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Mastiti: tutte le possibilità di guarigione - Ex
Mastiti: tutte le possibilità di guarigione 1 La mia vacca è alla sua prima mastite, alla prima mastite della lattazione "Questa mattina andava tutto bene, ma questa sera sono comparsi i sintomi." Il veterinario parla di "mastite acuta". La situazione è grave (potrebbe compromettere la carriera della vacca) ma non drammatica, se si interviene correttamente e tempestivamente. Tanto per cominciare, prima di qualsiasi trattamento, l'allevatore deve rispondere a questa domanda: si tratta di una mastite "leggera" o "forte"? 1° caso - "É una mastite leggera". I segni dell'infezione sono dei sintomi a livello locale: grumi nel latte, indurimento della mammella, infiammazione ... ma nessun effetto sulle condizioni generali dell'animale. La veterinaria Ellen Schmitt invita l'allevatore ad iniziare il trattamento subito. Per farlo, dovrà consultare la guida dei protocolli sanitari stabiliti insieme, alla pagina "protocollo di trattamento" e al paragrafo "trattamento di prima intenzione". All'occorrenza, è un prodotto "a largo spettro e a breve durata" ad essere prescritto in questa situazione: tre o quattro siringhe intramammarie, secondo la specialità usata. L'allevatore non dovrà dimenticare di annotare il nome della vacca e la sua mastite nel registro sanitario. Invece, nessuna analisi del latte. L'antibiotico "a largo spettro" serve per agire contro un'ampia gamma di germi patogeni; l'infezione è stata presa in tempo e si può essere ottimisti sulle probabilità di guarigione. 2° caso - "É una mastite grave", questa volta: lo prova il fatto che la vacca non mangia più, ha la febbre, è ancora in piedi ma ha un aspetto francamente abbattuto ... In poche parole, ha una mastite di tipo "colibacillare". In questi casi, sono rari gli allevatori che esitano a chiamare il veterinario. Dopo la visita, la dottoressa Ellen Schmitt decide di praticare un'endovenosa, come trattamento di urgenza (in attesa dei risultati delle analisi del latte ...). Il trattamento antibiotico di urgenza è accompagnato da una fluidoterapia (fleboclisi e drenching) e la dottoressa ne spiega le ragioni: "Perché il sangue può essere carico di tossine secrete dal colibacillo (sospetto di infezione da E.coli). Con la fluidoterapia se ne diminuisce la concentrazione, tanto più che la vacca malata beve poco, ed inoltre si forniscono gli elettroliti utili per ristabilire il pH del rumine e del sangue ...". Questo per quanto riguarda il trattamento d'urgenza, ma non è sufficiente; tanto più che il veterinario ha un dubbio: "E se il germe infettivo non fosse E.coli?" Nessun sintomo visibile o esame praticato sul posto permette di esserne sicuri e solo con un'analisi del latte si potrà avere la certezza. In sintesi, nel caso di questa "prima mastite e mastite grave", il veterinario procede così: 1 - Trattamento d'urgenza contro E. coli e le sue tossine, mediante iniezione endovenosa e drenching. 2 - Analisi batteriologica del latte, per identificare il germe incriminato. Quindi, se la presenza di E. coli è confermata, tutto va bene, la vacca è già >>> ExDairyPress Maggio/Giugno 2006 La vacca ha la mastite per la prima volta, oppure ha una mastite cronica o addirittura "troppo" cronica? Per assicurarsi le migliori possibilità di guarigione, secondo la dottoressa Ellen Schmitt(1) rispondere a questa domanda è il punto di partenza per una strategia semplice ed efficace. 27 ExDairyPress Maggio/Giugno 2006 < Mastiti: tutte le possibilità di guarigione 28 sulla via della guarigione e il trattamento somministrato era quello giusto. Ma se il germe è di altra natura, nulla è perduto, anzi: "Lo si è scoperto abbastanza presto, così da poter modificare subito il trattamento". Statisticamente, per il 40% delle analisi del latte praticate seguendo questa procedura, in presenza di una mastite di tipo "colibacillare", la dr.ssa Schmitt trova effettivamente un "germe diverso" da E.coli. Nella maggior parte dei casi, viene individuato lo streptococco La mammella incurabile uberis. Ma non bisogna tirare "Indurimenti, noduli, sfinteri rovinati, subito delle conqueste modifiche di morfologia della clusioni: "In quemammella, visibili a occhio nudo o sta regione, molti percepibili alla palpazione, non sono allevamenti utilizbuon segno." Secondo la dr.ssa zano la lettiera di Schmitt, "la prognosi è tetra". Ma esipaglia, un stono anche delle mammelle belle ambiente favoreall'apparenza e tuttavia infette fino ai vole per questo tessuti più profondi: "quando una batterio. Nelle mammella subisce una 3a mastite, cuccette si trova nella stessa lattazione, le probabilità di più spesso E.coli." guarigione sono scarse." In conclusione, la mastite di tipo "colibacillare" fa sempre paura, "ma in realtà, è curabilissima, a condizione di intervenire subito con il prodotto mirato per il germe identificato: E. coli o S. uberis , ad esempio." Poiché, ormai l'abbiamo capito, un antibiotico efficace contro E. coli non lo è contro S.uberis, e vale anche l'inverso. Secondo la dr.ssa Schmitt: "Oggi non esistono cattivi prodotti di trattamento: vengono tutti provati, omologati. La difficoltà consiste nell'usare il prodotto giusto per quella mammella con quella infezione." Quella mammella è curabile o no? e qual è l'agente infettivo responsabile? Ecco due domande che lasciano poco spazio all'automedicazione. 2 La mia vacca ha una mastite cronica... Si parla di mastite cronica quando una vacca ha una ricaduta: "É la sua seconda mastite, nella stessa lattazione". Si parla anche di mastite cronica per una vacca con elevate conte cellulari, poiché dire "cellule" equivale a dire "mammella infetta", anche se non si vedono grumi nel latte, né deformazioni della mammella ... I valori soglia sono di 200.000 cellule per una vacca adulta, 150.000 per una manza. Sia in un caso che nell'altro, la carriera dell'animale è veramente in pericolo. "Il trattamento rappresenterà l'ultima possibilità". Questa volta, l'analisi batteriologica del latte è inevitabile prima di scegliere il trattamento, poiché è necessario assicurarsi le maggiori possibilità di riuscita. In questi casi, l'approccio terapeutico può essere così sintetizzato: 1. Trattare con l'aiuto di un antibiotico mirato, cioè il più efficace possibile contro il batterio identificato. 2. Trattare per una durata più lunga, da 4 a 6 giorni, secondo il patogeno e il prodotto scelto. Anche l'allevatore ha la sua parte: 1. nell'individuare la mastite "cronica" il più presto possibile; 2. nel localizzare il quarto malato; 3. palpando la mammella per rilevare se ci sono noduli o indurimenti; 4. prelevando un campione di latte da portare al laboratorio per le analisi. Il veterinario, disponendo di tutti questi elementi, può decidere di tentare questo trattamento di ultima speranza oppure no ... Bisogna essere realisti: "Se la mammella è deformata (noduli, indurimenti), le probabilità di guarigione sono molto basse." Invece, se la mammella non ha subito modifiche visibili, allora il gioco può valere la candela e si può decidere per un trattamento antibiotico mirato della durata di 4-6 giorni. Dopo, si incrociano le dita, "perché, se questo trattamento che è il più mirato possibile non riesce ad eliminare i germi infettivi, c'è poca speranza. La mammella è ormai incurabile e si entra nella categoria delle mastiti troppo croniche ..." 3 ... o “troppo” cronica Troppo è troppo: un'espressione ben trovata. Il veterinario distingue tre casi in cui si può parlare di mastiti "troppo” croniche: - una terza mastite nella stessa lattazione; - dei cambiamenti durevoli nel tessuto mammario; - presenza di cellule prima e dopo l'asciutta. In questi casi, le possibilità di guarigione sono quasi nulle. La mammella è incurabile. "Forse un antibiotico mirato permette di migliorare la situazione a breve termine (diminuzione delle cellule, ad esempio), ma una ricaduta è inevitabile," conclude il veterinario. ● (1) Ellen Schmitt è un medico veterinario che lavora nella regione della Maienna (Francia). Diplomata in biologia e medicina veterinaria presso l'università di Utrecht (Olanda), è una specialista riconosciuta dal collegio europeo di buiatria. Titolo originale: "Mammites: toutes les chances de guérison" Autore: Marc Juan Per concessione di: PLM, n. 366, marzo 2006 Copyright: Les Editions du Boisbaudry, 35577 Cesson-Sévigné Cedex, Francia