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Premessa alla sceneggiatura e al video

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Premessa alla sceneggiatura e al video
Scuola secondaria di primo grado Marie Curie
Via Lancini 5
22020 San Fermo della Battaglia
Tel-fax 031 211798
Insegnante referente Prof Linda Cavadini (lettere)
Via Cipolla 11
22100 Como
0315001492/3495710121
Introduzione alle scelte fatte
Come si può studiare Dante alla scuola media? Come è possibile far capire ai ragazzi che
quest’opera è pulsante di vita e che Dante non è un poeta “polveroso e laureato”, ma è così
impegolato (vocabolo che al Sommo sarebbe piaciuto) nel suo tempo da aver potuto viaggiare
nell’aldilà, senza staccarsi dall’Italia? Dante si porta sulle spalle una storia personale avvincente
come un romanzo d’appendice (i miei ragazzi preferirebbero dicessi soap opera) e, come se non
bastasse, compie il viaggio più straordinario che ciascun uomo possa compiere. Globetrotter del
regno dei morti e ribelle nel mondo dei vivi: come possono i ragazzi restare indifferenti? Poi mi
sono ricordata di quando i miei docenti mi ingozzavano di note stilistiche, come se fossi un’oca, e
io non ero ancora pronta ad apprezzare la differenza tra endecasillabo a maiore e a minore. Mi
parlavano di interpretazioni critiche, Croce, De Sanctis, Contini, mentre io avrei voluto solo che i
versi vibrassero nell’aula e che potessi restarvi ipnotizzata. Allora ho cominciato a raccontare e a
leggere, soppesando le parole e aiutando i ragazzi a mettersi nei panni del poeta, portando la
Commedia tra i banchi, obbligandoli a studiare brani a memoria e a recitarli. Perché la Commedia è
sì divina, ma così terribilmente umana che nasce per essere letta, anzi, per essere detta, per
risuonare nelle piazze. E’ allora che ci è venuta l’idea di fare della Commedia un film, di cercare di
renderla con i mezzi moderni.
Abbiamo scelto l’Inferno, perché più semplice e perchè l’età delle medie è quella in cui ancora ti
possono incantare i mostri, “Caronte occhi di bragia”, e non puoi che arrossire alla lettura di “la
bocca mi baciò tutto tremante”. Insieme ai ragazzi abbiamo scritto la sceneggiatura, partendo dalla
parafrasi,
disegnato lo storyboard, stabilito le ambientazioni e assegnato le parti. La fase di
montaggio, guidata dal prof. Castronovo, è stato un vero lavoro corale, suddivisa tra chi operava sul
video e chi suggeriva come fare.
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I ragazzi sono stati entusiasti, seri e protagonisti dell’opera e, mi sento di dire hanno – davvero! seguito “virtute e canoscenza” e noi professori con loro.
Prof. Cavadini Linda
COMMEDIA TRA I BANCHI: un film a colpi di Dante…
Noi ragazzi della 3 A di San Fermo della Battaglia, visto che abbiamo una professoressa che ama
Dante Alighieri alla follia e non sopporta la spiegazione noiosa delle opere che lei ritiene stupende,
abbiamo girato un film sull’inferno della Divina Commedia e ci siamo sentiti come dei piccoli
Steven Spielberg. Abbiamo fatto quasi tutto noi e quindi ci siamo sentiti molto partecipi, ci siamo
divertiti un mondo! L’ambientazione che abbiamo scelto è quella del nostro auditorium che - se lo
legge la nostra bidella ci uccide - non viene pulito da un bel po’ ed è molto buio, proprio come
l’inferno descritto da Dante. Un’ altra somiglianza con la Commedia è che faceva un freddo
assurdo, ma questo dalle riprese non si vede. Alcuni di noi hanno portato dei vestiti da casa per
potersi travestire, chi da professoressa, chi da Caronte e chi da Paolo e Francesca. Penso che questa
sia stata la parte più divertente perché abbiamo dovuto truccare e vestire i nostri compagni come dei
veri costumisti di Hollywood e vederli in panni che non erano i loro, è stata un’esperienza che ci ha
fatto fare tantissime risate. Dobbiamo dire che questo film ci ha permesso di avvicinarci al mondo
della letteratura, in particolare al mondo di Dante. Un’ altra cosa che ci ha divertito molto è stata la
parte di Paolo e Francesca, primo perché siamo dei ragazzi e ci si può immaginare che alla battuta:
“La bocca mi baciò tutto tremante” si scateni un vero e proprio boato di risate (proprio per questo
motivo infatti abbiamo dovuto rifare la scena milioni di volte!) e secondo perché i nostri Paolo e
Francesca, vuoi il gioco di luci,vuoi il trucco, ma sembravano proprio usciti da un film horror.
Insomma ci siamo diverti un sacco.
Dopo aver girato le scene siamo passati al montaggio. Non tutti hanno montato perché, essendo
tanti, sarebbe stato difficile trovare un lavoro a ciascuno. Allora abbiamo deciso che a montare
sarebbero andati tre alunni. Erano Kevin, Sara e Alice. Sono andati con il professor Castronovo in
una stanza dove c’era la sua scrivania. Appena sono entrati si sono sentiti in un laboratorio vero e
proprio perché c’erano due computer accesi e il prof che saltava da un computer all’altro tutto
preso: appena li vide si calmò e incominciò a spiegare il lavoro. Si sono seduti e hanno guardato
cosa bisognava fare . Prima pensavano che montare un film sarebbe stato facile, metter lì due scene
una musica sotto e il gioco è fatto: invece si sono resi conto che è un lavoro impegnativo, di
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precisione e molto soddisfacente quando è finito. Non si sono divertiti come al luna-park però sono
stati soddisfatti quando hanno visto il film finito. Per concludere questo film ci ha reso molto
partecipi e ci ha anche divertiti molto.
Sara e Alice, della IIIA
Analisi Critica (poco ortodossa)
Caronte
Caronte è un mostro e un uomo, è vecchio e ricurvo (almeno così lo immaginiamo) antico per
antico pelo; ma i suoi occhi sono brucianti (di bragia) e mettono terrore in chi lo guarda. Dante
impara a conoscere e temere Caronte da ragazzo mentre leggeva l’Eneide e se lo ritrova poi davanti
da adulto quando, in compagnia di Virgilio, attraversa i regni dei morti. Davanti al traghettatore
dell’Inferno ha paura, orrore (gli si rizzano i peli intesta), il poeta ancora non ha ben capito dove si
trova, come si deve comportare e, soprattutto, se scamperà al viaggio. Poi arriva Virgilio – la sua
cavalleria-che mette Caronte a tacere con il famoso verso Carn non ti crucciare vuolsi così colà
dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare, non solo un ordine imperioso, ma qualcosa di
simile al padrone che sgrida il cane e poi gli fa una carezza: insomma come se dicesse “Caronte
smetti di abbaiare, non ti arrabbiare (usa corrucciare che non è propriamente un verbo indicante un
moto d’ira) uno ben più potente di me ha deciso che Dante debba compiere questo viaggio, quindi
non rompere e lasciaci passare. Non puoi domandareniente!”
Il verso molto ritmato, percorso com’è da parole tronche, ti si ficca in testa e non si leva più come
Caronte, lo stanco e annoiato traghettatore d’anime. Noi abbiamo immaginato che con ironia tutta
dantesca potesse cantare - lui che mai vedrà il sole-Oh sole mio!
Il canto V
Chi sono i lussuriosi? Noi li guardiamo insieme a Dante, come se fossimo al cinema: prima
Minosse, col suo “Stavvi”. Perché Minosse non è solo il custode del canto V, ma vi è incuneato
dentro, in modo orribile, e ringhia, avvolgendo le anime tante volte quanti saranno i gironi in cui è
confinata. Poi le dolenti note arrivano alle orecchie del poeta e avverte la tempesta che ruggisce
mentre vede le anime sbattute dal vento: dal campo lungo sui dannati (e per chi non capisce il poeta
aggiunge anche la similitudine delle gru e degli stornelli) ecco Virgilio che spiega a dante chi vede.
E la “telecamera” dello scrittore si restringe sulle figure di coloro che per troppo amore peccarono,
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un vero e proprio catalogo. Nell’ascoltare questi nomi, anche noi sospiriamo con Dante, perché
anche lui leggendo le storie di queste eroi avrà sentito battere il cuore.
Poi ecco staccarsi Paolo e Francesca, avvinghiati nella morte come nella vita. Francesca racconta la
sua vita e la storia del suo amore sbagliato per Paolo, Dante probabilmente impallidisce: quante
volte anche lui ha fatto gli stessi pensieri? A compiuto lo stesso peccato, si è nutrito di letteratura
amorosa e non di dio?
“Amor ch’a nullo amato amar perdona”: è un verso famosissimo e musicale, la parola amore si
muove al suo interno come l’acqua nei ruscelli. L’amore ha una legge non si può non amare chi ci
ama davvero: ci siamo interrogati molto sul significato e sulla veridicità e non tutta la classe è stata
d’accordo, per qualcuno non è vera affatto.
La storia di Paolo e Francesca è terribile, noi, come Dante non ci sentiamo di condannarli del tutto e
così anche noi alla fine del testo siamo rimasti di sasso e vinti dalla pietà siamo caduti come corpo
morto cade.
Il gruppo di laboratorio dantesco
Scheda tecnica
Titolo: Commedia tra i banchi
Sinossi: In una classe una professoressa sta spiegando il canto V dell’inferno di Dante Alighieri, gli
alunni sono annoiati e sembrano occupati in ben altre faccende. Improvvisamente, dal fondo
dell’aula sbucano lo stesso Dante e la sua guida Virgilio, si rivolgono ai ragazzi, invitandoli a
seguirli nell’Inferno “ per vedere cosa è veramente la Commedia”. Tenendosi per mano
varcheranno la porta infernale e capiranno che la Divina Commedia non è fatta per dormire sui
banchi!
Credits:
Personaggi e interpreti
La prof: Alice Bonacina
L’alunno: Riccardo Iaria
Dante: Giada Berveglieri
Virgilio: Sara Spreafico
Caronte: Matteo Gaetano
Paolo: Kevin Imperato
Francesca: Elena Belgeri
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La classe e i Dannati: Rachele Briccola, Laura Butti, Alici Castiglioni, Lisa Corbani, Mirtilla De
Nigris, Martina De Pasquale, Mauro Furlanetto, Alessandro Gorla, Giulio Maceroni, Rossella
Merga, Elia Migliarese Caputi, Veronica Oddo, Giulia Oliva, Antonietta Orellana, Luca Pennisi,
Giulia Rossi, Valeria Vimercati
Riprese: Prof. Franco Castronovo
Sceneggiatura e storyboard: a cura del laboratorio dantesco Per correr miglior acque, coordinato
dalla prof. Cavadini
Montaggio: Sara Spreafico, Alice Bonacina, Kevin Imperato, coordinati dal prof. Castronovo
Biografia: La Divina Commedia di Dante Alighieri
Durata: 8 e 35’
Brani musicali: Philiph Glass Heroes Simphony from “the music of Brian Eno and David Bowie”
1997; Alex Twin And the heart of it all from “Nine inch nail further down the spiral” 1995
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