“Coloro che cessano di apprendere si troveranno su un sentiero
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“Coloro che cessano di apprendere si troveranno su un sentiero
“Coloro che cessano di apprendere si troveranno su un sentiero sbagliato subito dopo il primo incrocio” (Christoph KÖNING 7/6/2000) “Un sistema produttivo prima si sviluppare una tecnologia deve saper prevedere i rischi che comporta ed avere gli strumenti di prevenzione del danno potenziale” (Protocollo di Rio de Janeiro, 1992; Trattato Costitutivo dell’Unione Europea, Maastricht 1994, art.174, ex art. 130R). Una serata insieme al dr. Federico Valerio dell’Istituto Nazionale di ricerca del Cancro di Genova sul tema “L’utilizzo dei rifiuti nei cementifici? Problemi ambientali e per la salute” (08 aprile ’05) I cementifici e gli inceneritori (o termoutilizzatori o termoconversori) usano diversi combustibili e, tra questi, il materiale di rifiuto. Immettono nell’aria e sui terreni sottovento dei camini: diossina, furani, PBC (policlorobenzeni) e un gran numero di metalli. I “combustibili possibili”, cui fanno ricorso i termoutilizzatori (TU), sono: 1. oli usati, esausti 2. pneumatici 3. coke di petrolio 4. farine animali 5. CDR(Combustibile Derivato dai Rifiuti): è il prodotto RSU (Rifiuti Solidi urbani) senza una raccolta differenziata; rifiuti urbani trattati con processi di “biostabilizzazione” (batteri) e sistemi chimico-fisici per l’estrazione dei metalli pesanti, trasformati in “balle” e “pellets”. Sono presenti materie plastiche per il 22% e materie organiche per il 33%. A seguito dell’incenerimento, i METALLI presenti nei rifiuti in entrata, come: PIOMBO, CADMIO CROMO, MERCURIO, VANADIO, NICHEL, ARSENICO, TALLIO e altri, si ritrovano in uscita sotto diverse forme: emessi dai camini allo stato gassoso o in associazione a particelle minuscole oppure come contaminanti presenti nei rifiuti solidi, di fine lavorazione, come ceneri e scorie. Il 20% dei CDR non rispettano i limiti imposti dalla legge sulla presenza dei metalli. Da esami eseguiti su campioni di CDR usati come combustibile, è risultato: nei CDR ¾ Pb ¾ Cr ¾ Cu 430 124 416 sec.normativa I. limiti mg/kg sec.normativa D limiti 200 mg/kg 100 300 190 mg/kg 125 350 CDR= Combustibile Derivato dai Rifiuti I= Italia D= Germania La DIOSSINA A seconda del materiale di rifiuto usato (CDR, fanghi industriali, materiale di scoria di attività commerciali e produttive) le concentrazioni di diossina emesse nell’aria, per tonnellata di cemento prodotto, possono variare da: 0.001 - 0.15 - 5 mcg/t di cemento prodotto In Italia, la diossina prodotta in 1 anno (1999): dai cementifici: 5.3 g/anno dagli inceneritori: 195,2 g/anno L’intera Svezia scarica 60g di diossina l’anno La produzione di diossina in Italia, espressa in microgrammi (mcg) x tonnellata cemento prodotto (t) a seconda del tipo di combustibile usato: 1. se da cementifici: 0.15mcg x t (0.15: fattore medio di emissione di diossine da cementifici stimato dall’UE) 2. se da inceneritori di rifiuti: 15 mcg/t 3. se + scorie, fanghi industriali 5 mcg/t : cementifici-Monselice, 2005 ? A seconda del combustibile (carbone con o senza CDR), nei camini di emissione troviamo: carbone + CDR (45%) carbone senza CDR ¾ ac.cloridrico 0,87 mg/m3 3.3 mg/m3 ¾ diossina 0.004ng/m3 <0.002 I limiti di legge, secondo la normativa UE recepita dall’Italia, per la diossina, sono 0.1 ng/m3 per emissione da camino (2000). Quindi sono rispettate le concentrazioni nelle emissioni, anche in presenza di CDR, seppur in quantità leggermente superiore. Ma possiamo veramente stare tranquilli? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1998, ha fissato il valore della Dose Giornaliera Tollerabile (TDI) di diossina tra 1 – 4 picogrammi per chilogrammo di peso (pg/kg). La normativa UE (Commissione Scientifica Europea per l’Alimentazione, 2000) conferma il limite massimo per le emissioni da camino di 0.1 ng/m3 e fissa la dose giornaliera di diossina a 2 pg/ kg di peso/die, quale valore di dose massima tollerata per la specie umana (2001). In USA è stato calcolato che una dose di 0.006pg/Kg peso corporeo/die è sufficiente a causare un caso di cancro in più per milione di abitanti. Pertanto le normative internazionali fissano valori di dose TOLLERATA, NON INNOCUA! Proviamo ora a moltiplicare le quantità infinitesimali di diossina per le tonnellate di cemento prodotte al giorno dalle cementerie : ¾ La Cementeria di Monselice (Radici) afferma di aver prodotto per l’anno 2004 ca. 900.000 t di cemento (dichiarazione nel proprio sito web, 2005). Ammettiamo, per difetto, 600 t/die = 90mcg die di diossina = 90.000.000 pg/die. Per quanti giorni all’anno? 365 giorni ? ¾ L’Italcementi Group: si stimano ca.1200t di cemento/die come valore medio di produzione tra alta e bassa richiesta di mercato: il conteggio in pg di diossina prodotti - per difetto - in 1 giorno: 180.000.000 (1 mcg diossina = 1.000.000 pg). In 1 anno? Il valore dà brividi mortali: 65.700.000.000 pg/anno ¾ E se per entrambi, facendo un’operazione maliziosa, calcoliamo il prodotto mcg diossina x t di cemento in presenza di CDR come al punto (2): 5mcg x t cemento prodotto die, con l’equivalenza in pg di diossina secondo i parametri UE? Cosa risulterebbe in un anno? Anche per metà tempo di esposizione sarebbe ancora una enormità! L’U.E. ha stabilito, nel 2001, che la dose tollerabile giornaliera di diossina sia di 2pg/ Kg di peso. Per un adulto di 70kg: 140pg/die. Per un lattante di 5kg: 20pg/die. C’è sempre il “disvalore aggiunto” che gli stabilimenti cementieri di Monselice sono sedi di attività produttive vetuste, riadattate negli anni perché sollecitate a farlo dall’opinione pubblica e da indirizzi sanitari sempre più restrittivi (OMS e UE). Ma ormai datano 50anni ca. e quindi attualmente, probabilmente, sono fuori dai parametri di sicurezza per il trattamento dei CDR. Altro “coefficiente di gravità”: sono insediate in un’area ad elevata densità abitativa. Quante persone sono coinvolte in questa “esposizione di massa”? Quante donne in gravidanza? Quante donne allattanti? Quanti neonati? Quali e quante patologie ci dobbiamo attendere da qui a 20 anni? Quali e quanti i danni per la salute di adulti e bambini? E quale danno per lo Stato? A questo si aggiunga il consumo dichiarato, ufficiosamente, di 170 t /anno ca. di carbone e petcoke (Cementeria di Monselice) e 250 t /anno ca. (Italcementi) e i dati, resi noti, dell’inquinamento da polveri sottili, NOx, SO2 e CO2, riversati quotidianamente sull’agglomerato urbano. Facciamo la somma di tutti i rischi e comprenderemo il giusto allarme “gridato” da numerosi cittadini di Monselice per la situazione di grave rischio per la salute e per il degrado ambientale raggiunto. Facciamo un’altra ipotesi: l’emissione di diossina dai camini dei cementifici/inceneritori e la sua dispersione sul terreno circostante gli stabilimenti, sia “tollerata” nella quantità di 10 pg/m2/die. Poiché le polveri di diossina: ¾ si concentrano progressivamente nel terreno ¾ persistono (tempo di dimezzamento della diossina: 5 anni) e ¾ si accumulano nella catena alimentare e l’ultimo anello della catena alimentare è la specie umana (il latte materno e il lattante sono all’apice del rischio) la “bioaccumulabilità” di diossina nell’ambiente esposto per 20 anni (che è la durata media dell’intero processo industriale di un inceneritore) è di ca. 24683 pg/m2. Se facciamo i conti con le esposizioni “ipotetiche” delle emissioni dai quattro camini delle cementerie di Monselice osserveremo dati impressionanti. Tutti da verificare: ma qual’è l’ENTE PREPOSTO che per etica professionale e per mandato istituzionale si è mosso? Da una estesa indagine, condotta in UE, i valori di diossina, misurata nel latte delle mucche allevate nei “terreni sottovento” degli inceneritori, hanno rivelato: mucche in Germania (D) 0.7 pg/g grasso mucche in Belgio 0.6 mucche belghe con inceneritore 4.5 mentre nel latte di mamme: in Svezia 18 pg/g grasso e in D(zone industriali) 41 Come si può vedere dalla tabella, la quantità di diossine che si trova nel latte delle mamme svedesi è circa 25 volte più elevato di quello che si trova nel latte delle mucche tedesche. Questa differenza è generalizzata: la quantità di diossine nel latte materno è sempre maggiore di quello del latte di mucca. Il motivo è che, nella catena alimentare, le mamme (e i papà) si trovano sempre ad un livello superiore alle mucche, quindi gli umani concentrano le diossine nei propri grassi a livelli maggiori di quelli che si trovano nel cibo con cui si alimentano, in particolare latticini, carne, pesce. Peraltro, le mamme svedesi hanno valori di diossine relativamente bassi, leggermente maggiore di quelli delle mamme spagnole ed ucraine (6-11 pg/gr). E’ peggio per le mamme tedesche abitanti in zone industriali (41 pg/gr) e, ancor peggio, per le mamme di New York (189 pg/gr). Ma anche nel popolo delle mucche si registrano importanti differenze. Ad esempio, nel latte di mucche belghe allevate in pascoli lontani da fonti inquinanti si trovarono, nel 1997, concentrazioni di diossine pari a 0.6 pg/g , mentre negli allevamenti vicini a zone industriali e ad inceneritori le concentrazioni di diossine erano nettamente maggiori (1.2 - 4.5 pg/gr). Le mamme non sono l’ ultimo anello della catena alimentare a base di diossine, questo primato spetta ai loro figli. Per questo motivo si ritiene che la quantità maggiore di diossine che si assimila nel corso della vita sia proprio quella ricevuta prima attraverso il corsone ombelicale e la placenta (impatto prenatale) e dopo attraverso l’ allattamento al seno materno (impatto postnatale). Se si confrontano i dati della tabella con i valori massimi tollerabili fissati dall’ OMS (4 pg/kg di peso) emerge una situazione inquietante. Un neonato di 5 chili, giornalmente dovrebbe essere esposto a non più di 20 pg di diossine, ovvero la quantità contenuta in 37 millilitri di latte di mamma svedese. Naturalmente un bambino di quel peso "ciuccia", ogni giorno, molto più latte ( 200-300 millilitri) e quindi ingerisce, in proporzione, una quantità di diossine superiore al valore massimo tollerabile. La normativa comunitaria, che entrerà in vigore in tutti gli stati europei a partire dal Luglio 2002, prevede il limite massimo delle diossine nel latte pari a 2 pg /g di grasso Nel business dell’industria della produzione energetica, il CDR - il prodotto della raccolta dei rifiuti NON differenziata - se termovalorizzato “paga” l’industria del cemento ! Infatti i rifiuti divenuti CDR (combustibile gratuito, rinnovabile e finanziato con denaro pubblico) non finiscono più negli inceneritori ma - EUFEMISMO! - nei termovalorizzatori, in un ciclo di produzione di energia (rinnovabile ?!?), finanziato con investimenti pubblici. Le scelte industriali del Paese e le Istituzioni che dovrebbero applicare le leggi per il rispetto della salute umana e per la salvaguardia dell’ecosistema ereditato, disattendono un importante enunciato condiviso e accolto nella legislazione europea: il principio di precauzione o principio cautelativo: se esiste il rischio, anche ipotetico, di danni gravi per la salute e di degrado ambientale - anche se non si è certi – si devono applicare misure efficaci di prevenzione, pur nella previsione di costi (Trattato di Maastricht Costitutivo dell’UE, art.174, ‘92. Confermato da risoluzioni Consiglio UE nel ’99 e ‘00). In altre parole, secondo l’espressione chiara e sintetica del dr. F. Valerio: “se permangono incertezze scientifiche, fai la scelta più saggia e prudente”. La riflessione amara corre alla constatazione che l’unico riciclaggio veramente riuscito sia quello dei vecchi forni, in particolare dei cementifici, convertiti in termovalorizzatori ovvero, con altri eufemismi, termoutilizzatori o cementitori. Appendice I: DIOSSINE Le diossine sono molecole contenenti cloro, pericolose perché molto stabili, non degradabili e con possibilità di sopravvivenza per decine di anni. Incolori, inodori e difficilmente misurabili, sono il prodotto più insidioso dell’incenerimento. La diossina provoca cancri (linfoma di Hodgkin - sarcomi), favorisce mutamenti nelle concentra-zioni di ormoni dell’uomo, diabete, malattie cardiache, effetti tossici in diversi organi. Le diossine si disperdono nel terreno sottovento dei camini delle cementerie e inceneritori: ¾ sono assorbite molto velocemente dall’organismo. ¾ Nei dintorni degli impianti di incenerimento se ne trovano forti tracce per oltre 2 chilometri. ¾ Il latte delle mucche circostanti ha presentato valori alti. Non vengono assimilate dalle radici del grano, ma si trovano nelle patate. ¾ Nel latte materno la concentrazione è generalmente altissima, e ciò influenza la funzione tiroidea dei bambini, il cui sviluppo viene rallentato. Oltre che all’incenerimento dei rifiuti urbani, dove vengono mescolate moltissime sostanze e dove quindi è difficilissimo tenere la situazione sotto controllo, le diossine derivano anche dagli impianti di riscaldamento, dal traffico, dall’industria pesante, e anche dagli incendi boschivi L’incenerimento provoca la quantità maggiore delle diossine e anche le forme peggiori, in quanto "in un processo così caotico come un incenerimento accade di tutto. Tutto si mescola, anche l’inimmaginabile: per questo è così difficile e costosa anche l’analisi". Le diossine, queste molecole semplici, di cui esistono 75 tipi in una grande famiglia di 400 sostanze molto velenose , influenzano molto la nostra esistenza e il nostro futuro: non si vedono e non puzzano, ma ci sono. “Il limite di sicurezza per la salute è zero virgola zero” [il professor Kees Olie, (Istituto ecotossicologico di Amsterdam); il tossicologo tedesco Othmar Wassermann; dr.Eugenio Menapace] CROMO (Cr) Numerosi studi hanno documentato gli effetti genotossici e cancerogeni del cromo esavalente(CrVI). Nel nostro organismo se ne può trovare ca. 14mg . E’ velenoso per ingestione e una dose di 200mg è già pericolosa. A livello cellulare il Cr innesca processi ossidativi che inducono vari tipi di danno al DNA, quali rotture, cross-links. Tra gli effetti genotossici del CrVI diversi studi hanno evidenziato l’induzione di fenomeni di apoptosi (morte cellulare) in cellule esposte in vitro. I suoi composti, i cromati, esercitano una azione corrosiva sulla pelle e sui tessuti. Produzione e usi: ¾ Per la protezione anticorrosione o come indurente: cromatura, leghe e ceramiche. La produzione mondiale è sulle 20.000 t/anno. CADMIO (Cd) E’ un metallo pericoloso per il nostro organismo, è molto inquinante per l’ambiente e se ingerito non viene assorbito dal tubo digerente; quello che entra finisce nei reni dove viene bloccato da una proteina che gli impedisce di nuocerci. La vita media nel nostro organismo è di ben 30anni! In media ne assumiamo sui 50mg, però se assunto in concentrazioni superiori a 200ppmpuò provocare a volte l’insufficienza renale. Produzione e usi: ¾ Batterie ricaricabili al nickel-cadmio. Domanda annua: 19 t per le industrie che producono le batterie ricaricabili. ¾ Industria automobilistica: produzione di auto con batterie al nickel-cadmio ¾ Pigmento per colorare le plastiche di rosso vivo o giallo: applicazione vietata nell’occidente. E nelle scorierifiuti di importazione estera? MERCURIO (Hg) Metallo tossico e molto inquinante per l’ambiente. A contatto con l’acqua il mercurio organico si trasforma in mercurio metilato che si accumula negli organismi, nel cibo ed in particolare nel pesce. Produzione e usi: ¾ Vecchi termometri (negli USA sono proibiti da poco). Anche l’uso per le comuni pile è stato soppresso. ¾ Il 22% del mercurio usato nel mondo è utilizzato nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche: sensori in ampolle di vetro per antifurti o urti. ¾ Industria farmaceutica: disinfettante al mercuro-cromo ¾ Estrazione dell’oro NICKEL (Ni) Metallo facile da lavorare e modellare in fili. Resiste alla corrosione e alle alte temperature. Il fabbisogno umano si attesta ai 5mcg/die e la maggior parte dei suoi composti non sono tossici, mentre alcuni sono velenosi, teratogeni e cancerogeni. Inducono sensibilizzazione cutanea: eritemi e dermatiti da contatto. Produzione e usi: ¾ Batterie ricaricabili al nickel-cadmio ¾ Turbine a gas e nei motori a reazione TALLIO (Tl) Metallo simile al piombo. Irrita la pelle, gli occhi, dà gravi disturbi a carico dei reni, fegato e sistema nervoso centrale. Nel nostro organismo è letale una dose di 800mg (meno di un quarto di cucchiaino) Produzione e usi: ¾ Lenti speciali, leghe particolari ¾ anticrittogamico