Comments
Description
Transcript
Il boom economico
Il boom economico Nozione: idea di progresso Tra gli anni 50 e 60, l’Italia conosce un periodo di trasformazione economica “miracolosa”. La guerra aveva rovinato il paese ma il piano Marshall permise di dare uno slancio all’industrializzazione del Nord, attirando migliaia di meridionali che si sistemano principalmente nel “triangolo industriale” Torino/Milano/Genova. Da paese agricolo, l’Italia diventa a quell’epoca una potenza industriale a livello mondiale. In quegli anni l’azienda Fiat (Fabbrica italiana automobili Torino) ha un ruolo importante : è non solo un simbolo dell’industrializzazione, della produttività e dalla competitività ma anche un “datore di lavoro” considerevole. Famiglia di meridionali anni 60 Testo tratto dal manuale “Tutto bene Terminales” Meridionali al nord Comprensione orale : Uno spot del 1957: la Fiat 500 (tratto da Youtube) “Eccola, la Fiat 500, La Fiat 500, è proprio la piccola grande vettura. Interessante sotto qualsiasi punti di vista. Graziosa vero? La 500 s’intende!Potete guardarla dall’alto in basso, non si sentirà affatto in soggezione. È scattante veloce, tiene la strada benissimo. Prende pochissimo posto. Partcheggiare è facilissimo : Appena il tempo di dire 1, 2 e il gioco è fatto! Piccola sì ma ci si sta bene in una, due , tre, quattro persone. Ovunque andiate, al mare, o ai monti, la 500 vi sarà amica fedele. La 500 è tecnicamente modernissima, economica e maneggevole. Queste le doti che vi faranno entusiasti della fiat 500”. Spot 1957 Spot 2012 Adesso che siamo tornati nella nostra casa piena di umidità al nord mi aspetta una cosa terribile: che devo incominciare la scuola. Il primo giorno nella nuova scuola conosco la mia maestra che porta gli occhiali molto spessi e scuri e ha il naso lungo che le ricade in bocca e non ride mai. […] passa fra i banchi col registro in mano e tutti si alzano e subito rispondono i mestieri dei padri e la regione. […] Poi c'è il mio compagno del banco di dietro Aldo Crocco che diventa rosso in faccia e dice: Mio padre fa il disuccupato*. La maestra stringe le labbra e dice: Vorresti dire lo sfaticato. Aldo Crocco ribadisce: No no, il disuccupato. La maestra stringe sempre di più le sue labbra e dice: Non si risponde alla maestra. E lo manda in castigo anche lui, però con la faccia contro la cartina geografica per non farlo parlare con la Claretta Paglia. Quando chiama la Raffaella Rapetti e lei dice: Mio papà fa l'ingegnere edile e ci ha molti uomini sotto ai suoi comandi e siamo di origine genovese ma la mamma è piemontese, io vedo la maestra che per la prima volta fa un sorriso e le dice: Tu cara spostati al primo banco. Quando l'appello è finito la maestra batte le mani sulla cattedra e dice: Bene. Adesso tutti quelli che indico dovranno mettersi da una parte. Così succede che ci ritroviamo io, Aldo Crocco e Daniela Pertusi in un angolo in fondo alla classe. Io mi domando perché succede questo e subito la Il boom economico Nozione: idea di progresso maestra come se avesse intercettato il mio pensiero da vera maestra spiega: Vedete bambini quei vostri tre compagni nell'angolo in fondo? Essi provengono dalla Sicilia, Campania e Calabria. E indica sulla cartina geografica le regioni. E aggiunge: Essi sono dunque meridionali. Rossana Campo, Il pieno di super, 1993 Supermarket Lady di Duane Hanson, 1969-1970, Bancarella a Venezia Leonia La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall'ultimo modello d'apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. […]Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città,certo; ma ogni anno la città s'espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano[…] E' una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne. Più ne cresce l'altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d'anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle altre città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse,allontanare i nuovi immondezzai. Italo CALVINO, Le città Invisibili, 1972 Discarica accanto a Napoli