Così Carlo Levi ha trasformato un paese . A 80 anni dal
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Così Carlo Levi ha trasformato un paese . A 80 anni dal
Periodico di promozione e informazione della Parrocchia San Giacomo Maggiore di Aliano A 80 anni dal . e s e a p n u o at ha trasfor m i v e L lo r a C Così confino. ANNO XXXVIII - 2015 - Settembre N.122 sped. abb. post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 del 23/12/96 Filiale di Matera - Potenza C.P.O. Costo copia € 2,00 - Abbonamento ordinario annuo € 10,00 - Abb. sostenitore € 20,00 - Abb. benemerito € 50,00 La magia dei luoghi di “Don Carlo” di Pietro Dilenge I l soggiorno di Carlo Levi a Grassano come confinato durò appena 45 giorni, contro i tre anni che avrebbe dovuto trascorrere. Arrivò nel piccolo centro materano il 3 agosto del 1935; nel pomeriggio del 18 settembre fu trasferito ad Aliano, dove rimase fino alla fine del confino, conclusosi anticipatammente il 26 maggio 1936: “Sono arrivato a Gagliano un pomeriggio di agosto, portato in una picola automobile sgangherata, ed ero accompagnato da due robusti rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespressive”. Il turista che arriva ad Aliano da ogni parte del mondo, dopo aver letto il “Cristo…”, viene avvolto da una atmosfera quasi magica nel percorrere gli stessi vicoli percorsi 2 dallo scrittore ed artista torinese, come se lo stesso Levi lo guidasse nell’itinerario turistico-culturale, per cogliere la suggestione che avvolge “Gagliano” con i suoi luoghi, tutti conservati e ristrutturati nel modo migliore. ALIANO: “non sembra un paese; in una specie di sella irregolare, in mezzo a profondi burroni..” “...ad Aliano la strada finisce. Il paese, a prima vista, non sembra un paese, ma un piccolo insieme di ca- sette sparse, bianche. Non è in vetta al monte, come tutti gli altri, ma una una specie di sella irregolare, in mezzo a profondi burroni pittoreschi; e non ha, a prima vista, l’aspetto severo e terribile di tutti gli altri paesi di qui… le case stavano come librate nell’aria che parevano in bilico all’abisso, pronte a crollare. Come un verne intorno ad un’unica strada in forte discesa sullo stretto ciglione di due burroni, e poi risaliva e ridiscendeva tra due altri burroni, e terminava nel vuoto”. ALIANO: “un paesaggio lunare…” “… e da ogni parte non c’erano che precipizi di argilla bianca, senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare…”. entrai da lui lo trovai che stava mangiando con la madre; avevano in due un solo piatto e un solo bicchiere… contro il muro giaceva per terra in disordine un gran mucchio di libri; sul micchio stavano posate delle galline” LA CHIESA: “La Chiesa non era che uno stanzone…pieno di crepe…” “…uno stanzone inbiancato a calce, sporco e trasandato, con in fondo un altare disadorno e un piccolo pulpito, i muri pieni di crepe, erano coperti di vecchi quadri secenteschi..non c’è campanile, la campana è fuori, attaccata ad un sostegno…”. LA BOTTEGA DEL BARBIERE: “…quella dove si rasavano i signori..” LE CASE DEGLI AMERICANI: “avevano un primo piano, un balcone e la porta…” “..alcune case avevano invece un primo piano e un balcone; e la porta …brillava di vernice… erano le case degli americani”. LA CASA DELLA VEDOVA: “una delle prime case del paese..” “In paese non ci sono veri negozi, né albergo. Ero stato indirizzato là in attesa di trovare una casa…la casa della vedova aveva una camera per i rari viandanti di passaggio; è all’estremità alta del paese su uno slargo che termina, in fondo, alla chiesa…erano pochi passi da municipio, una delle prime case del paese…migliaia di mosche an- nerivano l’aria e coprivano le pareti..” “… a Gagliano c’erano tre botteghe di barbiere e quella dell’americano , in alto, vicino alla chiesa, , sotto la casa della vedova; era la sola che fosse sempre aperta, quela dove si saravano i signori”(Via Roma) LA CASA DELL’ARCIPRETE: ”…un mucchio di libri... stavano posate delle galline..” IL MUNICIPIO: ”... spiccava bianca la lapide di marmo…” “... Don Traiella abitava con la madre in uno stanzone, una specie di spelonca... Quando “...il 3 ottobre fu dunque una giornata squallida. Don Luigi- 3 no aveva fatto inbandierare il municipio, la scuola, le case dei signori... In basso, contro il muro, quei pocchi cittadini ascoltavano in silenzio il messaggio del Duce… spiccava bianca la lapide di marco com i nomi dei catudi della grande guerra”(Via Roma). go dell’unica strada del paese..” “….la piazza non è veramente che uno slargo del paese, in un punto più piano, dove finisce Gagliano di Sopra” (Piazza Garibaldi, vicino al fosso del bersagliere). LA CASA DEL PODELA FOSSA DEL BERSASTÀ: ”…una stanza dai GLIERE: ”…per esservi stato buttato un bersaglie- mobiltetti modesti” re piemontese”. “…Donna Caterina Ma“…la piazza ha case da galone ci aspoettava… mi una parte sola; dall’altra accolse sull’uscio, mi conc’è un muretto basso sopra dusse in salotto una stanza un precipizio, la fossa del dai mobiletti modesti”(Via Bersagliere, così chianata Umberto I°). per esservi stato buttato un L’UFFICIO POSTALE: “… bnersagliere piemontese”. un gobetto dal viso arguto” LA SCUOLA ELEMEN- “…tutti corrono all’Ufficio TARE: “…guardando la Postale e aspettano Don gente sulla piazza..” Cosimino, un gobetto dal “…Il podestà. Maestro viso arguto, abbia aperto i di scuola, era in quel mo- pacchi e tutto lo spoglio… mento nell’esercizio delle ”(Piazza Garibaldi-sotto il sue funzioni di insegnan- Municipio). te. Stava seduto al balcone LA MACELLERIA: ”… della sua classe, fumava uno zoppo soffiava come guardando la gente sulla un mantice…” piazza.” “a un angolo della piazzetIl PISCIATOIO: ”…il più ta… uno zoppo vestito di moderno …” nero soffiava come un man“…in mezzo alla piazza si tice nel corpo di una capra ergeva uno strano monu- morta… quando la capra mento, alto quasi quanto fu gonfia come una monle case…era un pisciatoio, golfiera lo zoppo si pose a il più moderno, sontuoso, rovesciare la pelle della camonumentale. Una sola pra, come un guanto che si persona lo usò spesso per sfili.”(Pizza Garibaldi) l’udo per cui era stato costruito; e questa persona LA FONTANELLA: “le ero io”(Via Plebiscito, di donne ad una si avvicinafronte al Fosso del Bersa- vano alla fontana..” gliere). ..la fontanella era affollaLA PIAZZA: “…uno slar- ta di donne…stavano in 4 gruppo, alcune in piedi, altrre sedute per terra..ad una si avvicinavano alla fontana e aspettavano pazienti che l’esile filo d’acqua riempisse goorgoglisando la botte..”(P.zza Garibaldi). IL MURETTO DELLA FOSSA DEL BERSAGLIERE: ”... giovane... posare il piatto sul muretto lanciando un fischio…” ...Arrivato al muretto della fossa del bersagliere, sulla piazza, vidi un giovane.. uscire da una catapecchia, portando in mano un piatto di spaghetti…posare un piatto sul muretto, lanciando un fischio..e rientrare rapidamente…(scendendo da Piazza Garibaldi, a destra) LA CASERMA: ”.. stava una casetta lunga: era la caserma dei carabinieri” “…In mezzo alle catapecchie contadine stava una casetta lunga e stretta, a un piano,…era la acserma dei carabinieri..(dove Carlo Levi andava a firmare ogni giorno Via Collina). LA CASA DI CONFINO: ”... l’ultima sul ciglio del precipizio…” “…era l’unica casa civile del paese …vicina alla vecchia chiesa della Madonna degli Angeli…crollata nel burrone…si era trovata ad essere l’ultima sul ciglio del precipizio. Costruita dal predecessore di Don Traiella, era composta di tre stanze, l’una in fila all’altra… aveva un piccolo orticello, un albero di fico nel mezzo…una terrazza da cui la vista spaziava sui più lontani orizzonti. Lo studio e la terrazza avevano un pavimento a scacchi colorati. Il defunto prete aveva dotato la mia casa di un bene inestimabile: C’era un gabinetto, senz’acqua naturalmente, ma un vero gabinetto, col sedile in porcellana.Era il solo esistente in Gagliano. 5 D A LUOGO DI CONFINO A PAESE DI ELEZIONE di Angelo Colangelo È noto che Carlo Levi, giovanissimo, entrò in politica, come egli stesso puntualizzava, non «per natura, ma quasi a malincuore per dovere dei tempi». Sull’esempio dello zio, Claudio Treves, di Augusto Monti e di Piero Gobetti, dalla cui morte fu molto scosso, appartenne così all’aristocrazia di persone (fra le altre Leone Ginzburg, Sandro Pertini e i fratelli Carlo e Nello Rosselli), che per il loro straordinario rigore morale ritennero la politica non «l’arte del possibile», ma, come si scrisse di Giovanni Amendola, «una religione dei martiri». Per la sua intensa, convinta e coerente attività antifascista Levi, dunque, fu processato, arrestato e infine assegnato al confino in Lucania per tre anni. È innegabile che con i luoghi di confino Levi ebbe un impatto traumatico. «Tutto - confessa nelle prime pagine del Cristo al suo arrivo ad Aliano - mi era sgradevole» in questo strano paese circondato da «precipizi di argilla bianca […] scavata dalle acque in buche, coni, piagge di aspetto maligno». Ma è altrettanto vero che egli non tardò a superare molte difficoltà iniziali, grazie al suo spirito di adattamento, al suo connaturato ottimismo e soprattutto alla sua sensibilità artistica ed umana. 6 Intenso fu il rapporto con i contadini, verso i quali si mostrò subito concretamente solidale, condividendone i problemi e le sofferenze quotidiane e soccorrendoli, nei limiti delle sue possibilità, come uomo e come medico. Da loro, a sua volta, ricevette in cambio stima e cordialità manifestate ed espresse sempre con sincerità e discrezione. Certamente anche il fatto di essere ebreo, cioè storicamente condannato alla sofferenza e alla discriminazione, spinse Levi a fare proprie le ambasce della povera gente di Aliano, di cui comprese presto le miserevoli condizioni di vita rese drammatiche dalle ingiustizie secolari, dall’analfabetismo, dalla malaria. Ma il merito maggiore di Carlo Levi va individuato nel fatto che egli, figlio della civiltà urbana, si accostò alla cultura contadina con straordinaria curiosità e assoluto rispetto. Ciò gli consentì di conoscere l’essenza di una cultura a lui estranea, intrisa di sconcertanti superstizioni, di riti magici stupefacenti, ma anche di rispettabili tradizioni. E di solidi valori quali il senso religioso della famiglia; l’importanza della vita di relazione ispirata al rispetto e alla solidarietà; la dedizione al lavoro; lo spirito di sacrificio. Va anche sottolineato che ad alimentare in Carlo Levi l’ansia di conoscenza del mondo contadino concorrono lo scrittore, il pittore e il medico, ma soprattutto l’abito mentale, per cui egli non si lascia condizionare mai da pregiudizi verso un mondo per lui del tutto nuovo. Come annota opportunamente Walter Pedullà, Levi «non fa mai il voltairiano ai danni dei suoi creduli contadini. Li prende sempre maledettamente sul serio, perché nulla di ciò che fanno è insignificante». La conoscenza genera poi apprezzamento e condivisione. Tale processo non fu né rapido né lineare, perché fu ostacolato dalle incomprensioni create dai “galantuomini”, o “luigini”, come Levi chiamò i “signorotti” locali dal nome del podestà di Aliano. Essi, infatti, dopo la pubblicazione di Cristo si è fermato a Eboli tentarono di accreditare presso i contadini, spesso analfabeti, l’idea che l’opera dello scrittore torinese avesse arrecato gravi danni all’immagine di Aliano. Non meraviglia, pertanto, la cattiva accoglienza ricevuta dall’illustre ex-confinato, quando nel 1946 vi tornò per la prima volta, come candidato all’Assemblea Costituente, per il collegio di Potenza-Matera, nella lista dell’Alleanza Repubblicana. Il Cristo, insomma, che al suo apparire aveva avuto effetti vivificanti sul mondo letterario nazionale, ad Aliano era stato inserito nell’indice dei libri proibiti dalla risentita piccola borghesia. L’ostracismo da parte di molti alianesi durerà a lungo e vi sarà una inversione di tendenza solo sul finire degli anni Ottanta, grazie anche alla meritoria azione pedagogica della scuola, che, diffondendo la conoscenza dell’opera leviana, contribuirà a rimuovere la diffidenza prodotta dall’ignoranza e dal malanimo. Si comprese allora che con il suo libro Levi aveva voluto elevare una protesta a favore di Aliano e del Sud, vessati dal potere locale e nazionale. E per il Mezzogiorno l’autore del Cristo continuerà a battersi anche dopo la caduta del fascismo. Lo farà attraverso la sua attività letteraria e pittorica, ma anche intervenendo nel dibattito politico italiano e internazionale, prima e dopo l’elezione a senatore della Repubblica, avvenuta nel 1963 come indipendente nella lista del Pci. La vicenda culturale ed umana dello scrittore torinese mostra, insomma, che l’esperienza del confino alianese, benché sia stata limitata a soli otto mesi, servì a legarlo ad una comunità, di cui in vario modo continuò a rappresentare le istanze per il resto della sua vita. Il fenomeno Levi di Pietro Dilenge A liano deve la sua notorietà allo scrittore ed artista torinese Carlo Levi ed al suo libro “Cristo si è fermato a Eboli”, pubblicato nel 1945, tradotto in 37 lingue, ribattezzandolo con lo pseudonimo “Gagliano”. Levi aveva colto tutti gli aspetti drammatici di questo piccolo centro della Provincia di Matera in Basilicata, in cui visse da confinato politico dal mese di settembre 1935 al mese di maggio 1936 e dove è sepolto dalla sua morte avvenuta a Roma il 4 gennaio del 1975. Il risentimento dei lucani, ma in modo speciale degli alianesi, nei confronti del confinato di lusso, Carlo Levi, è stato molto forte fino a tutti gli anni ottanta. La maggior parte della popolazione adulta, senza aver letto il Cristo, non ne voleva assolutamente sentire parlare. Da parte dei personaggi protagonisti e da i loro familiari il risentimento è stato molto forte. Ciò nonostante non è mancato ad Aliano chi ha creduto fortemente in questo importante e significativo spaccato di storia del periodo fascista, denunciato nel “Cristo si è fermato a Eboli”, con un linguaggio scorrevole e pittorico, sullo stile dei “Promessi Sposi”. Pertanto il lavoro di valorizzazione di questa viva e pittorica denuncia non è stato facile. Ci sono voluti diversi anni per risalire la china, come si suol dire, e fare di Aliano, un paese “Simbolo di tante Aliano nel mondo”. La forte convinzione in questa risorsa storicoletteraria, lavorando in modo sinergetico ed intelligente da diversi anni, ha spinto la pro-Loco, il Circolo Culturale “Nicola Panevino”, il Parco Letterario “Carlo Levi” e l’Amministrazione Comunale ad investire al meglio le loro convinzioni, dando vita a molteplici iniziative culturali, da farne del “Gagliano” leviano uno dei paesi lucani più visitati dopo Matera. Chiunque arriva ad Aliano si trova davanti un piccolo centro che ha saputo reagire all’immagine negativa derivatagli dall’opera leviana, facendone nello stesso una leva di riscatto per un paese aperto allo sviluppo turistico ed economico. La tumulazione della salma di Levi nel piccolo cimitero alianese è divenuta sin dal gennaio 1975 come una lampada sempre accesa, che ha spinto Aliano ad un discorso di valorizzazione delle sue risorse storico-culturali e paesaggistiche esistenti sul territorio, facendone un simbolo di uno intelligente sviluppo turistico culturale ed escursionistico regionale, nazionale ed internazionale. 1936 - Carlo Levi a Grassano (Matera) 1960 - Carlo Levi a Grassano (Matera) 1960 - Carlo Levi a Grassano (Matera) 7 1960 - Carlo Levi a Aliano (Matera) Carlo Levi al funerale di Rocco Scotellaro 1960 - Carlo Levi ad Aliano con Tonino Di Giglio, uno dei bambini ritratti nel 1935 ad Aliano 1971 - Levi con Rocco Mazzarone sul Pertusillo 8 Quale veicolo pubblicitario grande ruolo ha avuto in questo cammino di valorizzazione ll periodico locale trimestrale “La Voce dei Calanchi”, dal 1976. Ciclostilato, inizialmente fotocopiato, stampato in bianco e nero e da qualche anno completamente a colori, è diventato forse il periodico più longevo della Basilicata ed in 2.500 copie viene inviato, oltre che a privati, in tutto il mondo, arriva in tutte le scuole, i Comuni ed Enti Pubblici della Basilicata, Ad essi collaborano penne locali, ma anche scrittori amici di Aliano. Il Circolo Culturale “Nicola Panevino”, con la Pro-Loco Aliano, sin dal lontano 1975 ha dato inizio ad una serie di iniziative culturali a livello regionale e nazionale: il Concorso Nazionale di pittura “Premio Carlo Levi”; dal 1986 si svolge l ‘Estemporanea Interregionale di Pittura “Premio Carlo Levi”,per studenti di Licei ed Istituti d’Arte, giunta alla XXX edizione; nel 1988 iniziò la sua prestigiosa avventura il Premio Letterario Nazionale “Carlo Levi”, giunta alla XVIII edizione, con 4 sezioni, tra cui anche una per le tesi di laurea su Carlo Levi; e da due anni esso si è arricchito di un’altra sezione per personalità straniere contraddistinte per la libertà di pensiero come Levi. Oltre a dare spazio a giovani penne regionali con la sessione Basilicata, il Premio annovera nomi prestigiosi, anticipando talvolta anche il Premio Campiello, come Giusep- pe Pontiggia, Pino Aprile, Dacia Maraini, Vincenzo Cerami, ecc. Aliano è l’unico paese della Basilicata che ha allestito ad oggi ben 5 Musei che tiene aperti in modo permanente per i numerosissimi turisti che arrivano da ogni parte e per l’intero anno. Nel 1988 venne allestito uno dei primi Musei demoantropologici della Basilicata (Museo della Civiltà Contadina, nell’antico frantoio sottostante la Casa di Confino di Levi; nel 1989, in attesa del consolidamento della casa di confino, nell’antico Palazzo Caporale fu aperto il Museo Storico Carlo Levi, inaugurato dal Direttore Generale dei Beni Storici il lucano Sisinni. Nel novembre del 2003, dopo una lunga ed intelligente ristrutturazione, fu aperta al pubblico la casa di confino che ospitò Levi per oltre 8 mesi, e trasformata in Museo Multimediale, La sua apertura ha dette un ulteriore impulso all’ondata di interesse ed entusiasmo creatisi verso il comune simbolo della collina materana. Nel mese di dicembre altri due musei hanno arricchito il patrimonio culturale alianese: il Museo che, nell’area di circa 50 mq., alle spalle della Chiesa di S.Luigi, ospita il presepe artistico del M.o Franco Artese, lo stesso Presepe esposto alla Rai di Roma, poi a Loreto, e poi acquistato dal Comune di Aliano, facendovi aggiungere la caratteristica “Casa con gli Occhi”; il 5 Museo è quello Russotto, alle spalle della Casa di confino di Levi, in Via Collina, che espone 70 tele del famoso artista italo americano, di origine alianese. Per l’allestimento dei Musei, l’Amministrazione Comunale, in diversi anni, ha provveduto ad acquisire al patrimonio comunale vari immobili, incominciando dall’intero immobile della casa di Confino di Levi, con il Palazzo De Franchi, il Palazzo Scardaccione ed il Palazzo Caporale, quest0ultimo di circa 1.000 mq. ed in fa di ristrutturazione. Con questo patrimonio, rafforzato dal fervore ed impegno concreto di riscatto, Aliano si candidò nel 2000 come Parco letterario “Carlo Levi”, entrando a fra parte dei Parchi letterari Italiani, ed ultimamente anche nella Società Nazionale Dante Alighieri di Roma. L’investimento culturale ad Aliano non si è mai arrestato. Lavorando in modo sinergetico, ProLoco Aliano- Circolo Culturale N.PanevinoParco Letterario Carlo levi e Comune di Aliano, ha fatto del piccolo centro materano un paese simbolo di riscatto. L’investimento culturale di Aliano, sin dalla morte di Levi, si è allargato anche al suo suggestivo paesaggio dei calanchi,unico per la sua estensione e varietà, da essere paragonato alla Cappadocia della Turchi, denominando il piccolo centro della collina materana: “Aliano- il paese del Cristo si è fermato a Eboli – il paese dei Ca- lanchi”. Recentemente è stato approvato dalla Regione Basilicata un progetto di oltre 900.000,00 Euro per la valorizzazione dell’intera superficie calanchiva. In tal modo Aliano a breve offrirà ai numerosissimi interessati valide opportunità di turismo culturale ed escursionistico. Pertanto Aliano, ad 80 anni dal confino, a 70 anni dalla pubblicazione del “Cristo” , e a 40 anni dalla morte dello scrittore ed artista torinese, si presenta come un paese modello di investimento turistico, valorizzando al meglio tutte le risorse esistenti sul territorio. L’amministrazione contemporaneamente ha cercato di stimolare ed incoraggiare gli investimenti privati per la ristorazione e l’accoglienza; inoltre è in fase di completamento il Borgo Albergo od Albergo diffuso per 50 posti, con la ristrutturazione di buona parte del centro storico adiacente alla casa di confino di Levi. Nel corso del 2015 Aliano sarà in grado di ospitare 100 persone in idonee strutture recettive. Pertanto Aliano, ad 80 anni dal confino di Levi, a 70 anni dalla pubblicazione del suo famoso lobro il “Cristo…” ed a 40 anni dalla sua morte, si presenta come un paese modello di investimento turistico attraverso la valorizzazione intelligente delle sue risorse, con conseguenti opportunità occupazionali, stimolando l’auto imprenditorialità specialmente giovanile. Levi davanti al cancello della casa di confino ad Aliano Carlo Levi dipinge ai piedi della scalinata della casa di confino 9 IL MONDO CONTADINO DELL’AUTORE DEL “CRISTO” Gilberto Antonio Marselli A fronte dei tanti ed imperdonabili errori commessi dal fascismo, non si può non registrare positivamente i benéfici effetti che produssero il non mai deprecato delitto del ‘confino’ imposto agli antifascisti: molto spesso ciò consentì a molti settentrionali di venire a più diretto contatto con il vero Mezzogiorno, con la radice stessa della nostra cultura nella sua accezione antropologica della ‘Weltanschauung’ (letteralmente: ‘visione del mondo’ e, quindi, anche ‘filosofia di vita’ con il proprio ‘sistema di valori’). Cultura che consentì allo stesso Levi di parlare addirittura di una vera e propria “civiltà contadina”. Uno di questi confinati fu proprio Carlo Levi che ebbe l’opportunità di venire a contatto con il gran popolo di Basilicata a Grassano e ad Aliano: entrambi i paesi circondati da quelle formazioni geologiche con i ‘calanchi’ tipiche delle terre argillose del Pliocene, che esse stesse sono un simbolo più che evidente 10 ed esplicito del carattere tradita dagli altri. Respondei lucani dell’Appennino. sabilità verso sé stessi, ma anche e soprattutto verso I ‘calanchi’, nonostante gli altri in modo da evitare gli attacchi da parte degli il pericolo di trasformarsi agenti atmosferici, in so- in sterili e pericolose mostanza esprimono le sof- nadi non comunicanti tra ferenze di queste terre, loro. esposte sempre più peri- I lucani nati e cresciuti in colosamente alle intempe- un tale ambiente tendono rie atmosferiche e, quindi, sempre più a somigliare alle tragiche e spaventose a quella singola quercia – erosioni. Quelle stesse, grande o piccola, vecchia però, che conferiscono o giovane - che, con le sue loro una ‘facies’ indimenti- robuste radici, impedisce cabile, che sempre più urla sempre che la frana si agle proprie ragioni contro gravi, si allarghi e ponga coloro che, maltrattando la in pericolo gli altri. terra, ne hanno provocato Un acuto e sensibile artista il manifestarsi e l’estender- come il medico piemonsi nel corso dei tempi. tese Carlo Levi non poteE come poter pensare che va non restare colpito da un tale ambiente non ab- questo miracoloso – anche bia mai potuto influenzare quando spaventoso- amil modo stesso di essere e biente fisico-naturale, che di esistere di quelle popo- rappresentava – allora lazioni, fino a donare loro come oggi la natura stessa una particolarissima ‘fi- di questa parte del nostro losofia di vita’, tendenzial- Mezzogiorno. mente portata a chiuder- Non deve, quindi, meravisi in sé stessa. Non tanto gliare se nel suo “Cristo si per diffidenza degli altri; è fermato ad Eboli” ipotizzò ma, piuttosto, per l’intima un’interessante contrapnecessità di potersi racco- posizione tra ‘contadini’ gliere in sé stessa in modo – non solo quelli addettale da vivere attivamente ti alla coltivazione delle un’etica della responsabili- terre, ma anche quanti, tà troppo spesso ignorata o in un modo o nell’altro, potevano concorrere alla difesa e promozione della società nelle sue diverse manifestazioni: e, quindi, anche i proprietari terrieri impegnati nella bonifica e nella trasformazione delle proprie terre, gli artigiani dediti alla produzione o riparazione di cose, gli ingegneri, i matematici, ecc. - e ‘luigini’ (dal nome di quel ‘don Luigi’ maestro elementare, Segretario del Partito fascista locale e Podestà dell’epoca, assunto come simbolo più che significativo di quanti, invece che occupati a produrre per la comunità, preferivano perseguire altri obiettivi anche profittando del lavoro altrui, prevaricandone le libertà e, quindi, costituendo, sul piano sociale, la rappresentazione reale dell’effetto devastante della frana da cui derivava il terribile ‘calanco’). Tanto importante e, al tempo stesso, anche complessa fu questa prima intuizione di Carlo Levi che lo stesso ritenne opportuno ritornarvi su – e con maggiori specificazioni- nel suo successivo libro “L’Orologio”, ipotizzando un articolato ed argomentato scambio di idee tra due intellettuali di sinistra: Leo Valiani e Manlio Rossi-Doria. Quest’ultimo, docente di Economia e Politica Agraria alla Facoltà di Agraria di Portici e ‘leader’ di quello che fu definito il “Gruppo di Portici” degli anni ’50 (di cui anche io ebbi l’onore di far parte), che svolse un ruolo importante nelle ricerche che condussero agli interventi di riforma fondiaria ed a quelli di bonifica agraria e programmazione territoriale. In sostanza, sin dai tempi antichi, si era stati costretti, particolarmente nel Mezzogiorno, a subire le conseguenze nefaste di questo conflitto tra i detentori del potere - gestito spesso solo a fini personali e, comunque, sempre ostacolando ogni modernizzazione - e la maggioranza della popolazione, costretta a lottare per la sopravvivenza, nella speranza di poter conseguire una reale modernizzazione della società in senso democratico e nel più assoluto rispetto dell’altrui dignità. Purtroppo, quando fu pubblicato, il “Cristo si è fermato ad Eboli” non fu accolto benevolmente soprattutto dai lucani, che vi videro una sorta di critica negativa e, forse, anche offensiva del loro carattere e della loro società. Ma, per fortuna, decisamente diverse furono le reazioni all’estero e, soprattutto, in America, dove gli scienziati sociali (sociologi, antropologi, psicologi ed economisti) erano molto interessati a conoscere le radici socio-culturali delle numerose comunità di immigrati italiani, che ben presto erano diventati a pieno titolo ‘americani’. E fu così che molti di essi, grazie al programma Fullbright per gli scambi culturali tra Stati Uniti ed Italia, vennero a Portici e, con noi, condussero interessanti ricerche nel Mezzogiorno. Fu naturale che molti di essi fossero indotti proprio dalla lettura del “Cristo si è fermato ad Eboli” a scegliere la Basilicata. Né si può escludere l’influenza esercitata in questa scelta dallo stesso Rossi-Doria (che pure lui era stato confinato ad Avigliano ed a San Fele) e dal ‘poeta-contadino’ e Sindaco socialista di Tricarico Rocco Scotellaro che collaborava con il ‘Gruppo di Portici’. Agli anni ’50 - contrassegnati dalle occupazioni di terre incolte, dalle lotte che portarono alla realizzazione degli interventi di riforma fondiaria ed a quelli della Cassa per il Mezzogiorno nel settore delle bonifiche - seguirono le ombre e le luci degli anni successivi, la ripresa dei flussi emigratori fino all’abbandono delle zone più impervie ed ingrate. Contemporaneamente, anche l’Italia e, ancor più. il suo Mezzogiorno furono investiti dagli ineludibili processi di modernizzazione, indotti dall’imperante globalizzazione. Purtroppo, da noi, queste furono le reazioni da parte delle popolazioni e le cui conseguenze stiamo ancora soffrendo. La prima, anche se alquanto minoritaria e sempre più in diminuzione, fu quella di un preconcetto rifiuto, nella paura di perdere i beneficî non sempre legalmente goduti. In altri casi, abbiamo avuta una modernizzazione ‘tradita’ in quanto non furono apprestati gli strumenti (tec- nici, culturali e legislativi) idonei per poter conseguire gli obiettivi preventivati. Altre volte, abbiamo avuta una modernizzazione ‘fallita’ in quanto sono stati assunti, come obiettivi ideali da raggiungersi, quelli acriticamente desunti da altre culture e del tutto estranei ai nostri stili di vita e, soprattutto, alle nostre disponibilità finanziarie per potervi far fronte (da ciò il consumismo sfrenato, dispendioso, non adeguato alle nostre reali condizioni. Solo raramente abbiamo potuto registrare una modernizzazione ‘reale’ in cui fossero equilibratamente presenti obiettivi, strumenti e mezzi nonché la stessa cultura dei singoli così come delle comunità. Da ciò la necessità che tutti noi ‘contadini’ si accolga l’invito rivoltoci da Rocco Scotellaro a chiusura della sua poesia “Sempre nuova è l’alba” che, con le altre, meritò il Premio Viareggio 1954: Ma nei sentieri non si torna indietro. Altre ali fuggiranno dalle paglie della cova, perché lungo il perire dei tempi l’alba è nuova, è nuova. 11 La numerologia del cinque nella vita di Levi S di Raffaele Nigro e Federico II di Svevia si guardava da tutto ciò che portava nel nome il sostantivo fiore, Carlo Levi avrebbe dovuto guardarsi, in una numerologia d’accatto, dal numero cinque. Perché è sotto un multiplo di cinque che si sono verificate nella sua esistenza disastri e successi. La grande fortuna di cui ha goduto per tutto il secondo Novecento e fino alla chiusa del secolo si è leggermente appannata in questo inizio di millennio, quando lo scrittore e la sua narrativa sono stati avviluppati nella penombra che ormai divora tutto ciò che appartiene al passato e alla grande e piccola letteratura. Il tempo smemorato non ha più rispetto per nessuno e ogni idiota baratta il proprio apparire in un social network per un successo personale più duraturo di un monumento di bronzo. Nato a Torino il 29 novembre 1902, dopo una serie di fastidi con la giustizia per questioni politiche, Levi fu mandato al confino a Grassano. Vi giunse in treno il 3 agosto del 1935, ottant’anni orsono. Amico di Piero Gobetti aveva infatti aderito al movimento di “Giustizia e Libertà” ragione per la quale, unitamente alla sua origine ebraica, aveva meritato le attenzioni di Mussolini. Il 28 o 29 agosto di quell’anno, la cugina Paola Levi gli fece visita a Grassano spinta come sembra da un sentimento di tenerezza. Paola restò per qualche giorno con lui prima di passare a Ferrandina dove era confinato il fratello Alberto. Il prefetto di Matera Stefano Pirretti, informato dell’accaduto, intervenne immediatamente e informò il Ministero dell’Interno che provvide a trasferire il confinato il 17 settembre 1935 da Grassano ad Aliano, luogo sprovvisto di ferrovia e di strade e dunque irraggiungibile. Ad Aliano c’erano altri confinati politici,come ve n’erano in molti paesi della murgia o arroccati sulle montagne dell’Appennino e dell’Aspromonte. Lo ha ricordato Mario Trufelli per Tricarico in Quando i galli si davano voce, sappiamo di Pavese tradotto a Brancaleone di Calabria, mentre molti ebrei e comunisti furono disseminati dai fascisti tra Puglia e Calabria e in questi giorni gli studenti di Bella e Muro Lucano hanno scoperto nelle carte degli archivi comunali che nell’alta Basilicata furono destinati parecchi confinati di origine ebraica. Levi trascorse tra Grassano ed Aliano circa nove mesi, dal 18 settembre 1935 al 26 maggio del ’36, il tempo di una gravidanza, dopodiche venne graziato e rimpatriato a Torino. Ma proprio quando gli veniva fatto dono della libertà, scopriva il piacere di restare tra i contadini di Aliano. Si era legato alle loro sorti,a quel destino di tragico abbandono. “Io non mi affrettai. – Scrive in chiusura del Cristo - Mi dispiaceva partire e trovai tutti i pretesti per trattenermi … Rimasi ancora una diecina di giorni”. Dopo di allora ci furono altri guai nella vita dello scrittore piemontese, nel 1939 espatria in Francia, rientra in Italia due anni più tardi ma viene arrestato nel 1943 e appena libero partecipa alla resistenza come membro del Comitato di Liberazione della Toscana. A Firenze dirige il quotidiano “La Nazione del Popolo” e intanto dà mano ai ricordi e tra il dicembre 1943 e il luglio del ’44 scrive Cristo si è fermato a Eboli. “Chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso – scrive in apertura del romanzo 12 con andamento elegiaco e sofferto – mi è grato riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà,su un suolo arido, nella presenza della morte”. Il libro vide la luce nel 1945 presso Giulio Einaudi, anno in cui Levi trasferitosi a Roma, aveva cominciato a dirigere l’ “Italia libera”. Fu un successo immediato e planetario. Un viaggio antropologico in Lucania e l’apertura di un sipario su un mondo ignoto a tutti e dominato dalla miseria, dal malocchio e dall’attesa della morte. Quando nel dopoguerra Levi tornò ad Aliano non fu accolto con simpatia, gli fu rimproverato l’aver presentato al mondo i panni sporchi di un paese il quale chiedeva che venissero lavati in casa. Ma aveva aperto una strada, perché con lui arrivarono Manlio Rossi Doria ed Ernesto De Martino, attraverso lui, ha ricordato Giovannino Russo, i poeti lucani ebbero una sorta di risveglio e Rocco Scotellaro trovò una ribalta nazionale ed ottenne, seppure postumo, il premio Viareggio. I Lucani si avvidero tardi di quanto Levi aveva significato per il mondo contadino, comunque in tempo per tributargli gli onori che meritava. Il Cristo, tradotto in America, giunse tra le mani della scuola sociologica di Chicago, svegliò e convogliò le attenzioni di Friedmann, di Cid Corman, di Banfield verso la Basilicata. Aprì un dibattito politico e sociologico durato cinquant’anni, fu sicuramente tra le letture che costrinsero i governi democristiani e Alcide De Gasperi in primis a visitare il Sud e a progettare la Riforma Fondiaria, stimolò tanti, meridionali e non, a scrivere del mezzogiorno, alcuni con illuminata capacità critica, altri con assonnato gusto oleografico. Levi fu una risorsa, un patriarca che condusse un popolo dormiente verso la strada del risveglio. Fu anche il descrittore di un mondo fatalisticamente pietrificato,una icona che piacque e pietrificò tanti che avrebbero potuto leggere i grandi cambiamenti che la società aveva vissuto e che le nuove generazioni stavano producendo. Come hanno raccontato Sergio D’Amaro e Gigliola De Donato in un’accurata biografia, Levi tornò più volte in Basilicata, mantenendo la promessa che aveva fatto ai contadini di Aliano alla sua partenza per Torino nel ‘36. Militante nelle fila del Partito Comunista fu eletto senatore, provò a raccontare il volto delle altre regioni meridionali, ma la Calabria aveva trovato in Alvaro il suo narratore e la Sicilia era la regione di Verga, Capuana e più tardi di Sciascia. La profezia del cinque e dei suoi multipli si completò il 4 gennaio 1975, con la morte a Roma dello scrittore che la De Donato definì “un torinese del Sud”. Quarant’anni fa. Oggi, grazie al nipote Guido Sacerdoti ed altri parenti, i suoi resti mortali riposano ad Aliano e finalmente ha preso corpo quella promessa registrata in chiusura del Cristo, dove si dice “Dovetti promettere (ai contadini di Aliano) solennemente che sarei tornato; e lo promisi con tutta sincerità”. Lo scrigno del cuore di Yuko Nishimaki Aliano e Levi, visti da una straniera a distanza di 80 anni A vevo un piccolo “scrigno”, da bambina, fatto di legno dipinto di verde, rivestito all’interno di velluto rosso. Quando aprivo il coperchio, cominciava a suonare la musica da un carillon nascosto. Dentro avevo messo delle conchiglie, una pietra verde trasparente, una piuma, un antico bottone lavorato ecc., tutte cose che mi erano carissime e ognuna con una sua storia, legata alla mia vita di nove anni. Quando apro “Cristo si è fermato a Eboli”, mi sembra di aprire questo tipo di scrigno, pieno di episodi e sentimenti legati al soggiorno di Carlo Levi ad Aliano. Anche perché una frase nella prima parte del libro: “ …chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel…”, mi richiama alla memoria la scena di me bambina triste, sola nella sua camera, che apre lo scrigno, guarda gli oggetti, pensa alla sua infanzia con i momenti tristi, ormai passati, e pensandoci in quel momento, teneri. Questa immagine mi è ritornata in mente quando sono stata in Bretagna. Mi trovavo su una punta sporgente sull’Atlantico, dove si svolge la leggenda di Tristano e Isotta. Da ogni direzione soffiava un forte vento pieno di sabbia e sale tanto che era difficile restare in piedi e perfino respirare era faticosissimo. Da qui si va verso sud-ovest, lungo la costa, c’è La Baule dove nel 1939 si rifugiò Levi, fuggito in gran fretta da Parigi, con una donna e la loro figlia nata due anni prima. La Baule e’ vicino a San-Nazaire:il primo porto francese sull’Atlantico, dove ogni giorno scaricavano militari inglesi, ma l’anno seguente sarebbe stato occupato dalla Germania. Levi è rimasto lì da settembre a dicembre. Senonché appena arrivato, giunse la notizia della morte di suo padre, ma ovviamente non poté tornare in Italia. Scrive: “mi trovavo solo su quella spiaggia deserta, in un freddo autunno, pieno di vento e di pioggia.” In questo periodo sente il bisogno di “fermarsi a considerare le ragioni di quella cruenta rivoluzione che incominciava.” Questo libro, “Paura della libertà”, viene pubblicato dopo la guerra. In quel luogo, da quella terra, da quell’ambiente sentii fisicamente lo stato d’animo dello scrittore torinese, e quanta forza ci voleva, per non farsi spazzare via da quel vento in tutti i sensi. Immaginai anche, magari non aveva mai pensato che il periodo in Lucania di 3, 4 anni prima, fosse stato veramente piacevole, idilliaco…? Un giorno prendevo un caffè da sola in un bar del paese. Un signore sconosciuto, non so da quanto era lì, mi disse all’improvviso. “Quello che ha scritto in quel libro è tutta una bugia!” Capii subito che cosa si trattava e che era arrabbiato. Capii anche che sapeva, non so perché, chi ero e perché ero lì. Vestito bene, con una giacca e una cravatta, parlava in italiano. Risposi educatamente: “Ah…sì?” “ Sì!” , mi scrutò con gli occhi minacciosi. Per scacciare l’aria ostile, dissi: “Allora Lei l’ha letto tut- to, vero?” Si infuriò. “Chi legge quella roba là!? Mai, mai!” “…Ho capito, mi dispiace…” “Vede, deve ricordarselo, da cima a fondo, dalla prima all’ultima riga sono bugie!” Stava quasi confessando che aveva letto tutto, ma risposi cercando di sembrare sempre più educata. “Ho capito, lo tengo presente, senz’altro… grazie mille.” Visto che non reagii come si aspettava, non continuò. Mi lasiciò e uscì dal bar mormorando qualcosa. “Una cosa da teatro…!” pensai divertita, ma allo stesso tempo mi dispiacque per il signore e per me; se avessi saputo conversare diversamente, avrei potuto capire i suoi rancori incancreniti. “Cristo~” è un “racconto”, perciò non ho nessuna obiezione alle parole del signore. Se posso aggiungere qualcosa, direi che è un racconto (o una bugia secondo il signore) bellissimo. Anche se vi sono scritte delle cose incresciose. Ma il libro spesso viene visto nel contesto delle “questioni meridionali” o come un “libro-denuncia”, quindi capisco che alcuni si sentano “denunciati”. Per me “Cristo~” è una storia d’amore. Levi incontra Gagliano, e tramite Gagliano acquista una nuova coscienza e forse intravede l’eternità, che cambiò la sua vita per sempre. Questo tocca il cuore dei lettori, ecco perché è tradotto in tante lingue e continua ad essere letto anche dopo tanti anni. Lui, dopo la separazione dalla sua “terra amata”, mise questa nuova coscienza nel suo scrigno del cuore insieme ai ricordi, e lo portò sempre con sé negli anni difficili, ogni tanto lo guardava, lo nutriva con amore, aggiungendo anche altre esperienze apprese nel tempo, e alla fine apparì nella forma di libro… Girando Aliano, la guardo e ogni tanto vedo apparire la Gagliano descritta da Levi, come se il coperchio dello scrigno si shiudesse all’improvviso, perché ormai quello scrigno lo porto dentro anch’io dopo aver letto ripetutamente il suo libro. Riconosco le cose di 80 anni fa che restano a tratti e mi rallegro. Come riconoscere da una piuma un uccello, magari non lo e’… Ma esiste anche un’altra “Aliano”. Non quella di adesso, né quella Gagliano descritta da Levi. So che Levi vedeva anche questa “Aliano”. A proposito, Carlo Levi voleva riposare ad Aliano. O a Gagliano? O in un’altra “Aliano”? Me lo chiedo davanti alla sua tomba. Mi ricordo che una volta un alianese mi disse: “Qui sotto non c’è niente; è vuoto”, con un sorriso maligno. Stava scherzando forse. “Ma allora dove sta il suo corpo?”, gli chiesi alle sue spalle. “Boh!” e sparì dalla mia vista. 13 Chi c’è e chi no dopo il grande racconto leviano I DI FRANCESCO PAOLO MATTATELLI l dialetto di Aliano è una lingua parlata viva e ricca, impastata di suggestioni tradizionali locali, di termini gergali, di intercalari: se ascoltata dà la sensazione di una dolce ritmata cantilena. Sarebbe sicuramente piaciuto, ora, a Carlo Levi risentirla, proprio perché, per l’appunto, si tratta del dialetto della località che ha caratterizzato l’ambientazione letteraria della sua esperienza di confinato. Leggendo e rileggendo Cristo si è fermato a Eboli, ero preso, ogni volta, dalla voglia di documentare in lingua madre il film di un passato che Levi visse, che io ho vissuto: la gente di Aliano, le stradine, i burroni, i calanchi, gli odori e i sapori dei cibi di una volta, le usanze, la cadenza dialettale... Per la traduzione in dialetto alianese di Cristo si è fermato a Eboli ho preferito ascoltare una fascia di persone di ogni età, ceto e grado di istruzione residenti stabilmente ad Aliano. In particolare ho privilegiato la collaborazione dell'anziana Cenzina Giordano. Tranne la parlata locale, il paese visto da Levi è quasi del tutto scomparso: ha abbandonato il suo millenario silenzio, sembra uscito da un libro di fiabe, con splendide illustrazioni a colori. Oggi ad Aliano non si respira più l'atmosfera degli anni 1930 in cui fu immerso Levi. La radio, la televisione, l'istruzione obbligatoria, le vacanze, il telefono, il computer hanno lentamente cancellato ad Aliano il mondo agricolo-pastorale conosciuto dallo scrittore confinato. Le strade lungo l'Agri e il Sauro hanno tolto l'isolamento al paese; le scuole superiori sorte a Sant'Arcangelo, a Stigliano e a Senise hanno facilitato ai giovani il conseguimento di un diploma che ha permesso a molti di iscriversi nelle università italiane e straniere. Tutti questi avvenimenti hanno sconvolto gli equilibri tradizionali, sono scomparse antiche abitudini insieme all'ignoranza e alla superstizione. Nel secondo dopoguerra anche i tradizionali contadini inseguirono il cambiamento. Alcuni emigrarono, altri abbandonarono definitivamente la campagna, permettendo la nascita di nuovi mestieri e nuove professioni. Chi preferì coltivare la terra si dotò di mezzi agricoli a motore e impiantò nuove coltivazioni, più rispondenti alle leggi di mercato. L’agricoltore di oggi non è più il contadino di ieri. È iscritto a un sindacato, fa politica attiva e passiva, fa lo sciopero, fa le vacanze, fa i viaggi anche all'estero... Levi non lo distinguerebbe più dai borghesi né nel vestire, né nel parlare, né negli atteggiamenti, né nel fisico. È scomparso il contadino di una volta, ma anche il Luigino leviano che era il trionfo dell’individualismo egoistico... e soprattutto è scomparsa la piccola borghesia, definita dallo scrittore Vero nemico, quello che impedisce ogni esistenza civile al contadino. È una classe degenerata fisicamente e moralmente: incapace di adempiere la sua funzione e che solo vive di piccole rapine e della tradizione imbastardita di un diritto feudale. Proprio la borghesia di Aliano, oggi, rende omaggio a Carlo Levi, a iniziare dal Sindaco Maria Santomassimo che lo accolse da morto nel 1975. L'istituzione del Parco Letterario Carlo Levi, che opera dal 1998, ebbe un impulso decisivo nel 2001, con l'elezione a sindaco di Antonio Colaiacovo. Fu una grande svolta per la crescita economica, culturale e turistica del paese e per un maggiore approfondimento di Levi. Si lesse e rilesse il suo libro, che si tradusse anche in alianese, si scrissero e si scrivono articoli e libri su di lui e sulla storia 14 millenaria di Aliano. Rieletto una seconda volta, il dottor Colaiacovo ha potuto continuare la sua opera di rinnovamento di Aliano e vedere realizzati molti dei suoi progetti. A fine mandato, nominato presidente del Parco, Tonino, come è affettuosamente chiamato, Don Pierino, il sindaco Luigi De Lorenzo, l'architetto Mimma Rinaldi e i numerosi validi collaboratori, promuovono eventi, sponsorizzano e presentano libri, allestiscono mostre, valorizzano il ricco patrimonio dei calanchi. Nel paesino lucano non si incontrano più i personaggi che lo scrittore torinese ha fatto rivivere nel suo Cristo si è fermato a Eboli: ritratti di uomini e donne che sono dei piccoli capolavori che brillano di luce propria, intensissima, perché ovunque si avverte l'impronta del grande narratore e pittore. Nella scelta dei brani della presente registrazione, perciò, occupano più spazio i personaggi, dove si evidenziano ancor più i particolari delle loro esistenze, anche se collocate nell'anno 1935. La platea dei ritratti del Cristo si è fermato a Eboli è molto affollata, ma non vi sono veri e propri protagonisti, piuttosto un collettivo di protagonisti con il coro dei contadini che fa da sfondo. Immortalati soprattutto per la funzione che svolgevano, tutti i personaggi leviani sono realmente esistiti. Risulta sorprendente il fatto che, almeno per quanto riguarda le fattezze fisiche, la fedeltà di Levi, che in pittura, com'è noto fu abile ritrattista, è quasi sempre assoluta. Per chi, come me, conosce bene la realtà di Aliano nel 1935-36, ci sarebbero da correggere, invece, alcune deformazioni, cui l'arte, legittimamente, sottopose la realtà, e operare una distinzione tra il personaggio letterario e il personaggio reale che, spesso, è un pretesto per l'autore per farne un simbolo. Il ritorno ad Aliano serve anche a capire personaggi e descrizioni creati o rivisti dalla fantasia dello scrittore e verificare, nello stesso tempo, come quei luoghi siano cambiati! Sarebbe sorpreso anche lo scrittore di non incontrare sui gradini della cappella di San Luigi Don Giuseppe Trajella: Un vecchio piccolo e magro... ridotto a vivere solo, senza parlare con nessuno. Ancora più sorpreso di non incontrare Don Pietro Liguari che incedeva con una certa solennità, l'abito pulito, il fiocco rosso del cappello fiammante e al dito portava un anello con rubino. Ad accoglierlo ora ci sarebbe Don Pierino Dilenge in clergyman. A lui fanno capo tutti gli intellettuali e studiosi che si recano ad Aliano. Don Pierino è un vulcano di idee. Persona di grande sensibilità e dottrina, scrive, sponsorizza, promuove cultura, stimola, consiglia, offre il suo periodico a scrittori noti e meno noti per pubblicazioni senza censura. Qui, in Piazza Garibaldi, Levi non incontrerebbe tra i galantuomini neppure il podestà con gli stivaloni, le brache a quadretti da cavallerizzo e il frustino, ma un sindaco democraticamente eletto, che sta col popolo e in mezzo al popolo. Onore alla nuova classe dirigente che ha voluto e saputo valorizzare la presenza di Levi ad Aliano, portando il paese piccolo e sperduto dell'alta collina materana all'attenzione di turisti e studiosi di tutto il mondo. Tornano a rivivere, rivisitate e ampliate, alcune vecchie tradizioni, si promuovono nuove progetti. A Natale suscita entusiasmo il presepe vivente e la visita del presepe artistico permanente di Franco Artese. Durante l'anno allietano i cittadini eventi musicali che soddisfano tutti i gusti. All'arrivo del Carnevale, Carlo Levi scrisse: Non ci sono, a Gagliano, per questo, né feste, né giochi: sì che m'ero dimenticato della sua esistenza. Quando, poi, si ricordò e girò per le vie del paese, lo vide come un giorno di follia, di ferocia e di impunità, poiché una volta tanto tutto era lecito, fra signori e contadini. Oggi il Carnevale di Aliano è stato trasformato in un evento. Ha recuperato pienamente l'antica forza. Particolare importanza ha assunto la maschera cornuta assurta ad opera d'arte per merito dell'artista Nicola Toce. Come sempre il Carnevale si conclude con la tradizionale “frase”, commedia improvvisata in dialetto alianese, affidata all'estro e all'ironia di Teresa Lardino. D'estate il paese è animato dalla Festa dell'Emigrazione, dalla festa in onore di San Luigi e da altre mille iniziative. Un buon motivo per chi voglia visitare Aliano, che ispirò il capolavoro dello scrittore torinese. Sulle tracce di Levi, guide esperte regalano ai turisti giornate indimenticabili. Aliano è meta di un turismo culturale che segue puntualmente gli itinerari del Parco Letterario a lui intitolato: la tomba, la casa del confino, il Museo della civiltà contadina, il Museo Arte Contemporanea, il Museo Storico Carlo Levi, il centro storico ristrutturato con i palazzi signorili restaurati, la Fossa del Bersagliere, la casa con gli occhi, la casa della vedova, il paesaggio dei calanchi. Rivivere l'atmosfera dei luoghi leviani dà forti emozioni. Dulcis in fundo, la visita si conclude in uno dei due ristoranti del paese. Una sosta buona per un viaggio nel “gusto” dei calanchi. PAUL RUSSOTTO È TRA NOI A lcuni dei capolavori dello statunitense Paul Russotto, interprete storico dell’espressionismo astratto, sono in Basilicata e vi resteranno per sempre. Ben 60 delle sue opere, tra dipinti, collage e disegni che ripercorrono mezzo secolo di lavoro svolto nell’ambito della “Scuola di New York” e della migliore ricerca formale americana, dal 10 dicembre saranno accolti ad Aliano, nel Palazzo De Leo, adiacente la casa di confino di Carlo Levi. Un bel colpo per Aliano e una enorme finestra che si spalanca soprattutto sull’America, nel senso che il flusso turistico nel paese di don Carlo potrà crescere enormemente in conseguenza dei numerosi estimatori dell’artista che potranno arrivare da tutto il mondo. Grande regista di questa operazione, lo storico dell’arte Giuseppe Appella, amico di Paul e della moglie Ellen (i coniugi sono stati più volte a Matera per le “Grandi Mostre nei Sassi). Appella, sapendo anche delle origini lucane di Russotto (la madre, Margherita Sarli, era di Aliano, a Stigliano e a Matera vivevano alcuni dei suoi parenti) propose al figlio Luca di donare le opere al Comune,che naturalmente si è adoperato per concretizzare questa grandissima opportunità. “Per mantenere viva la memoria di Paul – dice il prof. Paul Russotto con la moglie Appella – avanzai la richiesta al figlio e lo feci presente al Sindaco di Aliano–immaginando una donazione antologica che rimanesse qui, a ricordo del suo lavoro. L’assenso è poi arrivato ed ora facciamo partire questa bella iniziativa che, tra l’altro, potrà aprire ulteriori scenari”. Luca Russotto e la moglie saranno presenti all’inaugurazione fissata per il 10 dicembre, alle ore 18. Protagonisti dello sbarco di Russotto ad Aliano, oltre ad Appella, il sindaco Luigi De Lorenzo, che in poco tempo ha risolto i problemi logistici per la sede da dedicare alle 60 opere. “Siamo consapevoli di questo grande passo in avanti che fa la nostra comunità con la presenza di Russotto – evidenzia il sindaco – e questo è un altro dei tasselli che ci consentirà di potenziare la nostra offerta culturale e turistica e in particolare la rete dell’arte museale, che una volta a compimento potrà garantire circa 2000 metri quadrati di esposizione. È chiaro che ci Paul Russotto con la madre in California 1986 aspettiamo un incremento del flusso di visitatori, in particolare di stranieri, già elevata”. Non meno impegnati per la realizzazione del progetto anche il Parco Letterario Carlo Levi, presieduto da Antonio Colaiacovo, e la Pro Loco e Circolo culturale Panevivo, don Pierino Dilenge. I lavori di Paul Russotto, tanto per dare un’idea della sua importanza a livello mondiale, sono esposti nelle collezioni di Tokai Bank di Chicago, al Metropolitan Museum of Art al Brooklyn Museum di New York, al Ciba-Geigy, General Electric, AP Fritz di Zurigo, oltre che nelle maggiori collezioni private americane ed europee. Paul Russotto è un grande dell’espressionismo astratto americano ed era profondamente legato alla Lucania (sua madre, Margherita Sarli, era originaria di Aliano). Nato a New-York il 28 maggio 1944, si appassiono alla pittura prima di compiere 16 anni. Nel 1965 la prima personale a Pasadena, patrocinata dalla sua mecenate Mary Thomas. Sempre in quegli anni conosce Ellen Romano che diventerà sua moglie. Negli anni ’70 si trasferì in una fattoria abbandonata di Old-Saratoga. Artista colto e autentico nel suo voler continuamente imparare, l’opera di Paul Russotto ha radici profonde nella pittura di Rubens, Courbet, Cezanne, Picasso, Matisse, Mondrian, Mirò, Gorky, De Kooning, Pollok, Tobey, Diebenkorn. 15 XVII Premio Letterario Nazionale Carlo Levi 2015 Raffaele Nigro intervista i vincitori Claudio Martelli, Vincenzo Celano, Ettore Catalano, Laura Pariani. (Tahar Ben Jelloun assente perché malato). 16 Una GIORNATA nei CALANCHI Rinnovato successo della C Estemporanea di pittura Il 16 aprile, con rinnovato successo, si è svolta la XXIX edizione dell’Estemporanea Interregionale di Pittura “Premio Carlo levi”, per commemorare i tre anniversari dello scrittore ed artista torine- se, confinato e sepolto ad Aliano, 1935/ Confino)-1945 pubblicazione del “Cristo..”- 1975 la sua morte a Roma. In tutto 284 studenti di Licei ed Istituti d’Arte: Matera, Potenza,Salerno, Eboli, Maratea, Nova Siri, scuola media di Aliano ed un folto numero di esterni, tra cui anche alunni della scuole superiori di S.Arcangelo e Stigliano.. Ancorauna volta, per il 29° anno , tanti aspiranti artisti si sono incontrati ad Aliano per confrontare tra di loro le tecniche pittoriche apprese a scuola, per rendere omaggio al cantore della civiltà contadina ed al grande e profetico meridionalista Carlo Levi. La consolidata kermesse culturale si è conclusa con la premiazione nell’anfiteatro comunale in Via Cisterna, quasi una festa della gioventù studentesca, l’arrivederci al 2016 per la XXX edizione celebrativa di questo importante appuntamento culturale che sfida i tempi. on gli insegnanti della scuola media di Aliano abbiamo fatto un salto nell’universo dei calanchi, definito da Carlo Levi “paesaggio lunare”. Appena arrivati, abbiamo percorso, guardato, riflettuto, parlato delle colline d’argilla e le abbiamo scalate. I calanchi si formano per erosione, che avviene tramite gli agenti atmosferici. Si formano prevalentemente sui versanti sud-occidentale dei rilievi perche lì batte il sole più caldo, invece nel versante opposto troviamo piantagioni di uliveti e campi di cereali e pascoli. Guardando i Calanchi, abbiamomnotato che la sua flora è prevalentemente tipica della “macchia mediterranea”, in quell’ambiente non si trovano molte piante ad alto fusto, ma piante basse come le ginestre e i ginepri. Invece, la fauna che si trova nei calanchi è caratterizzata da volpi, lepri, donnole, tassi, cinghiale, rettili e alcune tipologie di uccelli e insetti. Terminato il percorso, abbiamo fatto merenda e ci siamo divertiti insieme. Biagio Scelzi 17 Poesia e amore per la Lucania Il Comitato Dante Alighieri di Salisburgo in visita al Parco Letterario di Aliano Continuano le visite dei “Comitati Dante” nel mondo in Italia e nelle bellezze dei I Parchi Letterari Italiani. Martedì 2 giugno il Comitato Dante di Salisburgo ha visitato il nostro Parco Letterario Carlo Levi di Aliano (Matera). Il presidente del comitato Giorgio Simonetto e tutto il gruppo hanno apprezzato il tour organizzato dal Parco, rimanendo incantati dalle bellezze del paesaggio, dai musei e dai luoghi leviani ... e ovviamente dalla cucina lucana! 18 R ivivendo emotivamente luoghi ed eventi descritti nel Cristo si è fermato a Eboli si coglie nell’opera di Carlo Levi (1902-1975) il sentimento poetico e il suo profondo amore per la terra lucana e la sua gente. Aliano, con le sue case dalle magiche facciate dalle cui piccole finestre, occhi stregati che sormontano archi immensi come bocche, si spazia sull’infinita distesa delle argille aride, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, ed è un esempio di recupero e conservazione ambientale. Il silenzio delle montagne, la solitudine dei paesi arroccati sui monti, le infinite distese di argilla, i fiumi lenti e sornioni della valle dell’Agri e del Sauro ed ancora le leggende dei briganti, delle fate, dei lupi mannari e delle streghe sono tutti elementi che raccontano e suscitano nel visitatore le stesse emozioni di meraviglia e stupore provate da Levi all’inizio del suo confino. CONTRIBUTI AL GIORNALE Rosa Caldararo ved.ins.G.Salvatore (Aliano) Margherita De Leo (Fi) Domenico Giannace (Marconia - Mt) Pietro Iula (Ge) Fam.Pepe Rocco/Maddalena Langone (Fi) Antonio Caldararo (Legnano-Mi) Ins. Margherita D’Amato (Stigliano - Mt) Fam.Pasciucco/Domenica Carbone (Ge) Francesco Scardaccione (Valenzano - Ba) Egidio Marino (San Brancato di S. Arcangelo - Pz) € 10,00 Fam. Felice Sabbatino / Gianna La Riccia (S. Anastasia - Na) Fam.Panevino / Sergio Curzio (Na) € 30,00 Fam.Emilio Mandas/Maiorana Caterina (Assemini - Ca) Luigi Fortunato (Rm) € 10,00 Prof.Maria Colucci (San Brancato - Pz) € 30,00 € 10,00 Ing.Sagaria Domenica (Rm) € 50,00 € 15,00 Cervelli Maria ved. P.Scattone (Bitonto - Ba) € 20,00 € 10,00 Vincenzi Verzica di Luigi (Rm) € 20,00 € 50,00 De Lorenzo Luigi (Ge) € 10,00 Luigi Santomassimo fu Vincenzo (Aliano) € 10,00 € 10,00 Dott.Edoardo Scardaccione (Rm) € 50,00 € 10,00 Rag.Lasaponara Rocco (Stigliano - Mt) € 10,00 € 20,00 Giannace Domenico (Marconia - Mt) € 15,00 € 5,00 Fanelli Vincenzo (Mi) € 20,00 € 50,00 Renzi Vinncenzo (Mt) € 10,00 Scapin Gianmaria (Mi) € 30,00 € 20,00 Martelli Anna (Mi) € 10,00 € 20,00 Maiorana Giuseppe (To) € 10,00 Pisani Giovanni (Lavello - Pz) € 10,00 Fam. Avv. Filippelli Isabella / Colucci Antonio (Mt) € 20,00 Albano Franco (Alianello di S.) € 10,00 Fam.Garambone Luigi/Colaiacovo Maria (Aliano) € 10,00 Castoro Anna ved. Rinaldi (Alianello di S.) € 10,00 Fam. Panevino / Sergio Curzio (Na) € 30,00 Fam.Donnazita/Francesco Lombardi (Aliano) € 10,00 Calvello Teresa (Carbonara - Ba) € 10,00 Cappuccio Luigia (Gorgoglione - Mt) € 20,00 Ins.Pinella Vignola (Grassano - Mt) € 20,00 Fam.Scelzi Lucia/Lacicerchia Mario (To) € 15,00 Fam.Dott.ssa Tallarico A/castellari Ernesto (Aliano) € 20,00 Dr.Rocco Tocew (Calvello - Pz) € 30,00 Fam. Sabbatino Felice/Lariccia Giovanna (S.Anastasia-Na) € 50,00 Fam.Catena/Fanelli Maria (Irsina - Mt) € 10,00 Malvasi Gaetnina (Aliano) € Fam. Arch Domenica Rinaldi / geom.Francesco Pepe (Alianello N.) € 20,00 Giannasio Giuseppe fu Nicola (San Brancato - Pz) € 10,00 Mastrosimone Michele (Berbenno di Valtellina - Sd) € 50,00 Lotano Giuseppe (Rm) € 10,00 Fam.Lepre Maria/D’Alessandro Domenico (Valsinni - Mt) € 20,00 Dott.Orlandi Francesco (Marter - Tn) € 100,00 Ing.Luigi Garambone (Mi) € 10,00 Fam.Toce Nicola/Pompea Sarli (Bo) € 10,00 Fam.Giovanni Di Carlo (Germania) € 20,00 Don Michele Celiberti (Opera P.Minozzi-Policoro -Mt) € 50,00 Ing.Luigi Casdalaro (San Brancato - Pz) € 20,00 Fam.Carbone Maddalena/Pisani Francesco (Aliano) € 10,00 De Lorenzo Luigi (Ge) € 10,00 Prof.Giovanni Maiorana (Pz) € 30,00 Lia Di Stasi (Bernalda - Mt) € 10,00 Bruno Nicola (Mt) € 10,00 Ciancia Leonardo (Modena) € 10,00 Fam.Buccolieri Pasquale (Empoli-Fi) € 20,00 5,00 NOZZE D’ARGENTO NEL 2015 25 Gennaio Rosaria Calararo e Antonio Argentino (S.Arcangelo-Pz) 12 Maggio Maria Angelina Pepe e Domenico Bruno (Alianello N.) 2 Agosto Anna Di Sirio e Giuseppe Balzano (Aliano) 9 Agosto Francesco Scattone e Lucia Maria Pisani (Aliano) 11 Agosto Patrizia Tiziana Follo e Franco Lucio Acquaro (Germania) 14 Agosto Anna Colaiacovo e Nicola Scettino (Stigliano) 16 Agosto Rosaria Domenica A. De Luca e Nicola Leone (Gorgoglione) 22 Agosto Rosetta Scelzi e Lorenzo La Grotta (San Brancato - Pz) 19 Settembre Brigida Scelzi e Nicola Arcomano( Calvello-Pz) 15 Dicembre Teresa Di Biase e Francesco Paolo Mazzoni (Noepoli - Pz) 27 Dicembre M. Pompea Sarli e Nicola Toce (Quattro Castelle-Bo) 29 Dicembre Antonio Iula e Teresa Scelzi (Aliano) Fam. Maselli Caterina /Di Pinto Gaetano (Palo del Colle - Ba) € 10,00 Prof. De Rosa Benedetto (Roccanova - Pz) € 20,00 Fam. Giulia Colangelo / Scelzi Nicola (Aliano) € 20,00 De Leo Salvatore (Grassano) € 30,00 Grimaldi Vitale (Alianello N.) € 10,00 Fam. Russo Domenico (To) € 15,00 Prof.ssa Maria Delorenzo (Rm) € 10,00 NOZZE D’ORO NEL 2015 9 Gennaio Michele Giordano e Regina Latronico (Aliano) 24 Aprile Maria Scelzi e Fortunato Vito Spani (Sant’Arcangelo-Pz) 9 Ottobre Maria Scelzi e Giuseppe Scelzi (Aliano) 8 dicembre 2014 SALVATORE MATTEO MASTROPIETRO terzogenito di Donato e Giulia Pepe (San Brancato di S.Arcangelo- Pz) 9 dicembre 2014 GIUSEPPE MARIA LONGO primogenito di Gioacchino e Giovanna Manicone (Stigliano) 13 aprile BIAGIO MATTATELLI primogenito di Antonio e Raffaella Nicita (Policoro) 19 dal Comune di Aliano Movimento Demografico MOVIMENTO DEMOGRAFICO COMUNE DI ALIANO Primo Trimestre 2015 DISOCCUPAZIONE AL 31/03/2015 COMUNI DELLA COLLINA MATERANA M F TOTALE 500 529 1.029 FASCE D’ETÀ MASCHI FEMMINE TOTALE Nati - - 0 15-18 11 0 11 Morti nel Comune 1 1 2 19-24 143 133 276 Morti in altri Comune 1 - 1 25-30 244 211 455 Iscritti da altri Comuni 2 1 3 31-40 251 259 510 Iscritti all’estero 1 1 2 41-50 319 409 728 Cancellati per altri Comuni 4 - 4 51 e oltre 461 530 991 483 TOTALE 1429 1542 2971 Popo. Residente al 31/12/2014 Famiglie anagrafiche Pop. residente a fine mese 495 529 I Laureati 27 ottobre: CLAUDIA DI SABATO, di Giovanni e Angela Maria Di Giglio (Roma) ha conseguito presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma la Laurea in Lingue e Lettere Moderne. 17 novembre: ROSSELLA SCELZI, di Antonio e Silvana Bisignano (Napoli) Laurea in Scienze Infermieristiche. 10 dicembre: CARMELA MARINO, di Luigi e Maria Mendella (Alianello Nuovo di Aliano) Laurea in Filosofia (corso triennale) presso l’Università degli Studi di Firenze. 16 dicembre: SAMANTHA GRIMALDI, di Mario e Vincenza Maselli ha conseguito il Master in Menagement per le funzioni di Coordinamento nell’area delle Professioni Sanitarie presso l’Università degli Studi di Parma. 17 dicembre: DOMENICA MARZANO, cgt. Antonio Serra, presso l’Università degli Studi di Basilicata (Matera) ha conseguito la Laurea in Scienze della Formazione Primaria. 17 dicembre: MIRIANA FANTINI (Alianello Nuovo di Aliano), di Antonio e Felicia Pepe, presso l’Università degli Studi di Basilicata (Potenza) ha conseguito la Laurea (corso triennale) in Tecnologia Alimentare. 17 febbraio: ANTONIO CASALARO (San Brancato di S.Arcangelo - Pz), di Luigi e Angela Rosa Lanzillotta, presso l’Università degli Studi di Perugia ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio. 20 COMUNE DI ALIANO 1.024 FASCE D’ETÀ MASCHI FEMMINE TOTALE 15-18 1 0 1 19-24 18 8 26 25-30 22 20 42 31-40 27 31 58 41-50 36 35 71 51 e oltre 47 47 94 TOTALE 151 141 292 La Voce dei Calanchi Anno XXXVIII 2015 n. 122 Redazione e amministrazione: Via Stella, 65 Aliano (Mt) Tel. 0835.568074 Direttore: Pietro Dilenge [email protected] Direttore responsabile Emilio Salierno Grafica, impaginazione, stampa: Azienda Poligrafica TecnoStampa snc Villa d’Agri (Pz) ABBONAMENTI Costo copia € 2,00 Abb. ordinario annuo € 10,00 Abb. sostenitore € 20,00 Abb. benemerito € 50,00 Per ricevere ogni domenica il Supplemento domenicale comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica a [email protected] Reg. Trib. Matera 117 del 20/12/90 Sped. Abb. Post art. 2 comma 20/c L. 662/90 del 23/12/96 - Filiale di Matera / Potenza C.P.O. www.aliano.it - www.parcolevi.it - www.lunaecalanchi.it Gli amici che non sono più tra noi 11.1.2015 Pasquale Mona ved.Brigida Trani n.2.12.1932 24.11.2014 Giuseppe Trani ved. Filomena Pomarico n. 25.04.1921 28.11.2014 Mariantonia Caldararo ved.Giuseppe Cassino, n.16.06.1924 19.1.2015 Marco Scelzi di Antonio (Milano) anni 40 26.1.2015 Filippo Toce cgt.Carmela Sammartino (S.Ilario d’Enza-RE) n.21.6.1928 21.2.2015 Pasquale Albano cgt. Rosa Concetta Sarno (Alianello N.) n. 26.7.1926 9.4.2015 Brigida Giordano ved. Michele Briamonte, n.16.6.1942 1.6.2015 Amorosi Luigia cgt.Antonio Fanelli n.1.11.32 Buenos Aires (Argentina) 18.4.2015 (Napoli) Gelsomina Rutoli cgt.Sergio Curzio figlia di Giuseppina Panevino n.1.10.1938 30.4.2015 Raffaella di Giglio di Mario cgt.Francesco Colaiacovo n. 25.6.1971 10.12.2014 Maria Rosa Maiorana ved. Luigi Di Giglio, n.7.2.1939 21.3.2015 Mariantonia Colaiacovo ved. Nicola Lasaponara n.4.11.1920 27.4.2015 (Taranto) Giulia Rubilotta fu Francesco n.27.8.1936 26.3.2015 Maria Maselli ved. Luigi Iula n.3.8.1987 10.12.2014 Rocco Giannasio di Nicola (Alianello di Sotto) n.5.6.1952 5.4.2015 Rosa Robilotta (Alianello di S.) ved. Francesco Mangino n.17.1.1936 20.5.2015 Pasqualina Perretti ved.Giuseppe Gallo n.12.1.1927 28.12.2014 Francesco Verzica ved. Brigida Scattone n.13.11.1921 01.1.2015 Giovanni Caldararo fu Nicola n.3.12.1954 7.4.2015 Maria Latronico ved. Francesco Sagaria n.22.2.1931 20.5.2015 Filippo Maiorana cgt.Mariantonia Donnazita n.11.11.25 A te, Raffaella Dolce e devota sposa Adorata e preziosa figlia Discreta e riservata sorella, breve è stata la tua vita, delicato il tuo lasciarci. Una prepotente mano coglieva te frutto ancora acerbo mentre tu tenacemente restavi ancorata all’albero della vita. Ora il Cielo vanta una stella in più e tu splendente di vita eterna da lassù ci guarderai e tra noi quaggiù nel cuore sempre rimarrai. 21 t dal Comune di Aliano VITA AMMINISTRATIVA LAVORI ALLUVIONALI Il Comune di Aliano ha avuto circa 500,000, 000 per la riparazione dei danni procurati dalle alluvioni dello scorso anno. Dopo l’intervento già effettuato sul tratto di strada provinciale all’altezza dello storico “Fosso del Bersagliere” il Comune ha affidato a più imprese locali anche i seguenti interventi: Strda Masseria Soldano(Alianello) –Profiti S.Lorenzo – Ctr. Leo – Ctr.Le Serre – Ctr.Acqua La Cersa – Argine fiume Agri. RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO Nel mese di marzo il Comune, tramite l’avv.Donatello genovese, ha presentato al Consiglio di Stato in S.G.-Roma – il ricorso avverso contro la Green Power s.r.l., la regione Basilicata, il Ministero Sviluppo Economico, Ambiente e Beni Culturali e Tursimo, per la riforma della sentenza del 26.9.14 dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Potenza, sull’insediamento della Centrale a biomasse in loc. Acinello, Agro d Stigliano, confinante con il Comune di Aliano. LAVORI PIAZZA COPERTA Nel mese di aprile sono stati avviati i lavori per la realizzazione di una piazza coperta. Essa prevede adeguato spazi per il mercato coperto, specie quello alimentare(pesce, ortofrutticola, ecc..). Vi saranno realizzati anche nuovi bagni pubblici, per dare anche una risposta adeguata all’esigenza sempre in aumento del fenomeno turistico. RECUPERO PALAZZO CAPORALE Proseguono a pieno ritmo i lavori per il recupero del Palazzo Caporale in Via Collina, attiguo alla casa di confino di Carlo Levi. l’Antiquarium archeologico, per concretizzare un vecchio desiderio del Circolo Culturale Panevino avanzato verso la fine del 1980 al Soprintendente dei Beni Archeologici della Basilicata il dott.Bottino. L’antiquarium dovrebbe offrire ai turisti anche la possibilità di ammirare una piccolissima parte dell’immenso patrimonio archeologico alianese, oltre 1.500 tombe terragne, con decine di migliaia di reperti archeologici della seconda metà del VII° secolo a.C.. Pertanto si potrà offrire ai numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo un quadro completo di Aliano: Il paese del Cristo – il Paese dei Calanchi- il paese ArcheologicoEnotrio. IL PALAZZO SCARDACCIONE Anche questo palazzo nobiliare fu acquisito al patrimonio comunale molti anni fa con i fondi del petrolio. Esso è stato consolidato, ristrutturato ed è quasi pronto per diventarne un altro contenitore culturale. CONSIGLIO COMUNALE APERTO In seguito ad una petizione popolare l’Amministrazione il 21 aprile ha tenuto un Consiglio Comunale aperto per esaminare una richiesta cittadina in merito all’eventuale autorizzazione di un insediamento di un impianto di lavorazione di inerti rivenienti dai lavori edili, in località Pantano, nella zona PIP al Pantano. Il Consiglio si è impegnato a modificare il Regolamento P.I.P., per non consentire ulteriori richieste in contrasto alla valorizzazione del paesaggio dei Calanchi. CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA (C.U.C.) Anche il Comune di Aliano si sta adeguando alle disposizioni governative riguardanti l’accorpamento dei servizi per i piccoli Comuni. Dopo l’esperienza insoddisfacente con il Comune di Stigliano , nel mese di aprile Aliano ha firmato una nuova Convenzione con il Comune di Tursi, per la gestione dell’Area Finanziaria, affidata al dott.Giuseppe veneziano, per la gestione dell’Area tecnico-manutentiva all’ing.Pasquale Marsico. L’imponente struttura di circa mille mtq., già acquistato dal Comune con i fondi delle royalties, ora si sta procedendo alla sua completa ristrutturazione con altri fondi regionali. Esso andrà ad arricchire, come contenitore culturale, l’area di Via Collina, destinata a diventare un quartiere museale:Museo multimediale della Casa di Confino di Carlo Levi – Museo demoetnoandropologico(Civiltà Contadina)Museo Russotto di arte moderna. Il Palazzo Caporale ospiterà il Museo del “Rischio idrogeologico” ed anche 22 BANDO “SOSTEGNO ACCESSO ABITAZIONI” Il Comune ha pubblicato un bando di concorso per il “Fondo di sostegno all’accesso alle abitazioni” con i fondi regionali. Potranno beneficiare dei contributi regionali esclusivamente i conduttori di alloggi privati, titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato in data antecedente alla pubblicazione del Bando. ta alianese vita alianese vita aliaIl Museo della Civiltà Contadina di Enzo Vinicio Alliegro l Museo della Civiltà Conta- collezione archeologica collocata in dina di Aliano è stato inau- una apposita vetrina espositiva. gurato il 27 marzo 1988. È La raccolta oggettuale presentata posto in un edificio di estremo nel Museo copre pressoché tutta valore storico in cui si sono con- la vasta gamma di cicli produttisumate vicende che hanno inciso vi che sono presenti ad Aliano: vi profondamente e per vari ordini sono oggetti legati alla produzione di ragioni nel consolidamento cerealicola e vinicola, oltre a quelli dell’identità culturale di Aliano. legati alla trasformazione del latte I reperti del museo sono esposti ed alla lavorazione dell’olio ben in un locale che era stato adibito rappresentata attraverso due maper lunghi decenni a frantoio, al gnifici esemplari di frantoi aventi piano terra dell’edificio che ospi- delle grandi macine di pietra, queltò tra il 1935 ed il 1936 C. Levi. le che effettivamente hanno operato È l’edificio quindi ed il luogo in nel corso dei decenni nel frantoio, cui è posto, prima ancora del azionati dalla forza degli asini. Museo, a parlare di Aliano, della Quando il frantoio era operante i sua storia, della sua cultura, del proprietari vi risiedevano stabilsoggiorno di C.Levi e di alcune mente: laddove era posto il camipeculiarità del regime produtti- netto è stata ricostruita la cucina vo, oleario, di Aliano. con una ricca serie di oggetti in È l’edificio dalla aspetto malan- alluminio ed in creta; laddove era dato a custodire ed a narrare stato posto il letto – una stanza vicende lontane, a rievocare gli senza luce e senza aria- è stata riepisodi legati al soggiorno forza- costruita la camera da letto assuto del medico torinese, le ore tra- mendo quale modello la descrizioscorse con Giulia, la santarcan- ne effettuata da C.Levi. giolese; le passeggiate realizzate Il Museo documenta inoltre alcuin compagnia dell’amico fedele, ne attività che si sono progressiBarone; i pomeriggi caldi ed afo- vamente estinte e che hanno avuto si trascorsi con la tavolozza a un ruolo tutt’altro che marginale tratteggiare dall’alto dei burroni nell’economia di sussistenza dell’ascenari apocalittici; a fissare nel- rea: il lavoro di filatura della lana la mente pensieri che sarebbero per la produzione di tessuti e la stati fissati nelle pagine del “Cri- cottura di mattoni per l’attività sto”. La strada che conduce al di costruzione di cui restano seMuseo è quella percorsa da Levi gni eloquenti nel centro storico di per raggiungere la sua prigione, Aliano. la stessa strada impiegata dai Il mondo contadino tratteggiato contadini che accorrevano pres- attraverso l’esposizione museaso il frantoio per strizzare ciò le di Aliano è senza alcun dubbio che faticosamente erano riusciti un mondo in cui prevale la fatica a strappare all’aridità dei calan- e la miseria, il sacrificio immondo chi, “ai creti malsani dell’Agri e senza compenso, in cui tuttavia vi del Sauro” di ritorno da quella è pure spazio per alcune parenteche Levi definiva “l’emigrazione si festive che irrompono nel fluire quotidiana”. monotono del tempo. Il Museo realizzato e diretto Di estremo interesse le maschere dalla “Arkeotouring”, una coo- apotropaiche e gli strumenti muperativa giovanile che ha accolto sicali impiegati nel carnevale ciala proposta del dinamico sacer- scuno dei quali, così come ogni aldote D. Pierino Dilenge, occupa tro manufatto presente nel museo, una superficie di circa 200 mq., reca un etichetta su cui è trascritto distribuiti in 4 vani di diverse il nome dialettale, la corrispondendimensioni, in cui sono disposti te denominazione in lingua italiai manufatti adagiati al pavimen- na ed una breve descrizione circa to o contro la parete, salvo una le modalità d’impiego dell’oggetto. I “MASCHERE CORNUTE” A ROMA Il 4 febbraio, presso la sede della Soc. Dante Alighieri” in Roma, nello storico ed Artistico Palazzo Farnese nei pressi del Senato della Repubblica, è stato presentato per la prima volta il Carnevale Alianese. Nonostante le avverse condizioni atmosferiche la mostra/convegno si è svolto con grande partecipazione di pubblico. Hanno salutato i convenuti il sindaco Luigi De Lorenzo, il Presidente della Pro-Loco Aliano don Pierino Dilenge sul Carnevale Alianese, l’arch. Lodovico Alessandri sulle tradizioni arcaiche lucane, Lucia Briamonte con la presentazione del Progetto INEA con il Cesto prodotti Val d’Agri. La mostra della maschere alianesi, prodotte artigianalmewnte dal geom. Giuseppe Serra e Roberto Toce, è stata arricchita dalla mostra delle maschere di Aliano elaborate dall’artista alianese Nicola Toce con la presentazione dela dottoressa Francesca Uccella di Roma. GIÙ LE MANI DAL PANTANO! Il Comitato Civico alianese “No Centrale a biomasse Acinello e Giù le mani dal Pantano” è sempre vigile su eventuali tentativi che tentano di mettere in pericolo non solo la salute pubblica di Aliano e dintorni, ma anche di danneggiare e distruggere il paesaggio alianese dei calanchi, paragonato a quello famoso della Cappadocia in Turchia. Per quanto si voglia tranquillizzare le popolazioni della messa in atto di ogni provvedimento a salvaguardia della salute, le comunità locali non hanno assolutamente più fiducia in certi investimenti ed anche della rassicurazioni politico-amministrative, in seguiti a quanto scoperto e denunciato finora nella nostra Regione, a forte rischio idrogeologico. La Regione ed anche l’Amministrazione comunale di Aliano devono portare avanti una politica lineare di investimenti e non ambigua, tendente ad “avvelenare” il nostro paesaggio, a distruggere ogni reale possibilità di reale sviluppo ecocompantibile , e ad impoverire sempre di più la nostra “amara terra mia”. ancora in tempo di essere salvata dallo sciacallaggio in atto su diversi fronti, strumentalizzando vergognosamente il fabbisogno reale di occupazione specie giovanile. VINCENZO CHIARADIA LASCIA LA SANITÀ Il tecnico alianellese i radiologia Vincenzo Chiaradia, dopo 41 anni anni e 7 mesi di ininterrotta attività, ha salutato il ondo della sanitàpotentina. Conseguito la laurea brve e in Scienze di Radiologia Medica pressa la famosa struttura ospedaliera del “S. Raffaele” di Milano, ha esercitato la sua professione per diversi anni a Milano. Rientrato in Basilicata, ha lavorato per 2 anni presso l’ospedale civile di Matera. Trasferito successivamente presso l’Ospedale di Villa d’Agri, negli ultimi 10, offrendo la sua competente e sensibile disponibilità presso l’Ambulatorio di “S.Maria d’Orsoleo” di San Brancato di S.Arcangelo (Pz). A lui i nostri auguri di lunga e serena penssione. 23 24