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SCHEDA N. 1 Filippo Brunelleschi, “Il sacrificio di Isacco”, 1401

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SCHEDA N. 1 Filippo Brunelleschi, “Il sacrificio di Isacco”, 1401
SCHEDA N. 1
Filippo Brunelleschi, “Il sacrificio di Isacco”, 1401, bronzo dorato, 45 x 38 cm, Firenze, Museo
Nazionale del Bargello.
Nel 1401 l'Arte dei Mercanti, una delle più ricche e potenti corporazioni di Firenze, decide di
bandire un concorso per la realizzazione della seconda porta (porta nord) del Battistero di San
Giovanni.
I mercanti, punta emergente della nuova borghesia imprenditoriale, comprendono subito che la
concorrenza fra più artisti è garanzia di risultati qualitativamente migliori.
Al concorso prendon parte i migliori artefici del tempo, ma fra tutti spiccano in particolar modo i
nomi, allora poco conosciuti, di Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti.
Il tema consiste nel realizzare una formella raffigurante la scena biblica del “Sacrificio di Isacco”.
Le prescrizioni dell'Arte dei Mercanti sono precise e restrittive sia per la forma quadrilobata, sia per
il tempo di esecuzione (un anno), sia per la quantità di bronzo da impiegare (il meno possibile).
Solo le formelle di Brunelleschi e Ghiberti (forse giudicate le migliori) sono giunte fino a noi.
Dopo molte polemiche la vittoria definitiva (e quindi la commissione per l'intera porta) viene
affidata al Ghiberti.
Nella composizione del Ghiberti i personaggi di sinistra controbilanciano perfettamente quelli di
destra secondo la tradizione classica, mentre una roccia simbolica divide geometricamente in due la
scena.
Le figure di Abramo e Isacco sono realizzate con grande perizia tecnica e abbondanza di particolari,
ma dai loro gesti armoniosi e pacati non traspare la drammaticità del momento.
Il nudo di Isacco e la decorazione dell'altare sono di derivazione classica.
L'angelo che si materializza dal nulla è una presenza puramente simbolica; come simbolico è il
gesto con il quale egli fermala mano omicida del vecchi patriarca.
Nella formella del Brunelleschi, invece, la scena non ha più la serena pacatezza ghibertiana e, anzi,
si anima di accenti drammatici, raccontando in modo più umano il racconto biblico.
Isacco, al centro della composizione, cerca infatti di svincolarsi dalla presa del padre che gli si
avventa contro con la forza della disperazione.
L'intervento dell'angelo è tutt'altro che simbolico. Egli è rappresentato nell'atto di bloccare
fisicamente il braccio di Abramo afferrandolo con una mano al fine di impedire lo spargimento di
sangue.
Si notino infine le figure dei servi, nei due lobi inferiori. Sono entrambi intenti alle proprie
faccende e la loro descrizione è estremamente naturalistica, tanto che Brunelleschi, pur incurvandoli
secondo la foma della cornice, li fa addiritura uscire da essa
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