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Le dimensioni umane e gli standard dimensionali

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Le dimensioni umane e gli standard dimensionali
29 Gli ambienti dell’abitazione
29.1 Le camere da letto
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Le dimensioni umane e gli standard dimensionali
La corretta progettazione degli ambienti e degli spazi abitatativi deve tenere conto dei dati antropometrici, cioè delle misure che riguardano il corpo umano. Queste misure variano
notevolmente da individuo a individuo e a seconda della età:
è perciò necessario considerare dei valori medi, che variano a
loro volta a seconda delle regioni e delle epoche e, per quanto
i dati antropometrici siano un elemento essenziale, il loro utilizzo deve avvenire con criterio.
Nel dimensionamento si fa dunque riferimento a standard
dimensionali che si sono dimostrati validi entro un ragionevole ambito di approssimazione. Alcuni di questi standard
sono sanciti dalla normativa edilizia ma, a causa dell’attuale
tendenza all’aumento della statura media, essi devono essere
considerati minimi.
SCALA 1:50
Lo standard dimensionale di uso più comune è quello che definisce l’ingombro per il passaggio di una persona in 60 cm
[fig. 1]: molte misure adottate dalle norme e dalle dimensioni
tipiche degli oggetti derivano da questo standard dimensionale [fig. 2]. Ad esempio, nella normativa antincendio un modulo di apertura corrisponde a 60 cm, mentre le scale
condominiali in edifici residenziali sono di larghezza minima
120 cm, per consentire il passaggio contemporaneo di due
persone, e la misura degli armadi è di 60 cm, per potervi riporre gli indumenti su grucce perpendicolari alla parete.
Un altro standard dimensionale ormai acquisito è quello che
definisce l’altezza di un parapetto in 100 cm: è questa infatti
la misura adottata come quota dei davanzali delle finestre.
approfondimento
Principali dimensioni generali derivanti da norme
igienico-sanitarie
Fig. 1 Proporzioni teoriche di uomo alto 1,80 m e schemi di transito standard.
La normativa italiana prevede che gli ambienti abitati abbiano
altezza minima di 2,7 m, riducibili a 2,4 m per bagni e ambienti
di servizio, ad esclusione delle zone a quota superiore a 1000 m
s.l.m. (sul livello del mare), dove l’altezza minima consentita
scende a 2,55 m.
Camere, soggiorni e cucine devono avere serramenti esterni apribili per una superficie non inferiore ad 1/8 della superficie del
pavimento. Questo valore, detto rapporto aeroilluminante, è
bene che, nelle regioni dell’Italia settentrionale e ai piani inferiori negli edifici urbani, venga ampiamente superato.
I bagni possono anche non avere illuminazione e ventilazione diretta, ma in questo caso devono essere ventilati artificialmente in
ragione di un ricambio d’aria pari almeno 5 volumi orari.
Corridoi, ripostigli e vani scala possono non avere illuminazione
naturale.
SCALA 1:50
Fig. 2 Dimensioni antropometriche di comune impiego nel progetto di spazio abitativo.
© SEI - 2012
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