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Così Carlo Levi ha trasformato un paese . A 80 anni dal

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Così Carlo Levi ha trasformato un paese . A 80 anni dal
Periodico di promozione e informazione della Parrocchia San Giacomo Maggiore di Aliano
A 80 anni dal
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ha trasfor m
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L
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C
Così
confino.
ANNO XXXVIII - 2015 - Settembre N.122 sped. abb. post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 del 23/12/96 Filiale di Matera - Potenza C.P.O.
Costo copia € 2,00 - Abbonamento ordinario annuo € 10,00 - Abb. sostenitore € 20,00 - Abb. benemerito € 50,00
La magia dei luoghi di “Don Carlo”
di Pietro Dilenge
I
l soggiorno di Carlo
Levi a Grassano come
confinato durò appena 45
giorni, contro i tre anni che
avrebbe dovuto trascorrere. Arrivò nel piccolo centro materano il 3 agosto
del 1935; nel pomeriggio
del 18 settembre fu trasferito ad Aliano, dove rimase fino alla fine del confino,
conclusosi
anticipatammente il 26 maggio 1936:
“Sono arrivato a Gagliano
un pomeriggio di agosto,
portato in una picola automobile sgangherata, ed
ero accompagnato da due
robusti rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse
ai pantaloni e dalle facce
inespressive”.
Il turista che arriva ad Aliano da ogni parte del mondo,
dopo aver letto il “Cristo…”,
viene avvolto da una atmosfera quasi magica nel percorrere gli stessi vicoli percorsi
2
dallo scrittore ed artista torinese, come se lo stesso Levi
lo guidasse nell’itinerario turistico-culturale, per cogliere
la suggestione che avvolge
“Gagliano” con i suoi luoghi,
tutti conservati e ristrutturati nel modo migliore.
ALIANO: “non sembra un
paese; in una specie di sella irregolare, in mezzo a
profondi burroni..”
“...ad Aliano la strada finisce. Il paese, a prima vista,
non sembra un paese, ma
un piccolo insieme di ca-
sette sparse, bianche. Non
è in vetta al monte, come
tutti gli altri, ma una una
specie di sella irregolare,
in mezzo a profondi burroni pittoreschi; e non ha,
a prima vista, l’aspetto
severo e terribile di tutti
gli altri paesi di qui… le
case stavano come librate
nell’aria che parevano in
bilico all’abisso, pronte a
crollare. Come un verne
intorno ad un’unica strada
in forte discesa sullo stretto ciglione di due burroni,
e poi risaliva e ridiscendeva tra due altri burroni, e
terminava nel vuoto”.
ALIANO: “un paesaggio
lunare…”
“… e da ogni parte non
c’erano che precipizi di argilla bianca, senz’alberi e
senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come
un paesaggio lunare…”.
entrai da lui lo trovai che stava mangiando con la madre;
avevano in due un
solo piatto e un solo
bicchiere…
contro
il muro giaceva per
terra in disordine un
gran mucchio di libri;
sul micchio stavano
posate delle galline”
LA CHIESA: “La Chiesa non era che uno stanzone…pieno di crepe…”
“…uno stanzone inbiancato a calce, sporco e
trasandato, con in fondo un altare disadorno
e un piccolo pulpito, i
muri pieni di crepe, erano coperti di vecchi quadri secenteschi..non c’è
campanile, la campana
è fuori, attaccata ad un
sostegno…”.
LA BOTTEGA DEL
BARBIERE: “…quella dove si rasavano i
signori..”
LE CASE DEGLI AMERICANI: “avevano un
primo piano, un balcone
e la porta…”
“..alcune case avevano
invece un primo piano
e un balcone; e la porta
…brillava di vernice…
erano le case degli americani”.
LA CASA DELLA VEDOVA: “una delle prime case del paese..”
“In paese non ci sono
veri negozi, né albergo.
Ero stato indirizzato là
in attesa di trovare una
casa…la casa della vedova
aveva una camera per i rari
viandanti di passaggio; è
all’estremità alta del paese
su uno slargo che termina,
in fondo, alla chiesa…erano
pochi passi da municipio,
una delle prime case del paese…migliaia di mosche an-
nerivano l’aria e coprivano le
pareti..”
“… a Gagliano c’erano tre botteghe
di barbiere e quella dell’americano ,
in alto, vicino alla
chiesa, , sotto la casa
della vedova; era la
sola che fosse sempre aperta, quela
dove si saravano i
signori”(Via Roma)
LA CASA DELL’ARCIPRETE:
”…un mucchio di libri... stavano posate delle galline..”
IL MUNICIPIO: ”...
spiccava bianca la
lapide di marmo…”
“... Don Traiella abitava con la
madre in uno stanzone, una
specie di spelonca... Quando
“...il 3 ottobre fu
dunque una giornata
squallida. Don Luigi-
3
no aveva fatto inbandierare il municipio, la scuola, le case dei signori... In
basso, contro il muro, quei
pocchi cittadini ascoltavano in silenzio il messaggio
del Duce… spiccava bianca la lapide di marco com i
nomi dei catudi della grande guerra”(Via Roma).
go dell’unica strada del
paese..”
“….la piazza non è veramente che uno slargo del
paese, in un punto più piano, dove finisce Gagliano
di Sopra” (Piazza Garibaldi, vicino al fosso del bersagliere).
LA CASA DEL PODELA FOSSA DEL BERSASTÀ: ”…una stanza dai
GLIERE: ”…per esservi
stato buttato un bersaglie- mobiltetti modesti”
re piemontese”.
“…Donna Caterina Ma“…la piazza ha case da galone ci aspoettava… mi
una parte sola; dall’altra accolse sull’uscio, mi conc’è un muretto basso sopra dusse in salotto una stanza
un precipizio, la fossa del dai mobiletti modesti”(Via
Bersagliere, così chianata Umberto I°).
per esservi stato buttato un L’UFFICIO POSTALE: “…
bnersagliere piemontese”. un gobetto dal viso arguto”
LA SCUOLA ELEMEN- “…tutti corrono all’Ufficio
TARE: “…guardando la Postale e aspettano Don
gente sulla piazza..”
Cosimino, un gobetto dal
“…Il podestà. Maestro viso arguto, abbia aperto i
di scuola, era in quel mo- pacchi e tutto lo spoglio…
mento nell’esercizio delle ”(Piazza Garibaldi-sotto il
sue funzioni di insegnan- Municipio).
te. Stava seduto al balcone LA MACELLERIA: ”…
della sua classe, fumava uno zoppo soffiava come
guardando la gente sulla un mantice…”
piazza.”
“a un angolo della piazzetIl PISCIATOIO: ”…il più ta… uno zoppo vestito di
moderno …”
nero soffiava come un man“…in mezzo alla piazza si tice nel corpo di una capra
ergeva uno strano monu- morta… quando la capra
mento, alto quasi quanto fu gonfia come una monle case…era un pisciatoio, golfiera lo zoppo si pose a
il più moderno, sontuoso, rovesciare la pelle della camonumentale. Una sola pra, come un guanto che si
persona lo usò spesso per sfili.”(Pizza Garibaldi)
l’udo per cui era stato costruito; e questa persona LA FONTANELLA: “le
ero io”(Via Plebiscito, di donne ad una si avvicinafronte al Fosso del Bersa- vano alla fontana..”
gliere).
..la fontanella era affollaLA PIAZZA: “…uno slar- ta di donne…stavano in
4
gruppo, alcune in piedi, altrre sedute per terra..ad una
si avvicinavano alla fontana e aspettavano pazienti
che l’esile filo d’acqua riempisse goorgoglisando la
botte..”(P.zza Garibaldi).
IL MURETTO DELLA
FOSSA DEL BERSAGLIERE: ”... giovane... posare il
piatto sul muretto lanciando un fischio…”
...Arrivato al muretto della
fossa del bersagliere, sulla piazza, vidi un giovane..
uscire da una catapecchia,
portando in mano un piatto di spaghetti…posare un
piatto sul muretto, lanciando
un fischio..e rientrare rapidamente…(scendendo da Piazza Garibaldi, a destra)
LA CASERMA: ”.. stava
una casetta lunga: era la caserma dei carabinieri”
“…In mezzo alle catapecchie contadine stava una
casetta lunga e stretta, a
un piano,…era la acserma dei
carabinieri..(dove Carlo Levi
andava a firmare ogni giorno Via Collina).
LA CASA DI CONFINO: ”...
l’ultima sul ciglio del precipizio…”
“…era l’unica casa civile del
paese …vicina alla vecchia
chiesa della Madonna degli
Angeli…crollata nel burrone…si era trovata ad essere
l’ultima sul ciglio del precipizio. Costruita dal predecessore
di Don Traiella, era composta di tre stanze, l’una in fila
all’altra… aveva un piccolo
orticello, un albero di fico nel
mezzo…una terrazza da cui la
vista spaziava sui più lontani
orizzonti. Lo studio e la terrazza avevano un pavimento a
scacchi colorati. Il defunto prete aveva dotato la mia casa di
un bene inestimabile: C’era un
gabinetto, senz’acqua naturalmente, ma un vero gabinetto,
col sedile in porcellana.Era il
solo esistente in Gagliano.
5
D A LUOGO DI CONFINO
A PAESE DI ELEZIONE
di Angelo Colangelo
È
noto che Carlo Levi, giovanissimo, entrò in politica, come egli stesso puntualizzava, non «per natura,
ma quasi a malincuore per
dovere dei tempi». Sull’esempio dello zio, Claudio Treves,
di Augusto Monti e di Piero
Gobetti, dalla cui morte fu
molto scosso, appartenne così
all’aristocrazia di persone (fra
le altre Leone Ginzburg, Sandro Pertini e i fratelli Carlo e
Nello Rosselli), che per il loro
straordinario rigore morale
ritennero la politica non «l’arte del possibile», ma, come si
scrisse di Giovanni Amendola, «una religione dei martiri».
Per la sua intensa, convinta e
coerente attività antifascista
Levi, dunque, fu processato,
arrestato e infine assegnato
al confino in Lucania per tre
anni. È innegabile che con i
luoghi di confino Levi ebbe
un impatto traumatico. «Tutto - confessa nelle prime pagine del Cristo al suo arrivo
ad Aliano - mi era sgradevole» in questo strano paese circondato da «precipizi di argilla bianca […] scavata dalle
acque in buche, coni, piagge
di aspetto maligno».
Ma è altrettanto vero che egli
non tardò a superare molte
difficoltà iniziali, grazie al
suo spirito di adattamento, al
suo connaturato ottimismo e
soprattutto alla sua sensibilità artistica ed umana.
6
Intenso fu il rapporto con
i contadini, verso i quali si
mostrò subito concretamente solidale, condividendone i
problemi e le sofferenze quotidiane e soccorrendoli, nei
limiti delle sue possibilità,
come uomo e come medico.
Da loro, a sua volta, ricevette in cambio stima e cordialità manifestate ed espresse
sempre con sincerità e discrezione.
Certamente anche il fatto di
essere ebreo, cioè storicamente condannato alla sofferenza
e alla discriminazione, spinse
Levi a fare proprie le ambasce
della povera gente di Aliano,
di cui comprese presto le miserevoli condizioni di vita
rese drammatiche dalle ingiustizie secolari, dall’analfabetismo, dalla malaria.
Ma il merito maggiore di
Carlo Levi va individuato
nel fatto che egli, figlio della
civiltà urbana, si accostò alla
cultura contadina con straordinaria curiosità e assoluto
rispetto. Ciò gli consentì di
conoscere l’essenza di una
cultura a lui estranea, intrisa
di sconcertanti superstizioni, di riti magici stupefacenti, ma anche di rispettabili
tradizioni. E di solidi valori
quali il senso religioso della
famiglia; l’importanza della
vita di relazione ispirata al
rispetto e alla solidarietà; la
dedizione al lavoro; lo spirito
di sacrificio.
Va anche sottolineato che ad
alimentare in Carlo Levi l’ansia di conoscenza del mondo contadino concorrono lo
scrittore, il pittore e il medico,
ma soprattutto l’abito mentale, per cui egli non si lascia
condizionare mai da pregiudizi verso un mondo per lui
del tutto nuovo. Come annota opportunamente Walter
Pedullà, Levi «non fa mai il
voltairiano ai danni dei suoi
creduli contadini. Li prende
sempre maledettamente sul
serio, perché nulla di ciò che
fanno è insignificante».
La conoscenza genera poi apprezzamento e condivisione.
Tale processo non fu né rapido né lineare, perché fu ostacolato dalle incomprensioni
create dai “galantuomini”, o
“luigini”, come Levi chiamò
i “signorotti” locali dal nome
del podestà di Aliano. Essi,
infatti, dopo la pubblicazione di Cristo si è fermato a
Eboli tentarono di accreditare presso i contadini, spesso
analfabeti, l’idea che l’opera
dello scrittore torinese avesse
arrecato gravi danni all’immagine di Aliano. Non meraviglia, pertanto, la cattiva
accoglienza ricevuta dall’illustre ex-confinato, quando
nel 1946 vi tornò per la prima
volta, come candidato all’Assemblea Costituente, per il
collegio di Potenza-Matera,
nella lista dell’Alleanza Repubblicana.
Il Cristo, insomma, che al suo
apparire aveva avuto effetti
vivificanti sul mondo letterario nazionale, ad Aliano era
stato inserito nell’indice dei libri proibiti dalla risentita piccola borghesia. L’ostracismo
da parte di molti alianesi durerà a lungo e vi sarà una inversione di tendenza solo sul
finire degli anni Ottanta, grazie anche alla meritoria azione
pedagogica della scuola, che,
diffondendo la conoscenza
dell’opera leviana, contribuirà a rimuovere la diffidenza
prodotta dall’ignoranza e dal
malanimo. Si comprese allora
che con il suo libro Levi aveva voluto elevare una protesta
a favore di Aliano e del Sud,
vessati dal potere locale e nazionale. E per il Mezzogiorno
l’autore del Cristo continuerà
a battersi anche dopo la caduta del fascismo. Lo farà attraverso la sua attività letteraria
e pittorica, ma anche intervenendo nel dibattito politico
italiano e internazionale, prima e dopo l’elezione a senatore della Repubblica, avvenuta
nel 1963 come indipendente
nella lista del Pci. La vicenda culturale ed umana dello
scrittore torinese mostra, insomma, che l’esperienza del
confino alianese, benché sia
stata limitata a soli otto mesi,
servì a legarlo ad una comunità, di cui in vario modo continuò a rappresentare le istanze per il resto della sua vita.
Il fenomeno Levi
di Pietro Dilenge
A
liano deve la sua
notorietà allo scrittore ed artista torinese
Carlo Levi ed al suo libro “Cristo si è fermato
a Eboli”, pubblicato nel
1945, tradotto in 37 lingue, ribattezzandolo con
lo pseudonimo “Gagliano”. Levi aveva colto tutti gli aspetti drammatici
di questo piccolo centro
della Provincia di Matera
in Basilicata, in cui visse
da confinato politico dal
mese di settembre 1935
al mese di maggio 1936 e
dove è sepolto dalla sua
morte avvenuta a Roma
il 4 gennaio del 1975.
Il risentimento dei lucani, ma in modo speciale
degli alianesi, nei confronti del confinato di
lusso, Carlo Levi, è stato
molto forte fino a tutti gli
anni ottanta. La maggior
parte della popolazione
adulta, senza aver letto
il Cristo, non ne voleva
assolutamente
sentire
parlare. Da parte dei personaggi protagonisti e da
i loro familiari il risentimento è stato molto forte.
Ciò nonostante non è
mancato ad Aliano chi
ha creduto fortemente
in questo importante e
significativo spaccato di
storia del periodo fascista, denunciato nel “Cristo si è fermato a Eboli”, con
un linguaggio scorrevole
e pittorico, sullo stile dei
“Promessi Sposi”.
Pertanto il lavoro di valorizzazione di questa
viva e pittorica denuncia
non è stato facile.
Ci sono voluti diversi
anni per risalire la china, come si suol dire, e
fare di Aliano, un paese
“Simbolo di tante Aliano
nel mondo”.
La forte convinzione in
questa risorsa storicoletteraria, lavorando in
modo sinergetico ed intelligente da diversi anni,
ha spinto la pro-Loco, il
Circolo Culturale “Nicola Panevino”, il Parco
Letterario “Carlo Levi”
e l’Amministrazione Comunale ad investire al
meglio le loro convinzioni, dando vita a molteplici iniziative culturali,
da farne del “Gagliano”
leviano uno dei paesi
lucani più visitati dopo
Matera. Chiunque arriva
ad Aliano si trova davanti un piccolo centro che
ha saputo reagire all’immagine negativa derivatagli dall’opera leviana,
facendone nello stesso
una leva di riscatto per
un paese aperto allo sviluppo turistico ed economico.
La tumulazione della salma di Levi nel piccolo
cimitero alianese è divenuta sin dal gennaio 1975
come una lampada sempre accesa, che ha spinto
Aliano ad un discorso di
valorizzazione delle sue
risorse storico-culturali
e paesaggistiche esistenti
sul territorio, facendone
un simbolo di uno intelligente sviluppo turistico
culturale ed escursionistico regionale, nazionale
ed internazionale.
1936 - Carlo Levi a Grassano (Matera)
1960 - Carlo Levi a Grassano (Matera)
1960 - Carlo Levi a Grassano (Matera)
7
1960 - Carlo Levi a Aliano (Matera)
Carlo Levi al funerale di Rocco Scotellaro
1960 - Carlo Levi ad Aliano con Tonino Di Giglio, uno
dei bambini ritratti nel 1935 ad Aliano
1971 - Levi con Rocco Mazzarone sul Pertusillo
8
Quale veicolo pubblicitario grande ruolo ha
avuto in questo cammino
di valorizzazione ll periodico locale trimestrale
“La Voce dei Calanchi”, dal
1976.
Ciclostilato, inizialmente
fotocopiato, stampato in
bianco e nero e da qualche anno completamente
a colori, è diventato forse
il periodico più longevo della Basilicata ed in
2.500 copie viene inviato,
oltre che a privati, in tutto il mondo, arriva in tutte le scuole, i Comuni ed
Enti Pubblici della Basilicata, Ad essi collaborano
penne locali, ma anche
scrittori amici di Aliano.
Il Circolo Culturale “Nicola Panevino”, con la
Pro-Loco Aliano, sin dal
lontano 1975 ha dato inizio ad una serie di iniziative culturali a livello
regionale e nazionale: il
Concorso Nazionale di
pittura “Premio Carlo
Levi”; dal 1986 si svolge
l ‘Estemporanea Interregionale di Pittura “Premio Carlo Levi”,per studenti di Licei ed Istituti
d’Arte, giunta alla XXX
edizione; nel 1988 iniziò
la sua prestigiosa avventura il Premio Letterario
Nazionale “Carlo Levi”,
giunta alla XVIII edizione, con 4 sezioni, tra cui
anche una per le tesi di
laurea su Carlo Levi; e da
due anni esso si è arricchito di un’altra sezione
per personalità straniere
contraddistinte per la libertà di pensiero come
Levi. Oltre a dare spazio
a giovani penne regionali
con la sessione Basilicata,
il Premio annovera nomi
prestigiosi, anticipando
talvolta anche il Premio
Campiello, come Giusep-
pe Pontiggia, Pino Aprile, Dacia Maraini, Vincenzo Cerami, ecc.
Aliano è l’unico paese
della Basilicata che ha
allestito ad oggi ben 5
Musei che tiene aperti in
modo permanente per i
numerosissimi turisti che
arrivano da ogni parte e
per l’intero anno.
Nel 1988 venne allestito uno dei primi Musei
demoantropologici
della Basilicata (Museo
della Civiltà Contadina,
nell’antico frantoio sottostante la Casa di Confino
di Levi; nel 1989, in attesa
del consolidamento della
casa di confino, nell’antico Palazzo Caporale fu
aperto il Museo Storico
Carlo Levi, inaugurato
dal Direttore Generale
dei Beni Storici il lucano
Sisinni.
Nel novembre del 2003,
dopo una lunga ed intelligente ristrutturazione,
fu aperta al pubblico la
casa di confino che ospitò Levi per oltre 8 mesi,
e trasformata in Museo
Multimediale, La sua
apertura ha dette
un
ulteriore impulso all’ondata di interesse ed entusiasmo creatisi verso il
comune simbolo della
collina materana.
Nel mese di dicembre
altri due musei hanno
arricchito
il patrimonio culturale alianese: il
Museo che, nell’area di
circa 50 mq., alle spalle
della Chiesa di S.Luigi,
ospita il presepe artistico
del M.o Franco Artese, lo
stesso Presepe esposto
alla Rai di Roma, poi a
Loreto, e poi acquistato
dal Comune di Aliano,
facendovi aggiungere la
caratteristica “Casa con
gli Occhi”; il 5 Museo
è quello Russotto, alle
spalle della Casa di confino di Levi, in Via Collina,
che espone 70 tele del famoso artista italo americano, di origine alianese.
Per l’allestimento dei
Musei, l’Amministrazione Comunale, in diversi
anni, ha provveduto ad
acquisire al patrimonio
comunale vari immobili,
incominciando dall’intero immobile della casa
di Confino di Levi, con
il Palazzo De Franchi, il
Palazzo Scardaccione ed
il Palazzo Caporale, quest0ultimo di circa 1.000
mq. ed in fa di ristrutturazione.
Con questo patrimonio,
rafforzato dal fervore
ed impegno concreto di
riscatto, Aliano si candidò nel 2000 come Parco
letterario “Carlo Levi”,
entrando a fra parte dei
Parchi letterari Italiani,
ed ultimamente anche
nella Società Nazionale
Dante Alighieri di Roma.
L’investimento culturale
ad Aliano non si è mai
arrestato. Lavorando in
modo sinergetico, ProLoco Aliano- Circolo
Culturale N.PanevinoParco Letterario Carlo
levi e Comune di Aliano,
ha fatto del piccolo centro materano un paese
simbolo di riscatto.
L’investimento
culturale di Aliano, sin dalla
morte di Levi, si è allargato anche al suo suggestivo
paesaggio dei
calanchi,unico per la sua
estensione e varietà, da
essere paragonato alla
Cappadocia della Turchi,
denominando il piccolo
centro della collina materana: “Aliano- il paese
del Cristo si è fermato a
Eboli – il paese dei Ca-
lanchi”. Recentemente è
stato approvato dalla Regione Basilicata un progetto di oltre 900.000,00
Euro per la valorizzazione dell’intera superficie
calanchiva. In tal modo
Aliano a breve offrirà ai
numerosissimi interessati valide opportunità
di turismo culturale ed
escursionistico.
Pertanto Aliano, ad 80
anni dal confino, a 70
anni dalla pubblicazione
del “Cristo” , e a 40 anni
dalla morte dello scrittore ed artista torinese, si
presenta come un paese
modello di investimento
turistico, valorizzando al
meglio tutte le risorse esistenti sul territorio.
L’amministrazione contemporaneamente ha cercato di stimolare ed incoraggiare gli investimenti
privati per la ristorazione
e l’accoglienza; inoltre è
in fase di completamento il Borgo Albergo od
Albergo diffuso per 50
posti, con la ristrutturazione di buona parte del
centro storico adiacente alla casa di confino di
Levi. Nel corso del 2015
Aliano sarà in grado di
ospitare 100 persone in
idonee strutture recettive.
Pertanto Aliano, ad 80
anni dal confino di Levi,
a 70 anni dalla pubblicazione del suo famoso lobro il “Cristo…” ed a 40
anni dalla sua morte, si
presenta come un paese
modello di investimento
turistico attraverso la valorizzazione intelligente delle sue risorse, con
conseguenti opportunità
occupazionali, stimolando l’auto imprenditorialità specialmente giovanile.
Levi davanti al cancello della casa di confino ad Aliano
Carlo Levi dipinge ai piedi della scalinata della casa di
confino
9
IL MONDO CONTADINO
DELL’AUTORE DEL “CRISTO”
Gilberto Antonio Marselli
A
fronte dei tanti ed
imperdonabili errori commessi dal
fascismo, non si può non
registrare positivamente i
benéfici effetti che produssero il non mai deprecato
delitto del ‘confino’ imposto agli antifascisti: molto
spesso ciò consentì a molti
settentrionali di venire a
più diretto contatto con il
vero Mezzogiorno, con la
radice stessa della nostra
cultura nella sua accezione antropologica della
‘Weltanschauung’ (letteralmente: ‘visione del mondo’
e, quindi, anche ‘filosofia di
vita’ con il proprio ‘sistema di valori’). Cultura che
consentì allo stesso Levi di
parlare addirittura di una
vera e propria “civiltà contadina”.
Uno di questi confinati
fu proprio Carlo Levi che
ebbe l’opportunità di venire a contatto con il gran popolo di Basilicata a Grassano e ad Aliano: entrambi i
paesi circondati da quelle
formazioni geologiche con
i ‘calanchi’ tipiche delle terre argillose del Pliocene,
che esse stesse sono un
simbolo più che evidente
10
ed esplicito del carattere tradita dagli altri. Respondei lucani dell’Appennino. sabilità verso sé stessi, ma
anche e soprattutto verso
I ‘calanchi’, nonostante gli altri in modo da evitare
gli attacchi da parte degli il pericolo di trasformarsi
agenti atmosferici, in so- in sterili e pericolose mostanza esprimono le sof- nadi non comunicanti tra
ferenze di queste terre, loro.
esposte sempre più peri- I lucani nati e cresciuti in
colosamente alle intempe- un tale ambiente tendono
rie atmosferiche e, quindi, sempre più a somigliare
alle tragiche e spaventose a quella singola quercia –
erosioni. Quelle stesse, grande o piccola, vecchia
però, che conferiscono o giovane - che, con le sue
loro una ‘facies’ indimenti- robuste radici, impedisce
cabile, che sempre più urla sempre che la frana si agle proprie ragioni contro gravi, si allarghi e ponga
coloro che, maltrattando la in pericolo gli altri.
terra, ne hanno provocato Un acuto e sensibile artista
il manifestarsi e l’estender- come il medico piemonsi nel corso dei tempi.
tese Carlo Levi non poteE come poter pensare che va non restare colpito da
un tale ambiente non ab- questo miracoloso – anche
bia mai potuto influenzare quando spaventoso- amil modo stesso di essere e biente fisico-naturale, che
di esistere di quelle popo- rappresentava – allora
lazioni, fino a donare loro come oggi la natura stessa
una particolarissima ‘fi- di questa parte del nostro
losofia di vita’, tendenzial- Mezzogiorno.
mente portata a chiuder- Non deve, quindi, meravisi in sé stessa. Non tanto gliare se nel suo “Cristo si
per diffidenza degli altri; è fermato ad Eboli” ipotizzò
ma, piuttosto, per l’intima un’interessante contrapnecessità di potersi racco- posizione tra ‘contadini’
gliere in sé stessa in modo – non solo quelli addettale da vivere attivamente ti alla coltivazione delle
un’etica della responsabili- terre, ma anche quanti,
tà troppo spesso ignorata o in un modo o nell’altro,
potevano concorrere alla
difesa e promozione della
società nelle sue diverse
manifestazioni: e, quindi,
anche i proprietari terrieri
impegnati nella bonifica e
nella trasformazione delle
proprie terre, gli artigiani dediti alla produzione
o riparazione di cose, gli
ingegneri, i matematici,
ecc. - e ‘luigini’ (dal nome
di quel ‘don Luigi’ maestro
elementare, Segretario del
Partito fascista locale e Podestà dell’epoca, assunto
come simbolo più che significativo di quanti, invece che occupati a produrre
per la comunità, preferivano perseguire altri obiettivi anche profittando del
lavoro altrui, prevaricandone le libertà e, quindi,
costituendo, sul piano sociale, la rappresentazione
reale dell’effetto devastante della frana da cui derivava il terribile ‘calanco’).
Tanto importante e, al tempo stesso, anche complessa
fu questa prima intuizione
di Carlo Levi che lo stesso
ritenne opportuno ritornarvi su – e con maggiori
specificazioni- nel suo successivo libro “L’Orologio”,
ipotizzando un articolato
ed argomentato scambio
di idee tra due intellettuali di sinistra: Leo Valiani e Manlio Rossi-Doria.
Quest’ultimo, docente di
Economia e Politica Agraria alla Facoltà di Agraria
di Portici e ‘leader’ di quello che fu definito il “Gruppo di Portici” degli anni ’50
(di cui anche io ebbi l’onore di far parte), che svolse
un ruolo importante nelle
ricerche che condussero
agli interventi di riforma
fondiaria ed a quelli di bonifica agraria e programmazione territoriale.
In sostanza, sin dai tempi antichi, si era stati costretti,
particolarmente
nel Mezzogiorno, a subire
le conseguenze nefaste di
questo conflitto tra i detentori del potere - gestito
spesso solo a fini personali
e, comunque, sempre ostacolando ogni modernizzazione - e la maggioranza
della popolazione, costretta a lottare per la sopravvivenza, nella speranza di
poter conseguire una reale
modernizzazione della società in senso democratico
e nel più assoluto rispetto
dell’altrui dignità.
Purtroppo, quando fu
pubblicato, il “Cristo si è
fermato ad Eboli” non fu
accolto benevolmente soprattutto dai lucani, che vi
videro una sorta di critica
negativa e, forse, anche
offensiva del loro carattere e della loro società. Ma,
per fortuna, decisamente
diverse furono le reazioni
all’estero e, soprattutto, in
America, dove gli scienziati sociali (sociologi,
antropologi, psicologi ed
economisti) erano molto
interessati a conoscere le
radici socio-culturali delle numerose comunità di
immigrati italiani, che ben
presto erano diventati a
pieno titolo ‘americani’.
E fu così che molti di
essi, grazie al programma
Fullbright per gli scambi
culturali tra Stati Uniti ed
Italia, vennero a Portici e,
con noi, condussero interessanti ricerche nel Mezzogiorno. Fu naturale che
molti di essi fossero indotti proprio dalla lettura del
“Cristo si è fermato ad Eboli”
a scegliere la Basilicata. Né
si può escludere l’influenza esercitata in questa scelta dallo stesso Rossi-Doria
(che pure lui era stato confinato ad Avigliano ed a
San Fele) e dal ‘poeta-contadino’ e Sindaco socialista
di Tricarico Rocco Scotellaro che collaborava con il
‘Gruppo di Portici’.
Agli anni ’50 - contrassegnati dalle occupazioni
di terre incolte, dalle lotte
che portarono alla realizzazione degli interventi
di riforma fondiaria ed a
quelli della Cassa per il
Mezzogiorno nel settore
delle bonifiche - seguirono le ombre e le luci degli
anni successivi, la ripresa
dei flussi emigratori fino
all’abbandono delle zone
più impervie ed ingrate.
Contemporaneamente, anche l’Italia e, ancor più. il
suo Mezzogiorno furono
investiti dagli ineludibili
processi di modernizzazione, indotti dall’imperante globalizzazione.
Purtroppo, da noi, queste
furono le reazioni da parte
delle popolazioni e le cui
conseguenze stiamo ancora soffrendo.
La prima, anche se alquanto minoritaria e sempre
più in diminuzione, fu
quella di un preconcetto
rifiuto, nella paura di perdere i beneficî non sempre
legalmente goduti. In altri
casi, abbiamo avuta una
modernizzazione ‘tradita’
in quanto non furono apprestati gli strumenti (tec-
nici, culturali e legislativi)
idonei per poter conseguire gli obiettivi preventivati. Altre volte, abbiamo
avuta una modernizzazione ‘fallita’ in quanto sono
stati assunti, come obiettivi ideali da raggiungersi,
quelli acriticamente desunti da altre culture e del
tutto estranei ai nostri stili
di vita e, soprattutto, alle
nostre disponibilità finanziarie per potervi far fronte (da ciò il consumismo
sfrenato, dispendioso, non
adeguato alle nostre reali
condizioni.
Solo raramente abbiamo
potuto registrare una modernizzazione ‘reale’ in cui
fossero equilibratamente
presenti obiettivi, strumenti e mezzi nonché la
stessa cultura dei singoli
così come delle comunità.
Da ciò la necessità che tutti noi ‘contadini’ si accolga
l’invito rivoltoci da Rocco
Scotellaro a chiusura della
sua poesia “Sempre nuova
è l’alba” che, con le altre,
meritò il Premio Viareggio
1954:
Ma nei sentieri non si torna
indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perché lungo il perire dei
tempi
l’alba è nuova, è nuova.
11
La numerologia del cinque nella
vita di Levi
S
di Raffaele Nigro
e Federico II di Svevia si guardava da tutto ciò che portava
nel nome il sostantivo fiore, Carlo Levi avrebbe dovuto
guardarsi, in una numerologia d’accatto, dal numero cinque. Perché è sotto un multiplo di cinque che si sono verificate
nella sua esistenza disastri e successi.
La grande fortuna di cui ha goduto per tutto il secondo Novecento e fino alla chiusa del secolo si è leggermente appannata in
questo inizio di millennio, quando lo scrittore e la sua narrativa
sono stati avviluppati nella penombra che ormai divora tutto
ciò che appartiene al passato e alla grande e piccola letteratura. Il tempo smemorato non ha più rispetto per nessuno e ogni
idiota baratta il proprio apparire in un social network per un
successo personale più duraturo di un monumento di bronzo.
Nato a Torino il 29 novembre 1902, dopo una serie di fastidi con
la giustizia per questioni politiche, Levi fu mandato al confino
a Grassano. Vi giunse in treno il 3 agosto del 1935, ottant’anni
orsono. Amico di Piero Gobetti aveva infatti aderito al movimento di “Giustizia e Libertà” ragione per la quale, unitamente
alla sua origine ebraica, aveva meritato le attenzioni di Mussolini. Il 28 o 29 agosto di quell’anno, la cugina Paola Levi gli fece
visita a Grassano spinta come sembra da un sentimento di tenerezza. Paola restò per qualche giorno con lui prima di passare
a Ferrandina dove era confinato il fratello Alberto. Il prefetto
di Matera Stefano Pirretti, informato dell’accaduto, intervenne
immediatamente e informò il Ministero dell’Interno che provvide a trasferire il confinato il 17 settembre 1935 da Grassano
ad Aliano, luogo sprovvisto di ferrovia e di strade e dunque irraggiungibile. Ad Aliano c’erano altri confinati politici,come ve
n’erano in molti paesi della murgia o arroccati sulle montagne
dell’Appennino e dell’Aspromonte. Lo ha ricordato Mario Trufelli per Tricarico in Quando i galli si davano voce, sappiamo di
Pavese tradotto a Brancaleone di Calabria, mentre molti ebrei e
comunisti furono disseminati dai fascisti tra Puglia e Calabria e
in questi giorni gli studenti di Bella e Muro Lucano hanno scoperto nelle carte degli archivi comunali che nell’alta Basilicata
furono destinati parecchi confinati di origine ebraica.
Levi trascorse tra Grassano ed Aliano circa nove mesi, dal 18
settembre 1935 al 26 maggio del ’36, il tempo di una gravidanza, dopodiche venne graziato e rimpatriato a Torino. Ma
proprio quando gli veniva fatto dono della libertà, scopriva il
piacere di restare tra i contadini di Aliano. Si era legato alle loro
sorti,a quel destino di tragico abbandono.
“Io non mi affrettai. – Scrive in chiusura del Cristo - Mi dispiaceva partire e trovai tutti i pretesti per trattenermi … Rimasi
ancora una diecina di giorni”.
Dopo di allora ci furono altri guai nella vita dello scrittore piemontese, nel 1939 espatria in Francia, rientra in Italia due anni
più tardi ma viene arrestato nel 1943 e appena libero partecipa alla resistenza come membro del Comitato di Liberazione
della Toscana. A Firenze dirige il quotidiano “La Nazione del
Popolo” e intanto dà mano ai ricordi e tra il dicembre 1943 e il
luglio del ’44 scrive Cristo si è fermato a Eboli. “Chiuso in una
stanza, e in un mondo chiuso – scrive in apertura del romanzo
12
con andamento elegiaco e sofferto – mi è grato riandare con
la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi,
negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella
terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella
miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà,su un suolo
arido, nella presenza della morte”.
Il libro vide la luce nel 1945 presso Giulio Einaudi, anno in cui
Levi trasferitosi a Roma, aveva cominciato a dirigere l’ “Italia
libera”. Fu un successo immediato e planetario. Un viaggio antropologico in Lucania e l’apertura di un sipario su un mondo
ignoto a tutti e dominato dalla miseria, dal malocchio e dall’attesa della morte.
Quando nel dopoguerra Levi tornò ad Aliano non fu accolto
con simpatia, gli fu rimproverato l’aver presentato al mondo i
panni sporchi di un paese il quale chiedeva che venissero lavati in casa. Ma aveva aperto una strada, perché con lui arrivarono Manlio Rossi Doria ed Ernesto De Martino, attraverso
lui, ha ricordato Giovannino Russo, i poeti lucani ebbero una
sorta di risveglio e Rocco Scotellaro trovò una ribalta nazionale ed ottenne, seppure postumo, il premio Viareggio. I Lucani
si avvidero tardi di quanto Levi aveva significato per il mondo contadino, comunque in tempo per tributargli gli onori che
meritava.
Il Cristo, tradotto in America, giunse tra le mani della scuola
sociologica di Chicago, svegliò e convogliò le attenzioni di Friedmann, di Cid Corman, di Banfield verso la Basilicata. Aprì
un dibattito politico e sociologico durato cinquant’anni, fu sicuramente tra le letture che costrinsero i governi democristiani
e Alcide De Gasperi in primis a visitare il Sud e a progettare la
Riforma Fondiaria, stimolò tanti, meridionali e non, a scrivere
del mezzogiorno, alcuni con illuminata capacità critica, altri
con assonnato gusto oleografico. Levi fu una risorsa, un patriarca che condusse un popolo dormiente verso la strada del
risveglio. Fu anche il descrittore di un mondo fatalisticamente
pietrificato,una icona che piacque e pietrificò tanti che avrebbero potuto leggere i grandi cambiamenti che la società aveva
vissuto e che le nuove generazioni stavano producendo.
Come hanno raccontato Sergio D’Amaro e Gigliola De Donato in un’accurata biografia, Levi tornò più volte in Basilicata,
mantenendo la promessa che aveva fatto ai contadini di Aliano
alla sua partenza per Torino nel ‘36. Militante nelle fila del Partito Comunista fu eletto senatore, provò a raccontare il volto
delle altre regioni meridionali, ma la Calabria aveva trovato in
Alvaro il suo narratore e la Sicilia era la regione di Verga, Capuana e più tardi di Sciascia. La profezia del cinque e dei suoi
multipli si completò il 4 gennaio 1975, con la morte a Roma
dello scrittore che la De Donato definì “un torinese del Sud”.
Quarant’anni fa.
Oggi, grazie al nipote Guido Sacerdoti ed altri parenti, i suoi
resti mortali riposano ad Aliano e finalmente ha preso corpo
quella promessa registrata in chiusura del Cristo, dove si dice
“Dovetti promettere (ai contadini di Aliano) solennemente che sarei
tornato; e lo promisi con tutta sincerità”.
Lo scrigno del cuore
di Yuko Nishimaki
Aliano e Levi,
visti da una straniera
a distanza di 80 anni
A
vevo un piccolo “scrigno”, da bambina,
fatto di legno dipinto
di verde, rivestito all’interno
di velluto rosso. Quando aprivo il coperchio, cominciava a
suonare la musica da un carillon nascosto. Dentro avevo
messo delle conchiglie, una
pietra verde trasparente, una
piuma, un antico bottone lavorato ecc., tutte cose che mi
erano carissime e ognuna con
una sua storia, legata alla mia
vita di nove anni.
Quando apro “Cristo si è fermato a Eboli”, mi sembra di
aprire questo tipo di scrigno,
pieno di episodi e sentimenti
legati al soggiorno di Carlo
Levi ad Aliano. Anche perché
una frase nella prima parte
del libro: “ …chiuso in una
stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la
memoria a quell’altro mondo,
serrato nel…”, mi richiama
alla memoria la scena di me
bambina triste, sola nella sua
camera, che apre lo scrigno,
guarda gli oggetti, pensa alla
sua infanzia con i momenti
tristi, ormai passati, e pensandoci in quel momento, teneri.
Questa immagine mi è ritornata in mente quando sono
stata in Bretagna. Mi trovavo su una punta sporgente
sull’Atlantico, dove si svolge
la leggenda di Tristano e Isotta. Da ogni direzione soffiava
un forte vento pieno di sabbia
e sale tanto che era difficile restare in piedi e perfino respirare era faticosissimo. Da qui
si va verso sud-ovest, lungo
la costa, c’è La Baule dove nel
1939 si rifugiò Levi, fuggito
in gran fretta da Parigi, con
una donna e la loro figlia nata
due anni prima. La Baule e’
vicino a San-Nazaire:il primo
porto francese sull’Atlantico,
dove ogni giorno scaricavano
militari inglesi, ma l’anno seguente sarebbe stato occupato
dalla Germania. Levi è rimasto lì da settembre a dicembre.
Senonché appena arrivato,
giunse la notizia della morte
di suo padre, ma ovviamente
non poté tornare in Italia. Scrive: “mi trovavo solo su quella
spiaggia deserta, in un freddo
autunno, pieno di vento e di
pioggia.” In questo periodo
sente il bisogno di “fermarsi a considerare le ragioni di
quella cruenta rivoluzione che
incominciava.” Questo libro,
“Paura della libertà”, viene
pubblicato dopo la guerra.
In quel luogo, da quella terra,
da quell’ambiente sentii fisicamente lo stato d’animo dello scrittore torinese, e quanta
forza ci voleva, per non farsi
spazzare via da quel vento in
tutti i sensi. Immaginai anche,
magari non aveva mai pensato
che il periodo in Lucania di 3,
4 anni prima, fosse stato veramente piacevole, idilliaco…?
Un giorno prendevo un caffè
da sola in un bar del paese.
Un signore sconosciuto, non
so da quanto era lì, mi disse
all’improvviso. “Quello che
ha scritto in quel libro è tutta
una bugia!” Capii subito che
cosa si trattava e che era arrabbiato. Capii anche che sapeva, non so perché, chi ero e
perché ero lì. Vestito bene, con
una giacca e una cravatta, parlava in italiano. Risposi educatamente: “Ah…sì?” “ Sì!” ,
mi scrutò con gli occhi minacciosi. Per scacciare l’aria ostile,
dissi: “Allora Lei l’ha letto tut-
to, vero?” Si infuriò. “Chi legge quella roba là!? Mai, mai!”
“…Ho capito, mi dispiace…”
“Vede, deve ricordarselo, da
cima a fondo, dalla prima
all’ultima riga sono bugie!”
Stava quasi confessando che
aveva letto tutto, ma risposi
cercando di sembrare sempre
più educata. “Ho capito, lo
tengo presente, senz’altro…
grazie mille.” Visto che non
reagii come si aspettava, non
continuò. Mi lasiciò e uscì dal
bar mormorando qualcosa.
“Una cosa da teatro…!” pensai divertita, ma allo stesso
tempo mi dispiacque per il
signore e per me; se avessi saputo conversare diversamente, avrei potuto capire i suoi
rancori incancreniti.
“Cristo~” è un “racconto”,
perciò non ho nessuna obiezione alle parole del signore.
Se posso aggiungere qualcosa, direi che è un racconto (o
una bugia secondo il signore)
bellissimo. Anche se vi sono
scritte delle cose incresciose.
Ma il libro spesso viene visto
nel contesto delle “questioni
meridionali” o come un “libro-denuncia”, quindi capisco
che alcuni si sentano “denunciati”. Per me “Cristo~” è una
storia d’amore. Levi incontra
Gagliano, e tramite Gagliano
acquista una nuova coscienza
e forse intravede l’eternità, che
cambiò la sua vita per sempre. Questo tocca il cuore dei
lettori, ecco perché è tradotto
in tante lingue e continua ad
essere letto anche dopo tanti
anni. Lui, dopo la separazione
dalla sua “terra amata”, mise
questa nuova coscienza nel
suo scrigno del cuore insieme
ai ricordi, e lo portò sempre
con sé negli anni difficili, ogni
tanto lo guardava, lo nutriva
con amore, aggiungendo anche altre esperienze apprese
nel tempo, e alla fine apparì
nella forma di libro…
Girando Aliano, la guardo e
ogni tanto vedo apparire la
Gagliano descritta da Levi,
come se il coperchio dello scrigno si shiudesse all’improvviso, perché ormai quello scrigno lo porto dentro anch’io
dopo aver letto ripetutamente
il suo libro. Riconosco le cose
di 80 anni fa che restano a tratti e mi rallegro. Come riconoscere da una piuma un uccello, magari non lo e’…
Ma esiste anche un’altra “Aliano”. Non quella di adesso, né
quella Gagliano descritta da
Levi. So che Levi vedeva anche questa “Aliano”.
A proposito, Carlo Levi voleva riposare ad Aliano. O a
Gagliano? O in un’altra “Aliano”? Me lo chiedo davanti
alla sua tomba. Mi ricordo che
una volta un alianese mi disse: “Qui sotto non c’è niente;
è vuoto”, con un sorriso maligno. Stava scherzando forse.
“Ma allora dove sta il suo corpo?”, gli chiesi alle sue spalle.
“Boh!” e sparì dalla mia vista.
13
Chi c’è e chi no dopo il grande racconto leviano
I
DI FRANCESCO PAOLO MATTATELLI
l dialetto di Aliano è una lingua parlata viva e ricca, impastata
di suggestioni tradizionali locali, di termini gergali, di intercalari: se ascoltata dà la sensazione di una dolce ritmata cantilena.
Sarebbe sicuramente piaciuto, ora, a Carlo Levi risentirla, proprio
perché, per l’appunto, si tratta del dialetto della località che ha
caratterizzato l’ambientazione letteraria della sua esperienza di
confinato. Leggendo e rileggendo Cristo si è fermato a Eboli, ero
preso, ogni volta, dalla voglia di documentare in lingua madre il film
di un passato che Levi visse, che io ho vissuto: la gente di Aliano,
le stradine, i burroni, i calanchi, gli odori e i sapori dei cibi di una
volta, le usanze, la cadenza dialettale...
Per la traduzione in dialetto alianese di Cristo si è fermato a Eboli
ho preferito ascoltare una fascia di persone di ogni età, ceto e
grado di istruzione residenti stabilmente ad Aliano. In particolare
ho privilegiato la collaborazione dell'anziana Cenzina Giordano.
Tranne la parlata locale, il paese visto da Levi è quasi del tutto
scomparso: ha abbandonato il suo millenario silenzio, sembra
uscito da un libro di fiabe, con splendide illustrazioni a colori. Oggi
ad Aliano non si respira più l'atmosfera degli anni 1930 in cui fu
immerso Levi. La radio, la televisione, l'istruzione obbligatoria, le
vacanze, il telefono, il computer hanno lentamente cancellato ad
Aliano il mondo agricolo-pastorale conosciuto dallo scrittore confinato. Le strade lungo l'Agri e il Sauro hanno tolto l'isolamento al
paese; le scuole superiori sorte a Sant'Arcangelo, a Stigliano e a
Senise hanno facilitato ai giovani il conseguimento di un diploma che ha permesso a molti di iscriversi nelle università italiane e
straniere. Tutti questi avvenimenti hanno sconvolto gli equilibri tradizionali, sono scomparse antiche abitudini insieme all'ignoranza
e alla superstizione.
Nel secondo dopoguerra anche i tradizionali contadini inseguirono
il cambiamento. Alcuni emigrarono, altri abbandonarono definitivamente la campagna, permettendo la nascita di nuovi mestieri
e nuove professioni. Chi preferì coltivare la terra si dotò di mezzi
agricoli a motore e impiantò nuove coltivazioni, più rispondenti alle
leggi di mercato. L’agricoltore di oggi non è più il contadino di ieri. È
iscritto a un sindacato, fa politica attiva e passiva, fa lo sciopero, fa
le vacanze, fa i viaggi anche all'estero... Levi non lo distinguerebbe
più dai borghesi né nel vestire, né nel parlare, né negli atteggiamenti, né nel fisico.
È scomparso il contadino di una volta, ma anche il Luigino leviano che era il trionfo dell’individualismo egoistico... e soprattutto è
scomparsa la piccola borghesia, definita dallo scrittore Vero nemico, quello che impedisce ogni esistenza civile al contadino. È
una classe degenerata fisicamente e moralmente: incapace di
adempiere la sua funzione e che solo vive di piccole rapine e della
tradizione imbastardita di un diritto feudale. Proprio la borghesia
di Aliano, oggi, rende omaggio a Carlo Levi, a iniziare dal Sindaco
Maria Santomassimo che lo accolse da morto nel 1975.
L'istituzione del Parco Letterario Carlo Levi, che opera dal 1998,
ebbe un impulso decisivo nel 2001, con l'elezione a sindaco di Antonio Colaiacovo. Fu una grande svolta per la crescita economica,
culturale e turistica del paese e per un maggiore approfondimento
di Levi. Si lesse e rilesse il suo libro, che si tradusse anche in alianese, si scrissero e si scrivono articoli e libri su di lui e sulla storia
14
millenaria di Aliano. Rieletto una seconda volta, il dottor Colaiacovo ha potuto continuare la sua opera di rinnovamento di Aliano e
vedere realizzati molti dei suoi progetti. A fine mandato, nominato
presidente del Parco, Tonino, come è affettuosamente chiamato,
Don Pierino, il sindaco Luigi De Lorenzo, l'architetto Mimma Rinaldi e i numerosi validi collaboratori, promuovono eventi, sponsorizzano e presentano libri, allestiscono mostre, valorizzano il ricco
patrimonio dei calanchi.
Nel paesino lucano non si incontrano più i personaggi che lo scrittore torinese ha fatto rivivere nel suo Cristo si è fermato a Eboli: ritratti di uomini e donne che sono dei piccoli capolavori che brillano
di luce propria, intensissima, perché ovunque si avverte l'impronta
del grande narratore e pittore. Nella scelta dei brani della presente
registrazione, perciò, occupano più spazio i personaggi, dove si
evidenziano ancor più i particolari delle loro esistenze, anche se
collocate nell'anno 1935.
La platea dei ritratti del Cristo si è fermato a Eboli è molto affollata,
ma non vi sono veri e propri protagonisti, piuttosto un collettivo di
protagonisti con il coro dei contadini che fa da sfondo.
Immortalati soprattutto per la funzione che svolgevano, tutti i personaggi leviani sono realmente esistiti. Risulta sorprendente il fatto che, almeno per quanto riguarda le fattezze fisiche, la fedeltà di
Levi, che in pittura, com'è noto fu abile ritrattista, è quasi sempre
assoluta.
Per chi, come me, conosce bene la realtà di Aliano nel 1935-36, ci
sarebbero da correggere, invece, alcune deformazioni, cui l'arte,
legittimamente, sottopose la realtà, e operare una distinzione tra
il personaggio letterario e il personaggio reale che, spesso, è un
pretesto per l'autore per farne un simbolo.
Il ritorno ad Aliano serve anche a capire personaggi e descrizioni
creati o rivisti dalla fantasia dello scrittore e verificare, nello stesso
tempo, come quei luoghi siano cambiati!
Sarebbe sorpreso anche lo scrittore di non incontrare sui gradini
della cappella di San Luigi Don Giuseppe Trajella: Un vecchio piccolo e magro... ridotto a vivere solo, senza parlare con nessuno.
Ancora più sorpreso di non incontrare Don Pietro Liguari che incedeva con una certa solennità, l'abito pulito, il fiocco rosso del
cappello fiammante e al dito portava un anello con rubino.
Ad accoglierlo ora ci sarebbe Don Pierino Dilenge in clergyman.
A lui fanno capo tutti gli intellettuali e studiosi che si recano ad
Aliano. Don Pierino è un vulcano di idee. Persona di grande sensibilità e dottrina, scrive, sponsorizza, promuove cultura, stimola,
consiglia, offre il suo periodico a scrittori noti e meno noti per pubblicazioni senza censura.
Qui, in Piazza Garibaldi, Levi non incontrerebbe tra i galantuomini
neppure il podestà con gli stivaloni, le brache a quadretti da cavallerizzo e il frustino, ma un sindaco democraticamente eletto, che
sta col popolo e in mezzo al popolo.
Onore alla nuova classe dirigente che ha voluto e saputo valorizzare la presenza di Levi ad Aliano, portando il paese piccolo e
sperduto dell'alta collina materana all'attenzione di turisti e studiosi
di tutto il mondo.
Tornano a rivivere, rivisitate e ampliate, alcune vecchie tradizioni,
si promuovono nuove progetti.
A Natale suscita entusiasmo il
presepe vivente e la visita del
presepe artistico permanente
di Franco Artese. Durante l'anno allietano i cittadini eventi
musicali che soddisfano tutti
i gusti. All'arrivo del Carnevale, Carlo Levi scrisse: Non ci
sono, a Gagliano, per questo,
né feste, né giochi: sì che m'ero dimenticato della sua esistenza. Quando, poi, si ricordò
e girò per le vie del paese, lo
vide come un giorno di follia,
di ferocia e di impunità, poiché una volta tanto tutto era
lecito, fra signori e contadini.
Oggi il Carnevale di Aliano è
stato trasformato in un evento. Ha recuperato pienamente l'antica forza. Particolare
importanza ha assunto la
maschera cornuta assurta ad
opera d'arte per merito dell'artista Nicola Toce. Come sempre il Carnevale si conclude
con la tradizionale “frase”,
commedia improvvisata in dialetto alianese, affidata all'estro
e all'ironia di Teresa Lardino.
D'estate il paese è animato
dalla Festa dell'Emigrazione,
dalla festa in onore di San Luigi e da altre mille iniziative.
Un buon motivo per chi voglia
visitare Aliano, che ispirò il
capolavoro dello scrittore torinese. Sulle tracce di Levi, guide esperte regalano ai turisti
giornate indimenticabili. Aliano
è meta di un turismo culturale
che segue puntualmente gli itinerari del Parco Letterario a lui
intitolato: la tomba, la casa del
confino, il Museo della civiltà
contadina, il Museo Arte Contemporanea, il Museo Storico
Carlo Levi, il centro storico
ristrutturato con i palazzi signorili restaurati, la Fossa del
Bersagliere, la casa con gli occhi, la casa della vedova, il paesaggio dei calanchi. Rivivere
l'atmosfera dei luoghi leviani
dà forti emozioni.
Dulcis in fundo, la visita si conclude in uno dei due ristoranti
del paese. Una sosta buona
per un viaggio nel “gusto” dei
calanchi.
PAUL RUSSOTTO È TRA NOI
A
lcuni dei capolavori dello statunitense
Paul Russotto, interprete storico dell’espressionismo astratto, sono in Basilicata e vi resteranno per sempre.
Ben 60 delle sue opere, tra
dipinti, collage e disegni che
ripercorrono mezzo secolo
di lavoro svolto nell’ambito
della “Scuola di New York” e
della migliore ricerca formale
americana, dal 10 dicembre
saranno accolti ad Aliano, nel
Palazzo De Leo, adiacente la
casa di confino di Carlo Levi.
Un bel colpo per Aliano e una
enorme finestra che si spalanca soprattutto sull’America, nel senso che il flusso turistico nel paese di don Carlo
potrà crescere enormemente
in conseguenza dei numerosi estimatori dell’artista che
potranno arrivare da tutto
il mondo. Grande regista di
questa operazione, lo storico dell’arte Giuseppe Appella, amico di Paul e della
moglie Ellen (i coniugi sono
stati più volte a Matera per
le “Grandi Mostre nei Sassi).
Appella, sapendo anche delle origini lucane di Russotto
(la madre, Margherita Sarli,
era di Aliano, a Stigliano e a
Matera vivevano alcuni dei
suoi parenti) propose al figlio Luca di donare le opere
al Comune,che naturalmente
si è adoperato per concretizzare questa grandissima opportunità.
“Per mantenere viva la memoria di Paul – dice il prof.
Paul Russotto con la moglie
Appella – avanzai la richiesta
al figlio e lo feci presente al Sindaco di Aliano–immaginando
una donazione antologica che
rimanesse qui, a ricordo del suo
lavoro. L’assenso è poi arrivato
ed ora facciamo partire questa
bella iniziativa che, tra l’altro,
potrà aprire ulteriori scenari”.
Luca Russotto e la moglie saranno presenti all’inaugurazione
fissata per il 10 dicembre, alle
ore 18. Protagonisti dello sbarco di Russotto ad Aliano, oltre
ad Appella, il sindaco Luigi De
Lorenzo, che in poco tempo ha
risolto i problemi logistici per la
sede da dedicare alle 60 opere.
“Siamo consapevoli di questo
grande passo in avanti che fa
la nostra comunità con la presenza di Russotto – evidenzia il
sindaco – e questo è un altro dei
tasselli che ci consentirà di potenziare la nostra offerta culturale e turistica e in particolare la
rete dell’arte museale, che una
volta a compimento potrà garantire circa 2000 metri quadrati
di esposizione. È chiaro che ci
Paul Russotto con la madre in California 1986
aspettiamo un incremento del
flusso di visitatori, in particolare di stranieri, già elevata”.
Non meno impegnati per la realizzazione del progetto anche
il Parco Letterario Carlo Levi,
presieduto da Antonio Colaiacovo, e la Pro Loco e Circolo
culturale Panevivo, don Pierino
Dilenge. I lavori di Paul Russotto, tanto per dare un’idea
della sua importanza a livello
mondiale, sono esposti nelle
collezioni di Tokai Bank di Chicago, al Metropolitan Museum
of Art al Brooklyn Museum di
New York, al Ciba-Geigy, General Electric, AP Fritz di Zurigo, oltre che nelle maggiori
collezioni private americane
ed europee. Paul Russotto è
un grande dell’espressionismo
astratto americano ed era profondamente legato alla Lucania
(sua madre, Margherita Sarli,
era originaria di Aliano). Nato
a New-York il 28 maggio 1944,
si appassiono alla pittura prima
di compiere 16 anni. Nel 1965
la prima personale a Pasadena,
patrocinata dalla sua mecenate
Mary Thomas. Sempre in quegli anni conosce Ellen Romano
che diventerà sua moglie. Negli
anni ’70 si trasferì in una fattoria
abbandonata di Old-Saratoga.
Artista colto e autentico nel suo
voler continuamente imparare, l’opera di Paul Russotto ha
radici profonde nella pittura di
Rubens, Courbet, Cezanne, Picasso, Matisse, Mondrian, Mirò,
Gorky, De Kooning, Pollok, Tobey, Diebenkorn.
15
XVII
Premio Letterario Nazionale
Carlo Levi 2015
Raffaele Nigro intervista i vincitori Claudio Martelli, Vincenzo Celano, Ettore Catalano, Laura Pariani. (Tahar Ben Jelloun assente perché malato).
16
Una GIORNATA
nei CALANCHI
Rinnovato successo della C
Estemporanea di pittura
Il 16 aprile, con rinnovato
successo, si è svolta la XXIX
edizione dell’Estemporanea Interregionale di Pittura “Premio Carlo levi”, per
commemorare i tre anniversari
dello scrittore ed artista torine-
se, confinato e sepolto ad Aliano, 1935/
Confino)-1945 pubblicazione del “Cristo..”- 1975 la sua morte a Roma.
In tutto 284 studenti di Licei ed Istituti d’Arte: Matera, Potenza,Salerno,
Eboli, Maratea, Nova Siri, scuola
media di Aliano ed un folto numero
di esterni, tra cui anche alunni della
scuole superiori di S.Arcangelo e Stigliano.. Ancorauna volta, per il 29°
anno , tanti aspiranti artisti si sono
incontrati ad Aliano per confrontare tra di loro le tecniche pittoriche
apprese a scuola, per rendere omaggio
al cantore della civiltà contadina ed al
grande e profetico meridionalista Carlo
Levi.
La consolidata kermesse culturale si è
conclusa con la premiazione nell’anfiteatro comunale in Via Cisterna, quasi
una festa della gioventù studentesca,
l’arrivederci al 2016 per la XXX edizione celebrativa di questo importante
appuntamento culturale che sfida i
tempi.
on gli insegnanti della scuola media di Aliano abbiamo fatto un salto nell’universo dei calanchi, definito da
Carlo Levi “paesaggio lunare”.
Appena arrivati, abbiamo percorso,
guardato, riflettuto, parlato delle colline
d’argilla e le abbiamo scalate.
I calanchi si formano per erosione, che
avviene tramite gli agenti atmosferici. Si
formano prevalentemente sui versanti
sud-occidentale dei rilievi perche lì batte
il sole più caldo, invece nel versante opposto troviamo piantagioni di uliveti e
campi di cereali e pascoli.
Guardando i Calanchi, abbiamomnotato che la sua flora è prevalentemente tipica della “macchia mediterranea”,
in quell’ambiente non si trovano molte piante ad alto fusto, ma piante basse
come le ginestre e i ginepri. Invece, la
fauna che si trova nei calanchi è caratterizzata da volpi, lepri, donnole, tassi,
cinghiale, rettili e alcune tipologie di uccelli e insetti. Terminato il percorso, abbiamo fatto merenda e ci siamo divertiti
insieme.
Biagio Scelzi
17
Poesia e amore
per la Lucania
Il Comitato Dante Alighieri
di Salisburgo in visita al
Parco Letterario di Aliano
Continuano le visite dei “Comitati Dante” nel mondo
in Italia e nelle bellezze dei I Parchi Letterari Italiani. Martedì 2 giugno il Comitato Dante di Salisburgo ha visitato il nostro Parco Letterario Carlo Levi
di Aliano (Matera). Il presidente del comitato Giorgio Simonetto e tutto il gruppo hanno apprezzato
il tour organizzato dal Parco, rimanendo incantati
dalle bellezze del paesaggio, dai musei e dai luoghi
leviani ... e ovviamente dalla cucina lucana!
18
R
ivivendo emotivamente luoghi ed
eventi descritti nel Cristo si è fermato a Eboli si coglie nell’opera di
Carlo Levi (1902-1975) il sentimento poetico e
il suo profondo amore per la terra lucana e la
sua gente. Aliano, con le sue case dalle magiche
facciate dalle cui piccole finestre, occhi stregati che sormontano archi immensi come bocche,
si spazia sull’infinita distesa delle argille aride,
ondulanti nel sole a perdita d’occhio, ed è un
esempio di recupero e conservazione ambientale.
Il silenzio delle montagne, la solitudine dei paesi
arroccati sui monti, le infinite distese di argilla,
i fiumi lenti e sornioni della valle dell’Agri e del
Sauro ed ancora le leggende dei briganti, delle
fate, dei lupi mannari e delle streghe sono tutti
elementi che raccontano e suscitano nel visitatore le stesse emozioni di
meraviglia e
stupore provate da Levi
all’inizio del
suo confino.
CONTRIBUTI AL GIORNALE
Rosa Caldararo ved.ins.G.Salvatore (Aliano)
Margherita De Leo (Fi)
Domenico Giannace (Marconia - Mt)
Pietro Iula (Ge)
Fam.Pepe Rocco/Maddalena Langone (Fi)
Antonio Caldararo (Legnano-Mi)
Ins. Margherita D’Amato (Stigliano - Mt)
Fam.Pasciucco/Domenica Carbone (Ge)
Francesco Scardaccione (Valenzano - Ba)
Egidio Marino (San Brancato di S. Arcangelo - Pz)
€ 10,00
Fam. Felice Sabbatino / Gianna La Riccia (S. Anastasia - Na)
Fam.Panevino / Sergio Curzio (Na)
€ 30,00
Fam.Emilio Mandas/Maiorana Caterina (Assemini - Ca)
Luigi Fortunato (Rm)
€ 10,00
Prof.Maria Colucci (San Brancato - Pz)
€ 30,00
€ 10,00
Ing.Sagaria Domenica (Rm)
€
50,00
€ 15,00
Cervelli Maria ved. P.Scattone (Bitonto - Ba)
€
20,00
€ 10,00
Vincenzi Verzica di Luigi (Rm)
€ 20,00
€ 50,00
De Lorenzo Luigi (Ge)
€
10,00
Luigi Santomassimo fu Vincenzo (Aliano)
€
10,00
€ 10,00
Dott.Edoardo Scardaccione (Rm)
€
50,00
€ 10,00
Rag.Lasaponara Rocco (Stigliano - Mt)
€ 10,00
€ 20,00
Giannace Domenico (Marconia - Mt)
€ 15,00
€
5,00
Fanelli Vincenzo (Mi)
€ 20,00
€ 50,00
Renzi Vinncenzo (Mt)
€ 10,00
Scapin Gianmaria (Mi)
€ 30,00
€ 20,00
Martelli Anna (Mi)
€ 10,00
€ 20,00
Maiorana Giuseppe (To)
€ 10,00
Pisani Giovanni (Lavello - Pz)
€ 10,00
Fam. Avv. Filippelli Isabella / Colucci Antonio (Mt)
€ 20,00
Albano Franco (Alianello di S.)
€ 10,00
Fam.Garambone Luigi/Colaiacovo Maria (Aliano)
€ 10,00
Castoro Anna ved. Rinaldi (Alianello di S.)
€ 10,00
Fam. Panevino / Sergio Curzio (Na)
€ 30,00
Fam.Donnazita/Francesco Lombardi (Aliano)
€ 10,00
Calvello Teresa (Carbonara - Ba)
€ 10,00
Cappuccio Luigia (Gorgoglione - Mt)
€ 20,00
Ins.Pinella Vignola (Grassano - Mt)
€ 20,00
Fam.Scelzi Lucia/Lacicerchia Mario (To)
€ 15,00
Fam.Dott.ssa Tallarico A/castellari Ernesto (Aliano)
€ 20,00
Dr.Rocco Tocew (Calvello - Pz)
€ 30,00
Fam. Sabbatino Felice/Lariccia Giovanna (S.Anastasia-Na)
€ 50,00
Fam.Catena/Fanelli Maria (Irsina - Mt)
€ 10,00
Malvasi Gaetnina (Aliano)
€
Fam. Arch Domenica Rinaldi / geom.Francesco Pepe
(Alianello N.)
€ 20,00
Giannasio Giuseppe fu Nicola (San Brancato - Pz)
€ 10,00
Mastrosimone Michele (Berbenno di Valtellina - Sd)
€ 50,00
Lotano Giuseppe (Rm)
€ 10,00
Fam.Lepre Maria/D’Alessandro Domenico (Valsinni - Mt)
€ 20,00
Dott.Orlandi Francesco (Marter - Tn)
€ 100,00
Ing.Luigi Garambone (Mi)
€ 10,00
Fam.Toce Nicola/Pompea Sarli (Bo)
€ 10,00
Fam.Giovanni Di Carlo (Germania)
€ 20,00
Don Michele Celiberti (Opera P.Minozzi-Policoro -Mt)
€ 50,00
Ing.Luigi Casdalaro (San Brancato - Pz)
€ 20,00
Fam.Carbone Maddalena/Pisani Francesco (Aliano)
€ 10,00
De Lorenzo Luigi (Ge)
€ 10,00
Prof.Giovanni Maiorana (Pz)
€ 30,00
Lia Di Stasi (Bernalda - Mt)
€ 10,00
Bruno Nicola (Mt)
€ 10,00
Ciancia Leonardo (Modena)
€ 10,00
Fam.Buccolieri Pasquale (Empoli-Fi)
€ 20,00
5,00
NOZZE D’ARGENTO NEL 2015
25 Gennaio Rosaria Calararo e Antonio Argentino (S.Arcangelo-Pz)
12 Maggio Maria Angelina Pepe e Domenico Bruno (Alianello N.)
2 Agosto Anna Di Sirio e Giuseppe Balzano (Aliano)
9 Agosto Francesco Scattone e Lucia Maria Pisani (Aliano)
11 Agosto Patrizia Tiziana Follo e Franco Lucio Acquaro (Germania)
14 Agosto Anna Colaiacovo e Nicola Scettino (Stigliano)
16 Agosto Rosaria Domenica A. De Luca e Nicola Leone (Gorgoglione)
22 Agosto Rosetta Scelzi e Lorenzo La Grotta (San Brancato - Pz)
19 Settembre Brigida Scelzi e Nicola Arcomano( Calvello-Pz)
15 Dicembre Teresa Di Biase e Francesco Paolo Mazzoni (Noepoli - Pz)
27 Dicembre M. Pompea Sarli e Nicola Toce (Quattro Castelle-Bo)
29 Dicembre Antonio Iula e Teresa Scelzi (Aliano)
Fam. Maselli Caterina /Di Pinto Gaetano (Palo del Colle - Ba)
€ 10,00
Prof. De Rosa Benedetto (Roccanova - Pz)
€ 20,00
Fam. Giulia Colangelo / Scelzi Nicola (Aliano)
€ 20,00
De Leo Salvatore (Grassano)
€ 30,00
Grimaldi Vitale (Alianello N.)
€ 10,00
Fam. Russo Domenico (To)
€ 15,00
Prof.ssa Maria Delorenzo (Rm)
€ 10,00
NOZZE D’ORO NEL 2015
9 Gennaio Michele Giordano e Regina Latronico (Aliano)
24 Aprile Maria Scelzi e Fortunato Vito Spani (Sant’Arcangelo-Pz)
9 Ottobre Maria Scelzi e Giuseppe Scelzi (Aliano)
8 dicembre 2014
SALVATORE MATTEO MASTROPIETRO
terzogenito di Donato e Giulia Pepe
(San Brancato di S.Arcangelo- Pz)
9 dicembre 2014
GIUSEPPE MARIA LONGO
primogenito di Gioacchino e Giovanna Manicone
(Stigliano)
13 aprile
BIAGIO MATTATELLI
primogenito di Antonio e Raffaella Nicita
(Policoro)
19
dal Comune di Aliano
Movimento Demografico
MOVIMENTO DEMOGRAFICO COMUNE DI ALIANO
Primo Trimestre 2015
DISOCCUPAZIONE AL 31/03/2015
COMUNI DELLA COLLINA MATERANA
M
F
TOTALE
500
529
1.029
FASCE D’ETÀ
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
Nati
-
-
0
15-18
11
0
11
Morti nel Comune
1
1
2
19-24
143
133
276
Morti in altri Comune
1
-
1
25-30
244
211
455
Iscritti da altri Comuni
2
1
3
31-40
251
259
510
Iscritti all’estero
1
1
2
41-50
319
409
728
Cancellati per altri Comuni
4
-
4
51 e oltre
461
530
991
483
TOTALE
1429
1542
2971
Popo. Residente al 31/12/2014
Famiglie anagrafiche
Pop. residente a fine mese
495
529
I Laureati
27 ottobre: CLAUDIA DI SABATO, di Giovanni e
Angela Maria Di Giglio (Roma) ha conseguito presso
l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma la
Laurea in Lingue e Lettere Moderne.
17 novembre: ROSSELLA SCELZI, di Antonio e Silvana
Bisignano (Napoli) Laurea in Scienze Infermieristiche.
10 dicembre: CARMELA MARINO, di Luigi e Maria
Mendella (Alianello Nuovo di Aliano) Laurea in
Filosofia (corso triennale) presso l’Università degli
Studi di Firenze.
16 dicembre: SAMANTHA GRIMALDI, di Mario
e Vincenza Maselli ha conseguito il Master in
Menagement per le funzioni di Coordinamento
nell’area delle
Professioni Sanitarie presso
l’Università degli Studi di Parma.
17 dicembre: DOMENICA MARZANO, cgt. Antonio
Serra, presso l’Università degli Studi di Basilicata
(Matera) ha conseguito la Laurea in Scienze della
Formazione Primaria.
17 dicembre: MIRIANA FANTINI (Alianello Nuovo di
Aliano), di Antonio e Felicia Pepe, presso l’Università
degli Studi di Basilicata (Potenza) ha conseguito la
Laurea (corso triennale) in Tecnologia Alimentare.
17 febbraio: ANTONIO CASALARO (San Brancato di
S.Arcangelo - Pz), di Luigi e Angela Rosa Lanzillotta,
presso l’Università degli Studi di Perugia ha conseguito
la Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente
ed il Territorio.
20
COMUNE DI ALIANO
1.024
FASCE D’ETÀ
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
15-18
1
0
1
19-24
18
8
26
25-30
22
20
42
31-40
27
31
58
41-50
36
35
71
51 e oltre
47
47
94
TOTALE
151
141
292
La Voce dei Calanchi
Anno XXXVIII 2015
n. 122
Redazione
e amministrazione:
Via Stella, 65 Aliano (Mt)
Tel. 0835.568074
Direttore:
Pietro Dilenge
[email protected]
Direttore responsabile
Emilio Salierno
Grafica, impaginazione, stampa:
Azienda Poligrafica
TecnoStampa snc
Villa d’Agri (Pz)
ABBONAMENTI
Costo copia € 2,00
Abb. ordinario annuo € 10,00
Abb. sostenitore
€ 20,00
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Per ricevere ogni domenica il
Supplemento domenicale comunicare il proprio indirizzo di
posta elettronica a
[email protected]
Reg. Trib. Matera 117 del 20/12/90 Sped. Abb. Post art. 2 comma
20/c L. 662/90 del 23/12/96 - Filiale di Matera / Potenza C.P.O.
www.aliano.it - www.parcolevi.it - www.lunaecalanchi.it
Gli amici che non sono più tra noi
11.1.2015
Pasquale Mona
ved.Brigida Trani
n.2.12.1932
24.11.2014
Giuseppe Trani
ved. Filomena Pomarico
n. 25.04.1921
28.11.2014
Mariantonia Caldararo
ved.Giuseppe Cassino,
n.16.06.1924
19.1.2015
Marco Scelzi
di Antonio (Milano)
anni 40
26.1.2015
Filippo Toce
cgt.Carmela Sammartino
(S.Ilario d’Enza-RE)
n.21.6.1928
21.2.2015
Pasquale Albano
cgt. Rosa Concetta Sarno
(Alianello N.)
n. 26.7.1926
9.4.2015
Brigida Giordano
ved. Michele Briamonte,
n.16.6.1942
1.6.2015
Amorosi Luigia
cgt.Antonio Fanelli
n.1.11.32
Buenos Aires (Argentina)
18.4.2015 (Napoli)
Gelsomina Rutoli
cgt.Sergio Curzio
figlia di Giuseppina Panevino
n.1.10.1938
30.4.2015
Raffaella di Giglio
di Mario
cgt.Francesco Colaiacovo
n. 25.6.1971
10.12.2014
Maria Rosa Maiorana
ved. Luigi Di Giglio,
n.7.2.1939
21.3.2015
Mariantonia Colaiacovo
ved. Nicola Lasaponara
n.4.11.1920
27.4.2015 (Taranto)
Giulia Rubilotta
fu Francesco
n.27.8.1936
26.3.2015
Maria Maselli
ved. Luigi Iula
n.3.8.1987
10.12.2014
Rocco Giannasio
di Nicola
(Alianello di Sotto)
n.5.6.1952
5.4.2015
Rosa Robilotta
(Alianello di S.)
ved. Francesco Mangino
n.17.1.1936
20.5.2015
Pasqualina Perretti
ved.Giuseppe Gallo
n.12.1.1927
28.12.2014
Francesco Verzica
ved. Brigida Scattone
n.13.11.1921
01.1.2015
Giovanni Caldararo
fu Nicola
n.3.12.1954
7.4.2015
Maria Latronico
ved. Francesco Sagaria
n.22.2.1931
20.5.2015
Filippo Maiorana
cgt.Mariantonia Donnazita
n.11.11.25
A te, Raffaella
Dolce e devota sposa
Adorata e preziosa figlia
Discreta e riservata
sorella,
breve è stata la tua vita,
delicato il tuo lasciarci.
Una prepotente mano
coglieva te
frutto ancora acerbo
mentre tu
tenacemente restavi
ancorata
all’albero della vita.
Ora il Cielo vanta una
stella in più
e tu splendente di vita
eterna
da lassù ci guarderai
e tra noi quaggiù nel
cuore
sempre rimarrai.
21
t
dal Comune di Aliano
VITA AMMINISTRATIVA
LAVORI ALLUVIONALI
Il Comune di Aliano ha avuto circa 500,000, 000 per la
riparazione dei danni procurati dalle alluvioni dello scorso
anno. Dopo l’intervento già effettuato sul tratto di strada
provinciale all’altezza dello storico “Fosso del Bersagliere”
il Comune ha affidato a più imprese locali anche i seguenti
interventi: Strda Masseria Soldano(Alianello) –Profiti
S.Lorenzo – Ctr. Leo – Ctr.Le Serre – Ctr.Acqua La Cersa
– Argine fiume Agri.
RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO
Nel mese di marzo il Comune, tramite l’avv.Donatello
genovese, ha presentato al Consiglio di Stato in S.G.-Roma
– il ricorso avverso contro la Green Power s.r.l., la regione
Basilicata, il Ministero Sviluppo Economico, Ambiente e
Beni Culturali e Tursimo, per la riforma della sentenza del
26.9.14 dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Potenza,
sull’insediamento della Centrale a biomasse in loc. Acinello,
Agro d Stigliano, confinante con il Comune di Aliano.
LAVORI PIAZZA COPERTA
Nel mese di aprile sono stati avviati i lavori per la realizzazione
di una piazza coperta. Essa prevede adeguato spazi
per il mercato coperto, specie quello alimentare(pesce,
ortofrutticola, ecc..). Vi saranno realizzati anche nuovi bagni
pubblici, per dare anche una risposta adeguata all’esigenza
sempre in aumento del fenomeno turistico.
RECUPERO PALAZZO CAPORALE
Proseguono a pieno ritmo i lavori per il recupero del Palazzo
Caporale in Via Collina, attiguo alla casa di confino di Carlo
Levi.
l’Antiquarium archeologico, per concretizzare un vecchio
desiderio del Circolo Culturale Panevino avanzato verso la
fine del 1980 al Soprintendente dei Beni Archeologici della
Basilicata il dott.Bottino. L’antiquarium dovrebbe offrire ai
turisti anche la possibilità di ammirare una piccolissima parte
dell’immenso patrimonio archeologico alianese, oltre 1.500
tombe terragne, con decine di migliaia di reperti archeologici
della seconda metà del VII° secolo a.C.. Pertanto si potrà
offrire ai numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte
d’Italia e del mondo un quadro completo di Aliano: Il paese
del Cristo – il Paese dei Calanchi- il paese ArcheologicoEnotrio.
IL PALAZZO
SCARDACCIONE
Anche questo palazzo
nobiliare fu acquisito al
patrimonio comunale
molti anni fa con i
fondi del petrolio. Esso
è stato consolidato,
ristrutturato ed è quasi
pronto per diventarne
un altro contenitore
culturale.
CONSIGLIO COMUNALE APERTO
In seguito ad una petizione popolare l’Amministrazione il 21
aprile ha tenuto un Consiglio Comunale aperto per esaminare
una richiesta cittadina in merito all’eventuale autorizzazione
di un insediamento di un impianto di lavorazione di inerti
rivenienti dai lavori edili, in località Pantano, nella zona
PIP al Pantano. Il Consiglio si è impegnato a modificare
il Regolamento P.I.P., per non consentire ulteriori richieste
in contrasto alla valorizzazione del paesaggio dei Calanchi.
CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA (C.U.C.)
Anche il Comune di Aliano si sta adeguando alle disposizioni
governative riguardanti l’accorpamento dei servizi per i
piccoli Comuni. Dopo l’esperienza insoddisfacente con il
Comune di Stigliano , nel mese di aprile Aliano ha firmato
una nuova Convenzione con il Comune di Tursi, per la
gestione dell’Area Finanziaria, affidata al dott.Giuseppe
veneziano, per la gestione dell’Area tecnico-manutentiva
all’ing.Pasquale Marsico.
L’imponente struttura di circa mille mtq., già acquistato dal
Comune con i fondi delle royalties, ora si sta procedendo
alla sua completa ristrutturazione con altri fondi regionali.
Esso andrà ad arricchire, come contenitore culturale,
l’area di Via Collina, destinata a diventare un quartiere
museale:Museo multimediale della Casa di Confino di Carlo
Levi – Museo demoetnoandropologico(Civiltà Contadina)Museo Russotto di arte moderna. Il Palazzo Caporale
ospiterà il Museo del “Rischio idrogeologico” ed anche
22
BANDO “SOSTEGNO ACCESSO ABITAZIONI”
Il Comune ha pubblicato un bando di concorso per il “Fondo
di sostegno all’accesso alle abitazioni” con i fondi regionali.
Potranno beneficiare dei contributi regionali esclusivamente
i conduttori di alloggi privati, titolari di un contratto di
locazione regolarmente registrato in data antecedente alla
pubblicazione del Bando.
ta alianese vita alianese vita aliaIl Museo della Civiltà Contadina
di Enzo Vinicio Alliegro
l Museo della Civiltà Conta- collezione archeologica collocata in
dina di Aliano è stato inau- una apposita vetrina espositiva.
gurato il 27 marzo 1988. È La raccolta oggettuale presentata
posto in un edificio di estremo nel Museo copre pressoché tutta
valore storico in cui si sono con- la vasta gamma di cicli produttisumate vicende che hanno inciso vi che sono presenti ad Aliano: vi
profondamente e per vari ordini sono oggetti legati alla produzione
di ragioni nel consolidamento cerealicola e vinicola, oltre a quelli
dell’identità culturale di Aliano. legati alla trasformazione del latte
I reperti del museo sono esposti ed alla lavorazione dell’olio ben
in un locale che era stato adibito rappresentata attraverso due maper lunghi decenni a frantoio, al gnifici esemplari di frantoi aventi
piano terra dell’edificio che ospi- delle grandi macine di pietra, queltò tra il 1935 ed il 1936 C. Levi. le che effettivamente hanno operato
È l’edificio quindi ed il luogo in nel corso dei decenni nel frantoio,
cui è posto, prima ancora del azionati dalla forza degli asini.
Museo, a parlare di Aliano, della Quando il frantoio era operante i
sua storia, della sua cultura, del proprietari vi risiedevano stabilsoggiorno di C.Levi e di alcune mente: laddove era posto il camipeculiarità del regime produtti- netto è stata ricostruita la cucina
vo, oleario, di Aliano.
con una ricca serie di oggetti in
È l’edificio dalla aspetto malan- alluminio ed in creta; laddove era
dato a custodire ed a narrare stato posto il letto – una stanza
vicende lontane, a rievocare gli senza luce e senza aria- è stata riepisodi legati al soggiorno forza- costruita la camera da letto assuto del medico torinese, le ore tra- mendo quale modello la descrizioscorse con Giulia, la santarcan- ne effettuata da C.Levi.
giolese; le passeggiate realizzate Il Museo documenta inoltre alcuin compagnia dell’amico fedele, ne attività che si sono progressiBarone; i pomeriggi caldi ed afo- vamente estinte e che hanno avuto
si trascorsi con la tavolozza a un ruolo tutt’altro che marginale
tratteggiare dall’alto dei burroni nell’economia di sussistenza dell’ascenari apocalittici; a fissare nel- rea: il lavoro di filatura della lana
la mente pensieri che sarebbero per la produzione di tessuti e la
stati fissati nelle pagine del “Cri- cottura di mattoni per l’attività
sto”. La strada che conduce al di costruzione di cui restano seMuseo è quella percorsa da Levi gni eloquenti nel centro storico di
per raggiungere la sua prigione, Aliano.
la stessa strada impiegata dai Il mondo contadino tratteggiato
contadini che accorrevano pres- attraverso l’esposizione museaso il frantoio per strizzare ciò le di Aliano è senza alcun dubbio
che faticosamente erano riusciti un mondo in cui prevale la fatica
a strappare all’aridità dei calan- e la miseria, il sacrificio immondo
chi, “ai creti malsani dell’Agri e senza compenso, in cui tuttavia vi
del Sauro” di ritorno da quella è pure spazio per alcune parenteche Levi definiva “l’emigrazione si festive che irrompono nel fluire
quotidiana”.
monotono del tempo.
Il Museo realizzato e diretto Di estremo interesse le maschere
dalla “Arkeotouring”, una coo- apotropaiche e gli strumenti muperativa giovanile che ha accolto sicali impiegati nel carnevale ciala proposta del dinamico sacer- scuno dei quali, così come ogni aldote D. Pierino Dilenge, occupa tro manufatto presente nel museo,
una superficie di circa 200 mq., reca un etichetta su cui è trascritto
distribuiti in 4 vani di diverse il nome dialettale, la corrispondendimensioni, in cui sono disposti te denominazione in lingua italiai manufatti adagiati al pavimen- na ed una breve descrizione circa
to o contro la parete, salvo una le modalità d’impiego dell’oggetto.
I
“MASCHERE CORNUTE” A ROMA
Il 4 febbraio, presso la sede della Soc. Dante Alighieri” in Roma, nello storico ed Artistico Palazzo
Farnese nei pressi del Senato della Repubblica, è
stato presentato per la prima volta il Carnevale
Alianese.
Nonostante le avverse condizioni atmosferiche la
mostra/convegno si è svolto con grande partecipazione di pubblico. Hanno salutato i convenuti
il sindaco Luigi De Lorenzo, il Presidente della
Pro-Loco Aliano don Pierino Dilenge sul Carnevale Alianese, l’arch. Lodovico Alessandri sulle
tradizioni arcaiche lucane, Lucia Briamonte con
la presentazione del Progetto INEA con il Cesto
prodotti Val d’Agri. La mostra della maschere
alianesi, prodotte artigianalmewnte dal geom.
Giuseppe Serra e Roberto Toce, è stata arricchita
dalla mostra delle maschere di Aliano elaborate
dall’artista alianese Nicola Toce con la presentazione dela dottoressa Francesca Uccella di Roma.
GIÙ LE MANI DAL PANTANO!
Il Comitato Civico alianese “No Centrale a biomasse Acinello e Giù le mani dal Pantano” è
sempre vigile su eventuali tentativi che tentano
di mettere in pericolo non solo la salute pubblica di Aliano e dintorni, ma anche di danneggiare
e distruggere il paesaggio alianese dei calanchi,
paragonato a quello famoso della Cappadocia in
Turchia. Per quanto si voglia tranquillizzare le
popolazioni della messa in atto di ogni provvedimento a salvaguardia della salute, le comunità locali non hanno assolutamente più fiducia in
certi investimenti ed anche della rassicurazioni
politico-amministrative, in seguiti a quanto scoperto e denunciato finora nella nostra Regione, a
forte rischio idrogeologico.
La Regione ed anche l’Amministrazione comunale di Aliano devono portare avanti una politica
lineare di investimenti e non ambigua, tendente
ad “avvelenare” il nostro paesaggio, a distruggere ogni reale possibilità di reale sviluppo ecocompantibile , e ad impoverire sempre di più la nostra “amara terra mia”. ancora in tempo di essere
salvata dallo sciacallaggio in atto su diversi fronti,
strumentalizzando vergognosamente il fabbisogno reale di occupazione specie giovanile.
VINCENZO CHIARADIA
LASCIA LA SANITÀ
Il tecnico alianellese i radiologia Vincenzo Chiaradia, dopo 41 anni anni e 7 mesi di ininterrotta
attività, ha salutato il ondo della sanitàpotentina.
Conseguito la laurea brve e in Scienze di Radiologia Medica pressa la famosa struttura ospedaliera del “S. Raffaele” di Milano, ha esercitato la sua
professione per diversi anni a Milano. Rientrato
in Basilicata, ha lavorato per 2 anni presso l’ospedale civile di Matera. Trasferito successivamente
presso l’Ospedale di Villa d’Agri, negli ultimi 10,
offrendo la sua competente e sensibile disponibilità presso l’Ambulatorio di “S.Maria d’Orsoleo”
di San Brancato di S.Arcangelo (Pz). A lui i nostri
auguri di lunga e serena penssione.
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