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345 Giotto a Firenze sorprende ancora:Layout 1
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n° 345 - maggio 2010
© Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie
Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
Giotto a Firenze sorprende ancora
È l’astuzia del pittore o la sua scelta stilistica che ci consentono oggi una
lettura nuova della Cappella Peruzzi nella Basilica di Santa Croce?
La Basilica di Santa Croce
a Firenze, probabilmente
opera di Arnolfo di Cambio che vi avrebbe lavorato a partire dal 12941295, fu edificata su
una pre-esistente piccola chiesetta che i francescani avevano costruito
in seguito al loro arrivo
in città nel 1252, in un
luogo ancora fuori dalle
mura, a pochi anni dalla
morte di San Francesco d’Assisi. La chiesa
fu terminata attorno al
1385, ma fu consacrata
solo nel 1443 in occasione della presenza in
città di papa Eugenio
IV.
Il complesso ha continuato ad essere arricchito e modificato nei
sette secoli dalla sua fondazione, acquisendo sempre nuovi connotati simbolici: da chiesa francescana a “municipio”
religioso per le grandi
famiglie e le corporazioni, da laboratorio e
bottega artistica a centro teologico, da “pantheon” delle glorie italiane a luogo di riferimento della storia politica dell’Italia pre e
post-unitaria. Alcune
modifiche infatti furono conseguenza di precise vicissitudini storiche e politiche, fino all’impegno profuso nell’Ottocento per trasformare Santa Croce nel
grande mausoleo della
storia italiana.
All’interno della chiesa
due cappelle rivestono
particolare importanza:
la Cappella Peruzzi e
la Cappella Bardi, entrambe decorate da
Giotto tra il 1320 e il
1325. Nella prima sono
raffigurate le Storie di
San Giovanni Battista
e quelle di San Giovanni
Evangelista, mentre nella
seconda le Storie di San
Francesco.
Questo patrimonio, in
gran parte deteriorato
e per molto tempo nascosto da una tinteggiatura eseguita prima
del 1730, fu riportato
alla luce nel 1852 e successivamente restaurato con tecniche “moderne” nel 1959. Tuttavia le pitture della
Cappella Peruzzi non
recuperarono la loro originale unicità per le numerose mutilazioni e
per la tecnica usata da
Giotto nella esecuzione
dei dipinti che erano
stati realizzati a tempera, tecnica questa (a
differenza dell’affresco) soggetta a subire
modificazioni con il passare del tempo.
È recentissima la notizia di un’accurata campagna di indagini diagnostiche che sta rivelando importantissime
novità capaci di modificare radicalmente il
giudizio critico sul ciclo pittorico all’interno
di questa Cappella; è
Giotto: Assunzione di San Giovanni - Firenze, Basilica di Santa Croce, Cappella Peruzzi
proprio la caratteristica
tecnica della pittura eseguita a secco che, se ci
ha privato per secoli di
una lettura autentica
dell’opera, oggi, grazie all’uso dei raggi ultravioletti che cattu-
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rano la materia organica contenuta nei collanti con cui si componevano i colori (chiara
d’uovo, caseina o olio),
consente la ricomposizione nello spazio immateriale della luce di
molti e sorprendenti
particolari pittorici e
compositivi. Si è ritenuto che Giotto dipingesse nella Cappella Peruzzi a secco perché impegnato contemporaneamente in altri cantieri, ma alla luce di queste scoperte, si può invece ipotizzare una sua
vera e propria scelta artistica vòlta ad ottenere
effetti pittorici simili
a quelli della pittura
su tavola. Secondo questa teoria quindi la pittura a secco è per Giotto
ricerca e sperimentazione: i volumi, la luce,
il naturalismo che egli
intendeva ricreare nella
pittura murale sono impossibili nell’affresco,
poiché il colore tende
“a spegnersi” nella carbonatazione.
Fondamentale per gli
studi e la maggiore comprensione dell’arte di
Particolare dell’Assunzione di San Giovanni nel suo attuale stato di conservazione e con l’ausilio dei raggi UV
Giotto, le attuali indagini potrebbero portare anche a una revisione delle cronologie
nell’opera complessiva
del maestro e i risultati potranno essere fruibili agli studiosi e al
pubblico mondiale alla
fine di una completa
campagna fotografica
e video che diverrà disponibile in forma virtuale. Al termine delle
operazioni diagnostiche nella Cappella Peruzzi verrà condotto un
analogo studio sulla Cappella Bardi, e poi, esaurite le indagini, si procederà alla realizzazione
di una completa mappatura dello stato di conservazione dei preziosi
dipinti.
lorenzo gualtieri
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