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Anica on Demand? E` sparita nel nulla Quando la magia dello

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Anica on Demand? E` sparita nel nulla Quando la magia dello
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IL QUOTIDIANO DEL SETTORE
TECNOLOGICO ED ENTERTAINMENT
ANNO 6 - NUMERO 1 - GENNAIO 2016
PERIODICO DI ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV
DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO
PRIMO PIANO
Editore: Frimedia S.r.l. - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. 0362/600463 Fax 0362/600616 - E Mail: [email protected] - Periodico mensile - Anno 6 - N. 1- Gennaio 2016
Registrazione al Tribunale di Milano N.511 del 13 ottobre 2011 - Direttore Responsabile: Angelo Frigerio - Direttore Editoriale: Riccardo Colletti. Stampa: Italgrafica - Novara
Un’immagine del film Quo Vado?
QUO VADO?
OLTRE OGNI RECORD
Il film di Zalone registra un trionfo non casuale. Rappresenta l’esempio di un successo pianificato con grande attenzione.
E reso possibile dal particolare assetto distributivo del nostro Paese.
IL CASO
Anica on Demand?
E’ sparita
nel nulla
“Il servizio è momentaneamente sospeso”,
si legge da settimane sul sito. Una maniera
soft di annunciare la fine di una piattaforma,
il cui destino era segnato fin dall’inizio.
A pagina II
MEDICINEMA
Quando la magia
dello schermo
diventa terapia
A pagina IV
“Un risultato-monstre oltre i sessanta milioni non è affatto precluso”, scrivevamo qualche settimana
fa. E ora possiamo sancirlo: anche
la barriera dei sessanta milioni è
infranta. Quo Vado? ha battuto ogni
record, confermando che Checco
Zalone cresce con progressione costante a ogni film. E che i risultati
straordinari apparentemente inspiegabili sono in realtà frutto di
scelte oculate e di un contesto distributivo molto particolare.
Proviamo a spiegare perché. Partiamo dai numeri del primo fine
settimana. La felice coincidenza tra
primo dell’anno e venerdì ha permesso al film di Checco Zalone di
esordire in maniera straordinaria,
con un risultato di 6,85 milioni di
euro, che sono diventati 7 milioni
il sabato e 7,7 la domenica, per un
weekend da 22,25 milioni. Nei giorni successivi il film ha continuato a
performare con numeri eccezionali
sino all’Epifania, soprattutto grazie
alle 1.500 copie che rappresentano
una copertura mai vista nel nostro
Paese. Su un totale di schermi pari a
3.800 unità, Quo Vado? era presente
in circa il 40% delle strutture. Non
solo. La durata di 86 minuti ha concesso agli esercenti di programmare
il film di Zalone ogni ora e mezza,
guadagnando uno spettacolo in più
a giornata. 1.500 copie sono tantissime, e non sarebbero mai state
possibili senza la presenza che il
distributore Medusa può vantare
nel settore dell’esercizio, grazie alle
quote in circuiti come The Space.
Resta da fare una riflessione complessiva su una stagione che, numeri alla mano, è molto positiva,
grazie anche a quanto è successo a
dicembre. Dietro a Zalone spicca,
infatti, Star Wars, che ha raggiunto i
25,1 milioni di euro, (...)
segue a pagina III
I
NOTORIOUS PICTURES
Accordo con
Telecom Italia
per 39 film
A pagina IV
FOCUS ON
Diritti degli
artisti: vittoria
del Nuovo Imaie
Il Tribunale di Roma ha confermato
quanto stabilito ad ottobre. Il comportamento di Artisti 7607 è stato giudicato “giuridicamente rilevante
anche sottoil profilo della concorrenza sleale”.
Alle pagine II e III
ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV
FOCUS ON
IL CASO
DIRITTI DEG
ARTISTI: VIT
DEL NUOVO
“Il servizio è momentaneamente sospeso”,
si legge da settimane sul sito. Una maniera
soft di annunciare la fine di una piattaforma,
il cui destino era segnato fin dall’inizio.
Con un’ordinanza del 24 dicembre, il Tribunal
quanto stabilito ad ottobre. Il comportamento
“giuridicamente rilevante anche sotto il profilo
ANICAONDEMAND?
È SPARITA
NEL NULLA
“Il servizio è momentaneamente
sospeso. Torna nei prossimi giorni”. Anicaondemand si è dissolta
nel nulla. La piattaforma digitale
che doveva costituire la risposta
alla domanda di contenuti legali,
lanciata ad aprile 2014 in parallelo
all’entrata in vigore del Regolamento AgCom, è rimasta nell’ambito delle migliori intenzioni,
incapace di tradursi in realtà. In
controcanto agli articoli accomodanti che ne celebravano il varo,
ne avevamo da subito denunciato
i limiti. “La montagna ha partorito
il topolino”, scrivevamo sui nostri
giornali, ricordando che la messa
online arrivava dopo tre anni di
attesa, intervallati da proclami ricorrenti. “La cosa buffa è che per
lanciare questa piattaforma si è
attesa l’entrata in vigore del Regolamento AgCom, come se questa
selezione di film di library fosse
minacciata da chissà quale incombente spada di Damocle da parte
della pirateria informatica. Basti
dire che nella home page compaiono Hugo Cabret, Scialla!, Un
giorno questo dolore ti sarà utile, Un
giorno in più, Le Idi di Marzo e Acab,
titoli del 2011 che sono già passati
da parecchi mesi non solo in home
video ma anche nei pacchetti cinema delle Pay-Tv”.
Che l’iniziativa avesse il fiato
corto lo si era capito subito: infatti
capitava di incontrare negli uffici
degli avvocati romani i produttori
della capitale, in cerca di qualche
fondo di magazzino o diritto scaduto da rifilare alla piattaforma.
“E mo’ che je dò a questi?”.
Ora che Anicaondemand è morta, e che a microfoni spenti qualcuno sussurra che “difficilmente
da quegli uffici potrà mai uscire
qualcosa di buono”, fa un certo
effetto rileggere le dichiarazioni
del presidente dell’associazione
Riccardo Tozzi. “Al centro dello
sviluppo del settore dobbiamo
mettere la produzione di contenuti. Il lancio della piattaforma Anicaondemand non cade nel giorno
dell’avvio del nuovo Regolamento AgCom per caso: abbiamo bisogno di lavorare in un quadro
chiaro e articolato dei diritti, in
cui ognuno deve fare il proprio
mestiere”. Maliziosamente chiosammo quest’affermazione: “Vorremmo rassicurare Tozzi: i film
distribuiti da Onde sono stati scaricati tre anni fa, oggi in rete non
li cercherebbe neppure un marziano”.
La realtà è che Anicaondemand
è nata morta per tre motivi. Primo: i tempi biblici di gestazione,
sbloccati solo perché il suddetto
Regolamento AgCom imponeva
di colmare in qualche modo un
vuoto, mettendoci una pezza, sistemata affidandosi all’infrastruttura dell’ottimo MyMovies, che
però ha altre esigenze di business.
Secondo: nessuno ci ha mai intravisto un business. Nella conferenza di lancio Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai
Cinema, aveva ricordato come
all’epoca il mercato Vod in Italia
valesse 19 milioni di euro contro
i 200 milioni della Francia, rimarcando che il digitale rappresentava comunque la sostituzione
dell’home video “con cui al tempo
si facevano marginalità impressionanti rispetto al theatrical”.
Marginalità che oggi sono un ricordo tanto per il prodotto fisico
che per il Vod: il primo è stato ucciso dall’incapacità di difendere il
rental dalla pirateria, il secondo
dalla mancata attenzione all’importanza dell’Electronic sell-thru,
a cui sono stati preferiti i “pochi,
maledetti e subito” garantiti dalle
piattaforme di Svod. E veniamo
al fattore killer numero tre, il più
importante: Netflix. Con i produttori che cercano disperatamente di
cedere i diritti alla piattaforma di
Los Gatos, e la presidenza di Anica che si è di fatto costruita (anche
in virtù della qualità del prodotto,
sia chiaro) una posizione di preminenza nei rapporti con la società californiana, Anicaondemand
è finita nel calderone capitolino
del ‘chissenefrega’. Al punto che,
avendo chiesto esplicitamente
all’associazione una spiegazione
della “sospensione temporanea”
del servizio, la risposta non è ancora arrivata. Intanto il caro e vecchio Dvd, di cui il Vod avrebbe
dovuto rappresentare la sostituzione, è ancora lì che tira la carretta, mentre la percezione del valore
del digitale è precipitata durante
il periodo natalizio sino agli abissi
dell’operazione messa in atto da
Wind con Play Store, consistente
nell’offerta di un catalogo di cento
titoli cinematografici all’interno di
Google Play a partire da un prezzo di tre centesimi di euro, fruibili
su smartphone, tablet, Smart Tv e
Chromecast. In attesa che produttori e distributori contabilizzino
questi munifici ricavi, vado in videoteca a restituire il film che ho
visto ieri sera. Con un po’ più di
furbizia e meno sussiego, dentro
al distributore automatico della
videoteca c’è ancora un tesoretto
che vale più di tutte le Anicaondemand di questo mondo...
Andrea Dusio
II
Anche il Tribunale di Roma dà ragione al Nuovo
Imaie. Con una nuova ordinanza, depositata il 24 dicembre, viene infatti ribadito che la Cooperativa Artisti 7607 ha tenuto un comportamento ostruzionistico
nei confronti della collecting guidata dall’avvocato
Andrea Miccichè. La questione riguarda le somme
da ripartire per il biennio 2012/2013 in relazione ai
diritti connessi (vedi box a fianco). In base al numero degli iscritti delle due collecting concorrenti, Siae
aveva infatti stabilito che spettassero 8 milioni di euro
al Nuovo Imaie e 3 milioni a 7607. Ma la cooperativa
promossa da Cinzia Mascoli ed Elio Germano, che
vede Neri Marcoré e Claudio Santamaria tra i principali sostenitori, ha inizialmente omesso di rendere
pubblici i nominativi dei propri artisti. E quando le
liste, dopo richiesta del Nuovo Imaie, sono state finalmente rese trasparenti, il Tribunale di Roma ha
acclarato che circa 400 iscritti del Nuovo Imaie erano
stati inseriti indebitamente nelle liste che Artisti 7607
ha presentato alla Siae ai fini della definizione degli
importi da ripartire. Di qui la conferma dell’inibitoria
sulle cifre per concorrenza sleale.
“…È evidente che la condotta serbata da Artisti
7607, che ha omesso di fornire liste corrette e trasparenti, ha comportato che il riparto parziale dei diritti
per copia privata video, effettuato dalla Siae tra le
due collecting concorrenti, sia avvenuto a vantaggio
di Artisti 7607 e in danno di Nuovo Imaie”, si legge
nell’ordinanza del 24 dicembre. “…Artisti 7607 ha
potuto versare, a quegli artisti che le hanno effettivamente conferito valido mandato, un importo maggiore a titolo di diritti per copia privata video rispetto
a quello che gli stessi avrebbero potuto percepire qualora la quota ripartita dalla Siae ad Artisti 7607 fosse
proporzionale al numero dei soli mandati ricevuti”.
Il Foro di Roma ha dunque confermato l’inibitoria
sugli importi assegnati ad Artisti 7607, ribadendo
quanto già stabilito nella precedente ordinanza del 21
ottobre scorso, contro cui la cooperativa aveva fatto
ricorso.
Il provvedimento rimarca come 7607, dichiarando
di possedere un numero di mandati superiore a quello effettivo, si sarebbe ritrovata a disporre di diverse
centinaia di migliaia di euro in più. Che ha ripartito
ai propri artisti, liquidando - così ha ritenuto in sede
cautelare il giudice, accogliendo le contestazioni del
Nuovo Imaie - cifre maggiori a quelle che questi
avrebbero ricevuto se la collecting avesse dichiarato
NUMERO 1 - GENNAIO 2016
EGLI
ITTORIA
VO IMAIE
unale di Roma ha confermato
to di Artisti 7607 è stato giudicato
filo della concorrenza sleale”.
a Siae il numero corretto di mandati in proprio possesso per la liquidazione degli importi del compenso
per copia privata relativo agli anni 2012 e 2013.
Il che significa in soldoni una cosa: a fronte delle
cifre che l’ente di viale della Letteratura trattiene a
titolo di rimborso spese per raccogliere il compenso
di copia privata e ripartirlo (compenso la cui entità
è stata sensibilmente aumentata dopo un’estenuante
azione di pressing della stessa Siae sul legislatore),
non è stato fatto alcun serio controllo sugli elenchi
presentati dalle collecting.
Da parte sua, la Società degli autori ed editori si difende affermando di essersi attenuta a quanto dice
la legge. E almeno sotto questo profilo ha ragione,
perché la normativa è lacunosa e confusa, al punto
che è facile immaginare che negli anni a venire nuovi ricorsi potranno essere effettuati, in un contesto
di liberalizzazione incompiuta che vede il neonato
mercato dei diritti connessi necessitare di un nuovo
intervento del legislatore.
Alberto Bellagente
La vicenda punto per punto
Con decreto del gennaio 2014, la
Presidenza del Consiglio dei ministri ha introdotto le regole per
disciplinare il mercato degli intermediari del diritto connesso liberalizzato dal governo Monti, stabilendo che per gli anni 2012 e 2013
Siae debba ripartire i compensi tra
gli intermediari abilitati, i quali
rappresentano gli attori in base al
numero dei mandati che sono stati
esplicitamente conferiti.
Due i soggetti riconosciuti, Nuovo Imaie e Cooperativa 7607, mentre una terza società di collecting,
quella di Mimmo Del Prete, non
viene legittimata. A giugno, dopo
che ognuno degli intermediari ha
depositato il proprio elenco di mandanti presso Siae, il Nuovo Imaie,
appellandosi al decreto, domanda
che la lista sia pubblicata sul sito
della cooperativa. Davanti al rifiuto di 7607, il presidente di Nuovo
Imaie Andrea Miccichè presenta
alla società di viale della Letteratura
istanza di accesso all’elenco. Intanto i compensi di copia privata relativi al biennio vengono ripartiti: su
di un totale di 11.682.890,42 euro,
Nuovo Imaie riceve 8.808.581,86
euro mentre alla Cooperativa 7607
ne vanno 2.874.308,56.
Segue l’episodio dei nomi cancellati: Siae inoltra sì gli elenchi, ma
l’identificazione dei mandanti è impossibile, perché i loro estremi anagrafici sono stati “sbianchettati”. È
qui che comincia l’iter processuale,
con il ricorso di Nuovo Imaie al Tar
del Lazio. Il quale, con sentenza del
febbraio 2015, sancisce che Siae e
7607 devono fornire un elenco completo e leggibile in tutte le sue parti. I due soggetti ricorrono in appello al Consiglio di Stato, che però il
28 luglio conferma quanto statuito
dal Tar, e condanna i ricorrenti a
pagare le spese processuali. Quando finalmente a settembre il Nuovo
Imaie entra in possesso dell’elenco,
rileva che circa 400 dei 1.254 nominativi sarebbero stati inseriti indebitamente. Alcuni di essi hanno
Andrea Miccichè
dato infatti mandato proprio alla
società presieduta da Miccichè.
Altri sono stati erroneamente
duplicati, rovesciando nome e cognome rispetto alla prima volta in
cui compaiono nella lista. Alcuni
artisti interpellati negano di aver
mai rilasciato il mandato alla Cooperativa 7607. Tra questi Isabella
Ferrari, Luca Argentero, Giorgio
Tirabassi, Primo Reggiani, Luca
Ward e Beppe Servillo.
Nuovo Imaie si rivolge così al
Tribunale di Roma, che, con il
provvedimento di urgenza dell’8
ottobre, inibisce alla Cooperativa di
distribuire i proventi e alla Siae di
erogare alla Cooperativa i saldi degli anni 2012 e 2013. Nell’udienza
del 15 ottobre si costituiscono nel
giudizio cautelare tanto Siae quanto Cooperativa 7607: la prima si rimette alla decisione del magistrato
e si riserva di rivolgersi alla Procura della Repubblica qualora dovessero emergere dei tentativi di truffa
ai suoi danni.
La Cooperativa invece sostiene,
da parte sua, che il Nuovo Imaie ha
in atto una serie di infondate iniziative processuali in suo danno. E
siamo all’ordinanza di ottobre, in
cui si legge che la Cooperativa non
avrebbe contestato il quadro fattua-
le tratteggiato dalla ricorrente nel
ricorso e viene confermata l’inibizione alla stessa della distribuzione
dei compensi per copia privata incassati. Si legge nel provvedimento
del Tribunale che la Cooperativa
7607, mediante la presentazione a
Siae di un elenco di nominativi superiore agli iscritti effettivi, ha conseguito “…un lucro indebito consistente nella percezione di compensi
per copia privata video superiori” e
che la Cooperativa 7607 ha “cercato
di impedire alla ricorrente l’accertamento dei soggetti che effettivamente risultavano suoi mandanti,
costringendola ad adire la giurisdizione amministrativa”.
Rispondendo al comunicato
stampa pubblicato sul sito del Nuovo Imaie il 29 ottobre, Artisti 7607
replica a sua volta: “È falso che il
Tribunale di Roma abbia bloccato
cautelativamente alla cooperativa
Artisti 7607 circa 3 milioni di euro
destinati agli artisti. Il Tribunale
non ha affatto accolto la richiesta di
Nuovo Imaie di bloccare le somme
incassate da Artisti 7607 a titolo
di copia privata 2012-2013, somme
peraltro già praticamente ripartite
da Artisti 7607. Il provvedimento,
che è infondato e sarà oggetto di
reclamo da parte di Artisti 7607, è
una mera inibitoria a ripartire ulteriormente somme per copia privata 2012-13; inoltre è basato, tra
l’altro, su irregolarità emerse in
giudizio nelle liste presentate dallo
stesso Nuovo Imaie”. E ancora: “È
falso che Artisti 7607 abbia indebitamente inserito artisti nel proprio
elenco. Tutti i nominativi nell’elenco sono di soci iscritti all’associazione Artisti 7607, in alcuni casi
addirittura soci fondatori, che non
hanno mai dato recesso da Artisti
7607”.
Si arriva così all’ordinanza del
24 dicembre, con cui il Tribunale
di Roma dà pienamente ragione al
Nuovo Imaie, confermando quanto
stabilito ad ottobre. La vicenda è finalmente chiusa.
segue dalla prima
QUO VADO? OLTRE OGNI RECORD
(...) superando Inside Out, ancora secondo con
i suoi 25,3 milioni. Disney si appresta insomma a
traguardare i 50 milioni di euro con due soli film.
Decisamente bene anche Il Ponte delle Spie di Fox,
che ha superato i 10 milioni di euro, e Natale col Boss
di Filmauro, che è arrivato a 7,5 milioni, così come
Vacanze ai Caraibi di Medusa, segno che il genere
del Cinepanettone - soprattutto se riveduto e corretto - può dare ancora molto. Intorno ai 6 milioni veleggia infatti anche Il Professor Cenerentolo di
Leonardo Pieraccioni (01 Distribution). Il che vuol
dire che quel tipo di prodotto italiano - decidete voi
se ascrivere ad esso anche Zalone - che si identifica
con il prodotto di più largo consumo e alta deperibilità - dà ancora tantissimo all’esercizio cinematografico (decisamente più delle commedie “autunnali”). Nonostante tutte le critiche e i prematuri de
profundis.
In maniera straordinaria sta andando poi Il piccolo principe di Lucky Red, già oltre gli 8 milioni di
euro, e molto bene con 3,1 milioni si è posizionato
anche Alvin Superstar - Nessuno ci può fermare (20th
Century Fox), a conferma della solidità di una property molto amata dal target kids, la cui incidenza
sull’andamento del box office è sempre più sensibile (ricordiamo in tal senso anche il buon risultato di Masha e Orso-Amici Per Sempre, che nel nuovo
anno ha totalizzato a oggi poco meno di 2 milioni
di euro). Entriamo ora in una fase in cui a farla da
III
padrone sono i titoli che andranno agli Oscar. In
forte evoluzione sono in tal senso i box office di La
Grande Scommessa, Revenant, Carol e anche di Creed, che rilancia la saga di Rocky, in attesa del nuovo Tarantino e di Joy. È il cinema di qualità che a
novembre e dicembre fatica a trovare spazio, ma
anche adesso può massimizzare i propri risultati.
Come di consueto, manca in tal senso all’appello
il cinema italiano. Ci apprestiamo a sentire i peana
di Anica al rilascio dei dati cinematografici per il
risultato eccezionale di Zalone, e già abbiamo registrato quelli del ministro Franceschini.
Ma il modello che segue la nostra produzione,
quello del finanziamento statale, del Tax Credit
spesso di dubbia provenienza, dell’assenza di rischio imprenditoriale e della latitanza di iniziativa
distributiva, è un altro. E resta perdente. Checco
libera tutti? Quest’anno va così. Dal prossimo si ricomincia a chiagnere e fottere”...
Tommaso Stigliani
ECONOMIA E POLITICA DI CINEMA, WEB, TV
DreamWorks dice addio a Disney
Nasce
Amblin Partners
È stata annunciata a dicembre la nascita di Amblin Partners, una nuova casa di
produzione che scaturisce dalla collaborazione di DreamWorks Studios, Participant
Media, Reliance Entertainment ed Entertainment One. La compagnia ha siglato
un accordo con Universal Pictures, che si
occuperà di distribuire i
film prodotti dalla Amblin Partners negli Usa.
Tra i fondatori della nuova realtà, sostenuta da
un’iniezione di capitali
per 300 milioni di dollari,
spicca il nome del regista
Steven Spielberg, proprietario di DreamWorks,
che dunque abbandona
la partnership con Disney e torna a collaborare
con Universal, la major
Steven
che ha lanciato alcuni dei
Spielberg
suoi film più importanti.
La nuova casa di produzione svilupperà
film che verranno poi distribuiti con le etichette Amblin Entertainment, DreamWorks Pictures e Participant Media. L’accordo
si accompagna a una ricapitalizzazione, di
cui 500 milioni di dollari di obbligazioni
emesse da JP Morgan.
Rai Cinema
Film in esclusiva
su TIMvision
Tim e Rai hanno rinnovato l’accordo che
offre in esclusiva agli abbonati di TIMvision svariate produzioni di Rai Cinema.
L’intesa prevede una scelta di oltre 70 film
degli ultimi quattro anni e 200 di catalogo,
più di 500 ore l’anno tra fiction e programmi tv che andranno ad arricchire l’offerta
di TIMvision, la Tv on demand di Tim. Nel
corso dei prossimi mesi i film di Rai Cinema saranno pertanto disponibili, in seconda finestra, in esclusiva streaming solo su
TIMvision.
Tra i titoli oggetto dell’accordo, Il capitale umano di Paolo Virzì, Un fantastico via
vai di Leonardo Pieraccioni, Sacro Gra di
Gianfranco Rosi e Still life di Uberto Pasolini. L’accordo consentirà inoltre ai clienti
TIMvision di vedere le stagioni complete
delle fiction Rai di maggior successo, tra le
quali Il commissario Montalbano, E’ arrivata
la felicità, Don Matteo, nonché programmi
Tv come Nascita di una dittatura o Indietro
tutta.
N.1 - GENNAIO 2016
NASCE LA PRIMA SALA CINEMATOGRAFICA IN UN OSPEDALE ITALIANO
Quando la magia dello
schermo diventa terapia
Un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra MediCinema e il Policlinico Gemelli
di Roma. La struttura, operativa da marzo, accoglierà pazienti e familiari,
all’interno di un programma medico di altissimo valore.
Un grande progetto, nato per portare la serenità e il sorriso che solo un
bel film può darti anche nelle corsie di
un ospedale. MediCinema Italia Onlus ha infatti realizzato la prima vera
sala cinematografica all’interno di una
struttura sanitaria, grazie alla collaborazione nata con il Policlinico Gemelli
di Roma: un risultato straordinario che
consentirà, grazie alla finalizzazione
del primo protocollo a livello nazionale, di portare in maniera continuativa
spettacolo e cultura all’interno del contesto ospedaliero, con il supporto di un
programma mirato al conseguimento
di precisi obiettivi terapeutici per ogni
tipologia di pazienti coinvolti.
A marzo 2016 la struttura creata al
Gemelli sarà pienamente operativa,
consentendo di accogliere anche gli
spettatori non autosufficienti, allettati
o in sedia a rotelle. MediCinema utilizza infatti il film come terapia di sollievo
nelle strutture ospedaliere, allestendo
sale per la proiezione di film appositamente dedicate ai pazienti e ai loro
familiari. La sala è in fase di costruzione tra l’8° e il 9° piano del grande policlinico universitario romano e potrà
accogliere 130 persone tra pazienti, fa-
miliari, amici, volontari e personale di
assistenza.
MediCinema Italia è una onlus nata
nel 2013 e ispirata a MediCinema UK,
attiva in Gran Bretagna dal 1996, dove
ha costruito sette cinema negli ospedali. In Italia ha realizzato due progetti
avviati a ottobre 2013 presso l’Istituto
Clinico Humanitas di Rozzano (MI) e a
giugno 2015 all’interno del centro polifunzionale Spazio Vita, presso l’Ospedale Niguarda di Milano.
La realtà della cinematherapy nasce
dall’intuizione, confermata ormai da
anni di adozione sistematica in molti ambiti terapeutici, che la visione di
film sia in grado di creare sotto il profilo psicologico un “effetto pausa” per
i malati, aiutando a ridurre la percezione del dolore e determinando uno
stato di benessere riscontrabile a livello
neurologico. Questa tesi, denominata
“neurocinematics”, è stata ulteriormente validata dalle neuroscienze, che
oggi arrivano a misurare gli effetti fisici durante la visione di immagini in
movimento, e a rilevare miglioramenti
indotti proprio dallo stato di benessere
coincidente con la fruizione del cinema. Sulla scorta di queste esperienze,
MediCinema andrà a promuovere al
Gemelli un progetto sperimentale, che
consentirà di misurare gli effetti della
cinematerapia nel percorso ospedaliero e nell’approccio alla malattia.
Le principali applicazioni prevedono
in tal senso l’area clinica riabilitativa
nei deficit mentali e quella terapeutica relativa a psicosi, nevrosi, disturbi
dell’umore, oltre all’area dei pazienti
oncologici, e nelle terapie della famiglia.
Tra i sostenitori dell’operazione figura il Segretariato sociale della Rai: a inizio gennaio, all’interno dei programmi
Tv e Radio il pubblico è stato invitato
a sostenere la realizzazione della sala
cinematografica donando da telefono
fisso e cellulare attraverso un sms solidale del valore di 2 euro. I gestori telefonici hanno devoluto l’intero importo
al Policlinico A. Gemelli, che lo destinerà al progetto MediCinema. Tutti gli
aggiornamenti sulla campagna sono
disponibili sui profili social facebook.
com/MedicinemaItalia e twitter.com/
MediCinemaIT, e sui siti www.medicinema-italia.org e www.policlinicogemelli.it.
Sara Zanetta
NOTORIOUS PICTURES: ACCORDO CON TELECOM ITALIA
Notorious Pictures ha firmato un accordo con
Telecom Italia per la distribuzione di 39 film, che
arricchiranno l’offerta della piattaforma TIMvision, la Tv on demand di Tim. L’accordo, della
durata di un anno a partire da dicembre 2015,
prevede la fornitura da parte di Notorious Pictures di film che saranno diffusi attraverso i canali Est (Electronic sell through) e Vod (Video on
Demand), nonché la distribuzione di film library
e film in seconda finestra di sfruttamento esclusivo Svod (Subscription Video-on-demand).
Notorious Pictures ha reso noto, inoltre, di
aver firmato un accordo con la Radiotelevisione
Svizzera Italiana (Rsi) per la concessione dei diritti Free Tv di 12 opere cinematografiche. Tra i
principali titoli della library che saranno distribuiti sul mercato svizzero: Belle e Sebastien, La
Bella e la Bestia, Nut Job e The Giver.
Guglielmo Marchetti, presidente e amministratore delegato di Notorious Pictures, ha così
commentato: “Grazie all’accordo che prevede la
distribuzione di contenuti digitali su TIMvision
di Tim, consolideremo la nostra presenza nel settore dei new media ampliando la distribuzione di
opere filmiche attraverso canali caratterizzati da
interessanti prospettive di crescita. Si tratta di
un accordo importante per la nostra società con
un significativo impatto e ulteriori potenzialità
di sviluppo futuro. Inoltre, il nuovo accordo con
Rsi, la televisione nazionale svizzera di lingua
IV
italiana, rafforza ulteriormente il posizionamento di Notorious Pictures nel mercato svizzero”.
I film acquisiti da Sky Italia saranno trasmessi
attraverso i canali Pay per View (Ppv), Pay Tv
e Video on demand (Vod). Nell’ambito di tale
accordo i diritti di sfruttamento della library di
Notorious Pictures saranno concessi a Sky Italia
per un primo periodo in esclusiva e per un secondo periodo non in esclusiva. La società cinematografica ha inoltre rinnovato l’accordo commerciale con Sky Italia per la concessione dei diritti
della quasi totalità delle opere cinematografiche
che sono state e che saranno distribuite nelle sale
da Notorious Pictures dal 1 luglio 2015 al 30
giugno 2018.
Guglielmo
Marchetti
Fly UP