Anica on Demand? E` sparita nel nulla Quando la magia dello
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Anica on Demand? E` sparita nel nulla Quando la magia dello
hitechweb.info IL QUOTIDIANO DEL SETTORE TECNOLOGICO ED ENTERTAINMENT ANNO 6 - NUMERO 1 - GENNAIO 2016 PERIODICO DI ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO PRIMO PIANO Editore: Frimedia S.r.l. - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. 0362/600463 Fax 0362/600616 - E Mail: [email protected] - Periodico mensile - Anno 6 - N. 1- Gennaio 2016 Registrazione al Tribunale di Milano N.511 del 13 ottobre 2011 - Direttore Responsabile: Angelo Frigerio - Direttore Editoriale: Riccardo Colletti. Stampa: Italgrafica - Novara Un’immagine del film Quo Vado? QUO VADO? OLTRE OGNI RECORD Il film di Zalone registra un trionfo non casuale. Rappresenta l’esempio di un successo pianificato con grande attenzione. E reso possibile dal particolare assetto distributivo del nostro Paese. IL CASO Anica on Demand? E’ sparita nel nulla “Il servizio è momentaneamente sospeso”, si legge da settimane sul sito. Una maniera soft di annunciare la fine di una piattaforma, il cui destino era segnato fin dall’inizio. A pagina II MEDICINEMA Quando la magia dello schermo diventa terapia A pagina IV “Un risultato-monstre oltre i sessanta milioni non è affatto precluso”, scrivevamo qualche settimana fa. E ora possiamo sancirlo: anche la barriera dei sessanta milioni è infranta. Quo Vado? ha battuto ogni record, confermando che Checco Zalone cresce con progressione costante a ogni film. E che i risultati straordinari apparentemente inspiegabili sono in realtà frutto di scelte oculate e di un contesto distributivo molto particolare. Proviamo a spiegare perché. Partiamo dai numeri del primo fine settimana. La felice coincidenza tra primo dell’anno e venerdì ha permesso al film di Checco Zalone di esordire in maniera straordinaria, con un risultato di 6,85 milioni di euro, che sono diventati 7 milioni il sabato e 7,7 la domenica, per un weekend da 22,25 milioni. Nei giorni successivi il film ha continuato a performare con numeri eccezionali sino all’Epifania, soprattutto grazie alle 1.500 copie che rappresentano una copertura mai vista nel nostro Paese. Su un totale di schermi pari a 3.800 unità, Quo Vado? era presente in circa il 40% delle strutture. Non solo. La durata di 86 minuti ha concesso agli esercenti di programmare il film di Zalone ogni ora e mezza, guadagnando uno spettacolo in più a giornata. 1.500 copie sono tantissime, e non sarebbero mai state possibili senza la presenza che il distributore Medusa può vantare nel settore dell’esercizio, grazie alle quote in circuiti come The Space. Resta da fare una riflessione complessiva su una stagione che, numeri alla mano, è molto positiva, grazie anche a quanto è successo a dicembre. Dietro a Zalone spicca, infatti, Star Wars, che ha raggiunto i 25,1 milioni di euro, (...) segue a pagina III I NOTORIOUS PICTURES Accordo con Telecom Italia per 39 film A pagina IV FOCUS ON Diritti degli artisti: vittoria del Nuovo Imaie Il Tribunale di Roma ha confermato quanto stabilito ad ottobre. Il comportamento di Artisti 7607 è stato giudicato “giuridicamente rilevante anche sottoil profilo della concorrenza sleale”. Alle pagine II e III ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV FOCUS ON IL CASO DIRITTI DEG ARTISTI: VIT DEL NUOVO “Il servizio è momentaneamente sospeso”, si legge da settimane sul sito. Una maniera soft di annunciare la fine di una piattaforma, il cui destino era segnato fin dall’inizio. Con un’ordinanza del 24 dicembre, il Tribunal quanto stabilito ad ottobre. Il comportamento “giuridicamente rilevante anche sotto il profilo ANICAONDEMAND? È SPARITA NEL NULLA “Il servizio è momentaneamente sospeso. Torna nei prossimi giorni”. Anicaondemand si è dissolta nel nulla. La piattaforma digitale che doveva costituire la risposta alla domanda di contenuti legali, lanciata ad aprile 2014 in parallelo all’entrata in vigore del Regolamento AgCom, è rimasta nell’ambito delle migliori intenzioni, incapace di tradursi in realtà. In controcanto agli articoli accomodanti che ne celebravano il varo, ne avevamo da subito denunciato i limiti. “La montagna ha partorito il topolino”, scrivevamo sui nostri giornali, ricordando che la messa online arrivava dopo tre anni di attesa, intervallati da proclami ricorrenti. “La cosa buffa è che per lanciare questa piattaforma si è attesa l’entrata in vigore del Regolamento AgCom, come se questa selezione di film di library fosse minacciata da chissà quale incombente spada di Damocle da parte della pirateria informatica. Basti dire che nella home page compaiono Hugo Cabret, Scialla!, Un giorno questo dolore ti sarà utile, Un giorno in più, Le Idi di Marzo e Acab, titoli del 2011 che sono già passati da parecchi mesi non solo in home video ma anche nei pacchetti cinema delle Pay-Tv”. Che l’iniziativa avesse il fiato corto lo si era capito subito: infatti capitava di incontrare negli uffici degli avvocati romani i produttori della capitale, in cerca di qualche fondo di magazzino o diritto scaduto da rifilare alla piattaforma. “E mo’ che je dò a questi?”. Ora che Anicaondemand è morta, e che a microfoni spenti qualcuno sussurra che “difficilmente da quegli uffici potrà mai uscire qualcosa di buono”, fa un certo effetto rileggere le dichiarazioni del presidente dell’associazione Riccardo Tozzi. “Al centro dello sviluppo del settore dobbiamo mettere la produzione di contenuti. Il lancio della piattaforma Anicaondemand non cade nel giorno dell’avvio del nuovo Regolamento AgCom per caso: abbiamo bisogno di lavorare in un quadro chiaro e articolato dei diritti, in cui ognuno deve fare il proprio mestiere”. Maliziosamente chiosammo quest’affermazione: “Vorremmo rassicurare Tozzi: i film distribuiti da Onde sono stati scaricati tre anni fa, oggi in rete non li cercherebbe neppure un marziano”. La realtà è che Anicaondemand è nata morta per tre motivi. Primo: i tempi biblici di gestazione, sbloccati solo perché il suddetto Regolamento AgCom imponeva di colmare in qualche modo un vuoto, mettendoci una pezza, sistemata affidandosi all’infrastruttura dell’ottimo MyMovies, che però ha altre esigenze di business. Secondo: nessuno ci ha mai intravisto un business. Nella conferenza di lancio Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, aveva ricordato come all’epoca il mercato Vod in Italia valesse 19 milioni di euro contro i 200 milioni della Francia, rimarcando che il digitale rappresentava comunque la sostituzione dell’home video “con cui al tempo si facevano marginalità impressionanti rispetto al theatrical”. Marginalità che oggi sono un ricordo tanto per il prodotto fisico che per il Vod: il primo è stato ucciso dall’incapacità di difendere il rental dalla pirateria, il secondo dalla mancata attenzione all’importanza dell’Electronic sell-thru, a cui sono stati preferiti i “pochi, maledetti e subito” garantiti dalle piattaforme di Svod. E veniamo al fattore killer numero tre, il più importante: Netflix. Con i produttori che cercano disperatamente di cedere i diritti alla piattaforma di Los Gatos, e la presidenza di Anica che si è di fatto costruita (anche in virtù della qualità del prodotto, sia chiaro) una posizione di preminenza nei rapporti con la società californiana, Anicaondemand è finita nel calderone capitolino del ‘chissenefrega’. Al punto che, avendo chiesto esplicitamente all’associazione una spiegazione della “sospensione temporanea” del servizio, la risposta non è ancora arrivata. Intanto il caro e vecchio Dvd, di cui il Vod avrebbe dovuto rappresentare la sostituzione, è ancora lì che tira la carretta, mentre la percezione del valore del digitale è precipitata durante il periodo natalizio sino agli abissi dell’operazione messa in atto da Wind con Play Store, consistente nell’offerta di un catalogo di cento titoli cinematografici all’interno di Google Play a partire da un prezzo di tre centesimi di euro, fruibili su smartphone, tablet, Smart Tv e Chromecast. In attesa che produttori e distributori contabilizzino questi munifici ricavi, vado in videoteca a restituire il film che ho visto ieri sera. Con un po’ più di furbizia e meno sussiego, dentro al distributore automatico della videoteca c’è ancora un tesoretto che vale più di tutte le Anicaondemand di questo mondo... Andrea Dusio II Anche il Tribunale di Roma dà ragione al Nuovo Imaie. Con una nuova ordinanza, depositata il 24 dicembre, viene infatti ribadito che la Cooperativa Artisti 7607 ha tenuto un comportamento ostruzionistico nei confronti della collecting guidata dall’avvocato Andrea Miccichè. La questione riguarda le somme da ripartire per il biennio 2012/2013 in relazione ai diritti connessi (vedi box a fianco). In base al numero degli iscritti delle due collecting concorrenti, Siae aveva infatti stabilito che spettassero 8 milioni di euro al Nuovo Imaie e 3 milioni a 7607. Ma la cooperativa promossa da Cinzia Mascoli ed Elio Germano, che vede Neri Marcoré e Claudio Santamaria tra i principali sostenitori, ha inizialmente omesso di rendere pubblici i nominativi dei propri artisti. E quando le liste, dopo richiesta del Nuovo Imaie, sono state finalmente rese trasparenti, il Tribunale di Roma ha acclarato che circa 400 iscritti del Nuovo Imaie erano stati inseriti indebitamente nelle liste che Artisti 7607 ha presentato alla Siae ai fini della definizione degli importi da ripartire. Di qui la conferma dell’inibitoria sulle cifre per concorrenza sleale. “…È evidente che la condotta serbata da Artisti 7607, che ha omesso di fornire liste corrette e trasparenti, ha comportato che il riparto parziale dei diritti per copia privata video, effettuato dalla Siae tra le due collecting concorrenti, sia avvenuto a vantaggio di Artisti 7607 e in danno di Nuovo Imaie”, si legge nell’ordinanza del 24 dicembre. “…Artisti 7607 ha potuto versare, a quegli artisti che le hanno effettivamente conferito valido mandato, un importo maggiore a titolo di diritti per copia privata video rispetto a quello che gli stessi avrebbero potuto percepire qualora la quota ripartita dalla Siae ad Artisti 7607 fosse proporzionale al numero dei soli mandati ricevuti”. Il Foro di Roma ha dunque confermato l’inibitoria sugli importi assegnati ad Artisti 7607, ribadendo quanto già stabilito nella precedente ordinanza del 21 ottobre scorso, contro cui la cooperativa aveva fatto ricorso. Il provvedimento rimarca come 7607, dichiarando di possedere un numero di mandati superiore a quello effettivo, si sarebbe ritrovata a disporre di diverse centinaia di migliaia di euro in più. Che ha ripartito ai propri artisti, liquidando - così ha ritenuto in sede cautelare il giudice, accogliendo le contestazioni del Nuovo Imaie - cifre maggiori a quelle che questi avrebbero ricevuto se la collecting avesse dichiarato NUMERO 1 - GENNAIO 2016 EGLI ITTORIA VO IMAIE unale di Roma ha confermato to di Artisti 7607 è stato giudicato filo della concorrenza sleale”. a Siae il numero corretto di mandati in proprio possesso per la liquidazione degli importi del compenso per copia privata relativo agli anni 2012 e 2013. Il che significa in soldoni una cosa: a fronte delle cifre che l’ente di viale della Letteratura trattiene a titolo di rimborso spese per raccogliere il compenso di copia privata e ripartirlo (compenso la cui entità è stata sensibilmente aumentata dopo un’estenuante azione di pressing della stessa Siae sul legislatore), non è stato fatto alcun serio controllo sugli elenchi presentati dalle collecting. Da parte sua, la Società degli autori ed editori si difende affermando di essersi attenuta a quanto dice la legge. E almeno sotto questo profilo ha ragione, perché la normativa è lacunosa e confusa, al punto che è facile immaginare che negli anni a venire nuovi ricorsi potranno essere effettuati, in un contesto di liberalizzazione incompiuta che vede il neonato mercato dei diritti connessi necessitare di un nuovo intervento del legislatore. Alberto Bellagente La vicenda punto per punto Con decreto del gennaio 2014, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha introdotto le regole per disciplinare il mercato degli intermediari del diritto connesso liberalizzato dal governo Monti, stabilendo che per gli anni 2012 e 2013 Siae debba ripartire i compensi tra gli intermediari abilitati, i quali rappresentano gli attori in base al numero dei mandati che sono stati esplicitamente conferiti. Due i soggetti riconosciuti, Nuovo Imaie e Cooperativa 7607, mentre una terza società di collecting, quella di Mimmo Del Prete, non viene legittimata. A giugno, dopo che ognuno degli intermediari ha depositato il proprio elenco di mandanti presso Siae, il Nuovo Imaie, appellandosi al decreto, domanda che la lista sia pubblicata sul sito della cooperativa. Davanti al rifiuto di 7607, il presidente di Nuovo Imaie Andrea Miccichè presenta alla società di viale della Letteratura istanza di accesso all’elenco. Intanto i compensi di copia privata relativi al biennio vengono ripartiti: su di un totale di 11.682.890,42 euro, Nuovo Imaie riceve 8.808.581,86 euro mentre alla Cooperativa 7607 ne vanno 2.874.308,56. Segue l’episodio dei nomi cancellati: Siae inoltra sì gli elenchi, ma l’identificazione dei mandanti è impossibile, perché i loro estremi anagrafici sono stati “sbianchettati”. È qui che comincia l’iter processuale, con il ricorso di Nuovo Imaie al Tar del Lazio. Il quale, con sentenza del febbraio 2015, sancisce che Siae e 7607 devono fornire un elenco completo e leggibile in tutte le sue parti. I due soggetti ricorrono in appello al Consiglio di Stato, che però il 28 luglio conferma quanto statuito dal Tar, e condanna i ricorrenti a pagare le spese processuali. Quando finalmente a settembre il Nuovo Imaie entra in possesso dell’elenco, rileva che circa 400 dei 1.254 nominativi sarebbero stati inseriti indebitamente. Alcuni di essi hanno Andrea Miccichè dato infatti mandato proprio alla società presieduta da Miccichè. Altri sono stati erroneamente duplicati, rovesciando nome e cognome rispetto alla prima volta in cui compaiono nella lista. Alcuni artisti interpellati negano di aver mai rilasciato il mandato alla Cooperativa 7607. Tra questi Isabella Ferrari, Luca Argentero, Giorgio Tirabassi, Primo Reggiani, Luca Ward e Beppe Servillo. Nuovo Imaie si rivolge così al Tribunale di Roma, che, con il provvedimento di urgenza dell’8 ottobre, inibisce alla Cooperativa di distribuire i proventi e alla Siae di erogare alla Cooperativa i saldi degli anni 2012 e 2013. Nell’udienza del 15 ottobre si costituiscono nel giudizio cautelare tanto Siae quanto Cooperativa 7607: la prima si rimette alla decisione del magistrato e si riserva di rivolgersi alla Procura della Repubblica qualora dovessero emergere dei tentativi di truffa ai suoi danni. La Cooperativa invece sostiene, da parte sua, che il Nuovo Imaie ha in atto una serie di infondate iniziative processuali in suo danno. E siamo all’ordinanza di ottobre, in cui si legge che la Cooperativa non avrebbe contestato il quadro fattua- le tratteggiato dalla ricorrente nel ricorso e viene confermata l’inibizione alla stessa della distribuzione dei compensi per copia privata incassati. Si legge nel provvedimento del Tribunale che la Cooperativa 7607, mediante la presentazione a Siae di un elenco di nominativi superiore agli iscritti effettivi, ha conseguito “…un lucro indebito consistente nella percezione di compensi per copia privata video superiori” e che la Cooperativa 7607 ha “cercato di impedire alla ricorrente l’accertamento dei soggetti che effettivamente risultavano suoi mandanti, costringendola ad adire la giurisdizione amministrativa”. Rispondendo al comunicato stampa pubblicato sul sito del Nuovo Imaie il 29 ottobre, Artisti 7607 replica a sua volta: “È falso che il Tribunale di Roma abbia bloccato cautelativamente alla cooperativa Artisti 7607 circa 3 milioni di euro destinati agli artisti. Il Tribunale non ha affatto accolto la richiesta di Nuovo Imaie di bloccare le somme incassate da Artisti 7607 a titolo di copia privata 2012-2013, somme peraltro già praticamente ripartite da Artisti 7607. Il provvedimento, che è infondato e sarà oggetto di reclamo da parte di Artisti 7607, è una mera inibitoria a ripartire ulteriormente somme per copia privata 2012-13; inoltre è basato, tra l’altro, su irregolarità emerse in giudizio nelle liste presentate dallo stesso Nuovo Imaie”. E ancora: “È falso che Artisti 7607 abbia indebitamente inserito artisti nel proprio elenco. Tutti i nominativi nell’elenco sono di soci iscritti all’associazione Artisti 7607, in alcuni casi addirittura soci fondatori, che non hanno mai dato recesso da Artisti 7607”. Si arriva così all’ordinanza del 24 dicembre, con cui il Tribunale di Roma dà pienamente ragione al Nuovo Imaie, confermando quanto stabilito ad ottobre. La vicenda è finalmente chiusa. segue dalla prima QUO VADO? OLTRE OGNI RECORD (...) superando Inside Out, ancora secondo con i suoi 25,3 milioni. Disney si appresta insomma a traguardare i 50 milioni di euro con due soli film. Decisamente bene anche Il Ponte delle Spie di Fox, che ha superato i 10 milioni di euro, e Natale col Boss di Filmauro, che è arrivato a 7,5 milioni, così come Vacanze ai Caraibi di Medusa, segno che il genere del Cinepanettone - soprattutto se riveduto e corretto - può dare ancora molto. Intorno ai 6 milioni veleggia infatti anche Il Professor Cenerentolo di Leonardo Pieraccioni (01 Distribution). Il che vuol dire che quel tipo di prodotto italiano - decidete voi se ascrivere ad esso anche Zalone - che si identifica con il prodotto di più largo consumo e alta deperibilità - dà ancora tantissimo all’esercizio cinematografico (decisamente più delle commedie “autunnali”). Nonostante tutte le critiche e i prematuri de profundis. In maniera straordinaria sta andando poi Il piccolo principe di Lucky Red, già oltre gli 8 milioni di euro, e molto bene con 3,1 milioni si è posizionato anche Alvin Superstar - Nessuno ci può fermare (20th Century Fox), a conferma della solidità di una property molto amata dal target kids, la cui incidenza sull’andamento del box office è sempre più sensibile (ricordiamo in tal senso anche il buon risultato di Masha e Orso-Amici Per Sempre, che nel nuovo anno ha totalizzato a oggi poco meno di 2 milioni di euro). Entriamo ora in una fase in cui a farla da III padrone sono i titoli che andranno agli Oscar. In forte evoluzione sono in tal senso i box office di La Grande Scommessa, Revenant, Carol e anche di Creed, che rilancia la saga di Rocky, in attesa del nuovo Tarantino e di Joy. È il cinema di qualità che a novembre e dicembre fatica a trovare spazio, ma anche adesso può massimizzare i propri risultati. Come di consueto, manca in tal senso all’appello il cinema italiano. Ci apprestiamo a sentire i peana di Anica al rilascio dei dati cinematografici per il risultato eccezionale di Zalone, e già abbiamo registrato quelli del ministro Franceschini. Ma il modello che segue la nostra produzione, quello del finanziamento statale, del Tax Credit spesso di dubbia provenienza, dell’assenza di rischio imprenditoriale e della latitanza di iniziativa distributiva, è un altro. E resta perdente. Checco libera tutti? Quest’anno va così. Dal prossimo si ricomincia a chiagnere e fottere”... Tommaso Stigliani ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV DreamWorks dice addio a Disney Nasce Amblin Partners È stata annunciata a dicembre la nascita di Amblin Partners, una nuova casa di produzione che scaturisce dalla collaborazione di DreamWorks Studios, Participant Media, Reliance Entertainment ed Entertainment One. La compagnia ha siglato un accordo con Universal Pictures, che si occuperà di distribuire i film prodotti dalla Amblin Partners negli Usa. Tra i fondatori della nuova realtà, sostenuta da un’iniezione di capitali per 300 milioni di dollari, spicca il nome del regista Steven Spielberg, proprietario di DreamWorks, che dunque abbandona la partnership con Disney e torna a collaborare con Universal, la major Steven che ha lanciato alcuni dei Spielberg suoi film più importanti. La nuova casa di produzione svilupperà film che verranno poi distribuiti con le etichette Amblin Entertainment, DreamWorks Pictures e Participant Media. L’accordo si accompagna a una ricapitalizzazione, di cui 500 milioni di dollari di obbligazioni emesse da JP Morgan. Rai Cinema Film in esclusiva su TIMvision Tim e Rai hanno rinnovato l’accordo che offre in esclusiva agli abbonati di TIMvision svariate produzioni di Rai Cinema. L’intesa prevede una scelta di oltre 70 film degli ultimi quattro anni e 200 di catalogo, più di 500 ore l’anno tra fiction e programmi tv che andranno ad arricchire l’offerta di TIMvision, la Tv on demand di Tim. Nel corso dei prossimi mesi i film di Rai Cinema saranno pertanto disponibili, in seconda finestra, in esclusiva streaming solo su TIMvision. Tra i titoli oggetto dell’accordo, Il capitale umano di Paolo Virzì, Un fantastico via vai di Leonardo Pieraccioni, Sacro Gra di Gianfranco Rosi e Still life di Uberto Pasolini. L’accordo consentirà inoltre ai clienti TIMvision di vedere le stagioni complete delle fiction Rai di maggior successo, tra le quali Il commissario Montalbano, E’ arrivata la felicità, Don Matteo, nonché programmi Tv come Nascita di una dittatura o Indietro tutta. N.1 - GENNAIO 2016 NASCE LA PRIMA SALA CINEMATOGRAFICA IN UN OSPEDALE ITALIANO Quando la magia dello schermo diventa terapia Un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra MediCinema e il Policlinico Gemelli di Roma. La struttura, operativa da marzo, accoglierà pazienti e familiari, all’interno di un programma medico di altissimo valore. Un grande progetto, nato per portare la serenità e il sorriso che solo un bel film può darti anche nelle corsie di un ospedale. MediCinema Italia Onlus ha infatti realizzato la prima vera sala cinematografica all’interno di una struttura sanitaria, grazie alla collaborazione nata con il Policlinico Gemelli di Roma: un risultato straordinario che consentirà, grazie alla finalizzazione del primo protocollo a livello nazionale, di portare in maniera continuativa spettacolo e cultura all’interno del contesto ospedaliero, con il supporto di un programma mirato al conseguimento di precisi obiettivi terapeutici per ogni tipologia di pazienti coinvolti. A marzo 2016 la struttura creata al Gemelli sarà pienamente operativa, consentendo di accogliere anche gli spettatori non autosufficienti, allettati o in sedia a rotelle. MediCinema utilizza infatti il film come terapia di sollievo nelle strutture ospedaliere, allestendo sale per la proiezione di film appositamente dedicate ai pazienti e ai loro familiari. La sala è in fase di costruzione tra l’8° e il 9° piano del grande policlinico universitario romano e potrà accogliere 130 persone tra pazienti, fa- miliari, amici, volontari e personale di assistenza. MediCinema Italia è una onlus nata nel 2013 e ispirata a MediCinema UK, attiva in Gran Bretagna dal 1996, dove ha costruito sette cinema negli ospedali. In Italia ha realizzato due progetti avviati a ottobre 2013 presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI) e a giugno 2015 all’interno del centro polifunzionale Spazio Vita, presso l’Ospedale Niguarda di Milano. La realtà della cinematherapy nasce dall’intuizione, confermata ormai da anni di adozione sistematica in molti ambiti terapeutici, che la visione di film sia in grado di creare sotto il profilo psicologico un “effetto pausa” per i malati, aiutando a ridurre la percezione del dolore e determinando uno stato di benessere riscontrabile a livello neurologico. Questa tesi, denominata “neurocinematics”, è stata ulteriormente validata dalle neuroscienze, che oggi arrivano a misurare gli effetti fisici durante la visione di immagini in movimento, e a rilevare miglioramenti indotti proprio dallo stato di benessere coincidente con la fruizione del cinema. Sulla scorta di queste esperienze, MediCinema andrà a promuovere al Gemelli un progetto sperimentale, che consentirà di misurare gli effetti della cinematerapia nel percorso ospedaliero e nell’approccio alla malattia. Le principali applicazioni prevedono in tal senso l’area clinica riabilitativa nei deficit mentali e quella terapeutica relativa a psicosi, nevrosi, disturbi dell’umore, oltre all’area dei pazienti oncologici, e nelle terapie della famiglia. Tra i sostenitori dell’operazione figura il Segretariato sociale della Rai: a inizio gennaio, all’interno dei programmi Tv e Radio il pubblico è stato invitato a sostenere la realizzazione della sala cinematografica donando da telefono fisso e cellulare attraverso un sms solidale del valore di 2 euro. I gestori telefonici hanno devoluto l’intero importo al Policlinico A. Gemelli, che lo destinerà al progetto MediCinema. Tutti gli aggiornamenti sulla campagna sono disponibili sui profili social facebook. com/MedicinemaItalia e twitter.com/ MediCinemaIT, e sui siti www.medicinema-italia.org e www.policlinicogemelli.it. Sara Zanetta NOTORIOUS PICTURES: ACCORDO CON TELECOM ITALIA Notorious Pictures ha firmato un accordo con Telecom Italia per la distribuzione di 39 film, che arricchiranno l’offerta della piattaforma TIMvision, la Tv on demand di Tim. L’accordo, della durata di un anno a partire da dicembre 2015, prevede la fornitura da parte di Notorious Pictures di film che saranno diffusi attraverso i canali Est (Electronic sell through) e Vod (Video on Demand), nonché la distribuzione di film library e film in seconda finestra di sfruttamento esclusivo Svod (Subscription Video-on-demand). Notorious Pictures ha reso noto, inoltre, di aver firmato un accordo con la Radiotelevisione Svizzera Italiana (Rsi) per la concessione dei diritti Free Tv di 12 opere cinematografiche. Tra i principali titoli della library che saranno distribuiti sul mercato svizzero: Belle e Sebastien, La Bella e la Bestia, Nut Job e The Giver. Guglielmo Marchetti, presidente e amministratore delegato di Notorious Pictures, ha così commentato: “Grazie all’accordo che prevede la distribuzione di contenuti digitali su TIMvision di Tim, consolideremo la nostra presenza nel settore dei new media ampliando la distribuzione di opere filmiche attraverso canali caratterizzati da interessanti prospettive di crescita. Si tratta di un accordo importante per la nostra società con un significativo impatto e ulteriori potenzialità di sviluppo futuro. Inoltre, il nuovo accordo con Rsi, la televisione nazionale svizzera di lingua IV italiana, rafforza ulteriormente il posizionamento di Notorious Pictures nel mercato svizzero”. I film acquisiti da Sky Italia saranno trasmessi attraverso i canali Pay per View (Ppv), Pay Tv e Video on demand (Vod). Nell’ambito di tale accordo i diritti di sfruttamento della library di Notorious Pictures saranno concessi a Sky Italia per un primo periodo in esclusiva e per un secondo periodo non in esclusiva. La società cinematografica ha inoltre rinnovato l’accordo commerciale con Sky Italia per la concessione dei diritti della quasi totalità delle opere cinematografiche che sono state e che saranno distribuite nelle sale da Notorious Pictures dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2018. Guglielmo Marchetti