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Cavalieri, mamelucchi e samurai
La Venaria Reale Ogni volta, lo stupore della bellezza Cavalieri, mamelucchi e samurai Armature di guerrieri d’Oriente e d’Occidente Sale delle Arti della Reggia di Venaria Dal 25 ottobre 2014 all’8 febbraio 2015 La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cavalieri, mamelucchi e samurai Armature di guerrieri d’Oriente e d’Occidente Dalla collezione del Museo Stibbert di Firenze Magnifiche armature italiane, tedesche, indiane, giapponesi e della tradizione islamica risalenti ad un lungo periodo che spazia dal Cinquecento all’Ottocento, presentate come “opere d’arte” che mettono a confronto usi, costumi e valori di società distanti e diverse: quella europea, quella medio -orientale e quella altrettanto raffinata dei samurai giapponesi. La preziosa mostra sui Guerrieri d’Oriente e d’Occidente consente di scoprire e capire le differenze tra il “mondo” del guerriero europeo (rigido entro la sua armatura modellata in modo statuario), del combattente mediorientale (rivestito di maglie metalliche rinforzate con piastre d’acciaio nei soli punti vitali per meglio muoversi in combattimento), e dello stesso samurai giapponese (che privilegiava nel suo armamento difensivo una figurazione fantastica dai profili quasi geometrici). Le numerose opere esposte (oltre un centinaio) documentano inoltre la costante ricerca e l’impegno degli artigiani e degli artisti dell’epoca nell’inventare e fabbricare nuove armi ed oggetti bellici con forme e decorazioni sempre diversi rispondenti ad esigenze e mode che variavano di continuo. Il percorso illustra una sorta di storia del costume “civile” e “guerresco", offrendo al pubblico degli adulti e delle scolaresche un’occasione per osservare il passato di popoli così distanti geograficamente tra loro attraverso una prospettiva inusuale ed allo stesso tempo spettacolare. A cura di Enrico Colle Dalla collezione del Museo Stibbert di Firenze In collaborazione con l’Armeria Reale di Torino DOVE Sale delle Arti della Reggia QUANDO Dal 25 ottobre 2014 all’8 febbraio 2015 COME Per i biglietti ed altre info.: www.lavenaria.it - tel. +39 011 4992333 La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it La mostra alla Reggia di Venaria L’arte della guerra ha accomunato molta storia dell’umanità ed ha avuto una forte valenza magica, alchemica e religiosa. Le armi infatti hanno da sempre rappresentato forza e potere e la loro realizzazione è stata accompagnata da una costante ricerca sia sui materiali da impiegare nella costruzione, sia sulle decorazioni che le abbellivano. Non a caso per secoli le armerie reali sono state al centro degli interessi dei sovrani europei che, come nel caso dell’Armeria Reale di Torino, venivano esibite con vanto al pari delle altre raccolte artistiche. La mostra che si apre al pubblico presenta proprio l’aspetto artistico ricoperto dalle armature e propone tre mondi a confronto: quello europeo, quello medio orientale e quello altrettanto raffinato dei Samurai giapponesi, evidenziando le differenze tra il guerriero europeo rigido entro la sua armatura modellata in modo statuario, il combattente mediorientale rivestito di maglie metalliche rinforzate con piastre d’acciaio nei soli punti vitali per meglio muoversi in combattimento e il Samurai giapponese che privilegiava nel suo armamento difensivo una figurazione fantastica dai profili geometrici che riduce ad una astrazione forzosa le proporzioni umane. Tutte le armature scelte per l’allestimento della mostra (italiane, tedesche, islamiche, indiane e, soprattutto, giapponesi) condividono il gusto dell’ornato anche prezioso e delicato mescolando decorazioni e vanità, bellezza e funzionalità espresse con mezzi riscontrabili nelle altre arti suntuarie e documentate attraverso il confronto di raffinati esemplari, scelti tra i molti conservati nel Museo Stibbert: si tratta di opere di grande importanza storico artistica le cui tipologie spaziano dal XVI secolo all’Ottocento documentando la costante ricerca da parte degli artigiani e degli artisti impegnati nella loro fabbricazione ad inventare forme e decorazioni sempre nuove e variate. L’esposizione dunque ricrea il fascino delle principesche armerie europee dove, accanto ad armature da parata, potevano convivere, in scenografici allestimenti, armature provenienti da popolazioni lontane quale testimonianze di culture diverse, ma altrettanto importanti. Frederick Stibbert (1838-1906) infatti nella creazione del suo museo si ispirò a varie armerie allora visibili nei palazzi reali e rimase affascinato, in particolare modo, da quella realizzata a Torino dai Savoia. Le armi, come gli abiti, in quest’ottica interpretativa, diventano così una manifestazione di ricchezza e di prestigio in quanto nei secoli passati ci si abbigliava e ci si armava per apparire e quindi la mostra, intesa come una sorta di storia del costume, civile e guerresco, offre al pubblico una occasione per osservare il passato di popoli così distanti geograficamente tra loro attraverso una prospettiva inusuale e allo stesso tempo spettacolare. Enrico Colle, curatore della mostra La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Le sezioni della mostra: tre culture a confronto attraverso la storia e l’“arte delle armi” L'arte della fabbricazione dell'armatura, fino all'avvento delle armi moderne, è stata una costante nella storia dei popoli, una delle tante chiavi per l'affermazione o la sopravvivenza dell'uno sugli altri, una componente inscindibile dal potere militare e quindi della capacità di dissuasione e di minaccia, ma anche della difesa e dell’affermazione del ruolo sociale di chi la indossava. Nell'ambito di una società in espansione, il contatto con le "tecnologie" degli altri popoli, acquisite pacificamente o no, era uno dei mezzi principali di miglioramento, nella misura delle possibili applicazioni sulle conoscenze già in possesso. La figura dell'armaiolo era basilare, sia nella creazione che nel miglioramento tecnico delle attrezzature, vuoi che fossero armi difensive o offensive. Con la sua capacità di realizzazione contribuiva alla loro evoluzione, e la sua importanza crebbe in proporzione all’aumento delle richieste. In Europa la figura dell’armaiolo fu essenziale, sia in termini tecnici che artistici, nella elaborazione del sistema di difesa che portò progressivamente all’armatura. Quando si parla di armi e armature l'immaginario collettivo corre alla figura del “cavaliere medioevale”. In realtà, questa concezione non è molto precisa, infatti le armature in piastra d'acciaio, che caratterizzano il guerriero occidentale, si trovano nella loro forma definitiva soltanto dal XV secolo, pertanto sarebbe più corretto parlare di “cavaliere rinascimentale”. La protezione del guerriero fino al XIV secolo è formata principalmente da maglia di ferro e placche in cuoio. A partire dalla fine del Trecento l'uso delle piastre in acciaio va progressivamente aumentando, inizialmente per proteggere testa e arti, fino ad arrivare alla copertura completa del corpo nel secolo successivo. Le armature del Quattrocento sono esempi della bellezza derivante dalla funzionalità, nessuna decorazione è applicata alle superfici scintillanti, che traggono la loro eleganza semplicemente dall'armonia delle linee di piegatura e dal taglio dei contorni. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it La dirompente forza innovatrice del gusto rinascimentale non poteva non coinvolgere uno degli oggetti più caratterizzanti del nobiluomo Cinquecentesco. E infatti le armature si vanno ricoprendo di ricche decorazioni incise e dorate che riprendono le tematiche care al mondo artistico. Grottesche, mascheroni, animali mitologici si rincorrono tra fogliami e fiori che si spandono sulle superfici delle armature commissionate dai più potenti esponenti delle corti europee. Alla metà del secolo il manierismo esplode conferendo alle armature morfologie oniriche che restano il punto più alto di un'arte che da “minore” rivaleggia con la grande scultura contemporanea. Il paradosso della storia delle armature in Europa è che il suo apice corrisponde con la sua fine. L'introduzione e l'impiego massiccio delle armi da fuoco ne rende vano l'uso in battaglia, decretandone la pressoché totale dismissione già dalla metà del Seicento. La collezione Stibbert ha il proprio punto di forza nei materiali cinquecenteschi. In mostra sono presenti esemplari realizzati nei maggiori centri di produzione, Italia, Germania, Paesi Bassi, ecc., che evidenziano differenze e punti di contatto fra i prodotti di aree culturalmente diverse, sempre in competizione, ma in continuo contatto fra di loro con scambi e influenze che hanno costituito il motore di una evoluzione continua. La presenza di una grande varietà tipologica di armi, da taglio, da botta, da getto e da fuoco fornisce un panorama completo del mondo del guerriero nella sua fase più ricca e affascinante. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Tra le culture guerriere del Medio Oriente si assiste ad un processo analogo, di miglioramento, d’implementazione, o adozione di tecnologie caratteristiche da aree culturali diverse con cui si entrava in contatto; un esempio per tutti, l’evoluzione nelle armature di maglia, retaggio delle popolazioni nomadi originarie, che divengono più articolate con l’adozione di piastre omogenee aggiuntive a seguito del confronto/scontro con l’Occidente. L’evoluzione degli armamenti va di pari passo con l’evoluzione sociale di una cultura e il benessere acquisito, l’affermazione della potenza e della forza militare, determinano anche un altro tipo di evoluzione negli armamenti: quello della bellezza e della ricchezza dei corredi. Attraverso l’uso di materiali preziosi, come l’oro, le pietre preziose, le sete più fini o le lacche più esclusive, il guerriero medio-orientale d’alto rango, il monarca o il signore, diviene prova vivente della potenza del suo retaggio e della cultura di cui è espressione. Ancor più che in Europa, al fianco degli armaioli orientali nel realizzare armi ed armature di primissima qualità sono gli orafi e i tessitori, capaci di armonizzare con maestria le loro arti e fonderle in opere uniche dalla bellezza straordinaria. Attraverso lo studio comparato delle opere delle collezione di Frederick Stibbert, ci giungono ancora altre prove di “contributi extra-culturali” a realizzazioni autoctone; nuove tecnologie, nuove filosofie d'impiego e modelli; ne è un esempio il Giappone, dove la protezione a lamella e la maglia ad anelli d'acciaio sono mutuate dalle bellicose popolazioni nomadi dell'Asia centrale in espansione, che si insediarono stabilmente in Giappone fino a fondersi con le popolazioni più pacifiche preesistenti. Secoli più tardi, nuovi i contatti con la cultura europea del Cinquecento contribuirono a introdurre in Giappone la moda “Namban” (“dei Barbari del Sud”) anche nelle armi, e soprattutto la tecnologia delle armi da fuoco, che provocò un vero e proprio terremoto nei concetti degli armamenti difensivi fino a quel momento adottati. L’isolamento a cui il Giappone si sottopose per due secoli, tra la metà del Seicento e la metà dell’Ottocento, fece sì che l’armamento e tutta la tradizione guerresca nipponica si mantenessero immutati per tutto quel lungo periodo, nel desiderio di salvaguardare le caratteristiche sociali e culturali del paese. In mostra si possono apprezzare armature spettacolari, provenienti dalla collezione Stibbert, che vanno dalla fine del XVI secolo fino a tutto il XVIII, che evidenziano proprio la conservazione dei queste tradizioni. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Le opere più significative Sono 115 nel complesso le armature, gli elmi, i corsaletti, le spade, le mazze, le sciabole, i pugnali e le armi di vario genere esposte in mostra: ogni singolo oggetto è non solo rappresentativo dell’abilità artistica di chi lo forgiò, e dei modi di combattere e di difendersi di un’epoca, ma è anche esemplificativo di valori, società e mode artistiche differenti ed in continua evoluzione. Tra tutti, se ne segnalano poi alcuni per lo speciale valore storico-artistico, la curiosità delle funzioni d’uso, l’originaria appartenenza o per la loro stessa straordinaria rarità: SEZIONE 1 – CAVALIERI Cat. 1 Cat. 2 cat. 1 Resti di una guarnitura detta “dei soli” per il principe Emanuele Filiberto di Savoia Orazio da Calino (?), inizi del XVII secolo acciaio bronzato, inciso e dorato; gr. 18.915 Torino, Armeria Reale L’armatura è identificabile con una delle due guarniture da giostra decorate con soli, inviate da Milano a Torino nel 1608, in occasione del matrimonio delle principesse di Savoia con i duchi di Mantova e di Modena. Fu realizzata per il principe Emanuele Filiberto (1588-1624), figlio terzogenito del duca Carlo Emanuele I, dall’armoraro bresciano Orazio da Calino, attivo per la corte sabauda dal 1593 al 1623. cat. 2 Parte di armatura da ragazzo Orazio da Calino (?), Torino, 1600 ca acciaio in parte inciso, patinato e dorato, cuoio, ottone e tessuto; gr. 3.810 Firenze, Museo Stibbert L’armatura, realizzata dall’armoraro Orazio da Calino, appartenne al giovane principe Emanuele Filiberto di Savoia ed è dunque da mettere in relazione con quella dell’Armeria Reale di Torino, allestita nella prima sala. Gola, petto e schiena sono completamente ricoperti da soli incisi e dorati su fondo bronzato. La decorazione segue la moda del tempo, che ricalca sulle superfici d’acciaio, i motivi decorativi degli abiti e dei tessuti più in voga. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cat. 08 Cat. 15 cat. 8 Corsaletto da piede per la guardia medicea Milano, 1574 ca acciaio in parte inciso e annerito, pelle, tessuto; gr. 13.350 Firenze, Museo Stibbert Il corsaletto fa parte di un gruppo fabbricato a Milano attorno al 1574, in occasione dell’incoronazione a Granduca di Toscana di Francesco de’ Medici. Analizzando la decorazione si può vedere lo stemma mediceo coronato; sul petto è presente anche la croce dell’ordine cavalleresco di Santo Stefano, di cui il granduca era gran maestro. cat. 15 Parte di elmo da cavaliere alla savoiarda Pompeo della Cesa, Milano, 1590 ca acciaio in parte inciso, annerito e dorato, tessuto; gr. 970 Firenze, Museo Stibbert Questa parte frontale di elmo è uno splendido esempio dell’arte di Pompeo della Cesa, il più famoso armaiolo operante in Milano alla fine del Cinquecento. Le liste alternate a fondo dorato o annerito con trofei d’armi, figure di guerrieri e nastri intrecciati, incisi e anneriti o dorati, in contrasto col fondo, sono elementi distintivi della sua officina. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it SEZIONE 2 – MAMELUCCHI Cat. 42 Cat. 59 cat. 42 - Armatura equestre a piastre e maglia India, Sind, terzo quarto del XVIII secolo acciaio, ferro, ottone, cuoio, velluto di seta, seta policroma; manichino: legno, gesso, cartapesta dipinta, capelli Firenze, Museo Stibbert L’armatura equestre, completa di elmo e visiera a maschera ribaltabile, è di straordinaria qualità e rarità; le altre due sole armature complete dello stesso tipo sono conservate al Metropolitan di New York e al Volkerkunde Museum di Vienna. L’intera armatura è costituita da piastre e scaglie sovrapposte, unite da porzioni di maglia d’acciaio. Tutte le piastre sono decorate da fioroni e volute in lamina d’ottone applicata; imbottiture in seta e velluto di seta. cat. 59 Talwar (sciabola con fodero) della Tigre di Mysore India, Mysore, 1782-1799 acciaio a vario tenore di carbonio, oro, argento, legno, velluto di seta Firenze, Museo Stibbert La sciabola riporta sulla lama l’iscrizione ageminata ‘L’arma del Sultano Haider’ accompagnata da una tigre e, sul dorso, ‘Vittoria vicina con l’aiuto di Allah’. Appartenne al Sultano di Mysore Tipu, conosciuto come “La Tigre di Mysore”, caduto durante la battaglia di Seringapatam nel 1799 contro le forze britanniche comandate dal generale George Harris. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cat. 46 Cat. 67 cat. 46 Khola-khud, bazuband e separ (corredo di elmo, bracciale e rotella) Persia, manifattura persiana, seconda metà del XVIII secolo acciaio, oro, ottone, cuoio, lino Firenze, Museo Stibbert Il prezioso corredo di elmo, bracciale e rotella sfoggia decori a giorno, ad agemina e incisi con iscrizioni in farsi (Persiano antico), rosoni, elementi fitomorfi, volute floreali e arabeschi. La maglia di ferro a disegni bicolori è detta ganga-jamni deriva il suo nome dalla confluenza dei fiumi Gange e Jamuna, che mescolano acque gialle e chiare, e rappresentano un luogo sacro alla cultura indiana. cat. 67 Gorz-e gavsar (mazza a testa di toro) Persia, manifattura persiana, prima metà del XVIII sec. acciaio, oro Firenze, Museo Stibbert La mazza con testa a forma di protome taurina è dotata di aperture in corrispondenza delle narici e delle orecchie, in modo da produrre un caratteristico suono durante i fendenti; le corna ricurve e lavorate a tutto tondo, ne accentuano la carica offensiva. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it SEZIONE 3 – SAMURAI Cat. 109 Cat. 110 cat. 109 Kanō Sansetsu (1589-1651) e allievi Emakimono Bamōdōizu, Disegni di tipi di manto equino Giappone, Periodo Edo, 1641 ca. carta, china, pigmenti vari organici e inorganici, seta, legno Firenze, Museo Stibbert Gli emakimono sono rotoli orizzontali figurati e si leggono da destra a sinistra, secondo il modo tradizionale di leggere i libri e osservare le opere d'arte tipico dell’ Asia Orientale. Il rotolo Bamōdōizu è un’opera straordinaria e unica, qui eccezionalmente esposta per la prima volta dopo il restauro eseguito presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma (ISCR). Realizzato probabilmente nel 1641, è frutto della maestria pittorica di Kanō Sansetsu, esponente della scuola Kanō del ramo di Kyoto, la scuola-famiglia di pittura più prestigiosa e potente del Giappone degli ultimi cinque secoli. Si sviluppa in circa 8 metri di lunghezza e ritrae 33 potenti cavalli da combattimento, caccia o esercizio, ritratti in tutta libertà senza finimenti, né indicazioni di luogo. Destinata senza dubbio ad un membro dell’aristocrazia, poiché alle altre classi sociali non era all’epoca concesso di montare a cavallo, l’opera contiene anche un’iscrizione del celebre filosofo neo-confuciano Nawa Kassho (1595-1648), amico fraterno di Sansetsu. cat. 110 Furuyama Moromasa (1712-1772 ca) Emakimono Shin Yoshiwara, Il quartiere dei piaceri di Edo Giappone, Periodo Edo, prima metà del XVIII sec. firma: Yamato Eshi Furuyama, con sigillo carta, china policroma, lacca, seta Firenze, Museo Stibbert Il rotolo raffigura il nuovo quartiere Yoshiwara, inaugurato nel 1657 in una zona a nord di Edo (Tokyo). Dopo l’incendio del 1656, che distrusse il vecchio quartiere all’interno della città, le autorità decisero di spostare il quartiere di piacere (yūkaku) in una zona fuori dall’area abitata, più controllabile dalle autorità e meno a contatto con la vita cittadina. Shin Yoshiwara si sviluppava in lunghezza per circa 234 metri ed in larghezza per circa 324 metri. Il rotolo, lungo circa 16 metri e suddiviso in 13 pannelli, ritrae il quartiere al completo: dall’accesso, alla via principale Nakenochō, alle vie laterali. L’autore Furuyama Moromasa, rappresentante del movimento culturale e artistico del ‘Mondo Fluttuante’, fondato da Ishikawa Moronobu (1618‑1694), ha voluto descrivere con estrema cura ogni attività legata al quartiere. Si possono così osservare i vari negozi, le botteghe artigiane, le attività lavorative, le case da tè, frammisti a decine di personaggi d’ogni età e ceto sociale: samurai, vecchi, servi, venditori ambulanti, cortigiane. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cat. 77 Cat. 83 cat. 77 Tosei gusoku (armatura moderna) Myōchin Shikibu Ki no Muneakira Giappone, Periodo Edo (1603-1868), Era Gembun, febbraio 1739 acciaio, lacca, crine, pelle, seta, broccato di seta; kg 19 ca Firenze, Museo Stibbert Il busto a sbalzo raffigurante un leone è stato realizzato da Muneakira, importante esponente della famiglia Myōchin, che diede vita ad una delle più note scuole giapponesi di armaioli, attiva dal XVI al XVIII sec. II. Particolare di questo corredo è anche l’elmo, un kawari-kabuto che riproduce la testa e il viso di un demone. Tutte le parti laccate, compresi gli spallacci, recano gli emblemi della famiglia daimyō Nabeshima. cat. 83 Kawari-kabuto (elmo straordinario) Giappone, Periodo Edo (1603-1868), XVII-XVIII sec. acciaio, lega di rame sentoku, carta pesta, lacca, seta, pelle; gr. 2.210 Firenze, Museo Stibbert Sull’elmo è applicata una struttura in cartapesta a ricordare la forma scoscesa della valle Ichi-no-tani (prefettura di Hyogo, antica provincia del Settsu), teatro di una epica carica (1184) delle forze di Minamoto Yoshitsune contro quelle del clan Taira, durante la sanguinosa guerra Gempei (1180-1185). L’ornamento frontale è una bella farfalla in leghe di rame. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cat. 96 Cat. 91 Daishō - cat. 90 Efu no tachi cat. 96 Tsuba (elsa di spada) con fenice in volo Scuola Yagami, Giappone, XVIII-XIX sec. lega di rame shakudō, oro; cm 7,1 x 7,5 x 0,2 Firenze, Museo Stibbert L’immagine della fenice, diffusosi in Giappone durante i periodi Asuka (552-646 d.C.) e Hakuho (646-710 d.C.), è ricca di simbolismo: i cinque colori della sua coda rappresentano le Virtù (bontà, moralità, etica, saggezza e verità); si dice che essa compaia solo in tempi di pace, prosperità e buona legge. cat 91 Daishō (coppia di spade, lunga e corta) Giappone, inizio XV sec. (lama lunga); fine XV- primo quarto XVI (lama corta) montatura: fine del XVII primo quarto del XVIII sec. Hisakuni (?) (lama lunga) acciaio, oro, argento, leghe di rame; legno, lacca, seta, pelle di razza Firenze, Museo Stibbert La katana, la spada per antonomasia usata dai samurai, è caratterizzata da una lama curva, a taglio singolo, di lunghezza superiore a due shaku, cioè 60,6 cm ca. Era portata di solito, infilata nell’obi (la fascia) insieme ad una seconda spada più corta (wakizashi); la combinazione delle due spade era chiamata daishō e rappresentava il potere e l'onore dei samurai. La montatura, di grande bellezza, è decorata con libellule d’oro su fondo di lacca nera. cat. 90 Efu no tachi (spada) Bizen Osafune Sukesada Giappone, Periodo Muromachi, Era Tenbun, agosto 1537 ca. (lama); montatura: Periodo Edo, prima metà del XVIII sec. acciaio, rame dorato, legno, lacca d’oro con maki-e (disegno ottenuto con lacche di diverso colore), pelle Firenze, Museo Stibbert La tachi è la spada che il Samurai portava appesa alla cintura, come denunciano i due laccetti, con il filo tagliente rivolto verso in basso. Questa in particolare è una splendida realizzazione, con particolari di rara bellezza; il tipo di montatura fa pensare ad esclusivo uso cerimoniale. La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Il Museo Stibbert Il Museo Stibbert è uno dei luoghi più affascinanti e inaspettati di Firenze. In una casa-museo realizzata dal suo proprietario, Frederick Stibbert (1838-1906), sono raccolte e disposte secondo un allestimento emozionante e ricco di scena, le eccezionali collezioni che ha lasciato alla sua morte alla città: in particolare la famosa collezione di armi, ma anche oggetti d’arte e di vita quotidiana della civiltà europea, islamica ed estremo orientale, in particolare giapponese. E’ la testimonianza del gusto e dell’intelligenza di un individuo e insieme rappresenta la sintesi del più alti valori culturali del secolo scorso: interesse per il passato, esaltazione dell’arte e passione per l’esotico. La villa che Stibbert possiede alle pendici dei colli fiorentini viene da lui trasformata in castello neogotico, con ampi ambienti a piano terreno pensati per ospitare le collezioni nella successione e nella forma scenografica da lui ideata. L’altra parte dell’edificio accoglie gli sfarzosi appartamenti privati, arredati e decorati secondo i criteri ottocenteschi, che assegnavano ad ogni ambiente la rievocazione uno stile: neorinascimentale per il salone da ballo, rococò per i salottini, impero per le camere da letto. Lo stesso gusto eclettico, la stessa curiosità per il passato e l’esotico caratterizza il parco che circonda la villa. Boschetti, padiglioni, statue, false rovine e un piccolo tempio egiziano scandiscono o sono la meta di percorsi naturalistici-evocativi apparentemente casuali: una visione romantica del giardino che rappresenta un’ulteriore adesione di Stibbert all’ambiente culturale del tempo. L’armeria In un grande salone di gusto gotico, creato appositamente, i cavalieri cinquecenteschi, chiusi nelle loro armature, danno vita ad una imponente cavalcata, in cui le pose dei guerrieri e dei cavalli si ispirano ai grandi monumenti equestri o a personaggi storici, come Emanuele Filiberto di Savoia o l’Imperatore Massimiliano d’Austria. Un altro piccolo esercito, abbigliato con tessuti pregiati e maglie metalliche, testimonia la diversa concezione dell’armamento propria del mondo islamico, che va dal nord Africa, all’Asia centrale fino all’India. Non meno suggestiva è la sezione dedicata al Giappone, con i suoi guerrieri colorati e fantastici e l’estrema eleganza delle vesti e degli arredi. Oltre alle armature, armi e bardature di cavalli, la collezione comprende bronzi, costumi, lacche: per la sua ricchezza e qualità dei pezzi è una delle più importanti al mondo fuori dal Giappone. Le altre collezioni Se le armature dei diversi popoli servono a testimoniare le vittorie e le sconfitte che segnano e determinano la storia, gli oggetti quotidiani o artistici che le accompagnano servono a restituirne il senso e la vita. Stibbert colleziona tutto, ma soprattutto ciò che è attinente alla persona e ne forma l’immagine, ne svela i valori, come le vesti. Acquista pitture importanti, ma preferisce i dipinti, anche di artisti sconosciuti, che illustrano la storia del costume, delle armi indossate e degli abiti concepiti come corazze. Gli arazzi che decorano le pareti della villa sono scelti per il loro soggetto con lo stesso criterio illustrativo. Tra gli esemplari di abbigliamento se ne contano alcuni addirittura eccezionali, come indumenti e accessori del Cinquecento e l’abito completo indossato da Napoleone per l’incoronazione a re d’Italia. Ricchissima è la raccolta di oggetti di arti applicate che Stibbert usa per l’arredo della sua casa museo, soprattutto negli appartamenti privati: mobili, maioliche, stoffe, cuoi seicenteschi impressi e dipinti e parati sacri che completano una collezione assolutamente inaspettata per il visitatore. A cura del Museo Stibbert La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it L’Armeria Reale di Torino L’Armeria Reale di Torino, inaugurata nel 1837 dal re Carlo Alberto di Savoia, è una delle più importanti collezioni di armi e armature antiche a livello mondiale, accanto a musei quali il Kunsthistorisches di Vienna, il Musée de l’Armée di Parigi e l’Armeria Real di Madrid. Allestita nella Galleria Beaumont, fastosa appendice settecentesca del Palazzo Reale, la raccolta nacque con l’intento di celebrare la dinastia sabauda; incrementata attraverso le collezioni personali dei sovrani fino a Vittorio Emanuele III, essa include armature e armi appartenute ai duchi e poi re di Savoia, ma anche ad altri illustri personaggi, dall’imperatore Carlo V a Napoleone. Le collezioni dell’Armeria Reale consentono di seguire l’evoluzione tecnologica delle armi dal Neolitico fino alla Prima Guerra Mondiale e al tempo stesso fanno di essa un vero e proprio museo d’arte, considerato il valore delle armature di parata -soprattutto del Cinque e del Seicento, come quelle del celebre armoraro milanese Pompeo della Cesa- e delle armi da guerra o da caccia, in molti casi preziosi doni diplomatici non destinati all’uso, bensì concepiti come simbolo della magnificenza del committente. Particolarmente numerosi e importanti sono gli oggetti (armi, bandiere) legati al periodo risorgimentale. Nella seconda metà dell’Ottocento, periodo in cui Frederick Stibbert formava la propria collezione a Firenze, l’Armeria Reale andava assumendo la fisionomia con cui ci appare oggi, dotandosi al contempo di cataloghi scientifici e di pioneristici album di riproduzioni fotografiche: il modello delle raccolte sabaude fu indubbiamente determinante per il collezionista inglese, che visitò spesso Torino nel corso dei suoi viaggi. Diversi oggetti esposti nell’Armeria Reale sono in rapporto con la raccolta di armi e armature del Museo Stibbert: tra questi, la cosiddetta “armatura dei soli”, realizzata all’inizio del Seicento per il principe Emanuele Filiberto di Savoia, cui fanno riscontro i pezzi di armatura da ragazzo conservati nel museo fiorentino, che presentano un’identica decorazione con dischi solari incisi e dorati. Ugualmente esposti in mostra a Venaria sono un’armatura ottomana del Cinquecento e un khanjar, pugnale persiano con fodero in rame smaltato datato 1826. Oltre che nel valore storico e artistico dei singoli pezzi, il pregio dell’Armeria Reale risiede nel singolare contrasto tra la ricca decorazione della Galleria Beaumont e lo scenografico allestimento di gusto troubadour, concepito da Carlo Alberto insieme all’architetto di corte Pelagio Palagi: armi e armature compongono una vera e propria scena teatrale che rievoca un Medioevo fiabesco, attraverso i cavalli di legno (rivestiti di vera pelle equina) sui quali sono collocate le armature, le panoplie di armi alle pareti e gli oggetti simmetricamente disposti all’interno delle vetrine neogotiche. Riallestita secondo i criteri ottocenteschi dopo i restauri conclusi nel 2005 e dal 2013 inserita nel percorso di visita del Polo Reale, oggi l’Armeria comprende oltre cinquemila pezzi tra armi, armature e bandiere; a questi va aggiunto l’annesso Medagliere, che conta più di 33mila pezzi tra monete, medaglie e sigilli. Mario Epifani Direttore dell’Armeria Reale La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Cavalieri, mamelucchi e samurai Armature di guerrieri d’Oriente e d’Occidente Dalla collezione del Museo Stibbert di Firenze Reggia di Venaria, Sale delle Arti 25 ottobre 2014 - 8 febbraio 2015 La mostra è realizzata dal Consorzio La Venaria Reale e dal Museo Stibbert di Firenze in collaborazione con l’Armeria Reale di Torino A cura di Enrico Colle Comitato scientifico Enrico Colle, Soprintendente del Museo Stibbert di Firenze Mario Epifani, Direttore dell’Armeria Reale di Torino Gian Carlo Calza Francesco Civita, Museo Stibbert di Firenze Riccardo Franci, Museo Stibbert di Firenze Martina Becattini, Museo Stibbert di Firenze Organizzazione della mostra Museo Stibbert onlus, Firenze Segreteria organizzativa e redazione catalogo Simona Di Marco Manutenzioni delle opere del Museo Stibbert Tomaso François con la collaborazione Alessio Cenni Promozione culturale del Museo Stibbert si ringrazia Ente Cassa di Risparmio di Firenze e inoltre Accademia Antinori, Baldi Home Jewels, Fashion Institute of Technology, Fondazione Bruschettini, Fondazione Federico Del Vecchio, Giusto Manetti Battiloro Spa e con loro Paolo Fresco, Niccolò Pandolfini, Bonaccorso Vitale Brovarone con Elinor de Spoelberch Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale Presidente Fabrizio Del Noce Consiglio di Amministrazione Claudia De Benedetti, Enrico Filippi, Antonella Parigi, Luigi Quaranta La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Collegio dei Revisori dei conti Giuseppe Mesiano, Mario Montalcini, Lionello Savasta Fiore Direttore Alberto Vanelli Organizzazione generale Gianbeppe Colombano Segreteria scientifica Silvia Ghisotti, Donatella Zanardo Progetto di allestimento e direzione lavori Giovanni Tironi con Claudio Marino e Michele Gueli - Magma Progetti Organizzazione, coordinamento trasporti e accrochage Tomaso Ricardi di Netro (resp.), Giulia Zanasi (registrar), Patrizia Raineri Coordinamento dell'allestimento Francesco Bosso (resp.), Paolo Armand, Fabio Soffredini Immagine della mostra Federico Sacco - Showbyte srl Coordinamento progetto grafico Domenico De Gaetano (resp.), Chiara Tappero con Anna Giuliano Amministrazione Francesca Cassano, Stefania Mina Gare amministrative Salvatore Bonaiuto con Alessandra Del Soldato Servizi educativi Silvia Varetto Controllo climatico e servizi impiantistici Giorgio Ruffino con Alberto Miele Prevenzione e protezione Gianfranco Lo Cigno (resp.), Carlo Riontino Inaugurazione Sonia Amarena (resp.) in collaborazione con Agenzia Uno Comunicazione e Stampa Andrea Scaringella (resp.), Matteo Fagiano, Cristina Negus, Carla Testore con M. Clementina Falletti, Costantino Sergi, Alessandra Zago Centro Studi Andrea Merlotti (resp.), Clara Goria, Lara Macaluso, Erika Paggioro con Paolo Cornaglia e Anselmo Nuvolari Duodo La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it Traduzioni Language Point Grafica in mostra MyBossWas Realizzazione dell’allestimento Bond srl Musiche in mostra Da una selezione di Alberto Batisti: ‘A la Battaglia’ by Heinrich Isaac (1450ca - 1517), Antique Music Oxoniensis - ‘Marche de Timbales’ by Philidor le Cadet (1657-1708), Marie-Ange Petit - ‘March of the Bey's Soldiers when besieging Belgrade’, Kecskés Ensemble - ‘Tsunami’ by Jeff van Dyck (Shogun II: Total War) Trasporti Crown Fine Arts Assicurazioni Catani Gagliani snc, Studio Pastore Insurance Broker Assistenza al montaggio e monitoraggio delle opere Fondazione Centro per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali ‘La Venaria Reale’ Servizio di gestione ATI La Corte Reale, Telecontrol, Manital – Res Nova ______________________________________________ Ringraziamenti Nicoletta Mantovani, Assessore Cooperazione e Relazioni Internazionali del Comune di Firenze Lia Brunori, Vicedirettore della Galleria dell'Accademia di Firenze Stefano Damonti, Assessorato Cooperazione e Relazioni Internazionali del Comune di Firenze Mario Turetta, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Edith Gabrielli, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte ISCR di Roma: Gisella Capponi, Daila Radeglia e Maria Vera Quattrini ______________________________________________ Catalogo A cura di Enrico Colle in collaborazione con l'Armeria Reale di Torino Saggi Martina Becattini, Gian Carlo Calza, Francesco Civita, Enrico Colle, Mario Epifani, Riccardo Franci Schede Francesco Civita, Mario Epifani, Riccardo Franci, Alberto Tosa sillabe Direzione editoriale: Maddalena Paola Winspeare Redazione: Barbara Galla Progetto grafico: Susanna Coseschi La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it BIGLIETTI La mostra è compresa nel biglietto: LA VENARIA REALE “TUTTO IN UNA REGGIA” (“tutto compreso”) Il biglietto comprende: • la visita alla Reggia, ai Giardini e alle mostre in corso; • il 10% di sconto a caffetterie, ristoranti, punti ristoro e bookshop • Ridotto sul noleggio dell’Audiopen e sulle Visite guidate a orario fisso • Biglietto ridotto sul Trenino dei Giardini “La Freccia di Diana”, Gondola sulla Peschiera e Carrozza a cavallo Prezzo: • Intero: 25 euro • PROPOSTA FAMIGLIA: 1 euro per ragazzi (fino a un massimo di 4) dai 6 ai 15 anni, accompagnati da 1 o 2 adulti che acquistino il biglietto "Tutto in una Reggia". Acquistabile esclusivamente presso le Biglietterie della Reggia. Si ricorda che il biglietto comprende anche eventuali attività che si svolgono all'interno di Reggia e Giardini (Musica a Corte, eventi espositivi,Teatro d’Acqua della Fontana del Cervo). Per questo ingresso non sono previste ulteriori riduzioni. CAVALIERI, MAMELUCCHI E SAMURAI Intero 12 euro Ridotto (gruppi di min. 12 persone, maggiori di 65 anni, quanti previsti da conv. per Ridotti) 10 euro Ridotto over 6 under 21 (ragazzi dai 6 ai 20 anni) 6 euro Scuole (classi minimo di 18 studenti, ingresso gratuito per 2 accompagnatori ogni 27 studenti) 3 euro Minori di 6 anni e quanti previsti da conv. per Gratuiti Gratuito La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it ORARI • • • lunedì: giorno di chiusura (tranne eventuali giorni Festivi, escluso Natale, che hanno gli stessi orari della domenica) da martedì a venerdì: dalle ore 9 alle 17 sabato, domenica e festivi: dalle ore 9.30 alle 19.30 L'ultimo accesso è sempre 1 ora prima della chiusura. La Reggia e le Mostre sono aperte (con gli stessi orari della domenica) nei giorni Festivi: Capodanno (1° gennaio, ma dalle ore 11), Epifania (6 gennaio), Pasqua e Pasquetta, Festa della Liberazione (25 aprile), Festa del Lavoro (1° maggio), Festa della Repubblica (2 giugno), Ferragosto (15 agosto), Ognissanti (1° novembre), Festa dell'Immacolata (8 dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre). Restano aperte, ma secondo l'orario settimanale, anche il giorno di Sant'Eusebio, Patrono di Venaria Reale (14 agosto).Reggia e Mostre sono chiuse il 24 e il 25 dicembre. INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI tel. + 39 011 4992333 - www.lavenaria.it La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it LA VENARIA REALE COMUNICAZIONE E STAMPA Andrea Scaringella (resp.) Matteo Fagiano Maria Clementina Falletti Cristina Negus Carla Testore tel. +39 011 4992300 [email protected] www.lavenaria.it La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it La Venaria Reale – Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – [email protected] www.lavenaria.it