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Regolazione vele

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Regolazione vele
www.solovela.net
articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Regolazioni di fino
Dalla bolina
al traverso
Dopo avere bordato le vele per
risalire il vento, è ora di poggiare
e cercare un nuovo equilibrio
di Giorgio Parra
rendiamo in considerazione uno sloop armato in testa
d’albero con genova e randa che hanno superfici tra loro
paragonabili. Nelle andature dalla bolina larga al traverso, il vento continua a scorrere sulle vele con moto laminare e
i principi fondamentali per eseguire le regolazioni sono gli stessi che abbiamo già visto per la bolina. In linea di massima, si
devono controllare gli stessi elementi: le vele devono essere al
limite del rifiuto e devono essere svergolate (più o meno a seconda dello stato del mare). La velocità, rispetto alla bolina,
aumenta un poco perché la risultante delle azioni aerodinamiche sulle vele è orientata più verso prua. La barca sbanda molto meno e ciò è un’ottima cosa perché lo sbandamento porta
con sé soltanto conseguenze negative per l’efficienza (e, perché no, per la comodità) della navigazione.
La regola fondamentale è quella di lascare le scotte fino a portare le vele al limite del rifiuto. I velisti alle prime armi hanno
la tendenza a tenere le vele troppo cazzate. Ciò è sbagliato per
due motivi: il vento non scorre in regime laminare, generando
quindi una spinta minore e mal orientata rispetto alla direzione d’avanzamento (fig. 1). Bisogna lascare, lascare e ancora la-
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aprile 2007
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scare: sia il genova che la randa. Se lascando una vela essa non
rifiuta, ciò vuol dire che prima era regolata male.
IL CONTROLLO DEL GENOVA
La situazione è perfettamente simile a quella della bolina, con
la differenza che il genova tende a prendere una forma molto
concava perché non è tenuto aperto dal boma (come avviene per
la randa). La forma ideale del genova è mostrata in figura 2.
Il vento scorre in regime laminare e fornisce una spinta formidabile e ben orientata. È impossibile però ottenere tale forma
in una barca armata a sloop. Il genova tende a prendere invece la forma mostrata nella figura 3, che rappresenta il miglior
compromesso ottenibile.
Con la sua forma, il genova tende a scaricare aria sulla parte
sottovento della randa che, per questo motivo, tende a fileggiare e deve quindi essere cazzata più di quanto l’andatura richiederebbe. Invece, la randa dovrebbe essere aperta e scarrellata il più possibile sottovento, affinché la spinta aerodinamica su di essa si orienti il più possibile verso prua. Un meccanismo che permette di avvicinare la forma del genova a quella
ideale mostrata in fig. 2, è ottenuto ponendo in opera un Barber-hauler (fig. 4) che rinvia il tiro della scotta a un punto della coperta più esterno rispetto al bozzello naturale.
La necessità di allargare la direzione del tiro della scotta del genova nasce dal fatto che, in tutte le barche, la rotaia della scotta del genova è posizionata relativamente ...continua...
vicino al centro bar-
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