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La seconda attività

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La seconda attività
Dal Manoscritto al Capolavoro
Attività
Un esempio di lettura dal Decameron
Uno scambio di battute tra Giotto e un famoso giurista
Il pittore Giotto e Forese da Rabatta, uomo di legge e professore a Pisa (13381339), tornano entrambi dai loro possedimenti nel Mugello: sono diretti a Firenze e
percorrono insieme un tratto di strada. Nella parte iniziale della novella Boccaccio
racconta che Forese era “di tanto sentimento nelle leggi, che da molti valenti uomini
uno armario di ragione civile fu reputato”: dunque un grande conoscitore del diritto
ed esperto di leggi, tanto da ricoprire incarichi importanti (a Firenze fu Priore e
Gonfaloniere). L’aspetto fisico di Forese era al contrario poco piacevole: Boccaccio
dice che era “di persona piccolo e isformato, con viso piatto e ricagnato”. Allo stesso
modo anche Giotto, già famoso come il più grande artista della sua epoca, non era –
come scrive Boccaccio – “più bello che fosse messer Forese”.
I due personaggi stanno tornando a Firenze e vengono colti da un temporale estivo: trovano rifugio
nel casolare di un loro amico da cui prendono in prestito un mantello e un cappello ciascuno per ripararsi
dalla pioggia. Quindi riprendono il cammino e quando smette di piovere iniziano a parlare tra loro: è a
questo punto che avviene un salace scambio di battute in cui alla fine è Giotto ad avere l’ultima parola e a
lasciare di sasso il compagno di viaggio Forese.
Messer Forese da Rabatta e maestro Giotto dipintore, venendo di Mugello, l’uno la sparuta apparenza
dell’altro motteggiando morde
(G. Boccaccio, Decameron, giornata VI, novella quinta).
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Avevano in Mugello messer Forese e Giotto lor possessioni ; e essendo messer
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Forese le sue andate a vedere, in quegli tempi di state che le ferie si celebran per le
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corti , e per avventura in su un cattivo ronzin da vettura venendosene, trovò il già
detto Giotto, il quale similmente avendo le sue vedute se ne tornava a Firenze; il
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quale né in cavallo né in arnese essendo in cosa alcuna meglio di lui, sì come vecchi a
pian passo venendosene insieme s’accompagnarono. Avvenne, come spesso di state
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veggiamo avvenire, che una subita piova gli sopraprese : la quale essi, come più
tosto poterono, fuggirono in casa d’un lavoratore amico e conoscente di ciascheduno
di loro. Ma dopo alquanto, non faccendo l’acqua alcuna vista di dover ristare e
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costoro volendo essere il dì a Firenze, presi dal lavoratore in prestanza due
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mantellacci vecchi di romagnuolo e due cappelli tutti rosi dalla vecchiezza, per ciò
che migliori non v’erano, cominciarono a camminare.
Ora, essendo essi alquanto andati e tutti molli veggendosi e per gli schizzi che i
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ronzini fanno co’ piedi in quantità zaccherosi , le quali cose non sogliono altrui
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accrescer punto d’orrevolezza , rischiarandosi alquanto il tempo, essi che
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lungamente erano venuti taciti , cominciarono a ragionare. E messer Forese,
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cavalcando e ascoltando Giotto, il quale bellissimo favellatore era, cominciò a
considerarlo e da lato e da capo e per tutto, e veggendo ogni cosa così disorrevole e
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così disparuto, senza avere a sé niuna considerazione , cominciò a ridere e disse:
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«Giotto, a che ora venendo di qua alla ’ncontro di noi un forestiere che mai veduto
non t’avesse, credi tu che egli credesse che tu fossi il migliore dipintore del mondo,
come tu se’?»
A cui Giotto prestamente rispose: «Messere, credo che egli il crederebbe
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allora che, guardando voi, egli crederebbe che voi sapeste l’abicì.»
Il che messer Forese udendo il suo error riconobbe, e videsi di tal moneta
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pagato, quali erano state le derrate vendute .
1. possessioni: possedimenti.
2. tempi di state: periodo estivo.
3. le ferie si celebran per le corti:
si prendono le vacanze nei
tribunali.
4. ronzin da vettura: cavallo preso
a noleggio.
5. in arnese: nel vestire.
6. una subita piova: un temporale
improvviso.
7. li sopraprese: li sorprese.
8. il dì: il giorno stesso.
9. in prestanza: in prestito.
10. di romagnuolo: panno grezzo
e di poco pregio.
11. zaccherosi: pieni di fango.
12. orrevolezza: onorevolezza,
decoro.
13. erano venuti taciti: erano stati
a lungo in silenzio.
14. favellatore: parlatore.
15. senza avere a sé niuna
considerazione: senza guardare a
se stesso.
16. a che ora: quando mai.
17. allora: a quel punto, correlato
con a che ora.
18. videsi di tal moneta pagato,
quali erano state le derrate
vendute: si vide ripagato con la
stessa moneta.
Dal Manoscritto al Capolavoro
Riscrivi la novella in italiano moderno
Nel riprodurre la novella abbiamo omesso l’antefatto raccontato da Boccaccio: la fama dei due
personaggi, il loro aspetto fisico, la stessa terra d’origine, il Mugello.
Il lavoro sul testo consiste nel fornire una traduzione in italiano moderno della breve novella,
adattandola come se fosse un racconto scritto oggi. L’esercitazione potrebbe avvenire suddividendo la classe
in piccoli gruppi di tre-quattro alunni, premiando alla fine il racconto che risulterà più scorrevole e aderente
al testo originale.
Avevano in Mugello messer Forese e Giotto lor
possessioni; e essendo messer Forese le sue andate a
vedere, in quegli tempi di state che le ferie si celebran
per le corti, e per avventura in su un cattivo ronzin da
vettura venendosene, trovò il già detto Giotto, il quale
similmente avendo le sue vedute se ne tornava a Firenze;
il quale né in cavallo né in arnese essendo in cosa alcuna
meglio di lui, sì come vecchi a pian passo venendosene
insieme s’accompagnarono.
Avvenne, come spesso di state veggiamo avvenire,
che una subita piova gli sopraprese: la quale essi, come
più tosto poterono, fuggirono in casa d’un lavoratore
amico e conoscente di ciascheduno di loro. Ma dopo
alquanto, non faccendo l’acqua alcuna vista di dover
ristare e costoro volendo essere il dì a Firenze, presi dal
lavoratore in prestanza due mantellacci vecchi di
romagnuolo e due cappelli tutti rosi dalla vecchiezza, per
ciò che migliori non v’erano, cominciarono a camminare.
Ora, essendo essi alquanto andati e tutti molli
veggendosi e per gli schizzi che i ronzini fanno co’ piedi in
quantità zaccherosi, le quali cose non sogliono altrui
accrescer punto d’orrevolezza, rischiarandosi alquanto il
tempo, essi che lungamente erano venuti taciti,
cominciarono a ragionare. E messer Forese, cavalcando e
ascoltando Giotto, il quale bellissimo favellatore era,
cominciò a considerarlo e da lato e da capo e per tutto, e
veggendo ogni cosa così disorrevole e così disparuto,
senza avere a sé niuna considerazione, cominciò a ridere
e disse: «Giotto, a che ora venendo di qua alla ’ncontro di
noi un forestiere che mai veduto non t’avesse, credi tu
che egli credesse che tu fossi il migliore dipintore del
mondo, come tu se’?»
A cui Giotto prestamente rispose: «Messere, credo
che egli il crederebbe allora che, guardando voi, egli
crederebbe che voi sapeste l’abicì.»
Il che messer Forese udendo il suo error
riconobbe, e videsi di tal moneta pagato, quali erano
state le derrate vendute.
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Dal Manoscritto al Capolavoro
Lessico arcaico
In giallo abbiamo segnalato alcuni termini
arcaici non più in uso nell’italiano moderno.
Impiegando la LIM e con l’aiuto del vocabolario o
del Vocabolario degli Accademici della Crusca
prova a ricercarne il significato.
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
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
Veggiamo
Sogliono
Disorrevole
Disparuto
Prova a individuare altri termini che non conosci e a cercarli sul Vocabolario.
Il vocabolario della Crusca è consultabile on line al seguente indirizzo internet:
http://www.lessicografia.it/ricerca_libera.jsp
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