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difesa della vegetazione dagli incendi
REGIONE SICILIANA
ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE
GESTIONE DEL RISCHIO E
GESTIONE DELL’EMERGENZA
“NUOVE PROPOSTE PER LA
DIFESA DELLA VEGETAZIONE DAGLI INCENDI”
OBIETTIVO:
CRESCERE MEDIANTE L’INNOVAZIONE
UFFICIO SPECIALE SERVIZIO ANTINCENDI BOSCHIVI
(Legge regionale 15 maggio 2000 n. 10, art. 4 comma 7)
Maggio 2005
4
……...……………una nuova linfa per dare
un valore aggiunto alle strutture tradizionali
Redatto a cura
UFFICIO SPECIALE SERVIZIO ANTINCENDI BOSCHIVI
(Legge regionale 15 maggio 2000 n. 10, art. 4 comma 7)
Autore
Ing. MARIO ARRIGO *
(*) Direzione Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi
sito web : www.usaib.it
e-mail: [email protected]
1
SOMMARIO
Presentazione
Introduzione
Normativa di riferimento per gli incendi boschivi
Azioni intraprese dal Governo Regionale
Attività dell’Ufficio Speciale
Problematiche sugli incendi boschivi
Piano regionale antincendi
Soggetti istituzionali destinatari del Piano antincendi
Fenomenologia degli incendi boschivi
Previsione del pericolo di incendi
Misure da adottare
Gestione del rischio
Gestione dell’emergenza
Sviluppo turistico con l’efficace gestione del rischio
Nuove proposte per migliorare la difesa della vegetazione dagli incendi
Altre pubblicazioni dell'Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi
Bibliografia
PRESENTAZIONE
E’ fatto consolidato che gli incendi boschivi producono effetti devastanti
all’ambiente con conseguenti danni economici a carico della collettività.
E’ fatto consolidato che le cause determinanti la maggior parte degli incendi della
vegetazione sono da attribuire all’uomo, il più per dolo che per colpa.
E’ fatto consolidato che la conservazione e la difesa dagli incendi del patrimonio
boschivo e della vegetazione costituisce un impegno istituzionale a cui
l’amministrazione regionale ha dato sempre risposte concrete.
Tuttavia, bisogna prendere atto che la problematica degli incendi non è episodica e
perciò non può essere affrontata come un evento occasionale in termini di sola
“Gestione dell’emergenza” legata alla fase di lotta attiva.
La legge-quadro in materia di incendi boschivi del 21 novembre 2000, n. 353
nell’imporre alle regioni la redazione dei “Piani regionali di previsione, prevenzione
e lotta attiva contro gli incendi boschivi”, con l’obiettivo della riduzione delle
superfici boscate percorse dal fuoco, rafforza l’indirizzo di programmazione già
segnato dalla legge regionale del 6 aprile 1996 n. 16.
La nuova legge-quadro e le line guida esplicitamente indicano come approccio più
adeguato per perseguire la conservazione del patrimonio boschivo, bene
insostituibile per la qualità della vita, quello di promuovere ed incentivare le attività
di previsione e di prevenzione, anziché privilegiare la fase emergenziale legata allo
spegnimento degli incendi.
In tal senso, il Governo della Regione ha inteso, attraverso l’istituzione dell’Ufficio
Speciale Servizio Antincendi Boschivi, raggiungere le finalità istitutive, con azioni
volte al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle attività e degli interventi
di programmazione e di prevenzione nell’ambito della “Gestione del rischio” in
modo da integrare e completare l’attività tradizionale svolta da Dipartimento
regionale delle Foreste nell’ambito della “Gestione dell’emergenza” legata allo
spegnimento degli incendi.
Tuttavia, si rende necessario porre in essere, ulteriori decisioni istituzionali, al fine
di adeguare, migliorare ed ottimizzare gli investimenti e valorizzare anche tutte le
risorse disponibili, vecchie e nuove, adottando un modello organizzativo funzionale
sia alla riduzione delle cause d’innesco d’incendio, sia al contenimento dei danni
prodotti dagli incendi.
On.le Innocenzo Leontini
Assessore Regionale Agricoltura e Foreste
4
INTRODUZIONE
Uno slancio innovativo è stato dato dal Governo della Regione Siciliana al fine di
adeguare, migliorare e potenziare l’azione di difesa dagli incendi attraverso l’istituzione
dell’Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi.
Operando in piena autonomia a partire dal 2002, l’Ufficio è stato deputato allo svolgimento
dell’attività nell’ambito della “Gestione del rischio” per la difesa della vegetazione dagli
incendi, ad integrazione e completamento dell’attività tradizionale che viene svolta dal
Dipartimento regionale delle foreste nell’ambito della “Gestione dell’emergenza” per lo
spegnimento degli incendi boschivi.
L’Ufficio ha segnato alcune tappe fondamentali nello svolgimento della propria attività
contrassegnate in particolare dalla redazione del nuovo “Piano regionale per la difesa
della vegetazione dagli incendi”, dall’ideazione e attuazione del progetto operativo “Il
Guardaboschi” e dall’avvio di un “Progetto integrato per la valorizzazione e difesa del
patrimonio storico e culturale mediante l’efficace gestione del rischio incendi della
vegetazione”.
Il “Piano” colma un vuoto di sei anni rispetto le attese dell’articolo 34 della legge
regionale 6 aprile 1996, n. 16. E’ impostato rispetto le precedenti pianificazioni su criteri
innovativi, seguendo un percorso analitico ragionato e scientifico, adeguandolo alla L.r.
16/96 e alla Legge-quadro 353/00.
La redazione del “Piano antincendi” rappresenta il raggiungimento di una tappa, e non un
punto di arrivo, per le successive elaborazioni ed aggiornamenti che tengano conto del
fenomeno dinamico degli incendi.
Il progetto operativo “Il Guardaboschi” è un’altra tappa raggiunta dall’Ufficio Speciale
nell’ambito del “Nuovo programma di vigilanza per la prevenzione degli incendi dolosi”.
“Il Guardaboschi” costituisce una nuova risorsa ampiamente diffusa ed apprezzata, che
conta sulla partecipazione coordinata e regolamentata delle Organizzazioni di Volontariato,
e ha per obiettivo la riduzione delle cause di innesco di incendio e la crescita del senso
civico per la difesa del patrimonio naturale, a cominciare dal contesto socio-economico in
cui il "Guardaboschi" è radicato.
Il ruolo strategico ricoperto dall’Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi nell’ambito
della “Gestione del rischio incendi della vegetazione” conferma la validità delle decisioni
istituzionali adottate che dovranno essere indirizzate ad un ulteriore rilancio in modo che
l’Ufficio stesso possa esercitare con continuità ed autorevolezza le attività di
pianificazione, previsione, prevenzione e verifica degli interventi previsti nel “Piano
Antincendi”, giuste le osservazioni di cui al parere favorevole della IV Commissione
Legislativa, parte integrante del Decreto Presidenziale di approvazione del “Piano”.
Ing. Mario Arrigo
Direzione
Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi
5
GESTIONE DEL RISCHIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA
“NUOVE PROPOSTE PER LA
DIFESA DELLA VEGETAZIONE DAGLI INCENDI”
OBIETTIVO: CRESCERE MEDIANTE L’INNOVAZIONE
NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER GLI INCENDI BOSCHIVI
Legge-quadro 21 novembre 2000, n. 353
E’ la normativa nazionale vigente in materia di incendi boschivi.
Con l’emanazione di questa viene abrogata la precedente legge 1° marzo 1975 n. 47,
recante norme integrative per la difesa dei boschi dagli incendi.
Per la prima volta viene definito il “patrimonio boschivo nazionale quale bene
insostituibile per la qualità della vita”.
Per perseguire tale finalità gli enti competenti svolgono in modo coordinato attività di
previsione, di prevenzione, e di lotta attiva, nonché attività di formazione, informazione
ed educazione ambientale.
Altresì, viene inteso per incendio boschivo “un fuoco con suscettività a espandersi su
aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture
antropizzate poste all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e
pascoli limitrofi a dette aree”.
E’ prevista, da parte delle regioni la redazione dei “Piani regionali per la
programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli
incendi boschivi”.
E’ privilegiata, come fatto innovativo, l’attività di previsione e prevenzione rispetto
alla fase di emergenza legata allo spegnimento.
La programmazione persegue l’obiettivo della riduzione delle superfici boscate
percorse dal fuoco, promuovendo, tra l’altro, il processo di riorganizzazione incentrato
sullo spostamento delle risorse economiche e umane dalle attività di emergenza verso
quelle di prevenzione e controllo del territorio.
E’ previsto il censimento catastale dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo
quinquennio.
Vengono introdotte alcune modifiche al codice penale al riguardo di chiunque cagioni
un incendio su boschi in genere.
6
Legge regionale 6 aprile 1996, n. 16
E’ la legge regionale forestale, vigente, che reca norme sul “Riordino della legislazione
in materia forestale e di tutela della vegetazione”.
L’articolo 33 prevede che la Regione esercita in modo sistematico e continuativo
attività di prevenzione e lotta contro gli incendi dei boschi e della vegetazione.
L’articolo 34 prevede, invece, entro il 31 dicembre 1997, l’approvazione da parte del
Presidente della Regione del “Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli
incendi”.
Lo stesso articolo fa una elencazione dettagliata dei punti essenziali costituenti il
documento di programmazione.
L’attuazione del piano è prevista mediante programmi annuali di intervento
predisposti, entro il 31 marzo di ciascun anno, dagli enti locali territoriali e di altri enti
pubblici.
E’ prevista la realizzazione del catasto degli incendi boschivi.
Vengono inoltre definite alcune ulteriori cautele per la prevenzione degli incendi da
parte dell’Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato S.p.A., le Aziende esercenti le
ferrovie in concessione, le Società di gestione delle autostrade, l’Azienda nazionale
autonoma delle strade e le Province regionali.
AZIONI INTRAPRESE DAL GOVERNO REGIONALE
Il Governo della Regione Siciliana, al fine di adeguare, migliorare e potenziare l’azione
di difesa dagli incendi boschivi, ai sensi dell’articolo 4 della Legge regionale 15
maggio 2000, n. 10, ha istituito con deliberazione n. 272 del 28 maggio 2001, per un
periodo di tre anni rinnovabili, l’Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi,
conferendo la direzione dello stesso Ufficio all’Ingegnere Mario Arrigo, giusta
deliberazione n. 423 del 18 ottobre 2001.
In particolare, gli obiettivi assegnati alla direzione dell’Ufficio sono stati definiti
nell’ambito della “Gestione del rischio” e riguardano le seguenti attività:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Pianificazione;
Verifica degli interventi;
Sistemi integrati di telerilevamento di previsione e prevenzione;
Nuovi programmi di vigilanza;
Mappe dinamiche di rischio incendi e delle aree bruciate;
Applicazioni sperimentali e innovazioni tecnologiche e scientifiche;
Iniziative informative e formative;
Studi e ricerche;
Attività in sinergia con il Dipartimento regionale delle foreste.
L’Ufficio nello svolgimento della sua nuova attività, per la realizzazione di programmi
specifici e progetti di rilevante entità e complessità, opera in modo assolutamente
7
innovativo, in senso “orizzontale”, al fine di poter mettere a fattore comune tutte le
risorse disponibili, avvalendosi in tal senso anche di strutture operative appartenenti a
diversi Assessorati, proprio nello spirito normativo di cui all’articolo 4, comma 7, della
L.r.10/2000.
In tal modo, il Governo della Regione ha inteso, attraverso l’istituzione dell’Ufficio
Speciale Servizio Antincendi Boschivi, raggiungere le finalità istitutive, con azioni
volte al miglioramento dell’efficienza ed efficacia delle attività e degli interventi di
programmazione e di prevenzione nel settore dell’antincendio boschivo, in modo da
integrare e completare l’attività tradizionale svolta dal Dipartimento Regionale delle
Foreste nell’ambito della “Gestione dell’emergenza”, legata in particolare allo
spegnimento degli incendi.
ATTIVITA’ DELL’UFFICIO SPECIALE
Nel periodo di operatività 2002-2004, l’Ufficio Speciale, in particolare, nell’ambito
della “Gestione del Rischio” ha dato i seguenti contributi:
¾ Nell’ambito dell’attività di prevenzione e più precisamente del “Nuovo
programma di vigilanza finalizzato alla prevenzione degli incendi dolosi”, ha
istituito, nell’estate del 2002 e successivamente migliorato nel 2004, “Il
Guardaboschi”
Il progetto operativo omonimo migliorato, è stato approvato con decreto
dell’Assessore Regionale dell’Agricoltura e delle Foreste in data 18 novembre 2004
e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana in data 17 dicembre
2004.
Lo stesso, attraverso il coinvolgimento del volontariato, mira:
a) nell’immediato al controllo del territorio quale mezzo deterrente all’azione
dei criminali, incendiari e piromani;
b) nel medio-lungo termine a favorire quel processo di crescita di una
maggiore coscienza civile per la difesa del territorio, a cominciare dal
contesto socio-economico in cui “Il Guardaboschi” è radicato.
¾ Ha redatto, nell’ambito dell’attività di pianificazione e programmazione, nel
giugno 2003, il documento di programmazione “Carta operativa delle aree a
rischio incendio”, per dare il proprio contributo per la redazione dei programmi
annuali di intervento nel comparto dell’antincendio, al fine di contenere la
superficie percorsa dal fuoco.
¾ Ha redatto, nell’ambito dell’attività di pianificazione e programmazione,
nell’ottobre 2003, il “Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli
incendi”, colmando un vuoto di ben sei anni rispetto alle previsioni della L.r.16/96.
Il “Piano” è stato esitato con parere favorevole dalla IV Commissione Legislativa
“Ambiente e Territorio” nella seduta del 19 maggio 2004 ed approvato con decreto
del Presidente della Regione in data 12 gennaio 2005, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Regione Siciliana del 21 gennaio 2005.
8
Gli interventi previsti nel “Piano”, che dovranno essere realizzati per assicurare il
raggiungimento degli obiettivi indicati nello stesso, coinvolgono una pluralità di
soggetti istituzionali e in particolare: Dipartimento Regionale delle Foreste,
Azienda Regionale Foreste Demaniali, Enti Parco, Enti Gestori Riserve Naturali,
Province Regionali, Comuni, ANAS, Società di Gestione Autostrade, Enel,
Ferrovie, Consorzi di Bonifica.
Il “Piano” mira, a tappe successive, mediante gli aggiornamenti annuali e le
revisioni periodiche, così come previsto dalla legge-quadro 353/2000, al
raggiungimento di obiettivi prefissati.
¾ Ha realizzato, nell’ambito delle attività intersettoriali dell’ufficio, nel 2003, la
“Mappatura delle aree bruciate” per gli anni 2001 -2002 con lo scopo di acquisire
utili elementi per la realizzazione di mappe dinamiche di rischio incendio e per ogni
forma di tutela, conservazione e difesa del territorio.
¾ Ha reso pubblica l’attività dell’Ufficio Speciale in modo da contribuire, attraverso
l’attività di prevenzione, alla crescita del senso civico per la difesa del patrimonio
boschivo e dell’ambiente in genere, mediante la realizzazione, nel novembre 2002,
di un proprio sito web e la pubblicazione, nel maggio 2004, del documento “Una
nuova struttura nel comparto antincendi boschivi della Regione Siciliana”.
¾ Ha avviato diversi progetti operativi di cui taluni con finanziamento comunitario,
aventi valenza superiore all’annualità.
L’organico dell’Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi è stato definito, con
deliberazione della Giunta di Governo n. 316 del 23 ottobre 2003 in complessive 26
unità, così distinte: n. 1 Dirigente preposto alla Direzione dell’Ufficio, n. 5 dirigenti
addetti, n. 10 unità di categoria “D” e n. 10 unità di categoria “C”.
Allo scadere del triennio l’Ufficio Speciale è stato prorogato per un ulteriore anno, fino
al dicembre del 2005, giusta deliberazione della Giunta di Governo n. 379 del 24
novembre 2004.
PROBLEMATICHE SUGLI INCENDI BOSCHIVI
Gli incendi boschivi e della vegetazione in genere rappresentano una piaga che
compromette l’equilibrio del sistema suolo-vegetazione-fauna, con conseguenti danni
anche di natura socio-economici.
Con l’inizio, soprattutto, della stagione estiva il problema degli incendi ridiventa
attuale e costituisce perciò una emergenza prioritaria su quasi tutto il territorio
nazionale.
In tal modo si ricomincia a discutere e ad affrontare il problema della “Gestione
dell’emergenza”.
Purtroppo, non ci si rende conto che la problematica degli incendi non è episodica e
perciò non può essere affrontata come un evento occasionale e straordinario, e per di
più con la “semplice” redazione di un “Piano regionale per la difesa della vegetazione
dagli incendi”.
9
Infatti, la redazione del “Piano” non può essere considerata un punto di arrivo, ma
deve essere il punto di riferimento per la successiva crescita, mediante una efficace
“Gestione del rischio”, che faccia tesoro delle conoscenze acquisite sulle attività e
sulle azioni intraprese dai vari soggetti istituzionali per il contrasto degli incendi,
osservando anche l’operatività del sistema di “Gestione dell’emergenza” e tenendo
conto, infine, delle applicazioni innovative, in modo da poter contenere e ridurre, a
tappe successive, la superficie percorsa dal fuoco, consentendo in tal modo il
raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano.
PIANO REGIONALE ANTINCENDI
La legge 1 marzo 1975 n° 47 recante norme integrative per la difesa dei boschi dagli
incendi (oggi abrogata) imponeva alle regioni la redazione di Piani regionali antincendi.
L’impostazione di tali piani mirava a fornire informazioni territoriali, indicazioni sulle
modalità di estinzione e valutazioni generiche del rischio, trascurando di fissare gli
obiettivi da raggiungere.
Così, sono stati redatti in Sicilia nel 1978 il primo “Piano regionale di difesa dei
boschi dagli incendi e di ricostituzione forestale” e nel 1994 il secondo “Piano
regionale di difesa dei boschi e delle aree protette dagli incendi”, quale aggiornamento
del precedente piano ai sensi dell’articolo 16 della legge regionale 5.6.1989, n. 11.
La legge regionale 16/1996 e la legge-quadro 353/2000 hanno portato alla redazione,
nell’ottobre 2003, del nuovo “Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli
incendi”, impostato rispetto alle precedenti pianificazioni su criteri innovativi,
seguendo un percorso analitico ragionato e scientifico.
Con la redazione del nuovo “Piano regionale” vengono recepite, di fatto, tutte le
finalità e gli obiettivi della Legge-quadro, che rafforza l’indirizzo di programmazione
già segnato dalla legge regionale, seguendo le “Linee guida” del 20 dicembre 2001, che
portano ad una architettura generale adattata alle specifiche strutturazioni operative e
realtà territoriali della regione.
Il Piano individuato con il titolo voluto dalla legge regionale, nulla toglie al titolo
voluto dalla Legge-quadro, alla quale, come già detto, è adeguato, giusto disposto
dell’articolo 3 della stessa l.r. 16/96 e del decreto di approvazione del Presidente della
Regione.
Lo stesso, dopo aver analizzato in ambiente GIS il rischio strutturale, attraverso
l’elaborazione successiva di carte tematiche legate al fenomeno statistico (19862002), alla vulnerabilità della vegetazione e agli aspetti territoriali, perviene alla
individuazione delle aree a rischio incendio, cioè di quelle zone in cui sarà più
probabile il rischio di incendio e perciò dove più frequentemente sarà la necessità di
indirizzare l’azione di spegnimento del fuoco.
L’impostazione del percorso analitico ragionato e scientifico seguito per
l’individuazione delle aree a rischio di incendio è riportata nello schema che segue.
Inoltre, a seguire vengono riportate le rappresentazioni cartografiche delle carte
intermedie del rischio considerato e la carta finale di rischio incendi.
10
11
Schema del percorso metodologico per la determinazione del rischio
Carta finale
Carta del rischio incendi
Somma ponderata delle quattro carte intermedie
Carta 1
Carta 2
Carta 3
Carta 4
Rischio vegetazionale
Rischio climatico
Somma di 6 carte di base
Rischio morfologico
Somma di 6 carte di base
Carta 1.1
Numero medio di incendi per anno
Carta 3.1
Indice di aridità
Rapporto tra l'ETP media annua
e le precipitazioni medie annue
Carta 4.1
Indice di esposizione di versanti
Carta 1.2
Superficie totale media percorsa dal fuoco
per incendio
Carta 3.2
Indice di siccità
Carta 4.2
Indice di pendenza
Rischio statistico
Somma di 6 carte di base
Carta 1.3
Superficie boscata media percorsa dal
fuoco
per incendio
Carta 1.4
Incidenza percentuale della superficie
totale media annua percorsa dal fuoco
sulla superficie totale comunale
Carta 1.5
Incidenza percentuale della superficie
boscata media annua percorsa dal fuoco
sulla superficie boscata comunale
Carta 1.6
Scarto % della superficie media per
incendio percorsa dal fuoco tra il
1998-6006 e il 1986-6006
12
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Il percorso di pianificazione si completa perseguendo l’obiettivo, voluto dalla Legge
quadro, della riduzione delle superfici boscate percorse dal fuoco, che porta ad
indirizzare il contenimento voluto dagli incendi nelle zone che il pianificatore intende
difendere, attraverso interventi specifici, prioritari ed economicamente accessibili, in
modo da risultare proporzionali al risultato prefissato, oltre la promozione del
processo di riorganizzazione del comparto antincendi, privilegiando le attività di
previsione e prevenzione rispetto alle attività di emergenza legate allo spegnimento.
La zonizzazione delle aree in cui si vogliono raggiungere gli obiettivi del “Piano”, per
quanto detto, deve procedere a tappe successive e perciò, attraverso un’analisi
ragionata, l’attenzione viene posta solamente su una frazione degli incendi e
riguardano gli eventi la cui superficie boscata media percorsa dal fuoco per
incendio, nel periodo 1986-2002, è compresa tra 10 e 40 ettari.
Il risultato porta ad una riduzione della forbice dei comuni interessati dagli incendi da
un totale di 312 a 123, volutamente, come già detto, presi in considerazione per il
raggiungimento degli obiettivi fissati nel “Piano”.
Detta zonizzazione è rappresentata nella “Carta operativa delle aree a rischio
incendio”
14
SOGGETTI ISTITUZIONALI DESTINATARI DEL PIANO ANTINCENDI
Il “Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi”, è il documento per
la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli
incendi boschivi e della vegetazione in genere, che dovranno essere realizzati da una
pluralità di soggetti istituzionali, ed in particolare dalle seguenti strutture:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Dipartimento Regionale delle Foreste;
Azienda Regionale Foreste Demaniali;
Enti Parco;
Enti Gestori delle Riserve Naturali;
Province Regionali;
Comuni;
Consorzi di Bonifica;
Azienda Autonoma delle Ferrovie;
Aziende esercenti le ferrovie in concessione;
Società di Gestione delle Autostrade;
Azienda Nazionale Autonoma delle Strade;
Ente Nazionale per l’Energia Elettrica.
Punto debole della filiera del sistema antincendio è l’azione di verifica sulla
realizzazione, da parte dei predetti soggetti istituzionali, degli interventi e delle attività
indicate nel Piano regionale, la cui mancata attuazione pregiudica il
raggiungimento degli obiettivi fissati nel medesimo Piano e vanifica ogni sforzo
profuso per adeguare, migliorare e potenziare l’azione di difesa della vegetazione dagli
incendi, nonostante i cospicui investimenti finanziari.
Necessariamente tale attività di verifica, che attualmente è tra gli obiettivi assegnati al
dirigente preposto alla direzione dell’Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi,
dovrà essere istituzionalizzata mediante decisioni politiche che conferiscono
nell’esercizio autorevolezza, attribuendola ad una nuova struttura permanente, che
sia deputata anche alla “Gestione del rischio”, che comprende, perciò,l’insieme delle
attività di pianificazione, verifica degli interventi, previsione e prevenzione, integrando
e completando, in tal modo, la tradizionale attività di spegnimento degli incendi legata
alla “Gestione dell’emergenza”, intestata al Dipartimento regionale delle foreste.
Ovviamente, non è pensabile attribuire la predetta attività di verifica degli interventi,
intesa come controllo e certificazione, ad una delle predette strutture destinatarie del
Piano regionale in considerazione del doppio ruolo che si verrebbe a determinare di
“controllore” e “controllato”.
15
FENOMENOLOGIA DEGLI INCENDI BOSCHIVI
Andamento degli incendi in Sicilia dal 1986 al 2002
Con riferimento ai dati statistici presi in considerazione per la redazione del nuovo
“Piano”, relativi al periodo 1986-2002, l’andamento regionale del fenomeno degli
incendi viene rappresentato di seguito.
L’analisi statistica porta a linee di tendenza in crescita della fenomenologia degli
incendi.
Per quanto riguarda il numero degli incendi le province che hanno riportato il maggior
numero sono state nell’ordine Palermo (2.114), Messina (2.026), Catania (987),
Caltanissetta (747), Trapani (647), Enna (527), Agrigento (404), Ragusa (220), Siracusa
(200), con un totale di 7.872 incendi.
Con riferimento alla superficie totale percorsa dal fuoco, le province che hanno subito
maggiori danni sono state Palermo (62.223 ettari), Messina (47.697 ettari), Trapani
(19.038 ettari), Catania (16.596 ettari), Siracusa (15.491 ettari), Agrigento (14.027
ettari), Caltanissetta (12.317 ettari), Enna (9.768 ettari) e Ragusa (5.319 ettari)
Le province, invece, che hanno riportato la maggiore superficie boscata percorsa dal
fuoco sono state nell’ordine Messina (28.605 ettari), Palermo (26.880 ettari), Catania
(8.475 ettari), Trapani (7.900 ettari), Caltanissetta (7.229 ettari), Siracusa (6.192 ettari),
Enna (5.749 ettari), Agrigento (4.283 ettari) e Ragusa (3.227 ettari).
Allo scopo appare piuttosto significativo ricordare la distribuzione territoriale a livello
provinciale della consistenza del patrimonio forestale, che in ordine all’estensione
risulta Messina (77.890 ettari), Palermo (66.989 ettari), Catania (47.966 ettari), Enna
(21.634 ettari), Agrigento (18.616 ettari), Caltanissetta (16.837 ettari), Trapani (14.098
ettari), Siracusa (10.119 ettari) e Ragusa (8.932 ettari), per una superficie complessiva
regionale pari a 283.080 ettari.
16
Tabella statistica degli incendi boschivi in Sicilia dal 1986 al 2002
SUP. PERCORSA DAL
FUOCO
ANNO
SUPERFICIE MEDIA
PERCORSA PER
INCENDIO
(HA)
NUMERO
BOSCATA
NON BOSCATA
TOTALE
INCENDI
(Ha)
(Ha)
(Ha)
1986
204
2367
2326
4693
23,0
1987
338
7561
13591
21152
62,6
1988
224
4242
2799
7041
31,4
1989
185
1433
2724
4157
22,5
1990
297
4035
3457
7492
25,2
1991
260
2150
2525
4676
18,0
1992
417
2522
1901
4423
10,6
1993
658
12949
6538
19487
29,6
1994
594
8669
8817
17486
29,4
1995
378
1980
1966
3946
10,4
1996
475
2873
5716
8589
18,1
1997
724
8786
6773
15558
21,5
1998
891
16441
18647
35088
39,4
1999
684
7075
6912
13987
20,4
2000
645
7990
8426
16416
25,5
2001
659
5196
9377
14573
22,1
2002
239
1874
1838
3712
15,5
TOTALE
7872
98143
104333
202476
DATI MEDI
314,9
3925,7
4173,3
8099,0
17
25,7
Distribuzione degli incendi in Italia nel 2004
Si riportano nella tabella sottostante i dati relativi agli incendi boschivi, dell’anno 2004,
per ciascuna regione forniti dal Corpo Forestale dello Stato, da cui si evince che
Calabria, Sicilia e Sardegna sono state le regioni maggiormente colpite dagli incendi
boschivi nel corso del 2004.
Il più elevato numero di incendi si è riscontrato in Calabria (1.289) seguita dalla
Sicilia (1.163), dalla Campania (894) e dalla Sardegna (892).
Con riferimento alla superficie boscata percorsa dal fuoco, le regioni che hanno
subìto maggiori danni sono state la Sardegna (5.052 ettari), la Sicilia (4.076 ettari), la
Calabria (3.677 ettari) ed il Lazio (2.150 ettari).
La Sicilia ha registrato la più estesa superficie totale interessata dagli incendi (20.638
ettari), seguita dalla Sardegna (14.484 ettari), dalla Calabria (9.816) e dalla Campania
(3.477 ettari).
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PREVISIONE DEL PERICOLO DI INCENDI
Le grandezze meteorologiche che possono influenzare la dinamica degli incendi sono:
•
•
•
•
•
•
Radiazione solare
Velocità del vento
Direzione del vento
Temperatura dell’aria
Umidità relativa dell’aria
Precipitazioni
Tali grandezze influenzano più o meno direttamente l’evapotraspirazione potenziale
che per definizione è:
“la quantità di acqua che una coltura standard di riferimento (prato di festuca mantenuto
a 10 cm) può perdere, per evaporazione dal suolo e traspirazione delle piante, in
condizioni di costante ottimale contenuto idrico nel suolo (vicino alla capacità di
campo)”
Climaticamente il periodo estivo risulta essere più vulnerabile, essendo questo il
periodo in cui le piante sono sottoposte ad un evidente deficit idrico, che è variabile
nello spazio.
Sorge quindi l’esigenza di individuare una variabile guida, così detta, “indice di deficit
idrico”, che possa mettere in risalto sinteticamente le grandezze meteorologiche che in
misura più incisiva influenzano le dinamiche pirologiche.
In particolare, nel nuovo “Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli
incendi” si è voluto stabilire che tipo di correlazione potesse esserci tra l’indice di
deficit idrico e la superficie percorsa dal fuoco.
Allo scopo è sembrato interessante rappresentare un “indice di deficit idrico”, dato dal
rapporto tra l’evapotraspirazione potenziale cumulata e le precipitazioni cumulate
rilevate nel quadrimestre giugno-settembre, tenuto conto che in tale periodo si verifica
la più alta incidenza degli incendi.
Dall’analisi dei coefficienti di correlazione, appare evidente, soprattutto a livello
regionale, come mostrato nel grafico che segue, una significativa relazione tra
l’indice di deficit e lo sviluppo degli incendi, a conferma del fatto che una delle più
importanti variabili predisponenti è proprio il deficit idrico dei suoli.
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Sicilia ID
Sicilia Superficie
16
40000
14
35000
12
30000
10
25000
8
20000
6
15000
4
10000
2
5000
0
Superficie (ha)
Indice di deficit
Andamento dell'indice di deficit e
delle superfici totali percorse dal fuoco
0
1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
Il ruolo assunto da taluni individui in genere è la causa scatenante che determina il
rischio di incendio, che può essere contrastata, anche, con un’azione preventiva
partendo proprio dall’uomo, quale soggetto protagonista per il controllo del territorio.
Dal grafico può notarsi che nell’anno 2001 pur in presenza di un elevato indice di
deficit, e perciò con favorevoli fattori predisponenti al fuoco, si registra un valore
abbastanza contenuto di superficie percorsa dal fuoco.
Tale dato non può che attribuirsi ad una più incisiva organizzazione dell’attività di
sorveglianza, stante l’invariabiltà della struttura operativa addetta allo spegnimento
degli incendi.
MISURE DA ADOTTARE
Il fattore rischio degli incendi è dovuto a cause naturali o antropiche.
Tuttavia le statistiche indicano che il maggior numero degli incendi è da attribuire
all’uomo, il più per dolo che per colpa.
Necessariamente qualunque sia la tipologia del rischio devono contrapporsi delle
misure atte a contrastarlo, che si identificano nella:
•
Gestione del rischio;
•
Gestione dell’emergenza.
Tali misure, rappresentano due momenti diversi della filiera dell’antincendio:
• La prima è legata alla fase di pianificazione, previsione e prevenzione;
•
La seconda è legata alla fase della lotta attiva e perciò dello spegnimento.
20
Tra le due, la volontà legislativa porta a privilegiare la prima, in quanto attraverso una
più intensa azione di prevenzione si favorisce il contenimento della superficie percorsa
dal fuoco.
GESTIONE DEL RISCHIO
La “Gestione del Rischio” è legata all’aspetto della conservazione e difesa della
vegetazione dagli incendi e cioè alla fase della prevenzione.
La pianificazione, la verifica degli interventi, la previsione e la prevenzione nel loro
insieme costituiscono azioni che concorrono, nell’ambito della “Gestione del rischio”,
alla difesa del patrimonio boschivo e della vegetazione in genere, il cui fine, pertanto, è
il contenimento dell’attività legata allo spegnimento del fuoco.
Il “Piano” in passato è stato considerato come uno strumento cartaceo solo per
dimostrare la capacità amministrativa di programmazione, legata più all’ottenimento ed
alla giustificazione di risorse finanziarie che ad un programma di azione per il
raggiungimento di un obiettivo.
Partendo proprio da questo ultimo indirizzo la pianificazione mira, attraverso un
impegno costante, a dare una risposta concreta al contenimento della superficie
percorsa dal fuoco, mediante interventi economicamente accessibili e compatibili con il
risultato atteso, che dovranno essere realizzati da una pluralità di soggetti istituzionali,
pensando, anche, allo sviluppo di un modello organizzativo funzionale sia alla
riduzione delle cause di innesco di incendio, sia al contenimento dei danni prodotti
dagli incendi.
La pianificazione è, quindi, lo strumento di studio del contesto territoriale, sociale,
economico ed ambientale e di analisi del fenomeno storico degli incendi che attraverso
un percorso analitico ragionato e scientifico, intende perseguire la conservazione del
patrimonio boschivo e della vegetazione in genere.
La Pianificazione diventa quindi, unitamente ad altre attività come la Previsione del
pericolo di incendi boschivi , la Prevenzione, e la Verifica sull’attuazione degli
interventi programmati, lo strumento per la “Gestione del Rischio”, tale da consentire
il contenimento degli interventi di spegnimento legati alla “Gestione della Emergenza”,
nell’ottica della crescita socio economica del territorio.
Attualmente la “Gestione del Rischio” degli incendi della vegetazione è affidata
istituzionalmente, pur se in via temporanea, all’Ufficio Speciale Servizio Antincendi
Boschivi che ha dimostrato in tale ambito una grande operatività al fine di adeguare,
migliorare e potenziare l’azione di difesa dagli incendi, colmando così un vuoto
istituzionale.
Tuttavia, nonostante i buoni proponimenti di carattere politico ed amministrativo, non è
pensabile che si possa incidere con efficacia, efficienza ed autorevolezza, nell’ambito
della “Gestione del Rischio”, senza la disponibilità di un minimo di risorse
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economiche e di decisioni istituzionali che diano continuità all’attività da svolgere
attraverso l’istituzione di una struttura permanente e autorevole.
Dovrà, pertanto, essere promosso il processo di riorganizzazione, peraltro, voluto dalla
Legge-quadro 353/2000, incentrato sulla disponibilità di risorse economiche ed umane
che vanno a privilegiare le attività di prevenzione e di controllo del territorio rispetto le
attività di emergenza.
Solo in questi termini può assicurarsi una continuità all’indispensabile attività
intrapresa consentendo, più specificatamente, la prosecuzione, il miglioramento ed il
radicamento di progetti operativi innovativi quali “Il Guardaboschi”, nell’ambito di
“Nuovi programmi di vigilanza finalizzati alla prevenzione degli incendi dolosi”,
ampiamente diffuso sul territorio e apprezzato nelle sedi istituzionali a livello regionale
e nazionale.
GESTIONE DELL’EMERGENZA
La “Gestione dell’Emergenza” è legata all’aspetto operativo del comparto
dell’antincendio boschivo e cioè alla fase della repressione degli incendi.
L’avvistamento, l’allarme alla Sala Operativa, la mobilitazione delle squadre
antincendio, l’azione di spegnimento del fuoco e la bonifica dei focolai residui nel loro
insieme costituiscono la fase di lotta attiva contro gli incendi.
In Sicilia, la “Gestione dell’Emergenza”, istituzionalmente, è affidata al Corpo
Forestale della Regione Siciliana, nell’ambito del Dipartimento regionale delle
foreste, che si avvale per l’attività di avvistamento e di spegnimento del supporto di
circa 7.000 operai assunti a tempo determinato, con una spesa di circa 70 milioni di
euro.
Trattasi di una struttura di grande potenzialità e di vecchia concezione, che va avanti
per inerzia, e perciò oramai abbisogna di una riorganizzazione, al fine di rendere più
efficiente ed efficace l’azione di spegnimento degli incendi.
Nelle altre regioni, la “Gestione dell’emergenza” è affidata alle strutture operative delle
stesse regioni che, mediante convenzioni, si avvalgono della competenza del Corpo
Forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e di Organizzazioni di Volontariato.
In tal senso dovrà rivedersi il modello organizzativo del comparto antincendi, in modo
da restituire al Corpo Forestale della Regione Siciliana una piena funzionalità sia di
controllo che di investigazione, atta, soprattutto, a prevenire gli incendi e le azioni
delittuose contro l’ambiente.
Il riordino di tale comparto oramai è improrogabile, né tanto meno può rinunciarsi al
contenimento della superficie percorsa dal fuoco, obiettivo tuttora disatteso nonostante
la costante cospicua disponibilità di risorse finanziarie.
22
23
24
SVILUPPO TURISTICO CON L’EFFICACE GESTIONE DEL RISCHIO
La valorizzazione e la difesa del patrimonio storico, culturale ed ambientale mediante
l’efficace “Gestione del rischio incendi della vegetazione”, rappresenta, altresì, un
nuovo ed ulteriore aspetto che, assicurando il turismo ecologico, concorre
all’arricchimento economico dell’isola.
E’ un approccio diverso e nello stesso tempo innovativo, che privilegiando la fase della
prevenzione rispetto a quella legata allo spegnimento degli incendi, assume un aspetto
significativo importante ed incisivo in un progetto integrato di valorizzazione turistica e
di promozione delle tradizioni culturali ed enogastronomiche della Sicilia.
La “Gestione del rischio” mira, in tal senso, alla conservazione dei boschi e della
vegetazione in genere in modo da far percepire la bellezza paesaggistica, in tutte le sue
forme e nell’essenza cromatica dei vari aspetti floristici, e rendere possibile, nello
stesso tempo, ogni forma di fruizione attraverso l’offerta di “sentieri naturalistici”.
La “Gestione del rischio”, perciò, tende ad integrare l’offerta del percorso turistico
tradizionale dei beni culturali ed ambientali salvaguardando dagli incendi la bellezza
paesaggistica dei boschi, delle piantagioni spontanee e del paesaggio agrario che
costituisce le fondamenta della filiera agro-alimentare.
In termini più ampi e innovativi, la “Gestione del rischio” per la difesa dagli incendi
dei boschi e della vegetazione in genere, diventa perciò, anche, uno strumento di
valorizzazione di tutte le risorse disponibili, vecchie e nuove, che, contenendo i danni
prodotti alla vegetazione dagli incendi, punta altresì alla crescita socio-economica del
territorio ed al processo di sviluppo turistico e valorizzazione dei prodotti tipici,
secondo la nuova concezione di sviluppo integrato teso alla valorizzazione e
conservazione del patrimonio storico - culturale - ambientale, specie delle aree
interne.
In tal modo, la “Gestione del rischio” degli incendi della vegetazione si inserisce nel
nuovo indirizzo della politica regionale che mira ad una generale valorizzazione del
territorio siciliano, mediante una politica turistica non più legata alla sola idea di mare
e sole, ma anche a quella della creazione di un ideale percorso turistico che interessa i
beni culturali ed ambientali, unitamente alla valorizzazione dei prodotti tipici.
25
NUOVE PROPOSTE PER MIGLIORARE
LA DIFESA DELLA VEGETAZIONE DAGLI INCENDI
La maggiore sensibilità ambientale, la crescita delle aree protette, la maggiore richiesta
di fruizione di spazi verdi, il turismo rurale e l’agriturismo, l’innovazione tecnologica,
l’integrazione dei sistemi che concorrono allo sviluppo socio-economico del territorio,
la sempre più incisiva presenza di una pluralità di soggetti istituzionali che
concorrono alla difesa e conservazione dell’ambiente in genere, implicano la
ristrutturazione istituzionale del comparto dell’antincendio boschivo.
La Gestione del rischio” e la “Gestione dell’emergenza” rappresentano, come già
detto, due misure di contrasto in due momenti diversi nell’azione di conservazione e
salvaguardia dei boschi e della vegetazione in genere dagli incendi.
Sono due misure importanti, che indicano nella prima una via preferenziale, essendo
legata all’azione di pianificazione, verifica, previsione e prevenzione, in modo da
poter contenere la seconda legata all’azione di lotta e perciò di spegnimento.
La “Gestione del rischio” attualmente, delegata all’Ufficio Speciale Servizio
Antincendi Boschivi, di temporanea istituzione e prorogato fino al 31 dicembre
2005, potrà essere attuata promuovendo il processo di riorganizzazione del
comparto dell’antincendio boschivo, che allo stato attuale si muove per inerzia,
istituendo una apposita struttura regionale permanente, che rivesta anche il ruolo di
“Authority”, in modo da potere esercitare anche il controllo e la certificazione degli
interventi che i diversi soggetti istituzionali, preposti alla conservazione e difesa
dell’ambiente, devono portare a termine secondo le indicazioni date nel “Piano
regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi”, in modo da assicurare il
raggiungimento degli obiettivi nello stesso previsti.
La “Gestione dell’emergenza”, allo stato attuale attribuita al Dipartimento regionale
delle foreste, a cui fa capo il Corpo Forestale della Regione Siciliana, è strutturata su un
vecchio modello organizzativo i cui risultati non sono proporzionali ai cospicui
investimenti finanziari ed alla disponibilità di un elevato numero di risorse umane.
Necessariamente dovrà essere distinto il ruolo del Corpo Forestale indirizzandolo ai
soli compiti di Polizia, privilegiando l’attività investigativa per la prevenzione, in
particolare, degli incendi colposi e dolosi, in modo da delegare alle Unità Operative
dell’Antincendio l’azione di lotta attiva legata allo spegnimento, impegnandosi ad una
riqualificazione, e responsabilizzazione del personale impiegato, mediante
un’appropriata azione di informazione, formazione ed addestramento.
Tali proposte sono state estrapolate dal nuovo “Piano regionale per la difesa della
vegetazione dagli incendi”.
Le stesse fanno parte delle osservazioni enunciate dalla IV Commissione Legislativa
nella seduta n. 160 del 19 maggio 2004 che, nell’esprimere favorevolmente il parere di
competenza al “Piano”, recitano, tra l’altro, “prevedere che l’Ufficio Speciale Servizio
Antincendi Boschivi sia struttura permanente per lo svolgimento dei compiti previsti
nel capitolo <Architettura di progetto – Pianificazione>”.
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Dette osservazioni, parti integranti del “Piano regionale per la difesa della vegetazione
dagli incendi”, hanno avuto l’esplicita approvazione formale da parte del Presidente
della Regione con il decreto del 12 gennaio 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
della Regione Siciliana del 21 gennaio 2005.
Solo attraverso le decisioni istituzionali potrà darsi corso all’attuazione esecutiva
di tali proposte, che assumono un ruolo strategico nel programma di conservazione e
difesa della vegetazione dagli incendi, completando in tal modo il percorso avviato per
puntare ad una crescita del comparto stesso il cui obiettivo è il contenimento della
superficie percorsa dal fuoco attraverso tappe successive, con un consistente ritorno
di benefici per l’intera collettività.
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ALTRE PUBBLICAZIONI
DELL'UFFICIO SPECIALE SERVIZIO ANTINCENDI BOSCHIVI
™ "Carta operativa delle aree a rischio incendio", Giugno 2003.
™ "Una nuova struttura nel comparto antincendi boschivi della Regione Siciliana",
Maggio 2004.
™ Progetto operativo “Il Guardaboschi”, Novembre 2004.
™ "Piano Regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi".
N.B.
Tutte le pubblicazioni, realizzate in formato web dal Dott. Bruno Lo Bianco, si possono
consultare e scaricare dal sito : www.usaib.it
BIBLIOGRAFIA
• Arrigo M. et alt. - Carta operativa delle aree a rischio incendio - Giugno 2003,
Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi.
• Arrigo M. et alt. - Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi ottobre 2003, Ufficio Speciale Servizio Antincendi Boschivi.
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