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la nuova biblioteca per ragazzi
LA NUOVA
BIBLIOTECA
PER RAGAZZI
Contributi alla definizione di un nuovo
servizio di pubblica lettura giovanile
Il dibattito sulla nuova biblioteca per ragazzi
continua in Internet. Partecipa anche tu.
Invia le tue opinioni tramite e-mail all’indirizzo:
[email protected]
I testi sono estratti
dal numero 45 di LiBeR (gen.-mar. 2000)
GRAFICO
Mirko Bettazzi
[email protected]
REALIZZAZIONE EDITORIALE
Idest
Via Ombrone 1
50013 Campi Bisenzio (FI)
Tel. 055 8966577
Fax 055 8953344
Email: [email protected]
www.idest.net
2
indice
3
Introduzione
5
Macchine per leggere
MAURIZIO VIVARELLI
8
Strutture del welfare
GIAN BRUNO RAVENNI
9
Profilo e identità
MARIO CORDERO
11
Funzioni della cooperazione
LUIGI PALADIN
CLAUDIA BONARDELLI
15
Biblio… educatore
ENZO CATARSI
17
Dentro e fuori il libro
RITA VALENTINO MERLETTI
19
Dall’eccezionale al quotidiano
ROBERTA CARDARELLO
21
E tu che lettore sei?
EROS MIARI
24
Multimedialità in biblioteca
ANTONELLA AGNOLI
27
Libri & altri media
STEFANIA FABRI
30
La biblioteca virtuale
MAURIZIO CAMINITO
34
Cronache dal seminario
La Nuova Biblioteca per Ragazzi
3
I contributi che seguono danno conto della discussione svoltasi nel
Seminario “La nuova biblioteca per ragazzi” promosso da Regione Toscana,
Provincia di Firenze e Comune di Campi Bisenzio con il patrocinio
dell’Associazione Italiana Biblioteche presso Villa Montalvo a Campi
Bisenzio il 2 e 3 dicembre 1999.
Il Seminario, organizzato dalla Biblioteca Gianni Rodari di Campi Bisenzio
con il coordinamento della rivista LiBeR, si è rivolto in primo luogo ai bibliotecari delle biblioteche pubbliche e scolastiche e a chi si occupa professionalmente di lettura e libri per ragazzi: insegnanti, editori, librai, operatori
culturali. L’iniziativa ha avuto come principale finalità quella di fornire a tutti
i partecipanti un ampio e approfondito panorama sull’attuale situazione delle biblioteche per ragazzi e di favorire un’occasione qualificata di aggiornamento e di confronto fra gli operatori.
Crediamo che questi obiettivi siano stati ampiamente raggiunti; più difficile
è valutare se e quanto si sia arrivati vicini (o lontani) rispetto a un modello
di nuova biblioteca per ragazzi, i cui contorni sono stati delineati negli interventi che offriamo in lettura nelle prossime pagine.
Non era semplice arrivare a punti conclusivi; forse non era nemmeno possibile. Di sicuro i tasselli apportati dalla discussione al puzzle della “nuova biblioteca” ci consentono di intravederne forme e movimenti e quanto appare
ci conforta al di là di tutte le difficoltà che comunque si frappongono per disturbare una visione più precisa e completa. Il motivo fondamentale di questo conforto sta nell’aver visto al centro della discussione, in modo quasi
naturale, senza precedenti orchestramenti, un concetto di biblioteca riportato alla pratica della lettura. Sia chiaro, lettura in tutte le sue forme, da quelle tradizionali alle più recenti multimediali e ipertestuali. Ma sempre e comunque lettura!
Attività che finalmente vede coinvolti per primi i cosiddetti mediatori delle
letture infantili (insegnanti, bibliotecari), che non si capisce cosa dovrebbero mediare se queste letture per primi non le avessero fatte loro, se questi
libri – o che altro – da “porgere” ai ragazzi non fossero da loro già conosciuti, apprezzati o scartati, in ogni caso vissuti per poter essere credibilmente
proposti. Su questo punto convergono, con modalità e obiettivi diversi, un
po’ tutti gli interventi: sono sì importanti, essenziali gli altri elementi che, insieme, fanno una nuova biblioteca per ragazzi, dalla catalogazione ai rapporti con la scuola e con le sue esigenze didattiche, alla cooperazione bibliotecaria; ma
c’é comunque un nodo tematico, avvolto intorno alla pratica di lettura (fatto
di formazione del personale, attenzione nella costituzione delle raccolte,
promozione della lettura), che più di ogni altro caratterizza l’attuale crescita
della biblioteca. Su questo terreno si attesta il punto più alto in cui possono
essere soddisfatti i bisogni dell’utente.
Intorno a questo nucleo continueremo a lavorare e a cercare con l’apporto
di tutti una configurazione più approfondita possibile della nuova biblioteca
per ragazzi. Ci aiuterà in ciò il Forum che abbiamo aperto in LiBeRWEB e al
quale vi invitiamo a collaborare.
4
Maurizio Vivarelli
Bibliotecario
Le biblioteche? Un filtro attraverso cui le informazioni
diventano strumento di crescita,
configurandosi in forme di
conoscenza socialmente
condivisibili. E incontri,
dibattiti, riflessioni sulla
nuova biblioteca per
ragazzi possono essere
occasioni formidabili per alimentare questa consapevolezza
Macchine
per leggere
È stata davvero una sensazione confortante
quella di vedere, la mattina del primo giorno del seminario, la splendida e capiente
Limonaia della Villa Montalvo di Campi Bisenzio gremitissima. Ciò ha dato una dimensione visibile di quanto necessaria fosse
quest’iniziativa, che si proponeva l’ambizioso obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte dei servizi delle biblioteche per ragazzi.
Tutte le relazioni presentate al Seminario seguono in questo fascicolo di LiBeR; mi limiterò dunque a proporre qualche riflessione
su alcuni dei nodi concettuali esposti, o implicati, negli interventi della prima sessione.
La prima notazione riguarda Gian Bruno
Ravenni (Regione Toscana), che ha rapidamente dato notizia delle attività di misurazione e valutazione dei servizi delle biblioteche toscane di ente locale, promosse dalla
Reg ione c on la col l ab orazione del
Dipartimento di Storia e culture del testo e
del documento dell’Università della Tuscia.
Al tema della misurazione e valutazione dei
servizi, anche in riferimento alle biblioteche
per bambini e ragazzi, va riconosciuta una
posizione di assoluto rilievo nel dibattito;
così come credo vada attentamente conside rata la prospettiva, additata da Ravenni, di
considerare le biblioteche ineliminabili elementi di una moderna concezione dello stato sociale.
Stimoli interessanti sono stati forniti da
Mario Cordero, che ha appassionatamente
posto il problema del grado di legittimità
sociale di cui i servizi bibliotecari godono
oggi in Italia; Cordero, inoltre, riecheggiando certe tesi di Luca Ferrieri — la seduzione
del testo e la sedizione richiesta ai lettori —
sembra dar credito a un’identità della biblioteca per ragazzi che nella pratica della
lettura, criticamente intesa, trova una delle
proprie ragioni d’essere costitutive.
Anche l’intervento di Luigi Paladin e Claudia Bonardelli ha
fornito materiali di rilievo, attraverso un’analitica rassegna
delle attività di gestione cooperativistica dei servizi praticate soprattutto nella provincia di Brescia. Partendo dal concetto di una cooperazione che tende a integrare nella diversità i singoli istituti cooperanti, i due autori hanno schematicamente richiamato svariate esperienze di cooperazione:
dalla catalogazione alla predisposizione di nuovi accessi semantici ai documenti (con parole chiave, abstract, link multimediali), alla gestione delle collezioni. In questo senso è
parsa interessante l’esperienza del Sistema bibliotecario
Brescia-est, che coordina e garantisce l’acquisto di tutte le
pubblicazioni per bambini e ragazzi edite, disponibili sia in
visione sia per la produzione di bibliografie, sia per garantire la conservazione sistematica di questa tipologia di materiali.
Enzo Catarsi ha collocato il tema dei servizi bibliotecari per
bambini e ragazzi nel più ampio quadro delle relazioni fra
tutte le agenzie educative orientate ai bambini piccoli, sottolineando l’importante ruolo della biblioteca per ragazzi
nel favorire, attraverso le interazioni precoci tra bambino e
libro, un più articolato sviluppo linguistico del bambino.
“
La biblioteca per ragazzi trova
nella pratica della lettura,
criticamente intesa, una delle
proprie ragioni d’essere costitutive
Queste importanti funzioni implicano la presenza di competenze professionali adeguate nel bibliotecario, che con diverse modulazioni — dipendenti anche dalla complessità
della struttura organizzativa in cui opera — dovrà dunque
peculiarizzarsi come biblioeducatore, caratterizzato da una
solida conoscenza della letteratura per l’infanzia e delle tematiche connesse alla promozione della lettura; tutto ciò integrato a specifiche competenze biblioteconomiche e bibliografiche.
Credo infine che i dati statistici sui servizi per bambini e ragazzi delle biblioteche toscane, qui forniti, mostrino con e-
5
L’INDAGINE
I SERVIZI DELLE BIBLIOTECHE PER RAGAZZI IN TOSCANA
I dati sui servizi bibliotecari per bambini e ragazzi qui forniti sono tratti da un’indagine sui
servizi delle biblioteche toscane di ente locale attuata dall’Ufficio biblioteche, beni librari e
attività culturali della Regione Toscana, con il supporto scientifico del Dipartimento di Storia
e culture del testo e del documento dell’Università della Tuscia.1
All’indagine hanno risposto 206 biblioteche e da quest’insieme sono stati estratti due sottogruppi: il primo
è formato dalle biblioteche che hanno fornito informazioni relative ad accessioni librarie post 1970 e al
1998 di libri in genere e specificamente per ragazzi;2 il
secondo (tabella 1) da quelle biblioteche che hanno
compilato le voci del questionario relative ai servizi
per bambini e ragazzi.
L’esame dei dati quantitativi ottenuti (tabella 2), con
tutte le cautele metodologiche del caso, permette di
effettuare alcune considerazioni.
- La consistenza della popolazione giovanile (0-13 anni) rappresenta l’11.56% della popolazione totale dei
territori comunali in cui operano le biblioteche.
- L’incidenza percentuale degli utenti 0-13enni è nettamente superiore alla percentuale degli abitanti tra gli
0 e i 13 anni sul totale della popolazione (17.23%).
- I libri per ragazzi acquistati dopo il 1970 costituiscono il 7.66% del totale dei libri acquistati dalle biblioteche del campione: pochi indubbiamente, e il dato assume una connotazione più negativa se teniamo
conto di quanto rapidamente invecchi questa tipologia di materiali librari.
- Per il 1998 la percentuale di libri per bambini e ragazzi acquistati è del 25.33% rispetto al totale degli
acquisti; la percentuale pare tuttavia sovradimensionata: in assenza di serie storiche strutturate è difficile valutarne l’affidabilità.
I seguenti dati sono invece riferiti alla dotazione documentaria pro capite.
- libri post 1970 pro capite: 1.08%
- libri per ragazzi post 1970 pro capite: 0.7%
- libri post 1970 per utente: 17.87%
- libri p o s t1 9 7 0p e r bambini e ragazzi per utente: 8.6%.
Luciana Bendoni e Maurizio Vivarelli
1. Si ringrazia Anna Galluzzi per la collaborazione fornita nell’elaborazione dei dati.
2. Le biblioteche che costituiscono questo sottogruppo sono le
seguenti: Anghiari, Bibbiena, Castiglion Fiorentino, San Giovanni Valdarno, Sansepolcro, Borgo San Lorenzo, Certaldo,
Scandicci, Sesto Fiorentino, Follonica, Piombino, Campo nell’Elba, Altopascio, Barga, Camaiore, Massa, Aulla, Pontedera,
San Miniato, Volterra, Prato, Pistoia (Biblioteca dei Ragazzi),
Abbadia San Salvadore, Murlo, San Gimignano.
Tabella 1
Biblioteca
Anghiari
Castiglion Fiorentino
Certaldo
Follonica
Camaiore
San Miniato
Volterra
Prato
TOTALI
Ab.tot
5.890
11.629
15.851
21.566
30.535
26.203
11.664
171.135
294.473
Ab.0-13
574
1.490
1.710
2.155
3.737
3.096
1.142
20.138
34.042
Ut.tot
715
1.497
2.041
2.742
3.132
1.560
1.200
3.590
16.477
Ut.0-13
143
260
865
134
492
280
200
466
2.840
Vol.70
10.412
15.469
20.000
95.000
20.205
29.800
9.039
118.972
318.897
Vol.70 rag
2.332
—
8.000
5.200
2.184
3.200
1.014
2.500
24.430
Ac.98
361
465
1.085
2.811
680
837
745
4.148
11.132
Ac.98rag
126
60
700
1.000
147
236
60
480
2.809
Mq.pub
246
131
874
1.560
180
252
309
2.590
6.142
Mq.rag
55
35
82
444
30
31
47
300
1.024
Legenda
Ab.tot
Ab.0-13
Ut.tot
Ut.0-13
Vol.70
= abitanti
= abitanti tra 0 e 13 anni
= utenti
= utenti tra 0 e 13 anni
= accessioni post 1970
Vol.70rag
Ac.98
Ac.98rag
Mq.pub
Mq.rag
= accessioni post 1970 per bambini e ragazzi
= accessioni nel 1998
= accessioni nel 1998 per bambini e ragazzi
= mq. destinati al pubblico
= mq. destinati a servizi per bambini e ragazzi
Tabella 2
1
2
3
4
5
Rapporto abitanti 0-13 anni/abitanti
Rapporto utenti 0-13 anni/utenti
Rapporto accessioni ragazzi post 1970/accessioni totali
Rapporto accessioni ragazzi 1998/accessioni 1998
Rapporto mq. ragazzi/mq. per pubblico
11.56 *
17.23 *
7.66 *
25.33 *
16.67 *
6
7
8
9
Libri post 1970 per abitante
Libri ragazzi post 1970 per abitante 0-13
Libri post 1970 per utente
Libri ragazzi post 1970 per utente 0-13
* Valori in percentuale
6
** Valori assoluti
1.08
0.7
17.87
8.6
**
**
**
**
videnza — pur nella loro parzi alità —
quanto utile possa rivelarsi in prospettiva
l’articolare con maggior sistematicità le pratiche di misurazione e valutazione, così da
garantire a tutti i soggetti interessati dati
quantitativi aggiornati e raccolti con criteri
rigorosi e corretti. Al pari dei servizi delle
biblioteche andrebbe monitorata l’evoluzione delle pratiche di lettura e in tal senso, a
fronte di una serie di dati statistici ormai
notevole,1 potrebbe rivelarsi utile valutare
l’efficacia euristica dell’applicazione di metodologie qualitative allo studio della lettur a ; 2 in particolare andrebbe seguito con
grande attenzione e promosso lo studio delle modalità di lettura e di ricezione dei testi
digitali e ipertestuali, la cui diffusione è certo destinata ad aumentare nei prossimi anni.
Tutto ciò, naturalmente, con l’obiettivo di
rinsaldare quel modello di biblioteca come
macchina per leggere3 forse troppo frettolosamente collocato ai margini del dibattito
professionale più vivo.
Le biblioteche, in questa prospettiva, potrebbero trarre importanti elementi per fondare maggiormente il proprio ruolo sull’essere nodi critici nei processi di trasmissione,
riscoprendo, reinterpretando e valorizzando
una vocazione antica in base alla quale proporsi — anche
negli scenari della società dell’informazione — come strutture organizzate in cui avviene la metamorfosi delle informazioni in conoscenza socialmente condivisa.
Ritengo insomma che la riflessione sulla nuova biblioteca
per ragazzi brillantemente impostata nel seminario di
Campi costituisca, oltreché un’occasione d’indubbio arricchimento professionale, anche un possibile e forse auspicabile punto di snodo dei ragionamenti sulle biblioteche in
Italia, che contribuisca ad alimentare il dibattito sulla fondamentale necessità che le biblioteche inscrivano tra i propri principi costitutivi la stabile consapevolezza di essere
strumenti attivi di crescita civile per bambini, ragazzi, giovani e adulti delle proprie comunità.
1. S. Gazzelloni (curatore). I lettori di libri in Italia. Comportamenti e at teggiamenti degli italiani nei confronti della lettura, Roma, ISTAT, 1998.
2. Sull’applicazione di queste metodologie alla ricerca sociale cfr. A.
Melucci (curatore). Verso una sociologia riflessiva, Bologna, Il Mulino,
1998; sulla loro applicazione alle discipline del libro si rimanda ai fascicoli monografici: J. Bradley; B. Sutton (guest editors). “Symposium on
Qualitative Research”, The Library Quarterly, 63, 1993; G.M.
McCombs; T.M. Maylone (issue editors). “Qualitative Research”,
Library Trends, 46, 1998.
3. Per un’introduzione bibliografica all’argomento si rimanda a: P.
I n n o c e n t i. “La macchina per leggere e i problemi della lettura. Bibliografia di riferimento” in: M. Vivarelli (curatore). Il futuro della lettu ra, Manziana, Vecchiarelli, 1997; L. Ferrieri. La lettura? Che storia. Cosa
leggere sulla lettura ed i lettori, Modena, Comune di Modena, 1997.
7
Maggiori opportunità e strumenti idonei: ecco quanto occorre
alle biblioteche pubbliche, e dunque
anche a quelle per ragazzi – da oltre
20 anni partner inseparabili della
scuola ma
purtroppo
concepite talvolta
come meri sussidi
alla didattica – per
entrare fra le strutture del welfare rinnovato
Strutture
del welfare
Gian Bruno
Ravenni
Dirigente
Regione Toscana
cenza o di sussidi alla didattica. Credo invece che le biblioteche pubbliche, dunque anche quelle per ragazzi, debbano entrare a
pieno titolo fra le strutture del welfare rinnovato e modernizzato del quale si discute
oggi soprattutto in negativo — in termini di
tagli alle pensioni — e di cui sarebbe invece
a quel tempo non mi era ancora stata insegnata la dottrina
più utile farlo in positivo, discutendo di coche dovevo più tardi rapidamente imparare in Lager, seme dovrebbe essere.
condo la quale primo ufficio dell’uomo è perseguire i proIl welfare rinnovato dovrà soprattutto gapri scopi con mezzi idonei, e chi sbaglia paga.
rantire a tutti uguaglianza di opportunità e
gli strumenti per stare da protagonisti nel
Mi veniva in mente questo passo ascoltando la relazione
mercato del lavoro; piaccia o non piaccia,
d’apertura di Mario Cordero, laddove ha sottolineato la risarà sempre meno assistenza e beneficenza.
levanza della questione delle biblioteche per i ragazzi e, per
I giovani queste cose le sanno benissimo. Da
contro, il deficit di riconoscimento sociale di cui esse soffrono.
un’ indagi ne condotta recentemente in
V a l d e l s a , 1 nei comuni di Poggibonsi e
Eppure da oltre 20 anni in buona parte d’Italia le biblioteCertaldo, risulta una fortissima accelerazioche per ragazzi, in quanto strutture specializzate oppure
ne dei livelli di scolarizzazione che determiparte di biblioteche pubbliche, accompagnano l’estendersi
na differenze profonde fra le generazioni.
della scolarizzazione di massa e sono partner inseparabili
Tra chi ha meno di 35 anni la quota di didella scuola. In biblioteca i ragazzi hanno imparato a pratiplomati e laureati è circa il doppio di quella
care un rapporto con i libri qualitativamente diverso, più lipresente tra i 36 e i 50 anni e circa sette volbero, nonché a conoscerli sotto forma di “insiemi di libri”,
te e mezzo quella delle coorti più anziane.
da interrogare utilizzando strumenti di ricerca. Non è poco
I giovani cercano nella scuola e nella formase si pensa alle sterminate generazioni di studenti che, anche
zione gli strumenti per difendersi sul mercato e dal merI giovani cercano nella scuola e nella formazione gli
cato. Il nuovo welfare dovrà
essere modellato sui loro bistrumenti per difendersi sul mercato e dal mercato
sogni, assecondare i loro
sforzi offrendo percorsi formativi di elevato livello qualitativo, l ’accesso a tutti gli strumenti
in tempi a noi vicini, hanno concluso la carriera scolastica
d’informazione e formazione lungo l’intero
senza mai essere entrati in una biblioteca.
l’arco della vita. È in questo contesto, all’inRimane tuttavia la sensazione che ciò sia stato compiuto
terno di un disegno generale, che la biblioquasi sempre senza disporre di mezzi idonei, più per coinciteca pubblica potrà trovare piena legittimadenze fortuite e fortunate, per sensibilità locali, che all’interzione e, finalmente, la possibilità di perseno di un disegno generale.
guire i propri scopi con mezzi idonei. Allora
Da qui l’intermittenza dell’impegno e i vuoti spesso clamosi potrà parlare di “nuova” biblioteca per
rosi, specie nel Meridione. Credo che forse una spiegazione
ragazzi.
di quest’incompiutezza di disegno possa essere ricercata nel
persistere di un approccio alla promozione della lettura e
1. P. Ginsborg; F. Ramella. Un’Italia minore. Famiglia, i della biblioteca pubblica come forme di assistenza e benefiNelprimocapitolodi Se questo è un uomo, raccontando del
suo arresto alla fine del ’43, quando con alcuni amici, senza
mezzi adeguati e senza esperienza, aveva tentato di costituire una banda partigiana, Primo Levi scrive:
“
struzione e tradizioni civiche in Valdelsa, Giunti, 1999.
8
Mario Cordero
Bibliotecario
Come mai a un settore bibliotecario come quello
giovanile, così importante per lo sviluppo culturale e che
copre circa metà
dell’utenza, si riserva una
clamorosa disattenzione?
E perché la professionalità
di chi lo gestisce è poco
riconosciuta? Storia, quesiti,
ipotesi e speranze della biblioteca per ragazzi
Profilo
e identità
Due domande impertinenti, per cominciare.
Esiste una nuova biblioteca per ragazzi? E
questa biblioteca, vecchia o nuova che sia, è
in grado di ottenere un riconoscimento sociale che la sostenga? In altre parole: siamo
di fronte a un progetto teorico che configura un modello effettivamente nuovo o invece parliamo della realtà e diciamo che esiste
già una nuova biblioteca per ragazzi, qui o
altrove, e che quindi il modello non è in discussione ma si tratta semmai di trovare le
strade e gli strumenti per realizzarlo?
Vediamo.
discorso! Il paradosso: si parla tanto di scrittura, di lettura,
mai come oggi il problema sembra essere tornato al centro
anche di progetti di riforma scolastica, si parla con toni talvolta apocalittici di giovani perduti, sprofondati nelle discoteche, irrimediabilmente distratti, lettori postmoderni di
spazzatura stampata o in video, si continua a dire — peraltro con eccessiva dose di ottimismo illuminista — che l’educazione alla lettura deve cominciare presto, sempre più presto, per provocare comportamenti che dureranno tutta la
vita… Si dice tutto questo e poi si fa poco o nulla per attivare risposte convincenti al problema della non lettura.
Anzi, sembra affiorare qua e là una sorta di neoaristocraticismo culturale, che di fronte alla difficoltà di far crescere i
livelli di lettura pubblica su standard europei si rifugia in una concezione della lettura come appannaggio di un gruppo
relativamente ristretto. “Il problema della lettura andrebbe
Il contesto
Sono tre i momenti della sua storia in Italia.
Il primo, fra gli anni ’60 e ’70, è quello della nascita e del consolidamento, quando il dibattito sulle biblioteche per ragazzi era tutto
C’è una divaricazione crescente tra il libro praticato
sommato marginale, trattandosi di un problema considerato
quale strumento di formazione culturale e il libro
accessorio. Negli anni ’80 e
’90 registriamo viceversa un
come evasione, fra tempo scolastico e tempo libero
boom d’interesse di progetti e
realizzazioni che sembravano identificare un nuovo protagonista nel dibattito sulla diffusione della letaffrontato” — ha affermato l’ex consigliere di D’Alema,
tura. Oggi l’impressione è che qualcosa si
Fabrizio Rondolino — “avendo ben chiaro che i lettori sosia inceppato, che non si sia riusciti a metteno e sempre più saranno una piccola minoranza, come gli
amanti dell’opera lirica o, per dire, gli scacchisti”.
re all’incasso quanto si è elaborato e sperimentato nei decenni precedenti. I francesi
E non è che il problema non riguardi noi, inguaribili proparlano di épreuve de la banalisation. In efmotori delle biblioteche e della lettura per tutti, resistenti
fetti c’è un paradosso che riguarda tutti ed è
seppur non insensibili agli insuccessi della promozione della
la clamorosa disattenzione riservata a un
lettura.
C’è indubbiamente una divaricazione crescente tra il libro
settore che accoglie circa il 50% dell’utenza
complessiva della biblioteca.
praticato quale strumento di formazione culturale e il libro
Sarà dunque che la biblioteca per ragazzi
(ma più ancora la rivista e gli altri media) come evasione; e
non è in grado di ottenere un riconoscimenc’è insieme una divaricazione crescente fra tempo scolastico
to sociale adeguato? È qui che scatta la bae “tempo libero”, destinato cioè al consumismo ludicosportivo. Dinamiche che potrebbero davvero schiacciare la
nalizzazione. La biblioteca c’è, costituisce
un servizio indiscusso, si sa più o meno che
biblioteca, la quale si è intesa e costruita proprio come luocosa si deve fare perché funzioni; fine del
go del piacere di leggere, quindi come cerniera tra cultura e
“
9
svago, fra tempo della crescita culturale e tempo del loisir.
Non ci resta che appiattirci su un andazzo giovanil-trendy,
beatificando quella frivolezza che sembra essere diventata
la ragion d’essere del consumismo anticulturale? Io credo di
no. Ma a certe condizioni.
Le alternative
Prima alternativa: separatezza o integrazione? Certo nessuno si sogna più d’infantilizzare i luoghi destinati ai bambini
confinandoli in un ghetto dorato, ma tutto da definire resta
il passaggio, che dev’essere naturale e non traumatico, dalla
sezione ragazzi a quella per adulti, dove la continuità dei
servizi non potrà annullare le specificità che costituiscono una risposta efficace ai più piccoli. L’alternativa fra integrazione e separatezza ha però un corollario importante nell’esigenza di formare bibliotecari capaci di rivolgersi all’utenza
dei bambini e dei ragazzi, a condizione ovviamente che questi bibliotecari trovino poi un impiego adeguato.
Seconda (falsa) alternativa: la biblioteca come antiscuola o
come doposcuola? Non insisto sulle clamorose confusioni
del passato, né intendo sfondare porte aperte dicendo che
non si tratta né di opporsi alla scuola né di correrle appresso. Ma se davvero occorre cercare alternative al consumismo, alla superficialità e alla frivolezza abbiamo bisogno di
“
affidarsi ai meccanismi della seduzione e
della sedizione, abbastanza evidente la prima, connotata la seconda come “erede e
becchino del proselitismo culturale”.
È vero comunque che c’è promozione e promozione, come c’è animazione e animazione: per l’una e per l’altra sarebbe sciocco
immaginare un manuale di pratiche politi cally correct.
Ma si può intanto proporre un concetto di
animazione e promozione della lettura che
assomigli a un’operazione selettiva, non
certo per censura o con quegli intenti protettivi così diffusi in passato, ma per mettere in valore e per suscitare la curiosità e
l’interesse, che non sono mai dati semplicemente dalla quantità.
Le speranze
Torno ora a chiedermi se esista e dove questa nuova biblioteca per ragazzi. Le statistiche indicano piuttosto un percorso possibile. Sappiamo in effetti che cosa vorremmo:
che le nostre biblioteche si trasformassero
Il passaggio dalla sezione per ragazzi a quella per adulti in biblioteca
dev’essere naturale, non traumatico e rispettoso delle diverse specificità
un rapporto corretto con la scuola. Un rapporto che tra
l’altro definisca chiaramente lo spazio della biblioteca pubblica rispetto a quello della biblioteca scolastica, della quale
proprio in questi giorni si discute, a seguito di una circolare
ministeriale, di un auspicabile rilancio.
Terza alternativa: biblioteca o mediateca? Qualcuno che ci
dica esattamente cosa sia una mediateca non l’ho ancora
trovato; e anche nella citatissima esperienza francese se ne
vedono di tutti i colori. Ma l’espediente della mediateca viene chiamato in causa anche da noi bibliotecari e non solo
dagli scopritori dell’acqua calda — numerosi soprattutto
sotto le fresche volte dei Ministeri romani — in relazione a
un problema storico: il calo della lettura negli adolescenti,
il loro massiccio allontanamento dalla biblioteca, tale da
configurarsi come un vero e proprio abbandono. Problema
che hanno registrato soprattutto le biblioteche per ragazzi,
accorgendosi di diventare sempre più biblioteche per bambini, e per bambini sempre più piccoli. Urge un progetto
che concentri l’attenzione sul lettore (perché anche in questa fascia d’età ci sono lettori) adolescente.
Ma sorge un’altra domanda: ha senso promuovere la lettura? Qualcuno lo nega, sottolineando piuttosto l’esigenza di
10
da contenitori di libri in laboratori di idee,
da organizzazioni di documenti a luoghi
d’incontro e comunicazione, che dalla lettura pubblica scaturissero da una parte una
nuova pratica di cittadinanza e dall’altra una nuova capacità di sognare, che le nostre
biblioteche sapessero stimolare la curiosità
e la creatività, dove non fosse di casa l’evasione ma il coinvolgimento, dove davvero si
potesse consultare non tanto e non soltanto
un catalogo ma il mondo.
Immagini che sollecitano la nostra professionalità, così poco riconosciuta. Se è vero
quanto diceva a un congresso dell’AIB
Romano Prodi, che non si può essere per
più di una generazione ricchi e stupidi, noi
dovremmo gridare forte a chi di dovere che
non si può essere per più di una generazione poveri e intelligenti (e volenterosi).
Questo siamo stati, con questo bagaglio abbiamo gestito le biblioteche per ragazzi. È
ora di voltare pagina.
Camminare insieme è meglio. Ma per farlo bene occorrono
rispetto delle identità e scambio delle esperienze. Esempi
significativi
della realtà
bresciana
mostrano
cosa può
implicare
la cooperazione fra sistemi bibliotecari ed enti territoriali
nella gestione di biblioteche per bambini e ragazzi
Funzioni della
cooperazione
Luigi Paladin
Claudia Bonardelli
Coordinatore Area
Culturale IAL
di Brescia
Responsabile Progetto
di automazione della
Provincia di Brescia
Il tema qui affrontato fa riferimento alla
realtà bresciana, caratterizzata da livelli di1. Il terreno comune su cui attivare livelli di cooperazione
versi di cooperazione e da un contesto opesupera la dimensione del Sistema bibliotecario, ricercando
rativo di collaborazione tra la Provincia/Ufla sua attuazione a livello sovrasistemico di aree amminificio Biblioteche e la Scuola per bibliotecari
strative e geografiche più allargate, come la Provincia, tra
biblioteche per ragazzi anche di sistemi diversi, tra biblioteIAL di Brescia.
Per capire cosa intendiamo quando parliache per bambini/ragazzi e scolastiche, e così via, non limimo di cooperazione è opportuno specificare
tando cioè a priori un contesto definito.
concetti e termini di quest’operazione. Fra
2. Vanno prospettati livelli d’identità fattivamente raggiunle possibili definizioni ne presentiamo una
gibili che comprendano anche le biblioteche dei paesi più
piccoli, le quali non possono né potranno mai divenire bisintetica, operativa, che non deriva da alcun
particolare riferimento d’autorità: si tratta
blioteche in senso normativo perché prive dei requisiti midell’individuazione di un terreno comune
nimi. Su questo piano ci si è spesi in più occasioni, elaboda parte di organismi diversi che decidono
rando una serie di condizioni volte a riconoscere i cosiddetdi lavorare insieme per ottenere reciproci
ti punti di prestito come risorse attive dell’organizzazione
bibliotecaria complessiva.
benefici.
Affinché la cooperazione avvenga e si man3. Il rispetto dell’autonomia della singola biblioteca si etenga è fondamentale tener conto di
due corollari. Anzitutto i soggetti
Cooperazione significa che organismi differenti
cooperanti devono riconoscersi reciprocamente e avere un’identità (infeindividuano un terreno comune su cui operare
riore o superiore non è importante)
sentita e riconosciuta dagli altri: solo
insieme per ottenere reciproci benefici
l’identità può permettere il rapporto,
e quindi il rapporto di scambio, di
crescita; un rapporto che non si basi
sull’identità si definisce più come relazione
sprime anche nel non schiacciarla con fusioni calate dall’aldi aiuto e sostegno. Il secondo corollario
to: ne è un esempio il sistema di automazione, che si basa
stabilisce che l’incontro su un terreno comusu un attento equilibrio tra centralizzazione e autonomia e
ne si sviluppi nel rispetto delle identità: insul presupposto che i benefici della catalogazione centralizzata si valorizzino poi in una gestione autonoma.
fatti la cooperazione vive, trova senso e si
arricchisce proprio nel riconoscimento delle
diversità, nella differenziazione. È facilmenI campi della cooperazione nelle biblioteche per bambini e
te intuibile che la cooperazione non si attiva
ragazzi
solo quando tutti sono uguali o allo stesso
È opportuno elencare sommariamente i settori dov’è possibile o è già attiva la cooperazione nell’ambito delle bibliotelivello gerarchico, anzi è vero l’opposto: è
con organismi diversi che si mettono insieche in riferimento alla nostra realtà locale.
me e si riconoscono che si possono realizzare varie forme di cooperazione anche inteCatalogazione
grate fra loro.
La catalogazione copre tutto il servizio di biblioteca ed è
perciò il settore dove si sono sviluppati più diffusamente
Ne discendono alcune conseguenze operative che la Provincia di Brescia sta cercando
rapporti di cooperazione. Non intendiamo in questa sede
di perseguire.
descrivere le diverse esperienze maturate dai vari centri di
“
11
catalogazione, quanto sottolineare due aspetti cruciali sottesi a questo campo cooperativistico.
Il primo, legato alla delega a volte totale del trattamento
del materiale per bambini e ragazzi ai catalogatori, che sono spesso slegati dalla realtà dei servizi, comporta il rischio
che il catalogo venga assunto come strumento lontano, poco sfruttato, accettato per i benefici che comunque offre più
che come strumento volto a mediare e a valorizzare le potenzialità presenti in biblioteca.
Il secondo riguarda la necessità della stesura di un protocollo applicativo scritto su cui fondare l’intervento catalografico e garantire la coerenza diacronica e sincronica. Per
ritornare alla precedente definizione di cooperazione, l’assenza di tale protocollo equivale alla non definizione del
terreno comune dell’attività cooperativa.
Nuovi accessi semantici
La cooperazione catalografica a livello provinciale comporta la consultazione dei responsabili dei sistemi bibliotecari e
dei bibliotecari. Lo scambio fra loro ha rilevato l’esigenza
di arricchire con nuovi accessi informativi e semantici l’archivio provinciale rispetto al patrimonio per bambini e ragazzi. Si tratta d’introdurre liste di parole chiave, abstract e
link multimediali, così da facilitare un uso diretto anche da
parte dell’utente. E a questo proposito il confronto con una
banca dati già strutturata e diffusa come quella di LiBeR è
imprescindibile: anche questo è cooperazione.
pupazzi e peluche di ogni tipo; si è cercato
fin dall’inizio di mantenere il documento
così come viene pubblicato e diffuso, conservando per esempio, oltre al libro, la confezione, l’involucro, il peluche e confezionando il tutto in sacchetti trasparenti. Il
senso della conservazione lo si ritrova invece nelle condizioni di certezza, rapidità e
completezza (nel senso che il libro non è a
prestito, non è danneggiato, non è perso…)
di ogni documento edito, condizioni funzionali alla stesura di bibliografie che non siano solo legate alle novità editoriali.
Un altro aspetto positivo della Vetrina viene
da una riflessione sulla politica di acquisizione, specie per le piccole-medie biblioteche, che più di altre devono fare i conti con
possibilità economiche minime. Riflessione
che lasciamo con il punto di domanda: è più
importante per queste acquistare rapidamente e quindi proporre con velocità, a volte sulla sola scia della moda o dell’autore di
grido, o viceversa attendere e raccogliere
informazioni dalle altre biblioteche, dai bibliotecari, sedimentare, attendere le risposte
degli utenti e acquistare poi con più attenzione, ovvero attivare voluti ritardi ma più
efficaci livelli di cooperazione? La Vetrina
in tale contesto rappresenta un valido strumento funzionale ai tempi di tutti, anche di
quelli di recupero.
Costituzione delle raccolte
È un campo in cui si sente sempre più la necessità di attivare costanti forme di cooperazione. I motivi vanno principalmente ricercati nelle risapute carenze informative sulla produzione editoriale e nella necessità
sempre più sentita della differenziazione di ogni
Per fondare la nuova biblioteca per
biblioteca nel rispetto della propria identità.
La Provincia di Brescia, in questo senso, ha costiragazzi è necessario fornirla di
tuito un servizio denominato “Vetrina delle novità editoriali”, che offre il vantaggio non solo di
personale professionalmente preparato
un de visu della produzione e di un aggiornamento per tutti i bibliotecari, ma anche quello di
una tempestiva e completa catalogazione centralizzata. La Vetrina permette inoltre la raccolta e la conserScarto
vazione di quanto prodotto in Italia nel settore dal 1997
Ci si riferisce qui non tanto alla revisione
compreso. A oggi conta 5.500 documenti ed è ubicata presdel patrimonio — che al pari dell’acquisiso la biblioteca Il Tigrotto della Scuola per bibliotecari IAL.
zione andrebbe comunque programmata a
È aperta per la consultazione a un’utenza selezionata (bilivello cooperativistico — quanto al problebliotecari, insegnanti, studiosi, universitari, studenti della
ma di conservare la memoria storica e di
Scuola per bibliotecari e per animatori…) ed è arricchita da
valorizzare il patrimonio passato. Una
un acquisto settimanale. La Vetrina delle novità sta rappre“nuova” biblioteca per ragazzi, matura e
sentando per la Provincia di Brescia un punto di riferimento
con una propria identità, non può dimentiattorno al quale si sono strutturati altri due servizi provincare il passato, non può consumarlo sbrigaciali: “Scambio di parola” e Lumachine.
tivamente perché troppo protesa verso il fuL’aspetto saliente e nuovo della Vetrina rispetto ad espeturo e, per ultimo, non lo può lasciare in
rienze simili non sta solo nel tempestivo intervento catalomano solo alle librerie antiquarie.
grafico, quanto nel documentare la produzione editoriale.
Sul tema abbiamo svolto un convegno e la
Che cosa offre questo servizio e quali problemi comporta? I
scuola, tramite Il Tigrotto, sta raccogliendo
problemi sono legati alla conservazione dei documenti editi
i più significativi documenti a partire dal
in varie confezioni e dimensioni, strutturati in giochi, con
“
12
1880, attivandosi per la stesura di un repertorio bibliografico storico allo scopo di aiutare le biblioteche nello sfoltimento ma anche nella valorizzazione di opere o/e edizioni che altrimenti andrebbero perse.
Corso di specializzazione di 400 ore progettato e realizzato
anche con la collaborazione dell’AIB nazionale nell’anno
scolastico 1994-’95.
Scambio di esperienze tra bibliotecari
Uno degli aspetti che maggiormente ci hanno sorpreso dalPrestito interbibliotecario
l’analisi delle biblioteche è stato l’isolamento, o meglio la
L’obiettivo è di ridurre al minimo il ricorso
carenza di scambio e comunicazione tra bibliotecari responal prestito fra biblioteche del patrimonio resabili dei servizi — e quindi anche di quelli dediti al settore
lativo a bambini/ragazzi, nella convinzione
bambini/ragazzi — rispetto alle loro attività sia organizzatiche ogni biblioteca, pur piccola, deve avere
ve sia promozionali. I motivi vanno ricercati spesso proprio
una raccolta di base
nella mancanza di una
capace di soddisfare le
formazione di base coesigenze dei propri parmune.
Spesso tra i bibliotecari si rileva una
ticol ari
utenti.
Per superare in parte
Obiettivo che non può
il problema si è ideata
carenza di comunicazioni rispetto alle
essere sostenuto solo
un’attività di confronda raccomandazioni leto dal programmatico
attività di servizio e promozionali
gate alle peculiarità dei
titolo “Scambio di pagiovani lettori, alle lorola”, rivolta a tutti i
ro esigenze, al loro concetto di tempo, tembibliotecari e organizzata in modo tale che a turno, ogni
pestività e urgenza, ma anche da indicazioni
mese, l’attenzione sia posta su un Sistema bibliotecario, così
e strumenti utili a questo fine, oltre che da
da offrire un terreno comune a tutti i Sistemi per conoscersi
un’attenta politica di coordinamento degli
e presentare attività, iniziative realizzate o in programmaacquisti a livello di Sistema. In tal senso sozione, ma anche risultati ottenuti, valutazioni, costi, succesno state elaborate due bibliografie contesi o insuccessi. La giornata include anche aggiornamenti
nenti una selezione di opere di divulgazione
sulla produzione editoriale, con la presenza di responsabili
e narrativa utili a un servizio per bambini e
di case editrici e incontri con esperti di servizi bibliotecari
ragazzi e, all’interno della serie di mostre iper bambini/ragazzi, scrittori, illustratori, ecc. Un’iniziativa
tineranti Lumachine, il catalogo Libri da
di richiamo, organizzata anche per presentare le novità del
scoprire e da riscoprire: vent’anni di letture
mese, relative alla Vetrina di cui si è detto prima.
per bambini.
Promozione della lettura
Formazione, aggiornamento e specializzaSulla base di un’analisi che individuava nelle mostre di libri
zione dei bibliotecari di biblioteche per
una fra le attività più realizzate dalle biblioteche nel campo
bambini/ragazzi
promozionale e nelle carenze organizzative (ma soprattutto
Constatiamo che certi servizi di biblioteca
strumentali) una delle maggiori difficoltà evidenziate dalle
nascono anche grazie alle energie, alle dibiblioteche in occasione delle mostre già allestite la
sponibilità, alle capacità di tanti operatori, i
Provincia ha affidato alla Biblioteca-laboratorio Il Tigrotto
quali a volte, sudando le proverbiali camidello IAL la realizzazione di tre mostre itineranti denominacie, passo dopo passo, strappando spazi e
te Lumachine 1, 2, 3. Le mostre, che hanno oggetti e obietconsolidando il consenso, hanno raggiunto
tivi diversi, vengono fornite alle biblioteche come un pacrisultati impensabili e di alta qualità. Ora
chetto tutto compreso e garantito, costituito da: manifesti
però, se si vuole andare oltre, fondare la
contestualizzabili (di illustratori quali Nicoletta Costa,
nuova biblioteca per ragazzi, s’impone di
David Cali, Barbara Milo), cartoline invito, segnalibro, cirporre le premesse per fare un passo ulterioca 300 libri, relativi cataloghi, stampe espositive e varie atre: fornire le biblioteche di personale protrezzature per l’allestimento, come scaffali e ripiani.
fessionalmente preparato.
I temi delle tre mostre si possono ben individuare dai titoli:
La Provincia ha attivato un rapporto di
Libri da scoprire e da riscoprire: vent’anni di libri per bam cooperazione con la Scuola per bibliotecari
bini; Libri sornioni, gatti burloni: i gatti della zia, i gatti del concretizzato in una convenzione per la forla nonna, i gatti con gli stivali e quelli di Nicoletta Costa;
mazione del personale bibliotecario. Su
Libri da far paura: viaggio tra i colori della paura. Meriquesta base va segnalata anche la partecipatano due parole le attrezzature che le accompagnano. Nelle
zione della Provincia alla definizione dei
prime due mostre sono simili, funzionali per praticità e flesprogrammi per la formazione di base del bisibilità, con una struttura espositiva centrale “a staccionabliotecario e per vari corsi di aggiornamenta” (comprensiva di 10/15 espositori bifronte) e una parte
to. Ci preme inoltre ricordare, nello specifisuperiore di stimolo, richiamo, presentazione, dov’è possibico campo delle biblioteche per ragazzi, il
le apporre manifesti, illustrazioni, didascalie o informazioni
“
13
sui testi o sull’autore delle opere esposte nella parte inferiore. La terza Lumachina, Libri da far paura, dispone invece
di strutture d’ambientazione, cioè progettate, oltre che per
esporre i volumi, per creare un clima, un contesto, dove per
esempio vivono i protagonisti dei libri proposti (un castello
per i libri di fantasmi, una cucina per i libri di streghe e maghi, un espositore con specchi a forti colori per il tema della
“paura dentro di noi”...).
Le Lumachine stanno viaggiando tra le biblioteche e non
solo, sono molto richieste e, specie per le piccole biblioteche, rappresentano un momento forte di promozione e di
attenzione alla biblioteca, ma anche di acquisto indotto
dallo stimolo dei libri.
Conclusioni e riflessioni
La cooperazione, se è vero che sta alla base di ogni servizio
di biblioteca, è una condizione, più che necessaria, obbligata. Altrettanto vero è che: l’attuazione è sempre faticosa e
laboriosa, non difficile, ma richiede caparbietà, pazienza,
tempo; non esiste un modello migliore di altri, valido per
tutti: alcuni modelli vanno bene in una realtà, altri si rivelano, nella stessa, un fiasco.
Per costruire la nuova biblioteca per ragazzi c’è bisogno
non di fermarsi, ma di trovare…
- Tempi per scambiare esperienze, problemi, soluzioni, forme di cooperazione rispetto alle attività promozionali. Va
fatto un lavoro di sistematizzazione, di equilibrio tra i vari
servizi che la biblioteca offre, soprattutto bisogna uscire
dallo spontaneismo, dalla prevalenza d’interventi improvvisati, a favore invece di servizi coordinati e programmati.
- Tempi e modalità per verificare il lavoro e le attività svolte con parametri statistici certi, condivisi, confrontabili, con
verifiche meno spontanee, meno quantitative e fondate più
sulla qualità.
- Tempo per conoscere meglio quell’utenza che ci ha seguito
e accompagnato dando senso e realtà al servizio: questa ha
diritto a una particolare attenzione, a uno sguardo più prolungato e a maggior tempo di ascolto; un premio di qualità
alla fedeltà. Sono utenti che forse abbiamo conquistato attraverso interventi che appartengono — come li definisce
Ferrieri — all’arte della seduzione (l’autore di grido, la vittoria del gioco/torneo di libri, la bibliografia di autori preferiti…) e ora si sono attaccati al servizio, al libro, alla lettura; sono pronti per camminare insieme, per un rapporto di
sedizione. Vengono in biblioteca sia per necessità che per
piacere, non pretendono, non si aspettano niente, ma gradiscono anche il più piccolo riconoscimento. Insomma, con
questi “più fedeli” (ma non solo) è opportuno incominciare
a tessere rapporti più intensi di scambio e cooperazione, così da lavorare non per, non su, ma con l’utenza.
14
- Tempo per capire se i giovani adulti sono
ragazzi da accompagnare alla porta della
biblioteca per bambini/ragazzi o all’entrata
della biblioteca per adulti, o invece da trattenere perché di là si potrebbero perdere. I
bambini stanno diventando grandi sempre
più velocemente (come rileva Roberto Denti
nel suo recente saggio Lasciamoli leggere).
Forse è opportuno mantenere la soglia dei
14-16 anni come indicatore di confine per
la nuova biblioteca per ragazzi e per i giovani adulti proporre non un angolo di confine ma un’area di fluido scorrimento, di
anticipi e regressioni, area che non deve vedere un disimpegno reciproco ma coordinati rapporti di cooperazione tra biblioteca
per ragazzi e biblioteca per adulti.
- Tempo per riflettere sull’offerta informativa che proponiamo ai nostri ragazzi: non
solo correre dietro alle novità come consumatori veloci, voraci, insaziabili, ma anche
saper rendere nuovo ciò che c’è già in biblioteca, riscoprendo il libro dimenticato,
spostandolo da una collocazione infelice,
dandogli una nuova possibilità. A tal fine
due sono le strade da seguire: una di scambio tra bibliotecari per produrre e proporre
indicazioni bibliografiche retrospettive, oltre che per valutare, selezionare e proporre
le novità vere e proprie; l’altra strada deve
portare a un rapporto di cooperazione più
“contrattuale” con il mondo editoriale, ora
che possiamo contare su una nostra più definita identità e che meno rischiamo di venire emarginati (più che schiacciati).
- Tempo per aggiornare il sapere, per sostenere la pratica, per ricondurre il quotidiano
in quadri teorici più sistematici.
C’è bisogno di fondare la nuova biblioteca
per ragazzi non solo su bibliotecari orgogliosi del proprio passato, orgogliosi di aver
fatto nascere, evolvere e consolidare un servizio, ma anche e soprattutto su bibliotecari
consapevoli della necessità che per camminare insieme, condividere lo stesso linguaggio, costruire un nuovo servizio, in un rapporto di reciproco scambio e cooperazione,
c’è urgente bisogno di una formazione di
base adeguata, obbligatoria, riconosciuta,
comune.
Enzo Catarsi
Docente di Letteratura
per l’infanzia
Università di Firenze
La ricerca più recente ha dimostrato che l’interazione precoce e
l’esperienza consuetudinaria con i libri
arricchiscono la produzione linguistica dei
bambini. Ciò rende
le biblioteche
servizi di rilevanza
sociale e comporta,
di conseguenza, la
metamorfosi del bibliotecario in “biblioeducatore”
Biblio...
educatore
Le trasformazioni sociali in Italia nell’ultimo trentennio hanno prodotto fenomeni da
cui è stato influenzato il processo di socializzazione delle giovani generazioni. Fra
questi è da ricordare la progressiva nuclearizzazione della famiglia italiana, che insieme agli altri mutamenti che l’hanno contraddistinta ha finito per negare ai bambini
diffuse esperienze di socialità.
Le relazioni del bambino sociale
Tale situazione appare ancor più preoccupante alla luce delle ricerche di psicologia,
che evidenziano come le relazioni sociali
siano alla base dello sviluppo del bambino:
i processi di socializzazione sono infatti favoriti dalla partecipazione alla vita del
gruppo dei pari, dove poter fare esperienze
diversificate e imparare a decentrarsi proprio in virtù del rapporto con gli altri. Nelle
relazioni con gli altri — bambini ma anche
adulti — il bambino sperimenta l’esistenza
di regole e impara a conoscere il loro significato e la necessità della loro esistenza.
L’acquisita consapevolezza deve far riflettere coloro che si occupano d’infanzia e soprattutto gli studiosi e i politici. Questi ultimi, in particolare, hanno il dovere di progettare servizi che consentano a tutti i bambini di vivere esperienze sociali e stimolanti
da un punto di vita intellettuale. Si tratta di
pensare alla creazione di una rete di agenzie
educative per i bambini piccoli e a una diffusione di servizi collaterali all’asilo nido
che, utilizzando la cultura dell’infanzia prodotta in questi anni, possano dare risposte
qualificate anche a quei bambini le cui famiglie, per scelta o necessità, hanno rinunciato a un’utilizzazione del nido.
In questo contesto la biblioteca dei ragazzi
può trovare un proprio ruolo, visto che la
sua “area piccoli” potrebbe configurarsi come un nuovo servizio per l’infanzia. Ciò an-
che alla luce della convinzione che l’interagire precoce del
bambino con il libro facilita l’acquisizione dell’abitudine
della lettura e quindi del piacere di leggere.
I libri per i piccoli e lo sviluppo del linguaggio
Lo svilupparsi del linguaggio del bambino, come la ricerca
più recente ha ampiamente dimostrato, è frutto di un processo complesso che ha alla base un’iniziale competenza comunicativa e che si attua soprattutto per mezzo dell’interazione sociale. Il linguaggio è quindi il frutto di un apprendimento influenzato da diversi fattori, quali le differenze individuali, le specifiche situazioni familiari e, in misura considerevole, i contesti socioculturali di provenienza. E va ricordato che la letteratura specialistica mostra come i libri
illustrati abbiano la potenzialità di stimolare molto il linguaggio dei bambini, in particolare per mezzo di domande
aperte che li stimolano ad assumere un ruolo attivo durante
l’utilizzo dei libri. In generale si osserva che laddove i bambini hanno esperienza consuetudinaria con i libri migliorano la loro produzione linguistica, com’è possibile rilevare
dal numero totale delle frasi che riescono a produrre; queste stesse tendono inoltre a essere via via più complesse, con
una progressiva varietà di nomi e verbi.
Il dato più significativo, comunque, è che l’interazione precoce con i libri è alla base di uno sviluppo linguistico ricco
e articolato del bambino; una ricerca specifica ha inoltre dimostrato come la conoscenza di libri per bambini da parte
dei genitori e la loro lettura nell’ambiente domestico costituiscano un potente strumento di arricchimento del vocabolario e un fattore di predizione rispetto all’acquisizione della strumentalità della lettura.
Il biblioeducatore e l’organizzazione dello spazio
La biblioteca dei ragazzi può offrirsi quindi come un’occasione di socialità per i bambini anche piccoli, che possono
trovarvi l’opportunità di conoscere precocemente i libri. È
ovvio che ciò comporta la costruzione di una nuova professionalità del bibliotecario, che certamente non potrà più essere solo un catalogatore o un conservatore. È peraltro vero
che, in special modo nelle biblioteche più grandi, sarà opportuno prevedere anche specializzazioni diverse all’interno
del personale della biblioteca. Nelle realtà più piccole oc-
15
correrà invece che il bibliotecario, che diventa una sorta di
“biblioeducatore”, articoli ulteriormente la sua professionalità: in questo caso, infatti, si caratterizza anche come facilitatore della comunicazione, favorendo le relazioni tra
bambini ma anche fra questi e gli adulti. Parimenti deve
mettere il bambino in condizione di sentirsi a proprio agio
nei nuovi ambienti, in modo che possa viverli come spazi
dove star bene insieme agli altri. A tale riguardo non sarà
senza significato il ruolo dell’arredo e dell’attenzione complessiva alla dimensione estetica: ambienti luminosi, con
quadri alle pareti e piante che abbelliscono le stanze, potranno dare un tocco di familiarità a un ambiente che
dev’essere vissuto come gradevole e “dove si vive bene”.
A tal proposito è necessario che il biblioeducatore individui
strategie riflettute per favorire la fruizione dell’angolo dei
piccoli nella biblioteca. Molto significativo si rivelerà pensare in maniera approfondita a momenti particolari quali
l’accoglienza iniziale e il “congedo”: si tratta infatti di rassicurare il bambino e la figura familiare che lo accompagna
mettendoli a loro agio e d’intendere il congedo come una
strategia promozionale per invogliare il bambino a tornare.
ai più piccoli e, al contempo, conoscere le
fonti bibliografiche per attingere sistematicamente informazioni sulla produzione libraria recente per i bambini e i ragazzi frequentatori della biblioteca. Ovviamente
questa nuova figura professionale non disdegnerà la lettura dei libri che via via vedono la luce, in modo da acquisire competenze specifiche e sempre aggiornate che la
mettano in condizione di consigliare i piccoli utenti nella scelta delle loro letture.
L’angolo dei piccoli in biblioteca e gli altri
servizi per l’infanzia
La visibilità di questo servizio deriva anche
dalla capacità dell’educatore di attivare
fruttuosi rapporti con gli altri enti che operano nel territorio a favore dell’infanzia: ecco quindi l’opportunità del contatto con gli
asili nido e le scuole dell’infanzia, ma anche
con i centri gioco, le ludoteche, i laboratori… È peraltro vero che questa figura professionale deve viversi come “aperta al fuoLe competenze del biblioeducatore
ri”, in modo da favorire l’organizzazione di
Il biblioeducatore deve ovviamente avere anche una compeinterventi distribuiti sul territorio tesi a far
tenza contenutistica, relativa ai libri per l’infanzia e ai proconoscere i libri e a diffondere il piacere
blemi connessi con l’educazione alla lettura. Talvolta può
della lettura. A tal riguardo è suggestiva la
anche provenire dal nido, oppure da un altro servizio per
figura della lettrice errante, che può recarsi
l’infanzia dove pure ha avuto esperienza con i libri: in tal
nei diversi contesti istituzionali
dove i bambini vivono, ma che
La nuova figura professionale del
— specie durante la bella stagione — può utilizzare anche luoghi
biblioeducatore dev’essere costantemente
dove i piccoli, generalmente accompagnati dalle mamme, si reaggiornata sui libri pubblicati, così da poter
cano per giocare o stare informalmente insieme. Anche in queguidare i piccoli utenti nella scelta delle letture
sto modo, infatti, leggendo ad alta voce è possibile aggregare
gruppi di bambini da invitare a
venire in biblioteca.
caso deve affinare tali abilità, in particolare quelle legate alÈ infine ipotizzabile una presenza programla lettura ad alta voce e alle altre attività di animazione atmata dei libri anche in altri contesti, come i
traverso le quali è possibile far interagire i bambini con i lireparti pediatrici degli ospedali, dove posbri. In biblioteca, infatti, l’uso del libro è avulso da qualsiasono avere un significato complessivo.
si caratterizzazione scolasticistica, proprio perché qui l’eduCom’è stato felicemente osservato alcuni
catore non è chiamato a forme di valutazione individuale. È
anni or sono, occorre sempre più pensare
d’altra parte vero che anche in questo contesto si pone il
anche a una “biblioteca fuori di sé”, parproblema di verificare l’efficacia e l’efficienza dell’interventendo peraltro dalla consapevolezza che
to, ma ciò sarà riscontrabile rilevando il numero dei contatquesto potrà avvenire dove la biblioteca esiti, dei prestiti e dei bambini che tornano.
ste, è ben visibile ed è legittimata politicaIl biblioeducatore deve inoltre possedere specifiche compemente nel suo impegno di promozione e diftenze biblioteconomiche, così da saper scegliere gli strufusione della lettura.
menti di catalogazione e collocazione dei libri adatti anche
“
16
Rita Valentino
Merletti
Studiosa di letteratura
per l’infanzia
In Italia s’immettono ogni anno sul mercato circa 2000 nuovi
titoli per bambini e ragazzi ma si fa ancora troppo poco per
rafforzare la rete di sostegno, che
è basilare per la formazione del
lettore di
domani.
Formare,
informare,
informatizzare e altre attività per coinvolgere nella lettura
Dentro e
fuori il libro
Parlando di nuove biblioteche per ragazzi
non si può fare a meno di appuntare l’attenzione in modo preciso e approfondito
sugli oggetti che queste dovrebbero contenere: i libri.
È inutile ripetere che nell’ultimo quarto di
secolo la produzione di libri rivolta ai ragazzi ha evidenziato un clamoroso rinnovamento, dovuto in massima parte all’immissione sul mercato italiano di testi provenienti da paesi — perlopiù di lingua inglese
— con tradizioni di lettura certamente diverse da quelle italiane: la proposta editoriale, intelligentemente guidata da editor di
grande competenza e perspicacia, non si è
accompagnata in modo adeguato a tutta
quell’altra parte di attività di “educazione
alla lettura” che altrove è stata, viceversa,
alla base stessa dell’evoluzione e della trasformazione dei gusti e delle modalità di
lettura. Infatti i paesi da cui provengono i
libri che costituiscono l’ossatura della
“nuova” letteratura per ragazzi non hanno
prodotto solo autori e illustratori, ma hanno svolto all’interno di biblioteche e università un’intensa attività di formazione e conoscenza; hanno costruito intorno al libro
una collaudatissima rete di sostegno, basata
soprattutto su un sistema bibliotecario che
gode, da più di un secolo, di una posizione
di assoluto privilegio e per il quale non sono stati mai troppo lesinati fondi d’investimento, la cui rilevanza è imparagonabile a
quella relativa alla situazione italiana.
Si verifica quindi in Italia un fenomeno di
squilibrio: s’immettono ogni anno sul mercato circa 2000 nuovi titoli (negli Stati
Uniti circa il doppio a fronte di una popolazione quadrupla) ma si fa ancora troppo
poco per rafforzare la rete di sostegno: molto è lasciato alla buona volontà, al buon
senso e all’intelligenza del singolo operatore. Non si garantisce ancora un’accettabile
conoscenza di base e non stupisce quindi che a dettar legge
siano poi le esigenze di bilancio delle case editrici o che
s’impongano all’attenzione degli adulti, e diventino perciò
fenomeni editoriali, libri mediocri, mentre passano totalmente inosservate proposte editoriali di altissimo pregio.
Non stupisce altresì che il compito di aggiornare, informare
e/o formare bibliotecari e insegnanti sia affidato al velleitarismo di certe case editrici che connotano tali occasioni in
senso troppo palesemente commerciale. Troppo poco per
un’azione che, se svolta correttamente, fornirebbe gli strumenti fondamentali per la formazione del lettore di domani.
È stato osservato — anche in questa sede — che l’approccio
precoce al piacere della lettura non garantisce un futuro di
letture appassionate: non è tuttavia una garanzia o una ricetta quella che si va ricercando, ma piuttosto l’osservazione e la valutazione di quanto è stato fatto al di fuori dei patri confini, specie se si tratta di esperienze che hanno dato
buoni risultati in paesi tradizionalmente più ricchi del nostro di lettori, libri e biblioteche.
Non si può certo ignorare quanto l’accuratezza con cui i libri vengono proposti ai bambini orienti in positivo o in negativo il rapporto che con essi si andrà a instaurare. Di lettura ad alta voce si è molto parlato, ma superficiale sarebbe
l’atteggiamento di chi pensasse che può rappresentare l’unica e universale chiave d’accesso al mondo dei libri: va semmai considerata come la punta di un iceberg, il momento
culminante, soprattutto in ambito non familiare, di un processo di conoscenza che ha radici molto più profonde. Cosa
si legge ad alta voce? A chi si legge? Come far sì che dall’ascolto il bambino passi spontaneamente al piacere della lettura silenziosa? Quale atteggiamento dell’adulto, o meglio:
quali sue azioni concrete influenzano il bambino in un senso o in un altro? Quali sono gli errori da evitare? Domande
ormai logore, a cui sono già state fornite molte risposte, che
tendono però sempre a eludere il nocciolo principale del
problema: la necessità di conoscere davvero i libri per ragazzi, la necessità da parte dell’adulto, bibliotecario o insegnante o libraio che sia, di avere a portata di mente e di voce una quantità di storie. Non basta — anche se è molto
importante farlo, e spiace constatare come l’Italia sia anche
sotto questo punto di vista estremamente disomogenea —
17
quelle che hanno saputo valorizzare al mascostruire biblioteche sempre più belle, funzionali e accosimo le proprie risorse e competenze e non
glienti; non basta riempirle di libri: serve che qualcuno queaffidano unicamente ad attività estemporasti libri li legga, li valuti, li proponga in modo critico e acnee ed esterne la promozione della lettura.
curato a chi ancora non li conosce. Non servono solo biI fronti su cui operare sono molti e mi fa
bliotecari informatici che sappiano gestire in modo efficienparticolarmente piacere sottolineare che
te i problemi di catalogazione e di prestito: servono bibliomovimenti in questa direzione si avvertano
tecari informati che conoscano i libri di oggi ma all’occorun po’ a tutti i livelli e in ambienti diversi. È
renza siano in grado di orientarsi anche nella produzione
del passato, che sappiano come
si propongono i libri ai ragazzi,
ponendosi cioè come interlocuNon servono solo bibliotecari informatici capaci di
tori interessanti e interessati.
Dati i limiti temporali di questa
gestire in modo efficiente catalogazione e prestito,
comunicazione ricorrerò anch’io
a uno slogan, quello stesso che
ma anche e soprattutto bibliotecari informati che
una trentina di anni fa negli
Stati Uniti è diventato parola
conoscano i libri e sappiano proporli ai ragazzi
d’ordine generatrice di una serie
infinita di attività e riflessioni:
dietro a un bambino, ragazzo o
di poche settimane fa, per esempio, la notiadulto che non legge c’è sempre qualcuno che ha commesso
zia del coinvolgimento dell’ACP (Associaqualche errore. Qualcuno che non ha saputo proporre, inzione Culturale Pediatri) nel lancio di una
curiosire, rassicurare, entusiasmarsi, condividere. E perché
campagna nazionale a favore della lettura
non ha saputo farlo? Credo che ciascuno di noi, riflettendo
nell’età infantile: in collaborazione con le
attentamente, possa in tutta sincerità darsi una risposta adebiblioteche che offriranno la loro disponibiguata. L’educazione alla lettura è un processo lentissimo
lità i pediatri italiani s’impegneranno a
che, specie nel mondo contemporaneo, va attuato con estre“prescrivere” una dose quotidiana di lettuma accuratezza. Le alternative alla lettura sono numerose e
ra ad alta voce o racconto di storie; come
generalmente molto più accessibili e istantaneamente gratifiparte di un programma di benessere generacanti.
le del bambino, come presupposto per un
Da anni ormai svolgo in Italia, e in parti d’Italia molto dimomento quotidiano di comunicazione priverse tra loro, lavoro di formazione — ma potrei dire più
vilegiata bambino-adulto e per la costruziocorrettamente, dati i tempi e le modalità, d’ informazione —
ne di un immaginario comune e, più ancoper adulti (genitori, insegnanti, bibliotecari, educatori) sulla
ra, di ricordi affettivi importanti. A cui da
promozione della lettura. Sempre mi sorprende quanto ben
adulti si ritorna: per se stessi prima, apaccetta sia tale attività e quanta disinformazione sia ancora
profondendo il rapporto con i libri e il piapresente anche nelle realtà più avanzate e più ricche di ricere della lettura, poi per i bambini con i
sorse umane e materiali. Promotrici di quest’interventi sono
quali da adulti, in qualità di genitori, insegeneralmente le biblioteche, che hanno correttamente indignanti, bibliotecari, librai, educatori o
viduato uno dei ruoli più importanti per garantirsi una raquant’altro, si entrerà in contatto.
gion d’essere. È ovvio che queste biblioteche sono anche
“
18
Roberta Cardarello
Docente di Didattica
generale
Università di Cagliari
L’odierna funzione promozionale della biblioteca, che
interagisce con la scuola anche diffondendo la
conoscenza
della
letteratura
giovanile tra
gli
insegnanti,
dovrebbe attivare nei ragazzi un costume di lettura
quotidiano e sempre meno legato a iniziative
reclamistiche e spettacolari
Dall’eccezionale
al quotidiano
Funzioni di reciprocità e supporto
La funzione della biblioteca nella nostra
nel promuovere la lettura, e di sottolineare alcune potenziacultura è passata da quella ormai “preistolità e limiti.
rica” di conservare e mettere a disposizione
il patrimonio librario, di vario tipo, a quella
Motivazione e promozione della lettura
Le molteplici analisi sui consumi culturali in età evolutiva,
più dinamica e problematica di divulgare e
promuovere la lettura. La sfida degli ultimi
per quanto moltiplicatesi negli ultimi anni, non hanno
anni ha visto soprattutto, in Italia, la bibliogranché chiarito le dinamiche di formazione del lettore e
teca impegnata nel tentativo d’intercettare
dunque nemmeno i percorsi più promettenti di promozione,
pubblici refrattari o non tradizionali. Fra gli
limitandosi a rimarcare la fragilità della motivazione alla
lettura e la mancanza di consuetudine come condizioni eutenti privilegiati in quest’opera di apertura
della biblioteca (e non solo di quella per rastremamente diffuse. Gli studi più analitici e di provenienza
gazzi) un ruolo di primo piano hanno avuto
“scolastica” segnalano però anche la mancanza di abilità e
la scuola e il sistema della formazione. La
dunque di competenza nella lettura come una condizione
biblioteca si è rivolta alla scuola per garanabbastanza frequente e dunque da non sottovalutare anche
nella prospettiva che qui ci interessa. Quando un terzo detire l’espletamento del proprio servizio in
modo economico, raggiungendo di fatto ingli studenti e scolari non dispone di capacità sufficientetere classi e gruppi di insegnanti, con l’inmente solide di comprensione dei testi scritti non si può imtento di allargare, anche in prospettiva, la
maginare che si possa diffondere un massiccio ricorso al lifascia degli utenti.
bro, dal momento che oggi altre strade, più lievi, almeno in
parte, garantiscono accesso alla conoscenza così come alTale promozione, laddove si è realizzata, ha
risposto a esigenze importanti anche del
l’intrattenimento e all’evasione. Del resto la motivazione,
mondo scolastico e ne ha
sollecitato in qualche modo l’iniziativa. Solo in anQualunque iniziativa tesa a proporre esperienze di
ni recenti, infatti, nel nostro paese si è passati dalla
lettura può attivare il circolo virtuoso per cui più si
cronica lamentazione sull’inconsistenza della lettulegge più si diventa esperti in quest’attività e viceversa
ra e dei lettori alla messa
in forma di iniziative concrete; ed è del 1995 il varo del Piano
secondo alcuni psicologi dell’apprendimento (Pressley e
Nazionale per la promozione della lettura
MacCormick 1995), è frutto sia del valore che i soggetti atnelle scuole (C.M. n. 105 del 27.3.95 e le
tribuiscono a una determinata attività, sia delle loro soggetseguenti). Del resto in quella direzione, antive attese di successo e dunque riflette in qualche modo i livelli di competenza esperiti. In quest’ottica non è difficile riche per l’azione di leggi regionali che valorizzavano l’interazione tra scuola e biblioteconoscere alla scuola una funzione primaria e insostituibile
ca, si era già mossa più di una realtà, sodi promozione in quanto strumento elettivo nell’attivazione
prattutto al nord. L’esperienza articolata e
delle competenze necessarie. E tuttavia qualunque iniziativa
preziosa di collaborazione tra scuola e bitesa a proporre stimolanti esperienze di lettura può attivare
il circolo virtuoso per cui più si legge e più si diventa esperti
blioteca di questi ultimi anni permette di fare qualche riflessione sul ruolo che questa
nella lettura, e corrispondentemente più si diventa capaci
può svolgere utilmente insieme alla scuola
nella lettura e più volentieri si legge.
“
19
che la qualità, in questo come in molti setPer sollecitare un persistente cambiamento e dunque una
tori educativi, è da rintracciare nella messa
duratura motivazione occorre tuttavia valorizzare iniziative
a regime di strategie nuove — ma soprattute forme di promozione che includano e sollecitino l’attività
to migliori — per facilitare l’incontro dei
di lettura dei ragazzi a fronte delle molte che hanno piuttobambini con il libro, la biblioteca e l’attività
sto sollecitato e promosso il libro. Richiamare l’attenzione
di lettura.
sull’oggetto libro rappresenta sicuramente un passaggio imChiedendoci com’è cambiato il costume nei
portante nella diffusione dell’attenzione alla lettura, ma
microcomportamenti degli insegnanti abpuò rimanere in qualche modo momento periferico all’attività e all’iniziativa personale del soggetto. Anche perché molte iniziative orientate al libro possono avere i tratti delOccorre valorizzare forme di promozione
l’eccezionalità, della spettacolarità e
dunque rivelarsi al tempo stesse impeche sollecitino la lettura dei ragazzi a fronte
gnative — sul piano dei costi e dei tempi
— per chi le propone e di conseguenza
delle molte che hanno sollecitato il libro
restare occasionali per chi ne fruisce,
con scarsa possibilità d’incidere sul circolo virtuoso di cui parlavamo.
biamo condotto un’indagine, ancora in fase
Molto incisivo ciò che la biblioteca può fare a supporto del
di elaborazione, presso 950 allievi della
lavoro della scuola diffondendo in particolare la conoscenscuola materna, elementare e media di
za della letteratura giovanile tra gli insegnanti, che generalFidenza (“Progetto Lettura”), da cui ricavo
mente non la conoscono perché non appartiene ai loro cursolo alcuni dati che mi paiono in qualche
ricoli, sia adottando modalità innovative di presentazione
modo generalizzabili.
della lettura: la redazione di repertori bibliografici, la lettuMolte delle attività ritenute di promozione
ra ad alta voce di pagine esemplari, la animazione del libro,
della lettura a scuola mantengono una certa
la costruzione di libri, l’incontro con l’autore e gli altri mostraordinarietà, con l’eccezione di quella
di di promozione adottati dalle biblioteche hanno suggerito
che consiste nel “consigliare libri da leggeagli insegnanti modalità di proposta dell’attività di lettura
re”, che parrebbe il modo più praticato dapraticabili anche nella scuola e in qualche caso hanno davgli i nsegnanti di stimolare l a lettura.
vero fornito un supporto tangibile a una classe insegnante
Eccezionale rimane il rapporto con la bimai preparata convenientemente a questi compiti.
blioteca della città, dove solo 4 insegnanti
Il vero problema, anche nella scuola, rimane comunque
su 22 intervistati hanno accompagnato le
quello dell’affermazione di un costume di lettura che abbia
loro classi nel corso dell’anno scolastico
al centro l’attività di lettura dei ragazzi e non si arresti a
1998-’99. Non risulta consolidato nemmeun’attenzione occasionale per qualche produzione libraria,
no il rapporto con le biblioteche scolastinuova o classica che sia, e coltivi, accanto alla competenza
che: anche se più dell’80% degli allievi (elenella comprensione, anche la dimensione ludico-piacevole
mentari e medie) dichiara di avere una bidell’esperienza di lettura.
blioteca di classe e una di scuola, più del
70% degli intervistati attinge ampiamente a
Dati di un’inchiesta svolta a Fidenza
quella di classe (che generalmente è costituiPer sintetizzare con un nuovo slogan l’esigenza attuale più
ta da pochi volumi) e più del 60% non ha
sentita potremmo dire che occorre passare dall’ecceziona mai preso libri dalla biblioteca scolastica.
lità alla quotidianità nei percorsi di promozione della lettuBastano questi pochi cenni, credo, a rilevare
ra a scuola e in biblioteca.
come la quotidianità dell’attività scolastica
Se in questi ultimi anni abbiamo assistito all’affermazione
nei confronti della lettura possa ancora e di
di molti progetti, alcuni di grande qualità, ciò che occorre
molto migliorare e che in quest’opera molto
oggi valutare e promuovere è il passaggio a modalità ordipossa ancora fare la biblioteca per ragazzi.
narie e quotidiane di promozione della lettura, intendendo
“
20
Eros Miari
Esperto di promozione
della lettura
Cos’è cambiato dagli anni ’80 a oggi nella promozione
della lettura fra i ragazzi. Dalla preoccupazione iniziale
di coinvolgere il
giovane lettore
alla formula
pennacchiana
del piacere di leggere,
fino all’attuale frontiera,
qui proposta, del contagio virale: leggere per far venire
la passione di leggere
E tu che
lettore sei?
“E tu che lettore sei?” non è semplicemente
una domanda, ma il quesito-requisito fondamentale per chiunque oggi intenda occuparsi
seriamente di promozione della lettura. Ed è
pure la domanda che fa da spartiacque tra la
promozione che ci lasciamo alle spalle e
quella che sta nascendo e che dovrà caratterizzare i prossimi anni. Credo infatti si possa
ragionevolmente sostenere che la promozione della lettura così come l’abbiamo conosciuta fino a non molto tempo fa sia arrivata
alla fine del suo percorso e debba lasciare il
posto a una pratica nuova, che parta da obiettivi e metodologie differenti.
A sostegno di quest’affermazione mi sembra utile muovere un passo indietro e uno in avanti, alla ricerca delle radici della
promozione nel nostro paese e del suo attuale approdo.
La fortuna ha voluto che recentemente
incontrassi un libro — Ragazze per sem pre di Giusi Quarenghi — in cui radici e
nuove gemme convivono felicemente. Le
radici le troviamo quando Eugenia, protagonista quindicenne del romanzo, alla ricerca di un regalo per la madre, entra in un
negozio attraverso “una discesa tipo garage
sotterraneo ... Incontra lo sguardo di una signora ... La signora sorride ... e la guida verso una parete tutta tappezzata di libri illustrati”.1 Siamo, per chi non l’avesse mai visitata, nella Libreria dei Ragazzi di Milano; la
sorridente signora si chiama Gianna nel romanzo e Gianna Vitali nella vita vera. Nella
vita vera c’è anche un signore, Roberto
Denti, che compare sulla scena del romanzo
con la sua voce stentorea: “dev’essere un orco, pensa Eugenia, d’altra parte qui serve la
consulenza di un orco ... Un orco buono,
constata Eugenia. Prende, paga e se ne va”.2
Attribuire la nascita della promozione della
lettura nel nostro paese all’orco e alla signora Gianna sarà forse un’operazione arbitra-
ria che a qualcuno recherà torto, ma è proprio con l’apertura della prima libreria per ragazzi che le problematiche relative alla diffusione del libro per bambini e ragazzi sono uscite dall’ambito infinitamente piccolo della discussione un
po’ accademica tra qualche pedagogista d’avanguardia, pochi e raffinati editori — editrici? — e rari esteti illuminati.
Magari in modo approssimativo, come lo stesso Denti scrive,3 ma erano stati compiuti i primi passi verso la formazio ne di gente del mestiere: gente, cioè, abilitata a dar consigli,
a suggerire letture e magari anche strategie per far leggere;
a fare, cioè, promozione della lettura.
Se queste sono le radici, l’approdo ultimo della promozione
“
La promozione della lettura così come
l’abbiamo conosciuta fino a non molto tempo
fa sta lasciando il posto a una pratica nuova,
con obiettivi e metodologie differenti
della lettura possiamo rintracciarlo nuovamente nel libro
della Quarenghi. Potremmo aprirlo a caso e in molte pagine troveremmo ciò che ci serve, ma lo apriamo intenzionalmente su queste parole:
’sti gonzi di adulti. Tanto agitarsi a proposito e a sproposito di disagio giovanile e di crisi dell’adolescenza ... Ma si
occupassero delle loro, di crisi! Sciò, sciò, pussa via, dite la
vostra, ma in fretta, e lasciateci vivere senza rubarci il mestiere. Adolescente doc ... specie in via d’estinzione, esemplare raro, ma in grado di proteggersi da solo. Tenere le
debite distanze, grazie.4
Se leggiamo questo brano a ragazzine dodici-tredicenni è
molto probabile che le vedremo poi leggere il libro: perché
tra quelle pagine c’è la loro vita; c’è una lingua ragionevole
che può mettere d’accordo adulti e ragazzi (una lingua colta e ricercata ma anche ricca di slang, di finto parlato, però
credibile); c’è lo sguardo perplesso di un’adolescente o
21
preadolescente sul mondo schizofrenico di certi adulti. È il
brano giusto per chi voglia andare a caccia di lettori — lettrici in gran parte — che amino il romanzo di formazione,
una perfetta esca per catturare quanti nella lettura cercano
lo specchio in cui confrontarsi.
Avremmo potuto fare la stessa operazione con tanti altri libri, con tanti altri stili e generi, con tante altre tipologie di
lettori: alla fine il risultato non sarebbe cambiato e ci avrebbe portato a concludere che la grande novità sul fronte
della promozione della lettura è quella di libri finalmente
capaci di farsi leggere, di libri come primi agenti della promozione della lettura, in grado di dialogare direttamente
con i giovani lettori.
La produzione di libri che incontrino i gusti dei lettori sembrerebbe far parte della natura stessa di qualsiasi progetto
editoriale, ma in questa stagione di abbondanza occorre ricordare che non è sempre stato così e che per lungo tempo
l’editoria italiana per ragazzi è stata alimentata dai cosiddetti libri delle zie (da regalare in occasione delle feste comandate) e dal famigerato filone parascolastico. E occorre
pure ribadire che questo connubio stretto fra lettura e dovere, lettura e didattica, lettura e valutazione ha generato
non solo disinteresse, ma addirittura ostilità e contrapposizione nei confronti della parola scritta.
Per molti anni chi ha vagabondato per pubbliche biblioteche e scuole a parlare di libri e di lettura si è trovato schiacciato tra libri poco appetibili e lettori poco disponibili.
“
Pennac ha forse una colpa: aver
scritto una cosa talmente condivisibile
che molti l’hanno adottata senza
interrogarsi sulle sue implicazioni
Questo ha costretto la nascente pratica della promozione
della lettura a percorrere determinate strade. Gli anni ’80 e
certa parte degli anni ’90 sono stati caratterizzati da una
preoccupazione principale: convincere il giovane lettore che
vale la pena di leggere, ovvero far crescere il valore della
lettura nella scala di valori degli interessi giovanili. Affinché
questo accadesse occorreva desacralizzare l’oggetto libro e i
luoghi di lettura (la biblioteca in primo luogo) e affermare
il principio del piacere di leggere attraverso forme di spetta colarizzazione della lettura. Da queste necessità sono nati i
vari laboratori di costruzione del libro, le attività di animazione alla lettura, i laboratori teatrali e i percorsi di natura
multimediale.
Ma dalla metà degli anni ’80 inizia quella che si può definire la stagione felice dell’editoria per ragazzi in Italia: una
stagione di luci e ombre certo, ma anche la stagione in cui i
libri possono bastare a se stessi, possono da soli accendere
la scintilla della lettura. Ciò significa che non c’è più posto
per la promozione? No, significa invece che possiamo di-
22
chiarare chiusa una fase, connotata dal
riavvicinamento tra libro e lettore, e aprirne
una successiva, in cui la preoccupazione
principale non è più convincere a leggere
ma cosa far leggere.
Questa nuova fase, però, non si caratterizza
solo per la disponibilità di buoni libri, ma
anche per quella, forse eccessiva, di buoni
propositi, a partire dal celebre incipit di
Pennac: “il verbo leggere non sopporta
l’imperativo”.5 Difficile però nascondersi
che a tutt’oggi l’imperativo appare addirittura categorico quando lo si coniughi con il
verbo “leggere con piacere”… La colpa di
Pennac è probabilmente quella di aver scritto una cosa talmente bella e giusta e condivisibile e ben formulata che tutti se ne sono
rapidamente impadroniti, molti l’hanno imparata a memoria e la ripetono pedissequamente senza più di tanto interrogarsi sulle
conseguenze e implicazioni di tale affermazione. Nel mondo della scuola in particolare la formula pennacchiana ha ormai più
successo del Teorema di Pitagora e al piace re di leggere sono stati innalzati altari di
tutti i tipi.
La mia preoccupazione è che la formuletta
del piacere di leggere sia molto comoda per
chi di lettura e promozione della lettura
non intenda occuparsi sul serio e pretenda
di cavarsela con un semplice “leggi ciò che
vuoi”. Già, ciò che vuoi: eccetto i libri troppo crudi e sboccati, quelli troppo orrorifici,
quelli che propongono temi poco opportuni
come sesso, famiglie in crisi, genitori scoppiati, insegnanti poco esemplari e adulti che
in genere non ci fanno una gran bella figura. Ecco, a parte questi, leggi pure ciò che
vuoi.
Appare evidente come questo possa diventare l’alibi di chi con i libri per ragazzi non
vuole fare i conti, non vuole leggerli; di chi
non vuole uscire dalle poche letture comandate: quelle delle nostre memorie scolastiche o — ancor più comode — quelle dell’ultimo corso d’aggiornamento tutto compreso (animatore bravissimo, bibliografia di riferimento e perfino libri bellissimi monomarca), che ci ha spiegato perché, come e
soprattutto cosa far leggere ai ragazzi.
Il problema è che quelle poche letture non
bastano, perché l’offerta editoriale è più
complessa; perché è più complesso, più
sfaccettato il quadro di riferimento esistenziale dei ragazzi; perché di fronte a un’editoria complessa, a ragazzi complessi, a un
mondo che è il trionfo della complessità
noi, educatori alla lettura, non possiamo
permetterci atteggiamenti semplicistici, non
possiamo permetterci di non essere aggiornati e informati, non possiamo permetterci
di non leggere.
È questa, infatti, la nuova frontiera della
promozione della lettura: quella di leggere
per far leggere.
Alla base di qualsiasi intervento di promozione della lettura debbono esserci dei libri
e un lettore che sia capace di far leggere, di
trasmettere la passione per la lettura nel
modo più efficace: quello virale. Credo e
sostengo un modello di lettura come passio ne e un modello di promozione come conta gio di passioni, come trasmissione di sensazioni ed emozioni da scrittore a lettore e da
lettore ad altro lettore.
È in quest’ottica che provo a definire una
sorta di quadro di riferimento delle abilità
necessarie a chi intenda occuparsi di promozione della lettura; un quadro che contenga in primo luogo una certa dose di
competenza bibliografica, poi una discreta
conoscenza del lettore tipo e infine la capa cità metodologica di contagiare i lettori.
Tradotto in pratica quotidiana ciò significa,
per me, provare a riempire il mio bagaglio
di lavoro con bambini e ragazzi con una serie di risorse,
strumenti e strategie quali:
- l’elaborazione di bibliografie e percorsi di lettura tematici
- la formazione di repertori di lettura
- la lettura a voce alta di brani, racconti e romanzi
- la curiosità per il mondo dei ragazzi, che consente la contaminazione tra esperienze di lettura e realtà circostante
- il gioco (di lettura) inteso come pratica agonistica ritualizzata.
Nel mio bagaglio cerco cioè di mettere quanto ha a che fare
con la lettura, e non necessariamente con il divertimento, lo
spettacolo, l’animazione; senza che ciò implichi negare dignità e diritto d’esistenza a tali pratiche, ma semplicemente
distinguendo bene i rispettivi obiettivi, strumenti e metodologie.
È per questo che ho aperto e chiudo il mio contributo con
la riproposta della domanda: “e tu che lettore sei?”.
Perché è da qui che dobbiamo partire per fare contagio di
lettura.
1. G. Quarenghi. Ragazze per sempre, Milano, Mondadori, 1999, p. 91.
2. Ivi, p. 92.
3. R. Denti. I bambini leggono, Torino, Einuadi, 1978.
4. G. Quarenghi. Ragazze per sempre, p. 59.
5. D. Pennac. Come un romanzo, Milano, Feltrinelli, 1998, p. 11.
23
Come può la biblioteca, che per certe sue rigidità e carenze
(comprese quelle logistiche) è spesso percepita dai ragazzi
quale
istituzione
fredda,
noiosa,
chiusa nella propria
autoconservazione, trasformarsi
in uno spazio intrigante, elastico, plurifunzionale e
realmente multimediale?
Multimedialità in
biblioteca
Antonella Agnoli
Bibliotecaria
documenti audiovisivi, ascolto musica, visione filmati, utilizzo del computer con
software didattici e cd-rom, Internet; e il
tutto deve poter avvenire senza creare caos,
né rumore, né interferenza tra le diverse
funzioni. Le attività di gruppo includono
l’ora del racconto, il lavoro con le classi,
l’alfabetizzazione informatica, i laboratori
di attività manuali e artistiche, l’ascolto e la
visione collettiva di film e di musica, il club
di lettura. In quale delle nostre biblioteche è
possibile realizzare questo?
Il primo criterio è di mantenere anche nella
biblioteca per ragazzi i caratteri che vogliamo per tutta la biblioteca, che sia cioè un
luogo aperto, flessibile, trasparente.
Aperto significa spazi non troppo frammentati, la possibilità per l’utente di capire facilmente dove si trova ciò che gli interessa,
luce naturale, finestre aperte su un giardino,
un cortile ben tenuto, un panorama e non
un parcheggio di auto.
Flessibile significa pensare spazi e servizi organizzabili secondo criteri differenti: il nostro primo attrezzo multi-media è
lo scaffale, su cui possono essere eLa biblioteca per ragazzi non ha un solo pubblico sposti contemporaneamente libri e
cd, riviste e videocassette. Flessibilità significa per la biblioteca spema molti, dovendo soddisfare le differenti
rimentare e cambiare continuamente se stessa e il proprio modo di laesigenze di bebè, bambini e adolescenti
vorare, abbandonando le procedure
rigide, burocratiche, poco amichevoli. La biblioteca dev’essere un luogo che
non li rubino. Organizzare lo spazio in modo da facilitare
si evolve progressivamente, non più una
l’uso di tutte le tecnologie e di tutti i formati è il problema a
struttura immobile per anni: per questo
cui ci troviamo di fronte.
spazi, arredi, luci, cablaggio, segnaletica, reCiò rende necessaria una riflessione assai più approfondita
gole di funzionamento vanno concepiti in
di quella svolta fin qui sui caratteri e sulla fruibilità dello
modo che possano adattarsi rapidamente a
spazio in biblioteca, sull’importanza della segnaletica, sulle
un uso diverso. Ciò diventa tanto più necespossibilità di miglioramento. Una corretta organizzazione
sario con l’inserimento delle nuove tecnolodello spazio deve consentire di realizzare attività sia indivigie, che per loro natura si trasformano induali sia di gruppo. Le prime comprendono lettura e scelta
cessantemente.
dei libri, ricerche, consultazione cataloghi, consultazione
La biblioteca non è mai stata mono-mediale, in quanto fin
dall’inizio ha integrato mezzi e formati diversi dal libro: ad
esempio i giornali e, per quanto riguarda la biblioteca per
ragazzi, la voce umana, quella del bibliotecario o dell’animatore che legge il racconto oppure organizza un gioco.
Poiché oggi è normale trovare in biblioteca videocassette,
cd musicali, cd-rom e accessi a Internet non dovremmo parlare di “multimedialità” come se fosse una conquista, un obiettivo da raggiungere, una sfida da affrontare.
Detto questo, non possiamo fare a meno d’interrogarci su
quale sia il cocktail di mezzi più adatto per i nostri utenti,
in particolare i ragazzi.
Vorrei partire dal fatto che la biblioteca non ha un pubblico: ne ha molti. La stessa biblioteca per ragazzi si trova oggi a conciliare le esigenze dei bebè (e spero siano sempre più
numerose le biblioteche che organizzano uno spazio per la
fascia da 0 a 3 anni), dei bambini che vanno alle materne e
alle elementari, dei ragazzi più grandi e degli adolescenti. Si
tratta di utenze che richiedono spazi, arredi, dotazioni,
competenze professionali molto differenti. I bebè non hanno bisogno di computer ma di grandi cuscini, i diciassettenni non hanno bisogno d’informazione sui cd musicali dell’ultimo gruppo rock ma piuttosto di sorveglianza perché
“
24
Trasparenza significa spazi aperti, vedere il
possedere la conoscenza, ma di saperla organizzare; purfuori dal di dentro e ancor di più il dentro
troppo è solo un’impressione creata dalla facilità d’uso: acdal di fuori. Significa anche concepire uno
quisire ed elaborare le conoscenze è un’altra cosa. Il ruolo
spazio che i bibliotecari possano controllare
del bibliotecario mediatore, educatore, diventa indispensadal loro bancone, sia per soccorrere i piccobile, oltre che per trovare l’informazione, anche per elaboli utenti in difficoltà, sia per scoraggiare
rarla, trasformarla, trattarla e materializzarla secondo i bicomportamenti inadatti. Per esempio molte
sogni dell’utente.
delle chiacchiere che ci fanno perdere temDobbiamo aiutare i ragazzi a utilizzare al meglio le risorse
po su “sesso e Internet” sarebbero evitate
documentarie. Per questo molte biblioteche non separano i
semplicemente mettendo i computer in un punto di grande passaggio: i quindicenni ci pensano
Le nuove tecnologie in biblioteca sono
due volte a collegarsi a un sito
w w w . h o t . v i r g i n s se sanno che
sottoutilizzate: gli utenti, tendono infatti a
dietro di loro potrebbe materializzarsi in qualsiasi momento un
usarle quasi esclusivamente per intrattenimento
adulto. Questa strategia è stata
scelta dalle biblioteche spagnole,
che richiedono l’autorizzazione ai genitori
materiali tra adulti e ragazzi: in Francia musica, cinema e
prima di concedere ai ragazzi minorenni il
vari cd-rom sono insieme. Questa strategia serve inoltre a
permesso di usare Internet.
creare un ponte tra i ragazzi e gli adulti, nonché fra i diversi
È importante che la biblioteca abbia l’atmosupporti informativi.
sfera “giusta”, cioè che non sia percepita
L’inserimento di nuovi media ci ha imposto di riflettere su
dai ragazzi come un luogo serio, lento, bunumerosi temi. Accenno ad alcuni:
rocratico. Da alcune inchieste realizzate ne- come collochiamo i differenti media, separati per formato
gli Stati Uniti, che ho citato nel mio libro
o mescolati?
(Biblioteca per ragazzi, AIB, 1999), è emer- qual è il livello di complementarità?
so che gli adolescenti vedono la biblioteca
- qual è il loro grado di interattività?
come un luogo con bibliotecari ossessionati
- come possono soddisfare i vari bisogni informativi?
dal silenzio, persone e computer troppo len- cosa fare perché il ragazzo utilizzi nel modo giusto e nel
ti. Un’istituzione fredda, solenne, rigida,
momento giusto i diversi supporti?
fuori dal tempo, noiosa, incurante di ogni
- come rendere chiare le nostre scelte? (trovo ci sia la tencosa che non sia l’ordine, incapace di soddidenza a occuparsi delle tecnologie più dal punto di vista
sfare più di una persona per volta, eccessigestionale che dei contenuti)
vamente preoccupata di proteggere i suoi
- integrarli o separarli?
preziosi libri. In una parola: non interessan- come conservarli?
te. Se quest’indagine venisse realizzata an- prestarli o no?
che in Italia il risultato non sarebbe diverso.
- come catalogarli?
La biblioteca dev’essere un posto dove si
Sono questioni importanti, ma penso che dovremmo rifletpuò socializzare senza che per questo si tratere di più sull’evoluzione dei media, sulle trasformazioni
sformi in una sala giochi. Deve facilitare il
che provocano, sui modi di pensare e di apprendere che inprestito ma non diventare esclusivamente
ducono, sulla loro efficacia informativa e documentaria, su
un punto di noleggio di videocassette o cd.
cosa significa organizzare accessi diversi alla conoscenza.
Deve favorire le attività sul posto, in partiTemi sui quali le biblioteche possono diventare luoghi di
colare l’uso della Rete, senza per questo distudio e di riflessione particolarmente interessanti.
ventare un Internet-café. In biblioteca le atVorrei fare, infine, alcune considerazioni su Internet. Nei
tività possibili sono molte: gioco, informaprossimi tempi saremo di fronte a scelte difficili: i bilanci
zione, reference, animazione, socializzaziosono quelli che sono e ogni computer in più da acquistare
ne. Le nuove tecnologie consentono cose
sono 100 libri in meno, ogni cd-rom nuovo sono 3 o 4 cd
straordinarie, ma la mia impressione è che
musicali a cui rinunciamo. Stiamo inoltre parlando di cosiano sottoutilizzate, che il loro uso sia quastruire mediateche senza considerare il fatto che esse sono
si esclusi vamente per intrattenimento.
un’ipotesi superata dall’evoluzione della tecnologia. Su
Indagini compiute in biblioteche molto aInternet è già oggi disponibile gratuitamente più musica di
vanzate hanno rilevato che solo una piccola
quanta ne possiamo sperare di comprare noi su cd. Non eminoranza di utenti usa varie tecnologie insiste alcun motivo per fare investimenti importanti in cd
sieme: quasi tutti si limitano a un solo supcommerciali quando questa tecnologia è superata e può esporto per volta.
sere sostituita da una registrazione del brano musicale scaI nuovi media creano l’illusione non solo di
ricato da Internet.
“
25
mettere a disposizione tecnologie obsolete,
o anche solo troppo lente, perderemo clienti
a vantaggio degli Internet-café, dove con
10.000 lire — una somma a portata di ogni
sedicenne — si può stare collegati un’ora.
Dovremmo invece rassegnarci a questa fase
di rapida mutazione e trarne il massimo
profitto.
L’investimento che dobbiamo chiedere ai
nostri amministratori appare finanziariamente oneroso ma corrisponde ai bisogni
dei nostri utenti, cioè degli elettori. Una biblioteca con 10.000 iscritti dovrebbe avere
non 2 ma 20 computer, organizzare corsi
gratuiti di formazione e incoraggiare anche
le attività puramente ludiche, come la ricerca di giochi o l’uso della posta elettronica.
Procedendo su questa strada si scoprirà che
i costi potrebbero essere assai più
ridotti del previsto: molti provi der, infatti, non solo si orientano
Morte del libro? Nient’affatto: le collezioni
verso la gratuità totale ma offrono
cartacee resisteranno bene all’impatto di Internet addirittura compensi per il tempo
passato a navigare, rimanendo così esposti alla pubblicità onnipregrazie alla loro praticità e stabilità d’uso
sente. L’enorme aumento della
pubblicità rivolta ai giovani sui siti italiani e le nuove iniziative di commercio
da parte degli adolescenti, che spesso ne sanno più di noi.
elettronico rendono quest’ipotesi del tutto
Dobbiamo prepararci a un’epoca in cui le collezioni cartaplausibile.
cee resisteranno bene all’impatto di Internet grazie alla loro
Ciò non significa abbandonare i libri, l’ora
stabilità, certezza e praticità d’uso. Qualunque cosa dica
del racconto, l’albero delle favole. Ritengo,
Bill Gates (che sulla Stampa del 29 dicembre 1999 ha addial contrario, che la voce umana sia sempre
rittura proclamato “obsoleto” il libro) la vasta diffusione e
più importante per informare, orientare,
la facile disponibilità a basso costo proteggeranno i libri su
rassicurare i ragazzi. Noi bibliotecari non
carta dall’estinzione, mentre i prodotti che si prestano a essaremo sostituiti da macchine distributrici
sere digitalizzati, come la musica, troveranno sempre più
di libri o di videocassette e neppure da
facilmente ospitalità in siti Web gratuiti e facilmente accesInternet, perché m u l t i m e d i a l i t à s i g n i f i c a
sibili. Questo richiederà un investimento in computer molto
principalmente sfruttare tutte le potenziapiù rilevante di quello che abbiamo immaginato fin qui. In
lità, tutte le idee che abbiamo accumulato
pratica dobbiamo prevedere il rinnovamento del parco
nella lunga esperienza del servizio.
informatico ogni due anni, massimo tre. Se ci ostiniamo a
Lo stesso discorso vale per i cd-rom, che sono stati un prodotto di transizione nato quando Internet non aveva ancora
rivelato appieno le sue potenzialità. Rimarranno alcuni
prodotti specifici, come i cd-rom didattici, grandi banche
dati e alcune enciclopedie. Molto di tutto questo sarà disponibile anche su Internet. È vero che i cd-rom migliori,
quelli che presentano un grado elevato d’interattività e una
grafica sofisticata, rimarranno sul mercato: oggi abbiamo i
ragazzi in coda per il loro uso. Ma questi prodotti buoni
sono relativamente rari. Possiamo limitare gli acquisti a
quei titoli in cui le possibilità offerte dal mezzo sono veramente sfruttate, lasciando agli editori improvvisati i loro
“libri illustrati” messi frettolosamente su cd-rom e venduti
a prezzi assurdi. Certo: continueremo a comprare videocassette, cd e cd-rom per gli utenti a cui la Rete fa paura (compresi noi bibliotecari). Ma il vero investimento che dobbiamo obbligatoriamente fare è sull’alfabetizzazione informatica e in questo, tra l’altro, troveremmo un aiuto entusiastico
“
26
Stefania Fabri
Studiosa di letteratura
per l’infanzia
La mente del lettore multimediale: ovvero, in quali forme
sta ramificandosi la rivoluzione dei concetti di
lettura e creazione d’opere d’arte prodotta
dai nuovi paradigmi culturali. Osservazioni e
teorie di alcuni
pensatori
impegnati in
differenti campi
della ricerca, dall’antropologia alla scienza, alla filosofia
Libri &
altri media
Il mio discorso non sarà sequenziale, ma a
episodi intrecciabili fra loro. Sarebbe infatti
arduo distendere una riflessione come un
lenzuolo davanti ai vostri occhi; fra l’altro
non riesco più tanto a essere lineare, perché
i pensieri non sono lineari e perché le informazioni sono tante e provengono da molte
fonti, ma posso assicurarvi che ciò che ho
da dirvi non è del tutto sconclusionato:
dentro c’è un nodo a cui sono annodati tutti i pensieri, non solo miei per la verità ma
di alcuni pensatori, ed è di tale rete di pensieri che vi voglio parlare. Nodi che potrete
sciogliere a vostro piacimento, al di fuori di
quest’occasione.
“
Lettura come hardware, o
scansione d’immagini, o uso di
libri, o connessione di pensieri,
o ipertestualità che scavalca
l’idea di opera d’arte quale
frutto di una sola mente
Il lettore e i pensatori
“Lettore multimediale” è un’espressione
ambigua, di certo non entusiasmante e che
useremo come del tutto transitoria.
Un lettore può essere interpretato come:
a) uno strumento che legge un determinato
documento
Quindi in sostanza un hardware che utilizza
un software (la scuola tende spesso a questo
modello inconsapevolmente).
b) un lettore che guarda e scorre con gli oc chi uno schermo
A questo proposito è opportuno ricordare De Kerckhove e
le sue riflessioni sull’occhio buttato sulla pagina dal bambino, contenute nel saggio La pelle della cultura (Costa &
Nolan, 1996). Secondo lo studioso si sarebbe già affermato
un nuovo modo di leggere, quasi una scansione d’immagine
piuttosto che una lettura alfabetica; a differenziare il vecchio modo di leggere e il nuovo vi sono, fra l’altro, due emisferi cerebrali diversi in funzione.
c) un lettore che fa uso di oggetti chiamati libri
Questa potrebbe essere la deriva di molti fan del libro, dei
suoi più accaniti estimatori (sul culto dell’oggetto vedi più
avanti la parabola dell’archivista).
d) un lettore che connette la propria mente con la mente di
altri pensatori
In questa concezione il sé sarebbe un sistema dinamico in
cui cadono le distinzioni tra chi elabora e chi viene elaborato e si riprende il concetto della personalità che risulta da
un processo di copia e incolla dalle altrui personalità; ma
ne deriverebbe anche l’idea che le macchine siano in grado
di pensare come le persone e che le persone siano in grado
di pensare come le macchine. Marvin Minsky nel suo La
società della mente (Adelphi, 1994) ha parlato di agenti responsabili della costruzione e della demolizione che nella
mente del bambino collaborerebbero attivamente.
e) un lettore-autore
Un lettore ipertestuale, un costruttore di letture ipertestuali.
In quest’accezione, che rimanda al concetto di “intelligenza
collettiva” e a quel continuum lettura-scrittura di cui parla
Pierre Lévy, il lettore ritiene il testo unidirezionale autoritario. Da qui la concezione, condivisa anche da alcuni artisti
contemporanei, che con le nuove tecnologie si sia rivoluzionato non solo il concetto di lettura ma pure quello di creazione di un’opera come frutto di una sola mente. Da qui
anche l’idea di una sorta di catena interattiva per cui chi è
lettore sarà poi autore, e via di seguito.
La mente del lettore e la natura
Bateson, antropologo e biologo inglese, in Mente e natura
(Adelphi, 1984) sostiene che la mente è una struttura che
connette; è una metastruttura, ossia una struttura di strutture. La mente è vuota, essa è un non-ente. Esiste solo nelle
sue idee. Cita il Prospero di Shakespeare e dice che siamo
27
fatti della stessa sostanza dei sogni, ma probabilmente la
nostra sostanza non è del tutto percettibile. “I sogni, le percezioni e le storie sono forse le crepe e le irregolarità di
quella matrice uniforme e senza tempo” (p. 29). Il concetto
di struttura che connette, afferma, andrebbe insegnato a
scuola ma nessuno lo fa e racconta di quando ha tenuto una
lezione a un gruppo di giovani beatniks, i quali avendo un
approccio ascientifico alla sua lezione scientifica furono in
grado di comprendere meglio di altri questo concetto perché ne ebbero una percezione estetica. La riflessione ci serve
per dire che forse non diamo sufficienti strumenti ai nostri
ragazzi per affrontare il nuovo millennio. In fondo stiamo
fornendo loro schemi logici e propedeutici all’interpretazione della realtà completamente sorpassati. C’è bisogno di una nuova, grande rivisitazione pedagogica della scienza.
La mente del lettore e l’ipertesto
L’ipertesto come nuova forma di scrittura e nuovo modo di
pensare, propugnato da Nelson e Joyce, rimanda al concetto di una struttura che si ramifica espandendosi all’infinito.
Il concetto di mondo dentro il mondo è interessante per
comprendere la struttura ipertestuale dal punto di vista sia
scientifico sia della mente del lettore. Barrow, scienziato e
astronomo inglese, nel suo Il mondo dentro il mondo
(Adelphi, 1991) sostiene che c’è bisogno di più filosofia nella scienza e che gli scienziati sono da qualche tempo alla ricerca della “teoria del tutto” e si accapigliano su cose come
cosmologia quantistica e teoria dell’inflazione andando incontro a contraddizioni insanabili dal punto di vista scientifico. Con queste teorie si arriva a ipotizzare che l’universo
abbia un’estensione spaziale infinita. Però se l’universo è infinitamente grande verrebbe anche messa in dubbio la completa casualità degli eventi: infatti un numero infinito non è
un’infinità casuale di numeri. Secondo Barrow — che però
può permettersi di dirlo dopo aver sciorinato riflessioni e
studi per 500 pagine — c’è poco da affannarsi: le cosiddette
leggi di natura non sono in grado di spiegare in modo sufficiente ciò che vediamo, eppure sono verificabili. Possiamo
allo stesso modo dire che non si può parlare di tecnologia
senza studiarne tutte le implicazioni e che certamente non
può essere considerata un modo per padroneggiare la
realtà, semmai per complicarla. Una complicazione che non
può essere comunque elusa.
La biblioteca come territorio sicuro
Matthias Lane nel romanzo L’archivista di Martha Cooley
(Guanda, 1998) si presenta come il guardiano dell’ala più
tranquilla della biblioteca, dove sono collocate le collezioni
di libri rari e manoscritti, i taccuini e le lettere di scrittori,
tra cui quelle di Eliot (su cui è imperniato tutto il romanzo).
In questo territorio “sicuro”, com’egli lo definisce, “c’è stata la prevedibile invasione di microfiche, computer, fax”, di
cui Matthias — nome che evoca l’apostolo che subentrò a
Giuda — trova “divertenti” ma, dice, “non hanno niente a
che fare con la vita della mente”.
L’affermazione, pronunciata da un’emblematica figura di
bibliotecario conservatore, sta a indicare un atteggiamento
comune a molti tra i cultori del libro come oggetto. Il no-
28
stro protagonista, però, non è privo di ambiguità: arriva infatti a distruggere una parte importante della sua collezione pur di
dar seguito al desiderio dello scrittore.
Questo a causa di una gravissima trasgressione: aver letto i documenti che avrebbe
dovuto solo ordinare e conservare! Dal che
si comprende come non esista alcun territorio “sicuro”, ordinato, al riparo da tentazioni.
Il puer e le tartarughe
James Hillman in Puer aeternus (Adelphi,
1999) considera fondamentale nel mondo
moderno la dicotomia senex-puer, ch’egli
vede avvalorata anche nei comportamenti.
I giovani non apprendono più nelle tradizionali forme della cultura e la parola
scritta, ma attraverso mezzi di comunicazione di tutt’altro genere. I giovani formano una classe sociale a parte, chiusa e non
iniziata dagli adulti e dunque per gran
parte priva di comunicazione con l’esterno (p. 57-58).
Trovo interessanti questo concetto della
classe “separata” — che ha grande riscontro in tutta la letteratura contemporanea
per ragazzi — e il fatto che le forme di comunicazione non tradizionali siano quelle
principali e in tali forme non ci sia alcuna
cura per l’apprendimento diffuso, non direzionato. Il puer è concepito nell’ambito di
una fenomenologia psicologica come una
potenza spirituale trascendente dell’inconscio collettivo: la sua direzione è verticale, è
debole sulla Terra perché non appartiene alla Terra. Il Fanciullo archetipico nello slancio verso l’alto è spesso ostacolato e rinuncia facilmente allo sforzo da compiere. Il
mondo orizzontale, il continuum spaziotempo che chiamiamo realtà, non è il suo
mondo, per cui egli non comprende ciò che
si acquista con la coerenza e con la ripetizione, non procede passo passo nel labirintico mondo orizzontale, viene soffocato dalla
ragione pratica.
Il puer inteso come lettore multimediale è
proprio una corrente ascensionale che non
riusciamo a seguire e neppure ci rendiamo
conto di quali siano le sue reali difficoltà; va
incontro di slancio ai cambiamenti e quindi
a ostacoli che si confondono tra i requisiti
della sua familiarità. Per esempio il mondo
dei nuovi media è pieno di orizzontalità —
anche se saltano gli schemi di spazio-tempo
— e necessita di coerenza e ripetizione.
Poiché, dice Hillman, siamo stati condizionati a pensare al bambino dentro lo schema
della psicologia evolutiva secondo il quale la
vita muove in una sola direzione a partire
dall’infanzia (p. 341-342 in Fuochi blu,
Adelphi, 1996) non siamo in grado di riconoscere i suoi “doni”, cioè — traduco io —
le sue nuove capacità percettive, né le sue
nuove difficoltà; e quando le sue fantasie
non ricevono una risposta immaginativa adeguata, scrive ancora Hillman, il bambino
cade inevitabilmente nel culto volgare del
consumismo.Questo è già accaduto per la televisione ed è rispetto ai media interattivi un
pericolo ancor più grave e già incombente.
Seymour Papert, che ha progettato negli anni ’60 con il linguaggio LOGO tartarugherobot da pavimento a cui i bambini impartivano comandi, aveva considerato che abbattere i confini tra sé e l’oggetto era il metodo migliore per apprendere come programmare e per insegnare la geometria. Alla
fine degli anni ’80 i progressi tecnologici resero possibile utilizzare tartarughe da schermo in grado di accettare istruzioni più complicate di quelle da pavimento, ma più povere d’implicazioni identificative. Anche la
Turkle sta ora lavorando sulle identificazioni negli animali virtuali: i giocattoli virtuali
saranno la nuova strada su cui si spalancheranno le porte di un’identificazione multi pla, che ci tocca considerare e valutare.
Papert ora ritiene che l’interattività sia questione di creatività e non stimolo-risposta,
né giudica utile la cosiddetta “logica costruttivista” (del Lego) dell’attuale interattività. Gli strumenti, afferma, servono ai
bambini per una migliore comunicazione:
nasce prima il progetto di apprendimento e
poi vengono le tecnologie, non viceversa.
La vita sullo schermo e gli esseri digitali
Sherry Turkle, antropologa del cyberspazio
che insegna sociologia della scienza al MIT,
ha notato che c’è bisogno di più psicanalisi
nel rapporto con le macchine. All’inizio del
suo libro La vita sullo schermo (Apogeo,
1997) fa una citazione su cui riflettere anche in relazione a quanto espresso da Hillman. La citazione è da Walt Whitman:
“c’era un bambino che andava fuori ogni
giorno, / e la prima cosa su cui posava lo
sguardo, in questa si trasformava”.
Una famosa vignetta del The New Yorker
descrive bene i problemi d’identità; un cane
chino sulla tastiera del computer dice a un
altro cane: “su Internet nessuno sa che sei
un cane”. Secondo la Turkle la cultura della
simulazione del postmoderno — definizione mutuata da
pensatori francesi quali Baudrillard e Lacan — produce
un’identità instabile nel rapporto fra mente e corpo, individuo e macchina, nell’erosione continua dei confini tra reale
e virtuale, animato e inanimato, io unitario e io multiplo.
Tutto cominciò con i giochi di ruolo (ricordate Dungeons
& Dragons?), poi via via trasformati in MUD (Multi-User
Domains, domini a più utenti), che consentono un gioco
virtuale in cui è possibile intervenire rivestendo un proprio
personaggio e incontrandosi con altri personaggi dietro i
quali ci sono utenti reali. A ciò si aggiunga la ricerca nel
campo dell’informatica evoluta, dove la programmazione
non è più basata sulle strutture centralizzate dell’elaboratore ma sull’interazione fra sottoprogrammi, con un processo
di connessione che assomiglia a quello del cervello umano.
Il passaggio all’intelligenza artificiale emergente che superava il concetto di elaborazione dati (avvenuto a metà degli
anni ’80) metteva in evidenza il fatto di poter considerare
l’elaboratore come un sistema opaco dove avvenivano processi emergenti; una visione non priva d’ironia che si rifaceva anche alla cosiddetta logica fuzzy, nella quale cadono il
principio dell’alternativa — 0-1, sì-no — e quello della non
contraddizione. Nella fase attuale ci sarebbe invece una
convergenza tra i due sistemi: Minsky con il concetto di so -
“
La cultura della simulazione del
postmoderno, scrive l’antropologa Sherry
Turkle, erode i confini tra reale e virtuale
cietà della mente ha lavorato a un modello di elaboratore
che differisce dal connessionismo perché dà per scontato un
maggior grado di programmazione degli agenti interni; può
tuttavia essere considerata una variante della teoria dell’emergenza, poiché in essa l’intelligenza non proviene da istruzioni programmate ma emerge dalle associazioni e dalle
connessioni degli oggetti all’interno di un sistema.
Ciò che ha affermato Nicholas Negroponte, e cioè che ormai siamo diventati “esseri digitali” (Essere digitali, Sperling & Kupfer, 1995) e che soprattutto lo sono i bambini,
secondo la Turkle non ha un’accezione negativa: ogni passo
avanti nell’utilizzo strumentale della tecnologia provoca effetti a livello soggettivo. Negroponte ipotizza un mondo in
cui tra breve avremo conversazioni con i nostri elettrodomestici e in cui le macchine dovranno imparare a conoscerci meglio e non noi a conoscere loro.
Se — come afferma Roberto Maragliano — gli “esseri multimediali” per eccellenza sono i bambini e se anche nelle iniziative internazionali sono intesi come i portatori di un’emergente cultura digitale (com’è affermato nel Junior Sum mit) è necessario che l’adulto sia cosciente delle nuove responsabilità e si proponga di coordinare le conoscenze e le
risorse da mettere in campo. Ritardi in questo senso sarebbero assai dannosi, soprattutto per il pensiero del nuovo lettore.
29
Sicurezza, istruzioni per l’uso, siti specifici — soprattutto
statunitensi — e quant’altro riguarda la navigazione Internet
colta sotto uno
speciale
aspetto: i modi
attraverso cui i bibliotecari vi
possono organizzare le
informazioni rivolte ai giovani
utenti. Panoramica su alcune chiavi di accesso Web
La biblioteca
virtuale
Quando si analizza il rapporto fra Internet e ragazzi non si
può fare a meno di affrontare la questione della sicurezza.
Non credo che questo sia il problema principale, ma sappiamo che su questo aspetto, anche se del tutto marginale, i
media non perdono occasione di puntare i riflettori. Di
conseguenza i bibliotecari, soprattutto quelli che operano
all’interno delle biblioteche per ragazzi, hanno parecchi
dubbi, non del tutto ingiustificati, e temono da un lato di
essere complici di un cattivo uso da parte dei ragazzi dell’accesso a Internet, dall’altro di venir coinvolti in una serie
di atti fortemente censori che non appartengono alla tradizione della loro professione.
Fra i comportamenti adottati nelle biblioteche di tutto il
mondo mi sembra si possa individuare in quello dei bibliotecari statunitensi l’atteggiamento forse più corretto ed efficace. Il panorama statunitense sarà appunto quello all’interno del quale questa relazione si muoverà, per questo come per gli altri temi affrontati: ciò sia per la ricchezza degli
esempi che offre, sia per l’indubbia coerenza dell’impostazione generale, tutta volta al soddisfacimento dei bisogni e
delle richieste degli utenti.
“
L’impostazione delle biblioteche negli Stati
Uniti è tutta volta al soddisfacimento dei
bisogni e delle richieste degli utenti
Collegandoci con il sito della New York Public Library,
nella sezione dedicata ai ragazzi (http://www.nypl.org/bran ch/kids/onlion.html), troviamo interessanti istruzioni per
l ’ u s o riguardanti “La politica dell’accesso pubblico a
Internet”, “La scelta e la valutazione delle risorse” e una
chiara dichiarazione a proposito dell’accesso da parte dei
minori.
I genitori o i tutori legali dei minori devono assumersi la
responsabilità di decidere quali risorse della biblioteca siano appropriate per i loro ragazzi. I genitori o i tutori legali
dei minori dovrebbero guidare i ragazzi nell’uso di Internet
30
Maurizio Caminito
Studioso di sistemi
multimediali
per le biblioteche
e informarli su quale materiale non usare.
La biblioteca ha creato pagine per ragazzi
e giovani adulti che hanno contenuti o
collegamenti ad altri siti che i genitori o i
tutori legali dei minori possono trovare
appropriati ai ragazzi.
Segue una breve guida on line divisa in paragrafi dai titoli abbastanza significativi:
“Chi ha paura di Internet?”, “Ciò che i genitori dovrebbero sapere”, “Come minimizzare i rischi”, “Linee guida per i genitori”,
“Ulteriori informazioni e altri siti da visitare”.
Il testo di questa guida per i genitori è tra i
materiali rintracciabili all’indirizzo http://
www.nypl.org/branch/safety.html (cfr. “A
Safety Net For The Internet. A Parent’s
Guide prepared by: Office of Children’s
Services & Office of Young Adult Services
of NYPL”).
È importante rilevare come i bibliotecari
delle sezioni ragazzi e giovani adulti della
NYPL non agiscano da soli, ma abbiano il
conforto di tutta l’Associazione dei bibliotecari statunitensi. Una divisione dell’ALA ha
infatti compilato un elenco di siti all’interno
dei quali genitori, insegnanti ed educatori in
genere possano trovare informazioni puntuali su come comportarsi con i propri ragazzi che navigano in Internet. Anche quest’elenco è reperibile interamente al sito
dell’ALA (cfr. “Sites for Parents, Caregivers, Teachers and Others Who Care About
Kids. Compiled by the Children and Technology Committee of the Association for
Library Service to Children, a division of
the American Library Association”). Gli elenchi delle risorse on line messe a disposizione da questi due gruppi di lavoro che agiscono all’interno dell’ALA non contengono solo i suggerimenti ai genitori e agli insegnanti, ma disegnano vere e proprie mappe
dedicate ai ragazzi e alle loro esigenze di
informazione e di svago (cfr. “Association
for Library Service to Children e Young
Adult Library Services Association”).
Per concludere questa sorta di prologo dedicato ai problemi della sicurezza in Internet vorrei sottolineare un concetto. Nell’indicare nei genitori i primi responsabili
— dal punto di vista legale e da quello morale — di una corretta fruizione della Rete
il bibliotecario non si chiama fuori dal problema della navigazione sicura da parte dei
giovani utenti di una biblioteca scaricandone la responsabilità sui genitori; si assume
anzi fino in fondo l’impegno di predisporre
l’informazione che ritiene utile: consiglia
regole di comportamento, segnala siti e ne
garantisce la rispondenza alle esigenze dei
ragazzi, partecipa alla creazione di una sor ta di “rete di protezione” dei giovani navi-
gatori e delle loro famiglie. Di questa rete di
protezione fanno parte, oltre alle biblioteche, enti governativi, scuole, associazioni di
privati cittadini, aziende, con una vasta
gamma d’interventi tutti reperibili in Internet, comprendente, fra gli altri, l’autorevole
e minacciosa FBI (cfr. il sito http://www.f bi.gov/kids/crimepre/internet/internet.htm)
accanto alle più rassicuranti e amichevoli
segnalazioni di Yahooligans!, il noto motore di ricerca rivolto ai ragazzi, che ha una
directory interamente dedicata al tema della
sicurezza, al cui interno si può trovare anche un “Gioco sulla sicurezza in Internet”.
La Kids Page e i giovani adulti
Analizziamo ora alcune home page di biblioteche per ragazzi per vedere più da vici-
no in che modo i bibliotecari possono organizzare le informazioni rivolte ai giovani utenti.
La sezione “On-Lion” per ragazzi della New York Public
Library, citata prima, è solo uno dei tanti esempi presenti
in Internet, anche se indubbiamente si fa notare
per l’alto livello delle proposte. Sempre rimanendo negli Stati Uniti, anche perché è difficile trovare altrove uno sforzo altrettanto evidente di comunicare in modo chiaro e divertente con il pubblico dei giovanissimi lettori, possiamo indicare
alcuni siti, scelti tra quel l i consigliati
dall’American Library Association:
1. l’Internet Public Library Youth (http://ipl.org/
youth)
2. la pagina dei servizi per i giovani della Biblioteca di Santa Monica in California (http://www.smpl.org/li brary/services/divys.htm)
3. la Kids Page della Multnomah County Library di Portland nell’Oregon (h t t p : / / w w w . m u l t n o m a h . l i b . o r . u s / l i b /
kids)
La prima è forse la biblioteca virtuale per antonomasia.
Nata nel 1995 all’interno dell’Università del Michigan come esercitazione pratica di uno dei corsi della School of
Information, ha acquisito oggi un suo status autonomo. Ha
un budget di circa 100.000 dollari annuo e nel 1999 ha avuto oltre 1.000.000 di visitatori.
Dalla home page generale si arriva alla sezione ragazzi.
Anzi — e questa è una prima caratteristica di cui prendere
nota — si può scegliere tra due sottosezioni: “Youth” e
“Teen”.
Nella prima, “The Internet Public Library Youth Division”,
viene offerto un menù diviso in ben 12 parti, all’interno del
quale si può osservare un sistema tripartito delle informa-
31
zioni: le prime rimandano all’organizzazione e ai servizi
classici di una biblioteca, le seconde rispondono alla necessità di mettere a disposizione dei ragazzi strumenti culturali
e didattici legati alla loro esperienza scolastica, le ultime aprono una finestra sugli interessi extra-scolastici. Complessivamente, però, si può dire che il mondo della scuola
rimane il cardine di quest’offerta.
Nella seconda sezione, dedicata ai teenager, troviamo una
lista di argomenti legati agli interessi
dei ragazzi, nonché alle esigenze dettate dalle esperienze di carattere psicologico e sociale che si potrebbero
trovare ad affrontare: arte e spettacolo, libri e scrittura, università e carriere scolastiche, club e organizzazioni
giovanili, computer e Internet, salute,
conflitti, politica e storia, sport, moda, ecc.
In questo caso si può affermare che la
biblioteca in quanto struttura consolidata di organizzazione del sapere quasi scompaia: in primo piano vengono i
ragazzi con le loro urgenti necessità. Solo chi trova per loro
risposte anche di tipo pratico, strumentale, viene dai ragazzi preso in considerazione. E la biblioteca si adegua, si sforza di non perderli come utenti anche futuri, quasi rinunciando a parte della propria specificità in favore di un contesto informativo più ampio. Assumono inoltre importanza
i collegamenti con la società — in tutte le sue componenti
sociali e di relazione — e con il territorio. Il tentativo, in
sostanza, sembrerebbe quello di lavorare a un sistema integrato di risorse culturali a base territoriale. Quanto ciò produca effettivi risultati non possiamo dire; resta la consapevolezza che la sfida si gioca nella società e che, conseguentemente, la Rete si deve allargare, uscendo dal mondo delle
biblioteche.
Le pagine dei servizi dedicate ai più giovani presentano nel
caso della Biblioteca di Santa Monica in California una netta prevalenza dei contenuti per i più piccoli (vedi il “Kid
32
Web”). Ai più grandi è però dedicato un
nuovo progetto, l’Information Navigator
Project, un corso di formazione che viene
svolto in un’aula appositamente attrezzata e
che ha in Rete tutta la documentazione del
percorso didattico.
Nella Kids Page della Multnomah County
Library di Portland nell’Oregon non sembra esserci la chiarezza che abbiamo trovato nell’IPL nella divisione dei due pubblici
di ragazzi, anche se tutti i temi finora trattati ritornano. Troviamo infatti: la guida alla navigazione Web per la famiglia, una
sorta di centro assistenza per i compiti scolastici, la rete “di fuori” per i giovani adulti, i consigli per i genitori, le risorse per gli
educatori e gli insegnanti, il calendario degli
eventi letterari, una sezione in spagnolo di
libri per ragazzi, ancora informazioni librarie, siti consigliati, divertimenti per famiglie, giochi e indovinelli, ecc.
Si rileva un tentativo di tenere uniti i due
segmenti di pubblico, alternando l’offerta ai
più piccoli con quella ai più grandi, senza
dimenticare i genitori né gli insegnanti.
Oppure — ma forse questa è una conclusione troppo affrettata — la biblioteca per ragazzi sembrerebbe rispecchiare una comunità più coesa. Sono comunque di rilievo sia
la sezione dedicata ai giovani adulti sia
quella per i genitori, comprendente gli ormai abituali consigli per una buona navigazione dei figli (cfr. “Multnomah County
Library for Young Adults” e “Family guide
to the Web”).
Dall’analisi comparata delle esperienze segnalate dall’ALA emergono due caratteristi che assai importanti: le biblioteche per ra-
gazzi in cui prevale l’interesse per i più piccoli dimostrano una grande attenzione all’ambiente scolastico; le pagine dedicate agli
adolescenti offrono maggiori informazioni
di comunità e risorse a base territoriale. In
entrambi i casi la biblioteca per ragazzi dedica molte energie nel reperire e presentare
le risorse esterne e nel sottolineare la rete di
relazioni che possono offrire ai
giovani utenti. È ancora una volta da notare, a tal proposito, il
notevole apporto fornito dall’ALA, che predispone senza soluzione di continuità risorse e
informazioni per i bibliotecari,
per gli insegnanti, per i genitori,
per i bambini più piccoli e per gli
adolescenti.
Segnalo infine, a titolo puramente esemplificativo, la campagna
“Born to read” (http://www.ala.
o r g / p a r e n t s / i n d e x . h t m l) “Teen
HOOPLA. An Internet Guide for
Teens” (h t t p : / / w w w . a l a . o r g / teenhopla), “The librarian’s Guide to Cyberspace for Parents &
Kids” e le campagne “Partner in
Learning” e “Partner in Reading”, sviluppate con lo School
Library Media Center.
tiva fino al 1997 nella New York Public Library. È lei, infatti, l’autrice di un sito che chiunque abbia fatto una ricerca sulla letteratura per ragazzi non ha potuto fare a meno
d’incontrare: la cyberbiblioteca di FairRosa (http://www.
dalton.org/libraries/fairrosa). FairRosa è la protagonista di
una filastrocca da girotondo e il sito è un vero e proprio giro intorno alla grande letteratura per l’infanzia. Accanto a
un elenco completo di autori e illustratori sono da segnala-
re le sezioni tematiche “Dragons” e “Lewis Carroll”, organizzate in grande libertà, nonché la ricca sezione dei link.
Le risorse di FairRosa
Per quanto riguarda le opere segnalate, soprattutto i grandi
È impossibile compilare l’elenco completo
classici della letteratura internazionale per ragazzi, troviadelle risorse messe a disposizione in Internet
mo un’accuratissima presentazione dei testi, con le varianti
da parte dei bibliotecari di tutto il mondo,
più note, le edizioni illustrate e quanto serve a un’approanche perché esistono ormai programmi di
fondita ricerca sul tema.
cooperazione assai articolati che coinvolgoIl secondo esempio è rappresentato da un modo abbastanza
singolare e divertente di presentare le risorse. Si
tratta del ring. Di ring ne esistono numerosi su vari
Il bibliotecario consiglia regole di
temi (cfr. http://nav/webring.org/#ringworld) e consistono in una serie di siti con caratteristiche o tecomportamento, segnala siti e
matiche comuni legati fra loro da una catena, percorribile anello dopo anello in lungo e in largo (è
partecipa alla creazione di una “rete
prevista anche la funzione random).
Tra i ring esistenti troviamo anche quello dedicato
di protezione” dei giovani navigatori
alla letteratura per ragazzi (http://www.geocities.
c o m / A t h e n s / 3 7 7 7 / r i n g . h t m l), comprendente ben
144 siti.
no sistemi bibliotecari nazionali e internaNel momento in cui nasce il primo progetto italiano di porzionali. Ma ciò non significa che non siano
tale della letteratura per ragazzi, il nuovo sito di LiBeR
importanti il lavoro paziente e continuo del
(http://www.liberweb.it), inaugurato alla fine del ’99, mi è
singolo bibliotecario e l’applicazione d’insembrato utile segnalare la cyberbiblioteca di FairRosa e il
ventiva e fantasia alla ricerca delle soluzioring della letteratura per ragazzi, anche per sottolineare coni. Ed è proprio su un caso del genere che
me sia importante mantenere unite in Rete le due anime,
voglio porre l’attenzione: si tratta della ciquella funzionale e quella creativa, cui si deve in gran parte
no-americana Hsu Yu-Feng, bibliotecaria
la straordinaria fortuna di un mezzo apparentemente così
nata a Taiwan, newyorkese di adozione, atfreddo e caotico.
“
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Cronache
Seminario La nuova biblioteca per ragazzi
Cronache daldal
Seminario
La nuova biblioteca per ragazzi
Oltre trecento tra bibliotecari delle biblioteche pubbliche
e scolastiche, insegnanti, editori, librai e operatori culturali
hanno partecipato al Seminario svoltosi a Campi Bisenzio il
2 e 3 dicembre 1999 per discutere com’è o come dovrebbe
essere la nuova biblioteca per ragazzi italiana.
Gli obiettivi dell’iniziativa – fornire a tutti i partecipanti
un ampio e approfondito panorama sull’attuale situazione
delle biblioteche e attivare il confronto tra gli operatori –
sono stati pienamente raggiunti, anche con il supporto
della “Vetrina di progetti e attività”, uno spazio nel quale
biblioteche ed editori hanno presentato progetti, materiali
e prodotti editoriali, che rappresentano le esperienze più
significative e innovative nei rispettivi campi. Hanno
partecipato alla “vetrina” una trentina di enti; i materiali
da essi esposti e distribuiti hanno riscosso una notevole
attenzione, animando i locali della Villa e consentendo
moltissimi contatti tra gli operatori presenti.
ESPOSITORI DELLA “VETRINA PROGETTI”
Biblioteche e sistemi bibliotecari
Biblioteca centrale per ragazzi (Roma), Biblioteca civica
A. Delfini (Modena), Biblioteca civica C. Guasti (Settimo
Torinese), Biblioteca civica F. Corradi (Sanremo), Biblioteca
comunale (Carpi), Biblioteca comunale (Castelfiorentino),
Biblioteca comunale (Follonica), Biblioteca comunale
(Rosignano Marittimo), Biblioteca comunale (Varazze),
Biblioteca comunale C. Pavese (Parma), Biblioteca dei
ragazzi (Pistoia), Biblioteca dei ragazzi (Pontedera),
Biblioteca dei ragazzi (Vinci), Biblioteca dei ragazzi
A. Bettini (Cesena), Biblioteca dei ragazzi S. Croce
(Firenze), Biblioteca Internazionale E. De Amicis
(Genova), Biblioteca Panizzi e Biblioteche Decentrate
(Reggio Emilia), Biblioteca Regionale (Aosta), Casa Piani
(Imola), Fondazione A. Marazza (Borgomanero), Rete
Bibliotecaria di Romagna (Ravenna), Sistema Bibliotecario
Mugello-Alto Mugello-Valdisieve (Borgo San Lorenzo)
Editori e altri enti
Associazione Centro Documentazione
Handicap (Bologna), Arnoldo Mondadori
Editore (Milano), Cooperativa Colibrì (Brescia),
Edizioni E.Elle (Trieste), Edizioni Piemme
(Casale Monferrato), Editori Riuniti (Roma)
Le foto relative al seminario sono di Paolo Catucci
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