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SIMT-POS 026 Procedura aferesi terapeutica
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SIMT-POS 026 AFERESI TERAPEUTICA
S.I.M.T. Viterbo
Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati
Prima Stesura
Redattori: Guitarrini
Data:30-10-14
SIMT-POS 026
PROCEDURA
AFERESI TERAPEUTICA
Indice
1
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SCOPO......................................................................................................................... 2
CAMPO D’APPLICAZIONE .......................................................................................... 2
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO .................................................................................. 2
DESCRIZIONE ATTIVITÀ ............................................................................................ 2
INDICATORI ................................................................................................................. 2
RESPONSABILITA’ .................................................................................................... 10
ABBREVIAZIONI ........................................................................................................ 11
ALLEGATI .................................................................................................................. 11
Stato delle Modifiche
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SIMT-POS 026 AFERESI TERAPEUTICA
S.I.M.T. Viterbo
Direttore Dr.ssa Tiziana Riscaldati
1 SCOPO
Oggetto della presente procedura è la descrizione delle attività inerenti la gestione delle
sedute di aferesi terapeutica e la organizzazione delle attività conseguenti.
2 CAMPO D’APPLICAZIONE
Oggetto della presente procedura è la descrizione delle attività inerenti la gestione delle
sedute di aferesi terapeutica e la organizzazione delle attività conseguenti.
3 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
La presente procedura è stata redatta in conformità:
Manuale della Qualità SIMT
decreto legislativo 20dicembre 2007 n°261
Conferenza stato regioni 242/ESR dicembre 2010
"Technical Manual" della American Association of Blood Banks, edizione italiana
Linee guida ASFA ( Journal of Clinacal Apheresis 2013)
4 DESCRIZIONE ATTIVITÀ
Le modalità di aferesi terapeutica prevedono le seguenti metodiche:
•
Raccolta CSE
•
Plasmaexchenge
•
Leucodeplezione
Per quanto riguarda il Processo di Raccolta di CSE, si rimanda alla Procedura SIM-POS
044
4.1 Richiesta di procedura di aferesi terapeutica
Il medico del Reparto di degenza richiede una consulenza al medico di turno
precisando diagnosi e motivo per l'esecuzione di una procedura terapeutica (SIMT
MOD 117). Il medico trasfusionista si reca nel Reparto per eseguire la consulenza (
SIMT MOD 118 ) e:
- Valuta le indicazioni alla procedura di scambio plasmatico (avvalendosi anche delle
linee-guida più recenti)
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- Controlla gli accessi venosi e da indicazione alla eventuale inserzione di un catetere
venoso centrale
- Controlla la idoneità del paziente alla procedura terapeutica, chiedendo eventuali
esami non ancora presenti in cartella.
- Programma le procedure di aferesi terapeutica. Il programma viene registrato su
apposita agenda.
Le prestazioni fornite dal nostro Servizio consistono in:
Plasmaexchange (scambio plasmatico)
Deplezione leucocitaria (leucoaferesi)
4.2 Aferesi terapeutiche
Il giorno previsto, desunto dall’agenda appuntamenti, il medico di turno al servizio aferesi
organizza tutte le attività, descritte in seguito, che esiteranno nelle procedure di aferesi
terapeutica.
4.3 Valutazioni cliniche ed obiettive pre-aferesi
valutazione dei parametri biochimici
Prima di iniziare una seduta aferetica il medico di turno deve valutare, al fine della
protezione della salute del paziente e della efficacia della procedura stessa, i seguenti
parametri di laboratorio:
• emocromo EMOGLOBINA: per valutare la necessità che il paziente debba essere
trasfuso con globuli rossi prima della aferesi. In presenza di
circolazione
extracorporea per una buona efficienza della separazione si deve poter eseguire un
buono strato di globuli rossi all’interno della cintura della centrifuga; quindi un paziente
gravemente anemico (Hb < 7 g/dl – Ht < 25%) va trasfuso prima della seduta o
eventualmente va eseguito il priming del separatore con il sangue anziché con la
soluzione fisiologica (vedi sezione riguardante la preparazione dello strumento).
PIASTRINE: Il paziente gravemente piastrinopenico (con PLTs < 30.000 /ml), deve
essere trasfuso prima, durante o immediatamente dopo la seduta aferetica per evitare
accidenti emorragici. Fanno eccezione le procedure di PEX in pazienti con Porpora
Trombotica Trombocitopenica (PTT).
• esami coagulativi Se il paziente presenta una alterazione coagulativa importante
(TAP<50% o fibrinogeno < 100 mg/dl) o un danno epatico che lasci prevedere
un’importante caduta dei livelli di sintesi epatica delle proteine della coagulazione
bisogna prevedere l’opportunità di trasfondere plasma fresco congelato durante o al
termine della procedura, per correggere tali alterazioni.
• Esami elettrolitici: particolare attenzione deve essere posta ai valori ematici del
Calcio e del Potassio che mostrano una deplezione naturale o indotta durante le
sedute aferetiche : bassi livelli di Potassio prima della procedura (< 2 mEq/L) possono
provocare gravi aritmie soprattutto in pazienti digitalizzati. L’ipocalcemia indotta
dall’anticoagulazione con ACD-A necessaria per eseguire l’aferesi, può provocare
tetania franca o aritmie cardiache. Entrambe queste situazioni vanno corrette prima o
durante la procedura.(Porre attenzione per pazienti con alterato stato della vigilanza).
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Funzione cardiovascolare: Se il paziente presenta turbe del ritmo cardiaco
(extrasistoli ventricolari, bigeminismo, tachicardia parossistica), danno ischemico del
miocardio o scompenso cardiaco dimostrabili elettrograficamente o comunque riferiti
durante l’anamnesi, deve essere richiesta la consulenza cardiologica con videat.
Pazienti ipertesi anche se in trattamento possono essere avviati alle sedute di aferesi
terapeutica previo monitoraggio della pressione arteriosa. Pazienti in squilibrio
emodinamico o con turbe cardiache gravi devono essere trattati in ambiente protetto e
sotto il diretto controllo del medico rianimatore.
Funzione respiratoria: in pazienti con grave insufficienza respiratoria, prima di avviare
la procedura, bisogna analizzare le pressioni parziali dei gas respiratori, l’equilibrio
acido/basico, correggendo eventuali alterazioni.
Stato di idratazione : la valutazione dei liquidi corporei rappresenta una fase
importante prima del trattamento aferetico. Una disidratazione secondaria a nausea,
vomito, diarrea, ridotta assunzione orale, assunzione di diuretici, può comportare un
diminuito volume intravascolare, esponendo il paziente ad un elevato rischio di
ipotensione durante la circolazione extracorporea. Se necessario bisogna correggere
lo stato di disidratazione.
Terapia farmacologica associata: i farmaci possono interferire con le risposte
fisiologiche di adattamento alle rapide variazioni di volumi intravascolari che si
realizzano nel corso di procedure aferetiche: gli ACE inibitori,e i Beta-bloccanti
interferiscono con la frequenza e la gittata cardiaca, i Ca-antagonisti ed i nitrati
interferiscono con la vasocostrizione periferica. Valutare eventuali allergie a citrato o a
farmaci in generale. Porre quindi molta attenzione alla terapia che il paziente ha attuato
prima della seduta aferetica.
4.4 Esame obiettivo, accertamento dei requisiti fisici:
il Medico di turno deve rilevare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca e auscultare
il battito cardiaco per valutare eventuali anomalie del ritmo. Questi dati devono essere
riportati nella scheda di aferesi (SIMT-MOD 096).
4.5 Giudizio di idoneità
Il medico di turno, verificata l’identità del candidato alla procedura di aferesi, acquisiti e
valutati i dati anamnestici, valutati i risultati dell’esame clinico ed obiettivo, accertato il
possesso dei requisiti alla terapia aferetica,esprime formalmente il giudizio di idoneità,
che deve essere espresso ad ogni procedura e riportato nella scheda di aferesi (SIMTMOD 096).
Se il giudizio è di non idoneità, contatta immediatamente il medico dell’Unità Clinica e
discute con lui i motivi che lo spingono a tale decisione.
4.6
Verifica della documentazione
Il medico di turno in aferesi prima di avviare la procedura controlla che nella cartellina di
archiviazione risultino acquisiti e debitamente firmati i documenti riguardanti:
1) Il consenso informato alla procedura di aferesi (SIMT MOD 097 o 098)
2) La scheda di aferesi con la numerazione progressiva della procedura ( SIMT MOD
096)
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3) La richiesta di procedura di aferesi terapeutica ( SIMT MOD 117 )
4) La valutazione di idoneità alla aferesi terapeutica (SIMT MOD 118 )
4.7 Scelta della procedura
Sulla base delle caratteristiche cliniche del paziente e in base alla richiesta dell’Unità
Clinica, il medico di turno al servizio aferesi indica, utilizzando le apposite schede di
aferesi, il tipo di procedura scelto (paragr. 4.1). L’infermiere dispone la preparazione dei
materiali e dei dispositivi necessari, sulla base della scelta effettuata.
4.8 Preparazione dei materiali e dei dispositivi
L’infermiere di turno in aferesi prepara:
1. il letto per il paziente ,
2. un carrello con il materiale sterile e monouso di pronto impiego per l’esecuzione della
procedura e i farmaci che potrebbero servire per fare fronte ad eventuali urgenze.
Controlla che i sistemi di gestione delle emergenze–urgenze (ossigeno, ambu, vuoto)
siano funzionanti e pronti per l’uso
3. Il separatore cellulare Astec Fresenius, con il kit idoneo alla procedura da eseguire:
- Kit PL1 per PEX e Eritroexchange
- Kit P1Y per la raccolta di CSE-A e leucoaferesi
e i liquidi per la gestione della procedura:
- Soluzine fisiologica da 1 litro
- Soluzione anticoagulante ACD-A da 500 ml
4. 9 Materiali e farmaci necessari:
I materiali ed i farmaci necessari ad eseguire una procedura aferetica sono i seguenti
•
materiale sterile e monouso: garze sterili e non, guanti sterili e non, lacci
emostatici, siringhe da 5, 10, 60 ml, aghi da siringa, aghi butterfly da 19, agofistole,
disinfettante cutaneo, deflussori, fagiolo, abbassalingua, cerotti, medicazioni
compressive, coccodrilli, pinza spremitubo, pinza coker, saldatore a pinza per la
chiusura delle sacche, sacche di anticoagulante tipo ACD-A da 500 o 1000 cc,
soluzione fisiologica in bottiglia da 250, 500, 100 cc, provette da emocromo e da
siero.
•
farmaci: Eparina, Flebocortid fl, Urbason fl, Trimeton fl, Adrenalina fl, Calcio
gluconato 10 ml fl, Valium fl.
•
liquidi di sostituzione: Nel caso in cui si debba eseguire una procedura di
plasmaferesi il cui liquido sostitutivo e’ la soluzione albumina 20%, l’infermiere
prepara asetticamente (sotto cappa) tale soluzione. Il volume da preparare viene
stabilito di volta in volta dal medico responsabile, dipendendo dal volume che si
intende scambiare (circa 1,5 volumi plasmatici del paziente). I lotti dell’albumina
vanno riportati sulla scheda della donazione.
Se il liquido sostitutivo e’ un emocomponente, l’infermiere dovrà accertarsi che il
SIMT abbia consegnato le unità richieste e ne deve registrare sulla scheda di aferesi
e in cartella clinica i relativi CDM identificativi.
Tutti gli emocomponenti prima di essere trasfusi devono essere controllati dal medico
di turno.
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4.10 Preparazione, impostazione ed esecuzione delle procedure
le operazioni riguardanti la preparazione, impostazione, priming ed esecuzione delle
procedure sono descritte nella apposita istruzione operativa (SIMT-MOD 038 ).
4.11 Monitoraggio del donatore o del paziente
durante la procedura e per almeno 15 minuti dopo la fine della procedura, il paziente deve
essere attentamente monitorato per prevenire qualsiasi evento avverso o emergenze
urgenze (vedi paragrafo 4.15). Bisogna invitare il paziente a riferire tempestivamente al
personale sanitario qualsiasi variazione soggettiva del proprio stato di salute. Qualsiasi
alterazione oggettiva o soggettiva deve essere immediatamente affrontata secondo
quando esposto nel paragr.4.16. Tutti gli eventi avversi devono essere registrati
nell’apposito spazio della scheda di aferesi e nella cartella clinica del paziente.
4.12 Volemia da processare
Per determinare il volume di sangue da processare nelle procedure terapeutiche, seguire
le indicazione delle linee-guida ASFA (Journal of Clinical Apheresis 25:83–177, 2010)
4.13 Termine procedura
A fine procedura verificare lo stato di salute e le condizioni cliniche del paziente; misurare
pressione arteriosa e frequenza cardiaca, e riportarle nella scheda di aferesi.
Se il paziente è ricoverato l’infermiere di turno avverte il reparto di degenza per il rientro
del paziente.
4.15 Gestione delle reazioni avverse e delle emergenze urgenze
Le emergenze cliniche dell’ aferesi terapeutica sono in parte le stesse della donazione di
sangue intero, e in parte proprie di questo tipo di procedura.
• Ipocalcemia da anticoagulazione
L’anticoagulazione è necessaria per prevenire l’ attivazione della coagulazione nel circuito
di plastica extracorporeo; inoltre, evita la formazione di aggregati irreversibili di piastrine .
L’ACD, (Adenina Citrato Destrano) contenente citrato di sodio, è l’anticoagulante
d’elezione per le procedure d’aferesi perché non interferisce in alcun modo con i fattori
della coagulazione. Miscelato al sangue in corrette proporzioni, si lega agli ioni Ca++
impedendo l’attivazione della cascata coagulativa “in vitro”, senza interferire minimamente
con il sistema della coagulazione “in vivo”.I disturbi legati alla somministrazione del citrato
sono dovuti esclusivamente a uno stato di ipocalcemia transitoria che si può manifestare
durante la procedura. Quasi sempre i sintomi, se presenti, sono modesti (parestesie,
avvertite come formicolii in zona periorale, sul volto, sul torace), in qualche raro caso
possono essere più accentuati (tremolii, spasmi muscolari più o meno generalizzati). E’
possibile anche l’insorgenza di aritmie cardiache. Il paziente viene preventivamente
informato della natura e della possibile insorgenza di questi disturbi e viene invitato a
riferirne la eventuale comparsa durante la procedura.
In soggetti con normale funzionalità epatica e renale, il citrato è rapidamente smaltito
dall’organismo, di conseguenza, questi fenomeni sono limitati alla durata della donazione;
è importante però che siano esauriti prima che il paziente esca dal Centro di Raccolta.
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L’entità dei sintomi è dovuta, oltre a imprevedibili fattori di sensibilità individuale (donne,
basso peso), soprattutto alla quantità di citrato che viene infusa nell’unità di tempo, e alla
capacità del paziente di esplicitare la presenza di sintomi .
Il ‘software’ del separatore cellulare adatta la quantità di citrato reinfuso alla volemia del
paziente, in modo da non superare una soglia di sicurezza (0,8 ml/min/litro di sangue del
paziente).
La strategia di controllo dei sintomi da ipocalcemia prevede una gradualità di intervento:
- diminuzione della velocità di reinfusione; in genere i sintomi che compaiono nel corso
della procedura si attenuano o scompaiono completamente nell’arco di pochi minuti;
- nel caso di comparsa di sintomi più accentuati (tremori, contrazioni muscolari), oltre al
rallentamento del flusso, è necessaria la somministrazione di calcio gluconato
endovena, tramite l’apposito dispositivo posto sulla linea di reinfusione (0,5-1 g. in
infusione lenta, fino alla riduzione o scomparsa dei sintomi);
- nel caso che, nei minuti immediatamente successivi alla somministrazione del calcio,
non vi sia una scomparsa o quanto meno una riduzione dei sintomi, si dovrà prendere
in considerazione l’eventualità di sospendere temporaneamente o definitivamente la
procedura, oltre a somministrare una ulteriore dose di calcio gluconato; questo evento
andrà segnalato sulla scheda di procedura. Nel caso di comparsa di una vera e
propria sindrome tetanica, il paziente verrà invitato a sottoporsi ad accertamenti clinici
mirati, per escludere il sospetto di patologie internistiche quali ipovitaminosi D,
ipoparatiroidismo, sindrome di Cushing, insufficienza renale, ipoalbuminemia,
malassorbimento.
4.16 Reazioni comuni peri - post aferesi terapeutica
Premessa: è necessario porre molta attenzione allo stato clinico del paziente durante la
procedura e soprattutto subito dopo, al fine di evidenziare precocemente un qualsiasi
sintomo che faccia prevedere una reazione; è altresì molto importante la posizione del
paziente durante il prelievo ai fini della profilassi delle complicanze. In caso di semplice
shock neurogeno primario (comune svenimento) la pressione del soggetto scende
improvvisamente a valori tali da determinare un’anemia cerebrale acuta. Per queste
considerazioni, il paziente dovrà assumere durante la procedura la posizione supina su un
letto dotato di meccanismo rapido per far assumere la posizione di Trendelemburg (
gambe sollevate oltre la testa e testa in basso).
Possibili complicanze
A) SINCOPE ( Lipotimia o Sindrome vasovagale) Rappresenta l’effetto sfavorevole più
frequente durante e dopo l’aferesi; si possono verificare episodi ipotensivi gravi.
Durante il prelievo è necessario osservare attentamente il paziente e non trascurare i primi
sintomi caratterizzati da:
- Senso di astenia ( debolezza ed irrequietezza)
- Sudorazione
- Vertigini
- Pallore
IN CASO DI EPISODIO IPOTENSIVO, SENZA PERDITA DI CONOSCENZA:
L’Infermiere professionale deve:
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1) Al primo segno di reazione clinica, interrompere la procedura nel modo più rapido
possibile
2) Abbassare la testa del paziente e sollevare gli arti inferiori ( posizione di
Trendelemburg, abbassare al massimo il lettino)
3) Allentare gli abiti stretti
4) Assicurarsi che sia fornita un’adeguata ventilazione
5) Applicare garze fredde sulla fronte del paziente (a tale scopo tenere sempre un po' di
garze in frigorifero)
6) In caso di nausea, invitare il paziente a respirare lentamente. Tenere a portata di
mano una bacinella per il vomito e degli asciugamani di carta.
7) Controllare e registrare la pressione, il polso e la frequenza del respiro
periodicamente, sino a che il paziente non si riprenda.
8) Annotare il tipo di reazione e l’eventuale trattamento terapeutico sulla scheda e sul
programma informatico “EMONET” negli appositi spazi.
9) Somministrare cardiostimolanti (miododrina cloridrato: Gutron sol. per Os 0,25%) 812 gocce per via sublinguale
10) Somministrare liquidi zuccherati per os, evitando bevande calde .
11) IN CASO DI EPISODIO IPOTENSIVO CON PERDITA DI CONOSCENZA
Oltre ad applicare tutti gli accorgimenti già descritti precedentemente è indispensabile
intervenire tempestivamente affinché lo stato d’incoscienza duri pochi secondi; a tal fine
in caso di mancata ripresa di coscienza oltre i 10-15 secondi e per gradi successivi:
•
Allertare il rianimatore di guardia
• Somministrare liquidi tramite fleboclisi : soluzione fisiologica allo 0,9% e/o soluzione
glucosata al 3% per un totale di circa 250 ml.
• Successivamente Plasma expanders, (Emagel 250 ml)
• Procedere alla respirazione assistita (dopo essersi accertati della pervietà delle vie
aeree e della regolarità del polso) con maschera facciale, insufflando aria con un pallone
collegato ad una fonte di ossigeno.
• Somministrare cortisonici a breve durata (metil-prednisolone) ripetibile in assenza di
risposta.
Riferimenti: procedura BLS-D
B) EMESI POST PROCEDURA : In caso di nausea e vomito, procedere come già
descritto,quindi.
• somministrare antiemetici metoclopramide cloridrato(plasil) 0,4% 20 gocce per os;
oppure fiale 10mg per via intramuscolo
• nel caso si associ al vomito astenia e ipotensione, somministrare liquidi, (vedi sopra).
C) SPASMI MUSCOLARI E CONVULSIONI POST FLEBOTOMIA: I pazienti, in caso di
forte tensione nervosa, possono presentare tachipnea, che può essere causa di
contrattura muscolare o di spasmi alle mani e al volto, in questi casi si deve :
•Interrompere tempestivamente la procedura e far respirare il paziente in un sacchetto di
carta. NON SOMMINISTRARE OSSIGENO.
Crisi convulsive: E’ un evento temuto per la possibilità che il paziente si possa arrecare
danno attraverso movimenti incontrollati; è, pertanto, necessario :
• Allentare gli indumenti, specialmente attorno al collo; inserire fra i denti un
abbassalingua, affinché il paziente non si morda la lingua. Tale manovra deve essere
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fatta rapidamente, prima che avvenga l’irrigidimento muscolare, al fine di non provocare
danni forzando il suo inserimento.
• Assicurare un’adeguata pervietà delle vie aeree ed Ossigenare
• Cercare di controllare i movimenti del paziente
• In caso di persistenza della crisi convulsiva, somministrare diazepam (Valium) per via
endovenosa (5/10mg) ed iniziare respirazione assistita
• Eventualmente, dopo la crisi convulsiva, somministrare soluzione glucosata al 3% (8
gocce/min.)
• Predisporre per l’invio in osservazione (medicina d’urgenza).
D) DISORDINI CARDIOVASCOLARI
Angina Pectoris: chiamare il rianimatore di guardia , nel frattempo:
• infusione e.v. di glucosata al 3%
• Somministrare ossigeno con maschera nasale ( in genere è sufficiente erogare 2-4
l/min.) e se disponibile Trinitrina cf per via sottolinguale.
• Predisporre per l’eventuale invio alla medicina d’urgenza
Arresto cardiaco: Far chiamare immediatamente il rianimatore di guardia , nel
frattempo
• Effettuare manovre BLS e defribrillare se necessario
• Predisporre per invio alla medicina d’urgenza
E) INCIDENTI LOCALI
Ematoma : questo determina un impedimento temporaneo ai movimenti , raramente una
trombosi. In tale evenienza è consigliabile fare impacchi di alcool e pomata per agevolare
l’assorbimento (Traumal gel) 3 volte al giorno.
Ferita di un nervo : rappresenta un evento più doloroso, ma fortunatamente del tutto
eccezionale; il più frequentemente colpito è il ramo del muscolo cutaneo. Il donatorepaziente accusa formicolii, con deficit muscolare lieve: E’ prudente inviarlo dal neurologo,
per valutare con attenzione l’entità del deficit.
Puntura accidentale di una arteria : si diagnostica molto rapidamente, soprattutto
perché il sangue fuoriesce rapidamente e a fiotti ed è di colore rosso vivo. Bisogna
intervenire immediatamente:
- Sfilare subito l’ago
- Porre una benda compressiva
- Sollevare il braccio
- Mantenere sotto osservazione il paziente per almeno 30 minuti
Sanguinamento prolungato post flebotomia : a volte si può avere un abnorme
sanguinamento post - flebotomia, che si prolunga nel tempo:
- Apporre una benda compressiva imbevuta di liquido coagulante (una fiala di acido
tranexamico (Ugurol)
- Mantenere premuto per circa 10 minuti
- Mantenere sotto osservazione il paziente per circa 30 minuti
4.17 Gestione delle registrazioni ed archiviazione
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Il modulo di richiesta, il consenso informato, la scheda di aferesi , i moduli di assegnazione
e consegna e qualsiasi altro documento inerente la procedura di AFERESI
TERAPEUTICA, devono essere inserite in apposite cartelline di plastica trasparente che
sono a loro volta conservati per 30 anni in appositi classificatori presenti nei locali del
centro di raccolta terapeutica, storicizzati per anno e distinti secondo ordine alfabetico e di
ordine di procedura o secondo date progressive a cura del Responsabile di Struttura.
5 INDICATORI
N/A
6 RESPONSABILITA’
Responsabilità: le responsabilità per le attività e gli operatori previsti nella presenta
procedura sono indicate dalla seguente tabella secondo la priorità:
C = Collabora, R = Responsabiltà
ATTIVITA’
MEDICO DI TURNO
AFERESI
Ricezione richieste di aferesi
R
Valutazione clinica
e Informazione al paziente
R
IN INFERMIERE
DI
TURNO IN AFERESI
Preparazioni materiali
e apparecchiature
C
R
Priming separatore,selezione
programma e impostazione
R
C
Procedura aferetica
R
C
Gestione e monitoraggio del
paziente
R
R
10
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7 ABBREVIAZIONI
1.4
POS
PEX
SIMT
AT
CQ
GB
AC
ACD-A
CVC
CSE-A
MED
CI
IP
ABBREVIAZIONI
Procedura operativa standard
Plasmaexchange (scambio plasmatico)
Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale
Aferesi Terapeuica
Controlli di qualità
Globuli bianchi
Anticoagulante
Soluzione anticoagulante formula “A” sodio citrato- acido citricoglucosio
Catetere venoso centrale
cellule staminali ematopoietiche periferiche
Medico
Coordinatore infermieristico
Infermiere Professionale
8 ALLEGATI
SIMT IO 038 Gestione separatori cellulari
SIMT-MOD 097 Consenso Informato alla Procedura di Aferesi Terapeutica
SIMT.MOD 098 Consenso Informato alla Plasmaexchange
SIMT-MOD 096 Scheda di aferesi terapeutica
SIMT-MOD 117 Richiesta di aferesi terapeutica
SIMT-MOD 118 Valutazione idoneità alla aferesi terapeutica
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