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gianfranco carpine
GIANFRANCO CARPINE
IMPROVVISAMENTE TANGO. E NON SOLO
BREVE ROMANZO
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Molto piacere, sono Marcello.....
piacere mio, Virginia.
Al contatto delle mani, una leggerissima scarica elettrica
li investì.
Virginia, stranamente, arrossì, e lui, Marcello, sorrise divertito
- hei!, siamo elettrici, a quanto pare...
- si, curioso, ribattè Virginia, un pò a disagio:
- non vedere la cosa in modo negativo, Virginia, al contrario;
vuole dire che tra noi c'è una certa attrazione...
Virginia arrossì ancora di più.
Ho un compagno, Marcello, al quale voglio bene......
Interessante....ma hai detto...al quale voglio bene;
non hai detto, “lo amo”
si ma...
dai!, Virginia,non incartiamoci,non alziamo muri
inesistenti. Carpe diem, su, balliamo, vuoi?
Senti che bel tango
Così dicendo, Marcello non attese una risposta.
Prese Virginia delicatamente per il braccio, invitandola sulla pista
lei non si oppose;
in fondo si va solo a ballare, pensò,
ma era combattuta, una certa inquietudine la pervadeva.
Si rese conto che quell'uomo le piaceva.
Sentiva, con un certo disappunto, di provare attrazione, verso
quell'uomo.
Lui la strinse. Ballava bene,la conduceva con maestria e sicurezza
con abilità.
Lei pensò che la stava governando, come un abile capitano di lungo corso con la sua imbarcazione.
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e con questa stravagante sensazione, lei si fece governare.
nel loro roteare per la sala, lei ebbe la netta sensazione che tutto ciò che
stava avvenendo, andava oltre il ballo.
Erano a stretto contatto. Le loro gambe si incrociavano e si intersecavano
lui entrava con la sua gamba destra in mezzo alle gambe della donna, e
Virginia provava una certa eccitazione.
Il profumo dell'uomo la stordiva....
ed infine lei si abbandonò completamente a lui.
E lui ne prese pieno possesso.
Virginia, ad occhi chiusi, si faceva trasportare, e Marcello, con grande abilità, la trasportò.....
dove voleva.
Virginia non si rese conto che nelle circonvoluzioni della danza, l'uomo
la stava conducendo, poco per volta ,dove voleva lui. Fuori dalla sala.
Entrò in un disimpegno, e poi in un locale laterale, in penombra.
La stanza riceveva la luce, un poco di luce, attraverso una parete in mattoni di vetrocemento traslucido di un colore blu zaffiro.
Marcello fece ancora due giri di danza, poi lasciò l'abbraccio, e con deli catezza la fece sedere su una comoda sedia imbottita.
Virginia, totalmente stordita, subì docilmente:
le girava la testa. La sentiva avvolta in ovatta. Le orecchie le ronzavano
e si abbandonò, la testa reclinata all'indietro.
Marcello, sveltamente, chiuse la porta con due giri di chiave.
Si pose poi davanti alla donna, in piedi. La sovrastava, e lei lo vide imponente;
lui disse: come va? Tutto bene? Sei a tuo agio?
Si, certo, rispose lei. Sono stordita, però, che succede ora?
vedrai, cara, ribattè Marcello, lasciami fare... ti fidi?
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Virginia si sentì rispondere, pur sorprendendosi:
si, Marcello, ti lascio fare.... ma che farai?
Ora vedrai,...e sentirai.
Si sedette di fronte a lei, su una sedia gemella.
Era a neanche mezzo metro dalla donna,. Con un gesto inaspettato e deciso, le sollevò la gonna, mettendo a nudo le belle gambe di Virginia, le
sue cosce tornite e sode.
Il bellissimo minislip, finemente ricamato, color carne, era quasi invisibile
nella penombra, ma lui sapeva che c'era, e senza esitare, per prevenire una
eventuale reazione di resistenza da parte della donna, che però, non si manifestò, inserì due dita, entrando dalla coscia sinistra.
Accarezzò il pelo del pube con il dorso delle dita,poi puntò decisamente al
sesso.
Con sua sorpresa, Virginia lo agevolò, aprendo un po' di più le cosce
lui sentì le sue grandi labbra caldissime, roventi.
Percorse verticalmente tutto il sesso della sua preda, con delicatezza. Poi
abilmente si aprì un varco, ed entrò dentro di lei, in quell'antro oscuro
tumido ed odoroso
Virginia fece una mossa inaspettata
molto velocemente, con abilità, quasi freneticamente, alzò il bacino ed in
un attimo si sfilò il ridottissimo indumento,mettendo a nudo il suo sesso,
ormai chiaramente vogliosa di qualcosa di più.
Sospirando sottovoce,ripetè due volte:
perdono, perdono.
Poi assunse una posizione più agevole per l'uomo, e sempre sottovoce,
intimò
continua, dai, non resisto, non resisto più
Marcello non le diede soddisfazione.
Al contrario
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avvicinò di più la sedia
le prese la mano, se la posò in mezzo alle gambe
e le rispose, imperioso
dai, ora, tocca a te. Voglio che tu agisca;
ansando, Virginia, presa da una libido non più controllabile, gli si accostò
velocemente ,gli abbassò la zip ed introdusse vogliosa la mano
Marcello era già pronto, naturalmente. Lo era da tempo, in realtà.
Lei lo afferrò, ed estraendo la virilità di Marcello, esclamò:
mio dio, com'è grosso... e com'è lungo....
hai un “mattarello” da superman
si chiama cazzo, Virginia, dillo
si, hai un ….cazzo da far venire.....
è proprio quello che voglio, farti venire.
Vieni qui, vieni sulle mie gambe
Virginia, ormai fuori controllo....eseguì senza esitare
si alzò, allargò le gambe e si calò su di lui.
Lo voleva, lo voleva con tutta se stessa.
Eccomi....
bene,adesso te lo metto dentro, lo vuoi?
Su, su, dammelo, dai!!basta parlare. Gli prese il viso e incollò la bocca
a quella dell'uomo
Marcello, rispondendo al bacio, si mosse per entrarle dentro, e lo fece con
relativa facilità, poiché la donna era prontissima.
Era umida, il sesso irrorato dai suoi umori.
Dai, scopami, chiavami, gli sussurra ora sulle labbra,
lui glielo mette dentro, ma stranamente, introduce solo la cappella
poi si ferma.
Virginia, che si aspettava di sentirselo finalmente tutto dentro , rimane
sorpresa. Voleva sentirlo tutto, quel grosso “affare”
si stacca dal bacio e interviene con tono deluso.
Ora sono come una baldracca,tu mi ci hai portato, e adesso non vuoi più?
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non avrei mai pensato di comportarmi così, di scopare con un uomo con
i pantaloni abbassati, come una troia da strada.
Ma visto che mi sto comportando da troia, allora voglio andare fino in fondo.
E adesso me lo dai tutto,dai, ficcamelo dentro, perchè ti sei fermato?
Perchè volevo proprio questo, mia cara, bella, dolce Virginia.
Volevo che tu ti comportassi da troia.
Volevo proprio sentirtelo dire, e adesso te lo dò tutto, fino in fondo, eccomi,
sentilo.
finalmente, ribatte Virginia. Eccoti, finalmente, su, mettilo tutto dentro.
Fino in fondo. Ohh, si, così, così. Che bello
come mi piace sentirmelo arrivare così in alto.
Fammi venire,dai ecco...si...così.... continua. Ora vengo......
per ora finisce qui....
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