...

Operazione Artemide: in manette tre pregiudicati

by user

on
Category: Documents
21

views

Report

Comments

Transcript

Operazione Artemide: in manette tre pregiudicati
Operazione Artemide: in manette tre pregiudicati putignanesi
Scritto da La Redazione
Venerdì 13 Luglio 2012 23:54
Tre putignanesi, gregari di un clan malavitoso capitanato dal promotore e organizzatore
Carmelo Putignano, sono stati arrestati nella mattinata di mercoledì 11 luglio dai carabinieri del
NORM della Compagnia di Massafra. Si tratta di
Giuseppe Casulli di 48 anni,
Vito Sportelli di 35 anni e Nicola Di Tella di 34 anni
, tutti già noti alle forze dell’ordine.
A seguito delle quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di
Lecce, Sost. Proc. dott. Alessio Coccioli e dott.ssa Giovanna Cannarile (Magistrato applicato
alla DDA), i presunti responsabili sono accusati di “associazione a delinquere di tipo
mafioso, estorsione, danneggiamento, detenzione e porto illegale di armi comuni da
sparo e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”.
Dalle indagini dei militari, avviate nel marzo 2011 e concluse lo scorso novembre, è stata
accertata l’esistenza di un sodalizio criminale promosso e diretto da Carmelo Putignano, 59
anni
, originario di
Palagiano, pluripregiudicato, già capo dell’omonimo clan operante negli anni ’90 nel suo paese
di origine. I gregari di questo nuovo sodalizio, odierni indagati, sono Nicola Di Tella, 34 anni,
Vito Sportelli, 35 anni e Giuseppe Casulli, 48 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine ed originari
di Putignano.
I soggetti, insieme a Domenico Attorre e Domenico Petruzzelli, entrambi deceduti a seguito di
un agguato subito lo scorso maggio 2011, sono ritenuti responsabili a vario titolo di attentati
incendiari
1/3
Operazione Artemide: in manette tre pregiudicati putignanesi
Scritto da La Redazione
Venerdì 13 Luglio 2012 23:54
ai danni di commercianti ed imprenditori di Palagiano, a cui sistematicamente seguivano
richieste estorsive, da 5.000 a 10.000 euro. Durante l’attività investigativa, è stata accertata
anche la
detenzione di armi comuni da sparo
, nonché lo
spaccio di sostanze stupefacenti
.
L’odierna operazione trae origine da un’indagine condotta dalla Squadra Mobile della
Questura di Taranto
nei
confronti dei predetti Attorre e Petruzzelli, dediti ad estorsioni ai danni di commercianti ed
imprenditori di Palagiano.
Dopo il loro assassinio, compiuto con modalità in perfetto stile mafioso (lupara bianca) le attività
di tipo estorsivo nel piccolo centro jonico erano state rilevate dai tre emissari del boss Carmelo
Putignano, costretto a permanere nell’omonimo centro del barese a causa di una misura di
sicurezza.
Nel giugno 2011 i putignanesi Sportelli, Di Tella e Casulli sono stati arrestati in flagranza di
reato durante un’operazione congiunta tra militari della Compagnia di Massafra e personale
della Squadra Mobile della Questura di Taranto per aver
tentato un’estorsione ai danni di un noto imprenditore di Palagiano.
Le successive attività di indagine, anche di natura tecnica, compiute dal NORM della
Compagnia di Massafra a seguito di quest’ultima vicenda, hanno permesso di accertare che
Carmelo Putignano aveva ricostruito il disciolto sodalizio (si ricordi l’operazione DIANA di fine
anni ‘90) assoldando i predetti pregiudicati originari di Putignano ed avvalendosi dell’apporto dei
defunti Attorre e Petruzzelli, veri e propri emissari nella tradizionale roccaforte del clan
(Palagiano).
Il gruppo così costituito, mediante intimidazioni in stile mafioso e derivanti dalla personalità
egemonica e sopraffattrice del suo promotore, ha portato a compimento numerose estorsioni in
danno di piccoli e medi imprenditori palagianesi, giungendo addirittura ad attentati incendiari di
beni mobili e immobili, nonché a minacce con armi da fuoco. In alcuni casi si sono spinti anche
ad aggredire fisicamente i malcapitati.
2/3
Operazione Artemide: in manette tre pregiudicati putignanesi
Scritto da La Redazione
Venerdì 13 Luglio 2012 23:54
Nel corso dell’indagine sono state accertate cinque estorsioni, quasi tutte precedute da
attentati incendiari. Il boss Carmelo Putignano, dato il suo carisma e la riconoscibilità in
pubblico, interveniva addirittura in questioni di carattere privato, risolvendo con la forza
questioni passionali legate a relazioni extraconiugali. È il caso di un palagianese che, per far
desistere il proprio rivale in amore dal continuare la relazione con la propria moglie, richiese
l’intervento del boss. Puntualmente furono inviati i suoi scagnozzi per pestare la vittima
designata. Il malcapitato fu costretto a sborsare
2.500 euro
per far cessare le angherie nei propri confronti.
La stessa struttura organizzativa, allo scopo di imporre il monopolio delle attività illecite sul
Comune di Palagiano e territori limitrofi, aveva anche stretto alleanze con altri contesti
organizzati, come quelli operanti a Gioia del Colle e quello facente capo al noto pregiudicato
massafrese Cataldo Caporosso
.
Nel corso dell’indagine è stato altresì accertato che il gruppo addensato attorno alla figura di
Carmelo Putignano, avesse disponibilità di armi comuni da sparo e fosse dedito allo spaccio di
sostanze stupefacenti proprio a Palagiano.
Il percorso per stabilire l’egemonia sul territorio ha visto manifestarsi un’escalation di eventi
delittuosi che è possibile annoverare in una vera e propria guerra tra clan rivali. Si parte dal
tentato omicidio di Lorenzo Putignano
(figlio dell’indagato) nel 2009 a Palagiano, alla
gambizzazione di suo padre Carmelo
avvenuta a Putignano nel 2010, fino al
duplice omicidio di Attorre e Petruzzelli
del maggio 2011.
Nel corso delle operazioni sono stati impiegati complessivamente venti carabinieri della
Compagnia di Massafra, coadiuvati da personale delle Compagnie di Gioia del Colle e
Francavilla Fontana, nonché del Nucleo Investigativo di Nuoro, luogo dove era già detenuto
Carmelo Putignano presso il locale carcere. I putignanesi Casulli e Sportelli sono stati
associati presso la casa circondariale di Bari, mentre Di Tella è stato condotto nel
carcere di Brindisi
3/3
Fly UP