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Curare e prendersi cura
Curare e prendersi cura Passato ed attualità negli orizzonti dell’ etica infermieristica “ Una delle qualità essenziali del clinico è l’ interesse per l’ umanità, poiché il segreto della cura al paziente è prendersi cura del paziente.” (Francis W. Peabody 1927) Oggetto di riflessione sull’ Art.1.3 Codice Deontologico : la responsabilità dell’ infermiere consiste nel curare e prendersi cura della persona, nel rispetto della vita, della salute della libertà e della dignità dell’ individuo. La cura o attività infermieristica, traduzione del termine inglese nursing, è certamente una delle funzioni sanitaria più antiche e fondamentali della comunità umana; si potrebbe dire che la cura infermieristica è, tra le professioni che si riferiscono alla salute, la più veneranda. Oggi sappiamo quanto importante sia questa professione e quanto alto sia il riconoscimento di tutta la società nei confronti degli infermieri. Soprattutto nella situazione sanitaria attuale dominata da una medicina ad alta tecnologia sono proprio gli infermieri a gestire un contatto molto stretto e prolungato con i pazienti. Essi conoscono i bisogni dei loro assistiti meglio di qualunque operatore sanitario, ed è proprio questa vicinanza personale all’ uomo a conferire alla professione e all’ attività infermieristica un profondo carattere morale. Questo potrebbe essere il punto di partenza della riflessione che si dipana sul filo di una domanda che dovrà essere costantemente tenuta presente. La domanda è “ che cosa significa per l’ infermiere essere un agente morale?” Si tratta di portare l’ attenzione sullo spessore etico dell’ attività infermieristica, sulla virtù fondamentale che la definisce. Gli inglesi definiscono tale virtù come “ care”e in italiano utilizziamo due termini, “ curare”e “ prendersi cura”. Il sostantivo “ cura”quale radice propria del verbo “ curare”contiene già tutta la profondità propriamente morale dell’ attività infermieristica. Nasce da questa constatazione linguistica la necessità di legare strettamente l’ esperienza infermieristica all’ etica: così che, quando definiamo l’ etica infermieristica come etica delle cure (nel senso di un’ etica del prendersi cura), si vuole sottolineare il fatto che l’ etica cresce sul terreno stesso dell’ esperienza infermieristica. L’etica è una disciplina complessa, non solo per l’estensione dei problemi che essa tratta, ma anche e soprattutto per la diversità degli approcci alle diverse questioni morali che essa suppone. L’evoluzione delle condizioni sociali e delle contingenze storiche sono tra i fattori che determinano il modo di pensare e i criteri di bene e male (ciò che comunemente chiamiamo morale).Si può anche dire che l’etica cosiddetta moderna,nata dall’ illuminismo, ha privilegiato quali concetti unificati quelli di “ diritto”e di “ dovere” . Il risultato è che quando si parla di etica ci si riferisce, quasi spontaneamente, a quella trama di diritti e di doveri che strutturano una certa attività. La questione morale fondamentale attorno alla quale si struttura tutta la materia è: che cosa dobbiamo fare in una determinata situazione? Quale dovere si impone all’ agente morale (medico o infermiere) in questo o in quel caso? L’etica deve aiutare a formulare un giudizio sul dovere da attuare, a fronte di un preciso diritto. Un’etica basata sui diritti e doveri ha avuto senz’ altro una funzione benemerita. Il linguaggio dei diritti ha richiamato l’attenzione sulla dignità e il rispetto del malato in quanto portatore di diritti, in quanto soggetto oltre che oggetto, dell’intervento terapeutico o della cura infermieristica. Il paziente rivendica il diritto ad essere ascoltato, capito, trattato in un certo modo. Eppure un’etica dei diritti e dei doveri è un’etica dimezzata, una sorta di costruzione astratta nella quale la ricchezza e la profondità vitale dell’esperienza morale è ridotta all’osso e alla fine privata della sua sostanza. Se per esempio prendiamo in considerazione l’esperienza dell’infermiere nel suo rapporto con il malato, ci accorgiamo che la definizione formale di quali diritti spettano all’ uno, e conseguentemente quali doveri all’altro, rappresenta solo un aspetto, forse neppure il più importante. Un’etica infermieristica che si limitasse a calibrare diritti e doveri sarebbe poco più di un codice lavorativo. In particolare, una tale etica sarebbe incapace di catturare il senso dell’esperienza nella quale un’infermiere si trova coinvolto, come pure la posta morale in gioco in quella esperienza. Credo che in ultima analisi oggi si debba proporre un modello di etica diverso in cui diritti, doveri, norme e principi non vengono dissolti ma sono piuttosto ricondotti al loro contesto di origine, a quella specie di terreno vitale dentro al quale soltanto essi diventano comprensibili. Questo terreno vitale è l’esperienza stessa nella quale ogni operatore sanitario è quotidianamente coinvolto, l’ esperienza del “ curare”in quanto è esperienza del “ prendersi cura”di un’altra persona. Quando spostiamo l’ attenzione dal sistema di regole all’ esperienza stessa, ci accorgiamo che non è poi così importante conoscere a priori quali sono diritti e quali i doveri; ciò che diventa importante è piuttosto il complesso di attitudini personali, di sensibilità umana e di competenza professionale che caratterizzano la cura infermieristica. Ciò che è in gioco è un preciso appello morale, un richiamo che proviene dalla condizione concreta della persona che dobbiamo curare. Rispondendo a questo appello noi facciamo qualcosa di più che semplicemente “ i l nostro dovere” , infatti nella concretezza di un preciso rapporto umano non solo mettiamo in pratica l’ insieme di regolare che strutturano la nostra professione, ma più profondamente diamo forma alla nostra identità morale di persone. La competenza professionale e la preparazione scientifica non sono elementi estranei alla qualità morale propria della professione infermieristica. Parafrasando Kant, potremmo dire che , se una competenza professionale senza la qualità morale della vita è vuota, a sua volta una cura incompetente è certamente cieca. Aver cura del paziente sarà allora un atto sintetico, in cui l’ intelligenza, non meno del cuore, ha la sua parte e il suo posto. L’ etica infermieristica deve partire da qui, per ritrovare nel concreto e globale prendersi cura del paziente l’ essenza della propria definizione. Bibliografia: Codice Deontologico Infermieri Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics La bioetica Biografie per una disciplina Dizionario di Bioetica Fondazione della metafisica e dei costumi Atti Conferenza Warren Thomas Reich Nursing: Human scienze and human care Spoleto 28/8/05 Ciucarilli Pierluigia [email protected] cell. 3284520448 distretto n. 2 / Asl n. 3 Cambridge University Press Sandro Spinanti Franco Angeli Eugenio Lecaldano Laterza Kant Utet Torino Roma Watson J. Appleton-Century