evasione da 35 milioni di euro: otto insospettabili in manette
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evasione da 35 milioni di euro: otto insospettabili in manette
vasione da 35 milioni di euro: otto insospettabili in manette ÌJ • j J TI • " ! • • A A Imprenditori e professionisti nel mirino della Guardia di Finanza "Arruolavano" manodopera ma non pagavano imposte e contributi Poi lafogaall'estero di GIULIO DE SAMTIS Una "frode umanitaria" dal valore di 35 milioni di euro architettata per far pagare allo Stato le pensione dei lavoratori impiegati in società private. Una forma di finanza creativa, detta "umanitaria" perché garantiva i contributi pagati agli impiegati, che era stata messa in piedi da un gruppo di commercialisti e imprenditori finiti ieri in carcere al termine di un'operazione della Guardia Finanza. I nomi dei principali componenti della presunta banda arrestati ieri dalle Fiamme Gialle sono Stefano Di Veroli, 47 anni, re della catena di cartoleria C'Art; Angelo Capriotti, 49 anni, finito nel mirino della magistratura nel 2005 nell'ambito dell'inchiesta sulle "carceri d'oro"; e Maurizio TemDe- stilli, 44 anni, il ragioniere ideatore della frode. Le manette ai polsi sono scattate anche per altri cinque professionisti tra commercialisti e imprenditori. In totale gli indagati della Guardia di Finanza sono 52, tutti accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e associazione a delinquere. Le 41 aziende coinvolte sono imprese edili, esercizi commerciali, bar e negozi. Nata nel 2009 l'indagine, coordinata dal procuratore Giancarlo Capaldo e dal pubblico ministero Francesca Loy, è uno dei tanti tronconi della "madre di tutte le inchieste finanziarie" Telecom Fasteweb. Infatti Capriotti, seppure con un ruolo marginale, compare in un'inchiesta sulla Selex, società del gruppo Finmeccanica. Le Fiamme Gialle, oltre agli arresti, hanno sequestrato appartamenti e conti correnti per un valore di circa 20 milioni di euro. La cifra evasa attraverso questo meccanismo sarebbe di 35 milioni di euro in contributi e imposte secondo gli accertamenti della Procura. Nella lista dei beni sequestrati campeggia la bellissima Villa Ricordi, ad Ariccia, dove vive Tempestilli, la mente della frode, che, durante una maldestra fuga tentata scavalcando le mura di cinta, si è fatto lanciare dalla finestra una sacca con dentro 90mila euro. Le fiamme gialle hanno invece trovato 300mila euro a casa di Capriotti, che ha cercato di giustificare la presenza della somma di denaro sostenendo di averla vinta al Bingo. Secondo la Procura, il gioco delle tre carte messo in piedi da Tempestilli prevedeva la creazione di una serie di società fantasma a cui gli imprenditori facevano finta di rivolgersi per avere a disposizione manodopera da impiegare nelle loro aziende. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i contributi previdenziali sarebbero sempre stati a carico delle società fantasma che scomparivano all'estero appena scattava l'obbligo di pagare i versamenti pensionistici. Il meccanismo era pensato affinché i lavoratori fossero comunque tutelati perché era lo Stato che copriva i buchi lasciati dalle società fantasma.