photographs. Do not scratch them or spoil them with staples. And wording on the figure should be stenciled on in block letters. Only the part essential to the article should be reproduced. Histological photographs should always indicate the magnification ratio and staining method. Captions should be typed onto a separate sheet. Drawings, graphs and diagrams should be produced in black ink on gloss-finish paper or smooth white draftsman’s paper, using stencil lettering where necessary. They may also be produced on a computer. Radiology photographs should be printed on paper. Electrocardiograms, electroencephalograms etc. should be submitted in their original form or photographed, never photocopied. In the case of figures in colour, it should always be stated whether they are to be reproduced in colour or in black and white. Letters, numbers and symbols should be of a size to remain legible when reduced for publication. The ideal sizes for reproduction in this journal are the following: — cm — cm — cm — cm 7.2 7.2 15,8 15,8 (base)×cm (base)×cm (base)×cm (base)×cm 4.8 9,8 9,8 18.5 (height) (height) (height) (height): full page Figures that do not conform precisely to the above standards will not be accepted for publication. Any changes to the proofs should be confined to typographical corrections. Any modifications to the text will be charged to the authors. Corrected proofs should be returned within 15 days to Medicina dello Sport - Edizioni Minerva Medica Corso Bramante 83-85 - I-10126 Torino. In the event of delay, the Editorial Board will be entitled to make its own corrections on the basis of the original already received. Forms for requests for extracts will be sent out with the proofs. Journal printed on acid-free paper. pISSN: 0025-7826 eISSN: 1827-1863 MEDICINA DELLO SPORT Vol. 67 Settembre 2014 Numero 3 INDICE 341 411 Dolore pelvico anteriore nell’atleta da patologie intra-articolari: eziopatogenesi, diagnosi e principi di trattamento Allenamento dei muscoli inspiratori in giovani cestisti: una valutazione preliminare RASSEGNA Pogliacomi F., Costantino C., Pedrini M. F., Pourjafar S., De Filippo M., Ceccarelli F. Tranchita E., Minganti C., Musumeci L., Squeo M. R., Parisi A. 423 369 AREA FISIOLOGICA Parametri di precisione e coordinazione in schermidori d’élite polacchi della categoria cadetti Rokita A., Bronikowski M., Popowczyk M., Cichy I., Witkowski M. 383 Forma fisica e numero massimo di esecuzioni di hikidashi uchi-komi in atleti praticanti judo Del Vecchio F. B., Dimare M., Franchini E., Schaun G. Z. Effetto dell’attività fisica sulle variazioni nella composizione corporea in giovani adulti: uno studio longitudinale di quattro anni Kayihan G. 437 Effetti del polimorfismo del gene GSTM1 sul danno ossidativo al DNA e sulla perossidazione lipidica in seguito a esercizio fisico estenuante in giovani lottatori Mirzaei B., Rahmani-Nia F., Salehi Z., Rahimi R., Saravani M. F., Ahmadi R., Hoor Z. M. B. 449 397 Effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale in studenti principianti sulla performance di tiro e passaggio nella pallacanestro Tahmasebi Boroujeni S., Zourbanos N., Shahbazi M. Vol. 67 - N. 3 AREA MEDICA Livelli di testosterone e cortisolo salivari per valutare il programma di allenamento di condizionamento nel rugby a 15 Pacini S., Branca J. J. V., Gulisano M., Levi Micheli M., Ceroti M., Ruggiero M., Morucci G. MEDICINA DELLO SPORT XI INDICE 465 Determinazione della massima ossidazione lipidica per la prescrizione dell’esercizio fisico in soggetti sedentari e non obesi affetti da diabete di tipo 2 Traina M., Giglio A., Lo Presti R., Cerasola D., Giglio V., Zangla D., Russo G., Cataldo A. 495 LA MEDICINA DELLO SPORT... PER SPORT Il sollevamento pesi Gianfelici A., Urso A., Varalda C., Pasqualoni F., Voglino N. 507 473 AREA ORTOPEDICA LA MEDICINA DELLO SPORT... PER SPORT NEI FASCICOLI Flis-Masłowska M., Trzaska T., Wiernicka M., Lewandowski J. 513 485 Modelli di periodizzazione dell’allenamento di forza. Dall’approccio “tradizionale” alla “daily undulating periodization” Lesioni strutturali nel rachide lombosacrale in giocatori di hockey su prato CASI CLINICI Rottura inveterata del tendine peroneo lungo da overuse in schermidore di alto livello: incongruenza tra entità del danno, quadro diagnostico e deficit funzionale Giannini S., Boni G. XII FORUM Merni F., Bartolomei S., Ciacci S. 527 NOTIZIARIO FEDERALE MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 MEDICINA DELLO SPORT Vol. 67 September 2014 No. 3 CONTENTS 341 411 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases: etiopathogenesis, diagnosis and principles of treatment Inspirational muscles training in young basketball players: preliminary evaluation REVIEW Pogliacomi F., Costantino C., Pedrini M. F., Pourjafar S., De Filippo M., Ceccarelli F. Tranchita E., Minganti C., Musumeci L., Squeo M. R., Parisi A. 423 369 PHYSIOLOGICAL AREA Precision and coordination parameters of Polish elite cadet fencers Rokita A., Bronikowski M., Popowczyk M., Cichy I., Witkowski M. 383 Physical fitness and maximum number of allout hikidashi uchi-komi in judo practitioners Del Vecchio F. B., Dimare M., Franchini E., Schaun G. Z. Effect of physical activity on body composition changes in young adults. A four-year longitudinal study Kayihan G. 437 Effects of GSTM1 gene polymorphism on oxidative DNA damage and lipid peroxidation following exhaustive exercise in young wrestlers Mirzaei B., Rahmani-Nia F., Salehi Z., Rahimi R., Saravani M. F., Ahmadi R., Hoor Z. M. B. 449 397 The effects of instructional and motivational self-talk on basketball passing and shooting performance in novice students Tahmasebi Boroujeni S., Zourbanos N., Shahbazi M. Vol. 67 - N. 3 MEDICAL AREA Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program in rugby union players Pacini S., Branca J. J. V., Gulisano M., Levi Micheli M., Ceroti M., Ruggiero M., Morucci G. MEDICINA DELLO SPORT XIII CONTENTS 465 Determination of maximal fat oxidation for prescribing exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects Traina M., Giglio A., Lo Presti R., Cerasola D., Giglio V., Zangla D., Russo G., Cataldo A. ORTHOPEDIC AREA Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players Flis-Masłowska M., Trzaska T., Wiernicka M., Lewandowski J. Gianfelici A., Urso A., Varalda C., Pasqualoni F., Voglino N. SPORT … MEDICINE FOR SPORT IN PAST ISSUES 513 Periodization of strength training: from traditional to daily undulating periodized models Inveterate long peroneal tendon tear caused by overuse in a highly professional fencer: inconsistency between the severity of damage, the diagnostic picture and the functional deficit XIV Weightlifting FORUM 485 Giannini S., Boni G. SPORT … MEDICINE FOR SPORT 507 473 CASE REPORTS 495 Merni F., Bartolomei S., Ciacci S. 527 FEDERAL NEWSLETTER MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Rewiev Rassegna MED SPORT 2014;67:341-68 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases: etiopathogenesis, diagnosis and principles of treatment Dolore pelvico anteriore nell’atleta da patologie intra-articolari: eziopatogenesi, diagnosi e principi di trattamento F. POGLIACOMI 1, C. COSTANTINO 2, M. F. PEDRINI 2 S. POURJAFAR 1, M. DE FILIPPO 3, F. CECCARELLI 1 2Graduate 1Orthopedic Clinic, Department of Surgical Sciences, Parma University Hospital, Parma, Italy School of Physical and Rehabilitation Medicine, Department of Biomedical, Biotechnological and Translational Sciences, University of Parma, Parma, Italy 3Radiology Unit, Department of Surgical Sciences, Parma University Hospital, Parma, Italy SUMMARY Hip and groin pain in athlete is a common condition and is not infrequently a cause of frustration and aggravation to both physician and patient. It may result from an acute injury, a chronic repetitive trauma and also from systemic pathologies. The differential diagnosis of hip pain is broad and includes bone injuries, intra- and extra-articular pathologies, neuropathies and also visceral diseases; their clinical differentiation and subsequent management is difficult. With the current advancements in hip imaging and arthroscopy there is a significant more attention focused on athletes affected by groin pain as consequence of intra-articular lesions. This article briefly reviews the different common hip intra-articular conditions that causes groin pain in this specific population, focusing on their diagnosis, imaging and treatment. Key words: Groin - Pain - Wounds and injuries - Athletes - Joint. RIASSUNTO La coxalgia e il dolore inguinale sono condizioni frequenti nell’atleta e spesso sono di difficile gestione sia per il medico che per il paziente. Questa sintomatologia può essere conseguente ad un evento acuto, a traumi cronici ripetuti e anche a patologie sistemiche. La diagnosi differenziale è ampia e comprende lesioni ossee, patologie intra- ed extra-articolari, neuropatie e malattie viscerali e, per questo, il loro riconoscimento e successivo corretto trattamento è spesso difficile. Attualmente, anche grazie ai progressi delle indagini strumentali e dell’artroscopia, è notevolmente aumentata l’attenzione verso gli atleti con problematiche all’inguine da cause intra-articolari. Questo articolo analizza le diverse patologie intra-articolari che causano dolore pelvico anteriore in questa tipologia di pazienti, con particolare riferimento alla loro diagnosi, imaging e terapia. Parole chiave: Inguine - Dolore - Patologie - Atleti - Articolazione. A crucial step has been made in understanding the role of hip joint lesions as a source of dysfunction and disability also in athletic population. Injuries of the hip in adolescents and young adult athletes have recently received greater attention with advances in the Vol. 67 - No. 3 N el corso degli anni sono stati compiuti numerosi progressi nella individuazione delle lesioni articolari dell’anca che provocano disabilità negli atleti e recentemente, anche grazie ai miglioramenti ottenuti nella comprensione dell’anatomia funzionale e delle indagini strumentali e nelle MEDICINA DELLO SPORT 341 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases understanding of functional anatomy, imaging and arthroscopy of this joint and for these reasons hip disorders are increasingly earlier recognized.1, 2 Historically, most of these pathologies have been unrecognized and untreated, leaving the athlete with no other choice than to relinquish his/her competitive career.2 A correct diagnosis and an effective management of anterior pelvic pain in athletes has challenged for years, and is nowadays daring many primary physicians and specialists. Several conditions may cause groin pain and the differential diagnosis is broad and includes a wide range of musculoskeletal injuries as well as visceral diseases.3-16 These pathological conditions may be classified on the basis of their onset (acute or chronic) or of their site of origin (bone, joint, periarticular soft tissues, nerves and viscera).4 Intra-articular causes of groin pain includes femoro-acetabular impingement (FAI), labral tears, loose bodies, hip instability, pathologies characterized by synovial inflammation, osteoarthritis (OA) and lesions of the “ligamentum teres” (Table I). Some of these entities are typically related to specific sport activities while others may affect both the athlete and normal people.4 Although intra-articular injuries represent only a part of total hip athletic injures they account for the largest proportion of days lost from sport.1, 4, 17 Early diagnosis and appropriate treatment allow most athletes to return fully to their sport (RTS) and, especially for intra-articular causes, the improvements in arthroscopic techniques have guaranteed a faster recovery, even if long-term implications of high level activities must still be assessed. In this article the authors review the more common causes of anterior pelvic pain in athletes as consequence of intra-articular injuries, tecniche artroscopiche di questa articolazione, tali patologie, soprattutto negli adolescenti e nei giovani sportivi, hanno ricevuto una maggiore attenzione e vengono riconosciute sempre più precocemente 1, 2. Storicamente la maggior parte di queste patologie non veniva diagnosticata e adeguatamente curata, costringendo spesso l’atleta a dover abbandonare la carriera agonistica 2. Una diagnosi corretta e un’efficace gestione del dolore negli atleti è stata per anni, ed è tuttora una sfida per molti medici anche specialisti. Diverse sono le cause che possono determinare un dolore pelvico anteriore e la diagnosi differenziale è ampia e comprende una vasta gamma di lesioni sia muscolo-scheletriche sia di origine viscerale 3-16. Tali condizioni patologiche possono essere classificate sulla base della loro insorgenza (acuta o cronica) o del loro sito di origine (osso, articolazione, tessuti molli periarticolari, nervi e visceri) 4. Le patologie intra-articolari includono l’impingement femoro-acetabolare (FAI), lesioni labbrali, corpi liberi, instabilità d’anca, patologie caratterizzate da infiammazione sinoviale, osteoartrosi (OA) e lesioni del legamento “teres” (Tabella I). Alcune di queste, che rappresentano solo una parte di tutte le lesioni dell’anca dell’atleta ma che risultano comunque essere la causa principale in termini di giornate di astensione dall’attività sportiva, sono tipicamente correlate ad uno specifico sport, mentre altre possono interessare sia l’atleta sia la popolazione generale 1, 4, 17. La loro diagnosi e un trattamento adeguato e precoce consentono, alla maggior parte degli atleti, di tornare a svolgere la loro attività sportiva (RTS) e, soprattutto in queste patologie intra-articolari, il progressivo perfezionamento delle tecniche artroscopiche ha garantito un recupero più veloce, anche se il mantenimento di questi risultati a lungo termine non è ancora stato dimostrato. In questo articolo gli autori analizzano le cause intra-articolari più comuni che possono causare un dolore pelvico anteriore negli atleti focalizzan- Table I. — Common intra-articular pathologies that cause anterior pelvic/groin pain. Tabella I. — Differenti patologie intra-articolari che causano dolore pelvico anteriore. Intra-articular causes of anterior pelvic pain/groin pain. Femoroacetabular impingement (FAI) Intra-articular snapping hip syndrome –– labral tears –– loose bodies –– hip instability –– synovial inflammation (systemic process, synovial chondromatosis, pigmented villonodular synovitis) Chondral damage and osteoarthritis Hypertrophy and “ligamentum teres” lesions 342 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI focusing on their etiopathogenesis, evaluation and management. dosi sulla loro eziopatogenesi, diagnosi e gestione clinico-terapeutica. Femoro-acetabular impingement Impingement femoro-acetabolare Hip impingement syndrome, or FAI, is a mechanical hip disorder consequent to an altered congruity between the femoral head/neck and the acetabular rim resulting in anterior pelvic pain and decreased range of motion (ROM).18-20 The relevance of this pathology is also reflected on potential degenerative joint damages which can result in osteoarthritis if left untreated and, for this reason, FAI is nowadays one of the major causes of early degenerative changes of the acetabular cartilage and labrum.19, 21, 22 The first reported description of FAI was done by Smith-Petersen in 1936 who associated this pathology to idiopathic development of hip osteoarthritis.23 Subsequently, in 1975 Stulberg et al. demonstrated the association between degenerative idiopathic coxarthrosis and anatomical anomalies of the junction between the neck and head of the femur, being the first to coin the term “pistol grip deformity”.24 Their observations were later confirmed by other authors which reported that more than 90% of cases with idiopathic coxarthrosis had underlying altered hip morphology, seemingly consequent to subtle undetected juvenile pathologies.4, 18, 25-28 Recently, we assisted to an increasing awareness about this pathology, since Ganz’s description of this disease in patients who refer anterior pelvic pain following peri-acetabular osteotomy. In these cases, excessive “iatrogenic” retroversion of the acetabulum causes an abnormal contact between the neck of the femur and the re-oriented acetabular labrum, which was more evident in patients with a reduced offset between the femoral neck and head and during hip flexion and internal rotation movements.29, 30 The etiology of this pathology has not yet been completely defined. Some iatrogenic causes have been reported, in particular postsurgical ones following pelvic osteotomies, and deformities caused by proximal femoral malunions, hereditary exostosis and coxa profunda and protrusio acetabuli.21, 31 In many cases FAI is secondary to residual deformities following juvenile hip diseaes such as epiphysiolisis (SCFE) and Legg-Calvè-Perthes disease (LCPD), to congenital acetabular retroversion L’impingement, o conflitto FAI è un disordine meccanico dell’articolazione dell’anca conseguente a un alterato rapporto tra testa/collo del femore e la rima acetabolare che determina dolore pelvico anteriore e riduzione del suo range articolare 18-20. L’importanza di tale patologia si riflette anche sulla possibile comparsa di danni intra-articolari progressivi che, se non trattati, possono esitare in coxartrosi e per questo il FAI è ad oggi considerato una delle cause più comuni di deterioramento e danno precoce del labbro e cartilagine acetabolare nelle anche non displasiche 19, 21, 22. Originariamente la prima descrizione di FAI fu fatta nel 1936 da Smith-Petersen che associò questa patologia allo sviluppo di coxartrosi idiopatica 23. Successivamente Stulberg et al. nel 1975 dimostrarono l’associazione tra coxartrosi idiopatica e anomalie anatomiche alla giunzione tra collo e testa del femore e, per primi, coniarono il termine “pistol grip deformity” 24. Tali osservazioni furono successivamente confermate da altri autori che riportarono come più del 90% dei casi di coxartrosi idiopatica avesse alla base un’alterata morfologia dell’anca, verosimilmente conseguente a forme subcliniche misconosciute in età infantile 4, 18, 25-28. Recentemente si è assistito a un sempre maggiore interesse verso questa patologia in seguito alla descrizione di Ganz di pazienti che hanno sviluppato un dolore pelvico anteriore dopo osteotomia periacetabolare. In questi casi l’eccessiva retroversione “iatrogena” dell’acetabolo aveva causato un anomalo contatto tra il collo femorale e il labbro acetabolare riorientato, e ciò era più evidente in quei pazienti con un ridotto offset tra collo e testa e durante i movimenti di flessione e rotazione interna dell’anca 29, 30. L’eziologia di questa patologia non è stata ancora completamente chiarita. Esistono cause iatrogene, in particolare postchirurgiche dopo osteotomie pelviche, forme conseguenti a fratture del femore prossimale malconsolidate, a esostosi ereditarie e a coxa profunda e protrusio acetabuli 21, 31. In molti casi il FAI è secondario a deformità residue dopo patologie dell’anca infantili quali epifisiolisi (SCFE) e Morbo di Legg-Calvè-Perthes (LCPD), a retroversione acetabolare congenita o a esiti di displasia dell’anca 4, 18, 21, 26-28. In realtà, nella maggior parte dei casi, tale malattia è idiopatica per cui non è possibile riconoscere una causa o una Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 343 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases or hip dysplasia.4, 18, 21, 26-28 However, in the majority of cases, FAI is idiopathic and thus cannot be linked to a cause or hip disease, and generally, it involves high-performing athletes which begin their activity during adolescence.32-35 Recent studies have shown that “primum movens” in idiopathic cases of FAI could be a subtle bony predisposition associated to heavy physical activity or to extreme ROM movements.23, 24 Furthermore, it has been suggested a genetic predisposition, as described by Pollard et al. in a study done on siblings of 64 patients with FAI, which underlined having a relative risk of 2.4 and 2.0, respectively, of developing the pathology.21, 36 Two types of FAI exist (Cam and Pincer) which can be either isolated or more frequently associated to one another. In the Cam type (Figure 1), there is a more pronounced and salient bony ridge at the junction between the neck and head of the hip, normally located on the anterior-superior portion with a loss of its patologia alla base del suo sviluppo e, generalmente, interessa pazienti che svolgono attività sportiva ad alta intensità già durante l’adolescenza 32-35. Studi recenti indicano che il primum movens nei casi di FAI idiopatico potrebbero essere attività fisiche particolarmente gravose o con escursioni articolari estreme associate ad una predisposizione morfologica ossea subclinica che insieme favorirebbero lo sviluppo della deformità. È stata inoltre ipotizzata una predisposizione “genetica” come descritto da Pollard e coll. che in uno studio condotto su 64 fratelli/sorelle con FAI, ha evidenziato come il rischio relativo di svilupparlo fosse rispettivamente di 2.4 e 2.0 21, 36. Esistono due tipi di FAI (Cam e Pincer) che possono presentarsi in modo isolato o più frequentemente associati. Nel FAI tipo Cam (Figura 1) è presente una “salienza/protuberanza ossea” a livello della giunzione collo-testa del femore, di solito localizzata nella porzione antero-superiore con perdita della sua sfericità e dell’offset che ne determina un anomalo contatto con l’acetabolo Figure 1.—Cam impingement. A, B) Drawings; C, D) A-P and “frog view” pelvis X-ray with femoral neck bump (arrow). Figura 1. — Cam impingement. A, B) Disegni; C, D) radiografie del bacino in A-P e proiezione tipo “frog” con “bump” del collo femorale (freccia). 344 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI Figure 2.—Pincer impingement. A, B) Drawings; C, D) A-P and “frog view” pelvis X-ray with acetabular rim protrusion (arrows). Figura 2. — Pincer impingement. A, B) Disegni; C, D) radiografie del bacino in A-P e proiezione tipo “frog” con protrusione del margine acetabolare (frecce). spherical shape and offset which lead to an abnormal contact between the femur and the acetabulum during flexion and intra-rotation of the hip, thus leading to progressive degeneration of its cartilage and labrum.18, 21, 37 The Pincer type (Figure 2) is on the other hand seen as an excessive protrusion of the acetabular rim which loses its physiological contact with the neck and head junction of the femur, and can lead with time to development of cartilage and labrum damage or even small bony detachments from its margin and it can be a consequence of an excessive acetabular coverage (acetabular retroversion) or global coverage (coxa profunda and protrusio acetabuli). Ultimately, the mixed type (Figure 3) includes both alterations of the neck-head junction and of the acetabulum.38 In all 3 types, the abnormal bony contact and resultant limited motion can lead, especially in high performing athletes, to compensatory mechanisms or behaviours of the vertebral spine, the pubic symphysis, the sacroiliac joint and the posterior Vol. 67 - No. 3 durante i movimenti di flessione e di intrarotazione dell’anca, con conseguenti danni del complesso labbro-condrale del cotile 18, 21, 37. Il tipo Pincer (Figura 2) è invece caratterizzato da una eccessiva protrusione del margine acetabolare che entra così in contatto, in modo non fisiologico, con la giunzione collo-testa del femore, e può condurre con il tempo all’insorgenza di lesioni del cercine e della cartilagine fino a distacchi o fratture del margine cotiloideo e può essere la conseguenza di una eccessiva copertura acetabolare (retroversione acetabolare) o globale (coxa profunda e protrusio acetabuli). Il tipo misto infine (Figura 3) comprende sia alterazioni della giunzione collo–testa sia dell’acetabolo 38. In tutti e tre i tipi l’anormale contatto osseo e la risultante riduzione del movimento possono determinare, soprattutto in atleti di alto livello, meccanismi/ atteggiamenti di compenso della colonna vertebrale, della sinfisi pubica, dell’articolazione sacroiliaca e della parte posteriore dell’acetabolo, che a lungo andare possono provocare lesioni secondarie della parete posteriore del canale ingui- MEDICINA DELLO SPORT 345 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases Figure 3. — Mixed impingement. A, B) Drawings; C, D) A-P and “frog view” pelvis X-ray with acetabular rim protrusion and femoral neck “bump” (arrows). Figura 3. — Impingement misto. A, B) Disegni; C, D) radiografie del bacino in A-P e proiezione tipo “frog” con protrusione del margine acetabolare e “bump” del collo femorale (frecce). portion of the acetabulum, which can lead to secondary lesions of the posterior wall of the inguinal canal, thus causing chronic anterior pelvic pain.39 FAI can occur in any person of the general population, although FAI is becoming ever more evident in athletes of any age.20 It has been shown that the Cam type is more often seen in young males, whereas the Pincer type is more frequent in middle-aged women.30, 40-42 All sports, above all if begun in early childhood, can be associated to the development of FAI with a clear prevalence in some sports rather than others and also according to the country of origin. In Central and Southern Europe it is most often seen in soccer, rugby and basketball. In Northern Europe it is instead mainly observed in ice hockey players, and in North America it is also seen in hockey players but also in football, basketball and baseball players.39, 43, 44 An American study published in 2014 showed that high level athletes have more bilateral involvement than amateur players, and sports that require sudden and unpredictable direction changes develop this pathology earlier.45-47 Other studies conducted on 346 nale che inevitabilmente esitano in dolore pelvico anteriore cronico 39. Un FAI può interessare ogni individuo nella popolazione generale, anche se sta diventando sempre più evidente come il FAI sia più frequente negli atleti di ogni livello ed età 20. È stato dimostrato che il tipo Cam è più spesso osservato nei giovani maschi, mentre il Pincer si riscontrerebbe con maggior frequenza nelle donne di mezza età 30, 40-42. Tutti gli sport, soprattutto se iniziati in età precoce, possono essere associati allo sviluppo di FAI con una netta prevalenza di uno sport rispetto ad un altro a seconda delle nazioni in cui ci si trova. In Europa centrale e meridionale è più comunemente osservato in giocatori di calcio, rugby e basket. Nel Nord Europa invece vi è un maggior coinvolgimento in giocatori di hockey su ghiaccio, mentre nel continente americano i più interessati sono i giocatori di football americano, basket, baseball e ancora hockey su ghiaccio 39, 43, 44. Da uno studio americano del 2014 è emerso come gli atleti di alto livello, rispetto a quelli amatoriali, abbiano un interessamento più frequentemente bilaterale e che quelli che svolgono sport caratterizzati da improvvisi cambi di direzione sviluppano questa patologia più pre- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases high level athletes have shown that the Cam type is more frequent in the athlete population than the Pincer type.46, 48 Groin pain derived from FAI arises slowly and intermittently and progressively increases in intensity and length.21 Pain location is referred by the patient to be in the affected hip, using a “C sign”, moving the hand from front to rear of the hip.30 Pain can worsen during activity that requires hip flexion and can lead to reduced motion.30, 40 Patient history can hold past occasions of joint blocking, usually because of labrum and flap cartilage lesions, often associated to FAI.20 Pain and stiffness in flexion, abduction/adduction and hip rotation is evident on physical examination. The FADDIR and FABER tests are particularly useful in the diagnosis. The FADDIR test consists in flexion, adduction and internal rotation of the hip, whereas the FABER test (or Patrick test) are done in flexion, abduction and external rotation.30, 49 The latter was described to assess both the hip and sacroiliac joints. While supine, the affected leg is crossed over the straight controlateral leg in a figure of 4. In this position, a pressure is applied over the affected knee which can evoke pain either posteriorly, indicating a sacroiliac involvement, anteriorly, indicating a FAI or psoas tendinitis, or laterally in the presence of a lateral acetabular labrum impingement. A positive sign is also determined by the distance between the knee and examination bed and usually there is greater distance on the affected side in comparison to the healthy one.30, 50 Diagnosis of FAI is confirmed by conventional radiographs and magnetic resonance imaging (MRI).21, 51 The radiographs include anterior-posterior (AP) and oblique (“frog views”) projections. AP views will show both acetabular and proximal femur epiphysis alterations.30 In this view, there are 3 acetabular signs of the Pincer impingement: the posterior wall sign, the “cross-over” sign and the ischial spine sign. The posterior wall sign consists in radiographic evidence of a medially displaced margin of the posterior wall of the acetabulum in relation to the center of the femoral head. The cross-over sign (Figure 4A) can be seen in the AP view when the acetabulum is inverted; in fact, the lines that represent the anterior and posterior margins of its wall normally meet at the edges of the acetabulum, while in this case they cross each other half way. The ischial spine sign is seen when the acetabulum is abnoramlly ret- Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI cocemente 45-47. Altri studi sempre condotti su atleti di alto livello, hanno mostrato come nella popolazione sportiva il FAI tipo Cam è più frequente rispetto al Pincer 46, 48. La sintomatologia dolorosa inguinale del FAI è di solito ad esordio lento e intermittente e aumenta progressivamente in intensità e durata 21. La sede del dolore viene riferita dal paziente nell’anca affetta, utilizzando il “segno della C”, delimitandola con la mano dall’avanti all’indietro 30. Il dolore inoltre può esacerbarsi nelle attività che comportano una flessione dell’anca e con il tempo i pazienti possono manifestare impotenza funzionale 30, 40. L’anamnesi può essere positiva per pregresso blocco articolare, solitamente dovuto a lesioni del labbro o a un flap condrale, spesso concomitanti al FAI 20. L’esame obiettivo evidenzia dolore e rigidità nei movimenti di flessione, abduzione/adduzione e rotazione dell’anca. Particolarmente significativi sono i test FADDIR e FABER. Nel FADDIR test si eseguono movimenti in flessione, adduzione e rotazione interna dell’anca, mentre nel FABER test (o Test di Patrick) si eseguono in flessione, abduzione ed extrarotazione 30, 49. Quest’ultimo è stato descritto per valutare sia l’anca che l’articolazione sacroiliaca. Mentre il paziente è supino, si posiziona la gamba del lato affetto in posizione di “figura 4” sopra il ginocchio dell’arto controlaterale. A questo punto una pressione sul ginocchio affetto potrà determinare la comparsa di dolore che, se localizzato in sede posteriore, sarà evocativo di una patologia sacroiliaca, se in sede anteriore di FAI o tendinite dello psoas, e se laterale di impingement della parte laterale del labbro acetabolare. Indicativa di patologia è anche la misura della distanza del ginocchio dal tavolo sul quale si sta eseguendo l’esame. Solitamente la distanza del lato affetto sarà maggiore rispetto al lato sano 30, 50. Gli esami strumentali utili per confermare la diagnosi sono la radiografia convenzionale e la risonanza magnetica (RMN) 21, 51. Lo studio radiografico deve includere proiezioni antero-posteriori (AP) e oblique (“frog views”) dell’anca. Le proiezioni AP possono evidenziare sia alterazioni dell’acetabolo che dell’epifisi prossimale del femore 30. In particolare in questa proiezione, 3 sono i segni acetabolari tipici del Pincer impingement: il segno della parete posteriore, il segno del “cross-over” e il segno della spina ischiatica. Il segno della parete posteriore consiste nel riscontro radiografico di una localizzazione del margine della parete posteriore dell’acetabolo medialmente rispetto al centro della testa del femore. Il segno del cross-over (Figura 4A) si ritrova nella proiezione AP quando l’acetabolo è retroverso; MEDICINA DELLO SPORT 347 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases Figure 4. — A) Cross-over sign (black arrow); B) Cam impingement with alpha angle wider than normal (white arrow). Figura 4. — A) Segno del “cross-over” (freccia nera); B) angolo alfa maggiore del normale in un Cam impingement (freccia bianca). roverted and it is usually undetected on radiographs.21, 52 Finally, in AP views damage can be observable as a flattening of the head or as an osseous bump over the neck, which is indicative of a type Cam FAI. In “frog views” (oblique views), the alpha angle (Figure 4B) can be measured, which is a parameter that quantifies the level of deformity of the head of the femur. The alpha angle is the angle between the axis of the femoral neck and the line that unites the centre of the femoral head with the point where the head loses its normal spherical shape. Normally this angle is at most 68° in men and 50° in women, with mean values of 56° and 49° respectively, with higher values in Cam impingement.42, 53, 54 MRI is on the other hand useful to assess cartilage damage and the acetabular labrum and is fundamental to diagnose the presence of loose bodies; at present, MRI with contrast medium is the method of choice in order to diagnose these labrum and cartilage pathologies which can be associated to FAI.30, 55 Despite the increased sensibility to diagnose acetabular lesions, the ability to recognize joint damage associated to FAI re- 348 infatti normalmente le linee che rappresentano i margini anteriore e posteriore della parete si incontrano alle estremità dell’acetabolo, mentre in questo caso le linee si intersecano a metà strada. Il segno della spina ischiatica consiste nella sua visualizzazione in caso di retroversione acetabolare, normalmente non visibile nelle radiografie normali 21, 52. Infine in AP si possono osservare alterazioni indicative anche di FAI tipo Cam come un appiattimento della testa o un “bump” osseo sul collo. Nelle proiezioni tipo “frog” (proiezioni oblique), viene invece misurato l’angolo alfa (Figura 4B), parametro che quantifica il grado della deformità della testa del femore. L’angolo alfa è l’angolo compreso tra l’asse del collo femorale e la linea che congiunge il centro della testa femorale con il punto dove la testa perde la sua normale sfericità. Normalmente questo angolo ha un valore massimo di 68o nei maschi e di 50o nelle donne, con valori medi rispettivamente di 56o e 49o, ed ha valori maggiori nel Cam impingement 42, 53, 54. La RMN è invece utile per valutare lo stato della cartilagine e del labbro acetabolare nonché assume importanza per diagnosticare al meglio la presenza di corpi mobili; attualmente la RMN con mezzo di contrasto è la tecnica di scelta per diagnosticare queste patologie labbrali e condrali che MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases mains difficult. For this reason if it is possible to detect a labrum lesion, one must deduct that there will also be an associated joint involvement in that area.2 Often there is no relationship between clinical symptoms and imaging and it has been shown that more than 90% of soccer and hockey players have positive signs of FAI on MRI but without specific symptoms.46, 47, 56, 57 Treatment choice can be conservative or surgical, and their success greatly depends on a precise and early diagnosis. A more or less aggressive treatment depends essentially on two factors: —— some athletes which present morphological deformities typical of FAI (“impingement morphology”) will not necessarily develop a joint pathology (“impingement pathology”); —— the type and progression of pain must be considered as a “red flag” for degenerative joint damage. For these reasons it is reasonable to treat those patients with “stable” pain with a conservative approach, knowing that its success may be brief and the morphological deformity at the basis of FAI remains unaltered. The aim of the therapy is to identify and change the “activities/exercises” that trigger or worsen pain. Specifically “squat” exercises should be avoided or at least limited to no more than 45° of hip flexion. Furthermore, “core stability” exercises and hip mobilization should be considered on a long term basis.21, 58 The results of this approach is uncertain and there are no studies that truly validate this type of approach on a long term basis. Management of patients with FAI, especially since they are high level athletes, is difficult because close follow-ups are needed to assess the continuing joint impingement which can lead to a progressive damage of the labrum complex and to secondary coxarthrosis.59 The goals of surgery is to correct the altered morphology at the base of the conflict (femoral neck and acetabular osteoplasty associated more or less to labrum repair) and to promote healing of the damage process (i.e. microfractures in cartilage lesions) which will increase ROM, reduce pain and prevent the development or progression of secondary coxarthrosis. Different surgical approaches exist: —— “open” surgery which necessitates to dislocate the head of the femur sometimes associated to corrective osteotomy of the femur or pelvis; Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI possono associarsi al FAI 30, 55. Nonostante l’incremento della sensibilità nel diagnosticare le lesioni dell’acetabolo, spesso la capacità di riconoscere danni articolari in associazione a FAI rimane ancora limitata. Per questo se è possibile individuare un danno labbrale, si deve assumere che in quella zona ci sia probabilmente anche un danno articolare associato 2. Inoltre molto spesso non vi è corrispondenza fra sintomatologia clinica e imaging. È stato infatti riportato in letteratura come in più del 90% di calciatori e atleti elitari di hockey su ghiaccio si possano osservare segni radiografici e alla RMN di FAI a cui non corrisponde una sintomatologia specifica.46, 47, 56, 57 La terapia comprende sia trattamenti conservativi sia chirurgici, ed il loro successo non può prescindere da una precisa e precoce diagnosi. La scelta di un trattamento più o meno aggressivo dipende essenzialmente da due considerazioni: — alcuni atleti che presentano alterazioni morfo-strutturali tipiche del FAI (“impingement morphology”) non necessariamente svilupperanno un danno articolare (“impingement pathology”); — la progressione e le caratteristiche del dolore sono da considerarsi un campanello d’allarme di comparsa ed evoluzione di danno articolare. Sulla base di ciò appare ragionevole intraprendere un trattamento conservativo in quei pazienti con sintomatologia dolorosa “stabile” nella consapevolezza che il suo successo può essere temporaneo e che il difetto morfologico che è alla base del FAI non viene corretto. L’obiettivo deve essere quello di identificare e modificare quelle “attività/ movimenti” che scatenano o peggiorano la sintomatologia dolorosa. In particolare gli esercizi di “squat” dovrebbero essere proscritti o almeno modificati, limitando la flessione dell’anca a 45°. Inoltre sono consigliati esercizi a lungo termine di mobilizzazione articolare dell’anca e posturali tipo “core stability”.21, 58 In letteratura non ci sono studi che chiariscano l’effettiva validità di questo trattamento a lungo termine. La gestione dei pazienti affetti da FAI, che spesso sono atleti di alto livello, è difficile anche perché andrebbero sottoposti ad uno stretto follow-up poiché il continuo conflitto può condurre ad un progressivo deterioramento del complesso labbro-condrale con conseguente sviluppo di coxartrosi secondaria.59 Il trattamento chirurgico ha l’obiettivo di correggere l’alterata morfologia che è alla base del conflitto (plastica del collo femorale, plastica dell’acetabolo più o meno associata a riparazione del labbro) e di favorire la guarigione del danno che si è instaurato (per esempio microfratture nei danni condrali) ciò incrementando il range di movimento, riducendo la sintomatologia doloro- MEDICINA DELLO SPORT 349 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases —— “mini-open” surgery associated with an arthroscopic assistance which does not require a trochanteric osteotomy or head dislocation; —— arthroscopic techniques. No consensus has been reached on the best approach to use, although surgeon experience and preference plays an important role in the choice of the technique. In any case, it is safe to state that in more severe FAI, such as consequence of SCFE or LCPD, the open approach is preferable, which allows better surgical management in particular when osteotomy and acetabuloplasty is foreseen. The “open” technique was described by Ganz and consists in a safe approach which is preceded by an osteotomy of the greater trochanter that preserves the vascularization of the femoral head without risking postoperative osteonecrosis.60 This technique can be used successfully not only in adults but also in children or teenagers, and allows a precise and complete assessment under direct visualization of the proximal femur and acetabulum despite risks of complications such as neuropraxia of the sciatic nerve, non-union of the greater trochanter and periarticular heterotopic ossifications.60-62 The “mini-open” approach was developed in an attempt to avoid complications arising from trochanter osteotomy and femoral dislocation, and consists of an initial arthroscopic assessment of the damage followed by the surgical correction through a anterior mini-approach of 8-10 cm. Finally, arthroscopic techniques, especially if done by expert surgeons, allow to classify the injury (distinction between FAI “morphology” and “pathology”) and eventually to correct the deformity (Figure 5).52 Some potential advantages of arthroscopic surgery over the traditional “open” approach are reduced morbidity, reduced delay of recovery, faster return to play and reduced postoperative bleeding, although, especially during the learning curve, complications are frequent, such as neuropraxia, in particular of the lateral femuro-cutaneous nerve, femoral neck fracture, iatrogenic cartilage damage, post-operative avascular necrosis, myositis ossificans and heterotopic ossifications.20, 63, 64 Post-operative rehabilitation timing and protocol depend on the type of pathology, severity of the lesion and surgical technique. For simple and isolated neck and femoral head corrections, in the immediate post-operative 350 sa ed evitando l’insorgenza o la progressione della coxartrosi secondaria. Gli interventi chirurgici possono essere effettuati con tecniche differenti: — chirurgia “open” a cielo aperto che prevede la lussazione della testa del femore associata eventualmente ad una osteotomia correttiva del femore o della pelvi; — tecniche “mini-open” sotto controllo artroscopico in cui non è necessaria un’osteotomia trocanterica e una lussazione della testa; — tecniche di chirurgia artroscopia. Non è stato raggiunto un consesus su quale sia la tecnica migliore da utilizzare, anche se indubbiamente ricoprono un ruolo importante in tale scelta le preferenze del chirurgo e la sua esperienza. In ogni caso si può affermare come nelle forme di FAI più severe, come quelle conseguenti a SCFE o LCPD, sia preferibile la tecnica open, che permette una miglior gestione dell’intervento e in particolare delle procedure osteotomiche di acetabuloplastica eventualmente necessarie. La tecnica “a cielo aperto” è stata ideata da Ganz e prevede una via di accesso “sicura” previa osteotomia del grande trocantere che mantenga inalterata la vascolarizzazione della testa del femore senza rischiare osteonecrosi postoperatorie 60. Tale tecnica, che è applicabile con successo non solo negli adulti ma anche in pazienti pediatrici e adolescenti, permette una precisa valutazione del range di movimento e una valutazione a 360o del femore prossimale e dell’acetabolo sotto visione diretta anche se non è esente da complicanze quali neuroaprassia del nervo sciatico, pseudoartrosi del grande trocantere e ossificazioni eterotopiche periarticolari 60-62. La tecnica mini-open, che è stata sviluppata nel tentativo di evitare le problematiche derivate dall’osteotomia trocanterica e dalla lussazione della testa, prevede un iniziale “bilancio lesionale” artroscopico a cui segue la parte “correttiva” dell’intervento attraverso un mini-accesso anteriore di 8-10 cm. Le tecniche artroscopiche infine, soprattutto se eseguite da chirurghi esperti, permettono con “una minor aggressività chirurgica” di stadiare la patologia (distinzione tra FAI “morphology” e FAI “pathology”) ed eventualmente di effettuarne il trattamento (Figura 5). I potenziali vantaggi della chirurgia artroscopica rispetto alla tradizionale a cielo aperto comprendono una minore morbidità, un minor tempo di recupero, un precoce ritorno all’attività sportiva e minor sanguinamento perioperatorio, anche se, soprattutto durante la curva di apprendimento, non sono rare le complicanze quali neuroaprassia, in particolare nel nervo femoro-cutaneo late- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI Figure 5. — Cam impingement in a soccer player of 35 years of age. A-C) A-P and “frog view” pelvis X-ray and MRA with femoral neck “bump” (arrows); D, E) arthroscopic views before and after femoral neck osteoplasty; F, G) A-P and “frog view” pelvis X-ray 2 years after arthroscopy with normal femoral neck (arrow). Figura 5. — Cam impingement in un calciatore di 35 anni. A-C) Radiografie del bacino in A-P e proiezione tipo “frog” e artro-RMN con “bump” del collo femorale (frecce); D, E) immagini artroscopiche prima e dopo il rimodellamento del collo femorale; F, G) radiografie del bacino in A-P e proiezione tipo “frog” 2 anni dopo l’artroscopia con normale morfologia del collo femorale (freccia). period, protected weight bearing is allowed for athletes as long as it is painless, avoiding excessive ROM, in order to minimize risks of developing neck fractures of the femur which, although rare, represents a serious complication. In the case of acetabular labrum repair only light and protected weight bearing with crutches is allowed during the first 4-6 weeks of healing and extreme hip flexion and external rotation are to be avoided. Once full movement is regained light physical activities are allowed. Bone remodelling is completed after approximately 3 months during which high energy impact and twisting motion are to be avoided. In case of micro-fractures weight bearing is further delayed and slowly introduced in order to favor a progressive fibrocartilage growth. High-level athletes are usually able to return to their sport 4-6 months after surgery. There are presently few reports in this regard but it seems that mean time to return to play lies between 3.8 and 9.4 months, with a faster return in professional athletes than amateur ones.65, 66 This observed discrepancy is multi-factorial al- Vol. 67 - No. 3 rale, fratture del collo femorale e lesioni condrali iatrogene, necrosi avascolare, miosite ossificante e ossificazioni eterotopiche 20, 63, 64. La riabilitazione post-chirurgica dipende dal tipo di patologia e dall’entità del danno sottostante e dalla tecnica chirurgica utilizzata. Per le semplici e isolate plastiche del collo e della testa femorale agli atleti è concesso un carico protetto e parziale, con un range di movimento che eviti le angolazioni eccessive almeno nel primo periodo, che mettono il paziente a rischio di sviluppare fratture del collo femorale che seppur rare rappresentano una complicanza molto grave. Nel caso di una riparazione del labbro acetabolare invece il carico andrebbe concesso in modo sfiorante e protetto con bastoni durante la fase di guarigione (prime 4-6 settimane) e andrebbero evitati i movimenti estremi di flessione e rotazione esterna. Una volta che si ha acquisito un controllo motorio totale, sono permesse attività fisiche leggere. Il rimodellamento osseo completo può impiegare circa 3 mesi, durante i quali vanno evitati impatti ad alta energia e movimenti torsionali. In caso di microfratture, il tutto va ulteriormente prolungato e rallenta- MEDICINA DELLO SPORT 351 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases though in professionals individual motivation seems to play an important role in the speed of return to sport. Snapping hip syndrome (“Coxa saltans”) Snapping hip syndrome or “coxa saltans” is a condition characterized by a painful or painless, palpable and often audible snap of the hip with motion, usually a flexion and extension, during exercises or daily activities.67, 68 This syndrome is well recognized but poorly understood. Three causes of “coxa saltans” have been described: external, internal and intra-articular. The external type is characterized by a snapping sensation in the region of the greater trochanter caused by either the gluteus maximus tendon or iliotibial band sliding over the greater trochanter. This may be associated with trochanteric bursitis or with increased varus of the hip. The internal one involves the iliopsoas tendon as it snaps over the structures located behind it (iliopectineal eminence, hip capsule or lesser trochanter). The intraarticular type finally may be due to a variety of causes such as labral tears, loose bodies, hip instability or pathologies characterized by synovitis.68, 69 Sport participation may be associated to “coxa saltans” as consequence of intra-articular pathologies. No precise data are available on the prevalence or incidence of this type of hip syndrome in athletes which occurs more often in individuals aged 15-40 years and affects female slightly more often than males.70 Painless occasional snapping phenomena can occur in asymptomatic patients; these could be considered physiologic events and should not be a cause for concern.71, 72 These patients with the intra-articular type of snapping hip usually report painful clicking rather than audible snaps. If the history includes trauma followed by these symptoms, a labral tear is often suspected. An MRI arthrogram is helpful if the diagnosis is in doubt or to differentiate between loose bodies and a labral tear (Figure 6), even if most of the intraarticular snapping have different and distinctive presentation and should not be confused with snapping of external or internal type.73 For example intermittent snapping is typically caused by a loose body as it can lodge in the foveal area of the acetabulum or in a redundant synovial fold. Labral tear is defined as a rupture of the 352 to in modo da favorire una progressiva comparsa della fibrocartilagine di guarigione. Gli atleti solitamente sono in grado di tornare a praticare sport ad alto livello dopo 4-6 mesi dall’intervento chirurgico. Attualmente non ci sono molti studi a riguardo, ma sembrerebbe che il tempo medio per ritornare ai livelli di attività sportiva completa sia variabile dai 3.8 ai 9.4 mesi, con una ripresa più precoce negli atleti professionisti rispetto a quelli amatoriali 65, 66. Questa discrepanza osservata è la conseguenza di più variabili anche se nei professionisti la motivazione individuale sembrerebbe giocare un ruolo determinante nel più rapido ritorno all’attività sportiva. Anca a scatto (“Coxa Saltans”) L’anca a scatto o “coxa saltans” è una condizione più o meno dolorosa, caratterizzata da uno “scatto” dell’anca palpabile e molto spesso anche udibile che si evidenzia nei movimenti di flessoestensione di questa articolazione sia durante l’attività fisica sia nei comuni atti della vita quotidiana 67, 68. Questa patologia che è ben conosciuta ma poco compresa può essere suddivisa in tre forme: esterna, interna ed intra-articolare. Quella esterna è caratterizzata da uno scatto dell’anca apprezzabile nella regione trocanterica ed è causata dal conflitto del tendine del grande gluteo o della bendeletta ileo-tibiale con il gran trocantere e per questo spesso si associa a una borsite e trova come fattore predisponente un aumentato varismo dell’anca. Nella forma interna invece lo scatto è conseguente ad un anomalo scorrimento del tendine dell’ileo-psoas sull’eminenza ileo-pettinea, la capsula articolare dell’anca o il piccolo trocantere. La forma intra-articolare infine può avere differenti cause scatenanti quali rotture labbrali, corpi mobili, instabilità articolare o malattie che determinano processi infiammatori della sinovia articolare 68, 69. L’insorgenza dell’anca a scatto intra-articolare può associarsi alla pratica sportiva nonostante non siano riportati in letteratura dati specifici sulla prevalenza e sull’incidenza di questa patologia negli atleti che di solito la manifestano in età compresa tra i 15 e i 40 anni, con una lieve prevalenza nel sesso femminile e non di rado sono completamente asintomatici 70-72. Nelle forme sintomatiche intra-articolari invece, i pazienti di solito riferiscono un “click” doloroso in regione pelvica anziché uno “scatto” udibile. Nonostante l’eterogeneità nella presentazione clinica tale forma non deve essere confusa con l’anca a scatto di tipo “esterno” o “interno” 73. Se l’anamnesi è positiva per un pregresso trauma è MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI Figure 6.—T1w left hip MRA; coronal views. A) Labral tear (arrow); B) osteochondral loose bodies (arrow). Figura 6. — T1w artro-RMN anca sinistra; proiezioni coronali. A) Lesione labbrale (freccia); B) corpi mobili intraarticolari (freccia). acetabular labrum or a detachment from its bony insertion. This lesion, which was first described by Paterson in 1957 after traumatic posterior hip dislocation, is recognized as an important cause of hip pain in young athletic individuals.74 The frequency of labral tears in general population and in athletes is increasing as awareness and knowledge of these injuries expands.74 Labral tears have been described in sports that require repetitive motion of the hip or place this joint at risk for traumatic injury as well described in a case series by Philippon et al. who observed the majority of these lesions in partecipants in hockey, golf, soccer, football, baseball and dance.74 The etiology of these tears are different. In athletic population they can occur from an isolated trauma ranging from a low energy injury without fracture and/or dislocation to a higher energy traumatic event which can be characterized by a simple dislocation or a more complex injury, involving gross displacement and fracture of the acetabulum, pelvic ring or femoral head/neck. Sometimes acetabular labral tearing derived from repetitive traumas during sport-specific activity, as reported by Bharam who associ- Vol. 67 - No. 3 corretto sospettare la presenza di un danno labbrale mentre lo scatto di tipo intermittente è tipico dei corpi mobili in quanto tali neoformazioni possono indovarsi nella fovea dell’acetabolo o in una tasca sinoviale ridondante. Nei casi di diagnosi incerta esami più specifici quali la RMN e l’artro-RMN possono essere utili sia per identificare la causa dello scatto sia per fare diagnosi differenziale con altre forme di “coxa saltans” (Figura 6). La lesione labbrale è definita come una rottura del labbro dell’acetabolo o un distacco dalla sua inserzione. Questa patologia, che fu descritta per la prima volta da Paterson nel 1957 dopo una lussazione posteriore d’anca, è riconosciuta tra le cause più comuni di dolore pelvico da causa intra-articolare nei giovani atleti 74. La frequenza dei danni labbrali nella popolazione generale e negli atleti è in aumento 74. Rotture labbrali sono state associate a sport caratterizzati da movimenti ripetuti dell’anca o che per loro caratteristiche sottopongono questa articolazione ad alti impatti e ad un maggior rischio di lesioni traumatiche come descritto in una serie di casi da Philippon et al. che le osservarono nell’hockey, golf, calcio, football, baseball e ballo 74. L’eziologia di queste lesioni è varia. Negli atleti possono avvenire dopo un trauma isolato, sia a bassa energia senza frattura MEDICINA DELLO SPORT 353 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases ated anterior labral tears with repetitive golf swing.75 Finally, degenerative lesions in athletes have been described as consequence of overuse injuries and may be associated with degenerative changes of the hip joint. In post-traumatic cases the lesion is the consequence of the abnormal loading on the joint. On the other hand, in repetitive and degenerative cases, labrum pathologies derive from chronic irritation of these structures and adjacent cartilage. Sport activity, mainly characterized by continuous movement in hyperflexion and internal rotation of the hip, can enhance this irritation and facilitate tearing of the labrum and thinning of the cartilage, especially if it is present an underlying anatomical abnormality of this joint (developmental dysplasia, SCFE and LCPD). Labral tears in athletes occur mainly anterosuperiorly and are isolated, even if they can also occur in conjunction with posterior tears. These lesions are typically divided on the base of their location and morphology in radial flaps and fibrillated and longitudinal peripheral and unstable tears. There is also a useful classification based on histology which divides labral ruptures in type 1 (detachment with separation from the cartilage junction) and type 2 (intratissutal with different depths). Isolated labral tears are uncommon and they are often associated with other intra-articular injuries. The most common associated findings are chondral injuries near to the labral pathology (chondral changes include chondromalacia, thinning of the cartilage, delamination of the cartilage, chondral flap and full-thickness chondral injury with exposed bone).75 Ligamentum teres rupture has been described as well as synovitis and loose bodies in post-traumatic cases. The presence of multiple loose bodies, however, should be considered for synovial chondromatosis.75, 76 A detailed history of the symptoms and the level of athletic participation before and after injury should be elicited from the athlete. Patients generally have a gradual onset of symptoms. Most patients describe a combination of dull and sharp groin pain, occasionally with associated buttock pain that worsen with activity, walking, and prolonged sitting. About half of patients describe associated catching or painful clicking (mechanical symptoms).3, 77 Physical findings of a labral tear may include an abnormal gait with shortened stance phase; reproducible groin pain elicited with forced 354 o lussazione, sia ad alto impatto che può essere associato ad una semplice lussazione o ad una lesione più complessa come una frattura/lussazione dell’anca e fratture dell’acetabolo, dell’anello pelvico e della testa/collo del femore. Spesso queste lesioni del labbro acetabolare conseguono a traumi ripetuti durante l’esecuzione di esercizi sport-specifici, come riportato da Bharam che ha studiato l’associazione tra le rotture labbrali anteriori e lo swing nel golf mentre lesioni di tipo degenerativo sono state descritte negli atleti come conseguenza di sovraccarichi cronici aspecifici e possono essere associate a modificazioni degenerative dell’articolazione 75. Nei casi post-traumatici la lesione è la diretta conseguenza di un anomalo stress sull’articolazione e in quelli degenerativi, la patologia labbrale deriva da sollecitazioni croniche su queste strutture e sulla cartilagine adiacente. In particolare un’attività sportiva caratterizzata da un continuo movimento in iperflessione e rotazione interna dell’anca può facilitare tali dinamiche con conseguente rottura del labbro e assottigliamento della cartilagine, specialmente se è concomitante un’anomalia anatomica dell’articolazione (displasia, SCFE e LCPD). Il danno labbrale nell’atleta è principalmente isolato e localizzato in sede antero-superiore, e più di rado può essere anche associato a rotture posteriori. Queste lesioni sono tipicamente suddivise in base alla loro localizzazione e morfologia in “flaps” radiali-fibrillari e periferiche-longitudinali e instabili. Esiste anche una classificazione istologica che le divide in tipo 1 (distacco con separazione dalla cartilagine articolare) e tipo 2 (rottura intratissutale a diversa profondità). Le lesioni isolate sono infrequenti e sono spesso associate ad altre lesioni cartilaginee intra-articolari a gravità crescente quali condromalacia, assottigliamento e delaminazione della cartilagine, “flap” condrali e lesione condrale a tutto spessore con osso esposto 75. Qualora siano presenti multipli corpi liberi si deve sospettare una condromatosi sinoviale 75, 76. Per arrivare ad una diagnosi è fondamentale sottoporre l’atleta ad una dettagliata anamnesi incentrata sui sintomi e il tipo di attività sportiva praticata prima e dopo il trauma. Solitamente la sintomatologia esordisce gradualmente e la maggior parte dei pazienti descrive un dolore sordo e tagliente all’inguine, che raramente si irradia al gluteo. Questo dolore peggiora con l’attività fisica, con il cammino e con il mantenimento della posizione seduta per un lungo periodo e migliora dopo iniezione intra-articolare di anestetico. Circa la metà dei pazienti riferisce anche fenomeni di blocco articolare più o meno associato a uno MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases flexion/adduction and internal rotation (impingement test) or flexion/abduction and external rotation test, and limitations of terminal motion of the hip. Patients often have relief with an intra-articular injection of anaesthetic. Radiographs may show mild degenerative changes or an associated condition like mild dysplasia, FAI, acetabular anteversion or retroversion and may rule out stress fractures and avulsion fractures.78 The most reliable study for diagnosis of labral tears appears to be magnetic resonance arthrography (MRA), which has shown upwards of 90% sensitivity and 100% specificity in diagnosing labral tears.3 For patients who cannot undergo MRA, contrast-enhanced computed tomography (arthro-CT) has shown similar sensitivity and specificity. Athletes who have symptomatic labral tears should consider a course of activity modification, anti-inflammatory medication and possible physical therapy. Hip arthroscopy is indicated for patients with suspected labral tears based on clinical exam, MRA (Figure 6A) or arthro-CT and persistent hip pain for more than 4 months. Good short-terms results have been described for both arthroscopic labral debridement and labral repair.77, 79 Patients with structural abnormalities should undergo an appropriate corrective procedure. Return to competition after hip arthroscopy in a motivated athlete can be complete but different in time on the basis of the type of sport and lesion. Earlier return to sport (six weeks) was observed in low impact sports such as golf while higher impact sports necessitate at least of twelve weeks of rehabilitation. Return to sport is prolonged if an associated bony deformity correction is needed. Another possible cause of snapping hip syndrome is the presence of intra-articular loose bodies, which can be divided on the basis of their composition in ossified or non-ossified, osteochondral, chondral or fibrous, and can cause a progressive damage of hyaline cartilage with resultant degenerative arthritis. They are seldom isolated and usually associated with other pathologies (for example synovial chondromatosis, pigmented villonodular synovitis, osteochondritis dissecans and avascular necrosis) or consequent to traumatic hip dislocation or to lower energy traumas. Patients describe mechanical symptoms including catching, locking, clicking or giving way. They may have well localized anterior groin pain or vague pain.3 The most common find- Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI scatto doloroso (sintomi meccanici) 3, 77. All’esame obbiettivo si può osservare un’anomalia nel passo con una fase di appoggio ridotta e il dolore, spesso associato a rigidità nei gradi estremi di movimento, può essere evocato in flessione/adduzione forzata e rotazione interna (test dell’impingement) o in flessione/abduzione e rotazione esterna. Le radiografie possono dimostrare iniziali alterazioni degenerative dell’articolazione o una delle possibili condizioni associate quali displasia acetabolare, FAI, ante- o retro-versione acetabolare o evidenziare fratture da stress e avulsioni ossee 78. L’indagine strumentale più indicata per la diagnosi di danni labbrali è l’artro-RMN (MRA) (Figura 6A), con una sensibilità che può arrivare al 90% e una specificità fino al 100% 3. Per i pazienti che non possono sottoporsi a questo esame, la TC con mezzo di contrasto (artro-TC) rappresenta una valida alternativa con sensibilità e specificità quasi sovrapponibili. Gli atleti con danni labbrali sintomatici dovrebbero inizialmente ridurre e modificare la loro attività sportiva, utilizzare farmaci anti-infiammatori e sottoporsi a terapie fisiche specifiche. L’intervento chirurgico in artroscopia è invece indicato nei pazienti in cui vi sia il sospetto clinico di tale patologia e sia confermato dalla positività della MRA o artro-TC e associato a dolore persistente per più di 4 mesi e, sulla base di queste indicazioni, sono stati dimostrati risultati soddisfacenti a breve termine sia per il debridement sia per la riparazione artroscopica del labbro acetabolare 77, 79. Nei pazienti con anche un’alterata morfologia dell’acetabolo e/o del femore prossimale un’osteotomia correttiva combinata può essere eseguita nello stesso tempo operatorio. Il ritorno all’attività sportiva dopo artroscopia ha tempistiche differenti in base allo sport praticato e alla lesione di base. Un precoce ritorno allo sport (circa sei settimane) è plausibile negli sport a basso impatto come il golf mentre per gli sport a più alto impatto sono necessarie almeno dodici settimane di terapia riabilitativa. Naturalmente tali tempistiche aumentano qualora vengano contemporaneamente eseguite osteotomie correttive. Un’altra possibile causa di anca a scatto è la presenza di corpi mobili intra-articolari che possono essere suddivisi in base alla loro composizione in ossei e non-ossei, osteocondrali, condrali o fibrosi, e che possono causare un progressiva usura della cartilagine con conseguente sviluppo di coxartrosi. Questi sono raramente isolati e sono solitamente associati ad altre patologie (condromatosi sinoviale, sinovite pigmentosa villonodulare, osteocondrosi dissecante e necrosi avascolare) o conseguenti a lussazione traumatica dell’anca o a traumi a minor energia. Il paziente solitamente MEDICINA DELLO SPORT 355 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases ings on examination are limited ROM, catching or grinding. Radiopaque loose bodies (ossified or osteochondral) may be detected with plain radiographs or CT scans. MRI with contrast medium or MRA (Figure 6B) are more useful to visualize radiolucent loose bodies (cartilagineous) and to diagnose associated synovial or soft tissue pathology. Arthroscopy is the method of choice for removal of a loose body allowing simultaneous inspection and biopsy of the synovium and joint surface. Return to sport after isolated removal of a loose body is fast allowing a complete recovery to a pre-injury level. Hip instability is an emergency concept and remains somewhat controversial and can be divided in three types: —— post-traumatic laxity following an acute dislocation in high energy traumas; —— post-traumatic laxity following a lower energy trauma; —— atraumatic instability. The second type of laxity is usually consequent to a fall on the knee with the hip flexed resulting in a chronic hip subluxation. Atraumatic hip instability can occur as a consequence of overuse derived from repetitive hip rotation with axial loading, as observed in a golf swing during a drive or in football players while throwing to the sideline. Diagnosis is clinical and is confirmed by instrumental findings. Stretch of the capsular structures can cause anterior hip pain and is tested with prone and passive extension and external rotation.3 Pelvis radiographs should be obtained for all capsular laxity patients. MRI or MRA are indicated not only to show the laxity but also to detect associated problems such as labral tears, microfractures or femoral head contusions, iliofemoral ligament disruption, joint effusions and cartilage lesions. Patients with suspected lower energy post-traumatic laxity or atraumatic instability should undergo a trial of nonsteroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) and rehabilitation in order to strengthen periarticular muscles. If hip pain persists, arthroscopy may be indicated.3 Global capsular laxity can be addressed with capsular plication at the level of the iliofemoral ligament, as described by Philippon.80 Localized capsular elongation can be managed with capsulorraphy created by a focal contracture of the capsule with the use of radiofrequency probes. Finally there are several causes of synovial inflammation which can cause anterior pain and 356 riferisce rigidità articolari fino a episodi di blocco più o meno preceduti o associati ad uno scatto. Tali segni, ben evidenti all’esame obbiettivo, si possono associare a dolore pelvico anteriore ben localizzato o più diffuso e generalizzato 3. I corpi mobili radiopachi (ossei o osteocondrali) sono ben visibili con la radiografia convenzionale o la TC. L’artro-RMN (figura 6B) è invece più indicata per diagnosticare i corpi mobili radiolucenti (cartilaginei) ed eventuali patologie sinoviali o dei tessuti molli associate. La rimozione dei corpi mobili è generalmente effettuata per via artroscopia, tecnica che permette una simultanea ispezione e una biopsia della sinovia. In questi casi il ritorno all’attività sportiva è rapido e completo. L’instabilità d’anca, che rimane attualmente un’entità ancora molto controversa, può essere suddivisa in tre forme: — lassità post-traumatica successiva a una lussazione conseguente a un trauma ad alta energia — lassità post-traumatica conseguente a traumi a minor energia — instabilità atraumatica. Il secondo tipo di lassità è solitamente dovuto a cadute sul ginocchio ad anca flessa che comporta un’instabilità e sub-lussazione di questa articolazione. L’instabilità atraumatica è invece una patologia da sovraccarico conseguente a movimenti ripetuti in rotazione e carico assiale sull’anca, come osservato nello “swing” del golf durante un “drive” o nei giocatori di calcio durante le rimesse da fondo campo. La diagnosi clinica deve essere confermata dagli esami strumentali. Lo stiramento capsulare può causare dolore inguinale che viene evocato all’esame obbiettivo con il paziente in posizione prona con un’estensione passiva e rotazione esterna dell’anca 3. Le radiografie della pelvi dovrebbero essere sempre eseguite e la RMN o la artro-RMN sono indicate, oltre che per dimostrare la lassità, per evidenziare problematiche associate come danni labbrali, microfratture o contusioni della testa del femore, distacco del legamento ileofemorale, edema articolare e lesioni cartilaginee. I pazienti con una lassità post-traumatica a bassa energia o instabilità atraumatica dovrebbero essere sottoposti ad un ciclo di terapia sintomatica con anti-infiammatori e a riabilitazione specifica al fine di rinforzare i muscoli periarticolari. Se il dolore persiste l’artroscopia è indicata 3. Una lassità capsulare generalizzata viene trattata con un ritensionamento/plicatura del legamento ileofemorale come descritto da Philippon e forme più localizzate invece vengono gestite con ”shrinkage” tramite radiofrequenze 80. Infine, ci sono numerose entità cliniche che MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI snapping also in the athletes such as systemic rheumatic processes, synovial chondromatosis and pigmented villonodular synovitis. Systemic processes include rheumatoid arthritis, infectious arthritis and a multitude of autoimmune and seronegative arthropathies. Such disease processes should be treated accordingly. The treatment includes a medical therapy of these systemic processes and in more selected cases, such a synovial chondromatosis and villonodular synovitis, consists of arthroscopic debridement and synovectomy. causano infiammazione sinoviale che possono determinare dolore pelvico anteriore e scatto anche negli atleti come patologie reumatiche sistemiche (artrite reumatoide, artrite infettiva, artropatie autoimmuni e sieronegative), condromatosi sinoviale e sinovite pigmentosa villonodulare. Tutti questi processi patologici andrebbero trattati con un management appropriato che include il trattamento medico della patologia di base e in casi più specifici come nella condromatosi sinoviale e sinovite pigmentosa villonodulare si basa sul debridement e la sinoviectomia artroscopia. Chondral damage and hip osteoarthritis Danno condrale e osteoartrosi Hip chondral damage has multiple traumatic and non-traumatic causes. These include labral tears, loose bodies, dislocation, FAI, avascular necrosis, acetabular dysplasia and previous SCFE. Symptoms are not specific and are reported as mechanical symptoms characterized as generalized pain, stiffness and reduced ROM. The natural evolution of this initial damage, if untreated, is a progressive degeneration which lead to hip osteoarthritis (OA). OA is the most common form of arthropathy,81, 82 and is the second predominant cause of functional decline in the elderly associated with pain, functional disability and impaired quality of life after heart disease.83 It is a degenerative disorder of the articular cartilage associated with hypertrophic changes in the bone,83 and a variable degree of synovial reaction. The pathologic changes in OA result from an imbalance of tissue turnover within the joint (cartilage, bone, synovial membrane and capsule) and it can be regarded as a mixture of damage to a joint and the reaction pattern induced by the damage.84 Metabolically active cartilage undergoes degeneration when the normal balance of degradation and repair is disrupted by cytokine cascades and the production of inflammatory mediators such as alpha tumor necrosis factor, interleukin 8 and 6 and nitric oxide.85 OA is generally divided into primary osteoarthritis, related to age, genetics female sex and obesity and secondary osteoarthritis, which is a consequence of any kind of joint injury.86-88 It has been estimated that the population will give rise to a higher prevalence of disabling OA (33% by 2030) as a consequence of the aging population.89, 90 OA may develop in Il danno condrale coxofemorale può essere sostenuto da molteplici cause sia traumatiche che non traumatiche e si può associare a lesioni labbrali, corpi liberi, lussazioni, FAI, necrosi avascolare, displasia acetabolare e SCFE. La sintomatologia è aspecifica e caratterizzata da sintomi meccanici come un dolore generalizzato esacerbato dal carico e ridotta articolarità. La naturale evoluzione di questa patologia, se non trattata, è una progressiva degenerazione verso l’osteoartrosi (OA) che è la forma più comune di artropatia ed è la seconda causa, dopo le malattie cardiache, di declino funzionale negli anziani con disabilità e riduzione della qualità della vita 81, 82. Si tratta di una malattia degenerativa che inizia nella cartilagine articolare e successivamente si associa a modificazioni ipertrofiche dell’osso e a un grado variabile di reazione sinoviale 83. Le alterazioni patologiche di questa malattia hanno alla base uno squilibrio nel ricambio tissutale articolare (cartilagine, osso, membrana sinoviale e capsula) e sono la conseguenza del danno a carico dell’articolazione e della reazione indotta dal danno stesso 84. La cartilagine inizia un processo degenerativo quando il normale equilibrio tra i processi di distruzione e riparazione viene interrotto dal rilascio di citochine associato alla produzione di mediatori infiammatori come il fattore di necrosi tumorale alfa, l’interleuchina 6 e 8 e l’ossido nitrico 85. Questa patologia è suddivisa in osteoartrosi primaria, correlata all’età, al sesso femminile e all’obesità e secondaria, che ha alla base una causa evidenziabile 86-88. Analisi epidemiologiche hanno stimato come si andrà progressivamente incontro a una maggior prevalenza dell’OA (33% nel 2030) come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione generale 89, 90. Questa patologia può colpire ogni segmento corporeo, ma più comunemente si localizza al ginocchio, anca, colonna vertebrale e alla mano. In particolare, l’anca è Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 357 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases any joint, but most commonly interests knee, hip, spine and hand. In particular the hip is the second most common site for large joint OA, affecting 3-11% of the western population over 35 years of age,12 and is the leading cause of lower-limb related disability, resulting in nearly 200,000 total hip replacements per year in the US.81, 91, 92 People engaged in sports or other physically demanding activities are known to be at an increased risk of osteoarthritis in the joints more stressed, such as hip in soccer players.93 Numerous studies have investigated the association of prolonged training and high impact sport participation and osteoarthritis of the knee and hip. Unfortunately, the evidence from these studies is conflicting, with some researchers saying that running is not associated with increased prevalence of osteoarthritis while others indicate that running can increase the risk of knee and hip osteoarthritis.94-104 It has been demonstrated that athletes affected by post traumatic joint instability have a higher risk to develop this degenerative pathology as consequence of their prolonged activities.98, 101, 104 Disease progression is usually slow but can ultimately lead to joint failure with pain and disability. The pain worsens with motion and bearing, especially following a period of rest (“gelling phenomenon”). These symptoms result in loss of function, with patients limiting their activities of daily living because of pain and stiffness. Hip OA is characterized by typical clinical and radiographic findings. Because osteoarthritis is primarily a clinical diagnosis, physicians can confidently make the diagnosis based on the history and physical examination as well demonstrated by the American College of Rheumatology (ACR) criteria for classification of hip osteoarthritis.105-107 Hip OA is characterized by groin pain sometimes referred to the buttock and to the thigh. Articular rigidity is progressive and the most common objective clinical findings are loss of hip internal rotation and hip flexion.108 Additionally, hip joints affected by OA have been found to exhibit reduced capsular elasticity and altered intracapsular pressures. The natural history of hip OA is not favorable; symptom severity and disability levels tend to worsen over time.108-110 Radiographs are commonly used in the diagnosis and can be helpful in ruling out other conditions.110 There have been many attempts 358 il secondo distretto più comunemente interessato con una prevalenza che varia tra il 3% e l’11% della popolazione oltre i 35 anni di età, ed è la principale causa di disabilità a livello degli arti inferiori, rendendo necessari quasi 200.000 interventi di protesi totale d’anca ogni anno negli Stati Uniti 81, 91, 92. Gli atleti o altri soggetti che svolgono attività fisiche ad alto impatto hanno un aumentato rischio di sviluppare osteoartrosi nelle articolazioni più sollecitate dal gesto specifico, come per esempio, la coxartrosi correlata al calcio 93. Numerosi studi hanno cercato di analizzare la relazione tra allenamenti prolungati e lo svolgimento di sport che sollecitano l’arto inferiore e lo sviluppo di gona- e coxartrosi. I risultati sono discordanti e in conflitto tra loro e non è unanime la correlazione tra queste variabili e lo sviluppo di queste forme di OA 94-104. È stato inoltre dimostrato come atleti con instabilità articolare post-traumatica abbiano un rischio maggiore di sviluppare tale patologia degenerativa come conseguenza della loro attività fisica prolungata 98, 101, 104. La progressione della malattia è in genere lenta, ma inevitabilmente caratterizzata da un danno articolare progressivo associato a dolore e impotenza funzionale. Tale dolore peggiora con il movimento e il carico soprattutto dopo un periodo di riposo (“gelling phenomenon”) e questi sintomi provocano una perdita della funzione articolare che induce i pazienti a limitare le attività della vita quotidiana. La coxartrosi è invece caratterizzata da segni clinici e radiografici tipici, come ben descritto dalla American College of Rheumatology (ACR), che sono sufficienti per giungere alla diagnosi di certezza 105-107. L’artrosi dell’anca è caratterizzata da dolore localizzato all’inguine e a volte riferito anche alla regione glutea e alla coscia. L’insorgenza di rigidità articolare è progressiva e interessa prevalentemente i movimenti di rotazione interna e di flessione come conseguenza di una ridotta elasticità capsulare e di modificazioni nella pressione intracapsulare e la sua evoluzione naturale è verso un continuo peggioramento clinico-funzionale 108-110. Le indagini radiografiche standard sono comunemente utilizzate nella diagnosi di OA e nella diagnosi differenziale con altre patologie 110. Tra le diverse classificazioni del grado di OA, la più accettata e utilizzata è quella di Kellgren e Lawrence. I livelli di gravità sono divisi secondo un punteggio che va da 0 a 4 e dipendono dalla comparsa di osteofiti, dalla riduzione della rima articolare, dal grado di sclerosi e dalla presenza di geodi. Un punteggio di 0 rappresenta la normalità e di 1 (dubbia OA) è di importanza incerta con iniziale e sfumata osteoartrosi. Punteggi da 2 a 4 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases to accurately identify and differentiate the radiographic stages of this pathology and it is most widely assessed in studies using the Kellgren and Lawrence (K&L) score. The overall grades of severity are determined from 0 to 4 and are related to the presumed sequential appearance of osteophytes, joint space loss, sclerosis and cysts. A score of 0 represents normal; a score of 1 (doubtful OA) is of questionable significance and scores of 2 to 4 represent mild, moderate, and severe joint narrowing (Figure 7).84 Advanced imaging techniques, such as MRI (Figure 7D and H), are rarely needed even if it could be of help in order to diagnose the initial stages of the disease, concomitant labral tears or cartilage flaps and for differential diagnosis with other pathologies which mimic OA. Laboratory testing usually is not required to make the diagnosis; in fact, markers of inflammation are typically normal. Treatment choices can be divided into four categories: nonpharmacologic, pharmacologic, complementary and alternative and surgical. These options depends mainly on symptoms. Interestingly, individuals with early painful OA may be free from radiographic changes and, conversely, those with severe radiographic changes may be entirely asymptomatic. All symptomatic patients with osteoarthritis should receive at least some treatment from the first two categories. Surgical management should be reserved for those who do not improve with behavioral and pharmacological therapy, and who have chronic pain and loss of function. All hip OA patients should have access to information and educational concerning the objectives of the treatment and the importance of changes in lifestyle, exercises, adjustment in activities, weight reduction and other measures to diminish the impact on the damage joints. Non-pharmacologic therapy often starts with an exercise program consisted of muscle strengthening and range of motion exercises. A Cochrane review of exercise for osteoarthritis concluded that land based exercises can result in short-term reduction of pain and improvement in physical function.111 Ultrasounds are a physical therapy modality often used in osteoarthritis treatment and the mainstay of pharmacological treatment is acetaminophen or NSAID.112 Opioids are often used to treat pain and are an option for osteoarthritis pain. Because of the potential for abuse, opioids should be an Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI rappresentano, rispettivamente un grado di riduzione della rima articolare lieve, moderato e grave (Figura 7) 84. Tecniche di imaging avanzate, come la risonanza magnetica (Figura 7D e H), sono raramente necessarie anche se potrebbero essere di aiuto nel diagnosticare la malattia già nelle fasi iniziali, nel riconoscere concomitanti rotture labbrali o lesioni condrali e per la diagnosi differenziale con altre patologie con caratteristiche simili alla OA. Le indagini di laboratorio non sono di solito utili nell’iter diagnostico poiché i markers infiammatori sono tipicamente normali. Il trattamento può essere suddiviso in quattro categorie: non farmacologico, farmacologico, tecniche complementari e alternative e infine chirurgiche e dipende dalla clinica individuale. È infatti interessante notare come individui con dolore da OA possono essere esenti da alterazioni radiografiche e, viceversa, quelli con gravi alterazioni radiografiche possano essere del tutto asintomatici. In tutti i casi un tentativo di terapia conservativa deve essere eseguito; il trattamento chirurgico invece deve essere riservato a coloro che non migliorano e che hanno dolore cronico associato a impotenza funzionale. Tutti i pazienti con OA dell’anca dovrebbero essere informati circa i risultati ottenuti dai diversi trattamenti e sull’importanza del controllo dei sintomi, del cambiamento nello stile di vita, degli esercizi, della regolare attività fisica da svolgere e della riduzione del peso per diminuire gli stress a livello articolare. La terapia non farmacologica inizia spesso con un programma di esercizi di potenziamento muscolare e di recupero dell’articolarità come evidenziato in una Cochrane-review in cui è stato dimostrato che un blando esercizio fisico a corpo libero può comportare la riduzione a breve termine del dolore e il miglioramento della funzione fisica 111. Il trattamento farmacologico per l’OA si basa sull’utilizzo di paracetamolo e di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) 112. Anche gli oppioidi sono spesso consigliati e sono considerati una valida opzione terapeutica anche se, a causa del rischio di abuso, questa classe di farmaci dovrebbe essere considerata solo se il paziente non è responsivo o intollerante alla terapia con paracetamolo o FANS. Iniezioni eco-guidate intra-articolari di corticosteroidi o acido ialuronico (visco-supplementazione) rientrano tra le opzioni per il trattamento della coxartrosi, soprattutto negli atleti che necessitano di tornare nel più breve tempo possibile a svolgere la loro attività sportiva, anche se, in questi casi, i benefici sono solo a breve termine e durano circa 4-8 settimane. Tra le opzioni di terapia non conservativa, quella chirurgica più efficace nelle fasi avanzate di dege- MEDICINA DELLO SPORT 359 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases Figure 7.—Hip osteoarthritis at different stages. A, B) A-P and “frog view” pelvis X-ray without OA (stage 0); C, D) A-P pelvis X-ray and MRI in coronal view with stage 1 OA characterized by initial chondral thinning and subchondral bone sclerosis (arrows); E, F) stage 2 and 3 OA (arrows); G, H: advanced stage 4 OA (X-ray and coronal view MRI) (arrows). Figura 7. — Coxartrosi a differenti gradi di gravità. A, B) radiografie del bacino in A-P e in proiezione tipo “frog” senza segni di artrosi (stadio 0); C, D) radiografia del bacino in A-P e RMN in proiezione coronale con artrosi di stadio 1 caratterizzata da iniziale assottigliamento cartilagineo e sclerosi dell’osso subcondrale; E, F) artrosi di stadio 2 e 3 (frecce); G, H) coxartrosi avanzata stadio 4 (radiografia e RMN in sezione coronale) (frecce). 360 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases option only if the patient has not responded to acetaminophen or NSAID therapy, or cannot tolerate them because of adverse effects. Hip intra-articular eco-guided injections of corticosteroids or hyaluronic acid (visco-supplementation) are another option for treating osteoarthritis, above all in athletes which necessitate to return as soon as possible to perform their sport activity. The use of intraarticular medication provides only short-term benefits relief lasting four to eight weeks. Surgery should be indicated for patients whose pain has not responded to other treatments associated with persisting disability. The most effective surgical intervention is total joint replacement in advanced stages, with satisfactory long-term outcome even in young patients.88, 113 There may be occasion to consider hip arthroscopy in the elite athlete who needs to continue his sport activity and has initial degenerative changes in the hip on plain radiographs associated to significant soft tissue findings on MRI, such as a labral tear or cartilage flaps. Outerbridge classification system help in the arthroscopic algorithm of treatment.114 Arthroscopic debridement is indicated in grade II and III lesions and microfractures are used in type IV lesions. The return to an active life style and even competitive sports depends on the severity of OA, the treatment performed and chosen implant if prosthesis is needed. High impact sports such as running, basketball, soccer, rugby and american football are not indicated in patients who underwent total hip arthroplasty or less invasive surgery. In these cases and in patients with low grade of OA low impact sport activities are more indicated in order to preserve the implant and to reduce the progression of the pathology. “Ligamentum Teres” lesions The “teres” ligament or of the head of the femur is a strong fibrous cord that unites the bottom of the acetabulum with the fovea capitis. The precise role of this ligament is yet to be fully understood but the belief that this structure plays only a small passive role in hip stabilization is now discarded. Recent studies on the other hand have shown how this ligament plays a similar role to the anterior cruciate of the knee, especially in flexion, abduction and external rotation of the hip and demonstrat- Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI nerazione è la sostituzione totale dell’articolazione, con buoni risultati a lungo termine anche in pazienti giovani 88, 113. L’artroscopia dell’anca può essere invece considerata come trattamento negli atleti agonisti che hanno bisogno di riprendere precocemente l’attività sportiva e che presentano alterazioni degenerative iniziali eventualmente associate ad altre lesioni labbrali e/o condrali apprezzabili alla risonanza magnetica. Il sistema classificativo di Outerbridge risulta essere un valido aiuto nell’algoritmo del trattamento artroscopico. Il debridement è indicato nelle lesioni di grado II e III e le microfratture sono utilizzate nelle lesioni di tipo IV 114. Il ritorno a uno stile di vita attivo e allo sport a livello agonistico dipendono dalla gravità della OA, dal trattamento eseguito e dalla scelta dell’impianto qualora una protesi venga posizionata. Sport ad alto impatto come podismo, basket, calcio, rugby e football americano non sono consigliati in pazienti sottoposti a protesi totale d’anca o a trattamenti chirurgici meno invasivi. In questi casi, ed in pazienti con basso grado di OA, attività sportive a basso impatto sono più indicate per preservare l’impianto e per ridurre la progressione della patologia. Rottura del legamento “teres” Il legamento “teres” o della testa del femore è un robusto cordone fibroso che unisce il fondo dell’acetabolo con la “fovea capitis” e riveste un importante ruolo propriocettivo dell’anca e dell’intero arto inferiore. Questa struttura infatti è ricca di fibre sensitive terminali che afferiscono al sistema nervoso centrale a cui portano informazioni propriocettive dell’articolazione coxo-femorale impedendo al soggetto di assumere posture scorrette che potrebbero con il tempo generare un danno articolare 115-117. A tutt’oggi però l’esatta funzione di questo legamento non è completamente chiara e la convinzione che questa struttura come stabilizzatore passivo dell’anca fosse poco importante sembra essere superata. Studi recenti suggeriscono invece come questo legamento abbia in realtà un’importanza nella stabilizzazione articolare simile a quella del crociato anteriore nel ginocchio, soprattutto nei movimenti di flessione, abduzione ed extrarotazione 115, 117. La lesione del legamento “teres” in passato è stata raramente descritta come causa di dolore pelvico anteriore, anche se in realtà con l’avanzare del tempo e delle conoscenze si è notato come tali lesioni siano più di quanto precedentemente pensato, causa di questa sintomatologia 115, 118. Le lesioni del legamento “teres” sono pertanto ad oggi contemplate come una delle cause possibili di dolore pelvico anteriore cronico dell’atleta 119. MEDICINA DELLO SPORT 361 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases ed that it plays an important proprioceptive role for the lower extremity.115-117 This structure is indeed rich in sensitive terminal fibers which are afferent to the central nervous system carrying proprioceptive information of the coxo-femoral joint, thus avoiding the person in assuming incorrect positions that could progressively lead to joint damage.115-117 In the past, “teres” ligament tear has rarely been considered for anterior pelvic pain, although with time there has been increased knowledge about this problem and this type of lesion has been considered the cause of such pain more than previously.115-118 Therefore “teres” ligament tears are today considered one of the possible causes of chronic anterior pelvic pain in athletes.119 These lesions have been arthroscopically classified in 3 types by Gray and Villar:120 —— type 1: complete rupture; —— type 2: partial rupture; —— type 3: hypertrophic and ligamentous degeneration. Usually complete rupture of the ligament is related to high energy trauma with a dislocation of the hip that can occur with the leg in flexion and adduction (fall on ispilateral flexed knee) or after an unexpected twisting of the limb, although the most frequent mechanism of injury is hyperabduction. Complete or partial ruptures have been also described after low energy traumas without dislocation, such as a forceful, and in some cases repeated, hyperabduction of the lower extremity, as reported by Delcamp.121 In this case the patients have a history of long lasting pelvic pain with a negative imagery investigation. For this reason, the diagnosis is often delayed or remains unknown and is confirmed only through arthroscopy of the hip (positive findings from 8 to 15% of cases) because symptoms are subtle, non-specific and common to many other hip pathologies.119 Finally, type 3 lesions are generally associated to more or less advanced primary coxarthrosis and in about 60% of these patients there is an underlying congenital dysplasia of the hip, SCFE or LCPD.120 However, in all cases there can, however, be other intra-articular lesions such as cartilage damage, loose bodies and labrum damage.118 According to mechanism of injury, sports are believed to be responsible in type 1 lesions when they require high energy impact such as in motor vehicle racing, American football, rugby and ice hockey, in type 2 when they require extreme and repeated ranges of mo- 362 Queste lesioni sono state classificate artroscopicamente in tre tipi da Gray e Villar 120: — tipo 1: rottura completa; — tipo 2: rottura parziale; — tipo 3: ipertrofia e degenerazione legamentosa. Di solito la rottura completa del legamento si osserva in traumi ad alta energia caratterizzati da lussazione dell’anca che può avvenire in flessioneadduzione (cadendo sul ginocchio omolaterale a gamba flessa), essere caratterizzata da una rotazione improvvisa dell’arto, generalmente in extrarotazione, anche se il meccanismo in assoluto più frequente è un trauma in iperabduzione. Lesioni totali o parziali sono state descritte anche in traumi a minor energia senza lussazione, in cui il meccanismo eziopatogenetico responsabile, come descritto da Delcamp et al., è una iperabduzione forzata anche ripetuta dell’arto inferiore 121. In questo caso i pazienti hanno un’anamnesi positiva per dolore pelvico cronico e maldefinito e le indagini strumentali eseguite non sono state dirimenti circa la/le cause responsabili della sintomatologia. Per questo molto spesso la diagnosi è tardiva o misconosciuta e viene fatta solo durante l’esecuzione di un’artroscopia dell’anca con l’individuazione del danno in percentuale variabile dall’8 al 15% durante questa procedura, e ciò è conseguente al fatto che i sintomi sono subdoli, poco specifici e comuni a numerose condizioni patologiche dell’anca 119. Infine le lesioni di tipo 3 sono generalmente associate a coxartrosi primaria più o meno avanzata e in circa il 60% di questi pazienti vi è una condizione patologica dell’anca sottostante quale displasia congenita, SCFE o LCPD 120. In tutti i casi comunque possono essere presenti anche altre alterazioni intra-articolari quali lesioni condrali, corpi mobili e danni labbrali 118. Visti i meccanismi patogenetici si può affermare come gli sport più a rischio di sviluppare una patologia di tipo 1 del legamento siano quelli da impatto ad alta energia, quali moto e automobilismo, football americano, rugby e hockey su ghiaccio, di tipo 2 quelli che richiedono estremi e ripetuti archi di movimento degli arti inferiori quali danza classica e arti marziali e quelli di tipo 3 gli sport ad alto impatto e ripetitivi quali calcio, atletica e rugby 120. Ad eccezione delle forme associate a lussazione, in cui la clinica è eclatante, nelle altre la diagnosi è difficile e non può prescindere da una dettagliata anamnesi e un’accurata descrizione del meccanismo patogenetico sport-correlato 120. I pazienti riferiscono un dolore vago all’inguine, più o meno associato ad episodi di blocco articolare, “popping e giving way”, che sono comunque segni e sintomi altamente aspecifici. Nei pazien- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases tion of the lower extremities such as ballet and martial arts, and in type 3 when they require high and repetitive impact of the lower limbs such as soccer, athletics and rugby.120 Aside for the types associated to dislocation where the clinical signs and symptoms are evident, other diagnoses are difficult to make and require a detailed history taking and an accurate description of a sport-related mechanism of injury.120 Patients refer pain vaguely located in the groin area, more or less associated to joint blocking episodes, “popping and giving way”, which are all highly non-specific. Instead, in patients with an associated degenerative disease, pain is long-term and located beyond the groin area, often irradiating along the buttocks and leg, exacerbated by weight bearing. In general in types not associated to dislocation of the hip, it is common to observe a painful limited ROM especially in flexion, extension and rotation. No highly specific test exists to clinically diagnose lesions of the “teres” ligament, although the ones most often used are the McCarthy test and the one called “teres ligament test”. The starting position of the former, is supine with both hips flexed, with an attempt to slowly extend the leg while internally rotating the hip and finally externally rotating it once the leg is straight.120, 122 The “teres ligament test” consists in supine lying with the ispilateral knee and hip flexed at 90° and 70° respectively; from this position, the affected limb is then abducted until pain is felt and in that moment a sequential 30° adduction, internal and external rotation of the limb is made (done by the evaluator in a delicate but decisive manner), until the insurgence of an articular blocking is felt. The presence of pain during the provocative test of external and internal rotation is predictive of a ligament injury.119 Of all available diagnostic imaging to study this ligament the most sensitive and specific is MRI, with or without contrast medium, or CT scan with contrast medium, although conventional radiographs are recommended prior to rule out pre-existing hip pathology and rare but possible fracture/avulsions of the “teres” ligament. The advantage of the use of contrast medium lies in the expansion of the joint capsule rendering the intraarticular structures and joint surface more delimited and evident, thus offering a better view of partial or complete tears of the ligament. Placing the limb in traction helps the radiologist to better view the labrum structures.120 The best MRI projections are those in coronal, pure Vol. 67 - No. 3 POGLIACOMI ti con associata patologia degenerativa invece il dolore tende a cronicizzarsi e oltre all’inguine è spesso irradiato alla regione glutea o alla coscia, ed esacerbato dal carico. In generale nelle forme non associate a dislocazione dell’anca è comune il riscontro di un arco di movimento doloroso e ridotto soprattutto nei movimenti di flessione, estensione e rotazione dell’anca. Non sono presenti test altamente specifici per diagnosticare le patologie del legamento “teres”, anche se tra quelli più dirimenti sono da citare il test di McCarthy e quello chiamato “del legamento teres”. Il primo prevede di posizionare il paziente supino ad anche flesse e successivamente di estendere lentamente l’arto in rotazione interna a cui segue, a fine movimento, una rotazione esterna 120, 122. Il “test del legamento teres” prevede che il paziente sia in posizione supina con il ginocchio flesso a 90o e l’anca flessa di 70o. Da questa posizione l’arto viene abdotto fino alla comparsa di dolore e in quel momento si esegue un’adduzione di circa 30o, associata ad una rotazione interna ed esterna della gamba (eseguita in maniera decisa ma delicata) fino all’insorgenza di un blocco articolare. Il dolore provocato sia durante la rotazione esterna che interna può essere predittivo di lesione del legamento 119. Tra le indagini strumentali per studiare questa struttura quelle più specifiche e sensibili sono la RMN possibilmente con mezzo di contrasto o la TC con mezzo di contrasto, anche se devono sempre essere precedute da radiografie convenzionali che possono escludere altre patologie dell’anca con clinica sovrapponibile e le rarissime fratture/ avulsione del legamento “teres”. Il vantaggio di queste tecniche risiede nel fatto che il mezzo di contrasto distendendo l’articolazione delimita ed evidenzia meglio le superfici articolari e le strutture ivi contenute, rendendo ben visibili eventuali lesioni parziali o complete del legamento. La trazione dell’arto durante l’esecuzione di tale accertamento diagnostico aiuta il radiologo a visualizzare al meglio anche le strutture labbrali 120. Alla RMN le proiezioni migliori sono quelle coronali, assiali e assiali oblique. Il legamento in condizioni di normalità (Figura 8) appare dal contorno regolare e caratterizzato da una omogeneità di segnale di bassa intensità che viene meno nei casi di lesione completa o parziale, ipertrofia e degenerazione del legamento stesso. Siccome nelle lesioni recenti la maggior parte delle rotture parziali o complete avvengono a livello della fovea “capitis”, alla RMN è possibile vedere la presenza di edema adiacente al legamento a livello di questa regione. In caso di lesioni interstiziali sarà presente un ispessimento dell’intero MEDICINA DELLO SPORT 363 POGLIACOMI Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases Figure 8. — Left hip MRI (T2w) in axial view of the “legamentum teres” without signs of lesion (white arrow). Figura 8. — RMN (T2w) di un’anca sinistra in proiezione con legamento “teres” normale (freccia bianca). axial and oblique axial. In normal conditions, the ligament presents a well defined border and is homogenous with low intensity signal (Figure 8), which is absent in its partial or complete tears, hypertrophy and degeneration. Since in acute lesions, the majority of partial or complete ruptures occur at the fovea capitis, it is possible to note edema of the ligament in proximity to this region. In the case of interstitial discontinuity there will be a thickening of the whole ligament, which is the result of hemorrhage or intra-tissue swelling. In chronic lesions however, these signs are not visible but there will be signs of stretching and thinning of the ligament or even loss of continuity with undefined borders. At present an arthroscopy surgery is the treatment of choice.118, 123 The most common surgical options include debridement and shrinkage with the aim to relieve pain.120, 123, 124 This procedure has given excellent results, especially in cases with absence of associated acetabular lesions, and worsen in patients with complete rupture in which the development of early secondary coxarthrosis is more possible. Radiofrequency shrinkage is on the other hand indicated in isolated partial tears associated to subjective instability of the hip during external rotation.124 Postoperative 364 legamento, che è “sinonimo” di una emorragia o edema intratissutale. Nelle lesioni croniche invece questi segni strumentali non sono visibili ma si potranno osservare segni di un’elongazione e assottigliamento del legamento o una sua perdita di continuità, a contorni mal definiti. Attualmente il trattamento di scelta prevede un approccio artroscopico 118, 123. Le opzioni terapeutiche principali includono il debridement e lo shrinkage 120, 123, 124. Il debridement di legamenti sfrangiati o strappati attenua la sintomatologia dolorosa. Questa procedura ha mostrato ottimi risultati, soprattutto in quei casi in cui non erano presenti associate altre lesioni acetabolari, e peggiori in quei pazienti con rottura completa in cui è più probabile lo sviluppo di una coxartrosi secondaria precoce che può inficiare il risultato. Lo shrinkage con radiofrequenze è invece indicato nelle lesioni parziali del legamento, mentre interventi ricostruttivi, di cui sono presenti pochi casi in letteratura, sono limitati a lesioni isolate con associata un’instabilità soggettiva dell’anca evidenziabile soprattutto nei movimenti di rotazione esterna 124. La riabilitazione postoperatoria prevede un periodo iniziale di 6 settimane di carico parziale e arco di movimento bloccato a 0-90o di flessione e in lieve abduzione. Dopo 6 settimane è possibile abbandonare progressivamente l’utilizzo dei MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Anterior groin pain in athletes as a consequence of intra-articular diseases POGLIACOMI rehabilitation consists in partial weight bearing during the first 6 weeks and ROM blocked in 0° to 90° of flexion and light abduction. The crutches can progressively be weaned after 6 weeks and rehabilitation emphasizes on buttocks and core stability muscles strengthening, while gradually increasing lower limb ROM.124 In well trained athletes with retained muscle mass, return to sport occurs around 3-4 months postoperatively following a good recovery in rehabilitation.66, 125 In the case of reduced muscle mass, important postoperative pain, longer gap between onset of symptoms and surgery and in presence of a limp, greater recovery must be expected. In these patients, return to sport occurs usually between 6 and 9 months.125 bastoni e la terapia riabilitativa viene continuata potenziando i muscoli glutei e la “core stability”, aumentando gradualmente l’arco di movimento dell’arto inferiore 124. In atleti dotati di un discreto tono-trofismo muscolare, il ritorno all’attività sportiva e ad un ottimale recupero fisico durante il periodo di riabilitazione, avviene in circa 3-4 mesi 66, 125. La presenza di ridotta massa muscolare, maggiore dolore preoperatorio, maggiore tempo intercorso tra l’esordio dei sintomi e l’intervento chirurgico e di zoppia sono invece associati a tempi di recupero più prolungati. In questi pazienti il ritorno alla piena attività atletica avviene di solito tra i 6 e 9 mesi 125. Conclusions Le patologie intra-articolari dell’anca possono favorire lo sviluppo di dolore inguinale acuto o cronico negli sportivi, limitandone così le prestazioni atletiche e favorendo la progressione del danno articolare. Distinguere questo tipo di lesioni è complesso e la diagnosi definitiva, come d’altronde il loro trattamento, rappresenta spesso una sfida anche per i medici più esperti. Il riconoscimento precoce di queste patologie intra-articolari, che si basa su una dettagliata anamnesi, un accurato esame obiettivo e su un corretto uso e interpretazione delle indagini strumentali, e i miglioramenti nel trattamento e nelle tecniche artroscopiche, hanno consentito a molti atleti la ripresa completa della propria attività sportiva. Intra-articular hip pathologies may favor the development of acute or chronic groin pain in sport participants thus limiting their athletic performance and causing progressive joint damage. The differentiation of these hip injuries is broad and the ultimate diagnosis often represents a diagnostic and therapeutic challenge even in the most skilled physicians. Early recognition of these intra-articular entities, obtained through a precise history, physical examination and appropriate use of imaging, and the improvements in their management and in arthroscopic techniques have allowed many athletes to resume their careers. 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Pogliacomi, Orthopedic Clinic, Department of Surgical Sciences, Parma University Hospital, Parma, Italy. E-mail: [email protected] 368 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Physiological area Area fisiologica MED SPORT 2014;67:369-81 Precision and coordination parameters of Polish elite cadet fencers Parametri di precisione e coordinazione in schermidori d’élite polacchi della categoria cadetti A. ROKITA ¹, M. BRONIKOWSKI ², M. POPOWCZYK ¹, I. CICHY ¹, M. WITKOWSKI ³ ¹Department of Team Sport Games, University School of Physical Education, Wroclaw, Poland 2Department of Methodology of Teaching Physical Education University School of Physical Education, Poznan, Poland ³Department of Physical Education, Adam Mickiewicz University and Warta-Muszkieterowie Fencing Club Poznan, Poznan, Poland SUMMARY Aim. The study aimed at recognizing relationship between selected motor, especially coordination and spatial orientation skills and factors determining place on the National ranking list of 14-16-years-old elite Polish cadet foil fencers were analyzed. Methods. The study was carried on a group of 16 Polish elite fencers aged 14 to 16 years (9 male fencers, 58.7±9.58 kg, 172.4±7.73 cm, 7 female fencers, 54.5±5.50 kg, 166.0±9.14 cm). The study design used three tests: 2 hand test (from Vienna Test System) for precision and time, five-time shuttle run to gates test for spatial orientation, and 2 meter run test for reaction times. Results. The analysis of regression model revealed that the position on the top athlete ranking in cadet fencing was correlated to the level of spatial orientation (β=0.50), hand precision (β=0.64), and chronological age (β=0.56). Conclusion. Fencing is a combat sport requiring parallel development of motor and psychological abilities. Among those coordination, speed of the whole body, as well as reaction time and quick decision making time are the most desirable in terms of quality and thus worth in-depth research. Development of coordination abilities and skills at various phases of the athletic training is likely to contribute to achievement of better results in competitive periods in fencing. These relationships could also be studied in a longitudinal study, which aimed at confirming the strength and importance of the relationship found for the fencers position on the ranking list in senior category. Key words: Psychomotor performance - Martial arts - Athletic performance. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la relazione tra abilità motorie selezionate, soprattutto coordinazione e orientamento nello spazio, e fattori che determinano la posizione nella classifica nazionale cadetti dei fiorettisti d’élite polacchi di 14-16 anni d’età. Metodi. Allo studio hanno preso parte 16 schermidori d’élite polacchi di 14-16 anni d’età (9 schermidori di sesso maschile: 58,7±9,58 kg, 172,4±7,73 cm e 7 schermidori di sesso femminile: 54,5±5,50 kg, 166,0±9,14 cm). Il disegno dello studio ha utilizzato tre test: test 2HAND (coordinazione a 2 mani, dal Vienna Test System) per la precisione e il tempo, test navetta in cinque tempi (five-time shuttle run to gates test) per l’orientamento nello spazio e test di corsa sui 2 metri (2 meter run test) per i tempi di reazione. Risultati. L’analisi del modello di regressione ha rivelato che la posizione degli atleti in cima alla classifica degli schermidori cadetti era correlata con il livello di orientamento nello spazio (β=0,50), la precisione delle mani (β=0,64) e l’età cronologica (β=0,56). Conclusioni. La scherma è uno sport da combattimento che richiede un parallelo sviluppo di abilità motorie e psicologiche. Tra queste, coordinazione, velocità dell’intero corpo, tempo di reazione e tempo decisionale rapido sono quelle Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 369 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS più desiderabili in termini di qualità e meritano quindi una ricerca approfondita. Lo sviluppo delle competenze e delle abilità di coordinazione in varie fasi dell’allenamento sportivo può contribuire al raggiungimento di risultati migliori nei periodi competitivi della scherma. Tali relazioni andrebbero studiate anche in uno studio longitudinale, con l’obiettivo di confermare la forza e l’importanza della relazione osservata per la posizione in classifica degli schermidori senior. Parole chiave: Performance psicomotoria - Arti marziali - Performance atletica. I n terms of motor characteristics fencing is considered a predominantly anaerobic sport requiring explosive high power movements and mastered coordination. It is reaction time and time of the whole fencing action (especially in response to the opponents action), movement precision and spatial orientation that determine achievement of the highest performance level among fencers. Together with such psychological attributes as focus of attention, the abovementioned parameters enable a fencer to undertake appropriate course of action against the opponent in a limited space of the fencing piste. Among psychological features, like ability to control emotions and mental processes, most suitable for the kind of combat mentioned are reaction time and precision of eye-to-hand movements. Achieving considerable success among fencers in one’s age category requires finding the best combination of the skills adjusted to the individual personal profile. Research examine various aspects of fencer’s abilities and conditions of competition combat for the importance of the influence on the fencer’s progress and rank. Steward et al.1 found significant correlation of VE max (maximum ventilatory uptake), VO2 max (maximum oxygen uptake), 2 km run, and body weight with fencing success over the whole season. Although endurance is one of the factors determining success in fencing over the duration of the whole season, however, in the training process long distance running ought to be avoided. It contradicts with characteristic of a fencing fight composed of short bouts and quick changes of tempo. In more recent study 2 on structural correlates of fencing performance it was found that lunge time was best predicted by drop jump and tight cross-sectional area and squat jump on the shuttle test. The both parameters were also determined by Lean Body Mass. In another research 3 examining parameters of fencing lunge statistical differences were observed between male and female fencers in peak concentric force and the ground reaction force indicating a need for adjustment of muscle conditioning to reduce this functional asymmetry. 370 I n termini di caratteristiche motorie, la scherma è considerata uno sport prevalentemente anaerobico che richiede movimenti esplosivi di elevata potenza e dominio della coordinazione. I fattori che determinano il raggiungimento del livello di performance più elevato tra gli schermidori sono il tempo di reazione, la durata dell’intera azione di scherma (soprattutto in risposta all’azione dell’avversario), la precisione di movimento e l’orientamento nello spazio. Unitamente agli attributi psicologici come il focus dell’attenzione, i parametri summenzionati consentono agli schermidori d’intraprendere un’adeguata linea d’azione contro l’avversario in uno spazio limitato della pedana di scherma. Tra le caratteristiche psicologiche, come l’abilità di controllare le emozioni e i processi mentali, quelle più adatte al tipo di combattimento menzionato sono il tempo di reazione e la precisione dei movimenti occhio-mano. Il raggiungimento di un notevole successo tra gli schermidori di una categoria d’età richiede l’individuazione della migliore combinazione delle abilità, regolata in base al profilo individuale. La ricerca esamina diversi aspetti delle abilità degli schermidori e le condizioni del combattimento agonistico per quanto concerne l’importanza della loro influenza sul progresso e sulla posizione dello schermidore in classifica. Steward et al.1 hanno osservato una significativa correlazione di VE max (massima ventilazione), VO2 max (massimo consumo di ossigeno), corsa sui 2 km e peso corporeo con il successo nella scherma nel corso di un’intera stagione. Sebbene la resistenza sia uno dei fattori che determinano il successo nella scherma nel corso di un’intera stagione, durante il processo di allenamento la corsa di fondo dovrebbe essere evitata. Ciò contraddice le caratteristiche di un incontro di scherma, il quale è composto di brevi attacchi e rapidi cambi di ritmo. In uno studio più recente 2 sui correlati strutturali della performance nella scherma, è stato osservato che il tempo di affondo è predetto meglio mediante il salto in basso (drop jump), l’area trasversale della coscia e il salto da fermi (squat jump) nel test navetta. Tali parametri sono stati determinati anche mediante la massa magra. In un’altra ricerca 3, che ha esaminato i parametri dell’affondo nella scherma, sono state MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS Table I.—Characteristics of Polish group of 14-16-year-old elite cadet foil fencers. Tabella I. — Caratteristiche del gruppo polacco di fiorettisti cadetti d’élite di 14-16 anni d’età. Group characteristics Mean±SD Min Max Boys (N.=9) Age [years] Body mass [kg] Body height [cm] Years of training [years] 15.3±0.88 58.7±9.58 172.4±7.73 5.8±1.26 Age [years] Body mass [kg] Body height [kg] Year of training [years] 15.7±0.91 54.5±5.50 166.0±9.14 7.0±1.63 14.4 42.0 160.0 4.0 16.4 69.0 184.0 7.0 Girls (N.=7) 14.1 48.0 156.0 5.0 16.7 65.0 184.0 10.0 But since simple movements are a part of global movements in fencing should not be assessed in isolation. The results show that the performance is higher in the expert group of fencers when the task is performed in the sequential touché + lunge condition.4 In some studies concerning functioning of the nervous system reaction time (RT), movement time (MT), total responce time (RMT) and accuracy were studied (measured by EMG) under a dual response paradigm requiring a full lunge.5 Although the elite fencers had lower MT, their faster RT resulted in significantly shorter total response times. Elite fencers showed more muscle synergies and consistent patterns of muscle coordination. Similar findings were confirmed in another study 6 which found elite fencers quicker in RT, MT and in RMT, when compared to novice ones. Yet in another complex study on fencers predispositions at different stages of sport development 7 it was found that regression explanatory model of the elite (Olympic) fencer is composed of visual-motional coordination and choice reaction errors factors, as well as temperamental feature of activation processes strength. These findings have practical implications for skill training in young fencers and therefore a new research study was design and undertaken on a group of Polish elite cadet fencers to estimate the level and correlation between the abovementioned parameters. The study aimed at recognizing relationship between selected motor, especially coordination skills and ranking place in 14-16-year-old elite Polish cadet foil fencers. Vol. 67 - No. 3 ROKITA osservate differenze statistiche tra gli schermidori di sesso maschile e femminile per quanto concerne la forza concentrica di picco e la forza di reazione al suolo, indicando una necessità di aggiustamento del condizionamento muscolare per ridurre tale asimmetria funzionale. Tuttavia, poiché i movimenti semplici formano parte dei movimenti globali della scherma, essi non devono essere valutati in maniera isolata. I risultati mostrano che la performance è più elevata nel gruppo degli schermidori esperti quando il compito viene svolto nella condizione di toccata (touché) sequenziale + affondo 4. In alcuni studi concernenti il funzionamento del sistema nervoso sono stati esaminati il tempo di reazione (RT), tempo di movimento (MT), tempo di risposta totale (RMT) e precisione (misurati mediante EMG) in base a un paradigma di risposta duale richiedente un affondo completo 5. Sebbene gli schermidori d’élite avessero un MT più basso, il loro RT più rapido ha comportato tempi di risposta totali significativamente più brevi. Gli schermidori d’élite hanno mostrato un maggior numero di sinergie muscolari e dei pattern di coordinazione muscolare coerenti. Risultati simili sono stati ottenuti da un altro studio6 che ha osservato come gli schermidori d’élite siano più veloci rispetto agli schermidori novizi in relazione a RT, MT e RMT. Tuttavia, in un altro complesso studio sulle predisposizioni degli schermidori in diversi stadi di sviluppo sportivo 7 è stato osservato che il modello di regressione esplicativo dello schermidore d’élite (olimpico) è composto da fattori di coordinazione visivo-motoria ed errori di reazione connessi ad una scelta, oltre che dalla caratteristica congenita della forza dei processi di attivazione. Tali risultati presentano implicazioni pratiche per l’allenamento delle abilità in giovani schermidori ed è stato quindi disegnato e intrapreso un nuovo studio di ricerca su un gruppo di schermidori d’élite polacchi della categoria cadetti per stimare il livello e la correlazione tra i parametri summenzionati. Obiettivo dello studio è stato quello di riconoscere la relazione tra abilità motorie selezionate, soprattutto abilità di coordinazione e posizione nella classifica cadetti dei fiorettisti polacchi di età compresa tra 14 e 16 anni. Materiali e metodi Partecipanti Lo studio è stato condotto nel mese di gennaio 2013 su un gruppo di 16 schermidori di età compresa tra 14 e 16 anni. I soggetti erano tra i più MEDICINA DELLO SPORT 371 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS Figure 1.—Schema of five-time shuttle run to gates test. Figura 1. — Schema del test navetta in cinque tempi. Material and methods Participants The study was carried out in January 2013 on a group of 16 fencers aged 14 to 16 years. The subjects were among the best competitive cadet foil fencers in Poland. Before the examinations, each subject was measured for body height and mass. Dates of birth and training experience were also recorded. The data are presented in Table I. The tests were administered by the researchers from the Research Laboratory of the University School of Physical Education in Wrocław with ISO 9001:2009 certification. The study design used three tests: 2 hand test (from Vienna Test System) for precision and time, five-time shuttle run to gates test for spatial orientation, and 2 meter run test for reaction times. Before the measurements, the subjects underwent a standardized warm-up that lasted 15 minutes. Fusion Smart Speed System apparatus was used during the five-time shuttle run to gates and 2 meter run tests to record time 372 competitivi fiorettisti polacchi nella categoria cadetti. Prima dei test, ciascun soggetto è stato sottoposto a misurazioni di altezza e massa corporea. Sono state registrate anche la data di nascita e l’esperienza di allenamento. I dati disponibili sono descritti in Tabella I. I test sono stati somministrati dai ricercatori del Laboratorio di ricerca della facoltà universitaria di Educazione fisica di Breslavia con la certificazione ISO 9001:2009. Il disegno dello studio ha utilizzato tre test: test 2HAND (coordinazione a 2 mani, dal Vienna Test System) per la precisione e il tempo, test navetta in cinque tempi per l’orientamento nello spazio e test di corsa sui 2 metri per i tempi di reazione. Prima delle misurazioni, i soggetti hanno effettuato un riscaldamento standardizzato che è durato 15 minuti. L’apparecchiatura Fusion Smart Speed System è stata utilizzata durante il test navetta in cinque tempi e il test di corsa sui 2 metri al fine di registrare il tempo di performance dei singoli compiti. Il sistema è composto di: porte (ciascuna porta è dotata di una fotocellula con un trasmettitore a infrarossi e un riflettore della luce), un materassino (smart MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS of performance of individual tasks. The system is comprised of: gates (each gate is equipped in a photocell with an infrared transmitter and a light reflector), a mat (smart jump) integrated with the photocell and RFID reader for athlete identification, and computer software (Figure 1). The testing apparatus measured running time with the accuracy of 0.001 s. Procedure The five-time shuttle run to gates test was used to evaluate spatial orientation. The test was a modification of a system’s “reactive shuttle grill” test recommended by the apparatus’ manufacturer. The test procedure was similar to that in “run to balls” test.8 We replaced the balls used by these researchers with gates (photocells with reflectors) with the 2 meter long line between them that had to be crossed with both feet. Mats integrated with the photocell were placed at the starting and finishing lines. The layout of gates, mat (smart jump) and RFID reader in the five-time shuttle run to gates test is illustrated in Figure 1. As soon as both feet were in contact with the central part of the mat, the subject received a light signal indicating the gate they should run to. The application of Fusion Smart Speed System and photocells eliminated the effect of a researcher on the choice of a gate where the subject was supposed to run to (gate numbers were randomized) and on the starting time. Furthermore, crossing the lines between the gates with two feet eliminated the effect of differences in anthropometric measurements (upper limb length), which occurred in the previous “run to the balls” test.8 The procedure of the five-time shuttle run to gates test was the following: in the beginning, the researcher discussed the procedure of the test and asked one of the subjects to demonstrate how the test should be performed. After the demonstration, each subject was asked to wear an RFID identification wrist band on either wrist (the bands contained individual codes). The test started from pressing with both legs against the central part of the mat (smart jump). After the start, the green light went off and a light in a random gate went on indicating the gate the subject had to run to. The subject ran to the gate, crossed the line (1 m in length) with both feet and immediately ran back to the mat (smart jump) with both feet. After the contact with the mat, another randomly selected light in a gate went on. The subjects repeated this Vol. 67 - No. 3 ROKITA jump) integrato con la fotocellula e un lettore RFID per l’identificazione degli atleti, e un software (Figura 1). L’apparecchiatura di test ha misurato il tempo della corsa con una precisione pari a 0,001 s. Procedura Il test navetta in cinque tempi è stato utilizzato per valutare l’orientamento nello spazio. Il test era una modifica di un “reactive shuttle drill test” del sistema raccomandato dal produttore dell’apparecchiatura di test. La procedura del test era simile a quella del “run to balls test” 8. Abbiamo sostituito le palle utilizzate da tali ricercatori con porte (fotocellule con riflettori) separate da una linea lunga due metri che doveva essere oltrepassata con entrambi i piedi. I materassini integrati con la fotocellula sono stati collocati nelle linee di partenza e arrivo. La configurazione di porte, materassino (smart jump) e lettore RFID nel test navetta in cinque tempi è illustrata in Figura 1. Non appena i piedi sono entrati in contatto con la parte centrale del materassino, il soggetto ha ricevuto un segnale luminoso indicante la porta verso la quale correre. L’applicazione del Fusion Smart Speed System e delle fotocellule ha eliminato l’effetto del ricercatore sulla scelta della porta verso il quale il soggetto avrebbe dovuto correre (i numeri delle porte sono stati randomizzati) e sul tempo di partenza. Inoltre, l’attraversamento con due piedi delle linee tra le porte ha eliminato l’effetto delle differenze nelle misurazioni antropometriche (lunghezza degli arti superiori) che si è verificato nel precedente “run to the balls test” 8. La procedura del test navetta in cinque tempi è stata la seguente: all’inizio, il ricercatore ha discusso della procedura del test e ha chiesto a uno dei soggetti di dimostrare come dovesse essere svolto il test. Dopo la dimostrazione, a ciascun soggetto è stato chiesto di indossare un bracciale di identificazione RFID su ogni polso (i bracciali contenevano codici individuali). Il test è iniziato quando entrambi i piedi sono stati premuti contro la parte centrale del materassino (smart jump). Dopo l’inizio, la luce verde si è spenta e una luce in una porta casuale si è accesa indicando la porta verso il quale il soggetto doveva correre. Il soggetto è corso verso la porta, ha attraversato la linea (lunga 1 metro) con entrambi i piedi ed è corso immediatamente indietro al materassino (smart jump) toccandolo con entrambi i piedi. Dopo il contatto con il materassino, un’altra luce in una porta diversa si è MEDICINA DELLO SPORT 373 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS A B Figure 2.—A) Schema of the 2 meter run test. B) Difference in average time of spatial orientation in five-times shuttle run to the gate test in 14-16-year-old fencers. Figura 2. — A) Schema del test di corsa sui 2 metri. B) Differenza nel tempo medio di orientamento nello spazio nel test navetta in cinque tempi in schermidori di 14-16 anni d’età. cycle five times until no light signal in the gates was present after standing on the mat. The data from the tests were recorded in a PDA (HP iPAQ 112), where all the scores i.e. run from the mat to the gate, run from the gate to the mat and total running time were recorded with the subject’s name. The test was repeated twice, with a 10-min rest in order to minimize the effect of fatigue. The analysis was carried out based on the mean scores from the two tests. In order to measure RT, time of motion along a short track (MT), and (TTT) along the short track as a manifestation of quick reaction, the 2 meter run test was used, which was a modification of the system’s reactive/mat start test, recommended by the manufacturer of Fusion Sport testing apparatus (Figure 2). The system allows users to modify the parameters, and, with the “reactive/mat start” option, the researchers are free to select the length of the track covered by the subject. The 2 meter run test was carried out using a single gate (photocell with reflector), a mat (smart jump), a photocell integrated with the mat and a RFID reader. The mat, allowing evaluation of the time of reaction to light signal, was adjusted 30 cm from the starting line (to ensure comfortable placing the foot between the starting line and the mat). The distance between the gate and the starting line was 2 m, and a finishing line was drawn between the photocell and the respective reflector (2 m in length) (Figure 2). The procedure of the 2 meter run test was the following: after the green readiness light in the photocell unit connected to the RFID reader went on, the subject touched the reader with 374 accesa in maniera casuale indicando la porta verso la quale correre. I soggetti hanno ripetuto questo ciclo cinque volte finché non era più presente alcun segnale luminoso nelle porte dopo essere rimasti in piedi sul materassino. I dati dei test sono stati registrati in un palmare (HP iPAQ 112) dove tutti i punteggi, ad es. corsa dal materassino verso la porta, corsa dalla porta verso il materassino e tempo di corsa totale sono stati registrati con il nome del soggetto. Il test è stato ripetuto due volte, con 10 minuti di riposo al fine di ridurre al minimo l’effetto dell’affaticamento. L’analisi è stata condotta sulla base dei punteggi medi ottenuti dai due test. Al fine di misurare il tempo di reazione (RT), il tempo di movimento (MT) lungo una breve traiettoria e il tempo totale del test (TTT) lungo una breve traiettoria come manifestazione della reazione rapida, è stato utilizzato il test di corsa sui 2 metri, il quale era una modifica del test di partenza dal materassino/reattiva raccomandato dal dispositivo di test Fusion Sport (Figura 2). Il sistema permette agli utilizzatori di modificare i parametri, e con l’opzione “partenza dal materassino/reattiva” (reactive/mat start), i ricercatori sono liberi di selezionare la lunghezza della traiettoria coperta dal soggetto. Il test di corsa sui 2 metri è stato condotto utilizzando una singola porta (fotocellula con riflettore), un materassino (smart jump) una fotocellula integrata con il materassino e un lettore RFID. Il materassino, permettendo la valutazione del tempo di reazione al segnale luminoso, è stato regolato 30 cm dalla linea di partenza (per garantire un comodo posizionamento del piede tra la linea di partenza e il materassino). La distanza tra la porta e la linea di partenza era di 2 metri e una linea MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS the wrist band and heard the sound. After the signal, the blue light in the photocell column went on and the subject stood in the starting position. One foot was placed in front of the starting line while the other remained on the mat (smart jump). Next, the blue light went off. The test started when the green light in the gate went on (at the distance of 2 meters from the starting line). The subjects ran to the gate and crossed the finishing line (2 meters in length) with both feet. The data were recorded in a PDA (HP iPAQ 112). All the scores, i.e. reaction time on the mat (RT) that elapsed from light signal to the feet motion, time of running from the mat to the gate at the distance of 2 m considered as MT, and TTT were recorded with the subject’s name. The test was repeated twice with a 5-min rest. The analysis was carried out based on the mean scores obtained from the two repetitions. Furthermore, we used the dedicated apparatus (Vienna Test System) to evaluate of eye-tohand coordination. The 2HAND test with S6 option (moving a point along a given track from A to B with a joystick) was administered. The test allows a comprehensive diagnosis of psychomotor parameters.9 Furthermore, this electronic measurement device is increasingly popular in diagnostics of neuropsychophysical abilities as well as neurophysiological aptitudes that determine motor control in athletes. The greatest advantages offered by the system include measurement objectivity, automated recording and reduced psychical strain experienced by a subject. These benefits ensure high reliability of the measurement. For the purpose of the study and statistical analyses 2 parameters (time and number of errors) were used. The analysis of the correlation was based on a national ranking list of foil fencers published by the Polish Fencing Association. All the subjects were classified (after the Poland Youth Olympic Games held in 2013) among the top 32 of Polish fencers in the cadet category and ranking place was associated with each examined fencer’s scores in motor tests. Statistical analysis For all parameters data are reported as mean±SD. Normal data distribution was tested using the W Shapiro-Wilk test. One way Friedman ANOVA test for paired data was applied to test for differences between the genders in performed tests. Vol. 67 - No. 3 ROKITA di arrivo è stata tracciata tra la fotocellula e il rispettivo riflettore (2 metri di lunghezza) (Figura 2). La procedura del test di corsa sui 2 metri era la seguente: dopo la luce verde di partenza nell’unità della fotocellula collegata al lettore RFID, il soggetto ha toccato il lettore con il braccialetto e ha sentito un suono. Dopo il segnale, la luce blu nella colonna della fotocellula si è attivata e il soggetto è rimasto in piedi nella posizione di partenza. Un piede è stato posizionato davanti alla linea di partenza mentre l’altro è rimasto sul materassino (smart jump). Successivamente, la luce blu si è spenta. Il test è iniziato quando la luce verde nella porta si è attivata (a distanza di due metri dalla linea di partenza). I soggetti hanno corso verso la porta e hanno attraversato la linea di arrivo (2 metri di lunghezza) con entrambi i piedi. I dati sono stati registrati in un palmare (HP iPAQ 112). Tutti i punteggi, ad es. tempo di reazione (RT) sul materassino intercorso dal segnale luminoso al movimento dei piedi, tempo di corsa dal materassino alla porta distante 2 metri considerato come tempo di movimento (MT), e tempo totale del test (TTT) sono stati registrati con il nome del soggetto. Il test è stato ripetuto dopo un periodo di riposo di 5 minuti. L’analisi è stata condotta sulla base dei punteggi medi ottenuti dalle due ripetizioni. Inoltre, abbiamo utilizzato l’apparecchiatura dedicata (Vienna Test System) per valutare la coordinazione occhio-mano. È stato somministrato il test 2HAND con l’opzione s6 (spostamento di un punto lungo una traiettoria stabilita dal punto A al punto B con un joystick). Il test consente una diagnosi completa dei parametri psicomotori 9. Inoltre, questo dispositivo di misurazione elettronico è sempre più diffuso nella diagnosi delle abilità neuropsicologiche oltre che delle attitudini neurofisiologiche che determinano il controllo motorio negli atleti. I principali vantaggi offerti dal sistema includono l’obiettività delle misurazioni, la registrazione automatica e il ridotto sforzo fisico percepito da un soggetto. Tali benefici garantiscono un’elevata affidabilità della misurazione. Per il fine dello studio e le analisi statistiche abbiamo utilizzato 2 parametri (tempo e numero degli errori). L’analisi della correlazione era basata sulla classifica nazionale degli schermidori cadetti pubblicata dall’Associazione di scherma polacca. Tutti i soggetti erano classificati tra i migliori 32 schermidori polacchi nella categoria cadetti (dopo i giochi olimpici della gioventù del 2013 in Polo- MEDICINA DELLO SPORT 375 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS Table II.—Spearman’s rank correlation coefficients (r) for the relationships between anthropometric parameters and selected motor parameters (P<0.05). Tabella II. — Coefficienti di correlazione per ranghi di Spearman (r) per le relazioni tra parametri antropometrici e parametri motori selezionati (P<0,05). Variable 2 hand test time [s] Gender Body mass [kg] Body height [cm] Age [year] Years of training NS NS NS NS NS 2 hand test precision Spatial orientation [n/mistakes] [s] NS NS NS NS NS -0.53 NS NS NS NS RT [s] MT [s] TTT [s] NS NS NS NS NS NS -0.52 NS NS NS NS NS NS -0.62 NS NS: not statistically significant; RT: time of reaction on the mat; MT: time of run from the mat to the gate at a distance of 2 m; TTT: total test time in 2 m run test. The correlations among variables (r) were calculated using the Spearman correlation test. A value of P<0.05 was considered as statistically significant. In order to test the correlations between the ranking place and other variables studied (predictor variables), we used an analysis of regression model (linear stepwise method). All statistical analyses were carried out using software Statistica 10.0. Ethics Before the tests, each participant was familiarized with the aim of the research and parents were informed about the purpose of the study and have given permission for the testing. It was also done with the coaches. They were also notified that the study was approved by the Bioethical Committee of the University School of Physical Education in Wroclaw. nia) e la posizione nella classifica è stata associata ai punteggi di ciascuno schermidore esaminato nei test motori. Analisi statistica Per i parametri i dati sono riportati come media±DS. La normale distribuzione dei dati è stata verificata utilizzando il test di Shapiro-Wilk. Il test ANOVA di Friedman a una via per i dati appaiati è stato applicato per verificare le differenze tra i sessi nei test effettuati. Le correlazioni tra le variabili (r) sono state calcolate utilizzando il test di correlazione di Spearman. Un valore P<0,05 è stato considerato statisticamente significativo. Al fine di verificare le correlazioni tra la posizione in classifica e le altre variabili studiate (variabili predittive) abbiamo utilizzato un’analisi del modello di regressione (metodo stepwise lineare). Tutte le analisi statistiche sono state condotte utilizzando il software Statistica 10.0. Results Analysis of the anthropometric measurements revealed that, the fencers studied did not differed significantly in body mass nor in body height. The mean body mass of the boys participating in the study was 59.22±9.99 kg, and the mean body mass of the girls was 54.57±5.50 kg. The interaction effect of gender on body mass was statistically not significant F1, 14=1.06 with P=0.3199. Similar pattern was observed in body height. Mean body height for boys was 72.22±7.38 cm in boys and for girls 6.22±9.15 cm, and no statistically significant interaction effect of gender on body height was observed with F1, 14=2.33, with P=0.1487. We investigated the correlations between gender, body height, body mass, chronological age, training years with the results obtained from test- 376 Etica Prima dei test, ogni partecipante ha familiarizzato con l’obiettivo della ricerca e i genitori sono stati informati circa l’obiettivo dello studio e hanno fornito il loro consenso per i test. La stessa cosa è stata fatta con gli allenatori. Inoltre, sono stati informati del fatto che lo studio è stato approvato dal Comitato Bioetico della Facoltà Universitaria di Educazione Fisica a Breslavia. Risultati L’analisi delle misurazioni antropometriche ha rivelato che gli schermidori studiati non mostravano differenze significative nella massa o nell’altezza corporee. La massa corporea media dei ra- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS Figure 3.—Difference in average time of spatial orientation in five-times shuttle run to the gate test in 14-16year-old fencers. Figura 3. — Differenza nel tempo medio di orientamento nello spazio nel test navetta in cinque tempi in schermidori di 14-16 anni d’età. ing of spatial coordination, reaction time, motion time and total test time as a manifestation of quick reaction and hand movement precision (Table II). We found significant statistical correlations (P<0.05) between the gender and spatial orientation in results obtained in five-time shuttle run to the gate test (Table II). Spearman’s rank correlation coefficient was -0.53. Furthermore, we found statistically significant correlations (P<0.05) between TTT and chronological age (r = -0.62). The best mean TTT was observed for the participants aged 15 years 1.15 s±0.02 s. Furthermore, the mean score recorded for the group of 15-years old subjects was 1.25±0.03 s. A statistically significant correlation (P<0.05) was also found between body mass and MT in 2 m run test. Spearman’s rank correlation coefficient was -0.52. The group of fencers studied obtained mean MT 0.67±0.15 s. The best score for this test was 0.49 s, whereas the worst equalled 1.1 s. Comparing the means that reflected the level of spatial orientation (Figure 3), we found that the group of female fencers obtained the mean score 19,41 s±0,83 s, which was statistically significantly worse than the boys. It was worse by 0.97 s, and the interaction effect was F1, 14=6.16, with P=0.0263. No statistically significant differences were found between the results obtained in the groups of fencers in the 2 hand test in precision scores nor in the time of finishing the test. Although the boys completed the assignment slightly faster, the girls were more accurate, which contributed to much shorter error numbers (Figure 4). We also sought to examine the relationships between the results obtained in individual motor Vol. 67 - No. 3 ROKITA gazzi partecipanti allo studio era di 59,22±9,99 kg mentre la massa corporea media delle ragazze era di 54,57±5,50 kg. L’effetto di interazione del sesso sulla massa corporea non era statisticamente significativo con F1, 14=1,06 con P=0,3199. Un pattern simile è stato osservato nell’altezza corporea. L’altezza corporea media per i ragazzi era di 72,22±7,38 cm e di 6,22±915 cm per le ragazze; non è stato osservato nessun effetto di interazione statisticamente significativo del sesso sull’altezza corporea con F1, 14=2,33, con P=0,1487. Abbiamo esaminato le correlazioni tra sesso, altezza corporea, massa corporea, età cronologica e anni di allenamento con i risultati ottenuti dai test di coordinazione nello spazio, tempo di reazione, tempo di movimento e tempo di test totale come manifestazione della reazione veloce e della precisione di movimento della mano (Tabella II). Abbiamo osservato significative correlazioni statistiche (P<0,05) tra il sesso e l’orientamento nello spazio nei risultati ottenuti con il test navetta in cinque tempi (Tabella II). Il coefficiente di correlazione per ranghi di Spearman era di -0,53. Inoltre, abbiamo osservato correlazioni statisticamente significative (P<0,05) tra tempo totale del test (TTT) ed età cronologica (r=-0,62). Il TTT medio migliore è stato osservato per i partecipanti di età pari a 15 anni: 1,15 s±0,02s. Inoltre, il punteggio medio registrato per il gruppo dei soggetti di 15 anni era pari a 1,25±0,03s. È stata osservata anche una correlazione statisticamente significativa (P<0,05) tra massa corporea ed MT nel test di corsa sui 2 metri. Il coefficiente di correlazione per ranghi di Spearman era di -0,52. Il gruppo di schermidori studiati ha ottenuto un MT medio di 0,67±0,15 s. Il punteggio migliore per questo test era di 0,49 s, mentre quello peggiore era di 1,1 s. Confrontando le medie che riflettono il livello di orientamento nello spazio (Figura 3), abbiamo osservato che il gruppo di schermidori di sesso femminile ha ottenuto un punteggio medio di 19,41s±0,83s, il quale era statisticamente e significativamente peggiore rispetto a quello degli schermidori di sesso maschile. Tale punteggio era peggiore di 0,97s e l’effetto di interazione era F1, 14=6,16, con P=0,0263. Non abbiamo osservato differenze statisticamente significative tra i risultati ottenuti dai gruppi di schermidori nel test 2HAND per quanto concerne i punteggi di precisione o il tempo di conclusione del test. Sebbene i ragazzi abbiano completato il compito in maniera leggermente più rapida, le ragazze erano più precise, il che le ha portate a commettere un numero di errori molto inferiore (Figura 4). Abbiamo inoltre cercato di esaminare le rela- MEDICINA DELLO SPORT 377 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS zioni tra i risultati ottenuti nei singoli test motori. I punteggi ottenuti sono stati valutati con l’analisi di correlazione per ranghi di Spearman (Tabella III). Abbiamo osservato relazioni statisticamente significative (P<0,05) tra tempo di reazione (RT) e punteggi che riflettevano il tempo di movimento (MT) lungo una breve traiettoria (Tabella III). Il coefficiente di correlazione per ranghi di Spearman per questa relazione era di -0,89. La media di RT nel gruppo degli schermidori studiati era di 0,3±0,13 s. L’RT più breve era di 0,17 s, mentre il punteggio peggiore era di 0,71 s. Inoltre, l’analisi del modello di regressione (metodo stepwise lineare) ha rivelato che la posizione nella parte superiore della classifica era correlata con il livello di orientamento nello spazio (b=0,50), la precisione (numero di errori) nel test di precisione della mano (b=0,64) e l’età cronologica (b=0,56). Discussione Figure 4.—Difference between genders in number of mistakes and time of finishing the 2HAND precision test. Figura 4.— Differenze tra i generi nel numero di errori e tempo di completamento del test di precisione 2HAND. tests. The scores obtained were evaluated with Spearman’s rank correlation analysis (Table III). We found statistically significant relationships (P<0.05) between the RT and the scores that reflected MT along a short track (Table III). Spearman’s rank correlation coefficient for this relationship was -0.89. The mean of RT in the group of fencers studied was 0.3±0.13 s. The shortest RT was 0.17 s, whereas the worst score was 0.71 s. Furthermore, the analysis of regression model (linear stepwise method) revealed that the position in the top athlete ranking was correlated to the level of spatial orientation (b=0.50), accuracy (number of errors) in hand precision test (b=0.64), and chronological age (b=0.56). Discussion Combat sports, including fencing, require good physical capacity, motor coordination, technique 378 Gli sport da combattimento, inclusa la scherma, richiedono buona capacità fisica, coordinazione motoria, tecnica e abilità tattiche degli atleti poiché tali fattori influenzano l’esito del combattimento e il livello complessivo delle abilità sportive 10, 11. Alcuni risultati di ricerca suggeriscono che nello sviluppo dei comportamenti di coping negli sport individuali è necessario tenere presente l’ereditarietà genetica 12, oltre che i tratti di intelligenza emotiva di un individuo e anche l’influenza del background culturale 13. Nel pugilato, che integra caratteristiche tattiche simili a quelle della scherma (abilità di attacco, difesa e contrattacco effettuate in un ambiente imprevedibile) l’allenamento speciale dei pugili junior mirato a controllare la gamma di complesse abilità motorie piuttosto che l’allenamento di semplici abilità motorie ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo delle abilità fisiche e tecniche e ha potenziato l’efficacia della performance tecnica 14. I nostri risultati sono in linea con quelli ottenuti da altri ricercatori 15, 16. L’analisi delle misure antropometriche e del livello delle abilità che richiedono un’immediata risposta del sistema nervoso, ad es. il tempo di reazione o la precisione di movimento della mano, non hanno rivelato differenze significative tra ragazzi e ragazze. Al contrario, abbiamo osservato differenze tra i sessi nei risultati ottenuti per quanto riguarda la coordinazione nello spazio nel test navetta in cinque tempi, con gli schermidori cadetti di sesso femminile che hanno ottenuto MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS ROKITA Table III.—Spearman’s rank correlation coefficients (r) for the relationships between individual motor parameters (P<0.05). Tabella III. — Coefficienti di correlazione per ranghi di Spearman (r) per le relazioni tra parametri motori individuali (P<0,05). Variable 2 hand test time[s] 2 hand test precision [no/mistakes] Spatial orientation [s] RT [s] MT [s] 2 hand test time [s] 2 hand test precision Spatial orientation [no/mistakes] [s] RT [s] MT [s] TTT [s] - NS - NS NS NS NS NS NS NS NS - - - NS - NS -0.89 - NS NS NS NS: not statistically significant. and tactical skills from the athletes as these factors affect the outcome of the fight and overall sport skills level.10, 11 Some research findings suggest that in developing coping behaviours in individual sports requires considering genetic heritage,12 as well as one’s trait emotional intelligence and even the influence of cultural background.13 And in boxing, which integrates similar tactical characteristic as fencing (offensive, defensive and counter-attack skills performed in an unpredictable environment) special training of junior boxers aimed at mastering the variety of complex motor skills instead of simple motor skills training contributed significantly to the development of physical and technical abilities and enhanced technical performance effectiveness.14 Our findings are consistent with the results obtained by other researchers.15, 16 Analysis of anthropometric measurements and the level of abilities that require immediate response of the nervous system i.e. reaction time or hand manipulation precision revealed no significant differences between boys and girls. On the contrary, we found differences between genders in the results obtained in the spatial coordination five-time shuttle run to the gates test, with female cadet fencers scoring significantly worse than male ones. Statistically significant differences were also observed between the chronological age in the 2 meter run test. The differences in coordination and motor control are likely to be due to the changes in body proportions and muscle mass that typically occur in the puberty period.10, 17-19 However, gaining muscle mass enables athletes to generate higher power, which affects the speed of movement. This might explain a relationship found in our study between body mass and time of movement along a short 2 m track. The alterations in body proportions and muscle mass occurring during the puberty period are also likely to elongate Vol. 67 - No. 3 punteggi significativamente peggiori rispetto a quelli maschili. Sono state osservate differenze statisticamente significative anche tra l’età cronologica nel test di corsa sui 2 metri. Le differenze nella coordinazione e nel controllo motorio sono probabilmente dovute ai cambiamenti nelle proporzioni corporee e nella massa muscolare che si verificano nel periodo della pubertà 10, 17-19. Tuttavia, lo sviluppo di una massa muscolare permette agli atleti di generare una potenza più elevata che influenza la velocità di movimento. Ciò potrebbe spiegare la relazione osservata nel nostro studio tra la massa corporea e il tempo di movimento lungo una breve traiettoria di 2 m. Le alterazioni nelle proporzioni corporee e nella massa muscolare che si verificano durante il periodo della pubertà sono presumibilmente responsabili dell’allungamento del tempo di reazione (RT). Pertanto, nonostante il livello relativamente elevato della velocità dell’intero corpo lungo un breve percorso, l’RT medio registrato nel nostro studio era più lungo. I risultati ottenuti nello studio sottolineano l’importanza delle abilità di coordinazione e dell’esperienza di allenamento rispetto alla posizione di uno schermidore nella classifica nazionale. Negli sport come la scherma, il tempo di reazione e le abilità di previsione sono importanti fattori determinanti delle abilità percettive. La ricerca 20 condotta con l’utilizzo della velocità di anticipazione e il test RT basato sulla scelta del complesso visivo e uditivo ha indicato alcune differenze statistiche nell’RT uditivo tra velocisti e giocatori di squadra, con questi ultimi che hanno ottenuto prestazioni significativamente migliori nelle abilità di anticipazione. Non sono state osservate differenze significative nei test RT basati sulla scelta visiva. Si può concludere che gli atleti hanno MEDICINA DELLO SPORT 379 ROKITA PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS the RT. Therefore, despite the relatively high level of the whole body speed along a short track, the average RT recorded in our study was longer. The results obtained in the study emphasize the importance of coordination abilities and training experience to the position of a fencer on the ranking list. In sports like fencing reaction time and anticipatory skills are critical determinants of perceptual abilities. Research 20 led with the use of speed anticipation and RT test based on visual and auditory complex choice RT indicated some statistical differences in auditory RT between sprinters and team sport players, with the letter ones significantly better in anticipatory skills. No significant differences were found in visual choice RT tests. It was concluded that athletes have greater sensory-cognitive skills related to their specific sport domain either open or closed in their nature of skills required.���� Determination of spatial orientation or motion speed, RT and eye-to-hand coordination at different stages of sporting careers allows coaches to better select appropriate measures and resources used in motor preparation over a long-term training process. Torun, Ince, and Durgun,11 for example, suggest that the design of training programs for fencers should incorporate speed training sessions in order to improve RT of both upper and lower limbs (which is one of the components of coordination motor abilities). Consequently, this help fencers develop faster and more effectively, which is reflected in the position on the national ranking. In our study, we focused on determination of a general level of ��������������������������������� RT ������������������������������ to visual signals from the moment of the stimulus to the initial point of body motion. In the study presented we did not use EMG measurements to evaluate the activity of the central nervous system by means of determination of pre-motor or motor RT.21 Instead we focused on the reaction to visual stimulus sent from the research apparatus. This type of reaction to the changes in the surroundings received by the human visual system is often manifested during the fencing fight. Nevertheless, reactions to tactile and auditory stimuli also seem to be important.7 This paper also presents the proposal of the testing procedure using a computer-aided portable system to diagnose coordination motor abilities and speed abilities, easily accessible in field testing and useful in sports with complex movement structure, such as combat sports. The findings from the studies that have used the Vienna Testing System suggest the legitimacy of using such objective and fully-automated testing procedures, as they are likely to yield reliable results without the risk of human errors.22-25 380 migliori abilità sensoriali-cognitive in relazione al loro specifico ambito sportivo, siano esse aperte o chiuse nella loro natura di abilità necessarie. La determinazione dell’orientamento nello spazio o velocità del movimento, RT e coordinazione occhio-mano in diversi stadi della carriera sportiva permettono agli allenatori di selezionare meglio le misure e le risorse utilizzate nella preparazione motoria nel corso di un processo di allenamento a lungo termine. Torun, Ince e Durgun 11, per esempio, suggeriscono che il disegno di appropriati programmi di allenamento per gli schermidori dovrebbe includere sessioni di allenamento della velocità al fine di migliorare il tempo di reazione degli arti superiori e inferiori (che è uno dei componenti delle abilità motorie di coordinazione). Di conseguenza, ciò aiuta gli schermidori a svilupparsi più velocemente ed efficacemente, riflettendosi nella loro posizione nella classifica nazionale. Nel nostro studio, ci siamo concentrati sulla determinazione di un livello generale di RT rispetto ai segnali visivi dal momento dello stimolo fino al punto iniziale di movimento del corpo. Nello studio presentato non abbiamo utilizzato le misurazioni EMG per valutare l’attività del sistema nervoso centrale mediante la determinazione del RT premotorio o motorio 21. Ci siamo concentrati invece sulla reazione allo stimolo visivo inviato dal dispositivo di ricerca. Questo tipo di reazione ai cambiamenti esterni ricevuto dal sistema visivo umano si manifesta spesso durante il combattimento nella scherma. Ciononostante, anche le reazioni agli stimoli tattili e uditivi sembrano essere importanti 7. Questo articolo propone anche una procedura di test utilizzante un sistema portatile informatico per diagnosticare le abilità motorie della coordinazione e le abilità di velocità, facilmente accessibili nei test sul campo e utili negli sport che presentano una struttura del movimento complessa, come gli sport da combattimento. I risultati dagli studi che hanno utilizzato il Vienna Testing System suggeriscono l’utilità di tali procedure di test obiettive e completamente automatizzate, poiché è verosimile che forniscano risultati affidabili senza il rischio di commettere errori umani 22-25. Conclusioni Il sesso è un fattore che differenzia in maniera significativa il livello di orientamento nello spazio, ma non il tempo di reazione MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 PRECISION AND COORDINATION PARAMETERS OF POLISH ELITE CADET FENCERS Conclusions Gender is a factor that significantly differentiates the level of spatial orientation, but not RT and quick response. Therefore, training programs for fencers should focus on selection of appropriate training measures and methods to stimulate development of coordination abilities, taking into account such factors as gender and chronological age of the athletes and training experience. The position in the top athlete ranking is correlated with chronological age, spatial orientation and hand precision. Development of coordination abilities at individual stages of the athletic training is likely to contribute to achievement of better results in competitive periods. Further research based on the experimental design could give more insight details of the nature of these associations. Otherwise longitudinal study is needed to confirm the strength and importance of the relationship found for the fencers position on the ranking list in senior category. References/Bibliografia 1) Steward KJ, Peredo AR, Williams CM. Physiological and morphological factors associated with successful fencing performance. J Hum Erg 1997;6:53-60. 2) Tsolakis C, Kostaki E, Vagenas G. An��� thropometric, flexibility, strength-power, and sport-specific correlates in elite fencers. Percept Motor Skills 2010;110:101528. 3) Sannicandro I, Piccinno A, Cataleta R, Maffione S, De Pascalis E. The fencing lunge: analysis of lead distribution to the lower limbs and gender-related differences in young fencers in relation to accident prevention. Med Sport 2010;63:353-64. 4) Yiou E, Do MC. 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Pertanto, i programmi di allenamento per gli schermidori dovrebbero concentrarsi sulla selezione di misure di allenamento adeguate e metodi per stimolare lo sviluppo delle abilità di coordinazione, prendendo in considerazione fattori come il sesso, l’età cronologica degli atleti e l’esperienza di allenamento. La posizione degli atleti in cima alla classifica è correlata all’età cronologica, all’orientamento nello spazio e alla precisione della mano. Lo sviluppo delle abilità di coordinazione in singoli stadi dell’allenamento atletico può verosimilmente contribuire al raggiungimento di migliori risultati nei periodi competitivi. Ulteriori ricerche basate sul disegno sperimentale potrebbero fornire maggiori dettagli sulla natura di tali associazioni. Inoltre, uno studio longitudinale è necessario per confermare la forza e l’importanza della relazione osservata per la posizione degli schermidori nella classifica della categoria senior. motor abilities, Katowice: AWF Press; 2002. 9) Raczek J, Mynarski W, Ljach W. Teoretyczno-empiryczne podstawy kształtowania i diagnozowania koordynacyjnych zdolności motorycznych. Studia nad motorycznością ludzką, Katowice: AWF Press; 1998. 10) Gierczuk D, Lyakh W, Gierczuk A. Changes in the level of coordination motor abilities in greco-roman wrestlers aged 12-19. Kinesiol 2012;58:75-85. 11) Torun V, Ince G, Durgun B. The effects of basic fencing studies and velocity training on reaction time in the 9-12 year-old beginners of fencing. Sport Sci 2012;5:59-66. 12) Gronek P, Holdys J. Genes and physical fitness. Trends in Sport Sci 2013;1:1629. 13) Laborde S, You M, Dosseville F, Salinas A. Cultural, individual differences, and situation: Influence on coping in French and Chinese table tennis players. 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Received on December 20, 2013. - Accepted for publication on September 15, 2014. Corresponding author: M. Bronikowski, University School of Physical Education, Krolowej Jadwigi 27/39, 61-871 Poznan. E-mail: [email protected] Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 381 MED SPORT 2014;67:383-96 Physical fitness and maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners Forma fisica e numero massimo di esecuzioni di hikidashi uchi-komi in atleti praticanti judo F. B. DEL VECCHIO 1, M. DIMARE 1, E. FRANCHINI 2, G. Z. SCHAUN 1 1Superior School of Physical Education, Federal University of Pelotas. Capão do Leão, Brasil of Physical Education and Sport, University of São Paulo, São Paulo, Brasil 2School SUMMARY Aim. The aim of this paper was to test the sensitivity and reproducibility of a high-intensity anaerobic test with maximum basic judo technique repetitions (hikidashi uchi-komi, HD), considering sex and different levels of proficiency. Additionally, to correlate the performance in HD tests with general physical fitness of judo players. Methods. Two cross-sectional studies were conducted with independent samples and places of practice. In them, the HD in 20 s, 30s and 40s (HD20, HD30 and HD40, respectively), as well as evaluation of vertical jump, impulsion of upper limbs, suspension on the rope, sit-up and push-ups tests have been applied. Results. the Intraclass Correlation Coefficient (ICC) values were 0.93; 0.87 and 0.71 for HD20, HD30, HD40, respectively. In addition, the results of advanced athletes were statistically superior to that of beginners (HD20: 24±4 and 22±2; HD30: 37±5.3 and 34±4.1; HD40: 50±8.2 and 46±5.5 repetitions with P=0.03 for all tests). Furthermore, the HD tests correlated with physical fitness. Discussion. The HD20, HD30 and HD40, seek to: 1) evaluate the anaerobic component of Judo athletes and 2) offer a reference for prescribing high-intensity interval training. They are advantageous because: 1) a larger number of athletes can perform the tests at the same time; 2) it needs small space for its execution, 3) displays execution times similar to those seen during periods of efforts in the matches; 4) have low technical complexity and 5) are rather used as means for physical fitness improvement for judo athletes. Conclusion. The all-out hikidashi uchi-komi tests are reproducible, able to discriminate judo practitioners by competitive levels, time of practice and sex, and show positive correlation with physical fitness measures. Key words: Martial arts - Athletic performance - Physical fitness. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare la sensibilità e la ripetibilità di esercizi anaerobi di alta intensità attraverso ripetizioni massime di una tecnica basilare di judo (hikidashi uchi-komi, HD), tenendo in conto le differenze di sesso e livello di allenamento. Inoltre, si vuole correlare la performance nei test di HD con la forma fisica generale di atleti di judo. Metodi. Due studi trasversali sono stati condotti in differenti momenti e luoghi di esecuzione. In questi studi è stato calcolato il numero di HD in 20 s, 30 s e 40 s (HD20, HD30 e HD40, rispettivamente), e sono stati inoltre valutati il salto verticale, l’impulso degli arti superiori, la sospensione in corda, test addominali e flessioni sulle braccia. Risultati. i valori di ICC (Intraclass Correlation Coefficient) sono stati 0.93; 0.87 e 0.71 per il HD20, HD30 e HD40, rispettivamente. I risultati degli atleti esperti sono stati statisticamente superiori a quelli degli principianti (HD20: 24±4 e 22±2; HD30: 37±5.3 e 34±4.1; HD40: 50±8.2 e 46±5.5 ripetizioni con P=0.03 per tutti i test). Inoltre, i test di HD sono stati correlati alla forma fisica. Discussione. I test di HD20, HD30 e HD40 cercano di: 1) valutare la componente anaerobia di atleti di judo e 2) offrire un riferimento per la programmazione di allenamenti di alta intensità. Questi test hanno qualche vantaggio, visto che 1) un grande numero di atleti può realizzarli allo stesso tempo; 2) non è necessario un grande spazio per eseguirli; 3) hanno un tempo di realizzazione simile al tempo di esecuzione degli attacchi nelle gare di judo; 4) hanno bassa complessità tecnica e 5) sono frequentemente utilizzati dai judoka come mezzo di miglioramento della forma fisica. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 383 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners Conclusioni. I test di hikidashi uchi-komi sono ripetibili, in grado di discriminare il livello complessivo dei judoka, il loro grado di allenamento ed il loro genere, e inoltre mostrano una correlazione positiva con le misure di valutazione della forma física. Parole chiave: Arti marziali - Performance atletica - Prestanza fisica. J udo match is characterized by periods of high-intensity efforts, interspersed by moments of lower intensity and referees’ interruptions.1-3 In general, the matches have periods of activity that last 15 to 30 s and interruptions of about 10 s, where the effort:pause ratios of 2:1 and 3:1 can be often observed.2-5 In this context, it’s indicated that high physical fitness is relevant to the actions performed during the match and, eventually, to the decision of its results.6, 7 Additionally, training using high-intensity intermittent efforts have been applied to combat sports athletes,8, 9 including judo players 10, 11 to increase physical fitness, but only with non-specific actions, especially using running as exercise mode.10, 12 The development of physical fitness into their various components, specifically in regards to aerobic and anaerobic capacity and power, has been considered relevant to judo performance.1 However, very few studies aimed at verifying the association between general parameters of physical fitness and performance in specific judo situations.6, 13 Among the specific fitness methods, the simulated combat (randori), throws (nage-komi) and employment of successive repetitions of a movement without throws (uchi-komi) are the most used during judo training sessions.14-16 It is indicated that the uchi-komi, despite its limitations, is one of the most important methods for technical improvement in Judo.14, 17, 18 During sessions of physical conditioning and technical improvement, besides the uchi-komi,14, 19 judo athletes often perform trainings employing basic entrance, called hikidashi (HD).20 In HD there is no application of a specific projection technique, but overall imbalance of the opponent with upper limbs, fast approximation of the entire body, contact with the hip and finally trunk rotation,21 usually it’s a preparatory move for techniques that requires trunk rotation,22 which can be done with or without opponent’s displacement. It should be noted that these stimuli, after technically assimilated, must be executed in a fast pace, so that there may be an approach to the situational reality of the combat demands, called principle of specificity.23, 24 However, it is recognized that several athletes erroneously em- 384 G li incontri di judo sono caratterizzati da periodi di sforzi ad alta intensità intervallati da periodi a bassa intensità e dalle interruzioni dell’arbitro 1-3. In generale, gli incontri hanno periodi di attività che durano da 15 a 30 secondi e interruzioni di circa 10 s, nei quali è possibile osservare spesso rapporti sforzo:pausa pari a 3:1 e 2:1 2-5. In tale contesto, è stata sottolineata l’importanza che riveste un elevato fitness fisico per le azioni effettuate durante l’incontro e, eventualmente, per deciderne il risultato 6, 7. Inoltre, l’allenamento con sforzi intermittenti ad elevata intensità è stato applicato agli atleti degli sport da combattimento 8, 9, inclusi i judoisti 10, 11, per aumentare il fitness fisico, ma solo con azioni aspecifiche e utilizzando principalmente la corsa come modalità di esercizio fisico 10, 12. Lo sviluppo della forma fisica, nelle sue varie componenti, in particolare per quanto riguarda la capacità aerobica e anaerobica e la potenza, è considerato importante per la performance nel judo1. Tuttavia, pochi studi hanno verificato l’associazione tra i parametri generali di forma fisica e la performance in situazioni di judo specifiche 6, 13. Tra i metodi di fitness specifici, il combattimento simulato (randori), le proiezioni (nagekomi) e l’utilizzo di ripetizioni consecutive di un movimento senza proiezioni (uchi-komi) sono i metodi più utilizzati durante le sessioni di allenamento nel judo 14, 16. È stato suggerito che l’uchikomi, nonostante i suoi limiti, sia uno dei metodi più importanti per il miglioramento tecnico nel judo 14, 17, 18. Nel corso del condizionamento fisico e del miglioramento della tecnica, oltre all’uchikomi 14, 19, gli atleti di judo effettuano spesso allenamenti utilizzando un’entrata basica chiamata hikidashi (HD) 20. Nella HD non vi è alcuna applicazione di una tecnica di proiezione specifica, ma vi è lo sbilanciamento complessivo dell’avversario con gli arti superiori, un rapido avvicinamento dell’intero corpo, il contatto con l’anca e infine la rotazione del tronco 21; in genere, è un movimento preparatorio per le tecniche che richiedono la rotazione del tronco 22, il quale può essere effettuato con o senza spostamento dell’avversario. Bisogna notare che tali stimoli, dopo essere stati tecnicamente assimilati, devono essere eseguiti con un ritmo rapido, affinché possa esservi un approccio alla realtà situazionale delle richieste del combattimento, chiamato principio di specificità 23, 24. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners ploy this training, with a lot of quantities and intensities below that required during judo matches.17 Additionally, even with the extensive use of HD in the daily training, little is studied about this exercise, and few studies employed it.20 As structural consideration, it was observed that a test with uchi-komi (in two blocks of 20 s efforts) and manual grasping in judogi in horizontal bar displays high reproducibility 25 and correlation with power and anaerobic capacity,19 while Artioli, Franchini, Gualano, and Junior (2008) 26 reported high reproducibility (ICC=0.998), low standard error of estimate (0.87 rep) and no difference in the number of reps between two sessions (1st=74 ± 12 rep; 2nd=75 ± 12 rep) of a test involving three series of HD uchi-komi (10 s, 20 s and 30 s, sequentially, with 10 s interval). These studies indicate, therefore, the viability of the use of the uchi-komi as a specific evaluation form in judo. However, these studies made no comparisons between proficiency levels, presented no correlations with general physical fitness and have no appointments about how to use these results to training prescription. Thus, the different specific tests developed to date provided few objective contributions for the physical conditioning of judo athletes, especially in efforts with intensities that are higher than the maximum aerobic power.27, 28 This way, the objective of the present investigation was to test the sensitivity and reproducibility of a highintensity anaerobic test with maximal number of ���������������������������������������������� all-out HD with different durations����������� , considering sex and different levels of proficiency. Additionally, we aimed to correlate HD performance with general physical fitness of judo players. DEL VECCHIO Tuttavia, è risaputo che numerosi atleti utilizzano erroneamente tale allenamento, con quantità e intensità al di sotto di quelle richieste durante gli incontri di judo 17. Inoltre, anche con l’ampio utilizzo dell’HD nell’allenamento quotidiano, sono state condotte poche ricerche circa questo esercizio fisico, e pochi studi lo hanno utilizzato 20. Come considerazione strutturale, è stato osservato che un test con uchi-komi (in due blocchi di sforzo da 20 s) e presa manuale del judogi nella barra orizzontale mostra un’elevata riproducibilità 25 e una correlazione con la potenza e la capacità anaerobica 19; Artioli, Franchini, Gualano e Junior (2008) 26, invece, hanno riportato un’elevata riproducibilità (ICC=0,998), una bassa stima dell’errore (0,87 rip) e nessuna differenza nel numero di ripetizioni tra le due sessioni (1ª=74±12 rip; 2ª=75±12 rip) di un test comprendente tre serie di HD uchi-komi (10 s, 20 s e 30 s, in maniera sequenziale, con un intervallo di 10 s). Pertanto, tali studi indicano la fattibilità dell’utilizzo dell’uchi-komi come forma di valutazione specifica nel judo. Tuttavia, tali studi non hanno effettuato alcun confronto tra i livelli di abilità, né hanno presentato correlazioni con la forma fisica generale o hanno dato indicazioni su come utilizzare tali risultati nella prescrizione dell’allenamento. Pertanto, i diversi test specifici sviluppati finora hanno fornito pochi contributi obiettivi per il condizionamento fisico degli atleti di judo, soprattutto negli sforzi di intensità superiore alla potenza aerobica massima 27, 28. Pertanto, obiettivo del presente studio è stato quello di verificare la sensibilità e la riproducibilità di un test anaerobico ad alta intensità con il numero massimo di HD al massimo sforzo e a diverse durate, considerando i diversi livelli di abilità e il sesso. Inoltre, abbiamo mirato a correlare la performance nell’HD con la forma fisica generale dei judoisti. Materials and methods Two cross-sectional studies were conducted with independent samples and places of practice. The first of them investigated: 1) the reproducibility of the HD test in three time durations – 20 s (HD20), 30 s (HD30) and 40 s (HD40) and 2) the sensitivity to discriminate athletes with different levels of experience. In the second study, general and specific tests (HD20, HD30 and HD40) were conducted with judo competitors, aiming: 1) to perform comparisons by sex and graduation (practitioners with brown and black belts [BBG] or below [NBBG]) and 2) to test the correlation between general and specific tests. Vol. 67 - No. 3 Materiali e metodi Abbiamo condotto due studi trasversali con campioni indipendenti e luoghi di svolgimento separati. Il primo studio ha esaminato: 1) la riproducibilità del test HD in tre durate di tempo: 20 s (HD20), 30 s (HD30) e 40 s (HD40) e 2) la sensibilità nel discriminare gli atleti con diversi livelli di esperienza. Nel secondo studio, sono stati condotti test generali e test specifici (HD20, HD30 e HD40) con gli atleti di judo al fine di: 1) effettuare confronti per sesso e grado (praticanti con cinture marrone e nera [BBG] o inferiori [NBBG]) e 2) testare la correlazione tra test generali e test specifici. MEDICINA DELLO SPORT 385 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners In both studies, the involved athletes read and signed an informed consent form. This study was approved by the local Ethics Committee (#250/2007). In entrambi gli studi, gli atleti coinvolti hanno letto e firmato un modulo di consenso informato. Il presente studio è stato approvato dal Comitato etico locale (n. 250/2007). Study 1 – Reproducibility and comparison between competitive levels Studio 1 - Riproducibilità e confronto tra i livelli agonistici Sample Campione For the first study, two distinct groups were recruited as to the competitive level. The first group consisted of ten undergraduate students (between 18 and 25 years of age) recruited in the University campus, with six months to five years of practice in judo, who were between 7th and 3rd kyu and who had less than five events of competitive experience, being thus characterized as beginners. As for the frequency of practice, all trained judo three times a week (Mondays, Tuesdays and Thursdays), in sessions lasting 90 minutes, totaling 270 minutes per week. The second group was composed of six athletes (between 20 and 29 years of age, 5 black and 1 brown belt) who were practitioners of judo for more than 10 years. These athletes conducted between four and six training sessions weekly, each lasting between 90 and 120 min. In this group, all athletes were regular competitors, with 10±2 events per year (mean and standard deviation). Still, everyone had already obtained medals in state championships, two of them in national championships and two in international ones. Per il primo studio, sono stati reclutati due gruppi distinti in base al livello competitivo. Il primo gruppo era composto da dieci studenti universitari (tra i 18 e i 25 anni di età) reclutati presso il campus universitario, i quali praticavano judo da un minimo di sei mesi a un massimo di cinque anni, erano tra il 7° e il 3° kyu e avevano meno di cinque eventi di esperienza competitiva, essendo quindi caratterizzabili come principianti. Per quanto concerne la frequenza della pratica, tutti i soggetti si allenavano nel judo tre volte alla settimana (lunedì, martedì, giovedì) in sessioni della durata di 90 minuti, per un totale di 270 minuti settimanali. Il secondo gruppo era composto da sei atleti (tra 20 e 29 anni di età, 5 cinture nere e 1 cintura marrone), i quali praticavano judo da più di 10 anni. Tali atleti effettuavano tra le quattro e le sei sessioni di allenamento settimanali, ciascuna di durata compresa tra i 90 e i 120 minuti. In tale gruppo, tutti gli atleti erano competitori regolari, con 10±2 eventi all’anno (media e deviazione standard). Inoltre, tutti i partecipanti avevano già ottenuto medaglie nei campionati nazionali: due di essi nei campionati nazionali e due nei campionati internazionali. Observational Disegno design Both groups were in the same training period and control sessions occurred at similar times (between 12 and 2 pm). The beginners group was submitted to two data collection moments, with 48 hours interval between them while the experts group had a single testing session. In all the moment of data collection, the HD20, HD30 and HD40 tests were executed in random order. However, all practitioners maintained the same pairs and practice clothes (judogi) in all sessions. After general (10 min, consisting of low-intensity running, stretching and free calisthenic exercises) and specific warm-up (5 min), with enforcement of uchi-komi and hikidashi, with self-controlled intensities,29 the procedures were performed in identical situations. After, 386 osservazionale Entrambi i gruppi erano nello stesso periodo di allenamento e le sessioni di controllo si sono svolte in momenti simili (tra le ore 12 e le ore 14). Il gruppo dei principianti è stato sottoposto a due momenti di raccolta dati, con un intervallo di 48 ore, mentre il gruppo di atleti esperti è stato sottoposto a una singola sessione di test. In tutti i momenti di raccolta dati, i test HD20, HD30 e HD40 sono stati condotti in maniera casuale. Ciononostante, tutti i praticanti hanno manutenuto le stesse coppie e gli stessi indumenti sportivi (judogi) in tutte le sessioni. Dopo un riscaldamento generale (10 minuti di corsa a bassa intensità, stretching ed esercizi calistenici a corpo libero) e un riscaldamento specifico (5 min) con l’esecuzione di uchi-lomi e hikidashi a intensità auto-controllate 29, le procedure MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners there was a ten minutes interval for hydration, recovery and technical standardization. Thereafter, judo players were divided in pairs, matched by body mass and stature to perform the HD tests. For the execution of the HD20, HD30 and HD40 tests, which were interspersed by recoveries of 15 to 20 min, the performer made the grip and, with domain of the partner’s judogi, executed the pull and unbalance of the partner, associated with partial rotational movement of the trunk.20, 21 Procedures for collection and registration of data For the data collection, the executions were filmed in the sagittal plane of the athletes. Two experienced players (a brown and a 2nd dan black belt) previously trained, examined the executions and registered those which were considered valid. As a criterion for validation of the gesture, the performer should apply enough force to unbalance the partner, so that his/her heels lost contact with the ground, and, at the same time, the executant touched him/her with his/her own hip. After this, the player should go back to the initial position to execute the next movement. The space between individuals was marked in the ground, being the distance between them equivalent to the distance of the executant’s elbows extended. Statistical analysis Vol. 67 - No. 3 sono state svolte in situazioni identiche. In seguito, vi è stato un intervallo di 10 minuti per l’idratazione, il recupero e la standardizzazione tecnica. Successivamente, i judoisti sono stati suddivisi in coppie, appaiate per massa corporea e statura, per effettuare i test HD. Per l’esecuzione dei test HD20, HD30 e HD40, i quali sono stati intervallati da recuperi di durata compresa tra i 15 e i 20 minuti, l’esecutore ha effettuato la presa del judogi del partner e ha eseguito il trascinamento e lo sbilanciamento del partner, associato a un movimento di parziale rotazione del tronco 20, 21. Procedure per la raccolta e la registrazione dei dati Per la raccolta dei dati, le esecuzioni sono state filmate sul piano sagittale degli atleti. Due judoisti esperti (una cintura marrone e una cintura nera 2° Dan), precedentemente istruiti, hanno esaminato le esecuzioni e registrato quelle considerate valide. Come criterio di convalida del movimento, l’esecutore doveva applicare una forza sufficiente a sbilanciare il partner, affinché i suoi talloni perdessero contatto con il terreno; allo stesso tempo, l’esecutore doveva toccare l’avversario con la sua anca. Dopo di ciò, il judoista doveva ritornare nella sua posizione di partenza per eseguire il movimento successivo. Lo spazio tra i soggetti è stato contrassegnato sul terreno, e la distanza tra essi era pari alla distanza dei gomiti estesi dell’esecutore. Analisi After testing the normality of the data with the Shapiro-Wilk test, they are presented with mean, standard deviation (SD) and amplitude. For reproducibility, the data were considered in the first group, composed of beginners, which were analyzed with the intraclass correlation coefficient (ICC) Limits of Agreement were analyzed with Bland-Altmann procedures and the standard error of estimate was calculated. For the comparison between different competitive levels, the data from the beginner’s group second session and the expert group data were considered. In this dataset, unpaired t test was applied. Both for ICC and for the comparison between competitive levels, it has been estimated the effect size (d), with values equal to or less than 0.2 being considered as trivial; <0.6 small, <1.2 as moderates, <2.0 as large and exceeding 2 as very large.30 The significance level of 5% was established. DEL VECCHIO statistica Dopo aver verificato la normalità dei dati con il test di Shapiro-Wilk, questi sono stati presentati con media, deviazione standard (DS) e ampiezza. Per la riproducibilità, i dati sono stati considerati nel primo gruppo, composto da principianti, e sono stati analizzati con il coefficiente di correlazione intraclasse (ICC); i limiti di concordanza sono stati analizzati con le procedure di Bland-Altmann ed è stato calcolato l’errore standard della stima. Per il confronto tra i diversi livelli agonistici, sono stati considerati i dati della seconda sessione del gruppo di principianti e i dati del gruppo di atleti esperti. In questo insieme di dati è stato applicato il t‑test per campioni indipendenti. Sia per l’ICC che per il confronto tra i livelli competitivi, è stata stimata l’ampiezza dell’effetto (d); i valori pari o inferiori a 0,2 sono stati considerati irrilevanti; <0,6 piccoli; <1,2 moderati; <2,0 ampi e superiori a 2 molto ampi 30. È stato fissato un livello di significatività del 5%. MEDICINA DELLO SPORT 387 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners Study 2 – Comparisons between graduations and correlation in general and specific tests Studio 2 - Confronti tra gradi e correlazione nei test generici e specifici Campione Sample For this study 30 judo competitors were involved (24 men and 6 women), 11 were brown or black belt (24.2±4.7 years, 76.1±19.4 kg, 170±11 cm) and 19 were purple belt or lower (18.5±6 years, 74±22 kg, 171±7 cm). All the athletes were frequent competitors, and in this period they were preparing for a State-level competition, practicing four or more times per week, each session with 90 min duration. In questo studio sono stati coinvolti 30 praticanti di judo (24 uomini e 6 donne), dei quali 11 erano cintura nera o marrone (24,2±4,7 anni, 76,1±19,4 kg, 170±11 cm) e 19 erano cintura viola o inferiore (18,5±6 anni, 74±22 kg, 171±7 cm). Tutti gli atleti erano competitori frequenti e nel periodo dello studio si allenavano per una competizione a livello nazionale, praticando il judo quattro o più volte alla settimana, con ciascuna sessione della durata di 90 minuti. Observational Disegno osservazionale design Those involved in this study were evaluated in two distinct sessions, split by seven days apart, always in the period between 2 pm and 5 pm. The procedures involved anthropometric measurements (body mass and stature), general physical fitness evaluation (vertical jump, impulsion of upper limbs, rope suspension time, sit-up and push-ups endurance tests) which were executed in this order and in the first session. In the second session, athletes performed the HD20, HD30 and HD40 tests at random. Procedures for data collection and registra- tion For data collection, a circuit model was used. The trained assistant’s team was distributed so each evaluator and annotator were responsible for a single station, with the exception of the sit-ups and push-ups tests, that were made at the end of the first day. Body mass and height were measured in an electronic scale (Toledo®, model 2096 PP, with 100 g precision), with a coupled stadiometer (0.1 cm precision), and with athletes wearing the least clothes possible (swimwear for men and shorts and top for women). Vertical jump tests and impulsion of upper limbs were carried on a contact mat ( Jump System, CEFISE®). In both procedures, three attempts were performed, and the best result was considered for analysis. The countermovement jump (CMJ) has ICC of 0.88,31 and the impulsion test with upper limbs has test-retest correlation of 0.92 32 and ICC of 0.90.33 The suspension on the rope was used to assess the isometric endurance of upper limbs, and was adapted from study that employed 388 I soggetti coinvolti nel presente studio sono stati valutati in due sessioni distinte, intervallate da sette giorni, sempre nel periodo compreso tra le ore 14 e le ore 17. Le procedure prevedevano le misure antropometriche (massa corporea e altezza) e la valutazione della forma fisica generale (test di salto in alto, spinta degli arti superiori; tempo di sospensione dalla corda, sollevamento del busto da terra, piegamenti sulle braccia), secondo tale ordine nella prima sessione. Nella seconda sessione, gli atleti hanno effettuato i test HD20, HD30 e HD40 in maniera casuale. Procedure per la raccolta e la registrazione dei dati Per la raccolta dei dati, è stato utilizzato un modello a circuito. Il team dell’allenatore è stato distribuito affinché ciascun valutatore e annotatore fosse responsabile di una singola stazione, con l’eccezione dei test di sollevamenti del busto da terra e dei piegamenti sulle braccia, che sono stati effettuati al termine del primo giorno. Massa corporea e altezza sono state misurate con una bilancia elettronica (Toledo®, modello 2096 PP, con una precisione di 100 g), con uno statimetro abbinato (0,1 cm di precisione) e con gli atleti vestiti nella maniera più leggera possibile (costume da bagno per gli uomini e pantaloncini e top per le donne). I test di salto in alto e spinta degli arti superiori sono stati condotti su un materassino (Jump System, CEFISE®). In entrambe le procedure, sono stati effettuati tre tentativi e il miglior risultato è stato preso in considerazione per l’analisi. Il salto con contromovimento (CMJ) ha un ICC di 0,88 31 mentre il test di spinta con gli arti superiori ha una correlazione test-retest di 0,92 32 e un ICC di 0,90 33. La sospensione sulla corda è stata utilizzata per valutare la resistenza isometrica degli arti superiori MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners isometric handgrip in the judogi.1 For its accomplishment, the athletes stayed suspended in a 1.5 inch rope, attached to the roof, with the dominant upper limb above, without contact with the ground and with elbows in complete flexion. The maximum suspension time, in seconds, was registered as valid. The test was stopped when the subject lost the starting position and extended the elbow, reaching voluntary fatigue.34 The push-ups and sit-up endurance tests were conducted according to specific guidelines.34, 35 In the push-ups test, men performed it with four supports and women with six 35 also, in the abdominal test, the starting position was with the knees flexed at 90º and the repetitions were considered valid when the elbows touched the knees.34 The hikidashi maximum repetitions tests were executed according to indicated previously with HD20, HD30 and HD40, randomly determined and interspersed by 15 to 20 minutes of resting, always maintaining the same partners and matched by body profile (body mass and stature) and practice level (graduation). Statistical analysis DEL VECCHIO ed è stata adattata dallo studio che ha utilizzato la forza di presa isometrica della mano sul judogi 1. Per la sua realizzazione, gli atleti sono rimasti sospesi a una corda da 4 cm, attaccata al soffitto, con l’arto superiore dominante sopra, senza contatto con il suolo e con i gomiti completamente flessi. Il tempo di sospensione massimo, in secondi, è stato registrato come valido. Il test è stato interrotto quando il soggetto perdeva la posizione di partenza ed estendeva il gomito, raggiungendo l’affaticamento volontario 34. I test di sollevamento del busto da terra e di piegamenti sulle braccia sono stati condotti in base a linee guida specifiche 34, 35. Nel test di piegamenti sulle braccia, gli uomini hanno effettuato il test con quattro supporti, mentre le donne lo hanno eseguito con sei supporti 35; inoltre, nel test addominale, la posizione di partenza era con le ginocchia flesse a 90° e le ripetizioni sono state considerate valide quando i gomiti toccavano le ginocchia 34. I test hikidashi a ripetizioni massimali sono stati svolti secondo quanto indicato in precedenza, con l’HD20, l’HD30 e l’HD40 determinati in maniera casuale e intervallati da 15-20 minuti di riposo, mantenendo sempre gli stessi partner appaiati per profilo corporeo (massa corporea e altezza) e livello di pratica (grado). Analisi statistica For statistical analysis, after verification of normality through the Shapiro-Wilk test, mean values and standard deviation (SD) were used. Comparisons according to sex and graduation (BBG or NBBG) were performed through a two-way analysis of co-variance (age as covariate). The effect size calculation considered the partial eta square. Furthermore, linear partial (controlled by age) correlation test of Pearson was used. For all procedures, a significance level of 5% was adopted. Per l’analisi statistica, dopo la verifica della normalità dei dati attraverso il test di Shapiro-Wilk, sono stati utilizzati i valori medi e la deviazione standard (DS). I confronti basati su sesso e grado (BBG o NBBG) sono stati condotti attraverso un’analisi della covarianza a due vie (età come covariata). Il calcolo dell’ampiezza dell’effetto ha preso in considerazione l’eta quadrato parziale. Inoltre, è stato utilizzato il test di correlazione parziale lineare (controllato per età) di Pearson. Per tutte le procedure, è stato adottato un livello di significatività del 5%. Results Risultati The results of the first study indicated that for the HD20, the values obtained were 16±4 and 16±3 repetitions to the test and retest, respectively, with ICC=0.93 (P<0.001), EPE of 0.94 repetitions (F=91.1; P<0.001) and LOA of -2.67 to 2.47. During HD30 the athletes executed 24±5 and 24±4 repetitions, respectively, with ICC=0.87 (P<0.001), EPE of 1.67 repetitions (F=40.2; P<0.001) and LOA of -4.70 to 4.30. Finally, in HD40, it was observed 29±5 repetitions on the test and 31±5 repetitions on the retest, with ICC=0.71 (P<0.01), EPE=3.1 repeti- I risultati del primo studio hanno indicato che per l’HD20 i valori ottenuti erano rispettivamente di 16±4 e 16±3 ripetizioni per il test e il retest, con un ICC=0,93 (P<0,001), EPE di 0,94 ripetizioni (F=91,1; P<0,001) e LOA da -2,67 a 2,47. Nel corso dell’HD30, gli atleti hanno effettuato rispettivamente 24±5 e 24±4 ripetizioni, con un ICC=0,87 (P<0,001), EPE di 1,67 ripetizioni (F=40,2; P<0,001) e LOA da -4,70 a 4,30. Infine, nell’HD40, sono state osservate 29±5 ripetizioni nel test e 31±5 ripetizioni nel retest, con un ICC=0,71 (P<0,01), EPE=3,1 ripetizioni (F=10,9; P=0,01) e LOA da -8,76 a 5,36. Il dia- Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 389 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners Figure 1.—Bland-Altman plots for the anaerobic tests of hikidashi uchi-komi. Panel A=HD20; Panel B=HD30 and Panel C=HD40. Figura 1. — Diagrammi di Bland-Altman per i test anaerobici hikidashi uchi-komi. Riquadro A = HD20; Riquadro B = HD30 e Riquadro C = HD40 390 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners DEL VECCHIO Figure 2.—Performance of beginners and competitors in the anaerobic tests of hikidashi uchi-komi with different durations. Figura 2. — Performance dei principianti e degli atleti esperti nei test anaerobici hikidashi uchi-komi a diverse durate. tions (F=10.9; P=0.01) and LOA of -8.76 to 5.36. The Bland-Altman graphics are presented in figure 1. Despite the LOA being small, visual inspection of panels A and C suggests that individuals with higher numbers of repetitions in HD20 and HD40 seem to present systematically higher values in the second test repetition. The effect size (Cohen’s d) to test-retest was 3.36 for HD20; 3.79 for HD30 and 3.68 for HD40. In the comparison between groups (Figure 2), the retest for beginners was statistically lower than the performance of experienced athletes in HD20 (26±3 repetitions, t=-6.2; gl=14, p < 0.001), HD30 (38±4 repetitions, t=-7.1; gl=14, P<0.001) and HD40 (48±5 repetitions, t=-6.9; gl=14, P<0.001). The effect size (Cohen’s d) to the comparison between groups was 3.26 for HD20, 3.72 for HD30 and 3.48 for HD40. For the second study, the data according to graduation and sex are presented in Table I. It is indicated that the performance on the pushup was significantly different between BBG and NBBG (F=5.3; P=0.03). Considering sex, women were smaller (F=4.6; P=0.02) and had lower performance in the suspension on the rope and sit-up tests (both P=0.04). The athletes’ performance in the HD20 was correlated with HD30 (r=0.63; P<0.001) and HD40 (r=0.80; P<0.001). Additionally, HD30 was correlated with HD40 (r=0.49; P=0.007). In a complementary way, HD30 correlated with vertical jump (r=0.41; P=0.02), impulsion of up- Vol. 67 - No. 3 gramma di Bland-Altman è presentato nella figura 1. Nonostante i limiti di concordanza (LOA) fossero modesti, l’ispezione visiva dei riquadri A e C suggerisce che i soggetti con numeri più elevati di ripetizioni nell’HD20 e nell’HD40 sembrano presentare valori sistematicamente più elevati nella seconda ripetizione del test. L’ampiezza dell’effetto (d di Cohen) nel test-retest è stata di 3,36 per l’HD20; 3,79 per l’HD30 e 3,68 per l’HD40. Nel confronto tra i gruppi (figura 2), il retest per i principianti era statisticamente più basso rispetto alla performance degli atleti esperti nell’HD20 (26±3 ripetizioni, t =-6,2; gl = 14, p<0,001), nell’HD30 (38±4 ripetizioni, t =-7,1; gl = 14, P<0,001) e nell’HD40 (48±5 ripetizioni, t =-6,9; gl = 14, P<0,001). L’ampiezza dell’effetto (d di Cohen) per il confronto tra i gruppi è stata di 3,26 per l’HD20, 3,72 per l’HD30 e 3,48 per l’HD40. Per il secondo studio, i dati in base a grado e sesso sono presentati nella tabella I. Essi indicano che la performance nei piegamenti sulle braccia era significativamente diversa tra BBG e NBBG (F=5,3; P=0,03). Considerando il sesso, le donne erano più piccole (F=4,6; P=0,02) e avevano una performance minore nei test di sospensione con la corda e di sollevamento del busto da terra (entrambi P=0,04). La performance degli atleti nell’HD20 era correlata con l’HD30 (r=0,63; P<0,001) e l’HD40 (r=0,80; P<0,001). Inoltre, l’HD30 era correlato con l’HD40 (r=0,49; P=0,007). In maniera complementare, l’HD30 era correlato con il salto in alto (r=0,41; P=0,02), la spinta degli arti superiori (r=0,37; MEDICINA DELLO SPORT 391 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners Table I.—Age, physical performance and anthropometric characteristics in male and female, beginners and experienced, judo athletes. Tabella I. — Età, performance fisica e caratteristiche antropometriche in judoisti di sesso femminile e maschile, principianti ed esperti. Graduation Variables BB Group (N.=11) Age (years) Body mass (kg) Stature (cm) # BMI (kg/m²) Hikidashi 20s (reps) Hikidashi 30s (reps) Hikidashi 40s (reps) Vertical jump (cm) # Upper limps impulsion (cm) Suspension on the rope (s) # Push-up (reps) * Sit-ups (reps) # 25 81 172 27.1 24 37 50 32 15 20 54 42 (4.5) (18.8) (12) (4.9) (4) b (5) b (8) b (7.5) (5.4) (12.2) (11.3) a (6.6) b Sex NBB Group (N.=19) 17.5 73.2 172 24.5 22 34 46 30.9 12.4 20.7 39 40 (5.5) (22.3) (7) (5.8) (2) (4) (5.5) (5.9) (5.9) (11.5) (12.9) (9.2) Men (N.=24) 20.6 77.0 173 25.3 23 35 48 33.4 13.3 24.1 44 42 (6.7) (22.9) (9) a (6.1) (2) (4) b (6) b (5.4) a (5.9) (10.0) a (13.6) (7.1) a Women (N.=6) 18.8 72 165 26 22 33 45 23.7 12.8 6.5 47 34 (4.5) (12.1) (8) (2.9) (5) (6) (10) (3.5) (5.8) (4.3) (17.3) (10.6) *P=0.03 between graduations; #P<0.05 between sexes; a: size of effect (ηp²) “large”; b: medium. per limbs (r=0.37; P=0.04), push-ups (r=0.40; P=0.03) and sit-ups (r=0.62; P<0.001). There was a significant correlation between the number of sit-ups and rope suspension time (r=0.56; P=0.05). The main significant correlations are presented in Figure 3. P=0,04), i piegamenti sulle braccia (r=0,40; P=0,03) e i sollevamenti del busto da terra (r=0,62; P<0,001). Non vi era alcuna correlazione significativa tra il numero di sollevamenti del busto da terra e il tempo di sospensione sulla corda (r=0,56; P=0,05). Le principali correlazioni significative sono presentate nella figura 3. Discussion Discussione The main findings of this study were that: 1) maximum number of all-out hikidashi uchikomi tests are reliable; 2) HD tests discriminate competitive levels and that 3) performance in this specific test in different temporal fractions correlates with general physical fitness tests. Besides the high intraclass correlation registered, it is indicated that HD30 was correlated with HD20 and HD40, which can be explained by the fact that tests of 20 s, 30 s and 40 s would present the same energy system predominance. According to Gastin (2001),36 maximum efforts between 20 and 45 s are made with major contributions of the anaerobic energy pathway, with percentage values of 82% to 63%. As with the SJFT (Special Judo Fitness Test),37 and the test of flexed elbows in suspension with grasp in judogi,38 the HD20 HD30 and HD40 tests athletes with higher competitive level performed better than lower level athletes, and the HD20 also distinguished competitors based on the graduation. Differences between genders were not identified for the tests of maximum repetitions, but women had lower performance 392 I principali risultati di questo studio sono i seguenti: 1) il numero massimo di test hikidashi uchikomi al massimo sforzo è affidabile; 2) i test HD discriminano i livelli competitivi e 3) la performance in questo test specifico in diversi momenti temporali è correlata con i test della forma fisica generale. Oltre all’elevata correlazione intraclasse registrata, è stato indicato che l’HD30 era correlato con l’HD20 e l’HD40, il che può essere spiegato dal fatto che i test di 20s, 30s e 40s presenterebbero la prevalenza dello stesso sistema energetico. Secondo Gastin (2001) 36, gli sforzi massimali tra compresi tra 20 e 45 s sono compiuti con un maggiore contributo della via energetica anaerobica, con valori percentuali che variano dall’82 al 63%. Come nel caso dello SJFT (Special judo fitness test) 37 e del test dei gomiti flessi in sospensione con presa del judogi 38, gli atleti dei test HD20, HD30 e HD40 con un elevato livello competitivo hanno avuto una prestazione superiore rispetto agli atleti di livello inferiore e l’HD20 ha differenziato gli atleti anche in base al loro grado. Non sono state osservate differenze tra i sessi per i test di ripetizioni massimali, ma le donne hanno avuto una performance inferiore nel tempo di sospen- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners DEL VECCHIO Figure 3.—Correlations between performance on generic tests and performance in the 20 s, 30 s and 40 s hikidashi tests. Figura 3. — Correlazioni tra la performance nei test generici e la performance nei test hikidashi da 20 s, 30 s e 40 s. in the time of suspension on the rope and the sit-ups test. This may be due to the superiority of muscle mass for males 35 and largest upper limb training among men compared to women. Regarding the interaction between general and specific physical fitness, it is recognized that the SJFT evaluates the aerobic and anaerobic components,39 and guards significant relationship with the maximum aerobic power estimated during running test,40 speed at the anaerobic Vol. 67 - No. 3 sione sulla corda e nel test di sollevamenti del busto da terra. Ciò potrebbe essere spiegato dalla superiorità della massa muscolare negli uomini 35 e dal maggiore allenamento degli arti superiori negli uomini rispetto alle donne. Per quanto concerne l’interazione tra forma fisica generale e forma fisica specifica, è riconosciuto che lo SJFT valuta le componenti aerobica e anaerobica 39 e intrattiene una relazione significativa con la potenza aerobica massima stimata durante il test MEDICINA DELLO SPORT 393 DEL VECCHIOmaximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners threshold, maximal speed in a progressive test and lower limbs power.13 In the uchi-komi fitness test, significant correlations of the number of throws’ entrance were registered with distance in repeated sprints test (r=0.89, P<0.01), with maximum heart rate in progressive test (r=0.88; P<0.01) and vertical jump (r=0.52; P<0.05).19 Although in our study relationships between specific performance and vertical jump have not been observed, it is important to emphasize that general muscular endurance (rope suspension time, maximum number of pushups and sit-ups) correlated with HD20, HD30 and HD40. Power (vertical impulsion) of upper limbs correlated with HD20 and HD30, suggesting similarities in physical features involved in such tests, while the vertical jump correlated, although weakly, with HD30. Santos et al. (2010) 27 proposed that, in test stages of 40 s, the subject starts the efforts with seven repetitions of technique application (0.17 reps·s-1). and after 15 s of resting, added a repetition. It progressively moves until voluntary exhaustion is reached, aiming to achieve the maximum aerobic power at around 26 repetitions, 0.65 reps·s-1. In the present investigation it was found that, in HD40, experienced competitors could reach 50 repetitions (1.25 reps·s-1). A previous study,41 with Japanese judo players noted that the execution of a training procedure called “Speed Uchikomi” with 1.0 reps·s-1 in blocks of 30 s was more adequate than the execution of 0.6 reps·s-1 (one repetition every 1.5 s), because the first exceeded 70% of the VO2max, resulted in higher blood lactate concentration and caused greater endocrine stress, with significant increase of ACTH and GH. In this context, future studies should investigate the relationship between the frequency of entrances on the maximum aerobic power and their relationships with the maximum number of HD repetitions in different temporal fractions, assuming HD20, HD30, or HD40 as the maximum sprint speed, allowing the determination of the anaerobic reserve,42 which could constitute an important element for prescribing and evaluating the effects of training in judo. The HD20, HD30 and HD40, seek to: 1) evaluate the anaerobic component of Judo athletes and 2) offer a reference for prescribing highintensity interval training. If, somehow, they seem non-specific in relation to the full technical gesture conducted during the combat situation, on the other hand, such procedures are advantageous because: 1) a larger number of 394 della corsa 40, la velocità alla soglia anaerobica, la velocità massima in un test progressivo e la potenza degli arti inferiori 13. Nel test del fitness uchi-komi, sono state registrate correlazioni significative tra il numero di entrate delle proiezioni e la distanza nel test a sprint ripetuti (r=0,89, P<0,01), la frequenza cardiaca massima nel test progressivo (r=0,88; P<0,01) e il salto in alto (r=0,52; P<0,05) 19. Sebbene nel nostro studio non siano state osservate relazioni tra la performance specifica e il salto in alto, è importante sottolineare che la resistenza muscolare generale (tempo di sospensione sulla corda, numero massimo di sollevamenti del busto da terra e piegamenti sulle braccia) era correlata con l’HD20, l’HD30 e l’HD40. La potenza (spinta verticale) degli arti superiori ha mostrato una correlazione con l’HD20 e l’HD30, suggerendo analogie nelle caratteristiche fisiche coinvolte in tali test, mentre il salto in alto ha mostrato una correlazione, anche se debole, con l’HD30. Santos et al. (2010) 27 hanno proposto che nelle fasi di test di 40 s, il soggetto debba iniziare gli sforzi con sette ripetizioni di applicazione della tecnica (0,17 rip·s-1) e dopo 15 minuti di riposo debba aggiungere una ripetizione. Il soggetto si muove fino al raggiungimento dello sfinimento volontario, con l’obiettivo di raggiungere una potenza aerobica massima a circa 26 ripetizioni, 0,65 rip·s-1. Nel presente studio abbiamo rilevato che nell’HD40 i competitori esperti possono raggiungere 50 ripetizioni (1,24 rip·s-1). Un precedente studio 40 su judoisti giapponesi ha osservato che l’esecuzione di una procedura di allenamento denominata “speed uchikomi” con 1,0 rip·s-1 in blocchi di 30 s era più adeguata dell’esecuzione di 0,6 rip·s-1 (una ripetizione ogni 1,5 s), perché la prima eccedeva il 70% del VO2max, comportando una più elevata concentrazione di lattato ematico e causava un maggiore stress endocrino, con un significativo aumento di ACTH e GH. In tale contesto, futuri studi dovrebbero esaminare la relazione tra la frequenza delle entrate e la potenza aerobica massima e la loro relazione con il numero massimo di ripetizioni dell’HD in diverse frazioni temporali, supponendo che l’HD20, l’HD30 o l’HD40 siano le massime velocità di sprint, permettendo la determinazione della riserva anaerobica 42, il che costituirebbe un importante elemento per la prescrizione e la valutazione degli effetti dell’allenamento nel judo. L’HD20, l’HD30 e l’HD40, mirano a: 1) valutare la componente anaerobica degli atleti di judo e 2) offrire un riferimento per la prescrizione dell’allenamento con intervalli di alta intensità. Se in qualche modo sembrano aspecifiche in relazione al movimento tecnico completo eseguito durante una situazione di combattimento, d’altro canto tali MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 maximum number of all-out hikidashi uchi-komi in judo practitioners DEL VECCHIO athletes can perform the tests at the same time; 2) it needs little space for its execution, 3) displays execution times similar to those seen during periods of efforts in the matches;3 4) have low technical complexity 20, 21 and 5) are rather used as means for physical fitness improvement for judo athletes. According to the data of the present research, future studies should check the reproducibility of the HD20 and HD40 for groups of highly trained athletes, because there seems to be a systematic improvement between the first and second testing between individuals capable of performing large number of repetitions. Finally, the use of percentages of the HD tests performance by time can be an interesting strategy in the control of training intensity and prescribing specific exercises for judo athletes.29 procedure sono vantaggiose perché: 1) un maggior numero di atleti può effettuare i test nello stesso momento; 2) necessitano di poco spazio per l’esecuzione; 3) mostrano tempi di esecuzione simili a quelli osservati durante i periodi di sforzo negli incontri 3; 4) hanno una bassa complessità tecnica 20, 21 e 5) sono utilizzate come strumento per il miglioramento della forma fisica per gli atleti di judo. Secondo i dati della presente ricerca, futuri studi dovrebbero verificare la riproducibilità dell’HD20 e dell’HD40 per i gruppi di atleti altamente allenati, poiché sembra esservi un miglioramento sistematico tra il primo e il secondo test negli individui in grado di effettuare un gran numero di ripetizioni. Infine, l’utilizzo delle percentuali nei test HD (performance per tempo) può essere un’interessante strategia nel controllo dell’intensità di allenamento e nella prescrizione di esercizi specifici per gli atleti di judo 29. Conclusions Conclusioni Hikidashi tests are reproducible and discriminate athletes from different competitive levels (considering competitive experience and practice time). Hence, differences were observed between graduation (for HD20) and sex (rope suspension time and number of sit-ups), in addition to positive correlations between HD20, HD30, HD40 and different physical parameters. Among these, tests with shorter durations (20 s and 30 s) were associated with measures of power (impulsion with upper limbs and vertical jump), the shorter (HD20) and the longest (HD40) correlated with isometric strength of upper limbs and the performance in the three time durations (HD20, HD30 and HD40) was related with muscular endurance (push-ups and sit-ups). I test hikidashi sono riproducibili e discriminano gli atleti di diversi livelli agonistici (considerando l’esperienza competitiva e il tempo di pratica). Di conseguenza, sono state osservate differenze tra grado (per HD20) e sesso (tempo di sospensione con la corda e numero di sollevamenti del busto da terra), oltre a correlazioni positive tra HD20, HD30, HD40 e diversi parametri fisici. Tra essi, i test con durate più brevi (20 s e 30 s) sono stati associati con le misurazioni della potenza (spinta con gli arti superiori e salto in alto); il più breve (HD20) e il più lungo (HD40) hanno mostrato una correlazione con la forza isometrica degli arti superiori, mentre la performance in tre durate temporali (HD20, HD30 e HD40) era correlata con la resistenza muscolare (piegamenti sulle braccia e sollevamenti del busto da terra). References/Bibliografia 1) Franchini E, Del Vecchio FB, Matsushigue KA, Artioli GG. Physiological profiles of elite judo athletes. 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Highintensity interval training, solutions to the programming puzzle: Part I: cardiopulmonary emphasis. Sports Med 2013;43:313-38. Conflicts of interest.—The authors certify that there is no conflict of interest with any financial organization regarding the material discussed in the manuscript. Received on May 20, 2014. - Accepted for publication on July 29, 2014. Corresponding author: F. B. Del Vecchio, Rua Luiz de Camões 625. Três Vendas, Pelotas, Rio Grande do Sul, Brazil. CEP: 96030-650. E-mail: [email protected] 396 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 MED SPORT 2014;67:397-410 The effects of instructional and motivational self-talk on basketball passing and shooting performance in novice students Effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale in studenti principianti sulla performance di tiro e passaggio nella pallacanestro S. TAHMASEBI BOROUJENI 1, N. ZOURBANOS 2, M. SHAHBAZI 1 1Faculty of Physical Education and Sport Sciences, University of Tehran, Tehran, Iran University of Thessaly, Greece 2Department of Physical Education and Sport Sciences, SUMMARY The present study examined the effects of instructional and motivational self-talk on speed and accuracy of passing and shooting in basketball. Seventy two undergraduate students (Mage=20.09 years, ±1.12) were randomly assigned into two experimental (instructional and motivational) and a control groups. Three tasks (basketball passing speed, passing accuracy, and shooting accuracy) were conducted in 12 sessions: baseline assessment (pre-test), 10 training sessions, and final assessment (post-test). The results revealed that only in passing accuracy the instructional self-talk group improved its performance significantly. In general the results provided partial support for the task-demandoriented matching hypothesis. Key words: Athletic performance - Students - Basketball. RIASSUNTO Il presente studio ha esaminato gli effetti del dialogo interiore (self-talk) sulla velocità e la precisione di tiro e passaggio nella pallacanestro. Settantadue studentesse universitarie (età media=20,09±1,12 anni) sono state assegnate in maniera casuale a due gruppi sperimentali (istruttivo e motivazionale) e a un gruppo di controllo. Sono stati effettuati tre compiti di pallacanestro (passaggio in velocità, passaggio di precisione e tiro di precisione) nel corso di 12 sessioni: valutazione basale (pre-test), 10 sessioni di allenamento e valutazione finale (post-test). I risultati hanno mostrato che il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo ha migliorato le proprie prestazioni in maniera significativa solo nel passaggio di precisione. Nel complesso, i risultati hanno fornito una parziale conferma dell’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito (task-demand-oriented matching hypothesis). Parole chiave: Performance sportiva – Studenti - Pallacanestro. I t is usual to see athletes talking to themselves during training or competition. Hardy (2006) in his working definition viewed selftalk (ST) as “(a) verbalizations or statements addressed to the self; (b) multidimensional in nature; (c) having interpretive elements association with the content of statements employed; (d) is somewhat dynamic; and (e) serving at least two functions; instructional Vol. 67 - No. 3 È comune osservare atleti che parlano a se stessi durante l’allenamento o le competizioni. Hardy (2006), nella sua definizione operativa, ha considerato il dialogo interiore (self-talk) come “(a) formulazioni o affermazioni dirette a se stessi; (b) di natura multidimensionale; (c) dotato di un’associazione tra gli elementi interpretativi e il contenuto delle affermazioni utilizzate; (d) alquanto dinamico; (e) espletante almeno due funzioni per l’atleta: una di tipo istruttivo e una di tipo motivazionale” 1. In un recente studio, MEDICINA DELLO SPORT 397 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students and motivational, for the athlete”.1 In a recent study Zourbanos, Hatzigeorgiadis, Tsiakaras, Chroni, and Theodorakis (2010) claimedthat athletes’ ST is malleable to stimuli received from the social environment.2, 3 Research so far has provided evidence that ST can improve motor performance,4-8 and very recently, Hatzigeorgiadis, Zourbanos, Galanis, and Theodorakis (2011) using a meta-analytic approach revealed a positive moderate effect size (ES .48) confirming the effectiveness of ST interventions.9 The first experimental studies focused on the effects of positive versus negative ST on performance 5 and later categorized ST cues in two broad dimensions namely motivational and instructional.10 The latter approach compared instructional and motivational ST and the different effects that they might have on performance. More specifically, Theodorakis et al. (2000), in one of the first experimental studies using instructional and motivational ST, suggested a task-demand-oriented matching hypothesis. This study suggested that instructional ST is better suited for tasks involving skill, timing or precision, whereas Self-talk and performance motivational ST is more effective in tasks requiring strength or endurance. The results revealed that instructional ST improved the performance in two accuracy tasks, whereas motivational ST improved the performance in a knee extension task only and that there was no significant difference between groups in the sit-up task. In another experimental study, Theodorakis, Chroni, Laparidis, Bebetsos, and Douma (2001) examined the effectiveness of two different types of ST in a basketball-shooting task.11 Participants were asked to shoot at the hoop using either the cue-word “relax” or “fast”, depending on what their group was assigned to do. The results revealed that only the “relax” cue-word group of participants improved their performance significantly compared to the “fast” cueword and to the control groups. The researchers proposed that “relax” was more effective, as it was task-appropriate, by briefly decreasing the performers’ arousal levels and allowing them to focus on the target momentarily. In another experiment, Hatzigeorgiadis, Theodorakis, and Zourbanos (2004) tested the effectiveness of instructional ST and motivational ST in a precision and a power water-polo task.12 The results were slightly different from 398 Zourbanos, Hatzigeorgiadis, Tsiakaras, Chroni e Theodorakis (2010) hanno affermato che il dialogo interiore degli atleti è plasmabile dagli stimoli ricevuti dall’ambiente sociale 2, 3. Finora, la ricerca ha fornito evidenze a sostegno del fatto che il dialogo interiore può migliorare le performance motorie 4-8, mentre, più recentemente, Hatzigeorgiadis, Zourbanos, Galanis, e Theodorakis (2011), utilizzando un approccio metaanalitico, hanno rivelato un’ampiezza dell’effetto moderatamente positiva (ES 0,48), confermando l’efficacia degli interventi basati sul dialogo interiore 9. I primi studi sperimentali hanno affrontato gli effetti del dialogo interiore positivo versus negativo sulla performance 5 e successivamente hanno categorizzato i suggerimenti di dialogo interiore in due ampie dimensioni, ovvero quella di tipo motivazionale e quella di tipo istruttivo 10. Quest’ultimo approccio ha confrontato il dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale e i diversi effetti che può avere sulla performance. Più specificamente, Theodorakis et al. (2000), in uno dei primi studi sperimentali utilizzanti il dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale, hanno suggerito un’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito (task-demand-oriented matching hypothesis). Tale studio ha suggerito che il dialogo interiore di tipo istruttivo è più adatto per i compiti che includono abilità, tempistica o precisione, mentre il dialogo interiore di tipo motivazionale è più efficace nei compiti che richiedono forza o resistenza. I risultati hanno rivelato che il dialogo interiore di tipo istruttivo ha migliorato la performance in due compiti di precisione, mentre il dialogo interiore di tipo motivazionale ha migliorato la performance solamente in un compito di estensione del ginocchio e non sono state osservate differenze significative tra i gruppi nel compito di sollevamento del busto da terra. In un altro studio sperimentale, Theodorakis, Chroni, Laparidis, Bebetsos, e Douma (2001) hanno esaminato l’efficacia di due diversi tipi di dialogo interiore in un compito di tiro nella pallacanestro 11. Ai partecipanti è stato chiesto di tirare al canestro utilizzando la parola-suggerimento “rilassati” o “veloce”, a seconda del gruppo al quale erano assegnati. I risultati hanno rivelato che solo i partecipanti nel gruppo con la parola-suggerimento “rilassati” hanno migliorato in maniera significativa la propria performance rispetto al gruppo con la parola-suggerimento “veloce” e rispetto al gruppo di controllo. I ricercatori hanno proposto che la parola “rilassati” sia più efficace, perché più appropriata al compito, causando una rapida riduzione dei livelli di eccitazione degli atleti e permettendo loro di concentrarsi momentaneamente sull’obiettivo. In un altro esperimento, Hatzigeorgiadis, Theodorakis, e Zourbanos (2004) hanno testato l’efficacia del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale in un compito di precisione e potenza nella pallanuoto 12. I risultati sono stati leggermente diversi rispetto a quelli di Theodorakis MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students those of Theodorakis et al. (2000) revealing that in the precision task both types of selftalk improved performance, with the instructional ST having a greater effect however, in the power task only motivational ST was effective. Furthermore, they postulated that selftalk increased performance through the reduction of the number of interfering thoughts during the learning of water-polo throwing tasks.10 In another study, Tod et al. (2009) approached experimental ST research by combining kinematics and sport psychology. They compared the effectiveness of instructional and motivational ST on vertical jump performance. Their results showed that both instructional and motivational ST improved angular velocity of the knee, thus producing a greater impulse, and increased jump height in sports requiring power-based skills.8 Finally, in a recent study, Kolovelonis, Goudas, and Dermitzaki (2011) examined the effects of instructional and motivational ST on students’ motor task performance in a chest pass and on a modified push Self-talk and performance ups test in physical education. They confirmed that both ST groups performed better than the control group in both tasks. Instructional and motivational ST was both similarly useful in the chest pass test, but motivational was more effective compared to instructional ST in the modified push-ups test.13 In general, the above studies in the ST literature field have all revealed equivocal results regarding the taskdemand-oriented matching hypothesis. In order to extend Theodorakis et al.’s results, Hardy, Hall, Gibbs, and Greenslade (2005) examined a) the effects of instructional and motivational ST and b) the effects of selfefficacy on the performance of a sit-up task. Their results indicated that both ST dimensions were positively related to self-efficacy and that self-efficacy was positively associated with performance, but neither of the ST dimensions was correlated to performance.14 In an another experiment, Goudas, Hatzidimitriou and Kikidi (2006) examined the effectiveness of three types of ST (instructional, motivational, and kinesthetic) on sport performance (shot put and standing long jump). In the first study all types of ST improved performance. In the second study though, performance was not improved. The authors attributed their results of the second study to the nature of the task and to the performance measurement of Vol. 67 - No. 3 TAHMASEBI BOROUJENI e colleghi (2000), mostrando che nel compito di precisione entrambi i tipi di dialogo interiore hanno migliorato la performance, con il dialogo interiore di tipo istruttivo che ha mostrato tuttavia un effetto maggiore, mentre nel compito di potenza solo il dialogo interiore di tipo motivazionale si è dimostrato efficace. Inoltre, gli autori hanno ipotizzato che il dialogo interiore migliori le prestazioni attraverso la riduzione del numero di pensieri interferenti durante l’apprendimento dei compiti di tiro nella pallanuoto10. In un altro studio, Tod et al. (2009), hanno affrontato la ricerca sperimentale sul dialogo interiore combinando la cinematica e la psicologia dello sport. Tali autori hanno confrontato l’efficacia del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale nella performance del salto in alto. I risultati hanno mostrato che il dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale ha migliorato la velocità angolare del ginocchio, producendo in tal modo una maggiore spinta, e ha aumentato l’altezza del salto negli sport che richiedono abilità basate sulla potenza 8. Infine, in un recente studio, Kolovelonis, Goudas, e Dermitzaki (2011) hanno esaminato gli effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale sulle prestazioni studentesche in compiti motori come il passaggio dal petto e il test modificato di piegamenti sulle braccia. Gli autori hanno confermato che entrambi i gruppi con dialogo interiore hanno ottenuto performance superiori rispetto al gruppo di controllo in entrambi i compiti motori. Sia il dialogo interiore di tipo istruttivo sia quello motivazionale si sono dimostrati utili nel test di passaggio dal petto, ma il dialogo interiore di tipo motivazionale è stato più efficace rispetto a quello di tipo istruttivo nel test modificato di piegamenti sulle braccia 13. Nel complesso, gli studi summenzionati sul dialogo interiore hanno rivelato risultati contraddittori rispetto all’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito. Al fine di approfondire i risultati di Theodorakis e colleghi, Hardy, Hall, Gibbs, e Greenslade (2005) hanno esaminato a) gli effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e di tipo motivazionale e b) gli effetti dell’autoefficacia sulla performance di un compito di sollevamento del busto da terra. I risultati hanno indicato che entrambe le dimensioni del dialogo interiore erano positivamente associate all’autoefficacia e che l’autoefficacia era positivamente associata alla performance, ma nessuna delle dimensioni di dialogo interiore era correlata alla performance 14. In un altro esperimento, Goudas, Hatzidimitriou e Kikidi (2006) hanno esaminato l’efficacia di tre tipi di dialogo interiore (istruttivo, motivazionale e cinestetico) sulle performance sportive (lancio del peso e salto in lungo da fermi). Nel primo studio, tutti i tipi di dialogo interiore hanno migliorato le performance. Tuttavia, nel secondo studio, le performance non sono migliorate. Gli autori hanno attribuito i risultati del secondo studio alla natura del compito e alla misurazione della performance nel salto in lun- MEDICINA DELLO SPORT 399 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students the standing Long jump in which the potential performance improvement was small.15 Based on the above findings and on very recent reviews,9 the experimental studies using instructional and motivational ST haven’t provided so far consistent results regarding the matching hypothesis. Moreover, although several studies have examined the effects of instructional and motivational ST on maximal strength, muscular power and angular velocity,8, 10, 12 there aren’t any studies examining speed and accuracy in one skill. Finally, little experimental research has examined the effects of ST controlling for the effect of unequal sex distribution across groups.14, 16 Therefore, the purpose of the present study was to examine the matching hypothesis principle through the effectiveness of instructional and motivational ST on passing speed and accuracy and on shooting accuracy in female students. We hypothesized that (a) the performance of the experimental ST groups would get more improved than that of the control group; (b) the motivational ST group would have greater performance improvement than the instructional ST group on passing speed and (c) the instructional ST group would have greater performance improvement than the motivational ST group on passing and shooting accuracy. go da fermi, nel quale il potenziale miglioramento della performance era modesto 15. Sulla base dei risultati summenzionati e sulla base di review molto recenti9, gli studi sperimentali condotti utilizzando il dialogo interiore di tipo istruttivo e di tipo motivazionale non hanno finora fornito risultati coerenti per quanto concerne l’ipotesi della corrispondenza. Inoltre, sebbene diversi studi abbiano esaminato gli effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e di tipo motivazionale sulla forza massimale, sulla potenza muscolare e sulla velocità angolare 8, 10, 12, non sono stati condotti studi che abbiano esaminato la velocità e la precisione all’interno di un’abilità. Infine, poche ricerche sperimentali hanno esaminato gli effetti del dialogo interiore controllando gli effetti di una diversa distribuzione di genere tra i gruppi 14, 16. Pertanto, obiettivo del presente studio è stato quello di esaminare il principio dell’ipotesi di corrispondenza attraverso l’efficacia del dialogo interiore di tipo istruttivo e di tipo motivazionale nella velocità e precisione dei passaggi e nella precisione di tiro in studenti di sesso femminile. Abbiamo ipotizzato che (a) le performance dei gruppi sperimentali con dialogo interiore sarebbero migliorate in misura maggiore rispetto a quelle del gruppo di controllo; (b) il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale avrebbe avuto un maggiore miglioramento delle performance rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo nel passaggio in velocità e (c) il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo avrebbe avuto un maggiore miglioramento delle performance rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale nel passaggio e nel tiro di precisione. Materials and methods Materiali e metodi Compito 1 Task 1 The first task involved a basketball passing test. Three groups were formed: two experimental and one control group. One experimental group used instructional ST whereas the other used motivational ST. No intervention was applied on the control group. We hypothesized that (a) speed performance of the experimental groups using ST will improve compared to the control group; (b) motivational ST group will perform faster than the instructional ST group on the passing task. Method Participants Seventy two female undergraduate students with no prior experience in basketball volunteered to participate in the study (Mage=20.09 400 Il primo compito prevedeva un test di passaggio nella pallacanestro. Sono stati formati tre gruppi: due gruppi sperimentali e un gruppo di controllo. Un gruppo sperimentale ha utilizzato il dialogo interiore di tipo istruttivo mentre un altro gruppo ha usato il dialogo interiore di tipo motivazionale. Al gruppo di controllo non è stato applicato nessun intervento. Abbiamo ipotizzato che (a) la performance di velocità dei gruppi sperimentali utilizzanti il dialogo interiore sarebbe migliorata rispetto al gruppo di controllo; (b) il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale avrebbe avuto una migliore performance di velocità rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo nel compito di passaggio. Metodo Partecipanti Settantadue studentesse universitarie senza alcuna precedente esperienza nella pallacanestro si MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students ±1.12 years). Firstly, we provided a written informed consent. Permission to conduct the study was obtained by the institution’s research ethics committee. To achieve a statistical power of 0.80, based on an effect size of 0.62 reported by Meyers, Whelan, and Murphy (1996) for cognitive strategies on motor performance, a sample size of 19 was needed.17 The sample size was set at 24 for each group to ensure that any possible intervention orders were included in the study.8 “Novice” was referred to the participants who practiced basketball for the first time and who weren’t familiar with basketball. Procedures On arrival at the basketball court students were informed about the requirements of the study. In particular, they were asked to sign the informed consent and complete a form containing demographic information. Then they observed the experimenter exhibiting the speed pass test and they were given twenty seconds to get familiar with the skill. Following the pre-test, participants were randomly assigned into three equal groups (instructional ST, motivational ST and control group). Participants of the experimental groups were introduced to the use of ST and were encouraged to use this strategy during the execution of speed pass. Then the experimenter showed them how to use ST based on the suggestions of Hatzigeorgiadis et al. (2009) immediately before each pass.18 On the other hand, the control group was encouraged to “do their best” and was given a short lecture on tactical aspects of basketball and how they can be applied in passing, in the same time frame with the experimental groups.14 Then they observed the experimenter exhibiting the speed pass test. Afterwards, participants of the experimental groups were trained in speed pass in each set (10 sets of 10 trials) according to the presented instructions, different depending on the group in which they were randomly assigned. Each participant performed ten sets of 10 passes against the wall as rapidly as possible. The participants had to repeat out loud before each pass the ST phrases that their experimental group was assigned. Ten seconds of rest was allowed between each set of 10 passes. The intervention phase lasted 15 minutes. Vol. 67 - No. 3 TAHMASEBI BOROUJENI sono offerte volontarie per partecipare allo studio (età media=20,09±1,12 anni). Per prima cosa, abbiamo fornito loro un consenso informato scritto. Il Comitato Etico di Ricerca dell’istituto ha concesso il permesso per la conduzione dello studio. Per ottenere una potenza statistica di 0,80, in base a un’ampiezza dell’effetto di 0,62 riportata da Meyers, Whelan, e Murphy (1996) per le strategie cognitive sulle performance motorie, era necessaria una dimensione campionaria di 19 soggetti 17. La dimensione campionaria è stata fissata a 24 per ciascun gruppo per garantire che qualsiasi possibile ordine di intervento fosse incluso nello studio 8. Le partecipanti che praticavano la pallacanestro per la prima volta e che non avevano familiarità con questo sport sono state considerate “principianti”. Procedure All’arrivo presso il campo di pallacanestro le studentesse sono state informate circa i requisiti dello studio. In particolare, ai soggetti è stato chiesto di firmare il consenso informato e di completare un modulo con le loro informazioni demografiche. I soggetti hanno quindi osservato lo sperimentatore mentre mostrava il test di passaggio in velocità e sono stati concessi loro venti secondi per acquisire dimestichezza con l’abilità. Dopo il pre-test, le partecipanti sono state assegnate in maniera casuale a tre gruppi (dialogo interiore di tipo istruttivo, dialogo interiore di tipo motivazionale e gruppo di controllo). Le partecipanti dei gruppi sperimentali sono state introdotte all’utilizzo del dialogo interiore e sono state incoraggiate ad utilizzare questa strategia durante l’esecuzione del passaggio in velocità. In seguito, lo sperimentatore ha mostrato loro come utilizzare il dialogo interiore in base ai suggerimenti di Hatzigeorgiadis et al. (2009) immediatamente prima di ciascun passaggio 18. Il gruppo di controllo è stato invece incoraggiato a “dare il meglio di sé” e ha ricevuto una breve lezione sugli aspetti tattici della pallacanestro e su come applicarli nei passaggi, nello stesso periodo di tempo dei gruppi sperimentali 14. I soggetti hanno quindi osservato lo sperimentatore mentre mostrava il test del passaggio in velocità. Successivamente, le partecipanti dei gruppi sperimentali sono state allenate nel passaggio in velocità in ciascuna serie (10 serie di 10 prove) in base alle istruzioni presentate, diverse a seconda del gruppo al quale erano state assegnate in maniera casuale. Ogni partecipante ha effettuato 10 serie da 10 passaggi contro il muro nella maniera più rapida possibile. Le partecipanti dovevano ripetere ad alta voce prima di ogni passaggio le frasi di dialogo interiore assegnate al proprio gruppo sperimentale. Sono stati consentiti 10 secondi di riposo tra ciascuna serie da 10 passaggi. La fase di intervento è durata 15 minuti. Infine, è stato condotto un post-test dopo la sessione di allenamento, in maniera analoga alle pro- MEDICINA DELLO SPORT 401 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students Finally, a post-test was conducted after the training session, similar to the pretest procedures. The whole procedure lasted approximately 25 minutes for each participant. Selftalk groups Just before each pass, the player had to pronounce the designated ST phrases 19 and to repeat the phrase loudly. The instructional ST phrases used in this study were “I move my fingers to target speedy” for speed pass. The passing ST phrase aimed to help the player hold the ball efficiently and focus his attention on the target.8, 20 The affirmative statement “I can do it” was applied in this skill test as motivational ST phrase.8, 10, 15, 21 Furthermore, based on participants’ suggestions they were encouraged to use instead of the designated self-talk cues similar phrases if they thought would help them most. Measures Passas’s Speed was evaluated through a speed pass test 22 in which the participant stands behind a line drawn 9 feet from the wall. On the signal to begin, the participant has to pass the ball to the wall as rapidly as possible until ten passes have hit the wall. All passes have to be made from behind the line and the subject must recover her pass each time. Two complete trials were allowed. Scoring The watch starts as soon as the first pass hits the wall and stops when the tenth ball hits. The time to the nearest tenth of a second of the better trial between two is recorded as the score. Results Descriptive statistics are presented in Table I. One-way ANOVA revealed that there were no significant differences in performance between the three groups for the baseline measure, F (2, 69)=2.29, P=0.10. Subsequently, a 2 x 3 (Trial x Group) repeated measures ANOVA was used to test differences between the first and the second measure for the three groups. The results revealed only a significant trial effect, F (2, 69)=183.29, P<0.05, η2=0.72. There was no significant trial by group interaction effect, F (2, 69)=0.65, P=0.52, η2=0.01. Mean scores for the three groups in the first and the second sessions are presented in Table I. Overall, the results of this experiment 402 cedure pretest. L’intera procedura è durata circa 25 minuti per ciascuna partecipante. Gruppi con dialogo interiore Subito prima di ogni passaggio, la studentessa doveva pronunciare le frasi di dialogo interiore designate 19 e doveva ripetere ogni frase ad alta voce. Le frasi di dialogo interiore di tipo istruttivo utilizzate nel presente studio erano: “muovo rapidamente le mie dita verso il bersaglio” per il passaggio in velocità. La frase di dialogo interiore per il passaggio aveva come obiettivo quello di aiutare la giocatrice a tenere la palla in maniera efficace e concentrare la sua attenzione sul bersaglio 8, 20. La dichiarazione affermativa “posso farcela” è stata applicata in questo test di abilità come frase di dialogo interiore di tipo motivazionale 8, 10, 15, 21. Inoltre, in base ai suggerimenti delle partecipanti, queste sono state incoraggiate a utilizzare anziché i suggerimenti di dialogo interiore designati, frasi simili laddove reputassero che le avrebbero aiutate di più. Misurazioni Il passaggio in velocità è stato valutato attraverso un test di passaggio in velocità 22 nel quale le partecipanti dovevano rimanere in piedi dietro una linea tracciata a 2,7 metri di distanza dalla parete. Al segnale di inizio, la partecipante doveva passare la palla al muro nella maniera più rapida possibile finché 10 passaggi non colpivano la parete. Tutti i passaggi dovevano essere effettuati da dietro la linea e il soggetto doveva recuperare il passaggio ogni volta. Sono state consentite due prove complete. Punteggio Il cronometro è stato avviato non appena il primo passaggio ha colpito la parete ed è stato arrestato quando il decimo passaggio ha colpito la parete. Come punteggio è stato registrato il tempo con una precisione di un decimo di secondo della migliore prova delle due. Risultati La statistica descrittiva è presentata nella tabella I. ANOVA a una via ha rivelato che non vi erano differenze significative nella performance tra i tre gruppi per la misurazione basale, F (2, 69)=2,29, P=0,10. Successivamente, un ANOVA a misure ripetute 2x3 (Prova per Gruppo) è stata utilizzata per testare le differenze tra la prima e la seconda misurazione per i tre gruppi. I risultati hanno rivelato solo un significativo effetto della prova, F (2, 69)=183,29, P<0,05, η2=0,72. Non vi è stato alcun effetto d’interazione Prova per Gruppo, F (2, 69)=0,65, P=0,52, MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students weren’t in accordance to our hypothesis revealing that all groups resulted in performance improvement relative to the baseline measure regardless of the groups that they were assigned. Task 2 The second task took place immediately after the first one. It involved performing a basketball passing test that evaluates accuracy. Once again, participants were divided in three groups: two experimental and one control group. One experimental group used instructional ST while the other used motivational ST. No intervention was applied to the control group. We assumed that (a) performance of the experimental groups would improve when using ST compared to the control group; (b) the instructional ST group would have greater performance improvement than the motivational ST group on passing accuracy. Method Participants All participants were the same as in task 1. η2=0,01. I punteggi medi per i tre gruppi nella prima e nella seconda sessione sono presentati nella tabella I. Nel complesso, i risultati di questo esperimento non erano in linea con la nostra ipotesi, rivelando che tutte le partecipanti hanno mostrato un miglioramento delle performance in relazione alla misurazione basale a prescindere dal gruppo al quale erano state assegnate. Compito 2 Il secondo compito ha avuto luogo immediatamente dopo il primo. Esso prevedeva l’esecuzione di un test di passaggio nella pallacanestro per valutare la precisione. Ancora una volta, le partecipanti sono state suddivise in tre gruppi: due gruppi sperimentali e un gruppo di controllo. Un gruppo sperimentale ha utilizzato il dialogo interiore di tipo istruttivo mentre un altro gruppo ha usato il dialogo interiore di tipo motivazionale. Al gruppo di controllo non è stato applicato alcun intervento. Abbiamo ipotizzato che (a) la performance dei gruppi sperimentali sarebbe migliorata con l’utilizzo del dialogo interiore rispetto al gruppo di controllo; (b) che il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo avrebbe mostrato un maggiore miglioramento delle performance rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale nel passaggio di precisione. Metodo Partecipanti Procedures Similar procedures to those in experiment 1 were followed. Firstly, before performing the task, participants were provided with instructions regarding the technique of the accuracy pass and then they were given twenty seconds to get familiar with each test. Like in task 1, upon the end of the pre-test, the same process was carried out; participants in the experimental groups were trained for accuracy pass in each set (10 sets of 10 trials) according to the presented instructions, different for each of the two experimental groups in which they were randomly assigned. Each participant repeated ST phrases designed according to their experimental group and performed ten sets of 10 passes against the wall as accurately as possible. Time of rest was allowed between each set of 10 passes, if the participant felt tired. The intervention phase lasted for 15 minutes. Finally, a post–test, similar to pre-test procedures, followed each training session. The whole procedure lasted approximately 25 minutes for each participant. Participants had to use verbal phrases immediately before each pass. Vol. 67 - No. 3 TAHMASEBI BOROUJENI Tutte le partecipanti erano le stesse del compito 1. Procedure Sono state seguite procedure simili a quelle dell’esperimento 1. Per prima cosa, prima di effettuare il compito, le partecipanti hanno ricevuto istruzioni in merito alla tecnica del passaggio di precisione e hanno ricevuto 20 secondi per acquisire dimestichezza con ciascun test. In maniera analoga al test 1, al termine del pre-test è stato condotto lo stesso procedimento; le partecipanti nei gruppi sperimentali sono state allenate nel passaggio di precisione in ciascuna serie (10 serie di 10 prove) in base alle istruzioni fornite, diverse per ciascuno dei due gruppi sperimentali ai quali erano state assegnate in maniera casuale. Ogni partecipante ha ripetuto le frasi di dialogo interiore assegnate al proprio gruppo sperimentale e ha effettuato 10 serie di dieci passaggi contro il muro nella maniera più precisa possibile. È stato consentito del tempo di riposo tra ciascuna serie di 10 passaggi, laddove la partecipante si sentisse stanca. La fase di intervento è durata 15 minuti. Infine, un post-test, simile alle procedure pre-test, ha seguito ogni sessione di allenamento. L’intera procedura è durata circa 25 minuti per cia- MEDICINA DELLO SPORT 403 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students The key phrase for the instructional ST group was: “I place my fingers toward target carefully” for the accuracy passing task, while for the motivational ST group it was: “I can do it”. If participants wanted to use other phrases instead of the designated ones were free to use them out loud. Measures Accuracy pass was evaluated through push pass.22 Using two-hand push pass, the participant passes behind a line 15 feet away from the target, which is circular and consists of three circles. The inner circle is 18 inches in diameter, the second circle is 38 inches, and the outer circle is 58 inches in diameter. The bottom of the outer circle is 3 feet above from the floor. Ten passes are made, all from behind the restraining line. Scoring The point values for the inner, middle and outer circles are respectively three, two and one. Any pass hitting one of the lines is given a higher score. Therefore, a maximum of thirty points is possible. Results Descriptive statistics are presented in Table I. One-way ANOVA revealed that for the baseline measure there were no significant differences in performance between the three groups F (2, 69)=0.29, P=0.74. Subsequently, a 2x3 (Trial x Group) repeated measures ANOVA was used to test differences between the first and the second measure for all groups. The results revealed a significant trial by group interaction effect, F (2, 69)=3.5, P<0.05, h2=0.09. Mean scores for the three groups in scuna partecipante. Le partecipanti dovevano utilizzare le frasi verbali immediatamente prima di ogni passaggio. La frase-chiave per il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo era: “Posiziono le mie dita verso il bersaglio in maniera precisa” per il compito del passaggio di precisione, mentre per il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale era: “Posso farcela”. Se le partecipanti volevano utilizzare altre frasi al posto di quelle assegnate, erano libere di utilizzarle ad alta voce. Misurazioni Il passaggio di precisione è stato valutato attraverso un passaggio a “due mani dal petto” 22. Utilizzando il passaggio a “due mani dal petto” le partecipanti hanno effettuato il passaggio da dietro una linea circolare lontana 4,5 metri dal bersaglio e formata da tre cerchi. Il cerchio interno aveva un diametro di 45 centimetri, il secondo un diametro di 96 centimetri e il cerchio esterno un diametro di 147 centimetri. La parte inferiore del cerchio più esterno era 91 cm sopra il livello del suolo. Sono stati eseguiti dieci passaggi, tutti da dietro la linea di contenimento. Punteggio I valori dei punti per i cerchi interno, medio ed esterno erano rispettivamente di tre, due e uno. Qualsiasi passaggio che colpiva una delle linee otteneva un punteggio più elevato. Pertanto, era possibile ottenere un massimo di trenta punti. Risultati La statistica descrittiva è presentata in Tabella I. ANOVA a una via ha rivelato che per la misurazione basale non vi erano differenze significative nella performance tra i tre gruppi, F (2, 69)=0,29, P=0,74. Successivamente, un ANOVA a misure ripetute 2x3 (Prova per Gruppo) è stata utilizzata per testare le differenze tra la prima e la seconda misurazione per tutti i gruppi. I risul- Table I.—Descriptive statistics for the three experiments. Tabella I. — Statistica descrittiva per i tre esperimenti. Speed passing Measure 1 Accuracy passing N SD M SD Total 72 19.37 1.98 15.82 1.47 23.69 3.83 26.01 2.57 10.88 4.42 9.63 5.96 Control 24 20.07 2.07 16.43 1.21 23.88 3.59 25.21 2.63 10.08 4.22 7.92 5.9 Instructional ST Motivational ST 24 24 19.05 18.99 1.76 2.00 15.90 15.12 1.45 1.49 23.21 24.00 4.62 3.25 27.29 25.54 1.70 2.65 12.33 10.21 4.52 4.34 12.42 8.54 5.03 6.07 M 404 SD Measure 2 M SD Measure 1 Accuracy shooting Group M SD MEDICINA DELLO SPORT Measure 2 M SD Measure 1 M Measure 2 Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students TAHMASEBI BOROUJENI Figure 1.—Experiment 1: performance in speed pass in baseline and experimental assessments for the three groups. Figure 2.—Experiment 2: performance in accurate pass in baseline and experimental assessments for the three groups. Figura 2.—Esperimento 2: performance basale nel passaggio di precisione e valutazioni sperimentali per i tre gruppi. the first and the second sessions are presented in Table I. The interaction effect is shown in Figure 1. Paired sample t-tests indicated that not only were there no differences between the first and the second measures for the control group, t (23)=-1.86, P=0.07, but there were also no differences for the motivational ST group, t (23)=-1.76, P=0.09. In contrast, significant differences emerged for the instructional ST group t (23)=-4.76, P<0.001. In particular, performance of instructional ST group improved. Estimation of effect sizes 23 for the second trial revealed a large effect among control and instructional ST groups Vol. 67 - No. 3 tati hanno rivelato un significativo effetto di interazione Prova per Gruppo, F (2, 69)=3,5, P<0,05, h2=0,09. I punteggi medi per i tre gruppi nella prima e nella seconda sessione sono presentati nella Tabella I. L’effetto di interazione è mostrato nella Figura 1. I test t a campioni appaiati hanno indicato che non solo non vi erano differenze tra le prime e le seconde misurazioni per il gruppo di controllo, t (23)=-1,86, P=0,07, ma che non vi erano nemmeno differenze per il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale t (23)=-1,76, P=0,09. Al contrario, sono emerse differenze significative per il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo, t (23)=-4,76, P<0,001. In particolare, la performance del gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo è migliorata. La stima delle MEDICINA DELLO SPORT 405 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students (d=-2.08) and a small effect among control and motivational ST group (d=-0.33). Furthermore, a large effect was detected among instructional ST and motivational ST group in favor of the first (d=1.75). Overall, the results of this study partially supported our hypotheses showing that only the instructional ST group improved performance from baseline to the second measurement, as compared to the control group. Task 3 Finally, the third task involved performing a basketball shooting task. Once again, participants were divided in three groups; two experimental and one control group. One experimental group used instructional ST while the other one used motivational ST. No intervention was applied to the control group. We assumed that (a) performance of the experimental groups would improve when using ST compared to the control group; (b) the instructional ST group would perform better than the motivational ST group in shooting accuracy. Method Participants All participants were the same as in task 1. Compito 3 Infine, il terzo compito prevedeva l’esecuzione di un compito di tiro nella pallacanestro. Ancora una volta, le partecipanti sono state suddivise in tre gruppi; due gruppi sperimentali e un gruppo di controllo. Un gruppo sperimentale ha utilizzato il dialogo interiore di tipo istruttivo mentre il secondo ha usato il dialogo interiore di tipo motivazionale. Al gruppo di controllo non è stato applicato alcun intervento. Abbiamo ipotizzato che (a) la performance dei gruppi sperimentali sarebbe migliorata con l’utilizzo del dialogo interiore rispetto al gruppo di controllo; (b) che il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo avrebbe mostrato una performance migliore rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale nel passaggio di precisione. Metodo Partecipanti Procedures Similar procedures to those in task 2 were followed, applying the same phrases just before executing the shooting task. Each participant performed overhead on-hand shooting from a marked spot to the left side of the free throw line. The experimental groups were trained for accuracy shots in each set (3 sets of 5 trials) according to the presented instructions based on the group in which they were randomly assigned. Each participant performed ten sets of 15 shots against the rim as accurately as possible just after pronouncing out loud the ST phrases designed for his/ her experimental group. Between each set of 5 shots they were allowed to rest for five seconds. The intervention phase lasted for 15 minutes. Finally, a post-test similar to the pretest procedures was performed after the training session. The whole procedure took approximately 25 minutes for each participant. 406 dimensioni dell’effetto23 per la seconda prova ha rivelato un ampio effetto tra il gruppo di controllo e il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo (d=-2,08) e uno scarso effetto tra il gruppo di controllo e il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale (d=0,33). Inoltre, è stato rilevato un ampio effetto tra il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo e il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale, a favore del primo (d=1,75). Nel complesso, i risultati del presente studio hanno supportato parzialmente la nostra ipotesi, mostrando che solo il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo ha migliorato la propria performance dal baseline alla seconda misurazione, rispetto al gruppo di controllo. Tutte le partecipanti erano le stesse di quelle del compito 1. Procedure Sono state seguite procedure simili a quelle del compito 2, applicando le stesse frasi subito prima dell’esecuzione del compito di tiro. Ogni partecipante ha effettuato un tiro da sopra la testa da un punto contrassegnato sul lato sinistro della linea del tiro libero. Le partecipanti dei gruppi sperimentali sono state allenate nel tiro di precisione in ciascuna serie (3 serie di 5 prove), in base alle istruzioni fornite al gruppo al quale erano state assegnate in maniera casuale. Ogni partecipante ha effettuato dieci serie da 15 tiri al canestro nella maniera più precisa possibile subito dopo avere pronunciato ad alta voce le frasi di dialogo interiore assegnate al proprio gruppo sperimentale. Tra ogni serie di 5 tiri sono stati consentiti cinque secondi di riposo. La fase di intervento è durata 15 minuti. Infine, un post-test simile alle procedure pre-test è stato condotto dopo la sessione di allenamento. L’intera procedura è durata circa 25 minuti per ciascuna partecipante. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students TAHMASEBI BOROUJENI Figure 3.—Experiment 3: performance in accurate shot in baseline and experimental assessments for the three groups. Figura 3.—Esperimento 3: performance basale nel tiro di precisione e valutazioni sperimentali per i tre gruppi. Measures Misure Accuracy shot was evaluated through front shot.22 The participant shot from a marked spot to the left side of the free throw line just outside the circle. Overhead on hand method of shooting was permitted and the participant attempted to make the shot without hitting the backboard. A total of fifteen trials were given in a series of five at a time and the participant had to leave the spot after each five shots. Il tiro di precisione è stato valutato attraverso un tiro frontale 22. La partecipante ha tirato da un punto contrassegnato a sinistra della linea del tiro libero appena fuori il cerchio. Il metodo di tiro con la mano sopra la testa è stato consentito e la partecipante ha tentato di effettuare il tiro senza colpire il tabellone. Sono state consentite un totale di quindici prove in una serie di cinque prove per volta e la partecipante doveva lasciare la postazione dopo ogni serie da cinque tiri. Scoring Punteggio A basket counted for two points and one point was awarded for a shot that hit the rim but didn’t get in the basket (provided that it hadn’t hit the backboard before hitting the rim). Therefore, a total of thirty points was possible. Results Descriptive statistics are presented in Table I. One-way ANOVA revealed no significant differences in performance between the three groups for the baseline measure, F (2, 69)=2.01, P=0.14. Subsequently, a 2x3 (Trial x Group) repeated measures ANOVA was used to test differences between the first and the second measures for the three groups. The results revealed no significant trial by group interaction effect, F (2, 69)=0.92, P=0.40, η2=0.02. Mean scores for the three groups in the first and the second sessions are presented in Table I. Overall, the results of the third task failed to support our hypothesis showing that ex- Vol. 67 - No. 3 Un canestro valeva due punti, mentre è stato assegnato un punto se il tiro colpiva il bordo ma non entrava nel canestro (purché non colpisse il tabellone prima di colpire il bordo). Pertanto, è stato possibile assegnare un massimo di trenta punti. Risultati La statistica descrittiva è presentata in Tabella I. ANOVA a una via ha rivelato che non vi erano differenze significative nella performance tra i tre gruppi per la misurazione basale F (2, 69)=2,01, P=0,14. Successivamente, un ANOVA a misure ripetute 2x3 (Prova per Gruppo) è stata utilizzata per testare le differenze tra la prima e la seconda misurazione per i tre gruppi. I risultati non hanno rivelato alcun significativo effetto di interazione prova per gruppo, F (2, 69)=0,92, P<0,40, η2=0,02. I punteggi medi per i tre gruppi nella prima e nella seconda sessione sono presentati nella Tabella I. Nel complesso, i risultati del terzo compito non hanno supportato la nostra ipotesi, poiché i gruppi sperimentali non hanno migliora- MEDICINA DELLO SPORT 407 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students perimental groups didn’t improve performance from the first to the second measurement compared to the control group. to la performance dalla prima alla seconda misurazione rispetto al gruppo di controllo. Discussione Discussion The aim of the present study was to investigate the effects of instructional and motivational ST on performance of speed and passing accuracy and of shooting accuracy in basketball. In the first task, all groups increased their speed from the baseline trial to the second measure, therefore showing no evidence of a matching hypothesis. In the second task, novice students increased their passing accuracy when they utilized the instructional ST technique. Furthermore, the instructional ST group improved more than the motivational ST group showing some evidence for matching hypothesis. Finally, in the third task, neither of the ST groups improved their performance in shooting accuracy, revealing no evidence for matching hypothesis. Generally, the results demonstrated that only in the second experiment instructional ST was an effective means for the novice players to attain accuracy skills, providing some evidence supportive of the task-demand-oriented matching hypothesis.10 In the first task we hypothesized that motivational ST would improve performance in speed passing and that performance for the passing test would improve more compared to the instructional ST, which however wasn’t confirmed. Our results demonstrated that all groups improved their performance from the baseline trial to the second trial. Attempting to interpret the results of the first task, it can be speculated that the nature of the task (passing test) as it was designed, involved speed and endurance, but it might be argued that in general speed involves technique and coordination as well. Thus, not only did the instructional ST group improve its performance but also the motivational ST group improved from trial 1 to trial 2. However, the results showed trial effect for the control group as well. Passing is a motor task that doesn’t require complex motor skills and therefore a learning effect may have influenced our results. In the third task, results revealed that ST didn’t improve performance for both ST groups and the control group. These results could be attributed to the fine 408 Obiettivo del presente studio è stato quello di esaminare gli effetti del dialogo interiore di tipo istruttivo e motivazionale nella performance di precisione e velocità di passaggio e di precisione di tiro nella pallacanestro. Nel primo compito, tutti i gruppi hanno aumentato la loro velocità dalla prova basale alla seconda misurazione, non mostrando quindi nessuna evidenza a sostegno dell’ipotesi di corrispondenza. Nel secondo compito, le studentesse principianti hanno aumentato la loro precisione di passaggio quando hanno utilizzato la tecnica del dialogo interiore di tipo istruttivo. Inoltre, il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo ha migliorato la propria performance in misura maggiore rispetto al gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale, mostrando alcune evidenze a sostegno dell’ipotesi di corrispondenza. Infine, nel terzo compito, nessuno dei gruppi con dialogo interiore ha migliorato la propria performance nel tiro di precisione, non mostrando alcuna evidenza a sostegno dell’ipotesi di corrispondenza. Nel complesso, i risultati hanno dimostrato che solo nel secondo esperimento il dialogo interiore di tipo istruttivo è stato un metodo efficace per i giocatori principianti al fine di sviluppare abilità di precisione, fornendo evidenze a sostegno dell’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito 10. Nel primo compito, abbiamo ipotizzato che il dialogo interiore di tipo motivazionale avrebbe migliorato la performance del passaggio in velocità e che la performance per il test di passaggio sarebbe migliorata in misura maggiore rispetto al dialogo interiore di tipo istruttivo; tale ipotesi tuttavia non è stata confermata. I nostri risultati hanno dimostrato che tutti i gruppi hanno migliorato la propria performance dalla prova basale alla seconda prova. Cercando di interpretare i risultati del primo compito, si può ipotizzare che la natura del compito (test di passaggio) come era stato concepito, coinvolgeva velocità e resistenza, ma si può argomentare che in generale la velocità includa anche tecnica e coordinamento. Pertanto, non solo il gruppo con dialogo interiore di tipo istruttivo ha migliorato la propria performance, ma anche il gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale ha migliorato la propria performance dalla prova n. 1 a quella n. 2. Tuttavia, i risultati hanno mostrato un effetto della prova anche per il gruppo di controllo. Il passaggio è un compito motorio che non richiede complesse abilità motorie e pertanto i nostri risultati potrebbero essere stati influenzati da un effetto di apprendimento. Nel terzo compito, i risultati hanno rivelato che il dialogo interiore non ha migliorato la performance né nei gruppi con dialogo interiore né nel gruppo di MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 instructional and motivational self-talk in novice students motor skills of the task. Our participants didn’t have any experience with basket-ball shooting and maybe they didn’t manage to establish a proper technique in such a short time, which is fundamental for the accuracy of shooting. This may have affected the potential performance improvement and the effectiveness of ST. In contrast, the results from the second task partially supported our hypotheses. We expected that instructional ST would improve performance in passing accuracy to a greater degree compared to the motivational ST, and that hypothesis was confirmed. However, we also speculated that the performance of the motivational ST group would improve more compared to that of the control group, but that hypothesis wasn’t confirmed. Similar results for the effectiveness of instructional ST on execution of fine skills are consistent with Landin and Hebert (1999), who reported improved volleying performance in elite tennis players through the use of instructional ST.24 It has been argued that instructional ST is designed to assist performance by triggering the desired movement through the correct focus on attention, technique, and strategy execution.10, 25 Perkos, Theodorakis, and Chroni (2002) reported similar results in novice basketball players, which proposed that the utilization of ST improved players’ passing performance.26 The present study confirms that novice students can use ST to improve their motor skills in tasks such as the chest pass. From a practical standpoint, physical educators can teach novice students to apply the ST method to improve their motor skills during primary instructions. Although the task demand-oriented matching hypothesis of this study wasn’t fully confirmed, physical educators should distinguish the fundamental characteristics of different tasks and select the appropriate ST for each of them. In addition, they can divide the skill into smaller parts or phases (beginning of the skill, in the middle, end of the skill) and select the appropriate ST for each phase. Moreover, we would suggest future research to use cue-words instead of phrases, ST in the form of second person statements (You can do it) vs. first person statements (I can do it) and other types of self-talk (e.g., kinesthetic, see Goudas et al., 2006) 15 in order to further investigate the characteristics of the task-demand oriented matching hypothesis in motor skills. Additionally, as mentioned Vol. 67 - No. 3 TAHMASEBI BOROUJENI controllo. Tali risultati potrebbero essere attribuibili alle abilità motorie fini del compito. Le nostri partecipanti non avevano nessuna precedente esperienza di tiro nella pallacanestro e probabilmente non sono state in grado di gestire una tecnica adeguata in un così breve lasso di tempo, il che è fondamentale per la precisione del tiro. Ciò potrebbe avere influenzato il potenziale miglioramento della performance e l’efficacia del dialogo interiore. Al contrario, i risultati del secondo compito hanno parzialmente supportato le nostre ipotesi. Abbiamo previsto che il dialogo interiore di tipo istruttivo avrebbe migliorato la performance del tiro di precisione in misura maggiore rispetto al dialogo interiore di tipo motivazionale e tale ipotesi è stata confermata. Tuttavia, abbiamo ipotizzato anche che la performance del gruppo con dialogo interiore di tipo motivazionale sarebbe migliorata in misura maggiore rispetto a quella del gruppo di controllo; tale ipotesi, tuttavia, non è stata confermata. Risultati simili per l’efficacia del dialogo interiore di tipo istruttivo nell’esecuzione di abilità fini sono in linea con quelli di Landin e Hebert (1999), che hanno riportato un miglioramento della performance di volée in giocatori di tennis d’élite attraverso l’utilizzo del dialogo interiore di tipo istruttivo 24. È stato argomentato che il dialogo interiore di tipo istruttivo sia concepito per agevolare la performance, innescando il movimento desiderato attraverso il focus corretto su attenzione, tecnica ed esecuzione della strategia 10, 25. Perkos, Theodorakis, e Chroni (2002) hanno riportato risultati simili in giocatori di pallacanestro principianti e hanno indicato che l’utilizzo del dialogo interiore ha migliorato la performance di passaggio dei giocatori 26. Il presente studio conferma che gli studenti principianti possono utilizzare il dialogo interiore per migliorare le proprie abilità motorie in compiti come il passaggio dal petto. Da un punto di vista pratico, gli educatori fisici possono insegnare agli studenti principianti ad applicare il metodo del dialogo interiore per migliorare le loro abilità motorie durante le istruzioni primarie. Sebbene l’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito del presente studio non sia stata interamente confermata, gli educatori fisici devono distinguere le caratteristiche essenziali di diversi compiti e selezionare il dialogo interiore adeguato per ciascuna di esse. Inoltre, essi possono dividere le abilità in parti o fasi più piccole (inizio dell’abilità, parte centrale e termine dell’abilità) e selezionare il dialogo interiore adeguato per ciascuna fase. Inoltre, suggeriamo che future ricerche utilizzino parole-suggerimento anziché frasi, dialogo interiore sotto forma di affermazioni in seconda persona (“puoi farcela”) rispetto ad affermazioni in prima persona (“posso farcela”) e altri tipi di dialogo interiore (ad es. quello cinestetico, vedere Goudas et al.15) al fine di esaminare ulteriormente le caratteristiche dell’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito nelle abilità motorie. Inol- MEDICINA DELLO SPORT 409 TAHMASEBI BOROUJENIinstructional and motivational self-talk in novice students the recent meta-analysis by Hatzigeorgiadis et al. (2011) recent, self-selected cues are more effective than the assigned ones.9 Therefore, we suggest that permitting participants to use self-choice ST cue-words from a list presented to them should be examined.5, 18, 27 tre, come indicato in una recente meta-analisi di Hatzigeorgiadis et al. (2011), i suggerimenti recenti e autoselezionati sono più efficaci rispetto a quelli assegnati 9. Pertanto, suggeriamo di permettere ai partecipanti di utilizzare un dialogo interiore con parole-suggerimento scelte da loro a partire da un elenco che gli viene presentato 5, 18, 27. Conclusions Conclusioni In summary, despite the limitations of the present study, it demonstrated that instructional ST is particularly effective in motor tasks such as passing in basket-ball. Future research on the task-demand oriented matching hypothesis appears particularly worthwhile given the inconsistent results in the ST literature. Per riassumere, nonostante i limiti del presente studio, esso ha dimostrato che il dialogo interiore di tipo istruttivo è particolarmente efficace nei compiti motori come il passaggio nella pallacanestro. Future ricerche sull’ipotesi di corrispondenza con le richieste del compito sarebbero particolarmente utili dati i risultati incoerenti della letteratura sul dialogo interiore. References/Bibliografia 1) Hardy J. Speaking clearly: A critical review of the self-talk literature. Psychol Sport Exerc 2006;7:81-97. 2) Zourbanos N, Hatzigeorgiadis A, Theodorakis Y. A preliminary investigation of the relationship between athletes› self-talk and coaches› behaviour and statements. Int J Sports Sci Coach 2007;2:57-66. 3) Zourbanos N, Hatzigeorgiadis A, Goudas M, Papaioannou A, Chroni S, Theodorakis Y. The social side of self-talk: Relationships between perceptions of support received from the coach and athletes’ self-talk. Psychol Sport Exerc 2011;12:407-14. 4) Cutton DM, Landin D. The effects of self-talk and augmented feedback on learning the tennis forehand. J Appl Sport Psychol 2007;19:288-303. 5) Harvey D, Van Raalte J, Brewer B. Relationship between self-talk and golf performance. 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E-mail: [email protected] 410 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Medical area Area medica MED SPORT 2014;67:411-22 Inspiratory muscles training in young basketball players: preliminary evaluation Allenamento dei muscoli inspiratori in giovani cestisti: una valutazione preliminare E. TRANCHITA, C. MINGANTI, L. MUSUMECI, M. R. SQUEO, A. PARISI Department of Human Movement and Sport Sciences, Division of Health Sciences, University of Rome “Foro Italico”, Rome, Italy SUMMARY Aim. The aim of the study was to evaluate the effects of a 4-week specific Inspiratory Muscle Training (IMT) on young athletes, who practiced basketball at a competitive level. Methods. Twenty-nine male basketball players (age: 21±2 years; body mass: 75.31±11.84 kg; stature: 181.28±9.55 cm; BMI: 22.79±1.90 kg∙m-2) attending the University of Rome “Foro Italico” (Rome, Italy) volunteered to participate in the study and were randomly divided in two groups: the intervention group (N.=15) and the control group (N.=14). The intervention group underwent a four week protocol consisting of an IMT carried out through a resistive breathing device (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©) while athletes randomized to the control group did not underwent any respiratory training. All the athlete underwent several measurements pre- and post-intervention in order to evaluate their exercise capacity, lung function at rest and after a physical effort, their maximal inspiratory pressure (MIP) and other parameters estimated through a medical resistive instrument. Results. After 4 weeks no statistical differences were observed in subjects’ pre- and post-exercise capacity neither in lung function parameters with the except of a significative increase in peak inspiratory flow (30%) and in maximum voluntary ventilation (7%) in the intervention group. The MIP values significantly increase (30%) only in the intervention group as well as the breath test parameters (flow: 27%; volume: 17%; S-Index: 26%). No significant improvements in the perception of muscular fatigue neither in the perception of difficulty performing spirometry after exercise were found, while a significant decrease of the perception of respiratory fatigue (-31%) was registered in the intervention group. These results are further highlighted by the significant increase in the training session respiratory parameters of the intervention group (load: 29%; T-Index: 32%; volume 39%, power: 93%). Conclusion. The present study shows that a 4 weeks IMT protocol bring to improvements in strength and in endurance of respiratory muscles acting on a reduction in respiratory muscle fatigue, delaying restriction metabolic reflex and so giving to skeletal muscles a greater energy availability. Key words: Breathing exercises - Athletes - Inspiratory pressure. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente studio è stato quello di valutare gli effetti di 4 settimane di allenamento specifico dei muscoli inspiratori (inspiratory muscle training, IMT) in giovani atleti praticanti la pallacanestro a livello agonistico. Metodi. Ventinove cestisti di sesso maschile (età: 21±2 anni; massa corporea: 75,31±11,84 kg; altezza: 181,28±9,55 kg, IMC: 22,79±1,90 kg∙m-2) frequentanti l’Università di Roma Foro Italico (Roma, Italia) si sono offerti volontari per partecipare allo studio e sono stati suddivisi in maniera casuale in due gruppi: gruppo di intervento (N.=15) e gruppo di controllo (N.=14). Il gruppo di intervento ha seguito un protocollo di quattro settimane che prevedeva un allenamento muscolare inspiratorio (inspiratory muscle training, IMT) effettuato mediante un dispositivo respiratorio con valvola di resistenza (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©), mentre gli atleti randomizzati al gruppo di controllo non hanno svolto alcun allenamento respiratorio. Tutti gli atleti sono stati sottoposti a diverse misurazioni Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 411 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players pre‑ e post‑intervento al fine di valutare la capacità di esercizio fisico, la funzione polmonare a riposo e la funzione polmonare dopo uno sforzo fisico, la pressione inspiratoria massima (maximal inspiratory pressure, MIP) e altri parametri stimati mediante uno strumento medico basato sulla resistenza. Risultati. Dopo 4 settimane, non sono state osservate differenze statistiche nella capacità pre- e post-esercizio o nei parametri di funzionalità polmonare dei soggetti, con l’eccezione di un significativo aumento nel picco di flusso inspiratorio (30%) e nella ventilazione volontaria massima (7%) nel gruppo di intervento. I valori MIP sono aumentati in maniera significativa (30%) solo nel gruppo di intervento, assieme ai parametri del test del respiro (flusso: 27%; volume: 17%; indice-F: 26%). Non abbiamo osservato miglioramenti significativi nella percezione dell’affaticamento muscolare o nella percezione della difficoltà a eseguire la spirometria dopo l’esercizio fisico, mentre abbiamo osservato una riduzione significativa nella percezione di affaticamento respiratorio (-31%) nel gruppo di intervento. Tali risultati sono ulteriormente evidenziati dal significativo aumento dei parametri respiratori nella sessione di allenamento del gruppo di intervento (carico: 29%; indice-A: 32%; volume: 39%; potenza: 93%). Conclusioni. Il presente studio mostra che un protocollo di allenamento muscolare inspiratorio (IMT) di 4 settimane si traduce in miglioramenti della forza e della resistenza dei muscoli respiratori, riducendo l’affaticamento dei muscoli respiratori, ritardando il riflesso metabolico di restrizione e garantendo in tal modo una maggiore disponibilità energetica ai muscoli scheletrici. Parole chiave: Esercizi respiratori - Atleti - Pressione inspiratoria. R espiratory system in athletes who practice high level sports could represent a limiting factor because in this kind of exercise some alterations may occur and reduce the performance, such as respiratory muscle dysfunction, exercise induced hypoxemia or restriction metabolic reflex.1-3 Augmenting physical condition level through a specific inspiratory muscle training (IMT) for strength and endurance can reduce workload on respiratory muscles and improve the capacity of a subject to sustain for a long time a submaximal level of ventilation;4 in this way fatigue may be delayed and the athletes can prolong their performance. There are several rational basis that show the role of IMT in healthy population. It seems that this kind of training may produce appreciable improvements in respiratory muscle strength and endurance, in workload and power and in respiratory volumes.5 According to the literature it is clear that improving strength and endurance, the subject can improve ventilation, reduce hypercapnia and carry out an higher level of physical exercise.6 In addition to improving inspiratory muscles coordination, it can reach a better alveolar ventilation with a decrease in respiratory muscles work and consequently an increase in performance.7 There is ample evidence suggesting that in a manner similar to locomotor muscles, respiratory muscles respond adaptively to a specific training.8 Previous studies suggest that respiratory muscles respond to a training only if there is an adequate workload.8 In fact, Enright et al. have demonstrated that high-intensity IMT set at 80% of maximal inspiratory pressure (MIP) 412 I l sistema respiratorio degli atleti, praticanti discipline sportive ad alto livello, può rappresentare un fattore limitante perché in questi tipi di esercizi possono verificarsi alcune alterazioni che riducono la performance, come la disfunzione dei muscoli respiratori, l’ipossiemia indotta dall’esercizio fisico o il riflesso metabolico di restrizione 1-3. L’aumento del livello di condizione fisica attraverso un allenamento specifico dei muscoli inspiratori (IMT) per la forza e la resistenza può ridurre il carico di lavoro sui muscoli respiratori e migliorare la capacità di un soggetto di sostenere per un lungo periodo di tempo un livello di ventilazione sub massimale 4; in tal modo l’affaticamento può essere ritardato e gli atleti possono prolungare la loro performance. Vi sono numerose basi razionali che mostrano il ruolo dell’allenamento dei muscoli inspiratori nella popolazione sana. Sembra che questo tipo di allenamento possa produrre miglioramenti apprezzabili nella forza e nella resistenza dei muscoli respiratori, nel carico di lavoro, nella potenza e nei volumi respiratori 5. In base alla letteratura, è evidente che migliorando la forza e la resistenza, un soggetto può migliorare la ventilazione, ridurre l’ipercapnia e svolgere un esercizio fisico di livello superiore 6. Oltre a migliorare la coordinazione dei muscoli inspiratori, il soggetto può raggiungere una migliore ventilazione alveolare, riducendo il lavoro dei muscoli inspiratori e aumentando di conseguenza la performance 7. Diverse evidenze suggeriscono che, in maniera analoga ai muscoli locomotori, i muscoli respiratori rispondono in maniera adattativa a un allenamento specifico 8. Precedenti studi suggeriscono che i muscoli respiratori rispondono all’allenamento solo se vi è un adeguato carico di lavoro 8. In realtà, Enright et al. hanno dimostrato che un IMT di elevata intensità all’80% della pressione inspiratoria MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inspiratory muscles training in young basketball players TRANCHITA resulted in increased lung volumes, work capacity and power output in healthy subjects; whereas IMT at 60% of MIP increased work capacity and power output only. IMT at a lower intensity than 40% of MIP does not translate into quantitative functional outcomes.6 At the same time, literature sustains and reinforces the thesis which suggests that there are quantitative outcomes from IMT only if the training counts a controlled pattern of pressure generation.6 Hence, the aim of the study was to evaluate the effects of a 4 weeks IMT protocol at 60% of MIP, in young and healthy athletes, who practice basketball at a competitive level, in the matter of power output, lung volumes, work capacity and fatigue perception. massima (maximal inspiratory pressure, MIP) ha prodotto un aumento dei volumi polmonari, della capacità di lavoro e del rendimento di potenza in soggetti sani; al contrario, un IMT al 60% della MIP ha aumentato esclusivamente la capacità di lavoro e il rendimento di potenza. L’IMT a un’intensità inferiore al 40% della MIP non si traduce in esiti funzionali quantitativi 6. Allo stesso tempo, la letteratura sostiene e rinforza la tesi che l’IMT può produrre risultati quantitativi solo se l’allenamento prevede uno schema controllato di generazione di pressione 6. Pertanto, obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l’effetto di 4 settimane di protocollo IMT al 60% della MIP in atleti giovani e sani praticanti la pallacanestro a livello agonistico, in relazione a rendimento di potenza, volumi polmonari, capacità di lavoro e percezione dell’affaticamento. Materials and methods Materiali e metodi Popolazione dello studio Study population Twenty-nine male basketball players (age: 21±2 years; body mass: 75.31±11.84 kg; stature: 181.28±9.55 cm; BMI: 22.79±1.90 kg∙m-2) attending the University of Rome “Foro Italico” (Rome, Italy) volunteered to participate in the study. The players practiced basketball at a competitive level, performed physical training for 8 hours per week at least and had received similar training over the previous four years. All the subjects were non-smokers and had no evidence of pulmonary pathologies or any known metabolic disorder. Written information of the potential risks and benefits associated with participation and oral instructions were provided to the subjects who signed a written informed consent form. Participants were encouraged not to change their physical activity patterns during the study period. Experimental approach to the problem Before starting protocol, athletes filled an anamnestic questionnaire and underwent several measurements in order to evaluate their exercise capacity, lung function, maximal inspiratory pressure and other parameters estimated through a medical resistive instrument. Moreover, the Borg CR-10 scale was chosen to assess and evaluate muscular and respiratory fatigue during exercise. Completing all baseline assessments, athletes were randomly divided in two groups: the in- Vol. 67 - No. 3 Ventinove cestisti di sesso maschile (età: 21±2 anni; massa corporea: 75,31±11,84 kg; altezza: 181,28±9,55 kg, IMC: 22,79±1,90 kg∙m-2) frequentanti l’Università di Roma Foro Italico (Roma, Italia), si sono offerti volontari per partecipare allo studio. I soggetti praticavano la pallacanestro a livello agonistico, svolgevano allenamenti fisici per almeno 8 ore alla settimana e avevano ricevuto un allenamento simile nel corso dei precedenti quattro anni. Nessun soggetto era fumatore e nessuno soggetto presentava evidenze di patologie polmonari o disturbi metabolici noti. Sono state fornite informazioni scritte sui potenziali rischi e benefici associati alla partecipazione e sono state date istruzioni verbali ai soggetti che hanno firmato un consenso informato scritto. I partecipanti sono stati incoraggiati a non modificare i loro schemi di attività fisica durante il periodo dello studio. Approccio sperimentale al problema Prima di iniziare il protocollo, gli atleti hanno compilato un questionario anamnestico e sono stati sottoposti a numerose misurazioni al fine di valutare la capacità di esercizio fisico, la funzione polmonare, la pressione inspiratoria massima e altri parametri stimati attraverso uno strumento medicale basato sulla resistenza. Inoltre, la scala CR-10 di Borg è stata scelta per valutare l’affaticamento muscolare e respiratorio durante l’esercizio fisico. Completate tutte le valutazioni basali, gli atleti sono stati assegnati in maniera casuale a due gruppi: gruppo di intervento (N.=15) e gruppo di controllo (N.=14). Il gruppo di intervento ha eseguito un protocollo MEDICINA DELLO SPORT 413 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players tervention group (N.=15) and the control group (N.=14). The intervention group underwent a four-week protocol consisting of an IMT carried out through a resistive breathing device (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). The device characteristics and the training protocol are described below. Athletes randomized to the control group did not underwent any respiratory training and were instructed not to change their training program. The athletes’ daily training workloads were recorded to monitor that there were no differences in the training except for the IMT in the intervention group. After the four week intervention period all subjects underwent the same series of measurements completed at baseline. In addition, only for the intervention group, another evaluation of the maximal inspiratory pressure was carried out thirty days after the end of the protocol in order to assess if IMT benefits persist, and in which measure, after the end of the IMT. Anthropometric characteristics of intervention and control groups are shown in Table I. Misurazioni Valutazione della capacità di esercizio fisico Measurements Assessment di quattro settimane che prevedeva un IMT effettuato mediante un dispositivo respiratorio con valvola di resistenza (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). Le caratteristiche del dispositivo e il protocollo di esercizio sono descritti di seguito. Gli atleti randomizzati al gruppo di controllo non hanno svolto alcun allenamento respiratorio e sono stati istruiti a non modificare il loro programma di allenamento. I carichi di lavoro degli allenamenti giornalieri degli atleti sono stati registrati per monitorare che non vi fossero differenze nell’allenamento, tranne che per l’IMT nel gruppo di intervento. Dopo il periodo di intervento di quattro settimane, tutti i soggetti sono stati sottoposti alle stesse serie di misurazioni completate al baseline. Inoltre, solo per il gruppo di intervento, è stata effettuata un’altra valutazione della pressione inspiratoria massima trenta giorni dopo il termine del protocollo, al fine di valutare se e in che misura persistessero i benefici dell’IMT dopo il termine dell’intervento. Le caratteristiche antropometriche dei gruppi di intervento e di controllo sono mostrate nella Tabella I. of exercise capacity At the time of scheduling, all subject were instructed in order to avoid caffeine, food and refrain from participating in vigorous activity for at least 3 hours before the test. AstrandRhyming Cycle Ergometer Test has been performed to measure work capacity. The AstrandRhyming Test is a submaximal cycle ergometer aerobic fitness test, in which athletes pedal on a cycle ergometer at a constant workload for 6 minutes. The athlete warms up for 10 minutes, then the assistant sets the load in a range from 70 to 150 Watt, on the basis of age, sex and weight of the athlete. This setting should raise the athlete’s heart rate to 130-160 bpm after 2 minutes cycling at 60 rpm. The athlete pedals at 60 rpm for 6 minutes whilst maintaining his heart rate between 130-160 bpm. If after 2 minutes the athlete’s heart rate is not in the target range of 130-160 bpm, the assistant adjusts the Al momento della pianificazione, tutti i soggetti sono stati istruiti a non assumere caffeina e cibo e ad astenersi da attività energiche per almeno 3 ore prima del test. Il test di Astrand-Rhyming al cicloergometro è stato effettuato per misurare la capacità di lavoro. Il test di Astrand-Rhyming è un test submassimale del fitness aerobico al cicloergometro, nel quale gli atleti pedalano su un cicloergometro a un carico di lavoro costante per 6 minuti. L’atleta si riscalda per 10 minuti, quindi l’assistente regola il carico in un intervallo compreso tra 70 e 150 Watt, sulla base di età, sesso e peso dell’atleta. Tale regolazione dovrebbe innalzare la frequenza cardiaca dell’atleta a 130-160 bpm dopo 2 minuti di pedalata a 60 giri/min. L’atleta pedala a 60 giri/min per 6 minuti, mantenendo la sua frequenza cardiaca tra 130-160 bpm. Se dopo 2 minuti la frequenza cardiaca dell’atleta non rientra nell’intervallo target di 130-160 bpm, l’assistente regola il wattaggio del tasso di lavoro. Infine, l’assistente arresta il test dopo 6 minuti e registra il wattaggio finale del tasso di lavoro. Durante il test, la frequenza cardiaca viene misurata ogni minuto e viene determinata la fre- Table I.—Anthropometric characteristics of intervention and control groups. Tabella I. — Caratteristiche antropometriche dei gruppi di intervento e di controllo. Group N. Age (yrs) Body mass (kg) Stature (cm) BMI (kg∙m-2) Intervention Control 15 14 21.06±2.43 20.46±1.13 75.06±12.25 75.62±11.81 181.44±9.85 181.08±9.58 22.64±1.81 22.92±2.08 414 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inspiratory muscles training in young basketball players work rate wattage. Lastly, the assistant stops the test after 6 minutes and records the final work rate wattage. During the test heart rate is measured every minute and the steady state heart rate is determined. The steady state heart rate is looked up on a nomogram to determine an estimation of VO2max. The test was made through a cycloergometer Ergocard II, OteBiomedica® and the parameters evaluated were heart rate at rest, heart rate at the end of 2nd minute, heart rate at 6th minute, maximal wattage and VO2max. Lung function measurements Lung function was analyzed through a portable spirometer “Spirobank_MF, MIR®”, complying to accuracy standard of American Thoracic Society. The parameters considered were: forced vital capacity (FVC), forced expiratory volume in 1 second (FEV1), FEV1/FVC ratio, peak expiratory flow (PEF), forced inspiratory vital capacity (FIVC), forced inspiratory volume in 1 second (FIV1), FIV1/FIVC ratio, peak inspiratory flow (PIF) and maximal voluntary ventilation (MVV). All lung function parameters were expressed as a percentage of the predicted values for age, stature and sex. Maximal inspiratory pressure (Inspiratory muscle function) The maximal inspiratory pressure (MIP) was determined using a medical electronic instrument (POWER breath Kinetic Health KH1, HaB International©) that recorded the maximal pressure developed in the first second of inspiration and stored values in its database. The MIP was evaluated in centimeters of water (cmH2O) and represents a measure of inspiratory muscle strength. Every athlete’s MIP was the best of three attempts, performed with 1 minute gap. Breath test The “Breath test” was performed with a resistive breathing device (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). The device was the same utilized for the IMT. During the test athlete executed a breath without any load. In this way the device showed us 3 parameters: 1) Strength Index (S-Index): it is a strength index of inspiratory muscles and it is expressed in cmH2O. S-Index result is rated from “poor” to “excellent” based upon predicted normal values of inspiratory muscle strength for an individual Vol. 67 - No. 3 TRANCHITA quenza cardiaca in stato stazionario. La frequenza cardiaca in stato stazionario viene visualizzata su un nomogramma per determinare una stima del VO2max. Il test è stato eseguito con un cicloergometro Ergocard II, OteBiomedica® e i parametri valutati erano la frequenza cardiaca a riposo, la frequenza cardiaca al termine del 2° minuto, la frequenza cardiaca al 6° minuto, il wattaggio massimale e il VO2max. Misurazioni della funzionalità polmonare La funzionalità polmonare è stata analizzata attraverso lo spirometro portatile “Spirobank_ MF, MIR®” rispettando lo standard di precisione dell’American Thoracic Society. I parametri considerati erano: capacità vitale forzata (forced vital capacity, FVC), volume espiratorio forzato in 1 secondo (forced expiratory volume in 1 second, FEV1), rapporto FEV1/FVC, picco di flusso espiratorio (peak expiratory flow, PEF), capacità vitale inspiratoria forzata (forced inspiratory vital capacity, FIVC), volume inspiratorio forzato in 1 secondo (forced inspiratory volume in 1 second, FIV1), rapporto FIV1/FIVC, picco di flusso inspiratorio (peak inspiratory flow, PIF) e ventilazione volontaria massima (maximal voluntary ventilation, MVV). Tutti i parametri di funzionalità polmonare sono stati espressi come percentuale dei valori previsti per età, statura e sesso. Pressione inspiratoria massimale muscoli inspiratori) (funzionalità dei La pressione inspiratoria massima (MIP) è stata determinata utilizzando uno strumento elettromedicale (POWERbreath Kinetic Health KH1, HaB International©) che ha registrato la pressione massima sviluppata nel primo secondo di inspirazione e ha memorizzato i valori nel suo database. La MIP è stata valutata in centimetri d’acqua (cmH2O) e rappresenta una misura della forza dei muscoli inspiratori. La MIP di ogni atleta era la migliore di tre tentativi, effettuati a distanza di 1 minuto l’uno dall’altro. Test del respiro Il “test del respiro” (breath test) è stato effettuato mediante un dispositivo respiratorio con valvola di resistenza (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). Il dispositivo era lo stesso utilizzato per l’IMT. Durante il test l’atleta ha svolto una respirazione senza alcun carico. In questa maniera il dispositivo ha fornito 3 parametri: 1) Indice di forza (Indice-F), che rappresenta un indice della forza dei muscoli inspiratori ed è espresso in cmH2O. Il risultato dell’Indice-F è classificato da “scarso” a MEDICINA DELLO SPORT 415 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players of the same age, height, weight and gender; 2) flow: this is a measure of the maximum rate at which the athlete can inhale air into his lungs (expressed in L∙s-1). This measurement gives an indication of the speed at which athlete’s inspiratory muscles can contract; 3) volume: is a measure of the amount of air inhaled during the test (expressed in liters). This result is useful in order to compare with the training volume result with the aim to identify whether the athlete has inhaled as deeply as possible throughout his training session. Perception of muscular and respiratory fatigue In order to evaluate the athletes’ perception of muscular and respiratory fatigue, at the end of the Astrand-Rhyming Test and after the Spirometry, the Borg CR10 Scale (i.e., 0 represents “no fatigue” and 10 represents “extreme fatigue”) was used. Athletes’ were asked with three different questions: “How do you define the effort performed for the cycloergometer test?”, “Do you feel respiratory difficulty/dyspnea during the cycloergometer test?” and “Was it hard performing spirometry after the test?”. The athletes filled a different Borg CR-10 scale for each of the three questions. Exercise protocol The training protocol was performed at University of Rome Foro Italico. Two daily sessions with at least 3 hours interval between, 3 times a week on nonconsecutive days, over 4 weeks were performed. The participants have been instructed in order to avoid caffeine, food and refrain from participating in a vigorous activity for at least 3 hours before the training. A researcher, who was qualified in conducting IMT protocol, has supervised all the athletes during the sessions. All the training sessions were performed in a quiet room with no distractions. The IMT was performed with the same resistive breathing device used for the “Breath Test” (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). Every training session consisted of 30 breathes at a workload of 60% of athlete’s MIP. The athlete has to inhale as hardly, fast and deeply as possible through the mouthpiece, straightening the back and expanding the chest. Then he has to breathe out slowly until he feels that his lungs are completely empty letting the muscles of chest and shoulders relax; finally he pauses until he hears the acoustic signal that indicates the end of the breath. 416 “eccellente” in base ai normali valori di forza dei muscoli inspiratori previsti per un individuo della stessa età, altezza, peso corporeo e sesso; 2) flusso che rappresenta la massima quantità di aria, nell’unità di tempo, che un’atleta può inalare (espresso in l∙s-1). Questa misurazione fornisce un’indicazione della velocità alla quale possono contrarsi i muscoli inspiratori di un atleta; 3) volume, che rappresenta una misura della quantità di aria inalata durante il test (espressa in litri). Questo risultato è utile per essere confrontato con il risultato del volume di allenamento, con l’obiettivo di identificare se l’atleta ha inalato il più profondamente possibile per tutta la sessione di allenamento. Percezione dell’affaticamento muscolare e respira- torio Al fine di valutare la percezione dell’affaticamento respiratorio e muscolare da parte degli atleti, al termine del test di Astrand-Rhyming, e dopo la spirometria, è stata utilizzata la scala CR10 di Borg (dove 0 rappresenta “nessun affaticamento” e 10 rappresenta un “affaticamento estremo”). Agli atleti è stato chiesto di rispondere a tre diverse domande: “Come definirebbe lo sforzo effettuato per il test al cicloergometro?”, “Ha avvertito difficoltà respiratorie/dispnea durante il test al cicloergometro?” e “È stato difficile effettuare la spirometria dopo il test?”. Gli atleti hanno compilato una scala CR-10 di Borg per ciascuna domanda. Protocollo di esercizio fisico Il protocollo di allenamento è stato svolto presso l’Università di Roma Foro Italico. Sono state effettuate due sessioni giornaliere intervallate da almeno 3 ore, per 3 volte alla settimana in giorni non consecutivi, in un periodo di 4 settimane. Tutti i partecipanti sono stati istruiti a non assumere caffeina e cibo e ad astenersi da attività energiche per almeno 3 ore prima dell’allenamento. Un ricercatore, qualificato per la conduzione del protocollo IMT, ha supervisionato tutti gli atleti durante le sessioni. Tutte le sessioni di allenamento sono state effettuate in una stanza tranquilla senza distrazioni. L’IMT è stato svolto con lo stesso dispositivo respiratorio con valvola di resistenza utilizzato per il “test del respiro” (POWERbreath Kinetic Health K3, HaB International©). Ogni sessione di allenamento consisteva di 30 respirazioni a un carico di lavoro del 60% della MIP di un atleta. L’atleta doveva inspirare nella maniera più forte, rapida e profonda possibile attraverso un boccaglio, raddrizzando la schiena ed espandendo il torace. Successivamente, doveva espirare lentamente finché non sentiva che i suoi polmoni erano completamente vuoti, lasciando rilassare i muscoli di torace e spalle; infine, doveva effettuare una pausa finché MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inspiratory muscles training in young basketball players The instrument provides feedback on respiratory training session. The results through which we can monitor and optimize the training session are: —— load that is a measure of the resistance to inhalation and is equivalent to the “weight lifted” or force exerted by inspiratory muscles during a training session. Load is measured in cmH2O, and represents the pressure generated in the lungs due to the force of inspiratory muscles. A higher load result means that the athlete is training harder his muscles, making them stronger. In our protocol the load was fixed at 60% of their own MIP; —— power, that is a measure of muscle performance, which combines strength and speed of movement and is measured in Watt. More powerful the muscles will be, more resistant to fatigue at a given level of work and therefore breathless will be reduced. More powerful muscles will also be able to generate higher airflow and may increase the body’s ability to neutralize lactic acid during a heavy exercise; —— volume, that indicates the average amount of air inhaled per breath during a training session and is measured in liters. A higher value of volume indicates that breathes are deep and that the athletes are training the inspiratory muscles across their full range of movement; —— Training Index (T-Index), that is a measure of the effectiveness of the training session, based upon the amount of energy expended. A high value of T-Index indicates that athletes have exercised their inspiratory muscles as hard and as long as possible. Training session respiratory parameters were recorded at the beginning of each week of training for every athlete in order to determine their current values. If there were increases in this parameter, the workload would be modified with the aim of guaranteeing a training at 60% of the highest sustainable profile. For all participants, at the end of each training session the parameters provided by the instrument (load, power, volume, T-Index) were recorded in a database. Only data of the first week (pre-) and of the fourth week (post-) were take in account for the analysis. non sentiva il segnale acustico indicante il termine della respirazione. Lo strumento fornisce un feedback sulla sessione di allenamento respiratorio. I risultati attraverso i quali possiamo monitorare e ottimizzare la sessione di allenamento sono: — carico, che è una misura della resistenza all’inalazione ed è equivalente al “peso sollevato” o forza esercitata dai muscoli inspiratori durante una sessione di allenamento. Il carico è misurato in cmH2O e rappresenta la pressione generata nei polmoni a causa della forza dei muscoli inspiratori. Il risultato di un carico maggiore indica che l’atleta sta allenando in maniera più intensa i propri muscoli, rendendoli più forti. Nel nostro protocollo, il carico è stato fissato al 60% della MIP di ciascun atleta; — potenza, che è una misura della performance muscolare che combina forza e velocità di movimento ed è misurata in Watt. Più potenti sono i muscoli, più saranno resistenti all’affaticamento a un dato livello di lavoro e quindi il fiato corto sarà ridotto. Inoltre, muscoli più potenti saranno in grado di generare un maggiore flusso d’aria e possono aumentare la capacità del corpo di neutralizzare l’acido lattico durante un esercizio fisico intenso; — volume, che indica la quantità media di aria inalata per respiro durante una sessione di allenamento ed è misurato in litri. Un maggiore valore del volume indica che i respiri sono profondi e che gli atleti stanno allenando i muscoli inspiratori per tutta l’ampiezza di movimento; Indice di allenamento (Indice-A), che è una misura dell’efficacia della sessione di allenamento, in base alla quantità di energia consumata. Un elevato valore dell’Indice-A indica che gli atleti hanno allenato i propri muscoli inspiratori il più intensamente e il più a lungo possibile. I parametri respiratori della sessione di allenamento sono stati registrati per ogni atleta all’inizio di ogni settimana di allenamento al fine di determinarne i valori attuali. In caso di aumenti di questo parametro, il carico di lavoro è stato modificato con l’obiettivo di garantire un allenamento al 60% del più elevato profilo sostenibile. Per tutti i partecipanti, al termine di ciascuna sessione di allenamento, i parametri forniti dallo strumento (carico, potenza, volume, Indice-A) sono stati registrati nel database. Solo i dati della prima settimana (pre-) e della quarta settimana (post-) sono stati presi in considerazione per l’analisi. Analisi statistica Statistical analysis The statistical package IBM SPSS (v. 19) was used for the analysis. Data were presented as mean values and standard deviations (mean ± SD); statistical significance was set at an alpha Vol. 67 - No. 3 TRANCHITA Per l’analisi è stato utilizzato il software statistico per le scienze sociali di IBM (SPSS, versione 19). I dati sono presentati come valori medi e deviazioni standard (media±DS); la significatività statistica è stata fissata a un livello alfa di P<0,05. Il test di MEDICINA DELLO SPORT 417 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players level of P<0.05. The Shapiro-Wilk test was applied in order to test the normal distribution of the data and for all the variables no outliers or non-normal distribution were detected. With the aim of assessing differences for lung function data, inspiratory pressure data, work capacity, instrument data and RPE measured at a different time point, separate two-way ANOVAs (group [intervention, control] x time [pre, post]) with repeated measures were conducted. When a significant interaction was observed, follow-up tests were conducted by splitting the sample in the two subgroups (i.e., intervention and control) and running separate repeated measures ANOVAs to explore the different effect of time on the two groups. Before the analysis the Levene’s test for homogeneity of variance was also performed to verify the assumptions underlying this statistical test. In addition, effect size was calculated for all variables as partial eta-squared (η2P). Shapiro-Wilk è stato applicato al fine di testare la distribuzione normale dei dati; non sono stati rilevati outliers o distribuzioni anormali in nessuna variabile. Con l’obiettivo di valutare le differenze per i dati su funzionalità polmonare, pressione inspiratoria, capacità di lavoro, dati dello strumento ed RPE misurati in diversi punti temporali, sono stati condotti test ANOVA a due vie (gruppo [intervento, controllo] x tempo [pre, post]) per misure ripetute. Quando è stata osservata un’interazione significativa, sono stati condotti test di follow-up dividendo il campione nei due sottogruppi (cioè intervento e controllo) ed eseguendo test ANOVA per misure ripetute separati per esplorare il diverso effetto del tempo sui due gruppi. Prima dell’analisi è stato condotto anche il test di Levene per l’omogeneità delle varianze per verificare i presupposti sottostanti a questo test statistico. Inoltre, l’ampiezza dell’effetto è stata calcolata per tutte le variabili come eta quadrato parziale (η2P). Results Risultati Assessment of exercise capacity Valutazione della capacità di esercizio fisico Athletes’ Astrand-Rhyming Cycle Ergometer Test parameters pre and post intervention protocol are reported in Table II. After 4 weeks of IMT, no statistical differences were observed in subjects’ exercise capacity both in the intervention than in the control groups. I parametri pre- e post-protocollo di intervento per il test di Astrand-Rhyming al cicloergometro sono riportati nella Tabella II. Dopo 4 settimane di IMT, non sono state osservate differenze statistiche nella capacità di esercizio fisico dei soggetti, sia nel gruppo di intervento sia nel gruppo di controllo. Misurazioni della funzionalità polmonare Lung function measurements No significant changes were found in most of the lung function parameters with the exception of peak inspiratory flow (PIF%) that significantly increase (P=0.005; h2P=0.770) only in the intervention group as well as the maximal voluntary ventilation (MVV%) (P=0.013; h2P=0.420). Pre- and post-IMT lung function parameters are reported in Table III. Non sono stati osservati cambiamenti significativi nella maggior parte dei parametri di funzionalità polmonare, con l’eccezione del picco di flusso inspiratorio (peak inspiratory flow, PIF%) che è aumentato (P=0,005; h2P=0,770) solo nel gruppo di intervento, oltre alla ventilazione volontaria massima (maximal voluntary ventilation, MVV%) (P=0,013; h2P=0,420). I parametri di funzionalità polmonare pre- e post-IMC sono riportati nella Tabella III. Table II.—Pre- and post-inspiratory muscle training Astrand-rhyming test parameters (mean±SD). Tabella II. — Parametri del test di Astrand-Rhyming prima e dopo l’allenamento dei muscoli inspiratori (media±DS). Astrand-rhyming test parameters Max power (W) Intervention Control VO2max (L∙m-1) Intervention Control 418 Pre- Post- P h2P % of change 158±34.48 139.23±14.98 161±34.50 138.46±14.63 ns ns ----- 2% -1% 2.77±1.23 4.58±1.05 2.57±1.04 4.73±0.82 ns ns ----- -7% 3% MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inspiratory muscles training in young basketball players TRANCHITA Table III.—Pre- and postinspiratory muscle training lung function parameters (mean±SD). Forced vital ca- pacity (FVC), forced expiratory volume in 1 second (FEV1%), FEV1/FVC ratio, peak expiratory flow (PEF), forced inspiratory vital capacity (FIVC), forced inspiratory volume in 1 second (FIV1), FIV1/FIVC ratio, peak inspiratory flow (PIF) and maximal voluntary ventilation (MVV). All lung function parameters were expressed as a percentage of the predicted values for age, stature and sex. Tabella III. — Parametri della funzionalità polmonare prima e dopo l’allenamento dei muscoli inspiratori (media±DS). Capacità vitale forzata (FVC), volume espiratorio forzato in 1 secondo (FEV1%), rapporto FEV1/FVC, picco di flusso espiratorio (PEF), capacità vitale inspiratoria forzata (FIVC), volume inspiratorio forzato in 1 secondo (FIV1), rapporto FIV1/FIVC, picco di flusso inspiratorio (PIF) e ventilazione volontaria massima (MVV). Tutti i parametri di funzionalità polmonare sono stati espressi come percentuale dei valori previsti per età, statura e sesso. Lung function measuraments FVC (%) Intervention Control FEV1 (%) Intervention Control FEV1/FVC (%) Intervention Control PEF (%) Intervention Control FIVC (%) Intervention Control FIV1 (%) Intervention Control FIV1/FIVC (%) Intervention Control PIF (%) Intervention Control MVV (%) Intervention Control Pre- Post- P h2P % of change 98.17±14.81 93.00±9.46 96.58±10.83 95.00±15.17 ns ns ----- -2% 2% 104.42±12.52 98.75±9.21 102.67±9.19 100.67±15.03 ns ns ----- -2% 2% 107.67±7.40 108.08±7.51 108.25±7.15 108.08±7.33 ns ns ----- 1% 0% 103.58±12.11 90.83±13.60 102±17.78 90.08±12.80 ns ns ----- 12% -7% 90.75±13.43 85.92±16.67 93.92±12.52 84.58±14.76 ns --- 3% -2% 98.58±23.33 88.08±31.76 102.92±23.76 84.5±29.60 ns ns ----- 4% -4% 109.33±17.86 101.50±27.22 109.83±18.16 99.58±27.18 ns ns ----- 0% 20% 66.67±23.60 49.92±23.63 87.58±29.88 48.92±21.70 P=0.005 ns 0.770 --- 31% -2% 125.5±20.37 96.58±15.85 133.83±19.25 100.25±19.50 P=0.013 ns 0.420 --- 7% 4% Maximal inspiratory pressure and breath test Pressione inspiratoria massima e test del respiro Table IV reports the pre and post IMT protocol MIP and Breath Test parameters. The statistical analysis results point out that there was a significant MIP increase only in the intervention group, (P<0.001; h2P=0.952). In the same way the intervention group showed an increase in flow (P<0.001; h2P=0.750), volume (P<0.001, h2P=0.540) and in S-Index (P<0.001; h2P=0.625) while no significant change were found for the control group. To highlight these improvements Table V report the training session respiratory parameters registered for the intervention group at the beginning and at the end of the 4 weeks IMT. Furthermore the MIP measured in the intervention group after 30 days the end of the La tabella IV riporta i parametri del test del respiro e della MIP prima e dopo il protocollo IMT. I risultati dell’analisi statistica evidenziano un significativo aumento della MIP solo nel gruppo di intervento (P<0,001; h2P=0,952). Allo stesso modo, il gruppo di intervento ha mostrato un aumento nel flusso (P<0,001; h2P=0,750), nel volume (P<0,001, h2P=0,540) e nell’Indice-F (P<0,001; h2P=0,625), mentre non sono stati osservati cambiamenti significativi per il gruppo di controllo. Per sottolineare tali miglioramenti la Tabella V riporta i parametri respiratori della sessione di allenamento registrati per il gruppo di intervento all’inizio e al termine dell’IMT di 4 settimane. Inoltre, la MIP misurata nel gruppo di intervento 30 giorni dopo il termine del protocol- Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 419 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players Table IV.—Pre- and postinspiratory muscle training breath test parameters (mean±SD). Tabella IV. — Parametri del test di respirazione prima e dopo l’allenamento dei muscoli inspiratori (media±DS). Breath test MIP (cmH2O) Intervention Control Flow (L∙s-1) Intervention Control Volume (L) Intervention Control S-index (cmH2O) Intervention Control Post- P h2P % of change 97.75±23.85 76.62±24.22 127.25±22.12 77.77±20.42 P<0.001 ns 0.952 --- 30% 2% 5.67±1.21 5.62±1.60 7.23±1.01 5.65±1.55 P<0.001 ns 0.754 --- 27% 1% 3.11±1.20 3.12±1.01 3.64±0.93 3.05±0.96 P<0.001 ns 0.540 --- 17% -2% 104.13±23.53 101.08±31.79 131.00±22.78 106.92±30.66 P<0.001 ns 0.625 --- 26% 6% Pre- Table V.—Intervention group pre- and post-IMT training session respiratory parameters (mean±SD). Tabella V. — Parametri respiratori nel gruppo di intervento prima e dopo la sessione di allenamento IMT (media±DS). Training session respiratory parameters Load (cmH2O) T-Index (%) Volume (L) Power (Watt) Pre- Post P h2P % of change 56.56±13.06 68.31±14.53 2.21±0.59 7.43±2.99 72.88±14.41 90.25±10.02 3.08±0.62 14.34±4.38 P<0.001 P<0.001 P<0.001 P<0.001 0.856 0.621 0.540 0.839 29% 32% 39% 93% Table VI.—Pre- and post-IMT Borg CR10 Scale values relating to perception of muscular and respiratory fatigue (mean±SD). Tabella VI. — Valori della scala CR10 di Borg prima e dopo l’IMT relativi alla percezione di affaticamento muscolare e respiratorio (media±DS). Muscular and respiratory fatigue Question 1 Intervention Control Question 2 Intervention Control Question 3 Intervention Control Pre- Post- P h2P % of change 3.06±1.80 2.08±1.20 3.06±1.80 2.54±1 ns ns ----- 0% 22% 3.63±2.10 1.77±1.40 2.50±2 1.69±1.50 P=0.040 ns 0.067 --- -31% -5% 2.06±0.90 1.54±0.80 1.56±0.60 1.46±0.80 ns ns ----- -24% -5% training protocol (122.9±25.4 cmH2O) significantly differ (P<0.001) by the pre intervention values showing a persistence of the inspiratory muscle training effects. lo di allenamento (122,9±25,4 cmH2O) differiva in maniera significativa (P<0,001) dai valori pre-intervento, mostrando una persistenza degli effetti di allenamento dei muscoli inspiratori. Perception of muscular and respiratory fatigue Percezione dell’affaticamento muscolare e respiratorio Pre and post IMT Borg CR10 Scale values rated for the three different questions relating the perception of muscular and respiratory fatigue are reported in Table VI. No significant 420 I valori pre- e post-IMT della scala CR10 di Borg calcolati per le tre diverse domande concernenti la percezione di affaticamento respiratorio e musco- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inspiratory muscles training in young basketball players TRANCHITA improvements in the perception of the effort performing the cycloergometer test (question number 1), neither in the perception of difficulty performing spirometry after the test (question number 3) were found. Contrariwise significant improvements (P=0.040; h2P=0.670) were registered in the intervention group in the question number 2, in which athletes were queried on the perception of respiratory fatigue during Astrand-Rhyming test. lare sono riportati nella Tabella VI. Non sono stati riportati miglioramenti significativi nella percezione dello sforzo effettuando il test al cicloergometro (domanda numero 1), né nella percezione della difficoltà a effettuare la spirometria dopo il test (domanda numero 3). Al contrario, sono stati registrati miglioramenti significativi (P=0,040; h2P=0,670) nel gruppo di intervento per la domanda numero 2, nella quale agli atleti veniva chiesto di valutare la percezione dell’affaticamento respiratorio durante il test di Astrand-Rhyming. Discussion Discussione The present study shows that a 4 week IMT protocol at 60% of MIP enables subjects of intervention group an increase in respiratory muscle strength that achieve gains, with respect to the baseline, of 93% in power, of 39% in volume and of 32% T-Index. These improvements are proportionate to “breath test” in which were found enhancements in S-Index of 26%, in volume of 17% and in flow of 27%, and highlighted by the MIP increase of 30%. Moreover respiratory muscles were able to maintain the most part of the strength acquired losing only the 3% of the MIP measured at the end of the IMT protocol. Not the least is to highlight that, at the end of the protocol, was registered a decline in respiratory fatigue during a submaximal effort of -31% with a decrease in Borg Scale score from “moderate fatigue” to “mild-light fatigue”. The effectiveness of the IMT protocol is supported by the control group lack of improvement in all measured parameters. These results are in agreement with current literature which states that in order to have significant changes in strength and resistance of respiratory muscles it is necessary to perform protocols based on overload principle 8 and at an intensity higher than 50% of MIP.3 Nevertheless, no significant changes in pulmonary function neither in aerobic capacity and work capacity were observed in the present study. These results are in compliance with previous studies 6 in which increases in pulmonary function and in work capacity have been seen only in subjects who performed IMT at 80% of the MIP for 8 weeks at least.9, 10 The lack of increases in pulmonary function and work capacity in the present study may be owing to two reasons: 1) the workload intensity is not enough high to generate physiologic response; 2) the training period is too short. Il presente studio mostra che un protocollo di IMT da 4 settimane al 60% della MIP permette ai soggetti del gruppo di intervento di ottenere un aumento nella forza dei muscoli respiratori con guadagni, rispetto al baseline, del 93% nella potenza, del 39% nel volume e del 32% nell’Indice‑A. Tali miglioramenti sono proporzionati al “test del respiro” nel quale sono stati osservati miglioramenti del 26% nell’Indice-F, del 17% nel volume e del 27% nel flusso, sottolineati dall’aumento del 30% nella MIP. Inoltre, i muscoli respiratori erano in grado di mantenere la maggior parte della forza acquisita, perdendo solo il 3% della MIP misurata al termine del protocollo IMT. Non da ultimo, bisogna sottolineare che al termine del protocollo è stata registrata una diminuzione dell’affaticamento respiratorio durante uno sforzo submassimale pari al -31%, con un abbassamento del punteggio della scala di Borg da “affaticamento moderato” ad “affaticamento lieve-moderato”. L’efficacia del protocollo IMT è supportata dall’assenza di miglioramento nel gruppo di controllo in tutti i parametri misurati. Tali risultati sono in linea con l’attuale letteratura che afferma che al fine di ottenere modifiche significative nella forza e nella resistenza dei muscoli respiratori è necessario eseguire protocolli basati sul principio del sovraccarico 8 e a un’intensità superiore al 50% della MIP 3. Ciononostante, nel presente studio non sono stati osservati cambiamenti significativi nella funzionalità polmonare, nella capacità aerobica e nella capacità di lavoro. Tali risultati sono in linea con quelli di precedenti studi 6 nei quali sono stati osservati aumenti nella funzionalità polmonare e nella capacità di lavoro solo nei soggetti che hanno effettuato l’IMT all’80% della MIP per almeno 8 settimane 9, 10. L’assenza di aumenti nella funzionalità polmonare e nella capacità di lavoro nel presente studio può essere dovuta a due motivi: 1) l’intensità del carico di lavoro non era sufficiente a generare una risposta fisiologica; 2) il periodo di allenamento era troppo breve. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 421 TRANCHITA Inspiratory muscles training in young basketball players Conclusions Conclusioni In conclusion, there were several rational basis that demonstrate that IMT performed in healthy subjects can produce substantial improvements in strength and in endurance of respiratory muscles acting on a reduction in respiratory muscle fatigue, delaying restriction metabolic reflex and so giving to skeletal muscles a bigger energy availability. At the same time this study confirms, in agreement with literature that benefits of IMT can be obtained only if an adequate and controlled pattern of pressure generation is performed. Our study is only a preliminary evaluation. So we wish to deepen this issue through a bigger sample of healthy athletes who perform IMT at a varying intensity of workload and for a longer period. Per concludere, esistono numerose basi razionali che dimostrano che l’IMT effettuato in soggetti sani può produrre miglioramenti sostanziali nella forza e nella resistenza dei muscoli respiratori, agendo sulla riduzione dell’affaticamento dei muscoli respiratori, ritardando il riflesso metabolico di restrizione e fornendo ai muscoli scheletrici una maggiore disponibilità energetica. Allo stesso tempo, questo studio conferma, in linea con la letteratura, che i benefici dell’IMT possono essere ottenuti solo se viene eseguito un adeguato e controllato schema di generazione di pressione. Il nostro studio è solo una valutazione preliminare. Pertanto, desideriamo approfondire tale argomento attraverso un campione più grande di atleti sani, i quali dovranno effettuare l’IMT a diverse intensità di carico di lavoro e per un periodo più lungo. References/Bibliografia 1) Romer LM, Polkey MI. Exercise-induced respiratory muscle fatigue: implications for performance. 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Inspiratory muscle training improves 100 and 200 m swimming performance. Eur J Appl Physiol 2010;108:505-11 8) Kraemer WJ, Adams K, Cafarelli E, Dudley GA, Dooly C, Feigenbaum MS et al. American College of Sports Medicine. Progression models in resistance training for healthy adults. Med Sci Sports Exerc 2002;34:364-38. 9) Johnson MA, Sharpe GR, Brown PI. Inspiratory muscle training improves cycling time-trial performance and anaerobic work capacity but not critical power. Eur J Appl Physiol 2007;101:76170. 10) Volianitis S, Mcconnell AK, Koutedakis Y, Mcnaughton L, Backx K, Jones DA. Inspiratory muscle training improves rowing performance. Med Sci Sports Exerc 2001;33:803-9. Conflicts of interest.—The authors certify that there is no conflict of interest with any financial organization regarding the material discussed in the manuscript. Received on July 7, 2014. - Accepted for publication on July 15, 2014. Corresponding author: E. Tranchita, Department of Health Sciences, “Foro Italico” University, piazza Lauro de Bosis 6, 00135 Rome, Italy. 422 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 MED SPORT 2014;67:423-35 Effect of physical activity on body composition changes in young adults. A four-year longitudinal study Effetto dell’attività fisica sulle variazioni nella composizione corporea in giovani adulti: uno studio longitudinale di quattro anni G. KAYIHAN 1, 2 1Personal Nutrition Training Center, Physical Fitness Department, Ankara, Turkey 2Unaffiliated Researcher, Oxford, UK SUMMARY Aim. The purpose of this study was to determine the change in body composition and to investigate the relationship between body composition levels and participation in regular physical activity (PA) in young adults over a four year period. Methods. Body height, body weight, skinfold thicknesses and body fat percentage (BF%) of 94 volunteers were measured at age 18 then again at age 22. Skinfold thicknesses were measured from nine different anatomical regions with a Holtain caliper. Body density was calculated from the formula of Jackson-Pollock seven site method and then the level of BF% was determined using the Siri Equation. PA level was assessed by the short version of The International Physical Activity Questionnaire (IPAQ) every year over the four-year period. Results. Significant differences were found between the results of time point tests over the four-year period for body height, body weight, body mass index (BMI), BF%, pectoral, calf, subscapular, suprailiac, thigh, triceps, biceps and midaxillar skinfold thicknesses (P<0.05). There are significant negative linear correlations (P<0.05) between the average PA score over four year and the percentage increases in body weight, BMI, pectoral, suprailiac, abdominal, thigh, subscapular, calf, triceps, midaxillar, sum of skinfold thicknesses and BF% over four years. Conclusion. The body composition levels of the young adults displayed age-related variation. Participation in regular PA was shown to decrease in the speed at which fat was gained and to have a positive effect on body composition levels. Key words: Skinfold thickness - Motor activity - Body composition - Young adult. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare la variazione nella composizione corporea e di esaminare la relazione tra livelli di composizione corporea e pratica di una regolare attività fisica in giovani adulti per un periodo di quattro anni. Metodi. Altezza, peso, spessori delle pliche cutanee e percentuale di grasso corporeo (%GC) di 94 volontari sono stati misurati una prima volta all’età di 18 anni e una seconda volta all’età di 22 anni. Gli spessori delle pliche cutanee sono stati misurati da nove diverse regioni anatomiche utilizzando un plicometro Holtain. La densità corporea è stata calcolata a partire dall’equazione di Jackson-Pollock con 7 punti di rilevamento; successivamente, il livello della %GC è stato determinato utilizzando l’equazione di Siri. Il livello di attività fisica è stato valutato ogni anno mediante la versione ridotta dell’IPAQ (International Physical Activity Questionnaire) lungo tutto il periodo di quattro anni. Risultati. Sono state osservate differenze significative tra i risultati dei test eseguiti nei diversi punti temporali lungo il periodo di quattro anni per quanto riguarda altezza, peso corporeo, indice di massa corporea (IMC), %GC, spessori delle pliche cutanee pettorale, del polpaccio, sottoscapolare, sovrailiaca, della coscia, tricipitale, bicipitale e medioascellare (P<0,05). Non sono state osservate correlazioni lineari negative (P<0,05) tra il punteggio medio di attività fisica nei quattro anni e gli aumenti percentuali di peso corporeo, IMC, somma degli spessori delle pliche cutanee Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 423 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes pettorale, sovrailiaca, addominale, della coscia, sottoscapolare, del polpaccio, tricipitale, medio-ascellare e %GC lungo il periodo di quattro anni. Conclusioni. I livelli di composizione corporea dei giovani adulti hanno mostrato una variazione legata all’età. È stato dimostrato che la pratica di una regolare attività fisica rallenta il tasso di accumulo del grasso corporeo e ha un effetto positivo sui livelli della composizione corporea. Parole chiave: Spessore delle pliche cutanee - Attività motoria - Composizione corporea - Giovani adulti. B ody composition is one of the most important components of health-related physical fitness. A two-component model of body composition divides the body into a fat mass (FM) component and fat-free mass (FFM) component. Body fat (BF) is the most variable constituent of the body.1, 2 Ageing-associated changes in body composition have been frequently reported in the literature.3-7 FFM decreases and BF increases with age.5, 8 Physical activity (PA) is typically defined as “any bodily movement produced by skeletal muscles that results in energy expenditure beyond resting expenditure”.9 Public health guidelines recommend regular PA to minimize age-related weight gain.7, 10 Higher PA has been associated with greater attenuation of BF gain and preservation of lean mass across the lifespan.11 Weight gain may be prevented by maintaining high activity levels over time.12 Furthermore, tracking studies show that adolescent and childhood obesity are often associated with the future development of adult obesity.13 There are reciprocal relationships between PA and body composition. Physical inactivity clearly increases the risk of becoming overweight or obese but once a person is overweight PA becomes less enjoyable and more strenuous.11, 12, 14 Long-term studies in children,15, 16 adolescents 17, 18 and older adults 4, 19, 20 generally show an inverse relation between PA and BF gain. Physical inactivity is associated with increased risk of gaining weight and adiposity. The prevalence of overweight and obesity has increased in all age groups, including young adults and adolescents.21, 22 Despite these citations and their widespread acceptance, there have been few published articles 23 showing the relation between body composition changes and PA in young adults. The role of PA in preventing BF gain during early adulthood is not well known. We hypothesize that maintaining higher levels of PA during young adulthood will be associated with smaller increases in body composition components. The purpose of this study 424 L a composizione corporea è una delle più importanti componenti del fitness fisico in relazione allo stato di salute. Un modello bidimensionale della composizione corporea divide il corpo in una componente di massa grassa (fat mass, FM) e in una componente di massa magra (fat-free mass, FFM). Il grasso corporeo (GC) è la componente più variabile del nostro organismo 1, 2. Variazioni della composizione corporea legate all’età sono state riportate spesso dalla letteratura 3-7. Con l’avanzare dell’età, la massa magra diminuisce e il grasso corporeo aumenta 5, 8. L’attività fisica è definita tipicamente come “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che comporta un dispendio energetico superiore al dispendio che si verifica durante uno stato di riposo” 9. Le linee guida di salute pubblica raccomandano una regolare attività fisica per ridurre al minimo l’aumento di peso legato all’età 7, 10. Un più alto livello di attività fisica è stato associato a un maggiore rallentamento nell’aumento di grasso corporeo e alla preservazione della massa magra nel corso della vita 11. L’aumento di peso può essere prevenuto mantenendo elevati livelli di attività fisica nel tempo 12. Inoltre, studi di monitoraggio dimostrano che l’obesità adolescenziale e infantile è spesso associata al successivo sviluppo dell’obesità in età adulta 13. Esistono reciproche relazioni tra attività fisica e composizione corporea. L’inattività fisica aumenta chiaramente il rischio di diventare sovrappeso od obesi; tuttavia, una volta che si è in sovrappeso, l’attività fisica diventa meno piacevole e più faticosa 11, 12, 14. Studi a lungo termine condotti in bambini 15, 16, adolescenti 17, 18 e adulti in età avanzata 4, 19, 20 mostrano generalmente una relazione inversa tra attività fisica e aumento del grasso corporeo. L’inattività fisica è associata a un maggiore rischio di aumento di peso e adiposità. La prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata in tutti i gruppi di età, inclusi i giovani adulti e gli adolescenti 21, 22. Nonostante tali riferimenti e il loro diffuso riconoscimento, sono stati pubblicati pochi articoli 23 che abbiamo illustrato la relazione tra le variazioni nella composizione corporea e l’attività fisica nei giovani adulti. Il ruolo dell’attività fisica nel prevenire l’aumento di grasso corporeo nei giovani adulti non è ben noto. Abbiamo ipotizzato che il mantenimento di elevati livelli di attività fisica nel periodo iniziale dell’età adulta sia associato a minori aumenti nelle componenti della composizione MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Effect of physical activity on body composition changes KAYIHAN was to determine the change in body composition and to investigate the relationship between body composition levels and participation in regular PA in young adults from the age of 18 to 22. corporea. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare le variazioni nella composizione corporea e di esaminare la relazione tra livelli di composizione corporea e partecipazione a una regolare attività fisica in giovani adulti di età compresa tra 18 e 22 anni. Materials and methods Materiali e metodi Study population Popolazione dello studio In this study, 94 male volunteers were assessed at age 18 then again at age 22. Before the assessments, all the participants received comprehensive instructions about the test. Participants signed an Informed Consent form approved by the Ankara University Ethics Committee. The author confirms this study meet the guidelines of the Helsinki Declaration. Nel presente studio, 94 volontari di sesso maschile sono stati valutati una prima volta all’età di 18 anni e una seconda volta all’età di 22 anni. Prima delle valutazioni, tutti i partecipanti hanno ricevuto istruzioni dettagliate sui test. I partecipanti hanno firmato un modulo di consenso informato approvato dal comitato etico dell’università. L’autore conferma che questo studio soddisfa le linee guida della Dichiarazione di Helsinki. Body composition assessment Valutazione della composizione corporea Height, weight, skinfold thicknesses and body fat percentage (BF%) were measured at the beginning of the assessment and then again four years later. On the days of assessment, participants were asked to refrain from exercise and to have not eaten a meal three hours prior to measurement. The body weight of the subjects in minimal clothing (underwear) was measured to the nearest 100 g with a precision scale and the body height was measured to the nearest 5 mm with a Holtain stadiometer.24 Body mass index (BMI) was calculated using the formula: weight (kg) divided by height (m) squared. Skinfold thicknesses were measured from nine different anatomical regions (biceps, triceps, subscapular, midaxillary, pectoral, abdominal, thigh, suprailiac and calf) with a Holtain skinfold caliper at the dominant side of the body by the same person throughout the follow-up study. After a few seconds investigator took duplicate measures and retested if duplicate measurements are not within 1 to 2 mm.1, 13 Body density was calculated from the formula of Jackson-Pollock seven-site method (chest, midaxillary, triceps, subscapular, abdominal, suprailiac and thigh) and then the level of BF% was determined using the Siri Equation.1, 13 Participant characteristics can be seen in Table I. Altezza, peso corporeo, spessori delle pliche cutanee e percentuale di grasso corporeo (%GC) sono stati misurati una prima volta all’inizio della valutazione e una seconda volta quattro anni dopo. Ai partecipanti è stato chiesto di non praticare esercizi fisici nei giorni della valutazione e di non consumare pasti nelle tre ore antecedenti le misurazioni. Il peso corporeo dei soggetti è stato misurato con un abbigliamento minimo (indumenti intimi) e con un confine di tolleranza di 100 g mediante una bilancia di precisione, mentre l’altezza è stata misurata con un confine di tolleranza di 5 mm mediante uno statimetro Holtain 24. L’indice di massa corporea (IMC) è stato calcolato utilizzando la formula: peso (kg) diviso per altezza (m) al quadrato. Gli spessori delle pliche cutanee sono stati misurati da nove diverse regioni anatomiche (bicipitale, tricipitale, sottoscapolare, medio-ascellare, pettorale, addominale, della coscia, sovrailiaca e del polpaccio) con un plicometro Holtain sul lato dominante del corpo, a opera della stessa persona per tutto lo studio di follow-up. Dopo pochi secondi il ricercatore ha eseguito delle misurazioni duplicate e ha ricontrollato che le misurazioni duplicate non rientrassero all’interno di 1-2 mm 1, 13. La densità corporea è stata calcolata mediante l’equazione di Jackson-Pollock con 7 punti di rilevamento (pliche toracica, medio-ascellare, tricipitale, sottoscapolare, addominale, sovrailiaca e della coscia); successivamente, la %GC è stata determinata utilizzando l’equazione di Siri 1, 13. Le caratteristiche dei partecipanti sono mostrate nella Tabella I. Physical activity level assessment Valutazione del livello di attività fisica PA was assessed by the short Turkish version of The International Physical Activity L’attività fisica è stata valutata mediante la versione turca del questionario IPAQ (International Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 425 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes Questionnaire (IPAQ) and scored according to the method of Craig et al.25 Turkish version of IPAQ short is reliable and valid in assessment of PA.26 IPAQ was developed as an instrument for cross-national monitoring of PA and inactivity. The questionnaires were designed to be used by adults aged from 18-65 years. The short version (9 items) provides information on the time spent walking, doing vigorous to moderate intensity activity and sedentary activity. Participants were instructed to refer to all areas of PA. The questions ask the participants about the time they spent being physically active in the last seven days. Data from the short IPAQ questionnaires were summarized according to the PA recorded (walking, moderate, and vigorous activities). Data from questionnaires were used to estimate total weekly PA by weighting the reported minutes per week within each activity category according to the Metabolic Equivalent of Task (MET) energy expenditure estimate assigned to each category of activity. Walking MET-minutes/week = 3.3 * walking minutes * walking days Moderate MET-minutes/week = 4.0 * moderate-intensity activity minutes * moderate activity days Vigorous MET-minutes/week = 8.0 * vigorous-intensity activity minutes * vigorous-intensity activity days Total PA MET-minutes/week = sum of walking + moderate + vigorous MET minutes/ week scores. If the subjects met at least one of the criteria below they were classified as “moderate”: a - three or more days of vigorous-intensity activity of at least 20 minutes per day; b - five or more days of moderate-intensity activity and/or walking of at least 30 minutes per day; c - five or more days of any combination of walking, moderate-intensity or vigorous intensity activities achieving a minimum total PA of at least 600 MET-minutes/week. If the subjects met at least one of the criteria below they were classified as “high”: a - vigorous-intensity activity on at least 3 days achieving a minimum total PA of at least 1500 MET-minutes/week; b - seven or more days of any combination of walking, moderate-intensity or vigorous-intensity activities achieving a minimum total PA of at least 3000 MET-minutes/week. Subjects who did not meet criteria for mod- 426 Physical Activity Questionnaire) in formato ridotto, e le è stato attribuito un punteggio secondo il metodo formulato da Craig et al. 25. La versione turca dell’IPAQ in formato ridotto è affidabile e valida per la valutazione dell’attività fisica 26. L’IPAQ è stato sviluppato come strumento di monitoraggio transnazionale dell’attività e dell’inattività fisica. I questionari sono stati concepiti per essere utilizzati da persone adulte di età compresa tra 18 e 65 anni. La versione in formato ridotto (9 elementi) fornisce informazioni sul tempo dedicato a camminare e a svolgere attività di intensità da energica a moderata e attività sedentarie. I partecipanti sono stati istruiti per completare tutte le aree di attività fisica. Al partecipante viene chiesto quanto tempo sia stato fisicamente attivo negli ultimi sette giorni. I dati derivanti dal questionario IPAQ in formato ridotto sono stati riassunti in base all’attività fisica registrata (camminata, attività moderate e attività energiche). I dati del questionario sono stati utilizzati per stimare l’attività fisica settimanale totale ponderando i minuti settimanali riportati in ciascuna categoria di attività fisica in base all’equivalente metabolico (Metabolic Equivalent of Task, MET), stimando il dispendio energetico assegnato a ciascuna categoria di attività fisica. MET-minuti/settimana per la camminata = 3,3 * minuti di camminata * giorni di camminata MET-minuti/settimana per l’attività moderata = 4,0 * minuti di attività a intensità moderata * giorni di attività moderata MET-minuti/settimana per l’attività energica = 8,0 * minuti di attività a intensità energica * giorni di attività energica MET-minuti/settimana per l’attività fisica totale = somma dei punteggi MET minuti/settimana per camminata+attività moderata+attività energica. Se un soggetto presentava almeno uno dei seguenti criteri, il suo livello di attività fisica veniva considerato “moderato”: a - tre o più giorni di attività fisica a intensità energica per almeno 20 minuti al giorno; b - cinque o più giorni di attività a intensità moderata e/o camminata per almeno 30 minuti al giorno; c - cinque o più giorni di qualsiasi combinazione di camminata, attività a intensità moderata o energica, per un attività fisica totale di almeno 600 MET-minuti/settimana. Se un soggetto soddisfaceva almeno uno dei seguenti criteri, il suo livello di attività fisica veniva considerato “elevato”: a - attività a intensità energica per almeno 3 giorni, raggiungendo un’attività fisica minima totale di almeno 1500 MET-minuti/settimana; b - sette o più giorni di qualsiasi combinazione di camminata, attività a intensità moderata o energica, per un attività fisica totale minima di almeno 3000 MET-minuti/settimana. I soggetti che non hanno soddisfatto i criteri per MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Effect of physical activity on body composition changes KAYIHAN erate or high categories were considered to have a “low” PA level. However, in our study none of the subjects were classified in the low level category. 60 subjects were classified as having moderate levels of PA and 34 subjects were classified as having high levels of PA. le categorie di attività fisica moderata o elevata sono stati considerati soggetti con un “basso” livello di attività fisica. Tuttavia, nel presente studio nessuno dei soggetti è stato inserito nella categoria ad attività fisica bassa. Sessanta soggetti presentavano moderati livelli di attività fisica e 34 soggetti presentavano elevati livelli di attività fisica. Statistical analysis Analisi statistica Means and standard deviations are given as descriptive statistics and the differences between the pre and post tests were analyzed using the paired samples t-test. The independent-samples t-test was used for comparing means according to the PA level groups. The correlations between the percentage changes (increases or decreases) in body composition parameters and PA scores over four years were made using Pearson’s Correlation Analysis. For all statistics the significance level was set at P<0.05. Data were analyzed using the Statistical Package for Social Sciences (SPSS) MS Windows Release 17.0. Medie e deviazioni standard sono fornite come statistica descrittiva e le differenze tra pre‑ e post‑test sono state analizzate utilizzando il test t per campioni appaiati. Il test t per campioni indipendenti è stato utilizzato per confrontare le medie in base al livello di attività fisica dei gruppi. Le correlazioni tra le variazioni percentuali (aumenti o diminuzioni) nei parametri della composizione corporea e nei punteggi di attività fisica lungo il periodo di quattro anni sono state eseguite utilizzando l’analisi di correlazione di Pearson. Per tutte le statistiche, il livello di significatività è stato impostato a P<0,05. I dati sono stati analizzati utilizzando la versione 17.0 del software statistico per le scienze sociali (SPSS) per MS Windows. Results Risultati Although significant differences (P<0.001) were found for height, weight, body mass index, BF%, pectoral, calf, subscapular, suprailiac, thigh, triceps, biceps and midaxillar skinfold fat thicknesses when the body composition levels of the students were compared over the four-year period, no obvious difference (P>0.05) was found for abdominal skinfold fat thicknesses. The data shows that although there is an increase in body height, weight, BMI, pectoral, calf, subscapular, suprailiac, thigh, triceps, biceps and midaxillar skinfold fat thicknesses, there is a decrease in thigh and calf skinfold fat thicknesses over the four-year period (Table I). There are significant negative linear correlations between the average PA score over four year and the percentage increases in body weight (r=-0.334, P<0.01) (Figure 1), body mass index (r=-0.331, P<0.01) (Figure 2), BF% (r=-0.322, P<0.01) (Figure 3) and sum of skinfold thicknesses (r=-0.341, P<0.01) (Figure 4) over four years were significant. The correlation coefficient between the average PA score over four year and the percentage differences in pectoral (r=-0.265, P<0.05), suprailiac (r=-0.349, P<0.01), abdominal (r=0.233, P<0.05), thigh (r=-0.264, P<0.05), sub- Sebbene siano state osservate differenze significative (P<0,001) per altezza, peso, indice di massa corporea, %GC, spessori adiposi delle pliche cutanee pettorale, del polpaccio, sottoscapolare, sovrailiaca, della coscia, tricipitale, bicipitale e medio-ascellare quando i livelli di composizione corporea degli studenti sono stati confrontati lungo il periodo di quattro anni, non è stata osservata alcuna evidente differenza (P>0,05) per quanto concerne gli spessori adiposi della plica cutanea addominale. I dati mostrano che nonostante vi sia un aumento in altezza, peso, IMC, spessore adiposo delle pliche cutanee pettorale, del polpaccio, sottoscapolare, sovrailiaca, della coscia, tricipitale, bicipitale e medio-ascellare, si osserva una riduzione negli spessori adiposi delle pliche cutanee della coscia e del polpaccio lungo il periodo di quattro anni (Tabella I). Abbiamo osservato significative correlazioni lineari negative tra il punteggio medio di attività fisica nei quattro anni e gli aumenti percentuali di peso corporeo (r=-0,334, P<0,01) (Figura 1), indice di massa corporea (r=-0,331, P<0,01) (Figura 2), %GC (r=-0,322, P<0,01) (Figura 3) e somma degli spessori delle pliche cutanee (r=-0,341, P<0,01) (Figura 4). Il coefficiente di correlazione tra il punteggio medio di attività fisica nei quattro anni e le differenze percentuali negli spessori delle pliche cutanee pettorale (r=-0,265, P<0,05), sovrailiaca (r=-0,349, P<0,01), addominale (r=-0,233, P<0,05), della coscia (r=-0,264, P<0,05), sottoscapolare (r=-0,351, Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 427 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes Table I.—Physical characteristics and body composition levels at age 18 years and at age 22 years. Tabella I. — Caratteristiche fisiche e livelli di composizione corporea a 18 e 22 anni d’età. Baseline (N.=94) Age: 18 years Height (cm) Body weight (kg) Body mass index (kg/m2) Body fat percentage (%BF) Physical activity score (MET-minutes/week) Skinfold thicknesses Pectoral (mm) Suprailiac (mm) Abdominal (mm) Thigh (mm) Calf (mm) Subscapular (mm) Triceps (mm) Biceps (mm) Midaxillar (mm) Sum of skinfolds (mm) Follow-up (N.=94) Age: 22 years Mean S.D Mean S.D 176.97 69.76 22.26 10.90 2263.11 5.32 7.59 2.06 4.54 1092.01 177.37 76.07 24.17 12.64 2303.34 5.42 8.37 2.35 3.85 1282.41 7.97 10.91 20.92 15.56 10.02 10.78 9.48 4.70 10.25 100.63 4.12 6.75 9.16 5.84 4.10 3.69 3.21 1.67 4.89 37.48 10.58 13.39 22.51 14.25 9.14 14.21 10.52 5.67 12.06 112.33 4.07 5.42 7.42 4.68 3.09 4.34 3.13 1.64 3.65 30.29 t P value* -4.82 -12.13 -11.64 -4.07 -0.340 0.000*** 0.000*** 0.000*** 0.000*** 0.734 -5.98 -3.50 -1.90 2.39 2.96 -8.19 -2.94 -5.31 -3.90 -3.36 0.000*** 0.001*** 0.060 0.019* 0.004** 0.000*** 0.004** 0.000*** 0.000*** 0.001*** *** P<0.001 ** P<0.01 * P<0.05 Figure 1.—Correlation coefficient between the average PA score over four years and the percentage differences in body weight. Figura 1. — Coefficiente di correlazione tra il punteggio medio di attività fisica lungo il periodo di quattro anni e le differenze percentuali nel peso corporeo. 428 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Effect of physical activity on body composition changes KAYIHAN Figure 2.—Correlation coefficient between the average PA score over four years and the percentage differences in BMI. Figura 2. — Coefficiente di correlazione tra il punteggio medio di attività fisica lungo il periodo di quattro anni e le differenze percentuali nell’IMC. Figure 3.—Correlation coefficient between the average PA score over four years and the percentage differences in % BF. Figura 3. — Coefficiente di correlazione tra il punteggio medio di attività fisica lungo il periodo di quattro anni e le differenze percentuali nella %GC. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 429 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes Figure 4.—Correlation coefficient between the average PA score over four years and the percentage differences in the sum of skinfold thicknesses. Figura 4. — Coefficiente di correlazione tra il punteggio medio di attività fisica lungo il periodo di quattro anni e le differenze nella somma degli spessori delle pliche cutanee. scapular (r=-0.351, P<0.01), triceps (r=-0.301, P<0.01), calf (r=-0.211, P<0.05) and midaxillary skinfold thicknesses (r=-0.299, P<0.01) over four years were significant (Table II). However, there is no significant relation between the average PA score over four years and the percentage differences in body height and biceps skinfold thicknesses (P>0.05). Table III shows the percentage changes in the means and standard deviations of all dependent variables in the moderate and high P<0,01), tricipitale (r=-0,301, P<0,01), del polpaccio (r=-0,211, P<0,05) e medio-ascellare (r=‑0,299, P<0,01) nei quattro anni erano significativi (Tabella II). Tuttavia, non abbiamo osservato alcuna relazione significativa tra il punteggio medio di attività fisica nei quattro anni e le differenze percentuali in altezza corporea e spessori della plica cutanea bicipitale (P>0,05). La Tabella III mostra le variazioni percentuali nelle medie e nelle deviazioni standard di tutte le variabili dipendenti nei gruppi ad attività fisica moderata ed elevata lungo il periodo di quattro Table II.—Correlation between the percentage differences in skinfold thicknesses and physical activity scores over four years. Tabella II. — Correlazione tra le differenze percentuali negli spessori cutanei e i punteggi di attività fisica lungo il periodo di quattro anni. -0.351** -0.301** -0.208* Midaxillary -0.211* Biceps -0.264* Triceps -0.233* Subscapular Calf -0.349** Thigh -0.265** Abdominal Physical activity score (MET-minutes/week) Suprailiac Variables (N.=94) Pectoral The percentage differences in skinfold thickness -0.301** * P<0.05, ** P<0.01 430 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Effect of physical activity on body composition changes KAYIHAN PA groups over the four year period. The percentage increases in body weight, BMI, BF%, skinfold thicknesses of suprailiac, subscapular and the sum of skinfold thicknesses in the moderate PA group were significantly higher (P<0.05) than those in the high PA group. The percentage change in thigh skinfold thickness was significant between the two groups (P<0.05); increasing in the moderate PA group and decreasing in the high PA group. No obvious differences (P>0.05) were found for body height, body weight, BMI, and percentage changes in body height and pectoral, abdominal, calf, triceps, biceps and midaxillar skinfold thicknesses (Table III). anni. Gli aumenti percentuali in peso corporeo, IMC, %GC, spessori delle pliche cutanee sovrailiaca, sottoscapolare e somma degli spessori delle pliche cutanee nel gruppo ad attività fisica moderata erano significativamente maggiori (P<0,05) rispetto a quelli del gruppo ad attività fisica elevata. Abbiamo osservato una variazione percentuale significativa nello spessore della plica cutanea della coscia tra i due gruppi (P<0,05), con un aumento nel gruppo ad attività fisica moderata e una diminuzione nel gruppo ad attività fisica elevata. Non sono state osservate differenze evidenti (P>0,05) per altezza corporea, peso corporeo, IMC e variazioni percentuali in altezza e spessori delle pliche cutanee pettorale, addominale, del polpaccio, tricipitale, bicipitale e medio-ascellare (Tabella III). Discussion Discussione This is the first study to report changes in body weight, body composition, and skinfold thicknesses according to PA participation in young adults aged 18-22 years over a 4-year Questo è il primo studio che abbia riportato le variazioni nel peso corporeo, nella composizione corporea e negli spessori delle pliche cutanee in base alla pratica di attività fisica in giovani adulti Table III.—The means and standard deviations of all dependent variables in the moderate and high groups according to physical activity score over four years. Tabella III. — Medie e deviazioni standard di tutte le variabili dipendenti nei gruppi ad attività fisica moderata ed elevata in base al punteggio di attività fisica lungo il periodo di quattro anni. Physical activity score groups according to IPAQ scoring Variable Moderate N.=60 Mean Physical activity IPAQ scores (MET-minutes/week) Physical characteristics Body weight (kg) Body height (cm) BMI (kg/m2) The percentage differences in Body composition Body weight Body height BMI %BF Sum of skinfolds Pectoral skinfold thickness Suprailiac skinfold thickness Abdominal skinfold thickness Thigh skinfold thickness Calf skinfold thickness Subscapular skinfold thickness Triceps skinfold thickness Biceps skinfold thickness Midaxillar skinfold thickness High N.=34 SD Mean P SD 1612.14 509.79 3451.78 681.49 76.79 176.95 24.50 8.94 5.56 2.42 74.81 178.10 23.59 7.22 5.17 2.11 10.80 0.24 10.27 31.95 24.01 51.74 51.09 27.02 3.18 -2.63 45.75 22.94 30.24 35.03 7.42 0.46 7.36 43.90 3.49 53.75 57.32 59.78 34.18 25.96 41.67 40.95 40.52 44.69 6.56 0.20 6.14 13.85 8.37 35.56 26.38 8.49 -12.32 -8.26 21.73 8.37 20.66 18.79 6.58 0.45 6.58 34.26 2.67 45.43 56.90 37.22 25.62 21.73 25.41 30.06 31.53 36.46 0.000** NS NS NS 0.005** NS 0.006** 0.029* 0.017* NS 0.048* NS 0.015* NS 0.001** NS NS NS * P<0.05, ** P<0.01 Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 431 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes period. Age –related changes in body composition have been increasingly recognized as a potentially modifiable factor in the quest for optimal health, function, and longevity. Although body composition, as well as its agerelated changes, has a strong genetic component, it is also influenced by environmental factors. The primary influences are diet, disease, and PA. Consistent, daily PA of a moderate intensity plays an important role in promoting bone health, maintaining muscle mass, and reducing the accumulation of BF.27 One finding of the present study was that there was an increase in body height, weight and BMI with age (Table I). The gains in weight (6.31 kg) and BMI (1.91 kg/m2) in this study were greater than those reported by Gropper et al.28 and Racette et al.29 who showed weight and BMI gains in males of 4.2 kg and 1.1 kg/m2 and 5.9 kg and 1.8 kg/m2 respectively.28, 29 Expected gains in weight and height between the ages 18 to 20 years based on the 50th percentile using the Centers for Disease Control and Prevention (CDC) growth curves for males are about 3.6 kg and 1 cm, respectively.28 In the present study, gains in weight (6.31 kg) and height (0.40 cm) were different to the CDC growth curve data. Nooyens et al.30 determined that both longitudinal and crosssectional studies can be used to relate changes in BMI to age (BMI increases with age). However, BMI determinations do not distinguish between fat and lean (non-fat) body mass. Furthermore, BMI does not capture the distribution of fat over the body. Measurements of skinfold thickness can be used to characterise changes in the distribution of subcutaneous fat. The study of Durnin et al.31 aimed to examine the relationship between skinfold thickness and body density in individuals of widely differing age-groups, and to determine the accuracy with which body density can be estimated from skinfold measurements. In their study, they found an increase in biceps, subscapula and suprailiac skinfold fat thickness from 16 mm to 29 mm. Similarly in our study we found an increase in pectoral, subscapular, suprailiac, triceps, biceps and midaxillar skinfold fat thicknesses over the four-year period (Table I). Previous studies have demonstrated that intramuscular and visceral fat were inclined to increase with ageing, while subcutaneous fat declines in other areas of the body.32, 33 In contrast to other skinfold thicknesses, the 432 di età compresa tra 18 e 22 anni lungo un periodo di 4 anni. Le variazioni legate all’età nella composizione corporea sono sempre più riconosciute quale fattore potenzialmente modificabile per il raggiungimento di salute, funzionalità e longevità ottimali. Sebbene la composizione corporea e le sue variazioni legate all’età abbiano una forte componente genetica, sono anche influenzate da fattori ambientali. Le influenze primarie sono l’alimentazione, le malattie e l’attività fisica. Un’attività fisica giornaliera e regolare di moderata intensità riveste un ruolo importante nel promuovere la salute ossea, preservando la massa muscolare e riducendo l’accumulo di grasso corporeo 27. Un risultato del presente studio è stato il rilevamento di un aumento in altezza, peso e IMC con l’avanzare dell’età (Tabella I). Gli aumenti di peso (6,31 kg) e IMC (1,91 kg/m2) nel presente studio erano maggiori di quelli riportati da Gropper et al. 28 e da Racette et al. 29, i quali hanno riportato aumenti di peso e IMC negli uomini pari rispettivamente a 4,2 kg e 1,1 kg/m2 e a 5,9 kg e 1,8 kg/m2 28, 29. Gli aumenti previsti nel peso corporeo e nell’altezza tra i 18 e i 20 anni di età in base al 50° percentile usando le curve di crescita dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention) per gli uomini sono pari circa a 3,6 kg e 1 cm 28. Nel presente studio, gli aumenti nel peso corporeo (6,31 kg) e nell’altezza (0,40 cm) erano diversi rispetto ai dati delle curve di crescita dei CDC. Nooyens et al. 30 hanno determinato che gli studi longitudinali e trasversali possono essere utilizzati per collegare le variazioni dell’IMC all’età (aumenti dell’IMC con l’avanzare dell’età). Tuttavia, le determinazioni dell’IMC non distinguono tra massa corporea grassa e massa corporea magra (non grassa). Inoltre, l’IMC non rileva la distribuzione del grasso nel corpo. Le misurazioni dello spessore delle pliche cutanee possono essere utilizzate per caratterizzare le variazioni nella distribuzione del grasso sottocutaneo. Lo studio di Durnin et al. 31 ha esaminato la relazione tra spessore delle pliche cutanee e densità corporea in individui provenienti da gruppi di età ampiamente diversi, e ha determinato la precisione con la quale la densità corporea può essere stimata dalle misurazioni delle pliche cutanee. Nel loro studio, gli autori hanno osservato un aumento da 16 a 29 mm nello spessore adiposo delle pliche cutanee bicipitale, sottoscapolare e sovrailiaca. Nel nostro studio, abbiamo osservato un analogo aumento negli spessori delle pliche cutanee pettorale, sottoscapolare, sovrailiaca, tricipitale, bicipitale e medioascellare lungo il periodo di quattro anni (tabella I). Precedenti studi hanno indicato che il grasso intramuscolare e viscerale tende ad aumentare con l’età, mentre il grasso sottocutaneo si riduce in altre regioni del corpo 32, 33. Diversamente dagli spessori di altre pliche cutanee, gli spessori adiposi delle pliche cutanee negli arti inferiori (coscia e polpaccio) sono diminuiti nel periodo di quattro anni, mentre nello stesso pe- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Effect of physical activity on body composition changes skinfold fat thicknesses of the lower extremities (thigh and calf) decreased over the four year time period when over this same time period the subjects’ weight increased. Calf and thigh skinfold thicknesses of the subjects in the high PA group decreased over the four year time period. Thigh skinfold thickness of the subjects in the moderate PA group also decreased while calf skinfold thickness showed a small increase. Arrese and Ostariz 34 found that in male runners, the biceps, triceps, subscapular, pectoral, iliac crest and abdominal skinfold thicknesses were not associated with performance over any of the distances. However, they found high correlations between thigh skinfold thickness and 1500 m (r=0.78, P=0.000) and 10,000 m (r=0.59, P=0.014) performance and between medial calf skinfold thickness and 1500 m (r=0.58, P=0.018) and 10,000 m (r=0.57, P=0.017) race times. They suggested that lower skinfold thicknesses of the lower extremities such as thigh and calf would facilitate an individual’s PA performance such as running or walking. The loss of BF is specific to muscular groups used during PA which is why some investigators consider measurement of lower limb skinfold thicknesses could be useful predictors of running performance, PA level and BF%.34, 35 According to the CDC, regular PA performed on most days of the week reduces the risk of developing or dying from some of the leading causes of illness and death in the United States. Regular PA helps control weight and improves strength, builds lean muscle, and decreases BF.36 This was true of our study; significant relations were found between body weight, BMI, skinfold fat thicknesses and BF% when the subjects’ body composition levels were compared according to their participation in regular PA (Figures 1-4). In addition, our results show a negative significant relation between the percentage changes in body composition parameters and level of participation in PA (Table II). These results suggest that regular PA helps to eliminate unnecessary BF in young adults. Fat-free mass decreases in both men and women with ageing. There is almost no decline in muscle mass until about age 40. Beginning at about 20 years of age, we tend to gain fat as we get older. Regular PA decreases the speed of gaining fat.27, 37 Similarly, our study showed that there were significant differences (P<0.05) between the moderate and high level PA groups according to Vol. 67 - No. 3 KAYIHAN riodo di tempo il peso dei soggetti è aumentato. Gli spessori delle pliche cutanee di polpaccio e coscia nei soggetti del gruppo ad attività fisica elevata sono diminuiti lungo il periodo di tempo di quattro anni. Anche lo spessore della plica cutanea della coscia nei soggetti del gruppo ad attività fisica moderata è diminuito, mentre lo spessore della plica cutanea del polpaccio ha mostrato un lieve aumento. Arrese e Ostariz 34 hanno osservato che nei corridori di sesso maschile gli spessori delle pliche cutanee bicipitale, tricipitale, sottoscapolare, pettorale, della cresta iliaca e addominale non erano associati alla performance in nessuna delle distanze. Tuttavia, tali autori hanno osservato elevate correlazioni tra lo spessore della plica cutanea della coscia e la performance sui 1.500 m (r=0,78, P=0,000) e sui 10.000 m (r=0,59, P=0,014) e tra lo spessore della plica cutanea del polpaccio mediale e i tempi di corsa sui 1.500 m (r=0,58, P=0,018) e sui 10.000 m (r=0,57, P=0,017). Tali autori hanno suggerito che minori spessori delle pliche cutanee degli arti inferiori come coscia e polpaccio agevolerebbero la performance in attività fisiche individuali come la corsa o la camminata. La perdita di GC è localizzata nei gruppi muscolari utilizzati durante l’attività fisica e questo è il motivo per cui alcuni ricercatori considerano la misurazione degli spessori delle pliche cutanee degli arti inferiori un utile fattore predittivo della performance nella corsa, del livello di attività fisica e della %GC 34, 35. Secondo i CDC, una regolare attività fisica svolta per la maggior parte dei giorni della settimana riduce il rischio di sviluppare o morire delle principali cause di malattia e decesso negli Stati Uniti. Una regolare attività fisica controlla il peso corporeo, migliora la forza, costruisce muscoli magri e riduce il GC 36. Tutto ciò è stato confermato dal presente studio; abbiamo osservato relazioni significative tra peso corporeo, IMC, spessori adiposi delle pliche cutanee e %GC quando i livelli della composizione corporea dei soggetti sono stati confrontati in base alla loro pratica di una regolare attività fisica (Figure 1-4). Inoltre, i nostri risultati hanno mostrato una significativa relazione negativa tra le variazioni percentuali nei parametri della composizione corporea e il livello di pratica di attività fisica (Tabella II). Tali risultati suggeriscono che una regolare attività fisica aiuta a eliminare il GC inutile nei giovani adulti. La massa magra diminuisce negli uomini e nelle donne con l’avanzare dell’età. D’altro canto, non vi è quasi alcun declino nella massa muscolare fino ai 40 anni di età. A partire dai 20 anni, tendiamo ad accumulare grasso con l’avanzare dell’età, mentre una regolare attività fisica diminuisce il tasso di accumulo del grasso 27, 37. In maniera analoga, il nostro studio ha mostrato che vi erano significative differenze (P<0,05) tra i gruppi ad attività fisica moderata ed elevata in base alle variazioni nei parametri della composizione corporea. Come mostrato nella tabel- MEDICINA DELLO SPORT 433 KAYIHAN Effect of physical activity on body composition changes changes in body composition parameters. The sum of skinfold thicknesses (24.01±34.26%) in the moderate PA group increased significantly more (P<0.05) than in the high PA group (2.88±23.17%) as shown in Table III. Moreover, there is significantly difference (P>0.05) in the percentage increases in %BF according to the PA group. While the moderate group’s BF% increased by 31.95%, the increase in BF% was only 13.85% in the high PA group (Table III). Our results show that regular PA significantly reduces the speed of increasing skinfold fat thicknesses (Figures 3, 4; Tables II, III). la III, la somma degli spessori delle pliche cutanee (24,01±34,26%) nel gruppo ad attività fisica moderata è aumentata in misura significativamente maggiore (P<0,05) rispetto al gruppo ad attività fisica elevata (2,88±23,17%). Inoltre, abbiamo osservato una differenza significativa (P>0,05) negli aumenti percentuali della %GC in base al gruppo di attività fisica. Mentre la %GC nel gruppo ad attività fisica moderata è aumentata del 31,95%, l’aumento della %GC nel gruppo ad attività fisica elevata era di solo il 13,85% (Tabella III). I nostri risultati mostrano che una regolare attività fisica riduce in maniera significativa il tasso di aumento degli spessori adiposi delle pliche cutanee (Figure 3, 4; Tabelle II, III). Conclusions Conclusioni The aim of this study was to determine the change in body composition and to investigate the relationship between body composition and regular PA participation in young adults from 18 to 22 over a four year period. Our study indicated that the body composition levels of the young adults displayed agerelated variation between the ages of 18-22. Most of the skinfold measurements, body weight and BMI increased over this four year period. However, participation in regular PA decreases the speed of increasing skinfold fat thickness. An important observation from our study, the assessment of skinfold thicknesses in lower limbs, may be a useful predictor of PA level. The findings of this study may provide evidence to support the positive effects of regular PA. Taking part in regular PA may have an advantage by controlling changes in body composition with ageing and by decreasing the speed of increasing BF% in young adults. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare la variazione nella composizione corporea e di esaminare la relazione tra composizione corporea e pratica di una regolare attività fisica in giovani adulti di età compresa tra 18 e 22 anni lungo un periodo di quattro anni. Il nostro studio ha indicato che i livelli di composizione corporea dei giovani adulti mostrano una variazione correlata all’età nel periodo compreso tra i 18 e i 22 anni. La maggior parte delle misurazioni delle pliche cutanee, del peso corporeo e dell’IMC è aumentata lungo il periodo di quattro anni. Tuttavia, la pratica di una regolare attività fisica riduce il ritmo di aumento dello spessore adiposo delle pliche cutanee. Un’osservazione importante del presente studio, la valutazione degli spessori delle pliche cutanee negli arti inferiori, potrebbe essere un utile fattore predittivo del livello di attività fisica. I risultati del presente studio possono fornire evidenze per supportare i benefici effetti di un’attività fisica regolare. Svolgere una regolare attività fisica può essere utile per controllare le variazioni nella composizione corporea che si verificano con l’avanzare dell’età e ridurre il ritmo di aumento della %GC nei giovani adulti. References/Bibliografia 1) Heyward VH. Advanced fitness assessment and exercise prescription. Champaign, IL: Human Kinetics Publishers; 2006:189-229. 2) Salmi JA. 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E-mail: [email protected] Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 435 MED SPORT 2014;67:437-48 Effects of GSTM1 gene polymorphism on oxidative DNA damage and lipid peroxidation following exhaustive exercise in young wrestlers Effetti del polimorfismo del gene GSTM1 sul danno ossidativo al DNA e sulla perossidazione lipidica in seguito a esercizio fisico estenuante in giovani lottatori B. MIRZAEI 1, F. RAHMANI-NIA 1, Z. SALEHI 2, R. RAHIMI 3 M. F. SARAVANI 2, R. AHMADI 2, Z. M. B. HOOR 2 1Department of Exercise Physiology, Faculty of Physical Education and Sport Science, University of Guilan, Rasht, Iran 2Department of Biology, Faculty of Sciences, University of Guilan, Rasht, Iran 3Department of Physical Education and Sport Sciences, University of Kurdistan, Sanandaj, Iran SUMMARY Aim. Glutathione-S-transferase M1 (GSTM1) is involved in antioxidant protection and play important role in the removal of reactive oxygen species. Therefore, the aim was to investigate GSTM1 gene polymorphism in young well-trained wrestlers and their relationship with oxidative stress markers following incremental aerobic exercise to exhaustion. Methods. Thirty one young wrestler (age 19.52±2.75 years, body weight 79.24±16.13 kg, height 173±6.49 cm, and body fat 16.37±5.92%) performed an incremental aerobic exercise to exhaustion. Genomic DNA was isolated from whole blood for analyzing GSTM1 gene polymorphism by polymerase chain reaction (PCR). Urine samples were collected before (Pre), after (Post) and 24 h after (24h post) aerobic exercise to exhaustion for analyzing 8-isoprostane and 8-hydroxy-2’-deoxyguanosine, markers of lipid and DNA oxidation. Results and conclusion. The results demonstrated that the frequency of GSTM1 null and wild-type genotype were 19.35% and 80.65%, respectively. Wrestlers with GSTM1 null genotype have significantly higher 8-iso PGF2α (Post) and 8-OHdG (24h post) level compared to wild-type GSTM1 genotype (P=0.039 and 0.002, respectively). Furthermore, 8-iso PGF2α and 8-OHdG level significantly increased in GSTM1 null genotype after exercise compared to pre exercise (P=0.039, 0.045); however, there were no significant changes in 8-iso PGF2α and 8-OHdG level in wrestlers with GSTM1 wild-type genotype. In conclusion, GSTM1 null genotype was found to be associated with higher oxidative DNA damage and lipid peroxidation following strenuous exercise in young well-trained wrestlers. Key words: Glutathione S-Transferase M1 - DNA damage - 8-epi-prostaglandin F2alpha - 8-oxo-7-hydrodeoxyguanosine. RIASSUNTO Obiettivo. La glutatione-S-transferasi M1 (GSTM1) è coinvolta nella protezione antiossidante e riveste un ruolo importante nella rimozione delle specie reattive dell’ossigeno. Pertanto, obiettivo del presente studio è stato quello di esaminare il polimorfismo del gene GSTM1 in lottatori giovani e ben allenati e la sua relazione con i marcatori di stress ossidativo in seguito a un esercizio aerobico incrementale condotto fino all’esaurimento. Metodi. Trentuno giovani lottatori (età 19,52±2,75 anni, peso 79,24±16,13 kg, altezza 173±6,49 cm e grasso corporeo 16,37±5,92%) hanno svolto un esercizio aerobico incrementale fino all’esaurimento. Il DNA genomico è stato isolato dal sangue intero per l’analisi del polimorfismo del gene GSTM1 mediante reazione a catena della polimerasi (polymerase chain reaction, PCR). Campioni di urine sono stati raccolti prima (pre), dopo (post) e 24 ore dopo (24 h post) l’esercizio aerobico condotto fino all’esaurimento, per analizzare l’8-isoprostano e l’8-idrossi-2-deossiguanosina, marcatori dell’ossidazione lipidica e del DNA. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 437 MIRZAEI EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS Risultati e conclusioni. I risultati hanno mostrato che la frequenza del genotipo GSTM1 nullo e del genotipo wild-type era rispettivamente del 19,35% e dell’80,65%. I lottatori portatori del genotipo GSTM1 nullo avevano un livello significativamente maggiore di 8-iso PGF2α (post) e 8-OHdG (24 h post) rispetto ai portatori del genotipo GSTM1 wildtype (rispettivamente P=0,039 e 0,002). Inoltre, il livello di 8iso PGF2α e 8-OHdG è aumentato in maniera significativa nel genotipo GSTM1 nullo dopo l’esercizio fisico rispetto al livello pre-esercizio (P=0,039, 0,045); tuttavia, non sono state osservate variazioni significative nel livello di 8-iso PGF2α e 8-OHdG nei lottatori con genotipo GSTM1 wild-type. In definitiva, è stato osservato che il genotipo GSTM1 nullo era associato a un maggiore danno ossidativo del DNA e alla perossidazione lipidica in seguito a un esercizio fisico estenuante in giovani lottatori ben allenati. Parole chiave: glutatione-S-transferasi M1 - danno del DNA - 8-epi-prostaglandina F2α - 8-osso-7-idrossi-deossiguanosina. E ndogenous reactive oxygen species (ROS) are continuously produced during normal cellular metabolism which mainly is produced as a result of normal oxidative metabolism in the mitochondria. Because of their high reactivity, ROS are able to induce oxidative modifications to macromolecules such as lipids, proteins and nucleic acids. Under normal condition, ROS are neutralized by antioxidant defense systems that are composed of enzymatic antioxidants such as catalase (CAT), superoxide dismutase (SOD), glutathione peroxidase (GPx) and numerous non-enzymatic antioxidants.1 There is growing body of evidence that strenuous exercise can increase ROS production that exceeds the antioxidant defense system capacities’ and may result in oxidative stress leading damage to lipid, protein and DNA.2-4 Several studies have demonstrated significant correlation between genetic variants of antioxidant enzymes and oxidative stress.5-7 These genetic polymorphisms of antioxidant enzymes have been reported to result in changes in enzyme levels or activities, which can lead to reduction in protection against oxidative stress.5, 8 Glutathione-S-transferase M 1 (GSTM1) gene is a family of phase-II isoenzymes which plays a vital role in providing protection against products of oxidative stress.8 The GSTM1 gene is located at chromosome 1p13,9 which code for the cytosolic enzyme GST-µ (mu). The GSTM1 gene appears in active allelic variants (GSTM1A and GSTM1B) and null allele which is caused by an expended deletion (approximately 10 kb) of the gene.10 The GSTM1 null genotype does not have a messenger ribonucleic acid or protein product which results in the absence of enzyme activity.6 The GSTM1 null genotype has been associated with many oxidative related diseases such as prostate cancer,11 bladder cancer,12 gastric cancer 13 and myeloid leukemia.14 In addition, previous study 15 demonstrated that individual with GSTM1 null genotype have sig- 438 L e specie reattive dell’ossigeno (reactive oxygen species, ROS) endogene sono costantemente prodotte durante il normale metabolismo cellulare, derivante principalmente da un normale metabolismo ossidativo nei mitocondri. A causa della loro elevata reattività, le ROS sono in grado di indurre modifiche ossidative a macromolecole come lipidi, proteine e acidi nucleici. In condizioni normali, le ROS sono neutralizzate dai sistemi di difesa antiossidanti, i quali sono composti da antiossidanti enzimatici come la catalasi (CAT), la superossido dismutasi (SOD), la glutatione perossidasi (GPx) e da numerosi antiossidanti non enzimatici 1. Una crescente quantità di evidenza indica che l’esercizio fisico estenuante può aumentare la produzione di ROS, oltre le capacità del sistema di difesa antiossidante, conducendo a uno stress ossidativo e al danneggiamento di lipidi, proteine e DNA 2-4. Diversi studi hanno dimostrato che esiste una correlazione significativa tra le varianti genetiche degli enzimi antiossidanti e lo stress ossidativo 5-7. È stato riportato che tali polimorfismi genetici degli enzimi antiossidanti inducono variazioni nei livelli o nelle attività enzimatiche, le quali possono condurre a una riduzione della protezione contro lo stress ossidativo 5, 8. La glutatione-S-transferasi M1 (GSTM1) è una famiglia di isoenzimi di fase II che fornisce una protezione essenziale dai prodotti dello stress ossidativo 8. Il gene GSTM1 si trova nel cromosoma 1p13 9, il quale codifica per l’enzima citosolico GST-µ (mu). Il gene GSTM1 appare nelle varianti alleliche attive (GSTM1A e GSTM1B) e nell’allele nullo, causato da una delezione estesa (circa 10 kb) del gene 10. Il genotipo GSTM1 nullo non ha un acido ribonucleico messaggero o un prodotto proteico, e ciò si traduce in un’assenza di attività enzimatica 6. Il genotipo GSTM1 nullo è stato associato a numerose malattie ossidative come i carcinomi della prostata 11, della vescica 12 e dello stomaco 13, oltre che alla leucemia mieloide 14. Inoltre, un precedente studio 15 ha dimostrato che gli individui con genotipo GSTM1 nullo presentano livelli significativamente maggiori di biomarcatori dello MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS MIRZAEI nificantly higher oxidative stress biomarkers such as malondialdehyde (MDA) and 8-OHdG and significantly lower reduced glutathione (GSH) compared to wild-type genotype. Despite the importance of oxidative stress following strenuous exercise, only a study evaluates the association between antioxidant enzyme gene polymorphisms and exercise-induced oxidative stress.16 Additionally, it is worth noting that athletic performance is influenced by environmental and genetic factors and to date have been identified many genes related to sport performance.17 One of the first reports relating to genetic polymorphism in the context of predisposition to sport was carried out by Montgomery et al.18 reported a greater frequency of allele I in the angiotensin converting enzyme gene (ACE) in the British alpinists. Recently, other studies showed the relationship between G allele of PPARα with endurance performance in polish rowers 19 and RX or RR genotypes of ACTN3 with elite rower performance.20 The GSTM1 gene polymorphisms may cause an imbalance of oxidants and antioxidants in the cell during exhaustive exercise. However, no studies, to date, have examined the association between genetic polymorphism and oxidative damage to DNA and lipid following exhaustive exercise in well-trained athletes. Therefore, the aim of this study was to investigate the influence of GSTM1 gene polymorphism on the exercise-induced oxidative stress. stress ossidativo, come la malondialdeide (MDA) e l’8-OHdG, e un livello significativamente inferiore di glutatione (GSH) rispetto ai portatori del genotipo wild-type. Nonostante l’importanza dello stress ossidativo conseguente all’esercizio fisico estenuante, solo uno studio ha valutato l’associazione tra i polimorfismi del gene codificante per l’enzima antiossidante e lo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico 16. Inoltre, bisogna sottolineare che la performance atletica è influenzata da fattori genetici e ambientali e finora sono stati identificati numerosi geni associati alla performance sportiva 17. Una delle prime segnalazioni relative al polimorfismo genetico nel contesto della predisposizione allo sport si deve a Montgomery et al. 18, i quali hanno riportato una maggiore frequenza dell’allele I nel gene dell’enzima di conversione dell’angiotensina (angiotensin converting enzyme, ACE) in alpinisti britannici. Di recente, altri studi hanno mostrato una relazione tra l’allele G del PPAR-α e la performance di resistenza in canottieri polacchi 19 e tra i genotipi RX o RR dell’ACTN3 e la performance di canottieri d’élite 20. I polimorfismi del gene GSTM1 possono causare uno squilibrio tra ossidanti e antiossidanti presenti nella cellula durante l’esercizio fisico estenuante. Tuttavia, nessuno studio ha esaminato finora l’associazione tra polimorfismo genetico e danno ossidativo del DNA e dei lipidi in seguito all’esercizio fisico estenuante in atleti ben allenati. Pertanto, obiettivo del presente studio è stato quello di esaminare l’influenza del polimorfismo del gene GSTM1 sullo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico. Materials and methods Materiali e metodi Thirty one young male wrestlers (age 19.52±2.75 years, body mass 79.24±16.13 kg, height 173±6.49 cm, and body fat 16.37±5.92 %) given their written informed consent to participate in this study, which was approved by the research ethics committee of the Department of Exercise Physiology within the University of Guilan. All participants had at least 6 years’ experience in wrestling and were among the top 10 in national championships that recruited from wrestling club in Rasht. Participants were allocated to two groups according to the GSTM1 gene polymorphism including GSTM1 null genotype and GSTM1 positive genotype (Table I). Exclusion criteria were consuming any supplementation, alcohol and tobacco products. Each participant performed the incremental exercise test to exhaustion began at 50 watts (W) for five-minute, and the power Trentuno giovani lottatori (età 19,52±2,75 anni, massa corporea 79,24±16,13 kg, altezza 173±6,49 cm e grasso corporeo 16,37±5,92%) hanno fornito il loro consenso informato per partecipare al presente studio, il quale è stato approvato dal comitato etico di ricerca del dipartimento di fisiologia dell’esercizio fisico dell’Università di Guilan. Tutti i partecipanti avevano almeno 6 anni di esperienza nella lotta e militavano nei 10 migliori team nazionali della regione di Rasht. I partecipanti sono stati assegnati a due gruppi in base al polimorfismo del gene GSTM1, incluso il genotipo GSTM1 nullo e il genotipo GSTM1 positivo (Tabella I). I criteri di esclusione erano il consumo di qualsiasi tipo di integratore, alcol e prodotti a base di tabacco. Ogni partecipante ha svolto un test di esercizio fisico incrementale condotto fino all’esaurimento, iniziando a 50 watt (W) per cinque minuti e aumentando l’output di potenza di 30 W ogni 3 minuti fino all’esaurimento Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 439 MIRZAEI EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS Table I.—Participants physical characteristics based on genotypes. Tabella I. — Caratteristiche fisiche dei partecipanti in base ai genotipi. Genotype Age (year) Height (cm) Weight (kg) BMI (kg.m-2) % Body fat Time to exhaustion (min) VO2max (mL.kg-1.min-1) GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 positive null positive null positive null positive null positive null positive null positive null Mean±SD 19.32±2.60 19.00±2.60 173.36±6.67 172.33±5.78 76.59±15.71 76.93±16.47 25.35±4.27 25.71±3.96 15.63±5.88 13.86±6.22 34.26±3.30 33.45±5.12 49.65±7.35 48.35±6.42 No significant difference between groups (P>0.05). Table II.—Dietary intake assessed during the 3 day prior to testing session. Tabella II. — Apporto alimentare valutato nei 3 giorni precedenti alla sessione. Group Energy intake (kcal) Protein (g) Carbohydrate (g) Fat (g) Vitamin E (mg) Vitamin C (mg) Vitamin A (RE) GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 GSTM1 positive null positive null positive null positive null positive null positive null positive null Mean±SD 2876.32±8.32 2736.14±13.69 108.98±34.65 98.12±14.34 324.19±76.32 298.78±7.8 133.98±12.65 120.14±0.14 27.4±3.2 32.1±6.3 131±12.45 145.19±19.32 1134.16±237.68 1367.32±198.12 No significant difference between groups (P>0.05). output was increased by 30 W every 3 minute until voluntary exhaustion or the participant could no longer maintain a pedal cadence of 60 RPM despite strong verbal encouragement. The participants were instructed to follow their habitual diet throughout the study period and to fill out a food recall form for three days before the testing session. The participants completed a 3-day diet records, to determine total calories intake; carbohydrates; proteins; lipids; and vitamins A, C, and E using the Nutritionist IV computer program (Diet analysis model 3.5.2, the Hearst Corporation, San Bruno, CA 94066) (Table II). Urine samples were collected before (pre), after (post), and 24 h after (24 h post) exhaus- 440 volontario o finché il partecipante non riusciva più a mantenere un ritmo di pedalata di 60 RPM nonostante un forte incoraggiamento verbale. I partecipanti sono stati istruiti a seguire la loro abituale alimentazione per tutta la durata dello studio e a compilare un modulo di registrazione degli alimenti consumati nei tre giorni precedenti alla sessione di test. I partecipanti hanno completato un registro degli alimenti consumati in un periodo di 3 giorni, per determinare l’apporto calorico totale, i carboidrati, le proteine, i lipidi e le vitamine A, C ed E, utilizzando il software Nutritionist IV (Diet analysis model 3.5.2, the Hearst Corporation, San Bruno, CA, USA) (Tabella II). I campioni delle urine sono stati raccolti prima (pre), dopo (post) e 24 ore dopo (24 h post) l’esercizio MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS tive exercise. After collection, urine samples were stored at -20 °C until analysis. Oxidative DNA damage was measured by urinary 8-OHdG level using the 8-OHdG EIA kit (Cayman Chemical, Catalog No. 589320, USA) and lipid peroxidation was measured by urinary 8-iso PGF2α using the 8-iso PGF2α EIA kit (Cayman Chemical, Catalog No. 516351, USA) based on the kit instructions. Blood samples were collected from each participant in EDTA-containing tubes. Genomic DNA was isolated from leukocyte using standard phenol-chloroform extraction by GPP™ Solution kit (GEN PAJOOHAN POUYA CO.). The presence (wild-type) or absence (null) of GSTM1 gene was determined using polymerase chain reaction (PCR) amplification. GSTM1 was amplified using primers 5′-CTGCCCTACTTGATTGATGGG-3′ and 5′-CTGGATTGTAGCAGATCATGC-3′.21 Androgen receptor (AR) gene was used as internal control which amplified using primers 5′-CACAGGCTACCTGGTCCTGG-3′ and 5′-CTGCCTTACACAACTCCTTGGC-3′. PCR reaction was made in a total volume of 25 µL containing: 100 ng of genomic DNA, 1 µL of each primer, 1.5 mM MgCl2, 200 µmol dNTPs, 2.5 µL 10×PCR buffer and 1U TaqDNA polymerase (Fermentas).15 The PCR protocol included an initial melting temperature of 94 °C (7 min) followed by 35 cycles of amplification (40s at 94 °C, 1 min at 59 °C, 1 min at 72 °C). A final 10 min extension step (72 °C) terminated the process. The final PCR products from present GSTM1 gene were 271 bp as well as a 416 bp of AR gene. PCR products were then analyzed by 2% agarose gel electrophoresis, stained with ethidium bromide, and visualized under UV light (Figure 1). The c2 test was used to compare genotype frequency. The Kolmogorov-Smirnov test showed that the data are normal, thus, the parametric statistical test was used. For parameters related to oxidative DNA damage and lipid peroxidation, we used analysis of variance with repeated measure (2 Genotype × 3 time). Bonferroni post hoc test was used to compare the two group difference. A P value less than 0.05 was considered statistically significant. MIRZAEI fisico estenuante. Dopo la raccolta, i campioni delle urine sono stati conservati a -20 °C fino al momento dell’analisi. Il danno ossidativo del DNA è stato misurato mediante il livello urinario di 8-OHdG utilizzando il kit 8-OHdG EIA (Cayman Chemical, n. di catalogo 589320, USA) mentre la perossidazione lipidica è stata misurata mediante l’8-iso PGF2α urinario utilizzando il kit 8-iso PGF2α EIA (Cayman Chemical, n. di catalogo 516351, USA) in base alle istruzioni del kit. I campioni ematici sono stati raccolti da ogni partecipante in provette contenenti EDTA. Il DNA genomico è stato isolato dai leucociti utilizzando l’estrazione standard di fenolo-cloroformio mediante il kit GPP™ Solution (GEN PAJOOHAN POUYA CO.). La presenza (wild-type) o l’assenza (nullo) del gene GSTM1 è stata determinata utilizzando l’amplificazione della reazione a catena della polimerasi (PCR). Il GSTM1 è stato amplificato utilizzando i primer 5′-CTGCCCTACTTGATTGATGGG-3′ e 5′-CTGGATTGTAGCAGATCATGC-3′ 21. Il gene del recettore degli androgeni (androgen receptor, AR) è stato utilizzato come controllo interno, amplificato utilizzando i primer 5′-CACAGGCTACCTGGTCCTGG-3′ e 5′-CTGCCTTACACAACTCCTTGGC-3′. La reazione di PCR è stata effettuata in un volume totale di 25 µL contenente: 100 ng di DNA genomico, 1 µL di ciascun primer, 1.5 mM di MgCl2, 200 µmol di dNTPs, 2.5 µL di tampone 10×PCR e 1U di Taq DNA polimerasi (Fermentas) 15. Il protocollo della PCR prevedeva un’iniziale temperatura di fusione di 94 °C (7 minuti) seguita da 35 cicli di amplificazione (40 secondi a 94 °C, 1 minuto a 59 °C, 1 minuto a 72 °C). Una fase di estensione finale da 10 minuti (72 °C) ha concluso il processo. I prodotti finali di PCR dal gene GSTM1 presente erano 271 bp, oltre che 416 bp del gene AR. I prodotti di PCR sono stati quindi analizzati mediante elettroforesi su gel di agarosio al 2%, colorati con bromuro di etidio e visualizzati sotto la luce ultravioletta (Figura 1). Il test del c2 è stato utilizzato per confrontare la frequenza del genotipo. Il test di Kolmogorov-Smironov ha indicato che i dati erano normali, pertanto è stato utilizzato un test statistico parametrico. Per i parametri associati al danno ossidativo del DNA e alla perossidazione lipidica, abbiamo utilizzato l’analisi della varianza a misure ripetute (genotipo 2 x 3 volte). Il test post-hoc di Bonferroni è stato utilizzato per confrontare la differenza tra i due gruppi. Un valore P<0,05 è stato considerato statisticamente significativo. Results The genetic polymorphism of GSTM1 in well-trained wrestlers were analyzed by PCR and the results showed that the frequency of Vol. 67 - No. 3 Risultati Il polimorfismo genetico del GSTM1 in lottatori ben allenati è stato analizzato mediante PCR e i MEDICINA DELLO SPORT 441 MIRZAEI EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS Figure 1.—Agarose gel electrophoresis of the GSTM1 and AR gene (internal control) PCR amplification products. (+) refers to present, (-) refers to null; Lane M: 100 bp DNA ladder; Lanes 1, 3, 5, 7, 9: GSTM1 (+); Lanes 2, 4, 6, 8, 10: GSTM1 (-). A fragment of 416 bp indicates the internal control. Figura 1. — Elettroforesi su gel di agarosio dei prodotti di amplificazione della PCR per il gene GSTM1 e AR (controllo interno). (+) si riferisce a presente, (-) si riferisce a nullo; Lane M: 100 bp DNA ladder; Lane 1, 3, 5, 7, 9: GSTM1 (+); Lane 2, 4, 6, 8, 10: GSTM1 (-). Un frammento di 416 bp indica il controllo interno. Figure 2.—The levels of 8-OHdG at pre-, post- and 24 h postexercise in well trained wrestlers carrying GSTM1 positive (N.=6) and GSTM 1 null (N.=25) genotypes. *Compared with pre exercise in GSTM1 null genotype. †Compared with the GSTM1 positive (wild-type). Figura 2. — Livelli di 8-OHdG pre-, post- e 24 h postesercizio in lottatori ben allenati portatori del genotipo GSTM1 positivo (N.=6) e GSTM1 nullo (N.=25). *Rispetto al pre-esercizio nel genotipo GSTM1 nullo; †rispetto al genotipo GSTM1 positivo (wild-type). Figure 3.—The levels of 8-iso PGF2a at pre-, post- and 24 h post-exercise in well trained wrestlers carrying GSTM1 positive (N.=6) and GSTM 1 null (N.=25) genotypes. *Compared with pre exercise in GSTM1 null genotype. †Compared with the GSTM1 positive (wild-type). Figura 3. — Livelli di 8-iso PGF2a pre-, post- e 24 h postesercizio in lottatori ben allenati portatori del genotipo GSTM1 positivo (N.=6) e GSTM1 nullo (N.=25). *Rispetto al pre-esercizio nel genotipo GSTM1 nullo; †rispetto al genotipo GSTM1 positivo (wild-type). the GSTM1 null genotype and GSTM1 wildtype were 19.35% and 80.65%, respectively. The proportion of GSTM1 genotype in both groups were significantly different (c2=11.64, P=0.001). Participants with GSTM1 null genotype have significantly higher oxidative DNA risultati hanno indicato che la frequenza del genotipo GSTM1 nullo e GSTM1 wild-type era rispettivamente del 19,35% e dell’80,65%. La percentuale del genotipo GSTM1 in entrambi i gruppi era significativamente diversa (c2=11,64, P=0,001). I partecipanti portatori del genotipo GSTM1 hanno mostra- 442 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS damage, measured by urinary 8-OHdG levels, at 24h post exhaustive exercise compared to the wild-type of GSTM1 (35.22%, P=0.002, h2P=0.45; Observed Power=0.62) (Figure 2). Also, participants with GSTM1 null genotype have significantly higher lipid peroxidation, as measured by urinary 8-iso PGF2α levels, at post exhaustive exercise compared to the wild-type of GSTM1 (21.03%, P=0.039; h2P=0.38; Observed Power=0.57) (Figure 3). There were no significant differences between groups in total calories intake; carbohydrates; proteins; lipids; and vitamins A, C, and E at 3 days before testing session (P>0.05) (Table II). to un danno ossidativo del DNA significativamente maggiore, misurato mediante i livelli urinari di 8-OHdG, 24 h dopo l’esercizio fisico estenuante, rispetto ai portatori di GSTM1 wild-type (35,22%, P=0,002, h2P=0,45; potenza osservata=0,62) (Figura 2). Inoltre, i partecipanti con genotipo GSTM1 nullo hanno mostrato una perossidazione lipidica significativamente maggiore, come misurato dai livelli urinari di 8-iso PGF2α dopo l’esercizio fisico estenuante rispetto ai portatori di GSTM1 wild-type (21,03%, P=0,039; h2P=0,38; potenza osservata=0,57) (Figura 3). Non sono state rilevate differenze tra i gruppi per quanto concerne l’apporto calorico totale, i carboidrati, le proteine, i lipidi e le vitamine A, C ed E, 3 giorni prima della sessione di test (P>0,05) (Tabella II). Discussion Discussione Although physical exercise is well known to have health benefits effects, many studies have reported exhaustive exercise, especially unaccustomed intensity or duration, is associated with accelerated generation of ROS and leads to oxidative stress, even in trained individual.1, 4, 22 Exhaustive exercise induced oxidative damage to cellular macromolecules, such as lipids, proteins and DNA owing to elevated ROS generation have already been well documented 3, 4, 22 and our study didn’t aim to evaluate such alterations. Given that these phenomena are more predominant in the presence of diminished body’s antioxidant defense systems, therefore, it is valuable to determine the role of antioxidant genes variants on exercise-induced oxidative stress in well-trained athletes. The purpose of this study was to determine the influence of GSTM1 gene polymorphisms on the exercise-induced oxidative damage to DNA and lipids as measured by urinary 8-OHdG and 8-Iso PGF2α in young well-trained wrestlers. The results of the present study show significant differences between the frequency of the GSTM1 null (19.35%) and GSTM1 wildtype (80.64%) in young healthy well trained wrestlers that were recruited from one ethnic group. The frequency of GSTM1 null genotype has been shown to be different considerably between different ethnic groups. Recently, Salehi et al.23 reported 33% of the healthy control participants presented the GSTM1 null genotype. Our participants and control participants in aforementioned study were recruited from the same ethnic group. Vol. 67 - No. 3 MIRZAEI Sebbene sia risaputo che l’esercizio fisico ha effetti benefici per la salute, numerosi studi hanno riportato che l’esercizio fisico estenuante, soprattutto di durata o intensità non abituale, è associato a una produzione accelerata di ROS e conduce allo stress ossidativo, anche in individui allenati 1, 4, 22. Il danno ossidativo indotto dall’esercizio fisico estenuante alle macromolecole cellulari, come lipidi, proteine e DNA, dovuto a un’elevata generazione di ROS, è già stato ben documentato 3, 4, 22 e il presente studio non mirava a valutare tali alterazioni. Poiché tali fenomeni sono più prevalenti in presenza di bassi sistemi di difesa antiossidante del corpo, è utile determinare il ruolo delle varianti geniche antiossidanti sullo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico in atleti ben allenati. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare l’influenza dei polimorfismi del gene GSTM1 sul danno ossidativo indotto dall’esercizio fisico a DNA e lipidi, come misurato dai livelli urinari di 8-OHdG e 8-Iso PGF2α in giovani lottatori ben allenati. I risultati del presente studio hanno mostrato differenze significative tra la frequenza del GSTM1 nullo (19,35%) e del GSTM1 wild-type (80,64%) in giovani lottatori ben allenati che sono stati reclutati da un unico gruppo etnico. È stato mostrato che la frequenza del genotipo GSTM1 nullo era considerevolmente diversa tra i diversi gruppi etnici. Recentemente, Salehi et al.23 hanno riportato che il 33% dei controlli sani presentava il genotipo GSTM1 nullo. I nostri partecipanti e i nostri controlli nello studio sopramenzionato sono stati reclutati dallo stesso gruppo etnico. Precedenti studi hanno riportato che il genotipo GSTM1, il quale comporta una carenza di protei- MEDICINA DELLO SPORT 443 MIRZAEI EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS Previous studies reported GSTM1 null genotype that results in a lack of functional protein GST has been associated with many oxidative stress-related diseases such as prostate, bladder, and gastric cancers.11-13 The main findings of the present study were that oxidative damage to DNA and lipids as measured by urinary 8-OHdG and 8-Iso PGF2α were significantly higher in well-trained wrestlers with GSTM1 null genotype as compared to wrestlers with wild-type GSTM1 genotype. The measurement of 8-OHdG in urine has been proposed as a reliable noninvasive biomarker of oxidative DNA damage in humans in vivo.24 The 8-OHdG has mutagenic potential which arises from its ability to induce G-T transversions that frequently found in the most somatic mutations in human cancers.25 It is not understood whether GSTM1 polymorphisms affect the urinary 8-OHdG level induced by exhaustive exercise in well-trained wrestlers. In the present study, we found the influence of GSTM1 polymorphisms on the 8-OHdG level that finding show 8-OHdG level was significantly higher in GSTM1 null genotype as compared to wild-type GSTM1 genotype. To our knowledge, this is the first study to investigate the effect of GSTM1 polymorphisms on urinary 8-OHdG level following exhaustive exercise in well-trained wrestlers. Only one study evaluates GSTM1 polymorphisms in exercise-induced oxidative stress as measured by TBARS and comet assay in runners,16 and finding showed that GSTM1 polymorphisms didn’t affect oxidative stress immediately after the race in runners. Unfortunately, in the mentioned study biomarkers of oxidative stress were only evaluated immediately after the race and the pre exercise values didn’t measure. In addition, regarding GSTM1 and GSTT1 polymorphisms, another study evaluated the influence of double GSTM1/T1 null genotypes on oxidative DNA damage in the aorta as related to moderate physical exercise in older subjects.26 The frequency double GSTM1/T1 null polymorphism was 22% of the 107 older subjects. Subjects carrying double GSTM1/T1 null polymorphism had significantly higher oxidative DNA damage (8-OHdG) and the mtDNA 4977 deletion in arterial smooth muscle cells compared to wild-type carriers. However, no significant difference was observed among physically active subjects with the null genotype compared to physically active sub- 444 na funzionale GST, è stato associato a numerose patologie associate allo stress ossidativo come il carcinoma della vescica, della prostata e dello stomaco 11-13. I principali risultati del presente studio sono stati che il danno ossidativo a DNA e lipidi, come misurato dai livelli urinari di 8-OHdG e 8-Iso PGF2α, era significativamente maggiore nei lottatori ben allenati portatori del genotipo GSTM1 nullo rispetto ai lottatori portatori del genotipo GSTM1 wild-type. La misurazione del livello urinario di 8-OHdG è stata proposta quale affidabile biomarcatore non invasivo del danno ossidativo al DNA negli esseri umani in vivo 24. L’8-OHdG ha un potenziale mutageno che deriva dalla sua capacità di indurre trasversioni G-T che si osservano spesso nella maggior parte delle mutazioni somatiche nei carcinomi umani 25. Non è chiaro in che modo i polimorfismi del GSTM1 influiscano sul livello urinario di 8-OHdG indotto dall’esercizio fisico estenuante in lottatori ben allenati. Nel presente studio, abbiamo osservato un’influenza dei polimorfismi del GSTM1 sul livello di 8-OHdG e tale risultato mostra che il livello di 8-OHdG era significativamente maggiore nel genotipo GSTM1 nullo rispetto al genotipo GSTM1 wildtype. Entro i limiti della nostra conoscenza, questo è il primo studio che abbia esaminato l’effetto dei polimorfismi del GSTM1 sul livello urinario di 8-OHdG in seguito a un esercizio fisico estenuante in lottatori ben allenati. Solo uno studio ha valutato i polimorfismi del GSTM1 nello stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico nei corridori 16, come misurato dalle sostanze reattive all’acido tiobarbiturico (TBARS) e dal saggio comet, e i risultati hanno mostrato che i polimorfismi del GSTM1 non influenzavano lo stress ossidativo nei corridori immediatamente dopo la corsa. Purtroppo, nello studio menzionato i biomarcatori dello stress ossidativo sono stati valutati solo immediatamente dopo la corsa e non sono stati misurati i valori pre-esercizio. Inoltre, per quanto concerne i polimorfismi di GSTM1 e GSTT1, un altro studio ha valutato l’influenza del doppio genotipo nullo di GSTM1/T1 sul danno ossidativo del DNA nell’aorta in relazione all’esercizio fisico moderato in soggetti di età avanzata 26. La frequenza del doppio polimorfismo nullo di GSTM1/T1 era del 22% nei 107 soggetti di età avanzata. I soggetti portatori del doppio polimorfismo nullo di GSTM1/T1 presentavano un danno ossidativo del DNA significativamente maggiore (8-OHdG) e una delezione dell’mtDNA 4977 nelle cellule muscolari lisce delle arterie rispetto ai portatori del wild-type. Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i soggetti fisicamente attivi con MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS jects carrying wild-type genotype at the level of 8-OHdG and the mtDNA 4977 deletion in arterial smooth muscle cells, whereas significant difference was observed for sedentary subjects.26 Our finding showed that strenuous exercise-induced oxidative DNA damage was significantly higher in well-trained athletes carrying GSTM1 null genotype compared to athletes with GSTM1 wild-type genotype. These inconsistent results may be due to the different effect of moderate physical activity and strenuous exercise that induced different physiological responses and adaptations. It is well known that moderate training induced up-regulation of antioxidant enzymes,27, 28 whereas acute strenuous exercise induced increase in pro-oxidant.2, 3, 29, 30 Also, our finding that urinary 8-OHdG level is higher in GSTM1 null genotype concurs with recent finding reported by Mustafa et al.15 It has been shown that individual with GSTM1 null genotype have significantly higher 8-OHdG and significantly lower GSH compared to wild-type genotype. In addition, measurements of 8-Iso PGF2α in body fluids such as plasma and urine provide a reliable approach to assess oxidative stress in vivo than other markers of lipid peroxidation.31 The 8-Iso PGF2α was generated due to ROS attack to arachidonic acid carboxyl chain and separation a bis-allyic hydrogen.31 Some studies investigated the effect of acute exercise on 8-Iso PGF2α level reported inconsistent results, including increased levels of 8-Iso PGF2α after exercise compared to resting levels,32, 33 decreased after short-term (14 min) intense exercise 34 or reported no significant changes.35 Regarding the effect of GSTM1 polymorphism on lipid peroxidation following exhaustive exercise, our findings show that urinary 8-Iso PGF2α level was significantly higher in well-trained wrestlers with GSTM1 null genotype as compared to wrestlers with wild-type GSTM1 genotype. Our finding is consistent with previous studies that evaluate the influence of GSTM1 polymorphism on lipid peroxidation (8-Iso PGF2α and MDA level) in clinical situations.7, 15 However, Akimoto et al.16 reported GSTM1 polymorphism didn’t affect lipid peroxidation (TBARS) immediately after the race in runners. The possible reasons for inconsistency our findings with previous study 16 can imply to the differences in exercise protocols, training status of the participants, time of sampling and different oxidative Vol. 67 - No. 3 MIRZAEI genotipo nullo rispetto ai soggetti fisicamente attivi con genotipo wild-type nel livello di 8-OHdG e nella delezione di mtDNA 4977 nelle cellule muscolari lisce delle arterie, mentre è stata osservata una differenza significativa per i soggetti sedentari 26. I nostri risultati hanno mostrato che il danno ossidativo del DNA indotto dall’esercizio fisico estenuante era significativamente maggiore negli atleti ben allenati portatori del genotipo GSTM1 nullo rispetto agli atleti portatori del genotipo GSTM1 wild-type. Tali risultati discordanti possono essere dovuti al diverso effetto dell’attività fisica moderata e dell’esercizio fisico estenuante che hanno indotto diverse risposte e adattamenti fisiologici. È risaputo che l’allenamento moderato induce la sovraregolazione degli enzimi antiossidanti 27, 28 mentre l’esercizio intensivo faticoso induce un aumento degli enzimi proossidanti 2, 3, 29, 30. Inoltre, il nostro livello urinario di 8-OHdG nel genotipo GSTM1 nullo è in linea con il recente risultato riportato da Mustafa et al. 15. È stato mostrato che gli individui con genotipo GSTM1 nullo hanno un livello di 8-OHdG significativamente maggiore e un GSH significativamente inferiore rispetto ai portatori del genotipo wild-type. Inoltre, le misurazioni del livello di 8-iso PGF2α nei liquidi corporei come plasma e urine forniscono un approccio affidabile per valutare lo stress ossidativo in vivo rispetto ad altri marcatori della perossidazione lipidica 31. L’8-Iso PGF2α è generato a causa dell’attacco delle ROS all’acido arachidonico nella catena carbossilica e alla separazione di un idrogeno bis-allilico 31. Diversi studi hanno esaminato l’effetto dell’esercizio fisico acuto sul livello di 8-iso PGF2α e hanno riportato risultati contrastanti, tra cui un aumento dei livelli di 8-Iso PGF2α dopo l’esercizio fisico rispetto ai livelli di riposo 32, 33, una diminuzione dopo l’esercizio intensivo a breve termine (14 min) 34, oppure non hanno riportato variazioni significative 35. Per quanto concerne l’effetto del polimorfismo GSTM1 sulla perossidazione lipidica in seguito all’esercizio fisico estenuante, i nostri risultati indicano che il livello urinario di 8-Iso PGF2α era significativamente maggiore nei lottatori ben allenati con genotipo GSTM1 nullo rispetto ai lottatori con genotipo GSTM1 wild-type. I nostri risultati sono in linea con precedenti studi che hanno valutato l’influenza del polimorfismo GSTM1 sulla perossidazione lipidica (livello di 8-Iso PGF2α e MDA) in situazioni cliniche 7, 15. Tuttavia, Akimoto et al.16 hanno riportato che il polimorfismo del GSTM1 non ha influenzato la perossidazione lipidica (TBARS) immediatamente dopo la corsa nei corridori. I possibili motivi delle discordanze tra i nostri risultati e quelli di precedenti studi 16 possono essere dovuti alle differenze nei protocolli MEDICINA DELLO SPORT 445 MIRZAEI EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS stress biomarkers. The possible mechanism to elucidate lower lipid peroxidation in GSTM1 wild-type can be alluded to protective mechanism by the glutathione S-transferases, which catalyze the conjugation of GSH with various electrophilic substances, and play a role in preventing oxidative damage by conjugating breakdown products of lipid peroxides to GSH.36 Antioxidant enzymes have an important mechanism by which cells limit the damage caused by ROS. Given that GST enzymes conjugated reactive compounds to GSH, changes in protein level due to genetic variation may modulate exercise-induced oxidative damage to DNA and lipids as shown in the present study. Based on our findings we speculate that athletes carrying the unfavorable polymorphisms in GSTM1 gene are more susceptible to the induction of oxidative DNA damage and lipid peroxidation induced by exhaustive exercise, and consequently, will benefit more from protection by dietary antioxidants. In our study only the effects of GSTM1 null and positive genotypes on exercise-induced oxidative stress have been analyzed. In order to fully understand the role of GSTM1 gene polymorphisms on oxidative stress induced by exhausting exercise, further studies should aim at investigating GSTM1 null, positive and heterozygous (GSTM -/+) polymorphisms in large sample size. Also, only polymorphism in GSTM1 gene has been analyzed. Therefore, further studies need to investigate the effects of multiple antioxidant genetic polymorphisms on exercise-induced oxidative stress. In this study, we used 31 young well-trained wrestlers and this number may have been too small for adequate genetic polymorphism analysis. Therefore, further studies should aim at investigating this polymorphism in interactions with other antioxidants gene polymorphisms on oxidative stress response in large sample size of the athletes. di esercizio fisico, allo stato di allenamento dei partecipanti, al tempo di campionamento e ai diversi biomarcatori dello stress ossidativo. La minore perossidazione lipidica nel GSTM1 wild-type potrebbe essere dovuta al meccanismo protettivo della glutatione-S-transferasi, che catalizza la coniugazione del GSH con diverse sostanze elettrofile e riveste un ruolo nella prevenzione del danno ossidativo, coniugando i prodotti di degradazione dei perossidi lipidici al GSH 36. Gli enzimi antiossidanti rivestono un ruolo importante mediante il quale le cellule limitano il danno causato dalle ROS. Poiché gli enzimi GST coniugano i composti reattivi al GSH, i cambiamenti nel livello proteico dovuti alla variazione genetica potrebbero modulare il danno ossidativo indotto dall’esercizio fisico al DNA e ai lipidi, come mostrato nel presente studio. In base ai nostri risultati, possiamo ipotizzare che gli atleti portatori di polimorfismi sfavorevoli nel gene GSTM1 siano più sensibili al danno ossidativo del DNA e alla perossidazione lipidica indotti dall’esercizio fisico estenuante e, di conseguenza, beneficeranno in misura maggiore della protezione offerta dagli antiossidanti alimentari. Nel nostro studio sono stati analizzati solo gli effetti dei genotipo GSTM1 nullo e positivo sullo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico. Al fine di comprendere appieno il ruolo dei polimorfismi del gene GSTM1 sullo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico estenuante, ulteriori studi dovrebbero esaminare i polimorfismi del gene GSTM1 nullo, positivo ed eterozigote (GSTM -/+) in un campione di grandi dimensioni. Inoltre, è stato analizzato solo il polimorfismo nel gene GSTM1. Pertanto, ulteriori studi dovrebbero esaminare gli effetti di molteplici polimorfismi nei geni antiossidanti sullo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico. Nel presente studio, abbiamo utilizzato 31 lottatori ben allenati e il loro numero potrebbe essere stato troppo piccolo per un’adeguata analisi del polimorfismo genetico. Pertanto, futuri studi dovrebbero esaminare questo polimorfismo nelle interazioni con altri polimorfismi di geni antiossidanti, in relazione alla risposta allo stress ossidativo in un campione di atleti di grandi dimensioni. Conclusions Conclusioni Increased oxidative damage to DNA and lipids in young well-trained wrestlers with GSTM1 null genotype following exhaustive exercise indicate diminished ability to resist against oxidative damage. Taken together, these observations suggest that GSTM1 polymorphism may contribute to the exercise-induced dam- L’aumentato danno ossidativo del DNA e dei lipidi in giovani lottatori ben allenati portatori del genotipo GSTM1 nullo in seguito a un esercizio fisico estenuante indica una ridotta capacità di resistenza al danno ossidativo. Prese assieme, tali osservazioni suggeriscono che il polimorfismo del GSTM1 può contribuire al danno del DNA e dei 446 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 EFFECTS OF GSTM1 VARIANTS ON EXERCISE-INDUCED OXIDATIVE STRESS MIRZAEI age to DNA and lipids in young athletes. This may be due to diminish the antioxidant activity of GST enzyme in athletes with null genotype. Under increased oxidative stress due to exhaustive exercise, susceptibility to oxidative stress is conceivably related to multiple genes involved in antioxidant defenses (e.g., GSTT1, GPX1, MnSOD, OGG1, etc.). lipidi indotto dall’esercizio fisico in giovani atleti. Ciò può essere dovuto alla diminuzione dell’attività antiossidante dell’enzima GST negli atleti con genotipo nullo. Sotto un aumento dello stress ossidativo dovuto all’esercizio fisico estenuante, la sensibilità allo stress ossidativo è plausibilmente associata a molteplici geni coinvolti nelle difese antiossidanti (ad es. GSTT1, GPX1, MnSOD, OGG1, ecc.). Practical implications Implicazioni pratiche The GSTM1 null genotype is a candidate to explain individual variation in exercise-induced oxidative damage to DNA and lipids in well-trained athletes. Il genotipo GSTM1 nullo è un candidato per spiegare la variazione individuale nel danno ossidativo indotto dall’esercizio fisico a DNA e lipidi in atleti ben allenati. 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We thank the participants for their contribution to this study. Conflicts of interest.—The authors certify that there is no conflict of interest with any financial organization regarding the material discussed in the manuscript. Received on September 13, 2013 - Accepted for publication on June 27, 2014. Corresponding author: R. Rahimi, PhD, Department of Physical Education and Sport Sciences, University of Kurdistan, Sanandaj, Iran. E-mail: [email protected] 448 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 MED SPORT 2014;67:449-63 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program in rugby union players Livelli di testosterone e cortisolo salivari per valutare il programma di allenamento di condizionamento nel rugby a 15 S. PACINI 1, J. J. V. BRANCA 1, M. GULISANO 1 M. LEVI MICHELI 1, M. CEROTI 2, M. RUGGIERO 3, G. MORUCCI 1 1Anatomy and Histology Section, Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Florence, Florence, Italy 2Molecular and Nutritional Epidemiology Unit, ISPO, Florence, Italy 3Experimental Pathology and Oncology Section, Department of Experimental and Clinical Biomedical Sciences, University of Florence, Florence, Italy SUMMARY Aim. Aim of the present study was to prevent overtraining and to ensure that the athletic training program will result in performance improvements, regular performance tests as well as heart rate evaluation and questionnaires are necessary. However, none of them are routinely performed on regular basis mainly for their interference with the session training, thus leading to the risk of an over-reaching which in turn may result in an overtraining. In this study we evaluate the possibility to monitor the development of the training program of high level rugby players by a simple, non-invasive and fast salivary testosterone and cortisol measure. Methods. Testosterone and cortisol samplings were performed in several moments of the preseason training program. Measures were correlated with anthropometric evaluations performed by bioelectrical impedance analysis before and after the training program. To assess a potential role of genetic, athletes were also genotyped for ACTN3 and ACE gene polymorphisms. Results. Data from this study show that hormone salivary measures correlate with changes in anthropometric values during the training program. No correlations were observed between genotypes and variations in hormone levels; however, ACE genotype correlates with the different team position of rugby players. Conclusion. Hormone salivary measures represent a valid, fast, non-invasive and stress-free system of monitoring the athletic preparation. Key words: Testosterone - Rugby - Physical education and training. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente studio è stato quello di prevenire il sovrallenamento e garantire che il programma di allenamento sportivo si traduca in miglioramenti delle prestazioni e in test di performance regolari, oltre che valutare la frequenza cardiaca e somministrare questionari laddove reputato necessario. Tuttavia, niente di tutto ciò viene condotto di routine su base regolare, soprattutto per l’interferenza con la sessione di allenamento, determinando in tal modo il rischio di sovraffaticamento (overreaching) che può a sua volta condurre al sovrallenamento. Nel presente studio, abbiamo valutato la possibilità di monitorare lo sviluppo del programma di allenamento di rugbisti di alto livello mediante una misurazione semplice, veloce e non invasiva dei livelli di testosterone e cortisolo salivari. Metodi. I campionamenti di testosterone e cortisolo sono stati effettuati in diversi momenti del programma di allenamento pre-campionato. Le misurazioni hanno mostrato una correlazione con le valutazioni antropometriche effettuate mediante analisi bioimpedenziometrica, prima e dopo il programma di allenamento. Al fine di valutare un potenziale ruolo della genetica, gli atleti sono stati genotipizzati per i polimorfismi dei geni ACTN3 e ACE. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 449 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program Risultati. I dati ottenuti dal presente studio mostrano che le misurazioni salivari degli ormoni sono correlate con i cambiamenti nei valori antropometrici durante il programma di allenamento. Non abbiamo osservato nessuna correlazione tra i genotipi e le variazioni nei livelli ormonali; tuttavia, il genotipo ACE ha mostrato una correlazione con il diverso ruolo tattico dei rugbisti. Conclusioni. Le misurazioni dei livelli degli ormoni salivari rappresentano un sistema valido, rapido, non invasivo e non stressante per monitorare la preparazione atletica. Parole chiave: Testosterone - Rugby - Educazione fisica e allenamento. R ugby union is a sport requiring players to perform bouts of intense activity such as physical collisions and sprinting separated by short bouts of low intensity activity.1 The goal of athletic training in rugby union as well as in all the other disciplines is to enhance or to maintain physical performances. This requires and optimal training program; in fact, when training is prolonged, excessive stress can arise concurrently with inadequate recovery. In this case, the positive physiological modifications induced by physical training are reversed with the severe risk of overreaching and overtraining.2, 3 To prevent overtraining and to adjust the training load and the training strain, one of the most used method is the session-rating of perceived exertion questionnaire.4 This method is commonly used but only few data are available concerning its use during intense training in team-sports athletes.5 Moreover psychological questionnaires and/or other extraneous indicators (e.g., the evaluation of the physical status of the athlete by the experienced observation of the trainer) can present limits and disadvantages due to the partial subjectivity of the data. Thus, other indicators have been proposed to early identify the symptoms of overtraining and levels of testosterone to cortisol ratio seem to inversely correlate with the score obtained from the questionnaire.6 Many studies demonstrate that salivary measures of hormones and immunological compounds provide a good reference for the respective hormonal blood concentrations giving useful information on how steroid hormones are modified in response to exercise and training.6-8 Several studies investigated salivary cortisol response to high-intensity exercise.9-12 The use of saliva for monitoring steroid, peptide, and immune markers in sport and exercise represents an alternative to the collection of plasma and serum.13 It is a non-invasive method allowing a frequent and quick collec- 450 I l rugby a 15 è uno sport nel quale i giocatori effettuano sessioni ad alta intensità, come collisioni fisiche e corsa veloce, intervallate da brevi periodi di attività a bassa intensità 1. L’obiettivo dell’allenamento atletico nel rugby a 15, come in tutte le altre discipline sportive, è quello di promuovere o mantenere le performance fisiche. Ciò richiede un programma di allenamento ottimale; infatti, quando l’allenamento è prolungato, può insorgere uno stress eccessivo e un concomitante recupero inadeguato. In tal caso, le modifiche fisiologiche positive indotte dall’allenamento fisico sono invertite con il grave rischio di sovraffaticamento e sovrallenamento 2, 3. Per prevenire il sovrallenamento e regolare il carico di allenamento e il relativo sforzo, uno dei metodi più utilizzati è il questionario di valutazione dello sforzo percepito durante la sessione 4. Questo metodo è utilizzato abitualmente, ma è disponibile una scarsa quantità di dati riguardo il suo utilizzo durante un allenamento ad alta intensità in atleti che praticano sport di squadra 5. Inoltre, i questionari psicologici e/o altri indicatori estrinsechi (ad es. la valutazione dello stato fisico dell’atleta attraverso un’osservazione esperta da parte dell’allenatore) possono presentare limiti e svantaggi a causa della parziale soggettività dei dati. Pertanto, sono stati proposti altri indicatori per identificare precocemente i sintomi di sovrallenamento; inoltre, i livelli del rapporto testosterone-cortisolo sembrano essere inversamente correlati con il punteggio ottenuto dai questionari 6. Numerosi studi hanno indicato che le misurazioni salivari degli ormoni e dei composti immunologici rappresentano un buon riferimento per le rispettive concentrazioni ematiche ormonali, fornendo informazioni utili sul modo in cui gli ormoni steroidei vengono modificati in risposta all’esercizio fisico e all’allenamento 6-8. Numerosi studi hanno esaminato la risposta del cortisolo salivare all’esercizio fisico di elevata intensità 9-12. L’utilizzo della saliva per il monitoraggio di steroidi, peptidi e marcatori immunitari nello sport e nell’esercizio fisico rappresenta un’alternativa alla MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program tion, without any stress or interference with the training session. It does not require a medical assistance and can be performed on the sport field. In this research we investigated the possibility to use salivary measurements of testosterone and cortisol as early markers of over-reaching leading to overtraining. Salivary levels of testosterone and cortisol were evaluated in different moments of a conditioning training program. Hormonal levels were correlated with phenotypic features obtained by bioelectrical impedance analysis (BIA) at the beginning and at the end of the conditioning performance training. Furthermore we evaluated the correlation between ACTN3 (alpha-actinin skeletal muscle isoform 3) and ACE (Angiotensin Converting Enzyme) gene polymorphisms and hormonal levels variations during the seasonal performance training; also the association between ACTN3 and ACE polymorphisms and the specific position in the rugby team was investigated. Materials and methods PACINI raccolta di plasma e siero 13. Si tratta di un metodo non invasivo, che consente una raccolta rapida e frequente, senza stress o interferenza con la sessione di allenamento. Non richiede assistenza medica e può essere eseguito sul terreno di gioco. Nella presente ricerca abbiamo studiato la possibilità di utilizzare le misurazioni di testosterone e cortisolo salivari come marcatori precoci del sovraffaticamento e del conseguente sovrallenamento. I livelli di testosterone e cortisolo salivari sono stati valutati in diversi momenti di un programma di allenamento di condizionamento. I livelli ormonali erano correlati con le caratteristiche fenotipiche ottenute mediante analisi bioimpedenziometrica (BIA) all’inizio e al termine dell’allenamento della performance di condizionamento. Inoltre, abbiamo valutato la correlazione tra i polimorfismi dei geni ACTN3 (isoforma 3 dell’alfa actinina muscolare scheletrica) e ACE (enzima di conversione dell’angiotensina) e le variazioni nei livelli ormonali durante l’allenamento della performance nel campionato; è stata esaminata anche l’associazione tra i polimorfismi ACTN3 e ACE e lo specifico ruolo tattico nella squadra di rugby. Materiali e metodi Experimental approach to the problem Testosterone, cortisol and testosterone to cortisol ratio levels from rugby union players saliva samples were evaluated over the preseason training period in order to monitor and validate the sport-specific physical conditioning training program. Body composition (bioelectrical impedance analysis, BIA) and physical performance measurements were evaluated to assess the physical status of the athletes and to plan and set the preseason specific conditioning training program. The possible association between the polymorphisms of genes potentially involved in affecting physical performance such as ACE and ACTN3, and the steroid hormone levels evaluated over the physical conditioning training program, was studied in order to acquire new elements useful to better understand how sport-related genetic traits can affect the response of the high level athletes to specific training programs. Approccio sperimentale al problema I livelli di testosterone, cortisolo e del rapporto testosterone-cortisolo in campioni salivari di rugbisti a 15 sono stati valutati nel corso dell’allenamento pre-campionato al fine di monitorare e convalidare il programma di allenamento di condizionamento fisico specifico alla disciplina sportiva. La composizione corporea (analisi bioimpedenziometrica, BIA) e le misurazioni della performance fisica sono state valutate per determinare lo stato fisico degli atleti e per pianificare e stabilire lo specifico programma di allenamento di condizionamento fisico precampionato. La possibile associazione tra i polimorfismi dei geni potenzialmente coinvolti nell’influenza della performance fisica, come ACE e ACTN3, e i livelli degli ormoni steroidei valutati nel corso del programma di allenamento di condizionamento sono stati studiati al fine di acquisire nuovi elementi utili per comprendere meglio in che modo tratti genetici associati allo sport possano influenzare la risposta degli atleti di alto livelli a specifici programmi di allenamento. Subjects Soggetti Sixteen male professional rugby union players (Rugby Club I Cavalieri, Excellence Cham- Sedici rugbisti a 15, professionisti e di sesso maschile (squadra di rugby “I Cavalieri”, campionato Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 451 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program pionship) volunteered to participate in this study. The mean age of athletes was 24.8±3.5 years. The study was performed in accordance with the required ethical standards and approved by the president, the ethic committee and the medical staff of the Rugby Club I Cavalieri (Prato, Italy). Written informed consent was provided by all the participants included in this study and the study protocol was in accordance with the Declaration of Helsinki for Human Research. di eccellenza), si sono offerti volontari per prendere parte al presente studio. L’età media degli atleti era di 24,8±3,5 anni. Lo studio è stato condotto in conformità agli standard etici richiesti e approvati dal Presidente, dal Comitato etico e dal personale medico della squadra di rugby “I Cavalieri” (Prato, Italia). Tutti i partecipanti inclusi in questo studio hanno fornito il loro consenso informato scritto; il protocollo dello studio era conforme alla Dichiarazione di Helsinki per la ricerca che coinvolge soggetti umani. Procedure Procedures This study was completed between July and September 2012. Before starting the preseason conditioning training program, anthropometric measurements and aptitude and athletic performance tests were administered to each athlete as prognostic evaluation of their physical fitness status and to plan the opportune training loads. Each player underwent a 7-weeks conditioning training program divided into 3 different training cycles (see Conditioning Training Program). Five saliva samples were taken from each player over the pre-season training period and just before the beginning of the National Championship according to key steps of the conditioning training program. Saliva samples were collected: after the off-season summer period, just before the beginning of the preseason training sessions (T0); 7 days after T0, i.e., after 5 days of training mild in volume and intensity and followed by two days of rest (T1); 6 days after T1, i.e., after 5 days of training heavy in volume and intensity (13 sessions) without any following day of rest (T2); at the end of the pre-season performance training (6 weeks) and after 1 day of rest (T3); during the season performance training, i.e., after 5 consecutive days of training heavy in volume and intensity and without any following day of rest (T4). In terms of physical conditioning, tiring and physical stress each time corresponds to a different status: T0 corresponds to a low conditioning status after a 5-6 week off-season period, T1 to a mild reconditioning without tiring, T2 to a mild conditioning with heavy tiring and physical stress, T3 to a medium conditioning with low tiring, T4 to a medium conditioning with light tiring and low physical stress. 452 Il presente studio è stato condotto tra luglio e settembre 2012. Prima di iniziare il programma di allenamento di condizionamento pre-campionato, sono state effettuate le misurazioni antropometriche; inoltre, sono stati somministrati test di attitudine e performance atletica a ciascun atleta come valutazione prognostica dello stato di forma fisica e per pianificare gli opportuni carichi di allenamento. Ogni rugbista è stato sottoposto a 7 settimane di un programma di allenamento di condizionamento diviso in tre diversi cicli di allenamento (vedere la sezione “Programma di allenamento di condizionamento”). Cinque campioni di saliva sono stati prelevati da ciascun giocatore durante il periodo di allenamento pre-campionato e poco prima dell’inizio del campionato nazionale secondo le fasi chiave del programma di allenamento di condizionamento. I campioni di saliva sono stati raccolti: dopo il periodo di pausa estivo, appena prima dell’inizio delle sessioni di allenamento pre-campionato (T0); 7 giorni dopo T0, cioè dopo 5 giorni di allenamento a volume e intensità moderati seguiti da due giorni di riposo (T1); 6 giorni dopo T1, cioè dopo 5 giorni di allenamento a volume e intensità elevati (13 sessioni) senza alcun successivo giorno di riposo (T2); al termine dell’allenamento della performance precampionato (6 settimane) e dopo un giorno di riposo (T3); durante l’allenamento della performance nel campionato; cioè dopo 5 giorni consecutivi di allenamento a volume e intensità elevati e senza alcun successivo giorno di riposo (T4). In termini di condizionamento fisico, l’affaticamento e lo stress fisico corrispondono ogni volta a uno stato diverso: T0 corrisponde a un basso stato di condizionamento dopo un periodo di pausa di 5-6 settimane, T1 a un ricondizionamento lieve senza affaticamento, T2 a un condizionamento lieve con elevato affaticamento e stress fisico, T3 a un condizionamento medio con un basso affaticamento, T4 a un condizionamento medio con leggero affaticamento e basso stress fisico. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program PACINI From the five sampling, six different periods were considered: T0-T1, T0-T3, T0-T4, T1-T2, T1-T3, T2-T4. These particular time intervals were chosen for their link with specific aspects strictly related to the conditioning training program. Values of salivary testosterone and cortisol levels were measured in all the athletes and for each of the five samplings, then mean values of differences (Δ) between different samplings were calculated. Dai cinque campionamenti, sono stati presi in considerazione sei diversi periodi: T0-T1, T0-T3, T0-T4, T1-T2, T1-T3, T2-T4. Tali specifici intervalli di tempo sono stati scelti per il loro collegamento con specifici aspetti strettamente legati al programma di allenamento di condizionamento. I valori dei livelli salivari di testosterone e cortisolo sono stati misurati in tutti gli atleti e per ciascuno dei cinque campionamenti, quindi sono stati calcolati i valori medi delle differenze (Δ) tra i diversi campionamenti. Conditioning Programma di allenamento di condizionamento training program During the study, July 30-September 21, 69 training sessions, 2 friendly matches and 1 regular championship match were performed. The training has been divided into 3 cycles: —— 1st preseason cycle ( July 30-August 12): 18 training sessions and 8 days of rest were performed. 73% of the cycle was dedicated to physical training to increase hypertrophy, flexibility and aerobic power while 27% was dedicated to rugby activity; —— 2nd preseason cycle (August 13-September 2): 27 training sessions, 1 friendly match and 13 days of rest were performed; 56% of the cycle was dedicated to physical training to increase maximum power, aerobic power and lactic acid tolerance while 44% was dedicated to rugby activity; —— season cycle (September 3-21): 24 training sessions, 1 friendly match and 1 championship match were performed; 55% of the cycle was dedicated to physical training to increase the explosive strength, aerobic power and lactic acid tolerance while 45% was dedicated to rugby activity. Nel corso dello studio, condotto dal 30 luglio al 21 settembre, si sono svolte 69 sessioni di allenamento, 2 incontri amichevoli e 1 partita regolamentare di campionato. L’allenamento è stato suddiviso in 3 cicli: — 1° ciclo pre-campionato (30 luglio-12 agosto): sono state effettuate 18 sessioni di allenamento con 8 giorni di riposo. Il 73% del ciclo è stato dedicato all’allenamento fisico per aumentare l’ipertrofia, la flessibilità e la potenza aerobica, mentre il 27% è stato dedicato all’attività del rugby; — 2° ciclo pre-campionato (13 agosto-2 settembre): sono state condotte 27 sessioni di allenamento e 1 incontro amichevole con 13 giorni di riposo; il 56% del ciclo è stato dedicato all’allenamento fisico per aumentare la potenza massima, la potenza aerobica e la tolleranza all’acido lattico, mentre il 44% è stato dedicato all’attività del rugby; — ciclo di campionato (3-21 settembre): sono state condotte 24 sessioni di allenamento, 1 incontro amichevole e un incontro di campionato; il 55% del ciclo è stato dedicato all’allenamento fisico per aumentare la forza esplosiva, la potenza aerobica e la tolleranza all’acido lattico, mentre il 45% è stato dedicato all’attività del rugby. Anthropometric evaluation and physical performance measurements Valutazione antropometrica e misurazioni della per- Body composition was assessed by single frequency (50 kHz) bioelectrical impedance analysis (BIA 101 Anniversary Akern Srl, Florence, Italy). The resistance (R) and reactance (Xc) values were normalized by the standing height (H) then plotted on the R-Xc graph and evaluated with bioelectrical impedance vector analysis. The phase angle (PA) was calculated by using the arctangent (Xc/R). To assess the physical status at the beginning of the training, athletes underwent physical performance measurements representing different aspects of physical fitness in rugby (maximal oxygen consumption, sprinting speed over La composizione corporea è stata valutata mediante analisi bioimpedenziometrica a singola frequenza (50 kHz) (BIA 101 Anniversary Akern Srl, Firenze, Italia). I valori di reattanza (Xc) e resistenza (R) sono stati normalizzati per l’altezza in posizione eretta (H), quindi tracciati nel grafico R-Xc e valutati con l’analisi vettoriale di impedenza bioelettrica. L’angolo di fase (PA) è stato calcolato mediante la formula dell’arcotangente (Xc/R). Al fine di valutare la condizione fisica all’inizio dell’allenamento, gli atleti sono stati sottoposti a misurazioni della performance fisica che rappresentano diversi aspetti della forma fisica nei rugbisti (consumo massimo di ossigeno, corsa veloce sui Vol. 67 - No. 3 formance fisica MEDICINA DELLO SPORT 453 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program 10 m and 40 m, vertical jumping height and mechanical power of the lower limb extensor musculature). 10 e 40 metri, altezza del salto in alto e potenza meccanica della muscolatura estensoria degli arti inferiori). Hormone Dosaggi ormonali assays Saliva samples were taken from each subject in the morning, before starting the training session. Subjects were asked to chew for at least 2 minutes the Salivette device (Sarsted, Verona, Italy). Concentrations of testosterone and cortisol were determined using a competitive immune-enzymatic colorimetric method for quantitative determination (Grifols Italia, Pisa, Italy). Genotyping Genomic DNA was extracted from saliva samples. Total DNA purification was performed by using a QIAamp® DNA Blood Mini Kit (QIAGEN Srl, Milan, Italy). Genotyping of the ACE I/D and ACTN3 R577X polymorphisms were performed by polymerase chain reaction (PCR) amplification and restriction fragment length polymorphism (RFLP) analysis, when necessary. Statistical analyses Student’s t test was performed to study salivary hormone level variations over the time periods examined and variations of BIA parameters. c2 test was performed to compare genotype frequencies in relationship with the specific player positions (forwards and backs). All values are expressed as mean. P value ≤0.05 was considered statistically significant. I campioni di saliva sono stati prelevati da ciascun soggetto al mattino, prima di iniziare la sessione di allenamento. Ai soggetti è stato chiesto di masticare per almeno 2 minuti il dispositivo Salivette (Sarsted, Verona, Italia). Le concentrazioni di testosterone e cortisolo sono state determinate utilizzando un metodo competitivo immunoenzimatico colorimetrico per la determinazione quantitativa (Grifols Italia, Pisa, Italia). Genotipizzazione Il DNA genomico è stato estratto da campioni di saliva. La purificazione del DNA totale è stata effettuata utilizzando un QIAamp® DNA Blood Mini Kit (QIAGEN Srl, Milano, Italia). La genotipizzazione dei polimorfismi ACE I/D e ACTN3 R577X è stata effettuata con l’amplificazione mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) e l’analisi del polimorfismo da lunghezza dei frammenti di restrizione (RFLP), laddove necessario. Analisi statistiche Il test t di Student è stato utilizzato per studiare le variazioni dei livelli ormonali salivari nei periodi di tempo esaminati e le variazioni dei parametri BIA. Il test c2 è stato effettuato per confrontare le frequenze del genotipo in relazione allo specifico ruolo tattico dei giocatori (attaccanti e difensori). Tutti i valori sono espressi come medie. Un valore P≤0,05 è stato considerato statisticamente significativo. Results Risultati BIA values before and after the training program Valori BIA prima e dopo il programma di allenamento BIA results showed, as expected, a significant increase of the mean values of PA and of BCM between T0 and T4, i.e., before and after the conditioning training program (Figure 1A, B). I risultati BIA hanno mostrato, come previsto, un significativo aumento dei valori medi di PA e massa cellulare corporea (BCM) tra T0 e T4, cioè prima e dopo il programma di allenamento di condizionamento (Figura 1A, B). Evaluation of hormone levels during the training program Valutazione dei livelli ormonali durante il programma di allenamento Testosterone Testosterone The mean salivary testosterone concentration significantly increased in the T0-T4 period with a ΔT4-T0 of 24.28 pg/mL (Figure 2). La concentrazione media di testosterone salivare è aumentata in maniera significativa nel periodo T0-T4 con una ΔT4-T0 di 24,28 pg/ml (Figura 2). 454 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program PACINI Figure 1.—BIA values before and after the training program. A) Mean values of phase angle (PA) are significantly increased at the end of the training program (T4) in comparison to the mean values measured before starting the training program (T0). Mean±SD: 0.82±1.27; P=0.02; B) mean values of Body Cell Mass (BCM) are significantly increased at the end of the training program (T4) in comparison to the mean values measured before starting the training program (T0). Mean±SD: 3.39±6.44; P=0.05. Figura 1. — Valori BIA prima e dopo il programma di allenamento. A) i valori medi dell’angolo di fase (PA) sono aumentati in maniera significativa al termine del programma di allenamento (T4) rispetto ai valori medi misurati prima di iniziare il programma di allenamento (T0). Media±DS: 0,82±1,27; P=0,02; B) i valori medi della massa cellulare corporea (BCM) sono aumentati in maniera significativa al termine del programma di allenamento (T4) rispetto ai valori medi misurati prima di iniziare il programma di allenamento (T0). Media±DS: 3,39±6,44; P=0,05. Figure 2.—Testosterone levels during the training program. Differences in testosterone levels (ΔT4-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone concentration, expressed in pg/ml, is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 24.28±44.39; P=0.045. Figura 2. — Livelli di testosterone durante il programma di allenamento. Le differenze nei livelli di testosterone (ΔT4-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. La concentrazione media di testosterone, espressa in pg/ml, è indicata dalla linea orizzontale. Media±DS: 24,28±44,39; P=0,045. Also in all the other examined time periods the mean salivary testosterone levels increased. None of these differences were statistically significant; however the trend of the salivary testosterone concentrations of the entire population was constantly increasing from the beginning toward the end of the training program (Figure 3A). Vol. 67 - No. 3 I livelli medi di testosterone salivare sono aumentati anche in tutti gli altri intervalli di tempo esaminati. Nessuna di queste differenze era statisticamente significativa; tuttavia, l’andamento delle concentrazioni di testosterone salivare di tutta la popolazione era in costante aumento dall’inizio al termine del programma di allenamento (Figura 3A). MEDICINA DELLO SPORT 455 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program Figure 3.—Box plot representation of the distribution of salivary testosterone (panel A), cortisol (panel B) and testosterone to cortisol ratio (panel C) levels for each time of sampling.° Outliers. Figura 3. — Rappresentazione mediante box plot della distribuzione di testosterone salivare (riquadro A), cortisolo (riquadro B) e rapporto testosterone-cortisolo (riquadro C) per ciascun tempo di campionamento. ° Valori erratici. Cortisol Cortisolo The mean salivary cortisol level significantly decreased in the T0-T1 period with a ΔT1-T0 of -2.9 ng/mL (Figure 4A), in the T0-T3 period with a ΔT3-T0 of -3.55 ng/mL (Figure 4B), and in the T0-T4 period with a ΔT4-T0 of -2.61 ng/ mL (Figure 4C). Also in the T1-T3 and T2-T4 periods the mean cortisol levels slightly decreased even though without reaching any statistical relevance. The only period where a small (not statistically significant) increase of the mean salivary cortisol concentration was observed was the T1-T2 period, the most physically stressful period over the conditioning training. Figure 3B shows that cortisol levels, measured in the entire population, were decreased in all the sampling after T0; the most relevant decrease was observed for the interval T0-T1. Il livello medio di cortisolo salivare è diminuito in maniera significativa nel periodo T0-T1 con una ΔT1-T0 di -2,9 ng/ml (Figura 4A), nel periodo T0-T3 con una ΔT3-T0 di -3,55 ng/ml (Figura 4B) e nel periodo T0-T4 con una ΔT4-T0 di -2,61 ng/ml (Figura 4). Anche nei periodi T3-T1 e T2-T4 i livelli medi di cortisolo sono diminuiti lievemente, pur senza raggiungere una rilevanza statistica. L’unico periodo nel quale è stato osservato un lieve aumento (non statisticamente significativo) della concentrazione media di cortisolo salivare è stato il periodo T1-T2, il periodo più fisicamente stressante durante l’allenamento di condizionamento. La figura 3B mostra che i livelli di cortisolo, misurati in tutta la popolazione, sono diminuiti in tutti i campionamenti dopo T0; la diminuzione più rilevante è stata osservata per l’intervallo T0-T1. Testosterone to cortisol ratio The mean values of the salivary testosterone to cortisol ratio significantly increased considering the T0-T1 period with a ΔT1-T0 of 4.96 (Figure 5A). Also in the T1-T3 period a significant increase was observed with a ΔT3-T1 of 5.85 (Figure 5B) as well as in the T2-T4 period with a ΔT4-T2 of 4.21 (Figure 5C), in the T0T3 period with a ΔT3-T0 of 10.81 (Figure 5D) and in the T0-T4 period with a ΔT4-T0 of 7.33 (Figure 5E). The only one period where a small decrease (not statistically significant) of the mean value of the testosterone to cortisol ratio was observed was the T1-T2. Except that for the T2 sampling, the trend of the salivary testosterone to cortisol ratio of the entire population was constantly increasing from the beginning toward the end of the training program (Figure 3C). 456 Rapporto testosterone-cortisolo I valori medi del rapporto testosterone-cortisolo salivare sono aumentati in maniera significativa, considerando il periodo T0-T1 con una ΔT1-T0 di 4,96 (Figura 5A). Anche nel periodo T1-T3 è stato osservato un aumento significativo con una ΔT3-T1 di 5,85 (Figura 5B), così come nel periodo T2-T4 con una ΔT4-T2 di 4,21 (Figura 5C), nel periodo T0-T3 con una ΔT3-T0 di 10,81 (Figura 5D) e nel periodo T0-T4 con una ΔT4-T0 di 7,33 (Figura 5E). L’unico periodo in cui è stata osservata una lieve riduzione (non statisticamente significativa) del valore medio del rapporto testosterone-cortisolo è stato il periodo T1-T2. Fatta eccezione per il campionamento T2, la tendenza del rapporto testosterone-cortisolo salivare di tutta la popolazione era in costante aumento dall’inizio al termine del programma di allenamento (Figura 3C). MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program PACINI Figure 4.—Cortisol levels during the training program. A) Differences in cortisol levels (ΔT1-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean cortisol concentration, expressed in ng/ mL, is indicated by the horizontal line. Mean±SD: -2.93±2.44; P=0.0002; B) differences in cortisol levels (ΔT3-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean cortisol concentration, expressed in ng/mL, is indicated by the horizontal line. Mean±SD: -3.55±2.94; P=0.0002; C) differences in cortisol levels (ΔT4-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean cortisol concentration, expressed in ng/mL, is indicated by the horizontal line. Mean±SD: -2.61±3.14; P=0.0046. Figura 4. — Livelli di cortisolo durante il programma di allenamento. A) Le differenze nei livelli di cortisolo (ΔT1-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. La concentrazione media di cortisolo, espressa in ng/ml, è indicata dalla linea orizzontale. Media±DS: -2.93±2,44; P=0,0002; B) le differenze nei livelli di cortisolo (ΔT3-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. La concentrazione media di cortisolo, espressa in ng/ml, è indicata dalla linea orizzontale. Media±DS: -3.55±2,94; P=0,0002; C) le differenze nei livelli di cortisolo (ΔT4-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. La concentrazione media di cortisolo, espressa in ng/ml, è indicata dalla linea orizzontale. Media±DS: -2,61±3,14; P=0,0046. Correlation between ACTN3 ACE polymorphisms with hormone levels, BIA and different rugby position Correlazione tra i polimorfismi ACTN3 e ACE con i livelli ormonali, i valori BIA e il diverso ruolo tattico dei rugbisti ACTN3 and ACE genotypes are reported in Table I. Among the 16 athletes examined in this study, 9 were RR, 1 XR and 6 RR for ACTN3 I genotipi ACTN3 e ACE sono riportati nella Tabella I. Tra i 16 atleti esaminati nel presente studio, 9 erano RR, 1 era XR e 6 RR per il polimorfismo Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 457 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program Figure 5.—Testosterone to cortisol ratio during the training program. A) Differences in testosterone to cortisol ratio (ΔT1-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone to cortisol ratio is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 4.96±3; P<0.0001; B) differences in testosterone to cortisol ratio (ΔT3-T1) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone to cortisol ratio is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 5.85±9.24; P<0.023; C) differences in testosterone to cortisol ratio (ΔT4-T2) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone to cortisol ratio is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 4.21±6.19; P=0.016; D) differences in testosterone to cortisol ratio (ΔT3-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone to cortisol ratio is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 10.81±9.50; P=0.0004; E) differences in testosterone to cortisol ratio (ΔT4-T0) for each athlete are reported on the x axis. Each number indicates a different subject. The mean testosterone to cortisol ratio is indicated by the horizontal line. Mean±SD: 7.33±8.26; P=0.029. Figura 5. — Rapporto testosterone-cortisolo durante il programma di allenamento. A) le differenze nel rapporto testosterone-cortisolo (ΔT1-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. Il rapporto testosterone-cortisolo medio è indicato dalla linea orizzontale. Media±DS: 4,96±3; P<0.0001; B) le differenze nel rapporto testosterone-cortisolo (ΔT3-T1) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. Il rapporto testosterone-cortisolo medio è indicato dalla linea orizzontale. Media±DS: 5,85±9,24; P<0,023; C) le differenze nel rapporto testosterone-cortisolo (ΔT4-T2) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. Il rapporto testosterone-cortisolo medio è indicato dalla linea orizzontale. Media±DS: 4,21±6,19; P = 0,016; D) le differenze nel rapporto testosterone-cortisolo (ΔT3-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. Il rapporto testosterone-cortisolo medio è indicato dalla linea orizzontale. Media±DS: 10,81±9,50; P=0,0004; E) le differenze nel rapporto testosterone-cortisolo (ΔT4-T0) per ciascun atleta sono riportate sull’asse x. Ciascun numero indica un soggetto diverso. Il rapporto testosteronecortisolo medio è indicato dalla linea orizzontale. Media±DS: 7,33±8,26; P=0,029. Table I.—ACTN3 and ACE genotype distribution. Tabella I. — Distribuzione dei genotipi ACTN3 e ACE. Genotype Number of subjects ACTN3 ACE RR XX RX II ID DD 9 1 6 2 6 8 Table II.—ACE genotype distribution in rugby players on the basis of the position. Tabella II. — Distribuzione del genotipo per i polimorfismi ACE I/D tra i giocatori di rugby in diversi ruoli tattici. ACE genotype Position Forward Back Total (Forward + Back) 458 Frequence Percentage (%) Frequence Percentage (%) Frequence Percentage (%) DD ID II 7 43.75 1 6.25 8 50 2 12.5 4 25 6 37.5 0 0 2 12.5 2 12.5 MEDICINA DELLO SPORT Total 9 56.25 7 43.75 16 100 Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program polymorphism. For ACE polymorphism, 2 were II, 6 were ID and 8 were DD. No statistical correlations were found between gene polymorphisms (ACTN3 and ACE) and hormone levels or BIA values. However statistical differences (P=0.0298) in the genotype distribution were observed for ACE I/D polymorphisms among athletes playing in different positions (Table II). Seven out of 8 players carrying the DD genotype play as a forward while the only players carrying the II genotype play back. PACINI ACTN3. Per il polimorfismo ACE, 2 erano II, 6 erano ID e 8 erano DD. Non abbiamo osservato nessuna correlazione statistica tra i polimorfismi genetici (ACTN3 e ACE) con i livelli ormonali o i valori BIA. Tuttavia, abbiamo osservato differenze statistiche (P=0,0298) nella distribuzione del genotipo per i polimorfismi ACE I/D tra gli atleti in diversi ruoli tattici (Tabella II). Sette giocatori su 8, portatori del genotipo DD, erano attaccanti, mentre gli unici giocatori portatori del genotipo II erano difensori. Discussione Discussion The goal of this study was to assess, in a selected group of rugby players, whether salivary levels of testosterone and cortisol could be provide precise and reliable measure of the physiological adaptation during a specific training program in order to avoid overtraining. For this purpose we used a simple, non-invasive and fast salivary hormone test. Hormone levels were measured at the beginning of the training program (T0) and in other four moments considered crucial for their relevance in the training program (T1, T2, T3, T4). Mean differences (Δ) in hormone levels were calculated for six different periods, critical for their link with specific aspects strictly related to the training program: T0-T1, T0-T2, T0-T3, T0-T4, T1-T3, T2-T4. This study show that in the first period of preseason (T0-T1) no significant changes were observed in the mean salivary levels of testosterone while levels of cortisol significantly decreased thus leading to a testosterone to cortisol ratio significantly increased. This first period corresponds to the first week of preseason training which has the aim of inducing a general conditioning after the summer rest. Training in the first weeks prior to the start of a sport season is critical to an athlete’s success. Besides the physical advantages an athlete will gain, a successful pre-season strength and conditioning program prevents short and long-term injury (htpp://www.stopsportsinjuries.org/). According to the fact that levels of cortisol are strictly related to physical stress,14 from these results we argue that a significant decrease of cortisol in the first pre-season training program week could suggest a sort of antistress effect. This leads us to guess that a first week of mild intensity training, after a long rest, together with an appropriate life style (always Vol. 67 - No. 3 Obiettivo del presente studio è stato quello di valutare, in un gruppo selezionato di rugbisti, se i livelli di testosterone e cortisolo salivari possano fornire una misurazione precisa e affidabile dell’adattamento fisiologico durante un programma di allenamento specifico, al fine di evitare il sovrallenamento. A tale scopo, abbiamo utilizzato un semplice test, rapido e non invasivo, dei livelli ormonali salivari. I livelli ormonali sono stati misurati all’inizio del programma di allenamento (T0) e in altri quattro momenti considerati essenziali per la loro rilevanza all’interno del programma di allenamento (T1, T2, T3, T4). Le differenze medie (Δ) nei livelli ormonali sono state calcolate per sei diversi periodi, critici per il loro legame con aspetti specifici strettamente correlati al programma di allenamento: T0-T1, T0-T2, T0-T3, T0-T4, T1-T3, T2-T4. Il presente studio ha mostrato che nel periodo iniziale di pre-campionato (T0-T1) non sono state osservate variazioni significative nei livelli medi di testosterone salivare, mentre i livelli di cortisolo sono diminuiti in maniera significativa, inducendo in tal modo un significativo aumento del rapporto testosterone-cortisolo. Questo periodo iniziale corrisponde alla prima settimana di allenamento pre-campionato, che ha lo scopo di indurre un condizionamento generale dopo il riposo estivo. L’allenamento nelle settimane che precedono l’inizio del campionato è fondamentale per il successo di un atleta. Oltre ai vantaggi fisici per l’atleta, un efficace programma pre-campionato per il condizionamento e la forza previene gli infortuni a breve e lungo termine (htpp://www.stopsportsinjuries.org/). Poiché i livelli di cortisolo sono strettamente associati allo stress fisico 14, in base a tali risultati sosteniamo che una significativa riduzione del cortisolo nel primo programma di allenamento pre-campionato potrebbe suggerire una specie di effetto anti-stress. Questo ci porta a immaginare che una prima settimana di allenamento di moderata intensità, dopo un lungo periodo di riposo, unitamente a un ade- MEDICINA DELLO SPORT 459 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program required for high level athletes) might represent an appropriate starting point to positively affect athletes in sustaining the following weeks of heavy training load. In the second period (T1-T2) no significant changes were observed in the mean salivary levels of testosterone and cortisol. However cortisol level was slightly increased in comparison to the level observed in the previous period T0-T1 thus leading to a decrease of testosterone to cortisol ratio. These data are in agreement with the fact that after a mild week of training (T0-T1), players, at the end of the T1-T2 period, have been exposed to an heavy load training with a consistent increase of psychophysical stress (as shown by the slight increase of cortisol level). In the third period (T1-T3), even though the increase of testosterone level and the decrease of cortisol level were not statistically significant, the testosterone to cortisol ratio significantly increased. In this period we compare the status of rugby players after the first week of medium-low training with their status after 5 weeks of conditioning when players have reached a good adaptation to the training loads. According to these data we might interpret the increase of testosterone level as an appropriate answer of body to adaptation after repeated training stimuli aimed to the strength conditioning; on the other hand, the decrease of cortisol level could be considered as an expression of adaptation allowing players to develop low level of tiring and psychophysical stress and a better answer to training stimuli. The increase of testosterone to cortisol ratio might be interpreted as a good indicator of the ability of players to assimilate the training load. In the following period (T2-T4) the hormone trends (i.e. the increase of testosterone, the decrease of cortisol and the increase of the testosterone to cortisol ratio) observed in the previous two periods were confirmed. The increased testosterone to cortisol ratio is meanly due to the strong increase of testosterone rather than to the slight decrease of cortisol thus confirming a good physical adaptation leading to an increase in strength. In the period (T0-T3) testosterone level was increased while cortisol level was significantly decreased so that the testosterone to cortisol ratio was significantly decreased. This period is the one where level of cortisol is the lowest suggesting a good physical condition with 460 guato stile di vita (sempre necessario per gli atleti di alto livello) potrebbe rappresentare un punto di partenza appropriato per influenzare positivamente gli atleti nel sostenere le successive settimane di allenamento ad alta intensità. Nel secondo periodo (T1-T2) non abbiamo osservato alcuna variazione nei livelli medi di testosterone e cortisolo salivari. Tuttavia, il livello di cortisolo è aumentato lievemente rispetto al livello osservato nel precedente periodo T0-T1, conducendo in tal modo a una riduzione del rapporto testosteronecortisolo. Tali dati sono in linea col fatto che, dopo una settimana di allenamento moderato (T0-T1), al termine del periodo T1-T2, i giocatori sono stati esposti a un allenamento di elevata intensità con un notevole aumento dello stress psicofisico (come mostrato dal lieve aumento del livello di cortisolo). Nel terzo periodo (T1-T3), anche se l’aumento del livello di testosterone e la diminuzione del livello di cortisolo non erano statisticamente significativi, il rapporto testosterone-cortisolo è aumentato in maniera significativa. In tale periodo abbiamo confrontato lo stato dei rugbisti dopo la prima settimana di allenamento a intensità medio-bassa con il loro stato dopo 5 settimane di condizionamento, quando i giocatori hanno raggiunto un buon adattamento ai carichi di lavoro. Secondo tali dati, potremmo interpretare l’aumento del livello di testosterone come una risposta adeguata del corpo all’adattamento dopo ripetuti stimoli di allenamento mirati al condizionamento della forza; d’altro canto, la diminuzione del livello di cortisolo potrebbe essere considerata un’espressione dell’adattamento che permette ai giocatori di sviluppare un basso livello di affaticamento, un basso stress psicofisico e una migliore risposta agli stimoli dell’allenamento. L’aumento del rapporto testosteronecortisolo potrebbe essere interpretato come un buon indicatore dell’abilità dei giocatori di assimilare il carico di allenamento. Nel successivo periodo (T2-T4) le tendenze ormonali (cioè l’aumento di testosterone, la diminuzione di cortisolo e l’aumento del rapporto testosteronecortisolo) osservate nei due periodi precedenti sono state confermate. L’aumento del rapporto testosterone-cortisolo è principalmente dovuto al significativo aumento del testosterone piuttosto che alla leggera diminuzione del cortisolo, confermando così un buon adattamento fisico che conduce a un aumento nella forza. In tale periodo (T0-T3), il livello di testosterone è aumentato, mentre il livello di cortisolo è diminuito in maniera significativa, cosicché il rapporto testosterone-cortisolo è diminuito in maniera significativa. Tale periodo è quello in cui il livello di cortisolo è più basso, suggerendo una buona condizione MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program a concomitant low tiring and psychophysical stress. The last period (T0-T4) was characterized by a significant increase in testosterone level as well as a significant decrease in cortisol level with a consequent testosterone to cortisol ratio significantly increased. The high level of testosterone confirms the fact that an important physical adaptation occurred allowing the player to support high training load without a concomitant psychophysical stress (low cortisol level). At the first glance dividing the training period in six mini cycles could be at least curious; however the availability of biochemical parameters frequently and in real time could represents an important tool for trainers. In fact, saliva testosterone and cortisol levels provide coaches, in a very short time, a scientific support to the fact that the training program thought for each athlete is providing the expected results without any risk that overreaching and overtraining are arising. Monitoring the internal training load through immune-endocrine response by the salivary measurements of cortisol and testosterone appeared an effective tool to validate the specific training program administered to the rugby players enrolled in this study. These measurements were effective, practical, noninvasive and stress-free and proved to be easy to apply during the pre-season and season training periods of a professional rugby team. BIA values, measured before and after the conditioning training program, showed that PA as well as BCM were increased at the end of the training program thus reinforcing the accuracy of saliva hormone measures. Rugby players are characterized by a strong muscular power, speed, agility and aerobic power.5 Several athletic performances are differently expressed according to the different team position; backs usually perform a metabolic activity in comparison to forwards which are able to mostly perform high peaks of strength.15 Considering these differences between backs and forwards, we evaluated the relationship among the team position and the hormone levels as well as BIA values but no significant correlation were found. Concerning the different team position, our results provided a significant correlation between the different team position and genotype. In this study we considered the genetic polymorphisms of ACE and ACTN3 Vol. 67 - No. 3 PACINI fisica con un concomitante basso affaticamento e stress psicofisico. L’ultimo periodo (T0-T4) era caratterizzato da un significativo aumento del livello di testosterone, oltre che da una significativa riduzione del livello di cortisolo, con un conseguente significativo aumento del rapporto testosterone-cortisolo. L’elevato livello di testosterone conferma il fatto che si è verificato un importante adattamento fisico, consentendo ai giocatori di sostenere un elevato carico di allenamento senza un concomitante stress psicofisico (basso livello di cortisolo). A un primo sguardo, la suddivisione del periodo di allenamento in sei mini-cicli potrebbe sembrare alquanto inconsueta; tuttavia, la disponibilità di parametri biochimici in maniera frequente e in tempo reale potrebbe rappresentare un importante strumento per gli allenatori. Infatti, i livelli di testosterone e cortisolo salivari forniscono agli allenatori, in un lasso di tempo molto breve, un supporto scientifico al fatto che il programma di allenamento concepito per ciascun atleta sta fornendo i risultati attesi senza alcun rischio di sovraffaticamento e sovrallenamento. Il monitoraggio del carico di allenamento interno attraverso la risposta immunoendocrina, con le misurazioni salivari di cortisolo e testosterone, si è dimostrato uno strumento efficace per convalidare il programma di allenamento specifico somministrato ai rugbisti reclutati nel presente studio. Tali misurazioni sono efficaci, pratiche, non invasive, non comportano alcuno stress e si sono dimostrate facili da applicare durante i periodi di allenamento di pre-campionato e campionato in una squadra di rugby professionista. I valori BIA, misurati prima e dopo il programma di allenamento di condizionamento, hanno mostrato che PA e BCM sono aumentati al termine del programma di allenamento, rafforzando così la precisione delle misurazioni ormonali salivari. I rugbisti sono caratterizzati da una forte potenza muscolare, oltre che da velocità, agilità e potenza aerobica 5. Numerose performance atletiche sono espresse in maniera diversa in base al diverso ruolo tattico sul terreno di gioco; i difensori generalmente svolgono un’attività metabolica rispetto agli attaccanti, che sono in grado di raggiungere soprattutto elevati picchi di forza 15. Tenendo in considerazione tali differenze tra difensori e attaccanti, abbiamo valutato la relazione tra il ruolo tattico e i livelli ormonali, oltre che i valori BIA, ma non abbiamo osservato correlazioni significative. Per quanto concerne il diverso ruolo tattico, i nostri risultati hanno mostrato una correlazione significativa tra il diverso ruolo tattico e il genotipo. Nel presente studio abbiamo valutato i MEDICINA DELLO SPORT 461 PACINI Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program gene. ACE gene, besides regulating blood pressure, is expressed in skeletal muscle where it influences its function and biomechanical properties. The ACE D allele would favor performance in power or strength-oriented versus more endurance exercise tasks. Indeed, the D allele has been associated with “sprint” athletic performance.16 According to the literature, almost all of the forwards examined in this study are DD. This leads us to argue that having a DD genotype, most of the forwards are prone to strength performances. On the other hand, the II genotype mostly represented in the backs, correlates to resistance according to the fact that backs are characterized by high metabolic activity performances. Another strong candidate to influence muscle phenotype is the ACTN3 gene which encodes a α-actinin-3 in skeletal muscle fibers, a protein necessary to produce fast and powerful contractions. However, from our data, no significant correlations were found between ACTN3 polymorphisms and hormone levels, BIA values or team position. polimorfismi genetici dei geni ACE e ACTN3. Il gene ACE, oltre a regolare la pressione arteriosa, è espresso nel muscolo scheletrico, del quale influenza la funzionalità e le proprietà biomeccaniche. L’allele D del gene ACE favorirebbe la performance negli esercizi fisici orientati alla potenza o alla forza rispetto a quelli orientati maggiormente alla resistenza. In effetti, l’allele D è stato associato con le performance atletiche della “corsa veloce” 16. Secondo la letteratura, quasi tutti gli attaccanti esaminati in questo studio sono DD. Questo ci conduce a sostenere che, avendo un genotipo DD, la maggior parte degli attaccanti è predisposta a performance di forza. D’altro canto, il genotipo II è rappresentato soprattutto nei difensori ed è correlato alla resistenza, in base al fatto che i difensori sono caratterizzati da elevate performance di attività metabolica. Un altro forte candidato per influenzare il fenotipo muscolare è il gene ACTN3 che codifica una α-actinina-3 nelle fibre muscolari scheletriche, una proteina necessaria a produrre contrazioni rapide e potenti. Tuttavia, dai nostri dati, non sono state osservate correlazioni significative tra i polimorfismi ACTN3 e i livelli ormonali, i valori BIA o il ruolo tattico. Conclusions From our study it emerged that the specific periodised preseason training program was effective in preparing the athletes for the beginning of the National Championship as showed by improvements in recovery-stress state and physical performance monitored by the variations of the salivary cortisol and testosterone levels and BIA values. This study creates a solid basis for the use of saliva testosterone and cortisol levels to better monitor and customize season training program. These measures represent a useful, effective, fast, noninvasive and stress-free tool to monitor, validate and set sport-specific conditioning training programs. Our findings are supported by other previous studies confirming the relation between the adrenocortical response and intense physical exercise,9-12 and suggest that such measures may be useful biological markers of training responses. When used as part of a multi-factorial monitoring program (e.g., athletic performance tests, questionnaires, immune-endocrine responses, BIA values, genetic association studies, experienced observation of the trainers, etc.), monitoring the salivary testosterone and cortisol levels over the pre-season and the season training pe- 462 Conclusioni Dal nostro studio è emerso che uno specifico programma periodizzato di allenamento pre-campionato è efficace nel preparare gli atleti per l’inizio del campionato nazionale, come mostrato dai miglioramenti nello stato di recupero-stress e dalla performance fisica monitorata dalle variazioni dei livelli di testosterone e cortisolo salivari e dai valori BIA. Il presente studio crea solide fondamenta per l’utilizzo dei livelli di testosterone e cortisolo salivari al fine di monitorare e personalizzare meglio il programma di allenamento durante il campionato. Tali misurazioni rappresentano uno strumento utile, efficace, rapido, non invasivo e privo di stress per monitorare, convalidare e configurare programmi di allenamento di condizionamento specifici per una disciplina sportiva. I nostri risultati sono supportati da altri precedenti studi, a conferma della relazione tra la risposta corticosurrenale e l’esercizio fisico di elevata intensità 9, 12 e suggeriscono che tali misurazioni potrebbero essere utili marcatori biologici delle risposte all’allenamento. Quando utilizzato come parte di un programma di monitoraggio multifattoriale (ad es. test di performance atletica, questionari, risposte immunoendocrine, valori BIA, studi di associazione genetica, osservazione competente da parte degli allenatori, ecc.), il monitoraggio dei livelli di testosterone e cortisolo salivari nel corso dei periodi di allenamento MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Salivary testosterone and cortisol levels to assess conditioning training program riods could represent an effective tool useful to assist coaches making decisions regarding how a group or individual is responding to the training. Customized and well monitored training increases athletic performance, structural stability, strength expression and power projection, optimize the fitness components required for the competition season and, at the same time, reduces the risk of overtraining syndrome and injuries. Even though the sample size was small and the multi-factorial components affecting the athletic performance and the hormonal response limit the possibilities to draw definite conclusions, this study suggest useful information and potential tool to improve the group and individual training and monitoring programs, and to prepare the athletes to high level competitions. Additional cross-link studies on the appropriate management of external and internal training loads and multi-factorial monitoring programs during successive competitions and at different periods of the pre-season and playing season such as upcoming genetic association studies are other essential areas for future research. References/Bibliografia 1) Duthie G, Pyne D, Hooper S. Applied physiology and game analysis of rugby union. Sports Med 2003;33:973-91. 2) Armstrong LE, VanHeest JL. The unknown mechanism of the overtraining syndrome: clues from depression and psychoneuroimmunology. Sports Med 2002;32:185-209. 3) Meeusen R, Nederhof E, Buyse L, Roelands B, de Schutter G, Piacentini MF. Diagnosing overtraining in athletes using the two-bout exercise protocol. Br J Sports Med 2010;44:642-8. 4) Haddad M, Chaouachi A, Castagna C, Wong DP, Behm DG, Chamari, K. The construct validity of session RPE during an intensive camp in young male Taekwondo athletes. Int J Sports Physiol Perform 2011;6:252-63. 5) Elloumi M, Makni E, Moalla W, Bouaziz T, Tabka Z, Lac G, et al. Monitoring training load and fatigue in rugby sevens players. Asian J Sports Med 2012;3:17584. 6) – Maso F, Lac G, Filaire E, Michaux O, Robert A. Salivary testosterone and cortisol in rugby players: correlation with psy- PACINI prima e durante il campionato potrebbe rappresentare uno strumento efficace per assistere gli allenatori nel prendere decisioni concernenti il modo in cui un gruppo o un individuo sta rispondendo all’allenamento. Un allenamento personalizzato e ben monitorato aumenta la performance atletica, la stabilità strutturale, l’espressione della forza e la proiezione di potenza, ottimizza i componenti di fitness necessari durante il campionato e, allo stesso tempo, riduce il rischio della sindrome da sovrallenamento e gli infortuni. Anche se la dimensione del campione era ridotta e i componenti multi-fattoriali che influenzano la performance atletica e la risposta ormonale limitano la possibilità di trarre conclusioni definitive, il presente studio suggerisce informazioni utili e strumenti potenziali per migliorare i programmi di monitoraggio e di allenamento individuali e di gruppo, e per preparare gli atleti alle competizioni di alto livello. Ulteriori studi incrociati sull’appropriata gestione dei carichi di allenamento interno ed esterno e sui programmi di monitoraggio multi-fattoriali durante le competizioni successive, a diversi periodi di pre-campionato e campionato, come gli imminenti studi di associazione genetica, rappresentano altre aree essenziali per le ricerche future. chological overtraining items. Br J Sports Med 2004;38:260-3. 7) Crewther BT, Lowe TE, Ingram J, Weatherby RP. Validating the salivary testosterone and cortisol concentration measures in response to short high-intensity exercise. J Sports Med Phys Fitness 2010;50:85-92. 8) Elloumi M, Maso F, Michaux O, Robert A, Lac G. Behaviour of saliva cortisol [C], testosterone [T] and the T/C ratio during a rugby match and during the post-competition recovery days. Eur J Appl Physiol 2003;90:23-8. 9���������������������������������������� ) �������������������������������������� Minetto M, Rainoldi A, Gazzoni M, Terzolo M, Borrione P, Termine A et al. Differential responses of serum and salivary interleukin-6 to acute strenuous exercise. Eur J Appl Physiol 2005;93:679-86. 10) Paccotti P, Minetto M, Terzolo M, Ventura M, Ganzit GP, Borrione P et al. Effects of high-intensity isokinetic exercise on salivary cortisol in athelets with different training schedules: relationships to serum cortisol and lactate. Int J Sports Med 2005;26:747-55. 11) Gomez RV, Moreira A, Lodo L, Nosaka K, Coutts AJ, Aoki MS. Monitoring training loads, stress, immune-endocrine responses and performance in tennis players. Biol Sport 2013;30:173-80. 12) Nunes JA, Moreira A, Crewther BT, Nosaka K, Viveiros L, Aoki MS. Monitoring training load, recovery-stress state, immuneendocrine responses and physical performance in elite female basketball players during a periodized training program. J Strenght Cond Res 2014 [Epub ahead of print]. 13) Papacosta E, Nassis GP. Saliva as a tool for monitoring steroid, peptide and immune markers in sport and exercise science. J Sci Med Sport 2011;14:424-34. 14) Gatti R, De Paolo EF. An update: salivary hormones and physical exercise. Scand J Med Sci Sports 2011;21:157-69. 15) Crewther BT, Kilduff LP, Cook CJ, Cunningham DJ, Bunce PJ, Bracken RM et al. Scaling strength and power for body mass differences in rugby union players. J Sports Med Phys Fitness 2012;52:27-32. 16) Rodríguez-Romo G, Ruiz JR, Santiago C, Fiuza-Luces C, González-Freire M, Gómez-Gallego F et al. Does the ACE I/D polymorphism, alone or in combination with the ACTN3 R577X polymorphism, influence muscle power phenotypes in young, non-athletic adults? Eur J Appl Physiol 2010;110:1099-106. Funding.—This research was supported by the University of Florence, Italy. Acknowledgments.—The authors would like to thank the Rugby Club I Cavalieri (Prato, Italy) for the facilitation and support provided. Conflicts of interest.—The authors certify that there is no conflict of interest with any financial organization regarding the material discussed in the manuscript. Received on April 2, 2014. - Accepted for publication on July 23, 2014. Corresponding author: G. Morucci, Anatomy and Histology Section, Department of Experimental and Clinical Medicine, University of Florence, largo Brambilla 3, 50134 Florence, Italy. E-mail: [email protected] Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 463 MED SPORT 2014;67:465-72 Determination of maximal fat oxidation for prescribing exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects Determinazione della massima ossidazione lipidica per la prescrizione dell’esercizio fisico in soggetti sedentari e non obesi affetti da diabete di tipo 2 M. TRAINA 1, A. GIGLIO 2, R. LO PRESTI 1, D. CERASOLA 1 V. GIGLIO 2, D. ZANGLA 1, G. RUSSO 1, A. CATALDO 1 1Sport and Exercise Sciences DISMOT Research Unit, University of Palermo, Palermo, Italy 2Center of Sport Medicine FMSI, Palermo, Italy SUMMARY Aim. Aim of the present study was to determine the exercise intensity that elicits the highest fat oxidation rate in sedentary non-obese subjects with type 2 diabetes. Methods. Eleven sedentary subjects with type 2 diabetes (T2DS) and eleven healthy sedentary subjects (HS), aged 45 to 65 and non-obese, were evaluated to a graded exercise test. Oxygen uptake (VO2) and fat oxidation rate (FAT) were detected. FAT was then plotted as a function of exercise intensity, expressed as percentage of VO2max. We determined the exercise intensity (%VO2max) at which fat oxidation was maximal (FATmax). Results. Absolute FATmax was not significantly different between T2DS and HS (0.51±0.13 vs. 0.56±0.29 g∙min-1). FATmax occurred at 69% of VO2max in T2DS, and at 60% of VO2max in HS. A positive linear correlation between FATmax and VO2max in both groups (r=0.85; P=0.0009 in T2DS, and r=0.77; P=0.006 in HS) has been found. Conclusion. In sedentary non-obese T2DS, FATmax occurs at higher exercise intensity than in HS. This result should be taken into account for the accurate exercise prescription. Moreover, the positive linear correlation between FATmax and VO2max suggests that even in T2D subjects the muscle oxidative capacity might increase in response to training aimed to improve VO2max. Key words: Metabolism - Motor activity - Glycemic Index. RIASSUNTO Obiettivo. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare l’intensità di esercizio fisico che causa la più elevata velocità di ossidazione lipidica in soggetti sedentari e non obesi affetti da diabete di tipo 2. Metodi. Undici soggetti sedentari affetti da diabete di tipo 2 (SDT2) e undici soggetti sedentari sani (SS), di età compresa tra 45 e 65 anni, non obesi, sono stati valutati con una prova da sforzo incrementale. Sono stati rilevati il consumo di ossigeno (VO2) e la velocità di ossidazione lipidica (fat oxidation rate, FAT). Il FAT è stato quindi espresso in funzione dell’intensità di esercizio, indicata come percentuale di VO2max. Abbiamo determinato l’intensità dell’esercizio fisico (%VO2max) alla quale l’ossidazione era massima (FATmax). Risultati. Il FATmax assoluto non era statisticamente diverso tra i SDT2 e i SS (0,51±0,13 vs. 0,56±0,29 g∙min-1). Il FATmax si è verificato al 69% del VO2max nei SDT2 e al 60% del VO2max nei SS. È stata osservata una correlazione lineare positiva tra FATmax e VO2max in entrambi i gruppi (r=0,85; P=0,0009 nei SDT2 e r=0,77; P=0,006 nei SS). Conclusioni. Nei SDT2 sedentari e non obesi il FATmax si è verificato a una più elevata intensità di esercizio fisico rispetto ai SS. Il risultato deve essere tenuto in considerazione per un’accurata prescrizione dell’esercizio fisico. Inoltre, la correlazione lineare positiva tra FATmax e VO2max suggerisce che anche nei soggetti con DT2 la capacità ossidativa dei muscoli potrebbe aumentare in risposta all’allenamento mirato al miglioramento del VO2max. Parole chiave: Metabolismo - Attività motoria - Indice glicemico. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 465 TRAINA Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects E xercise training has been demonstrated to be an essential treatment for the prevention and management of type 2 diabetes (T2D).1 Carbohydrates and fatty acids are the dominant fuels oxidized for energy production during exercise. Their contribution is influenced by intensity of exercise,2 with a progressive increase in the relative contribution of carbohydrate oxidation to energy expenditure, whereas the absolute rate of fat oxidation increases from low to moderate intensities of exercise and declines as exercise becomes more intense.3, 4 In subjects with T2D the altered metabolism and the lower capacity to sustain efforts 5 changed the choice and regulation of energy substrates for oxidation.6 Exercise intensity at which fat oxidation is maximal has been shown to improve insulin sensitivity and glycemic control in T2D subjects.7 Purpose of our study was to determine the exercise intensity that elicits maximal fat oxidation in sedentary type 2 diabetes subjects for prescribing optimal physical activity aimed to improve glycemic control and body weight reduction. Materials and methods We recruited 11 (seven male and four female) T2D subjects (T2DS) and 11 (seven male and four female) healthy subjects (HS). They were aged 45 to 65, non-obese (BMI <30 kg∙m-2), and were classified sedentary according the criteria of the International Physical Activity Questionnaire (IPAQ).8 Subjects with coronary heart disease, retinopathy, lung or muscular disease and those suffering from a disability preventing them from performing exercise testing (peripheral vascular disease, arthropathy) were excluded. T2D was diagnosed using the criteria of the American Diabetes Association. Diabetic subjects treated with insulin or glitazones were also excluded. Insuline resistance was excluded in HS and none of them had family history for diabetes. All subjects were also non-smokers and none abused alcohol. Subjects with coronary heart disease, retinopathy, lung or muscular disease and those suffering from a disability preventing them from performing exercise testing (peripheral vascular disease, arthropathy) were excluded. T2D was diagnosed using the criteria of the American Diabetes Association. Diabetic subjects treated with insulin or glitazones were also excluded. Insuline resistance was excluded in HS and none of them had fam- 466 È stato dimostrato che l’allenamento fisico rappresenta un trattamento essenziale per la prevenzione e la gestione del diabete di tipo 2 (DT2) 1. I carboidrati e gli acidi grassi sono i principali substrati ossidati per la produzione energetica durante l’esercizio fisico. Il loro contributo è influenzato dall’intensità dell’esercizio fisico 2, con un progressivo aumento del contributo dell’ossidazione dei carboidrati al dispendio energetico, mentre la velocità assoluta di ossidazione lipidica aumenta alle intensità di esercizio fisico da bassa a moderata e si riduce con l’aumentare dell’intensità dell’esercizio 3, 4. Nei soggetti con DT2, il metabolismo alterato e la minore capacità di sostenere gli sforzi 5 modifica la scelta e la regolazione dei substrati energetici per l’ossidazione 6. È stato dimostrato che l’intensità dell’esercizio fisico alla quale l’ossidazione lipidica è massimale migliora la sensibilità all’insulina e il controllo glicemico nei soggetti con DT2 7. Obiettivo del presente studio è stato quello di determinare l’intensità dell’esercizio fisico che induce la massima ossidazione lipidica in soggetti sedentari affetti da diabete di tipo 2, allo scopo di prescrivere un’attività fisica ottimale mirata al miglioramento del controllo glicemico e alla riduzione del peso corporeo. Materiali e metodi Abbiamo reclutato 11 soggetti (sette uomini e quattro donne) con DT2 (SDT2) e 11 soggetti (sette uomini e quattro donne) sani (SS). I soggetti erano di età compresa tra 45 e 65 anni, non obesi (IMC <30 kg∙m-2), ed erano classificati come sedentari in base ai criteri dell’IPAQ (International Physical Activity Questionnaire) 8. I soggetti con cardiopatia coronarica, retinopatia, malattia polmonare o muscolare e i soggetti affetti da disabilità che impedivano loro di svolgere le prove da sforzo (vasculopatia periferica, artropatia) sono stati esclusi. Il DT2 è stato diagnosticato utilizzando i criteri dell’American Diabetes Association. Inoltre, sono stati esclusi i soggetti diabetici trattati con insulina o glitazoni. La resistenza insulinica è stata esclusa nei SS e nessuno di essi aveva una storia familiare di diabete. Tutti i soggetti erano non fumatori e nessuno di essi abusava di alcol. Ogni soggetto ha fornito il consenso informato scritto per la partecipazione, dopo aver ricevuto una spiegazione della natura e dell’obiettivo dello studio. Le procedure sono state condotte in conformità alla Dichiarazione di Helsinki e sono state approvate dalla Commissione IRB del nostro istituto. Tutte le valutazioni fisiologiche sono state condotte presso il La- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects ily history for diabetes. All subjects were also non-smokers and none abused alcohol. Each subject gave written informed consent to participate, following an explanation of the nature and purpose of the study. The procedures were conducted in compliance with the Declaration of Helsinki and were approved by the IRB Committee at our Institution. All the physiological evaluations were performed at the Laboratory of Sport and Exercise Sciences “DISMOT” Research Unit of the University of Palermo, Palermo, Italy. Given that carbohydrate intake can influence the absolute rate of fat oxidation during exercise, subjects have not had breakfast before exercise: all tests were performed between 8 and 10 a.m., after a 12-h overnight fast. Blood pressure and glycaemia at rest were evaluated prior to testing. Stature and body mass were measured using a stadiometer and an electronic weighing scales respectively (SECA, Germany). After a familiarization session lasting 10 min followed by a rest period, all subjects performed a graded exercise test to exhaustion on treadmill, using Modified Bruce protocol. The test was stopped when one or more of the following criteria were met: attainment of a VO2max plateau <2.2 mL kg-1∙min-1; respiratory exchange ratio (RER) >1.10; maximal heart rate (HRmax) close to theoretical value of 220 - age; the subject was unable to maintain the required work rate. A disposable facemask with a 50-80 mL dead space (Cosmed V2, Cosmed Srl, Italy) was used to collect expired air throughout the test. Oxygen uptake (VO2) and carbon dioxide production (VCO2) were recorded with a breath-bybreath measurement system (Cosmed Quark CPET, Cosmed Srl, Italy) and maximal oxygen uptake (VO2max) was defined as the highest consecutive 30-s average value achieved during the test. The flow meter and gas analyzers were calibrated before each test, according to the manufacturer’s instructions. Indirect calorimetry was used to determine body fat oxidation, with the assumption that urinary nitrogen excretion rate was negligible, using Peronnet and Massicote’s equation:9 FAT (g∙min-1) = 1.6946 ∙ VO2 – 1.7012 ∙ VCO2 (VO2 and VCO2 are expressed in L∙min-1). FAT was then plotted as a function of exercise intensity, expressed as percentage of VO2max. From each FAT curve, the peak rate (FATmax) measured over the entire range of exercise intensities, and the exercise intensity at which the fat oxidation rate was maximal, in absolute and Vol. 67 - No. 3 TRAINA boratorio di scienze motorie e sportive “DISMOT”, Unità di ricerca dell’Università di Palermo, Italia. Poiché l’assunzione di carboidrati può influenzare la velocità assoluta di ossidazione lipidica durante l’esercizio fisico, i soggetti non hanno mangiato nulla prima dell’esercizio fisico: tutti i test si sono svolti tra le 8 e le 10 del mattino, dopo un digiuno di 12 ore. La pressione arteriosa e la glicemia a riposo sono state valutate prima dei test. L’altezza e la massa corporea sono state misurate utilizzando rispettivamente uno statimetro e una bilancia elettronica (SECA, Germania). Dopo una sessione di familiarizzazione di 10 minuti, seguita da un periodo di riposo, tutti i soggetti hanno svolto una prova da sforzo incrementale su tapis roulant fino all’esaurimento, utilizzando il protocollo di Bruce modificato. Il test è stato interrotto quando sono stati soddisfatti uno o più dei seguenti criteri: raggiungimento di un plateau del VO2max <2,2 mL kg-1∙min-1; quoziente respiratorio (QR) >1,10; frequenza cardiaca massima (FCmax) prossima al volume teorico di 220 - età; soggetto non in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto. Una maschera monouso con 50-80 ml di spazio vuoto (Cosmed V2, Cosmed Srl, Italia) è stata utilizzata per raccogliere l’aria espirata per tutta la durata del test. Il consumo di ossigeno (VO2) e la produzione di biossido di carbonio (VCO2) sono state registrate con un sistema di misurazione ergospirometrico (Cosmed Quark CPET, Cosmed Srl, Italia) e il massimo consumo di ossigeno (VO2max) è stato definito come il più elevato valore medio consecutivo di 30 s raggiunto durante il test. Il flussometro e gli analizzatori di gas sono stati calibrati prima di ogni test, in base alle istruzioni del produttore. La calorimetria indiretta è stata utilizzata per determinare l’ossidazione del grasso corporeo, con il presupposto che il tasso di escrezione dell’azoto urinario fosse trascurabile, utilizzando l’equazione di Peronnet e Massicote 9: FAT (g∙min-1) = 1,6946 ∙ VO2 – 1,7012 ∙ VCO2 (VO2 e VCO2 sono espressi in l∙min-1). Il FAT è stato quindi espresso in funzione dell’intensità dell’esercizio, indicata come percentuale di VO2max. Da ciascuna curva FAT, sono stati identificati la velocità di picco (FATmax) misurata nel corso delle varie intensità di esercizio, e l’intensità di esercizio alla quale la velocità di ossidazione lipidica era massimale, in assoluto e come percentuale del massimo consumo di ossigeno (VO2; %VO2max). Durante i test, la frequenza cardiaca di ogni partecipante è stata registrata utilizzando un sistema radio-telemetrico a corto raggio (Polar Electro Oy, Finlandia). Tutte le risposte sono state monitorate lungo tutti i periodi di riposo, esercizio fisico e recupero e sono MEDICINA DELLO SPORT 467 TRAINA Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects percentage of maximal oxygen uptake (VO2; %VO2max), were identified. During the tests the heart rate of each participant was recorded using a short -range radio telemetry system (Polar Electro Oy, Finland). All responses were monitored throughout rest, exercise, and recovery, and grafically displayed. For the statistical analysis of the data, linear regression analysis was used (GraphPad InStat sofware). Data are presented as mean±SD. Differences between groups were assessed with two-tailed Student’s t-test for unpaired data. A simple linear regression model was used to assess the relations between FATmax and VO2max. Pearson product moment correlation coefficient (r) was used to determine the association between the considered parameters. The P value less than 0.05 was considered statistically significant. Results The characteristics of subjects are shown in Table I. There was no significant differences for age, body weight, and BMI. 9 T2DS and 5 HS were over-weight (25<BMI<29.9). VO2max was significantly lower in T2DS than in HS (22.05±4.30 vs. 31.14±7.01 mL∙kg-1∙min-1; P=0.002). Maximal heart rate during exercise was significantly lower in T2DS than in HS (127±14.8 vs. 148±14.7 bpm; P=0.003). Validity and reproducibility of the test were assessed. The very high intraclass correlation coefficients (ICCs=0.99; 95% CI=0.98-1), and the low coefficients of variation (CVs=2.5%; 95% CI=2.1-2.8%) of RER amply met the commonly accepted reliability criterion. Absolute fat oxidation rate was not significantly different between T2DS and HS (0.51±0.13 vs. 0.56±0.29 g∙min-1). The difference remained not significant even when in- state mostrate graficamente. Per l’analisi statistica dei dati è stata usata l’analisi di regressione lineare (software GraphPad InStat). I dati sono presentati come media±DS. Le differenze tra i gruppi sono state valutate con il test t di Student a due code per dati non appaiati. Un modello di regressione lineare semplice è stato utilizzato per valutare le relazioni tra FATmax e VO2max. Il coefficiente di correlazione prodotto-momento di Pearson (r) è stato usato per determinare l’associazione tra i parametri considerati. Un valore P inferiore a 0,05 è stato considerato statisticamente significativo. Risultati Le caratteristiche dei soggetti sono mostrate nella tabella I. Non sono state osservate differenze significative per età, peso corporeo e IMC. Nove SDT2 e cinque SS erano sovrappeso (25<IMC<29,9). Il VO2max era significativamente più basso nei SDT2 rispetto ai SS (22,05±4,30 vs. 31,14±7,01 ml∙kg-1∙min-1; P=0,002). La frequenza cardiaca massima durante l’esercizio fisico era significativamente più bassa nei SDT2 rispetto ai SS (127-14,8 vs. 148±14,7 bpm; P=0,003). Sono state valutate la validità e la riproducibilità del test. I coefficienti di correlazione intraclasse estremamente elevati (ICC=0,99; IC al 95%=0,981) e i bassi coefficienti di variazione (CV=2,5%; IC al 95%=2,1-2,8%) del QR soddisfano ampiamente il criterio di affidabilità comunemente accettato. La velocità assoluta di ossidazione lipidica non era significativamente diversa tra i SDT2 e i SS (0,51±0,13 vs. 0,56±0,29 g∙min-1). La differenza è rimasta non significativa anche quando indicizzata per la massa corporea (rispettivamente 6,75±1,55 vs. 7,62±3,20 mg∙kg-1∙min-1) (Tabella II). Il VO2 al FATmax non era significativamente diverso tra i due gruppi, ma corrispondeva a un’intensità di esercizio fisico più elevata nei SDT2 Table I.—Characteristics of subjects (mean±SD). Tabella I. — Caratteristiche dei soggetti (media±DS). Age (y) Body height (cm) Body weight (kg) BMI (kg m-2) VO2max (mL min-1) VO2max (mL kg-1 ∙ min-1) HRmax (bpm) T2DS (N.=11) HS (N.=11) 56±5.0 169±10.5 76±9.9 26.8±2.2 1670±344.6 22.05±4.30 127±14.8 55±3.7 169±11.2 72±10.6 25.1±1.7 2270±734.0 31.14±7.01 148±14.7 ** ** ** * Significant difference between T2DS and HS (P<0.05); ** Very significant difference between T2DS and HS (P<0.01). 468 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects TRAINA Table II.—Comparisons of fat oxidation rate between T2DS and HS (mean±SD). Tabella II. — Confronto del tasso di ossidazione dei grassi tra T2DS e HS (media±DS). min-1) FATmax (g FATmax (mg kg-1 ∙ min-1) VO2 at FATmax (mL∙ min-1) VO2 at FATmax (mL kg-1 ∙ min-1) VO2 at FATmax (%VO2max) HR at FATmax (bpm) HR at FATmax (%HRmax) T2DS HS 0.51±0.13 6.75±1.55 1155±246.3 15.16±2.50 69.2±4.5 98±11.2 78±6.1 0.56±0.29 7.62±3.20 1372±471.2 18.74±4.47 60.2±5.8 102±10.0 69±3.5 ** ** ** * Significant difference between T2DS and HS (P<0.05); ** Very significant difference between T2DS and HS (P<0.01). dexed for body mass (6.75±1.55 vs. 7.62±3.20 mg∙kg-1∙min-1, respectively) (Table II). The VO2 at FATmax was not significantly different between the two groups, but it corresponds to a higher exercise intensity in T2DS (69.2±4.5%VO2max) when compared to HS (60.2±5.8 %VO2max) (Figure 1). When the absolute value of VO2 at FATmax was indexed for body mass, the difference between the two groups become significantly (15.16±2.50 vs. 18.74±4.47 mL∙kg-1∙min-1 respectively; P=0.03). (69,2±4,5%VO2max) rispetto ai SS (60,2±5,8 %VO2max) (Figura 1). Quando il valore assoluto di VO2 al FATmax è stato indicizzato per la massa corporea, la differenza tra i due gruppi è diventata significativa (rispettivamente 15,16±2,50 vs. 18,74±4,47 ml∙kg-1∙min-1; P=0,03). La FC al FATmax era simile in entrambi i gruppi, ma a causa della loro FCmax inferiore, nei SDT2 corrispondeva a 78±6,1%FCmax rispetto a 69±3,5%FCmax nei SS (Tabella II). Quando è stata effettuata l’analisi di regressione lineare, è stata osservata una correlazione lineare Figure 1.—Fat oxidation rate at various exercise intensities (%VO2max) in T2DS and HS. *Significant difference (P<0.05); **Very significant difference (P<0.01). Figura 1. — Tasso di ossidazione lipidica a diverse intensità di esercizio fisico (%VO2max) in SDT2 e SS. *Differenza significativa (P<0,05); **Differenza estremamente significativa (P<0,01). Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 469 TRAINA Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects Figure 2.—Correlation between FATmax and VO2max in T2DS. Figura 2. — Correlazione tra FATmax e VO2max nei SDT2. The HR at FATmax was similar in both groups, but because of their lower HRmax, in T2DS corresponds to 78±6.1%HRmax compared to 69±3.5%HRmax in HS (Table II). When linear regression analysis was performed, a positive linear correlation between FATmax and VO2max in both groups (r=0.85; P=0.0009 in T2DS, and r=0.77; P=0.006 in HS) has been found. The correlation between FATmax and VO2max in T2DS is shown in Figure 2. Discussion Exercise training and regular physical activity are essential treatments for the prevention and management of type 2 diabetes. Exercise intensity is a determinant of substrate utilization,10 and the training level at which fat oxidation is maximal improves insulin sensitivity and glycemic control in T2D subjects.7 Blaak et al.11 reported that in subjects with type 2 diabetes the ability to oxidize lipids at exercise is impaired, and Ghanassia et al.7 showed that T2D subjects exhibit a decrease in lipid oxidation and a predominance of car- 470 positiva tra FATmax e VO2max in entrambi i gruppi (r=0,85; P=0,0009 nei SDT2 e r=0,77; P=0,006 nei SS). La correlazione tra FATmax e VO2max nei SDT2 è mostrata nella Figura 2. Discussione L’allenamento fisico e una regolare attività fisica sono trattamenti essenziali per prevenire e gestire il diabete di tipo 2. L’intensità dell’esercizio fisico è un fattore determinante per l’utilizzo dei substrati 10 e il livello di allenamento al quale l’ossidazione lipidica è massimale migliora la sensibilità all’insulina e il controllo glicemico nei soggetti con DT2 7. Blaak et al. 11 hanno indicato che nei soggetti con diabete di tipo 2 la capacità di ossidare i lipidi durante l’esercizio fisico è compromessa, mentre Ghanassia et al. 7 hanno riportato che i soggetti con DT2 mostrano una riduzione dell’ossidazione lipidica e una predominanza dell’utilizzo dei carboidrati a intensità di allenamento più basse. Tuttavia, tali studi sono stati condotti su soggetti obesi con DT2, nei quali vi era una significativa compromissione della captazione degli acidi grassi liberi nel plasma nel muscolo scheletrico 12. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects bohydrate utilization occurring at lower exercise intensities. However, these studies have been conducted on obese T2D subjects, where there was a significant impairment in plasma free fatty acid uptake in skeletal muscle.12 In a study on substrate metabolism during exercise in non-obese T2D subjects, Borghouts et al.13 reported that no alteration in fat metabolism were present. In our previous study, we confirmed that fat oxidation rate in non-obese T2D subjects was not impaired when compared with healthy subjects.14 The main goal of our study was to determine the exercise intensity that elicits maximal fat oxidation in non-obese sedentary subjects with type 2 diabetes, in order to prescribe optimal physical activity aimed to improve glycemic control and body weight reduction. Indirect calorimetry, which is used in our study, is a common and widely accepted method to quantify substrate oxidation rates at rest and during exercise.7 Whereas most other studies measured fat oxidation during 3 or 4 constant exercise intensities, in this study FATmax was determined over a wide range of intensity. Since a protocol with work rate increments every 3-min can be used for valid assessment of FATmax,15 we used the Modified Bruce protocol. This test starts at a lower workload than the Standard one; it is typically used for elderly or sedentary subjects and is largely accepted to accurately determine VO2max. Our study showed that the maximum rate of fat oxidation is not different in T2DS than HS, and occurs at the same absolute value of VO2. However, VO2max and HRmax were significantly lower in T2DS, and as such FATmax occurs in these subjects at a higher intensity than in HS (69% vs. 60%VO2max, corresponding to 78% vs. 69%HRmax). The lower values of HRmax and VO2max are not surprising and may be explained by the reduced cardiovascular fitness and the lower capacity to sustain efforts in T2DS compared to HS.16 Although most recommendations on exercise prescriptions for diabetes management are for a minimum of 30 minutes per day (5 days/week) of moderate-intensity (corresponding to 40-60% of VO2max) continuous aerobic exercise,16 our data indicate that in order to obtain an optimal effect on lipid metabolism in sedentary non-obese T2D subjects, the intensity targeted at a level of maximal fat oxidation should be located close to 70% of VO2max (corresponding to almost 80% of HRmax). However, most people with T2D do not have sufficient aerobic capac- Vol. 67 - No. 3 TRAINA In uno studio sul metabolismo dei substrati durante l’esercizio fisico in soggetti non obesi con DT2, Borghouts et al. 13 hanno riportato che non era presente alcuna alterazione del metabolismo lipidico. Nel nostro precedente studio abbiamo confermato che il tasso di ossidazione lipidica nei soggetti con DT2 non obesi non era compromesso rispetto ai soggetti sani 14. Il principale obiettivo del presente studio è stato quello di determinare l’intensità di esercizio che causa un’ossidazione lipidica massimale nei soggetti sedentari e non obesi affetti da diabete di tipo 2, ai fini della prescrizione di un’attività fisica ottimale mirata al miglioramento del controllo glicemico e alla riduzione del peso corporeo. La calorimetria indiretta utilizzata nel nostro studio è un metodo diffuso e ampiamente accettato per quantificare la velocità di ossidazione dei substrati a riposo e durante l’esercizio fisico 7. Mentre la maggior parte degli altri studi ha misurato l’ossidazione lipidica durante 3 o 4 intensità di allenamento costanti, nel presente studio il FATmax è stato determinato lungo un’ampia gamma di intensità. Poiché un protocollo con incrementi del carico di lavoro ogni 3 minuti può essere utilizzato per una valutazione valida del FATmax 15 abbiamo utilizzato il protocollo di Bruce modificato. Questo test inizia a un carico di lavoro inferiore rispetto a quello standard, è tipicamente utilizzato per i soggetti anziani o sedentari ed è ampiamente accettato per la sua determinazione precisa del VO2max. Il nostro studio ha mostrato che la velocità massima di ossidazione lipidica non era diversa nei SDT2 rispetto ai SS e si è verificata allo stesso valore assoluto di VO2. Tuttavia, VO2max e FCmax erano significativamente più bassi nei SDT2 e pertanto il FATmax si verifica in tali soggetti a un’intensità più elevata rispetto ai SS (69% vs. 60%VO2max, corrispondente al 78% vs. 69%FCmax). I valori più bassi di FCmax e VO2max non stupiscono e possono essere spiegati dalla ridotta fitness cardiovascolare e dalla minore capacità di sostenere sforzi nei SDT2 rispetto ai SS 16. Sebbene la maggior parte delle raccomandazioni sulla prescrizione dell’esercizio fisico per la gestione del diabete indichino un minimo di 30 minuti al giorno (5 giorni/settimana) di esercizio aerobico continuo di moderata intensità (pari al 40-60% del VO2max) 16, i nostri dati indicano che al fine di ottenere un effetto ottimale sul metabolismo dei lipidi in soggetti con DT2 non obesi e sedentari, l’intensità mirata a un livello di ossidazione lipidica massimale deve essere prossima al 70% del VO2max (pari a quasi l’80% della FCmax). Tuttavia, la maggior parte delle persone con DT2 non ha MEDICINA DELLO SPORT 471 TRAINA Exercise in sedentary non-obese type 2 diabetes subjects ity to sustain the recommended weekly exercise amount. Since some cardiovascular and blood glucose benefits may be gained from lower exercise volumes at a higher intensity,16 we suggest that a high-intensity aerobic interval training, with repeated bouts lasting a few minutes (up to 10 min) located at 70 % of VO2max, may be more effective than moderate-intensity continuous exercise for improving maximal oxygen uptake, reducing central body fat and improving glycaemic control in sedentary non-obese subjects with type 2 diabetes. Moreover, the positive linear correlation between FATmax and VO2max suggests that this type of training aimed to improve VO2max might increase the muscle oxidative capacity. References/Bibliografia 1) Bassuk SS, Manson JE. Epidemiological evidence for the role of physical activity in reducing risk of type 2 diabetes and cardiovascular disease. J Appl Physiol 2005;99:1193-204. 2) Romijn JA, Coyle EF, Sidossis LS, Gastaldelli A, Horowitz JF, Endert E et al. 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Poiché alcuni benefici cardiovascolari e glicemici possono essere ottenuti da volumi di esercizio fisico minori a un’intensità più elevata 16, suggeriamo che un allenamento aerobico a intervalli di alta intensità, con periodi ripetuti di qualche minuto (fino a 10 minuti) prossimi al 70% del VO2max, possa essere più efficace rispetto a un esercizio fisico costante di moderata intensità al fine di migliorare il massimo consumo di ossigeno, riducendo il grasso corporeo centrale e migliorando il controllo glicemico in soggetti sedentari non obesi con diabete di tipo 2. Inoltre, la correlazione lineare positiva tra FATmax e VO2max suggerisce che questo tipo di allenamento mirato a migliorare il VO2max può aumentare la capacità ossidativa dei muscoli. of exercise in insulin-resistant states. Presented at 60th Sc. Sess. of the American Diabetes Association 2000; San Antonio, TX, USA. 7) Ghanassia E, Brun JF, Fedou C, Raynaud E Mercier J. Substrate oxidation during exercise: type 2 diabetes is associated with a decrease in lipid oxidation and an earlier shift towards carbohydrate utilization. Diabetes Metab 2006;32:604-10. 8) Craig CL, Marshall AL, Sjostrom M, Bauman AE, Booth ML, Ainsworth BE et al. International physical activity questionnaire: 12-country reliability and validity. Med Sci Sports Exerc 2003;35:1381-95. 9) Peronnet F, Massicote D. Table of nonprotein respiratory quotient: an update. Can J Sport Sci 1991;16:23-29. 10) Achten J, Jeukendrup AE. Optimizing fat oxidation through exercise and diet. Nutrition 2004;20:716-27. 11) Blaak EE, van Aggel-Leijssen DP, Wagenmakers AJ, Saris WH, van Baak MA. Impaired oxidation of plasma-derived fatty acids in type 2 diabetic subjects during moderate-intensity exercise. Diabetes 2000;49:2102-7. 12) Kelley DE, Simoneau JA. Impaired free fatty acid utilization by skeletal muscle in non-insulin-dependent diabetes mellitus. 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Conflicts of interest.—The authors certify that there is no conflict of interest with any financial organization regarding the material discussed in the manuscript. Received on March 4, 2014. - Accepted for publication on September 15, 2014. Corresponding author: M. Traina, Sport and Exercise Sciences “DISMOT” Research Unit, University of Palermo, via E. Duse 2, 90146 Palermo, Italy. E-mail: [email protected] 472 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Orthopedic area Area ortopedica MED SPORT 2014;67:473-84 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players Lesioni strutturali nel rachide lombosacrale in giocatori di hockey su prato M. FLIS-MASŁOWSKA 1, T. TRZASKA 2, M. WIERNICKA 1, J. LEWANDOWSKI 3 1Department of Kinesitherapy, University School of Physical Education in Poznan’, Poznan’, Poland Department, University School of Physical Education in Poznan’, Poland ’ 3Department of Locomotor System Rehabilitation, University School of Physical Education in Poznan , Poland 2Traumatology SUMMARY Aim. The present state of knowledge confirms that professional and long practising of competitive sports leads to strains of the locomotor system and back pain. Sports including maximum extension and rotation of the spine may lead to significant strain of the facet joint area. Field hockey is an asymmetrical sport in which the characteristic posture strongly predisposes players to degenerative strain lesions in the spine. The aim of the study was to identify structural lesions of the lumbar spine in field hockey players depending on age and years played. Methods. The study included 80 active field hockey players aged 18-48. Ultimately, 15 junior players (mean age of 20.3±0.98) and 15 senior players (mean age of 36.2±7.54) with back pain were selected. The study subjects were referred to radiological diagnostics of the lumbosacral spine. Results. The results of radiological assessment in both study groups of sportsmen indicated the incidence of congenital anomalies and acquired lesions that can be the cause of pain of the lumbar spine in these players. Conclusion. 1) In active field hockey players, congenital or acquired lesions of the lumbosacral spine were reported; 2) the extent of these lesions is undoubtedly related to the sport practice and years played. Radiological testing should be an important element of diagnostic imaging. Key words: Radiology - Low back pain - Hockey. RIASSUNTO Obiettivo. L’attuale stato delle conoscenze conferma che una pratica professionistica a lungo termine di sport agonistici conduce a stiramenti del sistema locomotore e alla notalgia. Gli sport che prevedono una rotazione e un’estensione massime del rachide possono condurre a un significativo stiramento dell’area delle faccette articolari. L’hockey su prato è uno sport asimmetrico nel quale la postura caratteristica predispone fortemente i giocatori a lesioni da stiramento degenerative a livello del rachide. Obiettivo del presente studio è stato quello di identificare le lesioni strutturali nel rachide lombare in giocatori di hockey su prato in base all’età e agli anni di pratica sportiva. Metodi. Lo studio ha incluso 80 giocatori di hockey su prato attivi, di età compresa tra 18 e 48 anni. In definitiva, sono stati selezionati 15 giocatori junior (età media di 20,4±0,98 anni) e 15 giocatori senior (età media di 36,2±7,54 anni) con notalgia. Ai soggetti dello studio era stata prescritta una valutazione radiologica del rachide lombosacrale. Risultati. I risultati della valutazione radiologica in entrambi i gruppi sperimentali di atleti hanno indicato un’incidenza di anomalie congenite e lesioni acquisite che possono essere causa di dolore al rachide lombare in tali giocatori. Conclusioni. 1) Nei giocatori di hockey su prato attivi, sono state riportate lesioni congenite o acquisite nel rachide lombosacrale; 2) l’estensione di tali lesioni è senza dubbio associata alla pratica sportiva e agli anni di esperienza. Gli esami radiologici devono essere un importante elemento dell’imaging diagnostico. Parole chiave: Radiologia - Lombalgia - Hockey. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 473 FLIS-MASŁOWSKA P Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players ain syndromes and lumbosacral spine degenerative disease are one of the most serious health problems of the 21st century. The results of epidemiological studies indicate they occur commonly. The observations of many authors 1, 2 indicate that in the age group of 30-60, pain syndrome in the lumbosacral spine appeared several times in 60% to 86% of the European population. Presently, lumbosacral spine pain syndrome is classified as the most common symptom of locomotor system dysfunction.3, 4 The present state of knowledge confirms that long-term professional practicing of competitive sports leads to strains of the locomotor system, pain of the spine, and changes in spine curvature.5 The analysis of literature also suggests that the problem of pain in the spine, especially the lumbar segment, strongly affects young sportsmen; 60-70% of adolescent sportsmen suffer from lumbar spine pain. The aim of doing sports is achieving the best result, often at the cost of health. Players and coaches too often forget about the compensatory and adaptive capability of the locomotor system, which is reflected by the increasing problems and back pain. In such cases, balance is disturbed between the adaptive changes in the locomotor system and the requirements players need to meet during training and matches. Every type of competitive sport leads to irreversible changes in the structure and function of intervertebral discs, especially in the lumbar spine.6 During dynamic sport maneuvers, significant forces are generated, mostly compression and shearing, which are transferred onto intervertebral discs and damage them. Sports in which the lumbar spine is maximally extended and rotated, which leads to significant strain and tension in the facet joint area, are extremely dangerous. The physical resistance of tissues, as well as the adaptive ability and the functional endurance of muscles, ligaments, joints, and bones are exceeded in such case. Young sportsmen, particularly doing such sports as gymnastics, acrobatics, rowing, and team sports, e.g. field hockey, are at risk of significant spine strain resulting from meeting training and competitive goals. Pain in the spine is often reported by field hockey players. The extent of lesions is undoubtedly related to the type and characteristics of this sport, popular worldwide.7 Field hockey is a contact sport that requires 474 L e sindromi dolorose e la malattia degenerativa del rachide lombosacrale rappresentano uno dei più gravi problemi di salute del 21° secolo. I risultati degli studi epidemiologici indicano che tali condizioni sono frequenti. Le osservazioni di numerosi autori 1, 2 indicano che nel gruppo di età di 30-60 anni, la sindrome dolorosa del rachide lombosacrale si è verificata numerose volte nel 6086% della popolazione europea. Attualmente, la sindrome dolorosa del rachide lombosacrale è classificata come il sintomo più comune della disfunzione del sistema locomotore 3, 4. L’attuale stato delle conoscenze conferma che la pratica professionistica a lungo termine di sport agonistici conduce a stiramenti del sistema locomotore, dolore al rachide e alterazioni nella curvatura del rachide 5. L’analisi della letteratura suggerisce inoltre che il problema del dolore al rachide, soprattutto nel segmento lombare, influenza fortemente i giovani sportivi; il 60-70% degli sportivi adolescenti soffre di dolore al rachide lombare. Obiettivo della pratica sportiva è quello di ottenere i migliori risultati possibili, spesso a scapito della salute. I giocatori e gli allenatori troppo spesso dimenticano la capacità compensatoria e adattativa del sistema locomotore, e ciò si riflette in un aumento dei problemi e della nostalgia. In questi casi, si assiste a un disturbo dell’equilibrio dovuto ai cambiamenti adattativi nel sistema locomotore e ai requisiti che i giocatori devono soddisfare durante l’allenamento e gli incontri. Ogni tipo di sport agonistico conduce a cambiamenti irreversibili nella struttura e nella funzione dei dischi intervertebrali, soprattutto a livello del rachide lombare 6. Durante le manovre degli sport dinamici si generano forze significative, soprattutto compressione e torsione, che si trasferiscono sui dischi intervertebrali, danneggiandoli. Gli sport nei quali il rachide lombare è esteso e ruotato al massimo, con un significativo stiramento e tensione nell’area delle faccette articolari, sono estremamente pericolosi. In tal caso, la resistenza fisica dei tessuti, oltre che la capacità adattativa e la resistenza funzionale di muscoli, legamenti, articolazioni e ossa, è oltrepassata. I giovani atleti, in particolare quelli che praticano sport come ginnastica, acrobazie, canottaggio e sport di squadra, ad es. hockey su prato, sono a rischio di un significativo stiramento del rachide derivante dal perseguimento degli obiettivi di allenamento e agonistici. Il dolore al rachide viene riportato spesso dai giocatori di hockey su prato. L’estensione delle lesioni è senza dubbio associata al tipo e alle caratteristiche di questo sport, diffuso in tutto il mondo 7. L’hockey su prato è uno sport di contatto che ri- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players physical competence, agility, good motor coordination, and muscle strength. It is an asymmetrical sport, strongly predisposing players to strain-induced degenerative lesions in the spine due to the unphysiological posture during the game (lower limb put forward by the distance equal to 30% of body height, the upper part of the torso rotated to the other side, gripping the stick from the top on the grip and supporting it in the middle part with the right hand) and mostly turning the torso to the left in anteversion. Most movements of field hockey players are dynamic flexes, extensions, and rotations of the torso. Negative factors that can influence the health of players include: training and competitive strain inappropriate for the stage of training and current player’s ability, the lack of proper warm-up, fixing wrong playing technique, and ignoring the rules of supercompensation.8 Pain dysfunctions that showed under training can also be a result of congenital dysfunctions.9, 10 Tertti and Dziak 9, 11 demonstrated that developmental anomalies such as: Scheuermann’s disease, spondylosis, or innate spondylolisthesis cause degenerative lesions of the intervertebral disc and the diaphysis. They often lead to disorders of the physiological curvature of the lumbar spine and, thereby, to pain of the spine.12 The aim of the study was to identify structural lesions of the lumbar spine in field hockey players depending on age and years played as well as to determine prophylactic indications relevant for qualifying players to competitive field hockey. Based on the analysis of literature and own pilot studies, the following hypothesis was propounded: many years of specialist training and prolonged asymmetrical strain lead to acquired lesions in the lumbar spine. The assumed lesions may appear in players already at a young age. chiede competenza fisica, agilità, buona coordinazione motoria e forza muscolare. Si tratta di uno sport asimmetrico, che predispone fortemente i giocatori a lesioni degenerative indotte da stiramenti nel rachide a causa della postura non fisiologica assunta durante la partita (arto inferiore in avanti per una distanza pari al 30% dell’altezza corporea, parte superiore del torso ruotata verso il lato opposto, afferrando il bastone dall’impugnatura superiore e sostenendolo nella parte centrale con la mano destra), in particolare dalla rotazione del torso verso sinistra in antiversione. La maggior parte dei movimenti dei giocatori di hockey su prato sono flessioni, estensioni e rotazioni dinamiche del torso. I fattori negativi che possono influenzare la salute dei giocatori includono: allenamento e sforzo agonistico inadeguati alla fase di allenamento e all’attuale abilità del giocatore, assenza di un adeguato riscaldamento, fissaggio in una tecnica sbagliata e inosservanza delle regole di supercompensazione 8. Le disfunzioni dolorose che si verificano durante l’allenamento possono essere anche il risultato di disfunzioni congenite 9, 10. Tertti e Dziak 9, 11 hanno indicato che le anomalie dello sviluppo come: morbo di Scheuermann, spondilosi, o spondilolistesi, causano lesioni degenerative del disco intervertebrale e della diafisi. Esse conducono spesso a disturbi della curvatura fisiologica del rachide lombare e, di conseguenza, a dolore del rachide 12. Obiettivo del presente studio è stato quello di identificare le lesioni strutturali del rachide lombare in giocatori di hockey su prato in base all’età e agli anni di pratica sportiva, oltre che determinare le indicazioni profilattiche rilevanti al fine di qualificare i giocatori alla pratica agonistica di hockey su prato. Sulla base dell’analisi della letteratura e dei nostri studi pilota, è stata avanzata la seguente ipotesi: numerosi anni di allenamento specializzato e di prolungato sforzo asimmetrico conducono a lesioni acquisite nel rachide lombare. Le lesioni possono manifestarsi nei giocatori già in giovane età. Materiali e metodi Materials and methods The preliminary study included 80 field hockey players from Poznań clubs. The subjects were aged 18-53. The players belonged to the following sports teams: AZS AWF Poznań, WKS GRUNWALD Poznań, KS POCZTOWIEC Poznań, Weterani - OLD BOYS Poznań. The first stage was a survey for all (N.=80) field hockey players. Vol. 67 - No. 3 FLIS-MASŁOWSKA Lo studio preliminare ha incluso 80 giocatori di hockey su prato provenienti dalle squadre di Poznań (Polonia). I soggetti avevano un’età compresa tra 18 e 53 anni. I giocatori appartenevano alle seguenti squadre: AZS AWF Poznań, WKS GRUNWALD Poznań, KS POCZTOWIEC Poznań, Weterani - OLD BOYS Poznań. La prima fase consisteva di un questionario per tutti i giocatori di hockey su prato (N.=80). MEDICINA DELLO SPORT 475 FLIS-MASŁOWSKA Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players The custom survey was aimed at the entire study group of players and included a total of 21 questions (open-ended and close-ended). It regarded: personal data, subjective assessment of health condition, game position, course and duration of ailment, comorbid diseases, medication taken, and physiotherapeutic treatments used. The survey was to provide general information regarding the health condition, to differentiate the study subgroups of players reporting lumbosacral spine pain in the junior group (18-21 years old) and the senior group (30-48 year old), as well as to determine the severity and character of pain. Based on the data obtained in the surveys and the players’ age, two study groups (a total of 30 players) were selected. This included: —— 15 players – junior group (18-21, average age 20.3±0.98); —— 15 players – senior group (30–48, average age 36.2±7.54). For comparison, two control groups were matched from persons who do not do sports, qualified based on medical data and radiological images from the Department of Radiology at the Wiktor Dega Orthopaedics and Rehabilitation Clinical Hospital in Poznań. The study subjects gave informed consent to participate in the study. The study was carried out based on the decision of the Bioethics Commission at the Medical university in Poznań, No. 1299/06 of 7 December 2006 and No. 891/09 of 8 October 2009. Finally, the following groups were selected: —— junior control group consisting of 15 persons aged 18-21, average age 20.3±0.98 (control group 1); —— senior control group consisting of 15 persons aged 30-45, average age 36.2±7.54 (control group 2). A total of 30 persons. Before beginning the second stage of study, the field hockey players were diagnosed by a sports medicine practitioner and referred to radiological testing. The study subjects did not present with: radiculopathy, sensation disorders, and paresis; Lasègue test gave a negative result. Il questionario personalizzato era rivolto all’intero gruppo sperimentale di giocatori e includeva un totale di 21 domande (a risposta aperta e chiusa). Il questionario concerneva: dati personali, valutazione soggettiva della condizione di salute, ruolo tattico, decorso e durata del disturbo, condizioni di comorbilità, medicinali assunti e trattamenti fisioterapici utilizzati. Il sondaggio è stato condotto al fine di ottenere informazioni generali concernenti la condizione di salute, differenziare i sottogruppi dello studio di giocatori che riportavano dolore al rachide lombosacrale in un gruppo junior (18-21 anni di età) e in un gruppo senior (30-48 anni di età), e determinare la gravità e la natura del dolore. Sulla base dei dati ottenuti nei sondaggi e dell’età dei giocatori, sono stati selezionati due gruppi sperimentali (per un totale di 30 giocatori). Essi includevano: — 15 giocatori - gruppo junior (18-21 anni di età, età media 20,3±0,98 anni); — 15 giocatori - gruppo senior (30-48 anni di età; età media 36,2±7,54 anni). Come confronto, sono stati appaiati due gruppi di controllo di persone che non praticavano alcuno sport, qualificate sulla base dei dati medici e delle immagini radiologiche del dipartimento di radiologia dell’ospedale di ortopedia e riabilitazione Wiktor Dega a Poznań. Tutti i soggetti dello studio hanno fornito il loro consenso informato scritto per partecipare allo studio. Lo studio è stato condotto sulla base della decisione della Commissione per la bioetica dell’università di medicina di Poznań, n. 1299/06 del 7 dicembre 2006 e n. 891/09 dell’8 ottobre 2009. Infine, sono stati selezionati i seguenti gruppi: — gruppo di controllo junior composto di 15 persone di età compresa tra 18 e 21 anni, età media di 20,7±1,43 anni (gruppo di controllo 1); — gruppo di controllo senior composto di 15 persone di età compresa tra 30 e 48 anni, età media di 36,2±7.45 anni (gruppo di controllo 2). Un totale di 30 persone. Prima dell’inizio della seconda fase dello studio, i giocatori di hockey su prato sono stati valutati da un medico di medicina dello sport e sono stati sottoposti a un esame radiologico. I soggetti dello studio non presentavano: radicolopatia, disturbi della sensazione e paresi; il test di Lasègue ha dato esito negativo. Study method Metodo dello studio The first stage of the study was the survey described above. The second stage included radiological assessment of the lumbosacral spine in the ante- La prima fase dello studio era il questionario descritto sopra. La seconda fase dello studio includeva la valutazione radiologica del rachide lombosacrale in 476 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players FLIS-MASŁOWSKA rior-posterior projection, lateral projection, and oblique projection, in the standing position. proiezione antero-posteriore, proiezione laterale e proiezione obliqua, in posizione eretta. Statistical analysis Analisi statistica Statistical analyses were performed in cooperation with the Computational Section at the University School of Physical Education in Poznań using STATISTICA 9.0 (StatSoft, Inc.). In the first step of statistical analysis, continuous quantitative variables were presented using basic statistical parameters: mean, standard deviation, median, and upper and lower quartiles. Qualitative variables are presented using cardinality tables and structure indices (percentages). In the next stage of calculation for continuous quantitative variables, the Shapiro-Wilk Wtest was used to verify the hypothesis of distribution normality. Depending on the results of Shapiro-Wilk test, the following tests were used to assess the significance of differences between the four groups: —— Kruskal-Wallis rank order Anova test with multiple comparison tests (post-hoc tests), in cases when the hypothesis of distribution normality was rejected in at least one group. —— parametric Anova test with post-hoc Tukey’s HSD test, in cases when the hypothesis of distribution normality was not rejected in any group. For the comparison between dichotomic qualitative variables displaying innate and acquired anomalies, Pearson’s χ2 independence test was used; in cases when any of the theoretical numbers was less than 5, the test was replaced with: Fisher’s exact test (for comparing two groups) or Kruskal-Wallis rank order Anova test (for comparing four groups). All hypotheses were verified at significance level P=0.05. Tests were performed in the Radiological laboratory at the Wiktor Dega Orthopaedics and Rehabilitation Clinical Hospital in Poznań. The radiological examination of the spine was performed for the purpose of diagnostics. Xrays were evaluated by specialists in radiology and orthopaedics for the occurrence of innate anomalies or acquired lesions. Le analisi statistiche sono state condotte in collaborazione con il reparto di calcolo della Scuola universitaria per l’educazione fisica di Poznań utilizzando il software STATISTICA 9.0 (StatSoft, Inc.). Nella prima fase dell’analisi statistica, le variabili quantitative continue sono state presentate utilizzando parametri statistici basici: media, deviazione standard, mediana e quartili superiori e inferiori. Le variabili qualitative sono state presentate utilizzando le tabelle di cardinalità e gli indici di struttura (percentuali). Nella fase di calcolo successiva per le variabili quantitative continue, è stato utilizzato il test W di Shapiro-Wilk per verificare l’ipotesi della normalità della distribuzione. A seconda dei risultati del test di Shapiro-Wilk, sono stati utilizzati i seguenti test per valutare la significatività delle differenze tra i quattro gruppi: — Test Anova per ranghi di Kruskal-Wallis con test di confronto multiplo (test post-hoc) nei casi in cui l’ipotesi di distribuzione normale è stata rifiutata in almeno un gruppo. — test parametrico Anova con test post-hoc HSD di Tukey nei casi in cui l’ipotesi di normalità della distribuzione non è stata rifiutata in alcun gruppo. Per il confronto tra le variabili qualitative dicotomiche mostranti anomalie congenite e acquisite è stato usato il test χ2 di indipendenza di Pearson; nei casi in cui uno qualsiasi dei numeri teorici era inferiore a 5, il test è stato sostituito con: test esatto di Fisher (per il confronto tra due gruppi) o test Anova per ranghi di Kruskal-Wallis (per confrontare i quattro gruppi). Tutte le ipotesi sono state verificate a un livello di significativa di P=0,05. I test sono stati condotti presso il laboratorio radiologico dell’ospedale di ortopedia e riabilitazione Wiktor Dega a Poznań. L’esame radiologico del rachide è stato utilizzato per formulare una diagnosi. Le radiografie sono state valutate da specialisti in radiologia e ortopedia per verificare l’occorrenza di anomalie congenite o lesioni acquisite. Results I radiogrammi eseguiti nella proiezione anteroposteriore hanno permesso di valutare le anomalie congenite considerate per l’occorrenza della spina bifida nell’area lombare, della spina bifida nell’osso sacro, dell’assenza di processi spinosi, del- Radiograms done in the anterior-posterior projection enabled the assessment of innate anomalies considered for the occurrence of spi- Vol. 67 - No. 3 Risultati MEDICINA DELLO SPORT 477 FLIS-MASŁOWSKA Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players na bifida in the lumbar area, spina bifida in the sacral bone, lack of spinous processes, dysplastic structure of the vertebrae, and asymmetrical positioning of the lumbar spine to the right/left. Based on the X-rays done in the lateral projection, the intervertebral joints were assessed and spondylolisthesis was diagnosed. The analysis of the physical lumbar curvature was an important point of tests and structural assessment. Special attention was given to the flattened and deepened lumbar lordosis. Lesions such as conflicting spinal processes or narrowed intervertebral spaces were also analysed for the localisation in the lumbar spine. The occurrence of spondylolysis was assessed on X-rays in the oblique projection. The results of radiological assessment in both study groups of sportsmen indicated the incidence of congenital anomalies and acquired lesions (spondylolisthesis, narrowing of L4-L5 and L5-S1 intervertebral spaces, conflicting L3-L4, L4-L5 spinal processes) that can be the cause of pain of the lumbar spine in these players. A detailed analysis of x-rays indicated the occurrence of innate anomalies in the form of spina bifida in the sacral bone in the study groups (Figure 1). In the junior group and in control group 1, spina bifida in the sacral bone was found in 13.3% of cases. The analysis of results in the senior group indicated the occurrence of spina bifida in the sacral bone in 33.3% of patients, while in control group 2 it was found in 1 patient. Using a U-test for two structure indices, la struttura displastica delle vertebre e del posizionamento asimmetrico del rachide lombare verso destra/sinistra. Sulla base dei raggi X in proiezione laterale, sono state valutate le articolazioni intervertebrali ed è stata diagnosticata la spondilolistesi. L’analisi della curvatura lombare è stato un punto importante dei test e della valutazione strutturale. Particolare attenzione è stata posta sulla lordosi lombare appianata e accentuata. Le lesioni come i processi spinosi in conflitto o gli spazi intervertebrali ristretti sono state analizzate anche in relazione alla loro localizzazione nel rachide lombare. L’occorrenza della spondilosi è stata valutata sui raggi X in proiezione obliqua. I risultati della valutazione radiologica in entrambi i gruppi sperimentali di atleti hanno indicato un’incidenza delle anomalie congenite e delle lesioni acquisite (spondilolistesi, restringimento degli spazi intervertebrali a livello di L4-L5 e L5-S1, processi spinosi in conflitto a livello di L3-L4, L4-L5) che possono essere causa di dolore al rachide lombare in tali giocatori. Una dettagliata analisi delle radiografie ha indicato l’occorrenza delle anomalie nella forma della spina bifida nell’osso sacro nei gruppi sperimentali (Figura 1). Nel gruppo junior e nel gruppo di controllo 1, la spina bifida nell’osso sacro è stata osservata nel 13,3% dei casi. L’analisi dei risultati nel gruppo senior ha indicato l’occorrenza della spina bifida nell’osso sacro nel 33,3% dei pazienti, mentre nel gruppo di controllo 2 è stata osservata in 1 paziente. Utilizzando un test-U per due indici di struttura, è stato concluso che esiste una tendenza verso la si- Figure 1.—Percentage listing of diagnosed spina bifida in the sacral bone in the study groups. Figura 1. — Elenco delle percentuali di spine bifide diagnosticate nell’osso sacro nei gruppi sperimentali. 478 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players FLIS-MASŁOWSKA Figure 2.—Percentage of found narrowing of L4-L5 intervertebral space in the frontal plane. Figura 2. — Percentuale del restringimento osservato nello spazio intervertebrale a livello di L4-L5 nel piano frontale. it was concluded that there is a tendency towards the statistical significance of differences between the senior group and control group (P=0.067). Narrowed intervertebral space at L4-L5 in the study groups was also observed (Figure 2). In the junior group, the narrowing of L4-L5 intervertebral space was observed in 46.7% of patients in this group. No such lesions were found in the control group. In older age groups, results were similar and occurred in a high percentage of cases. In the senior group, narrowed L4-L5 intervertebral space was found in 60% of patients, while in control group 2 it was found in 66.7% of cases. On the basis of the Fisher test, the significance of differences between the junior group and control group 1 was determined (P=0.006). Narrowed intervertebral space at L5-S1 in the study groups was also observed (Figure 3). In the junior group, as with the narrowing of L4-L5 intervertebral space, the above lesion was observed in 47% of patients in this group. In control group 1, the narrowing of the L5-S1 intervertebral space did not occur in any of the subjects. A very large proportion of lesions in L5-S1 spine was observed in the group of seniors, in which they occurred in 93.3% of subjects, and a slightly lower proportion was observed in control group 2, in which such lesions occurred in 80% of subjects. On the basis of the Fisher test, the significance of differences between the junior group and control group 1 was determined (P=0.006). Vol. 67 - No. 3 gnificatività statistica delle differenze tra il gruppo senior e il gruppo di controllo (P=0,067). È stato osservato anche un restringimento dello spazio intervertebrale a livello di L4-L5 nei gruppi sperimentali (Figura 2). Nel gruppo junior, il restringimento dello spazio intervertebrale a livello di L4-L5 è stato osservato nel 46,7% dei pazienti di tale gruppo. Tali lesioni non sono state osservate nel gruppo di controllo. Nei gruppi in età più avanzata, i risultati erano simili e si sono verificati in un’elevata percentuale dei casi. Nel gruppo senior, uno spazio intervertebrale ristretto a livello di L4-L5 è stato osservato nel 60% dei pazienti, mentre nel gruppo di controllo 2 è stato osservato nel 66,7% dei casi. Sulla base del test di Fisher, è stata determinata la significatività delle differenze tra il gruppo junior e il gruppo di controllo 1 (P=0,006). È stato osservato anche un restringimento dello spazio intervertebrale a livello di L5-S1 nei gruppi sperimentali (Figura 3). Nel gruppo junior, come nel caso del restringimento dello spazio intervertebrale a livello di L4-L5, la lesione summenzionata è stata osservata nel 47% dei pazienti di tale gruppo. Nel gruppo di controllo 1, il restringimento dello spazio intervertebrale a livello di L5-S1 non si è verificato in nessun soggetto. Una grande percentuale di lesioni nel rachide a livello di L5-S1 è stata osservata nel gruppo senior, nel quale si sono verificate nel 93,3% dei soggetti, mentre una percentuale lievemente inferiore è stata osservata nel gruppo di controllo 2, nel quale tali lesioni si sono verificate nell’80% dei soggetti. Sulla base del test di Fisher, è stata determinata la significatività delle differenze tra il gruppo junior e il gruppo di controllo 1 (P=0,006). MEDICINA DELLO SPORT 479 FLIS-MASŁOWSKA Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players Figure 3.—Percentage of found narrowing of L5-S1 intervertebral space in the frontal plane. Figura 3. — Percentuale del restringimento osservato nello spazio intervertebrale a livello di L5-S1 nel piano frontale. Figure 4.—Percentage of conflicting spinal processes at the level of L4-L5 in the frontal plane. Figura 4. — Percentuale dei processi spinosi in conflitto a livello di L4-L5 nel piano frontale. A detailed analysis of comparisons between groups indicated the incidence of conflicting spinal processes in L4-L5 spine in the study groups (Figure 4). In the junior group, this pathology occurred in 46.7% of subjects. In control group 1 conflicting spinal processes in this spinal segment were not observed. This is probably related to many years of training and excessive spine strain. In older age groups, results were similar and occurred in a high percentage of cases. In the senior group this pathology was observed in 80% of players, and in control group 2 in 60% 480 Un’analisi dettagliata dei confronti tra i gruppi ha indicato l’incidenza dei processi spinosi in conflitto nel rachide a livello di L4-L5 nei gruppi sperimentali (Figura 4). Nel gruppo junior, questa patologia si è verificata nel 46,7% dei soggetti. Nel gruppo di controllo 1, non sono stati osservati processi spinosi in conflitto in tale segmento spinale. Ciò è probabilmente dovuto a numerosi anni di allenamento ed eccessivo stiramento del rachide. Nei gruppi in età più avanzata, i risultati erano simili e si sono verificati in un’elevata percentuale dei casi. Nel gruppo senior, questa patologia è stata osservata nell’80% dei giocatori, mentre nel gruppo MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players FLIS-MASŁOWSKA Figure 5.—Percentage listing of increased lordosis of lumbar spine in the study groups. Figura 5. — Elenco delle percentuali di aumento della lordosi del rachide lombare nei gruppi sperimentali. of subjects. On the basis of the Fisher test, the significance of differences between the junior group and control group 1 was determined (P=0.006). Radiological analysis indicated increased lordosis of the lumbar spine in all study groups, in varying proportions (Figure 5). This pathology occurred very often, in 73.3% of hockey players, in the junior group, while it occurred in only one subject in control group 1. In the senior group, lumbar hyperlordosis was also observed in 86.7% of players, while in control group 2 it occurred in 46.7% of subjects. On the basis of the Pearson’s c2 independence test, the significance of differences between the junior group and control group 1 was determined (P<0.01). A statistical significance was also observed between the senior group and control group 2 (P=0.020). Increased lumbar lordosis was observed in younger age groups. Significant differences between results in the junior group compared to control group 1 can be caused by excessive training strain. di controllo 2 è stata osservata nel 60% dei soggetti. Sulla base del test di Fisher, è stata determinata la significatività delle differenze tra il gruppo junior e il gruppo di controllo 1 (P=0,006). L’analisi radiologica ha indicato un aumento della lordosi del rachide lombare in tutti i gruppi di studio, in percentuali diverse (Figura 5). Questa patologia si è verificata molto spesso, nel 73,3% dei giocatori di hockey nel gruppo junior, mentre si è verificata in un solo soggetto nel gruppo di controllo 1. Nel gruppo senior, l’iperlordosi lombare è stata osservata anche nell’86,7% dei giocatori, mentre nel gruppo di controllo 2 si è verificata nel 46,7% dei soggetti. Sulla base del test c2 di indipendenza di Pearson, è stata determinata la significatività delle differenze tra il gruppo junior e il gruppo di controllo 1 (P=0,01). Una significatività statistica è stata osservata anche tra il gruppo senior e il gruppo di controllo 2 (P=0,020). Un aumento della lordosi lombare è stato osservato nei gruppi di più giovane età. Le differenze significative tra i risultati nel gruppo junior rispetto al gruppo di controllo 1 possono essere dovute a un eccessivo sforzo dell’allenamento. Discussion Data available in literature indicate that high level of physical activity in children and young sportsmen exceeding the adaptive capability of the organism 8, 13 is treated as a risk factor for back pain. The results of many years of research confirm that professional sports cause spine strain that can lead to pain.14-16 Intensive Vol. 67 - No. 3 Discussione I dati disponibili nella letteratura indicano che l’elevato livello di attività fisica nei bambini e nei giovani sportivi, eccedente la capacità adattativa dell’organismo 8, 13, è trattato come un fattore di rischio per la notalgia. I risultati di numerosi anni di ricerca confermano che gli sport professionistici MEDICINA DELLO SPORT 481 FLIS-MASŁOWSKA Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players exercise, often done in unphysiological positions of the body, and frequent lack of compensation disturb the adaptive capability of intervertebral discs and spinal ligaments. This leads to abnormal shaping of the spine in the frontal, sagittal, and transverse plane as well as to disorders in the functioning of ligaments, muscles, and fascia.17, 18 Mechanical factors are crucial in the pathomechanism of damage to lumbosacral spine.19 Many authors, e.g. Dziak and Lundin, believe that the spinal structure most prone to damage is the intervertebral disc.4, 20 Sportsmen often lack balance between adaptive changes in the locomotor system and the requirements set for players during training.14 This may be also related to the specific innate and acquired (developmental) disorders of an individual.21 Our studies indicate that pain in the lumbosacral spine was a frequent problem in field hockey players with various experience. The results obtained are confirmed in literature.7, 22 Both in the junior study group and senior study group, a significant proportion of pain occurring was reported, especially in more experienced players. Survey studies showed that in the junior group (18-21-year old) pain occurred in 80% of subjects, while in the senior group (30-48-year old) it occurred in 100% of players. Studies by Reilly and Seaton 23 in the junior group of field hockey players demonstrated that 81% of them suffered from lumbar spine pain, of this 53% did so once a month. The results of studies by Murtaugh 7 also indicated that lumbar spine pain occurred in 59% of field hockey players (mean age 20.4 years). Looking for a relationship between doing a specific sport and the shape of the anteriorposterior lumbar spine curvature is of interest to many authors. Even a slight change of pelvis anteversion angle significantly influences the strain of soft and bone tissues.24 The results of studies we present confirmed the detrimental effect of improperly chosen training and competitive strains realized in field hockey on the anterior-posterior lumbar spine curvature.13 Radiological lesions found in the lumbar spine cannot be interpreted regardless of age, as the body undergoes natural involution, which changes the structure of the spine and its curvature.18 Congenital defects of the spine can largely lead to early degenerative lesions of vertebrae, intervertebral joints, and intervertebral discs as well as to spondylolysis, spondylolisthesis, and 482 causano uno stiramento del rachide che può condurre al dolore 14-16. L’esercizio fisico intenso, spesso condotto in posizioni non fisiologiche del corpo e la frequente assenza di compensazione alterano la capacità adattativa dei dischi intervertebrali e dei legamenti spinali. Ciò conduce a un’anormale modellazione del rachide nel piano frontale, sagittale e trasverso, oltre che a disturbi nel funzionamento di legamenti, muscoli e fasce 17, 18. I fattori meccanici sono essenziali nel meccanismo patologico del danno al rachide lombosacrale19. Numerosi autori, ad es. Dziak e Lundin, credono che la struttura spinale più predisposta al danno sia il disco intervertebrale 4, 20. Gli sportivi spesso sono carenti di un equilibrio tra i cambiamenti adattativi nel sistema locomotore e i requisiti di allenamento fissati 14. Ciò può essere associato anche ai disturbi specifici congeniti e acquisiti (dello sviluppo) di un individuo 21. I nostri studi indicano che il dolore al rachide lombosacrale è un problema frequente nei giocatori di hockey su prato con diversi livelli di esperienza. I risultati ottenuti sono confermati nella letteratura 7, 22. Sia nel gruppo sperimentale junior sia in quello senior, è stata riportata una significativa percentuale di dolore, soprattutto nei giocatori più esperti. I questionari hanno mostrato che nel gruppo junior (18-21 anni di età), il dolore si è verificato nell’80% dei soggetti, mentre nel gruppo senior (30-48 anni di età), si è verificato nel 100% dei soggetti. Studi condotti da Reilly e Seaton 23 nel gruppo junior di giocatori di hockey su prato hanno dimostrato che l’81% di essi soffriva di dolore al rachide lombare, e di questi il 53% ne soffriva una volta al mese. I risultati degli studi condotti da Murtaugh 7 indicano anche che il dolore al rachide lombare si è verificato nel 59% dei giocatori di hockey su prato (età media di 20,4 anni). La ricerca di una relazione tra la pratica di uno specifico sport e la forma della curvatura anteroposteriore del rachide lombare è di interesse per molti autori. Anche una leggera modifica dell’an golo di antiversione pelvica influenza in maniera significativa lo stiramento dei tessuti ossei e molli 24. I risultati degli studi che presentiamo hanno confermato l’effetto nocivo di un allenamento scelto in maniera impropria e degli stiramenti agonistici che si verificano durante l’hockey su prato nella curvatura antero-posteriore del rachide lombare13. Le lesioni radiologiche osservate nel rachide lombare non possono essere interpretate a prescindere dall’età, poiché il corpo è sottoposto a una naturale involuzione, che cambia la struttura del rachide e la sua curvatura 18. I difetti congeniti del rachide possono in larga misura condurre a lesioni degenerative precoci del- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Structural lesions in the lumbosacral spine in field hockey players FLIS-MASŁOWSKA osteophytes. Indirectly, they can lead to the decrease of the body’s physical competence. The analysis of a radiological image of the spine does not always confirm real disease symptoms. However, many authors indicate the increasing number of radiological lesions of the spine in sportsmen, especially in the case of runners.25 In their studies they observed numerous congenital and acquired pathologies in the form of spondylolysis, spondylolisthesis, Schmorl’s nodes, and intervertebral space narrowing, especially in the L3-L4, L4-L5, and L5-S1 segments. The authors 8, 26 indicate the above lesions observed in radiological tests as an important risk factor for back pain. Our studies are coherent and confirm the occurrence of numerous acquired pathological lesions of the spine in field hockey players with varying experience in whom pain occurred. Physical activity of sportsmen often protects against the occurrence of early involution, but it can also promote it. Little physical activity or lack of it are also important risk factors for pain and early degenerative lesions of intervertebral discs of the spine.27 Some authors 28, 29 think that pain of the lumbar spine is not related to the occurrence of structural lesions in the spine, but it results from disturbed muscle balance. When muscles of the spine, lower limbs, and abdomen have proper elasticity and strength, the tension between them is balanced. The absolute strength of muscles equipping the spine is not important, but they should be balanced from every side.2, 28 le vertebre, delle articolazioni intervertebrali e dei dischi intervertebrali, oltre che a spondilosi, spondilolistesi e osteofiti. Indirettamente, possono condurre a una riduzione della capacità fisica del corpo. L’analisi di un’immagine radiologica del rachide non sempre conferma i sintomi di una reale malattia. Tuttavia, numerosi autori indicano un crescente numero di lesioni radiologiche nel rachide degli sportivi, soprattutto nel caso dei corridori 25. Nei loro studi, hanno osservato numerose patologie congenite e acquisite sotto forma di spondilolisi, spondilolistesi, nodi di Schmorl, e restringimento dello spazio intervertebrale, soprattutto nei segmenti a livello di L3-L4, L4-L5, e L5-S1. Gli autori 8, 26 hanno indicato che le lesioni summenzionate osservate negli esami radiologici sono un importante fattore di rischio per la notalgia. I nostri studi sono in linea con tali risultati e confermano l’occorrenza di numerose lesioni patologiche acquisite nel rachide in giocatori di hockey su prato con diversi anni di esperienza, le quali sono accompagnate da dolore. L’attività fisica degli sportivi spesso li protegge dalla comparsa di una precoce involuzione, ma può anche promuoverla. Una scarsa o assente attività fisica è anche un importante fattore di rischio per il dolore e le lesioni degenerative precoci dei dischi intervertebrali del rachide 27. Alcuni autori 28, 29 pensano che il dolore al rachide lombare non sia associato all’occorrenza di lesioni strutturali nel rachide, ma che derivi piuttosto da un equilibrio muscolare alterato. Quando i muscoli del rachide, degli arti inferiori e dell’addome possiedono elasticità e forza adeguate, la tensione tra essi è bilanciata. La forza assoluta dei muscoli del rachide non è importante, ma devono essere bilanciati su ogni lato 2, 28. Conclusions Conclusioni 1. In active field hockey players, congenital or acquired lesions of the lumbosacral spine were reported. 2. The extent of these lesions is undoubtedly related to the sport practice and years played. Radiological testing should be an important element of diagnostic imaging. 3. The study results obtained allow for the conclusion that structural lesions acquired by hockey players appear more often than in control groups of persons who do not do competitive sports. 4. To qualify for playing field hockey, the player’s lumbar spine needs to be thoroughly tested, which enables the elimination of players with defect restricting the required motor fitness. 1. In giocatori di hockey su prato attivi, sono state riportate lesioni congenite o acquisite del rachide lombosacrale. 2. L’estensione di tali lesioni è senza dubbio associata alla pratica sportiva e agli anni di esperienza. Gli esami radiologici devono essere un importante elemento dell’imaging diagnostico. 3. I risultati ottenuti dallo studio permettono di concludere che le lesioni strutturali acquisite nei giocatori di hockey si verificano più spesso rispetto ai gruppi di controllo di persone che non praticano sport agonistici. 4. Per potersi qualificare per l’hockey su prato, il rachide lombare dei giocatori deve essere valutato approfonditamente, consentendo di escludere i giocatori con difetti che limitano il fitness motorio richiesto. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 483 FLIS-MASŁOWSKA References/Bibliografia 1) Gieremek K, Kwaśna K, Białek M. Światowy ruch na rzecz przeciwdziałania epidemii dolegliwości bólowych kręgosłupa. Post Rehabilitacji 1995;9:91-7. 2) Stodolny J. Choroba przeciążeniowa kręgosłupa. Epidemia naszych czasów. Wyd. 1. ZL Natura, Kielce; 2003. 3) Spiko T, Gerze M. Wpływ leczenia uzdrowiskowego na parametry czynnościowe narządu ruchu i poziom bólu pacjentów z chorobą dyskową kręgosłupa lędźwiowego. Fizjoterapia 2003;11:27-40. 4) Dziak A. Dysfunkcje bólowe kręgosłupa lędźwiowego. Kwartalnik Ortopedyczny 2009;3:246-56. 5) Muyor1 J, López-Miñarro P, Alacid F. Spinal posture of thoracic and lumbar spine and pelvic tilt in highly trained cyclists. 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E-mail: [email protected] 484 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Case report Casi clinici MED SPORT 2014;67:485-93 Inveterate long peroneal tendon tear caused by overuse in a highly professional fencer: inconsistency between the severity of damage, the diagnostic picture and the functional deficit Rottura inveterata del tendine peroneo lungo da overuse in schermidore di alto livello: incongruenza tra entità del danno, quadro diagnostico e deficit funzionale S. GIANNINI 1, G. BONI 2 1Foro 2ANTIAGE Italico, University of Roma, Casa di Cura Villa Stuart, Sport Clinic, Rome, Italy Sport Medicine Clinic, Foligno, Regional Delegate FMSI Umbria, Perugia, Italy SUMMARY This article presents the evolution and treatment of a pathology of the myotendinous joint and long peroneal muscle caused by overuse, in a highly professional athlete, presenting an anomalous isolated compromission of the functional unit of long peroneal muscle that, despite the conservative treatment and the cures of the medical team, presented a progressive negative evolution, so much that it required surgery. Key words: Ultrasound - Magnetic resonance imaging - Joints. RIASSUNTO Presentiamo l’evoluzione ed il trattamento di una patologia da overuse del muscolo, della giunzione miotendinea e del tendine del peroneo lungo in un atleta di alto livello con anomala compromissione isolata dell’unità funzionale del peroneo lungo che, nonostante il trattamento conservativo e le cure del team medico, ha presentato una progressiva evoluzione peggiorativa, tanto da richiedere un tempo chirurgico. Parole chiave: Ecografia - Risonanza magnetica - Articolazioni. F or deambulation, the long peroneal muscle, together with the peroneus brevis, has an eccentric and stabilizing function in the support phase and a concentric and therefore driving component in the plantarflexion and takeoff phases. Such condition is usually present in the evaluation of the step dynamics in a normal foot condition, but in presence of pathologies, dynamics and reaction time modify when the foot is in supination or pronation, with a possible hyperstress or straining of the peroneus longus and brevis. Hence, during deambulation, in Vol. 67 - No. 3 N ella dinamica della deambulazione il muscolo peroneo lungo ha una funzione eccentrica e di stabilizzazione insieme al peroneo breve nella fase di appoggio e una componente concentrica e quindi di propulsione nella flessione plantare e di stacco. Tale condizione è normalmente presente nella valutazione della dinamica del passo in una condizione di normopiede, ma in presenza di patologie le dinamiche ed i tempi di reazione si modificano in presenza di una condizione del piede in supinazione od in pronazione con possibile ipersollecitazione o stiramento eccessivo dei MEDICINA DELLO SPORT 485 GIANNINI Inveterate long peroneal tendon tear the support phase the long peroneal muscle, assisted by the peroneus brevis, has an eccentric and stabilizing function, while during the takeoff and plantarflexion phase it has a driving action in the plantarflexion mechanism. The deterioration with tear, caused by an overuse of the long peroneal muscle is rare,1, 2 and especially never seen in fencers. In fact, the most common trauma for fencers is a sprained ankle undergoing continuous streching and stopping stress, with high solicitation of myotendinous and tendon joints.3 Our athlete had a case history of trauma on the right ankle, and no history of spraining traumas of the peroneal tibial astragalus joint, which could have favored tendon tears, on the side of the current musculotendinous lesion. In international literature there are cases of lesions of peroneal tendons caused by acute traumas or overuse. The lesion happens in patients affected by tenosynovitis, tendinitis, partial or total tears or subdislocation caused by lesions of the retinaculum. The ultrasound exam 4 showed high sensitivity (100%), 85% specificity and 90% accuracy, placing itself as the first choice technique in the evaluation of peroneal tendons.5 Factors that contribute to tendon tear can be anatomic variations caused by tubercole hypertrophy or by retrocalcaneal prominence, presence of the peroneus IV accessory muscle, relaxation of the peroneal retinaculum and possible ortopedic problems such as tarsal sinostosis or calcaneal bone anomalies.6 In athletes, and especially in younger ones, the tear of peroneus brevis is more frequent.7 In athletes, the tear of the long peroneal tendon is rarer, even though it is often fissured distally by the channel and the tear is often associated with the compromission of both peroneal muscles retinaculi. Such rarity is reported by older (30/40 years old) athletes.2 The proximal compromission, associated with retraction, could cause a total and often inveterated tear of the long peroneal muscle, sometimes associated with the compromission of the peroneus brevis.8 muscoli peroneo lungo e peroneo breve. Pertanto nella deambulazione il peroneo lungo assume nella fase di appoggio, coadiuvato dal peroneo breve, una funzione eccentrica e di stabilizzazione, mentre nella fase di stacco e di flessione plantare presenta un’azione propulsiva nel meccanismo di flessione plantare. La degenerazione con rottura da overuse del muscolo peroneo lungo è una raro evento 1, 2, non decritto negli atleti di scherma. Il più comune trauma negli atleti di scherma è la distorsione di caviglia sottoposta allo stress di allungamento, arresto con elevato stress delle giunzioni miotendinee e dei tendini 3. Il nostro atleta riferiva un vecchio trauma alla caviglia destra. Non sono noti traumi distorsivi dell’articolazione tibio astragalo peroneale, favorenti rotture tendinee, dal lato dell’attuale lesione muscolo-tendinea. Nella letteratura internazionale sono riportate le lesioni dei tendini peronei da trauma acuto od overuse. La lesione insorge in pazienti affetti da tenosinovite, tendinosi, rotture parziali, totali o sublussazione per lesione del retinacolo. L’indagine ecografica 4 ha dimostrato alta sensibilità (100%), 85% specificità e 90% di accuratezza confermandosi come metodica di prima scelta per la valutazione dei tendini peronei 5. Fattori predisponenti alla rottura tendinea possono essere varianti anatomiche da ipertrofia del tubercolo o dell’eminenza retrocalcaneale, presenza del muscolo accessorio peroneo IV, lassità del retinacolo dei peronei ed eventuali complicanze ortopediche come sinostosi tarsale o anomalie calcaneali ossee 6. Negli atleti è più frequente la rottura del peroneo breve, soprattutto nei soggetti giovani 7. Negli atleti è di più difficile riscontro la rottura del tendine peroneo lungo, spesso fissurato distalmente a livello della scanalatura e la rottura è frequentemente asssociata alla compromissione del retinacolo dei peronei. Tale rara eventualità è riportata per atleti di età più elevata, intorno ai 30-40 anni 2. La compromissione prossimale associata a retrazione depone per una rottura completa e spesso inveterata del peroneo lungo, a volte concomitante ad una compromissione del peroneo breve 8. Case report Caso clinico A 34-year-old fencer undergoing physical therapy for chronical pain in his left leg lateral region, especially during lunging and shift of direction. Schermidore di 34 anni in trattamento fisioterapico per persistente dolenzia della regione laterale della gamba sinistra, in particolare nell’affondo e nei cambi di direzione. 486 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inveterate long peroneal tendon tear GIANNINI The patient is a high professional fencer who has been suffering from chronical pain in his left leg external section and a slight functional impairment that limited him during matches, for months. Two years earlier, the patient had been treated for pulled ischiocrural muscles on the same side and when collecting his medical history, he reported a sprained right ankle. The persistency of limitation in fencing with chronic pain and a left side weakening sensation despite physical therapy and proprioception and a new dedicated training program aiming to modify his athletic technique, induced his medical team to request a diagnostic evaluation. The athlete did not report any sprained ankle events, which could favor peroneal lesions.8 Il paziente è un atleta professionista di scherma ad alto livello e lamentava da alcuni mesi persistente dolenzia del comparto esterno della gamba sinistra con modica impotenza funzionale che lo limitava nelle prestazioni agonistiche. Il paziente era stato trattato due anni prima per distrazione degli ischiocrurali dello stesso lato ed all’anamnesi risultava un episodio di distorsione della caviglia destra. La persistenza della limitazione al gesto atletico con dolenzia e sensazione di minore forza del lato sinistro, nonostante un approccio fisioterapico e propriocettivo ed un nuovo programma dedicato di preparazione atletica per modificare l’impostazione del gesto atletico ha indotto il team sanitario a richiedere una valutazione diagnostica. L’atleta non riferiva episodi di distorsione della caviglia, evento favorente le lesioni dei peronei 8. Diagnostic procedures Procedure diagnostiche The athlete, who gave his consent, underwent a first ultrasound exam of the lower limb, including the leg, in both comparative and dynamic view, and a functional evaluation of the foot in flex extension, in order to report the muscle and tendon damage. We used a high multifrequency linear probe by 17.5 MHz and the possibility to complete the ultrasound exam through a color Doppler echography and an elastosonography.4, 9 The exam showed a first degree pull, by straining, of the long peroneal muscle, with no hematomas (Figures 1, 2). L’atleta, che ha dato il suo consenso, è stato sottoposto ad una prima indagine ecografica dell’arto inferiore, comprensiva della gamba, in comparativa statica e dinamica, con valutazione funzionale in flesso estensione del piede per documentare il danno muscolare e tendineo. Abbiamo utilizzato una sonda lineare ad elevata frequenza da 17,5 MHz multifrequenza con possibilità di completare l’esame ecografico con studio ecocolor doppler ed elastosonografico 4, 9. Questa indagine evidenziava una distrazione di primo grado per elongazione del peroneo lungo, senza raccolte od ematomi (Figure 1, 2). Figure 1.—Axial ultrasound of the distal prejoint muscle belly of the long peroneus longus. A hypoanechoic area of tear and the absence of the regular muscle fibers can be observed. Figura 1. — Ecogramma assiale: a livello del ventre muscolare distale pregiunzionale del peroneo lungo. Si evidenzia area ipo-anecogena di rottura con assenza della normale rappresentazione delle fibrille muscolari. Figure 2.—Dynamic axial ultrasound. Extended echostructurall hypoechoic alteration of the muscle belly of the peroneus longus with a slight view of the epimysium. Figura 2. — Ecogramma assiale dinamico. Estesa alterazione ecostrutturale ipoecogena del ventre muscolare del peoneo lungo con scarsa rappresentazione dell’epimisio. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 487 GIANNINI Inveterate long peroneal tendon tear Somebody suggested the athlete should continue his agonistic activity without an adequate functional rehab. After two months, and facing an increment in functional deficit, in pain and in a severe limitation of his athletic performance, his medical team required a new diagnostic evaluation. Therefore, we performed an MRI by 1.5 Tesla (Philips Gyroscan) with dedicated coil, sequences T1, T2 weighted, T2 in fat suppression and multiplanar view, in order to highlight the severity of his musculotendinous lesion. We found a strong negative evolution of the long peroneal muscle belly presenting a medium and dishomogenous signal intensity caused by degenerative malacia. We also found fluids that detached the muscle belly from the epimysium (Figure 3). The worst compromission was on the tendon, which presented thick, dishomogeneous as ma- Figure 3.—Presurgical exam. MRI T2 weighted suppreseed sequence on the coronal plane. Comparative exam. On the left, presence of fluids in the distal muscle belly of the peroneus longus with hyperintense intra and perimuscular fluids. The tendon appears dishomogenously hypointense and much ticker, especially in the proximal area. Figura 3. — Esame pre chirurgico. RM sequenza T2 pesata soppressa sul piano coronale. Indagine in comparativa. A sinistra si evidenzia imbibizione edematosa del ventre muscolare distale del peroneo lungo con quota fluida iperintensa, intra e perimuscolare. Il tendine appare disomogeneamente ipointenso, notevolmente aumentato di spessore, in particolare nella porzione prossimale. 488 L’atleta veniva invitato a proseguire nella sua attività agonistica, senza un adeguato trattamento riabilitativo funzionale. A distanza di due mesi, in considerazione dell’incremento del deficit funzionale, della sintomatologia dolorosa e dell’importante limitazione nel gesto atletico, il team sanitario ha richiesto una valutazione diagnostica. Pertanto abbiamo eseguito un indagine RM con apparecchiatura ad elevato campo magnetico da 1,5 Tesla (apparecchiatura Philips Gyroscan) con bobina dedicata, sequenze T1, T2 pesate, T2 in Figure 4.—Presurgical exam. MRI T1 weighted sequence, on the saggital plane. It’s clearly visible the discontinued, dishomogeneous long peroneal tendon, especially in the proximal area, with a deflexion of the tendon fibers, scalloped aspect and without tension. Distally, hypointensity of the derma-hypodermal signal with loss of the cleavage plane with the distal tendon. Figura 4. — Esame prechirurgico. RM sequenza T1 pesata sul piano sagittale. È ben evidente il tendine peroneo lungo discontinuato, disomogeneo, prevalentemente nella porzione prossimale con deflessione delle fibre tendinee, aspetto festonato e deteso. Distalmante, ipointensità del segnale del dermaipoderma con perdita del piano di clivaggio con il tendine distale. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inveterate long peroneal tendon tear GIANNINI Figure 5.—MRI, same exam. Axial scan in comparative T1 weighted sequence. On the left, hypointense oval image by the myotendineous joint. Figura 5. — RM, stesso esame. Scansione assiale in comparativa T1 pesata. A sinistra Immagine ipointensa ovalare nel contesto della giunzione miotendinea. Figure 7.—Check-up MRI, 30 days after surgery. Axial plane in T1 weighted sequence. Tendon continuity with reduced hypointensity and slight reduction in thickness. Figura 7. — RM di controllo dopo trattamento chirurgico a 30 giorni. Piano assiale in T1 pesata. Continuità tendinea con ridotta ipointensità e modica riduzione di spessore. laciuos, and showed signs of an old lesion, partially repaired in fibrosis (Figures 4-6). We did not notice any bone compromission.8, 10, 11 During his case history, the athlete reported that in the two months he spent overtraining and participating to high level sport events, feeling chronic discomfort to his left lower limb, he also noticed a progressive deficit of the limb itself and a limitation in his athletic performances.11 The same athlete, considering his poor agonistic results and the insecurity sensation he felt, caused by functional deficit during thrust and lunge, unsuitable to a good sport performance, agreed to surgery. Thirty days after surgery, the athlete underwent a new ultrasound and MRI series of exams, to evaluate the integrity and restitutio ad Vol. 67 - No. 3 Figure 6.—MRI, same exam. Axial scan in comparative T1 weighted. Distal plane. The long peroneal tendon looks malacic, thicker and dishomogeneous. Figura 6. — RM, stesso esame. Scansione assiale in comparativa T1 pesata. Piano distale. Il tendine peroneo lungo appare malacico, aumentato di spessore e disomogeneo. soppressione del grasso con piani multiplanari per evidenziare l’estensione della lesione muscolare e tendinea. Abbiamo rilevato una netta evoluzione peggiorativa del ventre muscolare del peroneo lungo con media e disomogenea intensità di segnale per malacia degenerativa. Concomitava quota fluida a scollare il ventre muscolare dall’epimisio (Figura 3). La maggiore compromissione si rilevava a livello del tendine che presentava un aumento di spessore elevato, aspetto di disomogena intensità malacica e aspetti di pregressa lesione, in parte riparata in fibrosi (Figure 4-6). Non si osservavano compromissioni ossee 8, 10, 11. All’anamnesi l’atleta riferiva che, nei due mesi intercorsi cui si era sottoposto ad un eccesso di allenamenti e di gare sportive di alto livello con un continuo discomfort dell’arto sinistro, aveva rilevato un progressivo defict dell’arto inferiore con limitazione del gesto atletico 11. Lo stesso atleta, in considerazione delle insufficienti prestazioni atletiche e della sensazione di insicurezza determinata dal deficit funzionale nella spinta e nell’affondo, non idonee per un adeguata prestazione sportiva, accettava di sottoporsi ad intervento chirurgico. A 30 giorni dall’intervento chirurgico il paziente è stato sottoposto ad un nuovo esame ecografico ed RM per valutare l’integrità e la restitutio ad integrum dell’unità funzionale dei peronei (Figura 7). Non si osservavano complicanze o sequele dell’intervento chirurgico, in assenza di fibrosi post chirurgica. Al termine della riabilitazione funzionale e del completo recupero del gesto atletico per avere certezza di non incorrere in ricadute od ulteriori MEDICINA DELLO SPORT 489 GIANNINI Inveterate long peroneal tendon tear integrum of both peroneal muscles (Figure 7). We did not notice any complications or progression of surgery, since there was no postsurgical fibrosis. At the end of his rehab period and his complete agonistic recovery, in order to avoid relapses or other functional overload, as well as ruling out any other possible muscle or tendon compromission before going back to professional training (Figures 8, 9), facing new important international sport events, the athlete underwent a whole body MRI with T1 and T2 waigthed sequences on the coronal plane. Treatment Surgery 12 consisted in removing the fibrous tissue that sorrounded the long peroneal muscle, to the myotendinous joint, presenting connecting tissue sleeves on the peroneus brevis. They carried on a tenolysis and a tenosynovectomy, removing degenerative tissue, tendon scarification and tenoplasty. During a second lateral retromalleolar surgical access, they reported that the long peroneal tendon was proximally retracted caused by an inveterated tear and it adhesed to fibrous tissue cascade. They reported the tendinous distal stump by the cuboid bone and they confirmed the abnormal tendineous continuity, caused by a malacic repair tissue. They remodeled tissue through tendon’s suture, retension latero-lateral tenodesis. The flexor-extension, pronosupination and eversion-inversion stress tests showed retromalleolar tendons sliding and stable. Later, they applied a platelet gel along the tendons and sutured. The many samples sent for hystologic exam are described as follows: Myotendinous joint sample: fibroadipose tissue, together with striated muscle tissue presenting flogistic lymphatic infiltrations and vascular neogenesis. Traces of subsynovial flogosis. Tendon sample: dense fibrous connective tissue with images of fibrillation, myxoid degeneration and chronic flogistic infiltration. The pathologist concluded that it was a chronic aspecific tendinopathy associated with a focal hyperplastic chronic synovitis. The athlete underwent a quick mobilization, right after taking off stitches, and functional rehab program for the reactivation of all peroneal functions, including hydrokinesitherapy, without load, at first. 490 Figure 8.—WHOLE BODY MRI – T1 weighted sequence – coronal plane after surgery and rehab and after recovery the athletic ability. On the left, tendon reconstruction evidence with homogeneous signal and increased thickness of the neotendon. Figura 8. — RM WHOLE BODY – T1 pesata - piano coronale dopo il trattamento chirurgico ed al termine della fase riabilitativa e del ripristino del gesto atletico. A sinistra esiti di ricostruzione tendinea con segnale omogeneo ed aumento di spessore del neotendine. sovraccarichi funzionali abbiamo sottoposto l’atleta ad uno studio Whole Body MRI ottenuto con sequenze T1 e T2 pesate sul piano coronale per escludere ulteriori compromissioni muscolo tendinee prima della ripresa delle preparazione atletica agonistica (Figure 8, 9), in vista di importanti appuntamenti internazionali. Trattamento Il trattamento chirurgico 12 è consistito in asportazione di tessuto fibroso che circondava il tendine peroneo lungo sino alla giunzione miotendinea con tessuto di connessione a manicotto anche a livello del peroneo breve. Venivano eseguite tenolisi e te- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inveterate long peroneal tendon tear GIANNINI Figure 9.—Detail of the WHOLE BODY MRI – T1 weighted sequence – coronal plane. Exam carried on right after the athlete’s agonistic activity come back. Figura 9. — Dettaglio RM WHOLE BODY –sequenza T1 pesata- piano coronale. Esame eseguito all’inizio della ripresa dell’attività agonistica. His physical therapy protocol was then boosted with progressive workloads, in order to accelerate the recovery of all athletic gestures, without overloading the limb. The proprioceptive and rehabilitative excercises of elastication and hisometry have been soon integrated with weight-bearing excercises, specific for the recovery of athletic gestures, including the shifts of direction. 40 days after surgery, the athlete has returned to his full agonistic training. Discussion The first ultrasound exam showed an extensive echoic alteration with dishomogenous echostructure of the tendon caused by a 1st and 2nd degree tear and incomplete extension of the tear, with no fluids. After two months, functional limitation and a strong feeling of instability and unreliability of the limb induced the athlete to quit competing and evaluate the entity of the neglected damage. Vol. 67 - No. 3 nosinovialectomia con asportazione del tessuto degenerato, scarificazioni del tendine e tenoplastica. In un secondo accesso chirurgico retromalleolare laterale si reperta il tendine peroneo lungo, retratto prossimalmente per rottura inveterata, adeso a tessuto fibroso a colata. Si reperta il moncone distale tendineo a livello del cuboide e si conferma l’anomala continuità tendinea ad opera di un tessuto malacico riparativo. Si rimodella il tessuto con sutura del tendine, tenodesi latero laterale in ritensione. Le prove di flesso estensione, prono supinazione e di eversione-inversione evidenziano scorrimento e stabilità retromalleolare dei tendini. In un terzo tempo si applica gel piastrinico lungo il decorso dei tendini e si sutura. I numerosi prelievi all’esame istologico vengono descritti: — prelievo giunzione miotendinea: tessuto fibroadiposo, in continuità con tessuto muscolare striato con infiltrato flogistico linfocitario e neogenesi vascolare. Presenza di flogosi sub-sinoviale; — prelievo tendineo: tessuto connettivo fibroso denso con immagini fibrillazione, degenerazione mixoide e sede di infiltrato flogistico cronico. Le conclusioni dell’anatomo patologo depongono per un quadro di tendinopatia cronica aspecifica associata a sinovite cronica, focalmente iperplastica. L’atleta è stato sottoposto ad una rapida mobilizzazione, dopo rimozione dei punti di sutura e ad un programma riabilitativo funzionale per il ripristino dell’integrità della unità fiunzionale dei peronei comprensivo di idrochinesiterapia in una prima fase, non in carico. Il protocollo fisioterapico è stato incrementato con progressivi carichi di lavoro per accellerare il recupero del gesto atletico, senza sovarccaricare funzionalmente l’arto. Gli esercizi propriocettivi e riabilitativi di elasticizzazione ed isometria sono stati presto integrati con esercizi in carico specifici al recupero del gesto atletico, comprensivi di cambi di direzione. A 40 giorni dall’intervento, l’atleta ha ripreso la sua completa attività agonistica. Discussione La prima indagine ecografica ha evidenziato una estesa alterazione ecostrutturale con disomogenea ecostruttura del tendine per rottura di I-II grado, incompleta estensione della rottura, in assenza di raccolte. A distanza di due mesi la limitazione funzio- MEDICINA DELLO SPORT 491 GIANNINI Inveterate long peroneal tendon tear The new ultrasound exam, combined with an MRI, showed bad intratendinous inveterated rapture with sleeves of repairing fibrous tissue that determined an important increase in thikness of the long peroneal tendon, throughout its extension, and a slight compromission of the peroneus brevis. The athlete did not report any acute traumas or tears that caused an immediate functional stop, but an ongoing feeling of discomfort and helplessness that limited the fencer in his complete use of the left limb. Such symptoms also limited his performances. The MRI of a medium intensity signal tendon surrounding as a sleeve the long peroneal tendon, which could not be recognised according to the regular MRI and ultrasound semeiotic,13-15 seems describing a repair evolution of the tendon into in a malacic tissue (Figures 3, 4). The dynamic ultrasound exam showed a loss in the regular tendinous echostructure and a limited excursion of the fibrous neotendon (Figure 2), which probably not resistant. The MRI confirmed the ultrasound image and the presence of a medium intensity signal fibrous tissue, along both peroneal tendon’s functional area, up to the retinacolum region, which was not interested by the tear (Figure 6).6, 11 We did not find any dislocation condition.12 In fact, differently from what reported in literature, where the lesion is more freqeunt by the calcaneus and retinacular region, in our patient, the compromission is much more severe, presenting a retraction of the tendon, in the context of a simile scarring tissue. Therefore, the decision of opting for surgery, removing the fibrous tissue and reconstructing the tendon, both when examining the tendon during surgery and at the following anatomopathological exam, confirms that the function of the limb was only made possible by the fibrous-malacic-repair component of the tendon. It is hard to say which of the two diagnostic techniques proved more reliable. In fact, we believe that the immediacy and ease of performing an ultrasound exam in real time and its possibilty to carry on a functional dynamic study at the same time, makes it unique and irreplaceable in the evaluation of muscle-tendinous function. In this specific case, we were able to demonstrate the absence of a retracted tendon, replaced by a fibrous tissue, which was apparently not dynamic. 492 nale e la sensazione di instabilità ed inaffidabilità dell’arto induceva l’ atleta a sospendere le gare e a valutare l’entità del danno trascurato. La nuova ecografia, abbinata ad una risonanza magnetica, mostrava un grossolano quadro di rottura intratendinea inveterata con tessuto fibroso riparativo a manicotto che determinava un notevole aumento di spessore del tendine peroneo lungo, in tutta la sua estensione, con modica compromissione del peroneo breve. L’atleta non riferiva episodi di trauma acuto o di rottura con immmediata impotenza funzionale, bensì una continua sensazione di fastidio e di impotenza funzionale che limitava lo sportivo al pieno uso dell’arto sinistro. Tale sintomatologia limitava le prestazioni sportive. Il quadro RM di tessuto di media intensità di segnale ad avvolgere a manicotto il tendine peroneo lungo, non più riconoscibile come normale semeiotica RM ed ecografica 13-15, depone per un evoluzione riparativa del tendine in un tessuto malacico (Figure 3, 4). Lo studio ecografico dinamico evidenzia perdita della normale ecostruttura tendinea con limitata escursione del neotendine fibroso (Figura 2), probabilmente non contenente. Il quadro RM conferma l’aspetto ecografico e la presenza di un tessuto di media intensità di segnale, fibroso, lungo l’estensione dell’area funzionale tendinea dei peronei, sino alla regione del retinacolo, non interessata da rottura (Figura 6) 6, 11. Non abbiamo evidenziato condizione di lussazione 12. Infatti, in disaccordo con quanto riportato in letteratura, dove la lesione è più frequente a livello della regione calcaneale e del retinacolo nel nostro paziente la compromissione è certamente più alta con retrazione del tendine nel contesto del tessuto simil-cicatriziale. Pertanto la decisione di optare per l’intervento chirurgico di asportazione del tessuto fibroso e la ricostruzione del tendine ci conferma, all’ispezione del tendine al tavolo chirurgico ed al successivo riscontro anatomopatologico, che la funzionalità dell’arto era assicurata dalla sola componente fibroso-malacica riparativa in sostituzione del tendine sano. Quale delle due metodiche diagnostiche si sia dimostrata più attendibile è di difficile valutazione. Infatti riteniamo che la facilità di esecuzione in tempo reale dell’ecografica e la possibilità di uno studio dinamico funzionale, sia insostituibile nella valutazione della funzionalità muscolo tendinea. Nel caso specifico abbiamo ben potuto dimostrare l’assenza del tendine retratto, sostituito da un tessuto fibroso, apparentemente non dinamico. MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Inveterate long peroneal tendon tear GIANNINI On the other hand, MRI’s overall view, its field view, its multiple plane view, the quick identification of the retraction site of the tendon and of the longitudinal lesion,13 more frequent in peroneal tears and more evident on axial and sagittal planes, associated with the possibility of evaluating bone bruises or bone compromission, are also undeniable results. Furthermore, at the end of treatment and before sending the athlete back to his full agonistic training and sport activity, the WHOLE BODY MRI allowed us to evaluate all muscle kinetic chains and possible, symptomless lesions. D’altro canto la panoramicità della RM, il campo di vista, la multiplanarità, l’identificazione rapida della sede di retrazione del tendine e della lesione longitudinale 13, più frequente nelle rotture dei peronei e meglio evidente nei piani assiale e sagittale, associata alla possibilità della valutazione della presenza di bone bruise o compromissione ossea sono risultati irrinunciabili. Inoltre, al termine del trattamento e prima di confermare la disponibilità dell’atleta alla piena attività sportiva la RM WHOLE BODY ci ha permesso di valutare tutte le catene cinetiche muscolari e l’eventuale presenza di lesioni, scarsamente sintomatiche. Conclusions The use of dynamic diagnostic techniques allowed us to give the right surgical indication at the tight time for an important high level professional athlete, presenting an overuse pathology that often envisages the only conservative treatment. The oddity of the case and the absence of left ankle spraining traumas, the side interested by the tear, are often referred to as peroneal lesions. In addition, in our opinion, what’s really interesting is the evolution it had caused by overuse, following a greater workload and many consecutive matches, which created a severe lesion even presenting repair tissue, in two months, starting from a simple ultrasound exam that was scarsely pathologic. References/Bibliografia 1) Trevino S, Baumhauer JF. Tendon injuries of the foot and ankle. Clin Sports Med 1992;11:727-39. 2) Sammarco GJ. Peroneal tendon injuries. Orthop Clin North Am 1994;25:1351454. 3) Kelm J, Anagnostakos K, Deubel G, Schliessing P, Schmitt E. The rupture of the tibial anterior tendon in a world class veteran fencer. Sportverletz Sportschaden 2004;18:148-52. 4) Giannini S, Faloni ER. Using real-time sonoelastographyin ultrasound diagnostic imaging of the Achille tendon and heel region. In: Tassone J, Barret SL, editors. Diagnostic Ultrasound of the Foot and Ankle. Data Trace; 2013. p. 20926. 5) Grant TH, Kelikian AS, Jereb SE, McCarthy RJ. Ultra- sound diagnosis of pero- Conclusioni L’utilizzo di metodiche diagnostiche dinamiche ci ha permesso di dare un indicazione chirurgica, al momento giusto, in un importante atleta di alto livello, in una patologia di overuse che frequentemente ha un indicazione assoluta al trattamento conservativo. La singolarità del caso è l’assenza di traumi distorsivi della caviglia sinistra, lato interessato dalla rottura, spesso predisponenti alle lesioni dei peronei. Inoltre, a nostro avviso, è veramente particolare l’evoluzione da overuse, per un maggiore carico di lavoro da allenamenti e da gare consecutive, che ha indotto una lesione importante con fenomeni di riparazione, nell’arco di due mesi, partendo da un’ecografia scarsamente patologica. neal tendon tears. A surgical correlation. 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E-mail: [email protected] Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 493 La Medicina dello Sport … per Sport MED SPORT 2014;67:495-505 In questo numero la rubrica “La Medicina dello Sport… per Sport” è dedicata alla disciplina del “Sollevamento pesi”. Grazie al determinante contributo delle strutture federali, la Rivista si augura di rendere un servizio utile ai lettori che vedranno alternarsi, nei prossimi numeri, argomenti di aggiornamento e lavori su discipline non ancora trattate. IL SOLLEVAMENTO PESI A. GIANFELICI 1, 2 , A. URSO 2, C. VARALDA 2, F. PASQUALONI 2, N. VOGLINO 2, 3 1Istituto di Medicina e Scienza dello Sport “A. Venerando” – Comitato Olimpico Nazionale Italiano, CONI, Roma, Italia 2Federazione Italiana Sollevamento Pesi, Roma, Italia 3Unità Operativa Ortopedia e Traumatologia, ASL Umbria 1, Ospedale Alto Tevere Città di Castello, Perugia, Italia “U na delle caratteristiche universalmente riconosciute alla pesistica è quella di costituire la base essenziale di ogni disciplina agonistica e di sapersi quindi rinnovare nel tempo, conservando quel peculiare ruolo di irrinunciabile strumento per la formazione del fisico... perché gli allenamenti sulla forza generale hanno una stretta correlazione proprio con il metodo utilizzato dallo sport per tutti gli sport”. Vorremmo cominciare proprio dalle parole di Giovanni Malagò, attuale Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, utilizzate nella presentazione di uno scritto sulla pesistica di Antonio Urso 1 per presentare questa disciplina sportiva olimpica le cui origini storiche si perdono nella notte dei tempi, nate insieme all’uomo e riconducibili all’eterno desiderio dello stesso di confrontarsi con le forze della natura, tra queste, quella della gravità che rappresenta una delle espressioni più evidenti. Il sollevamento pesi, è stato utilizzato come salutare attività collaterale per il miglioramento fisico. Il padre della medicina scientifica, Ippocrate di Kos, (V-VI secolo a.C.) elencò una serie di esercizi per mantenere sano il corpo tra cui la lotta e il sollevamento pesi anakinemata. L’allenamento con gli alteri, consigliato anche da Antilio (II secolo d.C.) e Oribasio (IV secolo d.C.), prese il nome di alterobolia e veniva seguito sotto il controllo di esperti. Si ha notizia, inoltre, che gli antichi Greci adoperavano le alteras Vol. 67 - No. 3 per migliorare e mantenere l’efficienza fisica dei propri guerrieri, oltre che per le competizioni sportive (ad Olimpia, fu riportata alla luce una enorme pietra di quasi un quintale e mezzo di peso, la quale, secondo una scritta del VI secolo a.C., sarebbe stata sollevata con un solo braccio da un certo Bibbione). Arrivando rapidamente a tempi più vicinii a noi, facendo un salto di quasi due millenni, nel 1819 Henrich Clias (1782-1854), professore dell’Accademia di Berna, pubblicò Gymnastique élémentaire ou cours analytique et gradué d’exercises propres à developper et à fortifier l’organisation humaine. L’opera fu preceduta dalle Considérations sur la gymnastique di Baillot. Tra gli esercizi proposti da Clias figurava il lancio delle pietre e la loro alzata all’altezza delle anche e delle spalle; tra i diversi esercizi proposti, alcuni consistevano nel sollevamento di bastoni e di sacchi pieni di sabbia. Clias suggeriva l’uso di una cintura di contenimento intorno ai fianchi. L’opera fu tradotta sia in inglese che in italiano, in quest’ultimo caso, con qualche aggiunta e qualche omissione di un tale Eugenio Young, colonnello al comando del Collegio Militare di Milano con il titolo: Ginnastica elementare o sia corso analitico e graduato degli esercizi atti a sviluppare ed a fortificare l’organizzazione dell’uomo – Milano 1825, realizzando il primo trattato moderno di ginnastica. Un altro grande divulgatore della pesistica MEDICINA DELLO SPORT 495 GIANFELICI Il sollevamento pesi fu il belga Edmond Desbonnet (1868-1953), professore di educazione fisica, che nel 1883 aprì una sezione di pesistica e nel 1888 redasse un regolamento tecnico fissando le regole per lo slancio a due braccia e per l’esercizio di distensione. Durante il periodo natalizio del 1894 organizzò a Muscron, in Belgio, la prima gara internazionale di pesistica a cui presero parte atleti belgi, olandesi e francesi. Due anni dopo, la stessa manifestazione fu vinta dal tedesco Johannes Schneider ad Amsterdam battendo proprio il Marchese Monticelli Obizzi. Nel 1902 fu organizzato a Londra il primo campionato del mondo (11 gli esercizi validi per la classifica). Ma di pesistica vera e propria si può cominciare a parlare solo in tempi più moderni, quando si iniziarono a fissare regole più precise per lo svolgimento delle competizioni. Il sollevamento pesi vanta la sua presenza nel programma olimpico fin dalla prima Olimpiade dell’era moderna, quella di Atene del 1896. Da quella prima edizione, la presenza alle Olimpiadi ha avuto vicende alterne, fintanto che, a partire dai Giochi Olimpici di Amsterdam del 1928, è stato stabilmente incluso nel programma olimpico. Le prime competizioni di sollevamento pesi si svolgevano su numerose alzate, di cui alcune eseguite ad un solo braccio, altre a due braccia. Dal 1928, le gare si svolsero, invece, esclusivamente con esercizi a due braccia (distensione, strappo e slancio). Il problema tecnico comune a tutti gli esercizi che doveva, e deve ancor oggi, affrontare l’atleta, è quello di sollevare il peso a braccia tese sopra la testa, senza soluzione di continuità, così come recita il regolamento. Per fare ciò, il pesista è obbligato a compiere quello che in fisica si definisce “lavoro”. Dal momento che lo scopo è quello di riuscire a sollevare carichi maggiori, appare evidente che ciò si può ottenere riducendo al minimo la traiettoria verso l’alto del bilanciere, necessaria per estendere completamente le braccia. In questo modo, facendo percorrere al bilanciere uno spazio minore, il lavoro di conseguenza si riduce, ovvero, a parità di forza impiegata per vincere la resistenza del peso, è possibile sollevare carichi di maggiore entità. Anche dal punto di vista storico, l’evoluzione della tecnica del sollevamento pesi ha subito lo stesso percorso del precedente esempio. Alle origini, i pesisti erano dotati di enorme forza e di poca esplosività, a causa di una tecnica poco performante e di traiettorie molto più lunghe rispetto alle attuali che incidevano, inevitabil- 496 mente, sul tempo di applicazione della forza. Le alzate venivano, pertanto, eseguite principalmente in posizione eretta o attraverso una piccolissima flessione delle ginocchia. Successivamente, le traiettorie cominciarono ad accorciarsi. Questo espediente veniva attuato negli esercizi di sollevamento ad un braccio, inclinando il busto dalla parte opposta al braccio che si solleva (ciò permetteva anche di mantenere il baricentro del sistema atleta-attrezzo stabilmente all’interno della base d’appoggio). Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972 fu attuata l’ultima grande rivoluzione del Regolamento Internazionale, vale a dire l’eliminazione della distensione dai programmi ufficiali di tutte le manifestazioni di pesistica. Tale decisione venne presa con votazione pressoché plebiscitaria, in seno alla IWF (International Weightlifting Federation, Federazione Internazionale di Pesistica), prendendo in esame e discutendo a lungo sia dei problemi di carattere arbitrale, che di prevenzione scaturiti dall’interpretazione degli atleti di questo esercizio, divenuto ormai una brutta copia dello slancio. È stato proprio quest’ultimo atto che ha permesso la radicale trasformazione e l’ulteriore balzo in avanti di questa disciplina sportiva, che consente oggi di poter tranquillamente relegare il brachitipo baffuto dai bicipiti ipertrofici al ruolo del nostalgico stereotipo del pesista di altri tempi 1-3. Aspetti fisiologici Strappo e slancio Le competizioni classiche prevedo ad oggi l’effettuazione di due tipologie di sollevamento che sono appunto lo strappo e lo slancio: lo strappo prevede il sollevamento del peso a braccia tese sopra la testa in un movimento unico e veloce mentre lo slancio prevede il sollevamento in due movimenti (la girata, o appoggio al petto, e la spinta). È evidente quindi che la sostanziale differenza è la continuità con cui avvengono i due gesti. Nello slancio, al movimento della girata, con la quale si porta il bilanciere da terra alle spalle, si succede dopo una breve pausa la fase della spinta, momento in cui si porta il bilanciere dalle spalle a sopra la testa a braccia tese. Gli studi di biomeccanica “sportiva” o applicata hanno trovato in questo ambito molti spunti di lavoro e di indagine, andando ad analizzare con diversi strumenti le componenti dinamiche e cinematiche di applicazione della MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Il sollevamento pesi GIANFELICI A B Figura 1. — A, B) Nell’esercizio di “strappo”, l’atleta devo sollevare il bilanciere sopra la propria testa in un unico movimento. A B Figura 2. — A, B) Nell’esercizio di “slancio” il bilanciere viene portato prima all’altezza delle spalle (con un movimento detto “girata”) e poi si solleva il peso al di sopra della testa. Sia nella “strappo” che nello “slancio”, per un sollevamento corretto, gli atleti devono reggere il bilanciere saldamente sopra la testa, con braccia e gambe tese e senza movimenti di flessione. forza nonche lo studio biomeccanico dei diversi momenti di impegno del lavoro del pesista. Sono quindi stati individuati per ognuno dei due esercizi, fasi e periodi. Le Figure 1 e 2 illustrano quanto detto. Nella fase iniziale dell’esercizio, pretensionamento e stacco, l’atleta ha un impegno tensivo della catena cinetica posteriore. La parte successiva del movimento, caricamento, tirata pre- Vol. 67 - No. 3 parazione al volo, è quella in cui c’è la massima accelerazione dell’attrezzo, il bilanciere. Si termina con la fase aerea, incastro, seduta, inversione e risalita, fissaggio, nella quale si sfrutta da una parte l’inerzia del bilanciere e dall’altra la capacità dell’atleta di “scendere” sotto al bilanciere. Durante l’esercizio troviamo le seguenti contrazioni muscolari: isometrica, concentrica, MEDICINA DELLO SPORT 497 GIANFELICI Il sollevamento pesi eccentrica-concentrica, eccentrica, isotonica. Questo presuppone che tra le caratteristiche principali del pesista ci sia un grande controllo neuro muscolare, caratteristica che deve essere considerata fondamentale in qualsiasi disciplina sportiva. A supportare quanto detto è la durata di una alzata tecnica: circa un secondo 1, 2. Caratteristiche funzionali del pesista L’evoluzione e le modifiche dei regolamenti tecnici hanno portato nel corso degli anni a modificare le caratteristiche funzionali del pesista. Nel 1800, il sollevamento pesi si manifestava quasi come un fenomeno circense in cui gli “pseudo-pesisti” sollevavano enormi pesi, spesso truccati (le “marmitte”), e presentavano un fisico smisurato che procacciava gli applausi della folla che riempiva le piazze, i circhi e i teatri di tutta Europa. A fianco a questi personaggi, non mancarono comunque i veri campioni: fu celebre il taglialegna franco-canadese Louis Cyr (1863-1912), che con un solo dito sollevò a 10 cm dal suolo un peso di 535 libbre (quasi 243 kg) e l’estone George Hackenschmidt (nato nel 1877), detto “il leone russo” e formatosi nella scuola di San Pietroburgo sotto la direzione del dottor Krajewski, che si distinse oltre che nella pesistica anche nella lotta e addirittura nel catch, negli Stati Uniti. In Italia intanto, uno straordinario atleta catanese, noto come “Romolus”, osò addirittura sfidare atleti del calibro di Cyr e Sandow. Fino agli anni 70 del secolo scorso, i pesisti erano dotati di enorme forza e di poca esplosività, a causa di una tecnica poco performante e di traiettorie molto più lunghe rispetto alle attuali che incidevano, inevitabilmente, sul tempo di applicazione della forza. L’evoluzione delle tecniche, come sopra riportato, che risultano estremamente efficaci nell’accorciare la traiettoria del bilanciere, ha messo in evidenza una serie di complicazioni biomeccaniche che la rendono più complicata da attuare con non pochi problemi sia dal punto di vista della capacità di accoppiamento e differenziazione del movimento, sia da quello delle accelerazioni e decelerazioni. A queste difficoltà si devono aggiungere quelle legate al controllo del bilanciere che viaggia per inerzia in direzione opposta a quella del corpo, nonché quelle legate al raggiungimento, in modo rapido, della posizione di equilibrio e al successivo mantenimento. Questa situazione si deve realizzare in condizioni precarie, data l’esiguità della base di appoggio e l’elevata altezza del 498 baricentro, determinata dal fatto che il peso si trova in alto, sopra la testa. Questa tecnica, inoltre, a causa dell’accorciamento della traiettoria del bilanciere, richiede doti eccezionali di forza esplosiva per raggiungere le velocità necessarie al completamento della prova (le velocità massime si aggirano intorno all’1,8 metri al secondo nella girata per lo slancio, ed ai 2 metri al secondo nello strappo) 1. Le caratteristiche del moderno pesista si sono dunque oggi modificate, portandolo ad essere un atleta dalle spiccate doti di forza dinamica massima e dalle eccezionali capacità di coordinazione intramuscolare e tra i vari distretti, di flessibilità, con una armonica muscolatura sviluppata in tutti i distretti corporei, può meglio prestarsi più di qualunque altro atleta ad essere assunto come archetipo ideale. Queste osservazioni, riguardanti le tecniche di sollevamento, nonche le differenze metodologiche sull’allenamento e non ultimi gli aspetti neuromuscolari permettono anche di comprendere la notevole differenza che c’è nell’allenamento muscolare di un pesista e di un body builder: il primo fa della potenza e della curva forza velocità il punto predominante della sua prestazione/allenamento, il secondo fa della durata di tempo di tensione muscolare il focus del suo allenamento. Alcune considerazioni potrebbero poi estendersi anche agli aspetti metabolici, talvolta trascurati in queste discipline sportive, dimenticando che le espressioni di potenza meccanica sono sempre associate a quelle di tipo energetico-metabolico. I tempi di applicazione del lavoro nel pesista risultano sempre estremamente brevi, e pertanto l’aspetto metabolico è sempre prevalentemente a carico del sistema dei fostati altamente energetici. I tempi di lavoro e le tecniche di allenamento (come per esempio i tempi di recupero tra una ripetizione e l’altra nella sessione di lavoro che cercano di essere completi nel pesista) portano diversamente il body builder a ricercare l’attivazione del metabolismo glicolitico, anche per l’effetto indiretto che la “acidificazione” del muscolo ha sugli aspetti ormonali 4-7. Un’altra caratteristica degli esercizi della Pesistica Olimpica è che l’atleta deve essere in grado di gestire due baricentri diversi, quello relativo al proprio corpo e quello relativo al bilanciere. Da qui la considerazione della importanza delle capacità coordinative dell’atleta, cioè le capacità di organizzare, controllare e regolare il movimento. Questo permette ad un MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Il sollevamento pesi GIANFELICI atleta della pesistica di essere in grado di modulare la sua applicazione di forza permettendogli di eseguire correttamente il gesto tecnico anche con un carico più basso del suo massimale. Nello stesso tempo costringe un atleta a lavorare sempre con carichi di una certa entità perché altrimenti si perderebbe molto della specificità dell’allenamento 4. Le categorie di peso Le caratteristiche antropometriche dell’atleta di sollevamento pesi sono molto varie considerando che la disciplina prevede la suddivisione in categorie di peso; gli uomini vanno dai 56 kg agli oltre 105, le donne dalla 48 kg alla +75 kg. La necessità di formulare delle divisioni in categorie nasce dall’aspetto fisiologico e biologico per il quale la forza muscolare è proporzionale, oltre che ad altri parametri, anche alla superficie di sezione trasversa delle sue fibre. In pratica, è una capacità che cresce in ragione proporzionale alla massa del muscolo. Gli individui più pesanti, che hanno una massa muscolare maggiore, riescono a sollevare carichi maggiori. La massima capacità di forza assoluta sarà perciò espressa dagli individui più pesanti. L’alzata record dei record è rappresentata dai 263 kg sollevati nell’esercizio di slancio dal supermassimo iraniano Hossein Rezazadeh, nell’agosto del 2004 ad Atene in occasione del Giochi Olimpici. Questo è il record assoluto di slancio e rappresenta tutt’oggi la massima performance ottenuta in gara da un essere umano. Tuttavia questa alzata, effettuata da un atleta il cui peso personale si aggirava intorno ai 160 kg, non rappresenta neppure il doppio del peso corporeo dell’atleta che l’ha effettuata (1,64 volte il proprio peso). Tuttavia la correlazione tra dimensioni e massa corporea rispetto alla forza sviluppata non è lineare, difatti gli esseri sono piccoli (come le formiche per esempio) sviluppano maggior forza relativa. Questo fenomeno avviene perche la forza è proporzionale al quadrato della superficie della sezione dei muscoli (cresce, quindi in ragione quadrata), mentre la massa muscolare, essendo una misura di volume, cresce in ragione cubica. In ambito umano, le cose sono ancora diverse rispetto ai presupposti enunciati: si è visto che la forza relativa (per quanto attiene al sollevamento pesi) non cresce in modo lineare in ragione inversamente proporzionale al peso, infatti, non sono le categorie piccole ad esprimere la massima forza relativa bensì quelle medio-basse. Nel campo del sollevamento pesi, Vol. 67 - No. 3 la parte della formica spetta di diritto al turco/ bulgaro Naim Suleymanoglu il quale, ai Giochi Olimpici di Seul nel 1988 sollevò, con una mitica alzata, 190 kg nell’esercizio di slancio, con un peso corporeo di soli 60 kg! Questa prestazione rappresenta un rapporto di ben 3,16 volte il peso dell’atleta ed è, a tutt’oggi, la maggior espressione di forza relativa mai registrata. Non è affatto vero, pertanto, che gli individui più pesanti risultino anche più forti per quanto concerne la forza relativa, se comparata con il peso corporeo dell’atleta che la realizza. Non è casuale che i lanciatori del peso e del martello abbiano caratteristiche fisiche e fisiologiche analoghe a quelle dei sollevatori di peso delle massime categorie. In queste specialità, infatti la forza assoluta risulta determinante ai fini del risultato e, ad ogni aumento della cilindrata, corrisponde un aumento della potenza espressa, quindi del risultato. Non è sempre così nella maggior parte delle altre discipline sportive nelle quali la forza non viene scaricata su di un attrezzo allo scopo di accelerarlo verso una direzione, ma serve ad accelerare i segmenti corporei dell’atleta (pugilato, scherma, tennis, ecc.) o l’intero corpo dell’atleta stesso (tutti i tipi di corsa, salti, ecc.). In tutti questi casi, il motore è utilizzato per muovere se stesso ed un eccessivo aumento di peso può risultare controproducente. Un aumento smodato della massa muscolare, pur producendo più forza assoluta, non è più utile ai fini del risultato. Siccome ad ogni aumento ulteriore della cilindrata corrisponde un aumento del peso del motore che ci si porta appresso, il vantaggio si ottiene solo entro certi limiti ben determinati. Ovviamente, per ogni specialità questo limite si colloca in punti differenti. Così, ad esempio, il saltatore in alto, dovendo accelerare la propria massa verso l’alto, raggiunge questo limite molto presto. Il velocista, dovendo accelerare la propria massa prevalentemente in senso orizzontale, troverà conveniente sviluppare maggiormente le masse muscolari. Il saltatore in lungo, invece, si colloca in una posizione intermedia tra questi due. Così si spiega perché gli sprinter sfoggia- no spesso muscolature esuberanti, molto più dei saltatori in lungo o dei triplisti i quali, a loro volta, sono più muscolosi dei saltatori in alto. È stato proprio per ottemperare all’esigenza di valutare non solo la forza massimale assoluta, ma anche quella relativa esprimi- bile dall’uomo che, fin dal 1905, le Olimpiadi ed i Campionati di sollevamento pesi si sono effettuati dividendo gli atleti in categorie di peso. Ciò signifi- MEDICINA DELLO SPORT 499 GIANFELICI Il sollevamento pesi Tabella I. — Divisione in categorie per kg di peso corporeo, sia in ambito maschile che femminile. Maschile Fino a 56,2 Fino a 62,3 Fino a 69,4 Fino a 77,5 Fino a 85,6 Fino a 94,7 Fino a 105,8 Oltre 105,8 Femminile Fino a Fino a Fino a Fino a Fino a Fino a Oltre 48,2 53,3 58,4 63,5 69,6 75,7 75,7 ca, in pratica, che prima di ogni gara gli atleti vengono pesati ed inseriti a gareggiare contro concorrenti della stessa taglia, analogamente a quanto avviene negli sport di combattimento. Motivazioni di natura storica, geografica e politica, spinsero la IWF a modificare nel tempo le categorie di peso degli atleti. Erano cinque dal 1920 al 1936, gradualmente portate fino a 10 nel 1980. La Tabella I riporta la attuale divisione in categorie, sia in ambito maschile che femminile. Il sollevamento pesi in ambito femminile È negli anni ’70 che l’emancipazione sempre più marcata delle donne in tutti i campi permette di parlare insistentemente del sollevamento pesi al femminile. In Italia fu organizzato dall’allora Federazione Nazionale competente (FILPJ Federazione Italiana Lotta, Pesi e Judo) il primo convegno internazionale tenutosi a Sorrento nel 1985 sulla pesistica femminile dal quale emerse chiara la possibilità di organizzare competizioni femminili di sollevamento pesi e di poter allenare con grandi volumi ed intensità di lavoro. A questi eventi, seguì nel 1987, a Daytona (USA), il primo campionato mondiale femminile a cui fece seguito l’anno successivo a San Marino, il primo Europeo. Seppure bisogna aspettare la fine del secolo scorso per vedere i primi campionati femminili, come appena detto, in tutte le epoche le donne si sono sempre cimentate nell’allenamento con i pesi; nel mondo antico esiste la fondata convinzione che le donne utilizzassero l’allenamento con i sovraccarichi, forse anche con finalità estetiche, come lascia supporre il mosaico rinvenuto nella Villa Romana del Casale a Piazza Armerina risalente al III d.C. che ritrae un’ancella con in mano due alteras. La letteratura sportiva riporta che a partire dagli anni ’60, anche le donne dedite ad una qualunque attività sportiva inserivano più o 500 meno regolarmente allenamenti con i pesi per incrementare le loro capacità di forza finalizzata al miglioramento delle loro prestazioni. Oggi la pesistica femminile rappresenta una splendida realtà che ha conquistato la platea più rappresentativa dello sport con la partecipazione alle olimpiadi in qualità di disciplina ufficiale fin dall’edizione del 2000, con risultati di assoluto valore atletico e con un livello di gradimento di pubblico tale da competere con i colleghi maschi 1, 8. Gli aspetti clinici Alimentazione L’alimentazione per il pesista deve soddisfare le necessità fisiologiche di esprimere contemporaneamente forza e velocità in un unico complesso gesto atletico. L’ampia letteratura a riguardo conferma che questo tipo di atleta è caratterizzato da fabbisogni proteici sostenuti, determinati da un importante turnover aminoacidico per l’intensa attività svolta e la muscolatura particolarmente sviluppata 9, 10. La quota proteica giornaliera massima sarà entro la soglia dei 2,4 g/kg p.c. al giorno, valore in cui la risposta anabolica tocca il suo culmine e oltre il quale aumenta soltanto l’ossidazione degli aminoacidi a scopo energetico 11. I valori più elevati saranno indicativi per periodi di allenamento particolarmente gravosi quali sedute multiple giornaliere e/o potenziamento muscolare, e comunque dovranno essere sempre stabiliti in virtù dell’esito degli esami ematochimici (soprattutto creatinina, azoto e acido urico) i quali rivelano la capacità organica di assimilazione delle proteine. La loro assunzione sarà frazionata nei vari pasti della giornata in modo da consentirne un assorbimento più efficace; particolare attenzione inoltre va posta alla presenza di una quota proteica nello spuntino da consumare immediatamente dopo la seduta di allenamento, che può favorire l’anabolismo muscolare 12. Le necessità energetiche vengono assolte soprattutto dalle fonti di carboidrati; questi dovranno essere presenti a ogni pasto della giornata e dovranno rappresentare circa il 55% della quota calorica giornaliera. Saranno rappresentati soprattutto da amidi a basso indice glicemico (legumi e cereali preferibilmente integrali o non raffinati) nei pasti principali, mentre negli spuntini successivi alla seduta di allenamento sarà MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Il sollevamento pesi GIANFELICI indicata l’assunzione di zuccheri semplici come quelli forniti dalla frutta, la quale rappresenta anche una fonte di antiossidanti e un alimento basificante, utile a contrastare la produzione di radicali liberi e l’acidosi fisiologicamente prodotti dal lavoro muscolare 13. Ai lipidi oltre alla funzione di riserva energetica è affidata la funzionalità e la protezione della membrana cellulare, l’assorbimento delle vitamine liposolubili, nonché il ruolo di precursori di ormoni steroidei quali ad esempio il testosterone. Questi dovranno rappresentare circa il 25-30% della quota calorica giornaliera e particolare attenzione sarà rivolta all’introduzione di acidi grassi essenziali ed insaturi in generale (di cui gli oli vegetali di prima spremitura a freddo rappresentano un’ottima fonte) e la frazione adeguata di acidi grassi polinsaturi quali l’eicosapentaenoico (C20:5 Ω3) e docosaesaenoico (C22:6 Ω3) provenienti dall’ ambiente marino o quelli contenuti nella frutta a guscio 14. La distribuzione alimentare sarà caratterizzata da almeno 5 pasti giornalieri, che permetteranno introduzioni caloriche anche importanti (gli atleti impegnati in cicli di allenamento intensi possono necessitare di una quota calorica giornaliera superiore alle 40 kcal/kg p.c. al giorno) senza appesantire il sistema digerente o interferire con la qualità dell’allenamento. L’idratazione assolve un ruolo fondamentale sia ai fini dello stato di salute generale che in termini di prestazione atletica e prevenzione dagli infortuni. Il corretto ripristino delle scorte idriche previene la riduzione del volume ematico, l’aumento della temperatura corporea e ritarda la comparsa dei primi segni di stanchezza fisica 15. È consigliato che gli atleti acquisiscano l’abitudine di assumere acqua sin dalle prime ore del mattino, procedendo nell’idratazione con introduzioni regolari di quantità moderate anche durante le fasi di allenamento, ed evitando allo stesso tempo di eccedere nell’ assunzione di liquidi durante i pasti principali, affinché ciò non interferisca con una corretta digestione. In ambito sportivo si ricorre sovente all’utilizzo di supplementi e integratori alimentari; sebbene una alimentazione isocalorica varia, equilibrata e basata su prodotti freschi e di stagione sarebbe adeguata anche alle richieste aumentate di un atleta, il ricorso ad alcuni integratori potrebbe talvolta essere contemplato a scopo funzionale. Nello specifico diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato come l’assunzione di BCAA prima dell’ allenamento riduca la quantità di Vol. 67 - No. 3 triptofano che penetra nel cervello, abbassando i livelli di 5-HT e la sensazione di affaticamento muscolare 16. Nella fase del recupero invece, momento in cui si apre la cosiddetta “finestra metabolica” e le proteine vengono ricostruite captando gli amminoacidi dal sangue soprattutto a carico (90%) dei ramificati, la loro integrazione sostiene lo stimolo anabolico indotto dal lavoro muscolare 17, 18. Le maltodestrine sono una classe di glucidi caratterizzati da un grado di polimerizzazione compreso tra 3 e 20 unità; rappresentano un supplemento energetico utile durante le fasi di allenamento in quanto presentano una assimilazione rapida grazie al ridotto peso molecolare, ma allo stesso tempo protratta nel tempo per il basso indice glicemico. Ciò scongiura pericolose alterazioni della glicemia che porterebbero a risposte insuliniche potenzialmente deleterie per la prestazione. Nonostante il pesista non sia sottoposto a deplezioni di glicogeno importanti come nel caso di atleti di endurance, l’assunzione di maltodestrine in allenamento concorre a limitare la produzione di cortisolo 19 e l’ossidazione di glutammina a scopo energetico. La creatina è un integratore universalmente riconosciuto per lo sviluppo di massa magra, forza muscolare e prestazione anaerobica in generale 20, 21. Il guadagno di massa muscolare sembra essere il risultato di una iperidratazione intracellulare, nonché una migliore capacità di svolgere esercizio fisico ad alta intensità attraverso una maggiore disponibilità fosfocreatina e una maggiore sintesi di ATP, consentendo in tal modo all’atleta di allenarsi più intensamente e di promuovere una maggiore ipertrofia muscolare attraverso una maggiore espressione della catena pesante di miosina probabilmente a causa di un aumento dei fattori regolatori miogenici miogenina e MRF-4 22-24. Aspetti cardiovascolari La fisiologia cardiovascolare degli sport come il sollevamento pesi ha ben descritto nel corso degli anni come e quanto il sistema cardiovascolare risponde a questo tipo di attività. La classificazione cardiovascolare definisce appunto il sollevamento pesi come una attività sportiva con impegno del cuore di “pressione”. In attività come queste (sollevamento pesi, bob, slittino, lanci e salti dell’atletica leggera, ecc) la portata cardiaca (GC) e la frequenza cardiaca MEDICINA DELLO SPORT 501 GIANFELICI Il sollevamento pesi (FC) non raggiungono mai valori massimali, mentre le resistenze vascolari periferiche sono aumentate: il cuore è sollecitato in genere per pochi secondi ma all’interno della circolazione si raggiungono valori di pressione arteriosa anche molto alti 25. Quanto riportato è la sintesi di adattamenti ed aggiustamenti in corso di esercizi di sollevamento pesi. Nell’esercizio statico (isometrico), quale quello che si realizza ad esempio nel sollevamento pesi, all’interno del sistema cardiocircolatorio si osservano: —— aumento della FC minore rispetto a quanto avviene negli esercizi massimali isotonici; —— aumento delle resistenze vascolari arteriose totali per effetto della prevalente vasocostrizione, fenomeno che costringe il cuore a lavorare di più per pompare il sangue; —— un ostacolo al ritorno venoso del sangue dalla periferia al cuore. Un segno caratteristico di ciò è la notevole turgidità delle vene del collo che si osserva nei sollevatori di peso durante l’alzata; —— come conseguenza di queste differenti modificazioni, l’aumento della PA media è maggiore, a causa della prevalente vasocostrizione. In questo tipo di esercizio, infatti, anche nei muscoli impegnati i vasi sanguigni tendono a ridurre il loro calibro, per effetto sia di riflessi nervosi che partono dal sistema nervoso autonomo sia del loro “schiacciamento” causato dalla violenta contrazione 26. Il risultato finale è che nell’esercizio statico il miocardio consuma egualmente più Ossigeno ma l’aumento della gittata sistolica e della GC non è proporzionale ed adeguato alle richieste. Questo aspetto ha una certa importanza pratica in un soggetto con malattia delle arterie coronarie (aterosclerosi coronarica), un esercizio isometrico o statico dove la componente di lavoro muscolare isometrico è elevata può risultare pericoloso a causa del fatto che, a fronte di una maggiore necessità di O2 da parte del miocardio, esiste in partenza una limitazione a soddisfare tale richiesta che avviene in modo brusco e massiccio. Purtroppo questa considerazione è stata erroneamente estesa a tutti gli esercizi con sovraccarico, anche quando l’allenamento è svolto con sovraccarichi di solo 60-70% del proprio massimale; l’attività con sovraccarichi è invece indicata anche in questo tipo di pazienti, seguendo le opportune attenzioni 27. La “confusione” si è creata nei non addetti ai lavori per la errata considerazione del termine “weightlifting - sollevamento pesi”: esercizi o al- 502 lenamenti svolti effettuando “sollevamento” per 10 volte consecutive di un carico percentualmente molto più basso del proprio massimale produce aggiustamenti fisiologici, cardiovascolari e respiratori assolutamente diversi da quelli prodotti dal “sollevamento” per una sola volta un carico vicino alle proprie capacità massimali ed ancora diverso se questo avviene con tempi di lavoro estremamente rapidi e movimenti fluidi e dinamici 28. L’introduzione dell’ecocardiografia, metodica che utilizzando gli ultrasuoni consente di “vedere” all’interno del cuore e di misurare così i diametri interni delle sue cavità e gli spessori delle pareti, ha permesso di verificare che tali differenze di morfologia del cuore possono essere osservate anche negli atleti praticanti discipline sportive differenti. Per quanto riguarda gli atleti dediti a sport prevalentemente isometrici, statici o di forza (sollevatori di pesi), nei quali il ventricolo sinistro aumenta lo spessore delle sue pareti senza aumentare il suo volume interno, mantenendo la sua forma originale ovoidale o assumendo una forma più allungata (simile a quella conica della giraffa), tale tipo di adattamento, definito ipertrofia concentrica, è particolarmente adatto al tipo di lavoro richiesto, ovverosia un lavoro di pressione 26, 29, 30. Traumatologia L’osservazione e la prevenzione della traumatologia rivestono un ruolo fondamentale in ogni attività sportiva a livello amatoriale, agonistico e di élite 31, 32. Abbiamo già visto come la corretta tecnica di sollevamento, l’allenamento, la motivazione e l’alimentazione dell’atleta siano fondamentali non solo per la riuscita del gesto atletico ma anche per evitare lesioni traumatiche. Esiste, senza dubbio, un assioma: sollevare pesi produce mal di schiena. Esso probabilmente trae origine dalle considerazioni generiche ed aspecifiche e dalla errata interpretazione del significato di “sollevamento pesi”. L’assioma è vero quando il sollevamento non avviene secondo il rispetto dei principi di biomeccanica umana e quando si fa riferimento ad una tecnica ed un gesto, il sollevamento per distensione, oramai uscita da anni di scena dalle competizioni agonistiche. L’eliminazione della distensione, infatti, ha privilegiato ancora di più le qualità dinamiche degli atleti avvantaggiando definitivamente i pesisti longilinei dalla forza esplosiva che dominano ormai incontrastati le scene della pesistica moderna. Questa trasfor- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Il sollevamento pesi GIANFELICI mazione però non ha avuto lo stesso corrispettivo nell’opinione pubblica che risulta ancora oggi legata al pregiudizio che vuole ostinatamente considerare la pesistica come una disciplina sportiva pericolosa per un sano sviluppo fisico, che era in parte giustificabile quando la distensione produceva effettivamente dei traumi localizzati principalmente alla parte lombare della colonna vertebrale ma che, oggi, non ha nessuna ragione di sopravvivere. Tale pregiudizio d’altronde, dovrebbe essere ormai sfatato, data l’enorme diffusione che il sollevamento pesi ha raggiunto presso i praticanti di tutti gli sporti ed un pubblico sempre più vasto di non agonisti di qualunque età e sesso. Dalla analisi della letteratura scientifica disponibile, infatti emerge che il gesto atletico del pesista sembrerebbe poco usurante e affetto da una ridotta probabilità di generare un trauma: Siewe e coll, in due distinti studi retrospettivi, pubblicati nel 2011 e 2014 33, 34, osservando 245+71 atleti di alto livello, sono giunti a conclusioni assai interessanti. In particolare, hanno osservato come l’incidenza di traumi nella pesistica sia pari allo 0,12% per anno di allenamento/gare pari allo 1% circa per 1000 ore di allenamento. Per avere un termine di paragone valido, Calhoon, in un suo interessante lavoro del 1999 35, conclude che l’incidenza di traumi nell’hockey su ghiaccio è di 62% per 1000 ore di allenamento, nel football americano 16%/1000, nella pallamano 13,5%/1000, nello sport di combattimento 20,1%/1000 e nel rugby 6,9%/1000. Ancora un interessante studio è quello effettuato dalla Medical Commission della European Weightlifting Federation, dal 2002 al 2009, che ha registrato in ogni Campionato Europeo, sia per classi che assoluto, la traumatologia occorsa in competizione, differenziandola tra atleti maschi e atleti femmine. Rispetto ad un numero statisticamente significativo di casi (circa 3500 atleti partecipanti), ancora una volta, i dati relativi alla traumatologia rimangono molto bassi negli uomini e del tutto trascurabili nelle donne, anche in questa particolare fattispecie di stress molto elevato quale quello di una competizione di alto livello. La pesistica quindi è meno lesiva degli sport di contatto in genere e colpisce, scorrendo ulteriormente le fonti bibliografiche sopra citate, che il 27% degli atleti studiati, nel corso della carriera sportiva, non è mai incorso in patologie traumatiche e da “overuse” dell’articolazione del ginocchio. Sempre nel lavoro di Calhoon 35, citato in precedenza, si riporta che il rachide lom- Vol. 67 - No. 3 bosacrale quale regione anatomica più soggetta a lesioni traumatiche (23,1% dei casi), seguita dal ginocchio (19,1%), dalla spalla (17,7%), dalla mano (10%), dal rachide cervicale e collo (5,4%), dal rachide dorsale (4,8%), dai muscoli e tendini quadricipitali (3,2%), dal complesso osteo-muscolotendineo pubico (2,7%), dal gomito e dall’anca (2,5%), dai muscoli e tendini flessori di coscia (2,3%), dalla tibia (1,8%), dai muscoli e tendini flessori di gamba (1,7%), dalle tibiotarsiche e dai piedi (1%) e infine dal complesso osteo-muscolotendineo toraco-addominale (0,3% circa). Conclusioni Non vogliamo arrogarci il diritto di affermare che il sollevamento pesi sia lo sport migliore come spesso succede per altre discipline sportive, ma vorremmo, con questo articolo, che le persone del mondo sportivo e coloro definibili come non addetti al lavoro valutino questa disciplina sportiva nella giusta maniera. Riprendendo quanto afferma Herbert L. Fred, professore di medicina interna presso la “University of Texas Health Science Center” nonché autore di oltre 450 pubblicazioni e membro dell’editorial board di una prestigiosissima rivista scientifica come “Medicine and Science in Sport and Exercise”, in un suo editoriale sul Texas Heart Institute Journal di quest’anno 36: “Il sollevamento pesi è associato a 3 categorie di traumi: muscolo-scheletrici, neurologici e cardiovascolari. Comuni a tutti i tipi di trauma sono una scadente condizione fisica, una tecnica non corretta, una forza esplosiva e di resistenza non adeguata, un insufficiente riscaldamento o stretching, la perdita di equilibrio e la fatica”. E ancora: “Nonostante il proprio potenziale di lesioni personali, il sollevamento pesi, se correttamente eseguito, assicura chiari benefici ed è senza rischio per la grande maggioranza degli atleti”. A conferma delle parole di Fred giungono le considerazioni delle diverse associazioni scientifiche come The American Academy of Pediatrics che nel 2008 37 riporta nel proprio consensus che la pesistica è uno sport da consigliare ai giovani per il bassissimo livello di traumatismo che per le peculiari modalità in cui il corpo lavora in maniera simmetrica e su catene muscolari complesse con una modulazione del carico. L’American Association of Pediatrics dichiara dunque: “l’allenamento della forza è una componente comune dei programmi di sport MEDICINA DELLO SPORT 503 GIANFELICI Il sollevamento pesi e forma fisica per i giovani, anche se alcuni adolescenti possono usare l’allenamento della forza come mezzo per aumentare la massa muscolare. I programmi di allenamento della forza possono includere l’uso di pesi liberi, macchine per i pesi, tubi elastici, o il peso del proprio corpo. La quantità e il tipo di resistenza utilizzato e la frequenza di esercizi di resistenza sono determinati da obiettivi specifici e di soggettive peculiarità”. Dalle caratteristiche evidenziate si può dedurre che un allenamento della disciplina Olimpica della Pesistica non è alla portata di tutti e, soprattutto la complessità tecnica richiede un inizio della esecuzione del gesto in età precoce. Questo è possibile e necessario per due motivi: lo strappo e lo slancio possono essere eseguiti, nella prima fase didattica, con una bacchetta di legno che può essere sostituita, nel tempo, con bastoni via più pesanti, conseguentemente allo sviluppo della ragazza/o. L’altro aspetto che suggerisce il precoce inizio dell’apprendimento dello strappo e dello slancio è la mobilità articolare necessaria e utile per una migliore esecuzione tecnica. Come è noto in Italia i ragazzi Bibliografia 1) Urso A. Pesistica. Sport per tutti gli sport. Bologna: Calzetti Mariucci; 2013. 2) Urso A. Gli esercizi della pesistica. Società Stampa Sportiva; 2003. 3) Bilanci d’esercizio [Internet]. Disponibile alla pagina http://www.federpesistica.it/wp/fipe/cenni-storici/ [citato 23 settembre 2014]. 4) Dal Monte A, Faina M. La Valutazione Funzionale dell’atleta. Torino: Utet; 2000. 5) Poliquin C. 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In sintesi attraverso dei gesti derivati dallo strappo e dallo slancio siamo in grado di allenare in maniera evidente le seguenti caratteristiche: coordinazione intra muscolare, coordinazione intermuscolare, mobilità articolare, elasticità muscolare, propriocettività, rapidità, esplosività, potenza, postura. Tutto questo permette un incremento delle capacità neuromuscolari del soggetto/atleta. body protein turnover in trained males at rest. Metabolism 2006;5:501-7 12) Kreider RB. Dietary supplements and the promotion of muscle growth with resistance exercise. Sports Med 1999;27:97110. 13) Esmaeeli A, Ostojic SM, Fallahmohammadi Z, Mirdar Harijani SH. Gli effetti della supplementazione acuta di creatina e di carboidrati sulla performance anaerobica di giocatori di calico. Med Sport 2009;62:435-45. 14) Caramia G. Gli acidi grassi essenziali omega-3 ed omega-6: dalla loro scoperta alle prospettive terapeutiche. 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Conflitti di interesse.—Gli autori dichiarano di non avere conflitti di interesse con nessuna ditta legata al contenuto del manoscritto. Pervenuto il 22 settembre 2014. - Accettato il 22 settembre 2014. Autore di contatto: A. Gianfelici, Istituto di Medicina e Scienza dello Sport “A. Venerando”, Largo Piero Gabrielli 1, 00194, Roma, Italia. E-mail: [email protected] Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 505 La Medicina dello Sport ... per Sport nei fascicoli Anno 1999 - Vol. 52 Fascicolo N. 3 - Settembre 1999 - Pag. 214-224 Il canottaggio - Spataro A. Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 287-322 Iniziative e compiti del medico dello sport Relazioni ed abstract presentati al 29° Congresso Nazionale della FMSI Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 323-327 Ricerche medico-scientifiche svolte in ambito automobilistico - Ceccarelli R. Anno 2000 - Vol. 53 Fascicolo N. 1 - Marzo 2000 - Pag. 83-106 Gli sport natatori - Bonifazi M., Giombini A., Minganti C., Marugo L., Sardella F. Fascicolo N. 2 - Giugno 2000 - Pag. 193-208 La traumatologia nell’atletica leggera - Mosconi M., Viola E., Giorgi L., Benazzo F. Fascicolo N. 3 - Settembre 2000 - Pag. 279-287 I bendaggi funzionali nel trattamento dei danni da sport - Frignani R. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2000 - Pag. 369-381 La medicina dello sport e gli sport motoristici - Dal Monte A. Anno 2001 - Vol. 54 Fascicolo N. 1 - Marzo 2001 - Pag. 81-91 Pallacanestro - Biffi A., Faccini P., Salvaggi P., Senzameno S., Ticca M. Fascicolo N. 2 - Giugno 2001 - Pag. 145-153 Lo sport della vela - Marchetti M., Delussu A. S., Rodio A. Fascicolo N. 3 - Settembre 2001 - Pag. 243-246 Il pentathlon moderno - Parisi A., Masala D., Cardelli G., Di Salvo V. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2001 - Pag. 325-334 Monitoraggio medico-sportivo del pugilato professionistico - Sturla M. I. Anno 2002 - Vol. 55 Fascicolo N. 1 - Marzo 2002 - Pag. 51-59 Medicina dello Sport applicata allo skyrunning - Roi G. S. Fascicolo N. 2 - Giugno 2002 - Pag. 101-123 Le discipline subacquee: aspetti medici e tecnici dell’immersione - Manozzi F. M. Fascicolo N. 3 - Settembre 2002 - Pag. 219-226 L’arbitro di calcio: profilo medico-sportivo - Pizzi A., Castagna C. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2002 - Pag. 313-325 Sport equestri - Dragoni S. Vol. 67 - N. 3 MEDICINA DELLO SPORT 507 LA MEDICINA DELLO SPORT … PER SPORT Anno 2003 - Vol. 56 Fascicolo N. 1 - Marzo 2003 - Pag. 63-72 Il tiro con l’arco - Bonsignore D. - Gallozzi C. - Scaramuzza V. Fascicolo N. 2 - Giugno 2003 - Pag. 123-137 Il triathlon - Migliorini S. - Bomprezzi A. Fascicolo N. 3 - Settembre 2003 - Pag. 201-226 Lo sport paraolimpico - Bernardi M., Guerra E., Marchettoni P., Marchetti M. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2003 - Pag. 329-335 Il tiro a volo - Fazi F., Lacava F., Montemurri B., Lacava G. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2003 - Pag. 337-339 Il tiro a segno - Cutolo G. Anno 2004 - Vol. 57 Fascicolo N. 1 - Marzo 2004 - Pag. 83-89 L’universo ginnastica - Baldini V. - Berlutti G. - Caldarone G. Fascicolo N. 2 - Giugno 2004 - Pag. 137-145 Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate, Arti Marziali - Lòriga V. Fascicolo N. 3 - Settembre 2004 - Pag. 287-364 La medicina dello sport applicata al calcio Vecchiet L., Calligaris A., Montanari G., Saggini R., Bellomo R. G., Gatteschi L., Rubenni M. G. Anno 2005 - Vol. 58 Fascicolo N. 1 - Marzo 2005 - Pag. 65-71 Aspetti fisiologici e clinici della pallavolo e del beach volley S. Cameli con la collaborazione di A. Ferretti, G. Fontani, C. Gallozzi, C. Menchinelli, A. Montorsi, P. G. Navarra, G. Poma, R. Vannicelli, P. Zeppilli Fascicolo N. 2 - Giugno 2005 - Pag. 137-150 La danza sportiva Faina M., Bria S., Simonetto L. Fascicolo N. 3 - Settembre 2005 - Pag. 241-9 Traumatologia in arrampicata sportiva E. Pagano Dritto, P. L. Fiorella, R. Bagnoli, G. Posabella Fascicolo N. 4 - Dicembre 2005 - Pag. 313-38 Il ciclismo M. Faina, V. Cavallaro, P. Fiorella, S. Ghiro, G. Mirri, U. Monsellato, L. Simonetto Anno 2006 - Vol. 59 Fascicolo N. 2 - Giugno 2006 - Pag. 277-87 L’Hockey su prato D. Bonsignore, B. Ruscello Fascicolo N. 3 - Settembre 2006 - Pag. 375-6 Un approccio biomeccanico di tipo cinematico allo studio della danza sportiva D. Dalla Vedova, M. Besi, D. Cacciari, S. Bria, M. Faina Fascicolo N. 4 - Dicembre 2006 - Pag. 477-94 Il tennis: aspetti fisiologici C. Gallozzi, G. Mirri 508 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 LA MEDICINA DELLO SPORT … PER SPORT Anno 2007 - Vol. 60 Fascicolo N. 1 - Marzo 2007 - Pag. 67-70 Il Centro Universitario Sportivo Italiano L. Coiana Fascicolo N. 1 - Marzo 2007 - Pag. 71-7 Il pattinaggio di figura D. Tornese, S. Gemma, A. Berto Fascicolo N. 2 - Giugno 2007 - Pag. 209-216 La maratona: un fenomeno di massa visto dal punto di vista del medico dello sport P. L. Fiorella, G. Fischetto Fascicolo N. 4 - Giugno 2007 - Pag. 605-610 Il Badminton A. Gianfelici, C. Morandini Anno 2008 - Vol. 61 Fascicolo N. 1 - Marzo 2008 - Pag. 71-76 Una nuova specialità sportiva: il “nordic walking” Faraglia E., Degasperi G., Francavilla G., Cristian Francavilla V. Fascicolo N. 2 - Giugno 2008 - Pag. 223-246 La Medicina dello Sport al servizio del Rugby moderno V. M. Ieracitano, M. V. Giacobbe Fascicolo N. 2 - Giugno 2008 - Pag. 247-257 Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby A. Salvia, V. M. Ieracitano, F. Bottiglia Amici-Grossi, V. Calvisi, F. Di Domenica, C. D’Antimo, C. Miranda, A. Rota, G. Melegati, C. Andreoli, A. M. Casella, P. Ferrari, F. Guidetti, A. Ongaro, A. Paolone, F. Pasteur, R. Saccocci, B. Piva, G. Sassarini, L. Selletti, A. Caserta, A. Di Cesare, B. De Luca Fascicolo N. 3 - Settembre 2008 - Pag. 381-387 Attività sportive a elevato rischio traumatico: l’organizzazione dell’assistenza sanitaria sul campo di gara S. Dragoni, P. Faccini Fascicolo N. 3 - Settembre 2008 - Pag. 389-397 L’aikido, un’arte marziale nobile e attuale A. Anedda, C. Ramundi, A. Bonetti Fascicolo N. 4 - Dicembre 2008 - Pag. 507-513 La ginnastica ritmica G. Berlutti, M. Piazza Anno 2009 - Vol. 62 Fascicolo N. 1 - Marzo 2009 - Pag. 107-112 La lotte stile libero e greco romana: aspetti tecnico-scientifici Marini C., Manno R. Fascicolo N. 2 - Giugno 2009 - Pag. 201-240 Il canottaggio dieci anni dopo Spataro A., Crisostomi S., Cifra B., Di Cesare A., Di Giacinto B., De Blasis E., Poli P., Pucci N., Rizzo M. Fascicolo N. 3 - Settembre 2009 - Pag. 335-377 Gli sport natatori Bonifazi M., Marugo L., Armentano N., Camillieri G., Colombo G., Crescenzi S., Felici A., Mattiotti S., Melchiorri G., Giombini A., Sardella F., Benelli P., Gatta G., Zamparo P., Saini G. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2009 - Pag. 493-503 Il Pentathlon Moderno dopo l’introduzione del combined event Parisi A., Tranchita E., Quaranta F., Ciminelli E., Cerulli C., Cardelli G. Vol. 67 - N. 3 MEDICINA DELLO SPORT 509 LA MEDICINA DELLO SPORT … PER SPORT Anno 2010 - Vol. 63 Fascicolo N. 2 - Giugno 2010 - Pag. 284-296 Vela: le classi olimpiche Ferraris L., Ravaglia R., C. Scotton Fascicolo N. 3 - Settembre 2010 - Pag. 443-457 Approccio scientifico e sperimentale alla prestazione nel taekwondo: rassegna della letteratura Chiodo S., Flotti G., Davalli A. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2010 - Pag. 579-589 La pallamano Salvi S. Anno 2011 - Vol. 64 Fascicolo N. 1 - Marzo 2011 - Pag. 89-97 Il cricket Anedda A., Margonari U. Fascicolo N. 2 - Giugno 2011 - Pag. 201-206 Metodiche di estrazione del pilota dopo incidente in competizioni automobilistiche (“estricazione”) Ieri e oggi … Faccini P., Collini S., Fuggiano L., Pusineri C. Fascicolo N. 3 - Settembre 2011 - Pag. 347-350 Il baseball Beltrami G., Mantovani C., Pellegrini A., Pierucci G., Porcellini G. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2011 - Pag. 491-505 Il motociclismo Caroli G., Bosco G. F., Gianfelici A., Guerrini G., Scevola M. Anno 2012 - Vol. 65 Fascicolo N. 1 - Marzo 2012 - Pag. 105-110 Il twirling Gianfelici A., Migliorini S., Salvati A., Marini C., Zanini G., Faina M. Fascicolo N. 2 - Giugno 2012 - Pag. 283-286 La revisione biomeccanica dei fondamenti del jūdō kōdōkan del dr. Jigorō kanō Sacripanti A. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2012 - Pag. 579-586 Beach tennis Anedda A., Bonetti A., Quarantini M., Quarantini E., Toni R. Anno 2013 - Vol. 66 Fascicolo N. 1 - Marzo 2013 - Pag. 119-133 La pubalgia dell’atleta: una revisione della letteratura Bisciotti G. N., Eirale C., Vuckovic Z., Le Picard P., D’Hooghe P., Chalabi H. Fascicolo N. 2 - Giugno 2013 - Pag. 285-299 Il ruolo dei fattori esogeni ed endogeni nell’eziologia della tendinopatia achillea e patellare Bisciotti G. N., Eirale C. Fascicolo N. 3 - Settembre 2013 - Pag. 419-426 Tiro a volo Anedda A., Cattani M. Fascicolo N. 4 - Dicembre 2013 - Pag. 611-617 Il tennistavolo: richiesta motoria, energetica e neurosensoriale Nuzzi G. 510 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 LA MEDICINA DELLO SPORT … PER SPORT Anno 2014 - Vol. 67 Fascicolo N. 1 - Marzo 2014 - Pag. 157-167 L’hockey su pista V. Durigon, G. Massari, A. Pizzi Fascicolo N. 2 - Giugno 2014 - Pag. 323-333 Il triathlon A. Gianfelici, A. Di Castro, R. Tamburri, S. Comotto, C. Briganti, C. Fabiano, A. Bomprezzi, A. BottonI, A. Salvati, L. Bianchini Fascicolo N. 3 - Settembre 2014 - Pag. 495-505 Il sollevamento pesi A. Gianfelici, A. Urso, C. Varalda, F. Pasqualoni, N. Voglino Vol. 67 - N. 3 MEDICINA DELLO SPORT 511 Forum Forum MED SPORT 2014;67:513-26 Periodization of strength training: from traditional to daily undulating periodized models Modelli di periodizzazione dell’allenamento di forza. Dall’approccio “tradizionale” alla “daily undulating periodization” F. MERNI, S. BARTOLOMEI, S. CIACCI Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Bologna, Italia SUMMARY Training periodization, defined as a planned distribution of workload over time, has been used for several decades in strength and power sport training. The early model proposed by Matveev at the beginning of the 1960s has been deeply changed in subsequent development by other eastern european scientists. The aim of the study was to describe the origin and the fundamental characteristics of the most important periodization models to avoid misunderstandings found in western literature. At the end of the 1970s some alternative models to the traditional one, were proposed in order to optimize the training process and adapt the workload to the different needs of athletes. One of these new interpretations of training theory was the block periodization model which is based upon a concentration of a specific workload and a large use of special strength exercises. At the end of the 1980s in the United States researchers developed a highly varied periodization which was diametrically opposed to the block concepts of concentration of stimuli. This new approach was called Daily Undulating Periodization and was based upon the variation of the strength training goal in each training session. Understanding and classifying the different periodization models on a historical and methodological basis can help us to understand and correctly apply the different workload distributions in order to obtain best results. Key words: Resistance training - Athletic performance - Sports. RIASSUNTO La periodizzazione dell’allenamento, definita come variazione sistematica e programmata dei parametri del carico, ha trovato nello sport di forza uno dei primi ambiti di applicazione. Rispetto alla visione “tradizionale” enunciata da Matveev nei primi anni 60, sviluppi successivi hanno variato profondamente la visione iniziale. Scopo di questa ricerca è di definire le caratteristiche delle principali tipologie di periodizzazione ricostruendone l’origine e motivando le diverse interpretazioni presenti nella letteratura occidentale. Alla fine degli anni 70 sono stati proposti modelli alternativi rispetto a quello tradizionale per ottimizzare il processo di allenamento ed adeguarlo alle mutate esigenze degli atleti. La periodizzazione a blocchi, basata sulla concentrazione dei carichi e l’utilizzo di forme speciali di forza, costituisce una di queste interpretazioni. Alla fine degli anni 80 negli Stati Uniti venne sviluppata una periodizzazione diametralmente opposta a quella a blocchi, dove i contenuti di forza venivano variati profondamente all’interno di ciascuna microciclo settimanale. La variazione costante degli obiettivi delle sedute settimanali e l’andamento profondamente ondulatorio dei parametri del carico identifica la Daily Undulating Periodization. La classificazione delle differenti tipologie di periodizzazione dell’allenamento di forza su base storica e metodologica, consente una migliore comprensione delle diverse visioni che caratterizzano la preparazione atletica in numerosi sport di forza e potenza. Parole chiave: Potenziamento muscolare, allenamento - Performance atletica - Sport. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 513 MERNI Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models P rogressive cycling of various aspects of training during specific periods of time, termed periodization, has been used by the athletic community since the 1950s. Periodization was first applied to resistance program design for advanced strength-trained athletes in relation to their competition schedule. In essence, periodization refers to the systematic alteration of high and low loading phases in which volume, intensity, frequency and density all vary.1-3 The aim is to optimize the body’s response to physical stimuli and active rest periods by manipulating training volume and intensity to promote neuromuscular adaptation,4-7 reduce the risk of overtraining,8, 9 and have peak performance coincide with major competition events. Despite the widespread use of periodization in strength training 10 and the ample literature on the subject, the terminology describing periodized training models is inconsistent. Starting in 1994, Western sports medicine specialists and professionals began to adopt different terms to describe the periodized models advanced till then. The discordance in classification was also due to the difficulty in retrieving and understanding the founding texts on early work conducted in the 1960s because they were often written in Russian and no translations were available. The aim of this article is to review the basic concepts of periodized strength training models and to identify the reasons for the discordant interpretations. In addition, the various different periodized training models will be described to provide coaches and strength training professionals with an overview that may guide them in their practice. Traditional periodized training models Between 1936 and 1956, Austrian-Canadian endocrinologist Hans Selye formulated theories for the underlying mechanisms that explain how the body responds to stress with adaptation to help it deal with the stressor. These theories were first applied to sports in 1959. Several aspects of Selye’s General Adaptation Syndrome (GAS), as it came to be known, were then applied to sports training by Austrian sports physician Ludwig Prokop who believed that training workloads should regularly fluctuate so that the stimuli are always just enough to alter the body’s homeos- 514 D a diversi decenni nello sport di vertice viene utilizzata una distribuzione strutturata dei carichi nel tempo definita periodizzazione dell’allenamento. Gli specialisti degli sport di forza sono stati fra i primi ad adottare una modulazione ragionata dei carichi in funzione degli impegni agonistici. Il concetto di periodizzazione identifica appunto variazioni pianificate e cicliche dei parametri dell’allenamento in termini di volume, intensità, frequenza e densità 1-3. Lo scopo di questa organizzazione dell’allenamento è di ottimizzare l’utilizzo degli stimoli fisici e dei tempi di rigenerazione variando volume ed intensità degli allenamenti per favorire importanti adattamenti neuromuscolari 4-7, diminuire il rischio di overtraining 8, 9 e far coincidere il picco prestativo con le competizioni più importanti. Nonostante la diffusione della periodizzazione nello sport di forza 10 e la presenza di testi e articoli di review che trattano l’argomento, la terminologia con la quale vengono definiti i modelli proposti dai vari autori non è univoca. A partire dal 1994 nella letteratura scientifica occidentale sono stati adottati termini differenti per identificare i modelli di periodizzazione fino ad allora proposti. Ciò ha portato a classificazioni discordanti anche a causa del fatto che i riferimenti bibliografici di diversi testi fondamentali degli anni ’60 sono di difficile reperimento e comprensione poiché spesso in lingua russa. Lo scopo di questo lavoro è di trattare i concetti fondamentali dei modelli di periodizzazione dell’allenamento di forza nelle pubblicazioni degli autori più importanti ed individuare le ragioni delle discordanti interpretazioni. Ulteriore scopo è quello di definire in modo chiaro i diversi modelli di periodizzazione così da renderne più immediata e univoca l’identificazione da parte di tecnici ed esperti interessati all’applicazione sul campo. La visione tradizionale della periodizzazione Le teorie sulla risposta adattativa stimolata da un agente stressante formulate da Hans Selye fra il 1936 ed il 1956, sono state applicate per la prima volta all’ambito sportivo nel 1959. Il Prof. Ludwig Prokop applicò per primo alcuni concetti relativi alla sindrome Generale di Adattamento all’allenamento sportivo. Egli sostenne la necessità di variare periodicamente i carichi di lavoro in modo che gli stimoli fossero sempre adeguati ad alterare l’omeostasi dell’organismo dell’atleta e non interrompere il processo di miglioramento della performance 11. L’introduzione del concetto di periodizzazione, della terminologia e dei principi fondamentali che la caratterizzano si devono all’opera del professore russo Lev Matveev agli inizi degli anni ’60 12-14. Ma- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models tasis without disrupting the gradual improvements in athletic performance.11 The concept of periodization, its related terminology and principles are rooted in the work conducted by the Russian physiologist Lev Matveev in the early 1960s.12-14 Matveev adopted only some of Selye’s theories 15 because he considered them inapplicable to sports training as they were derived from medical disorders, preferring instead Pavlov’s theories on conditioning.16 As a prominent expounder of Soviet science, Matveev’s theories were meant to showcase its success also in sports.16, 17 Training programs were to be designed to gradually advance athletes to higher levels of motor coordination and conditioning through processes resembling those applied in pedagogy.15, 18 In Matveev’s vision, the primary objective was to organize training programs in step with the 4-year cycle of the Olympic games.12, 13, 19 To do this, he devised the macrocycle, which ordinarily lasts one year but can also be shorter. The annual cycle is then divided into two periods: the preparatory phase, lasting several months, and the competition phase when game events are held and specifically trained for. The macrocycle is thus divided into mesocycles each lasting 2-6 weeks, and microcycles of about one week’s duration. As designed by Matveev, this periodized model is referred to as the tradition or classic model,9 with a gradual progression through the macrocycle from high-volume, low-intensity training before the competition phase to highintensity, low-volume training as the athlete approaches the competition phase. 9,18,20 The variation in workload within each mesocycle reflects that which occurs during the macrocycle, with a progressive decrease in volume and an increase in intensity. 7,20 The reduction in total workload in strength training within the mesocycle is a basic characteristic of the traditional periodized model and reflects its undulating nature, 21 defined in the English language literature as “wave-like.” 8,22-24 The concept is expressed in Matveev’s early work 12,13 and refined in his later publications. 18,19,22 The traditional undulating periodized model was derived from the periodized models Soviet coaches applied to weightlifting. 8 In the traditional periodized models, the variation in methodologies and workloads are carried out within the mesocycle; this means that the goals are changed from one week to the next, with a planned and gradual decrease Vol. 67 - No. 3 MERNI tveev adottò solo parzialmente le teorie di Selye 15 che considerava difficilmente applicabili all’allenamento in quanto desunte da situazioni patologiche, ma piuttosto quelle di Pavlov sul condizionamento 16. Il noto fisiologo russo era stato infatti assunto dall’ideologia dominante ad emblema della scienza sovietica e le teorie di Matveev dovevano rappresentare il successo di questa anche in ambito sportivo 16, 17. L’allenamento si proponeva di portare gradualmente l’atleta ad uno livello coordinativo e condizionale superiore mediante processi simili a quelli riscontrabili in ambito pedagogico 15, 18. Nella visione di Matveev, l’obiettivo gerarchicamente più importante era l’organizzazione del ciclo olimpico quadriennale 12, 13, 19. Per fare ciò egli ricorse alla pianificazione del macrociclo, periodo che solitamente consisteva in un anno di allenamento, ma talvolta veniva identificato con un lasso di tempo inferiore. Il ciclo annuale era poi suddiviso in due momenti diversi: una prima fase preparatoria della durata di diversi mesi ed una seconda fase dominata dagli eventi agonistici e dalla preparazione specifica ad essi. La suddivisione procedeva con la definizione di mesociclo, periodo della durata di 2-6 settimane, diviso a sua volta in microcicli di una settimana circa. Nella proposta di Matveev, che verrà considerata come la visione “tradizionale” o “classica” 9 della periodizzazione dell’allenamento, l’andamento del carico all’interno del macrociclo rivela un passaggio graduale da un volume elevato di allenamento che si svolge lontano dalle competizioni, ad una alta intensità e basso volume in prossimità del periodo agonistico 9, 18, 20. Anche l’andamento del carico all’interno di ciascun mesociclo riflette quello che si delinea nel ciclo annuale con una progressiva riduzione del volume a favore dell’intensità dell’allenamento 7, 20. Questa riduzione del tonnellaggio complessivo relativo agli esercizi di forza all’interno del mesociclo, costituisce una caratteristica basilare della periodizzazione “tradizionale” e rende evidente la natura ondulatoria di questo modello 21 definito anche nella letteratura anglosassone di tipo “wave-like” 8, 22, 23, 24. Il concetto viene espresso nelle prime pubblicazioni di Matveev 12, 13 e viene specificato in lavori successivi 18, 19, 22. La periodizzazione tradizionale con andamento ondulatorio deriva da quella utilizzata dai primi allenatori sovietici nell’ambito del sollevamento pesi 8. Nella periodizzazione tradizionale le variazioni nelle metodologie e nei carichi utilizzati vengono attuate all’interno del mesociclo, ciò significa che da una settimana all’altra vi saranno cambiamenti negli obiettivi perseguiti con una riduzione pianificata e graduale del numero di ripetizioni negli esercizi di forza e l’utilizzo di sovraccarichi via via maggiori. Gli adattamenti ricercati sono concatenati ed in MEDICINA DELLO SPORT 515 MERNI Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models logica successione così da creare un trasferimento di effetti da una tipologia di allenamento di forza all’altra. La riduzione progressiva del volume a favore dell’intensità è atta a favorire i processi rigenerativi e supercompensativi sulla base delle teorie esposte dal fisiologo russo Yakovlev nel 1951 25. L’atleta in un mesociclo di forza potrebbe cominciare nella prima settimana utilizzando un carico corrispondente alle 8-10 RM fino all’esaurimento in ogni serie, per finire poi nell’ultima con un carico corrispondente alle 2-4 RM. Nella periodizzazione tradizionale quindi si perseguono obiettivi di forza differenti in successione nel corso del medesimo mesociclo. La periodizzazione “tradizionale”, per il fatto di evidenziare nella visione complessiva un costante calo del volume a favore dell’intensità dell’allenamento, è stata identificata da alcuni autori come “lineare” a partire dal 1994 1, 3, 4, 26-28. La visione dell’allenamento proposta da Matveev è stata contestata da Verchosansky che ha proposto un modello alternativo per lo sport di vertice. Questo prevedeva la programmazione di periodi di allenamento con obiettivi univoci al fine di evitare la condizione di eccessivo affaticamento generale a cui spesso l’atleta era condotto dai grandi volumi di allenamento tipici della periodizzazione tradizionale 29-31 e delle sue applicazioni in sport come il sollevamento pesi 32. Questa distribuzione alternativa dei carichi, denominata periodizzazione “a Blocchi” sarebbe particolarmente utile per atleti di elevata qualificazione (Tabella I, Figure 1, 2) 30, 33. in the number of repetitions of strength exercises and the greater use of overloading. The desired adaptations are linked in a logical succession so as to transfer the effect from one type of strength training to another. The progressive decrease in volume and increase in intensity promotes regenerative and supercompensation processes based on the theories advanced by the Russian physiologist Nikolai Yakovlev in 1951. 25 A mesocylce could begin with a workload of 8-10 repetition maximum (RM) till failure for each set during the first week, then a decrease the workload to 2-4 RM in the second week. In this traditional periodized model, there is a succession of different strength objectives during the same mesocycle. Because the concept behind the model is a gradual decrease in volume and a gradual increase in intensity, some authors began referring to it as the linear periodized model starting in 1994. 1, 3, 4, 26-28 Matveev’s training approach contrasted with that proposed by Verchosanskij who designed an alternative regimen for elite sports. In Verchosanskij’s model the training period was planned with the same objectives to avoid the excessive fatigue that athletes generally experience when exposed to the large volumes typical of the traditional periodized program applied to sports such as weightlifting. 32 The alternative distribution of workloads, termed block periodization, proved particularly effective in the training of advanced athletes (Table I, Figures 1 and 2). 30, 33 Il metodo a “blocchi” o metodo a sequenza coniugata Periodized block model or conjugate sequence system A partire dai primi anni ’70, l’incremento del numero di competizioni e la difficoltà di condurre l’atleta ad un numero maggiore di picchi di forma da parte della periodizzazione tradizionale 25, ha spinto diversi specialisti ad elaborare modelli alternativi. Nel 1971 il russo Arosjev propose una tipologia di periodizzazione che prevedeva una continua alternanza fra carico speciale e generale definendo il principio del “pendolo” 14. Successivamente Vorojeb fra il 1974 ed il 1977 34-36 Starting in the early 1970s, the increase in the number of competitions and the difficulty in bringing athletes up to peak performance with traditional periodization prompted the search for alternative training models. 25 In 1971, Arosjev proposed periodization characterized by alternating specific and general training loads he termed the pendulum prin- Table I.—Progressive cycling of training load variables according to the linear and traditional periodized models. Tabella I. — Progressione dei parametri del carico secondo il modello di periodizzazione lineare e tradizionale. Weeks Linear Traditional 516 rep x set % 1RM rep x set % 1RM I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII 3x13 60% 4x10 64% 3x12 66% 4x8 70% 3x11 69% 4x6 76% 3x10 72% 4x4 82% 3x9 75% 4x9 70% 3x8 78% 4x7 76% 3x7 81% 4x5 82% 3x6 84% 4x3 88% 3x5 87% 3x8 78% 3x4 90% 3x6 84% 3x3 93% 3x4 90% 3x2 96% 3x3 94% MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models MERNI Weeks Figure 1.—Changes in training intensity (expressed as % 1RM) over the course of 12 weeks’ training with a linear and a traditional periodized model. Figura 1. — Andamento dell’intensità del carico, espressa in % di 1RM, nel corso di 12 settimane di allenamento secondo il modello di periodizzazione lineare e tradizionale. Weeks Figure 2.—Changes in training volume (expressed as % 1RM for each set of repetitions) over time in weeks. Figura 2. — Andamento del volume di allenamento nel corso delle settimane, calcolato come percentuale di 1RM utilizzata per il numero di ripetizioni. ciple.14 Later, between 1974 and 1977, Vorojeb developed a stepwise model 34-36 that would influence the principles of block periodization developed by Verchosanskij in 1979.37 Verchosanskij had radically modified the training of Russian jumpers and sprinters by introducing the massive use of overloading.37, 38 Over the following years, he shifted the focus of strength Vol. 67 - No. 3 sviluppò un modello di periodizzazione “a salti” che influenzerà i principi fondamentali della periodizzazione a blocchi da parte di Verchosansky nel 1979 37. Verchosanskij aveva precedentemente modificato radicalmente l’allenamento di saltatori e sprinter russi introducendo l’utilizzo massiccio di sovraccarichi 37, 38. Negli anni successivi la sua attenzione si focalizzò su forme di allenamento di forza che MEDICINA DELLO SPORT 517 MERNI Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models training regimens from general to sport-specific activities that reproduced the competition movements. In line with the considerable importance attributed to specific preparation as envisaged by the Russian coach Kusezow, 36 the concept of special strength acquired a key role in the new vision of training proposed by Verchosanskij.31, 38, 40 But since the extensive use of strength exercises derived from the technical movement matched poorly with the traditional periodized model, a new training program model was needed that would avoid overlapping and reduce the volume of general training.24, 29, 33 The new model was quickly adopted by Soviet coaches working with athletes from various different sports, particularly light athletics.41 The hammer throw coach Anatoly Bondarchuk helped his athletes take all three places on the winners’ podium for the hammer throw at the 1988 Seoul Olympic games by preparing them with concentrated training loads followed by specific strength exercises.42 The periodization program of concentrated, unilateral training loads, termed block periodization, dates back to the late 1970s.30, 31, 37 So designed, this regimen focuses on the training of a specific type of strength for each blockmesocycle in order to optimize the result of the training loads by differentiating the training stimuli.30 Variation in the training content can be considerable and frequent in terms of the method used and the type of muscle contraction but they must coincide with the training goal. This is then modified over the course of the macrocycle, forming a positive link between one stimulus and another. Based on this characteristic, some of the Western literature, starting from the same principle developed by Verchosanskij in 1977 38 refers to block periodization as a conjugate sequence system.1, 43, 44 The conjugate sequence system involves cycles of 2 to 6 weeks’ duration with concentrated training loads defined as accumulation mesocycles.25, 33 The considerable training load devoted to only one aspect of strength (muscle hypertrophy, maximal strength, power) tends to saturate the body’s ability to adapt, leading to a transient drop in performance. Normally, on completion of the first blockmesocycle, in which the goal is anatomical adaptation and hypertrophy,45, 46 specific training of maximum strength is begun with the use of high loads and medium-to-low training volumes. Training during the third block is usually composed of power/strength exercises 518 riproducessero il gesto di gara rendendolo più allenante. In linea con la notevole importanza conferita alla preparazione speciale nella visione del tecnico russo Kusnezow 39, il concetto di “forza speciale” acquisì un ruolo fondamentale all’interno della nuova visione dell’allenamento proposta da Verchosanshy 31, 38, 40. L’ampio utilizzo di esercizi di forza riconducibili al gesto tecnico mal si conciliava con la periodizzazione tradizionale; si rese pertanto necessario un nuovo modello di programazione che evitasse sovrapposizioni e riducesse il volume di allenamento generale 24, 29, 33. Il nuovo modello fu adottato rapidamente da diversi responsabili tecnici di vari settori sportivi dell’Unione Sovietica 41 e trovò notevole sostegno nel mondo dell’Atletica Leggera. Il tecnico dei lanci Anatoly Bondarchuck conquistò con i propri atleti i primi tre gradini del podio nel lancio del martello ai Giochi Olimpici di Seoul nel 1988, utilizzando una preparazione caratterizzata da carichi concentrati seguiti dall’utilizzo di esercitazioni di forza speciale 42. Risale quindi alla fine degli anni ‘70 la definizione di una tipologia di periodizzazione con carichi concentrati e unilaterali denominata “Periodizzazione a Blocchi” 30, 31, 37. Questa concezione prevede la focalizzazione dell’allenamento su una sola tipologia di forza per ogni blocco-mesociclo in modo da ottenere il massimo risultato dai carichi utilizzati mediante la separazione fra gli stimoli allenanti 30. Le variazioni dei contenuti dell’allenamento possono essere comunque notevoli e frequenti in termini di metodologia utilizzata e tipo di contrazione muscolare ma devono coincidere come obiettivo. Questo viene poi modificato nel corso del macrociclo, stabilendo una concatenazione positiva fra uno stimolo e l’altro. Per questa caratteristica, parte della letteratura occidentale, partendo dallo stesso principio enunciato da Verchosansky nel 1977 38, definisce la periodizzazione a blocchi come modello a Sequenza Coniugata 1, 43, 44. Il modello a Sequenza Coniugata prevede cicli di 2-6 settimane con carichi concentrati definiti mesocicli di accumulo 25, 33. Il carico notevole rivolto ad un solo aspetto della forza (ipertrofia, forza massima, potenza) tende a saturare le possibilità di adattamento dell’organismo ed a condurre il soggetto ad un momentaneo calo prestativo. Normalmente al termine del primo blocco-mesociclo, nel quale si persegue il fine dell’adattamento anatomico e dell’ipertrofia 45, 46, si passa all’allenamento univoco della forza massima mediante l’utilizzo di carichi elevati e volumi di allenamento medio-bassi. L’allenamento nel terzo blocco è solitamente costituito da esercitazioni di potenza e da espressioni di forza tipiche del proprio gesto tecnico 2, 47. Il concetto di transfer 42, fra carico spe- MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models MERNI ciale e performance agonistica è alquanto legato a quello di periodizzazione a blocchi, esso prevede il graduale abbandono delle espressioni di forza che non siano strettamente legate alla specialità praticata e l’adozione di forme specifiche nelle fasi di realizzazione. Nel mesociclo di realizzazione, sfruttando gli effetti residui 25, 33 e ritardati delle fasi precedenti 1, 2, 48 vengono massimizzati i miglioramenti in espressioni dinamiche di forza conducendo l’atleta al picco di forma (Tabella II, Figure 3, 4). L’effetto residuo o ritardato dell’allenamento sarebbe particolarmente presente dopo carichi di forza concentrati 30, 33. Gli adattamenti evocati attraverso l’allenamento necessitano di un tempo variabile per essere supercompensati ed i loro effetti permangono per un certo lasso di tempo una volta cessato lo stimolo che li ha generati 33, 40; ciò rappresenta un concetto chiave della programmazioni a blocchi. Nella letteratura scientifica e divulgativa nordamericana la periodizzazione a blocchi viene spesso definita come lineare o tradizionale 26, 49, 50, 51. Infatti la precoce introduzione di questo modello in Nord America nei primi anni ’80 da parte di Stone et al.9 e la sua rapida diffusione nello sport di for- that reproduce the technical movement.2, 47 The concept of transfer 42 from specific loading to competitive performance is closely tied to that of block periodization and involves a gradual shift from general strength exercises to specific forms in the realization phases. In the realization mesocycle, by exploiting the residual effects 25, 33 delayed in the preceding phases,1, 2, 48 improvements in dynamic strength are optimized, leading to peaking of performance (Table II, Figures 3, 4). The residual or delayed effect of training is particularly evident after concentrated strength loading.30, 33 Adaptations obtained through training require a variable amount of time before they can be supercompensated. Their effects remain for a certain period of time after the stimulus that generated them has ceased;33, 40 this represents the key to block periodization. Block periodization is often referred to as linear or traditional periodization in the North American scientific and popular sports literature. 26, 49-51 The introduction by Stone et al. 9 of block periodization in North America already in the early 1980s and its rapid adoption in Table II.—Example of a training program planned according to block periodization. Tabella II. — Esempio di programma di allenamento secondo la periodizzazione a blocchi. Weeks Block periodiz. rep x set % 1RM I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII 4x10 60% 4x10 64% 4x10 68% 4x10 70% 4x5 78% 4x5 81% 4x5 83% 4x5 85% 3x3 88% 3x3 90% 3x3 92% 3x3 94% Weeks Figure 3.—Changes in overloading parameters (expressed as % 1RM) over the course of 12 weeks’ training with a block periodized model. Figura 3. — Andamento dei parametri di entità dei sovraccarichi utilizzati in % di 1 RM nel corso di 12 settimane di allenamento secondo il modello a blocchi. Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 519 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models % 1RM x rep MERNI Weeks Figure 4.—Changes in training volume over the course of 12 weeks’ training with a block periodized model. Figura 4. — Andamento del volume di allenamento nel corso di 12 settimane secondo il modello a blocchi. strength training programs resulted in its being understood as traditional rather than block periodization. The theoretical model Stone et al. proposed was most likely influenced by concepts of Eastern European origin. 52 One would think therefore that the Western athletic community basically accepted the concept of residual effect and concentrated training load, with various shades of interpretation depending on the sport to which the model was applied. The conjugated sequence system was particularly indicated in the training of advanced athletes in strength sports, 3, 9, 53 although few experimental studies compared it against the traditional periodization Matveev originally proposed. Comparative studies did, however, investigate traditional periodization against other models characterized by more frequent variations. 50, 51, 53 The division and separation of loading in accumulation phases and the use of specific strength exercises in the realization mesocycles are the basic characteristics of block periodization, still widely used in many sports with a highly technical component. za, hanno fatto sì che venisse considerata come la forma classica di periodizzazione e non fosse identificata come metodo a blocchi. Il modello teorico proposto da Stone et al. era stato probabilmente influenzato dai concetti provenienti dall’Europa dell’Est 52. Ciò fa pensare ad una sostanziale accettazione da parte della letteratura occidentale del concetto di effetto residuo e di carico concentrato con numerose sfumature a seconda dello sport a cui il modello è finalizzato. La periodizzazione a sequenza coniugata risulta particolarmente indicata per atleti evoluti nell’ambito degli sport di forza 3, 9, 53, anche se pochi studi sperimentali la mettono a confronto con la tipologia tradizionale proposta da Matveev. Diverse ricerche invece comparano questo modello di periodizzazione con altri caratterizzati da variazioni più frequenti 50, 51, 53. La divisione e la concentrazione dei carichi nelle fasi di “accumulazione” e l’utilizzo di esercizi di forza speciale nei mesocicli di “realizzazione” sono caratteristiche basilari della periodizzazione a blocchi, ampiamente utilizzata tuttora in numerosi sport dalla elevata componente tecnica. Daily undulating periodization and weekly undulating periodization “Daily undulating periodization” e “weekly undulating periodization” In contrast to block periodization, nonlinear periodized models were developed in the United States with different goals within the same microcycle.7, 27, 54, 55 In 1988 Poliquin proposed the first strength training periodi- Con una concezione diametralmente opposta rispetto al modello a blocchi, si è sviluppata negli Stati Uniti una periodizzazione “non lineare” che persegue obiettivi differenti all’interno dello stesso microciclo 7, 27, 54, 55. Poliquin nel 1988 propose il primo 520 MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 MERNI % 1RM x rep Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models Weeks Figure 5.—Changes in strength training volume over time in weeks with a daily undulating periodized model. Figura 5. — Andamento del volume di allenamento di forza nel corso delle settimane in una periodizzazione di tipo DUP. zation model based on weekly changes in training volume and intensity. 55 Also termed daily undulating periodization (DUP),1, 26, 44 this model entails variation in method and content of strength training over the course of a week. The model was first applied to American football in the early 1980s to meet the needs of a sport that required multiple peaking.28 In its initial version, nonlinear periodization included two weekly sessions with different strength training: the first for training maximal strength and the second for training strength resistance and hypertrophy. As the model developed, it came to include three strength training sessions different from one another. As shown in Figure 5, the extreme differences in volume and intensity lead to a pronounced wave-like progression. The rationale behind this model is to produce different types of physiological adaptation to each type of training. For example, the first weekly session will train for maximum strength (1-5 RM), the second for power, and the third for muscle hypertrophy (6-12 RM). Between 2001 and 2004 researchers from Connecticut University developed a nonlinear periodization model with daily variations in which the weekly succession of stimuli can vary according to the athlete’s condition at the time of training.28 This can be assessed with tests that do not affect the training session such Vol. 67 - No. 3 modello di periodizzazione dell’allenamento di forza basato su profonde variazioni settimanali in termini di volume ed intensità dell’allenamento 55. Questa tipologia di periodizzazione definita anche “Daily Undulating Periodization” (DUP) 1, 26, 44 prevede variazioni nelle metodologie utilizzate e nei contenuti dell’allenamento di forza nel corso della settimana. La prima applicazione è stata nel Football Americano agli inizi degli anni ‘80 per andare incontro alle esigenze di uno sport che necessita di molteplici picchi di forma 28. Nella sua versione iniziale la periodizzazione “non lineare” prevedeva due sedute di forza settimanali di carattere differente; la prima rivolta alla forza massima e la seconda alla resistenza alla forza ed all’ipertrofia. Lo sviluppo successivo della programmazione ha portato a tre allenamenti di forza alla settimana a carattere differente. Come illustra la Figura 5, le profonde differenze nel volume e nell’intensità dei carichi utilizzati nelle sedute di potenziamento producono un andamento decisamente ondulatorio. Utilizzando questo modello di periodizzazione si ricercano adattamenti fisiologici diversi per ciascun allenamento. Ad esempio la prima seduta della settimana potrebbe essere rivolta alla forza massima (1-5 RM), la seconda alla potenza e la terza all’ipertrofia (6-12 RM). Fra il 2001 ed il 2004 ricercatori della Connecticut University hanno sviluppato una tipologia di periodizzazione non lineare con variazioni giornaliere nella quale la successione settimanale degli stimoli può variare a seconda della condizione MEDICINA DELLO SPORT 521 MERNI Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models as medicine ball throw, standing long jump, or power bench press.27 This approach has been termed “flexible” and is thought to be better adapted to the athlete’s psychophysical needs, particularly during the long competitive season typical of some team sports. Various studies have compared undulating periodization with other less varied models, 52, 54, 56 though only in some cases has this model been shown to be superior to others. Most studies have found no major advantage of one type of model over another. 26, 50, 52, 54 Another type of nonlinear periodization is referred to as weekly undulating periodization (WUP). Like traditional models, it is characterized by weekly changes in the goals of strength training.4 Differently, however, the changes do not necessarily follow the sequence used in traditional periodized models and the fluctuation between volume and intensity loading is less relevant. The frequent changes in stimuli typical of DUP and WUP add to the value of these models as compared to nonlinear models. According to Kraemer and Fleck,27, 28 this could confer them a winning advantage in sports with a long competition season, fitness training, and rehabilitation. Review of the experimental literature Despite the popularity and widespread circulation of the concepts of periodization in strength training, there is a dearth of experimental studies. Furthermore, comparative studies investigating periodized and nonperiodized models (constant weekly training load) have produced discrepant results. Some studies have reported that periodized strength training is superior to non-periodized models in terms of improvements in maximal strength,4, 21, 48, 57 whereas others 50, 54 found no difference between training regimens with changes in training load as compared to programs with a constant load (defined as nonperiodized). Table IV gives an overview of the results and characteristics of the main experimental work published so far. The studies that compared traditional periodization versus DUP found that traditional periodized models were more effective in less trained subjects,4 whereas in those at a higher training level DUP led to significantly more improve- 522 dell’atleta al momento dell’allenamento 28. Questa può essere valutata mediante test che non pregiudichino lo svolgimento della seduta di allenamento come il lancio di palloni medicinali, il salto in lungo da fermo o una prova di potenza alla bench press 27. Questo approccio è stato denominato “flessibile” e si adatterebbe meglio alle esigenze psicofisiche dell’atleta soprattutto nella lunga stagione agonistica tipica di alcuni sport di squadra. Diversi studi confrontano forme ondulatorie di periodizzazione del carico con altre dalle oscillazioni meno evidenti 52, 54, 56 ma solo in alcuni casi è stata riscontrata una effettiva superiorità di questo metodo sugli altri studiati 23, 40. La maggior parte dei lavori sperimentali non ha rilevato risultati migliori di una tipologia rispetto all’altra 26, 52, 50, 54. Un’altra forma di periodizzazione non lineare viene denominata WUP (Weekly Undulating Periodization); come la “tradizionale” essa è caratterizzata da variazioni degli obiettivi dell’allenamento di forza su base settimanale 4. Tuttavia le variazioni non hanno necessariamente la sequenza che propone la periodizzazione tradizionale e non si ricerca pertanto un passaggio graduale dal volume all’intensità dei carichi. Le frequenti variazioni negli stimoli tipiche della programmazione DUP e WUP rappresentano un elemento a vantaggio di queste tipologie “non lineari”; secondo Kraemer e Fleck questo elemento sarebbe vincente in sport dalla lunga stagione agonistica, nel fitness ed in ambito riabilitativo 27, 28. Analisi dei lavori sperimentali presenti in letteratura Nonostante la popolarità e la diffusione dei concetti relativi alla periodizzazione dell’allenamento di forza, gli studi sperimentali in letteratura sono poco numerosi. Le conclusioni a cui giungono i lavori che comparano tipologie differenti di programmazione a programmi non periodizzati (a carico costante nel corso delle settimane) non sono univoche. Alcuni ricerche hanno stabilito una superiorità dell’allenamento di forza periodizzato rispetto a quello non periodizzato in termini di incrementi di forza massima 4, 21, 48, 57. Altri studi sperimentali 50, 54 non hanno evidenziato differenze fra allenamenti con variazioni periodiche dei parametri dei carichi rispetto a programmi a carico costante (definiti non periodizzati). La Tabella IV riassume i risultati e le caratteristiche dei principali lavori sperimentali presenti in letteratura. Gli studi che hanno confrontato il modello di periodizzazione tradizionale e quello caratterizzato da più frequenti modificazioni dei contenuti (DUP), hanno evidenziato una maggior efficacia della periodizzazione tradizionale in soggetti scarsamente allenati 4. In sportivi con un grado di allenamento superiore la tipologia di periodizzazione MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models MERNI Table III.—Overview of the main experimental studies on strength training periodization. Tabella III. — Confronto fra i principali lavori sperimentali presenti in letteratura riguardanti la periodizzazione dell’allenamento di forza. Study Periodization models Training period duration (weeks) N. of weekly sessions N. of subjects/ sex Apel et al.1 Traditional vs. non-periodized WUP 12 4 42 males Occasional athletes Maximum strength: squat, bench press, leg extension, shoulder press Greater improvements with traditional periodization Baker et al.2 Linear vs. non-periodized DUP 12 4 30 males Occasional athletes Maximum strength: bench press, squat No significant differences between training programs Buford et al.10 Traditional vs. block 9 3 20 males 10 females Occasional athletes Maximum strength: bench press, leg press No significant differences between training programs Bartolomei et al.58 Traditional vs. block 15 4 24 males Strength/power athletes Maximum strength: bench press, squat. Power: bench press, jumps Greater power increases with periodized block model Kraemer et al.23 DUP vs. non-periodized 36 3 30 females Competitive tennis players Handgrip, bench press, leg press, vertical jump, hormone levels Greater increases in strength parameters with DUP Hoffman et al.17 Block vs. non-periodized DUP 15 4 51 males Competitive strength/power athletes Vertical jump, seated shot put. Maximum strength: bench press, squat No significant differences between training programs Hoffman et al.18 Block vs. DUP 52 2 28 males Strength/power athletes Maximum strength: bench press, squat Greater increases with periodized block model Monteiro et al.32 Block (linear) vs. non-periodized DUP 12 4 27 males Occasional athletes Fat mass. Maximum strength: bench press, leg press Greater increases with DUP Prestes et al.36 Traditional vs. DUP 12 4 40 males Trained athletes Maximum strength: bench press, leg press, arm curl Greater increases with DUP Simão et al.42 DUP vs. non-periodized block 12 2 30 males Occasional athletes Maximum strength: bench press, lat pulldown, triceps extension Improvements with both periodized models; greater improvements with DUP Stone et al.44 Block (stepwise)vs. non-periodized traditional (overreaching model) 12 3 21 males Trained athletes Maximum strength: squat Greater improvements with periodized models; slight difference between traditional and block models ment than a periodized model.7 Stone et al.48 compared a traditional periodized model (overreaching model) versus a block model (stepwise model) and found no significant difference in adaptation in a sample of trained male subjects. Vol. 67 - No. 3 Fitness level Tests Results di tipo DUP ha portato a miglioramenti significativamente superiori ad una periodizzazione tradizionale 7. Stone et al.48 confrontano un modello di periodizzazione tradizionale (definito overreaching model) ad un modello a blocchi (definito stepwise model) MEDICINA DELLO SPORT 523 MERNI Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models Table IV.—Characteristic components of strength training periodized models. Tabella IV. — Elementi caratterizzanti i diversi modelli di periodizzazione dell’allenamento di forza. Linear Traditional Block DUP WUP Frequency of change in the goals of strength training Mesocycle goals Microcycle goals Subjects’ fitness level Mesocycle Mesocycle Macrocycle Microcycle Mesocycle Multiple Multiple Single Multiple Multiple Single Single Single Multiple Single Low to medium Low to high High Intermediate Intermediate DUP: daily undulating periodization; WUP: weekly undulating periodization. Studies comparing a block periodized model versus a nonlinear DUP model have reported conflicting results. Hoffman et al. 51 reported better results with the block periodized model in power sports athletes over the course of one year of training. Hoffman et al. in a later study 50 and Hartman et al.52 found no significant difference between the two models in competitive athletes after a 15-week training program. Comparing block periodization versus DUP in resistance training, Simão et al.57 and Monteiro et al.44 found less increase in strength after the former. More recently, Bartolomei et al.58 compared traditional versus block periodized strength training and found greater increases in power as measured at the flat bench test in the subjects in the block periodization group. The linear model, characterized by a gradual increase in loading over the course of weeks, has been compared against undulating periodization. Buford et al.26 and Baker et al.54 found no significant superiority of nonlinear DUP or WUP over the linear model in moderately trained male subjects. In most of these studies the training period was of 15 weeks or less duration, a variable which introduces significant difference between training programs evaluated in experimental studies and real-world situations in which the training period is far longer. Conclusions Periodization is an organized approach to training that involves the progressive cycling of different goals of a strength training program over the course of a specific period of time (Table III). In periodized block models, the program content is changed every 2 to 4 weeks and during each block (mesocycle) the same goal is approached through the ap- 524 senza trovare differenze significative negli adattamenti evocati in un campione di soggetti allenati di sesso maschile. Gli studi che confrontano un modello di periodizzazione a blocchi con un programma non lineare di tipo DUP giungono a conclusioni fra loro contrastanti. Hoffman et al.51 registrano risultati migliori utilizzando il modello a blocchi in atleti di sport di potenza durante un intero anno di allenamento. Lo stesso autore in un lavoro successivo 50 e altri colleghi 52 non hanno trovato differenze significative fra i due modelli di allenamento in atleti agonisti dopo programmi di allenamento di 15 settimane. Simão et al.57 and Monteiro et al.44 hanno riscontrato incrementi di forza minori utilizzando una periodizzazione a blocchi rispetto ad una di tipo DUP in sportivi saltuari. Recentemente Bartolomei et al.58 hanno confrontato il modello tradizionale con quello a blocchi evidenziando incrementi maggiori di potenza espressa alla panca piana nel gruppo di atleti che aveva svolto una programmazione a blocchi. Il modello strettamente lineare, caratterizzato da un incremento graduale dei parametri del carico nel corso delle settimane, è stato confrontato con una programmazione ondulata da diversi autori. Buford et al.26 e Baker et al.54 non hanno riscontrato una significativa superiorità della periodizzazione non lineare di tipo DUP o WUP sul modello lineare. I soggetti coinvolti erano moderatamente allenati e di sesso maschile. La maggior parte degli studi citati precedentemente prevede un periodo di allenamento della durata inferiore alle 15 settimane. Ciò introduce profonde differenze fra i programmi di allenamento utilizzati negli studi sperimentali e quanto avviene sul campo dove la durata dei periodi di allenamento è spesso alquanto superiore. Conclusioni Dallo studio della letteratura emerge che la successione degli obiettivi dell’allenamento della forza e la base temporale nella quale essi avvengono, identificano le diverse forme di periodizzazione (Tabella III). MEDICINA DELLO SPORT Settembre 2014 Periodization of strength training: from traditional to daily undulation periodized models plication of a variety of training methods. Each mesocycle is characterized by a specific goal and is differentiated from other mesocycles to attain a positive interaction between successive phases. Linear, traditional, and weekly undulating periodized models are characterized by weekly changes in training goals. Traditional models differ from linear periodized models in that they have an active rest period (1 week) at the end of the mesocycle and progress in a wave-like fashion over the course of a year or a month. Traditional periodization differs from WUP training in the distribution of loading. Though in both models the goals are varied over the course of a week, traditional periodized models describe progression from high volume and low intensity work towards decreasing volume and increasing intensity during the mesocycle. This pattern contrasts with WUP in which the change from one goal to another does not necessarily follow the same pattern used in traditional periodized models. DUP is characterized by changes in strength training goals from day to day, i.e., in each session during a given week different goals are planned for training at different volumes, levels of intensity, and rest periods. Therefore, each microcycle (1 week of training) has multiple goals (Table III). Flexible programming, as a further development of daily undulating periodization, was introduced between 2001 and 2004 and is now widely used in various sports. A clear taxonomy of the various types of periodization models on the basis of method and historical development may serve to better understand the recent scientific literature and apply the concepts behind the models in daily practice. Experimental studies have shown that periodized strength training models are generally superior to nonperiodized models but have not identified which particular periodized model is better with respect to others (Table IV). References/Bibliografia 1) Rhea MR, Ball SD, Phillips WT, Burkett LN. A comparison of linear and daily undulating periodized programs with equated volume and intensity for strength. J Strength Cond Res 2002;16:250-5. 2) J. Silvester. Complete book of throws. Champaign, IL: Human Kinetics; 2003. 3) Wirth K, Schmidtbleicher D. La periodizzazione nell’allenamento della forza Vol. 67 - No. 3 MERNI Le variazioni nei contenuti nell’allenamento di forza nella periodizzazione a blocchi hanno cadenza di 2 a 4 settimane; periodo che costituisce un mesociclo-blocco nel quale si persegue uno stesso obiettivo con una vasta gamma di metodi di allenamento diversi. A fronte di un obiettivo ben definito nel mesociclo, vi sono profondi cambiamenti da un mesociclo all’altro in modo da creare un interazione positiva fra ogni fase e la successiva. La periodizzazione lineare, la tradizionale e la WUP sono caratterizzate da cambiamenti degli obiettivi dell’allenamento su base settimanale. La visione tradizionale si differenzia da quella strettamente lineare per la presenza di settimane di scarico posizionate al termine del mesociclo e per un andamento ondulatorio sia nella visione annuale che mensile. La programmazione tradizionale si differenzia dalla WUP per la successione dei carichi che, pur evidenziando in entrambe cambiamenti di obiettivo nel corso delle settimane, è caratterizzata da un passaggio graduale dal volume all’intensità all’interno del mesociclo. Nella WUP questo non avviene ed i cambiamenti da un obiettivo all’altro non seguono necessariamente la successione utilizzata nella periodizzazione tradizionale. La periodizzazione di tipo DUP è caratterizzata da variazioni degli obiettivi dell’allenamento di forza su base giornaliera, ovvero in sedute diverse all’interno della stessa settimana si perseguono fini distinti con allenamenti che prevedono diverse intensità, volumi e tempi di recupero. Gli obiettivi risultano quindi multipli all’interno del medesimo microciclo inteso come settimana di allenamento (Tabella III). La flessibilità nella programmazione costituisce lo sviluppo ulteriore della DUP, avvenuto dal 2001 al 2004. Questo modello viene utilizzato in diversi ambiti sportivi. Una chiara tassonomia delle varie tipologie di periodizzazione dell’allenamento di forza su base metodologica e storica facilita la comprensione della letteratura scientifica recente e la corretta applicazione sul campo dei concetti che le caratterizzano. I lavori sperimentali presenti in letteratura stabiliscono una superiorità dell’allenamento periodizzato rispetto a quello non periodizzato ma non stabiliscono una netta superiorità di un modello di periodizzazione sugli altri (Tabella IV). rapida. Scuola dello Sport 2007;73:311. 4) Apel JM, Lacey, RM, Kell R. A comparison of traditional and weekly undulating periodized strength training programs with total volume and intensity equated. J Strength Cond Res 2011;25:694703. 5) Fleck SJ. Periodized Strength Training: a critical review. J Strength Cond Res 1999;13:82-9. MEDICINA DELLO SPORT 6) SJ. Fleck, W.J. Kraemer. The Ultimate Training System. Periodization breakthrough! 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Emanuele Guerra, socio ordinario FMSI dell’Associazione Medico Sportiva Dilettantistica di Roma, 1° Autore del lavoro intitolato: Physiological and metabolic evaluation in the study of a functional model of rugby AUTORI: E. Guerra 1, F. Quaranta 1, F. Sperandii 1, P. Borrione 1, E. Ciminelli 1, L. Calò 1, 2, F. Pigozzi 1, 2 1Department 2Villa of Motor Sciences, “Foro Italico” University of Rome, Rome, Italy Stuart Sport Clinic – FIFA Medical Centre of Excellence, Rome, Italy” Vol. 67 - No. 3 MEDICINA DELLO SPORT 527