Leggero come le nuvole, 50 anni di qualità nella produzione
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Leggero come le nuvole, 50 anni di qualità nella produzione
LEGGERO COME LE NUVOLE LIGHT AS CLOUDS LEGGERO COME LE NUVOLE 50 ANNI DI QUALITà NELLA PRODUZIONE DI AEROSOL LIGHT AS CLOUDS 50 years of excellence in aerosol production Ideazione e grafica - Graphic design: Mario Donadoni -Nitens {fotografia-grafica-internet} Testi - Copywriter: Cristian Bonomi Ritratti e foto notturne - Portraits and night photography: Mario Donadoni Reportage festa - Party reportage: Mario Donadoni, Andreas Ikonomu PRESENTAZIONE Con questo libro vogliamo ricordare in modo originale il lungo viaggio e la storia Tosvar. è sicuramente l’occasione per esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti a tutti coloro i quali, lavorando con noi attivamente, seriamente ed onestamente, ci hanno permesso di festeggiare questi primi 50 anni di attività della nostra azienda. Siamo convinti che, con le nuove generazioni, tutto quanto realizzato finora, possa sempre più migliorare e durare più a lungo possibile. Famiglia Gioia PRESENTATION With this book we wish to remember in an original way the long journey and history of Tosvar. It is surely the occasion for expressing our most heartfelt thanks to all of those who, working actively, seriously and honestly with us, have allowed us to celebrate these wonderful fifty years that our company has been in business. We are convinced that, with the new generations, everything that has been achieved up to now can get even better and last as long as possible. Gioia Family L’essenza spray «si sprigiona dal contenitore», ritrovando le parole che Platone dedica all’Anima libera dal corpo. C’è qualcosa di volatile in quel gesto ormai senza stupore: il prodotto mette ali insieme al propellente che subito s’invola; prima freon, poi gpl, ora aria compressa. Il ddt evadeva dai flit come una nebbia in cui i bambini si nascondevano alla malaria. Gli insetticidi ebbero le lacche spray per sorelle minori, impalcando capigliature in cima al Novecento. Colonie, appretti. In spruzzo, un’indifesa nota di lavanda comanda ai ricordi, rovescia le clessidre, riesuma memorie d’innocenza o galanteria: Quando di un antico passato non sussiste niente - scrive Marcel Proust - più fragile ma più fedele, l’odore resta ancora come Anima a ricordare, attendere, sperare sulle rovine di tutto il resto; nella sua gocciolina quasi impalpabile ecco l’immenso edificio della memoria. Filosofia clandestina, l’aerosol si fa di nuovo sottile. I(n)spira arte disobbediente ai graffitari, che convocano l’Anima sulla pelle della città. The essence spray «emanates from the container », harking back to the words that Plato dedicates to the Soul, free from the impediments of the body. There is a volatile quality to that gesture that no longer astounds: the product takes off along with the propellant which is an immediate success; first freon, then lpg, now compressed air. The ddt escaped from the flits like a mist in which children hid from malaria. The insecticides had the lacquer sprays for younger sisters, creating hairstyles at the end of the twentieth century. Colognes and starches. In a splash, the slightest hint of lavender commands the memories, resets the hourglass and revives recollections of innocence or gallantry: When there is nothing of an ancient past - writes Marcel Proust – more fragile but more faithful, the scent still remains like the Soul to remember, wait, hope on the ruins of all of the rest; in its almost impalpable droplet behold the immense edifice of the memory. Clandestine philosophy, the aerosol becomes sleek again. It inspires disobedient art in graffiti artists, who summon up the Soul on the skin of the city. Soffiare l’anima in un involucro Blowing the soul into a cocoon Cristian Bonomi Cristian Bonomi Tosvar 1962-2012: storia di un’impresa possibile TOSVAR è una «impresa» nei due sensi che il dizionario consente, rialzandosi più alta da ogni difficoltà. La prima cantina, che ospitò la produzione chimica conto terzi, dista ormai cinquant’anni dall’ultimo reparto vestito in giallo milanese come piaceva al fondatore. Nel 1962 alcune finestre schermavano la luce estiva sui 150 mq di scantinato dove, a Cernusco sul Naviglio, Giuseppe Gioia alloggiò la pionieristica attività. La chiamarono TOSVAR all’anagrafico incrocio del tecnico Toscani da Cologno Monzese col finanziatore elettricista Varisco, di Cernusco. Terzo tra i due, Gioia rilevò l’azienda nel 1972 senza tralasciare in via Legnone la direzione amministrativa alla milanese ITALCIMA. Più autorevole che autoritario, in azienda Giuseppe Gioia si voltava chiamato «Ragioniere» persino dalla nuora. Operai da Sant’Agata Martesana, nel 1918 i genitori di Giuseppe ne affissero il fiocco alla porta tra «Borgo di Scigulatt» e via Sarpi milanese. Nasceva sul finire di una guerra per indossare puntuale divisa all’inizio dell’altra, prima in fureria; lasciando poi militari impronte su Africa, Grecia, Francia e Albania. Restò sette anni in arme, artigliere di montagna con la penna da sergente sul cappello. A Saint-Raphaël lo tolse salutando la prima volta Rosetta Vagliani, migrata per lavoro in Costa Azzurra da Laveno Mombello. L’avrebbe baciata all’altare non appena si fossero freddati i cannoni della guerra. Durante quella d’Albania, intanto, Giuseppe ebbe per due settimane la Voiussa nel mirino. Ne sorvegliava le rive da dentro una buca. Una pleurite lo rincasò a Brindisi, dove mantenne l’amicizia di alcuni Brindisini, ai cui figli fece pure da padrino. Spogliata la divisa, Gioia si aggiustò per qualche anno la cravatta in «Alleanza Assicurazioni» mentre incorniciava al serale il diploma di «ragiunàtt». Con infilato un bottone almeno della giacca, fu poi direttore ITALCIMA. Usava una disciplina ammorbidita appena dalle battute in dialetto e azzittiva gli importuni con uno sguardo; contò nel lavoro l’undicesimo comandamento. Solo col 1956 costruì casa a Cernusco, roccaforte democristiana dove fu locale segretario del Partito Socialista Italiano. Oltre ai figli Paolo e Patrizia, sotto quelle tegole fu bambina anche la TOSVAR, esordita nel seminterrato dopo la dismissione di un’altra fatica: lo stampaggio di utilità sanitarie in bachelite cui ogni sera la moglie Rosetta lucidava via le asperità. A questa produzione aveva incoraggiato Gioia un amico d’infanzia, Gianni, capace di accenti e gesti inattesi. Al ristorante, sciacquava le mani nello champagne. Spiazzava i milanesi in piazza Duomo, fingendosi inviato Rai per puntare le domande meno opportune alle tempie più imbarazzate. Il dialetto non ha mai la punta avvelenata e, se vuole offendere, scuote più riso che rabbia. «La g’ha tacaa ‘l côo per minga sembrà ‘n’ula» diceva Rosetta di una ragazza svanita; tiene cioè attaccata la testa solo per distinguersi da quelle terrecotte decapitate che, conservando le carni nel grasso, hanno sul fianco bracci(a) quasi femminili. «Sa pö no vèga mila franch per un Caurin»: Giuseppe gelava così la pretesa dei clienti, ricordando come non si possa avere mille Lire per una banconota da 2, che dal 1866 al 1868 raffigurava giusto Cavour. Ampliandosi oltre le cantine la TOSVAR rilanciò, su sei linee per 400 mq di capannone poi raddoppiati, una produzione annua in pezzi da 15 milioni circa. Ma, anziché irrorare quell’area artigianale, l’arrivo della Tosvar 1962-2012: the history of a feasible enterprise TOSVAR is an «undertaking» in the two senses that the dictionary allows, rising itself up higher than any difficulty. The first cellar, which housed the chemical production for other companies, dates back fifty years before the latest division which is decorated in Milan yellow, just as the founder liked. In 1962 a few windows shed the summer light on 150 m2 of basement where, in Cernusco sul Naviglio, Giuseppe Gioia had his pioneering business. They called it TOSVAR, a cross between Toscani, the technician from Cologno Monzese and Varisco, the financial backer and electrician from Cernusco. The third party, Gioia took over the company in1972 on via Legnone the head office at the Milan ITALCIMA. More authoritative than authoritarian, at work Giuseppe Gioia was known as «Ragioniere» (Accountant) even by his daughter in law. Labourers from Sant’Agata Martesana, in 1918 Giuseppe’s parents fixed the ribbon to the door between «Borgo di Scigulatt» and via Sarpi Milanese. He was born as one war was ending only to be of age to don the uniform at the start of the another, first in the orderly room; then leaving his military fingerprints on Africa, Greece, France and Albania. He was to remain in the army for seven years, a mountain artilleryman with the sergeant’s feather in his hat. In Saint-Raphaël he doffed it for the first time to greet Rosetta Vagliani who had migrated for work to the French Riviera from Laveno Mombello. He kissed her on the altar just as the cannons of the war were cooling. During his time in Albania, meanwhile, Giuseppe had for two weeks the Voiussa in his sights. He kept watch on its banks from inside a foxhole. An attack of pleurisy got him home to Brindisi, where he kept up a friendship with some of the locals, to whose children he also became godfather. After taking off the uniform, Gioia tweaked his tie for the next few years in «Alleanza Assicurazioni» while by night he studied for his «ragiunàtt» (accounting) diploma. With at least one button tied on his jacket, he then became ITALCIMA director. He kept a discipline softened by jokes in dialect and silenced annoyances with a look; the eleventh commandment was important at work. Only in 1956 did he build a house in Cernusco, a Christian Democrat stronghold where he was local secretary of the Italian Socialist Party. As well as his children Paolo and Patrizia, TOSVAR was also nurtured under that roof, begun in the basement after the ending of another job: the moulding of bakelite sanitary utilities whose rough edges his wife, Rosetta, polished away every evening. Gioia was encouraged in this productive endeavour by a childhood friend, Gianni, who was capable of unexpected accents and gestures. At the restaurant he rinsed his hands in champagne. He wrong-footed the Milanese in piazza Duomo, pretending to have been sent by Rai (the state television channel) to aim the less convenient questions at the most embarrassed temples. Dialect never has a poisoned tip and, if he wishes to offend, he rouses more laughter than anger. «La g’ha tacaa ‘l côo per minga sembrà ‘n’ula» said Rosetta of a girl who seemed rather superficial; that is, he has his head screwed on only to distinguish himself from those headless terracotta statues who, conserving the meats in the fat, have arms at their sides that are almost feminine. «Sa pö no vèga mila franch per un Caurin»: Giuseppe thus froze the pretension of customers, remembering how you can’t have a thousand lira for a 2 lira banknote, which from 1866 to 1868 depicted just Cavour. Extending beyond the basements TOSVAR re-launched on six lines with 400 m2 of warehouse, then doubled with an annual production of about 15 million pieces. But, rather than supplying this area of handcrafts, the arrival of the metro converted the space into a residential area. With the failure of the attempts to relocate to Cernusco, Gioia acquiesced to the invitation of Giovanni Motta: the mayor of Pozzo d’Adda who, as an employee of the Banca Popolare di Milano, had him as a customer. The aim to establish an industrial zone around Cavallasco (previously a sixteenth century vineyard) summoned TOSVAR to via del Lavoro 10 while the maize was growing nearby again. Eighteen workers, almost all of them women, accepted the transfer from Cernusco. However, at Pozzo the unhappy situation with the Seveso case aroused such suspicions that, having bought the building in1977, TOSVAR only resumed its business activity here in January 1981. All fears having been assuaged, the hiring of employees on eleven effective lines rose to the current peak of seventy employees plus twenty as a co-operative for packaging and storage. The ambition to produce, in the early eighties, 20 million pieces over a working surface of 3,500 m2 today has burgeoned to 65 million pieces with 9,000 m2 of production space metropolitana ne convertì residenziali gli spazi. Falliti i tentativi di ricollocarsi a Cernusco, Gioia acconsentì all’invito di Giovanni Motta: il sindaco di Pozzo d’Adda che, impiegato alla Banca Popolare di Milano, lo aveva per cliente. L’intento di avvitare una zona industriale attorno al Cavallasco (già vigna cinquecentesca) convocò la TOSVAR in via del Lavoro 10 mentre il granturco le cresceva ancora vicino. Diciotto lavoranti, quasi tutte donne, accettarono la trasferta da Cernusco. Ma a Pozzo l’infelice congiuntura coi fatti di Seveso suscitò diffidenze tali che, acquistato l’edificabile nel 1977, la TOSVAR riprendeva qui l’attività solo col gennaio 1981. Rassicurato ogni timore, le assunzioni su undici linee efficienti lievitarono fino all’attuale colmo di settanta dipendenti più venti da cooperativa per confezione e stoccaggio. L’ambizione di produrre, nei primi anni Ottanta, 20 milioni di pezzi su una superficie di 3500 mq sfonda oggi oltre il muro dei 65 milioni su 9000 mq. A Cernusco, l’erede Paolo Gioia (1949) si avventurava ragazzo nella cantina dove nacque la TOSVAR ma ne veniva allontanato sotto la vaga minaccia di un pericolo chimico; almeno finché il ragioniere non rilevò le quote Toscani e Varisco (1972), ammettendo il figlio come socio accomandante. Uscito dall’azienda, Paolo riposava sul pullman il tempo necessario a raggiungere in città le scuole serali, che frequentò come papà Giuseppe e Gabriele, il figlio. Sulla tratta, incontrò la sedicenne viaggiatrice che l’avrebbe accompagnato ben oltre il capolinea. Le ore libere dal lavoro Carla le chinava sui libri di Segretariato o Lingue. Riscaldamenti, nafta pesante cadevano allora su Milano la nebbia che i due scansavano insieme, giù dalla corriera. Per la società CIBA s.p.a. la prima comanda congedata da TOSVAR fu di insetticidi a base DDVP dosati in litro che, tramite flit, avrebbero debellato i parassiti dalle campagne. Lo stantuffo smesso a favore del propellente freon consentì poi, insieme ai pesticidi, l’impegno aziendale nelle lacche. Domestica rivoluzione, il doppio avvento spray disinfestava e acconciava la conversione dei contadini in operai dall’acquisto facile. I capelli scioglievano trecce e brillantine per tentare architetture più audaci. Malgrado una flessione in quello casalingo, l’impiego professionale delle lacche reclama ancora formule innovative: volatili, ineffabili che sostengano l’acconciatura senza gravarla. Non meno longevi i deodoranti per la persona, provvisti ancora da ATKINSONS a base alcolica, che evapora subito dopo il propellente. Le bombolette di schiuma scordavano, intanto, l’insaponato rito della barba. I pennelli si rifugiavano nei cassetti. Note più avvolgenti disperdevano l’insistenza di lavande e brillantina. In Cernusco, his heir, Paolo Gioia (1949), as a boy ventured into the cellar where TOSVAR began but was removed under the vague threat of a chemical hazard; that was at least until the “ragioniere” bought out the shares of Toscani and Varisco (1972), admitting his son as a limited partner. On leaving the premises, Paolo rested on the bus for the time necessary to reach the evening classes in the school which he attended like his father Giuseppe and Gabriele, his son. On this journey he met a sixteen-year-old fellow traveller who he accompanied much further than the end of the line. Carla spent her free time from work studying Secretariat books or Languages. Heating and heavy gasoil was the fog that the two escaped together which fell at that time on Milan, down from the bus. For the company CIBA s.p.a. the first order discharged by TOSVAR was for DDVP-based insecticides measured in litres that, through flits, eradicated parasites from the countryside. The piston unit which was stopped in favour of the freon propellent, together with the pesticides, allowed for the company’s commitment to lacquers. A domestic revolution ensued, the spray both disinfested and led to the conversion of farmers into labourers who were freer with their money. Braids and brilliantines lost out to more audacious styles. Despite the decline in their domestic use, the professional use of lacquers still lays claim to innovative formulae which are volatile and ineffable, which support hair without damaging it. No less so do the long-lived personal deodorants, still supplied by ATKINSONS with an alcohol base which evaporates immediately after the propellent. The foam sprays forgot, meanwhile, the soapy ritual of shaving. The shaving brushes took refuge in the drawers. Stronger notes dispersed the lingering notes of lavender and brilliantine. Paolo Gioia saluta per primo, stringendoti la destra: usa una cortesia che, speziata dal dialetto, si direbbe «ciarusa»; ti guarda negli occhi come se le parole dovessero uscire di lì. Nel dicembre 2002 ha rilevato la quota societaria della sorella Patrizia, traducendo da s.a.s. in s.r.l. la TOSVAR. A quei capannoni già suo padre Giuseppe convocava d’estate figli e nipoti per il pranzo domenicale. La piccola attività era la famiglia grande che Paolo governa ancora con antica lealtà. Offre la fiducia che riceve da clienti e fornitori se, sul 2010, ha brindato al maggiore fatturato per la propria azienda tra tante altre che piangono. Estiva e natalizia, apparecchia una cena cui tutti i dipendenti sono invitati, ciascuno sentendosi il festeggiato. Paolo si sveglia alle 5.45: un’ora prima se, da marzo, c’è il primo turno. Alle 6.15 scosta il cancello in una puntualità quasi galante. L’azienda appartiene particolarmente a lui, verso quell’ora, e lui all’azienda. D’inverno apre nella neve il passo agli operai, prima che giungano, montando la pala al muletto salvo sollevare tombini o cadere sul ghiaccio. Smette di scaricare camion verso le 8.30. Sguardo azzurro come la camicia, rincasa felice d’essere stanco in perfetto ritardo sulla cena. Paolo Gioia greets you first, shaking your right hand: he has a courtesy which, spiced up by his dialect, one would call «ciarusa»; he looks you in the eye as if the words are coming from there. In December 2002 he bought up the shares of his sister, Patrizia, converting TOSVAR from a limited partnership to a limited liability company. From those same sheds his father, Giuseppe, in the summer used to call children and grandchildren for the Sunday dinner. The small business was the large family that Paolo still rules with old-style fairness. He offers the trust that he receives from customers and suppliers even if, by 2010, he toasted to the largest turnover for his own company among so many that complain. In summer and at Christmas, he sets the table for a dinner to which all of the employees are invited, each one feeling like the centre of the attention. Paolo wakes at 5.45: an hour earlier if, from March on, there is the first shift. At 6.15 he opens the gate with an almost gallant punctuality. The company belongs particularly to him around that time, and he to the company. In winter he opens the entrance for the workers in the snow, before they arrive, mounting the fork-lift shovel attachment without lifting manhole covers or falling on the ice. He stops unloading the truck around 8.30. With eyes as blue as his shirt, he gets home, happy to be tired and very late for dinner. «Provando e riprovando», Simona D’Adda è direttore tecnico della TOSVAR dal 1993, quando succedette ventiseienne al biologo Marino Pizzotti: le lasciò lui una lettera in versi sul bancone dove per primo vestiva il camice Giulio Tringali. Anziché i ritagli di tempo, come anni addietro, la ricerca chiede oggi una figura dedicata per sei delle quotidiane otto ore in laboratorio. Questo consente che la ditta, propositiva specie sui materiali inerti, declini nel 50% della produzione formule di compilazione propria o concordata col cliente. Esercitando una chimica «cui si comanda solo obbedendole», Simona collaudò sulle piante infestanti del parcheggio il lucidante arboreo senza odore che la TOSVAR commercia ormai da anni: spruzzandola, ogni foglia sembra appena baciata. L’azienda rilancia composizioni ottimizzate al cliente, di cui pure accoglie le esigenze singole. E singolari nel caso di prodotti capricciosi come le lacche, o mitologici: negli anni Settanta persino un rinvigorente spray per l’uomo, anticellulite assortiti per rassodare il seno e sanare le smagliature. Il laboratorio si sincera che il propellente aggiunto al prodotto non generi idrolisi o corrosione della bomboletta. Prima di sciogliere ogni riserva, si misura la longevità del dosaggio calibrato, esponendolo a test di tredici settimane in stufe termostatate sui 50 ° C. Il calore ne accelera l’eventuale corrosione, paragonabile a quella sofferta in trentasei mesi. Pazienze così calcolate possono durare anni, specie ora che si studia la possibilità di abbattere il GPL negli spray a vantaggio dell’aria compressa, ovviandone le debolezze. Economico ed ecologico insieme, l’intento è riuscito per il primo mangia-polvere emulsionato TOSVAR a getto d’aria. «Try and try again», Simona D’Adda has been the technical director of TOSVAR since 1993, when she took over at twenty-six from the biologist Marino Pizzotti: he left her a letter in verse on the balcony where Giulio Tringali first donned the shirt. Rather than in one’s spare time, like previous years, the research today requires a person specifically assigned to this task for six of the eight hours a day in the laboratory. This allows the company, which works specifically on inert materials, to have a variety of 50% of the production formulae of its own compilation or agreed with the customer. Using a chemical «which one commands only by obeying it», Simona tested the odourless tree polish on parking lot weeds which TOSVAR has sold for years now: when sprayed it each leaf looks like it has just been kissed. The company re-launches compositions tailored for the customer, the individual needs of whom it also accommodates. And singular needs in the case of unpredictable products such as lacquers, era-defining products: in the seventies even a reinvigorating spray for men, assorted anti-cellulites for toning breasts and healing stretch marks. The laboratory makes sure that the propellent added to the product does not generate hydrolysis or corrosion of the can. Before abandoning any reservations, the longevity of the calibrated dosage is measured, exposing it to a thirteen week test in heaters set at 50° C. The heat accelerates its possible corrosion, comparable to that suffered in thirty-six months. Patience thus calculated may last years, especially now that the possibility of cutting the LPG in sprays in favour of compressed air is being studied, obviating its weaknesses. Both cheap and ecological, the intent has succeeded for the first TOSVAR air jet emulsified dust suppressant. Il programma di produzione stilato da Claudio e da Gianmarco è una partitura coi numeri al posto delle note. Quotidianamente la ricetta istruisce la sala miscela: un laboratorio tutto femminile controlla, campionandole, le materie prime avviate in produzione tramite serbatoi carrellati o a tubi; tutta maschile, la dispensa ordina e manda quegli ingredienti secondo destinazione. Cosmetica, casalinga, medicale. Dal magazzino il vento porta citazioni improvvise: odori alti come pini, esotici come l’ananas, assorti come l’iris o nostalgici come lavanda. Tra gli altri, a miscelarne l’alchimia sono Flavio Marchetti con mani di saxofonista e Dario Viola, che qui muove le sue dal 1990. Prima che il computer lo assolvesse da quella numerosa fatica, computava ancora il dosaggio sulle calcolatrici Olivetti. The production programme drawn up by Claudio and Gianmarco is a score with numbers instead of the notes. Every day the recipe instructs the mixing room: an entirely female laboratory is in control, sampling them, the raw materials launched into production through wheeled tanks or through pipes. The all male storeroom orders and dispatches those ingredients according to their intended use: cosmetic, household or medical. From the warehouse waft unexpected aromas: high scents such as pine, exotic ones such as pineapple, absorbed like iris or nostalgic like lavender. Among the others, mixing the alchemy are Flavio Marchetti with the hands of a saxophonist and Dario Viola, who has been here since1990. Before the computer absolved him of this onerous task, he still worked out the dosage on his Olivetti calculator. Nel 2010 la TOSVAR ha partecipato al congresso internazionale dei produttori aerosol, il cui numero italiano sta in una mano: su quota europea, la ditta si conta entro le prime sei, offrendo ai mercati esteri metà del suo lavorato. Per quanto invisibile, producendo conto terzi, l’azienda ha clienti eccellenti come BAYER, BILBA di CADEY, ARTSANA, 3M o emergenti dall’Est Europa. TOSVAR intrattiene un dialogo con Russia, Slovenia e Bulgaria fin dal 1989, inviando tra l’altro insetticidi e repellenti, indispensabili alla Siberia; lacche e schiume da barba in Bulgaria; verso Cile e Australia due container annuali di anti-infestanti per l’allevamento. A sedurre multinazionali o piccole attività d’Oltralpe è il triplice invito TOSVAR. Oltre ad essere versatili, consentendo pezzi dal migliaio ai milioni, le linee di Pozzo sono scandite per cosmetici o casalinghi; medicali, cui si riserva l’undicesima produzione. Negli spray il laboratorio aziendale propone inoltre aria compressa o sacchetto gel, lasciandolo il GPL infiammabile alle mongolfiere; il che abbatterebbe i già abbattuti rischi di lavorazione. Ad azzeramento degli infortuni, sono esclusi dall’ambiente produttivo i-Pad e cellulari accesi, tacchi alle scarpe o chiavi meccaniche che non siano in ottone antiscintilla. La struttura non ha cunicoli in cui il GLP s’insinui e stacca anzi i capannoni per migliore difesa dagli incendi rispetto alle pareti tagliafuoco entro un unico spazio. Infine, Gloria Gioia rivolge allenata parola al mercato estero, garantendo il diretto colloquio della famiglia specie con le multinazionali tedesche. In 2010 TOSVAR took part in the international congress of aerosol manufacturers, the number of whom n Italy can be counted on one hand. In Europe the company is among the top six, with foreign markets receiving half of its production. Although invisible, producing for third parties, the company has illustrious customers such as BAYER, BILBA di CADEY, ARTSANA, 3M or emerging ones from Eastern Europe. TOSVAR has maintained dialogue with Russia, Slovenia and Bulgaria since 1989, sending insecticides and repellents among other things, which are indispensible to Siberia; lacquers and shaving foam to Bulgaria; to Chile and Australia it annually sends two containers of weed-killers for farming. Seducing multinationals or small transalpine businesses is TOSVAR’s triple invitation. Apart from being versatile, allowing pieces from a thousand to millions, the lines of Pozzo are divided into cosmetics or the household; the eleventh line of production is for medical products. In the sprays the company lab also offers compressed air or gel sachets, leaving the inflammable LPG to the hot air balloons, which reduces the already reduced risk of manufacturing. In order to prevent accidents, in the production environment i-Pads and mobile phones must be switched off and high heels or wrenches that are not made of non-spark brass are not allowed. The structure does not have tunnels into which the LPG can enter and the warehouses are actually open at the top for a better defence against fire, as opposed to firewalls inside a single space. Finally, Gloria Gioia begins to interact expertly with the foreign market, guaranteeing the family’s direct contact, especially with German multinationals. Come un augurio, i nipoti Gloria (1979) e Gabriele Gioia (1980) ricevettero al Battesimo la doppia iniziale di nonno Giuseppe. Lei conserva i dizionari del liceo, ora che è laureanda in mediazione linguistica e culturale. Perito meccanico, lui guidava il muletto all’età che mette gli altri sui motorini. Dalla naia a Udine rincasò con le magliette d’artiglieria pesante che ancora veste in azienda, dove avanza il passo come si coniugano i verbi al futuro. Sul difficile scorcio del 2003 volle definitivamente impegnarsi in TOSVAR. «Mi piace stare nel reparto, pensare la novità con le mani pronte a realizzarla. A me che lavoro dietro le quinte pare chiaro come mia sorella sappia calcare meglio le scene del mercato, estero soprattutto. Lei non potrebbe faticare il mio impegno tecnico né io il suo, che è più diplomatico». Quando Gloria prese servizio sui voli Alitalia, Gabriele le inviava con preoccupata ironia scatti quotidiani di sciagure aeree perché atterrasse in TOSVAR. «Temevo che lavorare coi miei familiari facesse cortocircuito - ricorda la sorella - non volevo esporre a tensioni professionali la nostra domestica serenità». Scansata quest’ombra, Gloria assunse la regia sulla clientela internazionale. Mastica inglese, francese, tedesco e spagnolo. Ma, in obbedienza al mercato, già addenta arabo e cinese. Siccome non ha lavorato prima in azienda, ci è arrivata con l’esperienza giusta per farlo poi. Toccò solo spigolare da riviste dedicate e norme europee un lessico troppo settoriale per finire sui dizionari. Like a good omen, the grandchildren Gloria (1979) and Gabriele Gioia (1980) received at baptism the double initials of grandfather, Giuseppe. She has kept her secondary school dictionaries, now that she is going to graduate in linguistic and cultural mediation. An expert mechanic, he was driving the fork-lift at an age when others are driving scooters. From his military service in Udine he returned home with the heavy artillery t-shirts that he still wears at work, where he steps to a rhythm of one who is conjugating verbs in the future. After the difficult patch of 2003 he decided to commit himself definitively to TOSVAR. «I like being in the on the shop floor, thinking up a new idea with my hands ready to make it a reality. To me, someone who works behind the scenes, it seems clear how my sister can better deal with the situations of the market, above all the foreign one. She couldn’t do my technical job, nor could I do hers, which is more diplomatic». When Gloria went to work for Alitalia, Gabriele used to send her, with worried irony, daily shots of air tragedies so that she would touch down in TOSVAR. «I feared that working with members of my family would lead to conflict – remembered his sister – I didn’t want to expose our domestic bliss to professional tensions». Having got over this worry, Gloria took over the management of international clients. She speaks a smattering of English, French, German and spanish. But, following the market, she is already getting her teeth into Arabic and Chinese. Since she didn’t work in the company before, she arrived with the right experience to do it then. She had only to glean from specialist journals and European standards a vocabulary too specific to be found in the dictionary. Uniforme blu operaio e scarpe antinfortunistiche, Luisa Sarto le indossa dal 1973, oggi proponendo i turni con voce di caporeparto. Raffredda una lite, calibra le turnazioni, scorge il grigio tra gli opposti; sempre equilibrista, pericolante mai. Blue overalls and safety shoes, Luisa Sarto who has worn them since 1973 today organises the shifts with a foreman’s voice. She cools down a quarrel, calibrates the shifts, she sees the middle ground between opposites; always a tightrope walker, never unsure of her step. Dei colleghi, Anna Brambilla manda a memoria i compleanni e gli anniversari matrimoniali, ricordando anche i più che 4000 codici dei prodotti aziendali. Anna Brambilla learns by heart the birthdays and wedding anniversaries of her colleagues, remembering also the 4,000 plus company product codes. Da Cernusco viene anche Ernesto Maggioni (1946), anima di metallo tra metalli quasi animati. Sorveglia la manutenzione TOSVAR dal 1984, archiviando tubi e bulloni con un ordine tanto misterioso da sembrare disordinato. E invece: «Di ciò che non serve oggi posso servirmi tra vent’anni». Già elettromeccanico, Ernestone ha un’intelligenza prensile. Pensa con le mani senza guanti «per non perdere il tatto sul pezzo, che così risponde meglio». Dopo l’orto o il piedibus, ai nipoti suoi e altrui, fa il pomeriggio in TOSVAR ben oltre la pensione. «Perché questa fatica è troppo bella - spiega con le mani sporche e pulite, di grasso e di lavoro - La sera rincaso stanco, mica stufo». Ernesto legge la calligrafia dei tubi, scalda i muscoli all’azienda; insegna ancora a Gabriele cosa il ragazzo riesce a rubargli: «imparare il mestiere - sorride - è un furto d’occhi». Also from Cernusco is Ernesto Maggioni (1946), a soul of metal among almost animated metals. He has overseen TOSVAR maintenance since 1984, storing pipes and bolts with an order so mysterious as to appear disorderly. And instead he says: «What I can’t use today might be of use to me in twenty years». Already an electrical mechanic, Ernestone has a prehensile intelligence. He thinks with his hands without gloves «so as not to lose the feel for the piece, which responds better like that». After the vegetable garden or the walking bus, for his grandchildren and others, he spends the afternoon in TOSVAR, well beyond his retirement time. «Because this work is so nice – he explains with his hands dirty and clean, with grease and work – I get home in the evening, tired but not upset». Ernesto reads the calligraphy of the pipes, stretches his muscles at the company; he still teaches Gabriele what the boy manages to steal from him: «learning the trade – he smiles – is theft with your eyes». “La mano è il vero organo della civiltà, iniziatore dell’evoluzione umana” da Ernst Fischer, L’arte è necessaria?, Roma 1962 (1 ed. Dresda 1959) “The hand is the true organ of civility, the initiator of human evolution” from Ernst Fischer, The Necessity of Art, Dresden 1959 produzione production Quando cade dalle spalle la giornata di lavoro, le cose diventano silenziose compagne: azzittisce l’azienda. In lontananza l’autostrada ha la voce del mare e, se cade, la pioggia fa un rumore di puntina sul vinile che finisce. I reparti si astraggono, pronti a voli d’astronave. Rampe, condotte, serbatoi. L’ombra illumina un volto poetico anche ai tubi più prosaici. When the working day falls from your shoulders, things become silent companions: the firm goes quiet. Far off, the motorway speaks with the voice of the sea and, if it falls, the rain makes the noise of the needle on a vinyl record that has finished. The sections shut down, ready for flights into space. Ramps, ducts and tanks. The darkness illuminates a poetic face even of the most prosaic pipes. Gli Idealisti spiegano come le cose esistano solo perché qualcuno le pensa. Nel buio orizzontale, prima che il sonno lo sorprenda, qualcuno pensa al lavoro di ieri o di domani. è merito suo se l’azienda non smette d’esistere. Idealists explain how things exist only because someone thinks of them. In the horizontal dark, before sleep surprises him, someone thinks of yesterday’s work or tomorrow’s. It’s down to him or her that the firm doesn’t cease to exist. UNA GIORNATA DI festa A DAY OF celebration Venerdì 31 agosto 2012 la famiglia Gioia ha voluto accanto a se collaboratori, amici, clienti e fornitori per festeggiare i 50 anni della Tosvar. On Friday 31 August 2012 the Gioia family wanted to be surrounded by collaborators, friends, customers and suppliers to celebrate 50 years of Tosvar. RINGRAZIAMENTI Un grazie sincero a tutti i nostri collaboratori, clienti e fornitori che ci sono stati vicini, aiutandoci e sostenendoci soprattutto nei momenti difficili. Queste pagine vogliono essere il ricordo di periodi più o meno lunghi vissuti intensamente insieme ed il nostro augurio che ciascuno di noi possa ritrovarvi solamente pagine piacevoli. Con sincera stima e riconoscenza. Famiglia Gioia ACKNOWLEDGEMENTS Sincere thanks to all of our collaborators, customers and suppliers who have been on hand, helped us and supported us above all in times of difficulty. These pages wish to remember those long or short periods spent intensely together and our wish is that each of us shall find them pleasant to read. With sincere esteem and gratitude. The Gioia family Trezzo sull’Adda, dicembre 2012. Trezzo sull’Adda, December 2012.