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Editoriale Giornalidea s.r.l. - Piazza della Repubblica, 19 - 20124 Milano armamese Anno 25 n. 4 Aprile 2016 INTERVISTA La farmacia “olistica” MERCATO Ecco chi batte la crisi INTERNET Lotta ai ciarlatani C’è l’Ebm ATTUALITÀ E-pharmacy al via Silvia Sorace Maresca Focus Francia: l’honoraire n’est pas bon *Benefici limitati nel tempo e a discrezione dell’Azienda e degli Istituti Bancari. Io scommetto! HAI DECISO DI APRIRE, RISTRUTTURARE O AUTOMATIZZARE LA TUA FARMACIA? TH.KOHL E PHARMATHEK PUNTANO SU DI TE CON 12 MESI A INTERESSI 0. Vuoi investire sul tuo futuro? Grazie alla partnership con importanti istituti bancari, Th.Kohl e Pharmathek ti offrono 12 mesi a interessi 0 e piani di finanziamento agevolati*, Scommetti su te stesso: oggi puoi contare su una grande squadra al tuo fianco. www.thkohl.it - www.pharmathek.com L’editoriale Con gli occhiali della fiducia Vogliamo provare a indossare gli occhiali della fiducia? Che non vuol dire essere ottimisti sempre e comunque, perché sarebbe segno di superficialità, ma piangersi addosso può rivelarsi controproducente, perché limita le speranze e la voglia di fare. E mai come ora, con l’arrivo del capitale nella proprietà della farmacia, è doveroso non chiudersi in se stessi, ma ingranare la marcia e darsi da fare. E poi bisogna essere credibili, innanzitutto con se stessi, ma anche con gli altri. D’accordo che in Veneto (ma i proverbi di saggezza antica non conoscono confini) si dice che bisogna “piansere il morto per buserare il vivo”, ma ormai certi dati sono ben noti e tirar la corda con esagerate lamentele potrebbe provocare reazioni pericolose. Negli ultimi anni abbiamo subito una pesante caduta dei margini, che ha provocato non pochi fallimenti e ancor più situazioni di difficoltà finanziaria, ma gli ultimi dati confermano un cambio di rotta (vedasi l’articolo da pagina 22). Il fatturato totale della farmacia sta ritornando ai livelli pre-crisi e il canale farmacia sta crescendo con più vivacità rispetto ai suoi diretti competitor (+4,1%, rispetto al +0,8 delle parafarmacie e al -1,6 dei corner della Gdo). Anche i dati presentati da Cosmetica Italia al Cosmoprof, tanto per fare un esempio, confermano l’andamento positivo della farmacia e altrettanto si può dire per il comparto dell’Otc e del parafarmaco, con il solo mercato nutrizionale che segna ancora sofferenza. Improprio cantar vittoria e pensare che la crisi sia completamente superata, ma altrettanto pericoloso è leccarsi le recenti ferite o soffermarsi solamente sulla caduta del margine del comparto etico e sui presumibili continui tagli alla spesa farmaceutica pubblica. Certo, da questo versante è illusorio aspettarsi gratificazioni economiche, soprattutto se operiamo sperando nell’intervento pubblico e guardandoci indietro, perché qualcosa di buono potrà venire solamente dalle innovazioni tecnologiche (pensiamo alla telemedicina) e dai nuovi servizi. Gli occhiali della fiducia sono proprio quelli che sapranno mettere a fuoco i nuovi ruoli e le capacità inventive dei farmacisti, che sapranno valorizzare la loro azienda magari rivoltandola come un calzino, seguendo, con fantasia, i nuovi spazi aperti dalla sanità territoriale. Quindi, sempre più a contatto con il paziente e sempre più a disposizione del cittadino, con una farmacia vero “front office” del Servizio sanitario. Basta, peraltro, lo scenario offerto da Cosmofarma per capire come le occasioni per aggiornarsi e rinnovarsi non manchino, soprattutto come la voglia di darsi da fare stia vivendo una nuova primavera. E di possibilità ce ne sono molte: chiamiamola farmacia dei servizi, farmacia di comunità, farmacia olistica, o qualsiasi altra cosa che, partendo da una visione professionale del proprio ruolo, riesca a esplicitarsi in nuove proposte al paziente/cliente. E allora non ci sarà capitale che faccia paura, né catena che mortifichi la voglia di fare, né spazio per i “gufi” che paventano ancora disastri. Riconquistare la fiducia sul ruolo della farmacia e sul suo futuro è un obbligo che ci viene da una tradizione consolidata, ma soprattutto dalla consapevolezza che il servizio qui offerto è inalienabile e insostituibile. Lorenzo Verlato armamese n. 4 - 2016 3 Sophisticated Simplicity in Automation La realizzazione dell’automazione in Farmacia con RIEDL PHASYS tiene conto delle esigenze specifiche del cliente, dello spazio utilizzabile e del numero di confezioni erogate giornalmente. RIEDL PHASYS, oltre ad essere veloce e affidabile, è estremamente flessibile e può essere adattato a qualsiasi locale, sfruttando al massimo l’altezza disponibile per non sprecare spazio utile in Farmacia. Caratteristiche Vantaggi ▶ Il sistema più veloce disponibile sul mercato: oltre 5 metri al secondo ▶ Operazioni di carico e dispensazione estremamente veloci ▶ Sostituzione del gruppo di presa in 15 minuti, senza necessità di ricalibrazione ▶ Elevata affidabilità ▶ Bassa manutenzione ▶ Lunghezza potenzialmente illimitata ▶ Più tempo a disposizione per i clienti ▶ Controllo accurato delle giacenze ▶ Possibilità di gestire qualsiasi prodotto, non solo farmaci ▶ Tecnologia Wireless ▶ Nessun cablaggio (tra il gruppo di presa e il sistema) ▶ Gestione di prodotti di varie forme (scatole, flaconi, ecc.) ▶ Multi Picking fino a 8 confezioni Il sistema RIEDL PHASYS sarà presentato al Cosmofarma 2016 | Pad.26, Stand B85-C90 SPID S.p.A. Tel.: +39 0461 381690 Via Ragazzi del ‘99, N.13 38123 Trento Web: www.spid.it Mail: [email protected] Sommario 3 EDITORIALE Con gli occhiali della fiducia 6 LETTERE 8 INTERVISTA A SILVIA SORACE MARESCA La farmacia “olistica” 16 FOCUS Francia. L’honoraire n’est pas bon 22 MERCATO Ecco chi batte la crisi armamese Anno 24 n. 4 Aprile 2016 32 GESTIONE Confusioni pericolose 38 INTERNET Lotta ai ciarlatani: c’è l’Ebm 44 ATTUALITÀ E-pharmacy al via 46 COMPRAVENDITA Ma quanto vale la mia farmacia? 48 RUBRICHE L’Avvocato, Sanità e Legge, Vetrine dei prodotti, Sanità e Mercato 28 PROFESSIONE 88% e oltre armamese Direttore responsabile: Lorenzo Verlato Direzione, redazione e amministrazione: Editoriale Giornalidea s.r.l. Piazza della Repubblica, 19 20124 Milano Tel. 02/6888775 (ric. aut.) Telefax 02/6888780 E-mail: [email protected] FOTOLIA: avarand, Cello Armstrong, cristiano caligaris, Dirima, gstockstudio, jpgon, Marc Dietrich, nd3000, ojoimages4, pathdoc, Piotr Marcinski, mariusz szczygieł, science photo, Trueffelpix, WavebreakmediaMicro, wildworx, Yuriy Panyukov Stampa: Grafiche Milani S.p.A. Via Marconi, 17/19 20090 Segrate (MI) Tel. 02.2131851 Registrazione: Tribunale di Milano N. 417 del 10.7.1992 Impaginazione: Silvia Fazzini Collaboratori: Paola Castelli, Claudio Distefano, Claudio Duchi, Laura Gatti, Alfonso Marra, Matteo Oberti, Nicola Posa, Paolo Sciacca, Anna Scotti, Chiara Verlato, Matteo Verlato, Stefano Visintin Iscritto al Registro degli operatori di comunicazione (ROC) n. 1223 Pubblicità e Marketing: Editoriale Giornalidea s.r.l. Matteo Verlato - Myriam Padovani E-mail: [email protected] Prezzo a copia euro 1,03 Abbonamento annuo euro 25,00, importo da versare su c/c postale n. 27029206 intestato a: Editoriale Giornalidea s.r.l. Piazza della Repubblica, 19 20124 Milano IVA assolta dall’editore a norma dell’art. 74, lett. c) D.P.R. 633/72 e successive modifiche. ASSOCIATO A: A.N.E.S. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA © Ogni riproduzione, anche parziale, delle pagine del giornale deve essere autorizzata. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e in suo possesso, fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi della legge 196/03. Lettere I pro e i contro del capitale La recente entrata del capitale nella proprietà della farmacia impone alcune riflessioni, che vanno fatte a mente lucida e senza preconcetti, se si vuole essere obiettivi e credibili. Ma proprio per evitare prese di posizione “di parte”, il modo migliore è fare riferimento alle esperienze straniere e vedere cosa è successo laddove si è attuata una deregulation della proprietà. Dunque facendo riferimento a esempi concreti, dove questa innovazione è stata recentemente introdotta. In Ungheria, per esempio, l’apertura al capitale è stata attuata nel 2006, ma nel 2010 sono state introdotte nuove norme, che hanno riportato la proprietà della farmacia sotto il controllo di farmacisti per più del 50%, oltre a rafforzare le regole geo-demografiche, che correvano il rischio di essere travolte. In Lettonia si è seguita più o meno la stessa strada e dopo una iniziale deregulation della proprietà, nel 2010 si è imposto per legge che nel Consiglio di amministrazione delle Catene ci sia almeno un 50% di farmacisti. Idem anche in Estonia: dal 2014 la legge impone che le farmacie siano, almeno per il 50%, di proprietà dei farmacisti e, inoltre, che nei CdA delle Catene sia il 50% il numero minimo dei consiglieri farmacisti. Questi recenti cambi di rotta significano forse qualcosa? Si è sempre sostenuto -da parte dei liberalizzatori- che queste innovazioni avrebbero ridotto i prezzi dei farmaci e il costo della distribuzione, per la maggior forza contrattuale dei nuovi Gruppi, oltre alle loro economie di scala. Eppure non vi sono prove che questo sia successo in nessuno dei Paesi dove sono state attuate le liberalizzazioni, a eccezione forse della Svezia, ma non certo in Norvegia. In ogni caso, sia in Svezia sia in Norvegia, la popolazione accusa una diminuzione nella qualità del servizio fornito dalle farmacie. Si è, invece, verificato il rischio tenuto di assistere alla concentrazione delle attività nelle mani di pochi, provocando, poi, le reazioni sopra accennate (tetti alla presenza del capitale), per preservare le piccole e medie imprese. Certo, hanno ragione i liberalizzatori quando sostengono che la crisi economica impone di GLI “AMORI DISPERSI” DI FRANCO TUGNOLI controllare i costi e che, pertanto, vanno anche rivisti i modelli S’intitola “Amori dispersi” l’ultima fatica di Franco Tugnoli, un farmacista che può di remunerazione, in modo da vantare una lunga e fruttuosa carriera, prima in attività manageriali in Italia e individuare nuovi strumenti all’estero e poi come titolare di una farmacia in provincia di Bologna, con anche capaci di generare efficienza. incarichi di vertice nel sindacato (vicepresidente di Federfarma). Ultima sua passione Ma questo non passa necessariamente attraverso le Catene, la scrittura, che l’ha portato a collaborare con testate di categoria (come appunto perché risultati ancor più effi“Farma Mese”), a essere iscritto all’Ordine dei Giornalisti e a dare alle stampe, a partire caci si ottengono se le farmacie dal 2005, tutta una serie di libri. Quest’ultimo è appunto l’ottavo, edito da Pendragon indipendenti sviluppano servizi (Via Borgonuovo 21/a - 40125 Bologna - 14 euro). professionali innovativi. È pro“Amori dispersi” è un romanzo giallo ambientato nell’affascinante prio quanto sta sucmondo della moda e tra i vellutati palazzi della nobiltà romana, cedendo in Francia, animati da modelle bellissime e intriganti, oltre che da personaggi Regno Unito, Irlanda, Belgio, Portogallo e ricchi ed enigmatici. E come tutti i gialli che si rispettano, quando Norvegia, dove negli il fantasioso commissario Santopietro sembra aver risolto il caso ultimi tre anni si sono (lui o l’arguta moglie Marta?), peraltro proprio seguendo una attivati servizi innovatiprofumata scia di un’essenza (e qui salta fuori il farmacista), ecco vi, peraltro remunerati il colpo di scena che stravolge il castello inquisitorio e rimette tutto dai rispettivi Servizi in discussione. sanitari nazionali, oltre Ancora una volta Franco Tugnoli sorprende per la ricchezza del che assai graditi dalla popolazione. Forse sasuo vocabolario, che fa a gara con la sua fantasia, proponendoci rebbe il caso di studiarli una trama intricata, ma anche avvincente, fatta di rapporti e imitarli. umani contorti, e in un ambiente patinato, ma non per questo Giorgio Brambilla invidiabile, animato da amori intriganti, ma anche “dispersi” (e fors’anche disperati, visto che portano a omicidi e suicidi). 6 armamese n. 4 - 2016 A cura della Redazione [email protected] Professione o commercio? Mi sembra che stiamo prendendo una deriva pericolosa. Sono un vecchio farmacista, che ha sempre creduto e crede nella professione e nella professionalità dei comportamenti, e non posso negare che la presenza di molti inviti, anche da parte dei giornali di categoria (compreso il vostro), per una maggiore attenzione verso il comparto commerciale della farmacia, mi provochino un certo fastidio. Sembra quasi che gestire il farmaco sia diventato un problema economico, più che un dovere professionale e che l’attenzione del titolare debba indirizzarsi unicamente verso il parafarmaco, il cosmetico, il dietetico, insomma verso la parte commerciale della nostra attività. Ma così facendo, non corriamo il rischio di perdere la nostra unicità e indispensabilità? Lettera firmata - Pavia Risponde il direttore di Farma Mese, Lorenzo Verlato È un dilemma antico quello del farmacista Giano bifronte, da una parte professionista e dall’altra commerciante. Personalmente non credo in una divisione manichea, da una parte il buono e dall’altra il cattivo professionista, perché ritengo che la professionalità non stia nel bene trattato e offerto, ma nel comportamento che s’accompagna alla sua dispensazione. Si può essere cattivi professionisti, se si tratta il farmaco con superficialità e indifferenza. Ma si è buoni professionisti se si offre il parafarmaco con competenza, serietà e accompagnandolo con il consiglio sanitario. Insomma -secondo me- la professionalità la si conquista sul campo giorno per giorno, indipendentemente dal bene trattato. INTERVISTA Abbiamo incontrato Silvia Sorace Maresca, La farmacia “OLISTICA” PASSIONE PER LA MEDICINA NATURALE, COLTIVATA NEGLI ANNI CON STUDIO E IMPEGNO, E PARTECIPAZIONE A NUMEROSI CORSI DI APPROFONDIMENTO HANNO PERMESSO A SILVIA SORACE MARESCA DI ELABORARE UN MODO DIVERSO DI SVOLGERE LA PROFESSIONE. ECCO COME SI COMPORTA CON CHI FREQUENTA LA SUA FARMACIA E LE INIZIATIVE DELL’ASSOCIAZIONE DA LEI FONDATA di Lorenzo Verlato 8 armamese n. 4 - 2016 È un fiume in piena Silvia Sorace Maresca (nella foto: a sinistra, con il padre e la sorella, tutti farmacisti a Castel Maggiore, Bologna) quando parla di medicina naturale, di prevenzione, del ruolo professionale del farmacista da far lievitare. E ancor più se il discorso va sul valore aggiunto del consiglio sanitario o sul colloquio da sviluppare con il cliente/paziente. E rompe gli argini, poi, se parla della sua Pharmethics, l’Associazione che promuove “una classe di farmacisti-guida nella prevenzione” e dei primi passi, peraltro di gran successo, della sua Accademia. È un modo -a tutto tondo- di coniugare farmacia, salute, etica, ecosostenibilità e responsabilità sociale che vale proprio la pena di approfondire. ■ D’accordo, l’Oms parla di salute psicofisica, con una visione, quindi, che non si limita ai soli aspetti sanitari, ma che comprende un equilibrio a 360°, cioè fisico, mentale, sociale, spirituale. Ma da qui a proporre una “farmacia olistica”, che punta alla “salute totale”… non le sembra di prenderla un po’ larga? Sì, certo, la prendo un po’ larga, ma è esattamente ciò che voglio fare. Ovviamente partiamo dal presupposto che il farmacista si deve occupare di benessere più che di malattia, compito quest’ultimo del medico. E allora mi piace dimostrare che non ci sono scorciatoie, che se vogliamo star bene il percorso da fare su di noi dev’essere completo, deve coinvolgerci in tutta la nostra interezza. Certo, il concetto espresso dall’Oms, oltre che autorevole, è anche molto ampio, ma è quello che cerco di trasmettere ai miei clienti/pazienti. ■ Una visione così ampia obbliga a conoscenze altrettanto profonde e diversificate… Ho essenzialmente un’estrazione di medicina naturale: la mia prima scelta è stata la fitoterapia, ma poi sono andata oltre, ho seguito i corsi Cisdo, sono diventata docente e ora sono abilitata a insegnare omeopatia ai medici. Per me, mettere in equilibrio un organismo significa far capire alla gente di smetterla di curarsi un pezzetto alla volta: hai mal di stomaco, vai dal medico che farmacista e presidente di Pharmethics ti cura da qui a lì; poi vai da un altro medico e ti dà un farmaco per intervenire da lì a là. Ma noi siamo un’unica cosa e il nostro organismo reagisce con tutto il suo insieme. Dobbiamo, poi, tener conto di questa vita lunghissima che abbiamo davanti. Un tempo arrivavi a 75 anni e ti preparavi ad andartene, mentre adesso abbiamo sconfitto tante malattie, abbiamo farmaci risolutivi e un’aspettativa di vita lunghissima. Per esempio, il mio babbo -l’uomo della mia vita- ha 83 anni, viene tutte le mattine in farmacia e ha una mente lucidissima. La vita si è allungata e dobbiamo viverla al meglio, affrontando tutti questi anni con una mente ben allenata e un fisico che ci sostenga. Ecco perché insegno ai miei clienti/ pazienti a considerare sempre tutto quel che mettono dentro il corpo, questa macchina che è l’unica che abbiamo e che dobbiamo curare bene. Che sia un alimento o che siano delle pillole, è sempre qualcosa che interagisce con il nostro organismo e che può provocare disequilibri. Quindi, mangiare bene, mantenere attiva la muscolatura con il movimento, soprattutto un certo tipo di movimento, e far partire il tutto dalla respirazione. Faccio un esempio pratico: nessuno ha i muscoli della schiena ben sviluppati -fuorché i nuotatori- e così, invecchiando, tutto cede un po’, ci incurviamo e non c’è niente che sostenga il peso dello scheletro. Ci dobbiamo pensare per tempo, fare esercizi fisici corretti, misurati, adeguati al mutare del nostro fisico. Insomma, il mio impegno di farmacista che si occupa del benessere della gente deve puntare alla prevenzione, alla salute totale, in una logica quindi anche di ecosostenibilità e con uno spiccato senso di responsabilità sociale. ■ Propone, dunque, un nuovo modo d’interpretare la profes- armamese n. 4 - 2016 9 La farmacia “OLISTICA“ sione. Ma quali i risultati pratici? Insomma, bella la teoria, ma in soldoni… Guardi che, insegnando un consumo più cosciente, paradossalmente alla fine la gente consuma più cose. Faccio un esempio pratico. Lavoro da molto tempo con il Consiglio nazionale delle ricerche, che ha reso disponibile un test (piccola parte della ricerca premiata l’anno scorso con il Premio Nobel) che analizza com’è fatta la membrana della cellula. Tradotto in parole povere, questo test mi dice che cosa Silvia, a destra, e Alessandra Sorace Maresca 10 armamese n. 4 - 2016 è bene che io mangi, qual è il mio alimento nemico, quale sostanza mi manca. Capisco, quindi, con che cosa debbo integrarmi, e così arriviamo alla nutraceutica. A questo tipo di equilibrio reagiscono tutti gli organi, il primo è la pelle, il più grande organo che abbiamo e quello sempre sotto i nostri occhi. Chi fa con me questo percorso impara a capire -anche gli uominiche la cura della pelle è fondamentale e che quello che noi donne abbiamo sempre fatto per essere più belle, diventa allora necessario per tutti. Impariamo a capire che la pelle è lo specchio della nostra salute e così riscopriamo la vecchia semiotica medica (che, purtroppo, non si indaga più all’università), che è lo studio dei segni. Una macchia sulla pelle può indicare che c’è qualcosa da indagare, il segno della decadenza di un organo, piuttosto che di un altro. Ma, ritornando alla domanda -e scusi se divago- tutto questo non è soltanto empirica filosofia, bensì ha effetti pratici. E non soltanto perché un consumo più cosciente fa aumentare le necessità e gli acquisti, ma anche perché così ho allargato il mio bacino d’utenza. Vede, sono stata per tanti anni nel consiglio di Federfarma Bologna, dove mi occupavo di Pianta organica, e ai colleghi che mi chiedevano del “bacino d’utenza” rispondevo che si tratta di un’entità mobile, che si restringe e si allarga in tanti modi. Proponendo servizi e dimostrando una certa professionalità, io ho clienti che vengono quattro volte l’anno dalla Svizzera, che spesso arrivano da Firenze, da Venezia, un po’ dappertutto. ■ Come si declina, nell’attività al banco, questa visione olistica? Il gioco è molto semplice: basta abituarsi a parlare con il cliente, usare le famose due, tre domande da fare a tutti. Io le ho protocollate (sono una farmacista e vivo di protocolli) e tutti in farmacia le facciamo a chiunque, ottenendo due risultati importanti: innanzitutto la persona si sente seguita e poi ti fa capire qual è il suo vero problema. Faccio l’esempio della tosse, che è soltanto un sintomo, spesso uguale anche se diversa è la sua origine. Con poche domande riesci a capire qual è lo sciroppo giusto da dare e così risolvi il problema del paziente. Prima regola, quindi, è parlare con la gente. Ovviamente poi ci vuole competenza, quindi lo studio deve essere costante, in modo da essere sempre aggiornati. La nostra guerra di oggi è farci preferire rispetto a internet. Tutti vanno a consultare la rete e quando vengono al banco sanno già la risposta: “Buongiorno, mi dà della curcuma?”. E allora io rispondo: “Quanti chili?”. Perché spesso loro non sanno di che cosa stanno parlando, ma tu lo devi ben sapere. DARIO GIARETTO DARIOADV GIARETTO ADV ® LA PIÚ AMPIA STRUTTURA EUROPEA DEDICATA ESCLUSIVAMENTE ALLA FARMACIA www.mottigliengo.com La farmacia “OLISTICA“ ■ Lei ha fondato un’associazione, Pharmethics, il cui nome unisce insieme farmacia ed etica. Conta proseliti tra i colleghi? Non moltissimi, devo dire la verità. Attualmente sono una settantina, ma consideri che l’associazione è partita da meno di un anno e che partecipare a Pharmethics implica profonde motivazioni. Bisogna essere disponibili a portare dentro la propria farmacia i concetti di cui abbiamo parlato finora. E poi lavorare come me significa studiare, seguire corsi la domenica, impegnarsi a fondo. Perché chi fa parte di Pharmetichs deve imparare a dialogare con il pubblico in modo diverso, con l’obiettivo di fare in modo che il cittadino riconosca il nostro ruolo. Un grande supporto all’Associazione lo dà un “esterno” al nostro mondo, il “socio onorario” professor Marco Frey, massimo esperto di economia ambientale, direttore dell’Istituto di management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Penso sia “innamorato” del progetto Pharmethics, volto a promuovere una classe di farmacisti-guida nella prevenzione. ■ Ma in pratica, che cosa fa Pharmethics? Abbiamo un sito, dove pubblichiamo articoli, un blog dove dialoghiamo tra di noi, per scambiarci opinioni o risolvere dubbi. Il mio più grande sogno è realizzare la “Treccani della Sanità”, arrivare al punto che, se qualcuno cerca qualcosa attinente la salute, lo possa trovare su questo sito. Quindi, non andare su Wikipedia, ma cercare documenti scientificamente accreditati. Per fare questo bisogna essere preparati, e allora abbiamo costruito un’Accademia, che è iti- 12 armamese n. 4 - 2016 nerante, nel senso che vado a farla dove ci sono 15-20 farmacisti interessati. Essa propone 4 lezioni sui nostri 4 grandi temi, cioè prevenzione, responsabilità sociale, gestione delle risorse umane e ambiente. Le lezioni hanno tutte una parte teorica e una pratica e quest’ultima consiste nelle nostre esperienze, quanto, cioè, ciascuno di noi ha fatto nella sua farmacia. Quindi, in pratica, condividiamo e regaliamo le nostre iniziative, i nostri materiali e così il giorno dopo puoi proporre nella tua farmacia le stesse attività, come, per esempio, le mie lezioni di salute, il mio corso di cucina, il progetto di ambiente ben strutturato o quello di responsabilità sociale. Per partecipare basta essere iscritti a Pharmethics (25 euro il singolo farmacista, 150 l’intera farmacia). La prima Accademia l’abbiamo tenuta a Verona ed è andata molto bene: 25 iscritti, sempre presenti e poi la Federfarma locale ci ha pure richiesto di ritornare. È già un buon successo. ■ Quali i suoi programmi per il futuro? Dobbiamo ora strutturare il secondo anno dell’Accademia, perché quanti l’hanno fatta devono poter proseguire nel percorso, di modo che, se abbiamo parlato di nutrizione, ora dovremmo parlare di movimento, e così via. Poi vogliamo coinvolgere più farmacisti, per rilanciare il dialogo con il cittadino attraverso la nostra piattaforma. Spero che le aziende partner ci diano know how, materiali, conoscenze, per esempio che ci aiutino, con il blog, a rispondere con le dovute competenze. Non siamo tuttologi e dobbiamo far parlare gli esperti delle varie problematiche. A Cosmofarma, poi, avremo il nostro stand, dove promuovere le nostre idee e quest’anno presenteremo e svilupperemo proprio questo progetto della rete. ■ “I love Medicina naturale” Silvia Sorace Maresca, 56 anni, laureata in Farmacia a Bologna, collaboratrice in farmacie a Prato prima di diventare titolare con la sorella Alessandra della farmacia di Castel Maggiore (BO), vanta un lungo curriculum di specializzazione in medicina naturale. È specializzata in Omeopatia e in Fitoterapia, ha frequentato corsi di medicina Vedica e Ayurveda Maharishi, corsi di Lipidomica e Nutraceutica del Cnr, corsi di perfezionamento in farmacia di comunità, oltre a quelli di formazione manageriale, di gestione d’azienda e di public speaking. E ancora, frequenta la Scuola di nutrizione salernitana, collabora con il Cnr e, sul piano istituzionale, ha fondato Agifar Bologna, è stata consigliere di Federfarma Bologna, oltre a collaborare con l’Ordine. Ha fondato nel 2015, insieme con la sorella Alessandra («condividiamo gli stessi valori», ci ha detto), l’Associazione Pharmethics, che mira a diffondere i principi della farmacia olistica, a favorire il dialogo con il cittadino e ad accreditare il ruolo del farmacista. 41 800-1290 SPECIALE NUOVE APERTURE MOTTIGLIENGO presenta Pharma-box ® IL "FORMAT" RAPIDO E CONVENIENTE PER ARREDARE LA VOSTRA FARMACIA DI QUALITA' IN ITALIA ED EUROPA Pharma-box ® Pharma-box ® Pharma-box ® apri il tuo Pharma-box su www.mottigliengo.com MINI 50 mq. MIDI 80 mq. MAXI 120 mq. EXCELLENCE MADE IN ITALY I MIGLIORI FILATI AL MONDO RICERCA COSTANTE E SVILUPPO ARTICOLI ALL’AVANGUARDIA TECNOLOGIA BREVETTATA KNOW-HOW MEDICALE AL SERVIZIO DELLO SPORT Polsino morbido antirestringimento con filati extra soft Non scende, grazie alla regolazione computerizzata della maglia Sanyleg dispone di un laboratorio perfettamente attrezzato per eseguire test certificati di effettiva elastocompressione dei propri capi. 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Farma Mese 5/2015) aveva lasciato tutti un po’ spiazzati: i tre sindacati transalpini, divisi fin dall’inizio sulla riforma (favorevole quello maggioritario, Fspf-Fédération des syndicats pharmaceutiques de France, contrari Uspo-Union des syndicats de pharmaciens d’officine e Unpf-Union nationale des pharmacies de France), restavano discordi anche sull’analisi dei primi dati. Ora che è trascorso un anno dall’esordio del nuovo sistema, in Francia i media specializzati e i sindacati stessi hanno un quadro un po’ più chiaro della situazione reale, che fa dire all’autorevo- le periodico di settore Le Moniteur des pharmacies (n. 3113/2016) che il bilancio “n’est pas bon”, non è buono. I dati di Ims-Pharmastat denunciano, infatti, una perdita, per la rete delle farmacie francesi, di 147 milioni di euro (vedi tabella), che significa, in media, meno 6.700 euro per farmacia. La tendenza sembra continuare anche all’inizio di gennaio 2016: il confronto con il gennaio 2015, sempre secondo Ims-Pharmastat (cfr. Le Moniteur des pharmacies n. 3118/2016), mostra un calo di 41 milioni di euro, cioè -8,3%. Il dato è influenzato dalla scarsità di patologie invernali riscontrata, ma va remunerazione non ha dato i risultati sperati L’honoraire n’est pas bon notato che proprio in questo mese è scattato l’aumento dell’onorario per confezione dispensata (da 0,80 euro a un euro). Insomma, le 22 mila farmacie francesi con questo nuovo sistema proprio non ci guadagnano e l’obiettivo di sganciare la remunerazione del farmacista dal prezzo e dalle quantità vendute di farmaci è soltanto parzialmente raggiunto. Fspf: senza questa riforma sarebbe peggio Il sindacato maggioritario in Francia, la Fspf (che rappresenta circa il 50% delle farmacie transalpine), guidata da Philippe Gaertner, è l’unico ad avere firmato l’accordo per l’attuazione di questa riforma e continua a difenderla: «È una delle riforme essenziali per la farmacia, si attua senza difficoltà al banco e fa ormai parte della nostra professione», ha detto Gaertner a Le Moniteur. Però ammette che i risultati sono al momento negativi e che la stabilizzazione economica delle farmacie non è ancora stata ottenuta. Tuttavia -è la tesi di Fspf- senza questa riforma il danno per la rete sarebbe stato molto maggiore: se si sono persi 147 milioni in un anno, senza il nuovo La remunerazione alla francese In Francia la riforma della remunerazione delle farmacie, sottoscritta dal principale sindacato professionale Fspf e da Uncam (Union nationale des caisses d’assurance maladie, il servizio sanitario pubblico), è entrata in vigore il 1° gennaio 2015. Con questo accordo è stato introdotto un onorario di dispensazione, per i farmaci rimborsabili, di 0,80 euro a confezione (al posto del precedente forfait di 53 centesimi), salito a un euro dal gennaio del 2016. A questi importi si aggiungono 50 centesimi per le ricette più complesse (cinque o più prescrizioni). Contemporaneamente, è stato modificato, riducendolo, il margine collegato al prezzo del medicinale (“la marge dégressive lissée”, secondo cui più un farmaco è caro e più è bassa la percentuale del margine del farmacista). Fino al 2014 il margine era del 26,10% nella fascia di prezzo (ex fabrica extra tasse) tra 0 e 22,90 euro, del 10% tra 22,90 e 150 euro e del 6% sopra i 150. Dal gennaio 2015 è cambiato così: nullo fino a 0,82 euro; del 25,5% da 0,83 a 1,91 euro; del 25,5% da 1,92 a 22,90 euro; dell’8,5% da 22,91 a 150; del 6% da 150,01 a 1500; nullo sopra i 1500. Dal 1° gennaio 2016 è scattata un’ulteriore modifica: zero per la fascia di prezzo 0,83-1,91 euro. regime se ne sarebbero perduti 222, cioè 75 in più. E le cose sarebbero andate meglio, se la riforma fosse stata attuata in un’unica tappa e non per gradi (per esempio, partendo subito con un euro a confezione, anziché cominciando con gli 80 centesimi per tutto il 2015). Pesa in misura decisiva sul bilancio della “rémunération” la politica di taglio dei prezzi dei medicinali, decisa dal Governo nel quadro della razionalizzazione della spesa sanitaria pubblica, che prosegue da qualche anno e non intende arrestarsi presto, dato che sono già programmati armamese n. 4 - 2016 17 L’honoraire N’EST PAS BON La rete delle farmacie perde 147 milioni di euro Unità Ricette totali Ricette complesse Giro d’affari con onorari (imposte incluse) Remunerazione totale (escluse imposte) 2014 2.707.943.513 597.478.777 87.018.688 26.062 mln euro 5.502 mln euro 2015 2.676.963.851 594.694.912 85.753.201 25.690 mln euro 5.355 mln euro -1,14% -0,47% -1,45% -1,43% -2,67% Differenza Differenza sulla remunerazione -147 mln euro Fonte: Ims-Pharmastat su 14.000 farmacie (da “Le Moniteur des Pharmacies” n. 3113/2016) risparmi sulla spesa farmaceutica pari a 3,5 miliardi in un triennio. Secondo la Fspf, la riforma ha almeno permesso di arginare l’effetto negativo del ribasso dei prezzi. Detto questo, anche il sindacato favorevole alla “nouvelle rémunération” ritiene che qualcosa debba essere cambiato e chiede alla parte pubblica di riaprire la discussione, anche perché si rimprovera alla stessa Assurance maladie di avere sopravvalutato -nelle proiezioni presentate a suo tempo in sede di negoziato con i farmacistigli effetti positivi della riforma sulle farmacie e sottovalutato invece il pesante impatto del taglio dei prezzi dei medicinali. D’altro canto, fa notare Le Moniteur, lo Stato potrebbe pur sempre rispondere ai farmacisti citando altri dati a loro favorevoli: infatti, la stessa fonte Ims-Pharmastat dice che, malgrado il taglio dei prezzi, il giro d’affari globale della farmacia è stabile, anzi registra, nel periodo novembre 2014-novembre 2015, un leggero aumento (+0,3%), anche se perde l’1% sui farmaci rimborsabili. Ciò dipende dalla buona tenuta degli altri settori: +2,3% per i farmaci non rimborsabili, +6% per il parafarmaceutico, +5,1% per le voci della cosiddetta “Lista dei prodotti e prestazioni rimborsabili” (che comprende dispositivi medici, alimenti, bendaggi sterili, strumenti per handicap fisici, protesi esterne e via di seguito). 18 armamese n. 4 - 2016 In futuro onorario a prescrizione Resta il fatto che la remunerazione così com’è oggi non aiuta la farmacia e Fspf chiede che vi sia «una compensazione di ciò che non è stato stabilizzato». Tra gli obiettivi da raggiungere in prospettiva vi è il passaggio generalizzato all’onorario per prescrizione, d’altronde previsto dalla stessa Convenzione farmaceutica. È uno dei punti fermi della Fspf, ma sembra che la controparte pubblica, l’Uncam (Union nationale des caisses d’assurance maladie), non abbia troppa fretta di procedere in quella direzione. Il direttore generale di Uncam, Nicolas Revel (intervistato da Le Moniteur sul n. 3104/2015) afferma che vi sono problemi tecnici da risolvere prima di arrivarci, a partire dalla difficoltà di quantificare precisamente il numero delle ricette (un ostacolo superabile con soluzioni informatiche, replica Gaertner su Le Moniteur n. 3114/2016). L’onorario a prescrizione ha anche un’altra controindicazione: il rischio di favorire alcune farmacie e penalizzarne altre, a seconda del numero e della qualità di ricette trattate. Su questo punto Gaertner considera, infatti, necessaria l’elaborazione di un modello microeconomico che introduca compensazioni che assicurino una ripartizione equa dei benefici. Un’altra proposta della Fspf è quel- la di portare l’onorario speciale per le ricette complesse, quelle contenenti cinque o più prescrizioni, dagli attuali 50 centesimi a un euro e di estendere questo compenso alle ricette per pazienti con patologie di lunga durata. Anche qui Uncam frena. Il suo direttore generale ritiene che sia ancora troppo presto per dare giudizi definitivi e che, prima di fare modifiche, convenga valutare gli effetti della riforma su un periodo più lungo. Ai farmacisti francesi, però, Revel vuole ricordare alcune cose importanti: «Questa riforma è stata concepita per sganciare la remunerazione delle farmacie dai prezzi dei farmaci dispensati. È chiaro che non è stata pensata per compensare gli effetti dell’abbassamento dei prezzi, che è ben difficile calcolare in anticipo. Certo il taglio continuerà nei prossimi anni. Per questo dobbiamo andare avanti sulla strada della diversificazione della remunerazione delle farmacie. In generale, i farmacisti devono esser meglio riconosciuti e, dunque, remunerati non soltanto sulla dispensazione dei medicinali: abbiamo già creato remunerazioni su obiettivi di sanità pubblica legati al supporto a pazienti affetti da patologie croniche, che potranno in futuro essere estesi». I negoziati restano comunque aperti, anche perché esiste un apposito Osservatorio che si riunisce perio- L’honoraire N’EST PAS BON dicamente, con le parti interessate, per valutare nel tempo gli effetti del nuovo sistema. Uspo: un nuovo contratto con lo Stato L’altro sindacato forte in Francia si chiama Uspo, Union des syndicats de pharmaciens d’officine, presieduto da Gilles Bonnefond, in ascesa nelle ultime votazioni per le Unioni regionali dei professionisti della sanità, dove ha guadagnato terreno nei confronti della Fspf. Uspo -come la terza organizzazione sindacale, la Unpf- non aveva firmato l’accordo per la riforma della remunerazione, che non ha mai condiviso, e trova ora confermate le sue posizioni critiche. Preme, quindi, per una rinegoziazione complessiva di tutta la materia che riguarda le farmacie. «Chi può accontentarsi del fatto che sarebbe potuto andar peggio?» protesta Bonnefond (Le Moniteur n. 3112/2016), rispondendo a distanza al collega Gaertner. Per lui, semplicemente la riforma non va, non ha alcun impatto positivo. I farmacisti devono fare i conti con riduzioni e perdite su tutti i farmaci rimborsabili: -0,9% sulle unità, -0,4% sulle ricette e -1,2% sulle prescrizioni complesse. La nuova remunerazione non tutela dal calo dei prezzi: poiché è legata unicamente al numero delle scatole e al margine commerciale, la conseguenza sono perdite da 130 a 150 milioni per la farmacia in funzione del ribasso dei prezzi. Anche sulle proposte correttive avanzate dalla Fspf, Uspo non ha fiducia: puntare sull’onorario a confezione e sulle ricette complesse è un errore, perché l’Assurance maladie remunera le farmacie sul numero delle scatole e sulle prescrizioni complesse e dà incentivi ai medici perché *Per saperne di più: www.fspf.fr - www.uspo.fr www.unpf.org - www.lemoniteurdespharmacies.fr prescrivano meno confezioni e facciano meno ricette complesse. Anche l’aumento dell’onorario a scatola del gennaio 2016 (da 0,80 a 1 euro) non rappresenterebbe, per Uspo, un’effettiva rivalutazione, perché contemporaneamente si è azzerato il margine sino a 1,91 euro. Uspo calcola un calo del margine di 8 centesimi a scatola per i farmaci sopra 1,81 euro, cioè l’89% delle referenze. Secondo il sindacato di Bonnefond, le farmacie subiranno un ribasso del margine sui trattamenti cronici e un aumento di 20 centesimi su paracetamolo e omeopatia, il cui futuro è incerto. Perciò, il regime attuale è ritenuto inadatto alle farmacie francesi e deve essere rinegoziato al più presto. Anche Uspo vuole l’onorario a prescrizione, ma ritiene necessario un «nuovo contratto con lo Stato per modificare il modo di remunerazione, far evolvere la professione, dare prospettive ai giovani, raccogliere la sfida della riorganizzazione del sistema sanitario». Per fare questo, è indispensabile l’accordo di tutti i sindacati, non deve più accadere che un sindacato da solo decida per l’intera professione. Unpf: vogliamo discutere i prezzi Assai contraria da sempre alla riforma è pure l’Unpf guidata da Jean-Luc Fournival, che ne chiede la rinegoziazione totale. Anche questa organizzazione è a favore della remunerazione a prescrizione, a cui vorrebbe aggiungere un onorario intellettuale per atto professionale. Ma Unpf ha poca fiducia nella disponibilità dell’Assurance maladie e si domanda se sia questa il giusto interlocutore dei farmacisti. L’idea è che, per i farmacisti, sia più importante parlare con il Ceps (Comité économique des produits de santé) perché è questo che stabilisce i prezzi dei farmaci. Unpf lamenta che i farmacisti non sono coinvolti nel negoziato sulla fissazione dei prezzi e alla fine della catena sono loro a subire gli effetti dei ribassi. Per questo vogliono partecipare a questo tavolo decisivo, a cui l’Assurance maladie, invece, è regolarmente presente, e reclamano un interlocutore privilegiato presso il ministero della Sanità, oggi diretto da Marisol Touraine. Per il futuro, se le cose non cambiano, Unpf fa previsioni cupe: siccome è il farmaco la voce che più contribuisce alla riduzione delle spese dell’Assurance maladie, il governo punta su nuovi ribassi di prezzo nel 2016 e la rete delle farmacie perderà altri 200 milioni di euro. n MERCATO Il recente trend dei prodotti in farmacia L’ANDAMENTO DEI PRODOTTI NON SOLTANTO OFFRE UNA FOTOGRAFIA PRECISA DEL MERCATO DELLA FARMACIA, MA È SOPRATTUTTO UTILE PER POTER RICAVARE SUGGERIMENTI SUI SETTORI DA SEGUIRE CON PARTICOLARE ATTENZIONE. ECCO LE “STELLE” CHE BRILLANO MAGGIORMENTE NEL CIELO FARMACIA di Laura Gatti Ims Health L’ANNO DA POCO CONCLUSO HA VISTO IL VALORE DEL FATTURATO TOTALE IN FARMACIA (25,2 MILIARDI DI EURO, REGISTRANDO UN +1,6% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE) RIAVVICINARSI AI LIVELLI PRE 2012, QUANDO PURTROPPO, CON UN TONFO DEL - 4%, S’INTERRUPPE UN TREND POSITIVO IN ATTO DA QUASI UN DECENNIO (vedasi Figura n. 1). La farmacia è il canale che è cresciuto di più, sui mercati commerciali omogenei, rispetto a parafarmacie e corner della Grande distribuzione organizzata: chiude l’anno con un incremento del 4,1%. Le parafarmacie, invece, si fermano a +0,8%, e soltanto grazie a un aumento dei prezzi medi, poiché i volumi risultano in contrazione. E anche i corner della Gdo segnano un negativo -1,6% a valori, e ancora più consistente è la caduta nei consumi: -3,5%. Il risultato della farmacia nel suo insieme è stato la naturale conseguenza di una serie di fattori positivi, prevalentemente legati alla stagionalità. Certamente hanno avuto un peso importante sia l’epidemiologia delle malattie respirato- rie, particolarmente virulenta nella prima parte dell’anno, sia un’estate assai lunga e molto soleggiata, le cui conseguenze si leggono facilmente nell’evoluzione trimestrale dei fatturati. L’effetto di questi fattori è, però, venuto meno nella seconda parte dell’anno, durante il quale registriamo un rilevante rallentamento della crescita (vedasi Figura n. 2). Le varie classi Passando a un’analisi per classi di prodotti, si conferma la centralità del comparto di libera vendita per il sostegno del conto economico del canale. Valutando, infatti, il contributo alla crescita totale, che ha raggiunto nel 2015 circa 380 milioni di Evoluzione del mercato totale in farmacia Valore totale (mld €) e variazione vs anno precedente Fonte delle tabelle: Ims Health - Multichannel View 5,0 4,0 3,0 25,0 3,8 2,0 23,0 1,0 0,0 -1,0 1,6 25,5 26,0 1,4 1,0 25,7 24,6 24,9 -0,3 24,9 1,6 25,2 -3,0 17,0 -4,0 -5,0 21,0 19,0 -2,0 -4,1 2009 2010 Crescita 1 22 Figura 1: Evoluzione del mercato in farmacia Fonte dati: IMS Health – Multichannel View armamese n. 4 - 2016 2011 2012 2013 Mercato Farmacia 2014 2015 15,0 permette di trarre interessanti considerazioni Ecco chi BATTE LA CRISI euro in più rispetto all’anno precedente, si scopre che il fatturato dei farmaci rimborsati dal Ssn è in negativo, nonostante una crescita dei consumi. Benché si sia quasi esaurito l’effetto delle scadenze brevettuali -che ebbe un picco in Italia proprio nel 2012- a questo fenomeno si è aggiunto, a partire dell’ultimo trimestre dello scorso anno, quello delle rinegoziazioni dei prezzi delle classi terapeuticamente assimilabili, definito dalla manovra economica (Legge 125/2015), con impatto anche per diverse specialità distribuite in farmacia. I farmaci di autocura, al contrario, generano un aumento di valore nonostante una sostanziale stabilità di volumi, mentre i farmaci etici a carico dei pazienti crescono nei fatturati (+1,6%), a fronte di un’equivalente percentuale di contrazione nei consumi (-1,7%). Il motore Evoluzione trimestrale 2015 totale farmacia ValoreFigura totale del2: trimestre (mld €) e trimestrale variazione vs trimestre 2014 Evoluzione nel 2015 3,5 3,0 7,0 6,5 3,1 6,0 2,5 5,5 2,0 1,5 6,5 1,6 6,3 1,5 6,1 5,0 6,3 1,0 4,0 0,5 - 3,5 I Trim. II Trim. Crescita vs trimestre anno precedente 0 4,5 III Trim. 0,0 IV Trim. 3,0 Mercato Farmacia per trimestre Fonte dati: IMS Health – Multichannel View armamese n. 4 - 2016 23 I segmenti del mercato commerciale Ecco chi BATTE LA CRISI Quota di mercato e variazione % 2015 Figura 3: i segmenti del mercato commerciale 2 OTC Parafarmaco Igiene e bellezza Nutrizionale Mld/€ 5,38 2,32 2,04 0,41 QM% 53,3% 22,7% 20,0% 4,0% ∆% +5,8% +2,6% +3,1% -4,7% Fonte IMS Health Multichannel View 2015 24 armamese n. 4 - 2016 decisivo, però, è il comparto dei prodotti commerciali (cosmesi, dispositivi medici, integratori, e così via), che generano nuovo business per 322 milioni di euro (+ 4,2% rispetto al 2014. Si veda, in proposito, la Figura n. 3 qui sopra). I prodotti d’igiene e bellezza crescono, infatti, del 3,1% in valori. Il parafarmaco (che raggruppa la maggior parte dei dispositivi medici) guadagna, in particolare, il 2,6% sull’anno precedente. Il comparto Otc segna il +5,8%, ma grazie agli integratori, che rappresentano più del 40% del totale di questo segmento, in evoluzione ancora più marcata: +7,7%. Solamente i prodotti nutrizionali (alimenti speciali e per bambini), ormai molto ridimensionato rispetto ai primi anni 2000, continuano a perdere terreno: ormai valgono appena il 4% del comparto di libera vendita e perdono ancora diversi punti in valore per il progressivo spostamento verso la Gdo e i punti vendi- ta specializzati. E allora, quali sono state le vere “stelle” che hanno brillato nel 2015 in farmacia? Certamente ci sono dei gruppi di prodotti che hanno registrato risultati ancora più positivi rispetto al loro segmento di riferimento. Vediamo di segnalarli. Igiene e bellezza Naturalmente l’estate 2015, molto prolungata e soleggiata, ha determinato gli ottimi risultati dei prodotti per proteggersi dal sole e dalle zanzare. Tuttavia, il 2015 è stato anche l’anno dei “piccoli lussi” nella farmacia. Per esempio, per quanto piccolo (vale poco meno di dieci milioni di euro) il mercato delle fragranze è cresciuto del 25% a valori e del 40% in pezzi venduti. In questo specifico caso si legge nei trend anche l’effetto positivo delle promozioni, messe in atto per incoraggiare l’acquisto di beni “voluttuari” -il prezzo medio è in contrazione del10%- ma, in generale, il mix prezzo volumi ha dato un ottimo risultato. Anche i prodotti per la cura delle mani, certamente non marcatamente influenzati dalla stagionalità, hanno avuto un andamento molto favorevole: +21% in termini di fat- In caso di punture d’insetto, eritemi e scottature Placa i bollenti spiriti. Dà sollievo alla pelle. Quando hai la sensazione che la pelle vada a fuoco, puoi spegnere i sintomi con Lenirit® ad azione antinfiammatoria e antiallergica; Lenirit® allevia prurito, gonfiore e arrossamento e aiuta a normalizzare la parte colpita. É un medicinale a base di idrocortisone acetato. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 2/2/2016 Ecco chi BATTE LA CRISI turato e, anche in questo caso, le promozioni sembrano aver avuto un ruolo rilevante (a fronte di un -4% del prezzo medio). Conferma ulteriormente la tendenza di questo “effetto coccole” in farmacia, il trend dei prodotti per il trucco viso, che crescono più del comparto e non mostrano nemmeno un importante impatto deflattivo dei prezzi, che restano sostanzialmente stabili (si vedano i grafici in queste pagine). Integratori Il mondo degli integratori ci ha abituato a evoluzioni molto superiori al resto del canale e, anche quest’anno, chiude con un passo di crescita quasi doppio, rispetto al totale del mercato di libera vendita nel suo insieme: +7,7% è una percentuale del tutto soddisfacente, soprattutto se raffrontata all’andamento del mercato. Naturalmente alcune tipologie di prodotto, come gli integratori salini, hanno beneficiato della situazione climatica (+22%) o dell’epidemiologia (tosse e raffreddore +14%). Anche in quest’area, tuttavia, si possono individuare prodotti che si possono definire “primi della classe”, peraltro non sostanzialmente aiutati da eventi esterni. Nel 2015 sono cresciuti in modo significativo, per esempio, i prodotti per la prevenzione dei disturbi genitourinari maschili, che pesano circa 100 milioni di euro, pari a un +10%; i prodotti regolatori del colesterolo, che ottengono un + 13,4% e, tra i preparati per l’integrazione, gli Omega 3 (+11,6%). Nonostante la concorrenza degli altri canali, incluso lo scaffale della armamese n. 4 - 2016 siringhe, le bende o le medicazioni, che mostrano, comunque sia, un’evoluzione interessante anche in farmacia. Il paziente-consumatore dimostra, dunque, di apprezzare il ruolo del farmacista in un acquisto assistito anche su dispositivi che alcuni considerano commodity. E di questo aspetto, peraltro inatteso, vale la pena di tenere ben conto. n Top 3 di fragranze e profumi IAP PHARMA FEMME ERBOLARIO AC PROFUMO CAUDALIE T-DES VIG Rappresentano il 24% del totale fatturato Top 3 del trucco in farmacia ROUGJ MASCARA DEFENCE COL. FDT DERMABLEND FDT COR Rappresentano il 21% del totale fatturato Top 3 del colesterolo ARMOLIPID PLUS ARMOLIPID Parafarmaco e device 26 Grande distribuzione, dove sempre più spesso trovano posto piccoli presidi, il settore ha chiuso l’anno positivamente, con un incremento non scontato del 2,6%. Tuttavia, tralasciando le strisce per la misurazione del glucosio -una fetta importante del mercato che trova in farmacia la sua naturale collocazione- vi sono gruppi di prodotti acquistabili fuori canale come le EZIMEGA PLUS Rappresentano il 36% del totale fatturato Quando le micosi spuntano come funghi Inibisce le infezioni fungine e ripara la pelle. Se i funghi hanno deciso di colonizzarti, puoi difendere la tua pelle con Lenirit® Micosi, a base di clotrimazolo indicato nel trattamento delle infezioni fungine come la candidosi cutanea, il piede d’atleta o la tinea corporis. É un medicinale a base di clotrimazolo. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 22/2/2016 PROFESSIONE ECCO UNA DOMANDA CHE È NECESSARIO PORSI: “NELLA MIA FARMACIA IL CLIENTE TROVA SEMPRE UN BUON CONSIGLIO”? PERCHÉ È PROPRIO QUESTO CHE VIENE ACCREDITATO DALL’AMPIA MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE, ED È PROPRIO QUESTA L’ASPETTATIVA CHE NON BISOGNA MAI DELUDERE. MA COME FARE? ECCO ALCUNI SUGGERIMENTI di Nicola Posa, amministratore delegato di Shackleton Group 28 armamese n. 4 - 2016 Puntate sul consiglio, come elemento IMMAGINATE DI RIVOLGERE QUESTA DOMANDA ALLA VOSTRA CLIENTELA: “NELLA NOSTRA FARMACIA, TROVATE SEMPRE UN BUON CONSIGLIO?”. PER AVERE UN TERMINE DI PARAGONE SU CHE COSA PENSINO E COME SI COMPORTINO GLI ITALIANI NEI CONFRONTI DELLA FARMACIA, BASTA AFFIDARSI AI DATI STORICI ricavabili dai sondaggi sull’immagine delle farmacie italiane. In particolare, ho trovato alcuni dati interessanti da un’indagine Ispo (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione) di qualche anno fa, in base alla quale l’88% degli italiani afferma di trovare sempre in farmacia un buon consiglio. E voi sapreste dire dove vi collocate rispetto a questo dato storicamente consolidato? Si tratta di un campione rappresentativo che esprime un concetto di soddisfazione fondamentale per la vostra attività, un benchmark da tenere bene a mente, perché si riflette sulle vostre performance e può rappresentare uno strumento importante per la vostra crescita e il consolidamento sul territorio. Mi rendo conto che confrontarsi con queste percentuali non sia semplice. La media italiana è, infatti, altissima e per fare meglio bisogna essere ancora più ambiziosi e puntare almeno al 95% di soddisfazione. Per citare un esempio fuori canale, prendo il caso di un concessionario auto che ho visitato recentemente e vuole soltanto clienti estremamente soddisfatti. Questo è ciò che chiede a tutto il personale e all’organizzazione aziendale: non domanda se la clientela è soddisfatta, ma se è “estremamente soddisfatta”, perché questo è l’obiettivo condiviso. Suggerisco un processo aziendale analogo per le migliori farmacie italiane. distintivo del vostro business 88% e oltre I motivi di una scelta: quale farmacia? Che la farmacia sia quel luogo in cui si trova un buon consiglio, è ormai un dato consolidato. Così come, sempre dai sondaggi svolti nel corso degli anni, emerge anche che il consiglio sia quella leva che fa scegliere una farmacia piuttosto che un’altra. Ma ci sono altri dati importanti da cui partire e sono quelli che emergono dal rapporto Coop 2015 sui consumi e la distribuzione. Dopo anni di segno negativo, dal 2015 il potere d’acquisto delle famiglie italiane ha cominciato a invertire la rotta e a crescere, facendo aumentare anche i consumi delle famiglie, soprattutto in alcuni comparti. Tra questi compare la spesa per prodotti medicinali, articoli sanitari e materiale terapeutico, che continua a segnare percentuali, per quanto abbastanza contenute, in costante aumento, che dovrebbero mantenersi tali anche per tutto il 2016. Se le persone sono disposte a spendere sempre di più in salute e cercano una farmacia di fiducia, che sappia dare loro un buon consiglio, come si può allora consolidare e migliorare questa immagine? Potremmo anche praticare efficacemente i sette passaggi che portano alla formazione di un buon consiglio, ovvero: accoglienza, ascolto, domande, riformulazione, proposta, gestione delle obiezioni e monitoraggio, ma dal mio punto di vista tutto ciò non basta. C’è una premessa da curare attentamente, uno scenario dentro il quale collocarsi, che si esprime su tre livelli: 1. misurare il livello di soddisfazione 2. mantenere la promessa professionale 3. valutare il dato economico. Sul primo punto abbiamo già sottolineato l’importanza di misurare il livello di soddisfazione della vostra clientela per capire se vi posizionate al di sopra o al di sotto della media nazionale, già di per sé molto alta (88%). Ora che il vostro obiettivo è chiaro, ovvero mantenere o innalzare la soddisfazione verso il vostro servizio, dovete ragionare in termini di salute (mantenere la promessa professionale) e di spesa media annua delle famiglie (valutare il dato economico). Nutro forti dubbi rispetto a quello che molte farmacie stanno facendo relativamente al consiglio. Se consigliare viene inteso come un’attività meramente legata a sconti e promozioni, pur di aumentare lo scontrino medio, allora siamo molto lontani dal garantire una promessa professionale. Se io fossi il titolare di una farmacia, guarderei il risultato economico come a quel processo che conferma la capacità -mia e di tutta la squadra- di consigliare al meglio. Per capire concretamente il rapporto che deve intercorrere tra salute e dato economico, vi trasmetto un insegnamento che a mia volta ho ricevuto e che racchiude l’essenza del nostro discorso. Quando avviate un’impresa o un’attività, se vi concentrate immediatamente sul risultato economico molto probabilmente non lo otterrete; ma se, invece, fate un buon lavoro, armamese n. 4 - 2016 29 88% e oltre impegnandovi con passione e professionalità, scoprirete alla fine, in basso a destra, un numero che non vi sareste mai aspettati. Lavorando bene, con una squadra di persone che siano profondamente convinte di ciò che consigliano, otterrete risultati migliori e passerete dal livello della promessa professionale al dato economico. Come mantenere una promessa Mi viene in mente il successo di un’iniziativa recentemente organizzata dalla Regione Toscana e rivolta al personale delle farmacie in merito all’emergenza meningite sul territorio. Devo dire di essere stato piacevolmente sorpreso da sale piene di farmacisti, accorsi per partecipare alla formazione tecnica e desiderosi di poter dare risposte alle persone che avevano paura del- la meningite. Questo per me è un consiglio professionale: è mantenere la promessa professionale. Complimenti, quindi, ai colleghi toscani! Anche le campagne di comunicazione da noi ideate e denominate “Chiedici salute” sono un ulteriore esempio concreto di come si mantiene una promessa. Con questo slogan -e tutte le iniziative che ne conseguono- il farmacista invita il cliente che entra in farmacia a “chiedere salute” e, quindi, a pretendere il meglio, e la squadra potrà rispondere con un consiglio professionale adeguato. Una volta ragionato in quest’ottica, è il momento di guardare l’aspetto economico. Lo scontrino medio va osservato non all’inizio, ma alla fine di questo processo. E non è tutto: più che lo scontrino, vi inviterei a ragionare sulla spesa media annua delle famiglie italiane, quella spesa che, secondo il rapporto Coop Da tenere in mente «Il consiglio rappresenta il vantaggio competitivo della farmacia. Uno strumento per creare relazioni durevoli nel tempo, che altri canali non hanno». «Dati storici sulle farmacie italiane rivelano che, secondo l’88% della popolazione, in farmacia trovi sempre un buon consiglio». «La spesa per prodotti medicinali, articoli sanitari e materiale terapeutico, già in aumento nel 2015, è destinata ad aumentare anche nel 2016» (Fonte: Rapporto Coop 2015 sui consumi e la distribuzione). 30 armamese n. 4 - 2016 2015, sta lentamente aumentando, anche nel vostro comparto. Il vostro obiettivo non è soltanto quello di staccare uno scontrino più corposo, ma piuttosto quello di impattare sulla spesa media annua della famiglia di quel cliente, invitandolo a ritornare in farmacia, per chiedervi consigli e salute. Il mio consiglio per voi, in sintesi, è quello di intraprendere un percorso di formazione e motivazione personale che vi permetta di avere una squadra di lavoro interessata alla promessa professionale, come elemento distintivo per il vostro business. Vi auguro di diventare sempre più consapevoli di quel valore aggiunto che potete offrire alle persone che entrano in farmacia: la relazione e il consiglio al cliente vi offrono, infatti, un vantaggio competitivo che altri canali, per esempio la Gdo e l’e-commerce, non hanno e non avranno mai. Tutto questo vi permette di puntare alla spesa media annua e di costruire un rapporto durevole. n GESTIONE Cassetto della farmacia e conto corrente Confusioni PERICOLOSE RITORNIAMO SU UN TEMA GIÀ AFFRONTATO, CIOÈ CASSETTO E C/C PERSONALE, PERCHÉ L’ARGOMENTO È IMPORTANTE E PURTROPPO SEMPRE ATTUALE. IL FISCO, A FRONTE DI GIRI NON DOCUMENTATI, PARTE DALLA PRESUNZIONE DI PAGAMENTI IN NERO. E ALLORA SONO GUAI 32 L’ abbiamo già detto altre volte, ma vale proprio la pena di ribadirlo: il cassetto dell’azienda farmacia e il conto corrente del titolare sono due cose completamente diverse, da gestire con oculatezza, evitando di prelevare denaro da uno o dall’altro in modo indifferenziato. Niente promiscuità, quindi, perché l’Amministrazione finanziaria al riguardo non presume niente di buono. È quanto suggerisce la nostra esperta, dottoressa commercialista Paola Castelli, che sull’argomento ci offre utili suggerimenti sul corretto modus operandi. ■ Dottoressa Castelli, un’accurata gestione contabile-amministrativa della farmacia prevede anche una corretta gestione del conto corrente aziendale e del cassetto: come si deve comportare il “titolare modello” nel movimentarli? La gestione del conto corrente aziendale è un momento della quotidianità dei farmacisti, che non deve avere ombre, ma soltanto luci. È bene, quindi, ricordare alcune regole fondamentali: il conto corrente della farmacia e quello personale sono due entità a sé. Una cosa è l’attività d’impresa, un’altra, invece, la vita privata. ■ È vietato prelevare gli utili in contanti dal cassetto o dal conto corrente aziendale per poi versarli in contanti sul conto corrente personale? In fondo il conto corrente aziendale e quello personale sono entrambe disponibilità del farmacista. Il conto corrente aziendale e quello personale sono entrambi disponibi- del titolare lità del farmacista, ma hanno origini diverse: il primo riguarda l’attività d’impresa, mentre il secondo attiene alla vita privata del farmacista. Un prelievo dal conto corrente aziendale deve essere rigorosamente documentato, altrimenti il Fisco può presumere che le somme prelevate siano state utilizzate, per esempio, per pagare merce in nero. Partendo proprio da una presunzione di acquisti irregolari, l’Amministrazione finanziaria può poi cercare di innescare una presunzione di vendite senza fattura. Di fronte a tali presunzioni, alla fine della fiera, è il contribuente che deve fornire, con apposita documentazione cartacea, la prova contraria. Pertanto, il titolare non deve mai utilizzare il cassetto per prelevare denaro o pagare spese personali perché, come già sottolineato in un precedente intervento, il cassetto non è un bancomat. Il comportamento corretto consiste proprio nel bonificare gli utili dal conto corrente della farmacia a quello personale. ■ Quindi, se ho ben capito, tutto l’incasso giornaliero deve transitare dal conto corrente della farmacia. È corretto? Sì, perché in sede di un’eventuale verifica da parte dell’Amministrazione finanziaria viene controllata la cassa, per vedere se i valori rinvenuti (denaro, assegni, ricevute di carte di credito e bancomat) trovano riscontro negli incassi registrati. Elevate giacenze contabili di cassa possono essere considerate dal Fisco sintomatiche dell’esistenza di acquisti senza fattura, e ciò nel presupposto che, in caso di fondi extracontabili non sufficienti, in un determinato momento possa essere utilizzata la giacenza ufficiale per finanziare acquisti “in nero”. È, quindi, necessario versare l’incasso giornaliero, al netto del Pos, sul Confusioni PERICOLOSE conto corrente aziendale e, a fine mese o con altra periodicità, bonificare l’utile o il cosiddetto stipendio del titolare dal conto corrente della farmacia al conto corrente personale. A questo punto il farmacista, persona fisica e non imprenditore, può effettuare prelievi dal proprio conto corrente personale, in funzione delle esigenze proprie e dei famigliari. È consigliabile emettere un assegno intestato a sé medesimo e incassarlo, anziché fare un prelievo in contanti allo sportello. ■ Non è mai possibile, pertanto, effettuare prelievi in contanti dal conto corrente aziendale? È possibile, ma tali prelievi devono essere limitati alla “piccola cassa contanti” aziendale. Devono, quindi, essere di importo molto contenuto per spese di limitata entità (spese postali, materiali di pulizia, spese di cancelleria e simili). Si tratta di un saggio comportamento, in quanto i prelevamenti vengono controllati perché il Fisco potrebbe presumere che i fondi siano stati utilizzati per pagare acquisti di merce in nero. ■ Anche i pagamenti inerenti all’attività d’impresa (fornitori e via dicendo) non devono essere fatti in contanti, vero? Non si sbaglia. Tutti i pagamenti devono avvenire solamente con bonifico bancario, assegno bancario o circolare non trasferibile o, comunque sia, con altre modalità di pagamento bancario oppure postale in grado di garantire la necessaria trasparenza delle movimentazioni finanziarie. ■ Ipotizziamo il caso di una società titolare di farmacia: i soci hanno gli stessi problemi 34 armamese n. 4 - 2016 appena evidenziati per il titolare imprenditore individuale? La situazione del socio di società titolare di farmacia è analoga a quella del farmacista imprenditore individuale, con l’aggravante che, se la società preleva dal conto corrente aziendale o dal cassetto somme in contanti pari o superiori a 3.000 euro per attribuirle a un socio, si incorre nella violazione della normativa antiriciclaggio. ■ Dottoressa Castelli, qual è il suo consiglio per i titolari? Gestire scrupolosamente la propria attività economica e le relative risorse finanziarie mette il titolare al riparo da eventuali accertamenti basati sulle indagini finanziarie o, comunque sia, offre al farmacista una valida arma di difesa, potendo, infatti, quest’ultimo disporre di prove documentali atte a giustificare le operazioni contestate dall’Amministrazione finanziaria. In virtù del detto “prevenire è meglio che curare”, il mio consiglio è quello di evitare che vi sia promiscuità nell’uso del conto corrente personale e di quello aziendale. Tali conti devono avere una gestione del tutto separata, per evitare difficoltà nel fornire una prova contraria alle contestazioni del Fisco. È, pertanto, essenziale riuscire a documentare la provenienza di tutte le somme versate e la causale di ogni prelevamento effettuato, per evitare che gli accrediti e gli addebiti possano essere considerati, ai fini Iva e ai fini delle imposte dirette, rispettivamente vendite e acquisti in nero. Con questo modo di agire gli estratti conto bancari della farmacia rappresenteranno un valido scudo contro le eventuali presunzioni dell’Amministrazione finanziaria. In conclusione, le sane abitudini sono un vero toccasana che mette il titolare al riparo da errori che, nonostante siano commessi in totale buona fede, possono determinare l’irrogazione di pesanti sanzioni. ■ pharma.bancaifis.it | [email protected] OPEN SPACE Farmacia e Diabete: fiducia e competenza in farmacia locandina-A3-def-trac.pdf IL PROGETTO DI CORMAN, REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON ABBOTT, BECTON realizzata da Sanitanova sulla gestione del paziente diabetico in Italia, che ha fatto emergere un’importante relazione tra farmacia e diabete: in media, a ogni farmacia presente sul territorio nazionale fanno riferimento circa 58 persone diabetiche in terapia insulinica multi-iniettiva, che visitano la farmacia più volte al mese al fine di ritirare farmaci e dispositivi medici per la cura della loro patologia. Il farmacista ha, quindi, frequenti contatti con il paziente diabetico, così come una solida relazione “personale”. Ma come può il farmacista essere d’aiuto al paziente diabetico? Spesso non ci sono risorse sufficienti per fornire una formazione dedicata sulla patologia, sulla terapia e sull’uso dei dispositivi. Dunque, a chi può rivolgersi il cittadino? Per Corman la risposta è semplice: il farmacista instaura con il paziente abituale una relazione che, se basata su competenza e fiducia reciproca, potrebbe aiutare il diabetico nella gestione quotidiana della patologia. La farmacia, quindi, potrebbe offrire un servizio di supporto e assistenza ulteriore rispetto a quello rilevante, seppur meno frequente, offerto all’interno di CAD e Associazioni diabetici. D’altro canto, alcuni focus group hanno evidenziato come il farmaci- 1 18/02/16 13:09 C M Y DICKINSON E OMRON, FAVORIRÀ IL COUNSELLING DEL PAZIENTE DIABETICO INSULINO TRATTATO IN FARMACIA. ECCO COME VERRÀ ATTUATO S edicimilacinquecento colloqui in farmacia con pazienti diabetici insulino-trattati. È questo l’ambizioso obiettivo che Corman, in collaborazione con le aziende Abbott, Becton Dickinson e Omron, si è data per l’anno 2016. Stiamo parlando del progetto “Farmacia e Diabete” che coinvolgerà 1.250 farmacie italiane a partire dal mese di aprile. L’obiettivo? Creare sul territorio un network di figure preparate e competenti, che possano offrire un prezioso servizio di supporto e di rinforzo rispetto a quello svolto da medici e specialisti della patologia. L’idea nasce nel settembre 2015, in seguito a un’analisi 36 armamese n. 4 - 2016 CM MY CY CMY K sta non sempre si senta sufficientemente sicuro nel fornire un consiglio adeguato a un paziente affetto da una malattia cronica così rilevante. Le sue incertezze sono legate spesso alle insicurezze del paziente stesso: le persone con diabete tendono a non parlare spontaneamente dei disagi legati alla patologia, rendendo difficile poter sviluppare una relazione personale e di fiducia reciproca con il farmacista. Da queste premesse e dall’impegno di tre aziende leader in ambito medicale -Abbott, BD e Omron- nasce nel novembre 2015 il progetto “Farma- cia e Diabete - Fiducia e competenza in farmacia”, con l’obiettivo di fornire alla farmacia gli strumenti per lo sviluppo di competenze adeguate alla gestione del paziente diabetico insulino trattato. L’iniziativa si basa su tre pilastri: formazione, azione, certificazione. Il pilastro della formazione consiste in due percorsi Ecm, che attribuiscono al titolare della farmacia e a un suo collaboratore 50 crediti. I contenuti dei corsi affrontano diversi temi legati sia alla gestione della patologia, sia anche al counselling del paziente diabetico. Si passa poi all’azione: a partire da aprile fino a dicembre verranno organizzati oltre 2.500 appuntamenti in farmacia, durante i quali un infermiere specializzato sarà a disposizione per affrontare temi specifici, quali la corretta tecnica di iniezione, i parametri per il controllo glicemico e le linee guida per l’automisurazione della pressione arteriosa. L’ultimo pilastro è quello della certificazione: quali sono i criteri che permettono di qualificare la farmacia come un luogo al quale il paziente diabetico può rivolgersi nella quotidianità? Le aziende hanno individuato una strada assai innovativa: il farmacista dovrà completare il corso Ecm in modo da attestare di aver maturato competenze adeguate in area counselling e ricevere, tramite un sistema di recensione online, una media di feedback positivi dai pazienti che hanno partecipato alla consulenza in farmacia. “Con la distribuzione della parte diagnostica di Abbott in tutta Italia, il portfolio di Corman ha sviluppato una forte vocazione verso i prodotti dedicati alla gestione diabete”, spiega Guido Mantovani, Amministratore delegato di Corman, in merito alle motivazioni che hanno portato allo sviluppo di questo progetto. “Se poi pensiamo che l’80% dei diabetici è iperteso, diventa naturale la presenza di Omron tra i brand promotori di questa iniziativa, insieme con Becton Dickinson. Inoltre, nel corso degli ultimi anni, Corman sta pre- sentando una serie di progetti appositamente studiati per diventare non soltanto un fornitore, ma anche un partner con il quale la farmacia può collaborare”. Sottolinea l’importanza di questa iniziativa anche Alexander Ehrenheim, Direttore del Business Diabetes Care di Becton Dickinson: “Il CAD rappresenta un importante contatto per la persona con diabete. Qui, figure mediche e infermieristiche svolgono un lavoro di impostazione e adattamento della terapia e di controlli dei parametri metabolici, oltreché di counseling motivazionale. Ma fra una visita e l’altra al CAD, il paziente può sentirsi «smarrito», per la mancanza di un punto di riferimento a cui rivolgersi nella gestione quotidiana della malattia. Per questo, sempre più spesso cerca nel farmacista una figura che possa dargli i consigli e le indicazioni di cui ha bisogno, dalle più semplici a quelle più complesse.” “È molto importante creare dei momenti di confronto con il paziente” prosegue Massimiliano Bindi, Regional Director South East Europe di Abbott.“In questo modo è possibile approfondire aspetti che a volte vengono ignorati o sottovalutati. Diabete però non vuol dire solo insulina; per le persone con diabete, oltre alla terapia, è molto importante il controllo della glicemia: eseguire correttamente l’autocontrollo aiuta, infatti, il paziente, a gestire il diabete in modo corretto. È proprio in farmacia che la persona con diabete può trovare un ambiente favorevole alla formazione, grazie al rapporto di fiducia costruito nel corso del tempo con il personale qualificato presente in farmacia”. Tra gli appartenenti al board scientifico di “Farmacia e Diabete”, troviamo anche Paolo Vintani, vicepresidente di Federfarma Milano: ”Partecipare a questo board innanzitutto mi ha permesso di rimettermi ORDINE FARMA CISTI in gioco e vivere il diabete come mai avevo fatto. Ma non solo, credo che sia stato messo un seme di come il farmacista possa entrare a pieno diritto quale protagonista di una sanità territoriale, dove la vera sfida è il dialogo tra le professioni. Essere malati -qualsiasi patologia- non è una condizione di isolamento, ma uno stimolo a recuperare un modus vivendi quantomeno dignitoso e sereno: credo che la nostra professionalità ci consenta di offrire al cittadino sofferente questa possibilità, accompagnandolo in un percorso di miglior gestione del diabete.” Con “Farmacia e Diabete”, Corman vuole quindi sottolineare l’importanza del ruolo del farmacista come punto di contatto per il cittadino che necessita di assistenza nella gestione quotidiana della malattia e che può così contare, oltreché sull’aiuto di medici e specialisti, anche sul supporto di un intermediario più immediato, ma non per questo meno preparato. “Fiducia e competenza in farmacia” conclude Guido Mantovani “rappresenta per noi una vera e propria mission da sviluppare insieme con la farmacia. Ci auguriamo con questa iniziativa di coinvolgere il maggior numero di pazienti e aiutarli così a trovare nella propria farmacia la persona giusta con cui gestire insieme le difficoltà quotidiane”. Per avere maggiori informazioni: www.farmaciaediabete.it n armamese n. 4 - 2016 37 INTERNET Contro le false ricerche c’è la medicina basata Lotta ai ciarlatani: C’È L’EBM IL PROLIFERARE DEI MOVIMENTI ANTIVACCINAZIONE RIPROPONE LA LOTTA CONTRO LE TERAPIE MIRACOLOSE, CHE PROLIFICANO SU INTERNET. È NECESSARIO AFFIDARSI SOLAMENTE A SITI ACCREDITATI E RIVALUTARE I CONCETTI COCHRANE DELLA “EVIDENCE-BASED MEDICINE” di Paolo Sciacca [email protected] 38 armamese n. 4 - 2016 I CASI PIÙ O MENO RECENTI DI TERAPIE SPERIMENTALI CHE, SENZA L’AVALLO DI ALCUNA REALE SPERIMENTAZIONE CLINICA, SI SONO IMPOSTI ALL’ATTENZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA QUALI TERAPIE MIRACOLOSE, in grado di invertire il decorso di malattie gravi e spesso incurabili, hanno sicuramente insegnato qualcosa. Con il depositarsi sul fondo delle scorie generate da emotività, polemiche e abituali divisioni dei partiti del pro e del contro, è utile trarre conclusioni in grado di orientare chi ogni giorno si confronta con i cittadini sui temi della salute. No alle false speranze La prima conclusione è che le basi del metodo scientifico che procede dall’osservazione alla formulazione dell’ipotesi, alla verifica della sua sostenibilità attraverso sperimentazioni lungamente ripetute, non sono affatto scontate tra i connazionali di Galileo Galilei. E se questo è parzialmente giustificabile nel cittadino comune, lo è molto meno tra chi ha il compito di informare su temi così cruciali, quali la salute e le terapie disponibili per mantenerla o riguadagnarla. Ipotizzare che chi scrive e discute di salute sui media laici abbia dimenticato le regole fondamentali del progresso scientifico, prima ancora di quelle del buon giornalismo, non è credibile. Lo è molto di più ritenere che azzardare titoli e tesi avventurose (vedi l’esempio stamina) sia una scorciatoia facile per attirare lettori e audience, spesso ben disposte a sposare tesi semplicistiche, meglio se corroborate dall’immancabile sospetto che sotto sotto ci siano grandi e inconfessabili interessi commerciali, impegnati a limitare lo sviluppo di una terapia tanto promettente quanto non comprovata. La seconda è che, in un’epoca in cui gli eclatanti progressi medici e biotecnologici ci fanno accarezzare il sogno di una infallibilità delle cure ormai prossima, è sempre più difficile risvegliarsi e accettare il fatto sulle evidenze scientifiche che la medicina non è una scienza esatta, che per ogni malattia sconfitta ne esistono decine d’altre ancora da comprendere, che terapie efficaci richiedono lunghi anni di sperimentazioni condotte su centinaia o migliaia di pazienti e che ogni persona, infine, risponde alla medesima terapia con una variabilità soggettiva non sempre prevedibile. Accettare queste verità è ovviamente e comprensibilmente ancora più difficile per chi è attraversato dalla malattia o ne condivide il percorso. La terza conclusione è che, vista la facilità di diffusione di messaggi sbagliati veicolati attraverso siti internet inattendibili e amplificati dall’utilizzo dei social network, contrastare le onde di cattiva informazione che periodicamente si generano intorno ai nuovi casi di disinformazione sanitaria richiede un grosso impegno e, soprattutto, l’utilizzo dei medesimi mezzi “virali” di diffusione del messaggio. Il caso eclatante che ha portato al proliferare dei movimenti antivaccinazioni in tutto il mondo è emblematico. Ma altrettanto emblematica è la risposta nata, per citare un esempio di impegno concreto, da Rete informazione vaccini (www. riv.life), sorta nell’ambito della Giornata nazionale per la corretta In- formazione scientifica promossa dall’associazione Italia unita per la scienza. La Rete è nata “dal sogno di un medico igienista di contrastare nel mondo dei social network il grande peso su questi acquisito dai movimenti antivaccinali, un sogno che era insieme una sfida e una scommessa: rompere il silenzio di chi vaccina e crede nell’importanza della pratica vaccinale e trovare le forze vive e operanti per creare un grande movimento di opinione social e farlo crescere fino a superare la diffusione delle voci antivaccinali”. Un altro importante esempio di progetto nato per diffondere la se lo leggi su internet significa che: è clinicamente testato proviene da una fonte affidabile è provato scientificamente è un’informazione aggiornata hai una connessione internet 100% Fonte: Nurses Who Vaccinate - www.facebook.com (NursesWhoVaccinate, tradotto da: IoVaccino Ricerca statistica e ironia on line L’unica risposta certa al 100% è che “hai una connessione internet”. Le altre sono soltanto speranze… armamese n. 4 - 2016 39 Lotta ai ciarlatani: C’È L’EBM partecipazione informata e consapevole del cittadino ai propri percorsi di cura è il portale Partecipasalute (www.partecipasalute.it). Nato dalla collaborazione tra Istituto Mario Negri, Centro Cochrane italiano e Zadig, si pone l’obiettivo di orientare i pazienti, i cittadini e le loro associazioni a una partecipazione attiva in ambito sanitario e delle scelte in medicina, affiancandoli in un percorso di formazione e informazione. Tra le rubriche presenti all’interno del sito: “Miti da sfatare, L’incertezza della medicina, Storie di partecipazione, Pillole sì, Pillole no”. L’intera filosofia del portale si ispira e promuove la diffusione sul pubblico dei concetti espressi dalla evidence-based medicine. L’approccio rigoroso dell’Ebm La medicina basata sulle evidenze, anche nota secondo l’acronimo inglese Ebm (Evidence-based medicine), è un metodo clinico ideato per permettere il trasferimento delle conoscenze derivanti dalle ricerche scientifiche alla cura dei singoli pazienti. David Sackett è unanimemente considerato il padre di questo metodo, che ha definito come “l’uso esplicito e coscienzioso delle migliori prove scientifiche nel prendere decisioni nella pratica medica”. Non che la medicina non abbia sempre utilizzato dati scientifici per curare i pazienti, ma alla 40 armamese n. 4 - 2016 Ebm è riconosciuto il merito di aver formalizzato il metodo secondo un approccio più rigoroso e solido rispetto a quello storicamente praticato. All’inizio degli anni ’90 viene fondata la Cochrane Collaboration, dedicata all’epidemiologo inglese Archibald Cochrane, che per primo manifestò la preoccupazione di come la professione medica non avesse ancora saputo organizzare un sistema in grado di rendere disponibili, e costantemente aggiornate, le revisioni critiche sugli effetti delle cure praticate. L’associazione è costituita da un gruppo di lavoro internazionale, indipendente e no profit, che ha l’obiettivo principale di preparare, aggiornare e diffondere revisioni sistematiche degli studi sugli effetti dell’assistenza clinica e sanitaria, in modo da fornire le basi per la pratica clinica fondata su prove scientifiche. Il lavoro principale della Cochrane viene svolto da circa cinquanta gruppi internazionali all’interno dei quali vengono preparate le famose Cochrane review, revisioni sistematiche che riassumono tutte le evidenze scientifiche pubblicate e non pubblicate su uno specifico trattamento, e sono oggi universalmente ritenute come le più idonee e conosciute per stabilire il valore scientifico di una terapia. In conclusione, esistono svariate fonti credibili in grado di divulgare i concetti alla base della ricerca scientifica e clinica. Anche con il loro aiuto il professionista può trasmettere una corretta informazione che aiuti il cittadino o paziente a distinguere le proposte di salute credibili da quelle che palesemente non lo sono. Solamente così, peraltro, si potranno evitare false speranze e ancor più pericolose deviazioni terapeutiche. n MEDISTORE Sistemi automatizzati intelligenti per la redditività della vostra farmacia PRESENTI A COSMOFARMA PADIGLIONE 2B • STAND B/59-C/60 15-17 APRILE 2016 LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE È LA NOSTRA PRIORITÀ “Ho scelto il sistema Label Pharma 3 anni fa, riscontrando nel tempo un notevole aumento dell’area espositiva, oltre ad un sostanziale incremento delle vendite. Grazie al sistema Label Pharma possiamo gestire in un’unica soluzione prodotti di bassa, media e alta rotazione con elevate prestazioni. Questa soluzione automatizzata mi ha permesso inoltre di gestire differenti tipologie di confezioni come scatole, barattoli di qualsivoglia forma e dimensione, compresi i prodotti omeopatici. Un vantaggio considerevole del Robot è il caricamento completamente automatico particolarmente affidabile e veloce, che consente la totale automazione dell’impianto. Scegliendo Label Pharma le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte potendo contare su un partner affidabile che garantisce un servizio efficiente a costi contenuti nel tempo.” Riccardo Sansoni (Farmacia Axa Madonnetta, Roma) LABEL ELETTRONICA S.R.L. Via della Repubblica, 18 - Limena (PD) Tel. 049.8848130 www.labelpharma.eu OPEN SPACE BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA: UN RUOLO ATTIVO PER IL FARMACISTA di Francesco Blasi, professore ordinario Malattie Apparato Respiratorio, direttore Dipartimento Fisiopatologia Medico Chirurgica e Trapianti - Università degli Studi di Milano Conoscere la Bpco è, per il farmacista, importante sia per accompagnare il paziente nel percorso di cura, sia per aiutarlo a rispettare la terapia e a riconoscere i fattori di rischio L a broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una condizione patologica dell’apparato respiratorio caratterizzata da ostruzione al flusso aereo, cronica e non completamente reversibile, cui contribuiscono in varia misura alterazioni bronchiali (bronchite cronica), bronchiolari (malattia delle piccole vie aeree) e del parenchima polmonare (enfisema). Clinicamente si manifesta con tosse e catarro cronici, dispnea e ridotta tolleranza allo sforzo. La Bpco rappresenta un’importante causa di morbidità e mortalità in tutto il mondo. In Europa tra il 5 e il 10% della popolazione adulta risulta affetto da questa patologia, con una mortalità stimata di 18 per100.000 abitanti per anno. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) stima che in Europa la Bpco sia la causa di morte nel 4,1% degli uomini e nel 2,4% delle donne. Le previsioni epidemiologiche stimano che, nel 2020, la Bpco sarà la terza causa di morte nel mondo. In presenza di rico- 42 armamese n. 4 - 2016 vero per riacutizzazione, la mortalità intraospedaliera varia tra il 5 e il 7% e quella nei due anni successivi può superare il 20%. Il peso economico in termini di costi sanitari e di perdita di produttività legato alla Bpco in Europa è stimato intorno ai 48 miliardi di euro/anno, con un costo annuale per paziente, tra costi diretti e indiretti, pari a 6.147 euro. Il fumo di sigaretta, in particolare nei Paesi industrializzati, rappresenta il fattore di rischio più importante nello sviluppo della Bpco. Il fumo passivo e il fumo in gravidanza possono determinare un impatto significativo sulla salute nelle prime fasi della vita, con un aumento importante del rischio di basso peso alla nascita e ridotto accrescimento in utero del polmone. La diagnosi di Broncopneumopatia cronica ostruttiva si basa sull’esposizione a fattori di rischio associati o meno a sintomi respiratori e sulla dimostrazione dell’ostruzione al flusso aereo mediante la spirometria e ulteriori indagini di funzionalità respiratoria. La spirometria rimane il test necessario per la conferma diagnostica e rappresenta, insieme con sintomi, qualità della vita, frequenza e gravità delle riacutizzazioni e delle ospedalizzazioni, un criterio maggiore per la valutazione della condizione clinica e della gestione terapeutica. Elemento fondamentale per la diagnosi è sensibilizzare la persona al riconoscimento dei sintomi respiratori. La tosse protratta, la presenza di catarro per molti giorni consecutivi e con cadenza periodica, gli episodi infettivi delle alte vie respiratorie (raffreddore, influenza) che tardano a guarire e, soprattutto, la dispnea sproporzionata allo sforzo prodotto o, comunque sia, più accentuata rispetto ai propri coetanei, sono segni che, se presenti, suggeriscono la necessità di un approfondimento diagnostico. QUESTIONARIO Il farmacista ha un importante ruolo nell’identificazione dei soggetti Bpco, il cosiddetto case finding, anche attraverso l’uso di questionari dedicati come quello proposto dal documento delle Società scientifiche italiane e da Agenas (vedasi il box). Infatti, ancora oggi, in molti pazienti la Bpco viene diagnosticata quando la funzione respiratoria è già significativamente compromessa, e questa contingenza evidenzia come gli standard diagnostici, e conseguentemente quelli terapeutici, sono spesso inadeguati. Questo costituisce un problema ancora insoluto in termini di efficacia della prevenzione e in merito all’appropriatezza della gestione a lungo termine della Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il recupero di elementi culturali in ordine alla fisiopatologia e alla clinica dei diversi fenotipi della Bpco e l’identificazione di nuovi percorsi gestionali con il coinvolgimento di tutte le figure sanitarie è di primaria importanza. Il farmacista entra di diritto nel percorso gestionale del paziente Bpco con il grande vantaggio di poter essere in prima linea nel contatto con i malati e di poter divenire figura di primo piano nell’identificazione del paziente, oltre che nello stimolo all’aderenza alla terapia, svolgendo un’azione di counseling per la popolazione che si affianca all’attività del medico di medicina generale e dello specialista pneumologo. Ecco le domande che il farmacista dovrebbe porre al paziente con sospetto di Bpco: 1) Tossisce di frequente? 2) Le capita di avere spesso del catarro che viene su con la tosse? 3) Le capita di avere mancanza di fiato se fa anche semplici attività? 4) Facendo attività fisica, le è capitato di avere più mancanza di respiro dei suoi compagni coetanei? 5) Avverte rumori quando respira sotto sforzo o di notte? Se un paziente di 40 anni o più, fumatore o ex-fumatore, risponde “sì” anche a una sola di queste domande, allora è indicato suggerire l’esecuzione di un esame spirometrico. Referenze: • Bettoncelli G, et al. The clinical and integrated management of COPD. An official document of AIMAR (Interdisciplinary Association for Research in Lung Disease), AIPO (Italian Association of Hospital Pulmonologists), SIMER (Italian Society of Respiratory Medicine), SIMG (Italian Society of General Medicine). Multidiscip Respir Med. 2014;9(1):25 • Ford ES. Trends in Mortality from COPD among adults in the United States. Chest 2015; 148(4): 962 - 970 • Wooddruff PG, et al. Current concepts in targeting chronic obstructive pulmonary disease pharmacotherapy: making progress towards personalised management. Lancet 2015; 385: 1789-98 Materiale di patologia/device - Il presente materiale non è soggetto alle disposizioni e al relativo deposito previsto presso AIFA - Ufficio Informazione medico scientifica ai sensi degli artt. 119-120 del D.Lvo n. 219/06. L’autore che ha contribuito alla realizzazione dell’articolo non ha percepito alcun compenso per la propria attività. ITA/CPD/0001/16 ATTUALITÀ Definite le norme per la vendita on line E-pharmacy al via CHE COSA STABILISCE IL DECRETO MINISTERIALE, CHE INDICA IL LOGO IDENTIFICATIVO NAZIONALE E DISCIPLINA LE MODALITÀ DI ACCESSO AL SERVIZIO? ALCUNE NOVITÀ PER QUANTO RIGUARDA SIA IL PREZZO, SIA LE INFORMAZIONI SUL FARMACO, SIA IL TRASPORTO DI UN BENE CHE VIENE RICONOSCIUTO PECULIARE di Claudio Distefano 44 armamese n. 4 - 2016 T utto come previsto, o quasi. Si ritorna a parlare di e-commerce e della nuova opportunità, per le farmacie e gli esercizi commerciali autorizzati, della vendita on line dei farmaci senza obbligo di ricetta. La novità deriva dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Decreto del direttore generale dei dispositivi medici e del Servizio farmaceutico del ministero della Salute, Marcella Marletta, che individua e disciplina l’utilizzo del logo identificativo nazionale, che dovrà comparire nei siti autorizzati, e introduce ulteriori novità e chiarimenti normativi su diversi aspetti della materia. Il Decreto stabilisce la grafica e le caratteristiche tecniche del logo che i siti dovranno obbligatoriamente riportare su ciascuna delle proprie pagine web dedicate alla vendita dei farmaci senza ricetta; viceversa, sarà vietato inserire o rendere in qualche modo visibile il logo nelle pagine del sito che propongono la vendita di prodotti diversi dal farmaco. Viene, poi, ribadito che la concessione dell’autorizzazione ministeriale alla vendita del farmaco senza ricetta è subordinata alla domanda, della quale sono specificati gli elementi che la contengono, che il richiedente dovrà inviare alla competente autorità regionale ovvero a un ufficio regionale, a oggi ancora non identificato. Si presume che tale “istituzione periferica” verrà creata in tempi brevi, con caratteristiche uniformi e contemporaneamente in tutte le Regioni, al fine di evitare che gli imprenditori che intendano svolgere la stessa attività possano essere avvantaggiati, o penalizzati, dalle diverse velocità di attuazione della normativa da parte delle Regioni e Province autonome. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione regionale sarà, quindi, possibile attivare, seguendo le indicazioni previste nel sito del ministero della Salute, la procedura di richiesta del logo e la registrazione nell’elenco dei siti autorizzati alla vendita on line di medicinali senza ricetta. Contestualmente alla trasmissione del logo, che avverrà entro 30 giorni dalla data della richiesta, il Ministero fornirà il collegamento ipertestuale tra questo e la pagina del portale del Ministero, dove è previsto l’elenco dei soggetti autorizzati e dove, quindi, saranno indicati la farmacia e il sito autorizzato. Tale elenco sarà periodicamente aggiornato e verificato, per dare ulteriore garanzia al cittadino che voglia esse sicuro di navigare in un sito autorizzato. Questa procedura è abbastanza complessa, poiché coinvolge soggetti legislativi di diversi livelli, quali Regioni e Ministero. Riteniamo che il Legislatore abbia previsto tali procedure in modo che il sito dia tutte le garanzie di trasparenza e veridicità al consumatore. Infatti, le garanzie sono indispensabili se si considera dei farmaci senza ricetta. Queste le innovazioni sia la delicatezza del bene ceduto, sia l’alta probabilità di incappare oggi in siti quantomeno ambigui nell’ambito della vendita di farmaci. Le novità inattese Oltre al tema principale oggetto del Decreto, il testo analizza e regolamenta ulteriori aspetti della normativa, altrettanto importanti e con qualche novità inaspettata. In particolare, vengono precisate le norme sui contenuti delle pagine web che presentano i farmaci senza ricetta, sul prezzo di vendita praticato e sulle modalità di trasporto del bene ceduto. Nel Decreto un paragrafo è dedicato alle “Vetrine virtuali dei medicinali venduti on line”. Vengono stabilite le norme per la creazione e gestione del sito, che può riportare fotografie e rappresentazioni grafiche dell’imballaggio o del con- fezionamento primario del farmaco, oltre alle informazioni sul farmaco fornite dal produttore, ovvero i contenuti del foglietto illustrativo. Tutti questi dati, che sono molteplici e complessi, devono essere riprodotti integralmente e senza modifiche. Ciò potrebbe porre delle criticità, quando bisogna aggiornarne in tempo reale i contenuti nella pagina web, per esempio in caso di modifiche al foglietto illustrativo a seguito di revisione dei suoi contenuti. Inoltre, le norme del Decreto relative al prezzo di vendita stabiliscono che nel sito questo dovrà essere obbligatoriamente uguale a quello praticato all’interno della propria farmacia. Ciò rappresenta una vera novità e una particolarità per il commercio on line, dove l’acquisto è usualmente più conveniente rispetto al punto vendita tradizionale. Riguardo, poi, alle consegne, la Nota ministeriale ricorda che il trasporto dei medicinali deve seguire la normativa in materia di buona pratica di distribuzione e, pertanto, potrà essere assoggettato a caratteristiche tecniche più stringenti, forse più costose rispetto al normale trasporto di beni. In conclusione, con tale Nota vengono definiti ulteriori passaggi normativi che avvicinano la data d’inizio in Italia di questa nuova modalità di vendita del farmaco senza ricetta. In particolare, appare evidente l’attenzione del Legislatore per assicurare le massime garanzie al cittadino, nel caso si trovi a dover acquistare un prodotto che, ancora una volta, viene riconosciuto così peculiare da non poter essere equiparato a un qualsiasi altro bene di consumo. Un riconoscimento che ci pare giusto e n opportuno. armamese n. 4 - 2016 45 COMPRAVENDITA Moltiplicatore del fatturato o, Ma quanto VALE la mia farmacia? È LA DOMANDA PIÙ FREQUENTE FATTA A CHI SI OCCUPA DI COMPRAVENDITE E, DA SEMPRE, LA RISPOSTA NON PUÒ CHE ESSERE LA STESSA… ANCHE IN QUESTO CASO PROPONIAMO UN ESEMPIO, UTILE A CAPIRE COME SIA DIFFICILE FARE VALUTAZIONI, CON UN SISTEMA ORMAI SUPERATO di Matteo Oberti 46 armamese n. 4 - 2016 «MA QUANTO VALE OGGI LA MIA FARMACIA?» È UNA DOMANDA CHE SENTO PORMI QUOTIDIANAMENTE DAI CLIENTI, E LA RISPOSTA NON PUÒ CHE ESSERE: «IL PREZZO È QUELLO CHE PAGHI. IL VALORE È QUELLO CHE OTTIENI». Proprio come risponderebbe il finanziere americano Warren Buffett. Difficile, difficilissimo invece, stabilire quale possa essere il giusto valore di una farmacia nell’Italia di oggi. Periodo di grandi cambiamenti politici, economici e sociali e le farmacie (come da tempo sostengo) non seguono soltanto la finanza e l’economia, ma soprattutto la politica. Allora come si fa? È passato esattamente un anno dall’intervista che mi fece Lorenzo Verlato (che poi diede origine a questa rubrica), nei suoi uffici della redazione di Farma Mese, proprio sulla valutazione delle farmacie all’alba del Ddl Guidi; ripeto, è già passato un anno, ma del testo definitivo o della sua approvazione per ora non si sa ancora nulla. Anche per quanto riguarda la valutazione delle farmacie, grandi modifiche non ce ne sono state, e aggiungo “purtroppo”! Perché “purtroppo”, si chiederà qualche lettore? Il motivo è presto spiegato: bisogna guardare, leggere e interpretare il passato, per poter prevedere il futuro. Mi occupo di farmacie, anzi di sola “compravendita di farmacie”, da quasi 18 anni -Farmatrade è stata la prima società a occuparsi solo ed esclusivamente di farmacie- e 18 anni sono tanti, ma anche pochi. Tanti, perché mettiamo insieme centinaia di compravendite di farmacie e migliaia sono i farmacisti che ci seguono (da quando abbiamo cominciato a usare anche i “social” ci seguono anche in “tempo reale”); pochi, perché non bastano a coprire cicli economici, sociali e politici utili al nostro scopo. Però la valutazione che esprime il valore di un’azienda non può più prescindere dalla sua capacità di produrre reddito, anziché soltanto fatturato. «Revenue is vanity, cash is king», suole ripetere il nostro referente per la Costa Azzurra, Monaco e provincia di Imperia, Mr. John-William Peacock. Se ne parla spesso con colleghi, commercialisti e operatori del settore, tra cui molti funzionari di banca (e pure con qualche banchiere), della necessità di traslare la valutazione delle farmacie da moltiplicatore del fatturato annuo (al netto dell’Iva) a moltiplicatore del reddito piuttosto, moltiplicatore del reddito? netto. Questo sì sarebbe un cambiamento epocale -lo so, ne sono consapevole- necessario per meglio identificare ed esprimere il vero valore dell’azienda. Infatti, perché due farmacie di pari fatturato devono “costare” entrambe la stessa cifra, quando una chiude con 6.000 euro di utile e l’altra con 130.000? Sono solito parlarvi di esempi pratici e non mi tiro indietro neanche questa volta. Vi presento Nino, farmacista titolare di una bella farmacia rurale non lontana dal mare. Un collega intelligente e curioso (spesso queste due qualità vanno a braccetto), con il quale mi diletto davanti a un buon bicchiere di vino e un ottimo piatto di pesce (qualche volta anche birra e cozze, avete mai provato?), a parlare di valori delle farmacie, di andamento del mercato e così via, con specifico riferimento alla sua, ovviamente. Carta e penna: scriviamo quanto valeva, anzi quanto avrebbe preso vendendo la sua farmacia, al netto delle imposte, 10 anni fa e 5 anni fa in contrapposizione a oggi e, infine, ci divertiamo a immaginare il domani. Ma attenzione, i calcoli li facciamo sempre al netto delle imposizioni fiscali derivanti dall’operazione di cessione che, come ricorderete, sono molto cambiate negli ultimi anni. Perché, vi chiederete, tutti questi calcoli fine a se stessi? Perché non decide mai di vendere? Perché il buon Nino la sua farmacia l’avrebbe già venduta anni e anni fa, ma la sua “brillan- te” commercialista glielo sconsigliò perché allora non era il “momento giusto”. Adesso, con i prezzi ai minimi storici, gli piange il cuore vendere, registrando una minusvalenza, anziché una meritatissima plusvalenza. Tanti giri di parole per riallacciarmi al discorso iniziale e al mio “purtroppo”, riferito alla persistente -per ora- valutazione delle farmacie, e usando il metodo del moltiplicatore del fatturato, anziché moltiplicatore del reddito netto. La farmacia di Nino, rurale e sussidiata, ha un fatturato di circa 500.000 euro netti, con un mix di vendite al 50% circa tra Dcr e vendite da corrispettivi. Ha una collega che lo aiuta part-time d’inverno e full-time d’estate. I locali in cui esercita l’attività sono di proprietà del Comune e l’affitto annuo è di poche migliaia di euro. Sta molto attento a comprare (l’anno scorso di Assinde ha avuto solamente 90 euro!) e la sua redditività lorda è fuori dal comune, oltre il 36%. Alla fine dell’anno il suo utile, al netto di tasse e ammortamenti, è di oltre 100.000 euro. Quindi, quanto vale la farmacia di Nino? La sua commercialista sostiene che i tempi non sono cambiati per le farmacie e che quella di Nino vale almeno un milione di euro, ossia ancora il doppio del fatturato. Lui, invece, è d’accordo con me e cioè che a un milione non troverà mai nessuno disposto a comprare la sua farmacia ma, mi viene da pensare, che se cambiasse la valutazione delle farmacie, vendere quella di Nino a 8 volte l’utile netto forse potrebbe essere ragionevole. E seriamente possibile. Chissà chi avrà ragione e se alla fine dovremo credere a ciò che recita un vecchio proverbio Inglese: “Non conosceremo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non sarà asciutto”. n armamese n. 4 - 2016 47 L’avvocato A cura di Claudio Duchi Avvocato, Milano Vinci due, prendi una Mano a mano che si concludono le procedure dei concorsi straordinari, prendono corpo e divengono attuali i problemi che, in astratto, erano già stati configurati da chi si occupa della materia. Si è a conoscenza, per esempio, che la Regione Puglia si è determinata a negare che i candidati che abbiano vinto in associazione una farmacia in un concorso straordinario possano essere riconosciuti titolari di una seconda farmacia vinta nel concorso straordinario di una diversa Regione. Si badi: non si tratta del caso che più fa discutere -cioè di un riconoscimento di una contitolarità individuale della farmacia vinta a concorso dai candidati associati, che li pone in una condizione di incompatibilità rispetto a una seconda titolarità individuale o quali soci di una società di persone titolare di una farmacia-, bensì di un caso interessante proprio perché diverso. I due vincitori in associazione di una prima farmacia avevano, infatti, dato vita a una società di persone cui la Regione competente ha riconosciuto la titolarità dell’esercizio; i medesimi candidati associati, dopo che è stata loro assegnata una seconda sede farmaceutica nel concorso straordinario della Regione Puglia, si sono visti negare la possibilità di costituire una seconda società di persone cui intestare la titolarità della farmacia. La Regione Puglia, così stabilendo, si è distinta anche nella singolarità della motivazione del diniego, che non consiste tanto, come si sarebbe potuto pensare, nell’affermazione che lo spirito del Dl n. 1/2012 è quello di far accedere alla titolarità di farmacie il maggior numero di soggetti possibile -aspirazione che sarebbe contraddetta dalla assegnazione di più farmacie ai medesimi candidati-, quanto, piuttosto, nell’osservazione che, nel caso specifico, la farmacia vinta nel primo concorso era pertinente a una sede farmaceutica non rurale sussidiata e non sovrannumeraria. In altri termini: se i due farmacisti avessero vinto nel primo concorso una farmacia rurale intestandone la titolarità alla società di persone da essi costituita, secondo la Regione Puglia non sorge- 48 armamese n. 4 - 2016 rebbe problema, perché non si configurerebbe alcuna contraddizione con le condizioni di ammissione al concorso stabilite dall’articolo 11 del Dl n. 1/2012 e recepite dal bando che prevedono la partecipazione, quanto ai soci, solo di quelli di società esclusivamente titolari di farmacie rurali sussidiate o sovrannumerarie. L’argomentazione della Regione Puglia si fonda sull’osservazione per cui si tratterebbe di un caso rientrante nella disposizione del bando che elenca, tra le cause di esclusione dalla graduatoria, la mancanza di uno dei requisiti per l’ammissione al concorso “emersa successivamente all’interpello”. Dunque, “l’emersione successiva” viene letta non già come la scoperta in un secondo tempo dell’originaria mancanza in capo ai concorrenti di uno dei requisiti di ammissione al concorso, bensì come un comportamento successivo, quale il divenire soci di farmacia urbana vinta nel concorso straordinario, comportamento ritenuto escludente perché non avrebbe consentito l’ammissione al concorso. Detto altrimenti, si ritiene che tutte le condizioni e i requisiti di ammissione al concorso debbano valere lungo tutto l’arco temporale e anche dopo l’interpello, tanto da imporre la scelta di una delle due farmacie vinte R A F F O R Z A L E D I FE S E N ATU R AL I D E L L A B O CC A L’avvocato a concorso, rinunciando all’altra. Benché da un punto di vista sistematico il problema sia effettivamente delicato, ritengo che la posizione della Regione Puglia non sia condivisibile per più ragioni: innanzitutto perché viene penalizzata la vincita in due diversi concorsi, frustrando le aspettative dei vincitori senza che sia rintracciabile una norma di legge o una prescrizione del bando di concorso che lo giustifichi. La norma di legge non vi è, né riferita specificamente ai concorsi straordinari, per i quali nulla si prevede in proposito, né nel quadro normativo che regola le farmacie, ove vige, anzi, il principio opposto per il quale un farmacista può essere socio di più società titolari di farmacie. L’interpretazione restrittiva della Regione Puglia si presta perciò, d’acchito, all’obiezione della illegittimità dell’introduzione di un vincolo a seguito di un ragionamento analogico per solito utilizzato per l’estensione di un diritto e non viceversa. Né il riferimento del bando alla “emersione successiva all’interpello” della mancanza di uno dei requisiti di ammissione al concorso sembra costituire una sufficiente base logica del diniego, dal momento che, secondo il significato delle parole, può emergere successivamente ciò che c’era anche prima ma era nascosto, mentre concetto del tutto diverso dalla emersione successiva è quello dell’accadimento successivo, che è appunto ciò che è avvenuto nel caso specifico. Inoltre, sembra significativa la circostanza per cui, elencando i requisiti per l’ammissione al concorso, il bando riferiva la necessità della permanenza fino al momento dell’assegnazione della sede farmaceutica soltanto a quella di non aver ceduto la propria farmacia negli ultimi dieci anni e non già alle condizioni soggettive relative alla titolarità di altre farmacie e alla natura di esse, quasi a significare, al contrario, che per questi aspetti non è necessaria la permanenza. Guardando un po’ oltre queste distinzioni, che possono essere prese per sofismi avvocateschi, dobbiamo chiederci se la scelta della Regione Puglia sia o meno l’unica coerente con lo spirito del Dl n. 1/2012. A favore della prima tesi l’argomento cui si è già accennato, secondo il 50 armamese n. 4 - 2016 quale contrasterebbe con l’intendimento di favorire l’accesso alla titolarità di una farmacia del maggior numero di farmacisti possibile il fatto che i medesimi soggetti divengano all’esito dei concorsi titolari di più farmacie. Di contro va, però, osservato che la partecipazione è stata dalla legge limitata a due soli concorsi straordinari e che lo scopo di cui si è detto è stato perseguito proprio attraverso questa limitazione altrimenti incomprensibile, mentre, in difetto di una previsione normativa contraria, non avrebbe base giuridica frustrare le aspirazioni e le aspettative di chi abbia vinto una farmacia in entrambi i concorsi cui ha deciso di partecipare. Del resto, la doppia vincita non incide minimamente sulla platea dei concorrenti, che è appunto costituita da chi, al momento dell’ammissione al concorso, versava in una condizione professionale presumibilmente non ottimale. Va, poi, osservato che togliere una farmacia ai vincitori presenta la controindicazione, dal punto di vista dell’interesse pubblico, di sottrarre la gestione del pubblico servizio che essa esercita ai più meritevoli per darla ad altri, che lo sono di meno per definizione, dato che li seguono in graduatoria. Infine, la compressione dell’iniziativa economica privata, che si avrebbe sottraendo ai vincitori la loro farmacia e mortificandone le aspirazioni imprenditoriali, potrebbe configurarsi come contrastante con l’articolo 41 della Costituzione. Se, come è probabile, la vicenda avrà seguito giudiziale, sarà assai interessante verificarne l’esito. n Controllare il tuo peso è un obiettivo di salute Pensaci GUARDA LO SPOT Per favorire il controllo del picco glicemico Per il drenaggio dei liquidi corporei Per il metabolismo del tessuto adiposo BUSTINE GRANULARI DA DISPERDERE IN ACQUA Controllare il tuo peso è un obiettivo di salute. Curare la tua alimentazione e fare movimento sono passi fondamentali per trovare un nuovo equilibrio. Cambiare si può È UN DISPOSITIVO MEDICO 0373 INTEGRATORI ALIMENTARI Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Sono prodotti della linea Contatta l’agente di zona o l’ufficio commerciale e scopri tutti i dettagli dell’operazione e il merchandising per il tuo punto vendita. ([email protected] - 0575 746316) Aboca S.p.A. Società Agricola Sansepolcro (AR) - www.aboca.com I prodotti non sostituiscono una dieta variata. Seguire un regime alimentare ipocalorico adeguato, uno stile di vita sano e una regolare attività fisica. In caso di dieta seguita per periodi prolungati, oltre le tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico. INNOVAZIONE PER LA SALUTE Sanità e legge A cura di Alfonso Marra Magistrato Sicurezza in farmacia: l’aiuto della tecnologia e i limiti della legittima difesa È stato rinnovato e aggiornato, nello scorso febbraio, il protocollo d’intesa sul nuovo sistema antirapina tra il ministero dell’Interno e Federfarma, con le firme ufficiali del titolare del dicastero Angelino Alfano e della presidente nazionale della Federazione dei titolari Annarosa Racca. Il protocollo era stato sottoscritto nel 2010 per garantire ai farmacisti e ai pazienti-clienti presenti nel locale un servizio sempre più sicuro. Accanto al videoallarme antirapina sono stati previsti anche nuovi sistemi di allarme collegati con le forze di polizia e dei carabinieri, il che ha molto consolidato il livello di sicurezza e di certo darà i suoi frutti nel far decrescere il preoccupante fenomeno delle rapine in farmacia. Un fenomeno, questo, che soprattutto in Lombardia è diminuito molto nel 2015: qui si è, infatti, registrata una riduzione delle rapine del 36%. Queste rinnovate misure, quindi, sono di per sé stesse sufficienti a garantire la necessaria tranquillità ai farmacisti sulla possibilità di svolgere nel modo migliore la loro prestazione professionale. Assolutamente sconsigliabile è, quindi, l’adozione di ulteriori e rischiosi strumenti di difesa, quali armi da tenere all’interno della farmacia: il loro uso maldestro potrebbe, infatti, comportare per il farmacista responsabilità penali molto gravi, allorquando vengano attinti dai colpi dell’arma, oltre ai rapinatori, anche i malcapitati pazienti-clienti in quel momento presenti all’interno dell’esercizio. Per quanto concerne specificatamente l’utilizzo dell’arma nei confronti degli autori dell’atto delittuoso, è bene ricordare che ciò deve avvenire nel più assoluto e rigoroso rispetto di quanto stabilito dalla normativa in vigore in tema di legittima difesa, così come sancito dall’articolo 52 del nostro Codice penale. La norma suddetta prevede la non punibilità di chi ha commesso un fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un proprio o altrui diritto contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Essa introduce nel nostro ordinamento penale una “causa di giustificazione”, in base alla quale un com- 52 armamese n. 4 - 2016 portamento che in astratto potrebbe integrare un reato non lo è più, appunto, perché viene autorizzato da una disposizione del nostro Codice penale. Ove il mancato rispetto delle precise e inderogabili regole dettate dalla normativa cagioni lesioni o, peggio, la morte del rapinatore oppure di un paziente-cliente, questa condotta integra il cosiddetto eccesso colposo di legittima difesa, previsto dall’articolo 55 del Codice Penale e il fatto diventa, quindi, punibile come “reato colposo”. Naturalmente, alla sanzione penale si va ad aggiungere anche il risarcimento dei danni causati al ladro o al rapinatore ed eventualmente ai clienti-pazienti. Va precisato che l’eccesso colposo in una causa di giustificazione come la legittima difesa disciplina quelle situazioni particolari nelle quali -per colpa, determinata da imperizia, negligenza, imprudenza- si superino i limiti oggettivi della stessa. Ciò significa che il comportamento della vittima dell’atto criminale (il farmacista) fino a un certo punto del suo svolgimento è sorretto e giustificato dalla legittima difesa realmente esistente, mentre in una fase successiva è accompagnato dalla supposizione della sua effettiva esistenza, della quale vengono poi in realtà ecceduti i limin ti. Aziende & prodotti A cura di Matteo Verlato Con ZENDIUM difese naturali rinforzate ACQUA DI SIRMIONE: respiri di benessere tutto l’anno Zendium Protezione Completa è il dentifricio dall’azione enzimatica che combatte le cause di carie e problemi gengivali, rafforzando le difese naturali della bocca. 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Ogni giorno operiamo nel rispetto dei più elevati standard internazionali, investiamo importanti risorse per continuare a crescere e collaboriamo con il mondo accademico per sviluppare nuovi campi di ricerca. Materie Prime, Pack e Tech sono le tre divisioni della Farmalabor, unite dall’eccellenza del Made in Italy e da una visione rivolta all’innovazione e al futuro. Farmalabor. La qualità, prima di tutto. www.farmalabor.it La qualità aziendale è riconosciuta dalle certificazioni ISO 9001:2008 ISO 14001:2004 Stabilimento: Via Pozzillo, z.i. - Canosa di Puglia (Bt) - T. +39 0883 1975111 Sede di rappresentanza: Via Palermo, 23 - Assago (MI) Sanità e mercato A cura di Barnaba Grigis La classifica delle aziende più stimate Il “giudizio dei pazienti”, espresso nell’annuale rapporto “The corporate reputation of pharma”, che consente di stilare la classifica delle aziende farmaceutiche più stimate, evidenzia come la loro notorietà, la fama, la reputazione (reputation) negli ultimi anni sia in aumento. È il risultato di una ricerca effettuata in 72 nazioni (compresa l’Italia) su un campione di 1.075 gruppi di pazienti tipo, riguardanti patologie quali cancro, malattie della circolazione, diabete, epatite, Hiv/Aids, salute mentale, condizioni neurologiche e del sistema respiratorio e altre aree d’interesse, sia per le novità terapeutiche, sia per la competenza degli intervistati. Che l’immagine delle aziende farmaceutiche sia in crescendo, lo testimonia il giudizio positivo (eccellente/buono), passato dal 34% del 2012 al 44,7% del 2015, segnando così il livello più elevato nell’ultimo quinquennio. Sono state esaminate 48 aziende e, tra le top ten, alcune sono note da anni, altre sono abbastanza recenti. Vediamo di conoscerle meglio: • ViiV Healthcare - Nasce nel 2009 dalla Joint venture fra Gsk e Pfizer e ha come obiettivo principale il trattamento dell’Hiv-Aids. • AbbVie - Proviene da Abbott ed è nata nel 2013. Il suo farmaco Humira (per l’artrite reumatoide e altre patologie), secondo gli ultimi dati Ims, risulta il primo al mondo per fatturato. L’azienda è attualmente impegnata anche nell’epatite C. • Lundbeck - Di origine danese, è specializzata in soluzioni e sistemi innovativi nel campo del Snc, quali depressione, ansia, ma anche Alzheimer, Parkinson e alcool dipendenza. • Janssen, della Johnson & Jonhnson - Ha il suo focus su trombosi e diabete, mentre nell’artrite reumatoide è noto il Remicade. • Novo Nordisk - Opera in special modo nell’area del diabete (Novorapid); inoltre è impegnata nei settori emofilia, obesità e deficit dell’ormone della crescita. • Gilead Sciences - È il produttore di Sovaldi, uno dei farmaci più noti per l’epatite C. n Il giudizio positivo dei pazienti Le prime 10 aziende sulle 48 esaminate 42% 2011 34% 35,4% 2012 2013 39% 2014 44,7% 2015 RANKING AZIENDE 1 ViiV Healthcare 2 AbbVie 3 Lundbeck 4 Janssen 5 Novo Nordisk 6 Gilead Sciences 7 Novartis 8 Roche 9 Ucb 10 Pfizer Fonte: The corporate reputation of the pharmaceutical industry (5th edition) 58 armamese n. 4 - 2016 gruppoatomix.com IL TUO NATURALE ALLEATO CONTRO LA STANCHEZZA FISICA E MENTALE Ritmi frenetici, affaticamento e stress. 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