Comments
Description
Transcript
Desiderio di vedervi!
Anno XV (XXX) - N° 10 - OTTOBRE 1997 - Via Trento n° 4 - Tel. 826050 - Montefiascone (VT) - Sped. in a.p. Legge 549/95 art. 2 comma 27 «La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarono - Responsabile Angelo Gargiuli - Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via Trento, 4 Tel. 826050 - c.c.p. n° 12158010 intestato a: Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiascone (VT) - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via O. Borghesi, 3/c - Montefiascone - Tel. e Fax: 826297 Il saluto del Vescovo alla Diocesi Siate Diocesi per essere Chiesa Fratelli e figli miei, Termina il mio servizio di vescovo nella Chiesa di Viterbo e mi preparo a consegnare il pastorale all'amico fraterno il vescovo Lorenzo che il Santo Padre ha inviato a succedermi. 9 maggio 1987 e, a Dio piacendo, 4 ottobre 1997. E' l'arco di tempo della mia vita con voi: per me, i dieci anni più belli da quando sono nato. E ringrazio il Signore che me li ha donati, al di là ogni merito e persino di ogni mia aspettativa. Mi trovo sulla soglia di un domani che non riesco né intendo prevedere, mentre mi resta più facile e ritengo più giusto voltarmi indietro non per ritornare al passato con rimpianto o nostalgia ma per raccogliere con stupore nel mio presente la ricchezza dei doni ricevuti in questi dieci anni. Mi avete dato tanto, da farmi sperimentare quanta gioia c'è nel credere in Cristo e volersi sua Chiesa. Ve lo confesso a cuore aperto: da quando sono con voi e grazie a voi non ho desiderato per me, per la mia vita, niente di più. Nel mio sentirmi vivere c'era e c'è tutta la vita che rendeva bella anchè la fatica. So cosa è la stanchezza, ma, non la tristezza. Grazie Signore! Grazie, fratelli e figli miei! Non mi sono mancate quelle sofferenze che fanno parte della comune condizione umana: la morte della mamma, la malattia, gli imprevisti e i dispiaceri esistenziali. Non distruggono la vita ma la purificano e la rendono preziosa. Qualche sofferenza connessa con la vita ecclesiale l'abbiamo portata e offerta insieme. Per parte mia, davanti a Dio, chiedo a tutti ed a ciascuno personalmente di perdonarmi se con le mie mancanze e inadempienze ed in conseguenza dei miei difetti o colpe, ho offeso qualcuno o sono stato per qualcuno motivo di dispiacere. E' questo il mio unico rimpianto a fronte di tutto segue a pag. 9) + Lorenzo Chiarinelli - Vescovo Desiderio di vedervi! "Grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene" (Ap 1,4). Dal profondo del cuore sgorga il saluto che per la prima volta rivolgo alla Santa Chiesa di Dio che è in Viterbo e che, nell'intensità dell'affetto, vorrebbe raggiungere tutte le persone, donne e uomini, della comunità cristiana e quanti vivono e operano nell'intero territorio. Ed è saluto di grazia e di pace. La Chiesa, segno della salvezza di Dio nelf l.oiu.N/o Chiakinki.I.I. la storia, è comunità di grazia: vive per grazia ed è strumento di Dio che è vita e gioia per l'uomo, per ogni uomo. La Chiesa, frutto della croce e della risurrezione di Cristo, è casa della pace: dalla sera di Pasqua alla fine dei tempi nulla e nessuno potrà strapparle questo dono che essa, laChiesa, custodisce con amore e con tenacia vuole immettere dentro le aggrovigliate vicende della storia. Desiderio di vedervi! Il Vescovo, pertanto, chiamato a ripetere in sé il mistero di Cristo e inviato in nome della Chiesa, è essenzialmente un segno di grazia ed è portatore di pace. Grazia a voi, dunque, e pace! Questo saluto, che è anche un augurio e un i m p e g n o , v a l g a ad i n d i c a r e l ' o r i z z o n t e entro il quale poter iscrivere insieme ogni pensiero, ogni sentimento, ogni relazione. A tutti voi, fratelli e sorelle della S a n t a Chiesa di Viterbo, con l'apostolo Paolo dico: "Ho un vivo desiderio di vedervi" (Rm 1,11). Dal primo momento in cui mi è stata significata la decisione del S.Padre Giovanni Paolo II - al quale riconfermo filiale obbedienza e devozione profonda anche se con trepidazione per la missione impegnativa che mi viene affidata, con fede ho detto il mio "eccomi" e mi sono messo in cammino nella preghiera, nei pensiero e nell'affetto. Lascio la Chiesa di Aversa, che in questi anni (1993-1997) ho amato e servito e che mi ha segnato il cuore profondamente, custodendone dentro i tanti tesori di grazia e affidandone a Dio le attese e le speranze. Così come porto nel cuore le ricchezze pastorali della Chiesa di Sora-Aquino-Pontecorvo, primo campo del mio servizio episcopale (1983-1993). E vengo a voi, con serenità e confidenza, nel nome del Signore che mi invia a voi. Nella Chiesa, e nella storia della salvezza, tutto è grazia, tutto è gratuità nell'amore: voi siete per me dono di Dio. Così vi vedo nella fede del Padre sorgente di ogni bene, così vi desidero nella speranza di Cristo Signore, così vi accolgo nella carità dello Spirito Santo. Siete grazia voi, presbiteri: primi collaboratori del Vescovo e partecipi dell'unico sacerdozio, tutti, pur diversi, formiamo un solo presbiterio per un servizio prezioso ma non facile, con una fedeltà generosa che vi ha sempre distinto. La unità del presbiterio è il canto più gradito a Dio e il segno più bello per la comunità dei discepoli di Gesù. E insieme a voi sono / diaconi, i diversi ministri, i carissimi seminaristi, piccoli e grandi, speranza della Chiesa. Siete gratuità nell'amore voi, religiosi e religiose, persone consacrate, dedicate al servizio apostolico oppure impegnate nelle preziose esperienze monastiche: aiutate ancora, come già fate, le comunità e tutti i cristiani a camminare nella santità e a sperare nel Regno che viene, quali testimoni della ricerca e del primato di Dio. Siete dono voi, laici: pietre vive di una Chiesa viva. Con la vostra "condizione laisegue a pag. 15 pag. 2 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 Dott. Avv. Costanzo Moretti Capo d'Orlando, 17/7/97 Molto Rev. Don Agostino, vorrei, con la presente informarla che non ricevo regolarmente "La Voce" cui tengo moltissimo, anche se - a volte - non ne condivido appieno i contenuti... "a senso unico". Quel che però maggiormente desidero - se Lei me lo permette - è far rilevare che nei vari "revival" dei personaggi del passato di Montefiascone, che peraltro leggo sempre con interesse, commozione e nostalgia, mai è stato fatto il nome di mio padre Avv. Costanzo Moretti, il quale, mi lasci dire, fu di molti emerito benefattore ed ancor più amico disinteressato, consigliere di grande esperienza ed umanità, cui ricorrevano innumerevoli persone di ogni ceto, vedove, orfani, religiosi, ecc. Fu a lungo tesoriere del locale Orfanotrofio femminile, dell'Opera Pia Pieri, nonché uno dei fondatori, gestore e dirigente della Banca Cooperativa Cattolica, dove lavorò indefessamente e gratuitamente per tutta la sua vita, al gelo d'inverno, al caldo d'estate (le ferie allora non erano di moda), assumendosene, per la sua provata competenza legale, le maggiori responsabilità e i pesanti oneri. Non chiese e non percepì mai s t i p e n d i , né tanto meno l i q u i d a z i o n i . Incredibile vero? Incredibile sì, ma - penso - ancora constatabile! Ligio ai suoi principi di etica e di morale, Notizie... dall'Albania Carissimo Don Agostino e Comunità Parrocchiale, dalla torturata terra albanese ci piace fan/i giungere le nostre notizie. Dopo una breve pausa in Italia, dal mese di Maggio siamo di nuovo nel paese delle aquile. Ci siamo trovate nel colmo della guerra. Ogni giorno percorrendo le strade siamo state affiancate da carri armati, camionette blindate di ogni nazionalità e con alcuni di questi militari dell'operazione Alba ci siamo scambiate idee, qualcuno era anche delle nostre terre. Ogni tanto i nostri piedi si posavano sui "confetti albanesi". Capsule di ogni tipo di proiettile tappezzavano ogni strada ed angolo. Abbiamo ben visto che cosa hanno prodotto cinquantanni di odio e di tremendo isolamento. Si è sparato troppo di giorno e di notte e senza motivo. Popolo bambino, che spara senza indirizzo e così anche per far festa dell'elezione del nuovo presidente la notte del 23 Luglio è stata un bollettino di guerra. Popolo di guerrieri. Certo, a scuola per 2 anni era obbligatorio a maschi e femmine saper sparare e... tutto detto!! E noi!!!? Sì... qualche paura, ma più forte è stata la Provvidenza che si è presa cura di noi. in quei giorni terribili in cui non si poteva circolare la nostra casa si è trasformata in fontana del villaggio". Ogni giorno venivano da noi giovani, bambini, anziani per rinfrescarsi, scambiare una parola ed ascoltare la Parola viva del Signore. Non eravamo mai soli e questi sono i nostri fratelli cattolici, ed amici mussulmani. Ora l'emergenza continua e durante la guerra si fa di tutto anche i facchini per Cristo. Così correre da un mercato all'altro per fare le provviste al pensionato degli anziani e dei bambini handicappati e la Parola rinfrancante di Gesù - ero io in quei poveri, in quei malati... - ci fa dimenticare stanchezza e sudore che corre nel nostro viso. Ah! dimenticavo che in Albania non va il proverbio "Chi dorme non piglia pesci", ma "Chi dorme non piglia acqua" perché Lei viene al mattino presto e se ti piace dormire, lei ti fa cilecca. Ma non dimentichiamo che siamo nel 2000, e siamo in Capitale. Ma queste sono piccole cose... Ora dobbiamo ringraziarvi della vostra benevolenza e vi chiediamo scusa se siamo state noiose e terminiamo dicendovi le parole che ci ha detto un mussulmano in questo giorni: "Voi siete delle donne coraggiose perché state in un paese straniero e per di più dove si spara. Come fate a stare qui?" Ed ecco la nostra risposta: "Siamo qui solamente perii Signore". E Lui... certo la vostra filosofia religiosa è mancata Nato in Montefiascone nel 1883 da Luigi e Angela Castellani e morto in Montefiascone nel 1953. Coniugato con Ricca Beatrice nel 1923. Figli viventi: dott. Luigi (medico chirurgo); sig. Sofia (insegnante - casalinga); dott. Andrea Maria (architetto). PEvzsowsiggvo DEC JVIESE ben altri erano per lui i valori della vita, che non il denaro, l'arrivismo, la vanagloria. Che FESSO! direbbero oggi; ma l'importante era - per lui - dare il meglio di se stesso e non aspettarsene riconoscenza. Durante la sanguinosa guerra del 1944, egli fu commissario prefettizio di Montefiascone ed una sera i tedeschi lo vennero ad arrestare e lo portarono via con le armi puntate, perché - per umanità non aveva fatto sgombrare alcuni villini abitati dai proprietari, a via della Bertina. Eppure quante persone egli aiutò in quel particolare periodo, quante ne salvò a suo rischio e pericolo, a quanti giovani meridionali sbandati (tra cui il mio futuro marito) diede un lavoro ed una speranza. Ho voluto mettere in risalto i meriti di mio padre e son sicura che questo loavrebbe messo in imbarazzo - lui così schivo e modesto -, Ma, come figlia ormai anziana, nostalgica delle cose e delle persone del mio paese, ho provato il bisogno prepotente quasi il dovere - di ricordarlo (anche se dopo tanto tempo!) e collocarlo fra ALTRETTANTO illustri e meritevoli personaggi, che hanno dato lustro e s o p r a t t u t t o hanno fatto del bene alla nostra Montefiascone. Accludo assegno bancario di £. 300.000, per un modesto contributo ai lavori della Basilica di S. Margherita con la speranza e l'augurio di saperla presto restaurata e consolidata per i secoli a venire. Le chiedo una preghiera per me, per i miei figli Claudio e Mariarosaria, nonché per le mie nepotine Silvia e Federica. Le ventimila lire sono per una S. Messa, celebrata in S. Margherita, in memoria di mio marito avv. B e n i a m i n o C a t a l i o t o , c h e tanto amò Montefiascone. Lascio alla sua sensibilità la decisione di pubblicare la presente su "La Voce" o, altrimenti di ricordare in qualche modo la figura di mio padre. Con distinti ossequi Moretti Sofia Non posso aggiungere parola alla rievocazione a m o r o s a che la figlia fa del p a d r e , Costanzo Moretti, deceduto nel 1953, quando il sottoscritto era ancora semplice seminarista. La ringrazio, signora, a nome di tutta la cittadinanza falisca, in particolare dell'Orfanotrofio benemerito e da alcuni anni chiuso alla attività, di cui ora sono presidente e per il quale stiamo lottando perché conservi le sue origini cristiane, dell'Opera Pia Pieri, gestita da tre canonici, anche se ora la sua finalità non è più perseguibile, della locale Banca Cattolica che ha ora uno sviluppo imprevedibile. E' giusto che la città falisca consideri suo padre un "personaggio illustre della sua storia". Coro tedesco a Montefiascone troppo a noi... 50 anni sono troppi ora vediamo i frutti, sparatorie, latrocini, odio, nefandezze di ogni tipo. Ecco dove arriva un popolo senza Dio. Il Signore salvi questa nazione dal demonio della distruzione. Salutiamo tutti non dimenticando nessuno e continuate a ricordarci alla Madonna del Rosario. Con affetto Dev.me Sr. Settimia e Sr. Marisa. Un saluto anche da me, Sr. Giuseppina Sebastiani che in questi giorni condivido con le consorelle l'esperienza missionaria in terra Albanese. Sappiamo che in questi giorni la Superiora Sr. Teresa è ritornata in Albania, con l'ing. Ricci, per vedere se è il caso (data ancora la situazione un po' caotica) di concretizzare qualcosa. Ringraziando, salutando ed augurando buona riuscita al coraggio delle nostre Maestre Pie, preghiamo il Signore perché sia fatta la sua volontà e diciamo a Sr. Marisa e Sr. Settimia: siamo con voi! Una ulteriore occasione di ascoltare della buona musica è offerta ancora una volta dalla Corale S. Margherita. Questa volta non saranno i suoi corsiti ad esibirsi, ma un imponente coro tedesco composto da 60 elementi che, nel pomeriggio del 15 ottobre, alle 18, terrà un concerto nella Basilica di S. Margherita. I 60 coristi, provenienti da Amburgo, si trovano in Italia per tenere due importanti concerti a Roma dei quali quello montefiasconese costituisce l'anteprima. Sarà una occasione per la nostra città di accogliere un evento musicale che travalica la dimensione locale per quella internazionale e per la Corale di S. Margherita di confrontarsi su specifici repertori, vocalità, tecniche di direzione. Nel frattempo la nostra Corale non trascura un lavoro di esercizio puntuale e serio che si esplica sia nei servizi durante le funzioni religiose, sia in con certi come quello che ha tenuto sabato 13 settembre a Valentano nella chiesa della SS. Annunziata e S. Agapito in occasione dei 70 anni dalla fondazione della Parrocchia di Villa Fontane. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 3 Vecchie Foto Orfanatrofio Femminile Da sinistra * Ultima fila: Maria Menghinelli, Quami Elide, Dominici Clementina, Sr. Andreucci Pierina, Bucini Assuntina (Latera), Francini Rosmunda, Sr. Elena Corba, Roscani Oride, Sr. Lucia Creti (si vede solo l'abito); fila di mezzo: Fortunati Anna, Patrizi Delia, Bertuccini Enrica, Silvestri Caterina; 1' fila: Corba Eulalia, Scaglini Giuseppina, Porroni Annunziata, Menghini Assuntina, Bianchi Vincenza. Foto a destra: Sr. Lucia Creti, Leofresti Lucia, Baccelloni Carla, Pistoni Ida, Canepuccia Mirella, Pagana Sistina, Porroni Annunziata, Dominici Clementina, Meloselli Maria, Porroni Erina, Sr. Maria, Sr. Elena; (nei banchi): ...., Zini Gina, Amorosi A. Maria Zerbini Giuseppa,... Paolini Vera Anno 1940 Gastronomia Medievale: Banchetti nella Rocca di Montefiascone (dal numero precedente) Ma come venivano cucinate queste vivande? Nelle suddette note di spese le indicazioni gastronomiche sono pressoché inesistenti, tuttavia analizzando le voci secondarie è possibile ricavare alcune interessanti informazioni In primo luogo emerge il grande uso di spezie e aromi che venivano utilizzati per comporre varie salse e condimenti.10 I fondi di cottura, prevalentemente elaborati su una base di latte di mandorle (allo stesso modo in cui noi oggi utilizziamo il pomodoro), erano anche essi speziati e venivano trattati e addensati per bollitura o mediante l'aggiunta di leganti. Più volte troviamo note per abbondanti acquisti di... speciebus, videlicet gingibero, pi pere, canella, garrofanis, saffrano et allis speciebus..., petrosillo, tragerie(... . spezie, cioè zenzero, pepe, cannella, chiodi di garofano, zafferano..., prezzemolo, confetti all'anice). Ed ancora ... amidaiarum, cuchari albi, aceti, mostarde, melle... (..mandorle, zucchero bianco, aceto, mostarda, miele). Questi ultimi ingredienti venivano utilizzati per la preparazione delle varie salse agro-dolci. La cucina medievale infatti non era la continuazione o l'elaborazione della cucina romana, ma nasceva proprio in opposizione alla gastronomia antica, sotto l'influenza, attraverso la penisola iberica e la Sicilia, del contatto con la cucina araba e, per suo tramite, con quella orientale. L'abbandono di gran parte delle spezie orientali a vantaggio degli aromi di produzione locale avverrà nel corso del Seicento, quando la cucina europea assumerà le caratteristiche che conserva tuttora. Non è quindi vero che le spezie venissero usate per coprire i cattivi sapori di vivande avariate. Nei rari libri di cucina medievale che ci sono giunti, si raccomanda la freschezza degli ingredienti e l'impiego delle spezie è molto attento agli accostamenti e alle predominanze. Particolarmente gradito risultava il gusto agrodolce, ottenuto condendo alimenti zuccherini con aceto, ma specialmente con agresto. L'agresto era ottenuto spremendo uva acerba, oppure schiacciando la stessa uva e lasciando seccare al sole la poltiglia che ne risultava. In alcuni piatti si utilizzavano direttamente gli acini di uva verde interi. I condimenti grassi, lardo ed olio, risultano usati entrambi senza quella predominanza per quelli di origine animale, tipica nelle regioni settentrionali, o di grassi di origine vegetale comune in quelle meridionali. Gli ingredienti utilizzati nei banchetti di Montefiascone corrispondono comunque a quelli che compaiono, ad esempio, nelle ricette del "Libro della Cocina"11 di un anonimo toscano del trecento, dal quale sono state tratte queste due ricette. "Del coppo di polli o d'altri uccelli" Smembra i polli o uccelli: distempera la farina co l'acqua calda, e falla molto dura: poi fa' la forma del coppo de la detta pasta, e mettivi dentro i polli predetti coli 'agresto non trito, zaffarano e spezie, e un poco d 'acqua fredda, e chiudilo di sopra con la pasta, e cocasi nel forno ovvero tra i testi [vasi di terracotta] ; e a sommo del coppo poni un pezzo di lardo grasso. "A empire uno vitello" Togli el vitello giovene scorticato ovvero pelato: arrostilo e empito, come tu vuoti: puoi ponervi papari, galline e capponi e l'émpitura che sopra é detta, e Politici del XIV secolo <» Giancarlo Breccia qualunque altra bona: mettivi però molto lardo battuto, nel ventre; poi togli il grasso che ne cade quando arrostisce e poni en peverata col pane abbrusticato e zaffarano; e bolla un poco da per sé la detta peverata; e da' a mangiare. Quella medievale si rivela inoltre una gastronomia di inattesa raffinatezza, attenta anche ai piaceri dell'occhio, come attesta la cura dei colori delle portate e quella delle loro forme e consistenze. Non di rado il cuoco modella nei pasticci forme geometriche e animali, o crea trofei incastonandovi carni e pesci. A Montefiascone, nel 1348, vengono pagati un certo Biasio ed altri macellai per aver decorato alcuni animali: "It solvi Biasio et allis macellariis qui decoriaverunt bestias..." Si beve ordinariamente vino bianco e rosso locale. Per il banchetto del 1333 fù comprato a Corneto, allora porto di mare di primo ordine, una salma di vino greco che, compreso il trasporto, venne a costare quasi il triplo del vino comune, talvolta comprato anche a Boisena e a Celleno. Del famoso Est Est Est, o moscatello di Montefiascone, nessun ricordo. Più volte viene servito certo liquore dolcissimo detto "vinum claretum" o "clarea", che si faceva con miele, spezie, e pepe. In un antico libro di cucina francese si trovano le indicazioni per fare un "vino d'ippocrasso" che doveva essere molto simile a questo "vinum claretum"; La spremitura dell'agresto "Prendete un 'oncia di cinnamomo chiamato lunga cannella in pipa, un intero pezzetto di zenzero e altrettanta galanga e macinate bene insieme. Prendete poi un libbra di buon zucchero, pestate tutto quanto insieme e stemperate con un lot [antica misura francese equivalente a circa tre litri 1/2_] del miglior vino di (rosso) Beaune che potrete procurarvi. Far maimare per una o due ore. Passate poi più volte attraverso una calza finché risulti limpidissimo. Al claretum di Montefiascone, fatto con il vino bianco, veniva aggiunto anche del pepe ed inoltre, in alternativa allo zucchero, veniva usato miele. (3 Segue) 10 - L' uso del cumino appare piuttosto diffuso del Lazio del duecento: a Viterbo è previsto che iforenses, tanto venditori che acquirenti paghino "prò passaggio 4 denari prò centinari cumini"; da GLI STATUTI DI VITERBO DEL 1237 a cura di P. Egidi. Lo zafferano era coltivato seppure solo per il fabbisogno locale, anche nel lazio. 11 - ZANIBRINI FRANCESCO a cura di II Libro della Cucina del sec. XIV Testo di lingua non mai fin qui pubblicato. Bologna. 1863; FACCIOLI, ENIILIO, a cura di. L'arte della cucina in Italia, Torino, 1987. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 4 RuMaàcg, L'antica stamperia L ' i n s e r t o d e l l ' u l t i m o n u m e r o della rivista "Biblioteca e Società" edita a cura del Consorzio per la gestione delle biblioteche comunale degli Ardenti e provinciale Anselmo Anselmi di Viterbo è dedicato alla Tipografia del Seminario di Montefiascone. Si tratta di uno studio accurato ed esauriente, dello storico locale Giancarlo Breccola, circa l'attività di questa antica "stamperia", molto fiorente nei suoi due secoli di vita, dal XVIII al XIX sec. La sua fama derivava dal fatto che era dotata di tutti i caratteri di stampa, dal "Testivo tondo e cursivo", al "Greco" e perfino all' "Ebraico". Fu v o l u t a d a l c a r d i n a l e M a r c o A n t o n i o Barbarigo, allorché prese possesso della diocesi di Montefiascone e Corneto e vi fu vescovo dal 1687 al 1706. La data esatta dell'inizio dell'attività di questa tipografia non si conosce, ma si presume che sia intorno al 1697. Buon 3 0 0 ° compleanno! a, cu/va, <JU 1/fmbeAÌo- Ricci misure di caratteri romani, corsivi, fregi e capilettera". L'inserto di Breccola consta di 16 pagine riccamente illustrate con i frontespizi di alcuni dei Ricorrerebbe quest'anno il 300° anniversario volumi stampati dall'antica tipografia. Dal primo: della sua fondazione. Dapprima fu alloggiata nei "Austria triumphans sub Leopoldo I. Imperatore piani inferiori della Rocca dei Papi e quindi trasemper Augusto", al secondo: "Doloris sensus sferita nella palazzina adiacente al Seminario in funere card. Gregorii Barbadici", ai tanti libri dove tutt'ora è posta una lapide con la scritta: di t e s t o latini e greci ad u s o dei s e m i n a r i s t i , "Typographia Seminarii". Sia nel passato che al giorno d'oggi nessuno romanzi, racconti, accademie, testi di musica, ultimi: "Storia di studio, ricerca o storia della stampa, può pre- f i n o a d u n o d e g l i Montefiascone" di Luigi Pieri Buti del 1870. scindere dalla t i p o g r a f i a del Seminario d i G i o v a n n i Leonardi, u l t i m o t i p o g r a f o della Montefiascone i cui libri, manifesti, opuscoli tutti "stamperia", risulta attivo nella sua officina presdi eccellente fattura si trovano in diverse biblioso il Seminario, almeno fino al giugno del 1891, teche europee. Prova ne sia, fra le tante, una data d o c u m e n t a t a da a l c u n i s o n e t t i a u g u r a l i accurata ricerca dello studioso inglese Dennis E. stampati in occasione del matrimonio di Achille Rhodes s u "Studies in Early Italian P r i n t i n g " pubblicato a Londra sul finire degli anni 80 nel Basili-Luciani e Adele Rossi. Nei gennaio 1892 la tipografia del Seminario sarà ceduta definitivaquale si legge: "Per caso e per buona fortuna ho mente ai privati diventando, sotto la gestione di scoperto e studiato nella Biblioteca di Oxford un Massimiliano Liverziani, quella tipografia "Silvio libro stampato dalla tipografia del Seminario di Pellico" tuttora attiva a Montefiascone. Montefiascone nel 1698... che contiene varie del Manca Seminario il controllo del territorio Quello che manca è il controllo del territorio. E così Montefiascone, sia per guanto riguarda il centro urbano che le frazioni, come pure le campagne, si avvia verso forme di degrado ambientale e di comportamenti umani negativi, dai quali difficilmente si potrà tornare indietro. Quello che maggiormente salta all'occhio, per guanto riguarda Ricorre quest'anno il 300 anniversal'ambiente, è lo stato ormai impraticabile di molte strade, del centro e della periferia, per non parlare di quelle rurali; rio della consacrazione della chiesa di S. la trascuratezza degli arredi urbani e del poco verde pubblico rimasto e la cementificazione selvaggia della campaBartolomeo detta la "chiesa grande del gna, gravata anche, qua e là da minidiscariche abusive a cielo aperto. I comportamenti umani che lasciano seminario" per distinguerla dalla cappelinvece veramente perplessi sono quelli legati al traffico e al parcheggio e all'utilizzo dei contenitori per la raccolta la interna a questo centro di studi eccledifferenziata dei rifiuti. Sono temi questi che hanno formato oggetto di reiterate proteste da parte di molti cittadini e siastici che, nel passato, attirò sul colle di che hanno avuto la giusta risonanza nei mezzi di informazione. Montefiascone, convittori da ogni parte Ma che non sono stati mai recepiti, se non in minima parte, dagli amministratori comunali o dagli altri respond' Europa. sabili. Al punto che c'è da ipotizzare un preoccupante scollamento fra le varie autorità e la popolazione. Per La chiesa, d e d i c a t a a l l ' a p o s t o l o quanto concerne lo stato di abbandono delle strade interne basta recarsi in via Paternocchio, in via della Bastiglia, Bartolomeo che è raffigurato sulla pala via delle Cannelle, via Piave, via Cardinal Salotti, tanto per citarne soltanto alcune, dove al fondo dissestato e peridell'altare centrale, fu inaugurata dal coloso per pedoni e automobilisti, si aggiunge il comportamento incivile di quest'ultimi che vi scorrazzano a cento cardinale Marco Antonio Barbarigo il all'ora e vi parcheggiano i propri mezzi come meglio loro aggrada. 21 settembre 1697. Senza nessun controllo. Nessuno che intervenga a ristabilire l'ordine e il rispetto della legge. La lunga strada Soltanto tre anni prima lo stesso panoramica che scende dalla Rocca alla Cassia, attraverso via Bandita e via Oreste Borghesi, come fanno notare i vescovo, un nobile veneziano, aveva malcapitati residenti, è ridotta una pista da Formula Uno, con auto e moto che la fanno da padroni a tutto gas. posto la prima pietra di questa interesPossibile che nessun vigile si sia reso conto di queste scorrerie che, fra l'altro, sono molto in auge anche in altre sante costruzione barocca tanto cara vie interne e specialmente in quelle della periferia comprese le frazioni dove gli abitanti vivono nel terrore di ai montefiasconesi. La chiesa è a una sola navata, con essere travolti da questi pirati della strada? Un altro capitolo dolente è quello inerente ai guasti sulle condotte idriche o sulle fognature che non vengono mai riparati con la dovuta tempestività. Sterpaglie, rovi e vegetazione tre altari ed e ricca di pregevoli stucchi. Il spontanea quanto infestante, lambiscono il centro cittadino, salendo da via Giovanni Defuk, dalla scarpata Coro è semplice, adornato da colonnine con capitelli fiorati. Graziosi anche i due dell'ospedale e da altri "avamposti" che assediano le "mura" cittadine. altari laterali a quattro colonnine dedicaLa cementificazione a macchia di leopardo della campagna è ormai uno scempio che non ha bisogno di comti, quello di destra alla Madonna ed ai menti. Questi sono soltanto alcuni dei problemi, i quali a ben vedere non sono poi così difficili, che la popolazione santi Carlo Borromeo e Filippo Neri e vorrebbe fossero risolti dai propri amministratori e tutori. Rispetto ai quali alla gente, viene un duplice dubbio: o quello di sinistra all'Angelo Custode. non girano mai per il territorio comunale e perciò sono all'oscuro del degrado di cui stiamo parlando, oppure lo Nell'area della nuova chiesa ve ne conoscono ma fanno finta di niente. In entrambi i casi il loro disimpegno non può avere attenuanti. sorgeva una di modeste dimensioni che era stata sede parrocchiale fino al 1670, allorché il cardinale Paluzio Altieri l'aveva incorporata a quella di S. Margherita. La festa di S. Bartolomeo si celebra il Quella di quest'anno sarà una vendemmia eccellente, senz'altro una delle migliori di questi ultimi dieci 24 agosto di ogni anno ed è famosa in anni. A fare questa incoraggiante affermazione è il direttore della Cantina Cooperativa di Montefiascone, Mario tutto il circondario per la "Fiera dei Trapè che è anche il sindaco della cittadina falisca. Gli chiediamo da quali presupposti si può dedurre la Canestri". Si tratta di quei recipienti preconizzata ottima vendemmia '97. "Dipende tutto dalla stagione particolarmente favorevole - risponde Trapè intrecciati a mano da valenti artigiani che il caldo dell'estate e l'assenza di importanti precipitazioni permetterà all'uva di maturare al punto giusto con purtroppo vanno scomparendo. un alto tasso zuccherino". Alla qualità eccezionale delle uve sarà conseguenziale quella, altrettanto eccezionale Da una delle prime visite pastorali dei vini da esse prodotti. E per i coltivatori significherà poter spuntare un prezzo altamente remunerativo in alla parrocchia di S. Bartolomeo si quanto il costo delle uve dipende, appunto, dal loro grado di zucchero. Più questo è alto e più l'uva viene pagaapprende un particolare curioso per quei ta. tempi : " Vi è in parrocchia una certa La Cantina di Montefiascone, come ci spiega il suo direttore, riceve il conferimento delle uve dagli oltre donna chiamata Gentilina che vive separata dal marito ed è sospetta di vita mille soci che le coltivano nelle terre assolate della Maremma, in quelle vulcaniche del bacino vulsinio e in poco onesta". quelle particolarmente fertili della Teverina e dei colli viterbesi. Da queste uve la Cantina produrrà quest'anno Dunque non solo "tutto il mondo è circa 80.000 ettolitri di vino di cui 30.000 saranno costituiti dal famoso Est! Est!! Est!!! nelle tre versioni paese", ma anche certi costumi resistono Vescovo, s. Flaviano e Caveau e dai vini biologici Tusciano, Rupestre e Rufus. Tutti a denominazione di origine al tempo. Ma questo è solo un particolacontrollata (DOC). I restanti 50.000 ettolitri riguardano i vini da tavola e quelli dei Colli Etruschi Viterbesi. Da re di cronaca del tempo che con il trequest'anno tutta la produzione è concentrata nello stabilimento di Montefiascone, ampliato e dotato di centenario della chiesa di S. Bartolomeo nuove, avanzate tecnologie. Il vecchio impianto di Viterbo, in via Richiello, sarà utilizzato esclusivamente come non c'entra. punto vendita. Una vendemmia eccezionale LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 NOTE PI AGRICOLTURA Le piante transgeniche Circa mezzo secolo fa, gli scienziati scoprirono che ogni essere, pianta o animale, compreso l'uomo, che nasce, vive, si riproduce e muore, contiene nelle proprie cellule il DNA quale portatore del carattere ereditario tipico di ogni organismo vivente. Il DNA è composto da tante piccole particelle chiamate geni ed ognuna di esse rappresenta una unità del fattore ereditario, come una catena che è formata da tanti anelli. Si potrebbe paragonare il DNA ad una pannocchia di granturco ed il gene ad un chicco di granturco della pannocchia stessa. Se ancora state leggendo, vi dirò che le piante transgeniche, di cui al giorno d'oggi se ne parla tanto, sono quelle piante alle quali sono stati modificati artificialmente i geni. Ritornando all'esempio del granturco di cui sopra, possiamo paragonare la manipolazione dei geni, alla sostituzione di alcuni semi di una pannocchia di granturco di colore giallo, con alcuni semi di una pannocchia di granturco di colore rosso. La manipolazione dei geni si chiama ingegneria genetica, e da ciò è nata una nuova attività d e l l ' u o m o c h i a m a t a b i o t e c n o l o g i a . Questo è tutto, semplice no? Nel sesto giorno della Genesi Iddio disse ancora: "Ecco, io vi do ogni pianta che fa seme, su tutta la superficie della terra e ogni albero fruttifero, che fa seme: questi vi serviranno per cibo. E a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo e a tutto ciò che sulla terra si muove, e che ha in sé anima vivente, io do l'erba verde per cibo". Ma l'uomo non si è a c c o n t e n t a t o di quello che il Padreterno gli ha messo a disposizione e fin dagli albori dell'agricoltura ha cercato in tutte le maniere di manipolare le piante per ottenere frutti migliori e più abbondanti. I primi interventi si orientarono su una accurata selezione delle piante più vigorose e produttive; successivamente, man mano che l'agricoltore acquisiva esperienza, si imparò a selezionare i semi ed a fare gli innesti tra due piante diverse per esaltarne i caratteri. Anche nella zootecnia si facevano esperimenti del genere, con gli incroci tra animali di diverse razze per ottenere un soggetto con caratteristiche superiori. Le tecniche agron o m i c h e acquisite in questi ultimi decenni hanno permesso di intervenire anche sull'apparato riproduttivo, pilotando l'impollinazione dei fiori sulle diverse piante, per ottenere piante ibride con i caratteri utili più sviluppati. Da pochi anni la riproduzione in vitro ha mandato in pensione il vecchio piantinaro ed ha permesso la creazione di cloni sbalorditivi. Al giorno d'oggi le nuove scoperte in campo biologico vengono applicate sia nella zootecnia creando i cosiddetti animali clonati e sia nell'agricoltura creando le piante transgeniche. Secondo il mio punto di vista non c'è niente di preoccupante e niente di scandaloso. E' solamente l'evoluzione naturale delle tecniche agronomiche. Fino a ieri per ottenere piante più idonee alle nostre esigenze si ricorreva alla selezione dei semi, oppure all'innesto, oppure all'ibridazione; oggi, grazie allo sviluppo delle scienze umane si ricorre all'ingegneria genetica. Con la biotecnologia si possono ottenere piante sane, esenti o resistenti alle malattie ed esenti da attacchi virali. Uno dei più recenti esperimenti della biotecnologia in agricoltura è l'introduzione, in piante che vengono coltivate in inverno o in climi freddi, di un particolare batterio che abbassa la soglia di congelamento dell'acqua presente nelle piante, fino a quindici gradi sotto lo zero, aumentando le capacità delle piante di resistere a temperature tanto basse che normalmente ne causano la morte. GIMBERTO pag. 5 fi proposito di febbre La febbre, generalmente, è uno dei segni più evidenti dell'incipiente influenza. Cosa fare, allora, quando essa compare? Innanzitutto si rende necessario un periodo di riposo con dieta a base di frutta cruda e cotta, qualche fetta di pane e un pezzo di parmigiano. Bere acqua oligominerale con succo di limone non trattato, dolcificata con miele. L'organismo sta avvisando che è iniziata la lotta contro un aggressore, quindi è giusto combattere la febbre solo in particolari situazioni. Nel 2-3% dei bambini fra i 6 mesi e i 4 anni si possono avere crisi convulsive per febbre oltre i 38-39°; in questi casi è necessario aiutarli a mantenersi sotto questi livelli con una adeguata terapia ed eventualmente con un bagno sui 37° da ripetere anche f r e q u e n t e m e n t e poiché fa abbassare la temperatura di circa 0,5°. Anche la c a m e r a deve essere areata frequentemente e la temperatura ambientale non deve superare i 18-20°. Quando si tratta di un bambino si può rimanere tranquilli per 2-3 giorni solo se non si manifestano sintomi preoccupanti. E' inoltre opportuno t e n e r e p r e s e n t e che s c i r o p p i , s u p p o s t e , capsule hanno tutte un proprio dosaggio che deve essere seguito scrupolosamente: un ragazzo di 60 chili, anche se per voi è sempre il vostro bambino, deve essere curato con dosi per adulti. Sino a q u a n d o l ' a m m a l a t o p r e s e n t a brividi, senso di freddo intenso, è necessario coprirlo e tenerlo al caldo in modo che si calmi e cominci a sudare. Per un neonato bisogna regolarsi dalla temperatura delle mani e dei piedi: se sono freddi e la testa è bollente è necessario massaggiare a lungo i primi e mettere la borsa del ghiaccio sulla testa. Da "Missione salute" n. 5/97 E' letteralmente ringiovanito! La Santa della nostra terra: Lucia Filippini Dobbiamo - invocarla e pregarla soprattutto per: la difesa della vita essere preservati dal male dei secolo darci forza nell'affrontare la vecchiaia la protezione dei nostri fanciulli e ragazzi Per q u e s t o n e l s u o s a n t u a r i o si c e l e b r a la S. M e s s a ogni mercoledì alle ore 9. E' giorno di mercato, si esce da casa, perché non pensare a venire in chiesa? - o g n i g i o v e d ì s e r a a l l e o r e 17. E' la S. Messa celebrata alternativamente dai parroci e sacerdoti soprattutto della città e alla quale partecipano sempre anche le Maestre Pie. - o g n i d o m e n i c a alle o r e 12. Rimane comoda a tanti perché si può lasciare la macchina in piazza del mercato ed essere subito in chiesa, passando per la nuova via aperta di recente. E' la nostra Santa: non dimentichiamolo! Lo vedevo camminare come un giovanotto e mi sono domandato che cura facesse il dr. Francesco Tangari. Poi ho saputo che la cura più bella era quella di stringere tra le braccia e baciare il bel nipotino Giacomo, nato a Roma, sabato 30 agosto alle ore 0,37, facendo toccare il cielo con il dito papà Nicola e m a m m a Elena Petterlini, nonché nonna Anita Pappagallo. Naturalmente tutta la famiglia da una parte e dall'altra si sono messe in moto. E' la vita... è la gioia... è il trionfo dell'amore! La Redazione de "La Voce", della quale fa p a r t e il dr. T a n g a r i , i n t e n d e p a r t e c i p a r e in pieno alla grande novità di famiglia. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 6 Taccuino economico e tributario a cura del Dott. Franco Radicati Mentre pochi mesi ci separano dal 1998, il tavolo delle discussioni in materia di finanza pubblica è occupato quasi completamente dalla partita che si sta disputando tra Governo ed opposizione (ma anche nell'ambito dello stesso Governo) sulla riforma delle pensioni. Il tema è di grande interesse non solo - come potrebbe sembrare - per i pensionati, ma anche e soprattutto per chi non è ancora in pensione, in quanto tra l'altro si dovrà decidere quando e come questi ultimi potranno accedere più o meno meritatamente alla agognata quiescenza, per godersi serenamente le gioie della terza età. Ma il tema è di ancor più grande interesse per la Finanza dello Stato, che vedrà migliorare o peggiorare le sue condizioni di salute in base alla bontà della cura che le verrà somministrata al termine della discussione, e la cui prescrizione molto probabilmente verrà scritta su quella grande ricetta economica che è la Legge finanziaria per il 1998, della quale, come di consueto, ci occuperemo non appena i suoi contenuti saranno sufficientemente definiti. Restiamo perciò in attesa delle decisioni che dovranno essere prese sull'argomento pensioni, mentre un altro argomento ci sembra degno di una breve riflessione. Il Presidente francese Chirac, al termine dell'incontro con il premier tedesco Khol, ha esclamato: "L'Euro è appena dietro l'angolo". L'affermazione, che colpisce richiamando alla mente l'imminenza del prossimo importante cambiamento che - dal di dentro o dal di fuori - dovremo subire, è veritiera: il 1° gennaio 1999 è veramente "appena dietro l'angolo" e ciò significa che poco più di un anno (solo 15 mesi) ci separano dal fatidico momento dell'ingresso nel sistema monetario internazionale di una nuova moneta: l'Euro. Forse per la prima volta nella storia, una moneta nasce non per effetto di una conquista di territori, o a seguito di una guerra, né per commemorare questo o quel regnante: ma per scelta e accordo fra nazioni e popoli i quali, consensualmente, a mezzo dei propri rappresentanti, stanno per rinunciare al simbolo più evidente della sovranità nazionale, la moneta,sostituendola con una unica e comune che possa fungere da base per una ulteriore unificazione, quella della cultura e della coscienza di appartenere ad una unica, grande nazione: l'Europa Unita. La scelta dei Paesi che faranno parte dell'Unione economica e monetaria sarà fatta nella prima metà del 1998 e la moneta unica vedrà ufficialmente la luce il 1° gennaio 1999. Cosa succederà dopo il 1° gennaio 1999? L'Euro, come banconota, non esisterà ancora,ma esisterà come moneta scritturale, sarà cioè utilizzabile come moneta bancaria e come unità di conto. I cambi fra ognuna delle monete dei Paesi partecipanti diventeranno fissi: possedere una qualsiasi delle monete che fanno parte dell'Euro (lire, marchi, franchi...) o l'Euro stesso sarà come possedere una certa quantità fissa delle altre monete. Non sarà più possibile guadagnare o perdere sul cambio fra queste monete. Dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2001, ci saranno crediti e debiti in Euro, i conti bancari potranno essere in Euro, i titoli pubblici saranno emessi in Euro. La vita di tutti i giorni continuerà però a far uso delle monete nazionali, che saranno in pratica delle "frazioni di Euro". Chiunque potrà tenere conti bancari in Euro, potrà indebitarsi in Euro o accettare pagamenti in Euro. L'uso dell'Euro non sarà né obbligatorio né scoraggiato, ma sarà lasciato alla libera scelta di famiglie e imprese. L'unico obbligo è per i Governi, che dovranno emettere in Euro tutti i nuovi titoli pubblici. Non avremo più BOT e CCT in Lire, ma solo ed esclusivamente in Euro. Con il 1° gennaio del 2002 (o anche prima come molti vorrebbero) l'Euro vedrà la luce anche come moneta fisica. Cominceranno a circolare banconote in Euro (in tagli da 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 Euro) e monete metalliche (da 1, 2, 5, 10 e 50 centesimi, e da 1 e 2 Euro). Per sei mesi monete e banconote circoleranno parallelamente alle monete nazionali, che verranno gradualmente ritirate dal mercato. A partire dal 1° luglio del 2002, l'Euro resterà solo. Tutti i biglietti di banca e le monete che circolano oggi nei Paesi dell'Unione Europea saranno spariti e solo la nuova moneta dell'Europa - l'Euro - sarà presente nelle tasche dei cittadini Europei. E' ancora presto per sapere quanto varrà la nostra Lira rispetto alle altre monete e all'Euro. Lo sapremo con precisione entro il primo semestre del 1998, quando saranno fissati i rapporti di cambio. Oggi possiamo presumere che l'Euro varrà circa 2.000 lire. Ma già da adesso sappiamo che dovremo riabituarci a contare la moneta in centesimi: ad esempio, con il cambio ipotizzato di 2.000, qualcosa che oggi costa 1.500 lire, dovrebbe costare 75 centesimi di Euro; la nuova banconota da 500.000 lire, che tra non molto appesantirà il nostro portafogli, sarà cambiata nel 2002 con un foglio da soli 250 Euro. Non è prevista una moneta da mezzo centesimo, e questo comporterà problemi di arrotondamento: ad esempio, ciò che oggi costa 50 lire, dovrebbe costare 2 centesimi e mezzo, ma è da aspettare che molto probabilmente ne costerà 3. Infine, in Italia resteranno pochi miliardari: per essere ancora tale in Euro servirebbe infatti un patrimonio di oltre 2.000 miliardi di Lire! Fra pochi anni, insomma, forse torneremo a cantare la nota canzone: "se potessi avere mille Euro al mese..." N e o - l a u r e a t o Siamo venuti a conoscenza - per vie traverse - che l'8 luglio, presso l'Università degli Studi di Perugia nella facoltà di Economia e Commercio s'è brillantemente laureato il giovane Alessandro Quami. Bravo! E' un titolo guadagnato e sudato, di cui vanno giustamente orgogliosi anche i genitori e la sorella. Congratulazioni! Informazioni di difesa delle colture e di politica agraria a cura del Dott. Agr. Massimo Angeloni Via Verentana, 27 - Montefiascone - Tel. 0761/820310 Per il mese di ottobre, naturalmente tutti o quasi gli interventi di lotta fitosanitaria sono sospesi, ma vediamo nei particolari come comportarci. Per l'olivo dobbiamo tenere sotto controllo la mosca che sembra essersi già presentata nel mese di settembre. Vi ricordo che i trattamenti per la mosca devono essere effettuate dopo che si sono riscontrati almeno un 10% di punture fertili sulle olive; praticamente si deve procedere in questo modo: si prelevano dall'appezzamento circa un centinaio di olive, a caso, a diverse altezze e si controlla quante di queste sono colpite dalla mosca, se si supera il 10% si deve fare il trattamento. I prodotti da usare sono quelli da sempre consigliati, come per esempio il dimetoato. Sulla vite non ci sono più trattamenti da fare naturalmente, ma dovremo tener presente con delle segnalazioni i ceppi che sono stati colpiti dal mal dell'esca (che sembra tra l'altro molto presente quest'anno nelle nostre zone), affinché al momento della potatura possiamo riconoscerle e comportarci di conseguenza, cioè adottare la tecnica della potatura differenziata. Ma del mal dell'esca ne riparleremo al momento opportuno, importante adesso che segnaliate le piante colpite in modo poi da riconoscerle. Se ci sono stati dei problemi di cancri rameali sui peschi dovremo intervenire con un benzimidazolico all'inizio della caduta delle foglie e a metà della caduta stessa, naturalmente dopo aver eliminato i rami secchi. In questo periodo e data la stagione potrebbero esserci dei problemi di muffa grigia sull'actinidia (problemi che si possono presentare sul prodotto in fase di conservazione), per cui per abbassare il potenziale d'inoculo si potrebbero usare dei prodotti a base di dicarbossimidi. Un'ulteriore raccomandazione è per il Reg. CEE 2078/92 (l'agricoltura ecocompatibile), i cui termini di scadenza sono stati fissati al 30 novembre 1997, chiedere informazioni non costa niente e potrebbe essere una occasione per integrare il proprio reddito aziendale. Un matrimonio con... i fiocchi! Il 31 agosto - nella Basilica di S. Flaviano - si sono involati a nozze il sig. Alberto Pascucci e la sig.na Stefania Rovegno,mentre una lacrima di commozione e di dolore per il distacco spuntava negli occhi dei genitori di lui: Cesare e Antonietta Stefanoni, e soprattutto di lei: Enrico e Annunziata Caprìo. Anche i nonni della sposa erano commossi: Bonaventura e Armandina Bonelii. Il sig. Enrico alla sera, solo davanti alla TV, si trova perso, la figlia Stefania che non usciva mai la sera era una grossa compagnia... Coraggio, sig. Enrico, vedrà che al più presto la figlia verrà a trovarlo... con qualche nipotino! LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 Notiziario religioso M a d r e T e r e s a di C a l c u t t a "Ha fatto sentire agli sconfitti dell Addio a Madre apostolo della Teresa, carità. Laura Benedetti Esposito Mentre eravamo ancora scossi per l'immatura e tragica morte della principessa Diana, la notizia dolorosa della perdita di Madre Teresa di Calcutta, proprio mentre si accingeva a presiedere una funzione in memoria della principessa, della quale era stata preziosa amica e madre spirituale. Ci viene spontaneo pensare alla strana coincidenza della loro morte. Due personaggi così diversi tra loro eppure così in sintonia; l'una, una vita e una fiamma consumate accanto ai poveri e gli emarginati, l'altra, sebbene travolta dai conflitti familiari e segnata da un distacco che a poco a poco l'aveva fatta morire dentro, traeva ispirazione e forza per le sue opere umanitarie da Madre Teresa di Calcutta. Punto di riferimento dunque, testimonianza di fede e modello da seguire, Madre Teresa, missionaria della carità, lascia a questo fine millennio la sua eredità spirituale a tutti gli uomini della terra, perché la sua energia si polarizzi dentro di loro e non si arresti neppure per un attimo. Premio Nobel per la Pace 1979, fiumi di parole sono state scritte sulle sue opere e l'impegno appassionato in difesa della vita:" Che non ci sia S. Gregorio al Celio: l'incontro con Madre Teresa nell'ottobre 1980 dell'autrice dell'articolo Più al m o n d o un blmbo non desiderato "diceva Madre T e r e s a innanzi a una folla immensa. E ancora per la famiglia:" Non c'è più pace nel mondo perché non esiste nella nostra casa, giacché migliaia e migliaia delle nostre famiglie sono divise. Genitori, riportate la preghiera, il Rosario, la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù nelle vostre famiglie, perché solo così la famiglia potrà tornare a vivere assieme e si amerà". E ancora per i poveri, per i bimbi affamati, per la solitudine degli emarginati:" il senzatetto non è solo uno che non ha un rifugio; è anche quello che reclama comprensione e bontà, che cerca qualcuno che gli apra il cuore". Ma il segreto di tanta vitalità, di incrollabile fede e smisurata capacità di amare, era la certezza dell'incontro con Cristo in ogni essere che avvicinava in ogni sofferente che abbracciava. Le parole intense e commosse del Papa sottolineano questo amore, ma tradiscono una forte emozione, un momento di umano abbandono, come se ora si sentisse più solo con tutto il peso di questa solitudine. Egli parla della" madre amorevole e silenziosa creatura, che ha fatto sentire agli sconfitti della vita la tenerezza di Dio". Alle parole del Santo Padre, hanno fatto eco quelle dei capi di stato di tutto il mondo, un sentimento planetario, fino ai punti estremi della terra laddove la Missionaria della Carità apri' Case di assistenza e accogliere così i diseredati. In questo suo percorrere il mondo, in questo suo sentire gli affanni e il dolore dell'uomo, Ella si era prefissa uno scopo che doveva prevalere su ogni altro e cioè, far capire ai grandi della terra, ai ricchi, agli indifferenti, che nell'ultimo dei fratelli è impressa l'immagine di Dio, la stessa dignità dell'altro, sia nel vivere sia nel morire. La "Casa del Moribondo" a Calcutta aveva questa specifica funzione; riconsegnare al morente la sua dignità di uomo e di figlio di Dio, attraverso l'amore e quella infinita carità che ha distinto l'esistenza terrena di Madre Teresa. Il mondo ora guarda a Calcutta, alle fragili spoglie composte nella povertà, alla moltitudine dei poveri che si accalcano per un ultima carezza. pag. 7 Questa dunque la ricchezza elargita da Madre Teresa. Una povertà che si fa forza granitica quando investe l'uomo, che rompe gli argini dell'indifferenza, dell'odio, della freddezza del cuore. Il suo potere spirituale e d'amore contro i potenti, un "potere" che sconfigge, che impressiona e scuote le coscienze. Quando il presidente Clinton l'ha definita "un gigante del nostro tempo", inconsciamente parlava di questo "potere", strumento e veicolo che l'ha portata lontano, che ha reso possibile il suo cammino terreno a fianco dell'umanità sofferente. E mentre lo sconforto ci assale, facciamo silenzio dentro di noi e intorno a noi. Prepariamole un cuore dove Lei possa abitare. Nella terra felice d'Albania Venne alla luce, spirito fervente, Seminò tanto amore tra la gente, piccola, grande, generosa e pia Samaritana, e i sofferenti vede figli ad un sol Padre di qualunque fede. Donna sublime di Francesco erede Scelse vita fattiva e poverella: Esempio e sprone di ogni consorella. Fin che vita al suo vivere concede Ricerca gli affamati e li ristora Questa madre, maestra e santa suora. Nasce a Skopje, in Albania, il 27 agosto 1910. Riceve il B a t t e s i m o il giorno d o p o p r e n d e il n o m e di G a n x h e (Agnese). Nata da una famiglia profondamente cristiana, sente la vocazione missionaria. Il 26 settembre 1928 si porta a Dublino dove era la Casa generalizia dell'Istituto d e l l a B e a t a V e r g i n e M a r i a , ( S u o r e di Nostra Signora di Loreto). Poi va a fare il noviziato a Darjeeling (India). Fa la sua professione il 24/05/1937 p r e n d e n d o il nome di Teresa, in onore della Santa di Lisieux. Il 24/05/1937 compie la sua professione perpetua nelle mani dell'Arcivescovo di Calcutta. Per alcuni anni è insegnante e direttrice del collegio femminile St. Mary's dove studiavano le ragazze delle famiglie più ricche. Il 10 s e t t e m b r e 1 9 4 6 a v v e r t e c o n chiarezza una "chiamata nella chiamata" lasciare il convento per darsi al servizio dei poveri. Il 16 agosto 1948 si porta - con poche rupie in tasca - nei sobborghi più poveri della città di Calcutta e da quel giorno inizia l'avventura di Madre Teresa. Si uniscono a lei altre suore e ai tre voti tradizionali se ne aggiunge un altro: "dedito e gratuito servizio ai più poveri". La c o n g r e g a z i o n e d i v e n t a di diritto pontificio il 1 febbraio 1965. Paolo VI è a Calcutta nel 1964 e s'incontra con Madre Teresa. Giovanni Paolo II si reca a Calcutta il 3 febbraio 1986 e per prima cosa visita la casa di madre Teresa. Il 17 ottobre 1979 a d O s l o le viene c o n s e g n a t o il P r e m i o N o b e l p e r la Pace. Le sue suore sono ora 4.500 e sono presenti in 120 paesi. Madre Teresa muore a Calcutta v e n e r d ì 5 s e t t e m b r e , a 8 7 a n n i , in seguito ad un attacco cardiaco. Scelse Calcutta e li prese dimora Dando soccorso ai poveri e ai malati, Agli orfani, ai lebbrosi e handicappati; Ora sta in Cielo e li protegge ancora. Iddio Teresa in del volle chiamare, Per sempre presso se falla abitare. Visse la vita qui tanto esemplare Osservante sincera del Vangelo; Astro di luce ora risplende in Cielo. Qui fatta Santa, onorerà l'altare; Nuova abitante, tra galassie e stelle, Consiglia e guida le sue consorelle. Piciollo Diodato di anni 84 NON IMPORTA: DAI IL MEGLIO DI TE! S e f a i il b e n e , ti a t t r i b u i r a n n o s e c o n d i f i n i e g o i s t i c i N O N I M P O R T A , F A ' IL B E N E S e realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI II b e n e c h e f a i v e r r à d o m a n i d i m e n t i c a t o N O N I M P O R T A F A ' IL B E N E L ' o n e s t à e la s i n c e r i t à ti r e n d o n o v u l n e r a b i l e N O N I M P O R T A SII F R A N C O E O N E S T O D a ' al m o n d o il m e g l i o di t e , e ti p r e n d e r a n n o a calci N O N I M P O R T A , D A ' IL M E G L I O DI T E M a d r e Teresa di Calcutta LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 8 A t o t i g À G A d a tycdiàco. a cura di Giuseppe Ferlizzi ttribuzione deleghe nuovi assessori In seguito al recente rimpasto della Giunta Comunale il Sindaco ha conferito le seguenti deleghe: All'Assessore sig. M a u r i z i o Paradiso i seguenti rami: - Vice Sindaco - Affari Generali - Personale - Cultura - Biblioteca - Artigianato - P.l. All'Assessore sig. Renzo Bertuccini i seguenti rami: - Lavori Pubblici - Demanio - Giardini - Acquedotto All'Assessore sig. Angelo Trapè i seguenti rami: - Agricoltura e presidenza commissione - Strade esterne - Patrimonio - Nettezza Urbana A l l ' A s s e s s o r e sig. Fernando Fumagalli i seguenti rami: - Igiene - Ambiente CARITAS - Sport - Turismo - Economato A l l ' A s s e s s o r e sig. G i a n c a r l o Moscetti i seguenti rami: - Commercio - Trasporti - Traffico - Tributi e Finanze - Vigili Urbani - Polizia Amministrativa All'Assessore sig. Valdo Napoli i seguenti rami: - Assistenza e Casa di Riposo - Sviluppo e Cooperazione Il S i n d a c o sig. Mario T r a p è s i riserva la trattazione diretta dei seguenti rami: - Bilancio - Urbanistica - Piano Regolatore - Cimitero - Protezione Civile - Sanità j j n p n l n z i o n e studentesca La nostra città continua ad essere centro importante per la pubblica istruzione. Ne è testimonianza il numero di studenti che affluiscono anche dai comuni limitrofi. Elenchiamo qui di seguito la struttura scolastica complessiva: - Scuola Materna n° 311 unità - Scuola Elementare n° 591 unità - Scuola Media Inferiore n° 371 unità - Scuola Media Superiore n° 1.194 unità in totale n° 2.467 unità distribuite in n° 125 classi con n° 281 docenti. Ulta nei All'inizio di ogni anno scolastico non deve mancare da parte mia una parola di incitamento e di augurio. Ognuno per la propria parte si impegni al massimo per la riuscita ottimale di questo importante programma: la formazione morale, culturale e civile della nostra gioventù. I docenti, come per il passato siano consapevoli della loro missione che impegna costante dedizione e premurosa attenzione verso i discenti. Gli studenti traggano il massimo profitto nell'accrescere la propria preparazione professionale, elemento indispensabile per una conveniente occupazione. L'Amministrazione Comunale continuerà a seguire con ogni impegno i problemi della pubblica istruzione offrendo costante disponibilità e collaborazione. II Sindaco Mario Trapè A tutti AUGURI DI BUON LAVORO! INFORMA La Caritas Interparrocchiale di Montefiascone ha promosso l'attivazione di alcuni Centri Operativi, gestiti da gruppi di volontari, il cui funzionamento richiede la collaborazione di tutti coloro che pensano di poter prestare un po' del proprio tempo libero al servizio dei poveri. Non è necessario avere competenze o capacità particolari, basta solo essere disposti all'ascolto, al dialogo, alla condivisione, nella consapevolezza che dai poveri si può ricevere ed imparare. CENTRO DI ASCOLTO E DI ACCOGLIENZA Che cosa è: è lo strumento attraverso il quale la comunità cristiana diventa visibile e rintracciabile da chiunque la cerchi, è la porta aperta a chiunque bussa. Chi si rivolge al centro di ascolto: tutti coloro che vivono una situazione di disagio, povertà, emarginazione, solitudine, sofferenza... Cosa si trova al centro di ascolto: persone disposte ad accogliere, ascoltare, dialogare, condividere senza giudicare. Quali risposte: dal dialogo emergono i problemi e l'operatore del centro di ascolto, conoscendo il territorio e le sue risorse, individua le possibili soluzioni sollecitando, se necessario, la collaborazione di singoli, gruppi o delle istituzioni del territorio. Dove e q u a n d o : il Centro di A s c o l t o e di Accoglienza è a piazza S. Margherita, all'interno del Palazzo Vescovile. E' aperto mercoledì e sabato dalle 10.00 alle 12.00. Il Centro può essere contattato anche telefonicamente al numero 826684 nelle ore di apertura. Scuola! a cura della Caritas Interparrocchiale di Montefiascone CENTRO DISTRIBUZIONE VIVERI DI PRIMA NECESSITÀ I/ Centro risponde alle primarie esigenze alimentari di alcune famiglie realmente bisognose del territorio distribuendo generi alimentari di prima necessità (pasta, riso, zucchero, latte, olio, cibi in scatola...). Chi può rivolgersi al centro: tutti coloro che vivono in condizioni economiche disagiate (anziani, disoccupati, famiglie in difficoltà). Gli aiuti sono proporzionati alla consistenza delle scorte. Dove e quando: il Centro si trova in piazza S. Margherita all'interno del Palazzo Vescovile. E' aperto mercoledì e sabato dalle ore 10.00 alle 12.00. Tel. 826684. Attenzione: le scorte sono limitate, per cui tutti sono invitati a collaborare offrendo al Centro aiuti alimentari in generi di prima necessità (solo prodotti confezionati a lunga conservazione). Si possono fare offerte in denaro direttamente al Centro, nei giorni di apertura. CENTRO DI RACCOLTA E DI DISTRIBUZIONE VESTITI Il gesto caritativo passa anche attraverso l'essere sensibili alle esigenze di chi si trova in difficoltà nella vita di tutti i giorni. Che cosa è: il Centro si propone un duplice scopo: a) essere un punto di distribuzione di abiti, scarpe, passeggini e giocattoli per chiunque ne abbia bisogno, sia nel nostro territorio che fuori; b) essere un punto di raccolta permanente di abiti, scarpe, borse, carrozzine e passeggini, giocattoli per bambini, coperte, materassi non più utilizzati ma in buone condizioni, cioè di tutti quegli abiti ed altre cose che non usiamo più ma che rimangono ammucchiati nei nostri armadi e che ci dispiace buttare perché ancora buoni... Dove e quando: il Centro si trova in piazza S. Margherita, all'interno del Palazzo Vescovile. E' aperto mercoledì e sabato dalle ore 10.00 alle 12.00. Tel. 826684. Tutti coloro che vogliono aderire a questa iniziativa sono pregati di portare gli abiti in buono stato, puliti e raccolti in buste o scat o l o n i , d u r a n t e l ' o r a r i o di a p e r t u r a del Centro, oppure in altro orario previo appuntamento telefonico. Periodicamente verranno organizzate, in collaborazione con la Caritas Diocesana, delle raccolte di stracci da macero, in tempi e luoghi ancora da stabilire. VOLONTARIATO CARITAS Chiunque voglia offrire la propria disponibilità a collaborare con i Centro Operativi promossi dalla Caritas Interparrocchiale di Montefiascone o con le attività dei gruppi di volontariaro che operano sul territorio può rivolgersi direttamente all'ufficio Caritas in Piazza S. Margherita presso il Palazzo Vescovile nei giorni di mercoledì e sabato dalle ore 10.00 alle 12.00 oppure telefonare al numero 826684. CONTRIBUTI FINANZIARI Per prestare il proprio contributo economico alle attività caritative si può: 1) portare le offerte direttamente all'ufficio della Caritas Interparrocchiale, presso il Palazzo Vescovile in piazza S. Margherita, aperto mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 12.00; 2) portare le offerte alla Caritas della propria Parrocchia o al proprio parroco, specificandone la destinazione. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 Il Vescovo Fiorino con i nuovi 6 diaconi consacrati da Lui il 29 giugno, giorno dell'anniversario della sua consacrazione sacerdotale. A destra del Vescovo c'è il Rettore del Seminario D. Domenico Severi e a sinistra il Padre Spirituale e Preside D. Agostino Viviani, a fianco c'è il vice rettore D. Mario Fedelini. (dalla prima pag. 9 che ho consacrato nel corso di questi dieci anni e degli ultimi sei diaconi che lascio già presso l'altare. Sono il frutto di quell'impegno di pastorale vocazionale, grazie al quale sono cresciuti di numero e qualità i nostri Seminari, la grande gioia della mia vita di vescovo. Non so ridire cosa sente un vescovo quando in silenzio pone le mani sul capo degli ordinandi: è il passaggio reale, fisico, dell'onnipotenza che prolunga l'incontro amico del Risorto con i suoi la sera del primo giorno. Le religiose dei monasteri e degli istituti e Congregazioni dedite all'apostolato sono state per me una riserva inesauribile di grazia. Le ore trascorse con le loro comunità, nei nostri incontri spirituali e pastorali, nelle celebrazioni annuali, nei giorni delle professioni, sono state per me altrettante occasioni per crescere nella fede, nell'entusiasmo della compromissione con Cristo, nell'amore alta Chiesa. E i gruppi di ragazzi e adolescenti delle Cresime di parrocchia in parrocchia quasi ininterrottamente lungo il corso dell'anno. Non sono riuscito ad abituarmici, perché, sia pure rapido, era un incontro personale, un guardarsi negli occhi, sorridendo, mentre i doni dello Spirito Santo non erano concetti astratti ma un fatto vero. Ci si rammarica perché, spesso, sembra che tutto pagina) il bene ricevuto che apprezzo maggiormente ripercorrendo, con la fede più che con la memoria, il succedersi dei giorni sempre nuovi e diversi anche quando potevano sembrare consueti e comuni. Quello che più mi ha riempito la vita è lo stare con voi: in chiesa per le celebrazioni ordinarie o solenni, nelle riunioni pastorali, negli incontri di fraternità e di amicizia, lungo le strade. Abbiamo condiviso feste e lutti, consolazioni e preoccupazioni, il pregare cristiano ed i problemi umani, la sincerità di volersi bene ed anche la fatica per riuscire a comprendersi con le nostre diversità ed i nostri limiti. Il V e s c o v o r i c e v e l ' o n o r i f i c e n z a di " G r a n d e Ufficiale" della Repubblica da parte del Prefetto della provincia di Viterbo dott. A. Cozzani. Stare con voi: questo ho sempre desiderato. Mi era caro anche partecipare alle varie iniziative socio-culturali, agli avvenimenti della vita civica, nel capoluogo e nei paesi, andare a trovare gli ammalati e gli anziani nelle Case di Cura, i militari, i carcerati perché la Chiesa è fatta di uomini e donne che sono popolo insieme a tutti. Ed ho sempre ricevuto stima, rispetto ed amicizia sia dalle autorità sia dai rappresentanti delle varie componenti con le quali si esprime la vita del nostro territorio. Incominciai sotto lo sguardo della Madonna della Quercia, partendo dal suo Santuario, e feci la prima conoscenza con le parrocchie accompagnandone l'immagine nel suo pellegrinaggio durante l'anno mariano. Ma la stagione più bella per me sono stati i quattro anni della Visita Pastorale. In quegli anni ho sperimentato al più alto livello la paternità. Ho sentito che il vescovo ha una famiglia: quella famiglia, per me, siete voi. E poi, il Sinodo: il primo della nuova diocesi. Se durante la Visita Pastorale ho sperimentato la paternità, durante il Sinodo ho vissuto con voi la vera ecclesialità. Mi sono sentito davvero vescovo di una Chiesa imperfetta ma viva. Chiesa che tutti vogliono diventare. Ancora da fare, perché non finisce mai. Ma già c'è. E l'ho vista anche visibilmente vivere l'entusiasmo e la sincerità della comunione nei pellegrinaggi in Terra Santa, a Fatima e Santiago, a Lourdes. E soprattutto a Roma il 16 novembre dell'anno scorso, la mattina insieme al Papa e nel pomeriggio con la concelebrazione nella Basilica di S. Paolo. L'ho sempre negli occhi, oltre che nel cuore. Questa Chiesa mi ha dato le più belle consolazioni. Prima fra tutte, la comunione con il presbiterio diocesano, compresi i presbiteri religiosi. Ho ricevuto da loro affetto, stima, consenso. Non si può sempre trovarci d'accordo tutti su tutto perché l'unanimità ci è chiesta su ciò che è essenziale. Ma tra noi c'è stata sempre lealtà e quella cordialità di rapporti umani con la quale si cerca di vivere la verità nella carità. Con questi preti è stato facile per me essere vescovo, aiutato dall'esempio e dal sostegno che mi hanno dato, assecondando anche l'invito insistente che rivolgevo a crescere nella comunione sincera tra loro. Mi sono trovato, spesso, recitando il Rosario a ricordare alla Madonna, uno ad uno, i loro nomi e mi era cara e familiare la memoria affettuosa di quelli che il Signore ha chiamato per sempre con Sé. In particolare ho sentito la vicinanza fraterna dei miei più diretti collaboratori e quella filiale degli undici sacerdoti Ultimo incontro del Vescovo con i ragazzi della Diocesi. finisca lì. Ma sarà poi vero che finisce lì? E se questo succede, forse, quelli che meno ne hanno colpa sono proprio loro. Ce lo siamo detti tante volte, riconfermandoci sempre nella priorità dei due obiettivi pastorali: la proposta di vita con Cristo ai giovani a partire dalla Cresima e la promozione di vere famiglie cristiane. Riconosco che c'è tanto cammino da fare, ma l'impegno c'è stato. E ne ho avuto la riprova negli incontri con i giovani e con le coppie di sposi. Il mio passato di assistente delle associazioni magistrali prima e dell'Associazione Cattolica poi, ha avuto una bella continuità grazie ai gruppi laicali ed ai loro generosi animatori che mi sono stati vicini con un affetto filiale pari alla loro generosa disponibilità. Il più recente riscontro me lo hanno offerto con lo sviluppo che ha avuto l'impegno della carità. Proprio mentre il mio servizio si conclude ne vedo le carenze e le lacune e sono più che mai consapevole dei problemi pastorali ancora aperti che lascio a voi ed al mio successore. Poi ripenso che la vita stessa della Chiesa consiste nel suo divenire perché crescita significa continuo inveramento per migliorare ciò che si deve conservare, per rinnovare ciò che ristagna, per suscitare ciò che manca. Per questo è grazia il cambio del pastore che garantisce, al tempo stesso, la continuità ed il rinnovamento: "il vescovo" rimane proprio quando diventa nuovo "l'uomo" che ne incarna il ministero, per volontà di Cristo che è lo stesso, ieri, oggi e sempre. Adesso si chiama Lorenzo: e come mio successore, non potevo desiderare meglio. Lo conoscerete presto. Sarà lui ad indicarvi la strada e con lui farete e metterete in atto le scelte ed il piano pastorale. Da parte mia riassumo l'esperienza di questi dieci anni in un pensiero che vi lascio come ricordo. La nostra è una diocesi che ha tante possibilità di crescita cristiana ed altrettante risorse per una efficace evangelizzazione. Nel nostro territorio, la Chiesa è la presenza viva tra la nostra gente. Se tutte le componenti, parrocchie, comunità, associazioni, gruppi, famiglie, persone, sono unite nella ecclesialità diocesana, attraverso una effettiva condivisione di obiettivi e iniziative, questa nostra Chiesa riuscirà a far fiorire quella "grande primavera cristiana" che il Papa già intravede come nuova civiltà. Siate la diocesi per essere sempre più Chiesa. A questa Chiesa sento di appartenere fin che vivrò. Non più con la responsabilità di chi la guida, ma con l'affetto di chi ne condivide la vita. Non ne sono più il vescovo, ma uno che ne fa parte, nell'obbedienza al suo vescovo Lorenzo. Insieme a questa Chiesa e dentro questa Chiesa, mi affido con voi a Maria. Ricordatemi nella preghiera e, se potete, continuate a volermi un po' di bene. Vi benedico + Fiorino pag. 10 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 I Papi a "Monte del Vento" La buona notizia Finalmente, un nobile gesto che fa onore all'attuale Amministrazione e per lei al sindaco Mario Trapè. Il 17 agosto, a coronamento dell'annuale commemorazione dell'Est! Est!! Est!!!, ha avuto luogo la solenne inaugurazione del rinnovato piazzale antistante la Rocca e la sua dedica a memoria di Papa Urbano V. Papa sommamente benemerito per aver elevato con bolla del 1369 il castrum a dignità di Diocesi e di città e per avergli assegnato come nome ufficiale, il nome di città di Montefiascone. Non meno notevoli ne furono le motivazioni: premio al nostro popolo per la sua costante fedeltà alla S. Sede e viva riconoscenza per le cordiali accoglienze con cui fu riconfortato in quei duri giorni del suo pontificale. Magnifico elogio ed esatta testimonianza del lodevole comportamento del nostro colle verso i papi e il loro patrimonio. Ritenuto luogo privilegiato e punta emergente dello storico triangolo: Viterbo, Montefiascone e Orvieto, non furono pochi i Papi che lo frequentarono e ne promossero lo sviluppo culturale e monumentale. Ricordarli tutti, non è il caso, però di almeno tre non si può non parlare. * Il primo fu Papa Leone IV: a lui si deve il nome di Montefiascone. Lo troviamo per la prima volta nella sua bolla dell'852: bolla particolarmente interessante perché elenca tutti i beni del Patrimonio in Tuscia e li affida in amministrazione al Vescovo Virobono di Tuscania. Orbene in quell'elenco figura anche il Borgo di S. Flaviano e il nostro Montefiascone. Ecco la dizione con cui viene individuato: "Montem flasconis". Purtroppo oscuro ne è il significato: chi fa imbarazzo non è il "montem" ma quel "flasconis", che sia un genitivo di appartenenza pare evidente, ma non è evidente chi ne sia stato il possessore. Però tenendo conto del sito e della etimologia si potrebbe tentare di tradurlo: Monte del vento.lnfatti quel "flas" iniziale richiama la radice latina del verbo: fio, flas... che vuol dire "soffiare". Donde "Monte del vento". Checché ne sia, quella data si può ritenere data originale del nome proprio "Montefiascone". Del resto "fiasco e fiascone" si fanno soffiando. * Il secondo Papa è Innocenzo III, al suo genio si deve la prima fondazione della Rocca per averla scelta come sede del Rettore.. Ne seguì una lunga serie di costruzioni fino al compimento di quella robusta fortezza e palazzo residenziale che ancora pomposamente si appella "Rocca dei Papi". * Il terzo Papa fu Pio IX: fu l'ultimo Papa dello Stato Pontificio e l'ultimo Papa a far visita alla nostra città: a lui si deve l'arco di Porta Pia: gli fu innalzato per solennizzare la sua visita dopo il ritorno da Gaeta. Vi è inserita al centro una iscrizione ormai illeggibile: all'addetto all'urbanistica il compito di farla ripulire per renderla leggibile anche dal basso. E perché no! Non sarebbe più conveniente dedicare a Pio IX la via che collega la piazza a via Verentana: ne godrebbe il fatto storico e la sua cultura. Data l'occasione, non riteniamo fuori luogo un richiamo all'assessore dell'urbanistica ad essere più aderenti alla realtà per evitare dei controsensi nello scegliere i nomi nuovi. Come accade, per esempio, a quella strada di campagna che conduce ad una cava di pietra, cui fu posto il nome di Bastiglia. Troppo difforme! Comunque ci fa piacere immaginare D. Biagio che, in omaggio alla Bastiglia, marcia per quella strada a benedire le case con cotta e stola, ma con piglio da Sanculotto! Domenico Cruciani C'era una volta... Il Borgo Lasciata la città per le vacanze, tornavo; e mi piaceva ritrovare il Borgo con le sue vecchie sconnesse pietre grigie. Risalendo a passeggio dalla "Porta" rivedevo i caratteristici negozietti con le loro mercanzie esposte: la norcineria Ramaglioni con il viso sereno e sorridente di Lina e l'odore buono di spezie. Il venditore di coltelli, la commerciante di lane, di stoffe; l'antico negozio Starni ni: un'istituzione. Sulle soglie qualche donna sedeva e ricamava e parlottava e la vita semplicemente scorreva. Era un ritrovarsi dopo un anno. Era ricco e caldo il vecchio Borgo. Ora è triste, spento, chiusi tanti locali, serrande abbassate, decadenza. Però c'è "Keramos": un punto piacevole dove sostare ad ammirare l'estro e l'arte nelle sue vetrine. Gli oggetti di gusto moderno, ben risaltano con l'arredo romantico e gentile, che il prof. Piero Pieri, crea, donando al locale quel sapore di passato unito al presente, dal garbo dell'esposizione. Grazie signora Patrizia e prof. Piero, del vostro entusiasmo tra tanto silenzio. Giuliana Lampani Rubrica di spiritualità c u r a t a d a l l a c o m u n i t à G i o v a n n i Paolo II d i M o n t e f i a s c o n e Ho cercato e ho trovato Fratel Carlo Carretto è un uomo che ha fatto della sua vita una lode al Signore e della sua fede una testimonianza coerente. Di lui ci sono rimasti numerosi libri tra i quali "Ho cercato e ho trovato", una sorta di testamento spirituale che testimonia al mondo che Dio esiste, è vivo nei nostri cuori, interviene nella nostra vita: è sufficiente che noi lo cerchiamo e Lui si farà trovare. Afferma fratel Carlo: "Non perdete tempo a chiedervi se Dio esiste, tutto intorno a noi ci parla di Lui. Ma non basta sapere che c'è, bisogna incontrarlo: l'intimità con Dio è la risposta più chiara sulla sua esistenza e sulla sua presenza nella nostra vita". Luisa è una dei tanti giovani di Montefiascone che hanno fatto l'esperienza di cui parla Carretto e questa nuova intimità con Dio le ha suggerito queste riflessioni: "Chiudi gli occhi, non avere più paura del buio, perché ci sarà sempre una luce pronta a rispondere per Te; cerca di superare le tue angosce ma anche le tue certezze troppo umane. A te è chiesta solo una cosa: di fidarti di Lui, di credere nella sua presenza di luce e di AMORE. Lasciati abbracciare da Dio, il suo Amore invaderà la tua VITA e trasformerà il tuo essere in LUCE. Niente ti potrà spaventare, il buio sparirà perché tu avrai attinto alle sorgenti della Luce. Dio manderà i suoi angeli a "custodirti in tutti i tuoi passi"; l'Onnipotente ti guiderà alla scoperta del suo mondo, un universo di meraviglie che Lui ha creato perché ogni uomo potesse servirsene per arrivare a Lui. Scoprirai allora cieli nuovi e terre nuove, perché sarà nuovo il tuo modo di guardare il mondo; sentirai la presenza di un Dio vivo in ogni sua creatura e dentro al tuo cuore. "Riconoscerai che il Signore è Dio: Egli ci ha fatto e noi siamo suoi"; capirai davvero che 'senza di Lui noi non possiamo fare niente' ma che 'con Lui faremo cose grandi' perché saranno grandi, nell'Amore, tutte le cose che faremo nel Suo nome!" Chi cura questa rubrica è un gruppo di persone che ha intrapreso questo cammino di ricerca e desidera condividere la propria esperienza con gli altri: camminiamo insieme e aiutiamoci a trovare Dio nel nostro cuore e così come Carlo Carretto potremo dire: "Ho cercato e ho trovato perché era Lui che mi cercava e io dovevo solo rispondere, l'ho trovato perché era lì ad attendermi". Nuovi 4 canonici del Capitolo della Concattedrale di S. Margherita Allo scopo di conservare ed incrementare il decoro e la funzionalità del servizio liturgico e sacramentale nella Concattedrale di S. Margherita a Montefiascone, NOMINO Canonici del Capitolo di detta Concattedrale i Reverendi: Don Giuseppe TRAPE', Don Fabio FABENE, Mons. Antonio PATRIZI, Don Giampaolo GOUARIN. Viterbo, 15 agosto 1997 + Fiorino Tagliaferri - Amministratore Apostolico Grazie, Eccellenza, per aver voluto potenziare il nostro Capitolo Concattedrale di S. Margherita che attualmente conta 12 canonici: D. Agostino Ballarono (decano), Mons. Emilio Marinelli (sacrista), D. Domenico Cruciani (arciprete), D. Domenico Stefanoni (penitenziere), Mons. Luigi Mocini (aiuto penitenziere), D. Renato Basili, D. Guido Tarantello (addetto alla Curia), D. Luigi Picotti, più i sopradetti. Lo scopo è quello di potenziare il decoro e il servizio liturgico della Chiesa Madre di Montefiascone. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 11 Urbano V, santa Brigida e "un'epigrafe commemorativa imprecisa" di Giancarlo Breccola E' stata recentemente collocata, in una sala della Rocca dei Papi, una lapide di pietra a memoria di un famoso incontro avvenutovi, quello cioè tra papa Urbano V e santa Brigida principessa di Svezia. Ottima l'idea, anche se le buone intenzioni risultano vanificate da un grossolano errore commesso dall'estensore del testo. Vi si legge infatti che il fatto accadde nell'anno 1367 mentre, in realtà, i documenti esistenti lo collocano nell'anno 1370. Questo errore, per una epigrafe destinata a ricordare un anniversario, non è poca cosa. V e d i a m o b r e v e m e n t e c o m e si svolse la vicenda in questione. Il 30 aprile 1367, Urbano V, essendo tornato l'ordine e la pace nello stato ecclesiastico per opera del legato pontificio Egidio Albornoz, vinte le ultime resistenze dei cardinali francesi, lasciò Avignone. Giunse a Genova il 21 maggio, il 1 giugno a Pisa, il 4 a Corneto, il 9 a Viterbo dove prese stanza nella rocca. Il 24 agosto morì il card. Albornoz nella villa di Buonriposo presso Viterbo. La permanenza di Urbano V in Viterbo venne funestata anche da una furiosa sommossa contro la curia papale. Nelle città e nei paesi circonvicini si sparse la notizia che i Viterbesi avevano a s s e d i a t o il p a p a n e l l a r o c c a , e s u b i t o si p e n s ò di a n d a r e in s u o s o c c o r s o . Orvieto, Montefiascone, Bagnoregio, Vetralla, Corneto allestirono i propri soldati, al c o m a n d o del conte Ugolino Montemarte. I Viterbesi, sbollita l'ira, si presentarono supplichevoli al Papa per implorare perdono, ma gli autori principali della sommossa vennero comunque impiccati. Urbano non dubitava invece della fedeltà degli abitanti di Montefiascone. In un "Breve" nel quale ingiunge al pagamento degli oneri taluni sedicenti chierici, fa del nostro comune un grande elogio, dicendo che fra tutti quelli della circostante regione con più pronto animo si espose a danni e pericoli per lo Stato e l'onore della Chiesa; alludeva evidentemente alla fulminea impresa di Giovanni Di Vico il quale, occupato quasi tutto il Patrimonio, non riuscì ad i m p a d r o n i r s i di M o n t e f i a s c o n e né con la forza né con mezzi insidiosi e coperti, onde si rese poi m e n o difficile ail'Albornoz, lassù acquartierato, muovere alla guerra di riconquista. Per queste ragioni, ed anche per respirare aria più pura e salubre, papa Urbano scelse per dimora estiva Montefiascone e decise di trasferirvisi a partire dall'anno successivo. Iniziarono quindi nel mese di luglio, p r o s e g u e n d o per tutto l ' i n v e r n o ed oltre, i necessari lavori di adattamento nel palazzo per ospitarvi il Pontefice e la sua corte, sotto la direzione del tesoriere del Patrimonio Angelo Tavernini. I lavori, dalle ingenti somme erogatevi, dovettero essere tali da trasformare completamente il palazzo sì da farlo gareggiare c o n quello d'Avignone, considerato la più bella e solida residenza del mondo. C o m e s'intuisce, in quell'anno, l'idea di ritornare ad A v i g n o n e non rientrava nei prog r a m m i di papa U r b a n o V e l'intervento di santa Brigida, finalizzato a convincere il pontefice a non ripartire per la Francia, sarebbe apparso almeno anacronistico. Il 10 maggio 1368 Urbano V uscì da Ro- ma, scortato da una compagnia di ungari, e fatta larga distribuzione di elemosine lungo il percorso, giunse a Montefiascone il 16 dello s t e s s o m e s e . Un suo p r i m o atto, a p p e n a giunto, fu la scomunica contro i fautori e complici di Barnabò Visconti, affissa alle porte del palazzo e della Chiesa principale del luogo. Pur nella tranquillità del soggiorno, non mancarono occasioni di dolore e gioia. Tra le prime la morte ivi a v v e n u t a il 26 luglio del card. Nicola Capocci; tra le seconde il passaggio con sosta nella cappella del palazzo, in data 4 agosto, del venerato corpo di san T o m m a s o d'Aquino, da lui c o n c e s s o , dopo lunga discussione alla sua presenza tra Benedettini e Domenicani, a questi ultimi che, rilevatolo dal convento benedettino di Fossanova, lo trasportarono a Tolosa. Il 22 settembre tenne concistoro e creò sette cardinali. Poco dopo ricevette un'ambasceria dei Romani andati a pregarlo di sollecitare il suo ritorno nella città. Urbano V non aspettò l'estate per ripartire da Roma, il giorno 18 aprile 1369 giunse a Viterbo, il giorno 20 alla sua prediletta rocca di Montefiascone. Trovò altri lavori fatti: l'adattamento di un locale per l'ufficio dei bollatori apostolici; un altro gran pozzo scavato nel piazzale avanti il palazzo, con accesso sotterraneo da questo, comunicante con un cunicolo che riusciva al di fuori. Ma quell'estate si rivelò poco tranquilla. I perugini, irritati per la perdita di Assisi ed altre terre tolte loro dall'Albornoz, avevano levato le armi contro di lui e, assoldate le bande di Giovanni Acuto, mandato ad offenderlo nella sua stessa sede. "I Peroscini - secondo la cronaca del Montemarte - in numero di 4.000 cavalcaro a Montefiascone dove stava il Papa e, et stettero sulla porta gettando dentro le frezze, e usaro parole non belle verso il papa". Il Papa, reputando star più sicuro a Viterbo, discese laggiù l'8 agosto. Una grande moria di cardinali sopraggiunse a mietere numerose vittime nella curia Papale a Viterbo. Morirono quattro cardinali francesi: Androino de Roche, Stefano Aubert cardinale di Carcassona, Guglielmo Aigrefuille cardinale di S a r a g o z z a , Pietro di Monte Maggiore. Morì inoltre, il 3 settembre, il card. Marco. Urbano V ritornò a Roma partendo da Viterbo il giorno 12 ottobre e solo durante l'inverno di quell'anno, a causa delle brutte esperienze passate, maturò l'idea di ritornarsene nella sua diletta Francia. Il 15 aprile 1370 il Pontefice sembrò dare l'addio al popolo romano con una grande processione, due giorni dopo, il 17,lasciò Roma fermandosi alcuni giorni a Viterbo ove indisse le ferie per la Curia pontificia da giugno a tutto ottobre, onde dar tempo agli ufficiali che la componevano di trasferirsi in Avignone. Giunse a Montefiascone il giorno 25 aprile. A nulla valsero le preghiere degli ambasciatori romani giunti a Montefiascone il 22 maggio, da lui amorevolmente accolti e tenuti a pranzo. A nulla le due lettere che gli scrisse il Petrarca (Variarum ep. 3 e Senilium ep. 13). A nulla le visite del vescovo Bonaventura di Bagnoregio e di Pietro d'Aragona il quale gli manife- Cattedrale di S. Margherita: Affresco del tamburo. L'incontro tra Urbano V e Santa Brigida di Svezia. sto di aver avuto la rivelazione che il ritorno del Papa ad Avignone avrebbe provocato uno scisma. Ed è proprio in questo periodo che si colloca la venuta a Montefiascone di santa Brigida ed il suo ulteriore tentativo di dissuasione, fatto in presenza del conte Latino Orsini e di Pietro Roger cardinale di Beaufort (futuro papa Gregorio XI), profetizzandogli di andare incontro, partendo da Roma, alla morte. Ma Urbano era ormai irremovibile, li 26 agosto, alcuni giorni dopo aver tenuto un ultimo concistoro per la nomina di due cardinali, partì da Montefiascone. Fu tanto repentina ed inaspettata questa sua partenza che quando giunsero alla Rocca alcuni ambasciatori orvietani ad esternargli il dispiacere per questa sua decisione e chiedergli alcune grazie, egli non vi era già più. La principessa Brigida, ostinata, gli scrisse una lettera che diceva: "te taedet vivere, quo vadis ignoras, festinas ad mortem". Il 5 settembre tuttavia Urbano si imbarcava a Corneto per raggiungere la Francia. Il 19 dicembre 1370 moriva in Avignone. Amore per il prossimo Amore per il prossimo Da due fiori diversi un venticello due petali con se si portò via mentre li sollevava verso il cielo il suo profumo invasero ogni via. Rimasti soli son gli steli sulla terra testimonianza di acqua sorgiva la parola Amor tutto rinserra del bene resta l'opera fattiva. Di quei fiori diversi sulla terra il profumo viene miscelato nell'unica ampolla che lo serra. Il giardino a rifiorir è tornato fiori diversi nella stessa aiuola uniti nell'amore hanno operato. Emilio Montefiascone 1° settembre 1997 Camicia pag. 12 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 Luglio - Agosto - Settembre 1997 Manifestazioni Sportive Moltissime sono state le manifestazioni sportive svoltesi a Montefiascone nel periodo luglio-agosto-settembre organizzate dal Comune di Montefiascone Ass. allo Sport in collaborazione con il gruppo "Amici dello Sport". Oltre a manifestazioni di carattere nazionale e mondiale, vedi il Meeting di atletica leggera e la partita Nazionale di Basket si sono disputate anche: 2° PALIO DEL LAGO 1- prova disputata a Montefiascone il 24.8.97. Equipaggio di Montefiascone 1° classificato. BOCCE Si è disputato presso i campi siti alle Mosse un torneo Regionale di bocce con circa 150 concorrenti. La manifestazioL'equipaggio di Montefiascone: Bacchiarri Danilo, Carelli Roberto, Sassara, Napoli Silverio, con il sindaco Mario Trapè e l'Ass. allo Sport Fumagalli Fernando. ne organizzata dal Circolo Bocciofilo "S. Giuseppe" le Mosse, ha visto la presenza di un folto pubblico. Il merito della riuscita della manifestazione va riconosciuta al Presidente Sig. Augusto Smafora che si è avvalso della collaborazione attiva del Consigliere comunale Enio Sensi; un ringraziamento da parte dell'Ass. allo Sport Fumagalli va quindi a coloro che hanno saputo organizzare e gestire una così grande manifestazione. BASKET 3 ON 3 Su iniziativa dell'Ass. allo Sport Fumagalli, in collaborazione con Federico Gianlorenzo e Raffaele Bruni e tutti i ragazzi della Porta del Borgo, si è tenuto presso il Palazzetto dello Sport, dal 28 luglio al 3 agosto, il "2° Torneo di Basket 3 on 3 Città di Montefiascone". Massiccia è stata la partecipazione sia in campo che sulle tribune di giovani e meno giovani. Ben 18 sono state le squadre partecipanti per un totale di 86 ragazzi (dai 16 ai 24 anni) che hanno dato vita a incontri spettacolari, talvolta pittoreschi e comunque sempre leali e corretti. Alla fine delle 96 partite è risultata vincitrice la squadra composta da: Marco Marianello, Raffaele Bruni, Luca Mancini e Marco Pesci che l'hanno spuntata su Fiani Emanuele, Mirco Di Francesco, Bronzetti Enrico e Nencioni Maurizio. Al termine l'Ass. Fumagalli, fra gli applausi, ha premiato tutte le squadre partecipanti con premi offerti dal Comune di Montefiascone. TORNEO DI BEACH VOLLEY Dal 6 al 17 agosto si è disputato, sulle rive del lago, presso il "Muretto", il 3° Torneo di Beach Volley maschile e quello femminile, organizzato da Massimiliano Silvi, Pizzala Paolo e Barbanti Francesco. Il torneo maschile ha visto la partecipazione di ben 38 squadre per un totale di 76 giocatori. Torneo che ha visto la presenza massiccia di tantissimi giovani anche dei paesi limitrofi. Il torneo è stato vinto dalla coppia Gaddi A. e Calevi L. che si sono imposti in finale su Morleschi G. e Paradiso J. Ha fatto seguito il primo Torneo di Beach Volley femminile che ha visto la partecipazione di 8 squadre per un totale di 16 giocatrici; la finale è stata vinta dalle sorelle Emanuela ed Elisa Siragusa. Le premiazioni sono state effettuate presso il Palazzetto dello Sport, in occasione della partita di basket fra la Nazionale Universitaria Americana e l'Hidra di Viterbo. Si è disputato anche un torneo di Beach Volley misto che ha visto la partecipazione di 16 squadre (64 ragazzi/e). La premiazione è avvenuta alla presenza del dottor Fidotti, responsabile della Federazione di Pallavolo Regionale e della rivista "Volley - Volley" che ha espresso all'Ass. Fumagalli i complimenti per le numerose iniziative intraprese di pallavolo ed inserendo i risultati sulla propria rivista. TORNEO DI CALCETTO MISTO Dall'11 al 24 agosto si è disputato presso l'impianto in loc. Porticella il 2° Torneo Misto di Calcetto Città di Montefiascone organizzato da Pesci Andrea e Siragusa Giuseppe, in collaborazione con l'Ass. allo Sport. Il torneo ha visto coinvolti ben 128 ragazzi/e divisi in 12 squadre e con la presenza di un nutrito pubblico giovanile e non. La squadra vincitrice è risultata quella composta da: Cecchetti Daniele, Antonelli Benso, Paoletti Federica, Trapè Alessandra e Sara, Guerrini Giuseppina, Bucaccio Chiara e Elena, Santini Daniele e Frilicca Catia (premiata come migliore giocatrice) che in finale hanno battuto Tarantello Giampaolo, Sensi Emanuela, Bellacima Luca, Fanali Silvia, Ceccariglia Stefano, La Corte Daniela, Tarantello Maria Agostina capocannoniere. Al termine Fumagalli ha premiato tutte le squadre partecipanti con coppe e vino offerti dal Comune. DAMA Dal 4 al 17 agosto si è disputato, presso lo stand del marmista Luigi Marmo, il 2° Torneo di dama Città di Montefiascone, che ha visto sfidarsi ben 64 coppie. Il Torneo, organizzato in maniera impeccabile dal sig. Luigi Marmo, in collaborazione con l'Ass. allo Sport, è stato vinto da Ranucci Stefano che ha battuto in finale Montagnini Lindo, 3° Ranucci Angela, 4° Zucchetti Walter, 5° Ranucci Sante, 6° Breccola Giorgio. Al termine tutti i finalisti sono stati premiati con premi offerti da tutti gli stands della Fiera del Vino e dal Comune di Montefiascone. Al vincitore è andata anche la dama in marmo offerta dalla ditta "Marmo Luigi e figli". SOFTBALL MISTO Le varie manifestazioni sportive si sono concluse con il 3° Torneo di Softball misto che dal 25 agosto al 14 settembre ha occupato dalle 19 alle 24 il diamante sito in loc. Fontanelle. Il Torneo, organizzato dalla Società Baseball Montefiascone nelle persone di Antonino Basile, Cacalloro Luisa, Russo Francesca, Porroni Emiliana, Porroni Emanuela, Stefanoni Felice e del presidente Mario Tofanicchio, in collaborazione con l'Ass. allo Sport, ha visto la partecipazione di ben 226 ragazzi/e divisi in 13 squadre, che hanno dato vita a incontri divertentissimi sotto ogni profilo. Al termine tutte le squadre sono state premiate. Al termine di tutte queste manifestazioni - dice l'Ass. allo Sport Fumagalli - sento il dovere di complimentarmi e di ringraziare tutti i ragazzi che hanno organizzato e partecipato ai vari tornei, dimostrando lealtà e correttezza reciproca. Basti pensare che tutti gli incontri sono stati arbitrati dai ragazzi stessi, senza che avvenisse nessuna protesta o contestazione di sorta. Al Direttore del mensile "La Voce" Sono Camicia Pietro, cittadino Montefiasconese, il sesto componente di una modesta famiglia numerosa, 8 figli. Non avendo avuto la possibilità di proseguire gli studi ho dovuto cessare alla 5§ elementare. Il mio desiderio di conoscere e di sapere era tanto forte che a volte mi spingeva a chiedere libri in prestito, in alcuni casi raccogliere dei volumi che venivano gettati al macero, così andavo sempre in cerca di uno scritto che mi desse informazione in qualsiasi materia. Giunto all'età di 23 anni emigrai per l'Argentina dove un giorno nel leggere un settimanale ebbi l'opportunità di conoscere un Istituto di Insegnamento per corrispondenza, situato in una via di Buenos Aires e che garantiva dei corsi completi con modiche spese rateali. Come ripeto la forza del sapere mi indusse senza tanti indugi ad iscrivermi ad un corso di radiotecnica nella quale dopo qualche anno conseguii il Diploma. Nel suddetto corso vi erano incluse anche delle nozioni di diverse discipline fra le quali vi era anche inclusa l'Astronomia. Questa materia mi affascinava tanto che mi ci dedicavo diverse ore della giornata. Essendo un argomento molto vasto mi limitai agli studi per la conoscenza del pianeta Terra e dei suoi movimenti, compresa la Luna. Dopo circa 10 anni venni a conoscenza di molti fattori i quali ritengo non conformi alla Teoria attuale, ad esempio quelli delle Maree, della rotazione su se stessa, della sua posizione ed altro. La prima e grande soddisfazione l'ho avuta nel 1969 quando i 3 Astronauti americani Armstrong, Collins ed Aldrin andarono sulla Luna. Sapendo di questa spedizione mi venne l'idea di inviare una proposta alla N.A.S.A. di far effettuare ai cosmonauti un esperimento nel campo della propagazione dei suoni sul suolo lunare. Già nelle scuole degli anni '30, si diceva che sulla Luna non si potevano propagare i suoni per mancanza della atmosfera. Dagli studi effettuati mi resi conto che non era l'atmosfera il veicolo di propagazione ma bensì il Magneto, conosciuto oggi come magnetismo, la cui presenza è in tutti gli spazi siderali in forma unita e costante, elemento base per la costruzione e movimento di qualsiasi Astro. Così per una conferma mi rivolsi alla N.A.S.A. la cui risposta mi giunse dopo 3 mesi con le seguenti testuali parole: "In replay to your request, we are enclosing information which is now available at the Manned Spacecraft Center. Thank you for your interest in the space program." Nella traduzione inglese non sono tanto esperto però credo che queste parole vogliono dire: "In risposta alla sua richiesta le notifichiamo che la sua informazione essendoci utile adesso è stata inclusa al Centro Manned Spacecraft. Grazie per il suo interesse nel programma spaziale". Per me è stata una grandissima soddisfazione. Dopo di ciò ho continuato alacremente a studiare per scoprire qualcos'altro di nuovo e di vero, non solo per il mio piacere ma per il bene di tutta l'umanità. Distinti saluti Camicia Pietro L'amico Pietro sta lottando - in ospedale e a casa - con il male che è venuto ad aggredirlo, per cui pubblichiamo - per ora - solo la lettera che accompagna i disegni illustrativi della sua scoperta. Speriamo che al più presto ritorni la salute e la possibilità di presentare, in modo adeguato, i suoi interessanti studi. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 "LA VOCE" E GRATA Al SUOI: CAVALIERI: Famiglia Faroci in ricordo di Romeo, Marianello-Ferri, Franco Giacinta, Tedeschi Simona ed Anna, Camicia Elio, Camicia Angela, Manzi Agostino, Scoponi Quinto, Ciucci Gabriella, Lombardi Angelo, Belardi D. Gino, Famiglia Rosetto, Andreani Ivania, Cavalloro Angelo, Catteruccia Vincenzo, Ricca Francesco, S U A in suffragio di Enrico Merlo, Pii Luciano ed Anna, Stefanoni Francesco, Bracoloni Agostino e Teresa. BENEMERITI: Pagliaccia Enzo, Caporali Elena, Bartoleschi Simone, Gevi Anna, Maurizi Emanuele, Paolini Tonino, Montagnini Angelo. S O S T E N I T O R I : Ceccarelli Giuseppe, Crocetti Anna, Ceccarini Primo, Menghini Felicita, Coccola Carmine, Daddi Anthonj e Linda, Napoli Giuseppe, Fetoni Giulio, Mauro Artemi e Monica Sguazzini, Cicoria Attilio, Lampani Filippo, Capponi Caterina, Napoli Claudio, Mecali Valentino, Pecugi Anna, Camicia Igino. AMICI: Quattranni Renato, Ugolini Samuele, Cicoria Annita, Merlo Angelina, Cicoria Assunta, Cicoria Egisto, Bartoleschi Domenico, Zucchetta Walter, Zucchetta Benito. AMICI DELLA CATTEDRALE Sono entrati a far parte degli "Amici della Cattedrale": Crocetti Assunta, Ficari Francesca, Romoli Lucci Lionella, Rocchi Lucia e sposo, Andolfi Ginevra, Sig.na Carelli Vincenza, Delia, Radicati Angelo, Covecchia Barbara, Castellani Anna, Zampetta Francesco, Pepponi Lena, Biancalana Corrado, Bonelli Maria, Scoponi Nunziata, Bracoloni Gino, Carelli Giulia, Braguti Nella, Mauro Artemi e Monica Sguazzini, Patacchini Luisa e Claudio Zucchetti, Daniela Napoli e Paolo Patassini, Antonio Z a m p e t t a e Banco Ornella; I familiari in suffragio di Arduino Scoponi, Enio Donati, Andolfi Giuseppe, Trapè Isolina, Paceri Adele. ANAGRAFE CITTADINA NATI: Castellani Nicoletta di Giuseppe e Fioravanti Paola (27/8); Ugolini Lorenzo e Ugolini Leonardo di Luciano e Orfei Venturina A. (25/8); Bartoleschi Simone di Mauro e Savelli Maria (29/8); Santoro Marco di Carmine e Papa Maria Lucia (8/9); Censi Jacopo di Luca e Presciuttini Daniela (10/9); Chiodo Elena di Moreno e Scarino Simonetta (11/9); Pieri Mirko di Sante e Fumoso Vilma (11/9); Dandolo Pier Luca di Mario e Pieretti Rossella (13/9). MATRIMONI: Angeli Stefano e Stefanoni Simona (23/8); Demma Giuseppe e Allegri Raffaela (23/8); Paoletti T o m m a s o Maurizio e Ambrosi Daniela ((30/8); Stefanoni Claudio e Fiorelli Sabrina (30/8); Pascucci Alberto e Rovegno Stefania (31/8); Francia Donato e Pezzato Simonetta (30/8); Zampetta Antonio e Banco Ornella (7/9); Rizzello Antonio e Donati Anna (13/9); Tinelli Massimo e Paoletti Loretta (6/9); Artemi Mauro e Sguazzini Monica (14/9); Cernilo Nicola e Coronella Diana (8/8); Biancarini Stefano e Peroni Alessandra (30/8). MORTI: Malucci Sisto (n. 8/8/1915 m. 25/8); Andolfi Giuseppe (n. 15/1/1931 m. 29/8); lacoponi Adermo (n. 31/1/1914 m. 30/8); Manzi Emilia (n. 23/5/15 m. 31/8); Ercoli Angela (n. 6/11/1921 m. 8/9); Trapè Isolina (n. 1/3/1909 m. 9/9); Cappone Caterina Francesca (n. 18/8/26 m. 13/9); Palombo Osvaldo (n. 20/6/1922 m. 12/9); Fanali Giuseppa (n. 11/1/1923 m. 14/9); Vantaggi Pierina (4/9/1914 m. 6/9); Mocini Augusto (n. 5/8/1911 m. 12/9). Pro lavori straordinari nella basilica di S. Margherita L. 500.000 la SLIA in suffragio di Enrico Merlo; L. 200.000 Polidori Teresa; L. 150.000 Rocchi Secondiano, Andreani I.; L. 100.000 Da Milano Rocchi Tommaso, Dainelli Pia, famiglia Rosetto, la famiglia in suffragio di Ciuchini Maria, Mezzetti Totarello; L. 50.000 Manzi Raffaele. Festa di S. Giovanni Battista Poggeri 1997- "LA POGGERISSIMA" La Cencia, la Lina, Meco, Toto, la Piera, Lallo e miss Juli oltre alla bella presentatrice Valentina sono "le Comari de le Poggeri" che anche quest'anno sono state bravissime con il loro dialetto s e m p l i c e c h e ha o t t e n u t o consensi favorevoli da tutti i presenti, ma soprattutto dal Vescovo S. E. Mons. Tagliaferri, che ha p r i m a o f f i c i a t o la f u n z i o n e r e l i g i o s a ed ha poi presenziato alla recita dialettale, diretta dal "regista" (sic!) Paoletti Vittorio. La festa non è finita qui: la frazione ha espresso un caloroso saluto al Vescovo che si allontana da noi, ed è seguitata con una ricca lotteria e la sera con il ballo. Il riconoscimento più grande va comunque al presidente Pelabasto Vincenzo ed al Comitato tutto, che hanno saputo gestire la festa su tre giorni con buona organizzazione: tanto ballo, illuminazione, distribuzione gratuita di dolci, vino e bibite, gare di carte e di bocce, lotteria. Un ringraziamento, perché no, alle signore che hanno fatto trovare una chiesa ricca di fiori dentro e fuori e l'immagine della Madonna degnamente abbellita per la processione. I festeggiamenti si sono conclusi con una cena sociale per gli abitanti della frazione Poggeri-Commenda. Chi avrebbe sperato tanto? II Comitato ringrazia tutte le famiglie della frazione e del vicinato e quanti hanno contribuito per la buona riuscita di questa festa. Siamo lieti della grande partecipazione; segno che gli amici si sono trovati bene. Don Giuseppe che pensa di questi parrocchiani? Lui dice che siamo "impagabili"! Grazie pag. 13 Il Volontariato Quando vedo la bella autoambulanza, con ben evidenziate le targhe dei suoi sostenitori, ma soprattutto con il suo titolo "Solidarietà Falisca" mi si apre il cuore all'ottimismo: anche a Montefiascone c'è il volontariato. Qui all'ONPI, se non è al mattino è al pomeriggio, o anche la notte, quel servizio risponde bene alle urgenze. Mi pare di poter-sperare che quello sia il segno di un volontariato che con molta riservatezza e premura viene attuato forse anche di casa in casa, nelle nostre vie e nelle nostre frazioni. Le strutture pubbliche non reggono al moltiplicarsi delle esigenze, specialmente per le persone anziane. Del resto, per noi cristiani, quelle che chiamavamo o recitavamo come elenco "opere di misericordia", anche con altro nome, non erano da sempre l'indirizzo per attuare, senza interesse umano, il comandamento dell'amore? Qui all'ONPI il volontariato per ora lo fanno le Maestre Pie con le signore che le accompagnano, per animare il servizio religioso e per colloquiare con gli ospiti. Però sarebbe bello che altre persone, specialmente giovani, venissero a visitare gli infermi, ad aiutarli nell'ora dei pasti o a variare le degenze con qualche oretta di aria all'aperto. Si potrebbe proporre ai vari gruppi parrocchiali un avvicendamento anche per animare la S. Messa festiva. Il volontariato ti compensa subito con la gioia di esserti dato, particolarmente a chi non è in grado nemmeno di dirti "grazie". Poi la speranza che "quei che si fa vien fatto" e "nel futuro riceverai vita eterna". D.L.M. Mugica p o ^ t f Alle consuete manifestazioni musicali della Fiera del Vino dell'anno scorso se ne è aggiunta una particolarmente interessante, che vede interagire alcune piazzette del centro storico con la musica strumentale e vocale. Il Centro di Iniziative Culturali aveva l'anno scorso proposto un programma di mezzanotte intitolato "Musica nel pozzo", dal luogo, il pozzo nella piazzetta di S. Andrea, dove venivano eseguiti in costume brani di musica medievale e rinascimentale. Sull'onda del successo riscosso un anno fa, quest'anno è stato ripetuto e ampliato l'esperimento. L'Assessorato alla Cultura ha promosso quattro serate musicali, due in cui si sono esibiti alcuni giovani del gruppo da camera dell'orchestra del XXI secolo nella piazza di S. Andrea, altre due nelle quali l'Associazione Musicale "G. Verdi" ha introdotto una piacevole novità, proponendo i concerti anche nel grazioso Largo S. Pietro. La scelta di utilizzare più angoli suggestivi del paese per piccole manifestazioni ci sembra particolarmente intelligente e da incoraggiare ed ampliare, dato che si orienta verso un ulteriore coinvolgimento del centro storico all'interno della Fiera del Vino. Contribuisce inoltre a una offerta di intrattenimento diversificata che ha ottenuto il consenso di un pubblico ogni sera più numeroso. In particolare le serate curate dall'Associazione "G. Verdi" hanno introdotto una nota spiritosa, visto che i concerti sono stati quasi itineranti: cominciavano a Largo S. Pietro alle 22, per terminare, dopo la mezzanotte, al pozzo di S. Andrea, offrendo il curioso trasferimento di pubblico ed artisti da un luogo all'altro. Bravi ed affiatati i giovani dell'orchestra del XXI secolo, tra i quali si è esibita Sara Dambruoso, che hanno eseguito brani di Mozart, Corelli, Bach, Pachelbel, Shubert, Boccherini, mentre l'Associazione "G. Verdi" del Maestro Roberto Aronne ha proposto la prima sera un quartetto strumentale e vocale che ha visto lo stesso Aronne al flauto, Frans Schmidhamer al violoncello, Paolo Tagliapietra al pianoforte, che hanno accompagnato il soprano Heidi Hornlein. La seconda serata ha visto come protagonista, accompagnato sempre dal flautista Roberto Aronne, il chitarrista e tenore Paolo Macedonio, che ha spaziato dalla musica barocca, a quella novecentesca, alle canzoni napoletane. Un fuori programma a sorpresa ha poi consentito di ascoltare due brevi melodie di Vincenzo Bellini eseguite dal promettente soprano Lucia Napoli, reduce da un corso di perfezionamento vocale a Eton in Inghilterra. Le serate musicali si sono concluse il 17 agosto con un concerto eseguito dall'orchestra del XXI secolo nella piazza sottostante il palazzo dei Papi. In questa occasione si sono potute ammirare la nuova pavimentazione della piazza, ma anche l'illuminazione della facciata del palazzo che rendono giustizia a un monumento cosi imponente valorizzandolo e mettendo in luce un'altra intelligente iniziativa dell'Amministrazione comunale. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 14 E'giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm. Onofri Angela Lina in Scarpulla 18.6.1931 - 26.6.1997 Amava la vita e aveva un'infinita fede in Dio. Tenace e di grande generosità, ha formato una bella famiglia, onesta e operosa, nella quale rivestiva un ruolo principale. Piena d'amore e d'umanità, era sempre disponibile ad ascoltare, a capire, a consigliare tutti coloro che ne avessero bisogno. Il rione in cui viveva, a Chieti, la ricorda come la "signora distinta" perché con la sua discrezione, mitigava ogni minima discussione tra vicini. Purtroppo, a soli quattro mesi dalla dipartita della sua adorata mamma (Catasca Elide 13.8.95) si è manifestato in lei un male incurabile che ha sconvolto la sua e la nostra vita. Per un anno e mezzo ha vissuto con dignità e coraggio il suo dolore, nella speranza di guarire, di poter vedere crescere i nipotini da lei tanto desiderati: Roberta, Gloria, Diletta e Damiano. Caterina Cappone in Zucchetta 18.8.1926 - Ma non ce l'ha fatta, neppure la sua immensa forza e la sua incredibile voglia di vivere, sono riuscite a sconfiggere il male. Si è spenta fra le braccia delle figlie Beatrice e Tina, comprendendo sino alla fine quanto accadeva. E' impossibile non ricordarla quotidianamente. E' stata, ed è, un esempio di vita per chiunque l'avvicinava. Signore, fai in modo che possa continuare a guidare la nostra famiglia e che possa gioire accanto ai suoi genitori. Ci manchi tanto mamma le figlie Scoponi Arduino 14.3.1920 - 22.8.1997 13.9.1997 Bruna Gianlorenzo 1.8.1947 - 3.8.1997 L'ho vista l'ultima volta nella chiesa di S. A n d r e a , s e r e n a c o m e sempre, con il sorriso sulle labbra, anche se sapeva che il male era ormai all'ultimo stadio. La signora Bruna era una donna forte; sposatasi con Francesco R i c c a il 6 g i u g n o 1972, a v e v a f e s t e g g i a t o c o n la f a m i g l i a le nozze d'argento. Era vissuta in Brasile per 10 anni e lì e r a n o nati i s u o i due figli: M a u r i z i o c h e è al 3° a n n o di I n g e g n e r i a e M a r c e l l o c h e sta facendo il servizio militare. In questo ultimo anno la signora Bruna, ammalatasi, ha subito due interventi, ha lottato fino all'ultimo, poi ha dovuto cedere. Ora è nelle mani di Dio e continua a proteggere lo sposo, i figli, la vecchia madre e tutti coloro che l'hanno conosciuta, stimata, Paolo Cirilli Avezzano 20.9.1930 -10.8.1997 In questi ultimi anni è stato un martire per il male che lo ha colpito fino dal 1991, ha lottato sempre con grande serenità, conservando il b u o n u m o r e pur in m e z z o alle sofferenze, assistito con grande amore dalla sposa sig.ra Mafalda Gattamorta. Era t r a n v i e r e e c h i s s à c h e in Paradiso non continui ad esercitare il suo lavoro, condito sempre dal sorriso e dalla battuta scherzosa! La sposa ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore e che hanno assistito e voluto bene a suo marito. Ferri Cesara 0 Signore, buono e misericordioso, porgi la mano a questa sposa e madre affettuosa che ha percorso la via del calvario con cristiana rassegnazione, per condurla, oltre gli spazi infiniti, in Paradiso. Per questo ti preghiamo o Signore. Ascoltaci o Signore. E. Cataldi E' l'uomo giusto, non sposato, che vive con il fratello Quinto, e che s'è fatto amare dall'intera famiglia. Assistito dalla cognata Ines Bartoleschi, dopo aver svolto l'attività di agricoltore per tutta la vita, ammalatosi, un giorno dice: "è venuto un angelo e mi ha detto che tra due giorni muoio". E Arduino, secondo le sue previsioni, è salito al cielo il 22 agosto, rimpianto da tutti i suoi cari e da quanti lo hanno conosciuto. Paceri Adele Cavalloro Angelo Dopo aver fatto un lungo iter di s o f f e r e n z a su questa terra, assistita dai figli, nipoti e dalla sorella R a c h e l e , è d e c e d u t a a l l ' e t à di 87 anni, la s i g n o r a Adele Paceri (nata il 22.11.1910), sorella del nostro c o n c i t t a d i n o R o c c o , in cielo a n c h e lui d a q u a l c h e a n n o , vedova di Pallini Sante. Si trovava attualmente presso l'Istituto Pio X di Viterbo ed è s a l i t a a Dio il 12 s e t t e m b r e 1997. U n a p r e g h i e r a p e r la s u a anima. Il 15 ottobre è il primo triste anniversario della scomparsa di Angelo. La sua repentina salita al cielo ci ha lasciato un profondo senso di vuoto, che ancor oggi avvertiamo. Per commemorare la sua salita al cielo il 19 ottobre verrà celebrata una Messa a suffragio della sua anima, presso la chiesa del "Corpus Domini" alle ore 16,30. La moglie Teresa, le figlie Iva ed Iride e tutti noi parenti, continueremo a ricordarlo per la sua loquacità, per la sua lealtà e per la sua espansività, caratteristiche del suo carattere da lui sempre elogiate. G.L. amata. La famiglia intende ringraziare tutti coloro che le h a n n o d i m o s t r a t o affetto, soprattutto coloro che l'hanno assistita, in particolare il giovane oncologo di Montefiascone che fa servizio all'Umberto I di Roma: dr. Luca Moscetti. 30.9.1925 - 27.10.1996 A ricordo Cara mamma Cesara, è trascorso un anno, da quando in quel radioso mattino, il Signore Vi ha chiamato a sé. Nei nostri cuori, è sempre vivo il Vostro ricordo, e nelle nostre menti, i Vostri insegnamenti. La nostra consolazione è sapere che, non soffrirete mai più, e che potrete restare per l'eternità accanto al Vostro Coniugata con Menghini Enrico, madre di Antonio e Marcello. D o n n a infaticabile, g e n e r o s a e timorata di Dio. Decedeva dopo lunga e dolorosa malattia, nel conforto della sua casa e nella grazia di Dio. adorato marito Enrico. Con Lui veglierete per sempre sulla Vostra famiglia. Con eterno affetto Vostra nuora Carla Guerra Umberto Il 15 ottobre è il primo anniversario della salita al cielo di Umberto. La sposa Angelina Merlo, le figlie Giuseppina e Paola, nonché i tre nipoti Giampietro, Catia e Vania, vogliono ricordarlo non solo ai suoi famigliari ma anche a tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato, invitandoli a fare una preghiera per la sua anima. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 (dalla prima pagina) cale" siete testimoni della risurrezione dentro il tessuto dell'esistenza u m a n a e della storia del mondo. A tutti voi, singoli e nelle diverse forme di a g g r e g a z i o n e , è chiesta partecipazione, corresponsabilità, i m p e g n o missionario. In ciò l'Azione Cattolica, che a Viterbo ha visto la sua alba felice, si caratterizza per un suo tipico e singolare servizio pastorale. Nel nostro reciproco incontro sono certo di potermi "rinfrancare mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io" (Rm 1,11) e di poterci comunicare i doni che costituiscono la vita e la forza della Chiesa: la Parola e l'Eucaristia, nella carità. Così, nello Spirito Santo, potremo svelare ogni giorno di più il volto luminoso di una Chiesa che sia comunità di fratelli e sorelle, c a s a di a c c o g l i e n z a per tutti, s e g n o di s p e r a n z a per il m o n d o , c o m e l'ha delineata il Concilio Vaticano II e c o m e il Signore la chiama alle soglie di un nuovo millennio. Ed è in q u e s t a luce calda di ecclesialità che il mio saluto, fraterno e affettuoso, va all'immediato predecessore, il carissimo Mons. Fiorino Tagliaferri: con sincera gratitudine ricevo la eredità preziosa del suo illuminato servizio episcopale. C o n lui, saluto i venerati Mons. Luigi Boccadoro, Vescovo emerito di questa Chiesa e Mons. Giovanni D'Ascenzi, V e s c o v o emerito di Arezzo-Cortona-S. Sepolcro che ci fanno dono della loro presenza. Invio un cordiale pensiero ai Vescovi originari della C h i e s a viterbese, Mons. Remigio Ragonesi, Mons. Dante Bernini e, con loro, ai V e s c o v i delle C h i e s e limitrofe e a tutti i Confratelli della Conferenza Episcopale Laziale che mi hanno dimostrato affettuosa fraternità insieme all'Eminentissimo Presidente, Card. Camillo Ruini. In tale coralità di Chiesa si innalza ancora l ' a d e s i o n e sincera, la c o m u n i o n e profonda, l'obbedienza fedele al Santo Padre, Giovanni Paolo II. M a il mio d e f e r e n t e e cordiale saluto di Vescovo intende rivolgersi anche alla comunità civile del territorio: alle istituzioni a livello nazionale, regionale, provinciale e municipale; alle autorità di ogni ordine e grado; alle forze sociali, politiche e militari, al mondo del lavoro nella molteplicità dei suoi settori e delle sue espressioni; agli operatori nel c a m p o culturale, dalla Università alla scuola materna, investimento di autentico rinnovamento e di nuova civiltà; a quanti sono impeg n a t i n e i settori della comunicazione sociale, s n o d o nevralgico della c o n v i v e n z a umana. Nel mio saluto, dunque, desidero rivolgermi a tutti e a ciascuno, nessuno escluso. Il V e s c o v o v i e n e nel n o m e del S i g n o r e con una missione propria che è annunciare il Vangelo, cioè la "buona notizia" di Gesù Cristo. Una "notizia" che è per l'uomo e per l'umanità intera. Il V e s c o v o sa di essere a servizio dell'uomo e c a m m i n e r à con chiunque, seriamente e c o n c r e t a m e n t e , è sul c a m m i n o d e l l ' u o m o e per la promozione dell'uomo. C o n alcune attenzioni particolari: ai giovani, ai quali vorrei dire: "Abbiate fiducia, n o n o s t a n t e la d u r e z z a del m o m e n t o ; coltivate la speranza, perché il bene è più forte del male; sappiate costruire, giacché il lamento, il qualunquismo o la violenza non daranno un m o n d o migliore; vivete con coraggio pag. 15 nel presente, convinti che l'atteggiamento rinunciatario o la evasione sono sterili mistificazioni"; a quanti sentono la fatica dell'esistenza perché mancano anche del necessario (salute, casa,lavoro, serenità familiare, a c c e s s o alla cultura, spazi di partecipazione...) o perché sono ai margini della vita sociale (malati, anziani, disabili, tossicodipendenti, dimessi dalle carceri, dagli ospedali psichiatrici, immigrati...) o perché subiscono le conseguenze perverse di una convivenza che privilegia il denaro, il potere, l'egoismo, le discriminazioni, segni s e m p r e vivi del peccato che è nel mondo; a tutte le persone, soprattutto ai laici, che nella comunità ecclesiale e nella comunità civile sono impegnati a vivere l'avventura antica e sempre nuova di essere discepoli di G e s ù , testimoni della sua vita, m e s s a g g e r i del vangelo, promotori della civiltà dell'amore. Carissimi fratelli e sorelle nella fede e voi tutti che vivete nel territorio! "Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù Cristo dirigere il nostro cammino verso di vo/'"(1Ts 3,11) e ci dia, poi, la gioia di camminare insieme verso il terzo millennio. La Chiesa è "popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (LG 4) e nella storia "costituisce per tutta l'umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza" (LG 9) affinché tutto il m o n d o , spesso così diviso e conflittuale, diventi "campo di una genuina fraternità" (GS 37). La Chiesa di Viterbo, forte delle sue più antiche tradizioni e aperta alla novità che lo Spirito sempre le propone, non può disattendere le interpellanze di questo momento storico, affascinante e impegnativo. Essa, con la varietà delle sue componenti e con la specificità di singolari fattori storici, oggi è particolarmente chiamata ad essere "una" nello Spirito Santo. Mediante il ministero apostolico del Vescovo, "principio e fondamento di unità" (LG 23) voglia essa sempre più sperimentare la gioia dello stare assieme nel nome del Signore ed essere veramente"una comunione di vita, di carità e di verità" (LG 9) per diventare segno credibile del vangelo del Signore Gesù (cfr. Gv 13,35). La forza che viene dall'alto, sollecitata da intensa comune preghiera, sostenga il nostro cammino. La Vergine Santa, così sentitamente invocata c o m e "Madonna della Quercia", accolga tutti sotto il suo manto di tenerezza materna. Il fulgido esempio di S. Rosa, la pass i o n e e d u c a t i v a di S. Lucia Filippini e la serafica luce di S. Bonaventura accompagnino la comunità diocesana che fiduciosa ne implora il patrocinio. Il santo titolare della Chiesa Cattedrale, S. Lorenzo, e quelli tanto venerati delle Concattedrali di Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone, Tuscania ci ottengano la gioia del camminare assieme e veglino sui passi di tutti verso la pienezza della fede, della speranza e della carità. La mia benedizione, affettuosa e intensa, porti a tutti e a ciascuno "la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo" (2Cor 13,13). 10/8/1997 - Festa di S. Lorenzo martire + Lorenzo Chiarinelli - Vescovo Calendario Parrocchiale 12 ottobre - Giornata mondiale domenica delle Comunicazioni sociali "Comunicare Vita" 19 ottobre domenica Gesù, via Verità e Giornata Missionaria Mondiale 1 novembre - Tutti i Santi sabato Nel pomeriggio, alle ore 15,15, al Cimitero di Montefiascone 2 novembre domenica Commemorazione di tutti i fedeli defunti INDULGENZA PER I DEFUNTI Dal mezzogiorno del 1° novembre a tutto il giorno successivo si può lucrare l'indulgenza plenaria per i defunti. E' necessario: - fare una visita ad una chiesa - recitare il Padre Nostro e il Credo - recitare una preghiera secondo le intuizioni del Papa - essere confessati e comunicati. Dal 1° all'8° novembre si può lucrare l'indulgenza plenaria facendo visita al Cimitero e pregando per i defunti. NOVENA DELL'IMMACOLATA Il mese di ottobre e di novembre: mese del Rosario e dei Defunti ci serva di preparazione alla tradizionale "Novena dell'Immacolata". Il predicatore sarà Sua Ecc.za Mons. D'Ascenzi. PRO 10 17 24 31 ottobre ottobre ottobre ottobre DEFUNCTIS Giuseppe Andolfi; Isolina Trapè; Giuseppa Fanali; Pro Defunctis. LA VOCE - n° 10 - Ottobre 1997 pag. 16 Sabato 23 agosto la classe d'oro 1932 s'è ritrovata per pregare, ringraziare Dio e continuare nell'amicizia. E' q u e s t a la 15 § edizione dell'annuale raduno. Presenti una quarantina di persone. Si è celebrata la Santa Messa, nella graziosa ed a c c o g l i e n t e c h i e s e t t a della M a d o n n a della Vittoria presso i Padri Cappuccini, per i soci defunti come per tutti i presenti ed anche assenti. Poi a c o n s u m a r e un buon pranzo (buono per la qualità e per il... prezzo!) al ristorante "Il Belvedere". Prima di metterci a tavola c'è stata anche la gradita visita del Vescovo Mons. Fiorino, al quale è stato porto il nostro saluto e il nostro ringraziamento per la sua enorme disponibilità, augurandoGli un fruttuoso riposo nella sua bella Firenze. ONORIFICENZA Apprendiamo che in data 2/6/97 il Capo dello Stato ha conferito l'onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica a Luciano Femminella, ufficiale dei Vigili del Fuoco. La notizia ci rallegra come tutte quelle che portano lustro ai nostri concittadini e di riflesso al paese; le onorificenze non piovono dal cielo ma rappresentano il riconoscimento da parte delle Autorità di particolari meriti acquisiti dall'insignito e vanno ascritte come coronamento di una esemplare attività non solo nell'esercizio delle specifiche funzioni di lavoro ma anche di quelle svolte nel campo della amministrazione pubblica. Ci congratuliamo col Femminella, già Cavaliere e, poiché non c'è due senza tre, gli auguriamo di ricevere presto la terza onorificenza civile che lo consacrerebbe Commendatore. Uno più bello dell'altro! BONUCCI ANDREA E' voluto spuntare il 1° luglio con un mese e mezzo di anticipo per vedere la sorpresa dei suoi e come l'avrebbero accolto. Vistosi circondato da tanto affetto s'è tranquillizzato portando immensa gioia non solo ai genitori Giancarlo e Laura Rocchi, ma anche ai nonni Alessandro e Marisa, Secondiano e Gabriella. Si dice che il nonno Secondiano in questura sia diventato più buono! E' rinato alla vita della grazia domenica 21 settembre. GIULIA ANNA CARELLI E' la secondogenita del dr. Emilio e della sig.ra Donatella Genga, venuta a far compagnia al fratello Matteo. Guarda come per dire: faccio parte ormai a pieno diritto della famiglia e non potete far più nulla senza di me. Oltre ai nonni, la zia Giuseppina Carelli la sente sua,anche perché è la madrina della sua rinascita alla vita della grazia, avvenuta il 28 settembre, mentre è spuntata alla vita umana il 26 luglio. Così si spiega anche il nome Giulia-Anna. GIULIA MOSCETTI E' la bella e buona bambina primogenita di Vincenzo e della prof.ssa Maria Teresa Gentili, venuta a mettere in subbuglio la famiglia il 19 agosto. I nonni non entrano più nella pelle, e per la sua rinascita alla grazia s'è mobilitata mezza Bagnoregio. Ogni bambino o bambina che nasce porta gioia, vita, movimento. Brava Giulia, sei veramente in gamba! SIMONE BARTOLESCHI II piccolo Simone guarda come per dire: ci sono anch'io, vispo e deciso a prendere il mio posto nella famiglia! Papà Mauro ha perduto la testa e mamma Maria Savelli non sa dove mettere le mani, mentre i nonni Anna, Mario e Bruna, gli zii, i cugini, gli amici lo coccolano continuamente. Simone è voluto nascere presso il reparto maternità di Montefiascone, dove ha trovato competenza, umanità e disponibilità, e vuol suggerire a chi viene al mondo: l'accoglienza "casareccia" è sempre la migliore! » tfr.* «ì^S^X-ar»-»- ragazzi... del 1932 si divertono! Per il 45° di Matrimonio di Montecchi Luigi e Lidia Cicoria Oggi che voi tre quindici assommate, dal dì che il si riunì il vostro destino, a fianco a fianco, prendeste il cammino per le vie dalla sorte a voi assegnate. Sempre contenti e sempre innamorati con la grazia di Dio sempre vicino come l'acqua di un fonte cristallino dove amore bevete e vi saziate. Anche invecchiando aumenta il vostro amore, passano gli anni e sempre rinnovella la fede che circonda il vostro cuore. Sotto la luce della vostra stella la santa protezione del Signore l'affetto che la vita fa più bella. Piciollo Diodato di anni 84 - Il 28 agosto si sono presentati "in sordina" per ringraziare il Signore, il sig. Giuseppe Misantoni, la sposa Maria Rosa Paoletti con i loro figli Luca e Daniela. Celebrava la S. Messa Sua Ecc.za Mons. Boccadoro, il quale ha voluto benedire le fedi degli sposi,augurando loro un avvenire radioso, soprattutto per i loro figli. Al termine della Messa hanno trovato anche un fotografo "da strapazzo"! - Il 16 settembre hanno voluto ricordare il loro patto d'amore, riconfermandolo presso la chiesetta della Rocca, il sig. Romolo Smafora e Rosina Moscetti. Per il 25° era presente anche la figlia, ventitreenne, Federica. Che il Signore vi benedica e vi dia una lunga e felice vita! Potete v e r s a r e sul c.c. n° 1853/76 p r e s s o la Banca Cattolica o sul c.c. n° 10/61268 presso la Cassa di Risparmio di Montefiascone, preoccupandovi di mettere il vostro nome per essere inseriti nella rubrica "La Voce è grata ai suoi".